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Lama e sporco croci della motosega
MANUTENZIONE Lama e sporco croci della motosega S ia che si utilizzi in maniera professionale per il taglio della legna e degli alberi nei boschi, sia che l’impiego sia rivolto ai mille usi di un’azienda agricola, la motosega ha visto in questi ultimi anni aumentare di molto la sua diffusione. Le diverse esigenze di utilizzo, a seconda del settore di impiego, hanno suggerito ai costruttori di differenziare le tipologie costruttive con la creazione di vere e proprie linee destinate al professionista e a quanti utilizzano la motosega saltuariamente. Pur riconoscendone le sostanziali differenze sia sotto l’aspetto progettuale che funzionale, le esigenze manutentive si assomigliano. Le caratteristiche principali richieste a questo attrezzo sono un’impugnatura comoda, vibrazioni contenute ed efficienza prolungata nel tempo. Per un corretto programma di manutenzione della motosega è necessario prestare molta attenzione ad alcune parti soggette significativamente ad usura come la catena, la barra portalama, il pignone di trazione o ad altre più “sensibili” come il sistema di lubrificazione della catena, il carburatore, il sistema di accensione. È importante Il buon lavoro della motosega dipende da un’accurata manutenzione, qualsiasi siano l’intensità e l’ambito di utilizzo Per quanto riguarda la catena, gli aspetti da tenere maggiormente in considerazione sono il grado di affilatura, la tensione e il livello di usura delle maglie. L’affilatura rappresenta l’aspetto più facilmente individuabile in quanto anche un operatore non troppo esperto può facilmente rendersi conto della progressiva maggior difficoltà che incontra effettuando tagli con una lama poco affi lata. In questi casi, oltre ai centri specializzati ai quali ci si può rivolgere p er l’a f f i l at u ra, esistono varie ti- Le tipologie di attrezzature disponibili si differenziano in dispositivi ad elemento affi lante rotativo o alternativo. Mentre per i primi una volta posizionato il disco l’operazione diventa un lavoro ripetitivo per ogni maglia e su entrambi i lati della catena, in quelli alternati, soprattutto se manuali, occorre prestare attenzione al verso con cui si affi la la lama: è importante che la direzione dell’utensile affilatore vada sempre dal centro catena all’esterno indipendentemente dalla posizione dei denti. Il grado di affi latura della catena può anche essere rilevato dalle dimensioni del truciolo di segatura durante l’impiego della motosega; più i trucioli si presentano fi ni, minore sarà il grado di affilatura. Catene appena affi late o nuove producono trucioli di almeno 3-4 mm di lunghezza, meglio se superiori. Occorre inoltre precisare, specialmente a chi intende affi lare in proprio le catene, che alcune case costruttrici consigliano, per i propri prodotti, inclinazioni e angoli di incidenza della superficie di taglio specifici per cui si raccomanda la consultazione dei manuali di utilizzo o di rivolgersi ai centri specializzati. Numerose affi lature naturalmente comporta- pologie di attrezzature anche “fai da te” per ripristinare l’affi latura originaria. no un progressivo assottigliamento della lama, per cui può essere consigliabile stabilire a priori, quando non diversamente indicato dal costruttore della catena o della motosega, il limite mini- inoltre rispettare alcuni semplici accorgimenti di utilizzo che, oltre a rendere efficace il lavoro, mettono al riparo l’operatore da rischi di infortuni. La catena MAD • 9 • Settembre 2007 di Alberto Assirelli 77 mo oltre il quale, anche per ragioni di sicurezza, non è più consigliabile effettuare ulteriori affi lature. Alcuni costruttori consigliano di non scendere mai oltre i 2-3 mm di larghezza del dente misurato dalla lama alla parte posteriore. Ogni volta che ci si accinge a effettuare un’affi latura è buona norma controllare accuratamente l’intera catena ed eventualmente sostituirla appena si percepiscono giochi radiali anche minimi fra i perni della maglia. Da evitare assolutamente l’utilizzo di catene eccessivamente usurate per l’alto rischio di rottura. L’importanza della tensione Il mantenimento di una corretta tensione della catena rappresenta un altro aspetto fondamentale per l’efficienza e la durata della motosega. La frequenza dei controlli incide favorevolmente anche sulla durata della barra portalama che potrebbe danneggiarsi sia con la catena troppo lenta sia con catena troppo tesa o in carenza di lubrificazione. Una tensione corretta della catena influisce positivamente anche sulla durata del pignone di azionamento. Una giusta tensione deve permettere il buon scorrimento della catena impedendone, anche sotto trazione, la fuoriuscita dalla barra portalama o sollecitazioni laterali troppo accentuate. Indicativamente si può consigliare un livello di tensione che consenta comunque il distacco (penzolamento) della catena di almeno 1-2 mm. Durante questa operazione o quando si ha la barra portacatena rimossa occorre verificare la perfetta scorrevolezza e integrità della corona apicale e il grado d’usura della corsia, rilevabile valutando il gioco laterale della catena sulla corsia che deve sempre mantenersi limitato. Indicazioni sufficientemente MAD • 9 • Settembre 2007 Il punto di distacco dal rocchetto apicale è una zona molto sollecitata e quindi un punto nel quale l’usura si manifesta con maggiore frequenza e intensità 78 Continue operazioni di affilatura assottigliano progressivamente i denti della catena fino a raggiungere valori di spessore talmente ridotti da risultare a rischio di rottura: evento che può danneggiare la macchina e che può essere molto pericoloso per l’utilizzatore attendibili sulla durata di catena e barra sono difficili da fornire in quanto direttamente legate al tipo d’uso e all’efficienza del sistema di lubrificazione. Il pignone di trazione Il pignone di trazione merita attenzione soprattutto quando evidenzia sulla sua superficie esterna, in modo molto marcato, le aree di contatto con la catena. Come per la maggior parte dei sistemi di trasmissione a catena è consigliabile, in occasione della sostituzione di qualche componente, cambiare la maggior parte degli elementi che compongono l’intera catena cinematica (pignone, catena, barra e rocchetto terminale), evitando l’utilizzo di catene con livelli d’usura molto diversi od operando con pignoni e barre nuove. La frizione ad espansione, che di solito è alloggiata all’interno della campana del pignone, salvo eventi eccezionali, di solito non richiede particolari accorgimenti manutentivi in quanto il costruttore normalmente la prevede sovradimensionata rispetto alle sollecitazioni che subisce. La lubrificazione della catena Indipendentemente dalla tipologia di motosega, un occhio di riguardo va posto al sistema di lubrificazione della catena. L’usura a livello di perni e maglie della catena può differire da quella dei denti e del grado di affilatura. In questa foto la catena con denti pressoché usurati presenta minore usura a livello delle maglie rispetto a quella con denti nuovi mai in campo per gli inevitabili problemi che la polvere potrebbe causare ai componenti. Può essere utile precisare che i lubrificanti consigliati per le catenarie differiscono anche qualitativamente dai comuni lubrificanti per cui è importante verificarne le tipologie consigliate dal costruttore. L’utilizzo di lubrificanti molto diversi può compromettere l’efficienza dell’impianto oltre a causare sicuri danni a catena, barra e pignone di trazione. Elemento altrettanto importante è il grado di pulizia del lubrificante e il sistema di gestione e rifornimento per impedire l’ingresso alle impurità nel serbatoio con le conseguenti complicazioni a pompa e condutture che possono arrivare fi no alla catena entro la guida della barra. Il sistema di lubrificazione funziona spesso con stantuffi, valvole e tenute di dimensioni molto contenute che funzionano con margini di tolleranza ridotti, per cui l’ingresso anche di piccole quantità di sporcizia può rapidamente ridurre l’efficienza dell’impianto. Durante i controlli alla barra portalama occorre inoltre accertare, in presenza di appositi condotti per il lubrificante, l’assenza di accumuli di sporco portati dalla catena e depositatisi all’interno della corsia della barra portalama che possono contribuire a occludere eventuali collegamenti fra corpo e macchina e barra limitando la lubrificazione di catena e barra. Le anomalie nel sistema di lubrificazione possono essere percepite con aumenti ingiustificati di temperatura della barra e della catena oltre a un loro rapido logorio. Nei modelli ove possibile è consigliato regolare l’emissione di lubrificante in modo da richiederne il rifornimento indicativamente con la stessa cadenza del combustibile, così da effettuare periodicamente anche questo tipo di controllo e rabbocco. L’eventuale smontaggio del sistema di lubrificazione è un’operazione delicata da effettuare in officina e La verifica dell’efficienza del freno catena è importante per la sicurezza dell’utilizzatore Durante le operazioni di smontaggio e regolazione della catena occorre sempre controllare le condizioni dei condotti di lubrificazione e l’assenza di residui di vegetazione o polvere Un pignone usurato con evidenti incisioni a livello della zona di presa della catena Le frizioni possono essere orientate secondo più direzioni, quella della foto permette anche una rapida verifica dello stato d’usura senza necessità di smontaggio Alcuni dispositivi di freno catena agiscono sul tamburo esterno frizione per cui l’efficienza del dispositivo dipende anche dall’integrità e dalla pulizia del profilo esterno Il corretto riposizionamento del filtro dopo ogni pulizia impedisce l’ingresso di sporcizia e residui di vegetazione nel vano del carburatore, nel carburatore e quindi nel motore Il carburatore MAD • 9 • Settembre 2007 Generalmente il carburatore presenta una tipologia costruttiva di tipo a membrana che non richiede particolari attenzioni manutentive; gli unici accorgimenti da adottare riguardano la comune pulizia del fi ltro dell’aria. In qualche occasione, quando si avvertono variazioni improvvise al sistema di alimentazione, può rivelarsi necessario intervenire sul livello di regolazione della carburazione per evitare future anomalie al motore. La pulizia del fi ltro dell’aria, a seconda della tipologia costruttiva della motosega e dei materiali utilizzati, deve mirare a eliminare tutti i residui di taglio, la polvere e tutti gli elementi estranei accumulatisi durante il lavoro. È consigliabile pulire il fi ltro quotidianamente. Do- 79 I modelli con cavi elettrici scoperti vanno controllati con più attenzione verificando l’isolamento e l’integrità dei fili A seconda della composizione e del materiale con cui sono costruiti, i filtri dell’aria presentano diverse modalità di pulizia. Nel caso dell’impiego di aria compressa si consiglia di orientare sempre il getto verso l’esterno, nella direzione opposta a quella seguita dall’aria aspirata La componente elettrica La maggior parte dei modelli di motoseghe in commercio offre sufficienti livelli di protezione e isolamento dei cavi elettrici relativi all’accensione. Gli elementi da controllare in questo ambito sono proprio i collegamenti alla candela e la candela stessa. Un accurato controllo degli elettrodi è inoltre una buona pratica oltre che un buon indicatore di una corretta carburazione o di anomalie di alimentazione. Del sistema di accensione fanno parte anche la corda e il sistema di richiamo, dei quali bisogna controllare lo stato di usura; segni di consumo nella parte fi nale della corda o allentamenti della molla di richiamo sono indici di anomalie incombenti e quindi necessitano d’intervento alla prima occasione di revisione. È consigliabile la sostituzione preventiva per non incombere nel rischio rottura. MAD • 9 • Settembre 2007 Gli allentamenti o l’usura della corda del sistema di accensione sono segnali premonitori di anomalie 80 po avere eseguito l’operazione è necessario fare attenzione al rimontaggio ripristinando gli originali assemblaggi per un perfetto posizionamento del fi ltro che deve intercettare tutta l’aria entrante senza permettere che spifferi lo bypassino causando poi malfunzionamenti e danni al gruppo pistone-cilindro. Il riposo a fine stagione Prima della messa a riposo per lunghi periodi occorre sempre procedere a un’accurata pulizia della motosega eliminando tutti i residui accumulati in ogni parte. È buona norma eliminare accuratamente tutto il combustibile dal serbatoio e dal carburatore per evitare poi complicazioni al nuovo avviamento: depositi e incrostazioni che andrebbero poi a occludere il carburatore e i condotti dal serbatoio. Ricordiamo inoltre che tutte le su- perfici metalliche prive di protezioni, comprese le catene, anche di riserva, sono sensibili all’umidità e possono ossidarsi con rapido deterioramento dell’affi latura. Oltre all’accurata pulizia di tutte le parti della motosega è quindi necessario provvedere alla lubrificazione con olio che abbia caratteristiche di alta adesività; generalmente è sufficiente utilizzare dell’olio lubrificante di buona qualità nuovo e non di recupero. Da non dimenticare L’affilatura della lama può essere compromessa gravemente nei casi di contatti accidentali della stessa con il terreno o con corpi estranei quali filo di ferro, pietre, sabbia, ecc. durante il lavoro. Importante dal punto di vista della sicurezza d’impiego della motosega è la perfetta e stabile regolazione del minimo che consente alla lama di rimanere immobile: moti irregolari infatti possono causare strappi alla frizione ed espansione con principi d’avviamento della catena, incidenti che possono avere anche gravi conseguenze per l’operatore il quale deve comunque sempre utilizzare la motosega indossando l’abbigliamento di protezione: pantaloni e giubbotti antitaglio, guanti con protezioni ai polsi, casco, visiera e scarpe antinfortunistiche. Alberto Assirelli [email protected]