Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni (1939
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Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni (1939
PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO SUSSIDI 12 SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI ROMA HRVATSKI INSTITUT ZA POVIJEST ZAGREB Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni (1939-1947) Žrtve talijanske nacionalnosti u Rijeci i okolici (1939.-1947.) a cura di / uredili AMLETO BALLARINI e MIHAEL SOBOLEVSKI MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI 2002 DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI SERVIZIO DOCUMENTAZIONE E PUBBLICAZIONI ARCHIVISTICHE Direttore generale per i beni archivistici: Salvatore Italia Direttore del Servizio: Antonio Dentoni-Litta Comitato per le pubblicazioni: il direttore generale per gli archivi Salvatore Italia, presidente; Paola Carucci, Antonio Dentoni-Litta, Ferruccio Feruzzi, Cosimo Damiano Fonseca, Guido Melis, Claudio Pavone, Leopoldo Puncuh, Isabella Ricci, Antonio Romiti, Isidoro Soffietti, Giuseppe Talamo, Lucia Fauci Moro, segretaria. Cura redazionale: Mauro Tosti-Croce © 2002 Ministero per i beni e le attività culturali Direzione generale per gli archivi ISBN 88-7125-239-X Vendita: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – Libreria dello Stato Piazza Verdi, 10 – 00198 Roma Finito di stampare nel mese di settembre 2002 Tipolitografia Spoletini - Via Giacomo Folchi, 28 - 00151 Roma SOMMARIO - SADRŽAJ Premessa Predgovor 7 10 Tavola delle abbreviazioni e delle sigle / Tablica upotrebljene kratice 13 IL PROGETTO, LE FONTI E IL TERRITORIO Gli antefatti di un accordo senza precedenti Il testo dell’accordo Elenco degli istituti ed enti di conservazione La Provincia del Carnaro: territorio e popolazione 17 19 22 24 PROJEKT, IZVORI I TERITORIJ Činjenice koje su prethodile sporazum bez premca Tekst sporazuma Arhiviska građa i dokumentacija u zavodima i u institucijama Kvarnerska provincija: teritorij i pučanstvo 30 32 35 37 PROFILO STORICO di Amleto Ballarini POVIJESNI PREGLED DOGAĐAJA [in croato] Amleto Ballarini 43 96 FIUME: UNA STORIA COMPLESSA di Mihael Sobolevski ZAMRšENA POVIJEST RIJEKE [in croato] Mihael Sobolevski 147 171 BIBLIOGRAFIA - BIBLIOGRAFIJA 194 DATI STATISTICI - STATISTIčKI PODACI 199 CAMPI DI PRIGIONIA DEGLI ITALIANI IN JUGOSLAVIA (1945-1947) ZAROBLJENIčKI LOGORI TALIJANA U JUGOSLAVIJI (1945.-1947.) 209 214 LAVORI FORZATI, AL CARCERE, A MULTE, A PROVVEDIMENTI DI SEQUESTRO E CONFISCA, REGISTRATE A CARICO DI CITTADINI DELL’EX PROVINCIA DEL CARNARO DAL 3 MAGGIO 1945 AL 31 DICEMBRE 1948 OSUDE NA PRISILNI RAD I NA ZATVOR, NA GLOBE, NA ZAPLJENE I KONFISKACIJE, ZAVEDENE NA TERET GRA ĐANA BIV š E K VARNERSKE PROVINCIJE OD 3. SVIBNJA 1945. DO 31. PROSINCA 1948. CONDANNE AI LA SCHEDA ANKETNI LIST 219 221 239 245 ELENCO PROVVISORIO VITTIME PRESUNTE / PRIVREMENI POIMENIčNI POPIS VJEROJATNIH ŽRTAVA SCHEDE VITTIME ACCERTATE / ANKETNI LISTOVI POTVRĐENIH ŽRTAVA 255 263 PREMESSA Il progetto di ricerca «Le perdite umane di nazionalità italiana a Fiume e dintorni nel periodo che va dall’inizio della seconda guerra mondiale al trattato di pace di Parigi (1939-1947)» ha ottenuto l’alto patronato del Presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro. L’attività di ricerca e gli oneri editoriali relativi al presente volume sono stati sostenuti, da parte italiana, grazie all’alto patrocinio e al determinante contributo della Direzione generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e grazie al sostegno del Ministero degli affari esteri e dell’Università popolare di Trieste che ha attivamente collaborato per la realizzazione del progetto. Nell’ambito della Repubblica di Croazia, avendo espresso parere favorevole all’iniziativa l’allora presidente Franjo Tudjman tramite Nevio Setić assistente del consigliere per la politica interna, il progetto è stato seguito da un gruppo di lavoro dell’Istituto croato per la storia diretto da Mirko Valentić, con sede a Zagabria. Il gruppo di lavoro è stato coordinato da Mihael Sobolevski, quale unico e diretto referente, con la collaborazione di Marino Manin. Il gruppo della Società di studi fiumani di Roma, composto da Neri Drenig, Ljubinka Karpowicz, Sole de Felice, Fulvio Scalcione, Emiliano Loria, è stato guidato da Amleto Ballarini che, oltre a svolgere attività di ricerca, ha elaborato il testo e i dati per la parte italiana, affiancato soprattutto da Marino Micich che ha revisionato il testo e le traduzioni, svolto attività di ricerca e di interprete con la controparte croata, ha seguito la revisione e classificazione dei dati raccolti. Ha collaborato alla ricerca, grazie all’adesione della Comunità degli italiani di Fiume, dell’Unione degli Italiani e del Centro ricerche storiche di Rovigno, un gruppo di studiosi della minoranza italiana composto da: Luciano Giuricin, Laura Marchig, Aleksandar Kovačević, Pino Bulva. Riteniamo sia doveroso rivolgere un ringraziamento a Mario Stalzer che, sia a titolo personale, sia quale segretario generale del Libero Comune di Fiume in esilio, ha attivamente collaborato alla fase preparatoria del progetto, ad Arduino Agnelli che con la sua partecipazione diretta ha agevolato la fase iniziale delle nostre ricerche a Belgrado, a Luigi Emilio Longo che ha favorito e perfezionato i rapporti della Società di studi fiumani con gli archivi militari della Repubblica Italiana e a Gaetano La Perna che ci ha fornito notizie tratte dal suo archivio privato. Un ulteriore sostegno finanziario all’iniziativa è stato dato da: Associazione per la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio, Associazione Libero Comune di Fiume in esilio, Aldo Innocente, Fondazione «Giovanni Agnelli» FIAT Torino, Giuseppe Tatarella per il gruppo alla Camera dei deputati di Alleanza Nazionale, Giulio Maceratini per il gruppo al Senato di Alleanza Nazionale, Sauro Gottardi, Edoardo Uratoriu, Harri Berani, Silvana Fabietti, Celio Vallone, Amleto Venneri, Ileana Sviben, Francesco Solimini. Ringraziamo infine, con il defunto senatore a vita Leo Valiani, quanti hanno seguito e sostenuto l’attività di ricerca collaborando attivamente con noi o agevolandoci nell’ambito delle proprie specifiche competenze: Vincenzo Avallone Ministero dell’interno, Sonja Brozović-Cuculić - sindaco di Castua (Croazia), 8 Premessa - Predgovor Biagio Di Grazia - addetto militare dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado (Jugoslavia), Pier Attinio Forlano - Ministero degli affari esteri italiano, Velimir Ivetić - Archivio militare di Belgrado, Franjo Jurčević - parroco di Castua (Croazia), Ines Krota - Archivio dello Stato di Fiume (Croazia), Slavko Linić sindaco di Fiume (Croazia), Antonio Dentoni Litta - Ministero per i beni e le attività culturali, Ugo Lotti - Ufficio storico della Polizia di Stato del Ministero dell’interno - Roma, Bernardino Mancini - addetto dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado (Jugoslavia), Ezio Mestrovich - direttore del quotidiano «La Voce del Popolo» di Fiume (Croazia), Maurizio Moreno - Ministero degli affari esteri italiano, Mario Musella - console generale d’Italia a Fiume (Croazia), Angela Padellaro - Ministero per i beni e le attività culturali, Roberto Pietrosanto - Ministero degli affari esteri italiano, Jovan Popović - Archivio centrale dello Stato - Belgrado, Giulio Quintavalli - Ufficio storico della Polizia di Stato del Ministero dell’interno - Roma, Alessandro Rossit - Università popolare - Trieste, Rolando Santarelli - Ufficio storico della Guardia di Finanza - Roma, Antonio Santini - Onorcaduti - Ministero della difesa - Roma, Riccardo Sessa - ambasciatore d’Italia a Belgrado, Mauro Tosti-Croce - Ministero per i beni e le attività culturali, Maurizio Tremul - Unione degli Italiani - Fiume (Croazia), Slavko Vukčević - Archivio militare di Belgrado, Annalisa Zanuttini - Archivio centrale dello Stato di Roma, Valerio Zappia presidente della Comunità degli italiani di Fiume (Croazia). Siamo grati a chi ha fornito notizie utili alla ricerca e ci scusiamo con i parenti, qui di seguito elencati, delle vittime di cui non è stato possibile, nella quasi totalità dei casi, accertare il luogo di sepoltura e le modalità del decesso non essendo stati reperiti documenti e testimonianze utili a tal fine: Alfredo Polonio Balbi (detto Fedi) per il fratello Michele Polonio Balbi, Santulin Bartola (Roma) per il marito Vincenzo Gigante, Annamaria Buricchi (Brescia) per il padre Gino Buricchi, Eva e Laura Butti per il padre Vito Butti, Fabio Colussi (Roma) per il padre Carlo Colussi e per la madre Nerina Copetti, Veniero Gigante (Genova) per il nonno Riccardo Gigante, la cui sepoltura, unitamente a quella d’altri sconosciuti, è stata individuata a Castua (allo stato attuale, sulla base delle indicazioni fornite nel corso della presente ricerca, è in fase esecutiva un progetto di recupero delle salme sottoscritto fra gli organi competenti della Repubblica Italiana e della Repubblica Croata), Claudio Ghersi (Genova) per il padre Michelangelo e la sorella Annamaria, Giovanni Grabar (Cermenate-Como) per il concittadino Vittorio Rupnich, Massimo Gustincich (Roma) per il concittadino Maurizio Rosenfeld, Adolfina Hodl (Palermo) per la sorella Enrichetta Hodl, Angelo Jacovella (Avellino) per colleghi della Questura di Fiume, Livia Karadžija (Fiume, Croazia) per parenti e amici della Comunità israelitica fiumana, Giuseppe Sincich (La Spezia) per il padre Giuseppe Sincich, Edoardo Vollman (Padova) per il padre Adalberto, Rosemarie Wildi (Svizzera) per parenti e amici della Comunità israelitica fiumana. La Società di studi fiumani si è avvalsa per la realizzazione del progetto di un apposito comitato scientifico composto da: Arduino Agnelli (Università degli studi di Trieste), Carlo Ghisalberti (Università degli studi “La Sapienza” di Roma), Premessa - Predgovor 9 Luciano Giuricin (Centro ricerche storiche di Rovigno), Giuseppe Parlato (Libera Università degli Studi “San Pio V” di Roma), Marino Manin (Istituto croato di storia di Zagabria), Danilo Massagrande (vice direttore raccolte storiche del Comune di Milano), Mihael Sobolevski (Istituto croato di storia - Zagabria), Giovanni Stelli (Università degli studi della Basilicata). Ogni membro del Comitato ha sottoscritto il seguente verbale conclusivo: «Avendo preso visione del piano editoriale dell’opera bilingue illustrante il progetto di ricerca sulle vittime di nazionalità italiana nella provincia di Fiume (1939-1947), esaminati i testi a commento e a chiarimento delle condizioni storiche e ambientali relative all’epoca e al territorio preso in esame, valutati i supporti documentali a corredo, la quantità e la qualità delle fonti archivistiche e bibliografiche consultate, l’analisi statistica dei dati raccolti e il sistema adottato per il loro utilizzo esente da ogni giudizio di parte e da qualsivoglia implicazione politica, giudico il risultato ottenuto altamente degno di stampa e meritevole di diffusione presso gli istituti culturali dei due Paesi direttamente interessati: la Repubblica d’Italia e la Repubblica di Croazia». AVVERTENZA: La Società di studi fiumani non considera definitivo il presente lavoro che, per carenza di ulteriori fondi, non è stato possibile portare a compimento come era nelle intenzioni e negli scopi del progetto iniziale. Ci auguriamo che altri, alla luce di nuovi archivi disponibili, abbiano mezzi sufficienti per completarlo. Per le inesattezze, per gli errori e per le omissioni riscontrabili saremo grati a quanti avranno la cortesia di far pervenire le opportune correzioni che saranno pubblicate in una successiva «errata corrige» ad integrazione dell’opera. PREDGOVOR Istraživački projekt “Ljudski gubici talijanske nacionalnosti u Rijeci i okolici u razdoblju od početka Drugog svjetskog rata do Pariškog mirovnog ugovora (1939.-1947.)” dobio je visoko pokroviteljstvo predsjednika Republike Italije Oscara Luigija Scalfara. Na talijanskoj strani ovaj svezak ugledao je svjetlo dana zahvaljujući i odlučnom doprinosu Ministarstva za kulturna dobra i zahvaljujući potpori Ministarstva vanjskih poslova i Narodnog sveučilišta u Trstu koje je aktivno surađivalo na realizaciji projekta. U Republici Hrvatskoj, u pogledu te inicijative pozitivno mišljenje izrazio je predsjednik Franjo Tuđman, po savjetu Nevija Šetića pomoćnika savjetnika Predsjednika za unutarnju politiku. Na projekt je radila radna grupa Hrvatskog instituta za povijest pod ravnanjem Mirka Valentića, sa sjedištem u Zagrebu. Radnom grupom koordinirao je Mihael Sobolevski, kao jedini neposredni suradnik, uz suradnju Marina Manina. Grupa Društva za riječke studije iz Rima, u sastavu Nerija Dreniga, Ljubinke Karpowicz, Solea de Felicea, Fulvija Scalcionea, Emilijana Lorije, vodio je Amleto Ballarini, on je uz istraživačku djelatnost sastavio tekst i podatke za talijansku stranu, uz njegovu pomoć je Marino Micich koordinirao prevođenje, revidirao tekst na hrvatskom, obavljao djelatnost tumača s hrvatskom stranom te proveo popisivanje dokumentarnog materijala. U istraživanju je surađivala, zahvaljujući privoli Zajednice Talijana iz Rijeke, Unije Talijana i Centra za povijesna istraživanja iz Rovinja, grupa istraživača talijanske manjine u sastavu: Luciano Giuricina, Laura Marchig, Aleksandar Kovačevića i Pino Bulve. Smatramo svojom dužnošću zahvaliti se Mariju Stalzeru koji je kao glavni tajnik Slobodne općine Rijeka u egzilu, aktivno sudjelovao u pripremnoj fazi projekta, Arduinu Agnelliju koji je sa svojim neposrednim sudjelovanjem olakšao početnu fazu naših istraživanja u Beogradu, Luigiju Emiliju Longu koji je olakšao i produbio odnose Društva za riječke studije s vojnim arhivima Republike Italije, i Gaetanu La Perni koji nam je dao podatke iz svog privatnog arhiva. Dodatnu financijsku podršku inicijativi pružili su: Udruga za riječku, istarsku i dalmatinsku kulturu u Laziju, Udruga slobodna općina Rijeka u egzilu, Aldo Innocente iz Trsta, zaklada “Giovanni Agnelli” FIAT Torino, Giuseppe Tatarella za grupu Alleanze nazionale u Narodnoj skupštini, Giulio Maceratini za grupu Aleanze nazionale u Senatu, Sauro Gottardi, Edoardo Uratoriu, Harri Berani, Silvana Faietti, Celio Vallone, Amleto Venneri, Ileana Sviben, Francesco Solimini. Zahvaljujemo se na kraju, uz pokojnog doživotnog senatora Lea Valianija, svima onima koji su pratili i podržali istraživačku djelatnost aktivno surađujući s nama ili pomažući u okviru svojih specifičnih kompetencija: Vincenzo Avallone - Ministarstvo unutarnjih poslova - Rim, Mauro Tosti Croce - Ministarstvo za kulturna dobra i aktivnosti, Sonja Brozović-Cucolić - gradonačelnica Kastva (Hrvatska), Biagio Di Grazia - vojni ataše u veleposlanstvu Italije u Beogradu (Jugoslavija), Pier Attinio Forlano - talijansko Ministarsto vanjskih poslova, Premessa - Predgovor 11 Velimir Ivetić - Vojni arhiv u Beogradu, Franjo Jurčević - župnik iz Kastva (Hrvatska), Ines Krota - Državni arhiv u Rijeci (Hrvatska), Slavko Linić gradonačelnik Rijeke, Antonio Dentoni Litta - Ministarstvo za kulturna dobra i aktivnosti, Ugo Lotti - Povijesni ured Javne sigurnosti Ministarstva unutarnjih poslova - Rim, Bernardo Mancini - ataše u veleposlanstvu Italije u Beogradu Jugoslavija, Ezio Mestrovich - ravnatelj riječkog dnevnika “La Voce del popolo”, Maurizio Moreno - talijansko Ministarstvo vanjskih poslova, Jovan Popović Jugoslavenski državni arhiv - Beograd, Giulio Quintavalli - Povijesni ured Javne sigurnosti Ministarstva unutarnjih poslova - Rim, Alessandro Rossit - Narodno sveučilište - Trst, Rolando Santarelli - Povijesni ured Financijske policije - Rim, Antonio Santini - Časno poginuli - Ministarstvo obrane - Rim, Riccardo Sessa veleposlanik Italije u Beogradu, Mauro Tosti Croce, Maurizio Tremul - Talijanska Unija - Rijeka, Slavko Vukčević - Vojni arhiv u Beogradu, Annalisa Zanuttini Središnji državni arhiv, Valerio Zappia - predsjednik Zajednice Talijana Rijeke. Zahvalni smo onima koji su dali obavijesti korisne za istraživanje, ispričavamo se dolje nabrojenoj rodbini onih žrtava za koje nije bilo moguće utvrditi mjesto pokopa i način smrti budući da nisu pronađeni dokumenti i svjedočanstva korisna u tu svrhu: Alfredu Poloniju Balbiju (zvanom Fredi) za brata Michelea Polonija Balbija, Bartoli Santulin (Rim) za supruga Vincenza Gigantea, Annamariji Buricchi (Brescia) za oca Gina Buricchija, Evi i Lauri Butti za oca Vita Buttija, Fabiju Colussiju (Rim) za oca Carla Colussija i za majku Nerinu Copetti, Venieru Giganteu (Genova) za djeda Riccarda Gigantea, čiji je grob, zajedno s grobovima drugih nepoznatih, utvrđen u Kastvu; prema sadašnjem stanju, na osnovu obavijesti dobivenih tijekom ovog istraživanja, u izvršnoj je fazi projekt iskapanja trupla potpisan između nadležnih tijela Republike Italije i Republike Hrvatske; Claudiju Ghersiju (Genova) za oca Michelangela i sestru Annamariju, Giovanniju Grabaru (Cermenate - Como) za sugrađana Vittorija Rupnicha, Massimu Gustincichu (Rim) za sugrađana Maurizija Rosenfelda, Adolfini Hodl (Palermo) za sestru Enrichettu Hodl, Angelu Jacovelli (Avellino) za kolege iz riječke policijske uprave, Liviji Karadžija (Rijeka) za rodbinu i prijatelje iz riječke židovske zajednice, Giuseppeu Sincichu (La Spezia) za oca Giuseppea Sincicha, Edoardu Vollmanu (Padova) za oca Adalberta, Rosemarie Wildi (Švicarska) za rodbinu i prijatelje iz riječke židovske zajednice. Društvo za riječke studije za realizaciju projekta oformilo je posebni znanstveni vijeće sastavljeno od: Arduina Agnellija (Sveučilište u Trstu), Carla Ghisalbertija (Sveučilište “La Sapienza” iz Rima), Luciana Giuricina (Centar za povijesna istraživanja iz Rovinja), Giuseppea Parlata (Slobodno sveučilište “Sveti Pijo V.” iz Rima), Marinu Maninu (Hrvatski institut za povijest iz Zagreba), Danila Massagrandea (zamjenik ravnatelja Povijesnih zbirki općine Milano), Mihaela Sobolevskog (Hrvatski institut za povijest), Giovannija Stellija (Sveučilište Basilicate). Svaki član Vijeća potpisao je slijedeći konzultativni zapisnik: “Stekavši uvid u izdavački plan dvojezičnog djela koji prikazuje 12 Premessa - Predgovor istraživački projekt o žrtvama talijanske nacionalnosti u Riječkoj provinciji (1939.-1947.), pregledavši tekstove koji komentiraju i objašnjavaju povijesne i prostorne okolnosti vezane za vrijeme i teritorij koji su razmatrani, procjenivši priložene dokumentarne potkrepe, kvalitetu i količinu konzultiranih arhivskih i bibliografskih izvora, statističku analizu prikupljenih podataka i sustav primijenjen za njihovu uporabu koji isključuje svaku pristranost i bilo kakvu političku implikaciju, procjenjujem da je postignuti rezultat svakako dostojan tiskanja i da zaslužuje difuziju po kulturnim ustanovama dviju neposredno zainteresiranih zemalja: Republike Italije i Republike Hrvatske”. UPOZORENJE: Società di Studi Fiumani ne smatra završenim sadašnji posao koji se, zbog pomanjkanja fondova, nije mogao dovesti do zaključivanja kako je bilo u našim namjerama i ciljevima početnog projekta. Nadamo se da će drugi, na svijetlu novih raspoloživih arhivija, imati dovoljnih sredstava za kompletiranje. Za netočnosti, greške i propuste na koje bi se moglo naići biti ćemo zahvalni na ljubaznosti da nam se dostave oportune ispravke koje će biti publicirane u sljedećoj «errata corrige» za nadopunjavanje djela. TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI E DELLE SIGLE PREGLED UPOTREBLJENIH KRATICA AAGGRR ACS ACSM AM AMSF AOMD APMI AR AVNOJ AVVS b./k. CCGF CCLN CICR CLN CLNAI CMBA COMINTERN CPC o GNOO CRI CVL DAB Affari generali e riservati - Opći tajni poslovi Archivio centrale dello Stato (Roma) - Talijanski Središnji đržavni arhiv (Rim) Archivio della Corte suprema militare (Belgrado) - Arhiv Vrhovnog vojnog suda (Beograd) Aeronautica militare italiana - Vojno zrakoplovstvo Archivio museo storico di Fiume (Roma) - Arhiv i povijesni muzej Rijeke (Rim) Albo d’Oro Ministero della difesa (Roma) - Knjiga poginulih Ministarstva obrane (Rim) Archivio del Personale presso il Ministero dell’interno (Roma) Arhiv osoblja Ministarstva unutarnjih poslova (Rim) Affari riservati - Povjerljivi poslovi Consiglio antifascista per la liberazione della Jugoslavia Antifašističko vijeće narodnog oslobođenja Jugoslavije Archivio della Corte suprema militare (Belgrado) - Arhiv vrhovnog vojnog suda (Beograd) busta - kutija Denunce a carico di criminali di guerra pervenute alla Commissione crimini di guerra di Fiume e pratiche inoltrate al Tribunale militare - Prijave protiv ratnih zločinaca podnesene Komisiji za utvrđivanje ratnih zločina Rijeke i predmeti proslijeđeni Vojnom sudu Comitato centrale di liberazione nazionale - Talijanski Centralni odbor nacionalnog oslobođenja Comitato internazionale della Croce Rossa - Međunarodni komitet Crvenog križa Comitato liberazione nazionale - Talijanski Odbor nacionalnog oslobođenja Comitato di liberazione nazionale Alta Italia - Nacionalni odbor oslobođenja sjeverne Italije Commissione mista beni abbandonati - Mješovita komisija za napuštena dobra Internazionale comunista - Komunistička internacionala Comitato popolare cittadino - Gradski narodno-oslobodilački odbor Croce Rossa Italiana - Talijanski crveni križ Corpo volontari della libertà - Korpus dobrovljci slobode Archivio dello Stato (Belgrado) - Državni arhiv (Beograd) 14 DAR DGAP DGPS EI ERS ESCATA FFAA GAF GIL GNR GUF IRSMLFV KNS KPH KPJ MDT MM MPL MVSN NATO NDH NOB NOO NOV NOVJ ONOO ONSR OVRA Tavola delle abbreviazioni e delle sigle - Pregled upotrebljenih kratica Archivio della città di Fiume - Državni Arhiv u Rijeci Direzione generale affari del personale - Glavno ravnateljstvo za poslove osoblja Direzione generale di pubblica sicurezza - Glavno ravnateljstvo javne sigurnosti Esercito italiano - Talijanska vojska Elenco condanne del 1948 riportato da Roberto Spazzali in «Epurazione di frontiera» - Popis presuda iz 1948. kojeg donosi «Epurazione di frontiera (Pogranično čišćenje)» Roberta Spazzalija Ente per gli scambi commerciali e approvvigionamenti territori annessi del fiumano - Ustanova za trgovačku razmjenu opskrbu hranom za riječka anektirana područja Forze armate italiane - Talijanske oružane snage Guardia alla frontiera - Granična straža Gioventù italiana del littorio - Talijanska fašistička mladež Guardia nazionale repubblicana - Republikanska nacionalna garda Gruppo universitario fascista - Fašistička sveučilišna skupina Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia (Trieste) - Pokrajinski institut za povijest oslobodilačkog pokreta u Furlaniji i Julijskoj krajini (Trst) Tribunale popolare distrettuale - Kotarski narodni sud Partito comunista croato - Komunistička partija Hrvatske Partito comunista jugoslavo - Komunistička partija Jugoslavije Milizia difesa territoriale - Milicija za teritorijalnu obranu Marina militare italiana - Talijanska ratna mornarica Movimento popolare di liberazione - Narodno-oslobodilački pokret Milizia volontaria di sicurezza nazionale - Dobrovoljačka milicija nacionalne sigurnosti North Atlantic Treaty Organization - Organizzazione del Patto del Nord Atlantico - Organizacija Sjevernoatlantskog ugovora Stato indipendente della Croazia - Nezavisna Država Hrvatska Lotta popolare di liberazione - Narodno-oslobodilačka borba Comitato di liberazione popolare - Narodno-oslobodilački odbor Esercito popolare di liberazione - Narodno-oslobodilačka vojska Esercito popolare di liberazione jugoslavo - Narodnooslobodilačka vojska Jugoslavije Comitato circondariale di liberazione popolare - Oblasni narodnooslobodilački odbor Tribunale popolare circondariale di Fiume - Okružni narodni sud u Rijeci Opera vigilanza repressione antifascista – Služba zaštite za suzbijanje antifašizma Tavola delle abbreviazioni e delle sigle - Pregled upotrebljenih kratica OZNA PCI PCM PFR PNF POJ PPF PS RSI SIM SKOJ SMRE SNOS SS TPCF TPD UAIS UDBA UNRRA UOMD URSS USAC USGF USMI VAB ZAVNOH 15 Sezione per la sicurezza del popolo - Odjeljenje za zaštitu naroda Partito comunista italiano - Komunistička partija Italije Presidenza del Consiglio dei ministri - Predsjedništvo Viječa ministara Partito fascista repubblicano - Republikanska fašistička partija Partito nazionale fascista - Fašistička nacionalna partija Movimento di liberazione jugoslavo - Pokret oslobođenje Jugoslavije Pretura popolare di Fiume - Kotarski narodni sud u Rijeci Pubblica sicurezza - Javna sigurnost Repubblica sociale italiana - Talijanska Socijalna Republika Servizio informazioni militari - Vojna obavještajna služba Organizzazione giovanile comunista jugoslava - Savez komunističke omladine Jugoslavije Stato maggiore regio esercito - Vrhovni stožer Kraljevske vojske Consiglio sloveno di liberazione popolare - Slovenski narodnoosvobodilni svet Schutzstaffel - Squadre di protezione - Zaštitni ešalon Tribunale popolare circondariale di Fiume - Okružni narodni sud, Rijeka Tribunale popolare distrettuale - Kotarski narodni sud Unione antifascista italo slava - Talijansko-slavenska antifašistička unija Servizio di sicurezza dello Stato - Uprava državne bezbjednosti United Nations Relief and Rehabilitation Administration Amministrazione delle Nazioni Unite per l’assistenza e la ricostruzione - Uprava Ujedinjenih Naroda za pomoć i obnovu Ufficio onorcaduti Ministero della difesa (Roma) - Ured za poginule Ministarstva obrane (Rim) Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche - Savez Sovjetskih Socijalističkih Republika Ufficio Storico dell’arma dei carabinieri (Roma) - Povijesni ured karabinjerskog roda vojske (Rim) Ufficio Storico della guardia di finanza (Roma) - Povijesni ured financijske policije (Rim) Archivio Storico del Ministero dell’interno (Roma) - Povijesni ured ministarstva unutarnjih poslova (Rim) Archivio Storico militare (Belgrado) - Vojnoistorijski arhiv (Beograd) Consiglio popolare territoriale della Croazia - Zemaljsko antifašističko viječe narodnog oslobođenja Hrvatske IL PROGETTO, LE FONTI E IL TERRITORIO Gli antefatti di un accordo senza precedenti Ancor prima che il muro di Berlino, nel 1989, cadesse, segnando così il rapido crollo dei sistemi di governo d’ispirazione comunista in Europa, si poterono registrare già nella primavera dell’anno precedente gli effetti sorprendenti di quella «glasnost» (trasparenza) che Mikhail Gorbaciov aveva promosso con successo nell’Unione Sovietica. Tuttavia gran parte della stampa italiana passò allora sotto silenzio il fatto che tale fenomeno, volto a dare trasparenza, per esempio, anche alla storia taciuta sui fatti intercorsi nei territori adriatici ceduti dall’Italia alla Jugoslavia dopo il II conflitto mondiale, era riscontrabile nella stessa Repubblica Federativa e Socialista Jugoslava che pur stava vivendo, dopo la morte di Tito, una crisi sociale, economica e politica di enormi proporzioni e comunque fatale, come si vedrà poi, agli inizi degli anni Novanta, per la sua stessa sopravvivenza. Un autorevole settimanale di Belgrado, il «Nedeljne informativne novine», dava notizia d’una petizione firmata da mille italiani di Capodistria e di Fiume con la quale si chiedeva che fossero poste in discussione «molte questioni controverse, compresi temi della storia contemporanea fino ad ora considerati tabù (…) è stato chiesto, per esempio, che si parli apertamente dell’espulsione degli italiani dal nostro paese (si sarebbe trattato di un numero fra le 200 e le 300 mila persone dopo la seconda guerra mondiale), delle foibe (in cui i partigiani gettarono per vendetta gli italiani dell’Istria) e altri temi tabù». La rivista così commentava la notizia: «Fare luce su queste questioni è, ci sembra, necessario, anche a causa della sempre maggiore politicizzazione del problema delle minoranze, non solo in Jugoslavia ma anche in Italia»1. «Solo da uno storico e politico come Vladimir Dedijer» – ricordava allora Fulvio Fumis – «è venuta, quattro anni fa, nel suo terzo volume su Nuovi appunti per la biografia di Josip Broz Tito, una citazione coraggiosa sullo sterminio nelle foibe e quindi un’onesta visione della storia che non può ammettere cesure di comodo. Se l’Italia della rinascita e della resistenza non ne ha fatte verso le colpe di una guerra straziante, molti italiani purtroppo le hanno favorite, invece, con il silenzio, la menzogna e la distorsione, quando si è trattato di rispondere con giustizia alla denunzia del nostro dramma»2. Gli eventi bellici intercorsi tra il 1991 e il 1992, destinati a dar vita alle repubbliche indipendenti di Croazia e di Slovenia, distolsero provvisoriamente l’attenzione di tutto il mondo dai problemi della storia rimasti insoluti per seguire con comprensibile trepidazione quanto stava avvenendo nel presente dove lo scontro Appello a Belgrado, sia fatta piena luce sulle foibe e sull’esodo, in «Il Piccolo», 22/3/1988, (degli altri giornali italiani di maggior tiratura, solo «Il Messaggero» di Roma, alla stessa data, dedicò nella sua rubrica Telex sei righe di spazio a questa notizia). 2 F. FUMIS, Verità e troppi silenzi, un dramma ignorato dagli italiani, in «Il Piccolo», 22/3/1988. 1 18 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij tra etnie contrapposte stava riproponendo, dopo oltre quarant’anni, nel cuore dei Balcani, nuovi esodi e nuovi massacri3. Ma fu sufficiente quella confortante notizia per indurre le associazioni degli esuli fiumani a riaprire il dialogo con la città d’origine. Ne fu esclusiva interprete la Società di studi fiumani di Roma che ebbe a tale scopo (non avendo altre finalità oltre a quelle culturali perseguite con rigorosa apoliticità), ampia delega e concreto patrocinio, dalla associazione denominata Libero Comune di Fiume in Esilio cui fanno riferimento ben oltre diecimila soci residenti in Italia e all’estero. In data 4 novembre 1993 la Società di studi fiumani rivolgeva un appello ai presidenti delle due Repubbliche, italiana e croata, Oscar Luigi Scalfaro e Franjo Tuđman, volto a poter ricordare degnamente, dopo averne quantificato il numero e accertata l’identità alla luce dei documenti d’archivio disponibili nei due Stati, «molti cittadini di Fiume e della Provincia» che a seguito del secondo conflitto mondiale (1940-45) «scomparvero nel nulla e non ebbero mai cristiana sepoltura»4. La stampa della minoranza italiana a Fiume non mancò di dare ampio risalto all’iniziativa5. Quella italiana, tranne «Il Piccolo» di Trieste6, non se ne accorse nemmeno. In data 2/5/1994 Nevio Šetić, assistente del consigliere del presidente della Repubblica di Croazia per la politica interna, così ci scriveva: «Siamo convinti che oggi la verificazione degli elenchi di persone scomparse bisogna lasciarla alla ricerca storica cosicché sarebbe molto utile una cooperazione fra la vostra società e gli istituti della Repubblica di Croazia con lo scopo di approfondire queste conoscenze. La preghiamo di collegarsi, per i futuri contatti riguardanti la realizzazione del piano di cui sopra, direttamente con le autorità della città di Fiume»7. Con successiva lettera del 15/11/1994 Šetić, su specifica richiesta d’istruzioni, indicava l’Istituto croato di storia di Zagabria, diretto da Mirko Valentić, 3 M. BASSIOUNI CHERIF, Indagine sui crimini di guerra nell’ex Jugoslavia - L’operato della Commissione degli esperti del Consiglio di sicurezza e il suo rapporto finale, Milano, Giuffrè, 1997, rapporto finale della Commissione di esperti istituita in base alla mozione 780 (1992) del Consiglio di Sicurezza, parte seconda, pp. 248-250, Analisi riassuntiva: «…510. Basandosi sulle informazioni disponibili, ci sono quattro tipi generali di fosse comuni nel territorio dell’exJugoslavia. Il primo tipo è una fossa in cui i corpi erano quelli di vittime di un eccidio di massa, ma il metodo e i modi di sepoltura erano corretti. Il secondo tipo è una fossa in cui i corpi erano quelli di vittime civili o quelli di soldati caduti in combattimento, e perciò uccisioni non illegali, ma il metodo e i modi di sepoltura non erano corretti. Il terzo tipo include delle fosse comuni dove i corpi erano quelli di vittime di un eccidio di massa e il metodo e i modi della sepoltura non erano corretti. Infine il quarto tipo include delle fosse comuni dove né le circostanze che circondano le morti delle vittime né i modi e il metodo della sepoltura erano corretti… 514. L’etnia degli aggressori responsabili delle uccisioni delle persone sepolte nelle fosse comuni è come segue: a) le persone sepolte in 81 delle fosse comuni messe a rapporto, secondo le testimonianze, sono state uccise dai serbi; b) le persone sepolte in 16 delle fosse comuni, secondo le testimonianze, sono state uccise dai croati; c) le persone sepolte in 5 delle fosse comuni, secondo le testimonianze, sono state uccise dai mussulmani; d) 87 dei rapporti non identificavano un aggressore…». 4 ARCHIVIO MUSEO STORICO DI FIUME (d’ora in poi AMSF), Roma, Segreteria della Presidenza Corrispondenza 1993. 5 Scomparsi, un segno per ricordarli, in «La Voce del Popolo», 7/4/1994. 6 La Croazia apre gli archivi, in «Il Piccolo», 6/3/1997; Vogliamo la verità, ibid., 7/3/1997. 7 AMSF, Segreteria della presidenza - Corrispondenza 1994. Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 19 come il più idoneo a collaborare al fine di verificare gli «elenchi di persone cadute e scomparse durante la seconda guerra mondiale (1941-1945), appartenenti alla minoranza [sic] italiana di Fiume e dintorni»8. In data 28/11/1996, prot. 01-48 il progetto definitivo di ricerca fu sottoscritto da Mirko Valentić, per l’Istituto croato di storia, da Amleto Ballarini, presidente della Società di studi fiumani e dal senatore a vita Leo Valiani, presidente onorario della stessa. Per la prima volta dalla fine del II conflitto mondiale, italiani e croati s’accingevano a dare, almeno per il territorio di Fiume e dintorni, qualche attendibile risposta ai pesanti e dolorosi interrogativi rimasti in sospeso e, per la prima volta, una pubblica istituzione croata accettava d’avere come interlocutrice un’associazione rappresentativa dell’esodo; un evento, questo dell’esodo, che nella Repubblica Jugoslava e in quella italiana era passato, con gli scomparsi nel nulla, in quel territorio, dal 1945 in poi, sotto silenzio nei libri scolastici di storia, nei grandi organi d’informazione e di formazione della pubblica opinione. Il testo dell’accordo Progetto di ricerca: «Le perdite umane di nazionalità italiana a Fiume e dintorni nel periodo che va dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale al trattato di pace di Parigi (1939-1947)». (Ai singoli punti dell’accordo segue un breve commento in corsivo). I. Il suddetto progetto in comune nasce dal fatto che sino ad oggi in ambito storiografico non si è mai appurato il tragico bilancio in vite umane di nazionalità italiana relativo al periodo che va dall’inizio della seconda guerra mondiale alla sua fine e oltre, cioè nel periodo che precede il trattato di Parigi (1939-1947). Questa ricerca vuol fare riferimento a Fiume e ai suoi dintorni (il territorio dell’ex provincia italiana del Carnaro). Su questa problematica le ricerche finora svolte si sono rivelate insufficienti, perciò nasce la necessità di promuoverne una nuova. Lo scopo fondamentale di questo progetto è la determinazione di tutte le perdite umane di nazionalità italiana sul citato territorio, senza riferimento alle parti che le hanno causate. Il problema è di identificare le perdite umane di nazionalità italiana, quindi per ogni persona si cercheranno i dati seguenti: Nome e cognome, nome del padre e della madre, la data e luogo della nascita, dimora abituale, stato civile, religione o confessione di appartenenza, nazionalità, origine sociale, professione, appartenenza politica, appartenenza a quale formazione armata, periodo di prigionia, eventuale permanenza in prigione o campo di internamento, data e luogo della morte e gli autori della privazione della vita. Per ogni persona che perse la vita si istruirà una pratica o dossier a parte, in pratica si tratta di un 8 Ibidem. Il «sic» nel testo, dopo il termine minoranza, si è reso necessario al fine di ricordare che i dati in nostro possesso relativi alla popolazione di Fiume e dintorni negli anni cui la lettera riportata fa diretto riferimento, non ci consentono di considerare gli italiani come «minoranza» anzi, ci conforterebbero semmai a sostenere il contrario. 20 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij foglio di inchiesta. Nel dossier verrà raccolto tutto il materiale d’archivio o altre fonti utili riguardanti la persona in oggetto. Con tale premessa, la più alta istituzione pubblica di ricerca storica della Repubblica Croata ammetteva esplicitamente ciò che nella ex-Jugoslavia comunista era stato sempre negato e nella Repubblica democratica italiana, sorta dalla Resistenza antifascista, era stato spesso taciuto: dopo la guerra, nei due anni seguenti alla cessazione ufficiale delle ostilità, il «tragico bilancio» delle vittime di nazionalità italiana, «a Fiume e dintorni», non si era ancora chiuso. Per la prima volta si accettava, nella ex Jugoslavia, di chiarire, ove si fosse reso necessario, «il luogo della morte e gli autori della privazione della vita» anche di quanti risultavano scomparsi nel nulla dopo essere stati arrestati dall’OZNA 9 nell’immediato dopoguerra. II. Affinché venga raggiunto lo scopo riportato nell’art. I è necessario soddisfare i seguenti punti: 1 – È fondamentale ricercare ed esaminare tutto il materiale accessibile conservato negli archivi e in altre istituzioni croate e italiane. Se ci saranno possibilità economiche occorrerebbe ricercare parte di quel materiale anche in altri paesi (Serbia, Austria e Germania) oltre che in Croazia e in Italia. 2 – Ricercare materiale d’archivio inedito che si trova presso privati e raccogliere testimonianze sulle singole persone decedute. 3 – Esaminare la letteratura storica e altra letteratura, riviste, giornali ecc. pertinenti alla materia. Si accettava dunque il principio per cui, quantomeno nei territori delle due parti contraenti, nessun archivio di qualsivoglia natura, ritenuto utile ai fini del progetto, era da considerarsi precluso. III. Trattandosi di un periodo storico piuttosto ampio (1939-1947) che comporta una gran quantità di ricerche, per la realizzazione del progetto occorrono almeno due anni (1997-1998). Oltre alla realizzazione del progetto si prevede la compilazione e la stampa di un’opera monografica bilingue (italiano-croato) che riporti i risultati completi della ricerca. L’ OZNA (Odjeljenje za zaštitu naroda - Sezione per la difesa del popolo) fu durante la guerra un organismo di controllo politico all’interno delle unità dipendenti dall’Esercito di liberazione jugoslavo (svolgendo anche compiti di polizia militare), poi, verso la fine del 1946, con il nome di UDBA (Uprava državne bezbjednosti - Amministrazione statale per la sicurezza) passò al Ministero dell’interno ed ebbe mansioni di polizia segreta. Nell’immediato dopoguerra svolse entrambe le funzioni e divenne tristemente famosa. In realtà, sia prima sia dopo, era il braccio armato del Partito comunista jugoslavo e provvedeva alla sicurezza del regime. 9 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 21 In realtà, con successivi rinvii, concordati di comune accordo, il lavoro si è rivelato più complesso ed arduo di quanto previsto e il termine ultimo per il suo completamento (sia pure non definitivo) è stato fissato alla fine del secondo semestre del 2000. IV. Nell’attesa che questo progetto si concretizzi il più velocemente possibile, le parti firmatarie dell’accordo nomineranno la persona che ne curerà la realizzazione (uno per ciascuna parte). Il compito del responsabile sarà di portare avanti il progetto, preoccuparsi di realizzarlo, coordinare il lavoro e nominare un numero sufficiente di collaboratori. Per la parte italiana, la Società di studi fiumani, ha promosso anche la costituzione di un’apposita commissione al fine di approvare il progetto nella veste proposta, di definirne meglio con la controparte le modalità di esecuzione rendendosene moralmente garante per ogni alto patrocinio che la società intendesse richiedere nell’ambito della Repubblica Italiana. V. Le parti interessate si impegnano a sostenere separatamente dal punto di vista finanziario i propri collaboratori. Le eventuali ricerche in altri paesi dovranno soddisfare le esigenze delle parti che dovranno concordare in comune la fonte di finanziamento oltre che per questo anche per la realizzazione di altre fasi del progetto. VI. La realizzazione del progetto comune avrà inizio quando le parti dell’accordo lo sottoporranno alla firma. SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI Presidente: Dr. Amleto Ballarini Presidente Onorario: Sen. Leo Valiani HRVATSKI INSTITUT ZA POVIJEST Direttore: Dr. Mirko Valentić In data 30/5/1997, presso l’Università Popolare di Trieste, si riuniva, al fine di esaminare il progetto di cui sopra, una commissione consultiva della Società di studi fiumani appositamente costituita, presente il responsabile del gruppo di ricerca croato Mihael Sobolevski e Amleto Ballarini responsabile, quale presidente della Società di studi fiumani, del gruppo di ricerca italiano. La commissione era così composta: Gaetano La Perna, Marino Micich, Luigi Emilio Longo, Neri Drenig, Mario Stalzer (in rappresentanza della Associazione “Libero Comune di Fiume in Esilio”), Danilo Massagrande, Arduino Agnelli (in rappresentanza dell’Università Popolare di Trieste), Giuseppe Parlato, Luciano Giuricin (in 22 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij rappresentanza del Centro ricerche storiche di Rovigno), Laura Marchig e Alexandar Kovačević (questi ultimi in rappresentanza della Comunità degli italiani di Fiume). In tale incontro le due parti interessate furono messe in grado di chiarire quanto segue: – Il territorio cui faceva riferimento il progetto comprendeva anche i centri urbani compresi nei «territori annessi», dopo l’invasione della Jugoslavia nel 1941, «del Fiumano e della Kupa». – Anche qualora fosse stata incerta la nazionalità della vittima, essa sarebbe stata comunque compresa nell’elenco finale e, nel caso di appartenenti alla Comunità ebraica fiumana, sarebbero state comprese nell’elenco conclusivo anche le vittime di nazionalità non italiana. – La ricerca riguardava comunque il periodo storico intercorrente fra il 31/12/1939 e il 31/12/1947. – Sarebbero state prese in esame anche le vittime di nazionalità italiana, originarie di Fiume e dintorni, decedute in altri territori per qualsivoglia causa. – Per ogni nominativo, indipendentemente dalla completezza dei dati anagrafici, sarebbe stata compilata una scheda redatta a cura dell’Istituto croato di storia e con detta scheda si sarebbe costituito un fascicolo nel quale far confluire documenti e dati utili reperiti nella conseguente attività di ricerca. Il fascicolo sarebbe stato chiuso definitivamente o provvisoriamente solo con il parere unanime delle due parti interessate alla ricerca. In caso di dissenso motivato da una delle due parti, esso sarebbe stato reso pubblico nell’opera conclusiva. – I documenti raccolti dai due gruppi di ricerca erano da considerarsi proprietà comune e ogni parte ne avrebbe avuto copia integrale. – Le due parti si sarebbero incontrate periodicamente per informarsi reciprocamente sul lavoro svolto e per conoscere i successivi programmi di attività. In data 13/11/2000 i ricercatori hanno firmato un verbale di chiusura dei lavori, concordando lo schema dell’opera editoriale e prendendo atto dei testi elaborati dalle due parti a commento dei dati raccolti. Detto verbale è stato infine approvato dai responsabili degli Istituti che hanno sottoscritto il progetto di ricerca iniziale Elenco degli istituti ed enti di conservazione – Archivio storico della Croce Rossa Italiana Comitato di Trieste - limitatamente allo schedario disponibile, mancando, non sappiamo se in via provvisoria o definitiva, il materiale relativo agli anni di nostro interesse, 1940-1947, che stando a documenti probatori10 tale Archivio avrebbe pur dovuto contenere. 10 ACS, Croce Rossa Italiana, Servizio Affari Internazionali, b. 38, fasc. «Deportazioni Venezia Giulia», lettera di Gianni Bartoli, consigliere di amministrazione dell’Opera nazionale profughi giuliano dalmati alla Direzione generale della Croce Rossa Italiana, Roma, datata Trieste 29/1/1960: «Con riferimento alle intelligenze verbali intercorse con il Vostro dr. Leonardo Giordano, già Commissario del Comitato provinciale di Trieste, Vi prego di voler autorizzare detto Comitato a favorirmi gli elenchi dei connazionali della Venezia Giulia dispersi in seguito a Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij – – – – – 23 Archivio Storico dell’armata jugoslava - Belgrado Archivio della Corte suprema militare - Belgrado Archivio centrale dello Stato - Belgrado Ufficio storico della Guardia di Finanza - Roma Ufficio storico dell’Arma dei Carabinieri - Roma deportazione. Tali dati mi occorrono per controllare ed integrare il primo elenco dei dispersi da me curato per il Comitato Italiano per lo studio del problema dei rifugiati». In data 1° febbraio con sua prot. 171/60 il presidente della CRI Comitato provinciale di Trieste, Roberto Hausbrandt, scriveva al Comitato centrale della CRI Direzione rapporti internazionali, Roma, in merito alla «richiesta dell’Ing. Gianni Bartoli di Trieste, diretta ad ottenere i dati relativi ai dispersi della Venezia Giulia di cui possediamo una notevole documentazione» quanto segue: «Dato lo scopo che il richiedente si prefigge e in considerazione della delicata posizione in cui si trova la CRI, Vi preghiamo di esaminare l’opportunità di accogliere o meno la richiesta stessa, comunicandoci in merito, il Vostro parere». Con sua del 10/2/1960 il direttore generale della Direzione rapporti internazionali Edoardo Roccetti così rispondeva: «data la delicatezza della questione di cui trattasi, sono stati predisposti i necessari acclaramenti. Si fa pertanto riserva di tornare, appena possibile, in argomento». Lo stesso Roccetti, sempre in data 10/2/1960 scriveva anche al ministro degli Affari esteri, unendo copia della lettera dell’ing. Bartoli, quanto segue: «La richiesta è motivata dalla circostanza che, in effetti, il Comitato di Trieste della Croce Rossa Italiana possiede, relativamente ai dispersi della Venezia Giulia, una notevole documentazione. Si prega codesto On. Ministero di voler, con cortese sollecitudine, far conoscere alla scrivente il proprio autorevole parere sull’opportunità o meno di accogliere la richiesta». Sulla questione null’altro è stato rilevato oltre a un «Promemoria per il Sig. Presidente Generale» su carta intestata della Croce Rossa Italiana, Comitato centrale, datato Roma, 30 marzo 1960, con firma indecifrabile regolarmente protocollato in data 9/4/1960 con il n. 19688: «Come dalle istruzioni a suo tempo impartitemi (e precisamente dopo la visita fattaLe dall’Ambasciatore Cassinis in relazione al da noi richiesto parere del Ministero degli esteri sulla opportunità di mettere a disposizione dell’ex Sindaco di Trieste, ing. Bartoli, gli elenchi degli Italiani deportati in Jugoslavia, elenchi giacenti presso il Comitato CRI di Trieste) mi permetto di richiamare la sua cortese attenzione sulla circostanza che, essendo ormai passata la data del 27 marzo corrente, che ci fu appunto indicata dall’Ambasciatore Cassinis come termine ultimo da lasciar decorrere prima di aderire all’anzidetta richiesta, Ella dovrebbe decidere se e quando si dovrà dar corso alla richiesta dell’ing. Bartoli». Si ha motivo di ritenere che Bartoli nel suo lavoro Le deportazioni nella Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia, edito a Trieste nel 1961, abbia potuto prendere in esame, in tutto o in parte, il materiale richiesto. Purtroppo, nonostante il coinvolgimento di tutti gli istituti interessati (Archivio di Stato di Trieste, Croce Rossa Italiana, Soprintendenza archivistica per il Friuli Venezia Giulia), non si è a tutt’oggi potuta reperire e visionare quella documentazione che allora fu da più parti definita «notevole». Alla mancata disponibilità della documentazione sui deportati della Venezia Giulia sotto l’occupazione jugoslava del 1945, si aggiunge anche, come s’è potuto accertare, la indisponibilità degli elenchi di militari italiani che risultano deceduti nei diversi campi d’internamento in Jugoslavia, degli elenchi di quanti hanno fatto ritorno in Italia, dei fascicoli contenenti la corrispondenza intercorsa per ogni prigioniero che pur è stato regolarmente schedato. Di tanto materiale, che certamente deve essere stato compilato in base alle sommarie annotazioni d’archivio riscontrabili sulle migliaia di schede nominative tuttora conservate presso il Comitato triestino, sembra non sia rimasto nulla di rubricato e di catalogato né a Trieste, né all’Archivio centrale della CRI a Roma, né all’Archivio centrale dello Stato Italiano. A tale materiale si possono aggiungere, al momento di dare alle stampe questo lavoro, anche gli atti fondamentali di gestione della CRI di Trieste per gli anni di nostro interesse, dal 1940 al 1947. 24 – – – – – – – – – – – – – – Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij Ufficio storico del Ministero dell’interno - Roma Ministero dell’interno - Ufficio del personale - Roma Archivio centrale dello Stato - Roma Archivio del Ministero degli affari esteri - Roma Archivio di Stato - Trieste Archivio dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia - Trieste Archivio museo storico di Fiume - Roma Archivio centrale dello Stato - Zagabria Archivio del Cimitero di Cosala - Fiume Archivio dello Stato - Fiume Archivio del Comune di Fiume - Registro atti di morte Biblioteca civica di Trieste Centro ricerche storiche di Rovigno - Rovigno Ufficio onorcaduti e Albo d’Oro del Ministero della difesa - Roma Interpellati ma non consultati: – Centro documentazione ebraica - Milano (abbiamo avuto, per corrispondenza, ogni dato utile alla ricerca). – Archivio Vaticano - Città del Vaticano (resisi non disponibili per la consultazione). – Archivio dell’ordinariato militare - Roma (resosi non disponibile per la consultazione). – Archivio associazione caduti e dispersi RSI - Roma (mancato riscontro alle richieste di consultazione). – Archivio di Stato della Repubblica di Slovenia - Lubiana (mancato riscontro alle richieste di consultazione). – Centro Wiesenthal - Vienna (mancato riscontro alle richieste di consultazione). – Archivio Ministero dell’interno della Repubblica di Croazia (consultato parzialmente dal gruppo di ricerca croato). – Archivio Ministero dell’interno della Repubblica Federale di Jugoslavia (non disponibile per la consultazione causa conflitto in corso). La provincia del Carnaro: territorio e popolazione La città di Fiume nel 1900 costituiva un «Corpus Separatum» soggetto all’Ungheria nell’ambito dell’Impero d’Asburgo. Secondo il censimento ufficiale di quell’anno, la popolazione residente nel centro urbano e nei sobborghi di Plasse, Drenova e Cosala (compresi anch’essi nel «Corpus» di cui sopra) ammontava Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 25 complessivamente a 38.955 anime. Nel censimento del 1910, l’ultimo che si svolse nell’assetto politico sopraindicato, risultò averne 49.806. Dalle successive rilevazioni di diverse istituzioni si hanno i dati seguenti: nel 1918 (censimento del Consiglio nazionale italiano) 46.264 abitanti, nel 1925 (censimento italiano) 45.857, nel 1936 (censimento italiano) 56.249, nel 1940 (Rilevazioni ufficiali della Prefettura italiana di Fiume) 59.332, nel 1945 (Rilevazioni del Comitato popolare cittadino, organo provvisorio di governo amministrativo della città, occupata dall’Armata di liberazione jugoslava) 44.544 al 31 maggio e 47.839 al 30 settembre. Nel territorio della provincia italiana del Carnaro, costituita nel 1924, si ebbe una popolazione complessiva di 99.941 abitanti. Gli italiani erano 40.433; gli slavi 53.722, quasi equamente suddivisi, a nostro avviso, fra sloveni e croati. Nel capoluogo si registrava, invece, una larga maggioranza italiana: 32.415 italiani e 10.353 croati su 45.857 abitanti11. Censimento del 1921 e suddivisioni in base alla lingua d’uso nella Provincia del Carnaro (1924): Comuni tratti dalla provincia di Pola12: Apriano, (aggregato ad Abbazia nel 1931) abitanti 2.892 - 489 italiani, 17 sloveni, 2.166 serbocroati. Castelnuovo d’Istria abitanti 7.259 - 177 italiani, 5.520 sloveni, 1.726 serbocroati. Clana abitanti 1.235 108 italiani, 15 sloveni, 1.098 serbocroati. Elsane abitanti 4.127 - 28 italiani, 3.623 sloveni, 460 serbocroati. Laurana abitanti 3.648 - 1.634 italiani, 29 sloveni, 1.837 serbocroati. Matteria abitanti 5.104 - 23 italiani, 3.733 sloveni, 1.325 serbocroati. Mattuglie abitanti 8.777 - 234 italiani, 66 sloveni, 8.338 serbocroati. Moschiena abitanti 3.060 - 3.013 italiani, 3 sloveni, 13 serbocroati. Volosca-Abbazia, abitanti 5.062 - 2.297 italiani, 343 sloveni, 1.081 serbocroati. Comuni tratti dal distretto di Postumia13 (la mancanza di dati non ci consente la suddivisione degli slavi fra sloveni e croati anche se tale distretto, oggi facente parte della Repubblica di Slovenia, poteva dirsi anche allora abitato prevalentemente da sloveni): Castel Iablanizza, abitanti 3.106 - 0 italiani, 2.306 slavi (non suddivisi fra sloveni e croati per indisponibilità di dati). Fontana del Conte abitanti 3.719 - 5 italiani, 3.710 slavi (idem come sopra). Primano abitanti 1.547 - 6 italiani, 1.524 slavi (idem come sopra). Villa del Nevoso abitanti 4.548 - 4 italiani, 4.451 slavi (idem come sopra). 11 G. PERSELLI, I censimenti della popolazione dell’Istria con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936 - Etnia IV, Trieste-Rovigno, Centro di ricerche storiche di Rovigno, 1993, p. 429. La provincia del Carnaro costituita il 22/2/1924 comprendeva i comuni di Apriano, Castelnuovo d’Istria, Clana, Elsane, Laurana, Matteria, Mattuglie, Moschiena, VoloscaAbbazia provenienti dalla provincia di Pola e quelli di Castel Iablanizza, Fontana del Conte, Primano e Villa del Nevoso provenienti dal distretto di Postumia. All’epoca l’etnia croata e serba veniva equiparata con la dizione serbo-croata. 12 Ibidem. 13 Ibidem. Il Perselli dichiara che non ci sono rilevazioni statistiche disponibili per il distretto di Postumia. Non sappiamo da quale fonte traggono dunque origine i dati riportati per i comuni di tale distretto che noi abbiamo ricavato da: OPERA PER L’ASSISTENZA AI PROFUGHI GIULIANI E DALMATI, L’esodo dalle terre adriatiche - Rilevazioni statistiche, Roma, Julia, 1958. 26 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij Confine Nord-Orientale tra Italia e Jugoslavia dopo la firma dei Trattati di Saint Germaine-en-Laye (1919) e di Rapallo (1920). Sjeverna - Istočna granica između Italje i Jugoslavije poslje potpisivanja ugovora Saint Germaine en Laye (1919) i Rapalla (1920). Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 27 28 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij In base a quanto sopra si può affermare che la provincia italiana del Carnaro, escludendo il capoluogo, era abitata, nel 1925, secondo la lingua d’uso, da: 8.018 italiani, 13.334 sloveni, 18.044 serbocroati e 11.991 definibili genericamente come «slavi» mancando a noi ogni dato relativo alla lingua d’uso che tuttavia riteniamo, considerato il territorio di provenienza, che fosse a larga maggioranza lo sloveno. Nel 1940, secondo la Prefettura di Fiume, c’erano nel capoluogo 41.314 italiani, 11.199 «allogeni»14, 6.933 stranieri e 1.146 individui con cittadinanza dubbia o apolidi. Dopo l’invasione della Jugoslavia, con l’inserimento nella provincia del Carnaro dei «territori annessi del Fiumano e della Kupa» passarono sotto l’amministrazione italiana comuni in cui la lingua d’uso della maggioranza assoluta degli abitanti era quella croata e dove esigue minoranze italiane erano rilevabili solo a Sušak, Veglia ed Arbe. In tutto 24 comuni di cui riportiamo la denominazione croata seguita da quella italiana: Sušak-Sussa, Crnik Čavle - Zaule, Grobnik - Grobnico, PraputgnacSan Giuseppe, Jelenje-Cervi, Krašćica-Villacarsia, Bakar-Buccari, Kastav-Castua, Crni Lug-Bosconero, Čabar-Concanera, Draga-Valle, Osilnica-Vallombrosa del Carnaro, Plešće-Plezze, Gerovo-Gerovo, Prezid-Vallogiulio, Trava-Pratalto, Aleksandrovo-Ponte, Baška-Besca, Dobrinj-Feliciano, Dubašnica-Roveredo, KrkVeglia, Omišalj-Castemuschio, Vrbenik-Verbenico, Rab-Arbe. Complessivamente, oltre 90.000 slavi, in prevalenza croati, che aggiunti agli altri 60.000 circa (definiti anche allogeni) esistenti sia nella vecchia provincia (dati del 1921) e sia nel capoluogo (dati del 1940) farebbero un totale di circa 150.000. Tra il giugno del 1940 (entrata in guerra dell’Italia) e il maggio del 1945 (insediamento del Comitato popolare di liberazione), stando alle rilevazioni sopra ricordate, la popolazione del capoluogo avrebbe avuto un calo di circa 15.000 unità e pur essendosi verificato un recupero di circa 3.300 unità (dovuto prevalentemente a rientri da prigionia o dal servizio militare in Italia e altrove) tra maggio e settembre dello stesso anno, si può affermare che si ebbe un calo definitivo della popolazione pari almeno al 22% e tale percentuale riteniamo abbia inciso prevalentemente sulla presenza italiana a Fiume riducendola di circa 7.000 unità. Tra il 1946 e il 1950, stando alle stime dell’Opera per l’assistenza profughi in Italia, più di 25.000 italiani lasciarono la città. In anni diversi e imprecisati, prima del 1943 e dopo il 1950, altre 6.000 persone circa se ne andarono. Le stime di cui sopra, estremamente prudenziali, dimostrerebbero una realtà, quella dell’esodo massiccio e spontaneo degli italiani da Fiume, che attende d’essere ancora oggi accuratamente studiata avvalendosi dei dati custoditi nell’archivio storico dell’anagrafe comunale della odierna città. Tale realtà è stata soggetta in epoche diverse a sopravvalutazioni e riduzioni improprie, determinate dalle suggestioni della passione politica, ma la sua reale dimensione, nell’attesa di più puntuali verifiche, ci sembra ragionevolmente molto vicina, salvo errori ed Con il termine «allogeni» e con il termine «alloglotti» il regime fascista intendeva riferirsi a quanti avevano diversità di stirpe e di lingua rispetto alla maggioranza italiana nell’ambito territoriale della nazione. 14 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 29 omissioni, almeno all’86% degli italiani presenti a tutto il 1940 nella vecchia Provincia del Carnaro così come questa era stata territorialmente delimitata nel 1925. Abbiamo motivo di ritenere che si ebbe a registrare anche un movimento migratorio, di slavi o di quanti venivano definiti «alloglotti», tra il 1943 e il 1945, ma su tale fenomeno non abbiamo a disposizione alcuna indicazione attendibile. L’attuale città di Fiume, oggi denominata Rijeka nell’ambito della Repubblica di Croazia, è inserita nella Contea litoranea-montana. Unita alla città di Sušak contava, nel 199115, 167.964 abitanti. Nel 196316 ne contava, sempre con Sušak 102.000 e da sola 87.000. Gli iscritti alle Comunità degli italiani sorte in comuni della ex provincia italiana del Carnaro erano, a tutto il 199617: 4.697 a Fiume, 590 ad Abbazia e 209 a Laurana. ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI, Calendario Atlante 1998, Novara, Officine grafiche De Agostini, 1998, p. 144. 16 Jugoslavia, Le Guide Nagel serie italiana, Milano, Mursia, 1963. 17 M. ESPOSITO, La Comunità Nazionale in Istria e Dalmazia, Trieste, Università Popolare di Trieste, 1996, appendice, n. 7. 15 PROJEKT, IZVORI I TERITORIJ Činjenice koje su prethodile ugovoru bez premca Još prije pada Berlinskog zida 1989. godine, nakon čega je u Europi uslijedio brzi pad upravnih sustava komunističkog nadahnuća, već u proljeće prethodne godine, moglo se primijetiti učinke one «glasnosti» (transparentnosti) koju je Mihail Gorbačov uspješno poticao u Sovjetskom Savezu. Veći dio talijanskog tiska tada je prešutno prošao preko činjenice da se takva pojava usmjerena na donošenje transparentnosti, primjerice i o prešućenoj povijesti glede činjenica koje su se zbile na jadranskim područjima od Italije prepuštenih Jugoslaviji nakon Drugog svjetskog rata mogla susresti i u Socijalističkoj Federativnoj Republici Jugoslaviji, koja je također proživljavala, nakon Titove smrti, društvenu, gospodarsku i političku krizu golemih razmjera i svakako pogubnu po njezin opstanak, kako se to moglo uočiti kasnije početkom 90-ih godina. Utjecajni beogradski tjednik Nedeljne informativne novine donosio je vijest o peticiji, potpisanoj od tisuću Talijana iz Kopra i Rijeke, kojom se zahtijevalo dovođenje u pitanje «mnogo kontroverznih pitanja, uključujući i teme iz suvremene povijesti, koje su se do sada smatrale tabuima... tražilo se primjerice, da se otvoreno govori o protjerivanju Talijana iz naše zemlje (navodno se radilo o broju između 200 i 300 tisuća ljudi nakon Drugog svjetskog rata), o jamama (u koje su partizani iz osvete bacali Talijane iz Istre), te o drugim tabutemama». Časopis je ovako komentirao vijest: «Osvijetliti ta pitanja je, čini nam se, neophodno i zbog sve veće politizacije problema manjina, ne samo u Jugoslaviji, nego i u Italiji»1. «Jedino je od povjesničara i političara poput Vladimira Dedijera» podsjećao je tada Fulvio Fumis, «pristigao, prije četiri godine, u njegovom trećem svesku Priloga za biografiju Josipa Broza Tita, hrabar navod o istrebljivanju u jamama, te pošteno viđenje povijesti koja ne može priznati oportunističke cenzure. Ako Italija iz vremena ponovnoga stvaranja i otpora nije počinila te cenzure u odnosu na krivnje tog razdirajućeg rata, međutim, mnogo je Talijana, nažalost, šutnjom potpomoglo laž i iskrivljavanje, kada je bio po srijedi pravedan odgovor na obznanjivanje naše drame»2. Ratna događanja 1991. i 1992. godine, radi stvaranja samostalnih republika Hrvatske i Slovenije, privremeno su odvratila pozornost čitavog svijeta od nerazriješenih povijesnih pitanja za praćenje s razumljivom strepnjom onoga što se 1 «Il Piccolo», 22/3/1988., pod naslovom Appello a Belgrado, affinché si faccia luce completa sullefoibe e sull’esodo (Apel Beogradu, da se potpuno osvijetle jame i egzodus). Od drugih talijanskih novina, samo je rimski “Il Messaggero”, istog datuma, u rubrici Telex posvetio šest redaka prostora toj vijesti. 2 F. FUMIS pod naslovom Verità e troppi silenzi, un dramma ignorato dagli italiani (Istina i previše šutnje, od Talijana ignorirana drama), “Il Piccolo”, 22/3/1988. Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 31 tada događalo, gdje je nakon više od četrdeset godina u srcu Balkana sukob suprotstavljenih etnosa ponovo izazivao nove egzoduse i nove masakre3. Ali bila je dovoljna ta ohrabrujuća vijest za navođenje udruga riječkih «ezula» na obnavljanje dijaloga s gradom porijekla. Jedini izvršitelj toga bilo je Društvo za riječke studije (Società di studi fiumani) iz Rima koje je po tom pitanju imalo (budući da nema drugih ciljeva izuzev onih kulturnih, kojima se teži sa strogom apolitičnošću) široke ovlasti i konkretno pokroviteljstvo udruge zvane «Slobodna općina Rijeka u egzilu - Libero Comune di Fiume in Esilio» koju podupire više od deset tisuća članova iz Italije i inozemstva. Dana 4. studenog 1993. Društvo za riječke studije uputilo je apel predsjednicima dviju republika, Italije i Hrvatske, Oskaru Luigiju Scalfaru i Franji Tuđmanu, da omoguće dostojan spomen nakon kvantifikacije njihovog broja i utvrđivanja njihovog identiteta u svijetlu arhivskih dokumenata dostupnih u dvjema državama, na «mnoge građane Rijeke i njezine provincije» koji su tijekom Drugog svjetskog rata (1940.-1945.) «nestali ni u što i koji nikada nisu imali kršćanskog pokopa»4. Tisak talijanske manjine u Rijeci posvetio je puno pažnje toj inicijativi.5 Talijanski tisak, izuzev tršćanskog «Piccola»,6 nije to ni primijetio. Dana 2/5/1994. prof. Nevio Šetić, pomoćnik savjetnika Predsjednika Republike Hrvatske za unutarnju politiku, pisao je ovako: «Uvjereni smo da danas provjeru popisa nestalih osoba valja prepustiti povijesnom istraživanju, tako da bi bila vrlo korisna suradnja između Vašeg Društva i instituta u Republici Hrvatskoj, s ciljem produbljivanja tih spoznaja. Molimo Vas da, glede daljnjih kontakata po pitanju realizacije gore navedenog plana, 3 M. BASSIOUNI CHERIF, Indagine sui criminali di guerra nell’ex Jugoslavia - L’operato della Commissione degli esperti del Consiglio di sicurezza e il suo rapporto finale (Istraga o ratnim zločinima u bivšoj Jugoslaviji. Elaborat - Ekspertnog povjerenstva Vijeća sigurnosti i njegovo konačno izvješće), Milano, Giuffré, 1997., Konačno izvješće ekspertnog povjerenstva osnovanog na temelju rezolucije 780 Vijeća sigurnosti (1992.), dio drugi, sadržaji priloga i zaključaka, Prilog X, masovne grobnice, str. 248-250, II. Analiza - A. Sažimajuća analiza: «...510. Na temelju raspoloživih obavijesti, na području bivše Jugoslavije postoje četiri tipa masovnih grobnica. Prvom tipu pripada grobnica u kojoj su se nalazila tijela žrtava masovnog pokolja, ali metoda i način pokapanja bili su ispravni. Drugom tipu pripada grobnica u kojoj su bila tijela civilnih žrtava ili vojnika palih u borbi, te zato nisu po srijedi nezakonita ubojstva, ali metoda i način pokapanja nisu bili ispravni. Treći tip uključuje masovne grobnice u kojemu su tijela bila žrtava masovnog pokolja, a metoda i način pokapanja nisu bili ispravni. Na kraju, četvrti tip uključuje masovne grobnice kod kojih niti su okolnosti koje okružuju smrti žrtava, niti su način i metoda pokapanja bili ispravni... 514. Etnička pripadnost napadača odgovornih za ubojstvo osoba pokopanih u masovne grobnice jest slijedeća: a) osobe pokopane u 81 evidentiranoj masovnoj grobnici, prema svjedočanstvima, ubijene su od Srba; b) osobe pokopane u 16 masovnih grobnica, prema svjedočanstvima, ubijene su od Hrvata; c) osobe pokopane u 5 masovnih grobnica, prema svjedočanstvima, ubijene su od Muslimana; d) 87 prijavaka nije pobliže označavalo agresora...». 4 ARHIV I POVIJESNI MUZEJ RIJEKE (dalje: AMSF), Rim, Tajništvo Predsjedništva Korespondencija 1993. 5 «La Voce del Popolo», 7/4/1994., pod naslovom: Scomparsi, un segno per ricordarli (Nestali, znak prisjećanja na njih). 6 «Il Piccolo», 6/3/1997., pod naslovom: La Croazia apre gli archivi (Hrvatska otvara arhive); isto: 7.3.1997., Vogliamo la verità (Hočemo istinu). 32 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij stupite neposredno u vezu s vlastima grada Rijeke»7. Sa svojim narednim pismom od 15/11/1994. prof. Nevio Šetić, na temelju otvorenog zahtjeva za uputama, navodio je Institut za suvremenu povijest iz Zagreba, pod ravnanjem dr. Mirka Valentića, kao najprikladnijeg hrvatskog sugovornika za suradnju s nama u svrhu provjere “popisa palih i nestalih osoba tijekom Drugog svjetskog rata (1941.-1945.), pripadajućih talijanskoj manjini (sic!) Rijeke i okolice.” 8 Dana 28/11/1996., ur. br. 01-48, potpisan je konačan istraživački projekt, kojeg su potpisali dr. Mirko Valentić, u ime Hrvatskog instituta za povijest, te Amleto Ballarini i doživotni senator Leo Valiani, tj. stvarni i počasni predsjednik Društva za riječke studije. Po prvi put nakon kraja Drugog svjetskog rata, Talijani i Hrvati spremali su se na pružanje, barem za područje Rijeke i okolice, odgovarajućeg odgovora na teška i bolna pitanja. Po prvi puta je neka hrvatska javna ustanova prihvaćala kao sugovornika neku predstavnićku udrugu talijanskoga egozodusa; taj je događaj u Republici Jugoslaviji i u Republici Italiji prošao, zajedno s onima koji su na tom području nakon 1945. nestali niušto, prešućivanjem u školskim udžbenicima povijesti i u velikim sredstvima priopćavanja i formiranja javnog mnijenja. Tekst sporazuma I Navedeni zajdenički projekt polazi od ćinjenice da do sada u hitoriografijji nije utvrđena cjelovita istina o ljudskim gubicima, talijanske narodnosti u razdoblju od početaka drugog svjetskog rata do njegova završetka i neposredno nakon njegova završetka (1939.-1947.). Ova istraživanja odnose se na područje Rijeke i njezine okolice (područje bivše talijanske Kvarnerske provincije). O ovoj problematici u dosadašnjim istraživanjima postoje samo djelomične spoznaje, te su neophodna daljnja i cjelovita istraživanja. Osnovni cilj realizacije ovog projekta je utvrđivanje svih ljudskih gubitaka talijanske narodnosti na spomenutom području, bez obzira na strane u sukobima koje su te gubitke prouzročile. Dakle, rijeć je o osobnoj identifikacijij ljudskih gubitaka talijanske narodnosti, te će se za svaku takvu osobu istraživati slijedeće cinjenice: prezime i osobno ime, ime oca i majke, datum, mjesto rođenja i stalno prebivalište, bračno stanje, vjeroispovijed, nacionalnost, socijalno porijeklo, zanimanje, politička pripadnost, pripadnost određenim oružanim formacijama, vrijeme uhićenja, eventualni boravaku zatvoru ili logoru, datum i mjesto smrti i počinioci u lišavanju života. O svakoj takvoj osobi koja je izgubila život ustrojit će se posebni dosje, odnosno anketni list. U dosje uložit će se sva istražena i prikupljena arhivska građa i drugi izvori o određenoj osobi. AMSF, Tajništvo Predsjedništva - Korespondencija 1994.. Isto, naš “sic” u tekstu, nakon pojma “manjina”, postao je neophodan u svrhu podsjećanja da podaci koje posjedujemo glede pučanstva Rijeke i okolice u godinama na koje se pismo odnosi, ne dopuštaju nam smatranje Talijana “manjinom”, nego bi nas čak navodili na iznašanje suprotnog. 7 8 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 33 Uz takvu pretpostavku, najviša javna ustanova za povijesno istraživanje u Republici Hrvatskoj otvoreno je priznavala ono što je u bivšoj komunističkoj Jugoslaviji bilo uvijek nijekano, a u demokratskoj Republici Italiji, nastaloj iz antifašističkog otpora, ono što je bilo često prešućivano: nakon rata u dvjema godinama nakon službenog prekida neprijateljstva, “tragična bilanca” žrtava s talijanskim državljanstvom u Rijeci i okolici nije se još definirala. Po prvi puta se pristajalo u bivšoj Jugoslaviji na razjašnjavanje, gdje je bilo to neophodno, “mjesto smrti i počinitelje lišavanja života” i za one koji su bili zavedeni kao niušto nestali nakon što ih je uhitila OZNA 9 u neposrednom poraću. II U nastojanju da se ostvare istraživački ciljevi iz članka I. potrebno je izvršiti slijedeća istraživanja: 1) temeljito istražiti svu dostupnu arhivisku građu pohranjenu u arhiviskim i drugim i hrvatskim i talijanskim institucijama. Ako budu postojale materijalne mogućnosti trebalo bi takvu građu istražiti i u nekim drugim zemljama (Srbija, Austrija, Njemačka); 2) prikupiti novu arhivisku građu koja se nalazi u posjedu privatnih osoba, te prikupiti svjedočanstva o pojedinim nastradalim osobama; 3) pregledati povijesnu i drugu literaturu, časopise i tisak. Dakle, prihvaćalo se načelo da, barem na područjima dviju ugovornih strana, nikakav arhiv bilo koje prirode on bio, kojega bi se smatralo korisnim za ostvarenje projekta, ne bi se smatrao nedostupnim. III Budući da je riječ o složenom i dužem povijesnom razdoblju (1939.-1947.) i o opsežnim kvantitativnim istraživanjima, ovaj se projekt planira realizirati u razdoblju od 1997. do 1998. godine. Dio projekta je i pisanje odgovarajuće monografije koja bi se objavila na hrvatskom i talijanskom jeziku. U stvarnosti, zbog odgode koje su zajednički dogovorene rad se pokazao složenijim i mučnijim od predviđenog, te je posljednji termin za njegovo okončanje (iako ne definitivno) utvrđen za konac drugog semestra 2000.. IV U nastojanju da se sto brže i kvalitetnije realizira ovaj zajednički projekt ugovorne strane imenovat će nositelje projekta (sa svake strane po jednoga). Zadaća nositelja projekta, je koordinirati rad i na realizaciji projekta angažirati potrebni broj suradnika. 9 OZNA (Odjeljenje za zaštitu naroda) tijekom rata bila je organ političke kontrole unutar jedinica ovisnih od narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije, koja je izvršavala i zadaće vojne policije, a zatim, pred kraj 1946., pod nazivom UDBA (Uprava državne bezbjednosti) prešla je pod Ministarstvo unutarnjih poslova i ispunjavala je zadaće tajne policije. Neposredno nakon rata izvršavala je obje uloge i postala je po zlu poznata. U stvarnosti, i prije i poslije bila je naoružana ruka Komunističke partije Jugoslavije i brinula se za sigurnost režima. 34 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij Sa talijanske strane, Društvo za riječke studije obećalo je i osnivanje posebnog povjerenstva s ciljem prihvaćanja projekta u predloženom obliku, te boljeg utvrđivanja s drugom stranom modaliteta izvršetka, postajući tako moralni jamac za svako visoko pokroviteljstvo koje bi Društvo namjeravalo zatražiti u okvirima Republike Italije. V Ugovorne strane se obavezuju da će svaka od njih ponaosob financirati svoje djelatnike na zajedničkom projektu. Eventualna istraživanja na podrucju trećih država zajednicki ce dogovarati i nastojati pronaći mogucnosti njihova financiranja. Isto tako zajdenički će razmotriti i mogučnosti finaciranja ostvarenih rezultata projekta. VI Realizacija zajedničkog projekta otpočet će kada ga potpišu ugovorne strane. PREDSJEDNIK SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI Dr. Amleto Ballarini Počasni predsjednik: Sen. Leo Valiani RAVNATELJ HRVATSKOG INSTITUTA ZA POVIJEST Dr. Mirko Valentić Dana 30/5/1997. pri Narodnom Sveučilištu u Trstu (Università Popolare di Trieste) sastalo se, s ciljem razmatranja gore navedenog projekta, savjetodavno povjerenstvo Društva za riječke studije, koje je zbog toga osnovano, a prisustvovao je odgovorni iz hrvatske istraživačke skupine dr. Mihael Sobolevski i dr. Amleto Ballarini odgovoran, kao Predsjednik Društva za riječke studije, za talijansku istraživačku skupinu. Povjerenstvo je tada bilo u slijedećem sastavu: prof. Gaetano La Perna, dr. Marino Micich, dr. Luigi Emilio Longo, gosp. Neri Drenig, računovoća Mario Stalzer (kao predstavnik Slobodne općine Rijeka u egzilu / Libero comune di Fiume in esilio), prof. Danilo Massagrande, senator Arduino Agnelli (kao predstavnik Narodnog sveučilišta u Trstu), prof. Giuseppe Parlato, gosp. Luciano Giuricin (kao predstavnik Centra za povijesna istraživanja u Rovinju / Centro di ricerche storiche di Rovigno), prof. Laura Marchig i dr. Alexandar Kovačević (poslijednje dvoje kao predstavnici Zajednice Talijana Rijeke). Prilikom tog susreta dvije zainteresirane strane bile su u mogućnosti razjasniti sljedeće: – Teritorij na koji se odnosio projekt obuhvaćao je i gradska središta koja su pripadala “anektiranim područjima” nakon okupacije Jugoslavije 1941., “riječke okolice i Pokuplja”. – Ako ne bi bila sigurna nacionalnost žrtve, ona bi svakako bila uvrštena u završni Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 35 popis, te u slučaju pripadnika riječke židovske zajednice, bile bi uvrštene u popis žrtava netalijanskog državljanstva. – Istraživanje se odnosilo na povijesno razdoblje od 31/12/1939. do 31/12/1947.. – Bile bi uzete u razmatranje i žrtve s talijanskim državljanstvom, rodom iz Rijeke i okolice, koje su podlegle u drugim krajevima zbog bilo kojeg uzroka. – Za svako ime, neovisno o potpunosti matičnih podataka, ispunio bi se anketni list, kojeg je sastavio Hrvatski institut za povijest, te na temelju tog lista otvorio bi se dosje u kojega bi se umetnuli dokumenti i korisni podaci pronađeni prilikom istraživanja. Dosje bi se konačno ili privremeno zatvorio samo jednoglasnim dogovorom dviju strana uključenih u istraživanje. U slučaju opravdanog neslaganja jedne od dviju strana, dosje bi bio objavljen u završnom radu. – Dokumenti prikupljeni od dviju istraživačkih grupa imali su se smatrati zajedničkim vlasništvom, te bi svaka strana dobila njihovu cjelovitu presliku. – Dvije bi se strane povremeno sastajale radi međusobnog izvještavanja o obavljenim radovima i radi upoznavanja s narednim planovima djelovanja. Dana 30/11/2000. istraživaći su potpisali zapisnik o završetku radova, zaključujući shemu djela izdavanje i primajući na znanje tekstove koje su pripremile dvije strane kao komentari pokupljenih podataka. Navedeni zapisnik na kraju je prihvačen od odgovornih u institutima koji su potpisali početni istraživački projekt. Arhiviska građa i dokumentacija u zavodima i u institucijama – Povijesni arhiv Talijanskog crvenog križa - Trst (ograničeno na raspoloživu kartoteku, a nedostaje materijal koji se odnosi na godine našeg zanimanja (1940.1947.), koji bi prema dokaznim dokumentima10 trebao također sadzavati.) 10 ACS, CRI, Talijanski crveni križ (dalje: CRI), Serv. Affari Intemazionali (Služba za međunarodne poslove), k. 38, fasc. «Deportacije iz Julijske krajine» - Pismo inž. Giannija Bartolija, savjetnika u Nacionalnom uredu za izbjeglice iz Julijske krajine i Dalmacije upućeno Glavnom ravnateljstvu Talijanskog Crvenog Križa, Rim, datirano Trst, 29/1/1960.: «U odnosu na usmeni sporazum koji je uslijedio s Vašim dr. Leonardom Giordanom, bivšim komesarom Pokrajinskog komiteta za Trst, molim Vas da ovlastite navedeni komitet glede predavanja meni popisa sunarodnjaka iz Julijske krajine nestalih usljed deportacija. Ti podaci trebaju mi radi provjere i uvrštavanja prvog popisa nestalih, kojeg sam ja sastavio za Talijanski komitet za proučavanje izbjeglih...». Dana 1/2/1960. s pismom br. prot. 171/60 Predsjednik Talijanskog crvenog križa, Pokrajinskog komiteta za Trst, dr. Roberto Hausbrandt piše Središnjem odboru Ravnateljstva za međunarodne odnose, Rim u pogledu «zahtjeva ing. Giannija Bartolija iz Trsta, usmjerenog na dobivanje podataka koji se odnose na nestale iz: Julijske krajine, o čemu imamo opsežnu dokumentaciju» kao što slijedi: «S obzirom na svrhu koju si podnositelj zahtjeva postavlja i razmotrivši osjetjiv položaj u kojem se nalazi Talijanski crveni križ, molimo Vas da razmotrite oportunost prihvaćanja ili neprihvaćanja samog zahtjeva, te da nam, u tom pogledu, priopćite Svoje mišljenje». S pismom od 10/2/1960. glavni ravnatelj Ravnateljstva za međunarodne odnose, odvjetnik Edoardo Roccetti odgovorio je slijedeće: «...glede osjetljivosti pitanja koje je po srijedi, određena su neophodna razjašnjenja. Utoliko stavljamo u zadaću, čim bude moguće, povratak na to pitanje». Sam odvjetnik Roccetti, također dana 10/2/1960. piše i Ministarstvu vanjskih poslova, DGAP Uff. II - Servizio Stranieri (Rifugiati) / Služba za strance (Izbjeglice), prilažući kopiju pisma ing. Bartolija, kao što slijedi: «...Zahtjev je obrazložen okolnošću što, u stvari, komitet u Trstu Talijanskog crvenog križa posjeduje, u pogledu nestalih iz Julijske krajine, 36 – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij Istorijski arhiv Jugoslavenske armije - Beograd Arhiv Vrhovnog vojnog suda - Beograd Središnji državni arhiv - Beograd Povijesni ured Financijske policije - Rim Povijesni ured Karabinijera - Rim Povijesni ured Ministarstvo unutarnjih poslova - Rim Ministarstvo unutarnjih poslova - Služba osoblja - Rim Središnji državni arhiv - Rim Arhiv Ministarstva vanjskih poslova - Rim Državni arhiv u Trstu Arhiv Regionalnog instituta za povijest oslobodilačkog pokreta u Furlaniji i Julijskoj krajini - Trst Arhiv i povijesni muzej Rijeke - Rim Središnji državni arhiv - Zagreb Arhiv groblja Kozala - Rijeka Državni arhiv - Rijeka Arhiv općine Rijeka -Matična knjiga umrlih Gradska knjižnica u Trstu Centar za povijesna istraživanja u Rovinju - Rovinj Ured za pale i spomen knjiga Ministarstva obrane - Rim popriličnu dokumentaciju. Umoljuje se to časno Ministarstvo da, sa susretljivom brzinom, autoru ovog pisma Vaše uvaženo, mišljenje glede oportunosti prihvaćanja zahtjeva...». O tom pitanju nije pronađeno ništa do «Promemorije za gosp. Glavnog predsjednika» na papiru sa zaglavljem Talijanskog crvenog križa - Centralnog komiteta. Datirana je u Rimu, 30/3/1960., s nečitljivim potpisom, uredno protokoliranom dana 9/4/1960. pod br. 19688: “Sukladno uputama koje sam svojevremeno dobio (upravo nakon posjeta Varna od strane veleposlanika Cassinisa glede od nas traženog mišljenja ministra vanjskih poslova o oportunosti stavljanja na raspolaganje bivšem tršćanskom gradonačelniku ing. Bartoliju, popise Talijana deportiranih u Jugoslaviju, koji se nalaze pri Komitetu Talijanskog crvenog križa u Trstu) dopuštam se svrnuti Vašu pozornost na okolnost prema kojoj - budući da je prošao datum 27. ožujka ove godine, kojeg nam je naveo upravo veleposlanik Cassinis kao poslijednji termin prije prihvaćanja gore navedenog zahtjeva - Vi bi trebali odlučiti hoće li se i kada prosljediti zahtjev inž. Bartolija.” Imamo razloga smatrati da je Bartoli u svom radu: Le deportazioni nella Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia (Deportacije u Julijskoj krajini, Rijeci i Dalmaciji) objavljenom u Trstu 1961., mogao proučiti, u cjelosti ili djelomično, traženi materijal. Dan danas usprkos ponovljenim zahtjevima upućenim na svaku razinu nadležnih institucija (Talijanski državni arhiv, Talijanski crveni križ, Zavod za zaštitu arhivisku građu Trst) vizionirati cijelu dokumentaciju, koju je tada više izvora definiralo «opsežnom». Nestanku dokumentacije o deportiranima iz Julijske krajine pod jugoslavenskom okupacijom 1945., nadovezuje se i, kako smo mogli utvrditi, nedostatak popisa talijanskih vojnika umrlih u različitim internacijskim logorima u Jugoslaviji, popisi onih koji su se vratili u Italiju, dosjei s korespondencijom za svakog zarobljenika koji je ipak uobičajeno popisan. Od tolikog materijala koji, na osnovu sumarnih arhivskih bilježaka na tisućama osobnih obrazaca još uvijek čuvanih pri tršćanskom komitetu, mora da je bio sastavljen, čini se da nije ništa ostalo niti u Trstu, niti u Središnjem arhivu Talijanskog crvenog križa u Rimu, niti u Talijanskom Središnjiem državnom arhivu. Tom materijalu mogu se pridodati i temeljni akti rada Talijanskog crvenog križa u Trstu za godine našeg zanimanja, od 1940. do 1947.. Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 37 Zatraženi ali ne obrađeni arhiviski fondovi: – – – – – – – – Dokumentacijski centar Židova - Milano Vatikanski arhivi Arhiv Vojnog ordinarijata - Rim Arhiv udruge palih i nestalih RSI-a - Rim Državni arhiv Republike Slovenije - Ljubljana Centar Wiesenthal - Beč Arhiv Ministarstva unutarnjih poslova Republike Hrvatske - Zagreb Arhiv Ministarstva unutarnjih poslova Savezne Republike Jugoslavije - Beograd Kvarnerska provincija: teritorij i pučanstvo Grad Rijeka 1900. godine predstavljao je “Corpus Separatum”, podložan Ugarskoj u okviru Habsburškog carstva. Prema službenom popisu iz te godine, pučanstvo nastanjeno u gradskom središtu i u predgrađima Plase, Drenova i Kozala (koja su također bila obuhvaćena gore navedenim “Corpusom”) iznosilo je sveukupno 38.955 duša. Prema popisu od 1910., posljednjemu provedenom u gore navedenom političkom poretku, proizlazilo je da ih ima 49.806. Prema kasnijim brojenjima provedenim od različitih ustanova, postoje sljedeći podaci: godine 1918. (popis Talijanskog nacionalnog vijeća / Consiglio nazionale italiano) ima 46.264 stanovnika, 1925. (talijanski popis) 45.857, 1936. (talijanski popis) 56.249, 1940. (službeni podaci talijanske pokrajinske uprave u Rijeci) 59.332, 1945. (Gradski narodno-oslobodilački odbor, privremeni organ uprave grada, poslije dolaska Narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije) 44.544 dana 31. svibnja i 47.839 dana 30. rujna. U staroj Kvarnerskoj provinciji (Provincia del Carnaro), anektiranoj Italiji 1924., pučanstvo koje je u glavnom gradu davalo nedvojbenu talijansku većinu (32.415 Talijana i 10.353 Hrvata od ukupno 45.857 stanovnika)11, bilo je sastavljeno od 40.433 Talijana i 53.722 Slavena (prema našim saznanjima, skoro podjednako podijeljenih na Slovence i Hrvate) na sveukupan broj od 99.941 stanovnika. Popis pučanstva iz 1921. u Kvarnerskoj provinciji prema uporabnom jeziku: Općine preuzete iz Pulske provincije12 (Provincia di Pola): Veprinac (priključen Opatiji 1931.) ima 2.892 stanovnika – 489 Talijana, 17 Slovenaca, 2.166 Hrvata; Podgrad ima 7.259 stanovnika – 177 Talijana, 5.520 Slovenaca, 1.726 Hrvata; Klana 11 G. PERSELLI, I censimenti della popolazione per l’Istria con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936 (Popisi pučanstva za Istru s Rijekom i Trstom, i neke gradove Dalmacije od 1850. do 1936.), Etnia IV, Trieste-Rovigno, Centar za povijesna istraživanja u Rovinju, 1993., str. 429. Kvarnerska provincija uspostavljena 22/2/1924. obuhvaćala je općine Veprinac, Podgrad, Klana, Jelšane, Lovran, Materija, Matulji, Mošćenice i Volosko-Opatija iz Pulske provincije, te Jablanica, Knežak, Prem i Ilirska Bistrica iz postojnskog kotara. 12 Isto. 38 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij ima 1.235 stanovnika - 108 Talijana, 15 Slovenaca, 1.098 Hrvata; Jelšane imaju 4.127 stanovnika – 28 Talijana, 3.623 Slovenca, 460 Hrvata; Lovran ima 3.648 stanovnika – 1.634 Talijana, 29 Slovenaca, 1.837 Hrvata; Materija ima 5.104 stanovnika – 23 Talijana, 3.733 Slovenaca, 1.325 Hrvata; Matulji imaju 8.777 stanovnika – 234 Talijana, 66 Slovenaca, 8.338 Hrvata; Mošćenice imaju 3.060 stanovnika – 3.013 Talijana, 3 Slovenca, 13 Hrvata; Volosko-Opatija ima 5.062 stanovnika – 2.297 Talijana, 343 Slovenca, 1.081 Hrvata. Općine preuzete od postojnskog kotara13 (nedostatak podataka ne omogućuje nam razvrstavanje Slavena na Slovence i Hrvate iako se taj kotar, danas u sastavu Republike Slovenije, mogao i tada smatrati napučenim pretežito Slovencima): Jablanica ima 3.106 stanovnika – 0 Talijana, 2.306 Slavena (zbog nedostatka podatakanisu razvrstani na Slovence i Hrvate); Knežak ima 3.719 stanovnika – 5 Talijana, 3.710 Slavena (isto kao gore navedeno); Prem ima 1.547 stanovnika – 6 Talijana, 1.524 Slavena (isto kao gore navedeno); Ilirska Bistrica ima 4.548 stanovnika – 4 Talijana, 4.451 Slavena (isto kao gore navedeno). Sukladno gore navedenom, može se tvrditi da je talijanska Kvarnerska provincija, izuzev glavnog grada, bila je obitavana godine 1925., prema uporabnom jeziku, od 8.018 Talijana, 13.334 Slovenca, 18.044 Hrvata i 11.991 općenito navedenih kao «Slavena» jer nam nedostaje bilo kakav podatak glede uporabnog jezika, kojega usprkos svemu smatramo, s obzirom na područje porijekla, u golemoj većini slovenskim. Godine 1940. prema riječkoj pokrajinskoj upravi, u glavnom gradu bila 41.314 Talijana, 11.199 «inorodaca»14 6.933 stranca i 1.146 pojedinaca s nejasnim državljanstvom ili bez državljanstva. Nakon okupacije Jugoslavije, s pripajanjem Kvarnerskoj provinciji «anektiranih teritorija s područja Rijeke i Kupe» došle su pod talijansku upravu općine u kojima je uporabni jezik apsolutne većine stanovništva bio hrvatski i gdje se neznatna talijanska manjina mogla zabilježiti samo na Sušaku, Krku i Rabu. Radilo se o 24 općine: Sušak, Crnik Čavle, Grobnik, Praputnjak, Jelenje, Krasica, Bakar, Kastav, Crni Lug, Čabar, Draga, Osilnica, Plešće, Gerovo, Prezid, Trava, Punat (Aleksandrovo), Baška, Dobrinj, Dubašnica, Krk, Omišalj, Vrbnik i Rab. Sveukupno, više od 90.000 Slavena, pretežno Hrvata, koji s prethodnih oko 54.000 (koji su bili definirani i kao inorodci), kojih je bilo i u staroj provinciji i u glavnom gradu (godine 1940.), daju ukupni broj od gotovo 150.000. Između lipnja 1940. (ulazak u rat Italije) i svibnja 1945. (uspostavljanje vlasti Narodno-oslobodilačkog odbora), prema gore navdenim podacima, stanovništvo Guerrino Perselli navodi da nema raspoloživih statističkih brojeva za postojnski kotar. Nije nam dakle poznato na kojem se izvoru zasnivaju podaci za općine tog kotara, koje smo prenijeli iz djela: L’esodo dalle terre adriaiche. Rilevazioni statistiche. Opera per l’assistenza ai pofughi Giuliani e Dalmati (Egzodus iz jadranskih zemalja. Statisički podaci. Ustanova za pomoć izbjeglicamaiz Julijske krajine i Dalmacije), Tip. Julia, Roma, 1958.. 14 Pojmove «inorodci» (“allogeni’’) i «inojesci» (“alloglotti’’) upotrebljavao je fašistički režim kada je mislio na ljude različitog porijekla i jezika u odnosu na talijansku većinu u okviru državnog teritorija. 13 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 39 glavnog grada doživjelo je smanjenje od otprilike 15.000 ljudi, te iako je došlo do povratka oko 3.300 ljudi (uzrokovanog prvenstveno povratkom iz zarobljeništva ili iz vojne službe u Italiji i drugdje) od svibnja do rujna iste godine, može se ustvrditi a je došlo do smanjenja broja pučanstva barem za 22%, te da se taj postotak odrazio napose na talijansku prisutnost u Rijeci, koja je smanjena za barem 7.000 osoba. Između 1946. i 1950., prema procjenama Ustanove za pomoć izbjeglicama u Italiji, grad je napustilo više od 25.000 Talijana. U različitim i ne pobliže označenim godinama prije 1943. i nakon 1950. otišlo je još otprilike 6.000 ljudi. Gore navedene procjene, izuzetno obazrive, pokazuju jednu stvarnost, stvarnost masovnog i spontanog egzodusa Talijana iz Rijeke, koja još i dan danas čeka pozorno proučavanje koristeći podatke, koje sadrži povijesni arhiv općinskog matičnog ureda grada Rijeke. Ta je stvarnost u različitim razdobljima bila podložna lažnim precijenjivanjima i umanjivanjima, predodređenim sugestijama vlastite političke pozicije, a njezina stvarna dimenzija, očekujući još podrobnije provjere, čini nam se da se može procijeniti, izuzev grešaka i popusta, barem na 86% Talijana prisutnih 1940. godine u staroj Kvarnerskoj provinciji, unutar njezinih granica iz 1925. godine. Imamo razloga smatrati da se dogodio i migracijski pomak Slavena, ili onih koji su smatrani «inojescima», od 1943. do 1945., ali za tu pojavu ne raspolažemo pouzdanim podacima. Današnja Rijeka, u Republici Hrvatskoj, nalazi se u sastavu Primorsko-goranske županije. Zajedno sa gradom Sušakom, godine 1991.15, brojila je 167.964 stanovnika. Godine 1963.16 imala je, zajedno sa Sušakom, 102.000 stanovnika, a sama ih je brojila 87.000. Upisanih u Zajednice Talijana, koje su nastale na području bivše talijanske Kvarnerske provincije, godine 1996.17 bilo je 4.697 u Rijeci, 590 u Opatiji i 209 u Lovranu. 15 ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI, Calendario Atlante 1998. (Kalendar Atlas 1998.) Novara, Officine Grafiche De Agostini, 1998., str. 144. 16 Jugoslavia (Jugoslavija). Le Guide Nagel della serie italiana, Milano, Mursia, 1963.. 17 M. ESPOSITO, La Comunità Nazionale in Istria e Dalmazia (Talijanska zajednica u Istri i Dalmaciji), Trieste, Università Popolare di Trieste, 1996., appendix br. 7. 40 Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij Fiume, Piazza Dante Alighieri, aprile 1941. Reparti di Giovani Fascisti e della Milizia si apprestano a varcare il confine italo-jugoslavo. Rijeka, tgr Dante Alighierija, travanj 1941. Odjel mladih fašista i milicije se spremaju prijeći granicu između Italije i Jugoslavije. Fiume, aprile 1941. I plenipotenziari dell’esercito jugoslavo varcano da Sussak il ponte sull’Eneo per trattare la resa. Rijeka, travanj 1941. Opunomočenici jugoslavenske vojske prelazu most na Rečini da pregovaraju predavanje. Il progetto, le fonti e il territorio - Projekt, izvori i teritorij 41 Fiume, 1944. La scuola “Daniele Manin”, sede del Comando tedesco, centrata dai bombardamenti alleati. Rijeka, 1944. Škola Danijela Manina, sjedište njemačkog zapovjedništvo, pogođena savezničkih bombardiranja. Fiume, 1945. Le attrezzature portuali devastate dalle mine tedesche. Rijeka, 1945. Lučko postrojenje uništeno od njemačkhih mina. PROFILO STORICO Dallo scoppio della seconda guerra mondiale all’armistizio dell’8 settembre 1943 Alla vigilia della seconda guerra mondiale, Fiume, assurta in Italia, grazie a d’Annunzio, a simbolo della «vittoria mutilata» nel conflitto che aveva insanguinato l’Europa tra il 1914 e il 1918, non parve, una volta annessa, nel 1924, godere di particolari benefici dal regime fascista, che pur aveva ereditato dall’impresa fiumana rituali largamente applicati1 e dalla Carta del Carnaro intuizioni costituzionali2 che verranno sostanzialmente disattese. L’annessione impose la cessione di Porto Baros (parte integrante del bacino portuale fiumano) a Sušak, città del neonato (1918) Regno Serbo, Croato e Sloveno, contribuendo non poco a valorizzare le attrezzature portuali croate che entrarono inevitabilmente in concorrenza con quelle italiane ad esse contigue (nel 1937 il volume della attività dei due porti nelle operazioni di imbarco e sbarco arriveranno quasi ad eguagliarsi: 737.909 tonnellate a Sušak e 776.784 a Fiume). Nel decennio 1924-1934 la crisi nella grande industria fiumana fu resa evidente dai licenziamenti che ridussero drasticamente la mano d’opera e i quadri impiegatizi (rispetto al 1913 la riduzione fu del 25% nel Silurificio e addirittura del 78% ai Cantieri Navali). La contrazione progressiva nel volume degli affari e la crisi nelle proprietà agricole della Provincia venivano cautamente evidenziate nelle relazioni annuali della locale Cassa di risparmio. Si registrarono invece i primi robusti segni di ripresa dal 1935 in poi, in coincidenza con l’impegno bellico italiano prima in Africa e poi in Spagna, ma al tempo stesso si avvertì anche il progressivo inserimento di uomini-chiave non fiumani nei gangli vitali della politica e dell’economia cittadine, sì che alla vigilia della seconda guerra mondiale si può affermare che nel PNF (Partito nazionale fascista) con Genunzio Servidori, alla Prefettura con Temistocle Testa, alla Regia dogana con Filippo Valente, agli Uffici finanziari con Luciano Matarazzi e alla «Vedetta d’Italia» (l’unico quotidiano della città) con Arnaldo Viola, furono posti ai vertici del potere cittadino elementi provenienti da altre regioni italiane che nulla o ben poco potevano sapere della specifica identità culturale fiumana abituata da sempre a convivere con tutte le sue notevoli e molteplici «diversità» interne d’ordine culturale, etnico e religioso. Le leggi razziali del 1938 contribuirono ad accrescere lo sconcerto generale, mentre il processo di nazionalizzazione e di fascistizzazione di croati e di sloveni (definiti ufficialmente e semplicisticamente «alloglotti»), che, pur essendo minoranza nel contesto cittadino, erano assoluta maggioranza nel circondario agricolo-montano, venne portato avanti senza tenere in alcun conto gli inviti alla cautela e alla comprensione che ve1 Mussolini adottò, nei suoi colloqui con la folla, il balcone di Palazzo Venezia e la folla di Roma, come quella di Fiume, quando d’Annunzio improvvisava le adunate sotto il balcone del Palazzo del Governo, gridava: “Eja, Eja! Alalà!”. 2 La carta costituzionale della Reggenza italiana del Carnaro contiene, ad esempio, i presupposti fondamentali della Stato corporativo che il regime fascista non attuò mai compiutamente. 44 Amleto Ballarini nivano dai pochi fiumani ancora presenti nelle gerarchie statali3. Sulla carta, nel 1937, quando venne a Fiume Achille Starace, la macchina del PNF si presentava formalmente imponente e con diffusione capillare in tutta la Provincia: 8.275 fascisti inquadrati in 12 fasci, 24 gruppi rionali, 28 settori e 194 nuclei; 1.572 giovani fascisti divisi in 15 fasci, 28 centurie, 84 squadre; 401 fascisti universitari; 3.904 donne fasciste; 1.037 giovani fasciste; 3.075 massaie rurali; 13.150 iscritti all’Opera balilla; 4.120 aderenti alle organizzazioni fasciste e 8.092 al Dopolavoro. Un gigante con i piedi d’argilla, destinato a durare fin che durerà l’onda emotiva delle vittorie d’Africa e di Spagna e a mostrare, come vedremo, i primi vistosi segni di cedimento quando dall’Africa alla Grecia, dai Balcani alla Russia, la fortuna delle armi italiane verrà sistematicamente meno, lasciando l’alleato tedesco completamente libero di usare e di abusare della propria forza. Alla consunzione progressiva dell’apparato fascista corrisponderà l’inevitabile crescita del movimento antifascista che, soprattutto nell’elemento croato e sloveno, si consoliderà e si diffonderà identificandosi sia con il valore del proprio riscatto nazionale, stimolato da un diffuso sentimento di contrapposizione etnica tra slavi e italiani, sia con quello del riscatto sociale, sorretto dalle potenti suggestioni dell’ideologia comunista. Il verificarsi di tale sintesi, atta a promuovere una lotta di massa, si avrà solo con l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica quando, venendo meno il patto RibbentropMolotov che aveva portato alla precedente spartizione della Polonia4, i movimenti comunisti nell’Europa occupata dai tedeschi saranno liberi di rianimare la resistenza armata agli ordini di Stalin nei loro paesi d’appartenenza. A tutto il 1937 (su un popolazione che nella provincia contava allora ben 109.018 abitanti, secondo il censimento del 21/4/1936), la Regia questura di Fiume aveva schedato in tutto 134 «sovversivi»5, intendendo per tali non solo gli elementi di fede comunista, ma anche gli autonomisti zanelliani e gli ex dannunziani di fede anarchica o repubblicana, comunque tutti gli antifascisti in genere; 35 di questi, nonostante le diffide e in alcuni casi anche le condanne, avevano potuto mantenere il loro 3 «La Vedetta d’Italia», 14/11/1944. Da un articolo di Riccardo Gigante: «Della sciagurata politica non solo testiana [si allude al prefetto Temistocle Testa, NdA] ma del governo o del regime in tutti i territori annessi della Croazia e della Dalmazia, si occuparono appassionatamente i senatori giuliani e dalmati, me compreso (…) Alla nostra conoscenza di luoghi e delle popolazioni non si diede peso; del nostro avvertimento che la Dalmazia non era più quella dei tempi del Tommaseo e del Bajamonti, non si tenne conto; la nostra comprensione di vecchi irredentisti per i diritti delle minoranze fu derisa; il nostro rimarco sulla differenza di trattamento fatto agli Sloveni e ai Croati fu giudicato infondato». 4 J. RIDLEY, Tito. Genio e fallimento di un dittatore, Milano, Mondadori, 1996, p. 126. In occasione dell’alleanza italo-sovietica e della conseguente dichiarazione di guerra di Francia e Inghilterra alla Germania: «Stalin disse al Comintern di ordinare ai partiti comunisti di tutti i paesi belligeranti di attenersi alla linea leninista di opposizione alla guerra imperialista intentata dai governi borghesi. Il Comintern cambiò subito orientamento e Tito fece altrettanto. Molti anni più tardi disse che nel settembre 1939 Stalin aveva ripreso la vecchia politica «di non combattere il fascismo ma di tornare al cosiddetto scontro di classe, alla lotta “di classe contro classe” tra proletariato e borghesia». 5 ARCHIVIO DI FIUME/RIJEKA (d’ora in poi DAR), Prefektura (Prefettura), JU16. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 45 posto di lavoro. Segno questo d’un regime che, pur essendo totalitario, dava, fino ad allora, grazie anche alle ricorrenti amnistie, vistosi segni di tolleranza. Nel porto di Fiume, dove ai tempi di Zanella s’erano pur fatti numerosi proseliti alla causa antidannunziana prima e a quella antifascista poi, non c’era alcun segnale di apprezzabile resistenza; nell’industria pesante si potevano registrare non più di 190 potenziali attivisti «sovversivi», nell’industria leggera non se ne valutavano più di 120 e nel centro urbano nemmeno un centinaio6. Lo stesso Movimento popolare di liberazione (MPL) valuterà più tardi che il potenziale dei lavoratori presenti nelle aziende fiumane, tralasciando quello, di scarsa rispondenza, costituito da studenti e intellettuali, era, agli inizi del 1943, di ben 18.000 unità7. A partire dal 1929, quando secondo la Questura c’erano in tutto 157 «sovversivi non pericolosi» e solo 1 «pericoloso» tra Cantieri, Silurificio e Raffineria8, il Tribunale speciale fascista, fino a tutto il 1940, aveva giudicato per attività sovversiva, a Fiume, dodici persone, di cui solo sette nativi di Fiume e dintorni, emettendo dieci sentenze di condanna a pene detentive (la più pesante, 12 anni e sette mesi, quella a carico di Leo Valiani che allora si chiamava ancora Weiczen) e due assoluzioni9. Nessuna condanna a morte. Furono rari i casi (ma riguardanti soprattutto gli ebrei, dopo le leggi razziali) di internamento. Dal giugno 1940 al settembre 1943 i volontari nell’Armata di liberazione jugoslava superstiti, originari da Fiume e dintorni, ufficialmente riconosciuti tali dal Comitato popolare cittadino (CPC) nel 1945, saranno solo 51, su un totale di 337 dal 1940 al 194510. Nell’agosto del 1940 la Prefettura di Fiume dava presenti nella provincia ben 11.199 alloglotti (di cui 2.640 mobilitati nelle Forze armate italiane) e 5.482 cittadini di nazionalità jugoslava11. I combattenti antifascisti fiumani, italiani, allogeni o di nazionalità jugoslava che fossero, morti tra il 1943 e il 1945, almeno secondo un sommario elenco tratto dalle memorie dei maggiori protagonisti sopravvissuti, sarebbero stati in tutto 86 di cui 17 in combattimento, 1 disperso, 62 fucilati dai nazifascisti e 6 morti nei campi di concentramento12. Secondo la storiografia jugoslava più autorevole13, i combattenti caduti per la causa del6 L. MARTINI, Memorie e documenti raccolti per una storia di Fiume nella lotta popolare di liberazione fino al 1943 - Parlano i protagonisti - Monografie V, Pola, Centro di ricerche storiche di Rovigno, 1976, pp. 14-16. 7 Ibid., p.105, relazione di L. Drndić-Vladen al Comitato del Partito comunista della Croazia per il Litorale croato. 8 VOJNOISTORISKI ARHIV BEOGRAD/BELGRADO, (d’ora in poi VAB), Građa talijanske Kvesture (Questura italiana), reg. 4/5-1, b. 850, relazione del prefetto di Fiume del 5/5/1928: «Ed ecco il numero dei sovversivi: Cantieri del Carnaro: operai sovversivi non schedati e non pericolosi (alcuni dei quali assunti recentemente provenienti da Muggia e Trieste) n. 77 - Operai schedati come pericolosi Nro 1. Silurificio: operai sovversivi non pericolosi Nro 52 - Operai schedati come pericolosi nessuno. Raffineria Olii Minerali: operai sovversivi non pericolosi Nro 28 - operai schedati come pericolosi nessuno». 9 L. MARTINI, Memorie e documenti… cit., pp. 165-169. 10 DAR, Gradski narodni odbor (Comitato popolare cittadino), JU16-17. 11 SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI, Il Tributo fiumano all’olocausto, Roma, Tip. Spoletini, 1999, Appendice: doc. 2. 12 L. MARTINI, Memorie e documenti… cit., pp 249-251. 13 R. BUTOROVIć, Sušak i Rijeka u NOB, Rijeka, Tipograf, 1975, pp. 546-547. 46 Amleto Ballarini la Liberazione nella ex provincia italiana del Carnaro sarebbero stati in tutto 137, ma tra quest’ultimi abbiamo rilevato solo uno nativo di Fiume e tutti gli altri risultano nativi dai centri croati dei dintorni. Stando alle nostre schede le vittime del MPL sarebbero state in tutto 147, di cui 113 con nazionalità italiana accertata e 34 con nazionalità incerta. Di questi 71 caduti o dispersi in combattimento, 34 soppressi dai tedeschi e 23 dagli italiani; 12 morti per cause ignote. Se sommiamo i nostri dati riguardanti gli italiani (accertati o incerti che siano), non molto distanti da quelli riscontrati nella memorialistica postbellica, ai dati delle vittime croate tratti dalla storiografia, sopra richiamata, si ricaverebbe un totale di 284. Le cifre in nostro possesso starebbero a dimostrare che dall’inizio del secondo conflitto mondiale nel 1939 fino al disfacimento delle Forze armate italiane, l’8/9/1943, conseguente al crollo del sistema fascista (25/7/1943), il bilancio delle vittime di nazionalità italiana, per qualsivoglia causa di carattere politico o razziale, fu di scarso rilievo. Ben più alto fu tra il 1940 e il 1945 il numero di quanti, appartenenti alle Forze armate italiane, caddero per cause belliche sui diversi fronti di guerra e non risulta affatto trascurabile, ma di gran lunga inferiore, anche se tale materia non ha fatto parte di questo progetto di ricerca, il numero degli individui, residenti nel territorio preso in esame, alloglotti (croati o sloveni) o di nazionalità jugoslava, deceduti per cause belliche, razziali e politiche, nello stesso periodo di cui sopra. Stando ai dati in possesso del Ministero della difesa della Repubblica italiana14 la città di Fiume ebbe 174 caduti nelle Forze armate italiane tra il 10/6/1940 e il 7/9/1943 e 134 tra l’8/9/1943 e il 31/12/1945. In tutto 308. La provincia del Carnaro (Abbazia, Castel Jablanizza, Castelnuovo d’Istria, Clana, Elsane, Fontana del Conte, Laurana, Matteria, Mattuglie, Moschiena, Primano, Villa del Nevoso e Veglia) avrebbe dato complessivamente 223 caduti di cui 154 prima dell’8/9/1943 e 69 dopo. In tutto, tra Fiume e Provincia, sempre stando al Ministero della difesa italiano, caddero, tra il 10/6/1940 e il 31/12/1945, 531 militari così suddivisi: il 53% nell’esercito, il 28% nella marina, il 10% nelle formazioni della Repubblica sociale italiana (RSI), il 4% nell’Aeronautica militare e il 5% in formazioni partigiane. Stando alle nostre schede, invece, le vittime, tra le Forze armate italiane,comprendendo tra queste anche Carabinieri, Finanza e Pubblica sicurezza (PS) ed escludendo il Movimento popolare di liberazione, integrato a tutti gli effetti nell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo (EPLJ), dal 10/6/1943 al 2/5/1945 furono in tutto 761. Di queste, 412 ci risultano decedute tra il 10/6 e il 7/9/1943; 349 tra l’8/9/1943 e il 2/5/1945. Dopo il 3/5/1945 abbiamo registrato 275 vittime. Occorre ricordare, però, che il Ministero della difesa ha tenuto il conto solo degli appartenenti alle Forze armate o a forze ad esse equiparate, registrati sia su segnalazione dei comandi sia su segnalazione di commilitoni e famigliari e qualora la segnalazione avesse rispondenza negli organici in possesso di detto ministero. Riteniamo poco probabile che le cifre risultanti per gli appartenenti alla RSI o alle 14 ALBO D’ORO Provincia. DEL MINISTERO DELLA DIFESA (d’ora in poi AOMD), Elenco Caduti di Fiume e Profilo storico - Povijesni pregled događaja 47 formazioni partigiane in Fiume e provincia, provenienti da tale fonte, possano essere vicine alla realtà, mancando ad essa, ovviamente, per una corretta elaborazione di dati la conoscenza completa degli organici relativi alle unità di appartenenza. Stando ai dati ricavati da fonti diverse, i caduti della RSI e del Movimento popolare di liberazione, appaiono infatti ben più numerosi nel capitolo riservato alla elaborazione dei dati statistici ricavati a conclusione del nostro lavoro, cui si rimanda il lettore per una più corretta informazione. Risulta utile di contro l’elenco del Ministero della difesa ai fini d’una esauriente valutazione dei militari caduti nelle file del Regio esercito, della Marina militare e dell’Aeronautica militare prima dell’8/9/1943. Tra il 10/6/1940 (dichiarazione di guerra da parte dell’Italia alla Francia e all’Inghilterra) e la breve campagna d’invasione della Jugoslavia conclusasi il 17/4/1941, nonostante le leggi razziali del 1938 e il capillare perseguimento d’ogni attività sovversiva da parte degli organi di polizia, non si registrano condanne a morte e decessi dovuti a rappresaglie, attività «sovversive», o avvenuti in stato di prigionia o d’internamento. I primi segnali di ostilità «popolare» contro la Jugoslavia si erano registrati a Fiume a metà maggio del 1940, durante alcune manifestazioni studentesche inneggianti al regime quando un gruppo di dimostranti la sera del giorno 14 prese «a tirar sassi contro edifici della sponda jugoslava, infrangendo molti vetri del bar Kauzlarić e della cartiera Smith & Meynier» con sede a Sušak, oltre l’Eneo15 e «poco dopo alcuni giovinastri dalla vicina Sušak avrebbero lanciato qualche sasso in territorio italiano senza conseguenze di sorta»16. La situazione si inasprì poi con l’invasione italo-tedesca della Jugoslavia il 6/4/1941 quando la Wehrmacht passò la frontiera rumena. Tra il 1° e il 17 aprile venne ordinato lo sfollamento della città di Fiume. Solo da Trieste, segnalava il commissario compartimentale di PS Ottorino Palumbo Vargas, il giorno 5, fecero «capo circa 12 treni al giorno (…) poi smistati per le varie località del Regno, specie del Friuli e della provincia di Verona» per un totale complessivo di circa 25.000 persone. La stessa fonte aveva cura di segnalare alle superiori autorità «l’esemplare contegno della popolazione esodata da Fiume, la quale, pure negli spostamenti ferroviari, si è mostrata disciplinatissima (…) nonostante il movimento eccezionale di passeggeri e bagagli nelle stazioni e sui treni, non si sono verificati (…) incidenti di sorta, furti, borseggi od altri reati17». Non ci furono segnalazioni di diversa natura nemmeno nei giorni seguenti, quando per treno o con altri mezzi sfollò circa il restante 50% della popolazione complessivamente residente (circa 55.000 unità). Parimenti dicasi durante le operazioni di rientro. 15 ACS, Ministero dell’Interno, Direzione generale pubblica sicurezza (d’ora in poi DGPS), Divisione affari generali e riservati (d’ora in poi AAGGRR), cat. A5G (II guerra mondiale), b. 52, fasc. 16 «Fiume, manifestazioni e incidenti, anno 1940», telespresso n. 12/16813 del 27/5/1940. 16 Ibid., telegramma del prefetto Testa in data 15/5/1940. 17 Ibid., b. 60, fasc. 26, «Movimento comunista a Fiume», relazione riservata del Regio Ufficio Compartimentale di PS del 5/4/1941. 48 Amleto Ballarini Sfollarono da Fiume anche 694 cittadini jugoslavi e, sotto scorta, poco più di 300 ebrei con destinazione Caprino Veronese. Gli uni e gli altri ritorneranno a Fiume, come tutti gli sfollati, tra il 23 aprile e la prima decade di maggio18. Fu una guerra di breve durata e la facile vittoria italo-tedesca fece sì che la provincia di Fiume, detta del Carnaro, che aveva già superato i limiti del vecchio «Corpus Separatum» del Regno d’Ungheria con l’annessione del 1924 e i comuni presi in prestito forzoso dall’Istria croata e slovena, dilatasse oltre misura, con i nuovi «territori annessi del Fiumano e della Kupa», le proprie competenze amministrative. Il risultato conclusivo fu che gli italiani, pur essendo solida maggioranza nel capoluogo e nei suoi sobborghi, stando ai censimenti del ’900, si ritrovarono ad essere, nella nuova provincia dell’Impero, una minoranza destinata ad essere presa tra i due fuochi della resistenza jugoslava, croata da una parte e slovena dall’altra, che prima d’essere ispirata dall’Internazionale comunista si richiamava per molti versi alla tradizione dei suoi movimenti nazionalisti. Nell’ottobre dello stesso anno la Questura di Fiume segnalava al Ministero dell’interno che «con la fine della Jugoslavia e l’annessione dei distretti di Veglia, Sušak e Castua alla provincia del Carnaro, mentre la maggioranza di quella popolazione andava progressivamente adattandosi alla nuova situazione (…) alcuni sconsigliati imbevuti di odio antitaliano e di idee comuniste, iniziarono una clandestina propaganda contro il Fascismo e le truppe d’occupazione. Dapprima comparvero sporadiche iscrizioni murali, inneggianti a Stalin ed al bolscevismo, ma presto a tali schermaglie seguirono numerosi manifestini e libelli a firma di comunisti e di altri partiti affini, intonati tutti al disprezzo degli Stati Fascisti»19. Sembrava contraddire, più avanti, nel testo della relazione citata, quel preteso «adattamento» della popolazione, l’affermazione per cui «lo spirito d’omertà che regna tra gli abitanti del Castuano non ha permesso finora di individuare gli autori della diffusione». C’erano valide ragioni per sospettare, stando alla stessa relazione, che da Castua «i sovversivi delle zone annesse tentino di allargare la loro penetrazione nell’ambito dello stesso territorio della provincia del Carnaro, con la complicità di affiliati slavi». Nel capoluogo però parve non funzionare lo stesso «spirito d’omertà» che si riscontrava nel Castuano visto che i responsabili della «propaganda comunista» e della «colletta di danaro e di indumenti usati a favore dei comunisti, operanti in azioni terroristiche nei paesi annessi e nel territorio demilitarizzato croato», tali Prodan Antonio di Silvestro, Radovan Giuseppe fu Giovanni, Barisic Mario fu Giuseppe, Bratos Guerrino fu Enrico e Pauletti Mario di Pietro vennero tutti identificati e «assegnati al confino». La Questura di Fiume non sapeva allora d’aver messo le mani, se sono attendibili le memorie postume dei «protagonisti», sul primo Comitato cittadino del Partito comunista croato di cui proprio Barisić sarebbe stato il primo segretario20. Le se18 19 20 Ibidem. Ibid., lettera dell’ispettore capo Peruzzi, Milano, 12/12/1941. L. MARTINI, Memorie e documenti… cit., pp. 47-48. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 49 gnalazioni della locale Questura, della Milizia di Fiume e del Consolato italiano di Sussa (Sušak) si limitavano, infatti, ad indicarlo «nell’anno 1935, nonostante la sua giovane età, come un fanatico jugoslavo, acceso irredentista e politicamente capace di svolgere attività a noi contraria»21. Nei nuovi distretti si passò ben presto dai libelli alle armi e il vecchio irredentismo croato si mescolò con il comunismo stalinista dichiarando al fascismo una guerra all’ultimo sangue. Nel territorio di Fontana del Conte, Castelnuovo d’Istria, Primano e in altre località della zona del Monte Nevoso si segnalò la presenza di gruppi partigiani, definiti da alcune fonti come «propagandisti comunisti» e da altre come «cetnici», tra il dicembre 1941 e il febbraio 1942. Le stesse fonti ammettevano, forse per la prima volta, che lungo la linea ferroviaria tra S. Pietro del Carso e Primano erano avvenuti due incruenti attentati, il 28/10 e il 12/11/1941. Il 16 dicembre dello stesso anno un posto d’avvistamento aereo della Milizia era stato fatto segno da alcuni colpi di arma da fuoco22. Dalla parte opposta, appena oltre l’Eneo, da Sušak, sul mare, fino a Grobniko, nell’entroterra montano, sembra che il primo consistente gruppo di resistenza armata sia stato individuato nel settembre del 1941, con l’arresto di un certo Stipanović Ernesto, nella sua abitazione di Costrena nei pressi di Sušak. Da lui non fu difficile risalire ad altri elementi operanti nelle zone boschive di Grobniko, Pasac e Čavle che però sfuggirono all’arresto23. In data 2/12/1941, il Regio commissariato di polizia di Sušak, agli ordini del commissario capo Pileri, dipendente dalla Questura di Fiume, denunciava ben 80 persone, di cui 44 in stato d’arresto e 36 latitanti, dei nuovi distretti, quasi tutti definiti come «ex jugoslavi», per «organizzazione di associazioni comuniste – propaganda sovversiva – insurrezione armata contro i poteri dello stato – formazione e partecipazione a bande armate – tentata distruzione di strade ferrate e di convogli – favoreggiamento personale»24. Con i suoi nuovi distretti amministrativi di competenza (i cosiddetti «territori annessi del Fiumano e della Kupa»): Sušak, Buccari, Castua, Delnice, Čabar, Veglia e Arbe, registreremo le prime condanne a morte (tre alloglotti dei dintorni di Fiume) di un tribunale speciale fascista in data 25/6/1942. Le prime condanne alla pena capitale di tribunali militari, conseguenti alle attività del movimento partigiano comunista erano state eseguite nel marzo dello stesso anno (due partigiani croati di Krasica il giorno 6 e undici cittadini di Sušak il giorno 26). Stando anche alle memorie di quanti un giorno, italiani e slavi, saranno definiti quali «protagonisti» superstiti della lotta popolare di liberazione, sembra che tra il 1939 e l’8 settembre 1943, nel territorio di nostro interesse, le vittime di nazionalità 21 ACS, Ministero dell’interno, DGPS, AAGGRR, b. 60, relazione dell’ispettore capo Peruzzi. 22 Ibid., nota del prefetto di Fiume al Ministero dell’interno, 3/2/1942. 23 Ibid., relazione della Prefettura di Fiume del 27/9/1942. 24 Ibid., denuncia del Commissariato di Sušak al procuratore del re in data 2/12/1941. 50 Amleto Ballarini italiana dovute all’attività partigiana siano state soltanto due (una delle quali non ha trovato conferma nei documenti d’archivio)25 e nessuna di nazionalità italiana, impegnata nella resistenza, che sia stata determinata nel corso di operazioni di repressione svolte dalla polizia fascista o dalle forze armate italiane. Queste ultime ebbero invece, tra l’11/4/1941 e l’8/9/1943, solo in tutta la Croazia, 2.962 morti, 2.560 dispersi e 4.950 feriti26. Risulta apprezzabile la cifra delle vittime di nazionalità jugoslava dovute ad attività di rappresaglia italiana per lo stesso periodo di cui sopra nel territorio preso in esame dalla nostra ricerca, ma ciò solo inserendo in esso le vittime originarie dei distretti annessi alla Provincia del Carnaro nel 1941 poiché, se non si tenesse conto di queste, non risulterebbero, per le stesse cause, nemmeno molte vittime di nazionalità jugoslava. Escludendo dal computo delle vittime jugoslave quelle registratesi nel campo di concentramento di Arbe (per il quale non abbiamo dati certi sulla nazionalità di esse e sulle cause di morte) riteniamo di poter affermare che la reazione fascista non abbia determinato molto di più delle 170 vittime jugoslave da noi accertate, per condanne di Tribunali speciali o rappresaglie militari o azioni di polizia, nei distretti annessi dopo l’aprile del 1941. A queste occorre aggiungere una cifra, che non siamo in grado di precisare, ma che da parte croata potrà essere meglio accertata, che riteniamo non superiore al centinaio, di combattenti partigiani morti nei conflitti a fuoco con le forze d’occupazione sempre nei distretti di recente annessione. Si ha l’impressione che a Fiume città e sobborghi, come nel Kossovo e nella Macedonia sia fiorita dopo l’8/9/1943 la resistenza «dell’ultima ora»27. 25 L. MARTINI, Memorie e documenti… cit., p. 141: Solo Oskar Piškulić ricorda d’aver ferito mortalmente a Sušak nel marzo del 1942 un graduato italiano di cognome Giovannelli che a capo di una pattuglia armata stava per arrestarlo. Nell’elenco caduti del Ministero della difesa non figura tuttavia alcun Giovannelli. Cfr. anche in ACS, Ministero dell’interno, DGPS, Segreteria particolare del capo della polizia, Senise e Chierici (1940-1943), b. 12, fasc. 126.31, dalla relazione del prefetto di Fiume al Ministero dell’interno in data 7/9/1941 si rileva che durante una operazione di arresto di comunisti operanti nelle zone di Grobnico, Pasac e Čavle un certo Smokvina Mario di Čavle, operaio comunista, di anni 22, avrebbe ferito mortalmente con un colpo di pistola la guardia di PS Marcolin Giuseppe della Questura di Fiume che si accingeva ad arrestarlo. 26 B.P. BOSCHESI, Le armi, i protagonisti, le battaglie, gli eroismi segreti della guerra di Mussolini, 1940-1943, Milano, Mondadori, 1984, p. 229; UFFICIO STORICO DELLO STATO MAGGIORE ESERCITO, Le operazioni delle unità italiane in Iugoslavia (1941-1943), Roma, 1978. 27 J. KRULIć, Storia della Jugoslavia, Milano, Bompiani, 1999, p. 22: «I partigiani riuscirono a conquistare territori liberati nella regione di Užice (ottobre - dicembre 1941) in Serbia, poi Tito e il suo stato maggiore dovettero ripiegare in Bosnia fra il 1941 e il 1944 mentre alcuni gruppi riuscirono a mantenersi molto attivi nel Montenegro e in Slovenia fra il 1941 e il 1942. La Serbia rimase loro vietata sostanzialmente fino al marzo del 1944, mentre regioni come il Kosovo e la Macedonia restarono tranquille (la Macedonia ebbe solo l’1% dei morti durante la guerra) o furono attivamente collaborazioniste (albanesi del Kosovo, responsabili di alcuni massacri di serbi) e in esse fiorì la resistenza dell’ultima ora». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 51 Di contro la vecchia provincia del Carnaro ha dato alla cosiddetta «guerra fascista» dal 10/6/1940 al 7/9/1943, 502 caduti sui diversi fronti di guerra28. In data 24/4/1942, a causa dell’intensificarsi delle attività partigiane nell’entroterra montano, l’esercito italiano venne autorizzato, con una ordinanza del prefetto di Fiume, Temistocle Testa, a compiere rappresaglie sugli ostaggi e sulla popolazione civile e, in data 26 giugno, si ebbe notizia che 13 ostaggi erano stati fucilati. La reazione fascista fu particolarmente dura nel Castuano che si rivelò sin dall’inizio come un’autentica roccaforte del movimento di resistenza. Il 30/5/1942 14 persone vennero fucilate a Jelenie. Il 6 settembre vennero fucilati 12 ostaggi prelevati nelle zone di Castua, Marcelji, Sroki, Mavri, Rubeši, San Matteo e Spinčići. Il 12 luglio ne furono uccisi a Podhum 120, secondo fonti croate e 92 secondo fonti italiane29. In data 6/11/1942 a seguito d’indagini nella zona di Castua, motivate dalla diffusione di stampa clandestina, vennero arrestati tali Krstulia Giovanni fu Antonio e Iugo Sebastiano di Giuseppe definiti «ex jugoslavi partigiani». Furono uccisi dalla scorta di PS nei pressi di Sušak durante un tentativo di fuga30. Una relazione non datata, ma senz’altro stilata tra la seconda metà del 1942 e la prima del 1943, ci rivela come le forze disponibili della Prefettura di Fiume per l’attività di controguerriglia non fossero sufficienti ai fini delle operazioni su vasta scala che il castuano, ormai, senz’altro richiedeva. Si dovette far ricorso a unità, particolarmente decise, provenienti da altre regioni italiane come fu il caso del 2° Battaglione squadristi emiliani31. Nel campo di concentramento di Arbe, in località Kampor, le fonti jugoslave del dopoguerra32 affermano che sarebbero morte molte persone (1.276 stando a documenti italiani o 4.641 stando a valutazioni slave). Per questi ultimi dati non vengono tuttavia indicate le cause effettive della morte né la nazionalità dei deceduti né i AOMD, Elenco Caduti… cit. R. BUTOROVIć, Sušak… cit. pp. 175-176. 30 ACS, Ministero dell’interno, DGPS, AAGGRR, 1940, b. 60, «Movimento comunista a Fiume», telegramma del prefetto Testa in data 9/11/1942. 31 VAB, k. 903, Br. Reg. 17/6, comunicazione riservata al questore di Fiume non datata ma si presume stilata tra il secondo semestre del 1942 e il primo del 1943, firmata dal vice commissario Eugenio Colonna e dal seniore della Milizia Ercole Santucci: «…stamane il 2° Battaglione squadristi emiliani con l’ausilio dell’Ufficio di PS di Mattuglie e della Tenenza CCRR di Castua dopo aver provveduto all’accerchiamento delle frazioni Giorgini, Spinčići, Tometići, Bani e Serdoci di Castua, ove risiedevano i trentadue giovani che recentemente si sono uniti alle bande dei partigiani procedette al fermo dei familiari dei predetti, nonché degli abitanti delle case vicine a quelle di costoro (…) Dopo che l’Ente beni confiscati, coadiuvato dalla GAF di Castua, ebbe provveduto alla confisca dei beni mobili dei fermati, il 2° Battaglione squadristi emiliani procedette ad una azione di rappresaglia verso le abitazioni di coloro che erano passati ai partigiani (…) gran parte della popolazione del Castuano che assisteva all’operazione stessa ha manifestato il desiderio di essere internata nel Regno al fine di evitare ulteriori violenze ad opera dei partigiani. Il numero degli internati è di N. 500». 32 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., pp. 176-178. 28 29 52 Amleto Ballarini documenti da cui le cifre sono state tratte. Il campo di Arbe33 avrebbe ospitato ben 20.000 persone di cui circa 3.500 ebrei; 2.200 (secondo fonti italiane) o 3.000 (secondo fonti ebraiche) di questi sarebbero sopravvissuti, nonostante l’occupazione tedesca dopo l’8 settembre 194334, data in cui un gruppo di prigionieri sloveni s’impadronì del campo uccidendo l’ufficiale dei carabinieri che lo comandava e unendo a sé buona parte del locale presidio militare italiano35. La «Relazione sulla situazione politico economica della Provincia nel bimestre maggio-giugno 1943»36 inviata il 24/6/1943 al capo della polizia è forse l’ultima disponibile prima che il crollo del fascismo il 25 luglio e delle forze armate italiane l’8 settembre 1943 segnassero la fine, di fatto, se non sempre di diritto, non solo della Provincia costituita dopo l’invasione della Jugoslavia nel 1941, ma anche di quella creata nel 1924. Vale la pena di scorrerla perché essa sembra non nascondere affatto la realtà drammatica della situazione: «a) Agricoltura – La produzione agricola della Provincia, data la speciale natura del terreno, in parte roccioso, non è sufficiente per i bisogni della popolazione, per cui è necessario fare affluire qui da altri mercati gran parte dei prodotti destinati all’alimentazione (…) Nelle terre annesse, per la mancanza di uomini, a causa degli internamenti, della scarsa sicurezza dei lavoratori e della presenza di reparti militari, si avrà una produzione molto limitata ed inferiore al normale, per cui occorrerà rifornire le popolazioni, specie nei centri esterni, con generi recati in luogo con autocarri opportunamente scortati. b) Zootecnia – Nonostante le persistenti deficienze di mangimi, il patrimonio zootecnico ha subito un ul- 33 G. BAMBARA, La guerra di liberazione nazionale in Jugoslavia, Milano, Mursia, 1988, p. 51: «Prima di essere concentrati nell’isola di Arbe, gli Ebrei erano stati ospitati in varie altre località presidiate da unità della 2ª Armata (…) Secondo fonte ebraica, i rifugiati sarebbero saliti, tra marzo e settembre (n.d.a.: 1942) a 3500. Tra marzo e il 20 luglio tutte queste persone furono concentrate (…) nell’isola di Arbe (Rab) annessa all’Italia. Sulle condizioni di vita nei campi di concentramento c’è da precisare che erano soddisfacenti, anzi confortevoli, sia ad Arbe, sia nei campi precedenti (…) La popolazione complessiva del campo di Arbe, detto “Campo di concentramento per internati civili di guerra” ammontava a circa 20.000 persone». 34 Ibid., documento n. 30, p. 310 (come tremila ebrei jugoslavi furono salvati dal massacro), “Italiani ed ebrei in Jugoslavia” di Verax (Roberto Ducci). 35 AMSF, Fondo Ricerca A4, relazione del maggiore del 73° Rgt. fant. Michele De Gaetano sugli eventi dall’8 settembre al 7 novembre 1943 nelle isole del Carnaro, datato 2/2/1944 : «Arbe 13-30 settembre 1943. Preso alloggio al Bristol, insieme altri ufficiali tra i quali il Ten. Col. dei Carabinieri Cuyuli Enzo comandante il presidio di Arbe, barbaramente trucidato dai partigiani sloveni ex internati nel campo di concentramento di quell’isola, regolarmente tutti sottoposti alla sorveglianza di sentinelle armate poste davanti alle proprie stanze. Durante la permanenza ad Arbe ho rifiutato in parecchie occasioni di aderire al movimento partigiano. Parecchie volte invitato a rientrare a Fiume attraverso Cirquenizze, ho rifiutato di partire sapendo che a Cirquenizze un ufficiale superiore italiano reclutava tutti gli ufficiali di passaggio per l’inquadramento nella brigata Garibaldi. Confermo che il movimento partigiano ad Arbe aveva profonde radici fra gli stessi militari italiani in servizio al campo tanto che mi è stato confermato che gli ordini segreti pervenivano prima al comando partigiano e poi ai comandi italiani». 36 ACS, Ministero dell’interno, DGPS, Segreteria del capo della polizia, Senise e Chierici (1940-43), bb. 11 e 12. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 53 teriore miglioramento (…) si va sempre di più accentuando lo sviluppo dell’allevamento dei suini (…) con particolare riferimento ad alcune località dell’isola di Veglia (…) a Draga funziona, nonostante le deficienze di mangime una porcilaia (…) con 1200 capi – oltre in Valle di Sussa un allevamento curato dall’Intendenza dell’Armata con 110 capi. c) Industrie – Ad eccezione delle industrie esistenti nel Capoluogo, nel resto della Provincia non esistono industrie degne di rilievo, all’infuori di quelle del legno e della pesca. Gli stabilimenti industriali di Fiume lavorano per la guerra e perciò a ritmo accelerato, con maestranze al completo, in buona parte fornite dalle terre annesse (…) Molte imprese provvedono alla costruzione di opere militari alla periferia di Sussa per la preparazione di una cintura di fortificazioni a difesa del capoluogo (…) Continua anche con crescente intensità la preparazione dei rifugi in roccia che assorbe un rilevante numero di operai edili (…) Nelle terre annesse l’industria del legno è resa sempre più precaria per le scarse condizioni di sicurezza e le conseguenti impossibilità di eseguire (se non con adeguate scorte) tagli di boschi (…) d) Commercio – Le condizioni generali del commercio dovute allo stato di guerra ed agli eventi militari verificatisi recentemente, hanno maggiormente contratto gli affari già ridotti di volume. Per la particolare situazione della città con l’annessa Zona Franca si era avuta in passato, anche in periodo bellico, intensa ripresa di affari con la vicina Croazia, la Dalmazia e l’Ungheria, affari che avevano richiamato a Fiume un cospicuo numero di affaristi, spesso senza scrupoli, ma ora, con la deficienza di materia prima, tale fenomeno è ridotto a proporzioni modeste (…) e) Disoccupazione – (…) non desta alcuna preoccupazione. Salvo i casi appresso indicati, dovuti alla mancanza di specializzazione della mano d’opera della Provincia, che preferiva adattarsi a lavori facili ed al piccolo traffico di frontiera (...) non vi sono che 445 disoccupati (…) f) Costo della vita - blocco dei prezzi e vigilanza annonaria. – La presenza a Fiume (Sussa) di un’armata e la possibilità che sinora hanno avuto ufficiali e militari di truppa di farsi seguire in Fiume dalle rispettive famiglie hanno causato una maggiore richiesta di generi alimentari e di abbigliamento, nonché di camere, appartamenti e servizi vari, con conseguente aumento del costo dei generi e delle prestazioni date le limitate disponibilità. Ho sin dal mio arrivo a Fiume dato rigoroso impulso alla repressione della borsa nera (…) 1) Privati denunziati per accaparramento merci e per altre infrazioni N. 205 – 2) Commercianti denunziati per accaparramento merci alterazioni prezzi e per altre infrazioni N. 37 – 3) Commercianti a carico dei quali sono stati adottati provvedimenti amministrativi N. 13 – 4) Commercianti, cui carico sono stati adottati provvedimenti di polizia (…) Nessuno. g) Attività del clero e delle organizzazioni cattoliche – (...) Tuttavia è nota la preconcetta ostilità del clero verso il Regime ed anche verso l’Italia. Nonostante l’abilità con la quale sanno dissimulare tale loro stato d’animo, pur ogni tanto affiorano episodi che lasciano chiaramente comprendere i loro veri sentimenti (…) Il Vescovo di Fiume però, almeno dagli atti esterni, si mostra particolarmente deferente verso le Autorità dello Stato e del Regime, dichiarandosi disposto alla più cordiale collaborazione (…) nelle sue omelie o nei discorsi tenuti in questo periodo di tempo ha avuto spunti di carattere patriottico, inneggiando alla vittoria delle armi italiane (…) Continua l’uso della lingua croata nell’insegnamento e nelle cerimonie religiose, non solo nelle terre di recente annessione, dove sarebbe spiegabile, data la scarsa diffusione della lingua italiana, ma anche nel territorio della vecchia provincia, né si fa uso della lingua ufficiale della Chiesa nelle funzioni liturgiche. Si afferma dai Presuli che ciò si rende necessario data la speciale mentalità dei fedeli. Il Vescovo di Veglia che per il passato era un aperto e dichiarato slavofilo a noi ostile non ha dato luogo a rilievi, mantenendo un atteggiamento riservato, per quanto non si debba fare eccessivo conto su un’eventuale modifica dei suoi sentimenti. g) Attività protestante e di 54 Amleto Ballarini altre sette religiose – Nessuna speciale attività v’è da segnalare (…) i) Attività degli ebrei e ripercussioni dei provvedimenti razziali – Il problema ebraico riveste in questa zona una speciale importanza per il rilevante numero di appartenenti a tale razza, che arricchitisi nei commerci e nelle industrie – particolarmente prospere un tempo – per la eccezionale situazione geopolitica di questa città, hanno contratto relazioni di parentela e di affari con ariani, per cui tra ebrei, discriminati e congiunti di questi, alcuni anche in posto di comando, si arriva a raggiungere una parte considerevole della popolazione. Dopo l’internamento di molti ebrei, quelli rimasti non possono e non debbonsi considerare favorevoli al Regime, per cui il loro atteggiamento, sia pure apparentemente calmo e disciplinato, forma oggetto di continua intelligente vigilanza (…) l) Repressione di illecito traffico di valuta e preziosi – Non si sono avute nel bimestre operazioni di particolare importanza (…) m) Attività sovversiva e antinazionale – Si è avuto una sensibile ripresa di attività sovversiva, specie nelle zone di recente annessione. Tale attività deve essere inquadrata come segue: 1) Attività comunista e dei ribelli: I comunisti hanno approfittato della situazione creatasi a seguito delle operazioni militari sul fronte africano e insulare per attivare una intensa propaganda con la diffusione di stampati comunisti fatti cadere dalle latrine dei vagoni ferroviari lungo il tratto delle ferrovie che dallo scalo di Fiume va a Sussa o lanciandoli nelle caserme o recapitandoli a mezzo di affiliati. In occasione del 1° maggio a Sussa si ebbe una larga diffusione di detti stampati. Le indagini prontamente disposte portarono all’arresto dei responsabili ed alla identificazione di numerose cellule, i cui componenti (…) furono arrestati. Successivamente si ebbero altre sporadiche manifestazioni del genere. Per quanto in queste zone la proprietà sia molto frazionata, le teorie comuniste hanno fatto egualmente breccia nell’animo delle popolazioni in quanto si sono appoggiate sull’elemento razziale sfruttando gli avvenimenti e gli errori conseguenti allo stato eccezionale di guerra. Si sono avuti così episodi di elementi borghesi passati nelle file dei partigiani, giovani studentesse che hanno lasciato la famiglia per unirsi agli elementi che vivono nei boschi, in ciò portate oltreché dalla loro indole proclive a questa vita nomade e avventurosa, dal convincimento di compiere un alto dovere patriottico. Si sono avuti nelle terre annesse specie in questo mese di giugno frequenti prelevamenti di uomini fatti di nottetempo nei gruppi di casolari non difesi da presidi o di giorno su strade non controllate da reparti armati, con sequestro di uomini, di materiale e di quadrupedi. La comparsa poi a Bosiljka Loca di un gruppo di circa 500 ribelli che ha eseguito tiro di disturbo sulla Caserma dei CCRR fa prevedere una ripresa di attività dei partigiani che va fronteggiata energicamente con azioni di polizia militare di vasto raggio. Il battaglione Squadristi “Emiliano” e quello “M” della Milizia Confinaria hanno svolto brillante azione di rastrellamento causando ai ribelli un buon numero di perdite, senza subirne. Detti reparti sono stati ora destinati ad altre zone, salvo un’aliquota di Milizia Confinaria. Si rende perciò necessario che le forze militari abbandonino l’atteggiamento passivo sinora conservato per cui alcune centinaia di partigiani hanno potuto tenere in scacco un’intera Armata e passino senz’altro ad azioni di rastrellamento di largo respiro, per impedire che i nuclei ribelli, sospinti oltre frontiera dall’azione svolta in altre Provincie e dalle truppe tedesche, non siano portati a gravitare, per la minore resistenza che incontrano, verso questa zona, creando situazioni difficili e preoccupanti. Come si è detto, altro argomento sfruttato dai comunisti è stato quello delle atrocità e degli errori che sarebbero stati commessi dalle autorità italiane. Per efficacemente controbattere tale propaganda l’Ecc. il Prefetto, in ciò pienamente da me seguito, ha deciso di adottare una politica di severa assoluta giustizia, riparando con atti di giusta clemenza eventuali errori, ma colpendo altrettanto inesorabilmente, senza bisogno di inutili chiassate, tutti coloro che svolgono comun- Profilo storico - Povijesni pregled događaja 55 que attività contraria agli interessi italiani. Tale sistema, mentre ha eliminato una comoda fonte di propaganda, ha dato alle popolazioni, specie di recente annessione, uno stato di tranquillità creando altresì uno sbandamento nei loro sentimenti verso i ribelli, di fiducia nelle autorità fasciste. Il colpo è stato accusato in pieno dai nemici che nei loro libelli hanno cercato di correre ai ripari, mettendo in guardia le popolazioni contro le apparenti forme di bontà del Prefetto e avvertendole che presto questi avrebbe mostrato il suo vero volto. 2) Azione di gruppi filojugoslavi e filocroati: Accanto e parallelamente all’azione dei comunisti si svolge l’attività di altri gruppi politici irredentisti jugoslavi, ai quali fanno capo molti intellettuali e borghesi e filo croati. I primi cercano di aiutare direttamente o indirettamente l’azione dei partigiani, con l’invio di mezzi nella speranza poi di poterli dominare o attrarli nella loro orbita, i secondi aiutati ufficiosamente dalle autorità croate, cercano di poter guadagnare questa zona ad un’eventuale futura sistemazione territoriale della nuova Croazia. Questi gruppi operano nell’ombra, con riunioni in casa di qualche esponente (Veglia, Sussa, Buccari) o col prepararsi a fronteggiare eventualmente situazioni favorevoli, ma sinora non hanno dato luogo a manifestazioni esterne di attività. 3) A queste azioni va aggiunta la propaganda subdola dei soliti scontenti, dei mancati (sic), di tutti coloro che si vedono colpiti nei loro interessi, che criticano gli atteggiamenti delle autorità militari imborghesite da due anni di vita inerte in questa zona, gli sprechi di carburante che si fanno con uso eccessivo di automezzi per ufficiali e di camion per piccole esigenze. Tuttavia si ha motivo di ritenere che, come si è detto, se le autorità militari si decideranno ad agire con energia contro i partigiani, non limitandosi ad accusare colpi e a rinchiudere i piccoli presidi in modesti fortilizi durante la notte ed il giorno, tanto da apparire assediati, abbandonando alla loro sorte intere borgate, si avrà una conseguente riduzione di questa attività sovversiva, contro la quale saranno usati, come lo sono stati sinora, gli ordinari mezzi di polizia. n) Spirito pubblico in relazione alla situazione attuale – Ripetere qui che lo spirito pubblico di queste popolazioni è depresso per lo svolgimento non favorevole alle nostre armi delle operazioni belliche sarebbe fare uso di un luogo comune non adatto a questa zona. Ad eccezione di alcune migliaia di veri italiani, che sentono virilmente il dolore del momento, gli altri e peggio le popolazioni di recente annessione, mantengono un atteggiamento di attesa e di indifferenza. Le masse lavoratrici, costituite anche da alcune migliaia di ex jugoslavi, continuano però a lavorare regolarmente e non si sono avute, né negli stabilimenti ausiliari, né in altri, manifestazioni di sabotaggio o di astensione di lavoro o di ritardata produzione (…) Le incursioni e le distruzioni operate dal nemico sulle città italiane, gli allarmi avutisi in maggio e giugno per le incursioni di velivoli sulla zona zaratina, su località della Venezia Giulia e sullo stesso territorio della Provincia nonché la voce diffusasi che radio Londra avesse annunziato prossimo il bombardamento di Fiume, avevano alquanto allarmato la popolazione e fatto allontanare con il mobilio qualche benestante. Successivamente però la mancata incursione nell’epoca indicata, l’allestimento in via di ultimazione di sicuri rifugi in roccia disposti dalle autorità (…) hanno abbastanza tranquillizzato le masse (…) La pubblicazione dei nuovi aumenti di stipendio agli impiegati statali è stata accolta favorevolmente (…) Così anche sono state favorevolmente accolte le nuove provvidenze in favore di determinate categorie di pensionati, le concessioni dei prestiti matrimoniali, le agevolazioni in favore delle famiglie dei caduti nonché l’aumento delle pensioni per la gente di mare e per le famiglie di marittimi presenti alle bandiere. Il prestito 5% (…) ha trovato scarsi sottoscrittori (…) Irrilevante l’adesione dei territori annessi (…) o) Attività degli allogeni e il ritorno di alcuni internati – I provvedimenti di clemenza adottati hanno creato uno stato d’animo di maggiore serenità e di fiducia verso le Autorità italiane in quanto si è 56 Amleto Ballarini formata la convinzione che saranno colpiti solo coloro che con le loro azioni disturbano il regolare svolgimento della vita e delle attività tese verso lo sforzo bellico. Gli allogeni si mantengono, salvo piccoli episodi di scarsa importanza, disciplinati e lavorano con intensità e regolarità anche nelle officine di produzione bellica, dove sono stati accolti, data la scarsità di maestranze italiane». Riteniamo che i giudizi espressi dal questore di Fiume sia sul comportamento degli allogeni impegnati nelle industrie del capoluogo sia sulla sostanziale quiete delle masse lavoratrici che apparivano indifferenti all’azione dei gruppi comunisti, mentre la guerriglia partigiana si stava sviluppano tutto intorno, in Istria, nel Castuano, a Sušak e nel Gorski Kotar, corrisponda alle considerazioni da noi sopra esposte analizzando i dati delle vittime italiane e jugoslave tra il 1940 e il 1943. Sferzante la critica sull’inerzia delle autorità militari che sembra quasi premonitrice di quanto accadrà dopo l’8 settembre e che conforterà fino ai nostri giorni gli storici croati nel trarre giudizi impietosi come questo, scritto da Nikola Crnković nel 1995: «Un unico fatto che può costituire un’attenuante nel giudizio sui fautori dell’imperialismo italiano fu la scarsa predisposizione e preparazione del loro esercito, poco adatto a ricordare quello dell’antica Roma come i fatti stanno a dimostrare. Un esercito poco fiducioso della propria forza che al posto di intimidire gli avversari li incoraggiò a reagire e alla fine fu costretto a ripiegare vergognosamente senza dimostrare dignità e virilità»37. Dall’8 settembre 1943 al 3 maggio 1945 Il giudizio sommario sull’esercito italiano, tacciato di fellonia e, come risulta dal Crnković sopra citato, anche di scarsa «virilità», appare come una costante della storiografia jugoslava38 riguardante la seconda guerra mondiale che ha spesso trascurato di analizzare le condizioni oggettive in cui si vennero a trovare tutti i comandi delle truppe italiane (circa 300.000 uomini secondo Tito39) nei Balcani dopo l’8/9/1943, quando la mancata difesa di Roma e il precipitoso trasferimento della monarchia e del governo postfascista nel territorio occupato da- 37 N. CRNKOVIć, Savremeni pogled talijanskoj imperialističkoj politici u hrvatskim teritorijama od. 1941. do 1943. (Uno sguardo contemporaneo alla politica imperialistica italiana nei territori croati dal 1941 al 1943), in «Dometi», 12 (1995), n. 7, p. 99. 38 G. BAMBARA, La guerra di liberazione… cit., p. 249: «Per concludere, c’è da dire che la situazione in Jugoslavia successiva all’armistizio non si presenta semplice così come viene descritta dalla storiografia jugoslava, che tende a minimizzare la reazione delle unità italiane contro i Tedeschi, per sottolineare il disarmo di alcune ad opera dei partigiani». 39 ACS, Comitato centrale di liberazione nazionale, 1944-1946, b. 4, fasc. 67, «Unione Antifascista Italo-Slava di Trieste», J. Broz Tito, Quali sono gli ostacoli che si frappongono all’istituzione di normali rapporti fra la Jugoslavia e l’Italia, 1945: «Nel 1943, nel mese d’agosto, vi erano in Jugoslavia 35 Divisioni di occupazione con 650.000 uomini di cui 16 Divisioni italiane per un totale di circa 300.000 uomini». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 57 gli alleati nel Sud della penisola determinarono di fatto la provvisoria e completa vacanza d’ogni potere. Ciò avvenne proprio nel momento in cui il repentino mutamento delle alleanze politiche e militari poneva alla coscienza d’ogni individuo indilazionabili scelte di campo fra i due schieramenti contrapposti che si stavano comunque giocando,in un conflitto totale e senza quartiere, il futuro del mondo. Non può sorprendere che a livello di massa, militare o civile che fosse, prevalessero da parte italiana, nel crollo improvviso di valori ideali e di «poteriguida», quelle naturali ed istintive motivazioni che allora sembravano atte a garantire comunque la sopravvivenza dei singoli nell’immane catastrofe, sia rifiutando i segni distintivi dell’appartenenza a una delle molteplici parti ancora in lotta sia sovente accettando, qualora ciò fosse parso inevitabile, preferibilmente quelle che avevano le maggiori possibilità di vittoria. Le scelte di campo etico-politiche, consapevoli e convinte, non furono poche, ma alla resa dei conti esse si rivelarono pur sempre minoritarie40. Venne dato in seguito ben scarso rilievo alle episodiche ma valorose contrapposizioni, non prive di perdite rilevanti, da parte di comandi e unità militari delle forze armate italiane alla prevedibile reazione tedesca. Si tacquero invece del tutto o vennero sporadicamente citate solo come un atto di preteso «asservimento all’occupante nazista» le scelte di quanti ritennero di dover reagire all’arrogante pratica di disarmo senza condizioni imposta spesso dai partigiani (anche quando ciò avesse comportato, com’era nel caso di Fiume, l’occupazione di un territorio ritenuto dai suoi abitanti, non senza fondamento, prevalentemente «italiano» ancor prima del 1919). Alla stessa stregua fu giudicato il rifiuto all’offerta di una collaborazione che appariva non sempre credibile, caratterizzata com’era dall’inflessibile predominio dell’ideologia comunista in organizzazioni armate clandestine, avversarie recenti in una cruenta lotta senza quartiere, non ancora assurte, con la regolarità della divisa, a quella dignità d’esercito di liberazione vero e proprio, internazionalmente riconosciuto, che verranno ad acquisire progressivamente solo nella seconda metà del 1944. La collaborazione offerta si rivelerà alla prova dei fatti non sempre paritetica, spesso ridotta a un’umiliante subordinazione, quando, e ciò sarà nella maggioranza dei casi, non servirà ad introdurre la tragica realtà di una lunga prigionia dalla quale molti non faranno mai ritorno. A partire dall’8 settembre e fino al giorno 14, allorché arrivarono le prime truppe d’occupazione tedesche, Fiume divenne la meta d’ogni reparto militare italiano nei Balcani che non ebbe altra alternativa per raggiungere l’Italia se non quella della strada costiera che congiunge la Dalmazia al golfo del Carnaro41. 40 R. DE FELICE, Mussolini l’alleato, vol. II, La guerra civile 1943-1945, Torino, Einaudi, 1997, pp. 86-88. 41 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., p. 302: «Fiume, inoltre, in quanto territorio dello stato italiano e munita da una guarnigione militare molto forte costituiva una meta che tutti i reparti italiani in ritirata anelavano di raggiungere». 58 Amleto Ballarini Sporadici, ma non irrilevanti furono gli episodi di resistenza a partigiani42 e a tedeschi43, anche se la regola seguita dai comandanti fu quella di barattare la salvezza con il disarmo44 e la truppa, quando non li precedette, a larga maggioranza fu, in questo, con essi consenziente. Alcuni si posero invece il problema di continuare a combattere. I più, fra questi, scelsero chi aveva maggiori possibilità di vittoria. Nei Balcani circa 10.000/12.000 italiani secondo alcuni45 e 8.000 circa secondo altri46 decisero di combattere con l’Armata di liberazione jugoslava. Anche la stessa prigionia in Germania altro non fu per molti che il palese rifiuto di vedersi direttamente coinvolti in una prevedibile sconfitta. Un’esigua minoranza accettò di collaborare con i tedeschi o di aderire alla nuova Repubblica di Mussolini. La città di Fiume si trovò al centro di avvenimenti diversi da quelli che contraddistinsero allora le altre città italiane. Dal 9 al 14/9/1943 funzionò a Fiume un Comando militare italiano guidato da Gastone Gambara che affrontò, nella completa latitanza d’ogni altro potere, una situazione drammatica determinando, nonostante la controversa valutazione politica che la storiografia successiva registrerà in merito, una accettabile soluzione ai fini del mantenimento, quantomeno formale, della sovranità italiana. Riuscì a munire la 42 V. KOVAčIć, Narod Hrvatskog primorja i Gorskog kotara razoružao je talijanskog tlačitelja zamijenivši ga borbenim brigadama (Il popolo del Litorale croato e del Gorskj Kotar disarmò gli oppressori italiani sostituendosi alle brigate combattenti), in «Primorski Vjesnik», agosto/settembre 1961, p. 4. Riferendosi al disarmo degli italiani dopo l’8 settembre 1943: «Le nostre brigate intensificavano il loro assedio a Segna (…) Alcuni battaglioni di camicie nere andavano all’assalto e contrattaccavano in modo quasi incredibile, come se fosse il 1941 o il 1942. Tutti i negoziati si rivelarono inutili». 43 G. BAMBARA, La guerra di liberazione… cit. p. 246: «la divisione Bergamo, che occupava il territorio di Sebenico, Spalato, di alcuni centri minori e alcune isole, in certi settori si oppose accanitamente ai Tedeschi (…) la resistenza degli Italiani fu accanita specialmente a Ragusa». 44 R. BUTOROVIć, Sušak… cit. p. 303. Riferendosi ai fatti intercorsi a Fiume e dintorni dopo l’armistizio italiano dell’8 settembre 1943, si legge: «Erano i tempi in cui i graduati militari, i commissari civili, gli impiegati e i tutori dell’ordine ponevano in salvo sé stessi e le loro famiglie, i loro beni. I generali e gli ufficiali superiori cedevano intere guarnigioni e colonne di soldati a condizione che si lasciassero loro le automobili e alcuni autocarri per il trasporto degli ufficiali e dei loro vettovagliamenti». 45 G. BAMBARA, La guerra di liberazione… cit., pp. 247-249. L’autore non offre una stima complessiva ma elenca le unità partigiane formate da italiani e, per ogni unità, ne indica il numero stimato. Il nostro dato costituisce pertanto il risultato, per eccesso, della somma derivata da tali numeri. 46 ACS, Presidenza del Consiglio dei Ministri (d’ora in poi PCM), Gabinetto (d’ora in poi Gab.) 1951-1954, cat. 15.2, fasc. 10599, s. fasc. 2-1, «Militari italiani prigionieri in Jugoslavia e nei Balcani», relazione del ten. I.G.S. Host Adriano, già appartenente al 25° Rgt Fanteria Bergamo P.M. 73 (Sinj Dalmazia) sul comportamento dei partigiani jugoslavi nei riguardi degli ufficiali e soldati italiani e viceversa: «Da una approssimativa statistica fatta, mi risulta che nei territori della Jugoslavia, Albania e Grecia ci siano non meno di 40.000 italiani, di questi circa 8.000 combattono inquadrati in formazioni italiane oppure mischiati in quelle locali, gli altri sono prigionieri né più né meno, costretti ai lavori più gravi ed umilianti». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 59 città di un presidio armato schierato a difesa, affrontò l’accoglienza di migliaia di sbandati, evitò, venendo a patti con i tedeschi, che Fiume si trasformasse in un campo di battaglia. Prima che le truppe tedesche arrivassero in forze a Fiume nel pomeriggio del 14 settembre, una piccola delegazione guidata dal col. Völker le precedette il giorno 10 e avrebbe concordato con Gambara quanto segue: «Ufficiali – conservazione delle armi personali e loro messa in libertà; truppa – consegna delle armi ai nostri ufficiali italiani da parte dei soldati non disposti ad affiancare i tedeschi; impiego esclusivo in funzione anti-slava e mai contro eventuali sbarchi anglo-americani dei soldati disposti a fiancheggiare i tedeschi; Fiume – divieto di permettere agli slavi l’occupazione della città; conservazione di un presidio armato, sotto comando italiano, con il compito di assicurare l’ordine pubblico»47. In realtà non vi è alcuna traccia dell’esistenza di un documento scritto che riporti tali clausole che vengono tratte dall’opera di un autore, Umberto Piccini, presente ai fatti. Esiste, di contro, anche la testimonianza scritta di chi avrebbe fatto da interprete al primo incontro tra Gambara e Völker secondo la quale la sintesi del colloquio sarebbe stata di natura ben diversa. Gambara, come sarà confermato dalla sua successiva adesione alla RSI, era un fascista convinto e avrebbe manifestato subito la propria coerenza ideologica rinnovando senza riserve il proprio atto di fede nella causa dell’Asse48. Tra il 10 e il 20/9/1943 si addensarono intorno a Fiume alcune unità operative dell’armata popolare di liberazione49 e gruppi partigiani non ancora inquadrati. All’interno della città, alcuni nuclei di resistenza agli ordini del Partito comunista croato presero iniziative di piazza, cui fu del tutto estranea la maggioranza della poU. PICCINI, Una pagina strappata, Roma, Corso & C., 1983, pp. 79-80. AMSF, A4, fasc. Cipriani, lettera autografa del sig. Giuseppe Cipriani (Napoli) alla Società di studi fiumani: «Proveniente da Sarajevo, giunsi in città il 10 settembre (…) Dopo di aver fatto da interprete al generale Gambara, la stessa sera ero schierato con i miei camerati sulla fragile linea appena imbastita lungo la riva destra dell’Eneo (…) Colloquio tra il gen. Gambara e il col. Völker (…) Gen. Gambara: dichiara di schierarsi a fianco della Germania perché i suoi rigorosi sentimenti e le sue profonde convinzioni politiche sono imperniati sull’anticomunismo più strenuo; per la difesa dell’Europa dal bolscevismo e dalla demoplutocrazia giudaica, e soprattutto per riscattare l’onore d’Italia; chiede che i volontari che accorreranno nelle file della Formazione Fiumana di Combattimento (è un mio appellativo del momento), alla difesa del Quarnaro, difendendo Fiume e, con la popolazione italiana, anche la vita di numerosi tedeschi, non vengano deportati. Col. Völker: si dichiara lietissimo che un generale sì illustre resti fedele a fianco della Germania. Ci sono note le sue alte virtù militari che rifulsero in Spagna ed in Africa Settentrionale; non ha facoltà di promettere l’impunità dalla deportazione dei volontari fiumani. Lo proporrà. Accoglie la proposta di una formazione bellica italo-tedesca per ricercare e salvare in Sušak militari italiani e germanici ed i loro familiari colà nascosti. Disporrà in merito». 49 G. SCOTTI, Juriš! Juriš! All’attacco!, La guerriglia partigiana ai confini orientali d’Italia 1943-45, Milano, Mursia, 1974, p. 27, nota 7: «In seguito al disarmo di buona parte delle truppe italiane e alla liberazione di quasi tutto il Gorski Kotar e Litorale croato, la XIII divisione partigiana si ingrossò di quattro nuove brigate con 6.000 combattenti, più una ‘flottiglia del Quarnero’ con 3 navi armate e 7 da trasporto. A queste forze si aggiungevano circa 10.000 combattenti in Istria che formavano due brigate e un distaccamento. A Fiume città, inoltre, c’erano circa 400 uomini inseriti nel MPL pronti a combattere». 47 48 60 Amleto Ballarini polazione, represse prontamente dalle forze dell’ordine. Unità partigiane arrivarono, grazie ad accordi con la locale stazione dei carabinieri, ad occupare Abbazia e ad assumere, dalla parte opposta, il pieno controllo di Sušak. I paesi dell’arco collinare intorno a Fiume erano saldamente in mano alla resistenza jugoslava. Tra il 9 e il 14 settembre si schierarono a difesa della città il Reggimento Cavalleggeri di Saluzzo (l’unico che non cedette, del tutto o in parte, le armi lungo la strada), qualche centinaio d’uomini della disciolta Milizia di sicurezza nazionale (MVSN), e nuclei di Guardie alla frontiera, di questurini e di carabinieri. In tutto meno d’un migliaio d’uomini. Un ostacolo che la XIII divisione partigiana che operava nei pressi di Sušak50, coadiuvata da altre forze che potevano affiancarne lo sforzo sia da Abbazia e sia da Castua e rinforzata con l’armamento degli italiani in fuga, avrebbe potuto facilmente superare. Quando, nella notte tra il 19 e il 20 settembre la neocostituita III brigata muoverà, dopo molte esitazioni dei superiori comandi, all’attacco verso Sušak otterrà un insuccesso51. Un migliaio di tedeschi della LXXI divisione, proveniente dall’Istria, aveva ormai in mano saldamente quasi tutto il territorio della fascia costiera. A partire dal 29 settembre 1943 entrò in vigore l’ordinanza «sull’esercizio del potere statale nella zona d’operazione Litorale Adriatico» e «con essa il Gauleiter Friedrich Rainer assunse la direzione dell’amministrazione nelle provincie di Udine, Gorizia, Lubiana, Trieste, Pola e Fiume e nei territori annessi di Sušak, Buccari, Čabar, Castua e Veglia»52. Limitatamente al territorio della precedente Provincia del Carnaro istituita nel 1924 la formale continuità della sovranità italiana venne assicurata dal mantenimento di pubblici poteri (prefettizi, giudiziari, finanziari, politici, militari, d’informazione e d’ordine pubblico) diretti da italiani, ma sottoposti all’insindacabile e inflessibile controllo tedesco che esercitava di fatto ogni azione di governo. La sovranità italiana, più teorica che pratica, ritornava così ad arrestarsi al vecchio confine italo-jugoslavo costituito dal ponte che separava Fiume da Sušak dove però, con il consenso tedesco, ripresero vita alcuni organismi politico-militari della NDH (Nezavisna Država Hrvatska - Stato indipendente della Croazia), lo Stato di Ante Pavelić, che non nascose affatto le proprie velleità annessionistiche nei confronti di Fiume in un futuribile disegno dell’Europa gestita dal III Reich in caso di vittoria; tra fascisti e ustascia l’equivoco atteggiamento dell’occupante tedesco contribuì a far emergere i segni della latente ostilità53. Il senatore Riccardo Gigante, vecchio irredentista dannunziano, nominato a Fiume, in un primo momento, commissario straordinario facente funzioni di prefetto, dovette dare le dimissioni e fu sostituito dal- R. BUTOROVIć, Sušak… cit., p. 305. Ibid., p. 307. Secondo altri autori l’attacco citato non sarebbe mai avvenuto. 52 K. STUHLPFARRER, Le Zone d’operazione Prealpi e Litorale Adriatico 1943-1945, Gorizia, Adamo, 1979, pp. 95-96. 53 ACS, Comando generale dei carabinieri, 1943-44, «Rapporti di stazioni di carabinieri al Comando Generale», b. 9, promemoria della Legione Territoriale dei carabinieri di Trieste, Ufficio Servizio, 2/12/1943, Sussa, Ponte Eneo, incidenti fra italiani e ustascia. 50 51 Profilo storico - Povijesni pregled događaja 61 l’avv. Alessandro Spalatin più gradito ai croati54. La Croazia di Pavelić ottenne dalle autorità germaniche in Italia un deciso e sistematico intervento per ordinare, nonostante l’opposizione dello stesso Mussolini55, la liberazione di centinaia di inter54 VAB, b. 902, Br. Reg. 8/4: telegramma di Riccardo Gigante al Ministero dell’Interno della RSI a Roma, datato 6/10/1943: «Seguito invito locale Autorità Militare germanica comunico aver assunto con decorrenza 21 settembre direzione questa Prefettura in qualità di Commissario Straordinario in sostituzione del Prefetto Pietro Chiarotti esonerato dalle funzioni dalle stesse autorità tedesche». Ibid., b. 902, Br. Reg. 9/4 - 1: telegramma del 23 ottobre 1943 da Roma firmato Buffarini Guidi: «Si informa che con decreto in corso Riccardo Gigante è stato destinato esercitare sue funzioni codesta provincia a decorrere dal 25 ottobre 1943». Ibid., Br. Reg. 9/4 - 3: minuta autografa di telegramma inviato da Riccardo Gigante al Ministero dell’interno - Roma (senza data) quale presumibile risposta al telegramma di Buffarini Guidi del 23/10/1943: «Ringrazio V.E. mia nomina Capo Provincia Carnaro dando assicurazione che con fede incrollabile nell’avvenire della Patria dedicherò tutte energie del mio spirito grave compito affidatomi». Ibid., Br. Reg. 11/4 : telegramma del 30/10/1943 inviato da Riccardo Gigante al Ministero dell’Interno RSI - Roma: «Riferimento mia richiesta 26 corr. Comunico che Commissario Supremo Germanico ha chiesto mie dimissioni Commissario Straordinario motivate mia effettiva infermità per insediare Prefettura Fiume consigliere appello Alessandro Spalatin et Vice Prefetto politico Avvocato Francesco Spehar di Sussa che fungerà Commissario Territori Annessi punto Aderendo desiderio ho presentato dimissioni et insediamento successore est imminente punto Prego V.E. fissarmi udienza per riferire». Ibid., Br. Reg. 12/4: telegramma di Riccardo Gigante a Buffarini - Roma, datato 2/11/1943: «Rimasto senza istruzioni ritengo Governo Italiano consenziente con insediamento nuovo Prefetto perciò desisto far valere mio diritto derivante nomina Capo Provincia cedendo il campo punto Cittadinanza profondamente angosciata considerasi abbandonata suo destino punto». 55 ACS, Ministero dell’interno, DGPS, AAGGRR, cat. A 4 bis, b. 11: Quanto poco valesse, di fronte alle decisioni germaniche, anche la volontà dello stesso Mussolini, lo si può rilevare da un «Appunto per il Duce» elaborato dal «Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Pubblica Sicurezza» nel quale si afferma: «Poiché la presenza dei cittadini ex jugoslavi in Italia è deleteria sia agli effetti della propaganda politica che in relazione all’attività dei partigiani, sarebbe prudenziale se non indispensabile ordinarne il loro internamento. Sì (n.d.a.: così siglato da Mussolini)». Nello stesso documento si rileva in calce, battuto a macchina: «18/3/44, XXII, Apollonio (n.d.a.: sottolineato nel testo) - Il Duce ha ordinato di internare gli slavi, f.to Tamburini». Segue ancora in calce, battuto a macchina: «Maderno, 23/3/1944, XXII, A.V. Capo della Polizia Valdagno - Prego di voler dare esecuzione a quanto sopra indicato. f.to Apollonio dr. Eugenio». Non se ne fece nulla. Sono stati reperiti i seguenti elenchi, stilati dalle competenti questure, di cui riportiamo località, data e numero degli internati croati e in alcuni casi anche sloveni e montenegrini, liberati dai diversi campi d’internamento italiani grazie all’intervento delle autorità germaniche: Ascoli Piceno, 21/3/1944, n. 13, Pisa, 28/4/1944, n. 38, Viterbo, 15/5/1944, n. 48, Firenze, 25/3/1944, n. 5, L’Aquila, 17/3/1944, n. 184, Brescia, 21/4/1944, n. 20, Firenze, 29/2/1944, n. 8, Pisa, 3/3/1944, n. 119, Piacenza, 14/3/1944, n. 44, Rovigo, 13/1/1944, n. 6 croati e n. 9 sloveni, Venezia, 21/3/1944, n. 29, Viterbo, 23/2/1944, n. 49 (croati, sloveni e montenegrini), Alessandria, 11/2/1944, n. 36 (a larga maggioranza sloveni condannati dai Tribunali militari italiani per attività partigiane), Firenze (San Gimignano), non datato, per ordine del Comando SS tedesco di Firenze, n. 58 (sloveni, croati e dalmati condannati dai Tribunali speciali italiani per attività sovversive), Piacenza, 13/3/1944, n. 32, senza intestazione e data, n. 69 croati e sloveni, Roma, 11/2/1944, n. 16, Bagno a Ripoli (Firenze), 12/2/1944, n. 31, Bagno a Ripoli e Rovezzano (Firenze), 29/1/1944, n. 36. Dai diversi elenchi disponibili si desume un totale complessivo di 1.015 internati liberati. Crearono non poche difficoltà gli internati croati e sloveni che avevano accettato spontanea- 62 Amleto Ballarini nati politici (circa 2.00056, stando agli elenchi in nostro possesso, ma furono molti di più solo tenendo conto di quanti, circa 7.000, nel 1943, risultavano nei campi di Visco e di Gonars in provincia di Udine57) non solo croati, ma anche sloveni e montenegrini che ritornarono a casa contribuendo non poco a rinforzare l’attività partigiana nelle proprie regioni d’appartenenza. A questi si aggiunsero, di contro, centinaia d’altri, che avevano chiesto l’internamento per usufruire della protezione italiana, sia perché avversavano il movimento comunista jugoslavo, sia perché avevano collaborato con il regime fascista58. Provvedimenti di difficile comprensione perché il primo finì col ritorcersi contro i tedeschi e i loro alleati e il secondo scoraggiò definitivamente ogni ulteriore velleità di collaborazione con le forze dell’Asse, vista la sorte alla quale andarono presumibilmente incontro quanti avevano confidato nella protezione italiana. Mentre nell’Italia settentrionale i tedeschi favorivano a danno degli italiani i croati di Pavelić, nell’Italia liberata dagli Alleati, i partigiani di Tito, senza comunicare nulla al governo monarchico del Sud, arruolavano, con lusinghe e con minacce, gli ex militari allogeni dell’esercito italiano cui il regime fascista non aveva dato nemmeno la dignità delle armi59. mente l’internamento in Italia per chiedere protezione dalle rappresaglie partigiane: ad esempio, la questura di Piacenza segnalava in data 25/8/1944 n. 19 nominativi in tali condizioni residenti nel comune di Ziano Piacentino, la questura di Parma segnalava che risiedevano a S. Maria del Piano 24 persone e a Felino 17 che «hanno chiesto la protezione dell’Italia», la questura di Brescia ne segnalava 6 nel comune di Gottolengo. 56 VAB, Dokumenti konzulata NDH (Documenti Consolato NDH 1943/45), Br. reg. 16-28/6, b. 1020: contiene elenchi dettagliati di detenuti, in maggioranza croati, nei campi di prigionia italiani liberati dopo l’8 settembre 1943 e rientrati nei loro paesi di provenienza. Sono complessivamente oltre duemila nominativi. 57 VAB, Arhiv neprijateljske jedinice (Archivio delle unità nemiche), n. 39/61 b. 1020. Rapporto del 26/3/1943 sul campo di Visco e rapporto del 20/3/1943 sul campo di Gonars. Entrambi i rapporti sono di fonte italiana. 58 Ibid., nei rapporti sopra citati si fa chiara distinzione, nei campi di Visco e di Gonars, fra internati «Protettivi e Repressivi. I primi sono stati deportati di loro spontanea volontà, gli altri per scontare una pena» (vedi rapporto su Gonars). Le previsioni al 26 marzo del 1943 sulle future capacità del campo di Visco, allora in fase di ampliamento, eran quelle di poter ospitare circa 10.000 deportati. Se si pensa che tale campo era destinato a ospitare prevalentemente «i protettivi che avranno cibo migliore ed una disciplina non troppo severa» si può avere la misura del fenomeno costituito da quanti preferivano farsi deportare in Italia piuttosto che vivere in zone infestate dai partigiani. Anche il campo di Gonars era diviso in due sezioni. Nella A i «protettivi» e nella B i «repressivi». Qui si può anche anche stimare, grazie al rapporto sopra citato, la quantità dei «protettivi» ospitati, se si valuta che essi furono trasferiti in località Monigo e che i posti lasciati liberi vennero occupati da 1.700 studenti sloveni classificati come «repressivi». 59 ACS, PCM, Gab., 1951-1954, cat. 15.2 fasc. 10599, s. fasc. 2-1 «Militari prigionieri in Jugoslavia e Balcania», relazione del caporale Cogoi Aldo del 400 Fanteria, 8ª Compagnia Brindisi, Bari 21/8/1944: «sono stato considerato dall’oculato defunto regime come allogeno (…) subii così la sorte degli allogeni richiamati, venni così assegnato ad una compagnia speciale lavoratori (…) Rimasi in forza ad una di queste compagnie, dislocate nelle Puglie (…) Nella seconda quindicina del mese di settembre 1943, grazie alla propaganda partigiana, all’ignoranza e credulità di soldati, all’impotenza del neocostituito Governo italiano ed alla tolleranza delle Profilo storico - Povijesni pregled događaja 63 Il disfacimento dell’esercito italiano dopo l’8 settembre 1943 e il potenziamento dell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo (EPLJ) con i cospicui armamenti da esso ottenuti, la successiva costituzione del Litorale Adriatico retto dai tedeschi, l’insediamento a Sušak di organismi politici e militari della NDH e la rinascita del fascismo italiano con la fondazione della Repubblica Sociale Italiana (RSI), comportarono anche un completo rinnovamento delle forze militari in campo a Fiume e dintorni. In pratica quella provincia che era parsa fino ad allora, se confrontata con quanto stava accadendo in Bosnia, in Montenegro e nel sud della Dalmazia, quasi una tranquilla retrovia, venne a trovarsi di colpo in prima linea. La XIII Divisione dell’EPLJ stabilì un coordinamento diretto e continuo con il Distaccamento partigiano «Učka (Monte Maggiore)» e «KastavSušak». In essa confluirono, dopo il rapido annientamento operato dalle forze armate germaniche, i resti di due unità che ebbero vita breve e che si erano formate dopo la resa incondizionata delle truppe italiane: il «Battaglione Fiumano» e il «Battaglione Garibaldi». Il primo costituito da civili, membri della resistenza antifascista organizzata in città dal Partito comunista croato, e il secondo da militari italiani passati ai partigiani. Il primo scontro diretto tra fascisti e antifascisti fiumani, inquadrati in unità militari organiche dopo il 9/9/1943, avrà luogo presso la centrale elettrica di Mattuglie tra il 23 e il 24 settembre, con una decina di morti e feriti da entrambe le parti e si concluderà con la resa ai partigiani del piccolo presidio fascista. Non si avrà più alcuna notizia di quanti, circa sette, furono allora catturati. Il 30/4/1944 si avrà, di con- Autorità Alleate, disertarono ben 145 militari della mia compagnia, dei quali almeno 135 passarono alla Stella Rossa (…) la stessa sorte è toccata alle altre compagnie speciali di stanza nell’Italia meridionale e nelle isole. Tenendo conto di queste e dei numerosi allogeni non considerati come tali e facenti parte perciò di reparti militari normali si possono calcolare all’incirca 14.000 i soldati italiani allogeni passati al movimento partigiano (…) Ed è appunto con questo numero tutt’altro che disprezzabile di ‘volontari’ che gli esponenti slavi contano di far leva per ottenere di (sic) parte o di (sic) tutta la Venezia Giulia alla Jugoslavia. Ma si tratta veramente di volontari? (…) è risaputo che la maggior parte di essi non ha fatto questo passo per spirito slavo (…) erano fra l’incudine e il martello (…) da una parte subivano una forte pressione quasi sempre intimidatoria da parte della Stella Rossa; dall’altra sorveglianza, persecuzioni ed angherie verso loro e le loro famiglie da parte del governo fascista…». Si veda inoltre in ACS, PCM, Gab. 1948-1950, cat. 15/2, b. 10599, fasc. 1: «Ufficio Informazioni Comando Supremo a Presidenza del Consiglio, Salerno, 11/7/1944 (…) Fra le attività svolte dall’organizzazione partigiana jugoslava in Italia, che ha sede a Monopoli, è compreso il reclutamento nelle file partigiane dei militari dei reparti italiani, nati in Istria e nelle Provincie di Zara, Fiume, Trieste e Gorizia (…) li si minaccia di non avere nel futuro la possibilità, dovendosi ormai considerare la Venezia Giulia come jugoslava, di far ritorno alle loro case, perché sarebbero considerati disertori, indesiderati etc.». Ibid., lettera del Ministero degli affari esteri al ministro dell’Interno e al ministro della Guerra (data parzialmente cancellata ma si evince dal protocollo che è stata scritta nel 1944): «È nota a codesto Ministero l’attività che continuano a svolgere in territorio italiano organizzazioni partigiane jugoslave per reclutare civili e militari italiani oriundi delle Provincie Giulie ed avviarli in Jugoslavia (…) Sull’argomento vedasi anche la lettera del Ministero dell’Areonautica alla Presidenza del Consiglio in data 23 marzo 1945». 64 Amleto Ballarini tro, una partecipazione di fascisti fiumani60 alla distruzione, durante un’ampia azione di rastrellamento da parte dei tedeschi, del villaggio di Lipa, una frazione di Elsane (provincia di Fiume) dove fu rilevante il numero delle vittime civili (263, secondo fonti jugoslave61) per un abitato che allora aveva appena 490 abitanti. I tedeschi, pur associando, a volte, qualche italiano alle loro rappresaglie non permettevano mai ad alcuna autorità italiana di interferire nei loro piani per lenire in qualche modo le sofferenze della popolazione civile quando i superstiti commissari prefettizi dei comuni della Provincia s’illudevano di poter chiedere ad essa aiuto62. Deportazioni e rappresaglie, attentati ferroviari ai convogli civili63 e militari, villaggi bruciati, torture e infoibamenti, si registrarono un po’ dovunque, nel territorio preso in esame. La guerra fra le due parti in lotta non ebbe più alcuna regola e fu caratterizzata da un principio che venne applicato da tutti con inaudita ferocia: eliminare fisicamente il nemico, vero o presunto che fosse, e condizionarlo, colpendo, se necessario, anche gli innocenti ad esso collegabili. Tutto ciò che era parso episodico, tra il 10/6/1940 e il settembre del 1943, e a volte perfino occasionalmente giustificabile alla luce della conclamata convenzione di Ginevra, divenne sistematico. Anche i bombardamenti aerei anglo-americani ebbero spesso un effetto terrori60 DAR, Komisija za ratne zločine (Commissione crimini di guerra), JU 41, b. 6. In un rapporto stilato ad Albona e datato 10/10/1945 si denunciavano come partecipanti al massacro di Lipa i seguenti fascisti di Fiume: Celligoi Alberto, Rovina Giovanni, Baccotelli Giovanni, Ursin Augusto, Giordano Giovanni, Gennini Giovanni, Battistin Oscar e Gazzari Giovanni. 61 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., p. 389. 62 VAB, JU, b. 909, fasc. 19, div. 6: Municipio di Villa del Nevoso, Frazione di Tomigna, Lettera del Commissario prefettizio Vladislao Vicich al Prefetto del Carnaro a Fiume: «Per i doveri di quest’Ufficio si comunica che il giorno 18 maggio 1944 venne eseguito in questa zona un rastrellamento da parte delle Forze Armate Germaniche. Durante quest’azione venne bruciata la frazione di Tomigna. Il giorno seguente lo scrivente si recò nella predetta località per un sopralluogo: Si constatò che delle 45 case componenti il villaggio 35 furono completamente distrutte dall’incendio, mentre le rimanenti 10 sono state incendiate subito dopo la mia uscita dalla frazione. In queste cifre non sono comprese le stalle e i magazzini di cui ogni casa era provvista. Nelle rovine di tre case furono rintracciati i resti carbonizzati di 31 persone (…) Risultano uccise altre due persone i cui corpi (…) non è stato ancora possibile rintracciare (…) nulla si è potuto salvare ad eccezione di qualche capo di bestiame che fuggito per i campi è stato ripreso nei giorni seguenti e di poche masserizie che si poté asportare dalle dieci case che furono incendiate in seguito». La lettera si concludeva con una richiesta d’aiuto al Prefetto di Fiume per la popolazione superstite rifugiatasi a Villa del Nevoso. 63 ACS, Ministero dell’interno, DGPS, AAGGRR, cat. A/R, «Attività ribelli 1943-45», b. 5, fasc. 26 (Fiume). «Rapporto della Prefettura per la Provincia del Carnaro al Ministero dell’Interno, Direzione Generale della PS Valdagno (Vicenza), Fiume, 18/4/1944. Oggetto: Disastro ferroviario verificatosi il giorno 13/3 u.s. nel tratto Sappiane-Giordani in seguito scoppio di ordigno che provocava il deragliamento del treno viaggiatori proveniente da Trieste e diretto a Fiume con la conseguente morte di 8 persone ed il ferimento di oltre 80 persone». Ibid., telegramma del prefetto di Fiume al Ministero dell’interno, Fiume 5/5/1944: «Stamane at seguito scoppio ordigno esplosivo su tratto Villanevoso Primano deragliava locomotiva et 5 vetture treno viaggiatori n. 1693 in partenza da Fiume. Treno stesso veniva altresì attaccato da partigiani che aprivano nutrito fuoco. Secondo primi accertamenti lamentasi tre morti et 30 feriti». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 65 stico. Il primo ebbe inizio alle ore 11,30 del 7/1/1944. Ne seguirono altri 27; l’ultimo si registrò alle ore 15,35 del 19/4/1945. Rispetto all’intensità e alla frequenza dei bombardamenti, la quantità delle vittime (un centinaio circa secondo i documenti d’epoca a nostre mani64), se la si confronta con i dati relativi ad altre città italiane (Zara in particolare) dove spesso i morti si contavano a migliaia, appare quasi contenuta. La disponibilità di rifugi antiaerei scavati nella roccia carsica limitò la strage. Una volta distrutte all’80% le grandi aziende quali i Cantieri navali, il Silurificio Whitehead e la Raffineria olii minerali, le bombe caddero soprattutto sulle abitazioni civili: su 2.816 proprietà famigliari censite, 354 furono completamente distrutte e 961 gravemente danneggiate65. Il 1944 fu l’anno in cui, dopo l’incendio della locale sinagoga ad opera dei tedeschi, il 30 gennaio, iniziarono le deportazioni in massa degli ebrei di Fiume sulla base degli elenchi forniti dalla locale Questura repubblicana e previ accertamenti domiciliari del nucleo tributario della Guardia di finanza italiana66. Su 243 deportati dal territorio della vecchia provincia o dai distretti di recente annessione, risulta a tutt’oggi che i superstiti non siano stati più di 19. Passarono tutti dalla Risiera di San Sabba a Trieste per essere inoltrati in Germania; a larga maggioranza con destinazione Auschwitz. A San Sabba ne morirono 6 in stato di detenzione, di cui 5 per cause naturali e solo uno certamente ucciso; 96 ebrei di Fiume che si erano rifugiati nelle altre provincie italiane, prima del 1943, vennero individuati e inviati in Germania. Se ne salvarono solo 16. Di altri 73 non si conoscono il luogo dell’arresto e quello della successiva detenzione. Sappiamo solo che di questi sarebbero 13 i sopravvissuti; 8 ebrei vennero fucilati dai tedeschi per rappresaglia a Fiume e altri 7 in altre provincie italiane. Stando alle cifre di cui sopra e alla relazione dell’ultimo presidente della comunità ebraica superstite a Fiume nel dicembre del 194567, ci sembra che sia poco probabile che abbia mai funzionato, nella provincia del Carnaro, un piano di salvataggio d’ebrei fiumani o profughi dalla Croazia, tra il settembre del 1943 e il dicembre del 1944. Nel 1940, secondo la locale Prefettura, esistevano a Fiume, in tutto, 1.105 ebrei di cui 343 stranieri, 461 apolidi e 301 che conservavano ancora la nazionalità italiana. In data 18/2/1944 la Guardia di finanza ne conteggiò, residenti a Fiume e provincia, 881 di cui non tutti risultavano effettivamente presenti. Le vittime da noi accertate sono invece 380 e i deportati, sopravvissuti, 48. Nel capoluogo l’attività di resistenza attiva contro i tedeschi e contro i fascisti non registrò molti episodi particolarmente gravi e cruenti e di contro non si ebbero nemmeno molti episodi di rappresaglia indiscriminata. Una bomba esplose all’in64 VAB, b. 882 Reg. 19/2-1, 20/2-1.43/2-1,50/2-1. Vedi anche in AMSF, fasc. cart. n. 12 A. 4 «Registro allarmi e bombardamenti aerei - Fiume e dintorni» e a Fiume/Rijeka, Registri del Cimitero di Cosala, 1939-1949. 65 DAR, Komisija za ratne zločine (Commissione crimini di guerra), JU16 b. 10 66 SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI, Il tributo fiumano… cit., p. 24. 67 Ibid., pp. 67-71. 66 Amleto Ballarini terno del ristorante “Ornitorinco” abituale ritrovo di fascisti repubblicani, provocando morti e feriti e si ebbero alcune condanne a morte dei tribunali speciali di Trieste e di Fiume per immediata ritorsione. Si ebbe la fucilazione di un gruppo di detenuti (in prevalenza ebrei) davanti al cimitero di Cosala in risposta a un attentato contro una sede della polizia germanica. I paesi della provincia, pur risparmiati dai bombardamenti aerei, furono i più colpiti sia dai periodici combattimenti che li coinvolsero direttamente, sia dalle rappresaglie tedesche a fronte dei colpi di mano partigiani. Soprattutto nelle località rurali e montane lo stillicidio dei rapimenti di civili da parte delle bande partigiane, iniziato sin dal 1942, fu molto frequente e rilevante. In alcuni casi il preteso rapimento mascherava in realtà l’arruolamento di nuovi volontari68 e serviva da copertura per i famigliari degli stessi contro le eventuali rappresaglie tedesche. In altri casi i prelevati scomparvero nel nulla dopo essere stati sommariamente liquidati perché sospetti di collaborazionismo o per essersi rifiutati di sostenere il movimento partigiano. Per quest’ultimi la pratica dell’infoibamento nella ex provincia del Carnaro, ritenuta a lungo priva di «foibe» atte allo scopo, è documentabile che sia avvenuta sin dal settembre del 1943, proseguendo poi per tutto il 1944. Terdich Nicolina, ad esempio, di anni 31, una contadina di San Francesco di Laurana che risultava essere stata «prelevata» dai partigiani dalla sua abitazione in data 3/3/194469 compare anche nell’elenco delle salme, che fu possibile identificare, tratte da 4 foibe individuate sul monte Maggiore: foiba denominata Gradac Janovi in località Ligani, profonda 25 metri, 4 cadaveri, foiba denominata Tanderlinova sul Monte Laurento, profonda 32 metri, 6 cadaveri, foiba denominata Kolokosno sul Monte Laurento, profonda 25 metri, 2 cadaveri, foiba denominata Velasten in località Tuliano, profonda 20 metri, 5 cadaveri. Su 17 cadaveri recuperati solo 11 vennero identificati70. Fu considerevole il numero dei partigiani71, o dei sospettati d’esserlo, che ven- 68 ACS, RSI, Guardia Nazionale Repubblicana (d’ora in poi GNR), b. 31 (Legione Fiume), III 6, relazione del Comandante la 61ª Legione ai comandi militari tedeschi e alle autorità centrali della RSI datata 6 dicembre 1943: «Nei giorni 30 novembre, 1 e 2 dicembre c.a. la tranquillità del Comune di Laurana è stata turbata da notizie allarmanti provenienti dalle frazioni di tale comune. Nelle predette frazioni, nonché nella periferia di Laurana, quasi seralmente i ‘partigiani’ effettuano ‘prelievi’ forzati o consenzienti di nativi del luogo». Ibid., II 33, «In data 13/6/1944 risultano prelevati dalle proprie abitazioni in frazione Cala di Moschiena ad opera dei partigiani tali Sencich Romano di Felice e Lazzari Giovanni di Francesco. Non si sa se si tratta di arruolamenti mascherati o di liquidazioni». 69 Ibidem. 70 Ibid., «Milizia per la Difesa Territoriale, 3° Rgt. 61ª Legione, Relazione dell’Ufficio Politico Investigativo, Fiume, 30/5/1944. Oggetto: Ricupero salme delle vittime dell’odio partigiano nella zona del Monte Maggiore». 71 ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI VENEZIA GIULIA (d’ora in poi IRSMLFVG), Ufficio Storico - XX Risiera, doc. 705: «Elenco di persone soppresse alla Risiera di S. Sabba consegnato da A. Bubnić al g. i. Serbo assieme ad elenco di persone detenute in Risiera. 11/11/1970». In base a questo elenco gli eliminati di Fiume e Provincia alla Risiera furono complessivamente 55 e a larga maggioranza di nazionalità croata. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 67 nero uccisi dai tedeschi alla Risiera di San Sabba in quel di Trieste, molti altri persero la vita, come gli ebrei, nei campi di concentramento allestiti in Germania. L’ultima relazione a noi nota sulla situazione della provincia di Fiume fu inviata al Ministero dell’interno della RSI in data 26/7/194472. Era firmata da Giovanni Palatucci nella sua qualità di «reggente» della Questura e ne riportiamo qui di seguito i passi più significativi: «Situazione economica – È andata negli ultimi tempi sempre più peggiorando, sia in dipendenza delle condizioni generali del Paese, sia in dipendenza della particolare situazione geografica della provincia, in relazione alle note, gravissime difficoltà delle comunicazioni. Il problema assume qui carattere di estrema delicatezza essendo Fiume collegata al rimanente territorio della Repubblica da una ferrovia continuamente interrotta da atti di sabotaggio ad opera dei partigiani (…) Ne deriva in campo alimentare un disagio estremamente grave con conseguente vertiginoso aumento dei prezzi i quali raggiungono qui delle punte che non possono trovare riscontro in alcuna altra provincia (…) l’ultima incursione [bombardamento aereo del 19/7/1944] ha, con la interruzione delle linee di comunicazioni, conferito drammatica evidenza a una verità da tutti sentita, e cioè che la linea ferroviaria è vitale all’esistenza di Fiume, come un cordone ombelicale, e che una volta interrotta, la città rimane tagliata fuori da ogni possibilità di rifornimento. Questa considerazione, aggiunta all’altra della notoria mancanza di scorte, allarma lo spirito pubblico, su cui incide profondamente ed ha ripercussioni psicologiche gravi soprattutto sul personale statale qui di servizio. Situazione politica – (...) Il controllo germanico su ogni settore della vita pubblica, economica, politica è assoluto ed incontrastato. L’azione della Polizia germanica continua ad essere esercitata assai spesso su vasta scala e viene svolta con criterio di durezza e di assoluta mancanza di rispetto della libertà individuale. A partire dal 29.6 u.s. è stato condotto un rastrellamento che ha interessato alcune centinaia di persone (…) Degli arrestati alcuni, e sono pochissimi, sono stati rilasciati, altri sono stati con tutta probabilità avviati in Germania o smistati ad altre carceri (…) Nulla si può opporre agli abusi ed ai maltrattamenti perpetrati a danno dei cittadini italiani, perché le Autorità italiane o rimangono assolutamente estranee a tali operazioni di polizia, in quanto ridotte all’impossibilità di una concreta azione in tale campo (Questura) o le avallano e le appoggiano mediante opera di delazione, spesso a fini di vendetta personale (Milizia e PFR) (…) I rapporti con le Autorità croate (mi riferisco particolarmente alle Autorità di Polizia di Sussa) sono acrimoniosi, influenzati come sono dal recente, infelice, passato. La collaborazione nel campo della Polizia giudiziaria è quindi pressoché sterile, anche per la pretesa da parte croata che si corrisponda in lingua croata: Ho naturalmente resistito (…) Situazione della Questura – Animato da senso del dovere e spirito di sacrificio, assunsi, sul principio dell’aprile decorso, la direzione della Questura, senza una parola di incoraggiamento o una direttiva del Centro. Eppure avevo raccolto, sia detto senza la minima intenzione d’attacco contro chicchessia, un’eredità onerosa (…) Si trattava di un organismo esautorato nei poteri e depauperato nei mezzi, scosso nel prestigio presso le Autorità italiane e germaniche, con i servizi solo parzialmente efficienti e con una compagine disciplinare incrinata (…) Personale – Gli Agenti da lunghi mesi disarmati, intristiti nella ordinaria amministrazione più piatta, scoraggiati da continue angherie da parte germanica, durate lunghi mesi, avevano perduto il gusto del lavoro (…) Non si lamentano, in verità, casi di diserzione, o esempi gravi di indisciplina (…) Si sono tuttavia manifestate nel loro seno, forze centrifughe, eccessivo spirito di critica e quasi controllo sul72 ACS, Ministero dell’interno, Segreteria particolare del capo della polizia, Repubblica sociale italiana, 1944-1945, b. 4, fasc. 26. 68 Amleto Ballarini l’andamento della Questura, insomma una specie di tendenza alla socializzazione dei poteri, frutto pernicioso della disfatta (…) Rapporti con le autorità germaniche – A tale scopo, fin dall’aprile decorso mi adoperai nel modo più fattivo, per istituire rapporti di comprensione e di fiducia con le Autorità germaniche, civili e di Polizia, da cui mi ripromettevo anche un appoggio materiale che avrebbe ben potuto essere considerato un indennizzo delle gravi perdite a noi inflitte, con la sottrazione, avvenuta sin dal decorso settembre di armi, munizioni ed automezzi (…) è oggi compito estremamente delicato tenere compatta e disciplinata la compagine degli Agenti della Questura di Fiume. In questa lotta asprissima, serrata, talvolta estenuante, pur potendo contare sulla piena solidarietà di tutti i colleghi sono stato assolutamente solo (…) Il Prefetto che risponde al nome del giudice dr. Alessandro Spalatin ignora, sebbene gli sia stato più volte ricordato, di essere il Capo della Polizia della Provincia. Incapace di un gesto di energia e di fierezza, impassibile agli abusi che in suo nome si commettono, solamente sollecito delle sue laute prebende, non fa nulla che possa farlo considerare il Prefetto italiano di Fiume italiana». La relazione di Palatucci prosegue e si conclude con una lunga e dettagliata analisi sullo stato del personale della Questura, che all’epoca ammontava solo a 13773 elementi contro i circa 300 che aveva di media prima dell’8/9/1943, e alcune questioni contabili riguardanti la stessa. Da tale analisi si rileva impietosamente lo stato di assoluta paralisi e di profondo disagio in cui si vennero a trovare agenti e funzionari. Il Palatucci verrà arrestato dai tedeschi il 13/9/1944 e morirà a Dachau il 10/2/1945. Sulle ragioni dell’arresto si avranno due versioni, entrambe non sostenute da documenti d’archivio definitivamente probatori: la prima, da noi ritenuta più attendibile e coincidente con la versione ufficiale fornita dai tedeschi al governo della RSI, secondo la quale venne arrestato dopo una perquisizione della sua abitazione, a seguito di delazione, nel corso della quale sarebbe stato rinvenuto un piano, da far pervenire agli Alleati e quindi tradotto in lingua inglese, volto a costituire, in con73 DAR, Kvesture (Questura) (in corso di rubricazione e classificazione), «Elenco nominativo dei sottufficiali ed Agenti di PS effettivi alla Questura di Fiume, 3 giugno 1944». Erano in tutto 137 di cui a quella data: tre in licenza, uno in servizio fuori sede, uno ammalato in sede, uno ricoverato all’ospedale di Trieste e uno che risultava disperso (Giuseppe Strocchia). Così suddivisi: n. 11 addetti al Gabinetto della Questura, n. 15 addetti alla Squadra Politica (primo sottufficiale responsabile: Francesco Maione), n. 17 addetti alla Squadra giudiziaria, n. 9 addetti alla Squadra amministrativa, n. 2 dattilografi 2ª e 3ª Divisione, n. 7 addetti al Comando, n. 3 addetti al Comando Stazione, n. 9 addetti al Corpo di guardia, n. 3 piantoni alla Caserma di Via Roma, n. 2 Servizio ospedale, n. 2 Ufficio stranieri, n. 12 Ufficio ferrovia, n. 7 Ufficio porto, n. 4 Ufficio Ponte Eneo, n. 4 autisti, n. 10 addetti alla Prefettura, n. 1 Gabinetto scientifico, n. 7 Servizi vari, n. 1 mensa Via Roma, n. 4 mensa Manin, n. 4 aggregati all’Ispettorato di Trieste, n. 1 addetto Ufficio Gabinetto. 74 AMSF, fasc. Rora Mario, relazione autografa di Mario Rora a Lino Poli, Gradisca d’Isonzo, 27 marzo 1987: «Ti voglio raccontare un fatto molto importante: la storia di un martire il primo di cui nessuno ha mai parlato, l’ingegnere Rubinich. Quest’uomo aveva in mente un progetto da realizzare alla fine della guerra: costituire uno stato libero comprendente Fiume, Zara, Trieste, Gorizia, Udine; un’utopia forse, ma sempre un’idea. Di questo progetto erano al corrente tanto fiumani onesti, quanto fiumani voltagabbana e anche partigiani. Intorno i giorni 20-21 aprile qualcuno suonò al suo appartamento che era sopra al Colorificio Padoani (non ricordo la via) lui andò ad aprire e fu fulminato con un colpo di pistola». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 69 corso con Giovanni Rubini (Rubinich)74, uno Stato autonomo fiumano. La seconda, da noi ritenuta del tutto improbabile, sostiene che l’arresto sarebbe stato sostanzialmente motivato dalla scoperta della sua attività segreta volta al salvataggio di migliaia di ebrei, in epoca non ben precisata e in concorso con uno zio, vescovo della diocesi di Campagna in provincia di Salerno, dove esisteva, in effetti, un campo di internamento di ebrei costituito a seguito della leggi razziali del 1938. Dai rapporti mensili del campo di Campagna risulta che, pur disponendo di 350 posti, non ospitò mai più di 272 internati e tra questi solo due provenienti da Fiume75. La corrispondenza che il vescovo Giuseppe Maria Palatucci intratteneva con il capo della polizia Senise ci documenta come nel 1942 egli fosse interessato non tanto a proteggere gli ebrei in quel di Campagna ma a smistarli, ove ciò fosse stato possibile, nei diversi campi situati in altre regioni italiane76. Molti a Fiume credettero, tedeschi compresi, che uno sbarco anglo-americano avrebbe salvato la città dall’occupazione comunista e in realtà l’ipotesi non era del tutto infondata. Sta di fatto che le fortificazioni intorno a Fiume furono decisamen75 ACS, Ministero dell’interno, DGPS, AAGGRR, Massime (1880-1954), M4, «Mobilitazione civile», b. 134 (Campo di concentramento di Campagna - Salerno), fasc. 16. Elenco presenti al 16/9/1940: totale 272 (non si rileva alcun fiumano). La capienza massima consentita (vedi lettera Prefettura Salerno del 26/7/1940 prot. 09094) era di 350 posti e s’imponeva di non superare tale limite. In data 14 settembre 1941 (vedasi relazione al Ministero dell’ispettore generale di PS Panariello) i presenti erano 141, 7 ricoverati all’Ospedale e 3 in licenza. In data 7 marzo 1942 (cfr. relazione come sopra in tale data) erano presenti 117 internati. 76 Ibidem. Lettera del Vescovo di Campagna Giuseppe Maria Palatucci al capo della polizia Senise, prot. 2830, 26 aprile 1942: «L’Ispettore di questa zona del PNF mi faceva notare che a Campagna potremmo avere un gran beneficio qual è quello di una colonia montana per la GIL, e occorre solamente il locale, e che sarebbe opportuno il locale che ora è occupato da poco più di un centinaio di internati quasi tutti di razza ebraica, e mi ha pregato di scriverne a Voi, Eccellenza, affinché vogliate disporre lo sgombero di detto locale. E io volentieri, molto volentieri vi inoltro questa preghiera (…) allontanando questi internati, si toglierebbe per noi italiani di fare continuamente sotto i loro occhi la figura degli straccioni e sporcaccioni (…) se io avessi saputo a tempo che a Campagna dovevano venire gli internati avrei fatto tutto il possibile per impedirlo, appunto per evitare che la nostra dignità di italiani fosse esposta al ludibrio di gente che pur non essendo di civiltà superiore ci è superiore per mezzi e per la possibilità di una vita superiore (…) Fateci, Eccellenza, fateci la grazia di disporre di detto locale e farete opera santa (…) tanto più che un centinaio di internati possono essere facilmente distribuiti negli altri vari campi di concentramento». In data 5 maggio 1942 il capo della Polizia rispose a monsignor Palatucci che non era possibile sistemare in altri campi gli internati di Campagna (nella bozza della risposta risulta però cancellata a penna la motivazione «dato che gli altri campi di concentramento sono completamente saturi di internati»). In data 31/3/1943 gli internati presenti erano 145. Quasi tutti questi, grazie proprio al mancato smistamento in altri campi del centro e del nord Italia avranno salva la vita sottraendosi così alle indisturbate retate tedesche, in tali regioni, dopo l’8 settembre 1943. 77 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., p. 409: «Particolare attenzione fu posta [da parte tedesca, nel 1944] alla fortificazione di un ampio retroterra di Fiume. Una zona che avrebbe dovuto servire tanto per combattere contro le unità del NOV della Jugoslavia quanto per un’eventuale accoglienza delle forze alleate (…) I Tedeschi proclamarono Fiume fortezza e la predisposero alla difesa ad angolo giro. La cintura difensiva esterna si allungava da Buccari alle sorgenti dell’Eneo, a Castua e Giussici fino a Draga di Santamarina. Quella interna partiva da Martinscizza (Santa Anna) passava per Tersatto e Santa Caterina fino al rione di Mattuglie e da qui scendeva al mare». 70 Amleto Ballarini te sviluppate e rinforzate77. Si sa oggi dei contatti clandestini fra la Decima MAS della RSI ed esponenti militari e politici del governo monarchico del Sud78 e ben si conosce la posizione ufficiale del Partito comunista italiano che tramite Togliatti formulava perfino ipotesi di guerra civile79 qualora il governo Bonomi, consenzienti gli Alleati, avesse impedito l’occupazione della Venezia Giulia da parte jugoslava. Non ci fu dunque alcuno sbarco, ma la conquista di Fiume da parte dell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo incontrò serie difficoltà. Le unità della IV armata che sostennero il peso dell’assalto finale furono duramente impegnate in due successive battaglie che si svolsero nel territorio di Clana tra il 21 e il 30 aprile. Ultimo a cadere fu il baluardo difensivo di S. Caterina dove operava una unità italiana d’artiglieria alpina inquadrata nella Wehrmacht. Nella notte tra il 2 e il 3/5/1945 i tedeschi si ritirarono e la mattina del giorno 3 penetrarono a Sušak le truppe della 14ª Brigata della 19ª Divisione80. Le perdite subite dagli attaccanti furono ingenti81. Non ci fu dunque alcun combattimento per le strade come qualcuno vorrà più tardi sostenere, e, soprattutto, pur essendo stata da tempo pianificata82, non ci fu alcuna rivolta interna, sia d’italiani che di croa- 78 S. DE FELICE, La Decima Flottiglia MAS e la Venezia Giulia 1943-45, Roma, Settimo Sigillo, 2000, pp. 108-127. 79 ACS, PCM, Gab., 1948-50, b. 112, 1.6.1., n. 25049, s. fasc. 1-A. Lettera del vice presidente del Consiglio dei ministri Palmiro Togliatti al presidente Ivanoe Bonomi, 7/2/1945: «Mi è stato detto che da parte del collega Gasparotto sarebbe stata inviata al CLNAI una comunicazione in cui si invita il CLNAI a far sì che le nostre unità partigiane prendano sotto il loro controllo la Venezia Giulia, per impedire che in essa penetrino unità dell’esercito partigiano jugoslavo una direttiva come quella che sarebbe contenuta nella comunicazione di Gasparotto è non solo politicamente sbagliata, ma grave, per il nostro paese dei più seri pericoli (…) La direttiva che sarebbe stata data da Gasparotto equivarrebbe quindi concretamente a dire al CLNAI che esso deve scagliare le nostre unità partigiane contro quelle di Tito (…) Quanto alla situazione interna, si tratta di una direttiva di guerra civile…» (le sottolineature nel testo sono state apportate manualmente, con ogni probabilità dal destinatario della missiva). 80 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., p. 531. 81 «Globus», 10/2/1995, intervista a Oskar Piškulić: «Gli italiani resistettero nei bunker di Santa Caterina due settimane dopo l’avvenuta capitolazione (n.d.a.: Forse allude alla resa in Italia delle truppe tedesche). E perché? Molti nostri dalmati sono morti negli assalti contro quei bunker. Gli italiani non volevano combattere contro i tedeschi. Cosa non hanno fatto (…) E allora quando arrivi in città come puoi perdonare?». 82 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., p. 481: «Fu pianificato che alle battaglie per la liberazione della città di Fiume prendessero parte 4 battaglioni di Fiumani che avrebbero dovuto aprirsi un varco nelle zone periferiche (Zamet, Drenova, Valscurigne e Santa Caterina) verso il centro della città. Il comando di queste forze fu affidato a Nello (Nico) Pitacco (…) Del problema ebbe a scrivere Romano Glazar: Prima della liberazione si trovavano in città circa 15 nostri compagni membri del CLP ed attivisti politici, tutti clandestini, armati di mitra e pistole, i quali erano incaricati di tenere i contatti con le organizzazioni sul campo e ad un determinato momento formare la milizia popolare, appropriarsi delle fabbriche ed assicurare i vari impianti, i magazzini di viveri, le armi, la circolazione e disarmare i soldati nemici per le vie (…) I piani erano stati impostati in maniera davvero ambiziosa ma le forze che dovevano realizzarli non erano proporzionate ad essi, ovvero non si impegnarono abbastanza all’attuazione dei compiti che avevano ricevuto». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 71 ti, per agevolare il compito agli uomini di Tito. Dal 3 maggio 1945 al 31 dicembre 1947 Quando alle dieci del mattino di giovedì, 3/5/1945, le prime colonne dell’Esercito popolare di liberazione incominciarono a scendere da Cosala per occupare la città, gli stessi uomini del Comitato popolare cittadino (CPC - GNOO), che avrebbero dovuto fomentare la mancata rivolta interna, avevano però già compiuto i primi atti fondamentali per la gestione del potere e per il mantenimento dell’ordine pubblico. Sin dai primi mesi del 1945 in una serie di riunioni tenutesi a Zamet cui assistette Romano Glazar quale segretario del Comitato cittadino del Partito comunista croato, si decise di affidare, nella sua qualità di presidente del CPC, la direzione dei preparativi a Franjo Kordić. Fungeva da segretario Vlado Hreljanović Doro «mentre a dirigere i vari settori erano stati designati Cucera Giovanni Pino per l’industria, Klausbergher Petar per le questioni sociali, Bukvić Ruža Ranka per l’istruzione e la cultura, Michelazzi Luciano per i sindacati, Spiler Mario e Katalinić Petar per il Fronte jugoslavo di liberazione popolare83». Sin dal primo momento quell’organico iniziale venne tuttavia integrato e modificato sulla base delle esigenze che si manifestavano a causa della improvvisazione cui spesso erano costretti i designati a sostituire la vecchia dirigenza, professionalmente preparata, e il personale tecnico e amministrativo della precedente gestione. La Sezione amministrativa del comitato popolare cittadino, facente funzioni di Giunta comunale, venne affidata a Erio Franchi e la «Sezione per l’ordine e la sicurezza pubbli- 83 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., p. 479: All’elencazione dei nomi l’A. premette: «Già all’inizio del 1945 le dirigenze di partito avevano stabilito i compiti delle loro organizzazioni e dei CLP relativi ai preparativi per l’assunzione del potere (…) Il Comitato cittadino di liberazione popolare per Fiume tenne a Zamet tutta una serie di riunioni con gli uomini scelti per assumere le cariche di direttori, commissari ed altre funzioni (…) Nei preparativi per la liberazione la maggiore attenzione fu posta a Fiume poiché per la complessità delle questioni politiche, economiche e d’altra natura rappresentava il problema più grave». 84 «Vjesnik», XIX (1974), p. 332, «Zapisnik Prve konferencije predstavnika Upravnog odjela ONOO-a za Hrvatsko primorje, Upravnih i drugih odjela KNOO-a i GNOO-a Hrvatsko primorja i ZAVNOH-a - Verbale della prima conferenza dei rappresentanti del reparto amministrativo del Comitato circondariale di liberazione popolare (ONOO) per il litorale croato, del reparto amministrativo e degli altri reparti del Comitato distrettuale di liberazione popolare (KNOO), del Comitato cittadino di liberazione popolare (GNOO) del litorale croato e del Consiglio regionale antifascista di liberazione popolare della Croazia (ZAVNOH)». Verbale compilato il giorno 16 maggio 1945 in occasione della prima conferenza tenutasi presso il reparto amministrativo del Comitato circondariale di liberazione popolare (ONOO) per il litorale croato a Sušak con i capisezione dei reparti amministrativi ed i capi delle sezioni per l’ordine e la sicurezza pubblica dei Comitati territoriali distrettuali e cittadini di liberazione popolare (NOO): «Presenti per il Comitato di liberazione popolare di Fiume il compagno Franchi Erio caposezione del reparto amministrativo, Piškulić Stanko, capo della sezione per l’ordine e la sicurezza pubblica.» (Riteniamo che il predetto Piškulić Stanko debba identificarsi con Piškulić Oskar detto Žuti. Il nome Oskar è stato erroneamente trascritto in Stanko. Di uno Stanko Piškulić con incarichi specifici nel Comitato di liberazione popolare di Fiume non vi è traccia alcuna né un individuo con questo nome risulta sia mai stato residente in città, stando alle accurate ricerche effettuate presso l’anagrafe storica di Fiume/Sušak. Vedasi relazione ufficiale, tramite Consolato italiano, depositata in AMSF). 72 Amleto Ballarini ca» a Piškulić 84. In data 20/5/1945 il Comitato di liberazione popolare (NOO) di Fiume propose comunque al Comando militare (Mobilizacijoni Otsjek) per la debita autorizzazione il seguente direttivo: presidente Kordić Franjo, segretari Teodor Hreljanović e Franjo Surina, Erio Franchi (capo della Sezione amministrativa-Pročelnik Upravnog Odjela)85, Dino Faraguna (capo della Sezione lavori tecnici - Pročelnik Odj. Tehn. radova), Natale Rak (capo della Sezione traffico - Pročelnik za promet), Giovanni Cucera (capo della Sezione industria e artigianato - Pročelnik Industrije Obrt.), Petar Klausberger (capo della Sezione affari sociali Politici - teh. Soc. Politike), Amedeo Uršić (capo della Sezione commercio e rifornimento - Pročelnik Trgovine i Opskrbe), Franjo Perman (capo della Sezione agricoltura e foreste - Pročelnik Polj. i Šum.), Giuseppe Fattori (capo della Sezione finanze - Pročelnik Financija)86. Sull’attività della sezione amministrativa dal maggio al dicembre 1945, riportiamo i passi più significativi di una relazione stilata nel marzo del 1946: «La sezione Amministrativa è istituita immediatamente dopo la liberazione del 3/5/1945 su basi organizzative delle grandi città. La Sezione era priva di dirigenti specializzati (…) si assunse in servizio una parte del vecchio apparato della passata amministrazione che al tempo della lotta collaborò col movimento popolare di liberazione. La Sezione ha assorbito in grande parte delle (sic) competenze della cessata Questura e del Municipio di Fiume, eccezione fatta per le competenze di affari politici. Così organizzata svolse la propria attività per tutto il tempo quando ancora non era organizzata né l’Amministrazione Militare né l’Autorità Giudiziaria (…) Aggregata si fondò la Milizia Popolare il cui comando della stessa è sottoposto al Capo Sezione (…) Per la sua formazione non era a disposizione un sufficiente numero di ufficiali così che per dirigenti furono posti gli ex combattenti dell’Armata Jugoslava e elementi provenienti dalla cospirazione (…) Il personale attuale dei dipendenti è (…) Milizia Popolare 220 (…) La Sottosezione Ordine Pubblico e Sicurezza era sovraccarica causa i frequenti furti che si verificavano (…) Dal maggio al dicembre si sono verificati furti, scassi, ricettazioni truffe (…) Passato alle carceri persone 528 (…) La Sezione Confische e Sequestri ha eseguito 368 pratiche di sequestro delle quali 257 relative a nemici del popolo o assenti da Fiume per motivi sconosciuti, passato all’Amministrazione Beni Popolari (…) È indispensabile una stretta collaborazione col Pubblico Accusatore e il Tribunale (…) l’odierna situazione numerica della Milizia Popolare soddisfa soltanto del 50% del numero neces85 A. BALLARINI, Intervista con il dr. Erio Franchi, in «Fiume», 32, 1996, pp. 10-38. Nell’intervista concessa prima che si rinvenisse negli archivi il documento (vedi nota 84) che lo vede insieme a un Piškulić (per l’occasione chiamato, secondo noi erroneamente, Stanko) all’importante conferenza dei NOO del Litorale tenutasi a Sušak il 16/5/1945, Franchi dichiara: «…Ma non ero una persona da associare a determinate decisioni politiche. Questo per quanto riguarda le uccisioni (…) certo ho saputo di Riccardo Gigante, ho saputo del dottor Blasich, ho saputo del dottor Sincich (…) l’uccisione di Bacci e di Gigante è stata giustificata con il fatto che erano esponenti fascisti, degli altri, gli autonomisti, Skull compreso, si era detto “Necessità politica” (…) ma questi erano lavori dell’UDBA di Oskar Piškulić e di Emil Karadžija Domaći, di quei quattro o cinque che erano i caporioni di quella organizzazione (…) Ma so che le scorribande dell’UDBA, dell’OZNA di allora, e gli assassinii che hanno commesso, anche le rapine, perché poi è venuto fuori che si erano impadroniti anche di averi, Žuti Piškulić per primo, erano tutte cose che avvenivano in un sottobosco diverso. Noi eravamo, dico noi, gli idealisti, gli stupidi di turno, su un piano massimo di esposizione pubblica ma di coinvolgimento minimo nelle decisioni…». 86 DAR, NOO, JU16 k. 2 Tajništvo (Segreteria). Profilo storico - Povijesni pregled događaja 73 sario di uomini necessari per il buon andamento del servizio. Nella lotta contro la speculazione e il sabotaggio economico è necessario ingaggiare tutte le organizzazioni del movimento nonché larghe masse popolari»87. Occorre evidenziare come nell’ambito del Comitato popolare cittadino sia stato costituito, dopo appena due settimane, dall’ingresso delle truppe jugoslave a Fiume, un apposito Ufficio «per la confisca dei beni dei nemici del popolo88» e questo ancor prima che un’apposita Commissione cittadina per i crimini di guerra e un Tribunale popolare cittadino iniziassero a funzionare. Nel corso della prima conferenza dei capi delle sezioni amministrative e dell’ordine e della sicurezza pubblica dei diversi comitati distrettuali e cittadini del Litorale, tenutasi a Sušak in data 16/5/1945, venne illustrata ai presenti l’importanza che aveva per il nuovo potere tale materia: «il compagno Karaman Branco referente per l’attuazione delle confische (...) sottolinea l’importanza di queste nell’ambito della lotta di Liberazione Popolare e all’indomani della liberazione specialmente in una zona come questa che per molti anni subì il giogo dell’occupatore e la resistenza. Al ritrovamento delle proprietà delle persone di nazionalità tedesca, dei criminali di guerra e dei nemici è necessario applicare la massima cura e servirsi della collaborazione delle masse (...) Non dobbiamo limitarci esclusivamente al ritrovamento dei beni immobili di queste persone, perché spesso tali beni rappresentano solo una parte trascurabile in rapporto ai diritti dell’autorità: depositi, presso Istituti bancari e altri, azioni, aziende, crediti ecc. Si rende quindi necessario accertare e trovare anche questo tipo di averi. Da un lato il Comitato circondariale di Liberazione Popolare (NOO) emana un bando pubblico alla cittadinanza affinché tramite denunce aiuti l’autorità popolare, dall’altro è dovere dei Comitati generali, distrettuali e cittadini di Liberazione Popolare (NOO) spiegare al popolo l’importanza di tutto ciò (...) Le proprietà dei criminali di guerra e dei nemici del popolo, verranno confiscate solo in base alla sentenza del Tribunale Militare o Popolare ma i reparti amministrativi insieme agli organi competenti disporranno che i beni di queste persone, anche prima della sentenza, vengano posti sotto sequestro ed assicurati all’amministrazione statale. Lo stesso deve avvenire per quel che concerne gli averi vacanti ovvero i beni di coloro che sono assenti perché fuggiti dal luogo di residenza permanente o prelevati a forza dal nemico. Tali beni, fino a nuovo avviso, devono essere preservati dalla rovina e posti sotto l’amministrazione provvisoria (…) Le proprietà delle comunità in precedenza fasciste/italiane verranno poste sotto sequestro fino a nuovo avviso. Con le proprietà dei criminali di guerra che 87 Ibid., scat. 17. Izvještaj Upravnog odjela Gradskog narodno-oslobodilačkog odbora (Relazione della sezione amministrativa del Comitato popolare cittadino) in data 6 marzo 1946. 88 Ibid., b. 10, Gradski narodni-oslobodilački odbor (Comitato popolare di liberazione cittadino), 17/5/1945, elenco del personale dell’ufficio per la confisca dei beni dei nemici del popolo (tra parentesi il luogo di nascita): Commissione: Dassovich Mario (Fiume), Klausberger Guglielmo (Fiume), Marot Vittorio (Fiume), Lukich Gino (Fiume) - Impiegati interni: Jugo Rodolfo (Fiume), Branelli Giuseppe (Fiume), Masi Bruno (Parenzo) - Fiduciari per gli accertamenti: Schibotto Antonio (Vicenza), Rovani Mario (Fiume), Emiliani Dante (Fiume), Juranich Renato (Fiume), Pavlovich Antonio (Pisino), Stibellini Eligio (Fiume), Sirotich Euleterio (Pinguente), Prodam Eugenio (Pisino), Dopudi Innocenzo (Fiume), Bobek Eugenio (Fiume), Marot Giovanni (Fiume), Malekar Doimo (Zagabria), Cuccelli Giovanni (Fiume), Birolini Tiberio (Roma), Brazzoduro Luigi (Fiume), Sincich Vilin (Fiume). 74 Amleto Ballarini nel corso della Lotta di Liberazione Popolare sono stati liquidati si procederà come nel caso dei nemici del popolo condannati dal tribunale alla confisca dei beni. Riguardo alle proprietà delle mogli dei nemici del popolo esistono speciali direttive del Ministero (…) i figli delle persone a cui è stata confiscata la proprietà (...) non hanno alcun diritto a questa proprietà…». In merito ai cittadini italiani che nell’attesa della firma del Trattato di pace intendevano comunque abbandonare il territorio: «gli italiani che non hanno intenzione di rimanere nel nostro territorio ma che preferiscono trasferirsi in Italia non hanno il dovere di rimanere nel nostro esercito né nel posto di lavoro. A queste persone sempre che non siano colpevoli di malefatte, verrà resa possibile la partenza dalla nostra terra, naturalmente a condizione che il trasferimento abbia carattere permanente e non rappresenti un tentativo di evitare il servizio militare»89. In data 24/5/1945 il comunicato n. 45 del Comitato popolare di liberazione di Fiume emanò infatti le norme per il rilascio dei lasciapassare a quanti intendevano andare in Italia: «1) La persona che intende partire deve presentare personalmente una domanda alla quale dovrà allegare le seguenti dichiarazioni: a) la dichiarazione dei beni mobili ed immobili che abbandona nella città, con l’indicazione della persona alla quale è stata affidata la custodia di questi beni; b) l’oro, le carte valori, le azioni, il denaro e tutti gli altri titoli devono essere depositati presso la Banca Centrale (ex Banca d’Italia) ed allegare la relativa dichiarazione. 2) Ogni persona può portare con sé i propri indumenti personali fino ad un massimo di 50 Kg, nonché l’importo di Lire 20.000 per sé quale capofamiglia e ulteriori Lire 5.000 per gli altri membri della famiglia che viaggiano con lui; tutto ciò in buoni (N.d.a.: Che oltre confine non avevano alcun valore)»90. L’ondata di sequestri e di confische91 superò, a nostro avviso, tra il 1945 e il 1948 i duemila provvedimenti, emanati con motivazioni generiche, senza certezza alcuna di prova e senza possibilità di difesa, andando ben oltre, per quanto riguarda le proprietà immobiliari, le 1.500 circa che si erano salvate dai bombardamenti aerei e terrestri e dalle mine tedesche. Tutto ciò avvenne mentre si verificavano arresti e uccisioni che si possono tuttavia inquadrare in due fasi ben distinte: Prima fase. Limitata grosso modo a maggio-ottobre 1945, nella quale oltre alla plateale e capillare retata di italiani, fiumani e non fiumani, fascisti, questurini, carabinieri e finanzieri, da parte dei militari coadiuvati dalla Milizia popolare cittadina e da elementi locali addetti alla sicurezza e all’ordine pubblico, sembra provata anche l’attività di delinquenti comuni dediti a uccisioni per scopo di rapina, almeno stando a qualche sentenza delle Autorità militari che, facendo eccezione alla prassi 89 90 91 «Vjesnik», XIX (1974), p. 337. «La Voce del Popolo», 24/5/1945. Cfr. elenco parziale di fiumani condannati a vario titolo dal 3 maggio 1945 in poi, p. 172. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 75 normalmente seguita, resero il proprio operato di pubblico dominio a mezzo stampa92. Non si può escludere che la strategia delle condanne a morte di alcuni «compagni che avevano sbagliato», camuffati, per l’occasione, da presunti rapinatori servisse, a volte, da parziale copertura per i numerosi misfatti allora in corso. Nei sistemi comunisti di tutto il mondo non era affatto inconsueto l’allestimento di simili farse e quello di Tito, prima e dopo il 1948, non sfuggì alla regola93. In questa prima fase, molte uccisioni e sparizioni avvennero sotto gli occhi della cittadinanza terrorizzata: Mario Blasich, infermo, capo storico dell’autonomia fiumana, venne strangolato in casa, un autonomista come Giuseppe Sincich venne prelevato dalla sua abitazione e ucciso nei pressi a raffiche di mitra, un altro autonomista noto, Nevio Skull, venne trovato ucciso a colpi di pistola, il senatore Riccardo Gigante «La Voce del Popolo», 7/5/1945: Un comunicato ufficiale del Comitato popolare di liberazione di Fiume, Sezione amministrativa, a firma congiunta del presidente Francesco Kordić e del capo sezione Erio Franchi rendeva edotta la cittadinanza delle sentenze di morte emesse dalle autorità militari, per omicidio e rapina, a carico di Pilepić Riccardo e Smeli Clemente, nati a Fiume e di Brodičić Giovanni e Antonini Antonio, nati rispettivamente a Trieste e Pola. 93 J. PIRJEVEC, Il giorno di San Vito - Jugoslavia 1918-1992 storia di una tragedia, Torino, Nuova Eri, 1993, p. 241: «…verso la fine di aprile [1948] la casistica processuale jugoslava venne arricchita da un processo, organizzato contro un gruppo di eminenti comunisti sloveni, internati durante la guerra a Dachau, e accusati per questo di essersi messi prima al servizio della Gestapo e poi degli imperialisti occidentali (ma, sembra sospettati di essere agenti dell’ NKVD). Il processo, che rappresentava un ulteriore passo nella via della repressione dopo quelli organizzati contro i nemici di classe e i “compagni di strada” degli anni precedenti, si concluse con 11 condanne a morte e con altre gravi pene detentive. Esso fu un rito espiatorio di chiara marca staliniana, una drammatica messinscena…». 94 AMSF, Icilio Bacci, lettera di Lidia Bacci-Urbani moglie di Icilio Bacci, Sirolo (Ancona), ottobre 1945, indirizzata a Peko Dapčević, Comandante della IV Armata jugoslava, Abbazia, per chiedere la liberazione del marito: «Mio marito fu tratto in arresto il giorno 21 maggio 1945 per ordine dell’OZNA ed inviato alle carceri giudiziarie di via Roma. Qualche giorno dopo venne eseguita la requisizione di tutto il mobilio sia dell’abitazione che dello studio notarile, siti al primo piano dell’edificio n. 5 di piazza Regina Elena in Fiume. Constatato il suo grave stato di salute mio marito venne ricoverato nell’infermeria delle carceri, donde il giorno 10 agosto egli venne internato in un campo di concentramento in Jugoslavia (…) Nel maggio scorso, dopo che si fu alquanto chiarita la situazione di Fiume, ed al solo scopo di rivedermi e celebrare insieme, in seno a stretti parenti, il 40° annuale del nostro matrimonio che ricorreva il giorno 10 giugno scorso, mio marito con il cortese appoggio di alcuni dei nuovi reggenti della città, tra cui il compagno Surina, chiese di ottenere il lasciapassare per recarsi a Verona. Il giorno 21 maggio scorso egli fu invitato alla sede dell’OZNA, ove nel frattempo era stata inoltrata la domanda per il suo permesso di viaggio. Però il Capo di quell’Ufficio, compagno Žuti; lo trattenne e poi lo fece trasferire alle Carceri giudiziarie, donde a causa del suo stato di salute fu inviato nell’infermeria…». Ibid.: lettera di Oscar Sperber, testimone oculare degli eventi fiumani del maggio 1945, poi, dopo l’esodo, segretario generale della provincia di Bergamo, Lidia Bacci in data 9 settembre 1954: «Invero a qualche giorno di distanza dall’arresto del senatore, la popolazione del centro della città assisteva muta ed impotente alle operazioni di trafugamento del magnifico arredamento sia della Sua accogliente casa che dei mobili dello studio. Per fare prima gli esecutori dell’ordine di sequestro calavano i mobili dal grande balcone. Di sotto, davanti al portone di casa ed alla porta della pasticceria Piva un grosso autocarro accoglieva la refurtiva (…) Altro che testimonianze! Ve ne sono a migliaia. E poi basterebbe un briciolo di buona fede per averle sul posto a Fiume e di carattere ufficiale. Ma chi lo sa se saranno ancora vivi coloro che in quell’infausta epoca avevano in mano la città, quali esecutori materiali degli ordini del Centro? I vari compagni Žuti, i Surina, ing. Faraguna, la compagna Gioia Scrobogna, lo stesso dott. Scrobogna». 92 76 Amleto Ballarini fu condotto con altri in direzione di Castua e scomparve, il senatore Icilio Bacci94 si presentò per ritirare un lasciapassare per Trieste ma venne trattenuto e scomparve, la stessa sorte toccò all’ex podestà Carlo Colussi e a sua moglie, all’insegnante Margherita Sennis, tanto per citare solo alcuni tra i più noti e bastò proprio la notorietà di questi non solo per diffondere la paura, ma per impedire ai congiunti di altri scomparsi in ogni rione della città, meno noti di questi e non sempre fascisti, di insistere troppo con il chiedere notizie. Si aggiunga a ciò l’arresto e la deportazione per destinazione ignota di almeno 78 membri della locale Questura95, 50 della Finanza e 10 dei carabinieri. Questa fase in cui elementi locali guidati dal CPC e unità dell’Armata di liberazione coordinate dall’OZNA si dedicarono, fortemente motivati dal comunismo sta95 ACS, Ministero dell’interno, Gabinetto, 1944-46, b. 140, fasc. 12418, «Fiume situazione generale», lettera di Ferruccio Parri all’ammiraglio Ellery W. Stone commissario capo della Commissione Alleata in data 26/6/1945: «si è avuto notizia che le autorità jugoslave di occupazione della città di Fiume hanno proceduto all’arresto di tutto il personale della Questura, comprendente due funzionari, sette impiegati d’ordine, tre uscieri e circa 75 agenti, dei quali quindici successivamente rilasciati. Detto personale sarebbe stato inviato in Croazia per essere internato in campo di concentramento. Identica sorte sembra abbiano subito alcuni funzionari di Prefettura. Le sarei vivamente grato se volesse cortesemente interessare la competente autorità militare della zona perché svolga gli opportuni passi per il rilascio del predetto personale e dei cittadini italiani in genere arrestati e deportati dalla Venezia Giulia». Lettera dell’Ammiraglio Stone a Parri in data 6/7/1945: «mi dispiace doverle dire che il mio interessamento finora non ha avuto esito favorevole». Lettera di Stone a Parri in data 18/7/1945: «Ho riferito la questione al Comando Supremo Alleato il quale ha fatto presente che Fiume si trova nella zona di occupazione jugoslava e che non vi esiste alcuna Autorità Militare Alleata. Il Comando Supremo Alleato suggerisce che il Suo Governo si rivolga alle Ambasciate Americana e Britannica affinché queste facciano dei passi in comune presso il Governo jugoslavo a nome di quello italiano». Vedasi inoltre, in ACS, PCM, Gab., «Funzionari, agenti e militari italiani arrestati e deportati durante l’occupazione della Venezia Giulia», b. 19/5 n. 40729, lettera del Comando Supremo delle Forze Alleate al Ministero dell’Interno, Direzione Generale di PS, in data 10/6/1947: «Viene fatto riferimento alla Vostra lettera 442/9769 in data 5 maggio 1947. Nonostante le estese indagini condotte per un lungo periodo di tempo da parte delle Autorità Alleate, non si è potuto ottenere alcuna informazione concernente lo stato attuale del personale appartenente all’ex Questura di Fiume». Per quanto concerne la Questura di Fiume e la decimazione dei suoi membri ad opera dell’Armata di liberazione jugoslava cfr. anche SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI, Il tributo fiumano… cit., pp. 16-23. 96 G. STELLI, Un caso di genocidio ideologico: Venezia Giulia e Dalmazia 1943-1948, in «Fiume», 38 (1999), pp. 32-36. Riferendosi all’opera di Mario Pacor, «esemplare del riduzionismo e del giustificazionismo più estremi» (Confine orientale: questione nazionale e resistenza nel Friuli-Venezia Giulia, Milano, s.e., 1964), l’autore scrive: «Un esercito e uno Stato rivoluzionario si sostituivano al vecchio Stato fascista (…) occorreva, secondo i criteri che evidentemente prevalsero in quei giorni, eliminarne o neutralizzarne ogni residuo, nelle organizzazioni e nelle persone che ad esso avevano collaborato. Si era su una trincea avanzata del mondo socialista in espansione, fronte a fronte con il nuovo nemico, l’imperialismo e i gruppi che, sia pure per ragioni soggettivamente ammissibili, ad esso si appoggiavano e lo servivano: occorreva, secondo gli stessi criteri, eliminarne o neutralizzarne gli elementi di punta», Stelli afferma, con rigore logico difficilmente contestabile, che «il Pacor non si accorge di descrivere la struttura del genocidio ideologico, ossia la logica della eliminazione-neutralizzazione totale degli avversari». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 77 linista, a una specie di «genocidio ideologico»96 che forse non verrà mai quantificato esattamente, fu identica in tutta la ex Venezia Giulia aprendo in particolare, soprattutto nel Goriziano e in Istria, il drammatico capitolo, tuttora non scritto compiutamente, degli «infoibamenti» che provocarono una reazione internazionale97 tale da nuocere non poco alle pretese territoriali che la Jugoslavia si accingeva ad avanzare al tavolo della pace. Tito che sapeva ben valutare, in ogni momento, quale fosse la miglior politica da seguire, ordinò, prima che il 1945 finisse, la cessazione delle liquidazioni sommarie98 e negò con forza le deportazioni indiscriminate di italiani nei territori occupati99 ma nel contempo, rifiutandosi di sciogliere l’OZNA, disse anche qualcosa che avallò indirettamente l’operato degli estremisti in carica: «Se l’OZNA mette il terrore nelle ossa di chi non ama la nuova Jugoslavia la cosa va 97 G. SALOTTI, Il dramma di Fiume nel secondo dopoguerra, in «Fiume», 7 (1984), p. 33: «Già i primi atti compiuti dalle nuove truppe occupanti avevano destato – anche in quella parte che aveva attivamente aderito al movimento partigiano – un misto di perplessità e di timore. Lo stesso giorno, infatti, erano stati affissi ai muri della città dei manifesti, tutti in lingua croata, meno uno in italiano, in cui il Comitato di Liberazione, insediatosi nel palazzo del Governo, proclamava l’annessione di Fiume alla Croazia (…) non si era ancora spento il ricordo delle violenze compiute dalle truppe tedesche, che iniziarono quelle dei nuovi occupanti (…) Le auspicate reazioni delle forze alleate si limitarono a un messaggio che il generale Alexander, comandante degli eserciti alleati in Italia, diresse il 18 maggio 1945 alle truppe, denunciando la violazione degli impegni assunti dagli jugoslavi per la Venezia Giulia [si faceva riferimento agli accordi stipulati con il Maresciallo Tito nel settembre 1944 a Bolsena], e dichiarando che ciò ricordava i metodi di Hitler, Mussolini e del Giappone. Successivamente però (il 9 giugno) si giunse a un accordo, tra il gen. Morgan per gli Alleati e il gen. Arso Jovanović per gli Jugoslavi, che dividendo la Venezia Giulia in due zone (Zona A, cui vennero aggregate Trieste, Pola, Gorizia e diverse località del Carso già occupate dalle truppe jugoslave, affidata all’occupazione degli Alleati; zona B, comprendete tutto il resto della Venezia Giulia, affidata all’occupazione degli jugoslavi) - compromise ogni possibilità per le popolazioni interessate di far libero ricorso al diritto all’autodecisione». 98 M. GILAS, Compagno Tito, Milano, Mondadori, 1980, p. 111: «Nelle mie memorie di guerra ricordo che Tito alla fine del 1945 aveva ordinato la sospensione delle esecuzioni senza processo e senza condanna che venivano eseguite dalla polizia segreta che all’epoca aveva nome OZNA». 99 ACS, CCLN 1944-1946, b. 4, fasc. 67, «Unione Antifascista Italo-Slava di Trieste», J. Broz Tito, Quali sono gli ostacoli che si frappongono all’istituzione di normali rapporti fra la Jugoslavia e l’Italia, 1945, cit.: «Tutta la stampa italiana è concorde nell’accusare la Jugoslavia di un presunto internamento di diverse migliaia di cittadini italiani della Zona A. Queste accuse sono assolutamente tendenziose perché non corrispondono alla realtà dei fatti. Il nostro Governo, nell’accordo di Belgrado, trattando per la fissazione della linea di demarcazione nella cosiddetta Regione Giulia (Venezia Giulia), ha decisamente respinto la richiesta degli Alleati per la restituzione dei presunti internati cittadini italiani che le Autorità jugoslave avrebbero condotto seco durante la loro evacuazione della Zona A. Il Governo jugoslavo ha respinto questa richiesta per il semplice fatto che non vi sono in Jugoslavia tali internati, come non vi sono stati neppure in passato. Tuttavia è stato ripetutamente presentato al Governo jugoslavo – tramite le autorità alleate – un elenco di 2.500 presunti internati italiani. Questo elenco ha un contenuto molto dubbio». 100 J. RIDLEY, Tito… cit., pp. 237-238. 78 Amleto Ballarini a vantaggio del nostro popolo100». Seconda fase: dal 30/10/1945 in poi101, entrarono in funzione i Tribunali popolari che in concorso con i Tribunali militari (gli unici abilitati ad emettere sentenze di morte) comminavano condanne ai lavori forzati, sequestri e confische. Rispetto alle sparizioni che comunque (anche se con minore intensità) continuavano, le sentenze di condanna a morte, emesse sempre dall’autorità militare, non furono molte, ma, quando se ne conoscerà il dispositivo, si potrà riscontrare che il luogo di esecuzione102 e quello di sepoltura delle vittime non venivano mai resi noti. Parimenti dicasi per le dichiarazioni di morte che verranno rilasciate dagli organi del potere cittadino, facenti funzioni d’anagrafe, ai famigliari che ne faranno più tardi richiesta. Nei processi di pubblico dominio, come furono quelli che si tennero nel 1946 e agli inizi del 1947103 nei confronti di alcuni cittadini accusati di cospirazione clandestina e in alcuni casi perfino d’uso e di detenzione d’armi e di esplosivo, si registrarono pesanti condanne ai lavori forzati, ma nemmeno una condanna a morte. Di contro, soprattutto nel 1945, nella gran quantità di procedimenti condotti in sedi riservate e sottratti alla conoscenza del pubblico, per molto meno, e in alcuni casi non si saprà nemmeno perché, molta gente veniva arrestata dalla polizia segreta e non faceva più ritorno a casa104 o veniva «liquidata» con giudizio sommario di Tribunali militari. Emblematico il caso di Angelo Adam, antifascista, reduce da Dachau, e della sua «La Voce del Popolo», 30/10/1945: «Ordinanza - Disposizioni generali sull’Amministrazione della Giustizia nel territorio di Fiume - Il Comitato Popolare Cittadino di Fiume, vista la necessità di regolare nel territorio di sua competenza l’Amministrazione della Giustizia, in accordo con l’Amministrazione Militare dell’Armata Jugoslava, dispone quanto segue: I. Nel territorio di Fiume la giurisdizione civile e penale viene esercitata esclusivamente dai giudici popolari presso la Pretura ed il Tribunale del Popolo. II. Nell’amministrare la giustizia i giudici popolari si atterranno alle leggi vigenti, in quanto queste non contrastino con lo spirito e gli interessi del movimento popolare di liberazione. In tali casi essi giudicheranno in base al principio di equità». 102 «La Voce del Popolo», 18/9/1945, sotto il titolo Nemici del Popolo si dà notizia di due esecuzioni, quelle di Argeo Cappadura e Sikić Bozo, mediante fucilazione a cura dell’autorità militare, che ebbero luogo presso il cimitero di Tersatto. È uno dei pochi casi in cui il luogo dell’esecuzione venne reso noto. 103 ARHIV VRHOVNOG VOJNOG SUDA, BEOGRAD (d’ora in poi AVVS) Viši Vojni Sud, 24/47. 104 IRSMLFV, Ufficio Storico, doc. 1303, Angelo Adam, «Colloquio con la signora Anna Adam ved. Monti, sorella di Angelo Adam a Trieste il 16 settembre 1965», raccolto e firmato da Galliano Fogar: «Nel settembre-ottobre 1945 poco prima di venir arrestato ed eliminato dalla polizia jugoslava, Angelo Adam fece un viaggio a Milano (forse era l’unico) (…) Angelo Adam voleva mantenere l’incognito per motivi cospirativi (egli doveva tornare a Fiume) (…) La signora Anna Adam ha chiesto invano documenti anagrafici di Angelo alle autorità di Fiume tramite i consolati italiani di Zagabria e Capodistria (…) Da parte jugoslava non si danno attestazioni su Angelo Adam come se non fosse mai esistito, né nato né vissuto per anni a Fiume». 101 Profilo storico - Povijesni pregled događaja 79 famiglia. Il suo nome ricorre anche nella vicenda dei processi sopra menzionati e tutto fa pensare che fosse coinvolto in quella cospirazione clandestina105 che agli altri costò invece solo qualche anno di galera. Nel settembre/ottobre 1945 sparirono lui, la moglie e la figlia ma nel 1947, pur essendo sparito, il Tribunale del popolo lo condannò a due mesi quale «speculatore e sabotatore»106, a riprova che in quel periodo la mano destra della giustizia popolare non sempre sapeva quel che faceva la mano sinistra dell’OZNA o dell’UDBA, o meglio, si potrebbe pensare che la giustizia popolare provvedesse a screditare politicamente e moralmente, come se fossero ancora vivi, i soggetti che la polizia segreta aveva già eliminato. Il regime, in tale fase, preferiva tuttavia procedere alle eliminazioni fisiche dei suoi presunti avversari senza far troppo rumore sì che l’impenetrabile silenzio sulla loro sorte continuava a costituire per i superstiti un formidabile deterrente che scoraggiava chiunque a fare troppe domande. Quando occorreva invece ricorrere a pubblici processi per dimostrare che i nemici esterni del sistema tramavano (nel caso dei processi di cui sopra venne provato anche il finanziamento clandestino proveniente dall’Italia tramite il CLN di Trieste)107 , senza successo, per abbatterlo e che la giustizia popolare trionfava, ci si limitava a pene detentive che in seconda istan- 105 AVVS, Viši Vojni Sud, 24/47, verbale di interrogatorio di Luksić Antonio che si dichiara croato di nazionalità italiana di professione impiegato, in data 21/1/1947: «Nel mese di luglio 1945 don Polano m’invitò a partecipare al CLN di Fiume (…) Fino a questo tempo non sapevo nulla dei (sic) tali comitati ed in questa occasione riseppi (sic) che questo comitato fu formato verso la fine dell’anno 1944 sull’iniziativa del prof. Brusić, prof. Tavolini Adelo (sic), Nartić Nereo e più tardi sono venuto anch’io poi certo Superina ed Adam». 106 DAR, Prefektura (Prefettura) 1940-47, I, sconosciuta provenienza, copia dattiloscritta del Registro trascrizione reati PR-28, 1947-6 del Tribunale Popolare Circondariale di Fiume in Archivio Storico di Fiume al n. 49.84: «Nome: Adam Angelo. Funzione: impiegato. Motivazione: Specul. - Sabot. Ec. (30-I/25-IV). Condanna: 2 mesi cer. [Specul. – Sabot., sta evidentemente per speculatore – sabotatore e cer. significa probabilmente carcere] Multa». 107 AMSF, Zanella, scat. 2, fasc. 10, lettera di Riccardo Zanella al colonnello Antonio Fonda Savio CLN di Trieste, Roma, 29 ottobre 1946: «La ringrazio della cortesia usatami in data 18 corr. coll’informarmi delle somme ch’Ella ha liquidato per l’assistenza dei fiumani a carico del fondo di 25 milioni all’uopo stanziato dal Ministero Postbellica. Le ho chiesto tal cortesia non perché Ella mi renda conto d’una situazione contabile che non è di mia competenza, si bene per dare una base concreta alla richiesta che mi pregio di rivolgerLe, di voler cioè acconsentire che i residui 13 milioni ancora disponibili per l’assistenza fiumana siano amministrati e distribuiti da questo Ufficio di Fiume, che è l’unica rappresentanza ufficiale degli interessi fiumani, riconosciuta dal Governo dello Stato (…) converrà che non è né normale né giustificabile che in materia così delicata come quella dell’assistenza in un paese dominato da Tito e dall’OZNA l’amministrazione di sì ingenti fondi di soccorso sociale e politico sia diretta da persona che per quanto distintissima e rispettabilissima come la Sua non ha però la necessaria conoscenza d’uomini e d’ambiente di una popolazione tanto complessa quanto quella di Fiume. I recenti avvenimenti di Fiume, e precisamente l’arresto dei tre Luksich, la confisca di 700.000 lire trovate nella loro abitazione, le ragioni che hanno provocato l’arresto, lo scandalo che ne è scoppiato, le tristi conseguenze, i pettegolezzi, i sospetti, la recrudescenza delle persecuzioni poliziesche, che ora si rinnovano, tangono necessariamente la di Lei responsabilità e soltanto subordinatamente quella delle persone che Ella, evidentemente in buona fede, s’è scelte come esecutori delle di Lei lodevoli intenzioni». 80 Amleto Ballarini za venivano quasi sempre sensibilmente ridotte. Erano «processi-propaganda» resi spesso ancora più facili dall’inconsistenza politica degli avversari che per l’occasione veniva abilmente ingigantita, alimentando in tal guisa il mito di una «reazione italiana» attivamente presente in Istria e a Fiume108. In tale periodo si riscontra dunque l’attività di due poteri distinti: uno che rende pubblica la propria attività evitando di accreditare l’ipotesi d’una sistematica persecuzione degli italiani o addirittura d’un progetto in atto di «pulizia etnica» e l’altro che, se nella prima fase dipendeva dal Ministero della difesa, nella seconda dipende dal Ministero dell’interno: la polizia segreta dell’OZNA, poi denominata UDBA, della quale poco si sa e della quale ancora oggi si stenta a trovare, oltre a documenti da noi reperiti in fondi diversi, da qualche parte, l’archivio che ne conservi la documentazione storica. Non ci è stato possibile ricostruire esattamente l’organico ufficiale e completo di tale organizzazione a Fiume. Riteniamo, tuttavia, di poter affermare che comandante militare della sezione dell’OZNA nell’ambito della 19ª Divisione che opererà sul territorio di nostro interesse anche dopo il 3/5/1945, era Emil Karadžija detto Domači, mentre commissario politico era Oskar Piškulić detto Žuti109. Quest’ultimo nome spesso ricorre, prima di allora, durante la lotta partigiana, quale autorevole delegato del Partito comunista croato sia per le attività di reclutamento sia per quelle di costituzione e controllo del Comitato cittadino del partito comunista a Fiume e provincia. Di tale sua funzione renderà egli stesso testimonianza nella memorialistica 108 AMSF, Fondo ricerca vittime di nazionalità italiana, «Proclama agli Italiani dell’Istria e di Fiume» (copia conforme all’originale), diffuso in clandestinità il 6 marzo del 1945 dal Comitato Esecutivo dell’Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume: «la reazione italiana dell’Istria e di Fiume, nascosta sotto una falsa maschera democratica e sostenuta dalle forze reazionarie d’Italia, ha intensificato la sua azione tendente a passivizzare le masse italiane e a sottrarle al MPL e ad eccitare l’odio sciovinistico contro i croati con questi precisi scopi: impedire agli italiani la vita libera e felice nella nuova Jugoslavia; impedir loro di cancellare con la lotta la macchia dell’oppressione del fascismo italiano sulla popolazione croata e renderli nuovamente colpevoli di tale oppressione». Il Comitato Esecutivo, nel quale per Fiume erano sin da allora presenti: Dino Faraguna quale presidente, Erio Franchi, Gioia La Neve e Luciano Michelazzi quali membri, Ervino Locatelli, Orazio Cergnar, Giovanni Cucera, Carlo Manià, Giuseppe Fornasari e Luciano Bernardi quali consiglieri, dopo tali premesse si assunse dunque il compito, a vittoria ottenuta, come si legge nel documento citato, di «Smascherare tutti i reazionari e i loro piani, affinché in questa maniera gli italiani dell’Istria e di Fiume nella Croazia federale e democratica divengano il ponte che collegherà la Jugoslavia di Tito e l’Italia in lotta per la sua libertà democratica». 109 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., pp. 518-521. 110 L. MARTINI, Memorie e documenti… cit., p. 143, così Oskar Piškulić: «Agli inizi del 1943, in febbraio, viene stabilito che io vada a rinforzare il Comitato di Partito di Castua (…) Fu nell’ottobre del 1943 che mi venne ordinato di raggiungere Fiume da parte del Comitato circondariale del Partito per il Litorale croato (…) un Comitato cittadino di partito già esisteva (…) io e Romano Glazar avremmo dovuto contribuire a rinforzarlo». In realtà si evince da tutto il suo racconto che il Comitato Cittadino del Partito Comunista Croato, nonostante le esitazioni dei comunisti italiani, venne in pratica rifondato e reso funzionante solo per merito suo e di Glazar essendo il Comitato preesistente poco rispondente alle attese del Partito. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 81 post-bellica110. La sua importanza, quale attivista di Partito, tra il 1943 e il 1945, era stata ben nota sia ai tedeschi sia ai fascisti della Milizia che a Fiume avevano svolto con efficacia funzioni di polizia politica sostituendosi, nelle mansioni, all’Ufficio politico della locale Questura completamente esautorata111. Era nota anche agli organi di si111 ACS, RSI, GNR, b. 31, Legione Fiume, II-41, rapporto giudiziario dell’Ufficio politico investigativo della Milizia difesa territoriale Quarnaro 3° Rgt (61ª Legione), prot. N. 4645/B/3 del 7 settembre 1944: «Denuncia a carico di Bresaz Remigio fu Giovanni (arrestato), Duiz Giovanni di Giovanni detto John (arrestato e suicidatosi), Pillepich Liliana fu Antonio (arrestata), Picovich Remigio fu Giovanni detto Giorgio (arrestato), Smolnikar Giordano fu Massimiliano detto Elio (arrestato), Pezman Leopoldo fu Antonio, Matesich Lodovico di Celestino (arrestato), Puccar Eugenio fu Simeone (evaso), Cucera Giovanni di Matteo detto Fabio (latitante), Cimadori Luigi di Francesco detto Suti (latitante), Piškulić Oscar di Giuseppe detto Žuti (latitante), Cergnul Danilo di Giacomo detto Nini (latitante), Klausbergher Pietro di Luigi (latitante), donna conosciuta col pseudonimo di Olga (latitante), uomo conosciuto col pseudonimo Puc (latitante), uomo conosciuto col pseudonimo Mlade (latitante) tutti colpevoli di cospirazione contro i poteri dello Stato per avere, agendo individualmente od in comunione fra essi, compiuto, nel territorio della Provincia del Carnaro e zone limitrofe, nel periodo di tempo compreso fra il gennaio e l’agosto 1944, in qualità di affiliati ad organizzazione segreta comunista al servizio ed al soldo del nemico, attività tendente a sovvertire violentemente l’ordinamento dello Stato». In data 10 settembre 1944, lo stesso Ufficio comunicava alle autorità militari e politiche della RSI che il Comando della Polizia tedesca a Fiume aveva disposto la fucilazione, con personale del 3° Rgt della Milizia, di tre degli arrestati: Picovich Remigio, Pezman Leopoldo e Matesich Lodovico. L’esecuzione era stata effettuata il 9 settembre. Molti elementi atti ad incriminare sia gli altri arrestati sia i latitanti vennero confermati nel corso dell’interrogatorio di Giovanni Duiz. Dopo la guerra, la bibliografia di parte comunista sosterrà che Duiz decedette in carcere per le torture subite durante gli interrogatori. La Milizia, sostiene nel suo documento, che il Duiz si suicidò «nella prigione ove era stato rinchiuso, servendosi di un filo telefonico strappato da una linea collocata all’esterno del davanzale della finestra della prigione stessa». Pur essendo difficile credere che da una finestra della prigione fosse possibile utilizzare un cavo telefonico posto all’esterno della stessa, resta il fatto che almeno due elementi della resistenza, Bencich Antonio e Amedeo Ursich (questo anche d’un certo rilievo), non poterono essere incriminati perché l’interrogatorio del Duiz non s’era ancora concluso e venne a mancare il suo confronto con i sospetti per incriminarli. Va rilevato inoltre che il Duiz aveva già tentato il suicidio nel corso dei primi interrogatori giustificandosi col dire «Sono convinto che se verrò rimesso in libertà, i capi dell’organizzazione comunista mi faranno uccidere». Alla Milizia il Duiz era dunque più utile da vivo che da morto. Dalla vicenda uscirono invece stranamente indenni sia il Puccar Eugenio, misteriosamente «evaso», sia il Bresaz Remigio nelle cui tasche e nella cui casa venne trovato il materiale per individuare tutti gli altri. A conferma che la Milizia non avrebbe avuto molto interesse a far morire il Duiz prima del tempo sta il fatto che nel verbale citato si dichiara: «Interrogati più volte nel corso dell’inchiesta il Bresaz ed il Duiz per conoscere i nominativi degli autori della consumazione degli attentati terroristici compiuti dagli affiliati all’organizzazione comunista, della quale tanto il Bresaz quanto il Duiz sono membri attivi e nella quale ricoprono cariche importanti, come si è potuto accertare attraverso la natura del materiale loro sequestrato, gli interrogati si sono chiusi nel silenzio più ermetico forse perché vincolati dal segreto. Uguale condotta essi hanno tenuto allorchè si è tentato di carpire loro il segreto sui nomi dei massimi esponenti del Movimento, sulla sede centrale del Comitato di Fiume». Il Bresaz non fece rivelazioni di poco conto. Confessò, oltre a tutto il resto, che «il disegno riproducente la pianta topografica interna dell’edificio della Questura», trovato con altri documenti in suo possesso «lo aveva ricevuto, per custodirlo, dal Cimadori il quale, a sua volta, stando a quanto egli aveva riferito, lo aveva ricevuto da un Vice Commissario della stessa Questura, funzionario costui che aveva intenzione di far passaggio nella milizia e che si era prestato a fornire il disegno a condizione di essere salvato all’occorrenza dai partigiani l’annotazione ‘Vice Com. Dino’ 82 Amleto Ballarini curezza della NDH (lo stato ustascia di Ante Pavelić). Da copia di un Notiziario depositato presso gli archivi della NDH112 risulterebbe che il Piškulić, pur essendo braccato da tutti gli organi di polizia esistenti nel territorio, avrebbe goduto di notevoli amicizie in campo avverso che gli consentirono di salvarsi anche nei momenti peggiori. «A Sušak» – recita testualmente il Notiziario in questione, stilato nel 1944, – «i tedeschi hanno catturato il famoso terrorista Piškulić, commissario politico. Il noto cane ustascia Montagni (Montanj) ha liberato Piškulić che adesso guida i comunisti nella regione di Gorski Kotar». Nella storiografia del movimento di liberazione la fuga di Piškulić viene invece accreditata come il frutto di un riuscito colpo di mano partigiano. Infatti nell’opera di Radule Butorović113, più volte da noi citata, si legge: «Il Comando Carabinieri di Trieste, gruppo di Fiume stese in data 25 aprile 1944 il seguente rapporto: – Il mattino del 25 c.m. nel corso di una congiura partigiana fu lanciata una bomba nel cortile del carcere giudiziario di Fiume: ci furono scene di panico tra gli agenti ed i carcerati. Ciò permise la fuga del capo degli insorti Piškulić Oskar già condannato a morte dal tribunale militare della 2ª Armata ormai posta in congedo e liberato dopo gli avvenimenti dello scorso settembre. Il fuggiasco era stato liberato dalla polizia tedesca. L’esplosione ha ferito un secondino e tre carcerati». Fin qui il Butorović riporta per intero un documento disponibile nel DAR di Fiume e a noi fornito in copia da Sobolevski. Prosegue poi affermando, probabilmente sulla base di testimonianze dirette di qualche protagonista: «Davor Ritt e Luciano Bellina attraversarono con il rapito Piškulić la Cittavecchia e ad un valico sussidiario custodito dalle guardie di finanza attraversarono l’Eneo e si portarono a Sušak. Dapprima si rifugiarono nell’appartamento di Milan Orel, membro del Comitato locale del PCC per Sušak e quindi presso Gabriel Korenćić, capo della polizia di Sušak col quale erano collegati». Ci sono però due fatti che nelle diverse versioni (quella del Notiziario custodito presso la NDH e quella data da Butorović) sono uguali: Piškulić sarebbe stato preso in ogni caso dai tedeschi (da questi prima liberato e poi incarcerato o consegna- che figura nell’allegato 10 in corrispondenza alla parola ‘Questura’ e che vorrebbe significare ‘Vice Commissario Dino’ il Bresaz l’avrebbe, secondo lui, scritta su ordine del Cimadori senza conoscerne il vero significato». Vale la pena di rilevare che Bresaz stesso, stando alle sue confessioni, faceva riferimento per la propria attività a gente come Luigi Cimadori detto Suti e Oskar Piškulić detto Žuti. Il primo era uno di quei «tipacci» che egli aveva facoltà di incaricare «per convincere anche con mezzi coercitivi a sovvenzionare l’organizzazione con denaro o con merci i commercianti [nel documento seguono una decina di nomi]» e il secondo, figura mitica a Fiume della resistenza croata di carattere comunista, sarà un giorno a capo della polizia segreta locale (OZNA prima e UDBA poi). 112 VAB, NDH, JU, 17068, 2/12-6 b. 305, notiziario (steso probabilmente dal Movimento dei cetnici). 113 R. BUTOROVIć, Sušak… cit., p. 456. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 83 to agli ustascia e poi liberato da quest’ultimi) e, sempre in ogni caso (si chiamasse Montanj o si chiamasse Korenćić), un capo della polizia ustascia a Sušak lo avrebbe aiutato a fuggire. Nelle sue memorie, raccolte da Lucifero Martini114, Piškulić non dice nulla della sua pretesa fuga dal carcere di Fiume né del suo arresto da parte dei tedeschi nel 1944115. A noi sembra indubbio che sin dal primo momento, 16/5/1945116, Oskar Piškulić assuma, sia pure fugacemente e occasionalmente, a Fiume, anche un ruolo rilevante nell’ambito dello stesso Comitato popolare cittadino quale «responsabile per l’ordine e la sicurezza», pur se dal 16 maggio in poi si farà riferimento a lui solo ed L. MARTINI, Memorie e documenti… cit., pp. 134-146. AMSF, Vittime di nazionalità italiana, copia conforme da Studio legale Sinagra, Roma. Interrogato presso il Tribunale conteale di Fiume/Rijeka in data 18/8/1999 a seguito di procedimento giudiziario che lo vedeva imputato presso il Tribunale penale di Roma per i fatti intercorsi a Fiume dopo il 3/5/1945, egli ha dichiarato testualmente: «Nel 1951 sono stato condannato dal tribunale militare di Zara a 10 anni di carcere per collaborazione con l’occupatore italiano. La pena l’ho scontata dal 1951 al 1961 nelle varie prigioni della ex Jugoslavia cioè a Goli Otok, Lepoglava e Stara Gradiska». Gli atti di quel processo del 1951 non sono stati resi noti. 116 Cfr. precedente nota 84. 117 DAR, Gradski narodni odbor (Comitato popolare cittadino), Komisija za ratne zločine (Commissione crimini di guerra), JU 41, b. 5, deposizioni firmate da Bratonja Nevenka e Bratonja Albina nelle quali si dichiara che essendo stata tratta in arresto dalla polizia tedesca, in data 4/12/1944, Bratonja Vera, rispettivamente sorella e figlia delle predette, attivista del Movimento popolare di liberazione, questa «fu prima torturata a lungo per estorcerle informazioni e poi imprigionata al carcere del Coroneo a Trieste quindi a San Sabba, la stessa ritenne di che (sic) il suo arresto fosse dovuto alla delazione di certa Nella Chiesa detta Ivanka. La sorella Nevenka, rientrata a casa dopo la liberazione, si recò in data 7 maggio 1945 con il compagno Samsa Gabriele, seguito da due militi popolari, presso la casa della Chiesa e ottenne l’arresto di lei e del suo convivente dal quale aveva preso il nome pur non essendo sposata. Il Samsa portò i due all’OZNA consegnandoli personalmente al compagno Pisculic (Žuti) ma questi li lasciò liberi ed essi poterono così, muniti di regolare lasciapassare, andare in Italia». Di Vera Bratonja, stando alla sorella Nevenka, non si sono avute più notizie. A lei, quale eroina della Resistenza è stata intitolata una via in quel di Fiume/Rijeka. Le firmatarie delle deposizioni, esponendo i fatti di cui sop»ra, chiedevano alla Commissione crimini di guerra almeno il risarcimento dei danni subiti a diverso titolo durante gli arresti delle due sorelle. 118 DAR, Gradski narodni odbor (Comitato Popolare Cittadino), JU 41, b. 5 doc. n. 656, lettera del presidente del Comitato popolare cittadino all’OZNA di Fiume in data 6/6/1945: «I membri delle famiglie dei vostri detenuti Burichi [leggasi Buricchi] Gino, Cozzella Luigi, Giagnte[leggasi Gigante] Vicenzo [Vincenzo], Stamantini [leggasi Tamantini] Fabio, Vasile Gerlando [leggasi Gerardo], Balderi [leggasi Valderi] Matteo, Riccio Guido [leggasi Aquito], Romagnolo Ferdinando [leggasi Fernando], Gasperino [leggasi Gasperini] Albino, Corbo Giuseppe, Devescovi Valerio, vengono giornalmente da noi per avere delle informazioni dei suddetti loro famigliari. Dato che noi non siamo in grado di fornire tali informazioni ed essi vengono qui più volte al giorno, Vi preghiamo di voler possibilmente dare ai suddetti le informazioni che chiedono». I nomi sopracitati sono quelli di altrettante vittime della Questura di Fiume. I famigliari fino agli anni ’50 (vedi fascicolo di Vincenzo Gigante in AMSF) non riusciranno ad avere mai notizia alcuna e nemmeno una dichiarazione di morte presunta, necessaria per ottenere più tardi dallo Stato italiano una pensione che verrà calcolata comunque con una decorrenza che avrà almeno sei anni di ritardo rispetto alla data effettiva del decesso (maggio/giugno 1945). In tutti i casi le dichiarazioni di morte presunta indicheranno come «sconosciuto» il luogo di sepoltura della vittima. 114 115 84 Amleto Ballarini esclusivamente quale responsabile locale dell’OZNA117. È al suo ufficio118 e a lui personalmente119 che il Comitato popolare cittadino, ben consapevole dei suoi poteri in materia di arresti, detenzioni e provvedimenti speciali motivati da ragioni politiche, inviava le richieste di quanti cercavano disperatamente notizie dei propri parenti scomparsi nel nulla. È nostra convinzione che, sia nella prima sia nella seconda fase, eccetto, forse, eventuali casi di delinquenza comune, nulla si sottrasse al potere del Partito comunista jugoslavo che per Fiume delegava ovviamente il Partito comunista croato. Perfino l’attività militare subiva, sin dal momento della sua costituzione, il controllo di un commissario politico che vigilava sull’attività di comando. I poteri dell’amministrazione cittadina, degli organismi giudiziari e di polizia, furono, a nostro avviso, sottoposti a identico controllo. A scorrere gli atti della Commissione cittadina per i crimini di guerra di Fiume si può ritenere che il potere civile fosse scarsamente informato sulla attività di repressione posta in essere dall’Autorità militare e dall’ OZNA. A cura della Commissione venne compilato infatti un elenco di 196 persone che si sarebbero dovute indagare e perseguire quali criminali di guerra120. Detta Commissione era abilitata a raccogliere testimonianze e documenti utili all’incriminazione dei «nemici del popolo» e aveva invitato a mezzo stampa i cittadini a «denunziare tutte le sopraffazioni patite da parte delle autorità fasciste anche prima della guerra» abilitando, in caso di assenza di chi le avesse subite anche «i loro parenti ed amici a presentare denunce perché nessuno dei colpevoli [sfuggisse] alla giusta sanzione». Non era nemmeno «necessario presentare una denuncia scritta ma [era] sufficiente presentarsi per una denuncia verbale»121. L’elenco sopra citato è battuto a macchina e in due casi, a fianco del nominativo, qualcuno a penna ha scritto «liquidato», termine che non lascia pensare né a un regolare processo né a una sia pur sbrigativa esecuzione da parte di organismi militari. Nell’elenco sono invece 36 le persone che a noi risultano essere state uccise, nella maggioranza dei casi senza condanne a morte di Tribunali militari, quindi «liquidate». Dalle annotazioni a macchina che accompagnano molti nomi compresi nell’elenco si apprende che la pratica (con la documentazione raccolta) era stata passata per competenza al Tribunale militare. Da tutto ciò si possono formulare soltanto due ipotesi: o la Commissione poco sapeva di quanto facevano gli altri organismi sopra citati e mal si comprenderebbero le annotazioni manuali che presuppongono invece una certa conoscenza, o la Commissione passando le pratiche ad altri organismi (come era il caso dei Tribunali militari), ha praticamente collaborato a deter- 119 Ibid., lettera prot. 182 datata 9 maggio 1945, indirizzata a «Dragi Žuti» (Caro Žuti). Žuti, ovvero il Giallo, era infatti il soprannome di Oskar Piškulić. Nella lettera gli si fa presente che la moglie di Innocenti Ettore chiede notizie del marito e si passa a lui, per competenza, la richiesta d’informazioni. Innocenti Ettore era un Vice Brigadiere della Questura di Fiume. Risulterà anche lui fucilato a Grobniko nel giugno del 1945. 120 DAR, Gradski narodni odbor, Komisija za ratne zločine, JU 16 b. 5. 121 «La Voce del Popolo», 9/10/1945, Per l’accertamento dei crimini di guerra. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 85 minare la morte di almeno 36 persone e ne era ben consapevole. Oltre a sequestri e confische, condanne ai lavori forzati, condanne a morte e sparizioni, si verificarono nelle fabbriche e nelle scuole fenomeni di epurazione collettiva che contribuirono non poco a stimolare l’esodo in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo. Alcune epurazioni (quasi sempre di italiani), come quella che si svolse nei cantieri navali l’11/2/1946, vennero rese di pubblico dominio; servirono sia da monito politico e sia a dar lavoro a quanti (quasi sempre non italiani) dimostravano assoluta fedeltà al regime: «Ogni lavoratore onesto, ogni uomo laborioso, colui che nel lavoro vede un mezzo per elevare tutta la propria classe e tutto il popolo ad un livello di vita superiore, vedrà nell’atto di oggi la salvaguardia della lotta di ieri e del suo lavoro di oggi e di domani. Ed esso servirà a quanti disonesti si nascondono ancora nella massa a convincerli che il loro tempo è finito e che il potere popolare vuol dire lavoro, disciplina e libertà»122. L’attività epuratrice e la caccia al fascista per esemplari punizioni da parte dei poteri popolari nel febbraio del 1946 e quindi a nove mesi dalla fine della guerra, non sempre era condivisa dal potere militare (Vojna Uprava) nei territori adriatici sottratti alla sovranità italiana, dove l’esodo e la volontà di andarsene stavano assumendo proporzioni rilevanti e dove si rendeva necessario ricostruire, prima della firma del trattato di pace, l’immagine d’una Jugoslavia democratica, tollerante e multietnica. Questo ed altro emerge dal testo di una conferenza tenutasi a Trieste l’8/2/1946123 e del quale riportiamo, con limitato commento, alcuni passi che meritano particolare attenzione: «si ritiene di dover fare alla Vojna Uprava le seguenti raccomandazioni (n.d.a.: dimostrando così che nulla si poteva fare allora senza il consenso dell’Autorità Militare): a) che non siano costituiti solo un campo per la zona slovena ed uno per la zona croata, ma più campi di limitata capienza, in vicinanza delle zone distrutte dalla guerra, in modo che la capacità lavorativa dei condannati sia sfruttata nel miglior modo ed il più economicamente possibile (…); c) affinché i condannati sentano il peso morale della condanna, compatibilmente con le necessità tecniche dell’organizzazione del lavoro, è necessario che essi siano scrupolosamente tenuti separati dai lavoratori civili; d) il campo di lavoro, oltre allo scopo di punire i delitti compiuti e di contribuire alla ricostruzione delle zone distrutte dalla guerra, deve avere lo scopo di rieducare moralmente e socialmente i condannati; e) nei campi di lavoro è necessario tenere separati i condannati politici da quelli comuni; f) bisogna dare la massima attenzione alla risoluzione del problema dell’istituzione di un campo di lavoro per minorenni (…) (n.d.a.: la conferenza sta trattando di prigionieri “politici” e non “comuni”, come risulta evidente dal testo e, in particolare, si tratta di “fascisti e collaborazionisti”. C’è da chiedersi qua- 122 «La Voce del Popolo», 12/2/1946, Il popolo contro i disonesti. La massa operaia dei Cantieri espelle dal suo seno i resti del fascismo. 123 DAR, Gradski narodni odbor, Komisija za ratne zločine, JU 41 b. 6. Lettera in data 6/5/1946 del pubblico accusatore Bruno Scrobogna al CPC, Sezione Segreteria Commissione crimini di guerra e alla Divizijaski Vojni Sud IV A.; trasmissione in copia della «Conferenza e delle conclusioni della stessa per il coordinamento della lotta antifascista nella Zona B della Regione Giulia» tenutasi a Trieste l’8 febbraio 1946. 86 Amleto Ballarini li fossero le cause che avevano determinato un fenomeno di “minorenni” di tale entità da richiedere la costituzione di un campo apposito. Figli di condannati o “minorenni” colpevoli di “fascismo e collaborazionismo”?) (…) II. Unificazione dei criteri per il giudizio dei criminali fascisti e collaborazionisti – Si ritiene che si debba procedere sollecitamente contro i fascisti e collaborazionisti, sia che siano presenti, sia che siano assenti, in maniera da poter giungere almeno all’espropriazione del loro patrimonio. Si decide pertanto di prendere collegamento con la Vojna Uprava e di fare le seguenti proposte: a) Tanto a Trieste quanto in tutta l’Europa si è imposto il concetto che i fascisti e collaborazionisti debbano essere giudicati e puniti (…) si deve considerare opportuna la costituzione di organi speciali di giudizio di fascisti e collaborazionisti nella zona B. b) Qualora la Vojna Uprava avesse particolari motivi di carattere politico da opporre (…) si propone di confermare quegli organi che già esistono nella zona B slovena e per quanto riguarda la zona B croata disporre la costituzione di particolari collegi nei Tribunali ordinari distrettuali (…) – III. Unificazione dei criteri per l’epurazione dei fascisti dalle aziende pubbliche e private – Si decide di far presente alla Vojna Uprava la necessità di addivenire sollecitamente all’epurazione dei fascisti e collaborazionisti dalla vita produttiva della zona B (…) Qualora la Voijna Uprava trovasse difficoltà di carattere politico (…) I Comitati locali ed aziendali dell’UAIS devono eleggere delle Commissioni di Epurazione di primo grado, rispettivamente aziendali e locali (…) Per l’esecuzione delle decisioni delle commissioni di epurazione riguardanti i liberi professionisti ed i detentori di licenze di esercizi pubblici, artigianali ed industriali, è necessario studiare la possibilità di studiare un collegamento stabile con gli organi del potere popolare per regolare il ritiro delle licenze di esercizio. Un recente decreto dell’Autorità popolare stabilisce che sia fatta la revisione delle licenze di esercizio in base ad un criterio politico (…) Il compagno Peterin (…) spiega che, in considerazione del fatto che gli organi giudiziari della zona B hanno emesso numerose sentenze di condanna ai lavori forzati pesanti e leggeri e constatato che fino a tutt’ora manca nella zona B la necessaria attrezzatura per dare corso a queste sentenze, è necessario che questa attrezzatura venga predisposta (…) Il compagno Cerkveni riferisce che, per quanto è a sua conoscenza, la Vojna Uprava ha già cominciato a interessarsi della questione e che ha stabilito di voler istituire almeno due campi, uno per la zona croata ed uno per la zona slovena. Per la parte slovena si è già provveduto ad organizzare un campo della capienza approssimativa di 50 persone in prossimità di Villa del Nevoso (…) Il compagno Peric (…) riferisce che nel Litorale sloveno vi sono numerosi condannati ai lavori forzati (…) Il campo di Villa del Nevoso sarà però insufficiente per accogliere tutti i prigionieri (…) Per l’Istria croata e Fiume è stata ordinata l’istituzione di un campo nel centro dell’Istria, probabilmente presso Pisino». Dopo aver discusso a lungo sulla possibile costituzione di campi di internamento nella zona B e sulla costituzione di collegi giudicanti, magari Tribunali speciali, per attivare ancor più il processo a fascisti e collaborazionisti alcuni delegati sollevano dei dubbi che non sono di poco conto: «Il compagno Periz riferisce che la Vojna Uprva avrebbe espresso parere contrario all’istituzione di tribunali speciali per il giudizio dei fascisti e che si deve prevedere la possibilità che venga soppresso anche quello di Capodistria. Il compagno Peterin riferendosi all’informazione di Periz afferma che, per considerazioni di carattere politico relative alla situazione internazionale non sarebbe opportuno montare eccessivamente il problema». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 87 Da tali evidenti perplessità, dopo tanto zelo «epurativo», riteniamo si possa dedurre quanto segue: tra Comitati popolari con i relativi organismi ad essi collegati e autorità militari d’occupazione c’erano notevoli diversità di vedute. Queste ultime infatti uniformavano la loro azione alla volontà del Governo jugoslavo interpretata dal maresciallo Tito che, passato il momento della prima ed incontrollabile ondata repressiva, era in attesa di coronare i propri programmi d’annessione territoriale ricostruendo in sede internazionale quell’immagine democratica e tollerante che i primi mesi d’occupazione avevano seriamente compromesso. C’era da chiedersi infine, dopo ben nove mesi di indisturbata gestione del potere nella Zona B, Fiume compresa, quanti potessero essere, nel territorio di competenza, i fascisti e i collaborazionisti ancora in libertà. E in mancanza di fascisti e collaborazionisti contro chi poteva essere diretta tutta la lotta dell’apparato che si intendeva perfezionare nel migliore dei modi? Non a caso il compagno Bruno Scrobogna, pubblico accusatore di Fiume, pose infatti ai convenuti una questione importante e cioè se vi fosse accordo, dopo tanto parlare, «sulla definizione di fascista. Il compagno Sajevitz gli legge la denominazione [sic] del Tribunale del Popolo per il giudizio dei crimini fascisti contro l’esistenza e la libertà del popolo e le sue istituzioni democratiche. Non è necessario stabilire delle date di inizio, dopo le quali considerare delitti fascisti quei delitti che hanno la fisionomia sopra specificata». Dalla spiegazione proposta dal Sajevitz emerge che ogni crimine contro i generici valori di «esistenza» e «libertà» del popolo e delle «sue istituzioni democratiche» si dovesse allora intendere quale crimine «fascista» e «fascista» chi ne era ritenuto responsabile, indipendentemente dalla data di attuazione del crimine stesso. Dunque anche dopo la data di cessazione e di soppressione del regime fascista e delle sue istituzioni un crimine «fascista» poteva essere commesso e doveva essere qualificato come «fascista» chi ne era colpevole. È facile comprendere quale fu l’abuso del termine «fascista», adottato con la generica espressione di «nemico del popolo» per incriminare una gran massa di persone che, ove non furono con tali pretesti private della vita, furono spesso private della libertà con anni di carcere e dei propri averi con provvedimenti di sequestro e di confisca124. Nei ventuno mesi che precedettero la firma del trattato di pace, il 10/2/1947, e la facoltà di optare fra la cittadinanza italiana e quella jugoslava, vennero poste in atto le condizioni che indussero la stragrande maggioranza degli italiani e non pochi croati ad abbandonare la vecchia provincia del Carnaro, ma nemmeno quel diritto d’opzione potrà essere esercitato liberamente125 perché vincolato all’accertamento, da parte della autorità popolari, della lingua d’uso del richiedente e anche in tale accertamento furono commesse palesi ingiustizie (venne, ad esempio, accettata l’opzione, a favore dell’Italia, del marito e non quella della moglie o viceversa e s’ar124 AMSF, Giuricin Luciano, sc. 69, promemoria sulle ricerche d’archivio a Fiume svolte per conto del Centro di ricerche storiche di Rovigno. 125 G. MORAVčEK, Rijeka - presućena povijest, Rijeka, Voločansko grafičko poduzeće, 1990. 126 AMSF, Fondo schede d’opzione respinte dalle autorità jugoslave, materiale raccolto dalla Comunità degli italiani di Fiume/Rijeka. 88 Amleto Ballarini rivò persino ad accettare quella dei figli e non quella dei genitori126) sì che si contarono a centinaia quanti furono costretti a rimanere contro la propria volontà. A tale data e con l’annotazione di quest’ultimo diritto violato si chiude, entro i limiti cronologici concordati, la nostra ricerca. Occorre però tenere presente che anche dopo tale data, fra Italia e Jugoslavia, rimase sempre in sospeso un problema di grande rilevanza che il governo della prima sottrasse all’attenzione dell’opinione pubblica127, impedendo la conoscenza di documenti d’archivio, riservati, almeno fino al 1997, alla Presidenza del consiglio, e la seconda passò sotto silenzio perché forse non si curò mai di conservare le carte che lo potevano documentare: i decessi dei militari e dei civili italiani nei campi di prigionia sparsi per tutta la Repubblica federativa jugoslava (circa sessanta campi per quanto a nostra conoscenza)128 e di quanti, civili e militari, in quei campi non entrarono mai e furono soppressi da esecutori ignoti in luoghi ignoti, senza sentenza e senza giudizio alcuno, fosse pure sommario, anche dopo il 1947. Negli elenchi in nostro possesso, stilati nel 1946 dai comitati antifascisti dei singoli campi ed inviati alla Sezione prigionieri italiani con sede a Belgrado, retta da un Comitato centrale antifascista composto da italiani, non vi è traccia dei civili deportati dalla ex Venezia Giulia dei quali i famigliari, come ci risulta dalla copiosa corrispondenza intercorsa, sia con la Croce Rossa Italiana sia con l’Ufficio prigionieri del Ministero per l’assistenza post-bellica, erano senza notizia dal maggio 1945. Eppure la presenza di civili in quei campi non era affatto sconosciuta, come risulta da una relazione firmata proprio da un membro di quella Sezione prigionieri a Belgrado cui abbiamo fatto cenno sopra: «Campi di concentramento di Nis, Bor, Demir Kapija. Costituiti inizialmente con i catturati a Trieste, Pola, Fiume della RSI e con gli aderenti dei tedeschi sul fronte MostarSarajevo furono in seguito rinsanguati, date le continue forti perdite, da internati civili rastrellati a Trieste, Gorizia, Pola, Fiume ecc. e ingrossati da tutti quelli che negli altri campi jugoslavi non obbedivano al credo politico loro imposto (…) Seminudi, affamati, sottoposti agli sfoghi d’odio del personale il quale bastonava, legava al palo, fucilava (…) L’assenza completa di ogni assistenza sanitaria e igienica, il freddo, la fame, i maltrattamenti (…) han127 ACS, PCM, Gab., 1951-1954, cat. 15.2, fasc. 10599, s. fasc. 2/2, «Richieste nominative per rimpatrio», telegramma del Prefetto Palamara da Gorizia ai Ministeri interni e esteri in data 24/1/48: «Giornale Mattino d’Italia edito Milano data 21 corrente numero 18 habet pubblicato notizia dettagliate sorte italiani deportati da Gorizia durante occupazione jugoslava maggio 1945 alt pubblicazione habet impressionato ed allarmato popolazione locale (…) prego esaminare opportunità interessare organi di stampa perché astengonsi diffusione notizie dettagliate et peraltro incontrollate doloroso argomento con prevedibile ripercussione spirito pubblico locale alt». Dal Ministero dell’Interno alla Presidenza del Consiglio in data 22/2/1948: «Il reduce Turati Lino, rimpatriato negli ultimi giorni del gennaio u.s. (…) ha riferito che esistono attualmente in Jugoslavia diversi campi di internamento ove vivono civili italiani catturati a Gorizia, Trieste e in Istria durante l’occupazione delle truppe di Tito. La pubblicazione di tali delicate notizie, però, anche a parere di quest’Ufficio, dovrebbe essere scrupolosamente controllata dagli organi competenti e permessa solo in casi di sicura attendibilità e sempre che il loro tenore non possa impressionare o allarmare i familiari». 128 Vedi a pp. 209-213: Campi di prigionia degli italiani in Jugoslavia (1945-1947). Profilo storico - Povijesni pregled događaja 89 no provocato in questi campi tra tutti quelli della Jugoslavia escluso quello di Borovnica, la più alta percentuale di morti, ammalati gravi, invalidi permanenti. Dopo aver trasportato (…) tronchi per 12 e 14 ore, i prigionieri lividi di freddo e di bastonate, trovavano nelle baracche gelide il capo del comitato o il commissario del campo in attesa per la lezione di cultura antifascista (…) Campi di Belgrado (Saimnistè, Senjak, Zemun, Dunav). Questi campi, pur essendo tra i meglio organizzati, data la loro centralità, non sfuggivano alla legge comune (…) Pur non essendosi manifestato mai un caso di fucilazione, molti anche qui furono i decessi per l’insufficiente alimentazione in rispetto al durissimo lavoro e per le sevizie (…) Campo di Borovnica (Lubiana). È stato uno dei più bestiali campi di concentramento di tutta la Jugoslavia (...) quello che inflisse le più alte perdite agli italiani prigionieri in Jugoslavia e particolarmente a quelli ivi concentrati e sfuggiti, prima, ai massacri di Prestrane, Postumia, S. Vito, durante la marcia, cioè da Trieste e provincia verso l’interno della Jugoslavia (…) Abbandonati alla mercè delle guardie erano da queste massacrati senza motivo e senza pietà, così come la sporcizia, la fame, la mancanza di ogni minimo principio igienico provocarono epidemie come il tifo petecchiale ed infezioni intestinali che contribuirono allo sterminio dei disgraziati (…) Frequentissime furono le punizioni inflitte al’intero campo come quella del 13 luglio quando i prigionieri furono costretti a rimanere dalle tre del mattino fino alle 15 del pomeriggio nudi sotto una pioggia torrenziale e fustigati; molte le esecuzioni in massa (30 una volta e 20 un’altra nel luglio del 1945). E’ opportuno ricordare il tenente jugoslavo Giovanni Susan, sloveno dei dintorni di Idria, che nel comando del campo dette prova di inaudita ferocia129…». In un’altra relazione si scrive: «Oltre ai prigionieri (costituiti per la massima parte da militari già internati dai tedeschi e rimasti in mano jugoslava) si trovano in Jugoslavia i “deportati” dalla Venezia Giulia. Il loro numero è imprecisato. A Trieste si dice che siano 4.000 circa. Sulla sorte dei deportati dalla Venezia Giulia, ad onta dei ripetuti tentativi fatti in loro favore attraverso ogni possibile tramite, non ci è stato possibile raccogliere precise notizie. Ad un intervento fatto dalla Santa Sede a mezzo della Nunziatura Apostolica di Belgrado è stato risposto da parte jugoslava in data 30 luglio u.s. di non poter dare per il momento alcuna notizia “circa persone sparite quando la Venezia Giulia era teatro di operazioni di guerra o nei primi giorni di amministrazione delle autorità del popolo e di occupazione militare della detta regione” richiedendo le indagini al riguardo molto tempo. Ad una richiesta fatta dagli Alleati a Belgrado è stato risposto negando l’esistenza di deportati italiani. Per quel che concerne il trattamento usato da parte jugoslava ai deportati, le vaghe notizie pervenute fanno ritenere che esso sia assai duro130». E ancora: «A Palanca [Palanka?] è stato aperto un campo di concentramento per prigionieri del129 ACS, PCM, Gab., 1948-50, cat. 15/2, fasc. 10.599, s. fasc. 2, allegato alla relazione generale sulla costituzione e la condizione dei campi di prigionia per italiani in Jugoslavia stilata in Belgrado nel febbraio 1947 dal capitano Dainese Eufisio. 130 Ibid., relazione sull’attività svolta in favore dei militari italiani internati in Jugoslavia, 18/11/1946. 90 Amleto Ballarini la Venezia Giulia arrestati nel maggio del 1945. Il numero degli internati non è conosciuto (…) L’avv. Lenaz Mirko, da Castua, è commissario della 43ª Divisione (…) è forse corresponsabile e comunque a conoscenza della trucidazione (sic) di 150 italiani nei pressi di Sušak (…) viene riferito che gli jugoslavi stanno uccidendo tutti gli appartenenti alla 10ª MAS…131». Di alcuni campi, nel 1946, come quelli di Postumia, Vipacco, Villa del Nevoso, Planina (Postumia), Prestane o Prestrane, dove probabilmente vennero concentrati i militari e i civili catturati dopo la fine delle ostilità nel Goriziano, nel Triestino e in Istria, non c’era più traccia alcuna tra le carte superstiti della Sezione prigionieri italiani di Belgrado né vi è rimasta traccia presso gli archivi dell’Armata di liberazione jugoslava132. Il fatto che risultino cancellati dalla memoria storica in Jugoslavia e che fino al 1997 siano stati «secretati» in Italia per opportunismo politico fa sì che forse non si potrà mai sapere nulla di quanti in quei campi, 55 anni or sono, morirono. Prima che la Jugoslavia di Tito dividesse le proprie sorti da quelle del Cominform, rifiutando l’ingerenza dell’Unione Sovietica nei propri affari interni, fu il Partito comunista italiano l’interlocutore privilegiato, nell’attesa che con l’Italia si ripristinassero i normali rapporti diplomatici e sono molte le lettere pervenute dalle organizzazioni e dalle sezioni comuniste italiane alla Sezione di Belgrado per avere notizie di dispersi, ma fra la Sezione belgradese e i poteri che amministravano i campi di prigionia non c’era alcun rapporto diretto a tal fine, perché, per avere notizia dei dispersi, la Sezione non si rivolgeva affatto alle singole direzioni militari o di polizia che sovrintendevano alla amministrazione dei campi. Era costretta a rivol- 131 ACS, Ministero dell’interno, Gab., 1944-1946, b. 138, fasc. 12148: relazione riservata datata Udine 28/3/1946 trasmessa dal capo della Polizia alla Presidenza del consiglio dei ministri: «Notizie varie riguardanti la Jugoslavia, la zona B, la zona A ed il Friuli - Campi di concentramento in Jugoslavia e loro dislocazione e numero di internati». 132 ACS, PCM, Gab., 1948-1950, cat. 15/2, fasc. 10.599, s. fasc. 2, relazione classificata «segreta» datata 11/8/1945 raccolta dall’Ufficio “I” dello Stato Maggiore Regio Esercito sul «Trattamento dei prigionieri nei campi di concentramento in Jugoslavia - Dichiarazioni di ex internati reduci dalla prigionia». Dalle molteplici relazioni dei reduci (quasi tutti catturati dopo la fine ufficiale delle ostilità) che narrano le proprie personali esperienze nei centri di raccolta, nelle località di lavoro forzato, nei campi di concentramento, situati a Postumia, Vipacco, Borovnica, Villa del Nevoso, Planina (Postumia), Prestane, Idria si ha conferma non solo delle condizioni disumane in cui venivano tenuti i prigionieri (cibo insufficiente, lavori massacranti, nessuna assistenza medica, indumenti laceri e inadeguati) ma anche delle vessazioni e delle sevizie immotivate e spesso feroci, delle uccisioni di singoli o perfino a gruppi senza addebiti specifici, dei decessi per mancanza di cure o per le proibitive condizioni di lavoro. Si veda nella relazione il documento avente per titolo: «Dal racconto di un prigioniero reduce dal campo di concentramento jugoslavo di Borovnica» firmata davanti a testimoni da Federico Fissore catturato a Trieste il 10/5/1945 e posto in libertà il 10 agosto dello stesso anno previa una dichiarazione «spontanea» sul «buon» trattamento ricevuto. Si veda infine le testimonianze di Egidia e Bruna Grion di Gorizia sulle «Condizioni di vita dei prigionieri italiani nel campo di Vipacco» riportate in un rapporto raccolto sempre dall’Ufficio I dello SMRE definito «segreto» e derivato da «fonti confidenziali», datato 25/8/1945. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 91 gersi ai diversi comitati antifascisti adottando un sistema a dir poco rudimentale di ricerca. Presso la Sezione esisteva una «cartoteca» (come risulta testualmente dalle annotazioni a mano sulla corrispondenza intercorsa, intendendo ovviamente per tale termine uno schedario) nella quale si aggiornavano la presenza degli italiani nei singoli campi, i passaggi da un campo all’altro, i rimpatri e lo stato di educazione politica antifascista che il prigioniero aveva per poter aspirare al rimpatrio. I criteri seguiti per fare la ricerca dei dispersi non ancora inseriti nella «cartoteca» risultano da una disposizione inviata in data 27/6/1946 al Comitato antifascista del 238° Campo prigionieri di Vršac: «Trasmettiamo a codesto Comitato Antifascista l’accluso elenco nominativo dei militari italiani che da tempo non danno notizie alle famiglie, considerati dispersi o comunque sino ad oggi irreperibili. Adunare tutti i prigionieri, leggere loro i nominativi e invitarli a dare tutte quelle notizie che possono essere utili a tranquillizzare il richiedente e trasmetterle a questa sezione. L’elenco deve toccare tutti i gruppi lavoratori più numerosi, cosicché, tempestivamente e ancora in ottimo stato, deve essere restituito a questo ufficio per l’inoltro agli altri campi. Alcuni di questi elenchi trasmessi, non sono ancora stati restituiti; il che denota poco interessamento da parte di alcuni comitati che invitiamo alla osservanza delle norme impartite»133. Nei campi, i prigionieri erano inquadrati in «battaglioni lavoratori» aventi lo stesso numero di riferimento del campo d’appartenenza. In ogni campo esisteva un Comitato antifascista alle dipendenze dirette dell’Ufficio di Belgrado che disponeva anche di una «Sezione rieducativa» che costituiva, a quanto pare, la parte più qualificante della sua attività, quella, grazie alla quale, forse doveva al Governo jugoslavo la ragione stessa della propria esistenza. Compito del Comitato antifascista era quello di esprimere un giudizio sull’affidabilità politica di ogni prigioniero; tale giudizio, se positivo, giustificava il rimpatrio. Al campo di Ćuprija (20° Battaglione prigionieri italiani), ad esempio, presidente di tale Comitato era un certo Luigi Mura e alcuni passi delle sue lettere alla Sezione di Belgrado sono illuminanti. Lettera a Belgrado del 29/5/1946: «Si fa presente che i n. 51 prig. (n.d.a.: prigionieri) italiani rimasti in forza al 20° Btg hanno raggiunto la vera maturità politica e questo grazie alla loro volontà nell’ascoltare le serali conferenze e lavorando con alacrità per far sì che si vedesse in loro i sinceri Antifascisti (…) riguardo la maturità dei restanti prig. italiani questo Comitato ha ritenuto opportuno iniziare la compilazione delle nuove schede biografiche rendendosi garante della maturità di essi». Lettera a Belgrado del 5/10/1946: «Accludo alla presente l’elenco nominativo dei nuovi compagni (…) Fra poco vedrete 133 VAB, Talijanski zarobljenici, nekatalogiran do 31/12/1999. (Prigionieri italiani, non catalogato al 31/12/1999). 92 Amleto Ballarini che questi nuovi daranno prova della loro capacità sia lavorativa che politica (…) Ho provveduto ad impiantare il Giornale Murale nonché a scrivere sulle parole (sic) motti dei Partiti Proletari (…) Come da disposizioni ricevute fra poco invierò una relazione circa il comportamento del prig.ro Baiardi Ezio il quale viene dal sottoscritto studiato e nelle serali conferenze alle quali egli presiede cerco di attirare il compagno nella discussione affinché egli esprima i suoi pensieri. Darò fra non molto ampi dettagli in merito»134. Nemmeno la visita di Togliatti contribuì a fare in qualche modo chiarezza sulla sorte di migliaia di civili e militari scomparsi nella ex Jugoslavia: «Dopo che il Segretario del PCI visitò il Maresciallo Tito, tra novembre e dicembre 1946, rientrarono in Patria circa 10.000 prigionieri seguiti nel marzo 1947 da 15 ufficiali e 750 soldati. Rimasero in Jugoslavia i discriminati politici cioè ancora più di un migliaio di soldati e 63 ufficiali (…) Sono coloro che le cellule comuniste interne dei campi, italiane, hanno segnalato ai comitati antifascisti, questi alle autorità jugoslave come “elementi reazionari” restii alle dottrine progressiste (…) Quanto su esposto forse non era a conoscenza dell’on. Barontini capo della Missione dell’ANPI che visitò la Jugoslavia nel mese di dicembre 1946, il quale dichiarò alla stampa italiana che i prigionieri in Jugoslavia erano trattati molto bene (…) forse non sa che ancora oggi diminuiscono i vivi e crescono i morti a Brcko-Banovic, non sa che il colonnello Gergijevic (…) dichiarò esplicitamente il 30 dicembre 1946 (ore 19,30) ai quindici ufficiali rimpatriati il 5 marzo 1947 che non sarebbero rimpatriati gli altri fin che il Governo italiano era tenuto dall’on. De Gasperi»135. Il capitano Dainese, autore di queste affermazioni faceva parte della Sezione prigionieri italiani di Belgrado. Non sappiamo se quei più di mille militari e 63 ufficiali abbiano mai fatto ritorno in patria né sappiamo se siano mai stati conteggiati e individuati nominativamente tutti i civili italiani, deportati dai territori adriatici dopo l’occupazione jugoslava, che non hanno mai fatto ritorno alle loro famiglie sia nei paesi d’origine sia in quelli dove le famiglie si stabilirono dopo l’esodo. Sappiamo con certezza che fino al febbraio del 1962 c’erano ancora, ufficialmente, 36 italiani nel carcere di Sremska Mitrovica. «Alcuni di essi» – scriveva l’ambasciatore italiano a Belgrado – «vi sono reclusi per reati politici». Non sappiamo chi fossero e non sappiamo nemmeno di quali reati politici fossero colpevoli. Forse erano cominformisti del 1948, forse fascisti del 1945, forse solo italiani e basta. Avevano fame e vivevano, sempre stando al nostro diplomatico, «in stato di grave prostrazione»136. Il governo italiano autorizzò la Croce Rossa di Roma ad inviare loro ogni anno un pacco di viveri ed indumenti a partire dal marzo 1957. Prima d’allora nessuno ne conosceva l’esistenza. I prigionieri italiani che risultaIbidem. ACS, PCM, Gab., 1944-1947, cat. 15/2, fasc. 10.599, «Relazione generale sulla costituzione e la condizione dei campi di prigionia per italiani in Jugoslavia» stilata in Belgrado nel febbraio 1947 dal capitano Dainese Eufisio. 136 ACS, Croce Rossa Italiana, Servizio affari internazionali, b. 38, fasc.: «Invio pacchi ai detenuti in Jugoslavia (marzo 1957-febbraio 1962)». 134 135 Profilo storico - Povijesni pregled događaja 93 vano presenti a Sremska Mitrovica nel 1947 dopo gli ultimi rimpatri, cui sopra abbiamo accennato, erano in tutto sette, ma ciò non significa che altri smistamenti, dopo tale data, abbiano avuto luogo tra le diverse località di raccolta. L’unico caso di corretta elencazione in nostre mani di civili deportati dagli jugoslavi con l’indicazione completa delle generalità, del mestiere o della professione, della data dell’arresto, dell’indicazione dell’autorità che lo aveva effettuato e dell’indirizzo di chi ne chiedeva notizia è quello che riguarda la città di Gorizia, reperito a Belgrado. Testo in italiano e intestazione in croato: «Spisak civilnih lica koja su bila deportirana iz Gorice u Jugoslaviju u doba kada je ona bila pod okupacijom naših trupa (Elenco dei civili deportati da Gorizia in Jugoslavia quando la città era sottoposta all’occupazione delle nostre truppe)»137. Su 274 civili deportati, 113 furono prelevati dall’OZNA e tra questi 3 originari di Fiume e provincia. Tra i 167 prelevati da elementi di formazioni partigiane, uno risulta essere oriundo da Abbazia. Le quattro persone pertinenti alla nostra ricerca risultano essere state uccise o qualificate come «scomparse». Ciò dimostra, a distanza di anni, che quanti risultavano «scomparsi» nella ex Venezia Giulia, dopo l’occupazione jugoslava, corrispondono nella stragrande maggioranza dei casi a soggetti eliminati con giustizia sommaria o deceduti nei campi di raccolta o di prigionia. Nell’agosto del 1999 apparve sulla stampa della minoranza italiana in Croazia e in Slovenia una notizia, fino ad oggi non smentita, che confermava la drammatica realtà degli eccidi di massa avvenuti dopo il maggio 1945 non solo a danno di militari prigionieri (tedeschi, italiani, ustascia croati, cetnici serbi, domobrani sloveni ecc.) ma anche di civili di qualsivoglia nazionalità, non solo quelli colpevoli d’aver collaborato con gli occupanti nazifascisti ma, nella maggior parte dei casi, anche di quanti apparvero colpevoli di voler ostacolare la volontà del partito al potere: «Tre associazioni civili slovene si sono rivolte al procuratore di Stato Zdenka Cerar con una petizione nella quale le hanno chiesto di aprire un’inchiesta per risalire ai responsabili delle esecuzioni di massa compite sul territorio della Slovenia subito dopo al fine della seconda guerra mondiale. Le associazioni chiedono, inoltre, che le aree nelle quali sono state scoperte le fosse comuni, nelle quali si sostiene da più parti, sarebbero sepolte addirittura dalle 170 mila alle 300 mila persone, vengano debitamente contrassegnate. L’ex procuratore di Stato Anton Dobnić, ha dichiarato che all’epoca quando guidava la pubblica accusa non aveva potuto avviare indagini sulle stragi del secondo dopoguerra, perché non aveva ricevuto in merito alcuna denuncia da parte degli organi di polizia. A spingere le associazioni a farsi avanti con la petizione è stata indubbiamente la recente scoperta di una nuova grande fossa comune non lontano da Slovenj Gradec, nella quale si troverebbero i resti non solo di prigionieri di guerra, ma anche di parecchi civili. I macabri rinvenimenti, che sono altrettante agghiaccianti testimonianze dei fatti di sangue, delle tragedie, che hanno contrassegnato il secondo dopoguerra nella ex Jugoslavia, hanno fatto sì che la commissione d’inchiesta governativa incaricata proprio di far piena luce sui fatti dell’epoca, abbia ripreso a pieno regime il 137 138 VAB, Talijanski zarobljenici, cit. «La Voce del Popolo», 28/8/1999. 94 Amleto Ballarini suo lavoro»138. Un alcunché di analogo, ma senza alcun intervento della magistratura croata, è avvenuto proprio al termine della nostra ricerca per quanto riguarda il territorio cui essa ha fatto riferimento. In località Kostrena, nei pressi di Sušak, è stata individuata una foiba che conterrebbe i resti di centinaia di vittime. Nell’immediato dopoguerra sarebbero stati uccisi in quel luogo militari tedeschi e italiani, civili prelevati a Fiume e anche il parroco di Sušak don Viktor Bubanj. La notizia, pervenuta a noi solo in data 23/11/2000139, confermerebbe il contenuto di una relazione, stilata a Trieste in data 15/4/1946, giunta nello stesso anno al Ministero dell’interno della Repubblica italiana e fino al 1997 «riservata alla Presidenza del Consiglio»140. Al momento di consegnare questo lavoro alle stampe non si aveva ancora alcuna notizia sulle iniziative poste in essere dalla Commissione d’inchiesta slovena sopraindicata. Non si aveva notizia di qualsivoglia iniziativa volta all’accertamento della foiba di Kostrena, né alcun riscontro da parte della Commissione parlamentare della Repubblica di Croazia per le vittime della II guerra mondiale, alla quale sono stati inviati per competenza i dati relativi a un’altra fossa comune individuata nel corso della nostra attività. La fossa contiene i resti del senatore del Regno d’Italia Riccardo Gigante, del legionario dannunziano Nicola Marzucco e di una decina di altri sventurati, tutti italiani, non identificati, che hanno condiviso la stessa sorte. A due anni dalla nostra segnalazione alle autorità competenti, fondata su solide prove testimoniali concordanti, raccolte in Italia e in Croazia, si è ancora in attesa, mentre affidiamo questo lavoro alle stampe, che italiani e croati diano attuazione a un accordo già sottoscrit- 139 AMSF, Corrispondenza della Presidenza, lettera inviata in data 23/11/2000 da Dragutin Crnić, residente a Škrljevo - Croazia, al quotidiano Novi List e al presidente della Società di studi fiumani: «Nel mese di maggio del 1945, dopo la liberazione [in corsivo nel testo originale] di Fiume, intorno a questa foiba iniziarono ad accadere cose terribili. Dalla città partivano, incolonnati, uomini e donne che venivano, in un primo momento, condotti alla scuola di Santa Lucia e successivamente rinchiusi in uno scantinato. Da questa scuola, durante la notte, venivano condotti fino alla foiba e qui uccisi senza pietà e gettati nel fondo della voragine detta Bezdanka. In questo modo finivano tutti coloro che erano sospettati dai partigiani e dai loro sostenitori. La maggior parte delle pesone proveniva dalla città di Fiume e dai dintorni. Si sa, in particolare, dell’uccisione di italiani e di coloro che desideravano andare a vivere in Italia. Al posto di essere inviati alla frontiera venivano condotti a Costrena, uccisi e gettati nella voragine della Bezdanka. Gli abitanti del luogo ancora oggi non ne parlano volentieri e con timore si ricordano come nella notte si sentivano provenire dalla foiba, in italiano, grida di: Aiuto! La foiba rimase in attività fino al 1950! In questa voragine fu gettato anche il parroco di Sušak Viktor Bubanj. Esistono testimoni che da dietro i cespugli assistettero alla sua uccisione! Insieme a lui venne uccisa anche una giovinetta, probabilmente di nazionalità russa». 140 ACS, Ministero dell’interno, Gabinetto, 1944-46, b. 256 : rapporto in copia, non firmato, datato Trieste 15/4/1946: «Gli abitanti di Costrena [sic], località sita tra Fiume e Buccari, circa un mese fa si rivolsero alle autorità jugoslave perché fosse posto riparo al cattivo odore esalante da una foiba (sic) a causa della putrefazione di cadaveri. Ma soltanto qualche giorno prima che la Commissione Alleata si fosse portata in zona B, per far scomparire [sic!] qualsiasi traccia dei cadaveri fu minato e fatto saltare l’orifizio della foiba, nel cui fondo giacciono i cadaveri di italiani giustiziati dai sedicenti tribunali popolari, a detta degli abitanti della zona». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 95 to al fine di recuperare i resti che ci risultano giacenti nel territorio di Castua. Di tutti gli altri, militari e civili di nazionalità italiana, deportati dai territori adriatici ceduti dopo il secondo conflitto mondiale, dispersi a migliaia nella ex Jugoslavia, deceduti nei campi di prigionia o interrati nelle fosse comuni, ben poco mai sapremo se questa nostra ricerca non servirà a stimolare un progetto ancora più ampio con maggiori risorse umane e finanziarie e con il concorso di tutti i governi e di tutte le istituzioni competenti in materia. È amaro constatare come nemmeno su una attività di ricerca d’alto valore morale come è quella di rendere giustizia storica a chi non ebbe, per qualsivoglia causa politica, cristiana sepoltura, non sia stato possibile unificare, nello spirito europeo del nostro tempo, le diverse forze disponibili, nell’associazionismo dell’esodo e nelle istituzioni della minoranza italiana in Croazia e in Slovenia, in un progetto comune. Oltre a ciò resta il fatto che i morti dovuti al regime comunista di Tito sembrano in buona parte cancellati dalla memoria storica della ex Repubblica federativa e socialista jugoslava e, almeno fino al 1997, sono stati «secretati» a livello istituzionale anche nell’Italia democratica per opportunità politiche di carattere interno e internazionale. Tutto questo fa sì che, nonostante le buone intenzioni di molti, sia in Italia sia in Croazia e sia in Slovenia, con il passare inesorabile del tempo ogni ulteriore ricerca sull’argomento diventi sempre più difficile. La nostra è servita ad allungare notevolmente una lista che già appariva troppo lunga in tempo di guerra e drammaticamente spropositata in tempo di pace. Tranne rari casi di delitti comuni, sovente noti, che lo stesso regime comunista perseguì prontamente perché nulla poteva uscire dalle regole imposte dal potere politico e militare dominante, si può comunque affermare con assoluta certezza che a Fiume, per mano di militari e della polizia segreta (OZNA prima e UDBA poi), sotto le direttive del Partito comunista croato cui tutti a Fiume dovevano allora comunque rispondere, con la complicità diretta o indiretta del Comitato popolare cittadino che fu spesso connivente, non meno di 500 persone di nazionalità italiana persero la vita tra il 3 maggio e il 31 dicembre del 1947. A questi dovremmo aggiungere un numero imprecisato di «scomparsi» (non meno di un centinaio) che il mancato controllo nominativo nell’anagrafe storica comunale ci costringe a relegare nell’anonimato insieme al consistente numero, nei paesi della provincia del Carnaro e dei distretti annessi dopo il 1941, di vittime di nazionalità croata (che spesso ebbero, almeno tra il 1940 e il 1943, anche la cittadinanza italiana) determinate a guerra finita dal regime comunista jugoslavo. Ci auguriamo che altri, dopo di noi, possano dar loro un nome, per rendere ancora una volta giustizia alla storia. AMLETO BALLARINI POVIJESNI PREGLED DOGAĐAJA Od početka Drugog svjetskog rata do primirja 8. rujna 1943. Uoči Drugog svjetskog rata, Rijeka koja je došla u okrilje Italije, zahvaljujući D’Annunziju, kao simbol «osakaćene pobjede» tijekom prethodnog sukoba, koji je okrvavio Europu od 1814. do 1918., kada je priključena 1924., nije se činilo da uživa posebne povlastice fašističkog režima, koji je nasljedio od «Riječkog pothvata» svestrano primjenjene rituale1, a od «Kvarnerskog ustava» ustavne nade2, koje su u biti izigrane. Aneksija je nametnula prepuštanje Luke Baroš (sastavnog dijela riječkog lučkog bazena) Sušaku, gradu novonastale Kraljevine Srba, Hrvata i Slovenaca (1918.), poprilično doprinoseći vrijednosti hrvatskih lučkih postrojenja, koja su neizbježno postala konkurencijom onim susjednim talijanskim, (godine 1937. opseg djelatnosti dviju luka ukrcavanja i iskrcavanja gotovo da se izjednačio: 737.909 tona u Sušaku i 776.784 u Rijeci). U desetljeću od 1924. do 1934. kriza u velikoj riječkoj industriji se očituje u otkazima, koji su drastično smanjili broj radnika i činovnika (u odnosu na 1913. u tvornici torpeda smanjenje iznosi 25%, a u brodogradilištu čak 78%). Postupno smanjivanje opsega poslovanja i krizu zemljišnih posjeda pokrajine oprezno su evidentirali godišnji izvještaji mjesne štedionice. Prvi jači znakovi uspona bilježe se od 1935. nadalje, što se podudara s talijanskim ratnim angažmanom, najprije u Africi, a zatim u Španjolskoj, ali istovremeno može se primijetiti i uključivanje ključnih ljudi, koji nisu iz Rijeke, u životne ganglije gradske politike i ekonomije. Može se ustvrditi da su uoči Drugog svjetskog rata u fašističkoj stranci (PNF) s Genunzijom Servidorijem, u pokrajinskoj upravi s Temistocleom Testom, u kraljevskoj carini s Filippom Valenteom, u financijskim uredima s Lucianom Matarazzijem i u Vedetti d’Italia (jedinom dnevnom listu u gradu) s Arnaldom Violom, postavljeni na čelo gradskih vlasti porijeklom iz drugih talijanskih krajeva koji su malo ili ništa mogli znati o specifičnom kulturnom identitetu Rijeke, oduvijek naviknutom na suživot sa svojim znatnim i mnogostrukim unutarnjim kulturnim, etničkim i vjerskim «različitostima». Rasni zakoni iz 1938. umnogome su doprinijeli u povećanju sveopće zbrke, dok se proces talijanizacije. fašizacije Hrvata i Slovenaca (službeno definirani u maniri pojednostavljivanja kao «inojesci», obezvređujući stoljetnu prisutnost njihovog kulturnog identiteta), koji usprkos činjenici što su bili manjina u gradskom kontekstu predstavljali su apsolutnu većinu u poljoprivredno-planinskom okružju, i dalje provodio, a da se nije ni najmanje vodilo računa o pozivima na oprez i na razumijevanje koji su potjecali od malobrojnih Riječana još uvijek prisutnih u 1 Mussolini je preuzeo u svojim govorima pred gomilom balkon Palače Venezia, te je rimska gomila – poput one riječke, kada je D’Annunzio upriličivao svoje znamenite skupove pod balkonom Guvernerove palače – uzvikivala: “Eja! Eja! Alalà!” 2 Ustav Talijanske kvarnerske “reggenze” sadržava, primjerice, temeljne pretpostavke korporativne države, koju fašistički režim nije nikada do kraja primijenio. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 97 državnim hijerarhijama3. Na papiru, 1937. godine kada je u Rijeku došao Achille Starace, djelovalo je stroj PNF-a, formalno prevladavajući i s kapilarnom razgranatošću u čitavoj provinciji: 8.275 fašista ustrojenih u 12 fascija, 24 rajonskih grupa, 28 sektora i 194 nukleusa. 1572 mlada fašista podijeljena u 15 fascija, 28 centurija, 84 skvadre, 401 fašist sveučilištarac. dakle, 1.904 žene fašistkinje, 3.037 mladih fašistkinja, 3.075 seljačkih pripadnica organizacije (massaie rurali). 13.150 upisanih u fašističku dječju organizaciju (Opera Balilla). 4.120 pristupnika fašističkim organizacijama i 8.092 organizacijama za zabavu radnika (Dopolavoro). “Div s glinenim nogama”, predodređen na trajanje koliko i val emocija glede afričkih i španjolskih pobjeda i glede iskazivanja, kako ćemo vidjeti, prvih očitih znakova popuštanja kada od Afrike do Grčke, od Balkana do Rusije, sreća talijanskog oružja počme sistematično izostajati, prepuštajući njemačkom savezniku potpunu slobodu glede uporabe i zloporabe vlastitih snaga. Napredak slabljenja fašističkog aparata odgovarao je neminovan porast antifašističkog pokreta, koji se napose kod hrvatskog i slovenskog elementa učvrstio i raširio poistovjećujući se s vrijednošću vlastitog nacionalnog iskupljenja potaknutog od raširenog osjećaja etnićkog suprotstavljanja između Slavena i Talijana, a tako i socijalnog izbavljenja podržanog jakim utjecajem komunističke ideologije. Ostvarivanje gore navedenog, kadrog učinkovitog promicanja masovne borbe, omugućeno je tek prigodom njemačke invazije na Sovjetski Savez. Tada je prestao vrijediti pakt RibbentropMolotov koji je doveo do prethodne podjele Poljske4, komunistički pokreti, u od Nijemaca okupiranoj Europi dobili su slobodu za poticanje oružanog otpora pod Staljinovim vodstvom u vlastitim zemljama. Do konca 1937. (na provinciju koja je tada brojila 109.018 stanovnika, prema popisu od 21. 4. 1936.) riječka Kraljevska policijska uprava (questura) otvorila je dosje za svega 134 «subverzivna djelatnika»5, držeći takvima ne samo pojedince s komunističkim uvjerenjem, nego i Zanelline autonomaše i bivše dannuncijevce anarhističkog ili republikanskog uvjerenja, u svakom slučaju, svi su bili općenito antifašisti: 35 njih, unatoč nepovjerenju i u nekim slučajevima čak presudama, 3 «La Vedetta d’Italia», 14/11/1944.. U članku Riccarda Gigantea: «O političkoj nesreći, ne samo Testinoj, nego državnoj ili režimskoj na svim anektiranim područjima Hrvatske i Dalmacije, kojima su se sa žarom bavili senatori iz Julijske krajine i Dalmacije, uključujući i mene... Nije uzeto u obzir naše poznavanje mjesta i pučanstva; nije vođeno računa o našem upozorenju da Dalmacija nije bila više ona iz vremena Tommasea i Bajamontija; ismijano je naše razumijevanje za prava manjina svojstveno starim iredentistima; naša primjedba zbog razlike u tretiranju Slovenaca i Hrvata smatrana je neosnovanom...». 4 J. RIDLEY, Tito, Genio e fallimento di un dittatore (Tito, Genij i propast diktatora), Milano, Mondadori, 1996, str. 126. Prilikom talijansko-sovjetskog saveza i posljedične objave rata Francuske i Engleske Njemačkoj: «Staljin je rekao u Kominterni da se zapovijedi komunističkim partijama iz svih zaraćenih zemalja glede pridržavanja Lenjinove linije suprotstavljanja imperijalističkom ratu kojeg vode buržoaske vlade. Kominterna je odmah promijenila smjer, a Tito je učinio to isto. Mnogo godina kasnije rekao je da je 1939. Staljin opet posegnuo za starom politikom nesuprotstavljanja fašizmu, nego povratka na tzv. klasnu borbu, na borbu ‘jedne klase protiv druge’ između proletarijata i buržoazije». 5 DRžAVNI ARHIV U RIJECI (dalje: DAR), Prefektura, JU16. 98 Amleto Ballarini moglo je zadržati svoja radna mjesta. To ja znak da iako se radilo o totalitarnom režimu, zahvaljujući i učestalim amnestijama, isti je odavao i vidne znakove tolerancije. U riječkoj luci, gdje su se u Zanellino vrijeme stvorio priličan broj sljedbenika prije antidannuncijevske, te zatim antifašističke struje, nije bilo znakova ozbiljnog otpora; u teškoj industriji nije se moglo popisati više od 190 potencijalnih «subverzivnih» aktivista, u lakoj industriji procjenjivalo se da ih ima 120, a u gradskom središtu nije ih bilo ni stotinu6. Sam narodno-oslobodilački pokret kasnije je procijenio da radnički potencijal prisutan u riječkim poduzećima, izuzev onoga nedovoljno aktivnog kojeg su sačinjavali studenti i intelektualci, iznosio 18.000 osoba početkom 1943.7. Od 1929. kada je prema policijskoj upravi bilo svega 157 «bezopasnih subverzivaca», te samo jedan «opasan» na brodogradilište, tvornicu torpeda i rafineriju8, Fašistički specijalni sud do kraja 1940. osudio je dvanaest osoba zbog subverzivne djelatnosti u Rijeci, od kojih je samo sedam rođeno u Rijeci i okolici, izričući deset kazni zatvora (najteža iznosi 12 godina i 7 mjeseci izrečena Leu Valianiju, koji se još tada zvao Weiczen) i dvije oslobađajuće presude9. Nije bilo smrtnih presuda. Bilo je rijetkih slučajeva (a odnose se na Židove nakon donošenja rasnih zakona) interniranja. Od lipnja 1940. do rujna 1943. preživjelih dobrovoljaca Narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije – porijeklom iz Rijeke i okolice, kojima je priznao takav status gradski Narodno-oslobodilački odbor 1945. – bilo je samo 51, od ukupno 337 od 1940. do 194510. U kolovozu 1940. prema riječkoj pokrajinskoj upravi u provinciji bilo je prisutno 11.199 inojezaca (2.640 od kojih bilo je mobilizirano u Oružane snage Italije) i 5.482 građana s jugoslavenskim državljanstvom11. Riječkih antifašističkih boraca – bili oni Talijani, inorodci ili s jugoslavenskim državljanstvom – poginulih od 1943. do 1945., prema zbirnom popisu nastalom na temelju memoara najpoznatijih preživjelih sudionika, navodno je bilo svega 86, od kojih 17 u borbi, 1 nestao, 62 strijeljanih od naci-fašista, i 6 umrlih u sabirnim logorima12. Prema najvažnijoj jugoslavenskoj historiografiji13, boraca poginulih za oslobođenje u bivšoj talijanskoj Kvarnerskoj provinciji bilo je svega 6 L. MARTINI, Memorie e documenti raccolti per una storia di Fiume nella lotta popolare di liberazione fino al 1943 (Sječanja i dokumenti prikupljeni za povijest Rijeke u narodnooslobodilačkoj borbi do 1943.), Parlano i protagonisti, Monografie V, Pola, Centro di ricerche storiche di Rovigno, 1976, str. 14-16. 7 Isto, str. 105, Izvještaj Ljube Drndića (u izvorniku: Ljubo Drndić - Vladen /op. prev/) Odboru KPH za Hrvatsko primorje. 8 VOJNOISTORIJSKI ARHIV - BEOGRAD (dalje: VAB), Građa talijanska, policiska uprava 4/5-1 K 850: izvješće riječkog pokrajinskog poglavara od 5/5/1928. «I evo broja subverzivnih: brodogradilište (Cantieri del Carnaro) subverzivnih radnika bez dosjea i bezopasnih (neki od kojih nedavno primljeni i dolaze iz Muggije i Trsta) br. 77 - radnika s dosjeom opasnih br. 1. Tvornica torpeda: subverzivnih bezopasnih radnika br. 52 – radnika s dosjeom opasnih nitko. Rafinerija mineralnih ulja: subverzivnih bezopasnih radnika br. 28 – radnika s dosjeom opasnih nitko». 9 L. MARTINI, Memorie e documenti. Relacija Lea Valiania, n. dj., str. 165-169. 10 DAR, Gradski narodnooslobodilački odbor, JU 16-17. 11 SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI, Il tributo fiumano all’olocausto, Prilozi: dokument br. 2, Roma, Spoletini, 1999.. 12 L. MARTINI, Memorie e documenti…, n. dj., str.229-251. 13 R. BUTOROVIć, Sušak i Rijeka u NOB-u, Rijeka, Tipograf, 1975, str. 546-547. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 99 137, ali među tima utvrdili smo da je samo 1 rodom iz Rijeke, a proizlazi da su svi ostali rodom iz hrvatskih mjesta iz okolice. Sudeći prema našim anketnim listovima (konačnom popisu), žrtve Narodno-oslobodilačkog pokreta sveukupno su navodno iznosile 147, a od njih je 113 nedvojbeno imalo talijansko državljanstvo, dok za 34 državljanstvo nije sa sigurnošću utvrđeno. Od tih 71 je pao ili nestao u borbi. 34 su smaknuli Nijemci, a 23 Talijani; 12 ih je stradalo iz nepoznatih razloga. Zbrojimo li naše podatke, koji se odnose na Talijane (bilo da je državljanstvo nedvojbeno utvrđeno ili ne), oni se bitno ne razlikuju od podataka iz posljeratne memoarske literature, tj. od onih za «hrvatske» žrtve pronađene kod gore navedene historiografije, u kojoj se može pronaći ukupna broj od 284. Brojevi kojima raspolažemo pokazuju da je od početka Drugog svjetskog rata 1939. do raspada Oružanih snaga Italije 8. rujna 1943., nakon pada fašističkog sustava 25. srpanja 1943., bilo ukupno vrlo malo žrtava talijanske narodnosti, i to iz bilo kojeg političkog ili rasnog razloga, beznačajan je inače broj žrtava. Znatno je viši broj onih od 1940. do 1945., pripadnika Oružanih snaga Italije, koji su pali zbog bojevih uzroka na različitim bojištima, a nije zanemariv ni broj iako je mnogo manje – pretežito inojezičnih pojedinaca (Hrvata i Slovenaca) jugoslavenskog državljanstva, koji su u gore navedenom vremenu podlegli zbog ratnih rasnih ili političkih razloga tijekom gore navedenog razdoblja. Prema podacima koje ima Ministarstvo obrane Republike Italije14 grad Rijeka je imao 174 palih u Oružanim snagama Italije između 10/6/1940. i 8/9/1943., te 134 između 8/9/1943. i 31/12/1945., ukupno 308. Kvarnerska provincija (Opatija, Jablanica, Podgrad, Klana, Jelšane, Knežak, Lovran, Materija, Matulji, Mošćenice, Prem i Ilirska Bistrica) dala je ukupno 223 poginulih, od kojih 154 prije 8/9/1943., a 69 poslije toga. Ukupno iz Rijeke i iz njezine provincije palo je 531 vojnika i to: 53% u kopnenoj vojsci, 28% u mornarici, 10% u jedinicama Talijanske Socijalne Republike (Repubblica Sociale Italiana), 4% u vojnom zrakoplovstvu i 5% u partizanskim postrojbama. Međutim, sudeći prema našim anketnim listovima, žrtve pripadnika Talijanskih oružanih snaga (uključujući u njih i karabinjere, financijsku policiju i javnu sigurnost, a isključujući pripadnika Narodno-oslobodilačkog pokreta, koji je u svakom pogledu bio uključen u Narodno-oslobodilačku vojsku Jugoslavije), od 10/6/1940. do 2/5/1945. iznosile su sveukupno 761. Od tih, 412 proizlazi da su umrle od 10/6/1940. do 7/9/1943.; 349 od 8/9/1943. do 2/5/1945.. Nakon 3/5/1945. zabilježili smo 275 žrtava. Valja napomenuti da je Ministarstvo obrane vodilo računa samo o pripadnicima oružanih snaga ili o snagama koje su s njima izjednačene, bilo po priopćenju zapovjedništava ili po priopćenju suboraca i članova obitelji, kada se priopćenje odnosilo na pripadnike u sastavu navedenog ministarstva. Držimo malo vjerojatnim da su brojevi, koje se odnose na pripadnike Talijanske Socijalne Republike ili na partizanske postrojbe u Rijeci i u njezinoj provinciji, bliske 14 ALBO D’ORO DEL MINISTERO DELLA DIFESA, Popis poginulih Ministarstva obrane (dalje: AOMD), “Elenco Caduti di Fiume e provincia” - Pali iz Rijeke i provincije. Popis je izdan na zahtjev Društva za riječke studije. 100 Amleto Ballarini stvarnosti, budući da očigledno nedostaje uvid u sastav postrojba kojima su ti ljudi pripadali, što bi bilo neophodno za ispravnu obradu podataka. Podaci koji su preuzeti iz različitih izvora o poginulim iz Talijanske Socijalne Republike brojniji su u poglavlju obradi statističkim podataka na kraju našeg rada. Naprotiv, popis Ministarstva obrane je od koristi za iscrpnu procjenu vojnika palih u redovima Kraljevske kopnene vojske, Ratne mornarice i Vojnog zrakoplovstva prije 8. rujna 1943. Od 10. lipnja 1940. (tj. talijanske objave rata Francuskoj i Engleskoj) do kratkog rata za okupaciju Jugoslavije koji je završen 17. travnja 1941., usprkos rasnim zakonima iz 1938. i razgranatog progona svake subverzivne djelatnosti od strane policijskih organa, nisu zabilježene smrtne presude ili umorstva vezana za odmazde, «subverzivnu» djelatnost, ili nekakve događaje koji se odnose na stanje zarobljeništva i internacije. U Rijeci su zabilježeni prvi znakovi «pučke» nesnošljivosti protiv Jugoslavije polovicom svibnja 1940. tijekom nekih studentskih manifestacija, u čiju spontanost se moglo opravdano sumnjati, budući da su slavile režim kada je skupina demonstranata dana 14. na večer «stala bacati kamenje na zgrade s jugoslavenske strane, razbivši mnogo stakala na baru Kauzlarić i papirnice Smith & Meynier» sa sjedištem na Sušaku, preko Rječine15 i «malo kasnije nekoliko mladića s obližnjeg Sušaka navodno su bacili nekoliko kamena na talijanski teritorij bez ikakvih posljedica»16. Stanje se promijenilo s talijansko-njemačkom invazijom Jugoslavije 6. travnja 1941., kada je Wermacht prešao rumunjsku granicu. Od 1. do 17. travnja zapovjeđeno je evakuiranje grada Rijeke. Samo iz Trsta, javljao je odjelni komesar javne sigurnosti dr. Ottorino Palumbo Vargas, dana 5. pristiglo je «oko 12 vlakova dnevno (…) koje su zatim izmještali po različitim mjestima Kraljevine, napose u Furlaniji i u Veronskoj provinciji” čime je zahvaćeno otprilike 25.000 ljudi. Isti se izvor pobrinuo dojaviti višim vlastima da je «primjerna suzdržanost pučanstva prognanog iz Rijeke, koje se u premještanju vlakovima iskazalo vrlo discipliniranim (…) usprkos izuzetnom broju putnika i stvari u postajama i u vlakovima, nisu se dogodili (…) incidenti tipa krađa, džeparenja i sličnih krivičnih djela»17. Nije bilo dojava o tome niti narednih dana, kada je vlakom ili drugim sredstvima evakuirano i otprilike preostalih 50% od ukupnog stalno nastanjenog pučanstva (otprilike 55.000 osoba). Isto se može reći i za postupak povratka. Iz Rijeke je evakuirano i 694 jugoslavenskih građana te, pod pratnjom, nešto više od 300 Židova, koji su upućeni u Caprino Veronese. I jedni i drugi će se vratiti u Rijeku, poput ostatka izbjeglih, od 23. travnja i tijekom prvih deset dana svibnja18. 15 ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO (TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV; dalje: ACS) Ministarstvo unutarnjih poslova, Cat. A5G, Drugi svjetski rat, k. 52, “Rijeka, manifestacije i incidenti 1940. godine”, fasc. 16, brzojav br. 12/16813 od 27/ 5/1940.. 16 ACS, brzojav pokrajinskog poglavara Teste s nadnevkom 15/5/1940.. 17 ACS - Ministarstvo unutarnjih poslova, Glavno ravnateljstvo javne sigurnosti (dalje: DGPS). Odjel za opće i povjerljive poslove (dalje: AAGGRR), Drugi svjetski rat, k. 60, fasc. 26, Povjerljivo izvješće iz Kraljevskog odjelnog ureda javne sigurnosti Ministarstvu unutarnjih poslova, Glavnom uredu javne sigurnosti, Rim, ur. Br. 193/1 od 5/4/1941.. 18 Isto. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 101 Bio je to kratkotrajan rat, a laka talijansko-njemačka pobjeda pogodovala je da Riječka provincija, tzv. Kvarnerska provincija, koja je već poprilično izopačila stari “Corpus Separatum” Ugarskog kraljevstva proširenjem iz 1925. i s nasilno posuđenim općinama od hrvatske i slovenske Istre, kako bi bila uvjerljiva kao provincija, sada je proširila preko svake mjere, dobivši «anektirana područja Rijeke i Kupe», svoje administrativne nadležnosti. Konačni rezultat bio je da su Talijani, iako su prema popisima pučanstva iz 20. st. imali solidnu većinu u središtu i u njegovim predgrađima, u novoj provinciji Carstva postali zanemarujuća manjina osuđena naći će se između dviju vatra južnoslavenskog otpora, one hrvatske s jedne strane i slovenske s druge, koji je prije no što je bila inspirirana komunističkom Internacionalom, crpila je jake povijesne motivacije od učvršćene tradicije svojih nacionalističkih pokreta. U listopadu iste godine riječka policijska uprava javljala je Ministarstvu unutarnjih poslova da: «s okončanjem Jugoslavije i pripajanjem kotareva Krk, Sušak i Kastav Kvarnerskoj provinciji, dok se većina tamošnjeg stanovništva postupno prilagođavala novonastalom stanju (…) neki nesmotrenici, opijeni protutalijanskom mržnjom i komunističkim idejama, započeli su ilegalnu promičbu protiv fašizma i okupacijskih jedinica. Najprije su se pojavili sporadični zidni natpisi, koji su klicali Staljinu i boljševizmu, ali doskora nakon tih čarkanja, uslijedili su brojni plakati i letci, koje su potpisivali komunisti ili druge srodne stranke, intonirani protiv fašističkih država». Djelovalo je proturječnim, dalje u tekstu navedenog izvješća, ono iznuđeno «prilagođivanje» s tvrdnjom da «…duh pasivnog neprijateljstva koji prevladava među stanovnicima Kastavštine nije omogućio do sada otkrivanje počinitelja raspačavanja...». Bilo je valjanih razloga za sumnjičenje, prema onome što navodi isto izvješće, da iz Kastva «…subverzivci iz anektiranih krajeva pokušavaju proširiti svoj prodor na prostor matičnog teritorija Kvarnerske provincije, uz suučesništvo nekih slavenskih pristalica...» Međutim, čini se da u središtu nije djelovao takav «duh pasivnog neprijateljstva», kojeg se moglo susretati na Kastavštini, budući da su odgovorni za «komunističku promičbu» i za «…prikupljanje novaca i rabljene odjeće u korist komunista, koji su djelovali u terorističkim pothvatima u anektiranim krajevima i na hrvatskom demilitariziranom teritoriju…», izvjesni Antonio Prodan, od Silvestra, Giuseppe Radovan, pokojnog Giovannija, Mario Barišić, pokojnog Giuseppea, Guerino Bratoš, pokojnog Enrica, i Mario Pauletti, od Pietra, otkriveni su i «određeni za konfinaciju»19. Riječka policijska uprava nije još znala da je stavila ruke na, ako su pouzdana posthumna sjećanja «protagonista», prvi gradski odbor Komunističke partije Hrvatske, čiji je prvi tajnik navodno bio upravo Barišić.20 Dojave mjesne 19 Isto, pismo glavnog inspektora Peruzzija Ministarstvu unutarnjih poslova, Milano, 12/12/1941.. 20 L. MARTINI, Memorie e documenti…, n. dj., str. 47-48. 102 Amleto Ballarini policijske uprave, riječke fašističke milicije i talijanskog konzulata na Sušaku ograničavali su se, u stvari, samo na ukazivanje da je «…godine 1935. usprkos njegovim mladim godinama, jugoslavenski fanatik, gorljivi iredentist i u stanju vršiti nama protivnih djelatnosti...»21. U novim okruzima se brzo prešlo od letaka na oružje, a stari se hrvatski iredentizam pomiješao sa staljinističkim komunizmom, objavivši fašizmu rat do istrebljenja. Na području Knežaka, Podgrada, Prema i u drugim mjestima oko Sniježnika javljena je prisutnost partizanskih grupa, koje neki izvori opisuju kao «komunističke promičbene djelatnike» a drugi kao «četnike» i to od prosinca 1941. do veljače 1942.. Isti su izvori priznavali, možda po prvi put, da duž željezničke pruge od Sv. Petra na Krasu do Prema su se dogodila dva atentata bez prolijevanja krvi, i to 28. listopada i 12. studenog 1941.. Dana 16. prosinca iste godine protuzrakoplovno izvidničko mjesto fašističke milicije bilo je metom nekolicine hitaca iz vatrenog oružja22. Na suprotnoj strani, tek preko Rječine, od Sušaka na moru do Grobnika u gorskom zaleđu, činilo se da prva ustaljena grupa oružanog otpora otkrivena je u rujnu 1941., uhićenjem izvjesnog Ernesta Stipanovića, u njegovom stanu u Kostreni blizu Sušaka. Od njega nije bilo teško doći do drugih sudionika, koji su djelovali u šumskim krajevima oko Grobnika, Pasca i Čavla, koji su međutim izbjegli uhićenje23. Dana 2/12/1941. Kraljevski policijski komesarijat u Sušaku, pod zapovjedništvom glavnog komesara Pilerija, koji je bio podređen riječkoj policijskoj upravi, prijavljivao je čak 80 osoba, od kojih 44 uhićenih i 36 u bijegu, iz novih kotareva, gotovo svih definiranih kao «bivših Jugoslavena», zbog «…organiziranja komunističkih udruga, subverzivne promičbe, oružanog ustanka protiv državnih vlasti, osnivanje i sudjelovanje u oružanim bandama, pokušaja uništavanja pruga i vlakova, osobnog pomaganja…»24. Sa svojim novim upravnim kotarevima – (tzv. «anektirana područja Rijeke i Kupe») Sušak, Bakar, Kastav, Delnice, Čabar, Krk i Rab – bilježi i prve smrtne presude (tri inojezične osobe iz okolice Rijeke) fašističkog specijalnog suda od dana 25/6/1942.. Prve smrtne presude vojnih sudova, kao posljedica aktivnosti partizanskog komunističkog pokreta, izvršene su u ožujku iste godine (dva partizana Hrvata iz Krasice dana 6. i jedanaest građana Sušaka dana 26.). Također, i prema memoarima onih, Talijana i Slavena, koji će kasnije biti definirani kao preživjeli «protagonisti» Narodno-oslobodilačke borbe, čini se da od 1939. do 8. rujna 1943., na području kojim se zanimamo, žrtve s talijanskim državljanstvom uslijed partizanskog djelovanja bile su samo dvije (jedna od kojih 21 ACS, Ministarstvo unutarnjih poslova. Glavno ravnateljstvo Javne sigurnosti (dalje DGPS), AAGGRR, 1942., k. 60. 22 Isto, Riječki pokrajinski poglavar Ministarstvu unutarnjih poslova, 3/2/1942.. 23 Isto, Izvješće riječke pokrajinske uprave Ministarstvu unutarnjih poslova, br. 017581, od 27/9/1942.. 24 Isto, Prijava sušačkog komesarijata Kraljevskom tužitelju na dan 2/12/1941.. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 103 nije pronašla potvrde u arhivskim dokumentima)25, te niti jedna žrtva talijanske narodnosti nije utvrđena tijekom represivnih akcija, koju su provodile fašistička policija ili oružane snage Italije. Oružane snage Italije imale su samo u Hrvatskoj, od 19. travnja 1941. do 8. rujna 1943., 2.962 poginula, 2.560 nestalih i 4.950 ranjenih26. Ispada značajan broj žrtava s jugoslavenskim državljanstvom zbog talijanskih represalija tijekom istog razdoblja u gore navedenom području, ali samo ako uključimo u njega anektirane teritorije Kvarnerskoj provinciji 1941. godine, jer ako se o njima ne bi vodilo računa, iz istih razloga ne bi proizlazile ni brojne žrtve s jugoslavenskim državljanstvom. Izuzimajući iz procjene jugoslavenske žrtve one zabilježene u koncentracijskom logoru Rab (za koji nemamo pouzdane podatke o njihovom državljanstvu i o uzrocima smrti) držimo da možemo tvrditi da fašistička reakcija, posredstvom presuda specijalnih sudova ili vojnim represalijama ili policijskim akcijama u anektiranim kotarevima nakon travnja 1941., nije prouzročila više od oko 170 jugoslavenskih žrtava. Njima treba pridodati i broj, koje nismo ga u stanju pobliže odrediti, ali kojega će hrvatska strana moći bolje utvrditi, kojeg smatramo manjim od stotinu partizanskih boraca poginulih u oružanim sukobima s okupacijskim snagama, naravno samo u novoanektiranim kotarevima. Stječe se dojam da je u samom gradu Rijeci i u njezinim predgrađima, kao na Kosovu i u Makedoniji, cvjetao nakon 8. rujna 1943. tzv. otpor «u posljednji tren»27. Suprotno tome, stara Kvarnerska provincija je dala, kako smo gore vidjeli, tzv. «fašističkom ratu» od 10/6/1940. do 8/9/1943. 502 poginula na raznim bojišnicama28. Dana 24. travnja 1942. kao reakcija na intenziviranje partizanskih djelovanja iz gorske unutrašnjosti, talijanska kopnena vojska je ovlaštena, s naredbom riječkog 25 L. MARTINI, Memorie e documenti…, n. dj., str. 141: Samo se Oskar Piškulić sjeća da je smrtno ranio u veljači 1942. na Sušaku talijanskog starješinu po imenu Giovanelli, koji ga je kao zapovjednik naoružane ophodnje skoro uhitio. Na popisu poginulih Ministarstva obrane nema nikakvog Giovanellija, Usporedi i ACS, Ministarstvo unutarnjih poslova, DGPS, Šef policije, 1940.-43. (Senise-Chiarini), K. 12, fasc. 126.31 iz. Izvješća riječkog pokrajinskog poglavara Ministarstvu unutarnjih poslova, 7/9/1941., tijekom akcije uhićenja komunista, koji su djelovali na području Grobnika, Pasca i Čavla, izvjesni Mario Smokvina iz Čavla, radnik, komunist, od 22 godine, navodno je smrtno ranio hitcem iz pištolja, djelatnika Javne sigurnosti riječke questure Giuseppea Marcolina, koji je bio pred izvršenjem uhićenja. 26 B.P. BOSCHESI, Le armi, i protagonisti, le battaglie, gli eroismi segreti della guerra di Mussolini 1940-43, (Oružje protagonisti, bitke, tajna junaštva Mussolinijevog rata 1940.-43., Milano, Mondadori, 1984, str. 229. Iz Ufficio Storico dello Stato Maggiore - Ured za Povijest Vrhovnog Stožera Kopnene Vojske, Le operazioni delle unità italiane in Jugoslavia, 1941-1943, Roma, 1978., (Operacije talijanskih jedinica u Jugoslaviji, 1941.-1943.). 27 J. KRULIć, Storia della Jugoslavia (Povijest Jugoslavije), Milano, Bompiani, 1999, str. 22: «Partizani su uspjeli zauzeti oslobođeni teritorij na području Užica (listopad-prosinac 1941.) u Srbiji, zatim se Tito sa svojim Vrhovnim stožerom morao povući u Bosnu od 1941. do 1944., dok su neke grupe uspjele ostati vrlo aktivne u Crnoj Gori i u Sloveniji 1941. i 1942. Srbija je ostala njima zabranjena u stvari do ožujka 1944., dok su krajevi poput Kosova i Makedonije ostali mirni (Makedonija je imala samo 11% poginulih tijekom rata) ili su bili aktivni kolaboracionisti (kosovski Albanci odgovorni za neke masakre Srba) i u njima je cvjetao otpor u posljednji tren». 28 AOMD, Popis palih…, n. dj.. 104 Amleto Ballarini pokrajinskog poglavara Temistocla Teste, izvršavati represalije nad taocima i nad civilnim stanovništvom, te na dan 26. lipnja pristigla je vijest o strijeljanju 13 talaca. Fašistička reakcija bila je napose surova na Kastavštini, koja se od samih početaka pokazala kao prava utvrda pokreta otpora. Dana 30 svibnja 1942. 14 je osoba strijeljano u Jelenju. Dana 6. rujna streljano je 12 talaca uzetih u Kastvu, Marčeljima, Srokima, Mavrima, Rubešima, Sv. Mateju i Spinčićima. Dana 12. srpnja u Podhumu ubijeno ih je 120 prema hrvatskim izvorima, a 92 prema onim talijanskim29. Dana 6/11/1942., nakon istrage na području Kastva, uzrokovano raspačavanjem ilegalnog tiska, uhićeni su izvjesni Giovanni Krstulia, pokojnog Antonija, i Sebastiano Iugo, od Giuseppea, definirani «bivšim Jugoslavenima, partizanima». Ubijeni su od strane pratnje iz javne sigurnosti u blizini Sušaka u pokušaju bijega30. Neko nedatirano izvješće, ali svakako sastavljeno od druge polovice 1942. do prve polovice 1943., otkriva nam kako raspoložive snage riječke pokrajinske uprave zbog protupartizanskog rata nisu bile dovoljne za djelovanja represalijama zbog djelovanja na širokoj skali, koja je Kastavština svakako zahtijevala. Trebalo je posegnuti za jedinicama, naročito odlučnim, koje su dolazile iz drugih talijanskih krajeva, kao što je slučaj s Drugom bojnom emilijanskih squadrista31. U sabirnom logoru na Rabu, u mjestu Kamporu, poslijeratni jugoslavenski izvori32 iznose da je navodno stradalo mnogo osoba (1.276 prema talijanskim izvorima, ili 4.641 prema slavenskim procjenama). Glede tih posljednjih podataka, ne navode se stvarni uzroci smrti, niti državljanstvo pokojnika, a niti dokumenti iz kojih su brojevi preuzeti. Logor na Rabu33 je navodno prihvatio 20.000 osoba, od R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 175-176. ACS, Ministarstvo unutarnjih poslova, DGPS, AAGGRR,1940., k. 60 «Komunistički pokret u Rijeci», Brzojav pokrajinskog poglavara Teste Ministarstvu unutarnjih poslova, 9/11/1942.. 31 VAB, k. 903, br. reg. 17/6, Povjerljiva dojava riječkom šefu policije, nedatirana, ali pretpostavlja se da je sastavljena od drugog polugodišta 1942. do prvog polugodišta 1943., koju su potpisali podkomesar Eugenio Colonna i zapovjednik fašističke milicije Ercole Santucci: «…jutros je 2. bojna emilianskih squadrista uz pomoć Ureda javne sigurnosti u Matuljima i postaje kraljevskih karabinjera u Kastvu, pošto su zaokružili kastavske zaselke Jurjenići, Spinčići, Tometići, Bani i Srdoči, gdje su stanovala 32 mladića, koji su se nedavno pridružila partizanskim bandama, pristupili su uhićivanju ukućana gore navedenih, kao i stanovnika iz njima susjednih kuća … Nakon što se Ured za konfiscirana dobra, potpomognut G.A.F.-om iz Kastva, pobrinuo za konfiskaciju pokretnih dobara uhićenika, 2. bojna emilijanskih squadrista pristupio je akciji represalije prema kućama onih, koji su prešli u partizane … Veći dio pučanstva Kastavštine, koji je nazočio samoj operaciji izrazio je želju za vlastitim interniranjem u Kraljevini, radi izbjegavanja daljnjeg nasilja od strane partizana. Broj interniranih iznosi 500». 32 R. BUTOROVIć, Sušak..., n. dj., str. 175-176. 33 G. BAMBARA, La guerra di liberazione nazionale in Jugoslavia (Narodnooslobodilački rat u Jugoslaviji), Milano, Mursia, 1988, str. 51: «Prije njihova sabiranja na otoku Rabu, Židovi su bili smješteni u raznim drugim mjestima u kojima su bile jedinice 2. armije … Prema židovskom izvoru, broj izbjeglica se navodno popeo na 3.500 od ožujka do rujna (opaska autora: 1942.). Od ožujka do 20. srpnja sve su te osobe navodno sabrane … na otok Rab, koji je anektiran Italiji. O životnim uvjetima u sabirnim logorima treba istaknuti da su bili zadovoljavajući, zapravo dobri, bilo na Rabu, bilo u drugim prethodnim logorima … Sveukupan broj ljudi u logoru na Rabu, tzv. «Sabirnom logoru za civilne ratne internirce iznosio je otprilike 20.000 osoba». 29 30 Profilo storico - Povijesni pregled događaja 105 kojih otprilike 3.500 Židova (2.200 prema talijanskim izvorima) ili (3.000 prema židovskim izvorima), a od tih je preživjelo, usprkos njemačkoj okupaciji nakon 8. rujna 1943.34 (datuma kada je grupa slovenskih logoraša zauzela logor i ubila časnika karabinjera, koji je njime zapovijedao, te primivši u svoje redove dobar dio tamošnje talijanske vojne posade)35. «Izvješće o političkom i gospodarskom stanju u provinciji za dvomjesečje svibanj-lipanj 1943»36 upućeno 24/6/1943. šefu policije, možda predstavlja zadnje takvo izvješće dostupno prije no što su pad fašizma 25. srpnja i pad Oružanih snaga Italije 8/9/1943. označili stvarni kraj provincije, iako ne nužno i njezin pravni nestanak, i to ne samo one uspostavljene nakon okupacije Jugoslavije 1941., nego i one stvorene 1924.. Vrijedi pročitati to izvješće, jer se čini da ono uopće ne prikriva, prema običajima u hijerarhijskom ustroju režima, dramatičnu stvarnost situacije: «a) Poljodjelstvo – Poljoprivredna proizvodnja provincije, zbog posebne prirode zemljišta – djelomično kamenitog, nije dovoljna za potrebe pučanstva, zbog čega je potrebno dopremiti ovamo s drugih tržišta veći dio proizvoda određenih za prehranu… U anektiranim zemljama, zbog nedostatka muškaraca, uslijed interniranja, nedovoljne sigurnosti radnika i prisutnosti vojnih jedinica, proizvodnja će biti vrlo ograničena i niža od uobičajenog, zbog čega će trebati opskrbiti pučanstvo, napose u vanjskim središtima, namirnicama dopremljenim kamionima s prikladnom pratnjom. b) Stočarstvo – Usprkos trajnom nedostatku stočne hrane, stočni fond je pretrpio još jedno poboljšanje (…) sve više se stavlja težište na uzgoju svinja (…), a posebno se to odnosi za neke krajeve na otoku Krku (…), u Drazi djeluje, usprkos nedostatku hrane, svinjogojska farma (…) s 1.200 svinja – pored toga u Sušačkoj dolini (Valle di Sussa, op. prev.) je uzgajalište Armijska intendantura sa 110 svinja. c) Industrija – Izuzev industrije koja postoji u središtu, u ostatku provincije ne postoji spomena vrijedne industrije, osim one drvne i ribolovne. Riječka industrijska postrojenja rade za rat, ubrzanim ritmom, s punim brojem radnika, dobrim djelom porijeklom iz anektiranih zemalja (…) Mnogo poduzeća se bave izgradnjom vojnih objekata na periferiji Sušaka, radi pripreme utvrđenog pojasa za 34 Isto, dokument br. 30, str. 310 (kako je spašeno tri tisuće Židova od pokolja), Talijani i Židovi u Jugoslaviji, od Veraxa (Roberta Duccija), odobren tisak od Archives du Centre de documentation Juive contemporaine iz Pariza. 35 AMSF, Fond Istraživanja žrtve A4, Izvješće bojnika 73. pješačke pukovnije Michelea De Gaetana o događajima od 8. rujna do 7. studenog 1943. na kvarnerskim otocima, od 2/2/1944.: «Rab 13.-30. rujna 1943. U blizini smještaja u Bristolu, zajedno s drugim časnicima, među kojima i pukovnik karabinjera (prema hrv. časn. nomenklaturi; prema NOV nomenklaturi radi se o potpukovniku /op. prev./) Enzo Cuyuli, zapovjednik vojne posade na Rabu, kojega su barbarski ubili slovenski partizani, bivši internirci sabirnog logora na ovome otoku, uobičajeno svi smo stavljeni pod nadzor naoružanih stražara postavljenih pred našim sobama. Tijekom boravka u Rabu u više sam navrata odbio priključiti se partizanskom pokretu. U više sam navrata pozvan na povratak u Rijeku preko Crikvenice, odbio sam otputovati jer sam znao da je u Crikvenici neki talijanski viši časnik novači sve časnike u prolazu, radi uključivanja u brigadu Garibaldi. Potvrđujem da je partizanski pokret u Rabu imao duboke korijene i među samim talijanskim vojnicima na službi u logoru, i to do mjere da mi je potvrđeno kako su tajne zapovjedi prije dolazile partizanskom zapovjedništvu, a tek potom talijanskim zapovjedništvima». 36 ACS, Ministarstvo Unutarnjih poslova, DGPS, Tajništvo Šef policije, 1940.-1943., k. 11 i 12, nav. u bilj. 42. 106 Amleto Ballarini obranu središta (…) S pojačanim intenzitetom se nastavlja priprema skloništa u hridima, što zapošljava značajan broj građevinskih radnika (…) U anektiranim zemljama drvnoj industriji je sve teži rad zbog sve gorih sigurnosnih uvjeta, te kao posljedica nemogućnosti sječe šume bez odgovarajuće pratnje (…) d) Trgovina – Opće stanje trgovine uslijed ratnih prilika i najnovijih vojnih događaja, još su više naštetili već smanjenom poslovanju. Zbog posebnog stanja grada, s anektiranom slobodnom zonom u prošlosti je postojao, čak i u ratnom razdoblju, nagli uspon poslovanja s obližnjom Hrvatskom, s Dalmacijom i s Mađarskom, a ti poslovi su privukli u Rijeku značajan broj poslovnih ljudi, često beskrupuloznih, ali sada s nedostatkom sirovina, ta je pojava svedena na vrlo skromne razmjere (…) e) Nezaposlenost – (…) uopće ne zabrinjava. Izuzev tu naznačenih slučajeva, koji su uzrokovani izostankom specijalizacije kod radne snage provincije, koja se radije bavila laganijim poslovima i malim prekograničnim prometom (…) nema više od 445 nezaposlenih (…) f) Troškovi života – Blokada cijena i nadzor živežnih namirnica – Prisutnost u Rijeci (Sušaku) jedne armije i mogućnost koju su do sada imali časnici i obični vojnici, da za njima dođu u Rijeku i njihove obitelji, izazvali su veću potražnju živežnih namirnica i odjeće, a također i soba, stanova i različitih usluga, što je imalo za posljedicu poskupljenje živeži i usluga zbog ograničenih mogućnosti. Od mog samog dolaska u Rijeku rigorozno sam potaknuo suzbijanje crne burze (…) 1) privatnika prijavljenih zbog prekupa robe i drugih prekršaja br. 205; 2) trgovaca prijavljenih zbog prekupa robe, krivotvorenja cijena i drugih prekršaja br. 37; 3) trgovci na teret kojih su poduzete administrativne mjere br. 13; 4) trgovci na čiji teret su poduzete policijske mjere (…) nitko. g) Aktivnost svećenstva i katolićkih organizacija – (…) Usprkos tome, poznato je iskonsko neprijateljstvo svećenstva prema režimu i također prema Italiji. Usprkos vještini s kojom prikrivaju to svoje duševno stanje, s vremena na vrijeme isplivaju na površinu događaji koji daju jasno naslutiti njihove prave osjećaje (…) Međutim, riječki biskup, barem ako je suditi po vanjskim postupcima, pokazuje se izrazito prijaznim prema državnim režimskim vlastima, izjavljujući da je spreman za najotvoreniju suradnju (…) u svojim propovijedima ili govorima održanim u ovom vremenskom razdoblju imao je domoljubnih riječi, kličući u korist pobjede talijanskog oružja (…) Nastavlja s uporabom hrvatskog jezika u poučavanju i u vjerskim obredima, ali ne samo u zemljama koje su nedavno anektirane, gdje je to i razumljivo, zbog slabe zastupljenosti talijanskog jezika, nego i na teritoriju stare provincije, gdje se ne upotrebljava službeni jezik Crkve u vjerskim obredima. Biskupi govore da je to nužno zbog posebnog mentaliteta vjernika. Krčki biskup, koji je u prošlosti bio otvoreni i deklarirani slavofil, neprijateljski raspoložen prema nama, nije imao ispada, te zadržava rezerviran stav, iako se ne bi trebalo previše računati s promjenom njegovih osjećaja. h) Aktivnost protestanata i drugih vijerskih sekti – Nema posebnih aktivnosti za dojavljivanje (…) i) Aktivnosti židova i reperkusije rasnih mjera – Židovski problem u ovom kraju je od posebne važnosti zbog značajnog broja pripadnika te rase, koji pošto su se obogatili trgovinom i industrijom – koje su nekada jako cvjetale – te uslijed izuzetnog zemljopisnog položaja ovog grada, uspostavili su rodbinske i poslovne odnose s Arijevcima, tako da diskriminirani Židovi i njihovi bračni drugovi, neki od kojih su i na zapovjednim mjestima, obuhvaćaju znatan dio pučanstva. Nakon interniranja mnogih Židova, oni preostali se ne mogu i ne smiju smatrati naklonjenima režimu, zbog čega, iako je njihov stav miran i discipliniran, predstavljaju predmet stalnog inteligentnog nadzora (…) l) Suzbijanje nedopustenog prometa deviza i skupocjenosti – U dvomjesečnom razdoblju nije bilo operacija od posebnog značenja… m) Subverzivna i protunacionala aktivnost – Dogodilo se osjetno povećanje subverzivne djelatnosti, napose u krajevima koji su nedavno anektirani. Takva djelatnost mora biti sagledana na slijedeći način: 1) Aktivnost komunista i ustanika – Profilo storico - Povijesni pregled događaja 107 Komunisti su iskoristili stanje, koje je nastalo uslijed vojnih operacija na afričkom i otočnom bojištu, za pokretanje žestoke promičbe i raspačavanja komunističke štampe koje ispuštaju iz zahoda željezničkih vagona na dijelu pruge od riječkog željezničkog kolodvora do Sušaka, ili bacaju u vojarne, ili šaljući ih preko svojih pristalica. Prigodom 1. svibnja na Sušaku je bilo puno raspačavanja te štampe. Odmah pokrenuta istraga dovela je do uhićenja odgovornih, i do otkrivanja mnogobrojnih ćelija (…) Zatim je bilo još nekih sličnih sporadičnih manifestacija. Iako je u ovim krajevima zemljišni posjed vrlo usitnjen, komunističke teorije su ipak propale u duši stanovništva, jer su se one oslonile na rasni element, koristeći događaje i greške koje valja pripisati izuzetnom ratnom stanju. Bilo je tako epizoda prelaska građanskih elemenata u partizanske redove, mladih studentica koje su napustile obitelj radi priključivanja elementima koji žive u šumama, a tamo su nagnate (sic), pored osobne čudi odane takvom nomadskom i pustolovnom životu, i uvjerenje da izvršavaju časnu domoljubnu dužnost. Napose u mjesecu lipnju u anektiranim krajevima su se dogodila učestala odvođenja muškaraca tijekom noći iz skupina kuća koje nisu bile branjene od vojnih posada ili danju na cestama koje nisu nadzirale naoružane jedinice, uz zapljenu ljudi, materijala i stoke. Nadalje, pojavljivanje skupine od 500 pobunjenika u Bosljivoj Loki, gdje su otvorili vatru ometanja na postaju Kraljevskih karabinjera, daje naslutiti pojačavanje partizanske aktivnosti, kojima se treba žestoko suprotstaviti djelovanjem vojne policije na širokom području. Skvadristička bojna “Emiliano” i bojne pogranične fašističke milicije “M” provele su izvrsnu akciju čišćenja, prouzrokujući pobunjenicima veliki broj gubitaka, a da ih same nisu pretrpjele. Navedene postrojbe sada su upućene u druge krajeve, izuzev izvjesnog broja pogranične fašističke milicije. Zato je potrebno da vojne snage napuste pasivan stav, kojega su do sada zadržale, zbog čega je nekoliko stotina partizana moglo držati u šahu jednu čitavu armiju, te je potrebno da se prihvati širokih akcija čišćenja. Kako bi se spriječilo da pobunjeničke skupine, protjerane preko granice akcijom provođenom u drugim provincijama i od strane njemačkih jedinica, budu nagnane na gravitiranje prema ovoj zoni zbog manjeg otpora na kojeg tu nailaze, stvarajući tako teške i zabrinjavajuće situacije. Kako je već navedeno, drugi element kojega su komunisti iskoristili jest onaj zvjerstava i grešaka, koje su navodno počinile talijanske vlasti. Da bi djelotvorno odgovorio na takvu promičbu, ekselencija pokrajinski poglavar, u čemu sam ga ja u potpunosti slijedio, odlučio je primijeniti apsolutne stroge pravde, ispravljajući možebitne greške čineći pravedne popustljivosti, ali isto tako neumoljivo pogađajući, bez potrebe za nepotrebnim bučenjem, sve one koji obavljaju aktivnosti suprotne talijanskim interesima. Takav sustav, iskorijenio je jedan izvor promičbe, dao je istovremeno i pučanstvu, napose onome novopriključenom, stanje mira i povjerenja prema fašističkim vlastima, navodeći njegove osjećaje na udaljavanje od pobunjenika. Neprijatelj je u potpunosti primio udarac, te je u svojim lecima pokušao ispraviti stvar, upozoravajući pučanstvo na prividnost izraza dobrote pokrajinskog poglavara i upozoravajući ga da bi mogao doskora pokazati svoje pravo lice. 2) Djelovanje projugoslavenskih i prohrvatskih skupina – Usporedo s komunističkim djelovanjem odvija se aktivnost drugih jugoslavenskih iredentističkih skupina, na čijem je čelu mnogo intelektualaca i građana, i prohrvata. Prvi pokušavaju neposredno ili posredno pomoći djelatnost partizana, i to slanjem sredstava s nadom da će moći njima vladati ili da će ih privući u svoju sferu, drugi, potajno potpomognuti od hrvatskih vlasti, nastoje ovladati ovim područjem prilikom eventualnog budućeg teritorijalnog sređivanja nove Hrvatske. Te grupe djeluju u sjeni, sastancima u kući istaknutim osobe (Krk, Sušak, Bakar) ili spremajući se za nošenje s eventualnim povoljnim situacijama, ali do sada nisu dale vanjske manifestacije djelovanja. 3) Tim djelovanjima treba pridodati podmuklu promičbu nezadovoljnika, promašenih, svih onih koji se osjećaju pogođenima u 108 Amleto Ballarini svojim interesima, koji kritiziraju držanje vojnih vlasti, koje su poburžujile od dvije godine neaktivnog života u ovom kraju, rasipava se gorivo pretjeranom uporabom motornih vozila za časnike i kamiona za beznačajne potrebe. Usprkos svemu postoji razloga za tvrdnju da, kako smo već rekli, ako bi se vojne vlasti odlučile na energično djelovanje protiv partizana – ne ograničavajući se na primanje udaraca i na zatvaranje malih posada u skromna utvrđenja tijekom noći i dana, do mjere da djeluju kao pod opsadom, prepuštajući tako sudbini čitava mjesta – kao posljedica došlo bi do smanjenja subverzivnog djelovanja, protiv kojega bi bili upotrijebljeni na način, kako su i do sada bila upotrijebljena, uobičajena policijska sredstva. n) Javni duh glede sadasnjeg stanja – Ponavljati da je javni duh ovog pučanstva deprimiran zbog razvoja ratnih operacija nesklonog našem oružju predstavljalo bi ponavljanje općenite priče, koja nije primjerena ovom kraju. Izuzev nekoliko tisuća pravih Talijana, koji muževno osjećaju bol trenutka, a preostali i još gore pučanstvo s novopriključenih područja, drže se ravnodušno. Radničke mase, koje sačinjava više tisuća bivših Jugoslavena, nastavljaju s redovitim radom i nije bilo, ni u pomoćnim, ni u drugim pogonima, izraza sabotaže ili uzdržavanja od posla ili smanjene proizvodnje (…) Neprijateljski prepadi i razaranja talijanskih gradova, uzbune koje su bile u svibnju i lipnju zbog prepada aviona na područje Zadra, na mjesta Julijske krajine i na samo područje provincije, kao i glasine da je radio London najavio skoro bombardiranje Rijeke, donekle su uzbunili javnost i natjerale na udaljavanje kojeg dobrostojećeg građanina zajedno sa namještajem. Međutim, kasnije kad je izostao napad u naznačeno vrijeme, skori završetak sigurnih skloništa u kamenu, čiju izgradnju su vlasti naredile (…) poprilično su umirili mase (…). Objavljivanje novih povećanja plaća za državne službenike dobro je prihvaćeno (…). Isto tako dobro su prihvaćene nove mjere u korist različitih kategorija umirovljenika, dopuštenje bračnih zajmova, olakšice obiteljima poginulih, kao i povećanje mirovina pomorcima i za obitelji ukrcanih pomoraca. Zajam s 5% (…) nije naišao na puno potpisnika (…) beznačajan pristanak iz anektiranih krajeva (…). o) Aktivnost Inorodaca povratak nekih interniraca – Mjere blagosti koje su primijenjene stvorile su vedriju atmosferu i većeg povjerenja prema talijanskim vlastima, jer se stvorilo uvjerenje da će biti pogođeni samo oni koji sa svojim djelima ometaju redovito odvijanje života i djelatnosti upregnutih u ratni napor. Inorodci se drže, izuzev malih scena zanemarive važnosti, disciplinirano te rade intenzivno i redovito čak i u pogonima za ratnu proizvodnju, kamo su prihvaćeni zbog nedostatka talijanskih radnika…». Smatramo da prosudbe koje je izrazio riječki zapovjednik policijske uprave, bilo u pogledu držanja inorodaca zaposlenih u industriji pokrajinskog središta, bilo u pogledu stvarnog mira radničkih masa koje su bile ravnodušne prema komunističkim djelovanjima dok se partizanska gerila razvijala u Istri, na Kastavštini, na Sušaku i u Gorskom kotaru, odgovaraju gore navedenim našim razmatranjima prilikom raščlambe talijanskih i jugoslavenskih žrtava od 1940. do 1943. Valja zapaziti oštru kritiku u odnosu na vojne vlasti koja djeluje kao da pretkazuje što će se dogoditi nakon 8. rujna, i koja će do naših dana poticati hrvatske povjesničare na nemilosrdne prosudbe poput ove, koju je Nikola Crnković napisao 1995.: «Jedino što se može reći u korist nositelja talijanskog imperijalizma, njegove vojske, jest činjenica da je bila tako malo uvjerena u pravičnost i moralnu valjanost svoga djelovanja, da je tako malo vjerovala u mogućnost stvaranja novog rimskog carstva. Ta je vojska bila tako sigurna u neznatnost vlastite snage te je bila posve nesposobna izvršiti namijenjeno Profilo storico - Povijesni pregled događaja 109 joj poslanje. Zato je otišla s hrvatskih prostora s gubitcima kao da je na golemu bojištu potučena u velikom boju, otišla osramoćena, ne pokazavši ni dostojanstva, ni muževnosti»37. Od 8. rujna 1943. do 3. svibnja 1945. Sumarni sud o talijanskoj vojsci, okrivljuje ju za vjerolomstvo i kako proizlazi iz gore navedenog Crnkovića, i za nedostatak «muževnosti» pojavljuje se kao konstanta u jugoslavenskoj historiografiji38 o Drugom svjetskom ratu, koja je učestalo propuštala raščlanjivati objektivne okolnosti u kojima su se našla sva zapovjedništva talijanskih postrojbi (po Titu oko 300.000 ljudi39) na Balkanu nakon 8. rujna 1943., kada su, izostanak obrane Rima i žurno preseljenje kraljevske obitelji i postfašističke vlade na područje okupirano od Saveznika na jugu poluotoka, predodredili njihovo privremeno potpuno lišavanje svake ovlasti. To se zbilo upravo u trenutku kada je nenadana promjena političkog i vojnog saveza postavljala pred savjest svakog pojedinca neodgodivi izbor tabora među dvjema suprotstavljenim stranama, koje su u svakom slučaju stavile na kocku, u sveobuhvatnom i nemilosrdnom ratu, budućnost svijeta. Ne može iznenaditi da su na razini mase, bila ona vojna ili civilna, prevladale kod talijanske strane, pri iznenadnom padu ideoloških vrijednosti «redvodećih snaga», one prirodne i instinktivne motivacije uperene ka zajamčivanju preživljavanja pojedinaca prilikom predstojeće katastrofe, bilo odbijanjem znakovlja pripadnosti jednoj od više još uvijek vojujućih strana ili često radije prihvaćajući, kada se to činilo neizbježnim, onih koje su imale većih izgleda za pobjedu. Etičko-politički izbor tabora, svjestan i iz uvjerenja, nije bio rijedak, ali kada se sve sagleda bio je ipak u manjini40. Kasnije je posvećeno vrlo malo prostora povremenim, ali vrlo hrabrim ispadima otpora, u kojima je bilo i ljudskih gubitaka, od strane zapovjedništava i vojnih postrojbi talijanskih oružanih snaga na predvidivu njemačku reakciju. Međutim, posve su prešućena ili su tek tu i tamo navedena samo kao čin tražene «podložnosti 37 N. CRNKOVIć, Savremeni pogled talijanske imperialisticke politike u hrvatskim teritorijama od 1941. do 1943., «Dometi» 12/1995. br. 7, str. 99. 38 G. BAMBARA, La guerra di liberazione…, n. dj, str. 249: «Za kraj, valja reći da stanje u Jugoslaviji nakon primirja nije tako jednostavno, kako ga opisuje jugoslavenska historiografija, koja je sklona umanjivanju djelovanja talijanskih postrojbi protiv Nijemcima, radi isticanja da su partizani razoružali neke od tih postrojbi». 39 ACS, Talijanski centralni odbor nacionalnog oslobođenja (dalje CCLN), 1944.-1946., Talijansko-slavenska antifašistička Unija u Trstu, K. IV, 67, J. Broz Tito, Koje su prepreke što se isprečuju uspostavi normalnih odnosa između Jugoslavije i Italije, 1945. (fotokopija): «...Godine 1943., u mjesecu kolovozu, u Jugoslaviji bilo je 35 okupacijskih divizija sa 650.000 ljudi, među kojima je bilo 16 talijanskih divizija s otprilike ukupno 300.000 ljudi...». 40 R. DE FELICE, Mussolini l’alleato, II, La guerra civile 1943.-1945. (Mussolini saveznik. - II. Građanski rat 1943.-1945.), Torino, Einaudi, 1997., str. 86-88. 110 Amleto Ballarini njemačkom okupatoru» izbor onih koji su smatrali da moraju reagirati na provedbu osornog bezuvjetnog razoružavanja učestalo nametanog od partizana (i u slučajevima kada se tim podrazumijevalo, kako je bilo s Rijekom, okupaciju područja od žitelja smatranog, ne bez razloga, pretežno «talijanskim» još prije 1919.). Jednako je ocijenjeno i odbijanje ponude za suradnju, koja nije uvijek izgledala vjerojatnom, budući da je bila prožeta krutom prevlašću komunističke ideologije u nelegalnim oružanim organizacijama, koje su do malo ranije bile suprotstavljene u surovoj i bespoštednoj borbi, koje još nisu bile uzdignute, niti standardnom odorom, na nivo istinske Narodno-oslobodilačke vojske, međunarodno priznate, koje su postupno dobile tek u drugoj polovici 1944.. Ponuđena suradnja na djelu pokazala se da nije bila uvijek ravnopravna, često svedena na ponižavajuću podčinjenost, i to kada, što se dogodilo u najvećem broju slučajeva, nije poslužilo kao uvod u tragičnu stvarnost dugog zarobljeništva iz kojega mnogi se nisu nikada vratili. Počevši od 8. rujna pa sve do dana 14., kada su pristigle prve njemačke okupacijske postrojbe, Rijeka je postala metom svake talijanske postrojbe na Balkanu, koja nije imala druge mogućnosti za povratak u Italiju do obalne ceste, koja spaja Dalmaciju s Kvarnerom41. Izuzev povremenih, ali znatnih pružanja otpora partizanima42 i Nijemcima43, pravilo kojeg su se držali zapovjednici bilo je polaganje oružja u zamjenu za osobnu sigurnost oduprla Njemcima (…) otpor Talijana bio je posebno žestok u Dubrovniku ». Držali zapovjednici bilo je polaganje oružja Nijemcima u zamjenu za osobnu sigurnost44, a vojska, kada ih u tome ne bi preduhitrila, bila je po tom pitanju većinom suglasna s njima. Neki su se međutim postavili pitanje nastavka borbe. Najveći dio njih, opredijelio se za stranu koja je imala veće izglede za pobjedu. Na Balkanu otprilike 10.000-12.000 Talijana prema nekima45, ili oko 8.000 prema 41 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 302: «Rijeka je nadalje, kao teritorij talijanske države i zato što je opskrbljena jakom vojnom posadom, predstavljala metu koju su sve talijanske postrojbe u povlačenju željele dostignuti». 42 V. KOVAčIć, Narod Hrvatskog primorja i Gorskog kotara razoružao je talijanskog tlačitelja zamijenivši ga borbenim brigadama, «Primorski vjesnik», kolovoz/rujan 1961., u odnosu na razoružavanje Talijana nakon 8. rujna 1943. kaže: «...Naše brigade pojačale su opsadu Senja ... Neke bojne crnokošuljaša jurišale su i izvodile su protunapade na nevjerojatan način, kao da se radi o 1941. ili o 1942. Svaki pregovor pokazao se beskorisnim...». 43 G. BAMBARA, La guerra di liberazione…, n. dj., str. 246: «...Divizija Bergamo, koja je zauzimala područje Šibenika, Splita, manjih mjesta i nekih otoka, u nekim sektorima se žestoko oduprla Njiemcima… otpor Talijana bio je posebno žestok u Dubrovniku…». 44 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 303: Govoreći o događajima u Rijeci i njezinoj okolici nakon talijanskog prekida vatre od 8. rujna 1943.: «…Bila su to vremena kada su dočasnici u vojsci, civilni komesari, činovnici i čuvari reda spašavali sebe i svoje obitelji, svoja dobra. Generali i viši časnici prepuštali su čitave posade i vojne kolone pod uvjetom propuštanja njihovih automobila, te neke kamione za prijevoz časnika i živežnih namirnica za njih …». 45 G. BAMBARA, La guerra di liberazione…, n. dj., str. 247-249. Autor ne nudi opću procjenu, već nabraja partizanske postrojbe sastavljene od Talijana i za svaku postrojbu, navodi njihov procjenjeni broj. Naš podatak predstavlja utoliko rezultat, lj. zbroj koji proizlazi od tih podataka. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 111 nekim drugima46 odlučilo se boriti s Narodno-oslobodilačkom vojskom Jugoslavije. Samo zarobljeništvo u Njemačkoj za mnoge nije bilo drugo do otvorenog odbijanja da budu sudionici predvidljivog poraza. Zanemariva manjina pristala je na suradnju s Nijemcima ili je pristupila novoj Mussolinijevoj republici. Grad Rijeka se našao usred događaja, različitih u odnosu na one koji su zahvatili druge talijanske gradove. Od 9. do 14. rujna 1943. u Rijeci je djelovao Talijanski vojni odbor (Comitato militare italiano), kojega je predvodio general Gastone Gambara koji se nosio, u potpunoj odsutnosti bilo koje druge vlasti, s dramatičnim stanjem određujući, usprkos kontroverznom političkom vrednovanju kojega kasnija historiografija bilježi u pogledu toga, prihvatljivo rješenje u svrhu održanja, barem formalnog, talijanskog suvereniteta. Uspio je priskrbiti gradu oružanu posadu spremnu za obranu, nosio se s prihvatom tisuća vojnika u bijegu, izbjegao je, dogovarajući se s Nijemcima, pretvaranje Rijeke u bojno polje. Prije no što su njemačke postrojbe stigle u Rijeku u većem broju 14. rujna poslije podne, malobrojno izaslanstvo predviđeno brigadirom Volkerom, prethodilo im je dana 10. rujna, navodno je dogovorilo s Gambarom slijedeće: «Časnici – zadržavanje osobnog naoružanja i njihovo oslobađanje; vojska – predaja oružja našim časnicima (talijanskim – opaska autora) onih vojnika koji nisu spremni stati uz Nijemce; isključiva uporaba u protuslavenske svrhe, a nikada protiv eventualnog anglo-američkog iskrcavanja, vojnika spremnih stati uz Nijemce; Rijeka – zabrana dopuštanja slavenske okupacije grada; održavanje oružane posade, pod talijanskim zapovjedništvom, sa zadaćom održavanja javnog reda»47. U stvarnosti ne postoji traga o postojanju bilo kakvog pisanog dokumenta, koji bi donosio te stavke, preuzete iz nekog djela Umberta Piccinija, koji je nazočio tim događajima. Postoji, nasuprot tome, i pisano svjedočanstvo onoga koji je bio tumač prvom susretu Gambare i Volkera, prema kojemu je bit razgovora bila znatno drugačija. Gambara, kako to potvrđuje i njegovo kasnije pristajanje uz Talijansku Socijalnu Republiku, bio je uvjereni fašist i navodno je odmah izrazio svoju ideološku dosljednost ponavljajući bez zadrške vlastitu vjeru u stvar Osovine48. 46 ACS, Presidenza Consiglio dei ministri (Predsjedništvo savjeta ministara) (dalje PCM), 1941.-1945., Kat. 15.2, fasc. 10599, podfasc. 2-1: (Talijanski vojnici u Jugoslaviji i na Balkanu), Izvješće poručnika IGS Adrijana Hosta, prethodno pripadnika 25. pješačke pukovnije Bergamo, Vojna pošta 73 (Sinj, Dalmacija) o ponašanju jugoslavenskih partizana u odnosu na talijanske časnike i vojnike, i obrnuto: «...Na temelju približne statistike, koju sam proveo, proizlazi da je na području Jugoslavije, Albanije i Grčke bilo ne manje od 40.000 Talijana, a od tih oko 8.000 se borilo u talijanskim postrojbama ili uključeni u one mjesne, a ostali su bili zarobljenici, ni manje ni više, prisiljeni na izvršavanje najtežih i najponiznijih poslova ...». 47 U. PICCINI, Una pagina strappata (Jedna istrgnuta stranica), Roma, Corso & C., 1983, str. 79-80. 48 AMSF, A4, fasc. Cipriani, rukom pisano pismo gospodina Ciprianija Društvu za riječke studije: «Pošavši iz Sarajeva, došao sam u grad 10. rujna (...) Nakon što sam poslužio kao tumač generalu Gambari, iste večeri bio sam postrojen sa svojim vojnicima na krhkoj tek uspostavljenoj liniji duž desne obale Rječine (...) Razgovor između generala Gambare i brigadira Völkera (…) Gen. Gambara izjavljuje da će se svrstati uz Njemačku, jer njegovi strogi osjećaji i njegova duboka politička uvjerenja prožeta su najodvažnijem antikomunizmom; za obranu Europe od boljševizma 112 Amleto Ballarini Između 10. i 20. rujna 1943. koncentrirale su se oko Rijeke neke postrojbe Narodno-oslobodilačke vojske49 i neke neuvrštene partizanske skupine. Unutar grada, neke skupine za otpor pod zapovjedničtvom Komunističke partije Hrvatske pokrenule su ulične inicijative, u kojima nije prisustvovala većina pučanstva, i koje su snage reda odmah suzbile. Partizanske postrojbe su, na temelju sporazuma s mjesnom stanicom karabinjera, zauzele Opatiju, te s druge strane, preuzeli su puni nadzor nad Sušakom. Mjesta brdskog luka oko Rijeke, bila su čvrsto u rukama jugoslavenskog pokreta otpora. Od 9. do 14. rujna u obranu grada postrojila se Pukovnija lake konjice iz Saluza (jedina koja nije putem u potpunosti, ili djelomično, predala oružje), nekoliko stotina ljudi iz ranije raspuštene Milicije za nacionalnu sigurnost (Milizia di Sicurezza Nazionale), i pojedine grupe Graničara (Guardie alla Frontiera), policajaca (questurini) i karabinjera. Sve u svemu manje od tisuću ljudi. Prepreka koju je XIII. partizanska divizija, koja je djelovala u okolici Sušaka50, mogla lako savladati uz pomoć drugih snaga, koje su je mogle poduprijeti iz Opatije i Kastva, te pojačana oružjem Talijana u bijegu. Kada je u noći između 19. i 20. rujna «novouspostavljena III. brigada» povela napad na sušačkoj strani, nakon dužeg oklijevanja viših zapovjedništava, doživjela je neuspjeh51. Oko tisuću Nijemaca iz LXXI. divizije, koji su dolazili iz Istre, držalo je već čvrsto u rukama gotovo čitav teritorij obalnog pojasa. Dana 29. rujna 1943. stupila je na snagu naredba «obnašanju državne vlasti u zoni operacija Jadransko primorje» i «s njom Gauleiter Friedrich Rainer preuzeo je vodstvo uprave u udinskoj, goričkoj, ljubljanskoj, tršćanskoj, pulskoj i riječkoj provinciji, te u anektiranim područjima Sušaka, Bakra, Čabra, Kastva i Krka»52. Ograničavajući se na teritorij prethodne Kvarnerske provincije osnovane 1924. i židovske demoplutokracije, te napose radi iskupljivanja časti Italije, traži da dobrovoljci, koji će pohrliti u Riječku bojnu postrojbu (to je moj trenutni naziv), u obranu Kvarnera, zbog obrane Rijeke, te pored talijanskog pučanstva i života mnogobrojnih Nijemaca, da ne budu deportirani. – Pukovnik Volker: izjavljuje da je vrlo sretan što tako poznati general ostaje uz Njemačku. Poznate su mu njegove visoke vojničke kreposti, koje su zablistale u Španjolskoj i sjevernoj Africi; nema ovlast obećavanja nekažnjavanje deportacijom riječkih dobrovoljaca. To će predložiti. Prihvaća prijedlog za talijansko-njemačku bojnu postrojbu radi traženja i spašavanja na Sušaku talijanskih i njemačkih vojnika, te članova njihovih obitelji koji su tamo sakrivni. Dati će naloge u tom pogledu». 49 G. SCOTTI, Juriš! Juriš!, All’attacco. La guerriglia partigiana ai confini orientali d’Italia, (Juriš, Juriš! U napad. Partizanska gerila na istočnim granica Italije), Milano, Mursia, 1974., str. 27,: «…Nakon razoružanja većeg dijela talijanskih postrojbi, te oslobađanja gotovo čitavog Gorskog kotara i Hrvatskog primorja, XIII. partizanska divizija se povećala za 4 nove brigade sa 6.000, i još ‘Kvarnerska flotila’ s 3 ratna i 7 transportnih brodova. Tim snagama je valjalo pridodati otprilike 10.000 boraca u Istri, koji su činili dvije brigade i jedno odijeljenje. U gradu Rijeci, nadalje, bilo je otprilike 400 ljudi uključenih u narodno-oslobodilački pokret i spremnih za borbu». 50 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 305. 51 Isto, str. 307, prema drugim autorima, do navedenog napada nije nikada ni došlo. 52 K. STUHLPFARRER, Le Zone d’operazione Prealpi e Litorale Adriatico 1943-1945 (Predalpska operativna zona i Operativna zona Jadransko primorje 1943.-1945.), Gorizia, Adamo, 1979., str. 95-96. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 113 formalni talijanski suverenitet održavanjem (pokrajinskoupravne, sudbene, financijske, upravne, vojne, obavještajne i javnosigurnosne) državne vlasti pod vodstvom Talijana, ali podčinjenih neumoljivom i nepopustljivom njemačkom nadzoru, koji je u stvari vršio svako upravno djelovanje. Talijanski suverenitet, više teorijski nego praktični, opet se zaustavljalo na staroj talijansko-jugoslavenskoj granici, koju je sačinjavao most koji je odvajao Rijeku od Sušaka, gdje su, međutim, uz njemački pristanak, zaživjela neka upravno-vojna tijela NDH, Pavelićeve države, koja nije nipošto sakrivala svoje aneksionističke težnje u odnosu na Rijeku u okviru groznih planova za Europu predvođenu, u slučaju pobjede, Trećim Reichom; između fašista i ustaša dvosmisleno držanje njemačkog okupatora pridonijelo je izbijanju znakova latentnog neprijateljstva53. Senator Riccardo Gigante, stari iredentist i danuncijevac, koji je u Rijeci u prvo vrijeme imenovan Izvanrednim komesarom vršiteljem dužnosti zapovjednika pokrajinske uprave, morao je dati ostavku i zamijenio ga je odvjetnik Alessandro Spalatin, koji je više odgovarao Hrvatima54. Pavelićeva Hrvatska je izborila od njemačkih vlasti u Italiji odlučno i sistematično zauzimanje glede izdavanja zapovjedi, usprkos protivljenju samog Mussolinija55, za 53 ACS, Glavno zapovjedništvo karabinjera 1943.-44., k. 9, «Prijavci karabinjerski postaja Glavnom zapovjedništvu» Promemorija Karabinjerske teritorijalne legije Trsta, Ureda za službu, 2/12/1943., Sušak, Most na Rječini, Incidenti između Talijana i ustaša. 54 VAB, k. 902, br. reg. 8/4, brzojav Riccarda Gigantea Ministarstvu unutarnjih poslova Talijanske Socijalne Republike, Rim, datiran 6/10/1943.: «Na zahtjev mjesne njemačke vojne vlasti jaljam da sam počevši s 21. rujna preuzeo rukovođenje ovom pokkrajinskom upravom u svojstvu Izvanrednog komesara u zamjenu pokrajinskog poglavara Pietra Chiarottija, kojega su iste njemačke vlasti udaljile od dužnosti». Isto, k. 902, br. reg. 9/4, 1, brzojav od 23. listopada 1943., kojeg je potpisao Buffarini Guidi: «Javljamo da je ovim dekretom Riccardo Gigante određen za obnašanje dužnosti u ovoj provinciji s početkom od 25. listopada 1943.». Isto, k. 902, br. reg. 9/4, 3, rukopisni koncept brzojava kojeg je Riccardo Gigante uputio Ministarstvu unutarnjih poslova u Rimu kao pretpostavljeni odgovor na brzojav Buffarinija Guidija od 23/10/1943.: «Zahvaljujem Vašoj ekselenciji na mom imenovanju za šefa Kvarnerske provincije, jamčeći da ću s neuništivom vjerom, u budućnosti domovine, posvetiti svu svoju duhovnu snagu teškoj povjerenoj mi zadaći». Isto, k. 902, br. reg. 11/4, brzojav od 30/10/1943., kojega je Riccardo Gigante uputio Ministarstvu unutarnjih poslova Talijanske Socijalne Republike, Rim: «U odnosu na moj zahtjev od 26. o. mj. javljam da je njemački vrhovni komesar zatražio moju ostavku kao izvanrednog komesara obrazloženu mojom stvarnom bolešću, radi namiještanja na vrh riječke okrajinske uprave prizivnog savljetnika Alessandra Spalatina, a kao upranog pokrajinskog dopoglavara odvjetnika Francesca Spehara sa Sušaka, koji će biti kao komesar za anektirana područja. Pristajući zu želju, podnio sam ostavku, a sljedbenikovo stupanje na dužnost predstoji. Molim da mi Vaša ekselencija zakaže prijem, glede saopćavanja». Isto, k. 902, br. reg. 11/4, brzojav Riccarda Gigantea Buffariniju, Rim, datiran 2/11/1943.: «Budući da su izostale upute, smatram da se Talijanska vlada slaže s uspostavom novog pokrajinskog poglavara, pa zato želim iskoristiti svoje pravo koje proizlazi od imenovanja na mjesto šefa provincije prepuštajući dužnost. Građanstvom vlada tjeskoba, smatra se prepušteno svojoj sudbini». 55 ACS, Ministero dell’interno (Ministarstvo unutarnjih poslova), DGPS, AAGGRR, kat. A 4 Bis, k. 11, koliko je malo značila pred njemačkim odlukama, čak i volja samog Mussolinija, može se vidjeti iz neke «Bilješke za Ducea», koju je sastavilo «Ministarstvo unutanjih poslova – Glavno ranvateljstvo javne sigurnosti», u kojoj stoji: «...Budući da je prisutnost bivših jugoslavenskih građana u Italiji opasna, kako zbog učinaka političke promičbe, tako i u svezi djelatnosti partizana, 114 Amleto Ballarini oslobađanje stotina političkih interniraca (oko 2.00056 sudeći prema popisima koje posjedujemo, ali bilo ih je mnogo više, i to samo ako uzmemo u obzir da ih je 1943. bilo oko 7.000 samo u logorima Visco i Gonars u Udinskoj provinciji)57, ne samo Hrvata, nego također Slovenaca i Crnogoraca, koji su se vraćali kući i prilično pomagali jačanju partizanske aktivnosti u svojim matičnim krajevima. Tima valja pridodati još stotine drugih, koji su zatražili internaciju da bi uživali talijansku zaštitu, bilo zato što su bili protivnici jugoslavenskog komunističkog pokreta, ili iz razloga što su surađivali s fašističkim režimom58. To su mjere koje nije lako bilo i oprezno, ako ne i neophodno, narediti njihovo interniranje. Paraf (Duceov paraf), (Opaska autora, nastavlja se na dnu stranice pisano strojem), 18/3/1944.-XXII., Apollonio (op.d. pocrtano u tekstu) – Duce je naložio interniranje Slavena, potpisao Tamburini (Opaska autora, još se nastavlja na dnu stranice pisano strojem), Maderno, 23/3/1944. XXII., ... Šef Policije Valdagno, Molim da se pristupi izvršenju gore navedenog, potpisao dr. Eugenio Apollonio». Nije napraljeno ništa od toga. Pronađeni su sljedeći popisi, koje su sastavile nadležne policijske uprave, Hrvata i u nekim slučajevima Slovenaca, koji su pušteni iz različitih talijanskih internacijskih logora, zahvaljujući intervnciji njemačkih vlasti: iz Ascoli Picena 13 dana 21/3/1944.; iz Pise 38 dana 28/4/1944.; iz Viterba 48 dana 15/5/1944.; iz Firence 5 dana 25/3/ 1944.; iz L’Aquile 184 dana 17/3/1944.; iz Brescie 20 dana 21/4/1944.; iz Firence 8 dana 29/2/1944.; iz Pise 119 dana 3/3/1944.; iz Piacenze 44 dana 14/3/1944.; iz Roviga 6 Hrvata i 9 Slovenaca dana 13/1/1944.; iz Venecije 29 dana 21/3/1944.; iz Viterba 49 (Hrvata, Slovenaca i Crnogoraca) dana 23/2/1944.; iz Alessandrije 36 (u golemoj većini Slovenaca, koje su osudili talijanski Vojni sudovi u svezi parizanskog djelovanja) dana 11/2/1944.; iz Firence (San Gimignano) 58 (Slovenaca, Hrvata i Dalmatinaca, koje su osudili talijanski Posebni sudovi u svezi subverzivne djelatnosti) po naređenju Zapovjedništva njemačkog SS-a Firence, nije datirano; iz Piacenze 32 dana 13/3/1944.; 69 Hrvata i Slovenaca, bez navoda mjesta i datuma; iz Rima 16 dana 11/2/1944.; iz Bagno a Ripoli (Firenca) 31 dana 12/2/1944.; iz Bagno a Ripoli i Rovezzana (Firenca) 36 dana 29/1/1944. Na temelju različitih raspoloživih popisa, može se procijeniti ukupan broj od 1.015 oslobođenih interniraca. Uzrokovali su mnogobrojne poteškoće hrvatski i slovenski internirci, koji su samovoljno prihvatili internaciju u Italiji, radi traženja zaštite od partizanskih rapresalija: primjerice, policijska uprava iz Piacenze javljala je dana 25/8/1944. 19 imena takvih, koji su boravili u općini Ziano Piacentino, pokrajinska uprava Parme javljala je da u Santa Maria del Piano su boravile 24 osobe i u Felinu 17 osoba, koje «su zatražile zaštitu od Italije», pokrajinska uprava Brescie javlja o njih 6 u općini Gottolengo. 56 VAB, Dokumenti konzulata NDH 1943/45., br. reg. 16-28/6, k. 1020, sadrži detaljne popise zatvorenika, većinom Hrvata, koji su iz talijanskih logora pušteni nakon 8. rujna 1943., te koji su se vratili u mjesta porijekla. Ima sveukupno više od dvije tisuće imena. 57 VAB, Arhiv neprijateljskih jedinica, br. 39/6-1, k. 1020. Izvješće od 26/3/1943. o logoru Visco i izvješće od 20/3/1943. o logoru Gonars. Oba izvješća su od talijanskog izvora. 58 Isto, u gore navedenim izvješćima jasno se razlikuju, u objema logorima, «protektivni i represivni internirci. Prvi su deportirani njihovom slobodnom voljom, a drugi zbog izdržavanja kazne» (vidi izvješće o Gonarsu). Predviđanja od 26. ožujka 1943. glede daljnjih kapaciteta logora Visco, tada u proširivanju, bila su da bi mogao primiti 10.000 deportiranih. Ako pomislimo na činjenicu da je taj logor bio određen za prihvat prvenstveno «protektivnih koji će dobijati bolju hranu i neće imati prestrogu stegu» možemo shvatiti razmjere pojave onih koji su radije pristajali na deportiranje u Italiju, nego li na život u krajevima preplavljenim partizanima. I logor Gonars bio je podijeljen na dva odjeljka. U odjeljku A bili su «protektivni» internirci, a u odjelku B «represivni» Tu se može procijeniti količina «protektivnih» zahvaljujući gore navednom izvješću, uzme li se u obzir da su oni preseljeni u mjesto Monigo, a da je na njihovo mjesto došlo 1.700 slovenskih studenata, koji su klasificirani kao «represivni». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 115 razumjeti, jer se prva okrenula protiv Nijemaca i njihovih saveznika, dok je druga obeshrabrila bilo kakvu želju za suradnjom sa silama Osovine, s obzirom na sudbinu kojoj su išli u susret oni koji su se pouzdali u talijansku zaštitu. Dok su Nijemci u sjevernoj Italiji bili skloni Pavelićevim Hrvatima na štetu Talijana, dotle su Titovi partizani u Italiji oslobođenoj od strane Saveznika, a da nisu ništa ni pitali monarhističku vladu na jugu, novačili uz obećanja i prijetnje bivše inorodne vojnike Talijanske vojske, kojima fašistički režim nije pružio niti dostojanstvo naoružanja59. Rasulo talijanske vojske nakon 8. rujna 1943. i jačanje Narodno-oslobodilačke vojske (sa znatnim naoružanjem kojeg je od nje dobila), kasnija uspostava Jadranskog primorja pod njemačkim vodstvom, uspostavljanje na Sušaku upravnih i vojnih organa NDH i ponovno rađanje talijanskog fašizma s Talijanskom Socijalnom Republikom, obuhvaćalo je i potpuno restrukturiranje vojnih snaga sučeljenih u Rijeci okolici. U praksi, ta provincija koja je do tada djelovala, u odnosu na ono što se događalo u Bosni, Crnoj Gori i na jugu Dalmacije, poput mirne pozadine, u trenutku se našla gotovo u prvom planu. XIII. divizija Narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije uspostavila je neposrednu i trajnu koordinaciju s partizanskim odredima «Učka» i «Kastav-Sušak». U nju su se uključili, nakon iznenađenog uništenja provedenog od strane njemačkih snaga, ostaci dviju postrojba, koje su imale kratkotrajan život, i koje su nastale nakon bezuvjetne predaje talijanskih snaga: 59 ACS, PCM, 1951.-1954., kat. 15.2, fasc. 10599, podfasc. 2-1, Vojnici zarobljeni u Jugoslaviji i na Balkanu, «Izvješće narednika Alda Cogoija iz 400 pješačke pukovnije, 8. satnije Brindisi» Bari, 21/8/1944.: «...bivši uklonjeni režim smatrao me inorodcem (...) tako sam doživio sudbinu inorodaca pozvanih u vojsku, pa sam uvršten u radničku satniju (...) Morao sam ostati u jednoj od tih satnija, izmještenoj u Apuliji (…) U drugoj polovici mjeseca rujna 1943., zahvaljujući partizanskoj promičbi, neznanju i lakovjernosti vojnika, nemoći novoosnovane talijanske Vlade i tolerantnosti savezničkih vlasti, dezertiralo je čak 145 vojnika iz moje satnije, od kojih je barem 135 prešlo pod crvenu zvijezdu (...) ista je sudbina zadesila i druge posebne satnije izmještene u južnoj Italiji i na otocima. Vodeći računa o njima i o mnogobrojnim inorodcima, koji nisu smatrani takvima i koji su zbog toga bili u sastavu redovitih vojnih postrojbi, može se procijeniti na otprilike da je iznosio 14.000 broj inorodnih talijanskih vojnika, koji su prešli u partizane (...) Te upravo taj ne baš zanemariv broj ‘dobrovoljaca’ slavenski predstavnici računaju da će unovačiti radi dobivanja (sic) djela ili (sic) čitave Julijske krajine za Jugoslaviju. No, radi li se doista o dobrovoljcima? (...) Poznato je da najveći dio njih nije učinio taj korak zbog slavenskih osjećaja (...) nalazili su se između nakovnja i čekića (...) s jedne strane, bili su izloženi jakom pritisku, gotovo uvijek zastrašivačkom, od strane crvene zvijezde, a s druge pak strane, nadzor, progoni i nasilje prema njima i njihovim obiteljima od strane fašističke vlade...». ACS, PCM, 48-50, kat. 15/2, k. 10599, fasc. 1, Izvještajni ured vrhovnog zapovjedništva Predsjedništvu Savjeta, Salerno, 11/7/1944.: «...Među aktivnostima koje je provodila jugoslavenska partizanska organizacija u Italiji, koja ima sjedište u Monopoliju, uključeno je i novačenje u partizanske redove vojnika iz talijanskih postrojbi, rođenih u Istri i u Zadarskoj, Riječkoj, Tršćanskoj ili Goričkoj provinciji... prijeti im se da u budućnosti neće imati mogućnost, budući da se Julijska krajina ima već smatrati jugoslavenskom, na povratak svojim kućama, jer će biti smatrani dezerterima, nepoželjnima itd. ...». Isto, Pismo Ministarstva vanjskih poslova Ministru unutarnjih poslova i Ministru rata (djelomično izbrisan datum, ali iz protokola se razabire da je napisano 1944.): «Ovom ministarstvu je poznata djelatnost, koju na talijanskom terioriju provode jugoslavenske partizanske organizacije glede novačenja talijanskih civila i vojnika porijeklom iz julijskih provincija, te za njihovo upućivanje u Jugoslaviju...». O tom pitanju vidi i pismo Ministarstva zrakoplovstva Predsjedništvu Savjeta datiranog 23. ožujka 1945. 116 Amleto Ballarini «Riječka bojna» i «Bojna Garibaldi» Prvu su osnovali civili, članovi antifašističkog otpora kojega je u gradu organizirala Komunistička partija Hrvatske, a druga od talijanskih vojnika koji su pristali uz partizane. Prvi neposredan sukob između riječkih fašista i antifašista, u sastavu vojnih postrojbi ustrojenih nakon 8. rujna 1943., zbio se u blizini električne centrale u Matuljima između 23. i 24. rujna, sa desetak poginulih i ranjenih na objema stranama, a završio se s predajom male fašističke posade partizanima. Nije bilo više vijesti o onima, oko sedmero njih, koji su tom prigodom zarobljeni. Dana 30. travnja 1944. bilježimo prisustvovanje riječkih fašista60 razaranju, tijekom velike njemačke akcije čišćenja terena, sela Lipa, malog sela pokraj Jelšana (Riječka provincija) gdje je bio visok broj civilnih žrtava (263, prema jugoslavenskim izvorima)61 u mjestu koje je tada imalo tek 490 stanovnika. Nijemci, iako su ponekad pridruživali i pokojeg Talijana svojim represalijama, nikada nisu dopuštali niti jednoj od talijanskih vlasti uplitanje u njihove planove za bilo kakvo ublažavanje patnji civilnog pučanstva, iako su se i dalje održani općinski upravni komesari (Commissari prefettizi dei comuni) te pokrajine gajili su iluziju da im se mogu obratiti za pomoć62. 60 DAR, Komisija za ratne zločine, JU 41, k. 6. U nekom izvješću sastavljenom u Labinu i datiranom 10/10/1945. prijavljeni su kao sudionici pokolja u Lipi sljedeći riječki fašisti: Alberto Celligoi, Giovanni Rovina, Giovanni Baccotelli, Augusto Ursin, Giovanni Giordano, Giovanni Gennini, Oscar Battistin i Giovanni Gazzari. 61 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 389. 62 VAB – JU, 909, fasc. 19, odj. 6, općina Ilirska Bistrica, mjesto Tominje, pismo upravnog komesara Vladislava Vicicha Kvarnerskom pokrajinskom poglavaru – Rijeka: «Po pitanju dužnosti ovog ureda javljamo da je dana 18. svibnja 1944. u ovom kraju provedena akcija čišćenja od strane Njemačkih oružanih snaga. Tijekom te akcije spaljeno je mjeso Tominje. Narednog dana podnositelj izvješća se uputio u gore navedeno mjesto zbog očevida. Utvrđeno je da od 45 kuća, od kojih je sastavljeno selo, 35 ih je bilo u potpunosti uništeno požarom, dok je preostalih 10 zapaljeno odmah po mom odlasku iz mjesta. Ti brojevi ne obuhvaćaju staje i skladišta, kojima je bila opskrbljena svaka kuća. Među ruševinama 3 kuća pronađeni su pougljenjeni ostaci 31 osobe... Proizlazi da su ubijne još 2 osobe, čija tijela... nije bilo moguće još pronaći..., nije se moglo ništa spasiti, izuzev kojeg grla stoke koje, pošto je pobjeglo u polja, je uhvaćeno narednih dana, te nešto malo pokućstva, koje se moglo iznijeti iz 10 kuća, koje su kasnije spaljene...». Pismo je završavalo sa zahtjevom pomoći od riječkog pokrajinskog poglavara za preživjelo pučanstvo, koje se sklonilo u Ilirsku Bistricu. 63 ACS, Ministero dell’interno (Ministarstvo unutarnjih poslova), DGPS, kategorija A.R., «aktivnost pobunjenika 1943.-1945.», (djelovanje pobunjenika) 1943.-1945., k. 5, fasc. 26 (Rijeka). Izvješće pokrajinske uprave Kvarnerske provincije Ministarstvu unutarnjih poslova – Glavnom ravnateljstvu javne sigurnosti, Valdagno (Vicenza) – Rijeka, 18/4/1944., Predmet: Željeznička nesreć a koja se dogodila dana 13. ožujka. ove godine na predjelu Šepjane-Jurdani usljed eksplozije naprave, koja je izazvala izljetanje s tračnica putničkog vlaka, koji je dolazio iz Trsta prema Rijeci, sa posljedičnom smrću 8 osoba i ranjavanjem više od 80 osoba. Isto, brzojav riječkog pokrajinskog poglavara Ministru unutarnjih poslova, Rijeka, 5/5/1944.: «jutros usljed aktiviranja eksplozivne naprave na potezu Ilirska Bistrica-Prem izletjela je s tračnica lokomotiva s pet vagona putničkog vlaka br. 1693, na odlasku iz Rijeke. Partizani su napali i sam vlak na koji su otvorili jaku vatru. Prema prvom pregledu utvrđena su 3 smrtno stradala i 30 ranjenih». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 117 Deportacije i odmazde, željezničke diverzije na civilne63 i vojne vlakove, spaljivanje sela, mučenja i bacanja u jame, zabilježena su posvuda po razmatranom teritoriju. Rat između dviju sukobljenih strana više nije imao nikakvih pravila, te karakteriziralo ga je načelo kojega su svi primjenjivali s nečuvenom surovošću: fizički ukloniti neprijatelja, bio on stvaran ili moguć, i uvjetovati ga pogađajući i nevine koje je s njim moguće povezati. Sve što se sporadično pojavljivalo, i što se ponekad čak činilo prigodno opravdanim u svijetlu razvikane Ženevske konvencije, između 10. lipnja 1940. i rujna 1943., postalo je kasnije sistematično. I anglo-američka bombardiranja često su imala terorisički učinak. Prvi je započeo u 11,30 h 7. siječnja 1944. Uslijedilo ih je još 27, a zadnji je zabilježen u 15,35 h 19. travnja 1945.. U pogledu intenziteta i učestalosti bombardiranja, broja žrtava (otprilike stotinjak sudeći prema suvremenim dokumentima kojima raspolažemo)64, u usporedbi s podacima za druge talijanske gradove (napose Zadrom) u kojima je poginulih bilo na tisuće, ona se pričinjaju gotovo malima. Raspoloživost protuzračnih skloništa iskopanih u kraškim stijenama ograničila je pokolj. Kada su uništena, u visini od 80%, velika poduzeća poput brodogradilišta (Cantieri Navali), tvornice torpeda (Silurificio Whitehead) i rafinerije nafte (Raffineria Olii Minerali), bombe su padale prvenstveno na civilne nastambe: od 2.816 popisanih obiteljskih posjeda, 354 ih je potpuno uništeno, a 961 je teško oštećena65. U godini 1944., nakon spaljivanja mjesne sinagoge, što su počinili Nijemci, dana 30. siječnja započele su, na osnovi popisa izdanih od mjesne pokrajinske uprave Talijanske Socijalne Republike i uvida u boravišnu evidenciju porezne ispostave Talijanske financijske policije66, masovne deportacije riječkih Židova. Od 243 deportirana s područja stare provincije, ili iz novopriključenih kotareva, danas proizlazi da nije bilo više od 19 preživjelih. Svi su prošli kroz tršćansku tvonicu riže Sv. Sabe (Risiera di San Saba) i potom su upućeni u Njemačku; najveći dio ih je upućen u Auschwitz. u Sv. Sabi umrlo ih je 6 u statusu zatvorenika, 5 od kojih zbog prirodnih uzroka, a samo 1 je sigurno ubijen. 96 riječkih Židova, koji su se prije 1943. sklonili u druge talijanske provincije, otkriveno je i upućeno u Njemačku. Od njih se spasilo samo 16. Za daljnjih 73 nije poznato mjesto uhićenja, niti mjesto kasnijeg robijanja. Znamo samo da je među tima navodno bilo 13 preživjelih. 8 Židova Nijemci su streljali iz odmazde u Rijeci, a još 7 u drugim talijanskim provincijama. Prema gore navedenim brojevima i prema izvješću posljednjeg predsjednika Zajednice preživjelih Židova u Rijeci iz prosinca 194567, čini nam se malo vjerojatnim da se ikada u Kvarnerskoj provinciji provodio, između rujna 1943. i prosinca 1944., plan spašavanja riječkih Židova ili Židova izbjeglih iz Hrvatske. Godine 1940., prema tamošnjoj pokrajinskoj upravi, u Rijeci je bilo svega 1.105 64 VAB, k. 882, reg. 19/2-1, 20/2-1, 43/2-1, 50/2-1. AMSF – papir br. 12, 4. armija, «Popis uzbuna i zračnih bombardiranja – Rijeka i okolica», Matične knjige groblja na Kozali, godine 1939.-1949. 65 DAR, Komisija za ratne zločine, JU16, k. 10. 66 SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI, Il tributo fiumano…, n. dj., str. 24. 67 Isto, str. 67-71. 118 Amleto Ballarini Židova, od čega 343 strana, 461 bez državljanstva i 301 još s talijanskim državljanstvom. Dana 18. veljače 1944. Financijska policija ih je prebrojila 881 s boravištem u Rijeci i u provinciji, od kojih nisu svi bili stvarno prisutni. Žrtve koje smo mi utvrdili iznose ukupno 389, a preživjelih logoraša 48. U glavnom gradu provincije provedba aktivnog otpora Nijemcima i fašistima ne bilježi puno napose teških i krvavih epizoda, te posljedično tome nije bilo ni puno epizoda odmazde. Bomba je eksplodirala u restoranu «Ornitorinco», uobičajenom sastajalištu fašista pristalica Talijanske Socijalne Republike, i izazvala je nekoliko smrti i ranjavanja, te je bilo nekoliko osuda na smrt Tršćanskog i Riječkog posebnog suda radi hitnog uzvraćanja istom mjerom. Dogodilo se strijeljanje skupine zatvorenika (većinom Židova) ispred groblja na Kozali, kao odgovor za atentat na neko sjedište njemačke policije. Manja mjesta provincije, iako su bila pošteđena zračnih bombardiranja, bila su najpogođenija, bilo zbog povremenih borbi koje su ih neposredno uključile, ili zbog njemačkih odmazda pred partizanskim prepadima. Napose, u seoskim i gorskim mjestima opetovano kidnapiranje civila od strane partizanskih bandi, koje je započelo već od 1942., bilo je vrlo učestalo i značajno. U nekim je slučajevima navodno «kidnapiranje» u stvarnosti sakrivalo novačenje novih dobrovoljaca68 i služilo je kao pokriće za ukućane protiv eventualnih njemačkih odmazda. U drugim slučajevima «odvođeni» su nestali niušto nakon prijekog ubojstva zbog osumnjičenosti za kolaboracionizam ili po odbijanju podupiranja partizanskog pokreta. Za posljednje navedene praksa bacanja u jame na području bivše Kvarnerske provincije, za koje se dugo mislilo da nema «jama» prikladnih za tu svrhu, može se dokazati da se ostvarivala već od rujna 1943., te da se nastavila tijekom čitave 1944. Primjerice trideset i jednogodišnja Nicolina Terdich, seljakinja iz Sv. Franciška, za koju je proizlazilo da je “odvedena” iz svoje kuće dana 3. ožujka 1944.69 pojavljuje se i na popisu leševa koje je bilo moguće identificirati, izvađenih iz 4 jame na Učki: jama zvana Janovi Gradac, u mjestu Liganj, duboka 25 metara, 4 leša; jama zvana Tenderlinova na na Učki, duboka 32 metra, 6 leševa; jama zvana Kolokosno na na Učki, duboka 25 metara, 2 leša; jama zvana Velasten u mjestu Tuliševici, duboka 20 metara, 5 leševa. Od 17 pronađenih leševa, samo ih je 11 68 ACS, Ministero dell’interno (Ministarstvu unutarnjih poslova), Talijanska Socijalna Republika, Republička nacionalna garda, k. 31 (Riječka legija), III 6. Izvješće zapovjednika 61. legije njemačkim vojnim zapovjedništvima i središnjim vlastima Talijanske Socijalne Republike, datirano 6. prosinca 1943.: «Dana 30. studenog, 1. i 2. prosinca tekuće godine mir Lovranske općine uznemirile su zastrašujuće vijesti, koje su dolazile iz manjih mjesta te općine. U gore navedenim mjestima i na periferiji Lovrana gotovo svake večeri ‘partizani’ su provodili nasilna ili dobrovoljna ‘odvođenja’ rođenih u mjestu... Isto, II 33, «Dana 13. lipnja 1944. proizlazi da su odvedeni iz svojih obitavališta u selu Cala di Moschiena izvjesni Romano Sencich, od Felicea, i Giovanni Lazzari, od Francesca, što su počinili partizani. Nije poznato radi li se o prikrivenom novačenju ili o smaknućima». 69 Isto. 70 Isto, «Milicija za teritorijalnu obranu, 3. pukovnija, 61. legija, Izvješće Ureda za političko ispitivanje, Rijeka, 30. 5. 1944.: «Predmet: Vađenje leševa žrtava partizanske mržnje na području Učke». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 119 identificirano.70 Bio je znatan broj partizana71, ili osumnjičenih da su partizani, koji su ubijeni u tvornici riže Sv. Sabe u Trstu, mnogi drugi izgubili su život, kao primjerice Židovi, u sabirnim logorima podignutim u Njemačkoj.Posljednje izvješće koje je nama poznato o riječkoj provinciji upućeno je Ministarstvu unutarnjih poslova Talijanske Socijalne Republike dana 26. srpnja 1944.72 Potpisao ga je dr. Giovanni Papatucci u svom svojstvu «rukovoditelja’’ policijske uprave, te u nastavku donosimo njegove najvažnije odlomke: «Gospodarsko stanje – U posljednje vrijeme sve se više pogoršavalo, bilo ovisno o općim uvjetima zemlje, bilo ovisno o specifičnim zemljopisnim uvjetima provincije, glede poznatih, vrlo teških poteškoća s komunikacijama. Taj problem tu dobiva karakter ekstremne osjetljivosti, budući je Rijeka povezana s ostatkom Republike jednom željezničkom vezom, koja je stalno u prekidu akcijama sabotaže od strane partizana… Od toga proizlaze vrlo teške nelagode na prehrambenom polju, a posljedica mu je vrtoglavi rast cijena, koje tu postižu visine kojima se ne može naći ravne niti u jednoj drugoj provinciji (…), posljednji napad (zračno bombardiranje od 19/7/1944. – opaska autora) pogodovao je, s prekidom prometnih veza, dramatičnom dolasku do izražaja od svih osjećane istine, a to jest da je željeznička pruga od životne važnosti za opstanak Rijeke, poput pupčane vrpce, koja kada se jednom prekine, grad ostaje odsječen od mogućnosti bilo kakve opskrbe. Ta okolnost, pridodana onoj o dobro poznatome nedostatku pratnji, uzbunjuje javni duh, na kojega jako utječe i ima dalekosežne psihološke posljedice napose na državno osoblje koje je tu u službi. Političko stanje – … Njemački nadzor svakog područja javnog, gospodarskog i političkog života je potpun i neprotuslovljen. Djelovanje njemačke policije nastavlja se vrlo često na vrlo širokom polju, po kriterijima surovosti i apsolutnog nepoštivanja osobne slobode. Počevši od 29. 6. ove godine, provedena je akcija čišćenja kojom je obuhvaćeno više stotina ljudi (…). Neki od uhićenih, a takvih je vrlo malo, otpušteni su, drugi su vrlo vjerojatno poslani u Njemačku, ili su izmješteni u druge zatvore. (…) Nije moguće išta suprotstaviti zlouporabama i zlostavljanjima počinjenih na štetu talijanskih građana, jer talijanske vlasti ili su posve neupućene u takva policijska djelovanja, jer su svedene na nemogućnost bilo kakvog stvarnog djelovanja na tom polju (Policijska uprava) ili ih prokazivanjem podupiru i podržavaju, često zbog osobne osvete (Milicija i PFR) … Odnosi s hrvatskim vlastima (napose s policijskim vlastima na Sušaku) zajedljivi su, budući da podliježu utjecaju suvremene, nesretne, povijesti. Suradnja na polju pravosudne policije gotovo da je bez ikakvog ploda, između ostalog i zbog zahtjeva hrvatske strane za dopisivanjem na hrvatskom jeziku: Naravno da sam se odupro (…) Stanje policijske uprave – Potaknut osjećajem dužnosti i duhom žrtvovanja, prihvatio sam, početkom prošlog travnja, rukovođenje policijske uprave, a da 71 ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI VENEZIA GIULIA – POKRAJINSKI INSTITUT ZA POVIJEST OSLOBODILAčKOG POKRETA U FURLANIJI I JULIJSKOJ KRAJINI, (dalje: IRSMLFV) Ured za povijest, XX tvornica riže, dokument 705: «Popis osoba pogubljenih u tvornici riže Sv. Sabe kojega je A. Bubnić predao... Serbu zajedno sa popisom osoba zatvorenih u tvornici riže, 11/11/1970.». Na temelju tog popisa, ubijenih iz Rijeke i njezine provincije u tvornici riže bilo je ukupno 55 i većinom s hrvatskim državljanstvom. 72 ACS, Ministero dell’interno (Ministarstvo unutarnjih poslova), 1944.-1945. (Talijanska Socijalna Republika), k. 4, fasc. 26. 120 Amleto Ballarini nisam dobio ni riječ poticaja ili direktivu iz centra. Ipak prikupio sam, to navodim bez i najmanje namjere napadanja bilo koga, teško nasljeđe (…) Radilo se o tijelu lišenom ovlasti i osiromašenog u sredstvima, narušenog ugleda pred talijanskim i njemačkim vlastima, sa samo djelomično djelotvornim službama i s narušenom stegom kod osoblja (…) Osoblje – Policajci koji su već više mjeseci razoružani, rastuženi u obavljanju najjednoličnije redovite administracije, obeshrabreni stalnim šikaniranja od strane Nijemaca, tijekom dugih mjeseci izgubili su užitak rada (…). Ne bilježe se, u stvari, slučajevi dezertiranja, ili teški primjeri nedostatka stege (…) Usprkos tome, među njima su se razvile centrifugalne sile, pretjerani kritizerski duh i kvazinadzor nad kretanjem policijske uprave, dakle neka vrsta tendencije za podruštvljavanje ovlasti, pogubnog ploda pretrpljenog poraza (…) Odnosi s njemačkim vlastima – U tu svrhu, već od prošlog travnja najučinkovitije sam se zauzeo, radi uspostavljanja odnosa razumijevanja i povjerenja s njemačkim vlastima, civilnim i policijskim, od kojih sam očekivao i materijalnu podršku koja se slobodno mogla smatrati odštetom za gubitke, zbog oduzimanja oružja streljiva i prometnih sredstava, koje se dogodilo već prošlog rujna (…), danas je izuzetno osjetljiva zadaća držati u zajedništvu i pod stegom sastavu policajaca Riječke policijske uprave. U toj žestokoj borbi, zatvorenoj, iscrpljujućoj, iako sam mogao računati na punu solidarnost svih kolega, bio sam potpuno sam (…) Načelnik pokrajinske uprave, sudac dr. Alessandro Spalatin ignorira, iako ga se na to u više navrata podsjećalo, da je šef policije u provinciji. Nesposoban za učiniti odlučan i ponosan pokret, ravnodušan na zloporabe koje se čine u njegovo ime, ažuran samo u pogledu svojih sjajnih prihoda, ne čini ništa što bi ga moglo prikazati kao talijanskog pokrajinskog poglavara talijanske Rijeke …». Palatuccijevo se izvješće nastavlja, i završava dugom i podrobnom raščlambom stanja osoblja policijske uprave, koje je tada brojilo samo 13773 osoba, naprema oko 300 kojih je u prosjeku imala prije 8. rujna 1943., i neka računovodstvena pitanja, koja su se odnosila na istu. Iz te raščlambe nemilosrdno je vidljivo stanje apsolutnog zastoja i duboke nelagode u kojoj su se zatekli policajci i dužnosnici. Palatuccija su uhitili Nijemci 13. rujna 1944. i umro je u Dachauu 10. veljače 1945. O razlozima uhićenja postoje dvije verzije, a niti jednu ne podupiru arhivski dokumenti, koji su konačni dokaz: prva, koju smo mi smatrali vjerojatnijom, koja se slaže sa službenom verzijom, koju su Nijemci uputili vladi Talijanske Socijalne Republike, zbog čega je uhićen nakon pretresa njegova stana, na temelju prokazivanja, tijekom kojega je navodno pronađen plan, kojega je trebalo poslati Saveznicima, pa je bio preveden na 73 DAR, Kvesture, (op. autora), u tijeku sređivanja i klasificiranja, «Poimenični popis dočasnika i policajaca Javne sigurnosti raspoređenih u Riječkoj policijskoj upravi, 3. lipnja 1944.». Bilo ih je svukupno 137, od kojih je toga dana bilo 3 na dopustu, 1 u službi izvan sjedišta, 1 bolestan u sjedištu, 1 primljen u tršćansku bolnicu i 1 nestao (Giuseppe Strocchia). Razvrstani ovako: 11 dodjeljenih kabinetu policijske uprave; 15 dodjeljenih političkoj postrojbi (prvi i odgovorni dočasnik Francesco Maione); 17 dodjeljenih pravosudnoj postrojbi; 9 dodjeljenih administrativnoj postroji; 2 daktilografa 2. i 3. odjeljenja; 7 dodjeljenih zapovjedništvu; 3 dodjeljena zapovjedništvu stanice; 9 dodjeljenih stražarskoj službi; 3 pozornika u vojarni u Ulici Roma; 2 u službi u bolnici; 2 u uredu za strance; 12 u željezničkom uredu; 7 u lučkom uredu; 4 u uredu mosta na Rječini; 4 vozača; 10 dodjeljenih pokrajinskoj upravi; 1 u znanstvenom kabinetu; 7 za različite službe; 1 u menzi u Ulici Roma; 4 u menzi Manin; 4 pridružena tršćanskom inspektoratu; 1 dodjeljen uredu Kabineta. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 121 engleski jezik, uperen stvaranju, u suučesništvu s Giovannijem Rubinijem (Rubinich),74 samostalne riječke države. Druga verzija, koju smo mi smatrali posve nevjerojatnom, da je navodno uhićenje u stvarnosti prouzročeno otkrićem njegove tajne djelatnosti uperene spašavanju tisuća Židova, u ne baš pobliže označenom vremenu i uz suučesništvo strica, biskupom biskupa Campania u Salernskoj provinciji, gdje je postojao logor za Židove, uspostavljen nakon rasnih zakona iz 1939.. Iz mjesečnih izvješća logora Campagna proizlazi da, iako je raspolagao s 350 mjesta, nikada nije imao više od 272 internirca, a među tima samo su dva dolazila iz Rijeke.75 Dopisivanje strica Giuseppea Marije Palatuccija, koje je održavao sa šefom policije Seniseom, otkriva da je on 1942. bio zainteresiran, prije nego li za zaštitu Židova u logoru u Campaniji, nego, uz postojanje takvih mogućnosti, za njihovo izmiještanje u različite logore podignute u drugim talijanskim krajevima.76 Mnogi su u Rijeci pomislili, uključujući i Nijemce, da bi anglo-američko iskrcavanje spasilo grad od komunističke okupacije, a u stvari pretpostavka nije bila AMSF, fasc. Mario Rora, rukopisno izvješće Marija Rore Linu Poliju, Gradiška, 27. ožujka 1987.: «...Želim ti ispričati vrlo važan događaj: priču o jednom mučeniku, prvome o kojemu nitko nije govorio, o inžinjeru Rubinichu. Taj je čovjek imao plan, kojeg je trebalo ostvariti nakon rata: uspostavu slobodne države, koja je trebala obuhvaćati Rijeku, Zadar, Trst, Goricu, Udine; možda je to bila utopija, ali je bila ideja. S tim planom bili su upoznati, kako pošteni Riječani, tako i prevrtljivi Riječani, a i partizani. Oko 20. ili 21. travnja netko je pozvonio na vrata njegovog stana, koji se nalazio iznad tvornice boja (Colorificio Padoani), ne sjećam se ulice, on je otvorio i ubijen je hitcem iz samokresa...». 75 ACS, Ministero dell’interno (Ministarstvo unutarnjih poslova), DGPS, AAGGRR, vrhovne (1880.-1954.), M4, «civilna mobilizacija», k. 134 (Sabirni logor Campagna - Salerno), fasc. 16, Popis nazočnih 16. 9. 1940.: ukupno 272 (opaska autora: nije pronađen niti jedan Riječanin). Maksimalni dopušteni kapacitet (vidi pismo Salernske pokrajinske uprave od 26. 7. 1940., ur. br. 09094) iznosio je 350 mjesta, i nije smio nadmašiti tu granicu. Dana 14. rujna 1941. (vidi izvješće Ministarstvu od glavnog inspektora Javne sigurnosti Panarijella) nazočan je bio 141 logoraš, 7 smještenih u bolnicu i 3 na dopustu. Dana 7. ožujka 1942. (vidi izvješće kao što je gore navedeno) bilo je nazočno 117 interniraca. 76 Isto, dana 26. travnja 1942. biskup Campanije Giuseppe Maria Palatucci sa svojim pismom, ur. br. 2830, upućenom šefu policije Seniseu, piše ovako: «Inspektor Fašističke nacionalne partije za ovaj kraj upozorio me da u Campaniji bi mogli imati veliku blagodat, kakva jest planinsko odmaralište za mladež (GIL), te treba samo zgrada, i da bi bila prikladna zgrada koju zauzima nešto više od stotine logoraša židovske rase, pa me zamolio da pišem Vama, ekselencijo, kako biste naredili oslobađanje navedene zgrade. A ja Vam rado, vrlo rado, upućujem ovu molbu (...) udaljavajući te logoraše, za nas Talijane okončalo bi se da u njihovim očima stalno imamo ulogu odrpanaca i gnusaca (...) da sam ja na vrijeme znao da će u Campaniju trebati doći logoraši, bio bih učinio sve što je moguće za sprečavanje toga, upravo radi izbjegavanja da naše dostojanstvo Talijana bude izloženo ruglu ljudi, koji iako nisu bili superiorne civilizacije, superiorno je u odnosu na nas po sredstvima i po mogućnosti provođenja superiornog načina života (...) Udijelite, ekselencijo, udijelite nam milost određivanja navedene zgrade i učinit ćete sveto djelo (...), tim više što se stotinjak logoraša može lako razdijeliti po različitim drugim logorima...». Dana 5. svibnja 1942. šef policije je odgovorio monsignoru Palatucciju da nije bilo moguće smjestiti u druge logore internirce iz Campanije (međutim u konceptu odgovora kemijskom je prekrižen razlog «budući da su drugi sabirni logori prepuni interniraca»). Dana 31/3/1943. nazočnih interniraca bilo je 145. Gotovo svima njima, upravo zahvaljujući izostanku preseljenja u druge sabirne logore srednje i sjeverne Italije spašen je život, izbjegavši tako njemačke racije u tim krajevima nakon 8. rujna 1943.. 74 122 Amleto Ballarini posve neosnovana. Činjenica jest da su utvrđenja oko Rijeke znatno razvijena i pojačana.77 Danas se zna o tajnim kontaktima Desete Flotile MAS Talijanske Socijalne Republike s vojnim i političkim predstavnicima kraljevske vlade s juga78. Dobro je poznato stajalište Talijanske komunističke partije, koja je preko Togliattija sročila čak i hipotezu građanskog rata79 u slučaju da Bonomijeva vlada, uz pristanak saveznika, spriječila jugoslavensku okupaciju Julijske krajine. Dakle, nije bilo nikakvog iskrcavanja, ali osvajanje Rijeke od strane Narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije naišlo je na ozbiljne poteškoće. Postrojbe IV. armije koje su prihvatile teret konačnog juriša uključile su se u dvije uzastopne borbe, koje su se odvile na području Klane od 21. do 30. travnja. Zadnja je pala obrambena utvrda Sv. Katarine, gdje je djelovala talijanska postrojba brdskog topništva u okviru Wermachta. U noći između 2. i 3. svibnja 1945. Nijemci su se povukli, a dana 3. ujutro prodrle su na Sušak postrojbe 14. brigade 19. divizije80. Gubici koje su pretrpjeli napadači bili su veliki.81 Dakle, nije bilo nikakve ulične borbe, kako će netko kasnije pokušati 77 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 409: «Posebna pozornost posvećena je (opaska autora – od strane Nijemaca 1944. godine) utvrđivanju širokog zaleđa Rijeke. To područje trebalo je poslužiti kako za borbu protiv postrojba Narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije, tako i za eventualni prihvat savezničkih snaga (...) Nijemci su proglasili Rijeku tvrđavom i pripremili su je za obranu u širokom krugu. Vanjski obrambeni pojas protezao se od Bakra, preko izvora Rječine, Kastva i Jušića do Mošćeničke Drage. Unutarnja linija polazila je od Martinščice, prolazila je preko Trsata i Sv. Katarine, do rajona Matulji, i otuda se spuštala na more». 78 S. DE FELICE, La Decima Flotiglia MAS e la Venezia Giulia 1943.-45. (Deseta flotila MAS i Julijska krajina 1943.-1945.), Roma, Settimo Sigillo, 2000., str. 108-127. 79 ACS, PCM, 1948.-1950., k. 112, 1.6.1, br. 25049, podfasc. 1-A, dana 7. 2. 1945. Palmiro Togliatti, u svom svojstvu dopredsjednika Vijeća ministara, pisao je predsjedniku Ivanoeu Bonomiju: «...Rečeno mi je da je kolega Gasparotto navodno poslao CLNAI priopćenje kojim poziva CLNAI da naše partizanske postrojbe uspostave nadzor nad Julijskom krajinom radi sprčavanja da u nju prodru postrojbe jugoslavenske partizanske vojske naredba poput one koju navodno sadrži Gaspaottovo priopćenje, ne samo da je politički pogrešna, nego teška, najopasnija po našu zemlju. ...Naredba koju je navodno izdao Gasparotto konkretno bi, dakle, značila kazivanje CLNAI-ju da mora sukobiti naše partizanske posrojbe protiv Titovih. ... Što se tiče unutarnjeg stanja, radi se o naredbi da građanski rat...» (opaska autora – pocrtavanje je izvršeno ručno, vjerojatno od primatelja pisma). 80 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 531. 81 «Globus», Zagreb, 10/2/1995., intervju Oskara Piškulića: «...Talijani su se odupirali u bunkerima Sv. Katarine dva tjedna nakon kapitulacije (opaska autora – očigledno se odnosi da predaju njemačkih postrojba u Italiji). A zašto? Mnogo je naših Dalmatinaca poginulo u jurišima na te bunkere. Talijani se nisu htjeli boriti protiv Nijemaca. Što sve nisu učinili (...) Pa onda, kad stigneš u grad, kako možeš oprostiti?». 82 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 481: «Bilo je planirano da u borbama za oslobođenje grada Rijeke sudjeluju 4 bojne Riječana, koji su trebali probiti prolaz od predgrađa (Zamet, Drenova, Škurinje i Sv. Katarina) prema središtu grada. Zapovjedanje tim snagama povjereno je Nellu (Nicu) Pitaccu. (…) O tom pitanju pisao je Romano Glazar: «Prije oslobođenja nalazilo se u gradu otprilike 15 naših drugova članova Narodno-oslobodilačkog odbora i političkih djelatnika, svih u ilegali, naoružanih strojnicama i samokresima, koji su bili zaduženi za održavanje veza s organizacijama na terenu i u određeno vrijeme za osnivanje narodne milicije, zagospodariti tvornicama i osiguravati različita postrojenja, skladišta živežnih namirnica, oružje, promet i razoružavanje neprijateljskih vojnika po ulicama... Planovi su bili doista ambiciozno sročeni, ali snage koje su ih trebale ostvariti nisu im bile srazmjerne, odnosno nisu se dovoljno angažirale za ostvarenje povjerenih im zadaća...». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 123 tvrditi, i napose, usprkos tome što se to već duže vrijeme planiralo82, nije bilo nikakvog unutarnjeg prevrata, bilo talijanskog ili hrvatskog, radi olakšanja zadaće Titovim ljudima». Od 3. svibnja 1945. do 31. prosinca 1947. Kada su u deset ujutro u četvrtak, 3. svibnja 1945., prve kolone Narodnooslobodilačke vojske započele silaziti s Kozale radi okupacije grada, sami ljudi iz gradskog Narodno-oslobodilačkog odbora, koji su trebali poticati unutarnji prevrat, već su bili poduzeli temeljne korake za obnašanje vlasti i za održavanje javnog reda. Od prvih mjeseci 1945. na nizu sastanaka održanih u Zametu, na kojima je prisustvovao Romano Glazar kao predstavnik gradskog odbora Komunističke partije Hrvatske, odlučeno je povjeravanje predvođenju priprema Franji Kordiću u njegovom svojstvu predsjednika gradskog Narodno-oslobodilačkog odbora. Ulogu tajnika imao je Vlado Hreljanović Doro, «dok su za rukovođenje različitim područjima određeni Giovanni Cucera Pino za industriju, Petar Klausbergher za društvena pitanja, Ruža Bukvić Ranka za naobrazbu i kulturu, Luciano Michelazzi za sindikate, Mario Spiler i Petar Katalinić za Narodno-oslobodilačku frontu Jugoslavije»83. Od prvog trenutka početno ljudstvo uključivano je i izmjenjivano prema potrebama koje su nastajale zbog improvizacija na koje su učestalo bili prisiljeni oni koji su bili određeni za zamjenjivanje starog vodstva, profesionalno obučenog, te tehničkog i upravnog osoblja prethodne uprave. Upravni odjel Gradskog narodno-oslobodilačkog odbora, koji je imao ulogu općinskog odbora, povjeren je Eriu Franchiju i «Odjel za red i javnu sigurnost» Piškuliću84. Dana 20/5/1945. Narodno-oslobodilački odbor za Rijeku predložio je Mobilizacijskom 83 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 479, Kod nabrajanja imena slovo A pretpostavlja: «Već na početku 1945. partijska vodstva bila su utvrdila zadaće svojih organizacija i Narodnooslobodilačkih odbora glede priprema za preuzimanje vlasti (...) Gradski narodno-oslobodilački odbor Rijeke održao je u Zametu čitav niz sastanaka s ljudima odabranim za preuzimanje mjesta ravnatelja, komesara i drugih dužnosti (...) U pripremama za oslobođenje najveća pozornost posvećena je Rijeci, budući da složenost političkih, gospodarskih i pitanja drugačije prirode predstavljala najveći problem». 84 «Vjesnik», sv. XIX, Rijeka, 1974., str. 332, «Zapisnik Prve Konferencije predstavnika Upravnog odjela ONOO-a za Hrvatsko Primorje, Upravnih i drugih odjela KNOO-a i GNOO-a Hrvatslog primorja i ZAVNOH-a». Ovaj zapisnik je bio sastavljen dana 16. svibnja 1945., prigodom prvog sastanka održanog pri upravnom odjelu Okružnog narodno-oslobodilačkog odbora za Hrvatsko primorje i Sušak s voditeljima sekcja upravnih odjela i šefovima sekcija za red i javnu sigurnost kotarskih i gradskih narodno-oslobodilačkih odbora: «Prisutni za narodnooslobodilački odbor Rijeke drug Erio Franchi, šef sekcije upravnog odjela, Stanko Piškulić, šef sekcije za red i javnu sigurnost» (opaska autora – smatramo da se navedeni Stanko Piškulić ima poistovijetiti s Oskarom Piškulićem zvanim Žuti. Ime Oskar je pogrešno transkribirano kao Stanko. O nekakvom Stanku Piškuliću sa specifičnim zaduženjima u Narodno-oslobodilačkom odboru Rijeke nema ni traga u raspoloživim službenim spisima, niti proizlazi da je itko s takvim imenom tada boravio u gradu – vidi službeno pismo Talijanskog Veleposlaništva u Rijeci koje se nalazi u AMSF ). 124 Amleto Ballarini odsjeku, radi odgovarajućeg ovlaštenja, sljedeće vodstvo: predsjednik Franjo Kordić, tajnici Teodor Hreljanović i Franjo Surina, pročelnik upravnog odjela Erio Franchi85, pročelnik odjela tehničkih radova Dino Faraguna, pročelnik za promet Natale Rak, pročelnik industrije i obrta Giovanni Cucera, pročelnik socijalne politike Petar Klausberger, pročelnik trgovine i opskrbe Amedeo Uršić , pročelnik poljoprivrede i šumarstva Franjo Ferman, pročelnik financija Giuseppe Fattori86. Za djelatnost upravnog odjela od svibnja do prosinca 1945., donosimo najvažnije odlomke izvješća sastavljenog u ožujku 1946.: «Upravni odjel je uspostavljen odmah po oslobođenju 3. svibnja 1945. na organizacijskim osnovama za velike gradove. Odjel je bio bez specijaliziranog rukovodstva (…) uzet je u službu dio starog aparata iz bivše uprave, koji je u vrijeme borbe surađivao s narodnooslobodilačkim pokretom. Odjel je preuzeo veliki dio (sic) nadležnosti bivše pokrajinske uprave i općine Rijeka, izuzev nadležnosti nad političkim poslovima. Tako ustrojen obavljao je vlastitu djelatnost tijekom vremena dok nije ustrojena ni Vojna uprava u Sudska vlast (…). Pridružena njoj, osnovana je Narodna milicija, zapovijedanje kojom je podčinjeno šefu odjela. (…) Za njezino zapovijedanje nije bilo dovoljno časnika, pa su za zapovjednike 85 A. BALLARINI, Intervju sa dr. Eriom Franchiem, u «Fiume», 1996., br. 32, II polugodište, str. 10-38. Uloga tog odgovornog za upravni odjel, koji danas živi u Italiji, čini se da nije bila upravo onakva kakva ispada iz intervjua reviji «FIUME», br. 32, II. polugodište 1996., prije pronalaska u arhivima dokumenta (vidi prethodnu bilj.), koji ga prikazuje zajedno s Piškulićem (tom prilikom zvanog, po našem mišljenju krivo, Stanko) na važan sastanak Narodno-oslobodilačkog odbora za Primorje, koji se održao u Sušaku 16/5/1945. U tom intervjuu on je izjavio: «Pa nisam bio osoba, koju valja povezati s određenim političkim odlukama. Toliko što se tiče ubojstava... svakako doznao sam o Riccardu Giganteu, doznao sam o doktoru Blasichu, doznao sam o doktoru Sincichu... ubojstvo Baccija i Gigantea opravdano je s činjenicom što su bili fašistički eksponenti, o drugima, autonomašima, uključujući i Skulla, rečeno je ‘Politička nužda’... ali to je bio posao UDBE, Oskara Piškulića i Emila Karadžije Domaćeg, onih četvorice ili petorice koji su bili kolovođe te organizacije... Ali znam da prepadi UDBE, ondašnje OZNE, ubojstva koja su počinili, između ostalog i pljačke, jer se kasnije doznalo da su prisvojili i neka dobra, Žuti Piškulić kao prvi, bile su sve stvari koje su se događale na drugom polju. Mi smo bili, kažem mi idealisti, dežurni glupani, na vrhuncu eksponiranosti javnosti, ali s najmanjom mogućom umiješanošću u odluke...». U vrijeme tog intervjua nismo ni znali da za ubojstvo autonomaša Blasicha i Skulla osuđena na smrt dva obična razbojnika, presudom koja je javno obznanjena dana 7/5/1945., sa zajedničkim potpisom istog Eria Franchija i Franje Kordića. Dakle, ili su dva osuđenika ovisila od OZNE i podmetnuti su kao obični razbojnici, ili su to bili obični razbojnici o kojima se Erio Franchi uopće ne sjeća. Ali zašto je samo u ovom slučaju OZNI, koja je harala s ubojstima, uhićenjima i deportacijama stotina ljudi, trebala posebna inscenacija? S druge pak strane, doktor Erio Franchi u siječnju 1946. je čak naveden kao “šef OZNE” od strane talijanskih policijskih organa: ACS, Predsjedništvo Savjeta ministara, 1951.-1954., kat. 15.2, fasc. 10599, podfasc. 1, Aktivnosti Jugoslavena, Izvješće od dana 28/1/1946., potpisano od šefa policije i upućeno Predsjedniku Savjeta: «Radi vijesti prepisujemo sljedeće izvješće upućeno ovom Glavnom ravnateljstvu udinski šef policije: ... čini se da šef OZNE putuje u automobilu s registarskim oznakama FI 32654. On je prepoznat kao izvjesni Franchi Erio (sic), doktor političkih znanosti, s boravištem u Rijeci. Primijećen je nekoliko puta u Udinama, zajedno s drugim pojedincima, koje se nije uspjelo identificirati... Čitavom Furlanijom, i napose onom istočnom, krstare slavenski agenti, koji traže žito, svakovrsne živežne namirnice, prijevozna sredstva, oružje, vojnu opremu i sve što može biti korisno za Titove oružane snage. Njih u tome učinkovito pomažu mjesni proslavenski elementi učlanjeni u Komunističku partiju Italije...». 86 DAR, NOO, JU 16, k. 2, «Tajništvo». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 125 postavljeni bivši borci Jugoslavenske armije i ljudi iz ilegale (…) Današnje osoblje obuhvaća (…) Narodnu miliciju 220 (…) Odjel javnog reda i sigurnosti bio je pretrpan zbog učestalih krađa (…) Od svibnja do prosinca dogodilo se krađa, provala, utaja, prijevara (…) Kroz zatvore je prošlo 528 osoba (…) Odjel za konfiskacije i zapljene proveo je 368 predmeta zapljene, od kojih 257 se odnosilo na narodne neprijatelje ili odsutne iz Rijeke zbog nepoznatih razloga, što je prošlo pod Upravu za narodna dobra (…) Neophodna je uska suradnja s Javnim tužiteljem i Sudom (…) trenutno stanje Narodne milicije zadovoljava samo 50% neophodnog broja potrebnih ljudi (sic) radi dobrog ostvarivanja službe. U borbi protiv špekulacija i gospodarske sabotaže treba angažirati sve organizacije pokreta i široke narodne mase…»87. Valja naznačiti da u okviru gradskog Narodno-oslobodilačkog odbora uspostavljen, već dva tjedna nakon ulaza jugoslavenskih postrojba u Rijeku, poseban Ured «za konfiskaciju dobara narodnih neprijatelja»88 i to prije početka djelovanja gradske Komisije za ratne zločine i gradskog Narodnog suda. Prilikom prvog sastanka šefova upravnih odjela, te reda i javne sigurnosti različitih kotarskih i gradskih odbora Primorja, održanog na Sušaku dana 16/5/1945., prikazano je prisutnima značenje za novu vlast koje je imalo to pitanje: «Drug Branko Karaman referent za provođenje konfiskacija (…) ističe njihovu važnost u okviru Narodno-oslobodilačke borbe i neposredno nakon oslobođenja, i to napose na području kao što je ovo, koje je tijekom mnogo godina trpjelo pod jarmom okupacije i otpor. Po pronalasku vlasništva osoba njemačke nacionalnosti, ratnih zločinaca i neprijatelja potrebno je primijeniti krajnju brigu i poslužiti se suradnjom masa (…) Ne smijemo se ograničiti samo na pronalasku nepokretnih dobara tih osoba, jer ta dobra često predstavljaju samo zanemarivi dio u odnosu na prava raspolaganja: depoziti u bankovnim i drugim ustanovama, dionice, poduzeća, kredite itd. Dakle, potrebno je utvrditi i pronaći i tu vrstu posjeda. S jedne strane, okružni Narodno-oslobodilački odbor objavljuje javni proglas građanstvu da prijavama pomogne narodnoj vlasti, a s druge strane, dužnost je glavnih, okružnih i gradskih narodno-oslobodilačkih odbora razjasniti pučanstvu značenje svega toga (…) Vlasništvo ratnih zločinaca i narodnih neprijatelja bit će konfiscirano samo na temelju presude Vojnog ili Narodnog suda, ali upravne službe zajedno s nadležnim organima postarat će se da dobra tih osoba, još prije presude, budu zaplijenjena i osigurana državnoj upravi. Isto se ima dogoditi sa slobodnim dobrima, odnosno s dobrima onih koji su odsutni, pošto su pobjegli iz mjesta stalnog boravka ili ih je neprijatelj silom odveo. Takva se dobra, do nove 87 Isto, k. 17, Izvještaj Upravnog odjela Gradskog narodno-oslobodilačkog odbora od dana 6. ožujka 1946.. 88 Isto, k. 10, Gradski narodni-oslobodilački odbor, 17/5/1945.. Popis osoblja u uredu za konfiskaciju dobara narodnih neprijatelja (u zagradi mjesto rođenja); Komisija: Mario Dassovich (Rijeka), Guglielmo Klausberger (Rijeka), Vittorio Marot (Rijeka), Gino Lukich (Rijeka); unutarnji činovnici: Rodolfo Jugo (Rijeka), Giuseppe Branelli (Rijeka), Bruno Masi (Poreč); povjerenik za očevid: Antonio Schibotto (Vicenza), Mario Rovani (Rijeka), Dante Emiliani (Rijeka), Renato Juranich (Rijeka), Antonio Pavlovich (Pazin), Eligio Stibellini (Rijeka), Eleuterio Sirotich (Buzet), Eugenio Prodam (Pazin), Innocenzo Dopudi (Rijeka), Eugenio Bobek (Rijeka), Giovanni Marot (Rijeka), Doimo Malekar (Zagreb), Giovanni Cucceli (Rijeka), Tiberio Birolini (Rim), Luigi Brazzoduro (Rijeka), Vilim Sincich (Rijeka). 126 Amleto Ballarini obavijesti, imaju čuvati od propadanja i staviti pod privremenu upravu (…) Posjedi zajednica koje su ranije bile fašističke/talijanske, imaju se zaplijeniti do nove obavijesti. Posjedi ratnih zločinaca koji su tijekom Narodno-oslobodilačke borbe likvidirani, postupit će se kao u slučaju narodnih neprijatelja, koje je sud osudio na konfiskaciju dobara. U pogledu posjeda žena narodnih neprijatelja, postoje posebne upute Ministarstva (…) djeca osoba kojih je konfiscirana imovina (…) nemaju nikakvo pravo na tu imovinu…». U pogledu talijanskih građana, koji u očekivanju potpisa Mirovnih sporazuma namjeravali napustiti teritorij: «…Talijani koji nemaju namjere ostati na našem teritoriju, nego koji se žele preseliti u Italiju, nisu dužni ostati u našoj vojsci niti na radnom mjestu. Tim osobama, ako nisu krive za zlodjela, bit će omogućen odlazak iz naše zemlje, naravno uz uvjet da preseljenje ima trajni karakter i da ne predstavlja pokušaj izbjegavanja vojne službe…»89. Dana 24. svibnja 1945. priopćenje br. 45 Narodno-oslobodilačkog odbora Rijeke donio je, u stvari, pravila za izdavanje propusnica onima koji su namjeravali otići u Italiju: «1) osoba koja namjerava otići osobno mora podnijeti zahtjev, kojemu je dužna priložiti slijedeće izjave: a) izjava o pokretninama i nekretninama koje ostavlja u gradu, s navodom osobe kojoj je povjereno čuvanje tih dobara; b) zlato, vrijednosni papiri, dionice, novac i sve druge vrijednosti imaju biti pohranjeni pri Središnjoj banci (bivšoj Talijanskoj banci /Banca d’Italia) i priložiti odgovarajuću izjavu. Svaka osoba može ponijeti sa sobom svoju osobnu odjeću do najviše 50 kg i iznos novca od 20.000 lira za sebe, kao oca obitelji, i daljnjih 5.000 lira za druge članove obitelji koji putuju s njim; sve to u bonovima (opaska autora: koji preko granice nisu imali nikakve vrijednosti).»90 Val zapljena i konfiskacija91 premašio je, po našim saznanjima, dvije tisuće poduzetih mjera od 1945. do 1948., a obrazloženih općenitim uzrocima, bez ikakvog sigurnog dokaza i bez mogućnosti obrane, nadmašujući, što se tiče nekretnina, njih oko 1.500 koje su izbjegle zračna i kopnena bombardiranja, te njemačke mine. Sve se to događalo usporedo s uhićenjima i ubojstvima koja se mogu razvrstati u dvije različite faze: Prva faza. Ograničava se otprilike na razdoblje svibanj-listopad 1945., u kojoj pored prostačke i temeljite hajke na Talijane, Riječane i ne-Riječane, fašiste, policajce, karabinjere i financijske policajce, od strane vojnika potpomognutih od «Vjesnik», sv. XIX, Rijeka, 1974., navedeni dokument, str. 337. «La Voce del Popolo», 24/ 5/1945.. 91 Vidi popis osuđenih riječana od 3/5/1945. i dalje, u Prilozima. 92 «La Voce del Popolo», 7/5/1945.: Službeno priopćenje Narodno-oslobodilačkog odbora Rijeke, Upravni odjel, sa zajedničkim potpisom predsjednika Franje Kordića i šefa odjela Erija Franchija upoznavalo je građanstvo sa smrtnim presudama, glede ubojstva i otimanja, na teret Riccarda Pilepića i Clementea Smelija, rođenih u Rijeci, te Giovannija Brodičića i Antonija Antoninija, rođenih u Trstu i u Puli. 89 90 Profilo storico - Povijesni pregled događaja 127 gradske Narodne milicije i od mjesnih pojedinaca zaduženih za sigurnost i za javni red, čini se da je dokazana, barem prema presudama vojnih vlasti i djelatnost običnih razbojnika, koji su se bavili ubijanjem radi otimanja92. Zbog te posljednje djelatnosti, dakle, a ne kako se tvrdilo, zbog političkog plana uklanjanja pristalica autonomačkog pokreta, navodno su umrli Mario Blasich, Nevio Skull i Radoslav Baucer. Ne može se isključiti da strategija smrtnih presuda nekim «drugovima koji su pogriješili» prigodno prerušenih u navodne lopove, je poslužila ponekad kao djelomično pokriće za brojna nedjela koja su bila tada u tijeku. U komunističkim sustavima čitavoga svijeta nije bilo neuobičajeno insceniranje sličnih farsi, a onaj Titov, i prije i poslije 1948., nije izmicao pravilu.93 Ostaje činjenica da u ovoj prvoj fazi ubojstva i nestanaca, koji se sa sigurnošću mogu pripisati tijelima zavisnim od vojnih i političkih vlasti, događala su se pred očima prestrašenih građana. Autonomaš Giuseppe Sincich odveden je iz svog stana i ubijen je nedaleko rafalima iz strojnice, senator Riccardo Gigante je odveden zajedno s drugima u smjeru Kastva i nestao je, senator Icilio Bacci94 pojavio se radi preuzimanja propusnice za Trst, ali zadržan je i J. PIRJEVEC, Il giorno di San Vito. Jugoslavia 1918.-1992. storia di una tragedia (Vidovdan. Jugoslavija 1918.-1992. povijest jedne tragedije), Torino, Nuova ERI, 1993.: «…pred kraj travnja (1948., opaska autora) jugoslavenski sudski slučajevi obogaćeni su procesom, organiziranim protiv grupe istaknutih slovenskih komunista, koji su tijekom rata bili internirani u Dahauu, te su zbog toga najprije optuženi da su se stavili u službu Gestapoa, a zatim zapadnih imperijalista (ali čini se da su bili osumnjičeni da su agenti NKVD-a). Proces, koji je predstavljao još jedan korak na putu represije – nakon onih organiziranih protiv klasnih neprijatelja i ‘suputnika’ od prethodnih godina – završio se s 11 smrtnih presuda i s drugim teškim zatvorskim kaznama. To je bio pokajnički obred s očitim staljinističkim obilježjima, dramatična inscenacija…». 94 AMSF, Icilio Bacci, Pismo gospođe Lidije Bacci-Urbani supruge dr. Icilija Baccija, Sirolo (Ancona), listopad 1945., upućeno generalu Peki Dapčeviću, zapovjedniku IV. Jugoslavenske armije, u Opatiju, u kojemu traži suprugovo oslobađanje: «Moj suprug je uhićen 21. svibnja 1945. po nalogu OZNE i upućen je u pravosudni zatvor u Ulici Roma, nakon nekoliko dana obavljena je rekvizicija svog najmeštaja iz stana i iz bilježničkog ureda, smještenih na prvom katu zgrade br. 5, na Trgu kraljice Elene u Rijeci. Pošto je ustanovljeno njegovo teško zdravstveno stanje, moj suprug je smješten u zatvorsku ambulantu, odakle je dana 10. kolovoza interniran u neki logor u Jugoslaviji... Proteklog svibnja, kada se donekle razjasnilo stanje Rijeke, te s jedinim ciljm da me ponovno vidi i da zajednički proslavimo, u društvu bliske rodbine, četrdesetu godišnjicu našeg vjenčanja koja je bila proteklog 10. lipnja, moj suprug sa susretljivom podrškom nekih od novih vlastodržaca u gradu, među kojima i drug Surina, zatražio je dobivanje propusnice za odlazak u Veronu. Dana 21. proteklog svibnja on je upućen u sjedište OZNE, kamo je u međuvremenu poslan njegov zahtjev za izdavanje putne dozvole. Međutim, šef tog ureda, drug Žuti, zadržao ga je i zatim ga je prebacio u pravosudni zatvor, gdje je zbog svog zdravstvenog stanja smješten u ambulantu...». Pismo dr. Oscara Sperbera, očevidca riječkih događanja iz svibnja 1945., koji je kasnije, nakon egzodusa, bio glavni tajnik Provincije Bergamo, upućeno gospođi Lidiji Bacci dana 9. rujna 1954.: «U stvari nekoliko dana od senatorovog uhićenja, pučanstvo središta grada prisustvovalo je nijemo i nemoćno odnošenju prekrasnog namještaja iz njegove udobne kuće i njegovog ureda. Kako bi to što brže obavili, izvršitelji naloga o zapljeni spuštali su namještaj s velikog balkona. Dolje, pred kućnim ulazom i slastičarnicom Piva veliki kamion prihvaćao je ukradeno... Ma kakva svjedočanstva! Ima ih na tisuće. A bilo bi dovoljno nešto dobre vjere da ih se nađe tamo u Rijeci, i to službenog karaktera. Ali tko zna jesu li još živi oni koji su u tom nesretnom vremenu držali grad u rukama, materijalni izvršitelji zapovjedi iz centra? Različiti drugovi Žuti, Surina, ing. Faraguna, drugarica Gioia Scrobogna, sam dr. Scrobogna...». 93 128 Amleto Ballarini nestao, ista je sudbina zadesila i bivšeg gradonačelnika Carla Colussija i njegovu ženu, učiteljicu Margheritu Sennis, a to su samo najpoznatiji slučajevi, bila je dovoljno takvih ljudi liqvidirati, ne samo za širenje straha, nego i za sprečavanje rodbine drugih manje poznatih iz svakog gradskog rajona, koji nisu bili nužno fašisti, na traženju vijesti o njima. Pridodajmo tome, uhićenje i deportaciju na nepoznato odredište barem 78 pripadnika mjesne policijske uprave95, 50 pripadnika financijske policije i 10 pripadnika karabinjera. Ta faza, u kojoj su mjesni elementi predvođeni od Narodno-oslobodilačkog odbora i postrojbe Narodno-oslobodilačke vojske predvođene od OZNE posvetile su se, jako motivirane staljinističkim komunizmom, nekoj vrsti «ideološkog 95 ACS, Ministero dell’interno (Ministarstvo unutarnjih poslova). Kabinet 1944.-1946., k. 140, fasc 12418, «Situacija u Rijeci», Pismo Ferruccia Parrija admiralu Elleryju W. Stoneu, glavnom komesaru Savezničkog povjerenstva, dana 26/6/1945.: «...dobili smo vijest da su jugoslavenske okupacijske vlasti grada Rijeke provele uhićenje svog osoblja policije, uključujući i dva dužnosnika, sedam redovitih činovnika, tri portira i oko 75 policajaca, od kojih je petnaestero naknadno pušteno. Navedeno osoblje navodno je upućeno u Hrvatsku radi interniranja u sabirni logor. Čini se da je ista sudbina zadesila neke dužnosnike pokrajinske uprave. Bio bih Vam jako zahvalan ako biste ljubezno pokrenuli nadležne vojne vlasti u tom području glede poduzimanja potrebnih koraka glede oslobađanja gore navedenog osoblja i općenito talijanskih građana uhićnih i deportiranih iz Julijske krajine...» Pismo admirala Stonea Parriju od 6/7/1945.: «...žao mi je što Vam moram priopćiti da moje zanimanje do sada nije imalo pozitivnog ishoda...». Pismo Stonea Parriju od 18/7/1945.: «...Prenio sam pitanje Savezničkom vrhovnom zapovjedništvu, koje je podsjetilo da se Rijeka nalazi u jugoslavenskoj okupacijskoj zoni i da tamo ne postoji nikakve savezničke vlasti. Savezničko vrhovno zapovjedništvo predlaže da se Vaša vlada obrati američkom i britanskom veleposlanstvu, kako bi ona poduzela neke zajedničke korake kod jugoslavenske vlade u ime talijanske vlade». Vidi i ACS, PCM, Talijanski dužnosnici, agenti i vojnici uhićeni i deportirani tijekom okupacije Julijske krajne k. 19/5, br. 40729. Pismo vrhovnog zapovjedništva savezničkih snaga Ministarstvu unutarnjih poslova. Glavnom ravnateljstvu javne sigurnosti, od dana 10/6/1947.: «U odnosu na vaše pismo 442/9769 od dana 5. svibnja 1947. Usprkos opširnoj istrazi, koju su tijekom dugog vremena provodile savezničke vlasti, nije se moglo dobiti nikakve obavijesti glede sadašnjeg stanja osoblja koje je pripadalo bivšoj riječkoj policijskoj upravi». Što se tiče riječke policijske uprave i desetkovanja njezinih pripadnika od Narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije usporediti i Il tributo fiumano all’olocausto…, n. dj., str. 16-23. 96 G. STELLI, «Un caso di genocidio ideologico: Venezia Giulia e Dalmazia 1943.-1948.» («Slučaj ideološkog genocida: Julijska krajina i Dalmacija 1943.-1948.»), u «Fiume», br. 38, (1999.), str. 32-36., ako ćitamo djelo Marija Pacora primjera metode najekstremnijeg umanjivanja i opravdanja Confine orientale: questione nazionale e resistenza nel Friuli Venezia-Giulia (Istočna granica: nacionalno pitanje i otpor u Furlaniji i Julijskoj krajni, Milano, bez izdavača, 1964), gdje autor piše: «Revolucionarna vojska i država zamjenjivale su staru fašističku državu... Trebalo je, po kriterijama koji su oćito tih dana prevladali, ukloniti ili neutralizirati svaki ostatak, u osobama i u organizacijama koje su s tom državnom surađivale. Bilo je na istaknutom socijalističkog svijeta u ekspanziji, sučeljeni s novim neprijateljem, imperijalizmom i grupama koje su se iako uz subjektivno prihvatljive razloge, na njega oslanjale i služile mu: trebalo je, po istim kriterjima, ukloniti ili neutralizirati vodeće pojedince». Stelli tvrdi, oslanjajući se na logiku koja se teško može osporiti, da «...Pahor ne primijećuje kako opisuje strukturu ideološkog genocida, odnosno logiku potpunog uklanjanja neutraliziranja protivnika...». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 129 genocida»96 koji možda nikada neće biti pobliže kvantificiran, bila je ista u čitavoj Julijskoj krajini, i napose je otvorila, posebice na području Gorice i Istre, dramatično poglavlje, koje do sada nije potpuno ispisano, o «bacanjima u jamu» koja su izazvala međunarodnu reakciju97, takvu da je prilično štetila teritorijalnim zahtjevima koje se Jugoslavija spremala postaviti na stolu mirovnih pregovora. Tito, koji je u svakom trenutku dobro znao procijeniti kakvu politiku valja provoditi, je zapovjedio prije kraja 1945. prestanak prijekih likvidacija98 i silom je zabranio diskriminirajuće deportiranje Talijana na okupiranim područjima99, ali istovremeno, odbijajući raspuštanje OZNE, rekao je i nešto što je posredno 97 G. SALOTTI, Il dramma di Fiume nel secondo dopoguerra («Riječka drama u drugom poraću»), «Fiume», 7, (1984.) str. 33: “Već prva počinjena djela od strane novih okupacijskih postrojba izazvala su – i kod one strane koja je aktivno pristupila partizanskom pokretu – mješavinu preneraženosti i straha. Istoga su dana, u stvari, nalijepljeni na gradske zidove plakati na hrvatskom jeziku, izuzev jednoga na talijanskom, u kojima je Naodno-oslobodilački odbor, smješten u guvernerovoj palači, proklamirao pripajanje Rijeke Hrvatskoj... nije se još ugasilo sjećanje na nasilje počinjeno od njemačkih postrojbi, a započelo je ono novih okupatora... Priželjkivane reakcije savezničkih snaga ograničile su se na poruku, koju je general Alexander, zapovjednik savezničkih vojski u Italiji, uputio 18. svibnja 1945. postrojbama, objelodanjujući kršenje obveza preuzetih od strane Jugoslavena glede Julijske krajine (opaska autora: u odnosu na sporazume sklopljene s maršalom Titom u Bolseni u rujnu 1944.), te izjavljujući da je to podsjećalo na Hilerove, Mussolinijeve i japanske metode. Naknadno je, međutim, (9. lipnja) postignut sporazum, između generala Morgana na savezničkoj strani i generala Arse Jovanovića na jugoslavenskoj strani, koji je podjelom Julijske krajine na dvije zone (Zona A, u koju su uključeni Trst, Pula, Gorica i razna mjesta na Krasu, koja su ranije okupirale jugoslavenske postrojbe, povjerena je okupaciji Saveznika; zona B, koja je obuhvaćala ostatak Julijske krajine, povjerena je jugoslavenskoj okupaciji) spriječio mogućnost zahvaćenog pučanstva na slobodno posezanje za pravom na samoodlučivanje». 98 M. ĐILAS, Compagno Tito («Drug Tito»), Milano, Mondadori, 1980., str. 111: «U mojim ratnim memoarima podsjećam da je Tito krajem 1945. zapovijedio prestanak ubijanja bez procesa i bez presuda, koje je provodila tajna policija, u to vrijeme nazivana OZNA». 99 ACS, CCLN, 1944.-1946., k. 4, «Talijansko-slavenska antifašistička unija Trsta», fasc. 67, J. Broz Tito: «Koje se prepreke isprečuju uspostavljanju normalnih odnosa između Jugoslavije i Italije» 1945. (preslika): «...Sav se talijanski tisak slaže u napadanju Jugoslavije oko navodnog interniranja više tisuća talijanskih državljana iz Zone A. Ti su napadi potpuno tendenciozni, jer ne odgovaraju činjeničnom stanju. Naša je vlada, u Beogradskom sporazumu, pregovarajući o utvrđivanju demarkacijske crte u tzv. Julijskoj krajini, odlučno odbila saveznički zahtjev za povratkom navodno interniranih talijanskih građana, koje su jugoslavenske vlasti navodno povele sa sobom prilikom svoje evakuacije iz Zone A. Jugoslavenska vlada odbila je taj zahtjev zbog jednostavnog razloga što u Jugoslaviji nema tih interniraca, kao što ih nije bilo ni u prošlosti. Usprkos tome, opetovano je upućivan jugoslavenskoj vladi, preko savezničkih vlasti, popis od 2.500 navodnih talijanskih interniraca. Taj popis ima vrlo sumnjiv sadržaj...». 100 J. RIDLEY, Tito…, n. dj., str. 237-238. 101 «La Voce del Popolo», 30/10/1945., «Naredba. Opće odredbe o pravosuđu na riječkom području. Gradski narodno-oslobodilački odbor Rijeke s obzirom na potrebu reguliranja pravosuđa na teritoriju u njegovoj nadležnosti. U dogovoru s Vojnom upravom Jugoslavenske armije, određuje slijedeće: I. Na riječkom području građanske i krivične postupke riješavaju isključivo narodni suci u Prvostupanjskom i Narodnom sudu. Kod dijeljenja pravde, narodni suci će se pridržavati važećih zakona, ukoliko isti nisu u suprotnosti s duhom i interesima narodnooslobodilačkog pokreta. U takvim slučajevima, oni će suditi po načelu osjećaja pravičnosti...» 130 Amleto Ballarini opravdavalo djelovanje ekstremista na dužnosti: «Ako OZNA unosi strah u kosti onome koji ne voli novu Jugoslaviju, stvar ide u prilog našeg naroda».100 Druga faza. Od 30. listopada 1945. nadalje,101 započeli su djelovati Narodni sudovi, koji su uz sudjelovanje Vojnih sudova (jedino nadležnih za izricanje smrtnih presuda) prijetili presudama na prisilni rad, zapljene i konfiskacije. U pogledu nestanaka, koji su se također nastavili, presuda na kaznu smrti, izdanih od vojnih vlasti, nije bilo mnogo, ali spoznavši tekst presude može se priznati da mjesto stratišta102 i mjesto pokopa žrtve nisu se nikada obznanjivali. Isto se može reći i po pitanju smrtovnica – koje su izdavala tijela gradskih vlasti, koje su imale ulogu matičnih ureda – izdanih članovima obitelji, koji su ih kasnije zatražili. U procesima dostupnim javnosti, kao što su bili oni održani 1946. i na početku 1947103. protiv nekih građana optuženih za neprijateljsku djelatnost, a u nekim slučajevima i za uporabu i držanje oružja i eksploziva, bilježimo teške kazne na prisilan rad, ali niti jednu smrtnu presudu. Suprotno tome, u velikom dijelu postupaka provedenih u tajnim sjedištima i bez znanja javnosti, za puno manje, a u nekim se slučajevima ne zna ni zašto, mnogo ljudi je uhićeno od tajne policije i nije se više vratilo kući104, ili je «likvidirano» na temelju prijeke presude Vojnih sudova. Amblematičan je slučaj Angela Adama, antifašista, povratnika iz Dachaua, i njegove obitelji. Njegovo se ime pojavljuje i u slučaju gore spomenutih procesa, te sve navodi na pomisao da bio upetljan u onu tajnu konspiraciju105, koja je druge stajala samo po nekoliko godina zatvora. U rujnu ili listopadu nestali su on, njegova žena i njegova kćer, ali 1947., iako je bio nestao, Narodni sud ga je osudio na dva 102 Isto, 18/9/1945. pod naslovom Nemici del Popolo (Narodni neprijatelji) donesena je vijest dva izvršenja smrtnih kazni, nad Argeom Cappadurom i nad Božom Šikićem, streljanjem od strane vojnih vlasti, koja su izvršena na groblju Trsat. To je jedan od malobrojnih slučajeva u kojima je obznanjeno mjesto streljanja. 103 ARHIV VRHOVNOG VOJNOG SUDA, Beograd (dalje: ACSM), Viši vojni sud, 24/47. 104 IRSMLFV, Povijesni ured, dokument 1303, Angelo Adam: «Razgovor s gospođom Annom Adam udovicom Monti, sestrom Angela Adama, u Trstu 16. rujna 1965.» – sastavio i potpisao Galliano Fogar: «...U rujnu-listopadu 1945., malo prije uhićenja i smaknuća od strane jugoslavenske policije, Angelo Adam je otputovao u Milano (možda je to bilo jedino putovanje)... Angelo Adam je htio zadržati tajnost iz konspiratinih razloga (trebao se vratiti u Rijeku). Gospođa Anna Adam je uzalud tražila Angelove matične izvatke, preko talijanskih konzulata u Zagrebu i Kopru, od vlasti u Rijeci. (...) Na jugoslavenskoj strani ne izdaju se potvrde o Angelu Adamu, kao da nije nikada ni postojao, te kao da nije ni rođen, ni godinama živio u Rijeci». 105 ACSM, Viši vojni sud, 24/47, zapisnik o saslušanju Antonija Lukšića, koji se deklarirao Hrvatom s talijanskim državljanstvom, činovnikom po zanimanju, od dana 21/1/1947.: «...U mjesecu srpnju 1945. don Polano me pozvao da sudjelujem na talijanskom Odboru za nacionalno oslobođenje Rijeke (...) Do tog vremena nisam znao ništa o (sic) takvim odborima i tom sam prilikom saznao (sic) da je taj odbor osnovan pred kraj godine 1944. na inicijativu prof. Brusicha, prof. Adelia Tavolinija (sic), Nerea Nartica, a kasnije sam došao i ja, i zatim izvjesni Superina i Adam...». 106 DAR, Prefektura, I, nepoznato porijeklo, strojopisna kopija Registra prijepisa prekršaja PR-28, 1947.-6. Okružnog narodnog suda Rijeke u Državnom arhivu u Rijeci pod br. 49. 84) stoji: «Ime: Adam Angelo. Dužnost: činovnik. Obrazloženje: špekulacija, sabotaža itd. (30-I/25-4). Presuda: 2 mjeseca zatvora. Globa». Profilo storico - Povijesni pregled događaja 131 mjeseca kao «špekulanta i sabotatora»106, to također potvrđuje da desna ruka narodnog pravosuđa nije znala što radi lijeva ruka OZNE ili UDBE, ili bolje rečemo, moglo bi se pomisliti da se narodno pravosuđe brinulo za političko i moralno diskreditiranje, kao da se radi o živim ljudima, subjektima koje je tajna policija već uklonila. Režim je, u toj fazi, radije pristupao fizičkom uklanjanju svojih osumnjičenih protivnika bez prevelike buke, tako da je neprobojna tišina glede njihove sudbine i dalje predstavljala izvanredno sredstvo odvraćanja za preživjele, koje je svakoga obeshrabrivao glede oponašanja njegovog primjera. Kada je, međutim, trebalo pribjegavati javnim procesima radi dokazivanja da su vanjski neprijatelji sustava bezuspješno planirali (u slučaju gore navedenih procesa, dokazano je i tajno financiranje iz Italije preko talijanskog Komiteta za nacionalno oslobođenje Trsta)107 njegovo rušenje i da je narodna pravda pobjeđivala, ograničavali su se na kazne zatvora, koje su u prizivu gotovo uvijek osjetno skraćivane. Radilo se o «promičbenim procesima» još više olakšanim političkom nedosljenošću 107 AMSF, Zanella, k. 2, koverta 10. Pismo Riccarda Zanelle pukovniku Antoniju Fondi Saviju, talijanski Komitet za nacionalno oslobođenje Trsta, iz Rima 29. listopada 1946.: «Zahvaljujem Vam na ljubaznosti koju ste mi iskazali 18. ovog mjeseca izvijestivši me o svotama koje ste Vi isplatili za pomoć Riječanima na teret fonda od 25 milijuna za te potrebe određenog od Ministarstva za poraće. Zatražio sam od Vas tu ljubaznost, ne zato da mi Vi podnesete račun o stanju računovodstva, što nije u mojoj nadležnosti, nego da bih postavio konkretan temelj zahtjevu kojega mi je zadovoljstvo uputiti Vam, a to jest da pristanete na to da preostalih 13 milijuna, kojima još raspolažemo za pomoć Rijeci, bude upravljano i distribuirano iz ovog riječkog ureda, koji predstavlja jedino službeno predstavništvo riječkih interesa, kojega priznaju vlada i država... složit ćete se da nije niti normalno niti opravdano da u tako osjetljivom pitanju kao što je pomoć u državi kojom vlada Tito i OZNA, upravljanje tako velikim fondovima za socijalnu i političku pomoć bude rukovođeno od osobe, iako vrlo ugledne i vrlo poštovane poput Vas, koja ne raspolaže potrebnim poznanstvima ljudi i okoline, tako kompleksnog pučanstva poput onog riječkog. Nedavni događaji u Rijeci, i točnije uhićenje troje Luksicha, konfiskacija 700.000 lira pronađenih u njihovom stanu, razlozi koji su izazvali uhićenje, afera koja je iz toga proizašla, tužne posljedice, tračevi, sumnje, zaoštravanje policijskih progona, koja se sada obnavljaju, nužno se dotiču Vaše odgovornosti, a samo podložno ovoj i odgovornost ljudi koje ste Vi, očito u dobroj vjeri, izabrali za izvršavanje Vaših pohvalnih namjera...». 108 AMSF, Istraživanje žrtve talijanske nacionalsti 1940.-47., U «Proglasu Talijanima iz Istre i Rijeke» kojega je Izvršni odbor Unije Talijana za Istru i Rijeku raspačavao u ilegali 6. ožujka 1945. moglo se pročitati: «...talijanska reakcija u Istri i Rijeci, sakrivena pod lažnom demokratskom maskom i podržana od reakcionarnih snaga u Italiji, intenzivirala je svoje djelovanje upereno na pasiviziranje talijanskih masa i za njihovo udaljavanje od narodno-oslobodilačkog pokreta i za raspirivanje šovinističke mržnje prema Hrvatima sa sljedećim ciljevima: onemogućiti Talijanima slobodan i sretan život u novoj Jugoslaviji; onemogućiti im da borbom izbrišu mrlju talijanskog fašističkog ugnjetavanja hrvatskog pučanstva i ponovno ih učiniti krivima za takvo ugnjetavanje...». Izvršni odbor, u kojemu su za Rijeku već tada prisustvovali: Dino Faraguna kao predsjednik, Erio Franchi, Gioia La Neve i Luciano Michelazzi kao članovi, Ervino Locatelli, Orazio Cergnar, Giovanni Cucera, Carlo Mania, Giuseppe Fornasari i Luciano Bernardi kao savjetnici, nakon takvih pretpostavki, po stjecanju pobjede prihvatio je zadaću: «...Raskrinkavati sve reakcionarce i njihove planove, kako bi na taj način Talijani Istre i Rijeke u federalnoj i demokratskoj Hrvatskoj postali most koji će spajati Titovu Jugoslaviju i Italiju u borbi za svoju demokratsku slobodu...». 132 Amleto Ballarini protivnika koju se prigodno vješto prenapuhavalo radi pothranjivanja mita o «talijanskoj reakciji» aktivno prisutnoj u Istri i u Rijeci.108 U tom razdoblju, dakle, susrećemo djelovanje dviju različitih vlasti: jedne, koja obznanjuje svoju aktivnost, izbjegavajući potkrepljivanje pretpostavke o sistematičnom progonu Talijana ili čak o provođenju projekta «etničkog čišćenja», i druge, koja je u prvoj fazi ovisila od Ministarstva obrane, a u drugoj fazi ovisi od Ministarstva unutarnjih poslova: tajna policija OZNE, kasnije nazvane UDBA, o kojoj se malo zna i o kojoj se još i danas ne može pronaći, pored dokumenata koje smo pronašli u različitim fondovima i arhivima koji čuvaju njezinu dokumentaciju. Nije nam bilo moguće podrobno rekonstruirati službeni i potpun sastav te organizacije u Rijeci, ali znamo da je vojni zapovjednik odjela OZNE u okviru 19. divizije, koja je djelovala na području našeg zanimanja i nakon 3. svibnja 1945., bio Emil Karadžija zvan Domaći, a politički komesar bio je Oskar Piškulić zvani Žuti.109. To se posljednje ime učestalo pojavljuje, prije toga, tijekom partizanske borbe, kao utjecajni delegat Komunističke partije Hrvatske kako oko djelatnosti regrutiranja, tako i oko djelatnosti uspostave i nadzora nad Gradskim komitetom Komunističke partije u Rijeci i u njezinoj provinciji. O takvoj svojoj dužnosti, on će sam svjedočiti u poslijeratnoj memoarskoj literaturi110. Njegova važnost, kao partijskog aktivista, R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 518-521 i dalje. L. MARTINI, Memorie e documenti…, n. dj., str. 143, tako piše Oskar Piškulić: «...Na početku 1943., u veljači, utvrđeno je da odem pojačati partijski odbor Kastva... U listopadu 1943. zapovijeđeno mi je da odem u Rijeku od strane partijskog Okružnog odbora za Hrvatsko pimorje... već je postojao partijski Gradski odbor... ja i Romano Glazar morali smo sudjelovati u njegovom pojačavanju...». U stvari, iz čitave njegove pripovijesti razabiremo da Gradski odbor Komunističke parije Hrvatske, usprkos oklijevanjima talijanskih komunista, u stvari je ponovno osnovan i učinjen djelotvornim samo njegovom i Glazarovom zaslugom, budući da prethodni odbor nije odgovarao očekivanjima Partije. 111 ACS, Ministero dell’interno (Ministarstvo unutarnjih poslova), Talijanska Socijalna Republika, Republikanska nacionalna garda, k. 31, Riječka legija II-41, Sudsko izvješće Istražnopolitičkog ureda Milicije teritorijalne obrane Kvarnera 3. pukovnija (61. legija), ur. br. 4645/B/3 od 7. rujna 1944.: «Prijava na teret Remigia Bresca, pokojnog Giovannija (uhićenog), Giovannija Duiza od Giovannija zvanog John (uhićenog i koji je počinio samoubojstvo), Liliane Pillepich pokojnog Antonija (uhićene), Remigia Picovicha pokojnog Giovannija zvanog Giorgio (uhićenog), Giordana Smolnicara pokojnog Massimiliana zvanog Elio (uhićenog), Leopolda Pezmana pokojnog Antonija, Lodovica Matesicha od Celestina (uhićenog), Eugenia Puccara pokojnog Simeona (pobjeglog iz zatvora), Giovannija Cucere od Mattea zvanog Fabio (u bijegu), Luigija Cimadorija od Francesca zvanog Suti (u bijegu), Oscara Pisculicha od Giuseppea zvanog Žuti (u bijegu), Danila Cergnula od Giacoma zvanog Nini (u bijegu), Pietra Klausberghera od Luigija (u bijegu), žene poznate pod pseudonimo Olga (u bijegu), muškarca poznatog pod pseudonimom Puc (u bijegu), muškarca poznatog pod pseuonimom Mlade (u bijegu), svih okrivljenih za konspiraciju protiv državnih vlasti zbog počinjanja, djelujući samostalno ili u zajedništvu, u Kvarnerskoj provinciji ili u susjednim krajevima tijekom razdoblja od siječnja do kolovoza 1944., u svojstvu članova tajne komunističke udruge u neprijateljskoj službi i uz njegovu pomoć, djelatnosti uperene na oružani prevrat protiv državnog poretka...». Dana 10. rujna 1944. isti je Ured javljao vojnim i političkim vlastima Talijanske Socijalne Republike da je zapovjedništvo njemačke policije u Rijeci zapovijedilo strijeljanje, s osobljem 3. pukovnije Milicije, trojice uhićenika: Remigia Picovicha, Leopolda Pezmana i Lodovica Matesicha. Strijeljanje je obavljeno 9. rujna. Mnogo elemenata 109 110 Profilo storico - Povijesni pregled događaja 133 između 1943. i 1945. bila je dobro poznata kako Nijemcima, tako i fašistima milicije koji su u Rijeci djelotvorno obavljali dužnosti političke policije, zamjenjujući po dužnostima Politički ured mjesne policije, koja je u potpunosti izgubila ugled111. Bilo je poznat i tijelima sigurnosti NDH (ustaškoj državi Ante Pavelića). Iz kopije nekih Vijesti pohranjenih u arhivima NDH112 proizlazi da Piškulić, iako tražen od svih policijskih tijela koja su postojala na tom teritoriju, uživao u visokim prijateljstvima na suprotnoj strani koje su mu omogućavala spas i u najgorim trenucima. «Na Sušaku» – doslovno navode te Vijesti, sastavljene 1944. godine – «Nijemci su uhvatili poznatog terorista Piškulića, političkog komesara. Poznati ustaški pas Montanj oslobodio je Piškulića, koji sada vodi komuniste u kraju Gorski kotar». U prikladnih kako za inkriminiranje drugih uhićenika, tako i za one u bijegu, potvrđeno je u ispitivanju Giovannija Duiza. Nakon rata, komunistička literatura je tvrdila da je Duiz stradao u zatvoru od pretrpljenih mučenja tijekom ispitivanja. Milicija u svom dokumentu tvrdi da je Duiz počinio samoubojstvo «u zatvoru u kojem je bio priveden, koristeći telefonsku žicu linije koja je bila provedena ispod prozora s vanjske strane samog zatvora». Iako je teško povjerovati da se s nekog prozora zatvora može iskoristiti telefonska žica postavljena izvan prozora istog, ostaje činjenica da dva pripadnika pokreta otpora Antonio Bencich i Amedeo Ursich (ovaj i od nekakve važnosti) nisu mogli biti osuđeni, jer Duizovo ispitivanje nije bilo još gotovo i nije došlo do njegovog suočavanja s osumnjičenicima radi njihove inkriminacije. Treba nadalje istaknuti da je Duiz pokušao samoubojsto tijekom prvih ispitivanja i pokušao se opravdati izjavljujući: «Uvjeren sam da ako budem pušten na slobodu, šefovi komunističke organizacije će me dati ubiti». Dakle, Duiz je Miliciji koristio više živ nego li mrtav. Međutim, iz slučaja su se na čudnovat način spasili Eugenio Puccar, koji je tajanstveno «pobjegao iz zatvora», i Remigio Bresaz u čijim džepovima i u čijoj kući je pronađen materijal za identifikaciju svih ostalih. Kao potvrda da Milicija nije imala puno koristi od preuranjene Duizove smrti, stoji i činjenica što se u zapisniku navodi: «tijekom istrage su u više navrata ispitivani Bresaz i Duiz radi spoznavanja imena počinitelja terorističkih atentata izvršenih od pripadnika komunističke organizacije, u kojoj su kao Bresaz tako i Duiz aktivni članovi i u kojoj obnašaju visoke dužnosti, kako se moglo zaključiti na temelju materijala što im je zaplijenjen, ispitanici su se zatvorili u najveću tišinu možda zato što su se obvezali na tajnost. Isto su držanje zadržali i kada se pokušalo iznuditi njihovu tajnu o imenima najviših rukovoditelja pokreta, o glavnom sjedištu riječkog Odbora itd., itd». Bresaz nije odao beznačajne podatke. Priznao je, pored svega ostalog, da «nacrt unutarnjeg plana zgrade policijske uprave», koji je pronađen zajedno s drugim dokumentima u njegovom posjedu «bio je dobio radi njegovog čuvanja, od Cimadorija koji je, svojevremeno, prema onome što je on rekao, dobio istoga od nekog policijskog podkomesara, a taj je dužnosnik namjeravao prijeći Miliciji, a pristao je na davanje nacrta uz uvjet da ga partizani spase u slučaju potrebe... bilješka ‘podkom. Dino’ koja stoji na prilogu 10 i odgovara riječi «policijska uprava», te navodno znači ‘podkomesar Dino’ Bresaz ju je navodno, po njemu, napisao po Cimadorijevom nalogu, a da nije ni znao pravo značenje toga». Valja istaknuti da se sam Bresaz, prema njegovim priznanjima, u svojoj djelatnosti oslanjao na ljude poput Luigia Cimadorija zvanog Suti i Oskara Piškulića zvanog Žuti. Prvi je bio jedan od onih «tipova» kojeg je on imao ovlast zadužiti za uvjeravanje trgovaca... (opaska autora: slijedi desetak imena), i uz uporabu prislinih sredstava, glede potpore organizaciji u novcu i u robi, dok je drugi, u Rijeci mitska figura hrvatskog otpora komunističkog karaktera, jednoga dana postao šef mjesne tajne policije (prije OZNE, odnosno zatim UDBE). 112 VAB, JU, 17068, 2/12-6, 305, Dokumenti NDH, Vijesti (op. autora: vjerojatno ih je sastavio četnički pokret). 113 R. BUTOROVIć, Sušak…, n. dj., str. 456. 134 Amleto Ballarini historiografiji Narodno-oslobodilačkog pokreta, Piškulićev bijeg se pripisuje uspješnosti partizanskog prevrata. U stvari, u djelu Radula Butorovića113, kojega mi više puta citiramo, stoji: «Zapovjedništvo karabinjera u Trstu, grupa u Rijeci sastavila je 25. travnja 1944. slijedeće izvješće: ujutro 25. o. mj. tijekom neke partizanske urote, bačena je bomba u dvorište pravosudnog zatvora u Rijeci: bilo je ispada panike među čuvarima i zatvorenicima. To je omogućilo bijeg vođe ustanika Oskara Piškulića, kojega je već osudio na smrt vojni sud 2. armije, koja je već raspuštena, i oslobođen je nakon događaja iz proteklog rujna. Bjegunca je oslobodila njemačka policija. Eksplozija je ranila jednog zatvorskog čuvara i tri zatvorenika. Davor Ritt i Luciano Bellina prešli su s otetim Piškulićem stari grad i na pomoćnom prijelazu, kojega je čuvala financijska policija, prešli su Rječinu i otišli na Sušak. Najprije su se sklonili u stan Milana Orela člana Mjesnog odbora Komunističke partije Hrvatske za Sušak, a zatim kod Gabrijela Korenčića, šefa policije na Sušaku, s kojim su bili u vezi». Mi u talijanskim arhivima nismo pronašli nikakav takav dokument, čiji sadržaj dopušta neke osnovane sumnje. Čini nam se nevjerojatnim da su u travnju 1944., podčinjeni od Nijemaca i izolirani od Milicije, riječki karabinjeri bili još tako djelotvorni da su točno znali, ne samo imena Piškulićevih osloboditelja, nego i imena Hrvata kod kojih je on pronašao sigurno utočište na Sušaku. O prevratu u riječkom zatvoru nema ništa u dokumentima mjesne policijske uprave i Milicije koje smo mi pronašli. Međutim, postoje dvije činjenice koje su u različitim verzijama (ona iz Vijesti čuvanih pri NDH i ona koju daje Butorović) jednake: Piškulića su u svakom slučaju uhvatili Nijemci (a oni su ga oslobodili ili predali ustašama, koji su ga kasnije oslobodili), te također u svakom su slučaju (zvao se on Montanj ili Korenčić), neki čelnik ustaške policije na Sušaku pustio ga je da pobjegne. U svojim sjećanjima, koje je prikupio Lucifero Martini,114 Piškulić ništa ne govori o svom navodnom bijegu iz riječkog zatvora, a niti o svom uhićenju od strane Nijemaca 1944.115 Usprkos tome, čini se neupitnim da je već od prvog trenutka, od 16. svibnja 1945116, Oskar Piškulić obnašao u Rijeci, iako kratko i prigodno, značajnu ulogu u okviru L. MARTINI, Memorie e documenti…, n. dj., str. 134-146. AMSF, Istraživanja žrtve talijanske nacionalnosti 1940-47., Kopija faksa Odvjetničkog studija Sinagre, Rim, Oskar Piskulić ispitivan je u županijskom sudu u Rijeci dana 18/8/1999., uslijed sudskog postupka u kojemu je on imao ulogu optuženika pri Kaznenom sudu u Rimu glede ćinjenica koje su se zbile u Rijeci nakon 3. Svibnja 1945., on je doslovno izjavio: “Godine 1950. osudio me Vojni sud u Zadru na 10 godina zatvora zbog suradnje s talijanskim okupatorom. Kaznu sam izdržavao od 1951. do 1961. u raznim zatvorima bivše Jugoslavije, tj. na Golom Otoku, Lepoglavi i Staroj Gradiški. 116 Vidi bilj. 101. 117 DAR, «Komisija za ratne zločine», JU 41, k. 5, Svjedočenja potpisana od Nevenke Bratonje i Albine Bratonje u kojima je navedeno da budući je uhićena od njemačke policije dana 4/12/1944. Vera Bratonja, njihova sestra i kćer, aktivistkinja Narodno-oslobodilačkog pokreta, najprije je dugo mučena radi dobivanja podataka, a zatim je zatvorena u zatvor ulice Coroneo u Trstu i u San Sabi, a sama je smatrala da je (sic) njezino uhićenje uzrokovano tajnom prijavom izvjesne Nelle Chiese zvane Ivanka. Sestra Nevenka, koja se vratila kući po oslobođenju, uputila se dana 7. svibnja 1945. 114 115 Profilo storico - Povijesni pregled događaja 135 samog gradskog Narodno-oslobodilačkog odbora kao «predstavnik za red i za sigurnost» iako se od 16. svibnja nadalje o njemu govorilo isključivo kao o mjesnom odgovornom za OZNU.117 U Piškulićevim uredu118 a i njemu osobno119 GNOO Rijeke je poslao molbe i zahtjeve od svih onih koji su tražili vijesti oko nestalih ljudi jer su bili svjesni da je on imao značajna moć u ono doba. Uvjereni smo da se, kako u prvoj, tako i u drugoj fazi, izuzev eventualnih slučajeva običnog razbojništva, ništa nije moglo prikriti moći Komunističke partije Jugoslavije, koja je za Rijeku opunomoćivala Komunističku partiju Hrvatske. Čak je i vojno djelovanje bilo podčinjeno, od samog početka, nadzoru političkog komesara koji je nadgledao i stražario nad djelatnošću zapovijedanja. Vlasti gradske uprave, sudskih i policijskih tijela, bili su, prema našim saznanjima, podčinjeni istom nadzoru. Prelistavajući spise gradske Komisije za utvrđivanje ratnih zločina za Rijeku može se zaključiti da je civilna vlast bila vrlo malo obaviještena o represivnoj djelatnosti vršene od Vojnih vlasti i OZNE. Komisija je, u stvari, sastavila popis 196 osoba o kojima je trebala biti provedena istraga i koje je trebalo proganjati kao ratne zločince120. Navedena Komisija bila je ovlaštena prikupljati svjedočanstva i dokumente korisne za inkriminaciju «narodnih neprijatelja» i posredstvom tiska pozvala je građane na «prijavljivanje svih ugnjetavanja pretrpljenih od fašističkih vlasti i prije rata «ovlašćujući, u slučaju odsutnosti onih koji su ih pretrpjeli, i «njihovu rodbinu i prijatelje na podnašanje prijava, kako nitko od krivaca ne bi [izbjegao] pravednu kaznu» Nije bilo ni «potrebno dostaviti pisanu prijavu, nego je s drugom Gabrieleom Samsom, u pranji dvojice narodnih vojnika, do kuće navedene Chiese i ishodila je uhićenje nje i muškarca koji je s njom živio, čije je ime prihvatila, iako nije bila za njega udata. Samsa je to dvoje osobno odveo u OZNU i predao ih je osobno drugu Piškuliću (Žutom), ali taj ih je oslobodio i mogli su, opskrbljeni propusnicom, otići u Italiju. O Veri Bratonji, prema sestri Nevenki nije bilo više vijesti. Njoj je, kao heroju otpora, posvećena jedna ulica u Rijeci i, zbog ironije sudine, u istoj ulici, dok ovo pišemo, stanuje Oskar Piškulić. 118 DAR, isto, dok. 656, pismo predsjednika GNOO-a Povjerenstvu OZNI Rijeke, 6/6/1945.: «članovi obitelji vaših zatvorenika: Burichi (sic - opaska autora čita se Buricchi) Gino, Cozzella Luigi, Giagnte (sic - op.a. čita se Gigante) Vicenzo (sic - op.a. čita se Vincenzo), Stamantini (sic op.a. čita se Tamantini) Fabio, Vasile Gerlando (sic - op. a. čita se Gerardo), Balderi (sic - op.a. čita se Valderi) Matteo, Riccio Guido (sic - op.a. čita se Aquito), Romagnolo Ferdinando (sic - op. a. čita se Fernando), Gasperino (sic - op.a. čita se Gasperini) Albino, Corbo Giuseppe, Devescovi Valerio, traže svaki dan kod nas vijesti, ali mi nismo u stanju dati ikakvu informaciju, a oni dolaze ovdje više puta na dan i molimo Vas da ih obavijestite. Citirana imena odgavaraju pripadnicima riječke talijanske policijske uprave. Obitelji tih nestalih osoba (vidi slučaj Vincenza Gigantea u AMSF) neće nikad uspjeti dobiti od jugoslavenske vlasti potvrdu da su njihovi ukučani umrli a mjesto pokopa često je označeno kao «nepoznato». 119 Isto, pismo prot. 182, 9/5/1945., početak pisma adresiran “Dragome Žutu”, bio je to nadimak Oskara Piškulića. U tom pismu kaže mu se da supruga Ettorea Innocentija traži vijesti njenog muža i zbog nadležnosti, tražu od Piškulića informacije. Ettore Innocenti bio je dočasnik talijanske riječke policiske uprave. Proizlazi da je i on strijeljan na Grobniku u lipnju 1945.. 120 DAR, GNOO, Komisija za utvrđivanje ratnih zločina, JU 16, k. 5. 121 «La Voce del Popolo», 9/10/1945., pod naslovom Per l’accertamento dei crimini di guerra (Za utvrđivanje ratnih zločina). 136 Amleto Ballarini [bilo] dovoljno doći radi podnašanja usmene prijave»121. Gore navedeni popis ispisan je strojem, a u dva slučaja, netko je pored imena kemijskom napisao «likvidiran», te taj pojam ne upućuje niti na sudski postupak, niti na neko ubojstvo po kratkom postupku od strane vojnih vlasti. Na popisu ima 36 osoba za koje proizlazi da su ubijene, u većem dijelu slučajeva bez presuda na smrt od strane Vojnih sudova, dakle «likvidirane» su. Iz bilježaka pisanih strojem, koje prate mnoga imena uključena u popis, doznaje se da je predmet (s prikupljenom dokumentacijom) prešao u nadležnost Vojnog suda. Iz svega toga proizlaze samo dvije mogućnosti: ili je Komisija vrlo malo znala što rade druga gore navedena tijela, i ne bi se mogle razumjeti gore navedene rukom unesene bilješke, koje međutim pretpostavljaju određena saznanja, ili je Komisija prosljeđujući predmete drugim tijelima (kao što je bio slučaj s Vojnim sudovima) praktično je sudjelovala u izazivanju smrti za barem 36 osoba i bila je svjesna toga. Pored zapljena i konfiskacija, osuda na prisilan rad, osuda na smrt i nestanaka u tvornicama i u školama događala su se pojave kolektivnih čistki koje su poprilično doprinijele poticanju egzodusa u svakom obliku i sa svim sredstvima. Neke čistke (gotovo uvijek Talijana), kao ona koja se dogodila u brodogradilištu 11. veljače 1946., bile su javne; poslužile su kao politička opomena i za davanje posla onima (gotovo uvijek ne-Talijanima) koji su iskazivali apsolutnu vjernost režimu: «Svaki pošteni radnik, svaki radni čovjek, svatko koji u radu vidi sredstvo za uzdizanje cjelokupne vlastite klase i čitavog naroda na viši stupanj života, vidjet će u današnjem činu zaštitu dojučerašnje borbe i njezinog današnjeg i sutrašnjeg rada. I on će poslužiti onim nepoštenima koji se još sakrivaju u masi za uvjeravanje da je njihovo vrijeme prošo i da narodna vlast znači rad, stegu i slobodu»122. Aktivnost čišćenja i lov na fašiste radi primjernih kazni od strane narodnih vlasti u veljači 1946., dakle devet mjeseci nakon kraja rata, nije uvijek podržavala Vojna uprava na jadranskim prostorima otrgnutih od talijanskog suvereniteta gdje je egzodus i želja za egzodusom poprimala relevantne razmjere i gdje je postajala neophodna rekonstrukcija, prije potpisivanja Mirovnog sporazuma, slike Jugoslavije kao demokratske, tolerantne i multietničke. To, i više od toga proizlazi sa sastanka održanog u Trstu 8. veljače 1946.123 s kojega prenosimo, uz ograničeni komentar, neke odlomke koji zaslužuju posebnu pozornost: «...držimo da Vojnoj upravi trebamo uputiti slijedeće preporuke» – opaska autora dokazujući tako da se nije moglo ništa vršiti bez suglasnosti vojnih vlasti – “a) da ne bude osnovan samo jedan logor za slovensku i jedan za hrvatsku zonu, nego više logora manjeg 122 Isto, od 12/2/1946., pod naslovom «Il popolo contro i disonesti - La massa operaia dei Cantieri espelle dal suo seno i resti del fascismo» (Narod protiv nepoštenih - Radnička masa brodogradilišta isključuje iz svog sastava ostatke fašizma). 123 DAR, GNOO, Gradska komisija za utvrđivanje ratnih zločina, JU 41, k. 6, pismo od dana 6/5/1946. javnog tužitelja dr. Bruna Scrobogne Gradskom narodno-oslobodilačkom odboru, Odjelu tajništva Komisije za utvrživanje ratnih zločina i Divizijskom vojnom sudu IV. armije, dostavljanje kopije «Konferencije i zaključaka s iste za koordinaciju antifašističke borbe u Zoni B Julijske krajine» održane u Trstu 8. veljače 1946.. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 137 kapaciteta, i to u blizini ratom razorenih područja, tako da se radni potencijal osuđenika najbolje iskoristi i uz najmanji trošak (...); c) kako bi osuđenici osjetili moralni teret kazne, sukladno tehničkim potrebama organizacije rada, nužno je da budu držani odvojeno od civilnih radnika; d) radni logor, pored svrhe kažnjavanja počinjenih zločina i obnavljanja ratom razorenih krajeva, mora imati svrhu moralnog i socijalnog preodgoja osuđenika; e) u radnim logorima potrebno je držati odvojene političke od običnih osuđenika; f) potrebno je posvetiti najveću pozornost rješavanju pitanja uspostave logora za maloljetnike (...) – ( opaska autora.: Konferencija razmatra, kako je vidljivo iz teksta, o “političkim” a ne o “bičnim” osuđenicima, te se napose radi o “fašistima i kolaboracionistima”. Treba se zapitati da koji su uzroci odredili pojavu ‘’maloljetnika’’ u takvom broju da je bilo potrebno osnovati poseban logor. Radi li se o djeci osuđenika ili o “maloljetnicima” krivim za “fašizam i kolaboracionizam?” (...) II. Unifikacija kriterija za suđenje fašističkim i kolaboracionističkim kriminalcima. – Držimo da valja poduzeti žurne postupke za fašiste i kolaboracioniste, bili oni prisutni ili odsutni, tako da se dođe barem do eksproprijacije njihove imovine. Odlučujemo, utoliko, stupiti u vezu s Vojnom upravom i podnijeti sljedeće prijedloge: a) kako u Trstu, tako i u Europi, nametnuo se pojam suđenja i kažnjavanja fašista i kolaboracionista u (...) ima se smatrati primjerenim osnivanje posebnih sudskih tijela za fašiste i kolaboracioniste u Zoni B; b) kada bi Vojna uprava imala posebne razloge političkog karaktera za suprotstavljanje (...) predlažemo potvrđivanje tijela koja već postoje u slovenskom dijelu Zone B, a što se tiče hrvatskog dijela Zone B treba odrediti sastavljanje posebnih vijeća u okviru redovnih Kotarskih sudova (...) – III. Unifikacija kriterija za uklanjanje s položaja fašista u javnim i privatnim poduzećima. – Odlučujemo upozoriti Vojnu upravu na potrebu žurnog pristupanja uklanjanju s položaja fašista i kolaboracionista iz proizvodnog života Zone B. Ako bi Vojna uprava pronašla poteškoće političkog karaktera (..). mjesni odbori i odbori u poduzećima UAIS-a prvostupanjske Komisije za uklanjanje s položaja, za poduzeća ili mjesta (...) Za izvršavanje odluka komisija za uklanjanje s položaja za slobodna zanimanja, te za posjednike dozvola za javna zanimanja, obrt i industriju, potrebno je proučiti mogućnost za uspostavljanje čvrste veze s tijelima narodne vlasti radi reguliranja oduzimanja dozvola za obavljanje poslova. Nedavni dekret narodne vlasti utvrđuje izvršavanje revizije dozvola za obavljanje poslova na temelju političkog kriterija (...) Drug Peterin objašnjava da, uzimajući u obzir činjenicu što su pravosudna tijela Zone B izdala brojne presude na težak i lagan prisilni rad, te da do sada u Zoni B nedostaju sredstva za početak provođenja tih presuda, neophodno je da ta sredstva budu stavljena na raspolaganje (...) Drug Cerkveni iznosi da, koliko je njemu poznato, Vojna uprava se već počela baviti tim pitanjem, te da je utvrdila namjeru uspostavljanja barem dvaju logora, po jednog za hrvatsku i za slovensku zonu. Za slovensku zonu uspostavljen je već logor kapaciteta 50 osoba blizu Ilirske Bistrice (...) Drug Perić (...) iznosi da u Slovenskom primorju ima mnogo osuđenika na prisilni rad (...) Međutim, logor u Ilirskoj Bistrici neće biti dovoljan za prihvat svih zatvorenika (...) Za hrvatsku Istru i za Rijeku određeno je uspostavljanje logora u središnjoj Istri, vjerojatno u blizini Pazina...». Nakon dugog razgovora o mogućnosti osnivanja internacijskih logora u Zoni B i o osnivanju vijeća za sudovanje, možda Posebnih sudova, radi još većeg pojačavanja procesa fašistima i kolaboracionistima neki delegati su postavili neke dvojbe koje nisu zanemarive: «Drug Periz izvještava da je Vojna uprava navodno izrazila mišljenje protivno uspostavi 138 Amleto Ballarini posebnih sudova za suđenje fašistima, te da se mora predvidjeti mogućnost ukidanja i onoga u Kopru. Drug Peterin, u odnosu na Perizevu informaciju, tvrdi da, zbog obzira političkog karaktera u odnosu na međunarodnu situaciju, ne bi bilo shodno pretjerano napuhavati taj problem». Na temelju tako vidljivih kolebanja, nakon tolike gorljivosti za «uklanjanje s položaja» mislimo da se može zaključiti sljedeće: između Narodno-oslobodilačkih odbora i popratnih tijela s njima povezanim bila je prisutna osjetna razlika u viđenjima u odnosu na Vojnu okupacijsku upravu. Ona je usklađivala svoje djelovanje s voljom Jugoslavenske vlade, koju je tumačio maršal Tito koji je, nakon prolaska prvog nekontroliranog represivnog vala, očekivao uspješan završetak svojih planova o teritorijalnom priključenju, obnavljajući na međunarodnom planu demokratsku i tolerantnu sliku, koja je u prvim mjesecima okupacije ozbiljno pokolebana. Trebalo se zapitati, na kraju, nakon devet mjeseci neometanog obnašanja vlasti u Zoni B, uključujući i Rijeku, koliko je moglo biti još slobodnih fašista i kolaboracionista na području u nadležnosti. A u nedostatku fašista i kolaboracionista, protiv koga je mogla biti usmjerena sva ta borba aparata kojeg se namjeravalo usavršiti na najbolji mogući način? Nije slučajno da drug Bruno Scrobogna, javni tužitelj u Rijeci, postavio okupljenima značajno pitanje, a ono glasi je li postignut dogovor, nakon toliko pričanja, «o definiciji fašista. Drug Sajevitz čita mu naziv (sic) Narodnog suda za suđenje fašističkih zločina protiv postojanja narodne slobode i njezinih demokratskih institucija. Nije potrebno utvrditi neke datume za početak, nakon kojega bi se zločini s gore obrazloženim izgledom smatrali fašističkim...». Iz obrazloženja kojeg je iznio Sajevitz ispada da svaki zločin protiv općenitih vrijednosti «postojanja» i «slobode» naroda i «njegovih demokratskih institucija» imao se smatrati «fašističkim» zločinom, «fašistom» svatko koga se smatralo za to odgovornim, neovisno od datuma počinjenja samog zločina. Dakle, i nakon datuma prestanka i ukinuća fašističkog režima i njegovih institucija mogao je biti počinjen neki «fašistički» zločin, a njegov krivac je morao biti okvalificiran «fašistom». Lako je razumjeti kolika je bila zloporaba pojma «fašist» primijenjenog uz općeniti izraz «narodnog neprijatelja» za okrivljavanje velike mase ljudi koje, kada s takvim izlikama ne bi bile lišene života, učestalo su lišavane slobode, osudom na višegodišnji zatvor, i vlastite imovine, mjerama zapljene i konfiskacije124. Tijekom dvadeset i jednog mjeseca, koji je prethodio potpisivanju Mirovnog sporazuma 10. veljače 1947., te mogućnosti optiranja za talijansko ili jugoslavensko državljanstvo, provedeni su u djelo preduvjeti koji su naveli najveći dio Talijana i nemali broj Hrvata na napuštanje stare Kvarnerske provincije, ali ni to pravo na optiranje nije se moglo slobodno vršiti125, jer je bilo vezano za utvrđivanje, od strane narodnih vlasti, 124 AMSF, Luciano Giuricin, k. 69, kopija Promemorije o arhivskom istraživanju u Rijeci obavljenih za Centar za povijesna istraživanja iz Rovinja. 125 G. MORAVčEK, Rijeka: Prešućena povijest, Rijeka, Voločansko grafičko poduzeće, 1990.. 126 AMSF, Neprimljene opcije sa strane jugoslavenske vlasti, materijal sakupljen od talijanske zajednice u Rijeci. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 139 uporabnog jezika podnositelja zahtjeva, te i prigodom tih utvrđivanja počinjene su očite nepravde, (dogodilo se da se primi opcija muža a ne ona od njegove supruge, opcije sina a ne onu od njegovog oca i majke itd.) tako da su se brojile na stotine onih koji su bili primorani ostati protiv njihove volje126. S tim datumom, i uz zabilježavanje i tog prekršenog prava morali smo završiti, u okviru dogovorenih vremenskih rokova, naše istraživanje. Treba, međutim, znati da je i nakon tog datuma, između Italije i Jugoslavije, ostao neriješen znatan problem, kojeg je vlada Italije sakrivala od pozornosti javnog mnijenja127. zabranjujući uvid u arhivske dokumente ograničene na Predsjedništvo Savjeta ministara do 1997., a Jugoslavija je o tome šutjela, jer možda se nikada nije pobrinula sačuvati papire koji su to mogli dokazati: smrti talijanskih vojnika i civila u zarobljeničkim logorima rasutim po čitavoj Socijalističkoj Federativnoj Republici Jugoslaviji (u oko šezdeset logora prema onome što je nama poznato)128, te koliko njih, civila i vojnika, nije nikada ušlo u te logore već je pogubljeno od strane nepoznatih počinitelja na nepoznatim mjestima, bez ikakve presude i bez ikakvog suđenja, barem prijekog suda, čak i nakon 1947. Na popisima koje posjedujemo, sastavljenim 1946. od Antifašističkih odbora pojedinih logora i upućenih Odjelu za talijanske zarobljenike sa sjedištem u Beogradu, kojega vodi Centralni antifašistički odbor kojega sačinjavaju Talijani, nema ni traga o civilima deportiranih iz bivše Julijske krajine, čiji članovi obitelji, kako proizlazi iz opsežnog dopisivanja koje je uslijedilo, bilo s Talijanskim crvenim križem, bilo s Uredom za zarobljenike Ministarstva za poslijeratnu pomoć, o kojima nema vijesti od svibnja 1945.. Ipak prisustvo civila u tim logorima nije bilo nepoznato, kako proizlazi iz izvješća potpisanog od strane jednog člana tog Odjela za zarobljenike u Beogradu kojega smo spomenuli gore: «...Sabirni logori Niš, Bor, Demir Kapija uspostavljeni prvobitno zbog ulovljenih iz Talijanske Socijalne Republike u Trstu, Puli, Rijeci i od njemačkih pristalica na bojišnici Mostar-Sarajevo kasnije je obnovljena krv, zbog stalnih velikih gubitaka, civilnim internircima iz Trsta, Gorice, Pule, Rijeke itd. pojačani sa svim onima koji u drugim jugoslavenskim logorima nisu se potčinjivali političkom nauku koji im je bio nametnut ACS, PCM, 1951.-1954., kat. 15.2, fascikl 10599, podfascikl 2/2, Brzojav pokrajinskog poglavara Palamare iz Gorice Ministarstvima unutarnjih i Vanjskih poslova dana 24/1/1948.: «Novine Mattino d’Italia objavljene u Milanu dana 21. ovog mjeseca broj 18 objavile su detaljne vijesti o Talijanima deportiranim iz Gorice tijekom jugoslavenske okupacije u svibnju 1945. stop objavljeno je ostavilo dubok dojam i uzbunilo je mjesno pučanstvo (...) molim razmotriti oportunost upozoravanja tiskovnih organa glede uzdržavanja od širenja podrobnih i uostalom neprovjerenih vijesti glede bolnog pitanja s predvidivim odrazom na mjesni duh stop» Od Ministarstva unutarnjih poslova PCM-u dana 22/2/1948.: «Povratnik Lino Turati, koji se vratio u domovinu tijekom posoljednjih dana siječnja (...) prenio je da trenutno postoje u Jugoslaviji mnogo internacijskih logora u kojima žive talijanski civili uhvaćeni u Gorici, Trstu i Istri tijekom okupacije Titovih postrojba. Međutim, širenje tako osjetljivih vijesti, i po mišljenju ovog Ureda, moralo bi biti strogo nadzirano od strane nadležnih organa i dopušteno samo u slučaju sigurne pouzdanosti i uz uvjet da njihov sadržaj ne potrese i uzbuni članove obitelji». 128 «Logori za Talijane u Jugoslaviji». (Vidi str. pp. 214-217). 127 140 Amleto Ballarini (...) Polugoli, izgladnjeli, izloženi provalama mržnje od strane osoblja, koje je batinalo, vezivalo za stup, strijeljalo (...) Potpuna odsutnost bilo kakve medicinske i higijenske pomoći, hladnoća, glad, zlostavljanje (...) izazvali su u svim tim logorima, posebno onoga u Borovnici, najveći postotak smrtnosti, teških oboljenja i trajnog invaliditeta od svih onih u Jugoslaviji. Nakon što su nosili (...) debla po 12 ili 14 sati, zarobljenici modri od hladnoće i od batina, nalazili su u vrlo hladnim barakama šefa odbora ili logorskog komesara koji ih je čekao s predavanjem antifašističke kulture (...) Beogradski logori (opaska autora: piše Beofradski, ali radi se o očitom tipfeleru) Sajmište, Senjak, Zemun, Dunav. Ti su logori, iako su bili među najbolje organiziranima, zbog svoje središnjosti, nisu mogli izbjeći opću zakonitost (..). Iako nikada nije zabilježen slučaj strijeljanja, i tu je bilo mnogo smrtnih slučajeva prouzročenih nedostatkom hrane, teškim radom i zlostavljanjima (...) Logor Borovnica (Ljubljana). Bio je jedan od najzvjerskijih sabirnih logora u čitavoj Jugoslaviji (...) onaj koji je nanio najveći broj žrtava talijanskim zarobljenicima u Jugoslaviji, i to napose među onima kojima su tu sabrani, pošto su izbjegli pokolje u Prestraneku, Postojni, Sv. Vidu, iz Trsta i njegove provincije na putu prema unutrašnjosti Jugoslavije (...) Pušteni na milost i nemilost, koje su ih mrcvarile bez razloga i bez milosti, isto kao i prljavština, glad, nedostatak i najmanje higijenske pretpostavke izazvale su epidemije poput pjegavca i crijevnih infekcija, koje su pridonijele istrijebljenju nesretnika (...) Vrlo su učestale bile kazne nametnute čitavom logoru, poput one od 13. srpnja, kada su logoraši prisiljeni ostati od 3 sata u jutro do 15 sati poslije podne goli pod jakom kišom i šibani; bilo je mnogo masovnih pogubljenja (30 jednom i 20 drugi put u srpnju 1945.). Potrebno je spomenuti jugoslavenskog poručnika Giovannija Susana, Slovenca iz okolice Idrije, koji je zapovijedajući logorom iskazao nečuvenu grubost...»129. U drugom izvješću stoji: «...Pored zarobljenika (koje u najvećem dijelu sačinjavaju vojnici već internirani od strane Nijemaca, a koji su ostali u jugoslavenskim rukama) u Jugoslaviji se nalaze ‘deportirani’ iz Julijske krajine. Njihov broj nije pobliže naveden. U Trstu se govori da ih ima oko 4.000. O sudbini deportiranih iz Julijske krajine, pod pritiskom ponovljenih pokušaja poduzetih u njihovu korist preko svakog mogućeg posrednika, nije nam bilo moguće prikupiti preciznije vijesti. Na intervenciju poduzetu od strane Svete Stolice, preko papinske nuncijature u Beogradu, jugoslavenska strana je odgovorila dana 30. srpnja ove godine da trenutno ne može davati nikakve vijesti ‘glede osoba nestalih kada je Julijska krajina bila poprištem ratnih djelovanja ili tijekom prvih dana uprave narodnih vlasti i vojne okupacije navedenog kraja’ budući da istraga u tom pogledu iziskuje puno vremena. Zahtjevu podnijetom od strane saveznika, u Beogradu je odgovoreno nijekanjem postojanja talijanskih deportiraca. Pitanje tretmana deportiraca od jugoslavenske strane, općenite vijesti koje su pristigle daju naslutiti da je vrlo strog»130. 129 ACS, PCM, Kabinet, godine 1948.-50., kat. 15/2, k. 10.599, pod fascikl 2, prilog «Opće izvješće o uspostavi i stanju u zarobljeničkim logorima za Talijane u Jugoslaviji» sastavljenog u Beogradu 1947. od natporučnika Eufisija Dainesea. 130 Isto, Ministarstvo vanjskih poslova, DGAP, ured IV, Rim, 18/11/1946., Ratni zarobljenici i talijanski deportirci u Jugoslaviju. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 141 I još: «U Palanci (opaska autora: možda Palanka?) otvoren je sabirni logor za zarobljenike iz Julijske krajine uhićene u svibnju 1945. Broj interniranih nije poznat (...) odvjetnik Mirko Lenac iz Kastva, i komesar 43. Divizije (...) možda je suodgovoran i u svakom slučaju upoznat je s ubojstvom (sic) 150 Talijana u blizini Sušaka (...) dojavljeno je da Jugoslaveni ubijaju sve pripadnike 10. MAS»131. O nekim logorima, godine 1946., kao što su onaj u Postojni, Vipavi, Ilirskoj Bistrici, Planini, Prestraneku gdje su vjerojatno sabrani vojnici i civili pohvatani nakon prestanka neprijateljstava na području Gorice, Trsta i Istre, nema više nikakvog traga u sačuvanim papirima Odjela za talijanske zarobljenike u Beogradu, a također nije ostalo traga ni u arhivima Narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije132. Činjenica što proizlazi da su izbrisani iz povijesnog pamćenja u Jugoslaviji i što su do 1997. bili «učinjeni tajnima» u Italiji zbog političkog oportunizma, rezultatirat će time da možda nikada neće ništa saznati o onima koji su u tim logorima, prije 55 godina, stradali. Prije nego što je Titova Jugoslavija odvojila svoju sudbinu od Inform-biroa, odbijajući utjecaj Sovjetskog Saveza na vlastite unutarnje poslove, Komunistička partija Italije bila je privilegirani sugovornik u očekivanju uspostave normalnih diplomatskih odnosa s Italijom, te ima mnogo pisama pristiglih iz organizacija i iz talijanskih komunističkih sekcija beogradskoj sekciji radi dobivanja vijesti o nestalima. Između beogradske sekcije i vlasti koje su upravljale zarobljeničkim logorima nije bilo nikakvog neposrednog kontakta jer radi dobivanja vijesti o nestalima, sekcija se nije izravno obraćala vojnim i policijskim upravama, koje su bile nadležnim za 131 ACS, Ministarstvo unutarnjih poslova, Kabinet 44-46, k. 138, fasc. 12.148: povjerljivo izvješće datirano u Udinama, 28/3/1946., koju je šef policije proslijedio Predsjedništvu Vijeća ministara: «Različite vijesti u pogledu Jugoslavije, Zone B, Zone A i Furlanije – Sabirni logori u Jugoslaviji, njihov smještaj i broj interniranih». 132 Isto, PCM, Kabinet, gogine 1948.-50., kat. 15/2, k. 10.599, podfascikl 2: izvješće klasificirano kao «tajno» datirano 11/8/1945., pripremljeno od Ureda “I’’ Vrhovnog stožera Kraljevske vojske o «Tretmanu zarobljenika u sabirnim logorima u Jugoslaviji – Izjave bivših interniraca koji su se vratili iz zarobljeništva». Iz mnoštva izvješća povratnika (gotovo svih uhvaćenih nakon službenog prestanka neprijateljstva) koji pripovijedaju svoja osobna iskustva u sabirnim središtima, u mjestima za prisilan rad, u sabirnim logorima, smještenim u Postojni, Vipavi, Borovnici, Ilirskoj Bistrici, Planini, Prestraneku, Idriji imamo potvrdu, ne samo o neljudskim uvjetima u kojima su držani zarobljenici (nedostatku hrane, iscrpljujućem radu, nedostatku bilo kakve liječničke pomoći, odrpanoj i neprikladnoj odjeći), nego i o mučenjima i zlostavljanjima bez ikakvog razloga i često vrlo surovim, o ubojstvima pojedinaca ili čak grupa bez ikakvog posebnog razloga, o umiranjima zbog nedostatka liječenja ili zbog strašnih uvjeta rada. Vidi izvješće koje nosi naslov: ’’Iz priče nekog zarobljenika povratnika iz jugoslavenskog sabirnog logora Borovnica’’ kojega je pred svjedocima potpisao Federico Fissore uhvaćen u Trstu 10/5/1945. i oslobođen 10. kolovoza iste godine i dobrovoljno pristaje na «spontanu» izjavu o «dobrom» tretmanu koji mu je priređen. Vidi, na kraju, i svjedočanstva Egidije i Brune Giron iz Gorice o «Životnim uvjetima talijanskih zarobljenika u logoru Vipavi» koje prenosi neko izvješće koje je prikupio također Ured “I’’ Kraljevske vojske, koje je definirano kao «tajno» i dolazilo je iz «povjerljivih izvora» datirano 25/8/1945.. 142 Amleto Ballarini upravljanje logorima. Bila je prisiljena obraćati se pojedinim Antifašističkim odborima, primjenjujući, blago rečeno, nerazvijeni sustav traženja. Pri sekciji postojala je ‘’kartoteka’’ (kako proizlazi od rukom unesenih bilježaka na izmjenjivanim dopisima) koja je pratila prisutnost Talijana u pojedinim logorima, prelaske iz jednog u drugi logor, povratak u domovinu i stupanj antifašističkog odgoja kojega je zatočenik imao radi mogućnosti očekivanja povratka. Kriteriji primjenjivani za provođenje traženja nestalih koji još nisu bili uvedeni u «kartoteku» proizlaze iz dopisa upućenog dana 27/6/1946. Antifašističkom komitetu u 238. zarobljeničkom logoru u Vršcu: «Javljamo ovom Antifašističkom odboru priloženi popis imena talijanskih vojnika koji se već duže vrijeme ne javljaju obiteljima, smatranih nestalima ili u svakom slučaju do danas nedostupnima. Okupiti sve zarobljenike, pročitati im imena i pozvati ih na davanje svakakvih vijesti koje mogu biti od koristi za umirivanje tražitelja, te dojaviti ih ovoj sekciji. Popis mora doći do svih najbrojnijih radnih grupa, kako bi, na vrijeme i još u dobrom stanju, bio vraćen ovom uredu radi slanja drugim logorima. Neki od tih proslijeđenih popisa još nisu vraćeni; što ukazuje na nedovoljan interes od strane nekih odbora, koje pozivamo na pridržavanje nametnutih propisa»133. U logorima, zarobljenici bili su uvršteni u «radne bojne» koje su nosile isti broj kao i pripadajući logor. U svakom logoru postojao je antifašistički odbor pod neposrednom upravom beogradskog ureda, koji je imao i «sekciju za preodgoj» koja je predstavljala, kako se čini, najvažniji dio njegove djelatnosti, tj. one, zahvaljujući kojoj, jugoslavenskoj vladi je dugovao i samo vlastito postojanje. Zadaća antifašističkog odbora bila je izražavanje prosudbe o političkoj pouzdanosti svakog zarobljenika; takva prosudba ako je bila pozitivna je opravdavala povratak u domovinu. U logoru Ćuprija (20. bojna talijanskih zarobljenika), primjerice, predsjednik tog odbora bio je izvjesni Luigi Mura, a neki odlomci njegovih pisama beogradskoj sekciji poučni su. Pismo Beogradu od 29/5/1946: «...Upozoravamo da 51 talijanski zarobljenici, koji je prisilno ostao u 20. bojni, postigao političku zrelost, i to zahvaljujući želji za slušanjem večernjih predavanja i revno radeći kako bi se u njima otkrilo prave antifašiste (...) u pogledu zrelosti preostalih talijanskih zarobljenika, ovaj Odbor držao je shodnim započinjanje ispunjavanja novih biografskih kartona, postajući tako jamac njihove zrelosti...». Drugi pismo Beogradu od 5/10/1946.: «...Ovome pismu prilažem popis novih drugova (...) Uskoro ćete vidjeti da će ti novi dokazati kako svoje radne mogućnosti, tako i one političke (...) Poduzeo sam korake za 133 134 VAB, Talijanski zarobljenika, nekatalogiziran 31/12/1999.. Isto. Profilo storico - Povijesni pregled događaja 143 uspostavljanje Zidnih novina i za ispisivanje parola (sic) s geslima narodnih stranaka (...) Sukladno dobivenim nalozima, uskoro ću poslati izvješće u pogledu držanja zarobljenika Ezija Baiardija, kojega dolje potpisani promatra, a u večernjim predavanjima, kojima on predsjedava, nastoji uvući druga u raspravu, kako bi on izrazio svoje mišljenje. U pogledu toga uskoro ću dati obilne pojedinosti...»134. Niti Togliattijev posjet nije ništa doprinio rasvjetljavanju sudbine tisuća civila i vojnika nestalih u bivšoj Jugoslaviji: «...Nakon što je tajnik Komunističke partije Italije posjetio maršala Tita, u studenom i prosincu 1946., vratilo se u domovinu oko 10.000 zarobljenika, koje je u ožujku 1947. slijedilo 15 časnika i 750 vojnika, a u Jugoslaviji su ostali politički diskriminirani, tj. još više od tisuću vojnika i 63 časnika (...) To su oni koje su komunističke ćelije unutar logora, talijanske, dojavile antifašističkim logorima, a ovi jugoslavenskim vlastima kao ‘reakcionarne elemente’ neposlušne prema naprednim učenjima (...) Gore navedeno možda nije bilo poznato vrlo poštovanom Barontiniju, šefu ANPI-ja, koji je posjetio Jugoslaviju u prosincu 1946., i koji je izjavio talijanskom tisku da su talijanski zarobljenici u Jugoslaviji vrlo dobro tretirani (...) možda ne zna da se danas smanjuju živi a rastu stradali na Brčko-Banovićima, ne zna da brigadir Gergijević (...) otvoreno izjavio 30. prosinca 1946. (u 19,30 h) petnaestorici časnika koji su vraćeni u domovinu 5. ožujka 1947. da preostali neće u biti vraćeni u domovinu sve dok će vlada Italije biti pod vodstvom vrlo časnog De Gasperija».135 Natporučnik Dainese, autor tih tvrdnji, sudjelovao je u Odjelu za talijanske zarobljenike u Beogradu. Ne znamo jesu li se ikada vratili u domovinu onih više od tisuću vojnika i 63 časnika, niti ne znamo jesu li ikada prebrojeni i identificirani po imenu svi talijanski civili, koji su deportirani s jadranskih područja nakon jugoslavenske okupacije, koji se nikada nisu vratili svojim obiteljima kako u mjestima porijekla, tako ni u onima gdje su se obitelji smjestile nakon egzodusa. Pouzdano znamo da je do veljače 1962. bilo 36 Talijana u zatvoru u Srijemskoj Mitrovici. «Neki od njih» – piše talijanski veleposlanik u Beogradu – «su tu zatvoreni zbog političkih krivičnih djela» Ne znamo tko su bili, niti za kakva politička zlodjela su bili okrivljeni. Možda se radilo o inform-biroovcima iz 1948., možda o fašistima iz 1945., a možda samo o Talijanima. Bili su gladni i živjeli su, uvijek prema talijanskom diplomatu: «u stanju teške potištenosti».136 Talijanska vlada ovlastila je Crveni križ u Rimu da im šalje svake godine, počevši od godine 1957 paket živežnih namirnica i odjeće. Prije toga nitko nije znao za njihovo postojanje. Talijanski zarobljenici koji su bili u Srijemskoj Mitrovici 1947., nakon posljednjih povrataka u domovinu koje smo gore naveli, bilo je ukupno sedam, ali to ne znači da 135 ACS, PCM, Kabinet, gogine 1948.-50., kat. 15/2, k. 10.599, podfascikl 2: «Opće izvješće o uspostavi i uvjetima u zarobljeničkim logorima za Talijane u Jugoslaviji» sastavljeno u Beogradu u veljači 1947. od strane Eufisija Dainesea. 136 Isto, CRI, Služba za međunarodne poslove, k. 38, fascikl: Slanje paketa zatvorenicima u Jugoslaviji (ožujak 1957. – veljača 1962.). 144 Amleto Ballarini nije bilo drugih prebacivanja, nakon gore navedenog datuma, iz drugih sabirnih mjesta. Jedini slučaj korektnog popisivanja civila deportiranih od Jugoslavena kojega posjedujemo, koji sadrži potpuni navod osobnih podataka, zanimanja ili zvanja, datuma uhićenja, vlasti od koje je izvršeno, i adresu onoga koji je tražio vijesti o njemu, jest onaj koji se odnosi na grad Goricu, pronađen u Beogradu. Tekst na talijanskom, a naslov na hrvatsko-srpskom: «Spisak civilnih lica koja su bila deportirana iz Gorice u Jugoslaviju u doba kada je cona bila pod okupaciom naših trupa»137. Od 274 deportirana civila, 113 ih je uhitila OZNA, a od tih troje je bilo iz Rijeke i njezine provincije. Od 167 uhićenika (od pojedinaca pripadajućih partizanskim postrojbama), proizlazi da je jedan rodom iz Opatije. Četiri osobe koje ulaze u okvire ovog našeg istraživanja proizlazi da su ubijene ili kvalificirane su kao nestale. To dokazuje da oni koji su proglašeni nestalima u bivšoj Julijskoj krajini nakon jugoslavenske okupacije, u najvećem broju slučajeva odgovaraju osobama uklonjenim prijekom pravdom ili preminulima u sabirnim i zarobljeničkim logorima. U rujnu 1999. pojavila se u tisku talijanske manjine u Hrvatskoj i Sloveniji vijest, koja do danas nije demantirana, i koja je potvrđivala dramatičnu stvarnost masovnih pokolja koji su se zbili nakon svibnja 1945. ne samo na štetu zarobljenih vojnika (Nijemaca, Talijana, hrvatskih ustaša, srpskih četnika, slovenskih domobrana itd.), nego i civila različitih nacionalnosti, ne samo onih koji su bili krivi za suradnju s naci-fašističkim okupatorom nego, u najvećem broju slučajeva, i onih koji su se pričinjali krivima glede želje za ometanjem volje partije na vlasti: «Tri slovenske civilne udruge obratile su se državnoj tužiteljici Zdenki Cerar s peticijom u kojoj se tražilo otvaranje istrage radi otkrivanja odgovornih za masovna pogubljenja izvršena na teritoriju Slovenije odmah po završetku Drugog svjetskog rata. Udruge nadalje traže da područja na kojima su otkrivene masovne grobnice, u kojima, kako se navodi s više strana, je navodno pokopano čak od 170 do 300 tisuća ljudi, budu na odgovarajući način označena. Bivši državni tužitelj Anton Dobnik izjavio je da je u vrijeme dok je rukovodio javno tužiteljstvo nije mogao pokrenuti istragu o pokoljima nakon Drugog svjetskog rata, jer u tom pogledu nije dobio nikakvu prijavu od strane policijskih organa. Poticaj tim udrugama za podnašanje peticije bilo je zacijelo nedavno otkriće još jedne velike masovne grobnice u blizini Slovenj Gradca, u kojoj se navodno ne nalaze ostaci samo ratnih zarobljenika, nego i mnoštva civila. Jezivi pronalasci, koji predstavljaju isto tako strašno svjedočanstvo krvavih događaja, tragedija koje su obilježile poraće Drugog svjetskog rata u bivšoj Jugoslaviji, imali su kao rezultat da istražno povjerenstvo, zaduženo baš za potpuno osvjetljavanje događaja iz tog vremena, nastavi svoj rad punom parom».138 VAB, Talijanskih zarobljenici, navedeno. «La Voce del Popolo», 28/8/1999.. 139 AMSF, Korespondencija Predsjedništva, Pismo kojega je uputio 23/11/2000. inž. Dragutin Crnić iz Škrljeva – Hrvatske, dnevniku Novi list i predsjedniku Društva za riječke studije: «…U maju/svibnju mjesecu 1945. godine nakon “oslobođenja” Rijeke, oko ove jame počele su se događati jezovite stvari. Iz grada su u kolonama dovođeni muškarci i žene i najprije zatvarani u podrum škole u Sv. Luciji. Iz te škole, pod zaštitom mraka odvođeni su do jame. Tamo su nemilosrdno ubijani i bacani u Bezdanku. Na takav način u jami su završili svi oni koji su bili na 137 138 Profilo storico - Povijesni pregled događaja 145 Nešto slično, ali bez ikakve intervencije hrvatskih sudskih vlasti, dogodilo se upravo na kraju našeg istraživanja, i to za područje na koje se ono odnosilo. U mjestu Kostreni, u blizini Sušaka, uzima se za sigurno postojanje neke jame koja navodno sadrži ostatke stotina žrtava. Navodno su, neposredno nakon rata, na tom mjestu ubijeni njemački vojnici, civili odvedeni iz Rijeke, pa čak i sušački župnik vlč. Viktor Bubanj. Vijest nam je pristigla samo 23/11/ 2000.,139 i navodno potvrđuje sadržaj nekog izvješća sastavljenog u Trstu dana 15/4/1946., koje je iste godine pristiglo Ministarstvu unutarnjih poslova Republike Italije, te je do 1997. bilo «povjerljivo za Predsjedništvo Savjeta»140. U trenutku predaje ovog rada u tisak još nije bilo nikakvih vijesti o inicijativama upućenih gore navedenom slovenskom Istražnom povjerenstvu. Nije bilo vijesti ni o kakvoj inicijativi usmjerenoj na utvrđivanje stanja jame u Kostreni ili one u Grobničkom polju, isto tako nije bilo nikakvih vijesti od Saborskog povjerenstva Republike Hrvatske za žrtve Drugog svjetskog rata, njemu su zbog nadležnosti upućeni podaci koji se odnose na masovnu grobnicu otkrivenu tijekom našeg djelovanja u Kastavu ona sadrži ostatke senatora Kraljevine Italije Riccarda Gigantea, D’Annunzijevog legionara Nicole Marzucca i još desetak drugih nesretnika, svi Talijani, neidentificirani, koji su dijelili istu sudbinu. Dvije godine od naše dojave nadležnim vlastima, zasnovane na čvrstim iskazima svjedoka koji to potvrđuju, prikupljenim u Italiji i u Hrvatskoj, još očekujemo da Talijani i Hrvati posvete pozornost već potpisanom sporazumu u svrhu pronalaska jadnih ostataka za koje proizlazi da se nalaze, bez kršćanskog pokopa, baš na području Kastva. O svima ostalim, vojnicima i civilima s talijanskim državljanstvom, deportiranima s jadranskih područja prepuštenih nakon Drugog svjetskog rata, nestalih na tisuće u bivšoj Jugoslaviji, umrlih u zarobljeničkim logorima ili pokopanih u masovnim grobnicama, vrlo vidjeti, prvih očitih znakova malo ikada znati ako to naše istraživanje neće poslužiti kao poticaj šireg projekta s većim ljudskim i financijskim potencijalom i uz sudjelovanje svih država i svih institucija koje imaju nekih nadležnosti iz te oblasti. Gorko je ustanoviti da niti u pogledu istraživačke djelatnosti s visokim moralnim vrijednostima poput one za ostvarenjem povijesne pravde bilo koji način osumnjičeni od strane partizana i njihovih trabanata. Najviše je bilo građana iz grada Rijeke, zatim iz bliže i dalje okolice. Posebno se zna za ubijanje Talijana i onih koji su željeli prijeći živjeti u Italiju. Umjesto tamo, odvedeni su u Kostrenu, ubijeni i bačeni u jamu Bezdanku. Mještani sa strahom i nevoljko i dan dfanas pričaju kako su se noću čuli mnogi krici iz smjera jame, ‘Aiuto!’ Navodno je jama bila ‘u pogonu’ sve do 1950. godine! U jamu je bačen i sušački župnik vlč. Viktor Bubanj. Postoje svjedoci koji su iz grmlja gledali njegovo ubijanje! Sa njim je ubijena u tom času i jedna mala ženskica, navodno je bila Ruskinja!…». 140 ACS, Ministarstvo unutarnjih poslova, Kabinet 1944.-46., k. 256, kopija izvješća, nepotpisano, datirano 15/4/1946.: «…Stanovnici Kostrene (sic), mjesta smještenog između Rijeke i Bakra, otoprilike prije mjesec dana obratili su se jugoslavenskim vlastima da bi se spriječio loš miris iz neke jame (sic) zbog raspada leševa. Ali tek nekoliko dana prije nego što je Saveznička komisija otišla u Zonu B, radi zatiranja (sic) svakog traga leševa, miniran je i raznesen rub jame na čijem dnu su se nalazili leševi Talijana osuđenih od samozvanih narodnih sudova, prema kazivanju okolnih stanovnika…». 146 Amleto Ballarini onome koji nije imao, zbog bilo kojeg političkog uzroka, niti kršćanskog pokopa, nije bilo moguće ujediniti, u okviru europskog duha našeg vremena, različite raspoložive snage medu ezulima i ostalim talijanima u Hrvatskoj i Sloveniji na zajedničkom projektu. Pored toga, ostaje i činjenica da smrti koje je uzrokovao Titov sustav čine se dobrim dijelom izbrisane povijesnim pamćenjem Socijalističke Federativne Republike Jugoslavije i, barem do 1997., držani su u «tajnosti» na institucionalnoj razini i u demokratskoj Italiji zbog političke oportunosti unutarnjeg i međunarodnog karaktera. Sve to nas dovodi do toga da, usprkos dobrih namjera mnogih, kako u Italiji tako i u Hrvatskoj ili u Sloveniji, s neumoljivim prolaskom vremena svako daljnje istraživanje tog pitanja postaje sve teže. Naše istraživanje je poslužilo za osjetno produživanje popisa koji se već činio previše dugim u ratno vrijeme i neizmjerno dugim u mirnodopsko vrijeme. Izuzev malobrojnih slučajeva običnih ubojstava, često obznanjenih, koje je sam komunistički režim odmah progonio, jer ništa nije moglo izlaziti izvan pravila nametnutih od strane vladajućih političkih i vojnih vlasti, može se svakako tvrditi s apsolutnom sigurnošću da je u Rijeci, od ruke vojnika i tajne policije (OZNE prije, i UDBE kasnije), uz suglasnost Komunističke partije Hrvatske kojoj su svakako svi morali odgovarati s neposrednim ili posrednim suučesništvom gradskog Narodno-oslobodilačkog odbora, koji je često bio suglasan, je izgubilo život ne manje od 500 osoba s talijanskim državljanstvom od 3. svibnja do 31. prosinca 1945.. Tome bi trebali pridodati neodređeni broj «preminulih» (ne manje od stotinjak) za koje je izostala poimenična provjera u općinskim povijesnim maticama, prisiljava nas na ostavljanje u anonimnosti, zajedno sa značajnim brojem, u mjestima provincije i kotarevima anektiranim nakon 1941., žrtava s hrvatskim državljanstvom (koje su učestalo imale, barem između 1940. i 1943., i talijansko državljanstvo) koje je u doba mira utvrdio komunistički režim. Nadamo se da će drugi, nakon nas, moći dati njima ime, radi ponovnog ostvarivanja povijesne pravde. AMLETO BALLARINI traduzione dall’italiano in croato MARINO MANIN FIUME, UNA STORIA COMPLESSA In qualità di unico ricercatore incaricato di condurre da parte croata le ricerche relative al progetto sulle perdite umane di nazionalità italiana nell’ambito della città di Fiume e dell’ex provincia italiana del Carnaro, nel periodo di tempo che va dalla metà del 1940 al 1947, ritengo strettamente necessario premettere al lettore alcuni fatti storici fondamentali per una miglior comprensione del progetto stesso. Nella II guerra mondiale ben pochi sono stati i popoli e le comunità etniche ad essere risparmiati da soprusi quotidiani. Per la loro drammaticità, i soprusi più gravi sono stati quelli che provocarono la perdita della vita umana. Le vittime che ci sono state sono avvenute per cause dirette legate alla guerra e per cause indirette, ma sempre connesse agli avvenimenti bellici. Il più delle volte si tratta di persone comuni (popolazione civile e soldati mobilitati), che non sono morte o cadute in battaglia né come «eroi» nazionali né per scopi ideologici, quindi senza la classica frase retorica immortalata sulle labbra. Per molte vittime non si conoscono ancora nemmeno i nomi. La storia dell’umanità è oltre modo segnata da conflitti, locali e globali; insomma le sirene di guerra non si sono spente nemmeno alla soglia del terzo millennio. Le guerre rappresentano la maggiore catastrofe per il genere umano, non soltanto perché esse distruggono la sua essenza materiale e spirituale, ma anche perché esse «si nutrono» semplicemente di esseri umani. Nel corso delle due guerre mondiali tutti i belligeranti hanno utilizzato il potente mezzo del terrore contro i propri nemici, attribuendo ad esso un chiaro carattere di «legalità» con adeguati provvedimenti legislativi. Le popolazioni civili assieme agli eserciti belligeranti nel corso della II guerra mondiale hanno subito sciagure di ogni genere. Grazie all’uso di micidiali mezzi distruttivi le operazioni militari si sono svolte per terra, sul mare, sotto il mare e nell’aria. La linea di demarcazione tra il campo di battaglia e la retrovia nel II conflitto mondiale scomparve del tutto e ciò contribuì a provocare un enorme numero di vittime anche tra la popolazione civile. L’infrazione delle consuetudini e delle leggi di guerra è stata una prassi costante applicata da tutte le parti in conflitto, ma in maniera assai più manifesta la ritroviamo nello schieramento nazifascista. L’infrazione delle consuetudini e delle leggi di guerra da parte delle forze militari fasciste e naziste si manifestò in vari modi: mediante la deportazione nei campi di concentramento, le condanne ai lavori forzati, mediante l’uccisione ed i maltrattamenti dei prigionieri di guerra, mediante l’esecuzione degli ostaggi, mediante la distruzione di interi abitati e dei relativi beni materiali. Tutto ciò è stato giustificato adducendo motivazioni militari, interessi politici statali o ideologici dei vari partiti o movimenti politici. Quando si parla di perdite umane nel corso della II guerra mondiale, ma vale in generale per qualsiasi altra guerra, bisogna sottolineare che lo storico non giudica di norma in base a dei criteri consolidati aprioristicamente ma cerca, nel modo più obbiettivo possibile, di indagare consultando le fonti storiche disponibili, di accertare i singoli fatti, di cercare di «interpretarli», e quindi di sapere ciò che è successo an- 148 Mihael Sobolevski che quando si tratta della perdita di vite umane. Non dobbiamo nemmeno per un momento dimenticare che, di fronte a tale materia, dobbiamo regolarci secondo i princìpi generali di una visione del mondo che si basa sui criteri del rispetto della vita umana e soprattutto sul comune senso di civiltà. Per tanto, ogni tentativo di comparazione su chi abbia provocato realmente un numero maggiore o minore di vite umane non giustifica nessuno, poiché non si possono soppesare le vite umane, cercando di stabilire una scala gerarchica, in tal caso il ricercatore stesso potrebbe venire meno alle proprie convinzioni basate soprattutto sul rispetto dei valori umani e civili. La II guerra mondiale è durata ben sei anni: dal 1° settembre 1939 (attacco della Germania di Hitler contro la Polonia) al 2 settembre 1945 (quando il Giappone firmò la capitolazione incondizionata). In questa sede è necessario sottolineare che le perdite umane non si sono verificate soltanto in questo arco di tempo, ma anche dopo l’immediata cessazione della guerra (conseguenze in seguito a ferite riportate durante il conflitto, malattie contratte nei campi di concentramento, nelle carceri e nei campi di prigionia, danni provocati dall’esplosione di residuati bellici, condanne a morte per i crimini di guerra commessi, esecuzioni sommarie senza alcun processo che potrebbero definirsi atti di rappresaglia o di vendetta). Al termine del 1941 quasi tutta l’Europa e molte altre parti del mondo furono pesantemente coinvolte nell’immane conflitto. Nella II guerra mondiale sono stati utilizzati mezzi bellici dotati di particolare potenza distruttiva, infatti al termine del conflitto furono sganciate sul Giappone anche due bombe atomiche, che hanno aumentato di gran lunga il numero di vittime umane nei paesi belligeranti. Le perdite umane non ci sono state soltanto sui campi di battaglia o nelle immediate retrovie, ma anche nei territori attigui e circostanti abitati da civili. Inoltre, sulla base delle leggi razziali naziste del 1935 (più tardi adottate anche da parte di alcuni Stati che facevano parte del blocco hitleriano) sono state esposte a concreta minaccia intere comunità religiose ed etniche (ebrei, zingari). Vi sono state perdite umane anche all’interno delle singole parti belligeranti a causa di scontri interni e rivalità di ordine politico per la presa di possesso del potere. Le persone decedute nel corso della II guerra mondiale appartengono ad ogni classe sociale senza distinzione di età, di sesso, di nazionalità e di professione; di conseguenza si verificò un rapido calo demografico della popolazione nei vari paesi coinvolti nel conflitto. Le conseguenze belliche e post-belliche hanno provocato anche processi migratori con conseguenze non facilmente valutabili; ciò ha portato altresì a cambiamenti strutturali della popolazione nelle città dei paesi interessati dai conflitti. In ogni guerra si è cercato di inquadrare la gente in questo o quello schieramento. Ogni parte in conflitto per raggiungere l’obiettivo si è servita di «autorevoli» tribunali per sconfiggere il nemico, eliminandolo non soltanto sul campo di battaglia. Dall’intreccio di tali e consimili circostanze si verificarono numerose vittime tra le popolazioni civili innocenti e non solo tra gli appartenenti alle formazioni armate. Al termine della II guerra mondiale sono pochi gli Stati che hanno indagato sul numero e sulle esatte cause delle proprie perdite umane. I vincitori nella II guerra mondiale hanno utilizzato le loro vittime per favorire i propri interessi, mentre gli sconfitti le hanno sfruttate per istigare il revanscismo ed il discredito morale Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 149 contro la parte avversa. È noto che le perdite umane della città di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro dal 1940 al 1947, non sono mai state oggetto di una seria e accurata ricerca. Non ci era nota nemmeno con precisione neanche l’appartenenza nazionale di queste vittime. Per questo motivo l’idea del progetto di ricerca sulle vittime italiane di Fiume nacque in seno alla Società di studi fiumani di Roma, ed è comprensibile, che esso doveva incentrarsi innanzitutto nell’individuazione delle perdite umane di nazionalità italiana. Mi auguro che la pubblicazione dei risultati di queste ricerche possa influire anche sulle odierne autorità cittadine di Fiume, affinché possano concedere aiuti materiali ai ricercatori che vorranno successivamente occuparsi di questa difficile problematica. A tutt’oggi ancora non conosciamo nemmeno la consistenza delle vittime croate in questo territorio e nel periodo interessato: è ovvio affermare che la conoscenza di tale dato offrirebbe un quadro più completo di quel tormentato periodo bellico. Come sia stato pianificato l’intero lavoro di ricerca lo illustra ampiamente Amleto Ballarini nel suo testo e quindi non lo ripeterò. Per realizzare gli scopi principali del progetto di ricerca è stata necessaria un’indagine approfondita dei fondi archivistici e delle altre fonti storiche. Purtroppo a causa di gravi circostanze materiali, connesse con gli eventi bellici legati alla crisi in Kossovo, non è stato possibile realizzare fino in fondo tutte le ricerche pianificate negli archivi belgradesi. Difatti, dopo i bombardamenti della NATO nel 1999 su Belgrado sembra siano stati distrutti o resi inagibili molti fondi archivistici, che sarebbero stati di grande utilità per questo nostro progetto. Premetto che nessuna ricerca storica di carattere complesso come questa ha mai dato finora una risposta perentoria e definitiva. Pertanto, anche questa ricerca non può rappresentare un fatto certo e definitivo, occorrerà proseguire le indagini in futuro poiché diversi fatti sono ancora da appurare con certezza. Il presente lavoro quindi costituisce una buona base di partenza per quanti in futuro vorranno cimentarsi in questa difficile problematica. Personalmente mi sento molto onorato di aver potuto offrire in questa circostanza anche il mio contributo. Su questo progetto ho operato per conto dell’Istituto croato di storia di Zagabria, in qualità di direttore di un più vasto progetto su «Le perdite umane della Croazia nella II guerra mondiale (1941-1945)», sino alla fine del 1998, quando sono andato in pensione. Nel corso del 1999, quale collaboratore esterno del suddetto Istituto, ho comunque continuato a lavorare a questo progetto. Affinché i lettori abbiano una più esatta cognizione in merito al territorio, sul quale sono fatte le ricerche con il fine di accertare le perdite umane di nazionalità italiana, è necessario sottolineare, in questa introduzione, alcuni dati di fatto importanti. A tale riguardo non ho certo l’intenzione di illustrare la storia di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro, dato che esiste già in merito una letteratura abbastanza ampia; inoltre molti avvenimenti storici vengono ben delineati da Amleto Ballarini. La regione della Liburnia, nonché il Carso istriano e sloveno, entrarono a far parte del Regno d’Italia, in base al trattato di Rapallo del 1920 firmato dagli italiani con il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (SHS). Successivamente, con l’accordo di Roma del 1924, sottoscritto da parte dei governi di Roma e di Belgrado, l’Italia ottenne an- 150 Mihael Sobolevski che la città di Fiume, la cui estensione arrivava fino al confine tracciato dalla Fiumara. In quello stesso anno Fiume divenne capoluogo della provincia del Carnaro (Prefettura del Carnaro). Pertanto, l’unità amministrativa della provincia del Carnaro, era costituita dalla città di Fiume e da altri 12 Comuni. Tali Comuni erano: Abbazia-Opatija, Castelnuovo-Podgrad, Castel Jablanizza-Jablanica, Clana-Klana, Elsane-Jelšane, Fontana del Conte-Knezak, Laurana-Lovran, Matteria-Materia, Mattuglie-Matulji, Moschiena-Mošćenice, Primano-Prem e Villa del Nevoso-Ilirska Bistrica. Su un’estensione di superficie pari a circa 1.000 km2, alla metà del 1940, vivevano in questa provincia 116.062 abitanti. Più della metà della popolazione abitava nella città di Fiume. Il censimento del 30 giugno 1940 non offre un quadro certo dell’esatta struttura nazionale della popolazione della provincia del Carnaro, soprattutto per quel che riguarda la popolazione croata e slovena. Infatti la popolazione risulta registrata in base delle seguenti distinzioni: stranieri, apolidi di dubbia cittadinanza, allogeni e italiani. Cosicché, all’interno della città di Fiume vennero censiti 41.314 Italiani, mentre 8.698 si trovavano nell’ambito dei 12 Comuni della provincia del Carnaro. La restante popolazione censita apparteneva a diversi altri gruppi etnici, mentre la popolazione croata e quella slovena si celava dietro la denominazione di «allogeni». Tale popolazione ammontava ad 11.119 persone nella città di Fiume, mentre arrivava a 44.612 abitanti nell’ambito dei suddetti 12 Comuni. Il censimento successivo della provincia del Carnaro risale al mese di febbraio del 1942. L’ammontare totale della popolazione non era cresciuto in maniera considerevole rispetto alla metà dell’anno 1940 e risultava pari a 177.466 abitanti. La struttura della popolazione venne suddivisa allora in base all’appartenenza alla razza: razza italiana, razza slava, razza tedesca, razza ebraica ed altre. In tal modo nella città di Fiume appartenevano alla «razza italiana» 45.830 abitanti, mentre ce ne erano 8.466 nell’ambito dei 12 Comuni. Di «razza slava» c’erano nella città di Fiume 14.699 abitanti, mentre altri 45.669 risiedevano nell’ambito dei 12 Comuni1. Sotto la denominazione di «razza slava» si sottintendeva principalmente la popolazione croata e quella slovena, nonché un minor numero di abitanti di nazionalità serba. Della «razza ebraica» facevano parte 1.341 abitanti (di cui 1.125 abitanti nella sola città di Fiume)2. La città di Fiume e la provincia del Carnaro, essendo parte costitutiva del Regno d’Italia sulla base dei citati accordi internazionali, seguì lo stesso identico destino dell’Italia sino al mese di settembre 1943, ma in seguito questa zona si trovò sotto l’occupazione militare tedesca, mentre rimaneva formalmente sotto il potere civile della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Come sappiamo, il Regno d’Italia aveva promosso in precedenza guerre di espansione imperialistica come in Etiopia e in Albania, ed entrò nella II guerra mondiale il 10 giugno 1940, attaccando dapprima la Francia, oramai allo stremo, e subito dopo dichiarando guerra anche alla Gran 1 A. GIRON, Talijanske vlasti o stanovništvu Kvarnerske pokrajine 1940. i 1942. (Le autorità italiane sulla popolazione della Provincia del Carnaro negli anni 1940 e 1942), in «Vjesnik», XXVI (1983), pp. 139-142. 2 Ibid., p. 146. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 151 Bretagna. Nell’intento di conquistare una parte della Penisola Balcanica, l’Italia il 28 ottobre 1940 attaccò la Grecia e l’11 aprile 1941 si unì alla Germania hitleriana nell’attacco alla Jugoslavia, occupandone ampie zone di territorio. Con gli accordi di Roma del 18 maggio 1941 fu sancita la demarcazione dei nuovi confini tra l’Italia e lo Stato Indipendente di Croazia, la neo-proclamata entità collaborazionista capeggiata da Ante Pavelić, sorta nel corso della guerra di aprile 1941 con il sostegno italiano e tedesco. Sulla base degli accordi di Roma, l’Italia si annetté singoli territori storici e nazionali appartenenti alla Croazia nonché, tra l’altro, cosa che è particolarmente importante per questa ricerca, anche una zona della Croazia occidentale. Intendiamo dire cioè i distretti di Čabar e Castua-Kastav, i distretti di Delnice e di Sussa-Sušak, nonché le isole di Veglia-Krk ed di Arbe-Rab, che anche possedevano lo «status» amministrativo di distretti. Questi distretti furono uniti alla provincia del Carnaro e posti sotto una speciale amministrazione, denominata «Intendenza civile per i territori annessi del Fiumano e della Kupa»3. Questa zona del territorio annesso entrò gradualmente a far parte integrante del Regno d’Italia sotto tutti i punti di vista. Pertanto, questa zona annessa alla provincia del Carnaro fu posta alle dipendenze della Questura di Fiume e dei suoi tre Commissariati di polizia dipendenti: Sussa, Buccari-Bakar e Veglia4. Le zone di nuova acquisizione della provincia del Carnaro avevano un’estensione di 1.350 km2 ed in esse vivevano circa 93.000 abitanti, di cui 87.000 abitanti erano di nazionalità croata. L’amministrazione comunale in questi territori veniva esercitata dai commissari civili, nominati dal prefetto Temistocle Testa5. Nelle zone di nuova annessione della provincia del Carnaro le autorità italiane adottarono una serie di varie misure al fine di unificare, attraverso di esse, l’intera vita politica e pubblica con le restanti zone dell’Italia, il che non fu di certo un processo semplice. Le autorità italiane introdussero la lingua italiana mentre nello stesso tempo venne proibita l’attività alle associazioni culturali e sportive croate. Un ruolo primario nell’italianizzazione di questa zona dovevano svolgerlo le organizzazioni prettamente fasciste, create sul posto e che ottennero ben pochi risultati, nonostante l’uso di metodi brutali e intimidatori. Nel Regno d’Italia degli anni ’30 si consolidò il potere del Partito fascista e, in base ai suoi postulati ideologici, si giunse alla creazione di una società monopartitica e totalitaria. Il movimento fascista in Italia, alla vigilia della II guerra mondiale, si legò sempre più strettamente con il nazismo del Terzo Reich e da esso mutuò le leggi razziali che però provocarono una notevole resistenza nell’ambito stesso della società italiana, specialmente nella Chiesa cattolica6. Con le leggi razziali del 1938 la comunità 3 A. GIRON, Zapadna Hrvatska (Istra, Kvarnersko primorje i Gorski Kotar) u Drugom Svjetskom ratu (Doktorski rad), (La Croazia occidentale Istria, Litorale Quarnerino e Gorski Kotar nella Seconda Guerra Mondiale, tesi di dottorato), Zadar-Zara 1997, p. 157. 4 Ibid. p. 39. 5 I. KOVAčIć, Kampor 1942-1943. Hrvati, Slovenci i Židovi u koncentracijskim logoru Kampor na Rabu (Croati, sloveni ed ebrei nel campo di concentramento di Kampor ad Arbe 1942-43), Rijeka-Fiume 1998, p. 24. 6 F. CHABOD, Italija (1918-1948), Beograd-Belgrado 1978, pp. 108-110. 152 Mihael Sobolevski etnica e religiosa ebraica italiana, fu posta nell’impossibilità di condurre una normale vita economica e sociale. Tuttavia va subito sottolineato che l’Italia non coadiuvò fideisticamente i nazisti nell’opera di sterminio del popolo ebraico7. Con l’entrata dell’Italia nella II guerra mondiale, anche all’interno della zona della provincia del Carnaro, compresi i distretti croati di nuova annessione, gradualmente vennero intensificate le misure belliche di repressione ed innanzitutto verso quelle componenti della popolazione che mostravano un qualsiasi tipo di resistenza alle autorità militari e civili italiane. Esistevano diverse misure repressive, sia nei confronti dei singoli che verso le associazioni di persone, senza tener conto della loro nazionalità o cittadinanza. Così, ad esempio, il comando della Seconda armata italiana (Reparto degli affari civili) emanò il 26 aprile 1941 una direttiva sui doveri dei commissari civili; tale direttiva fu indirizzata altresì alla provincia del Carnaro, in essa vi era indicata la seguente disposizione: «Si rende noto dovunque e a tutti che ogni attacco contro militari o civili italiani sarà punito con la fucilazione»8. La legislazione militare italiana iniziò a trovare applicazione nella provincia del Carnaro a partire dal 10 ottobre 1940 e successivamente venne estesa, dal mese di aprile 1941, anche alle zone di nuova annessione da questa provincia. I Tribunali militari furono dislocati presso le Unità militari italiane di maggiore consistenza; mediante decreti e disposizioni varie vennero regolati anche i tribunali civili. Nella disposizione mussoliniana del 3 ottobre 1941 per le zone annesse al Regno d’Italia vennero esposte dettagliatamente tutte le misure da adottare contro quelle persone che mettono in pericolo «l’unità, l’indipendenza o l’integrità dello Stato». In base a tale disposizione veniva punita con la morte ogni persona che osasse mettere in pericolo la sicurezza dello Stato (danneggiamento, rapina, assassinio), organizzando e partecipando alla rivolta armata contro l’autorità statale o fondando associazioni sovversive e facendo una parallela azione di propaganda. Per le azioni sovversive più gravi era previsto il processo presso i tribunali militari di guerra, mentre per le azioni ritenute meno pericolose era previsto l’arresto e l’internamento in carcere9. Questa disposizione mussoliniana immediatamente dopo fu integrata da una nuova del 24 ottobre 1941, mediante la quale veniva aumentato il numero dei reati penali, tra i quali veniva incluso anche il possesso delle armi (di cui era comunque responsabile il capo famiglia)10. In tal modo venne man mano a crearsi un’ampia piattaforma di azioni repressive, ammantata di «legittimità», allo scopo di pacificare con la forza i territori di nuova annessione nonché di tutelare il potere del Partito fascista. Contro 7 R. DE FELICE, Storia degli Ebrei italiani sotto il fascismo, Torino, Einaudi, 1977, vol. II, pp. 676-692; D. ĐUKOVSKI, Židovi u Istri između dva svijetska rata (Ebrei in Istria tra le due guerre mondiali), in «Časopis za suvremenu povijest», 1977, n. 28 (1), pp. 86-88. 8 Zbornik dokumenata i podataka o Narodnooslobodilačkom ratu naroda Jugoslavije. Dokumenti Kraljevine Italije 1941. (Raccolta di documenti e dati sulla guerra popolare di liberazione dei popoli della Jugoslavia. Documenti del Regno d’Italia - 1941) (d’ora in poi: Zbornik), Beograd-Belgrado 1969, vol. XIII, tomo 1, p. 23. 9 Ibid., pp. 414-418. 10 Ibid., pp. 464-468. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 153 i comunisti, che furono i principali organizzatori del movimento di resistenza alle autorità italiane, il comandante della Seconda armata italiana, generale di Corpo d’armata Mario Roatta, inneggiava alla «lotta sino allo sterminio» (vedi la sua direttiva del 15 febbraio 1942)11. Il 1° dicembre 1942 il Comando superiore delle forze armate «Slovenia-Dalmazia» pubblicò la circolare 3/C, mediante la quale vennero emanate indicazioni particolareggiate sulle modalità della lotta da condurre contro le unità partigiane ed alla posizione da tenere nei confronti della popolazione che le aiutava. Le misure da adottare contro i partigiani furono espresse nella misura «testa per dente» anziché nella misura «dente per dente»12. Nell’ambito delle direttive generali delle ordinanze e dei decreti degli organi superiori, sia militari che civili, del Regno d’Italia, anche gli organi di governo subordinati adottarono le proprie misure contro il Movimento per la lotta di liberazione popolare e contro la popolazione che lo sosteneva. In tal modo il prefetto della provincia del Carnaro, Temistocle Testa, ricevette precisi poteri mediante il r.d.l. del 18 maggio 1941 per le zone di nuova annessione. In base a tale decreto egli adottò misure relative all’internamento di persone non gradite in appositi campi di concentramento, annunziò l’esecuzione di condanne a morte, internò le famiglie di quelle persone di cui si sapeva o si supponeva che avessero propri membri tra le fila del movimento partigiano. Con un decreto prefettizio del 24 aprile 1942 fu introdotta la pratica delle rappresaglie anche contro gli ostaggi: «Da oggi, per ogni reato di carattere politico, commesso contro militari e civili, saranno adottate dirette rappresaglie fucilando ostaggi, il cui numero sarà stabilito di volta in volta a seconda della gravità del reato»13. Che il decreto del prefetto Testa non sia rimasto una vuota minaccia, lo testimonia anche il suo successivo decreto del 30 maggio 1942 per la zona di Jelenie. Il prefetto Testa porta a «pubblica conoscenza» quanto segue: Appartenenti a famiglie di Jelenie si sono in questi ultimi tempi allontanati dalle loro abitazioni per raggiungere nei boschi i ribelli ed arruolarsi nelle loro file e commettere azioni di banditismo, di ladronerie e terrorismo, uccidendo soldati isolati e rapinando lavoratori nelle terre annesse. Si informano le popolazioni dei territori annessi che con provvedimento odierno sono stati internati i componenti delle suddette famiglie, sono state rase al suolo le loro case, confiscati i beni e fucilati 20 componenti di dette famiglie estratti a sorte, per rappresaglia contro gli atti criminali da parte dei ribelli che turbano le laboriose popolazioni di questi territori. Qualora gli appartenenti alle suddette famiglie, che si sono dati al bosco, dovessero continuare nella loro attività di banditi e rapinatori, sarà continuata inesorabilmente la rappresaglia14. La cittadinanza di Fiume e rispettivamente quella del Carnaro, quale parte inteZbornik, vol. XIII, tomo 2, pp. 96-97. Ibid., pp. 860-924. 13 Zbornik, vol. V, tomo 4, p. 400. 14 Copia in possesso dell’autore. 11 12 154 Mihael Sobolevski grante del Regno d’Italia, fu mobilitata in diverse formazioni militari e venne impiegata nei servizi lavorativi e civili. In generale, i fiumani in gruppi più o meno numerosi si trovarono impegnati in quasi tutti i campi di battaglia nei quali operò l’esercito italiano. Molto spesso i fiumani presero parte anche alle operazioni belliche insieme all’esercito tedesco, a quello ustascia-domobrano ed a quello cetnico. Per questo motivo si verificarono perdite di italiani di Fiume nei più vasti teatri di guerra europei ed africani, e questo fatto ha di conseguenza reso più difficile stabilire a noi ricercatori l’esatto luogo di decesso delle vittime. Nell’Italia fascista di Mussolini dominava, quindi, una forma totalitaria di governo, la cui caratteristica fondamentale era espressa dal motto: «Chi non è con noi è contro di noi». Pertanto in base al citato motto agirono molte persone per eliminare ogni forma di opposizione alla guerra voluta dal regime. I cambiamenti che si verificarono in Italia nell’estate del 1943 ebbero notevoli riflessi anche nella città di Fiume e nel territorio dell’ex provincia del Carnaro. Dopo le pesanti disfatte dell’esercito italiano su molti campi di battaglia e il malumore del popolo contro la guerra e il regime fascista, con lo sbarco anglo-americano in Sicilia del 10 luglio 1943, si arrivò velocemente anche alla caduta del fascismo e all’uscita dell’Italia dalla guerra. Dopo la decisione del Gran consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943 il comando supremo delle forze armate fu trasferito nelle mani del re, mentre furono ristabiliti nuovamente i poteri costituzionali della monarchia. Il nuovo governo di Pietro Badoglio firmò il 3 settembre 1943 l’accordo sull’armistizio e la capitolazione dell’Italia, che fu resa noto solo l’8 settembre. Per fronteggiare simili avvenimenti il comando generale tedesco reagì con tempestività: occupò militarmente Roma, liberò Mussolini prigioniero che, sotto la protezione tedesca, il 25 ottobre 1943 proclamò la Repubblica Sociale Italiana. Dopo la capitolazione, sotto la guida del CLN (Comitato di liberazione nazionale), si intensificò invece la lotta armata del popolo italiano contro gli occupatori tedeschi e contro i fascisti. Tutte le forze militari e politiche presenti sul territorio dell’ex Jugoslavia, e così pure quelle che si trovavano nella zona della provincia italiana del Carnaro, cercarono di sfruttare a proprio favore la capitolazione dell’Italia. Lo Stato indipendente di Croazia (NDH: Nezavisna Država Hrvatska) pretendeva che gli fossero restituititi non soltanto quei territori croati che aveva ceduto all’Italia in base agli accordi di Roma del maggio 1941, ma anche una parte di quelli che l’Italia aveva ottenuto con il trattato di Rapallo (nel 1920) e con quello di Roma (nel 1924). Tale richiesta di concessioni territoriali avanzata dallo Stato indipendente di Croazia, guidato da Ante Pavelić, ottenne il momentaneo riscontro dell’alleato tedesco. Nella zona dell’Adriatico orientale ottenne un certo peso anche la mussoliniana Repubblica Sociale Italiana, voluta dal Terzo Reich. La zona del Litorale dell’Alto Adriatico per gli interessi militari strategici della Germania era di primaria importanza, perché i tedeschi temevano un possibile sbarco anglo-americano in quel territorio. Per fronteggiare quindi un tale attacco le forze armate tedesche si affrettarono ad occupare la zona in questione, cercando di sfruttare almeno una parte delle forze armate italiane allo sbando più completo e di utilizzare le postazioni logistico-militari già esistenti. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 155 L’esercito tedesco occupò Fiume il 14 settembre 1943, mentre il giorno successivo, dopo un breve combattimento, si impadronì anche del borgo di Sussa-Sušak, che alcuni giorni prima era stato liberato dalle unità dell’Esercito di liberazione popolare della Croazia. Se si tiene conto di questi avvenimenti appare chiaro che la situazione a Fiume era mutata radicalmente. Il comandante del 194° Reggimento tedesco, Kaspar Völker, assicurò agli ufficiali italiani presenti a Fiume, alle autorità cittadine ed ai rappresentanti del Partito fascista, che Fiume era sempre stata una città «italiana», e che tale sarebbe rimasta sempre. Egli sostituì l’allora prefetto di Fiume, Chiarotti, e in qualità di commissario straordinario della provincia del Carnaro nominò colui che era di gran lunga il politico fiumano più conosciuto nonché senatore del Regno d’Italia, Riccardo Gigante15. In tal modo l’occupatore tedesco dimostrò che avrebbero detenuto il potere civile quelle persone che fossero state di suo gradimento e di cui sarebbe stato certo che avrebbero curato fedelmente gli interessi del Reich tedesco. Si può così constatare che tutti i principali cambiamenti nella zona dell’ex provincia del Carnaro erano già avvenuti prima del 1° ottobre 1943, quando fu creata la zona operativa del «Litorale Adriatico» (Adriatisches Küstenland). Quel giorno il commissario capo Friedrich Alois Rainer pubblicò l’ordinanza relativa all’esercizio dell’amministrazione pubblica nella suddetta zona, in cui era compresa, tra l’altro, l’Istria ed il Carnaro incluse Sussa, Buccari, Čabar, Castua e Veglia. Nella zona operativa del «Litorale Adriatico» il potere civile veniva così esercitato da Rainer, mentre il responsabile per la provincia del Carnaro era il consigliere tedesco Karl Pachneck16. Un importante fattore di opposizione in campo militare e politico nella zona della provincia del Carnaro fu rappresentato dal Movimento popolare di liberazione (movimento antifascista). Il Movimento popolare di liberazione sosteneva che il Regno d’Italia, mediante trattati internazionali non basati sull’equità (il primo firmato a Rapallo nel 1920, il secondo a Roma nel 1924 ed il terzo sempre a Roma nel 1941), aveva aumentato la propria superficie territoriale a danno del territorio nazionale e storico sia croato che sloveno, perciò il Movimento di liberazione popolare ritenne di dover condurre la lotta contro il fascismo per ottenere anche la restituzione di quei territori sottratti ingiustamente dall’Italia. La capitolazione dell’Italia nel settembre 1943 costituì quel fattore essenziale che rese possibile alle istituzioni del Movimento popolare di liberazione di assumere una chiara posizione in merito sia sull’Istria, su Fiume, sulla città dalmata di Zara e sia su quei territori sloveni e croati che furono annessi all’Italia nel 1941. In tal modo il Consiglio territoriale del Movimento di liberazione popolare per l’Istria il 13 settembre 1943 adottò la seguente decisione: «L’Istria si riunisce alla propria madrepatria e proclama l’unificazione con gli altri nostri fratelli croati». Questa decisione fu confermata anche nell’Assemblea di Pisino, svoltasi il 26 settembre 1943. Pertanto nelle deliberazioni del Consiglio regionale del Movimento di liberazione popolare per l’Istria si mise in rilievo, tra l’altro, il fatto che era stata salutata con entusiasmo la proclamazione del 13 settem15 16 A. GIRON, Zapadna…, cit., pp. 240-243. Ibid., pp. 243-244. 156 Mihael Sobolevski bre 1943 sul distacco dell’Istria dall’Italia e la riunificazione con la madrepatria e con la Jugoslavia. Nelle delibere del Movimento di liberazione popolare dell’Istria furono enunciate anche altre misure che sarebbero state adottate, come la decadenza delle leggi italiane di marca fascista e l’espatrio di quegli italiani che si erano stabiliti in Istria dopo il 1918, l’abolizione dei decreti coi quali erano stati italianizzati i nomi ed i cognomi croati, nonché i vari toponimi. Nel contempo, per gli abitanti di nazionalità italiana in Istria, era prevista l’autonomia culturale e la parità dei diritti17. È del tutto comprensibile che queste decisioni degli organi delle autorità popolari in Istria non ebbero, né potevano avere un peso costruttivo di tipo statale, e neanche il potere di cambiare gli accordi internazionali. Si trattava quindi di una rivolta della popolazione croata dell’Istria contro l’Italia mussoliniana, coadiuvata da una parte della popolazione italiana che si unì nella lotta antifascista al Movimento di liberazione popolare della Croazia e della Jugoslavia. Accanto alle citate decisioni locali sono di gran lunga più importanti le decisioni del Consiglio regionale antifascista di liberazione popolare della Croazia (ZAVNOH) e del Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia (AVNOJ). Così, nella decisione dello ZAVNOH del 20 settembre 1943 (decisione relativa al ricongiungimento dell’Istria, di Fiume, di Zara e delle altre zone occupate) venivano proclamati nulli tutti quegli accordi, patti e convenzioni che i diversi governi panserbi avevano stipulato con l’Italia monarchica e sulla base dei quali l’Italia stessa aveva annesso territori croati. Furono anche ritrattati gli accordi del capo dello Stato indipendente di Croazia, Ante Pavelić, mediante i quali egli aveva concesso all’Italia parte del Gorski Kotar (regione montana tra Fiume e Karlovac), del Litorale Croato, della Dalmazia e di alcune isole adriatiche. La presidenza dell’ AVNOJ confermò, il 30 novembre 1943, la decisione dello ZAVNOH relativa al «ricongiungimento dell’Istria, di Fiume, di Zara e delle zone annesse della Croazia e delle isole croate dell’Adriatico alla Croazia libera e inserita nell’ambito della Jugoslavia Federale», come pure la decisione del Consiglio sloveno di liberazione popolare relativa al «ricongiungimento del Litorale Sloveno e di tutte le zone annesse slovene alla Slovenia libera nell’ambito della Jugoslavia Federale»18. L’occupazione militare tedesca della provincia del Carnaro, oltre che di altre zone, era finalizzata all’aiuto delle formazioni militari sia della Repubblica Sociale mussoliniana sia delle forze «cetniche» ed «ustascia-domobrane»; la presenza militare tedesca influì molto a incrementare il numero delle perdite umane nella città di Fiume e nella sua ex-provincia. Infatti l’amministrazione militare tedesca nella zona della provincia del Carnaro era, in linea di massima, corrispondente a quella che i tedeschi avevano adottato nelle altre zone occupate d’Europa. Pertanto essi si adoperarono affinché la provincia del Carnaro preservasse la propria economia e la propria dimensione amministrativa, giustificando questo fatto con motivazioni di ordine bellico per cui occorreva concentrare tutte le risorse disponibili nella lotta contro il Ibid., pp. 177-179. Priključenje Istre Jugoslaviji (Unione dell’Istria alla Jugoslavia), Rijeka-Fiume 1968, fotografie, fac- simili, documenti. 17 18 Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 157 Movimento di Liberazione popolare jugoslavo. Perciò furono adottati soltanto dei cambiamenti di carattere secondario, si potrebbe quasi dire di tipo formale. Tuttavia per soddisfare le pressanti richieste del Consiglio Comunale di Sussa-Sušak i tedeschi destituirono il prefetto di Fiume, Riccardo Gigante, e nominarono al suo posto Alessandro Spalatino. Inoltre i nazisti abolirono l’ufficio della Prefettura fiumana per le zone annesse, costituito nel 1941, ed istituirono il Commissariato amministrativo di Sussa-Veglia (Sussa, Buccari, Čabar, Castua, Veglia). A capo di questo Commissariato i tedeschi nominarono Franjo Špehar19. Nell’intento di pacificare la popolazione della provincia del Carnaro e di raggiungere gli scopi del Terzo Reich, l’occupante tedesco adottò diverse misure nella zona di operazioni del Litorale Adriatico. In quel momento la popolazione italiana, che viveva allora per la maggior parte nella città di Fiume, non aveva accennato alcuna forma di opposizione contro i tedeschi. Gli occhi dei fiumani erano rivolti naturalmente alle forze anglo-americane in Italia, verso il governo Badoglio e verso il movimento della Resistenza che si era sviluppato soprattutto in varie zone dell’Italia settentrionale, ed è così che gradualmente cominciarono a costituirsi a Fiume alcuni movimenti politici clandestini, che avevano lo scopo di far sì che la città rimanesse all’Italia (il CLN locale ed una piccola parte dei comunisti italiani) o che comunque si potesse puntare sull’autonomia. L’occupatore tedesco, a Fiume ed nella provincia del Carnaro, in parte con la forza ed in parte con le buone, cercò di guadagnare a sé ampi strati della popolazione italiana e croata. Per riuscire in questo scopo venne creata una vasta rete di servizi di polizia e di informazione, oltre all’istituzione di tribunali straordinari; tra tutti i servizi repressivi, si distingueva innanzi tutto l’onnipresente Gestapo (Geheime Staats-Polizei = Polizia segreta statale), che aveva un ruolo importante all’interno della Direzione generale di sicurezza del Reich (Reichssicherheitshauptamt). La Gestapo era la quarta divisione all’interno della Direzione generale della sicurezza del Reich e aveva poteri esecutivi (il diritto di effettuare arresti). La IV Divisione, con sottosezioni minori, era incaricata di occuparsi degli oppositori al nazismo (come, ad esempio, i comunisti ed i liberali), conduceva la lotta contro il sabotaggio, si occupava delle comunità religiose ed era addetta alla «soluzione finale della questione ebraica». All’interno del Battaglione di sicurezza delle SS (Schutzstaffel) operava il Servizio di sicurezza (Sicherheitsdienst, SD) con funzioni di spionaggio. La spietata durezza di questi servizi speciali tedeschi fu sperimentata da tutti coloro che, senza tener conto della propria nazionalità, cercarono in una maniera qualsiasi di opporsi agli interessi tedeschi, sia militari che politici. Tutti gli imputati venivano giudicati dopo un breve processo (il Tribunale straordinario per la sicurezza pubblica, ovvero il Tribunale speciale che aveva sede a Trieste). Ma durante l’occupazione tedesca della provincia del Carnaro, congiuntamente alle SS, operava una Corte marziale straordinaria, che a più riprese condannò a morte mediante fucilazione gruppi più o meno numerosi di arrestati 19 A. GIRON, Zapadna… cit., pp. 245-246. 158 Mihael Sobolevski dietro l’accusa di attività politiche illegali (collaborazione col Movimento di liberazione popolare)20. Le autorità tedesche di occupazione cercarono di organizzare in formazioni militari o paramilitari un sempre maggiore numero di cittadini di Fiume e della provincia del Carnaro sotto il pretesto che si trattava di istituzioni legali della mussoliniana Repubblica Sociale Italiana (RSI). Doveva contribuire allo scopo di controllo tedesco anche la riorganizzazione del Partito fascista sotto la sua nuova denominazione di Partito fascista repubblicano (PFR). Durante il periodo dell’occupazione tedesca di Fiume e della provincia del Carnaro operavano le seguenti organizzazioni ed unità militari e paramilitari: Guardia alla frontiera (GaF), Guardia nazionale repubblicana (GNR), Milizia contraerea (MaCa), Milizia difesa territoriale (MDT), Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN), nonché le formazioni delle Camicie nere (CCNN). Sotto il comando dei tedeschi si trovavano raggruppate nei dintorni di Fiume anche formazioni «cetniche» (formazioni militari di serbi collaborazionisti), come pure forze militari e di informazione di «ustascia» e «domobrani». Tutte queste formazioni provocarono un gran numero di perdite umane, sia di nazionalità italiana che di nazionalità croata. L’occupante tedesco anche nella provincia del Carnaro perpetrò, a scopo di genocidio, la persecuzione della comunità etnico-religiosa degli ebrei. Nella Repubblica Sociale Italiana, a differenza delle altre zone dell’Italia, erano rimaste in vigore le leggi razziali (lo stesso accadeva nella Croazia controllata da Pavelić, N.d.T.). Va aggiunto che se tali leggi non ci fossero state, le autorità di occupazione tedesche avrebbero adottato ugualmente simili misure, poiché così avevano fatto anche negli altri paesi occupati. I tedeschi, quindi, si servirono delle istituzioni della Repubblica Sociale Italiana affinché esse formalmente contribuissero ad una parte del lavoro volto a realizzare la «soluzione finale della questione ebraica». Il 2 dicembre 1943 infatti il Ministero dell’interno della Repubblica Sociale Italiana indirizzò al prefetto di Fiume, Agostino Spalatino, un telegramma nel quale si ordinava che tutti gli ebrei che si trovavano nella zona della provincia del Carnaro (includendovi anche quelli particolarmente discriminati), senza tener conto di quale fosse la loro nazionalità di appartenenza, dovevano essere arrestati e inviati nei campi di concentramento. Inoltre tutti i loro beni dovevano essere sequestrati ed in seguito confiscati nell’interesse della Repubblica Sociale Italiana, per essere poi utilizzati a favore dei poveri e delle vittime dei bombardamenti aerei anglo-americani. Tutte queste misure contro gli ebrei vennero direttamente adottate dalle autorità tedesche di occupazione21. Secondo i dati statistici che sono stati elaborati agli inizi del 1946 dalla Commissione comunale per l’accertamento dei crimini di guerra commessi durante il conflitto a Fiume (nell’arco di tempo che va dalla metà del 1940 sino al mese di maggio del 1945), è stato accertato che la polizia tedesca dall’autunno del 1943 alla 20 ARCHIVIO DI STATO RIJEKA-FIUME (d’ora in poi DAR), Gradska komisija za utvrđivanje ratnih zločina u Rijeci od siječnja 1944. do travnja 1945. (Commissione cittadina per i crimini di guerra dal gennaio 1944 all’aprile 1945). 21 Ibidem. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 159 fine del mese di aprile del 1945 ha arrestato a Fiume e rinchiuso in prigione un totale di 678 persone. Vennero deportati nei campi di concentramento tedeschi 623 persone, 290 delle quali perirono nei Lager22. Gli attacchi di gruppi armati antifascisti contro singoli obiettivi bellici, sia tedeschi che dei militari loro alleati, soprattutto a Fiume ed a Sussa, costituirono per le autorità tedesche una motivazione sufficiente per decretare la pena di morte a detenuti politici, ma anche a ostaggi innocenti. In breve, l’occupazione tedesca di Fiume e della provincia del Carnaro provocò una grande quantità vittime, in special modo tra la popolazione ebraica, sia croata che italiana. Altre notevoli perdite fra la popolazione italiana e croata, nell’arco di tempo che va dal gennaio del 1944 all’aprile del 1945, furono provocate dalle forze aeree anglo-americane. Gli attacchi aerei erano innanzi tutto dettati da motivazioni di ordine strategico. Si cercò quindi di distruggere l’industria fiumana, le infrastrutture e le vie di comunicazione, per creare le condizioni in questa zona di un possibile sbarco degli Alleati. Nel corso di una trentina di bombardamenti effettuati su Fiume da parte di un gran numero di aerei (complessivamente tali bombardamenti sono durati circa 50 ore) si registrarono gravissimi danni materiali alle strutture industriali, agli edifici pubblici e alle unità abitative. Inoltre, durante questi bombardamenti perirono più di cento persone, mentre diverse centinaia rimasero ferite23. Un altro importante fattore che provocò perdite umane tra la popolazione di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro fu costituito anche dal MPL, non soltanto nel corso della II guerra mondiale, ma anche nel periodo immediatamente successivo alla sua conclusione. Sviluppatosi gradualmente nei singoli ambienti locali, il MPL condusse una lotta senza quartiere contro le forze di occupazione nazifasciste e dei loro alleati collaborazionisti. Il movimento partigiano era collegato dal punto di vista organizzativo con le strutture logistiche della Croazia e del resto della Jugoslavia, ma era guidato prevalentemente dai comunisti. Nel vasto programma del Fronte popolare il Movimento cercò di raccogliere vasti strati della popolazione, senza tener conto dell’appartenenza religiosa, nazionale o di classe sociale. L’idea fondamentale fu la lotta contro le forze di occupazione ed i regimi collaborazionisti per la creazione di un sistema democratico popolare e antifascista. Allo scopo di rendere efficace la sua attività, il movimento partigiano jugoslavo organizzò strutture militari e politiche nonché organismi di potere popolare. Tale struttura si instaurò gradualmente anche nella zona di Fiume e nell’ex provincia del Carnaro. Le strutture di lotta popolare locale e quelle a livello superiore cercarono di acquisire anche la popolazione italiana agli scopi della lotta antifascista e ci furono, in effetti, interessanti casi di adesione. In questo caso non nacquero problemi nell’accettare un programma d’azione comune antifascista, ma si manifestarono forti dubbi e opposizioni quando si trattò di stabilire la futura appartenenza territoriale di quelle zone che, in base ai precedenti trattati internazionali, erano state attribuite Ibidem. M. SOBOLEVSKI, Savezničko bombardiranje u Rijeci od siječnja 1944. do travnja 1945., (Bombardamenti alleati su Fiume nella II guerra mondiale, gennaio 1944-aprile 1945) in «Zbornik Sv. Vid», 2000. 22 23 160 Mihael Sobolevski all’Italia nel periodo tra le due guerre mondiali. Non fu certo cosa facile e semplice contemperare tali interessi perfino tra gli stessi comunisti croati e quelli italiani. In merito a questi eventi esiste un’apposita letteratura storica che riporto man mano nelle note di questo testo24. Anche a Fiume e nell’ex provincia del Carnaro, dopo la liberazione da parte delle unità della IV Armata jugoslava, venne abbattuto il vecchio potere ed istituito quello dei Comitati di liberazione popolare. Già abbiamo sottolineato in precedenza che il MPL fu uno dei principali elementi che provocarono la perdita di vite umane. Tutti coloro che avevano fatto parte delle forze di occupazione o di quelle collaborazioniste, e in particolare i responsabili dei crimini commessi contro la popolazione civile e contro gli esponenti politici e militari del MPL, furono vittima di azioni di rappresaglia. A questo proposito si deve rilevare che in linea di principio i comandi militari partigiani si comportarono in modo umano e comprensivo nei confronti dei prigionieri di guerra, soprattutto verso i militari italiani catturati, che venivano prevalentemente lasciati liberi di rientrare nei loro reparti. Nei confronti invece delle Camicie nere fasciste, che si erano distinte per i loro crimini contro la popolazione civile e contro i simpatizzanti del MPL, i partigiani assunsero una posizione molto dura. Allo scopo di evitare improvvisazioni ed azioni arbitrarie, lo Stato maggiore jugoslavo emanò due importanti decreti contenenti i criteri sui quali si doveva fondare la giustizia militare partigiana. Con il primo, emanato il 29 dicembre 1942, l’Alto Comando jugoslavo volle creare un sistema giudiziario unico per l’esercizio della giustizia nei territori liberati e nell’ambito dei reparti partigiani. Anche prima in verità erano in vigore circolari e istruzioni varie in materia, ma questo decreto assunse una importanza fondamentale, in quanto esso istituiva tribunali militari permanenti in seno alle brigate proletarie d’assalto ed agli organi di potere militare nelle retrovie, nominava i giudici istruttori e dettava i principi fondamentali del procedimento giudiziario25. Il 24 maggio 1944 il comandante supremo dell’Esercito di liberazione popolare, Josip Broz Tito, emanò un nuovo decreto sui tribunali militari jugoslavi e sull’ordinamento e le competenze degli stessi, che sarebbe divenuto il supporto fondamentale della giustizia militare fino al 24 agosto 1945, quando venne emanata la legge sull’ordinamento e sulle competenze dei tribunali militari in seno alle Forze Armate Jugoslave. Anche questo secondo decreto aveva un duplice carattere: in base ad esso venivano giudicati non solo gli appartenenti all’Esercito di liberazione popolare che contravvenivano ai principi dell’MPL, ma anche coloro che erano accusati di crimini di guerra, i nemici del popolo e gli autori di reati penali contro i militari e contro i prigionieri di guerra. I tribunali militari jugoslavi processarono anche i civili che 24 A. GIRON, Zapadna… cit. e le pubblicazioni seguenti, nonché la bibliografia citata in I. G. KOVAčIć, Legendarni Tuhobić. Riječko Područje u ratu 1941. godine i partizanski odred Božo Vidas Vuk (Il leggendario Tuhobič, la regione fiumana nel 1941 e il distaccamento partigiano Božo Vidas Vuk), Rijeka-Fiume 2000; R. BUTOROVIč, Sušak i Rijeka u NOB (Sussa e Fiume nella Lotta di Liberazione Popolare), Rijeka-Fiume, Tipograf, 1975. 25 LEON GERšKOVIć, Dokumenti o razvoju narodne vlasti (Documenti sullo sviluppo del potere popolare), Beograd-Belgrado 1948, pp. 135-138. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 161 avevano un qualsiasi rapporto di impiego con le forze armate o che avevano commesso reati contro militari ed istituzioni militari. Poiché questo decreto continuò ad essere applicato anche nell’immediato dopoguerra, ci sembra utile analizzarne più dettagliatamente il contenuto e metterne in risalto l’impostazione di base. Il tribunale militare jugoslavo giudicava in camera di consiglio, avvalendosi dell’assistenza di un segretario, il quale doveva essere, possibilmente, un giudice di professione o quanto meno un avvocato. I tribunali militari erano competenti per giudicare diversi reati penali, tra i quali prenderemo in esame quelli riguardanti i crimini di guerra e quelli contro i «nemici del popolo». L’articolo 13 del decreto sui tribunali militari jugoslavi descrive così i reati penali da considerare crimini di guerra: Sono considerati criminali di guerra sia i cittadini jugoslavi che i cittadini dei paesi occupanti o di altri paesi responsabili di essere promotori, organizzatori, mandanti, complici o esecutori di uccisione di massa, torture, sgomberi coatti, internamenti e traduzione ai lavori forzati di popolazioni civili, nonché i responsabili di incendi, distruzioni e saccheggi del patrimonio pubblico e privato; tutti i proprietari di terreni e di imprese in Jugoslavia, nei paesi occupanti e in altri paesi che hanno sfruttato in modo disumano i lavoratori condannati ai lavori forzati; i funzionari degli apparati terroristici, delle formazioni armate terroristiche dei paesi occupanti ed i civili operanti al servizio degli occupatori; i responsabili della mobilitazione del nostro popolo per l’inquadramento in seno all’esercito nemico. Il successivo articolo 14 del decreto sui tribunali militari così recitava: Sono considerati nemici del popolo: tutti gli ustascia, i cetnici e gli appartenenti alle altre formazioni armate al servizio del nemico, i loro organizzatori ed i loro complici; tutti coloro che sono al servizio del nemico in qualsiasi forma – spie, delatori, corrieri, agitatori, ecc. –; tutti coloro che hanno indotto la popolazione a consegnare le armi agli occupanti; tutti quelli che hanno tradito la guerra di liberazione popolare e sono stati in contatto con l’occupante; tutti coloro che si sono ribellati al potere popolare operando contro di esso; tutti quelli che attentano all’esercito nazionale o hanno aiutato e continuano ad aiutare l’occupante; chiunque compia gravi omicidi, saccheggi, ecc. Per tutti i reati indicati ed alcuni altri reati previsti i tribunali militari adottavano provvedimenti cautelativi ed emettevano condanne. Oltre alle condanne il tribunale militare poteva adottare anche altri provvedimenti, ad esempio la perdita temporanea o definitiva dei diritti civili e la confisca dei beni. I processi dovevano essere rapidi e concisi, rispettando però l’intera procedura prevista. Per l’impostazione della procedura processuale ogni Camera di consiglio del tribunale si avvaleva di un giudice istruttore militare. Gli arresti non potevano essere eseguiti sulla base di elementi non accertati, ma le persone indiziate di reato potevano tuttavia essere sottoposte ad interrogatorio. Gli interrogatori dovevano essere verbalizzati e agli indagati che non conoscevano la «lingua popolare» doveva essere fornito un interprete. Il dibattimento davanti al Tribunale militare aveva inizio con la lettura del capo di accusa da parte del giudice istruttore. I processi potevano essere pubblici o a porte chiuse. Se l’accusato non era in grado di difendersi da solo gli veniva assegnato un avvocato 162 Mihael Sobolevski d’ufficio, ma i militari non potevano in nessun caso essere difesi da civili. La sentenza veniva emessa dalla camera di consiglio in seduta segreta e veniva quindi letta all’imputato. La sentenza emessa «in nome dei popoli della Jugoslavia» doveva essere formulata in forma scritta. Se l’imputato veniva condannato a morte (le condanne venivano eseguite mediante fucilazione e nei casi particolarmente gravi mediante impiccagione), l’esecuzione doveva essere prima confermata dal tribunale militare superiore, che poteva decidere anche di commutare la pena. La condanna a morte poteva quindi essere eseguita soltanto previa autorizzazione dell’istanza superiore, che in casi eccezionali, quando cioè si rendeva necessaria l’esecuzione immediata, poteva giungere anche successivamente26. Il comandante supremo dell’Esercito di liberazione popolare Josip Broz Tito e la presidenza dell’AVNOJ durante il 1944 diramarono a più riprese moniti, avvertimenti, inviti ai cittadini ed ai componenti delle formazioni militari occupanti e ai collaborazionisti per indurli a disertare e ad unirsi al MPL, minacciando in caso contrario di ritenerli complici e partecipi delle azioni criminali compiute da tali formazioni, azioni che non sarebbero in nessun caso rimaste impunite. Il MPL non si ispirava infatti a sentimenti di vendetta, ma intendeva solo punire gli autori dei crimini. La presidenza dell’AVNOJ emanò tra l’altro in data 21 novembre 1944 a Belgrado un decreto di amnistia per tutti coloro che avevano fatto parte delle formazioni «cetniche» del generale serbo Draža Mihajlović e delle milizie territoriali croate e slovene. Il decreto escludeva dall’amnistia soltanto i responsabili di crimini (uccisioni, incendi, stupri, saccheggi) commessi successivamente alla sua emanazione27. Poiché nell’attuazione del provvedimento di amnistia si erano andate evidenziando interpretazioni arbitrarie (i tribunali militari lo applicavano in modo troppo restrittivo), il 12 gennaio 1945 il comandante supremo Josip Broz Tito promulgò un nuovo decreto che sanciva l’applicazione «incondizionata» dell’amnistia a tutte le persone a cui essa era destinata. Si sanciva inoltre che le condanne a morte comminate a soggetti che avevano commesso i crimini loro imputati (uccisioni, incendi, saccheggi, stupri), potevano essere eseguite solo previa autorizzazione della competente camera di consiglio del tribunale, mentre le condanne a morte contro altre persone (dirigenti, organizzatori e intellettuali accusati di crimini e di atti di tradimento) potevano essere eseguite «unicamente ed esclusivamente previa autorizzazione del tribunale militare superiore presso lo Stato maggiore28. Durante la guerra di liberazione e immediatamente dopo la sua conclusione, la giustizia militare fu molto più severa, perché doveva perseguire l’obiettivo di proteggere le conquiste dell’esercito di liberazione e condurre una lotta senza quartiere contro gli appartenenti al potere militare e civile dell’occupante e dei suoi collaboratori, soprattutto contro chi avesse commesso atti criminali. Con la legge sull’ordinamento e sulle competenze dei tribunali militari dell’Armata jugoslava del 24 agosto 1945 le competenze dei tribunali militari vennero notevolmente ridotte e limitate ai processi a carico dei militari e dei prigionieri J. B. TITO, Sabrana djela (Opere scelte), Beograd-Belgrado, 1984, vol. 20, pp. 223-241. Ibid., vol. 25, pp. 290-291. 28 Ibid., p. 209. 26 27 Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 163 di guerra. Dopo l’avvento dell’amministrazione militare jugoslava nella Venezia Giulia, nell’Istria, a Fiume e nel Litorale sloveno, avvenuto in base al decreto del comandante supremo maresciallo Tito del 23 giugno 1945, si passò anche alla riorganizzazione della giustizia militare e civile. Con un successivo decreto del vice comandante dell’amministrazione militare dell’Armata jugoslava per la Venezia Giulia, l’Istria, Fiume e il Litorale sloveno del 16 ottobre 1945 venne istituito il Tribunale militare dell’Armata jugoslava competente per la giustizia militare e civile29. L’esposizione di tutte le circostanze e di fatti finora riportati ci è parsa necessaria soprattutto per cercare di comprendere anche le perdite di vite umane registrate a Fiume e nell’ex provincia del Carnaro dopo la fine della II guerra mondiale di cui ci occuperemo più avanti. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio del 1945 le unità della IV Armata jugoslava conquistarono, dopo aspri scontri militari, Fiume e il territorio della ex provincia del Carnaro. Per la maggior parte della popolazione croata e slovena ciò significò la liberazione lungamente attesa dal fascismo italiano e la fine dell’occupazione italotedesca. Questo era uno degli obiettivi principali della guerra di liberazione popolare condiviso anche da una minima parte della popolazione italiana che, insieme ai croati ed agli sloveni, partecipò alla guerra di liberazione e alla lotta contro il fascismo. L’ingresso delle truppe della IV Armata jugoslava nel territorio di Fiume e dell’Istria fu considerato come un’occupazione militare dall’Italia ufficiale e dalla maggioranza della popolazione italiana che nella peggiore delle ipotesi avevano auspicato l’occupazione militare anglo-americana. Gli Alleati segretamente e pubblicamente erano contrari all’occupazione di Fiume e dell’Istria da parte delle forze armate jugoslave, poiché ritenevano questo territorio italiano in base agli accordi interstatali stipulati nel periodo tra le due guerre mondiali. Nel peggiore dei casi gli Alleati ritenevano che la soluzione di questo problema doveva essere ricercata nell’ambito di una conferenza internazionale di pace. La situazione a Fiume dopo la liberazione jugoslava era disastrosa. Le case, gli edifici pubblici e gli impianti industriali erano stati in gran parte distrutti, le strade erano ostruite da macerie e bunker improvvisati. Erano queste le conseguenze dei bombardamenti anglo-americani, delle mine fatte scoppiare dai tedeschi e delle granate cadute sulla città nella fase conclusiva delle operazioni per la sua liberazione. Non appariva migliore l’immagine che presentava il territorio dell’ex provincia del Carnaro con una popolazione decimata e molti centri abitati incendiati e distrutti. Il compito principale delle autorità militari e civili jugoslave fu quello di ristabilire l’ordine e la pace, nonché di ripristinare le condizioni di vita e di lavoro della popolazione. Ma di questo capitolo della storia del dopoguerra a Fiume non ci occuperemo in questa sede. Vogliamo piuttosto porre in rilievo soltanto alcune altre circostanze di rilevanza internazionale. Le divergenze sorte tra le autorità militari e civili della Federazione jugoslava e gli alleati anglo-americani in rapporto alla costituzione di una amministrazione militare alleata provvisoria nella Venezia Giulia minacciavano 29 DAR, Comitato cittadino di liberazione popolare di Fiume. 164 Mihael Sobolevski di sfociare in un possibile confronto armato. Il governo jugoslavo cercò di evitare ogni eventuale scusa che potesse motivare un intervento militare alleato e, accettando le condizioni poste dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti, il 9 giugno 1945 firmò un trattato per la costituzione dell’Amministrazione militare alleata provvisoria sulla Venezia Giulia. In base a tale trattato Fiume, l’Istria ed il Litorale sloveno furono posti sotto l’amministrazione militare dell’Armata jugoslava, mentre il restante territorio della Venezia Giulia venne posto sotto l’amministrazione militare angloamericana (Linea Morgan di demarcazione)30. Il territorio posto sotto l’amministrazione militare jugoslava costituì la Zona “B”, mentre quello occupato dagli Alleati costituì la Zona “A”. L’amministrazione militare dell’Armata jugoslava, instaurata il 23 giugno 1945, costituiva il massimo organo di potere sulla Zona “B” ed aveva sede ad Abbazia. Essa era quindi responsabile del funzionamento degli organi del potere popolare (Comitati popolari), di tutta l’attività pubblica nonché della giustizia militare e civile. Questo assetto fu mantenuto sino all’attuazione del trattato di pace con l’Italia, firmato a Parigi il 10 febbraio 194731. Sulla base di tale trattato i territori amministrati dall’Armata jugoslava furono per la maggior parte annessi alla Jugoslavia, mentre la restante parte di territorio e da una parte di quello amministrato dal comando anglo-americano andarono a costituire, come soluzione transitoria, il Territorio Libero di Trieste. Quest’ultimo problema venne in seguito risolto con ulteriori negoziati tra i governi italiano e jugoslavo ed il Comando alleato. Anche questo però è un tema che esula un po’ dalle mie considerazioni specifiche. Uno dei principali obiettivi della guerra di liberazione partigiana in Croazia, così come nell’intera Jugoslavia, era quello di punire in modo adeguato tutti coloro che erano stati gli ideatori o i colpevoli di crimini di guerra, cioè tutte quelle persone che, operando nell’ambito delle forze di occupazione e dei regimi collaborazionisti, avevano commesso quei crimini, già riportati nella relazione sulla giustizia militare. In linea di principio, gli imputati non venivano giudicati in base alla loro nazionalità o alla loro fede religiosa, ma perché ritenuti colpevoli di aver commesso crimini di guerra. Gli italiani di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro venivano cioè giudicati non in quanto tali, come si tende oggi a convincere l’opinione pubblica italiana, bensì per il fatto che alcuni di essi erano sospettati di aver commesso crimini di guerra. Tuttavia resta certamente aperta la questione se siano state sempre rispettate la legalità e la giustizia o se, in singoli casi, esse siano venute meno per carenza di adeguati controlli. Commetteremmo un grosso errore, sia come uomini e sia come studiosi, se giustificassimo un crimine con un altro crimine o se pesassimo con il bilancino chi ne ha commesso di più e chi di meno. Certi fatti non possono essere giudicati con il metro di oggi e a tanto tempo di distanza dal periodo in cui si sono verificati. Le frustrazioni e le ambizioni umane non devono influenzare il sentimento di giustizia e di legalità su avvenimenti ancora insufficientemente indagati. 30 Dokumenti o spoljnoj politici SFRJ 1945. (Documenti sulla politica estera della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia 1945), vol. I, Beograd-Belgrado 1984, pp. 81-82. 31 Ibid., pp. 125-185. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 165 Nella fase conclusiva delle operazioni per la liberazione definitiva della Jugoslavia, che va dall’autunno del 1944 al maggio del 1945, in numerosi settori del fronte si svolsero cruenti combattimenti, che provocarono non solo grosse perdite di vite umane tra le parti in conflitto, ma anche notevoli sofferenze alla popolazione civile coinvolta. In quel periodo i reparti dell’Esercito di liberazione popolare della Jugoslavia (NOVJ) catturarono un gran numero di soldati di diverse nazionalità facenti parte delle forze di occupazione e appartenenti alle formazioni collaborazioniste (ustascia, cetnici, milizie territoriali croate e slovene, balisti, ecc.). Al termine delle operazioni furono fatti complessivamente prigionieri 221.287 soldati nemici, tra cui 57.150 italiani, molti dei quali originari di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro32. Se si aggiungono i collaborazionisti catturati nel restante territorio nazionale, alla fine del 1945 nei campi di concentramento jugoslavi si trovavano complessivamente 355.785 prigionieri di guerra33. Subito dopo la loro cattura i prigionieri di guerra venivano internati in campi di concentramento improvvisati, dove erano spesso esposti alle intemperie e ad un regime alimentare inadeguato. Si deve però considerare che in quei tempi neanche la popolazione civile viveva molto meglio a causa delle distruzioni provocate dalla guerra e dalla penuria di generi alimentari. Per far fronte in modo adeguato alla situazione dei prigionieri di guerra, il presidente del Consiglio dei ministri e ministro della difesa maresciallo Tito emanò il 30 aprile 1945 una ordinanza con la quale venne istituita una «Sezione per i prigionieri di guerra» in seno al comando dell’Armata jugoslava. A questo organo venne affidato il compito di tenere in evidenza il problema dei prigionieri e dei campi di concentramento, nonché di gestire i campi ed i cantieri nei quali venivano avviati a lavorare i prigionieri stessi. Secondo i criteri dettati dalla stessa ordinanza e dalle convenzioni internazionali sul trattamento dei prigionieri di guerra, la «Sezione» si occupava anche della custodia e della sicurezza dei prigionieri, dei campi e dei cantieri dove essi lavoravano, del controllo sul finanziamento, sulla sistemazione logistica, sull’alimentazione, sul vestiario, ecc. L’ordinanza prescriveva inoltre che i prigionieri di guerra venissero inquadrati in «battaglioni» costituiti da un comando e da quattro compagnie formate ciascuna da 250 prigionieri. Il comando era a sua volta costituito da 11 persone: il comandante, il commissario politico, l’aiutante, l’intendente, il medico, l’igienista, l’infermiere ed alcuni sottufficiali responsabili della disciplina. Il 32 R. KALTENEGGER, Operationszone «Adriatisches Küstenland». Der Kampf um Triest, Istrien, und Fiume 1944/45 (La zona d’operazione «Litorale Adriatico». La battaglia per Trieste, l’Istria e Fiume 1944-45), Graz-Stuttgart, Stocker Verlag, 1993, p. 306: «Sino alla metà del 1947 i prigionieri italiani furono rimpatriati in Italia (in totale: 56.773 prigionieri), grazie al grande interessamento di Palmiro Togliatti. L’ultima nave con 849 prigionieri di guerra fu inviata da Spalato ad Ancona il 27 giugno 1947». 33 A. MILETIć, Prilog proučavanju istorije Jugoslavenske narodne armije kroz izabrana dokumenta maršala Jugoslavije Josipa Broza Tita u svojstvu ministra Narodne obrane i vrhovnog komandanta oružanih snaga FNRJ u periodu 1945.-1956. godine (Contributo all’approfondimento della storia dell’Armata popolare jugoslava attraverso documenti scelti del maresciallo di Jugoslavia Josip Broz Tito nella sua qualità di ministro della Difesa popolare e di comandante in capo delle forze armate della RSFJ nel periodo 1945-46), in «Vojnoistoriski glasnik», 1987, n. 1, p. 327. 166 Mihael Sobolevski personale responsabile della sicurezza dei prigionieri veniva reclutato dai battaglioni territoriali dei singoli corpi d’armata34. Con l’instaurazione del potere militare e civile a Fiume e nell’ex provincia del Carnaro cominciarono ad essere adottate misure repressive contro le persone a carico delle quali erano già state raccolte prove sulla loro partecipazione a fatti criminosi. Al loro arresto ed al loro interrogatorio provvedevano due strutture già costituite in precedenza nel sistema del potere militare: la Sezione per la protezione del popolo (OZNA) e le formazioni militari del Corpo d’armata di difesa nazionale della Jugoslavia (KNOJ). I militari arrestati venivano internati nei campi di concentramento provvisori apprestati a Fiume e nei suoi dintorni, la maggior parte dei quali erano dislocati nella località di Martinscizza, mentre i civili arrestati per la loro attività politica venivano tradotti al carcere dell’OZNA a Fiume. Alla conclusione dell’istruttoria coloro a carico dei quali veniva accertata o sospettata la partecipazione ad atti criminosi venivano rinviati a giudizio davanti i tribunali militari, mentre quelli contro i quali non emergevano prove venivano rimessi in libertà. Per l’individuazione degli autori di crimini di guerra, l’OZNA e il KNOJ operavano in stretta collaborazione con gli organi del potere popolare e con le organizzazioni socio-politiche. Infatti, oltre a tutte le strutture del potere popolare, da quelle comunali alle regionali, erano stati formati Comitati per l’accertamento dei crimini commessi dagli occupanti e dai loro complici. I dati raccolti da questi Comitati venivano trasmessi a tutti gli organi incaricati di processare i criminali di guerra. Qui giova nuovamente sottolineare che queste misure repressive erano dirette contro tutti coloro che erano colpevoli, o sospettati di esserlo, di aver commesso crimini di guerra e non contro una determinata comunità nazionale, in questo caso quella italiana. Non disponiamo purtroppo di dati certi circa il numero complessivo dei cittadini di nazionalità italiana di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro arrestati tra il 1945 e il 1947, poiché non è stata conservata tutta la documentazione penale militare e quindi non possiamo conoscere con sicurezza neanche il numero esatto delle persone processate. Tutti gli sforzi effettuati in passato per assicurare alla giustizia i maggiori responsabili dei crimini di guerra commessi in questa regione non hanno prodotto effetti rilevanti. La Commissione nazionale per l’accertamento dei crimini commessi dagli occupanti e dai loro complici nello Stato federale della Croazia e la Commissione civica per l’accertamento dei crimini commessi a Fiume presentarono un gran numero di denunce. Nella lista degli accusati si trovava primo fra tutti il prefetto di Fiume Temistocle Testa, accusato di aver fatto arrestare ed internare molti antifascisti e le loro famiglie, di aver fatto distruggere numerosi beni mobili ed immobili, di aver fatto torturare i prigionieri rinchiusi nei campi di concentramento (Kampor nell’isola di Arbe), di aver ordinato crimini contro singole persone e di massa (ad esempio il crimine ordinato a Podhum il 12 luglio 1942). Furono inoltre accusati di crimini di guerra il comandante delle SS tedesche a Fiume, colonnello Henrich Schluntzen, il comandante delle forze armate tedesche nel settore di Fiume, colonnello Lothar Zimmerman35, così come molte altre 34 35 Ibid., pp. 326-328. Cfr. nota 20. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 167 persone. Ad eccezione di Lothar Zimmerman, arrestato e condannato a morte nel 1946, gli organi investigativi e giudiziari jugoslavi non riuscirono a processare gli altri maggiori criminali di guerra. La mancata consegna di questi criminali di guerra fu dovuta al fatto che, a seguito ai mutati rapporti politici nell’immediato dopoguerra, gli alleati anglo-americani fecero di tutto per coprire i crimini commessi da parte italiana. È certo che questo atteggiamento degli Alleati fu dovuto anche agli sforzi degli antifascisti italiani tesi a dimostrare che l’Italia «nata dal movimento della Resistenza»36 non aveva nulla a che fare con l’Italia mussoliniana. Nella nuova situazione venutasi a creare è più che probabile che alcune persone potessero incorrere in pene sproporzionate all’entità del ruolo da loro avuto negli atti criminosi ad esse imputati. Per poter fare una valutazione complessiva di questa problematica mancano purtroppo fonti e analisi attendibili come possano essere le fonti storiche di carattere giuridico. La storiografia croata non ha dedicato particolare attenzione ai problemi connessi ai processi giudiziari contro i cittadini di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro accusati di aver partecipato a crimini di guerra. Nell’ultima storia di Fiume pubblicata nel 1988 manca ogni riferimento ai problemi sorti nell’immediato dopoguerra e alle perdite umane subite in quello stesso periodo. Nella sua Kratka povijest grada Rijeke (Breve storia della città di Fiume) (Rijeka-Fiume 1988) lo storico Igor Žić fa menzione delle repressioni dell’OZNA, che in quei «drammatici giorni» (dopo la liberazione di Fiume) avrebbe giustiziato circa 300 persone (p. 147). Non vengono però indicati con chiarezza i motivi di tali esecuzioni, così come non appare chiaro se furono commesse solo dall’OZNA. Effettivamente per formulare più esatte constatazioni bisognerebbe poter disporre di fonti più attendibili. Non ho mancato di sottolineare a più riprese la scarsità di documentazione autentica, per poter fare una valutazione complessiva delle perdite di vite umane subite dagli italiani di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro immediatamente dopo la fine della II guerra mondiale. Per un centinaio di persone è possibile stabilire che furono processate da tribunali militari e per una decina di esse si è riusciti a rintracciare anche le relative sentenze. La mancanza di materiale d’archivio ha indotto taluni ricercatori a formulare conclusioni e giudizi arbitrari, secondo cui queste persone non sarebbero state formalmente giudicate e quindi successivamente giustiziate senza essere state sottoposte a regolari processi. L’analisi di questa problematica non si esaurisce affatto con questo libro, e sarà necessario continuare in futuro il reperimento di nuove fonti, tanto più che altra documentazione si trova sicuramente sparsa in numerosi archivi di diversi Stati. Allo scopo di offrire al lettore la possibilità di comprendere i motivi ed i modi con cui singole persone sono state giudicate nell’immediato dopoguerra, mi limito a riportare i due esempi seguenti. Il testo della sentenza dell’11 giugno 1945 con cui David Cherbaz viene condannato alla fucilazione dal Tribunale militare dell’Armata jugoslava – sezione per Litorale Croato e Fiume. Essa recita testualmente: 36 Cfr. F. NIRENSTEIN, Genocid na talijanski način (Genocidio all’italiana), in «Dometi», 1989, n. 10, pp. 707-713. 168 Mihael Sobolevski Cherbaz David, figlio illegittimo di Emilio Cherbaz, nato a Fiume il 28/12/1910, abitante in via Trieste 94, fabbro meccanico, coniugato, padre di un figlio, italiano, cattolico, nullatenente, sa leggere e scrivere, è colpevole - 1. di essere stato nel 1944 una spia tedesca al servizio della Polizia di Sicurezza tedesca a Fiume e come tale di aver strettamente collaborato con la nota spia Tonetti; 2. e di avere in quanto tale: a) denunciato ai tedeschi per un compenso di 1.200 Lire i patrioti Grandi Božidar, Bezman Renato, Vianello Donato, Kolan Božidar e molti altri, i quali sono stati perciò arrestati e mandati ai lavori forzati in Germania; b) terrorizzato la città di Fiume fermando ed arrestando con la pistola in pugno pacifici cittadini; c) posto materiale esplosivo nel Tempio ebraico e di aver lanciato una bomba in Via Parini, accusando poi di tale atto i partigiani; d) ricattato e depredato la cittadinanza di Fiume. Con tali atti l’imputato ha commesso il reato penale di cui agli articoli 13 e 14 dell’UVS (Ordinanza del Tribunale Militare) per cui si propone che venga dichiarato criminale di guerra e nemico del popolo, viene condannato - alla pena di morte mediante fucilazione, alla perdita perpetua dei diritti civili ed alla confisca dei beni. La condanna a morte verrà eseguita dopo l’approvazione del Tribunale Militare Superiore. Motivazione: l’imputato era conosciuto da quasi tutti i cittadini di Fiume come una delle più famigerate spie tedesche. Noto con il soprannome di «Pipi» era temuto ed evitato da tutti. Questo giudizio della cittadinanza di Fiume non era infondato, poiché nel corso del presente procedimento è stato accertato che l’imputato è veramente un malfattore, che esclusivamente per interessi personali, ha posto in essere la più vile attività di spionaggio al servizio dell’occupante, non esimendosi dal servirsi senza scrupoli dei mezzi più infamanti per compiacere i suoi padroni, la Polizia delle SS. I fatti che gli vengono imputati dettagliatamente nel dispositivo della presente sentenza sono sufficienti da soli a fornire un quadro veritiero e fedele della malvagità dei suoi atti, che questo Tribunale ritiene del tutto provati, indipendentemente dal fatto che l’imputato li ammetta o li neghi. I testimoni Aresi Eduardo, Cesari Bruno e Biarchi Fiogino con le loro deposizioni hanno completato il quadro della personalità criminale dell’imputato, quadro che nei suoi tratti più negativi era già stato sufficientemente delineato dalle sue stesse ammissioni. Già nel corso del suo primo interrogatorio l’imputato ha ammesso di avere svolto servizio di corrispondenza per la Polizia delle SS, denunziando molti elementi sospetti che vennero poi arrestati e mandati ai lavori forzati in Germania. Nell’udienza generale ha completato le sue ammissioni dichiarando di aver lanciato la bomba in Via Farini e che l’esplosione nel Tempio ebraico era stata ordinata dai tedeschi e che aveva effettivamente rubato il quadro rinvenuto nella sua abitazione. Per tutti questi fatti l’imputato ha cercato di trovare delle giustificazioni che escluderebbero la sua colpa così come era stata configurata nell’atto d’accusa. In base alle risultanze probatorie, con particolare riferimento alla deposizione del teste Aresi Eduardo, che in qualità di comandante del Gruppo d’azione partigiano nella città di Fiume aveva sin dal 1943 attentamente controllato l’attività ed i movimenti dell’imputato, questo Tribunale ha accertato che tutti i fatti a lui ascritti sono stati effettivamente compiuti, con l’aggravante di essere stati commessi nell’esercizio delle sue funzioni di confidente ed agente politico delle SS tedesche. In considerazione di quanto precede questo Tribunale ha inflitto l’unica pena adeguata alla gravità dei reati penali commessi ed al grado di colpa dell’imputato e cioè la pena di morte mediante fucilazione37. 37 DAR, Okružna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača za Hrvatsko primorje (Commissione distrettuale per l’accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro complici nel Litorale croato). Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 169 Il secondo esempio si riferisce al processo svoltosi il 6 luglio 1945 davanti al Tribunale Militare della Regione territoriale dell’XI Corpo d’Armata contro Giovanni Rachtelli. La relativa sentenza recita testualmente: Rachtelli Giovanni, di Giovanni e di Sandro Maria, nato il 14/9/1889 a Pola, italiano, cattolico, impiegato, coniugato, padre di tre figli, abitante a Fiume, in Via Acquedotto 17, è colpevole – di aver partecipato volontariamente, come fascista militante, alla guerra di Spagna, di essersi arruolato come volontario nella Milizia Fascista e di aver partecipato durante l’occupazione di Sussa, all’incendio e dal massacro del villaggio di Podhum, di aver eseguito arresti di massa della popolazione di Cernik e Ciavle, nonché di aver partecipato, all’arrivo dei tedeschi, ai rastrellamenti svoltisi nel territorio dell’Istria. Con tali atti egli ha commesso, ai sensi degli articoli 13 e 14 dell’UVS (Ordinanza del Tribunale Militare), i seguenti reati penali: partecipazione volontaria a formazioni armate fasciste, partecipazioni ad incendi e massacri, arresti di massa ed internamento di civili nei campi di concentramento, in base ai quali viene condannato alla pena di morte mediante fucilazione, alla perdita perpetua dei diritti civili e politici, nonché alla confisca di tutti i suoi beni38. La maggior parte delle vittime italiane di Fiume e dell’ex provincia del Carnaro, dopo la fine della II guerra mondiale, fu processata dai tribunali militari e condannata per crimini di guerra. Una parte minore di essi è stata giustiziata, con o senza processo, per la sua appartenenza a singoli movimenti che, pur di carattere antifascista, avevano combattuto per una soluzione dello stato giuridico di Fiume e dell’Istria, diversa da quella perseguita dal Movimento di liberazione popolare (liburnisti, autonomisti, democristiani, attivisti del Comitato di liberazione nazionale). Le misure adottate nei confronti di questi ultimi furono molto più severe rispetto all’ipotetico pericolo che essi potevano rappresentare per la soluzione definitiva dell’appartenenza di Fiume e dell’Istria alla Croazia ovvero alla Jugoslavia. Le ricerche storiche su questi temi, che si auspica possano iniziare prossimamente in una situazione politica più tranquilla, dovrebbero essere fondate su criteri obiettivi ed imparziali. L’identificazione individuale delle effettive perdite di vite umane richiede una ricerca molto più complessa di quanto potrebbe apparire dai fatti esposti. In molti casi l’insufficienza di fonti attendibili e l’impossibilità di una verifica può averci indotto a compiere degli errori. Ove questi venissero riscontrati, prego di volerli considerare involontari, scusandomi sin d’ora di fronte ai famigliari ed ai parenti interessati, ai quali sarò grato se vorranno completare i dati da me riportati con ulteriori elementi di cui potrebbero eventualmente disporre. Notevoli difficoltà si sono presentate in merito alla verifica dei dati sull’appartenenza nazionale di singole persone, quando essa non era indicata espressamente nella documentazione esaminata. Non abbiamo certamente contato a nessuno i globuli rossi indipendentemente dalla lingua e dall’ortografia usate per scrivere nomi e cognomi, che vengono riportati così come erano indicati nella documentazione presa in esame. Voglio concludere questo contributo 38 Ibidem. 170 Mihael Sobolevski riportando il pensiero da me espresso una decina di anni addietro in un saggio sulla metodologia per la ricerca delle perdite di vite umane: Compito fondamentale della scienza storiografica è l’accertamento dello stato di fatto e di darne l’interpretazione scientifica. Non spetta ad essa esprimere giudizi sulle singole persone e sui gruppi, indipendentemente dalla “qualità” politica delle vittime. È comprensibile che ciascuna delle parti in conflitto abbia voluto giustificare gli obiettivi per i quali ha combattuto, sia le proprie perdite di vite umane sia i crimini commessi contro i propri nemici. La scienza storica deve però tenere presenti anche le valutazioni storiche globali sul carattere della II guerra mondiale e quindi anche la legittimità della lotta contro il fascismo. Tutto ciò non deve impedire lo studio delle effettive perdite umane con la pietà dovuta e in base ai principi generali di civiltà39. Sono inoltre cosciente del fatto che in Croazia purtroppo il passato non si arrende facilmente alla storia ed alla ricerca storica, esso continua ad essere ancora oggetto di molteplici manipolazioni e speculazioni. Quando sarà pubblicato, non sono certo che questo volume verrà accolto da tutto il pubblico con la dovuta moderazione e come un segno volenteroso inteso a creare almeno le basi per l’ulteriore analisi della problematica inerente alle perdite di vite umane nei conflitti bellici. Le possibili interpretazioni in senso nazionale, l’emotività che suscitano certi argomenti e l’esclusivismo ideologico potranno ancora scoraggiare gli storici intenzionati a continuare questo tipo di ricerche. Colgo l’occasione per ringraziare sentitamente le persone e le istituzioni che mi hanno aiutato in questa difficile ricerca. Non cito nessuno e non dimentico nessuno. MIHAEL SOBOLEVSKI traduzione dal croato all’italiano MARIO SPADANUDA 39 M. SOBOLEVSKI, Prilog metodologiji istraživanja stvarnih ljudskih gubitaka Hrvatske u tijeku drugog svjetskog rata (Contributo metodologico alla ricerca delle effettive perdite umane della Croazia nel corso della seconda guerra mondiale), in «Časopis za suvremenu povijest» 1992, 24 (1), p. 201. ZAMRŠENA POVIJEST RIJEKE Kao hrvatski znanstvenik i kao jedini koji s hrvatske strane radi na projektu o ljudskim gubicima talijanske narodnosti na području grada Rijeke i bivše Riječke provincije u razdoblju od sredine 1940. godine do 1947. godine neophodno je potrebno ukazati na neke bitne činjenice koje su od važnosti za projekt i čitatelje. U Drugom svjetskom ratu bilo je malo naroda i etničkih zajednica koje su bile pošteđene svakovrsnog nasilja. Po svojoj tragičnosti najteža su bila ona nasilja koja su prouzročila stvarne ljudske gubitke, a možemo ih globalno označiti kao ljudskim žrtvama rata ili žrtvama ratnih posljedica. Najčešće je riječ o običnim ljudima (civilnom stanovništvu i mobiliziranim vojnicima) koji nisu umirali i ginuli kao nacionalni ili ideološki «heroji» s nekom čuvenom besmrtnom rečenicom na usnama, a mnogima se ni imena ne znaju. Povijest čovječanstva pretrpana je ratovima, lokalnim i globalnim, a bojne sirene nisu utihnule ni na pragu trećeg milenija. Ratovi su najveća katastrofa za ljudski rod, jer ne samo što razaraju njegovu materijalnu i duhovnu osnovu, nego i zbog toga što se oni naprosto «hrane» ljudskim životima. U svjetskim ratovima sve strane u sukobima stvorile su moćno sredstvo terora prema svojim protivnicima i dale mu kroz zakonodavstvo «legalitet». Civilno stanovništvo i ratujuće vojske u Drugom svjetskom ratu bile su izložene nedaćama svake vrsti. Zahvaljujući ubojitim ratnim sredstvima vojne operacije odvijale su se na kopnu, moru, pod morem i u zraku. Crta između bojišnice i pozadine gotovo je nestala, a što je utjecalo na veliko stradavanje civilnog stanovništva. Kršenje ratnih običaja i zakona bila je stalna praksa svih sukobljenih strana, ali daleko izraženija u fašističkom i nacističkom taboru. Kada je rječ o kršenju ratnih običaja i zakona fašističkih i nacističkih sila onda se to manifestiralo na sljedeći način: deportiranju u koncentracijske logore i na prisilni rad, ubijanju i zlostavljanju ratnih zarobljenika, egzekuciji talaca, uništenju cijelih naselja i pljački imovine. Sve se to opravdavalo vojnim ciljevima, interesima državne politike, ideologijama pojedinih političkih stranaka. Kada je riječ o ljudskim gubicima u Drugom svjetskom ratu kao i općenito u bilo kojem ratu, onda treba naglasiti da ja kao povjesničar ne sudim tim utvrđenim činjenicama. Samo pokušavam, koliko je to objektivno moguće utvrditi pojedine činjenice i pokušati «razumijeti» što se je to dogodilo pa i kada je riječ o stvarnim ljudskim gubicima. Niti jednog trnutka ne smijemo smetnuti s uma, da se pri tome moramo ravnati po načelima općehumanističkog svjetonazora i nadasve civilizacijski. Pri tome svako uspoređivanje tko je prouzroćio više, a tko manje stvarnih ljudskih gubitaka, ne opravdava nikoga. Jer jedne ljudske gubitke ne možemo opravdati i kompenzirati drugima tako bi u tom slučaju i sam istraživač odstupio od svojih humanih i civilizacijskih gledišta. Drugi svjetski rat trajao je šest godina: od 1. rujna 1939. (napad Hitlerove Njemačke na Poljsku) do 2. rujna 1945. (Japan potpisao bezuvjetnu kapitulaciju). Ovdje treba naglasiti, da stvarni ljudski gubici nisu nastajali samo u tom razdoblju, 172 Mihael Sobolevski nego neposredno po njegovom završetku: posljedice ranjavanja, iscrpljenosti u koncentracijskim logorima i zatvorima, zarobljeničkim logorima, od zaostalih eksplozivnih sredstava iz rata žrtve likvidacije osoba osuđenih na smrt zbog učinjenih ratnih zločina, ali bilo je likvidacija i bez suđenja, što bi se moglo označiti kao određen vid osvete. Dakle, u svojoj početnoj fazi Drugi svjetski rat, što se tiče vojnih operacija, imao je europske okvire, da bi potkraj 1941. godine, što direktno, što indirektno, obuhvatio mnoge zemlje svijeta. U ovom ratu upotrebljena su bojna sredstva izuzetno razorne moći, a potkraj rata i dvije atomske bombe, što je u mnogome uvećalo stvarne ljudske gubitke zaraćenih strana. Ljudski gubici nisu nastajali samo na bojišnicama, već u različitim okolnostima i u njihovom zaleđu. Pri tome su na osnovi nacističkih rasnih zakona iz 1935. godine (kasnije preuzetih i u nekim drugim državama koje nisu bile u Hitlerovskom bloku) pogibelji izložene i pojedine cijele vjerske i etničke zajednice (Židovi, Romi). Ljudskih žrtava je bilo i unutar pojedinih zaraćenih tabora zbog ogrešenja o pravila određenih vojnih formacija ili određenog političkog pokreta. Osobe lišene života u Drugom svjetskom ratu bile su svih starosnih dobi, spola, nacionalnosti i zanimanja. To je imalo velikog utjecaja i na demografski pad stanovništva u pojedinim zemljama. Ratne i poslijeratne okolnosti izazvale su migracijske procese s nesagledivim posljedicama, što je dovelo i do promjene strukture stanovništva pojedinih naselja i zemalja. U svakom ratu ljude se pokušava svrstati ili su pak svrstani na jednu ili drugu stranu. Međutim, svaka strana u sukobima obično se koristi istim ili sličnim «vrijednosnim» sudovima: poraziti protivnika ili protivnike i ubijajući pripadnike protivničke strane često ne samo na bojišnicama. U spletu tih i takvih okolnosti nastaju brojne žrtve među nevinim civilnim stanovništvom, ali i onim iz vlastita tabora pa i od vlastitih snaga. Nakon završetka Drugog svjetskog rata malo je državnih i nacionalnih zajednica koje su istražile svoje ljudske gubitke u navedenom ratu. Ono u čemu su sve strane bile uporne, to je bila politizacija tih gubitaka. U Drugom svjetskom ratu pobjedničke strane koristile su svoje ljudske gubitke za promicanje vlastitih interesa, a poražene snage radi podsticanja revanšizma i moralnog diskreditiranja pobjedničke antifašističke strane. Poznata je činjenica, da stvarni ljudski gubici grada Rijeke i bivše Riječke provincije nisu do sada svestrano i temeljito istraženi. Dakako, da u tom sklopu nije poznata niti nacionalna struktura ljudskih gubitaka na naznačenom području u tijeku Drugog svjetskog rata i neposredno po njegovu završetku. Za takav projekt bilo je zainteresirano Društvo za riječke studije iz Rima, a to je i razumljivo, prije svega za ljudske gubitke talijanske narodnosti. Nadam se da će objavljivanje rezultata ovih istraživanja utjecati i na riječke gradske vlasti da materijalno pomognu daljnja istraživanja ove problematike, kako bi se istražili ljudski gubici hrvatskog stanovništva i tako dobila cjelovita slika. Budući da je cjelokupni rad planiran na istraživanjima, koje navodi dr. Amleto Ballarini, to nećemo ponavljati. U nastojanju da se ostvare maksimalni ciljevi istraživačkog projekta bilo je potrebno izvršiti što temeljitija istraživanja arhivskih vrela i drugih izvora. Zbog materijalnih i ratnih okolnosti nije bilo moguće obaviti sva planirana istraživanaja u beogradskim arhivima. Nakon NATO-vih bombardiranja 1999. godine uništeno je i mnogo Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 173 arhivske građe, koja bi koristile i za ovaj projekt. Ni jedno istraživanje povijesne problematike nikada nije konačno. Prema tome i ovu temu će trebati i u buduće istraživati i mnoge činjenice provjeravati. Međutim, stvoren je dobar početni osnov za sva daljnja istraživanja u tom pogledu mi je neobično drago da sam mogao pružiti i vlastiti doprinos. Na ovom projektu radio sam kao djelatnik Hrvatskog instituta za povjest u Zagrebu u kojem sam bio voditelj projekta «Ljudski gubici Hrvatske u Drugom svjetskom ratu (1941-1945)» do kraja 1998. godine, kad sam otišao u mirovinu. Tijekom 1999. godine kao vanjski suradnik Instituta nastavio sam s radom na ovom projektu. Da bi čitatelji imali jasniju predožbu o teritoriju za koji se istražuju ljudski gubici talijanske nacionalnosti, potrebno je u ovom predgovoru istaći neke bitne činjenice. Nemam namjeru izlagati povijest Rijeke i bivše Kvarnerske provincije, jer o tome postoji dosta opširna literatura, što je vidljivo iz bibliografije u prilogu ove knjige. Mnoge povijesne činjenice istaknute su i u uvodnom tekstu dr. Amleta Ballarinija. Područje Liburnije, te istarskog i slovenskog Krasa, između ostaloga, pripalo je Kraljevini Italiji na temelju Rapallskog ugovora iz 1920. godine (potpisan s Kraljevinom Srba, Hrvata i Slovenaca). Nadalje, Rimskim ugovorom iz 1924. godine potpisanim od strane vlada istih država, Italija je u svoj posjed zadobila i grad Rijeku (tadašnji grad Rijeka prostirao se je zapadno od Riječine). Te iste godine Rijeka je postala sjedište Kvarnerske provincije (Prefettura del Carnaro). Dakle Kvarnersku provinciju kao višu administrativnu jedinicu činili su grad Rijeka i 12 općina (comuni). Općine su bile: Opatija (Abbazia), Podgrad (Castelnuovo), Jablanica (Castel Jablanizza), Klana (Clana), Jelšane (Elsane), Knežak (Fontana del Conte), Lovran (Laurana), Materija (Matteria), Matulji (Mattuglie), Mošćenice (Moschiena), Prem (Primano) i Ilirska Bistrica (Villa del Nevoso). Na površini od oko 1.000 km2 živjelo je sredinom 1940. godine 116.062 stanovnika. Od toga broja nešto više od polovice stanovnika živjelo je u gradu Rijeci. Ovaj popis stanovništva od 30. lipnja 1940. ne pruža pouzdanu sliku o nacionalnoj strukturi stanovništva Kvarnerske provincije, a prije svega kad je riječ o hrvatskom i slovenskom stanovništvu. Naime, stanovništvo je popisano po sljedećim odrednicama: stranci (stranieri), stanovnici bez državljanstva (apolidi), sumnjivog državljanstva (cittadinanza dubbia), inorodci (allogeni) i Talijani (Italiani). Tako je na području grada Rijeke popisano 41.314 Talijana, a na području 12 općina Kvarnerske provincije 8.698 Talijana. Ostalo popisano stanovništvo otpadalo je na razne druge grupe, hrvatsko i slovensko stanovništvo poglavito se skrivalo iza odrednice «allogeni». Takvog je stanovništva bilo u gradu Rijeci 11.119, a na području navedenih 12 općina 44.612 osoba1. Sljedeći popis stanovništva Kvarnerske provincije je iz veljače 1942. godine. Ukupni broj stanovnika neznatno je porastao u odnosu na sredinu 1940. godine i iznosio je 177.466 stanovnika. Struktura stanovnika iskazana je po «rasama»: talijanska rasa (razza italiana), slavenska rasa (razza slava), njemačka rasa (razza tedesca), 1 A. GIRON, Talijanske vlasti o stanovništvu Kvarnerske pokrajine 1940. i 1942. godine, «Vjesnik historijskih arhiva u Rijeci i Pazinu», Pazin, 1983., sv. XXVI, str. 139-142. 174 Mihael Sobolevski židovska rasa (razza ebraica) i druge rase (altre razze). Tako je na «talijansku rasu» u gradu Rijeci otpadalo 45.830 stanovnika, a na području 12 općina 8.466 stanovnika. Na «slavensku rasu» u Rijeci otpadalo je 14.699 stanovnika, a u 12 općina 45.669 stanovnika. Pod «slavenskom rasom» uglavnom se podrazumijevalo hrvatsko i slovensko stanovništvo, te manji broj srpskog stanovništva. Na «židovsku rasu» je otpadalo 1.341 stanovnika (od toga na grad Rijeku 1.125 stanovnika)2. Grad Rijeka i Kvarnerska provincija postavši sastavni dio Kraljevine Italije na osnovi spomenutih međunarodnih ugovora dijelilo je zajedničku sudbinu Italije sve do rujna 1943. godine, a zatim se ovo područje našlo pod njemačkom vojnom okupacijom odnosno samo formalnom civilnom vlašću Mussolinijeve Talijanske Socijalne Republike. Iako je Kraljevina Italija i ranije vodila imperijalne ratove (Etiopija, Albanija) u Drugi svjetski rat je ušla 10. lipnja 1940. objavljujući ga klonuloj Francuskoj, a zatim i Velikoj Britaniji. U nastojanju da ovlada dijelom Balkanskog poluotoka Italija je 28. listopada 1940. napala Grčku, a 11. travnja 1941.pridružila se Hitlerovoj Njemačkoj u napadu na Jugoslaviju, te pri tome okupirala njene znatne teritorije. Rimskim ugovorima od 18. svibnja 1941. izvršeno je razgraničenje između Italije i u Travanjskom ratu uz potporu talijanske i njemačke strane novoproglašene kvislinške tvorevine Nezavisne Države Hrvatske (NDH). Na osnovu Rimskih ugovora Italija je anektirala pojedine povijesne i nacionalne hrvatske teritorije, između ostaloga, što je za ovaj rad posebno važno, i područje zapadne Hrvatske. Pritom se misli na kotareve Čabar i Kastav, dijelove kotara Delnice i Sušak, te otoke Krk i Rab (imali su administrativni status kotara). Ova područja pripojena su Kvarnerskoj provinciji i stavljena pod posebnu upravu nazvanu «Intendenza civile per i territori annessi del Fiumano e della Culpa»3. Ovo anektirano područje bilo je postupno i potpuno uklopljeno u svekoliki sustav Kraljevine Italije, pa tako i u pogledu policijske nadležnosti. Dakle, ovo anektirano područje Kvarnerskoj provinciji stavljeno je u nadležnost Riječke policije (Questura) i sa njoj tri podčinjena komeserijata (Sušak, Bakar, Krk)4. Novopripojena područja imala su opseg od 1.350 km2 i na njima je živjelo oko 93.000 stanovnika, od čega je otpadalo na hrvatsko stanovništvo oko 87.000 stanovnika. Građansku vlast na ovim teritorijima obnašali su civilni komesari koje je postavljao prefekt Temistocle Testa5. U novoanektiranim dijelovima Kvarnerske provincije talijanske vlasti provode niz različitih mjera kako bi se na njima svekoliki politički i javni život izjednačio s ostalim dijelovima Italije, što nije bio jednostavan i lak proces. Talijanske vlasti uvode u javnu upotrebu i školstvo talijanski jezik, a Isto, str. 146. A. GIRON, Zapadna Hrvatska (Istra, Kvarnersko primorje i Gorski kotar) u Drugom svjetskom ratu, Doktorski rad, Zadar, 1997., str. 157. 4 Isto, str. 39. 5 I. KOVAčIć, Kampor 1942.-1943. Hrvati, Slovenci i Židovi u koncentracijskom logoru Kampor na Rabu, Rijeka, 1998., str. 24. 2 3 Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 175 zabranjuje se rad hrvatskim kulturnim, prosvjetnim i sportskim udrugama. Prvorazrednu ulogu u talijanizaciji ovoga područja trebale su odigrati na ovom području osnovane fašističke organizacije, ali i oni minimalni uspjesi koji su postignuti stvoreni su na osnovi primjene brutalnih metoda. U Kraljevini Italiji tridesetih godina 20. toljeća vlast je učvrstila Fašistička stranka i prema svojim ideološkim gledištima stvorila je jednopartijsko i totalitarno društvo. Fašistički pokret u Italiji uoči Drugog svjetskog rata sve se čvršće povezivao s nacizmom u Trećem Reichu i od njega preuzimao rasističke zakone. To je naišlo i na izvjesni otpor u dijelu talijanskog društva, a napose Katoličke crkve6. Rasističkim zakonima iz 1938. godine dosta brojna židovska etnička i vjerska zajednica bila je onemogućena u privrednom i društvenom životu, ali Italija ipak nije pristala da bude sudionik u genocidu nad Židovima7. Ulaskom Italije u Drugi svjetski rat na području Kvarnerske provincije uključujući i novoanektirane hrvatske krajeve Italiji, postupno se pojaćavaju ratne represivne mjere, a prije svega prema onim dijelovima stanovništva koji iskazuju bilo kakav vid otpora talijanskim vojnim i civilnim vlastima. Postojale su razne represivne mjere, prema pojedincima tako i prema skupinama ljudi, bez obzira na njihovu nacionalnost ili državljanstvo. Radi primjera, neke od njih se i navodi-tako je Komanda Druge talijanske armije (Odjeljenje civilnih poslova) izdalo 26. travnja 1941. uputstvo o dužnostima civilnih komesara, a takvo uputstvo je bilo upućeno i Kvarnerskoj provinciji. U njemu se je navodilo sljedeće: «Dati na znanje svugdje i svima da će svaki napad na talijanskog vojnika ili civila biti kažnjen streljanjem»8. Ratno zakonodavstvo Italije počelo se primijenjivati na području Kvarnerske provincije od 10. listopada 1940., a zatim je prošireno u travnju 1941. godine i na novoanektirane krajeve te provincije. S tim u vezi ratni sudovi bili su dislocirani u pojedine više vojne jedinice. Ukazima i naredbama reguliralo se je i civilno sudstvo. U Mussolinijevoj naredbi od 3. listopada 1941. za anektirana područja Kraljevini Italiji podrobno se iznose kaznene mjere protiv onih osoba koje ugrožavaju «jedinstvo, nezavisnost ili integritet Države». Prema ovoj naredbi smrću se kažnjavalo svaku onu osobu koja ugrožava sigurnost Države (pustošenja, grabež, umorstvo), organizira oružanu pobunu protiv državne vlasti ili u njoj sudjeluje, osniva prevratnička udruženja i vrši propagandu. Za ove čine je predviđeno suđenje pred vojnim ratnim sudovima, a za blaže oblike ugrožavanja državne sigurnosti predviđene su i vremenske kazne 9. Ova F. CHABOD, Italija (1918.-1948.), Beograd, 1978., str. 108-110. R. DE FELICE, Storia degli Ebrei italiani sotto il fascismo, Torino, Einaudi, 1977., knj. 2, str. 676- 692; D. ĐUKOVSKI, Židovi u Istri između dva svjetska rata, «Časopis za suvremenu povijest», Zagreb, 1977., br. 28 (1), str. 86-88. 8 Zbornik dokumenata i podataka o narodnooslobodilačkom ratu naroda Jugoslavije. Dokumenti Kraljevine Italije 1941. (i dalje: Zbornik), Beograd, 1969., tom III, knj. 1, str. 23. 9 Isto, str. 414-418. 6 7 176 Mihael Sobolevski Mussolinijeva naredba uskoro je nadopunjena novom od 24. listopada 1941., te se njome uvećava broj krivičnih djela, između ostaloga i za posjedovanje oružja (odgovoran je glavar kuće)10. Na taj način stvorena je široka represivna osnova zaogrnuta «legitimitetom», a u cilju pacifikacije novoanektiranih teritorija i očuvanju vlasti fašističke stranke. Prema komunistima koji su bili glavni organizatori pokreta otpora talijanskim vlastima, komandant Druge talijanske armije general armijskog korpusa Mario Roatta zahtijevao je «borbu do istrebljenja» (direktiva od 15. veljače 1942.)11. Prvog prosinca 1942. Viša komanda oružanih snaga «Slovenija-Dalmacija» izdaje Okružnicu 3C u kojom se daju podrobne upute o načinu borbe protiv partizanskih jedinica i postupcima prema stanovništvu koje ih pomaže. Postupak prema partizanima izražen je mjerilom «glavu za zub» a ne mjerilom «zub za zub»12. U okvirima općih uputa, uredbi i naredbi viših vojnih i civilnih organa vlasti Kraljevine Italije svoje mjere protiv narodnooslobodilačkog pokreta i stanovništva koje ga pomaže donosili su i niži organi vlasti. Tako je perfekt Kvarnerske pokrajne Temistocle Testa dobio određene ovlasti kraljevskom zakonskom odredbom od 18. svibnja 1941. za novoanektirana područja. S tim u vezi poduzimao je mjere o interniranju nepoćudnih osoba u koncentracijske logore, objavljivao izvršenje smrtnih presuda, internirao obitelji onih osoba za koje se znalo ili se pretpostavljalo da im se netko od članova nalazi u partizanskom pokretu. Svojom naredbom od 24. travnja 1942. uveo je represalije i nad taocima. U naredbi je pisalo: «Od danas za svaki zločin političkog karaktera izvršen nad vojnicima i civilima upotrijebiti će se izravne represalije strijeljajući komunističke taoce, čiji će se broj utvrditi s vremena na vrijeme prema težini zločina»13. Da ova naredba prefekta Teste nije bila isprazna riječ svjedoči i njegova sljedeća naredba od 30. svibnja 1942., a odnosi se na područje Jelenja. Prefekt Testa stavlja na «općeg znanja» sljedeće: «Članovi obitelji iz Jelenja udaljili su se u posljednje vrijeme iz svojih kuća i uputili su se u šume odmetnicima sa s ciljem da udruženi ubijanjem i pljačkanjem pojedinih osamljenih vojnika i zemljoradnika sa pripojenih područja vrše djela razbojstva, krađe i zastrašivanja. Stavlja se do znanja pučanstvu pripojenih područja da su danas na temelju posebne odredbe internirani članovi spomenutih obitelji, da su njihove kuće sravnjene sa zemljom, da je zaplijenjena njihova imovina i da je strijeljano 20 ćlanova istih obitelji odabranih ždrijebom na sreću, sve ovo kao odmazda radi zločinačkih djela počinjenih po odmetnicima, koji narušavaju red i radnu djelatnost među pučanstvom ovih krajeva. Ako članovi spomenutih obitelji, koji su se odmetnuli u šumu nastave izvršivati Isto, str. 464-468. Zbornik, tom XIII, knj. 2, str. 96-97. 12 Isto, str. 860-924. 13 Zbornik, tom V, knj. 4, str. 400. 14 Isto, str. 860-924. 10 11 Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 177 razbojnička djela vlast će nastaviti neumoljivo djelima odmazde»14. Stanovništvo Rijeke odnosno Kvarnerske provincije kao sastavni dio Kraljevine Italije bilo je mobilizirano u razne vojne rodove, radne i civilne službe, te su se pojedinci ili veće skupine nalazili gotovo na svim ratištima na kojima je sudjelovala talijanska vojska. Vrlo često su sudjelovali i u vojnim operacijama zajedno s njemačkom, ustaško-domobranskom i četničkom vojskom. Na taj način nastali su i ljudski gubici talijanske narodnosti na širokom europsko-afričkim prostorima, što je u mnogome otežavalo preciznije utvrđivanje mjesta pogibije. Ukratko da zaključimo: u fašističkoj Mussolinijevoj Italiji vladao je totalitarni sustav vlasti. Njezino osnovno gledište izražavalo se u izreci «Tko nije s nama, taj je protiv nas». Po tome su se ocijenjivali postupci ljudi i donošene mjere protiv onih koji se nisu pridržavali tih gledišta. Promjene koje su se zbile u Italiji u ljeto 1943. godine imale su odjeka i u gradu Rijeci i na području bivše Kvarnerske provincije. Pod utjecajem poraza talijanske vojske na mnogim ratištima, nezadovoljstva naroda ratom i fašističkim režimom, ubrzo poslije angloameričkog iskrcavanja na Siciliju (10. srpnja 1943.), dolazi do sloma fašizma i ispadanja Italije iz rata. Odlukom Velikog fašističkog vijeća od 24./25. srpnja 1943. komanda nad oružanim snagama prenijeta je na kralja, a ustavne funkcije monarhije ponovno su uspostavljene. Nova vlada Pietra Badoglia potpisala je 3. rujna 1943. sporazum o primirju i kapitulaciji koji je objavljen 8. rujna. Na ove događaje Njemačka vrhovna komanda djelovala je brzo, zauzela je njemačka vojska Rim, oslobodila zatočenog Mussolinija, te je on pod njemačkom zaštitom 25. listopada 1943. proglasio Talijansku Socijalnu Republiku (Republica Sociale Italiana). Nakon kapitulacije Italije ojačala je oružana borba talijanskog naroda protiv njemačkih okupatora i Mussolinijevih fašista na čelu s Centralnim komitetom nacionalnog oslobođenja (Comitato Centrale di Liberazione Nazionale - CCLN). Kapitulaciju Italije nastojale su iskoristiti sve vojne i političke snage koje su bile sukobljene na prostoru bivše Jugoslavije, pa tako i one na području talijanske Kvarnerske provincije. Nezavisna Država Hrvatska željela je vratiti ne samo one hrvatske teritorije koje je ustupila Italiji na osnovi Rimskih ugovora iz svibnja 1941., već i dio onih koje je Italija zadobila Rapallskim (1920.) i Rimskim ugovorima (1924.). U nastojanju da ostvari ove ciljeve NDH je zadobila časovitu potporu svog njemačkog saveznika. Na područje istočnog Jadrana računala je i Mussolinijeva Talijanska Socijalna Republika također stvorena voljom Trećeg Reicha. Međutm, za njemačke vojne strategijske interese ovo područje je bilo od prvorazrednog značaja s obzirom na pretpostavljenu mogućnost angloameričkog desanta na ovaj prostor. Zbog toga se njemačke vojne snage žure da okupiraju ovo područje, po mogućnosti da iskoriste barem dijelove talijanskih vojnih snaga koje su bile u rasulu i zaplijene vojna skladišta i naoružanje. Njemačka vojska zauzela je Rijeku 14. rujna 1943., a sljedeći dan nakon kraćih borbi i Sušak, kojega su prije nekoliko dana toga oslobodile jedinice Narodnooslobodilačke vojske Hrvatske. S tim u vezi stanje u Rijeci korijenito se izmijenilo. Zapovjednik njemačkog 194° puka Kaspar Volcher obećao je zatečenim talijanskim časnicima u Rijeci, 178 Mihael Sobolevski predstavnicima građanske vlasti i predstavnicima Fašističke stranke, da je Rijeka uvijek bila «najtalijanskiji» grad i da će to ostati. Smijenio je dotadašnje riječkog prefekta Chiarottija i za izvanrednog komesara Kvarnerske provincije postavio je daleko poznatijeg riječkog političara i senatora Riccarda Gigantea15. Na taj način njemački okupator je pokazao da će civilnu vlast obnašati one osobe koje on bude želio i za koje bude uvjeren da će vjerno služiti njegovim interesima. Može se konstatirati da su se sve bitne promjene na području bivše Kvarnerske provincije dogodile prije, nego što je 1. listopada 1943.uspostavljena Operativna zona «Jadransko primorje». Toga je dana vrhovni povjerenik dr. Friederich Rainer izdao naredbu o vršenju javne vlasti na spomenutom području, a u ovo je ulazila, između ostaloga, Istra i Kvarner uključujući Sušak, Bakar, Čabar, Kastav i Krk. Na operativnom području «Jadransko primorje» civilnu vlast vršio je dr. Friederich Rainer, a u Kvarnerskoj provinciji njemački savjetnik (Der deutshe Berater) dr. Karl Pachnek16. Važan čimbenik na vojnom i političkom polju na prostoru Kvarnerske provincije bio je narodnooslobodilački pokret (antifašistički pokret). Ocjenjujući da je Kraljevina Italija nepravednim međunarodnim ugovorima (Rapallski 1920., Rimski 1924. i Rimski 1941.) uvećala svoj državni teritorij na račun hrvatskog i slovenskog nacionalnog i povijesnog teritorija narodnooslobodilački pokret je smatrao da otpor protiv fašizma i okupacije treba povezati i s borbom za povrat otuđenih teritorija. Kapitulacija Italije u rujnu 1943. godine bila je onaj činbenik koji je omogučio institucijama narodnooslobodilačkog pokreta da jasno formuliraju i svoja gledišta o Istri, Rijeci i Zadru, kao i o onim teritorijama koji su bili anektirani Italiji 1941.godine. Tako je Okružni Narodnooslobodilački odbor za Istru donio je 13. rujna 1943. odluku da «Istra se priključuje matici zemlji i proglašuje ujedinjenje sa ostalom hrvatskom braćom». Ta je odluka bila potvrđena i na Pazinskom saboru održanom 26. rujna 1943. Dakle u zaključcima Pokrajinskog NOC-a za Istru, između ostaloga, isticalo se da je s oduševljenjem pozdravljen «čin od 13. rujna 1943. o odcijepljivanju Istre od Italije i prisajedinjenju majci Hrvatskoj i Jugoslaviji». U zaključcima Pokrajinskog NOC-a za Istru navedene su i neke druge mjere koje će se poduzeti kao što su ukidanje talijanskih fašističkih zakona, iseljenje onih Talijana koji su se u Istru doselili nakon 1918. godine, o ukidanju dekreta kojima su potalijančena hrvatska imena i prezimena te toponimi. Međutim, za talijansku narodnost u Istri predviđala se je kulturna autonomija i jednakopravnost17. Posve je razumljivo da ove odluke organa narodne vlasti u Istri nisu imale niti mogle imati državotvornu težinu, niti snagu mijenjnja međudržavnih ugovora. Bio je to bunt većinskog dijela hrvatskog stanovništva Istre i njegova položaja u Mussolinijevoj Italiji kao i dijela talijanskog stanovništva koji je svoju antifašističku borbu vezivao uz narodnooslobodilačku borbu Hrvatske i Jugoslavije. Pored navedenih lokalnih odluka daleko su važnije odluke Zemaljskog Vidi bilješku 3, str. 240-243. Isto, str. 243-244. 17 Isto, str. 177-179. 15 16 Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 179 antifašističkog vijeća navodnog oslobođenja Hrvatske (ZAVNOH) i Antifašističkog vijeća narodnog oslobođenja Jugoslavije (AVNOJ). Tako se u odluci ZAVNOH-a od 20. rujna 1943. (Odluka o priključenju Istre, Rijeke, Zadra i ostalih okupiranih krajeva) proglašavaju ništetnim svi ugovori, paktovi i konvencije koje su razne velikosrpske vlade sklopile s Italijom i na onovi kojih je Italija anektirala hrvatske teritorije. To se isto odnosi i na ugovore poglavnika NDH Ante Pavelića kojima je Italiji predao dijelove Gorskog kotara, Hrvatskog primorja, Dalmacije i pojedinih jadranskih otoka. Predsjedništvo AVNOJ-a potvrdilo je 30. studenog 1943. odluku ZAVNOH-a o «priključenju Istre, Rijeke, Zadra i anektiranih dijelova Hrvatske i hrvatskih jadranskih otoka slobodnoj Hrvatskoj u federativnoj Jugoslaviji» kao i odluku Slovenskog Narodnog Osvobodilnog Odbora o «priključenju Slovenskog Primorja i svih anektiranih dijelova Slovenije slobodnoj Sloveniji u federativnoj Jugoslaviji»18. Njemačka vojna okupacija, između ostalog i Kvarnerske provincije, oslonjena na pomoć vojnih formacija Mussolinijeve Socijalne Republike, četničke i ustaškodomobranske snage, ogledat će se i u stvarnim ljudskim gubicima Rijeke i bivše Riječke provincije. Naime, njemačka vojna uprava i na području Kvarnerske provincije bila je u načelu istovrsna onoj koju su Nijemci provodili i na drugim okupiranim područjima u Europi. Pri tome su nastojali da Kvarnerska provincija sačuva svoju gospodarsku i upravnu cjelinu, opravdavajući to ratnim potrebama i koncentracijom svih resursa u borbi protiv narodnooslobodilačkog pokreta. Zbog toga su bile izvršene samo manje, može se slobodno reći, kozmetičke promjene. Idući u susret sušačkom Građanskom odboru njemački okupatori smijenili su riječkog prefekta Riccarda Gigantea i na njegovo mjesto imenovali Alessandra Spalatina. Nadalje, ukinuli su Ured riječke prefeture za anektirano područje iz 1941. godine i uspostavili Upravno povjereništvo Sušak-Krk (Sušak, Bakar, Čabar, Kastav, Krk). Na čelo ovog Upravnog povjereništva Nijemci su imenovali dr. Franju Špehara19. U nastojanju da se pacificira stanovništvo Kvarnerske provincije i iskoristi za ciljeve Trećeg Reicha njemački okupator provodi različite mjere na području Operativne zone «Jadransko primorje». To tim prije, što se njemačkoj okupaciji Rijeke, u kojoj je tada živjelo većinsko talijansko stanovništvo, sve masovnije upravo suprostavlja to stanovništvo. Dakako, s različitih političkih gledišta iz različitih društvenih sredina. Oči su bile uperene prema angloameričkim snagama u Italiji, Badogliovoj vladi i pokretima otpora na području Italije. S tim u vezi javljaju se i pojedini politički pokreti u Rijeci koji imaju za cilj pripomoći da se Rijeka očuva za Italiju (CLN, tanki sloj talijanskih komunista) ili pak pod vidom autonomije Rijeke to isto učini na prikriveniji način. Njemački okupator u Rijeci i općenito na području Kvarnerske provincije nastoji što silom a što dragovoljno pridobiti za svoje ratne ciljeve šire slojeve talijanskog i hrvatskog stanovništva. Da bi u tome uspio uspostavlja gustu mrežu policijskih i obavještajnih službi, te uvodi izvanredne sudove. Bio je tu prije svega sve prisutni Gestapo (Geheime Staats-Polizei-Tajna 18 19 Priključenje Istre Jugoslaviji, Rijeka, 1968. Slikovni prilog-faksimili dokumenata (od str. 479). Vidi bilješku 3, str. 245-246. 180 Mihael Sobolevski državna policija) koji je imao važnu ulogu unutar Glavne uprave sigurnosti Reicha (Reichssicherheitshauptamt). Gestapo, kao četvrta uprava unutar Glavne uprave sigurnosti Reicha, bio je državni organ s izvršnom vlašću (pravom hapšenja). Ova četvrta uprava s nizom podgrupa bila je nadležna za protivnike nacizma (npr. komuniste, liberale), vodila je borbu protiv sabotaža, nadležna za vjerske zajednice i brinula se za «konačno rješenje židovskog pitanja». U okviru Zaštitne čete (Schutzstaffel-SS) djelovala je Služba sigurnosti (SD-Sicherheitsdienst), dakle to je bila služba za špijunažu. Oštricu ovih njemačkih službi osjetit će svi oni, bez obzira na svoju nacionalnost, koji se na bilo koji način suprotstave njemačkim vojnim i političkim interesima. Okrivljenima se sudilo po kratkom postupku (Izvanredni sud za javnu sigurnost odnosno Specijalni sud nalazio se u Trstu). Međutim, za vrijeme njemačke okupacije Kvarnerske provincije radio je u sklopu SS-a izvanredni prijeki sud koji je u više navrata veće ili manje grupe uhićenika optužene za političku djelatnost (suradnja s narodnooslobodilačkim pokretom) osudio na smrt streljanjem20. Njemačke okupacijske vlasti nastojale su što veći broj stanovnika Rijeke i Kvarnerske provincije organizirati u vojne i poluvojne organizacije, a pod izgovorom da su to legalne institucije Mussolinijeve Talijanske Socijalne Republike. Tom cilju je trebala pridonjeti i reorganizacija Fašističke stranke i njeno preimenovanje u Republikansku fašističku stranku (Partito Fascista Repubblicano-PFR). Pod njemačkom okupacijom Rijeke i Kvarnerske provincije na tom prostoru su djelovale sljedeće vojne i polu vojne organizacije i jedinice: Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), Milizia Controaerea (MaCa), Milizia Difesa Territoriale (MDT), Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (MVSN), te postrojbe Crnih košulja (CN). Pod komandom Njemaca nalazile su se i četničke postrojbe stacionirane na području Kvarnerske provincije kao i manje vojne i obavještajne ustaško-domobranske snage. Svi oni zajedno bili su vinovnici većeg broja ljudskih gubitaka, kako onih talijanskih tako isto i hrvatske narodnosti. U razdoblju njemačke okupacije Kvarnerske provincije Njemci su usmjerili genocidnu politiku prema etničkoj i vjerskoj zajednici Židova. Naime, u Talijanskoj Socijalnoj Republici, za razliku od drugih dijelova Italije, ostali su na snazi rasni zakoni. Međutim, da i nisu bili, njemačke okupacijske vlasti takve bi mjere poduzele, jer su to činile i u drugim okupiranim zemljama. Sada su koristile institucije Talijanske Socijalne Republike da i one obave dio posla u «konačnom rješenju židovskog pitanja». Naime, 2. prosinca 1943. Ministarstvo unutašnjih poslova Talijanske Socijalne Republike uputilo je brzojav riječkom prefektu Agostinu Spalatinu u kojem se naređuje, da se svi Židovi koji se nalaze na području Kvarnerske provincije (uključivo i one izuzete diskriminirane), bez obzira kojoj nacionalnosti pripadali, moraju uputiti u koncentracijske logore. Nadalje, da se sva njihova imovina sekvestrira, a zatim konfiscira u interesu Talijanske Socijalne Republike, a zatim upotrijebi za siromašne i stradale od angloameričkih zračnih napada. Sve ove mjere protiv Židova direktno su 20 DRŽAVNI ARHIV U RIJECI (i dalje: DAR), fond: Gradska komisija za utvrđivanje ratnih zločina u Rijeci. 21 Isto. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 181 provele njemačke okupacijske vlasti21. Prema statističkim pokazateljima koje je početkom 1946. godine izradila Gradska komisija za utvrđivanje ratnih zločina u ratu u Rijeci za razdoblje od sredine 1940. do svibnja 1945.godine utvrđeno je, da je njemačka policija u Rijeci od jeseni 1943. do kraja travnja 1945. godine uhitila i zatvorila u zatvore ukupno 678 osoba. Od toga broja je deportirala u njemačke koncentracijske logore 623 osobe od kojih je 290 osoba našlo smrt u tim logorima22. Napadi antifašističkih borbenih grupa na pojedine vojne objekte i vojne osobe, a pogotovo u Rijeci i Sušaku, bile su njemačkim vlastima dovoljan razlog za primjenu smrtnih kazni prema političkim zatvorenicima, ali i nevinim taocima. Općenito rečeno, njemačka okupacija Rijeke i Kvarnerske provincije bila je pogubna za veličinu ljudskih gubitaka, a napose prema židovskim, hrvatskim i talijanskim stanovništva. Znatne gubitke talijanskog i hrvatskog stanovništva u razdoblju od siječnja 1944. do travnja 1945. godine prouzročile su angloameričke zrakoplovne snage. Interesi ovih snaga bili su prije svega strategijskog značenja. Dakle, uništiti riječku industriju vojnog značaja, saobračajnu infrastrukturu i pripremiti ovo područje za moguće iskrcavanje savezničkih (angloameričkih snaga). U tridesetak angloameričkih bombardiranja Rijeke s različitim brojem zrakoplova (ukupno su ta bombardiranja trajala oko 50 sati) prouzročena su velika materijalna razaranja industrijskih, javnih i stambenih objekata. Međutim, u ovim bombardiranjima smrtno je stradalo stotinjak osoba, a nekoliko stotina ranjeno23. Važan uzročnik ljudskih gubitaka stanovništva Rijeke i bivše Kvarnerske provincije bio je i narodnooslobodilački pokret i to ne samo u razdoblju Drugog svjetskog rata, već i neposredno po njegovu okončanju. Razvijajući se postupno i s različitim intenzitetom u pojedinim lokalnim sredinama vodio je bespoštednu borbu protiv okupacijskih snaga i njegovih kvislinških saveznika. Bio je organizacijski povezan na nivou Hrvatske i Jugoslavije, a predvođen poglavito komunistima. Na širokom programu Narodne fronte nastojao je okupiti široke narodne slojeve bez obzira na njihovu vjersku, klasnu i nacionalnu pripadnost. Osnovna nit je vezilja bila borba protiv okupacijskih snaga i kvislinških režima, a za uspostavu antifašističkog demokratskog sustava. U cilju uspješne narodnooslobodilačke borbe organizirao je vojne i političke strukture, te organe narodne vlasti u obliku različitih stupnjeva narodnooslobodilačkih odbora. Takva se struktura postupno uspostavlja i na području Rijeke i Kvarnerske provincije. Lokalne i više strukture vlasti nastojale su za ove ciljeve narodnooslobodilačke borbe pridobiti i talijansko stanovništvo, te se to ogledalo i u mnogim pozitivnim primjerima. Pri tom opredjeljenju bilo je manje problema u prihvaćanju antifašističke platforme, ali mnogo više otpora, kada je bilo riječi o teritorijalnoj pripadnosti onih područja koja su međudržavnim ugovorima dodijeljena Italiji u Isto. M. SOBOLEVSKI, Savezničko bombardiranje Rijeke zrakoplovima u Drugom svjetskom ratu (od siječnja 1944. do travnja 1945. godine), «Zbornik Sv. Vid», Rijeka, 2000., sv. V, str. 159-173. 22 23 182 Mihael Sobolevski međuratnom razdoblju. Nije bilo lako i jednostavno ove interese uskladiti i među hrvatskim i talijanskim komunistima. O svemu tome postoji odgovarajuća povijesna literatura, te u bilješci upućujem čitatelje na osnovne naslove24. Budući da su jedinice IV. Jugoslavenske armije u završnim vojnim operacijama krajem travnja i početkom svibnja 1945. oslobodile Rijeku i područje bivše Kvarnerske provincije, i tu je došlo do smjene postojeće vlasti, gdje se je još zadržala i uspostavljena je vlast narodnooslobodilačkih odbora. Već smo prije naglasili da je narodnooslobodilački pokret bio važan čimbenik u prouzročenju ljudskih gubitaka. Pod udar represalija došli su svi oni koji su pripadali okupacijskim i kvislinškim snagama te oni koji su te snage podržavali, a posebno one osobe koje su bile odgovorne za izvršene zločine nad civilnim stanovništvom i političkim i vojnim pripadnicima narodnooslobodilačke borbe. Valja naglasiti da su se u načelu vojne partizanske komande vrlo humano i obazrivo odnosile prema ratnim zarobljenicima, a napose prema zarobljenim talijanskim vojnicima, te su ih uglavnom nakon zarobljavanja puštale da se vrate svojim jedinicama. Vrlo negativan stav imale su prema pripadnicima fašističkih crnih košulja koji su predvodili u zločinima nad pripadnicima civilnog stanovništva i suradnicima narodnooslobodilačkog pokreta. Da bi se izbjegle improvizacije i samovoljne radnje pojedinaca Vrhovni štab NOV i POJ je donio dvije važne uredbe na osnovi kojih se je temeljilo partizansko vojno sudstvo. To je prije svega naredba Vrhovnog štaba NOJ i POJ od 29. prosinca 1942. o organizaciji vojnog sudstva. Cilj je bio stvoriti sistem jedinstvenog sudovanja na oslobođenim teritorijima kao i u partizanskim jedinicama. Međutim, i prije su postojale različite upute o sudovanju, ali spomenuta naredba imala je temeljni značaj. Ovom naredbom osnovani su stalni vojni sudovi pri proleterskim udarnim brigadama i pozadinskim vojnim vlastima, postavljeni istražitelji i propisana osnovna načela sudskog postupka25. Vrhovni komandant NOV i POJ Josip Broz Tito donio je 24. svibnja 1944. novu uredbu o vojnim sudovima i ustrojstvu i nadležnosti vojnih sudova te će ona biti osnovna podloga vojnog sudstva sve do 24. kolovoza 1945., kada je donijet Zakon o uređenju i nadležnosti vojnih sudova u Jugoslavenskoj armiji. Ova uredba o vojnim sudovima imala je dvojaki karakter; na osnovi nje sudilo se je pripadnicima narodnooslobodilačke vojske kad su se ogrješili o principe oslobodilačke borbe, ali i osobama koje su optužene za ratne zločine, za djela narodnih neprijatelja i za krivična djela vojnih lica i ratnih zarobljenika. Vojni sudovi sudili su i građanskim licima koja su bila u bilo kakvom službenom odnosu s vojskom ili su počinili krivična djela protiv pripadnika vojske i vojnih institucija. Budući da se na temelju ove Uredbe sudilo i neposredno nakon završetka rata to ćemo podrobnije iznijeti sadržaj ovoga dokumenta. Ovdje nećemo podrobnije ulaziti u samu organizaciju Vidi bilješku 3, a zatim sljedeće publikacije i literaturu koju navode: I. KOVAčIć, Legendarni Tuhobić. Riječko područje u ratu 1941. godine i partizanski odred Božo Vidas Vuk, Rijeka 2000.; R. BUTOROVIć, Sušak i Rijeka u NOB, Tipograf, Rijeka, 1975.. 25 Dokumenti o razvoju narodne vlasti (sabrao i uredio dr. LEON GERšKOVIć), Beograd, 1948., str. 135-138. 24 Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 183 vojnog sudstva već ćemo istaći samo osnovne postavke. Odgovarajući vojni sud sudio je u vijeću, a svako sudsko vijeće imalo je sekretara koji je trebao po mogućnosti biti stručni sudac ili svršeni pravnik. Vojni sudovi bili su nadležni za raznovrsna krivična djela, a mi ćemo ovdje istaći ona koja se odnose na ratne zločine i «narodne neprijatelje». U članku 13 Uredbe o vojnim sudovima opisuju se krivična djela za ratne zločince na sljedeći način: «Ratnim zločincima, bili oni građani Jugoslavije, okupatorskih ili drugih zemalja, imaju se smatrati: pokretači, organizatori, naredbodavci, pomagači i neposredni izvršitelji masovnih ubijanja, mučenja, prisilnog iseljavanja, odvođenja u logore i na prisilan rad stanovništva, zatim paleža, uništavanja i pljačke narodne i državne imovine; svi pojedini posednici imanja i preduzeća u Jugoslaviji, okupatorskim i drugim zemljama koji su nečovečno eksploatirali radnu snagu na prisilan rad odvedenih ljudi; funkcioneri terorističkog aparata i terorističkih naoružanih formacija okupatora i domaćih u službi okupatora; oni koji su vršili mobilizaciju našeg naroda za neprijateljsku vojsku». Ovdje treba odmah navesti i članak 14 Uredbe o vojnim sudovima, a koji glasi, «Narodnim neprijateljima imaju se smatrati: svi aktivni ustaše, četnici i pripadnici ostalih oružanih formacija u službi neprijatelja i njihovi organizatori i pomagači; svi oni koji su u službi neprijatelja ma u kom vidu - kao špijuni, dostavljači, kuriri, agitatori i slično; (svi oni) koji su naterivali narod da okupatorima preda oružje; svi oni koji su izdali narodnu borbu i bili u dosluhu s okupatorima; svi oni koji su se odmetnuli od narodne vlasti i rade protiv nje; svi oni koji razaraju narodnu vojsku ili su na drugi način pomagali i pomažu okupatoru; svi oni koji izvrše teške slučajeve ubistva, pljačke ili slično». Za ova i neka druga predviđena kaznena djela vojni sudovi izricali su zaštitne mjere i kazne. Uz kazne vojni sud može izreći i druge mjere kao npr. gubitak građanske časti (privremeno ili stalno) i konfiskaciju imovine. Vojni sudovi trebali su suditi brzo, bez suvišnih opširnosti, ali da postupak bude potpun. Radi pripreme sudskog postupka svako sudsko vijeće imalo je vojnog istražitelja. Pojedinci se nisu mogli hapsiti na osnovi neprovjerenih podataka, ali su se mogli privesti radi saslušanja. Prigodom obavljanja saslušanja trebao se sačiniti zapisnik, a ona osoba koja ne zna «narodni jezik» trebala je dobiti tumača. Rasprava pred vojnim sudom počimala je čitanjem optužnice (čita istražitelj), rasprava je mogla biti javna ili tajna, a optuženik ukoliko nije bio sposoban da se sam brani, određen mu je branitelj (vojnim osobama nisu mogli biti branitelji civilne osobe). Na kraju se donosila presuda nakon tajnog savjetovanja sudskog vijeća i ona je pročitana optuženom. Presuda se je izricala «U ime naroda Jugoslavije» i morala je bit: napismeno sastavljena. Ako je optuženik osuđen na smrtnu kaznu (u pravilu izvršavala se je strijeljanjem, a u naročito teškim slučajevima vješanjem) tu kaznu morao je potvrditi ili preinačiti Viši vojni sud. Dakle, smrtna kazna smjela se je izvršiti tek nakon odobrenja od Višeg vojnog suda (mogla se je samo u izuzetnom slučaju), ali i nakon 26 J. B. TITO, Sabrana djela, Beograd, 1984., knj. 20, str. 223-241. 184 Mihael Sobolevski toga je trebala potvrda Višeg vojnog suda26. Vrhovni komandant NOV i POJ Josip Broz Tito i Predsjedništvo AVNOJ-a tijekom 1944. godine uputili su više opomena, upozorenja i poziva građanima i pripadnicima okupatorskih i kvislinških vojnih formacija da ne surađuju i ne sudjeluju u njihovim aktivnostima već da se pridruže antifašističkom pokretu. Ukoliko to ne učine da će biti sudionici zlodjela, a da niti jedno neće ostati nekažnjeno. Jer narodnooslobodilački pokret se ne služi osvetom već pravednim kažnjavanjem počinitelja zločina. Predsjedništvo AVNOJ-a u Beogradu donijelo je 21. studenog 1944. i odluku o općoj amnestiji osoba koje su se nalazile u četničkim jedinicama Draže Mihajlovića ili pak u hrvatskom ili slovenskom domobranstvu. Amnestija se nije odnosila samo na one osobe koje su počinile zločine (ubijstva, paljenje, silovanje, pljačka) nakon datuma proglašenja amnestije27. Kako se u praksi primjene amnestije očito različito postupalo (da vojni sudovi preusko primjenjuju odluku o amnestiji) to je vrhovni komandant NOV i POJ Josip Broz Tito izdao 12. siječnja 1945. novu Naredbu u kojoj se isticalo, da se amnestija «bezuslovno» primjeni na sva lica koja su njom obuhvaćena. Nadalje, da se nad osobama koje su osuđene na smrt a za koje je dokazano da su izvršile zločine (ubijstva, palež, pljačka, silovanje) smrtna kaznasmije izvršiti tek nakon odobrenja nadležnog sudskog vijeća. Ostale osobe koje su osuđene na smrtnu kaznu (rukovodioci, organizatori i intelektualni začetnici zločina i izdajničkog djelovanja) mogle su biti pogubljene «jedino i isključivo» nakon prethodnog odobrenja Višeg vojnog suda pri Vrhovnom štabu28. Vojno sudstvo u narodnooslobodilačkom ratu i neposredno po njegovu završetku bilo je mnogo strože nego što bi to bilo u normalnim okolnostima. Imalo je za cilj štiti tekovine narodnooslobodilačkog rata, pa s tim u vezi služilo je i za nepoštednu borbu protiv pripadnika okupatorskih i kvislinških vojnih i civilnih vlasti, a napose protiv onih za koje se utvrdilo da su sudjelovali u raznovrsnim zločinima. Međutim, Zakonom o uređenju i nadležnosti vojnih sudova JA od 24. kolovoza 1945. znatno je sužena nadležnost vojnih sudova i ograničena je na suđenje vojnim licima i ratnim zarobljenicima. Nakon što je naredbom Vrhovnog komandanta JA maršala Tita od 23. lipnja 1945. uspostavljena Vojna uprava za Julijsku krajinu, Istru s gradom Rijekom i Slovenskim primorjem došlo je i do reorganizacije vojnog i građanskog sudstva. Naime, naredbom zamjenika komandanta Vojne uprave Jugoslavenske armije za Julijsku krajinu, Istru i Slovensko primorje od 16. k istopada 1945. formiran je Sud Vojne uprave JA za navedeno područje. U njegovu nadležnost spadalo je vojno i građansko sudstvo29. Na sve ove činjenice je trebalo ukazati prije svega zbog toga, kako bi se mogli shvatiti i ljudski gubici Rijeke i bivše Kvarnerske provincije neposredno nakon završetka Drugog svjetskog rata, o čemu će biti riječi kasnije. Krajem travnja i početkom svibnja 1945. jedinice IV. JA zauzele su u teškim vojnim okršajima Rijeku i područje bivše Kvarnerske provincije. Za najveći dio hrvatskog i slovenskog stanovništva bilo je to dugo očekivano oslobođenje od Isto, knj. 25, str. 290-291. Isto, str. 209. 29 DAR, Gradski NOO Rijeka. 27 28 Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 185 talijanskog fašizma odnosno talijanske i njemačke okupacije. To se konačno smatralo i jednim od ciljeva narodnooslobodilačke borbe. Te ciljeve podržao je i dio talijanskog stanovništva, a naročito onaj dio koji je sudjelovao s Hrvatima i Slovencima u narodnooslobodilačkoj i antifašističkoj borbi. Ulazak jedinica IV JA na područje Rijeke i Istre službena Italija i veći dio talijanskog stanovništva smatrao je vojnom okupacijom i u najgorem slučaju priželjkivali su angloameričku vojnu okupaciju. Tim prije što su se angloamerički saveznici tajno i javno opredjeljivali protiv zauzimanja Rijeke i Istre od strane JA smatrajući taj teritorij talijanskim na osnovi međudržavnih ugovora između dvaju svjetskih ratova. U najgorem slučaju smatrali su da se rješenje toga problema mora potražiti na međunarodnoj konferenciji o miru. Oslobođena Rijeka izgledala je stravično. Stanbeni, industrijski i javni objekti uglavnom su bili u ruševnom stanju. Ulice zakrčene građevinskim materijalom i improviziranim bunkerima. Bile su to posljedice angloameričkih bombardiranja grada, njemačkog miniranja dijela zgrada i lučkih postrojenja i granatiranja grada u završnim operacijama za oslobođrnje Rijeke. Nije mnogo bolje izgledalo ni područje bivše Kvarnerske provincije s desetkovanim stanovništvom i mnogim spaljenim naseljima. Osnovna zadaća vojnih i civilnih vlasti bila je uspostaviti red i mir i organizirati za stanovništvo osnovne uvjete života i rada. Tim dijelom riječke poslijeratne povijesti nećemo se ovom prilikom baviti. Istaknimo ovdje samo još neke činjenice od međunarodnog značaja. Sporovi koji su nastali između vojnih i civilnih vlasti Demokratske Federativne Jugoslavije i Velike Britanije i Sjedinjenih Američkih Država u vezi uspostavljanja privremene savezničke vojne uprave na području Julijske krajine zaprijetili su mogućim ratnim sukobom. Jugoslavenska vlada nastojala da izbjegne svaki mogući povod za vojnu intervenciju angloameričkih snaga, te je prihvatila angloameričke uvjete i potpisala 9. lipnja 1945. sporazum o uspostavljanju privremene savezničke vojne uprave u Julijskoj krajini. Između ostaloga grad Rijeka, Istra i Slovensko primorje došli su pod vojnu upravu JA, a preostali dio Julijske krajine pod angloameričku vojnu upravu (Morganova demarkaciona linija).30 Teritorij na kojem je uspostavljena vojna uprava JA spadao je u zonu “B”, a onaj koji su okupirale angloameričke vojne snage spadao je u zonu “A”. Vojna uprava JA bila je uspostavljena 23. lipnja 1945., bila je najviši organ vlasti na području zone “B” i imala je sjedište u Opatiji. Dakle, ova uprava je bila odgovorna za funkcioniranje organa narodne vlasti (narodnih odbora), cjelokupnog javnog života, vojnog i civilnog sudstva. Takvo stanje je potrajalo sve do provođenja potpisanog Mirovnog ugovora s Italijom u Parizu 10. veljače 1947.31. Dakle, područja koja su se nalazila pod vojnom upravom JA većim dijelom pripala su Jugoslaviji, a od ostatka i od dijela područja koja su se nalazila pod angloameričkom okupacijom stvoren je Slobodni teritorij Trsta kao prijelazno rješenje. Taj se problem rješavao u daljnjim pregovorima između talijanske i jugoslavenske vlade te savezničkih snaga. Međutim, ta je tema izvan okvira moga 30 31 Dokumenti o spoljnoj politici SFRJ 1945., Beograd, 1984., str. 81-82. Dokumenti o spoljnoj politici SFRJ 1947., Beograd, 1985., knj. 1, str. 125-185. 186 Mihael Sobolevski razmatranja. Jedan od važnih ciljeva narodnooslobodilaške vojske u Hrvatskoj kao i općenito u Jugoslaviji bio je da se na odgovarajući način kazne sve one osobe koje su bile tvorci ili izvršitelji zločina. Dakle, one osobe koje su u okviru okupacijskih snaga ili kvislinških režima počinile određene vrste zločina. U principu nije se sudilo nekoj osobi što je određene nacionalni ili vjerske pripadnosti već zbog toga što ga se smatralo da je počinio ratne zločine. Prema tome nije se sudilo ni Talijanima Rijeke i bivše Kvarnerske provincije zato što su Talijani, kako se to danas želi uvjeriti talijansku javnost, već zbog toga što su pojedinci bili osumnjičeni za određene vrste zločina. Postavlja se samo pitanje da li je u svim slučajevima poštovana pravda i pravednost ili su se u pojedinim slučajevima stvari otrgnule kontroli. Grješili bi kao ljudi i kao istraživači ako bismo jednim zločinom opravdavali drugi ili vagom mjerili tko ih je učinio više, a tko manje. Neke stvari ne možemo prosuđivati s današnjih pozicija i dalekim otklonom vremena u kojem su se određene stvari događale. Ljudske frustracije i naboji bili su uvijek loša strana pravdi i zakonitosti. U završnim operacijama za konačno oslobođenje Jugoslavije od jeseni 1944. do svibnja 1945. godine na mnogim bojišnicama vođene su teške borbe i vojni zahvati širih operacijskih obima. Ne samo što su bili u tim vojnim operacijama veliki ljudski gubici svih sukobljenih strana na bojišnicama, već i veliko stradavanje civilnog stanovništva na poprištu bitaka i izvan toga prostora. U tom razdoblju jedinice NOVJ odnosno JA zarobile su mnoštvo okupacijskih vojnika (različitih nacionalnosti) kao i pripadnika kvislinških jedinica (ustaša, četnika, hrvatskih domobrana, slovenskih domobrana, balista i sl.). U tim završnim operacijama ukupno je zarobljeno 221.287 neprijateljskih okupatorskih vojnika i časnika. Među njima je bilo i 57.150 Talijana od kojih mnogi i s područja Rijeke i s područja bivše Kvarnerske provincije32. Ako se ovom broju pribroje i zarobljeni pripadnici kvislinških snaga s područja Jugoslavije onda se može konstatirati, da je krajem 1945. godine u zarobljeničkim logorima u Jugoslaviji ukupno bilo 355.785 ratnih zarobljenika33. Neposredno poslije zarobljavanja ratni zarobljenici bili su smješteni u improvizirane logore, izloženi često vremenskim nepogodama i slaboj prehrani. Međutim, treba ovdje naglasiti, da u to vrijeme ni građani u Jugoslaviji nisu mnogo bolje živjeli s obzirom na oskudicu s hranom i razorenim stambenim objektima. Za sređivanje stanja s ratnim zarobljenicima od posebnog značaja je Naredba predsjednika Ministarskog savjeta i ministra Narodne obrane maršala Josipa Broza Tita od 30. lipnja 1945.. Tom Naredbom osnovan je u sastavu Komande Pozadine I., II., III., IV., V. i VI. JA «Otsek za ratne zarobljenike». Odsjek je vodio evidenciju ratnih zarobljenika, brinuo o 32 R. KALTENEGGER, Operationszone «Adriatisches Küstenland». Der Kampf um Triest, Istrien und Fiume 1944./45., Graz-Stuttgart, Stocker Verlag, 1993., str. 306. Do polovice 1947. godine talijanski zarobljenici bili su uvaćeni u Italiju (ukupno 56.773 zarobljenika) zahvaljujući velikom zalaganju Palmira Togliattija. Posljedni brod s 849 talijanskih ratnih zarobljenika upućen je iz Splita u Anconu 27. lipnja 1947.. 33 A. MILETIć, Prilog proučavanju istorije Jugoslavenske narodne armije kroz izabrana dokumenta maršala Jugoslavije Josipa Broza Tita u svojstvu ministra Narodne obrane i vrhovnog komandanta oružanih snaga FNRJ u periodu 1945.-1956. godine, «Vojnoistorijski glasnik», Beograd, 1987., br. 1, str. 327. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 187 logorima ratnih zarobljenika i radilištima na kojima su radili ratni zarobljenici. Sve ovo trebalo se odvijati u okvirima naredbi Ministarstva narodne obrane i međunarodnih konvencija o postupanju s ratnim zarobljenicima. To znači da se morala voditi briga i kontrola so siguranjem i čuvanjem ratnih zarobljenika, logora i radilišta; vršiti kontrola nad prehranom, odjevanjem, smještajem i novčanim snabdjevanjem ratnih zarobljenika i dostavljati podaci o brojnom stanju. Prema ovoj Naredbi svi ratni zarobljenici morali su biti svrstani u «zarobljeničke bataljone», a oni su se sastojali od štaba bataljona i četiri čete (svaka četa po 250 zarobljenika). U sastavu štaba bataljona bilo je 11 osoba, a sastojao se je od komandanta, političkog komesara, ađutanta, intedanta, liječnika, higijeničara, bolničara i disciplinskih podoficira. Ljudstvo za osiguranje ratnih zarobljenika osiguravalo se je iz teritorijalnih bataljona pojedinih armija34. Uspostavom vojne i civilne vlasti u Rijeci i na području bivše Kvarnerske provincije otpočele su i represivne mjere protiv osoba za koje su već ranije pribavljene informacije o njihovu eventualnom sudjelovanju u zločinima ili su pak naknadno prikupljene činjenice. Na njihovu uhićenju i salušanju radile su za tu svrhu već ranije osnovane strukture u sistemu vojne vlasti a to su bila Odjeljenja zaštite naroda (OZN-a) i vojne formacije Korpusa narodne obrane Jugoslavije (KNOJ). Uhićene vojne osobe upućivane su u zarobljeničke logore (bilo je više privremenih logora u to vrijeme na području Rijeke i okolice, a od njih je najveći bio u Martinšćici), a uhićene osobe zbog političkig djelovanja upućivane su u zatvor OZN-e u Rijeci. Nakon provedene istrage za koje je utvrđeno ili postojale sumnje da su počinile zločine predane su vojnim sudovima na daljnji postupak, a za one za koje nije utvrđena krivnja puštane su kućama. Odjeljenja OZN-e i KNOJ-a na otkrivanju ratnih počinitelja zločina tijesno su surađivala s organima narodne vlasti i društvenopolitičkim organizacijama. Naime, uz sve strukture narodne vlasti od seoskih, općinskih, gradskih, kotarskih i okružnih organa narodne vlasti osnovani su odbori za utvrđivanje zločina okupatora i njegovih pomagača, te su se prikupljeni podaci slali svima onima koji su bili odgovorni za procesuiranje ratnih zločina. Ovdje još jednom treba naglasiti da su ove mjere bile usmjerene prema svima počiniteljima zločina ili pak prema onima za koje se je pretpostavljalo da su ga učinile, a ne prema određenoj nacionalnoj zajednici kao u ovom slučaju prema Talijanima. Ne raspolažemo činjenicama o ukupnom broju uhićenih pripadnika talijanske narodnosti Rijeke i bivše Kvarnerske provincije u razdoblju 1945. do 1947. godine. Budući da nije sačuvana i cjelovita vojnosudska dokumentacija to ne znamo pouzdano ni o točnom broju procesuiranih osoba. Svi napori da se privedu pravdi najodgovorniji vinovnici ratnih zločina na području Rijeke i bivše Kvarnerske provincije ostali su bez učinka. Zemaljska komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača Federalne Države Hrvatske odnosno Gradska komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača u Rijeci podnijele su veći broj krivičnih prijava za ratne zločine. prije svega protiv prefekta Kvarnerske provincije Temistocla Teste zbog hapšenja, zatvaranja i 34 Isto, str. 326-328. 188 Mihael Sobolevski internacije antifašista i njihovih obitelji, uništenje pokretne i nepokretne imovine mučenjem glađu u koncentracijskim logorima (Kampor na otoku Rabu), za pojedinačne i masovne zločine (npr. zločin u Podhumu 12. srpnja 1942.). Također je bio veći broj krivičnih prijava za ratne zločine protiv komandanta njemačke SD policije u Rijeci pukovnika Henricha Schluntzena i zapovjednika njemačke vojske na riječkom području pukovnika Lothara Zimmermanna35, kao i protiv mnogih drugih osoba. Izuzev Lothara Zimmermanna koji je uhićen i osuđen na smrt 1946. godine sve druge najistaknutije osobe odgovorne za ratne zločine nisu bile dostupne istražnim i sudskim organima. Ne samo da istaknute osobe optužene za ratne zločine i na riječkom području nisu bile izručene posljedica je odnosa angloameričkih saveznika koji su u izmijenjenim političkim odnosima nakon Drugog svjetskog rata nastojali da sakriju zločine s talijanske strane. A tom prikrivanju sasvim sigurno pridonijele su antifašističke snage Italije, da se tako najlakše Italija opere one Mussolinijeve Italije i prikaže kao ona Italija koja je «rođena u pokretu otpora»36. U takvoj situaciji najvjerojatnije su stradale pojedine osobe čija je uloga u proizvodnji ratnih zločina bila mnogo manja od dobivenih sudskih kazni. Za svako cjelovito zaključivanje nedostaju cjeloviti izvori kao i istraživanje ove problematike od strane pravne znanosti. Hrvatska historiografija nije se posebno bavila ovom problematikom, kada je riječ o sudskim procesima koji su se vodili protiv građana Rijeke i onih s područja bivše Kvarnerske provincije, a zbog optužbe da su sudjelovali u vršenju ratnih zločina. O tome nema ni riječi u «Povijesti Rijeke» (Rijeka 1988.), kao ni općenito o ljudskim gubicima grada u Drugom svjetskom ratu. Međutim, Igor Žic u knjizi «Kratka povijest grada Rijeke» (Rijeka 1988.) u nekoliko rečenica ističe represije OZN-e te da je ona tih «dramatičnih dana» (nakon oslobođenja Rijeke) pogubila oko 300 ljudi (str. 147). Koji su uzroci njihova pogubljenja teško je vidljivo kao i činjenica da je to upravo sve učinila OZN-a. Za takve konstatacije valjalo bi imati pouzdane izvore. U više navrata sam isticao oskudnost izvorne građe za cjelovite sudove o ljudskim gubicima talijanske Rijeke i bivše Kvarnerske provincije neposredno nakon završetka Drugog svjetskog rata. Moguće je za stotinjak «osoba utvrditi da su bile procesirane na vojnim sudovima, a za desetak osoba uspjelo se pronaći i same presude. Zbog nedostatka arhivske građe o načinu na koji su stradale izvode se proizvoljni sudovi i zaključci, kako nisu ni formalno barem suđene i da je egzekucija nad njima izvršena bez ikakvoga suđenja. Ovom knjigom istraživanje ove problematike nije završeno, već dalje treba tragati za novim izvorima. Ovakvim istraživanjima nema nikada kraja, to tim prije, što je arhivska i druga građa razbacana u više država i velikom broju arhiva i arhivskih fondova. U nastojanju da se čitatelju pruži mogućnost spoznaje na koji način i zbog čega se sudilo pojedinim osobama neposredno nakon završetka rata navest ću ovdje samo dva primjera. Tako je Vojni sud Jugoslavenske armije - Vijeće za Hrvatsko Vidi bilješku 20. Vidi o tome opširnije: F. NIRENSTEIN, Genocid na talijanski način, «Dometi», Rijeka, 1989., br. 10, str. 707-713. 35 36 Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 189 primorje i Rijeku donijelo 11. lipnja 1945. presudu kojom se David Cherbaz osuđuje na smrt strijeljanjem. Presuda glasi: «CHERBAZ DAVID, nezakoniti sin Emilije CHERBAZ, rođen u Rijeci 28/XII/1910. g. nastanjen u via Prieste br. 94. kovač mehaničar, oženjen ima jedno djete Talijan katolik, neimućan pismen. Navodno neporoćan. Kriv je: 1./Što je u godini 1944. bio njemački špijun u službi S.D. policije u Rijeci i kao takav usko sarađivao sa poznatim špijunom Tonettijem. 2./što je u gornjem svojstvu: a./denuncirao nijemcima za nagradu od 1.200 lira rodoljube Grandi Božidara, Bezmana Renata, Viannello Donata, Kolan Božidara i mnoge druge koji su usljed toga bili uhapšeni i poslani u Njemačku na prisilan rad; b./vršio teror po gradu Rijeci i zaustavljajući i hapšući uperenim revolverom mirno građanstvo; c./podmetnuo ekrezit u židovsku crkvu i bacio bombu u Via Parini pripisujući nakon toga ova djela na teret partizana; d./Ucjenjivao i pljačkao građanstvo grada Rijeke. Gornjim djelima optuženik je počinio krivično dijelo iz člana 13,14 UVS pak se predlaže da bude proglašen ratnim zločincem i narodnim neprijateljem i Osuđuje: na kaznu smrt streljanjem, trajan gubitak građanskih prava i konfiskaciju imovine. Kazna smrti izvršit će se nakon odobrenja po višem vojnom sudu. Obrazloženje: Optuženik je u gradu Rijeci općenito skoro od svakog bio poznat kao jedan od najzloglasnijih njemačkih špijuna. Poznavali su ga pod njegovim nadimkom PIPI bojali su ga se i klonili su mu se. Ovo mišljenje građanstva Rijeke o optuženiku doista nije bilo pogrešno, jer se je u nazočnom krivičnom postupku ustanovilo da je optuženik doista jedan zlikovački individuan, koji je isključivo zbog ličnih interesa vršio najpodliju špijunsku službu okupatoru ne sklanjajući se upotrebi najgadnija i najbezobzirnija sredstva i da se svojim gospodarima SS policiji ugađao. Djela koja se pobliže upisuju u dispozitivu ove presude dovoljna su sama po sebi da dadu pravu i vjernu sliku o zlikovačkom radu optuženikovom, sva ta djela ovaj sud smatra u cjelini dokazanim, bez obzira da li ih optuženik priznaje ili ne priznaje. Svjedoci Aresi Eduard, Cesari Bruno, Biarchi Fiogino upotpunili su svojim izkazima gadnu sliku optuženikove zločinačke ličnosti, koja je slika svojim glavnim negativnim crtama bila već dovoljno izražena optuženikovim samim priznanjem. Optuženik je već na svojem prvom saslušanju priznao da je bio u dopisničkoj službi SS policije u kojem svojstvu da je prijavio mnoge sumnjive elemente, koji su bili hapšeni i odvađani na prisilan rad u Njemačku. Na glavnom pretresu je upotpunio svoje priznanje izjavom da je bacio bombu u Via Farini, da je eksplozija u židovskoj crkvi bila izvršena po nalogu njemaca te da je doista ukrao platno koje je kod njega pronađeno. Za ova djela optuženik nastoji pronaći za sebe opravdanje, koje bi iskljućivalo njegovu krivicu kako je postavljena u optužnici, ali provedenim dokaznim postupkom naročito pak iskazom svjedoka Areni Eduarda, koji je još od godine 1943 kao komandant partizanske akcione grupe u gradu Rijeci, pratio budno rad i kretanje optuženikovo ovaj sud smatra utvrđenim ne samo da je počinio sva djela zbog kojih je suđen nego da su sva ta djela počinjena u vršenju optuženikove funkcije kao doušnika i povjerljivog političkog agenta njemačke SS policije. Obzirom na gore rečeno ovaj sud je odmjerio jedinu kaznu koja je odgovarajuća težini samih krivičnih djela i stepenu optuženikove krivice, a to je kazna smrti streljanjem»37. Navodim i drugi primjer. Riječ je o presudi Vojnog suda X. Korpusne vojne oblasti od 6. srpnja 1945. kojom je presuđen Giovanni Rachtelli. U presudi se navodi: 37 DAR, Okružna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača za Hrvatsko primorje. 190 Mihael Sobolevski «RACHTELLI GIOVANNI od Giovannia i Sandro Marije, rođen 14/9/1889. u Puli, Italijan, rkt, činovnik, oženjen, ima troje djece, nastanjen na Rijeci, via Akvedotto 17, kriv je: što je kao aktivni fašista dobrovoljno sudjelovao u španjolskom ratu, što je dobrovoljno stupio u fašističku miliciju i kao takav sudjelovao za vrijeme okupacije Sušaka u paljenju i pokolju sela Pothum, vršio masovno hapšenje naroda u Cerniku i Čavlima, a dolaskom Njemaca učestvovao u rastrelamentima na teritoriji Istre. Time je počinio na osnovu čl. 13 i 14 UVS krivična djela: dobrovoljno pripadništvo u fašističkim oružanim formacijama, sudjelovanja u paležu i pokolju, masovnog hapšenja i odvođenja naroda u konc. logore, pa se stoga na osnovu čl. 1 Zakona o vrstama kazni osuđuje na kaznu smrti streljanjem, trajan gubitak građanskih i političkih prava i konfiskaciju čitave imovine».38 Dakle, najveći broj Talijana Rijeke i bivše Kvarnerske provincije stradali su neposredno nakon završetka Drugog svjetskog rata suđen je pred vojnim sudovima i okrivljen za ratne zločine. Jedan manji dio, sa sudom ili bez suda, pogubljen je zbog pripadnosti pojedinim pokretima koji su u svojoj osnovi bili antifašistički, ali su se zalagali za drugačije državnopravno rješenje Rijeke i okolice u odnosu na narodnooslobodilački pokret (liburnisti, autonomaši, demokršćani, CLN-ovci). Poduzete mjere bile su mnogo strože, nego što su oni predstavljali možebitnu opasnost za konačno rješenje pripadnosti Rijeke i Istre. U Hrvatskoj odnosno Jugoslaviji povijesna istraživanja ove problematike tek predstoje, pa će se u jednoj smirenijoj političkoj situaciji moći i ovaj problem razmatrati nepristrano i objektivno. Osobna identifikacija stvarnih ljudskih gubitaka daleko je složenije istraživanje, nego što se to dobije utisak iz izloženih činjenica. U vrlo često puta nedostatku izvora i mogućnosti provjere određenih činjenica moguće su greške. Ukoliko takvih ima, ističem da nisu namjerno učinjene i unaprijed se izpričavam obiteljima i rodbini dotičnih. Molim ih za razumijevanje i nadopunu činjenica o pojedinoj osobi. Posebno je bilo problema u utvrđivanju činjenica o nacionalnoj pripadnosti pojedine osobe, ako to nije bilo izričito navedeno u korištenoj dokumentaciji. Nismo nikome brojili krvna zrnca, bez obzira kojom ortografijom i jezikom su pisana njihova imena i prezimena. Težilo se je da ime i prezime budu onako napisani kako se nalaze u korištenoj građi. Ovaj predgovor završit ču mislima koje sam gotovo pred desetak godina napisao u svojoj jednoj raspravi o metodologiji istraživanja ljudskih gubitaka. S tim u vezi sam napisao «osnovna je zadaća povijesne znanosti utvrđivanje činjeničnog stanja i njegovo znanstveno objašnjenje. Nije dakle na njoj da presuđuje pobjednicima i grupama, bez obzira na “kvalitetu” žrtava, na to tko je poginuo na strani fašističkog a tko na strani antifašističkog tabora. Razumljivo je da je svaka strana u ratu ciljevima za koje se borila opravdavala i vlastite ljudske gubitke i zločine počinjene nad svojim protivnicima. Pa ipak, povijesna znanost mora imati na umu i globalne ocjene historiografije o karakteru drugog svjetskog 38 DAR, Okružna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača za Hrvatsko primorje. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 191 rata, dakle i o opravdanosti borbe antifašističkih snaga protiv fašizma. To ne sprečava da se o svim stvarnim ljudskim gubicima piše s onim pijetetom kakav ljudi lišeni života u drugom svjetskom ratu zaslužuju sa stanovišta općecivilizacijskih principa»39. Svjestan sam i činjenice, da se kod nas na žalost, prošlost ne predaje lako povijesti i povijesnim istraživanjima. I nadalje je predmetom najraznovrsnijih manipulacija i spekulacija. Kada knjiga bude tiskana sumnjam da će se prihvatiti u javnosti trezveno i kao čin htjenja da se pokuša stvoriti osnove za daljnje istraživanje problematike ljudskih gubitaka. Mogući nacionalni i emocionalni naboj pa sve do ideološke isključivosti zasigurno će obeshrabriti sve one istraživače koji namjeravaju nastaviti ova istraživanja. Koristim još samo prigodu da se najsrdačnije zahvalim svim osobama i institucijama koje su mi pomogle u istraživanju ove teške i nezahvalne problematike. Nitko spomenut, nitko nezaboravljen. MIHAEL SOBOLEVSKI 39 M. SOBOLEVSKI, Prilog metodologiji istraživanja stvarnih ljudskih gubitaka Hrvatske u tijeku drugoga svjetskog rata, «Časopis za suvremenu povijest», Zagreb, 1992., br. 24 (1), str. 201. 192 Mihael Sobolevski Fiume, maggio 1945. Gli ultimi soldati tedeschi si arrendono ai partigiani. Rijeka, svibanj 1945.. Njemački vojnici predaju se partizanima. 3 maggio 1945. Entrano a Fiume i primi reparti partigiani. 3. svibanj 1945.. Ulazak u Rijeci prvih partizanskih odreda. Fiume, una storia complessa - Zamršena povijest Rijeke 193 3 maggio 1945. I blindati dell’Armata Popolare jugoslava nel centro di Fiume. 3. svibanj 1945.. Oklopna kola Jugoslavenske narodne armije u centru Rijeke. Fiume, maggio 1945. Prigionieri italiani ammassati a Sušak, oltre il vecchio confine italo-jugoslavo. Rijeka, svibanj 1945.. Talijanski zarobljenici kraj Rečine, stara granica između Italije i Jugoslavije. 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DATI STATISTICI Sono state schedate nell’elenco definitivo 2.640 vittime per il periodo 1940-47. In molte schede, pari al 21,6% del totale, è rilevabile l’annotazione «carenza dati» a voler significare che i nominativi indicati o risultano mancanti di alcuni dati anagrafici fondamentali o che la scarsità delle fonti (quasi sempre una sola, bibliografica e non archivistica) non consente di indicare con ragionevole e definitiva certezza le modalità e le cause del loro decesso. In elenco a parte, che abbiamo considerato provvisorio, sono stati riportati 114 nominativi aventi una carenza di dati tale da rendere inattendibile la loro classificazione o, pur avendo dati sufficienti, essi potrebbero rivelarsi non pertinenti all’oggetto della ricerca come concordato fra le parti, per data di decesso o causa di morte, o, infine a causa di difforme valutazione della nazionalità, od altro. Di tutti questi, 105 sono gli uomini e 9 le donne. Abbiamo dunque, complessivamente, 2.754 1 nominativi, di cui 2.366 uomini e 388 donne. I dati statistici, che seguono, sono stati elaborati, ove possibile e ragionevolmente utile, su entrambi gli elenchi. I nominativi con nazionalità «italiana», accertata da più fonti, sono 2.111; con nazionalità «sconosciuta» (ma presumibilmente italiana o anche italiana) 592, ungherese 6, austriaca 3, croata 27 e slovena 2. S’intende che all’epoca, dopo il 1945, le nazionalità croata e slovena erano comunque conglobate nella nazionalità jugoslava ed è difficile sapere quanti individui con tali nazionalità, nel circondario di Fiume, non avessero avuto, prima del 1945, anche la cittadinanza italiana; anche nei casi di dichiarata nazionalità ungherese e austriaca (prevalentemente di ebrei) è difficile accertare se non avessero acquisito anche la cittadinanza italiana prima del 1938. In tutti questi casi , qualora avessero avuto la doppia nazionalità, noi riteniamo che i nominativi dovrebbero rientrare nella nostra ricerca anche se, non avendone ragionevole certezza, essi sono stati per ora inseriti nell’elenco provvisorio sopra descritto. 1 Le precedenti e meritorie ricerche in materia (cfr. Bibliografia), L. PAPO, Albo d’Oro, edito nel 1995 e LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO, Albo dei Caduti di Fiume, edito nel 1984, che hanno costituito un base importante e indispensabile per il nostro lavoro, hanno raccolto rispettivamente 1.892 e 1.398 nominativi. 200 Dati statistici - Statistički podaci STATISTIČKI PODACI Popisano je ukupno 2.640 žrtava za razdoblje od 1940. do 1947. Na mnogo anketnih listova, tj. na 21,6% od ukupnog broja, može se primijetiti bilješku «nedostatak podataka». To označava da navedenim imenima nedostaju neki temeljni matični podaci ili da nedostatak izvora (gotovo uvijek samo jednoga, bibliografskog, a ne arhivskog) ne dopušta definiranje s uvjerljivom i konačnom sigurnošću načine i uzroke njihove smrti. Na zasebnom popisu, kojega smo smatrali privremenim, navedeno je 114 imena s takvim nedostatkom podataka da čine nepouzdanom bilo kakvu klasifikaciju ili, usprkos posjedovanju dovoljnih podataka, oni bi se mogli pokazati nepouzdanima za predmet istraživanja kako je dogovoreno među stranama, zbog datuma ili uzroka smrti, ili, konačno zbog različitog procjenjivanja njihovog državljanstva, ili iz drugog razloga. Od svih tih, ima 105 muškarca i 9 žena. Dakle, imamo sveukupno 2.7541 ime, od čega je 2.366 muškaraca i 388 žena. Statistički podaci koji slijede, obrađeni su, gdje je to moguće i od razumne koristi, na oba popisa. Imena s «talijanskim» državljanstvom, utvrđenim u više izvora, ima 2.111; s «nepoznatim» državljanstvom (nijh vjerojatno s talijanskim ili i s talijanskim državljanstvom) ih je 592, s mađarskim državljanstvom 6, s austrijskim državljanstvom 3, s hrvatskim državljanstvom 27, i sa slovenskim državljanstvom 2. Podrazumijeva se da je u to vrijeme, slovensko i hrvatsko državljanstvo bila su uključena u ono jugoslavensko, te je teško znati koliko je pojedinaca s tim državljanstvima, na području Rijeke, prije 1945. godine nije imalo i talijansko državljanstvo, a to vrijedi i za deklariranje mađarskog ili austrijskog državljanstva (pretežito Židova) teško je utvrditi jesu li prihvatili i talijansko državljanstvo prije 1938. U svim tim slučajevima, ako su imali dvostruko državljanstvo, mi držimo da ta imena valja uključiti u naše istraživanje iako, budući nismo posve sigurni, oni su za sada uključeni u gore opisani privremeni popis. Prethodna vrlo zaslužna istraživanja na tom polju (usporedi Popis literature), L. PAPO, Albo d’oro, objavljen 1995., i LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO, Albo dei caduti di Fiume, objavljen 1984., predstavljala su važan i neophodan temelj za naš rad, prikupila su 1.892 i 1.398 imena. 1 Dati statistici - Statistički podaci 201 Vittime nate nella Provincia del Carnaro entro i limiti che essa aveva fino all’aprile del 1941 - Žrtve rođene u Kvarnerskoj provinciji unutar teritorialnih granica koje je ona imala do travnja 1941. . Fiume - Rijeka Apriano - Veprinac Castelnuovo d’Istria - Podgrad Clana - Klana Elsane - Jelsane Laurana - Lovran Matteria - Materija Mattuglie - Matulji Moschiena - Moščenice Abbazia - Volosko Castel Jablanizza - Jablanica Fontana del Conte - Knežak Primano - Priman Villa del Nevoso - Ilirska Bistrica Frazioni e altri comuni della Provincia non meglio identificati Mjesta i druge općine provincije, ne pobliže oznaćeni 1.203 1 45 23 24 59 43 50 32 85 10 23 9 44 52 Totale Provincia - Ukupno u provinciji 1.703 Vittime nate in comuni dei distretti acquisiti dalla provincia di Fiume dopo l’aprile 1941 e considerati territori annessi al Regno d’Italia fino all’8/9/1943 - Žrtve rođene u općinama kotareva koje su pripojene riečkoj provinciji nakon travnja 1941. i koje su smatrane teritorijima anektiranim Kraljevini Italiji do 8/9/1943. Sušak - Sussa Grobnik - Grobnico Jelenie - Cervi Bakar - Buccari Kastav - Castua Prezid - Vallogiulio Aleksandrovo (punat) - Ponte Krk - Veglia Vrbenik - Verbenico Rab - Arbe Frazioni e comuni non meglio identificati Ne pobliže oznaćena mjesta i općine 32 2 1 1 3 1 1 38 3 1 4 Totale Distretti - Ukupno u kotarevima 87 202 Dati statistici - Statistički podaci Vittime nate nei territori del Regno d’Italia e di altre provincie adriatiche acquisite alla sovranità italiana dopo la prima guerra mondiale (1915-1918) - Žrtve rođene na teritorijima Kraljevine Italije i drugih provincijia pripojenih talijanskom suverenitetu nakon prvog svjetskog rata (1915.-1918.) Istria - Istra Trieste - Trst Gorizia - Gorica Zara - Zadar Altre Provincie del Regno d’Italia - Druge provincijie Kraljevine Italije 74 29 7 4 256 Totale altre provincie italiane - Ukupno druge talijanske provincije 370 Vittime nate in altri Stati - Žrtve rođene u drugim državama Austria - Austrija Brasile - Brazil Bulgaria - Bugarska Cecoslovacchia - Čehoslovačka Egitto - Egipat Francia - Francuska Germania - Njemačka Grecia - Grčka Jugoslavia - Jugoslavija Lituania - Litva Polonia - Poljska Romania - Rumunjska Russia - Rusija Stati Uniti d’America - Sjedinjene Američke Države Svizzera - Švicarska Turchia - Turska Ungheria - Mađarska Totale stati esteri - Ukupno iz stranih država Totale delle vittime di cui è stato individuato il luogo di nascita - Ukupan broj žrtava za koje je utvrđeno mjesto rođenja 23 1 1 34 1 2 4 2 25 1 21 14 10 1 1 2 83 226 2.386 Totale delle vittime con luogo di nascita mancante o indecifrabile - Ukupan broj žrtava s nedostatnim ili neutvrđenim mjestom rođenja 355 203 Dati statistici - Statistički podaci Perdite di forze combattenti o ad esse equiparate suddivise per periodi storici significativi - Gubici borbenih snaga ili s njima izjednačene razvrstanih po značajnim povijesnim razdobljima Forze combattenti Borbene snage 0/6/1940 7/9/1943 AM (Aeronautica Militare) VZ (Vojno Zrakoplovstvo) Carabinieri - Karabinjeri EI (Esercito Italiano) TV (Talijanska vojska) Finanza - Financijska MM (Marina Militare) R.M. (Ratna Mornarica) MPL (Movimento Popolare di Liberazione) NOP (Narodno oslobodilački pokret) Marittimi militarizzati- Militarizirani pomoroci PS (Pubblica Sicurezza) - J.S. (Javna sigurnost) RSI (Repubblica Sociale Italiana)* TSR (Talijanska Socijalna Republika) Totale - Ukupno * Solo a partire dall’8/9/1943 / Samo od 8/9/1943. 8/9/1943 2/5/1945 3/5/1945 1/12/1947 e oltre-i dalje Totale Ukupno 18 11 0 29 2 255 18 89 11 25 31 369 3 104 34 45 50 8 87 157 17 136 6 159 73 4 = 15 8 138 2 89 93 90 101 231 503 494 284 1.281 204 Dati statistici - Statistički podaci Suddivisione delle vittime per sesso, fasce d’età e periodo di decesso* Razvrstavanje žrtava prema spolu, dobnoj skupini i povijesnom razdoblju smrti Dalla dichiarazione di guerra dell’Italia all’armistizio dell’8 settembre 1943 - Od talijanske objave rata do primirja 8. rujna 1943. Fasce di età Dobne skupine Dal-od 10/6 al-do 31/12 1940 M F T Dal-od 1/1 al-do 31/12 1941 M F T 1 - 10 0 0 0 0 0 0 11 - 17 0 0 0 0 0 0 18 - 21 7 0 7 12 0 12 22 - 30 8 0 8 35 0 35 31 - 40 5 0 5 8 0 8 41 - 50 1 0 1 2 0 2 51 - 60 0 0 0 0 0 0 61 - 70 0 0 0 0 0 0 71 - 80 0 0 0 0 0 0 81 - 90 0 0 0 0 0 0 91 e oltre - I dalje 0 0 0 0 0 0 Totali - Ukupno 21 0 21 57 0 57 Senza data nascita 8 14 Bez datuma rođenja Elenco provv.rio 1 0 Privremeni popis Totali parziali 30 71 Parcijalnim ukupno Totale complessivo delle vittime dal 10/6/1940 al 7/9/1943 Sveukupan broj žrtava od 10/6/1940. do 7/9/1943. Dal-od 1/1 al-do 31/12 1942 M F T 0 0 23 74 40 12 2 1 0 0 0 152 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 54 0 0 23 74 40 13 2 1 0 0 0 153 Dal-od1/1 al-do 7/9 1943 M F T 0 0 23 81 31 9 4 0 0 0 0 148 0 0 0 0 0 23 0 81 0 31 0 9 0 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 148 40 0 0 207 188 496 * M = maschi-muškarci, F = femmine-žene, T = totale-ukupno Nota: Si osserva in tale periodo la completa assenza di vittime nelle fasce d’età da 0 a 17 anni e oltre i 70. La presenza femminile tra le vittime è limitata a una sola unità ed è la prima in assoluto per tutto il periodo preso in esame dal nostro progetto di ricerca (1940-1947): trattasi della maestra Francesca Renzi, uccisa con il marito dai partigiani jugoslavi in quel di Podhum il 16 giugno del 1942. Dal 10 giugno 1940 al 7 settembre del 1943 non si ebbero più di tre morti alla settimana dovuti però, quasi tutti, a perdite sui diversi fronti aerei, marittimi e terrestri. Del tutto irrilevanti le perdite italiane con diverse motivazioni. Bilješka: U tom razdoblju može se pimijetiti potpuno nepostojanje žrtava za dobne skupine od 0 do 17 godina i nakon 70 godina. Prisutnost žena među žrtvama ograničava se na samo jedan slučaj i to je prva žrtva za čitavo razdoblje koje je uzeo u razmatranje naš istraživački projekt (1940.1947.): radi se o učiteljici Franceschi Renzi, koju su zajedno sa suprugom ubili jugoslavenski partizani u Pothumu 16. lipnja 1942. Od 10. lipnja 1940. do 7. rujna 1943. nije bilo više od troje stradalih tjedno, gotovo svih uzrokovanih različitim bojišnicama: zračnim, pomorskim i kopnenim. Posve su zanemarivi talijanski gubici, zbog različitih uzroka. 205 Dati statistici - Statistički podaci Dall’armistizio dell’8 settembre 1943 alla cessazione delle ostilità a Fiume - Od primirja 8.rujna 1943. do prestanka neprijateljstva u Rijeci Fasce di età Dobne skupine Dal - od 8/9 Al-do 31/12 1943 M F T 1 - 10 1 2 11 - 17 6 1 18 - 21 16 3 22 - 30 49 0 31 - 40 29 1 41 - 50 13 2 51 - 60 5 1 61 - 70 3 0 71 - 80 1 0 81 - 90 0 0 91 e oltre - I dalje 0 0 Totali-Ukupno 123 10 Senza data nascita - Bez datuma rodj. Elenco provv.rio - Privremeni popis Totali parziali - Ukupno parcijalni 3 7 19 49 30 15 6 3 1 0 0 133 67 3 203 Dal - od 1/1 Al-do 31/12 1944 M F T 7 13 66 121 122 81 46 37 21 3 1 518 Totale complessivo delle vittime dal 8/9/1943 al 2/5/1945 Sveukupan broj žrtava od 8/9/1943. do 2/5/1945. 7 8 11 16 24 32 40 44 19 6 1 208 14 21 77 137 146 113 86 81 40 9 2 726 165 19 910 Dal - od 1/1 Al - do 2/5 1945 M F T 3 8 43 89 73 48 28 20 5 0 1 318 0 2 7 11 11 16 9 11 5 4 0 76 3 10 50 100 84 64 37 31 10 4 1 394 43 13 450 1.563 Nota: Soprattutto a causa delle indiscriminate deportazioni in Germania sia di ebrei sia di persone coinvolte nelle attività del Movimento popolare di liberazione o semplicemente sospette di farvi parte e sia per attentati, uccisioni, rapimenti, altrettanto indiscriminati, ad opera di elementi partigiani sia, infine, per i bombardamenti anglo americani, si registra, per la prima volta dall’inizio del conflitto mondiale, a Fiume e Provincia, un considerevole numero di vittime nelle fasce d’età più deboli: bambini e ragazzi da uno a 17 anni di età (58) e vecchi da settanta anni a novanta e anche oltre (151). Si ebbero, mediamente, 18 morti alla settimana. Il più giovane d’età: Franco Slatcovich, nato a Valsantamarina nel 1940 e fucilato a Moschiena dai partigiani il 26 ottobre 1943, con la madre Antonietta e la sorellina Marisa. Il più anziano: Michalich Giuseppe, nato a Veglia il 14/1/1854, deportato dai tedeschi e morto in Germania. Bilješka: Napose zbog indiskriminirajuće dportacija u Njemačku, kako Židova, tako i osoba umiješanih u djelatnost Narodno-oslobodilačkog pokreta, ili koje su bile samo osumnjičene da u njemu sudjeluju; ili zbog atentata, ubojstaa, odvođenja koji su bili isto tako indiskriminirajući, počinjeni od partizana; ili, na kraju, zbog anglo-američkih bombardiranja, po prvi puta od početka svjetskog sukoba, u Rijeci i u njezinoj pokrajini bilježimo značajan broj žrtava u najslabijim dobnim skupinama: djeca i mladež od 1 do 17 godina starosti (58) i starih od 70 do 90 pa i više godina (151). Bilježimo u prosjeku po 18 smrtno stradalih tjedno. Najmlađi: Franco Slatcovich, rođen je u Valsantamarina 1940., a strijeljan u Mošćenicama od strane partizana 26. listopada 1943., zajedno s majkom Antoniettom i sestrom Marisom. Najstariji: Giuseppe Michalich, rođen na Krku 14. siječnja 1854., a deportiran od Nijemaca, umro je u Njemačkoj. 206 Dati statistici - Statistički podaci Dall’occupazione militare jugoslava del 3 maggio 1945 al 1947, anno di firma del Trattato di pace, e sintesi di periodi successivi fino al 1954 (Memorandum di Londra) Od Jugoslavenske vojne okupacije 3. svibnja 1945. do 1947., godine potpisvanja Mirovnog ugovora, i sinteza kasnith razdoblja do 1954. (Londonski memorandum) Fasce di età Dobne skupine Dal-od 3/5 Al-do 31/12 1945 M F T 1 - 10 5 0 5 11 - 17 5 2 7 18 - 21 21 2 23 22 - 30 96 6 102 31 - 40 80 6 86 41 - 50 84 9 93 51 - 60 52 6 58 61 - 70 11 1 12 71 - 80 6 1 7 81 - 90 1 0 1 91 e oltre 1 0 1 Totali 362 33 395 Senza data nascita - Bez datuma rodj. Elenco provv.rio - Privremeni popis Dal-od 1/1 Al-do 31/12 1946 M F T 0 0 0 0 0 0 0 0 0 8 1 9 6 0 6 4 1 5 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 19 2 21 163 36 Dal-od1/1 Al-do 31/12 1947 M F T 0 0 0 1 0 1 3 0 3 4 0 4 4 0 4 0 0 0 1 1 2 1 0 1 1 1 2 0 0 0 0 0 0 15 2 17 6 3 3 3 Totali parziali - Ukupno parcijalni 594 30 Totale complessivo delle vittime dal 3/5/1945 al 31/12/1947 e oltre Sveukupan broj žrtava od 3/5/1945. do 31/12/1947. 23 Dal-do 1/1 1948 Al-do 31/12/1954 5 5 652 Nota: I dati relativi al 1945 dimostrano che a Fiume e Provincia la media settimanale delle vittime, a guerra conclusa, fu di circa 17 alla settimana, abbassando, dunque, di una sola unità la stessa media (18) del 1944. Nel 1944, però, come abbiamo evidenziato nella nota precedente, si verificarono molteplici cause belliche di morte (che dopo il 3 maggio 1945 più non sussistevano) oltre a quelle politiche e razziali poste in essere dai regimi totalitari allora al potere. Perfino le fasce d’età più deboli, bambini e anziani, mantennero ancora, pur essendo cessate le ostilità, un apprezzabile numero di decessi. Risulta evidente, anche osservando l’esiguità, al confronto, degli indici relativi agli anni successivi (1946-1954), come il numero dei decessi dal 3/5 al 31/12/1945, pur tenendo conto di 87 vittime che a noi risultano decedute per cause non certo addebitabili al nuovo regime comunista jugoslavo (accidentali, affondamento in mare, conseguenti alla deportazione in Germania durante il conflitto, ecc.), sia del tutto anomalo. Ancora più grave il fatto che tra le circa 550 vittime, determinate direttamente o indirettamente dagli eccessi incontrollati del sistema politico dominante, tra il 3/5 e il 31/12/1947, siano ben rari i casi in cui sia dato di conoscere la motivazione della loro uccisione o sparizione e il luogo della loro sepoltura. Bilješka: Podaci koji se odnose na 1945. godinu pokazuju da je u Rijeci i njezinoj provinciji tjedni prosjek žrtava po završetku rata, iznosio, oko 17 osoba tjedno, što je predstavljalo smanjenje od samo jedne osobe (18) prosjek iz 1944. Godine 1944., međutim, kako smo istaknuli u prethodnoj bilješci, bili su prisutni višestruki ratni uzroci smrti (kojih nakon 3. svibnja 1945. više nije bilo), pored onih političkih i rasnih, koje su uspostavili totalitarni režimi tada na vlasti. Čak i najslabije dobne skupine, djeca i starci, i dalje su zadržale, iako su prestala neprijateljstva, značajan broj smrti. Proizlazi očitim, imajući u vidu i malobrojnost, nasuprot tome, iznosa koji se odnose na naredne godine (1946.-1954.) u odnosu na broj smrti od 3/5 do 31/12/1945., usprkos tome imajući u vidu 87 žrtava za koje nam proizlazi da zacjelo nisu umrle zbog uzroka koji se mogu pripisati novom jugoslavenskom komunističkom režimu (nesreće, brodolom na moru, od posljedica deportacije u Njemačku tijekom rata, itd.) bilo je posve neobično. Još je teža činjenica što među otprilike 550 žrtava, koje su uzrokovali neposredno ili posredno nekontrolirani ekscesi vladajućeg političkog sustava, od 3/5/1945. i 31/12/1947., vrlo su rijetki slučajevi za koje je objavljeno obrazloženje njihova ubojstva ili nestanka i mjesto njihova pokopa. 207 Dati statistici - Statistički podaci Quantificazione della vittime per cause di morte e suddivise per periodo storici significativi - Razvrstavanje žrtava prema uzroku smrti i prema povijesnom razdoblju smrti. Cause di morte Uzroci smrti Dal 10/6 1940 al 7/9 1943 Dal 8/9 1943 al 2/5 1945 Affondamento in mare - Pomorski brodolom 138 Bombardamento aereo - Zračno bombardiranje 4 Cannoneggiamento terrestre - Kopneni topnički napadi 1 Cause accidentali - Nesretnim slučajem 5 Deportati per motivi razziali in Germania (ebrei) e ivi deceduti 0 Deportirani u Njemačku iz raznih razloga (židovi) i tamo stradali Deportati per motivi politici in Germania 1 Deportirani u Njemačku iz političkih razloga i tamo stradali Deportati per motivi razziali in altre regioni d’Italia, ivi deceduti 0 Deportirani u druge talijanske krajeve iz raznih razloga, tamo stradali Idem come sopra per motivi politici; ivi deceduti o dispersi 0 Isto kao gore stradali zbog političkih razloga, tamo umrli i nestali Deportati in prov. Fiume e Jugoslavia deceduti o dispersi 0 Deportirani u Riječku provinciju i Jugoslaviju stradali i nestali Caduti o dispersi in combattimento nei diversi fronti 315 Pali i nestali u borbi na različitim bojišnicama Soppressione e/o condanna a morte da parte italiana 17 Smaknuče i/ili smrtna presuda od talijanske strane Soppressione e/o condanna a morte da parte jugoslava 12 Smaknuče i/ili smrtna presuda od jugoslavenske strane Soppressione e/o condanna a morte da parte tedesca 0 Smaknuče i/ili smrtna presuda od njemačke strane Ebrei soppressi dagli italiani in Italia e a Fiume 0 Židovi smaknuti od talijana u Italiji i u Rijeci Ebrei soppressi dai tedeschi in Italia e a Fiume 0 Čidovi smaknuti od nijemaca u Italiji i u Rijeci Ebrei soppressi dagli jugoslavi in Jugoslavia e a Fiume 0 Čidovi smaknuti od jugoslavena u Italiji i u Rijeci Deceduti in luoghi, con modalità e cause ignote o infrequenti 4 Umrli na mjestima na način i iz nepoznatih ili neuobičajenim okolnostima 28 102 12 6 4 1 1 12 357 Totali - Ukupno 496 Dal 1/1 1948 in poi Tot. 0 1 0 10 0 0 0 0 170 108 14 33 11 0 0 368 275 42 0 0 318 8 0 0 0 8 1 0 0 0 1 3 29 1 3 36 214 14 0 0 543 23 2 0 0 42 166 444 26 8 656 199 0 0 0 199 0 0 0 0 0 21 0 0 0 21 1 4 1 0 6 170 25 9 4 212 1.585 584 47 Vittime non classificabili per mancanza di dati essenziali Žrtve koje nije moguče klasificirati zbog nedostatka bitnih podataka Totale vittime - Ukupno žrtava Dal 3/5 Dal 1/1 1945 1946 al 31/12 al 31/12 1945 1947 14 2.735 6 2.741 208 Dati statistici - Statistički podaci Elenco vittime decedute alla Risiera di San Sabba (Trieste) - Popis žrtava koje su stradale u tvornici riže sv. Sabe (Trst) Cognome Prezime Nome Ime Data di nascita Datum rođenia Luogo di nascita Mjesto rođenia Data di decesso Datum smrti Blasić Blažić Bratonja (Bratogna) Brubjak o Brubnjak Brubjak o Brubnjak Camilotti Cettina Cocon Cosiliani Dundović Frank Gallo Glače o Clace Grandi Grsinčić Hartman Rimini Jurković (?) Kovacić Koverlica Kregar Lothar Luxetić Mamić Mandić Martinis Mendek Micocić Naker Paoletić Paoletić Pehar Penko Petrić Poli Puhali o Pohalj Puhar (?) Randić Reti Salvi Scalamera Segulin (Ribica) Slosar Slosar Sosić Spiller o Spiler Palmini Storn o Sturm (?) Stranić o Stanić Superina Surani o Iuranić Toglianić Tomei Tomi Vidali Vlah Vratović Giuseppe (Pepi) Venčeslav Vera Emilia Anna Nicola Ilario Giovanni Maria Renato Edmondo Ines Venceslao Renato o Gron Franjo Eleonora Zora Katica Donata Andrej David Dusan Alexander Rudolf Villi Daniela Ivan Josip Bence Ivan Karol Maria Krisenc Vittorio Ida Josip Leo Paolo Antonio ignoto Franz (Ivan) Mario Giovanna Emilia Marcella Antonio Franz Nada Govanni Ivan Mario Irene Bruno Maria Matja n. 6/2/1920 n. 24/8/1912 anni 23 ignota ignota n. 18/11/1902 n. 13/1/1912 n. 13/2/1910 n. 25/10/1925 n. 23/4/1914 n. 22/8/1866 n. 28/1/1922 n. 13/9/1921 n. 25/11/1915 n. 22/10/1913 n. 21/8/1881 n. 21/10/1902 n. 1/1/1908 ignota n. 10/11/1907 n. 31/3/1916 n. 8/5/1923 n. 26/2/1902 n. 20/6/1914 n. 27/3/1916 ignota n. 15/3/1924 n. 4/6/1911 n. 16/7/1927 ignota n. 16/3/1923 n. 27/3/1907 n. 19/7/1914 n. 12/08/1913 n. 25/06/1925 n. 19/10/1924 n. 15/1/1926 ignota ignota ignota n. 4/10/1914 anni 15 ignota n. 14/8/1908 n. 16/4/1892 n. 27/10/1908 n. 10/3/1905 n. 1921 n. 6/12/1895 ignota n. 27/2/1915 n. 26/2/1918 n. 28/4/1910 n. 8/9/1920 ignota Villa Blasich Castua Pola Valsantamarina Valsantamarina Fiume Fiume Fiume Fiume Fiume Sušak Fiume Castua Fiume Clana ignoto Blazici Sušak Mattuglie Fiume Sušak Mattuglie Fiume Zamet Fiume S. Giovanni di Mattuglie Mattuglie Abbazia Sušak Valsantamarina Ičići Fiume Castua Fiume Fiume Poljane Fiume Fiume Mattuglie Mattuglie Matteria Abbazia Abbazia Fiume Fiume Senosecchia Mattuglie Fiume Fiume Verbenico-Vrbnik (Veglia) Roma res. Fiume Fiume Fiume Castua Mattuglie 05/10/44 04/04/45 04/04/45 22/12/44 22/12/44 01/09/44 01/09/44 01/09/44 21/06/44 01/09/44 ignota 21/06/44 04/04/45 22/01/45 21/06/44 01/09/44 05/10/44 05/10/44 22/10/44 21/09/44 apr-44 01/09/44 19 o 20/12/44 01/09/44 05/04/45 ignota 01/09/44 05/10/44 01/09/44 22/12/44 21/09/44 04/04/45 21/06/44 05/04/45 01/09/44 22/01/45 01/09/44 06/04/45 ignota 19/12/44 22/01/45 ignota ignota 22/01/45 21/09/44 21/06/44 01/09/44 set-44 01/09/44 06/04/45 01/09/44 04/04/45 01/09/44 04/04/45 19/12/44 • Documento depositato presso - Dokument pohranjen pri: ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI VENEZIA GIULIA, Trieste. CAMPI DI PRIGIONIA DEGLI ITALIANI IN JUGOSLAVIA (1945-1947) 1. I campi individuati in base alla documentazione reperita presso il Vojnoistoriski Arhiv jugoslavenske Armije. (Archivio storico dell’Armata jugoslava) di Belgrado (Beograd). Prigionieri italiani, fondo non classificato e non rubricato La ricerca effettuata su questo fondo da Ljubinka Karpowicz per speciale concessione delle Autorità militari jugoslave ha portato agli atti della Società di studi fiumani la documentazione in fotocopia di quanto è stato possibile riprodurre (prima che la guerra del Kossovo nel 1999 interrompesse la nostra attività e rendesse inagibile l’Archivio a causa dei bombardamenti) accompagnata dalle relazioni periodiche della nostra ricercatrice sul materiale visionato. Pertanto le nostre valutazioni e i nostri dati conclusivi sui campi di prigionia di Italiani nella ex Jugoslavia si fondano sui seguenti documenti reperiti nel fondo sopra descritto: A) Elenco riassuntivo dei campi, probabilmente stilato nel 1946 a cura della Sezione prigionieri di guerra di Belgrado gestita da un Comitato antifascista composto da italiani. B) Copie di elenchi nominativi di prigionieri e di corrispondenza varia, relativa ai campi, pervenute all’Archivio della Società di studi fiumani a tutto il 1999. C) Materiale comunque visionato sul posto dalla Karpowicz, comprendente materiale fotocopiato e non fotocopiato, indicato nel riassunto analitico delle sue relazioni. Riteniamo che l’elenco, di cui al punto A) sia stato redatto nel 1946 dalla Sezione prigionieri italiani di Belgrado e che esso si riferisca alla situazione dei campi dopo gli ultimi consistenti rientri in Italia. Riteniamo di poter desumere ciò, dalla documentazione a nostre mani di numerosi smistamenti da un campo all’altro che si verificarono proprio nel 1946 e che concentrarono i prigionieri, suddivisi in 40 Battaglioni lavoratori, in 36 località di cui d’una, contenente 10 ufficiali e 10 «isolati», non viene fatto il nome. Il totale dei prigionieri che si dà per presenti nei campi di cui sopra è di 2.691. I trasferimenti avevano un carattere selettivo che emerge, in diversi casi, dal giudizio politico espresso a fianco di ciascun nominativo a cura del Comitato Antifascista del campo che dipendeva dalla Sezione belgradese sopracitata alla quale rendeva periodicamente conto del proprio operato. Il giudizio politico («Antifascista buono» o «mediocre», «non ancora maturo», «attivo», «passivo», ecc. ecc.) è risultato essere determinante ai fini del rimpatrio, prova ne sia che alcuni elenchi sono intestati come elenchi di «discriminazione» (vedi materiale B). Con il materiale B), la Società di studi fiumani è entrata in possesso di 61 elenchi per un totale di 8205 nominativi suddivisi sempre in 40 Battaglioni lavoratori e 210 Campi di prigionia degli italiani - Zarobljenički logori Talijana distribuiti tra 42 località di cui per 4 non viene indicato il nome. Nei Battaglioni n. 6 di Belgrado, Sajmište, Zemun, n. 316 di Borovnica, n. 20 di Čuprija, n. 37 di Prokuplje, n.16 di Sajmište e Kragujevac, n. 238 di Vrsac, sono stati registrati nominativi di militari originari della Venezia Giulia. In due separati elenchi, senza indicazione di località e senza riferimento numerico di Battaglione, abbiamo registrato i nominativi di 24 carabinieri arrestati a Zara e di 101 militari della RSI arrestati in diverse località della Venezia Giulia. Non abbiamo rilevato alcun nominativo di civile arrestato nella Venezia Giulia dal maggio 1945 in poi. Ljubinka Karpowicz nel corso del suo attento esame del materiale contenuto nel fondo prigionieri di cui sopra ha potuto annotare la presenza di 88 elenchi, di cui 26 non fotocopiabili ma debitamente annotati nelle sue relazioni di cui al materiale C), riportanti complessivamente 9210 nominativi distribuiti in 57 Battaglioni presenti in 47 località di cui 20 in Serbia, 6 in Croazia, 9 in Vojvodina, 1 in Slovenia, 3 in Montenegro, 1 in Macedonia, 2 in Bosnia e 5 non individuate geograficamente. Si registra inoltre la presenza di militari italiani in tre ospedali situati a Osijek, Vrbas e Škofja Loka e in due miniere: Banovići e Majdanpek. Di alcuni campi e delle due miniere non siamo stati in grado di trovare l’esatta localizzazione nell’ambito della ex Repubblica Socialista e Federativa Jugoslava. Non sono stati rilevati nominativi di civili tranne il caso di tre persone registrate a Borovnica: un infermiere residente a Fiume, un Capo tecnico alla manifattura tabacchi di Pola e un autista sempre di Pola. Dal controllo incrociato delle documentazioni A), B) e C) di cui sopra, risulta l’esistenza di 57 Battaglioni di lavoratori costituiti da militari delle Forze armate italiane. Le località individuate sono complessivamente 57 di cui per 4 non si ha il numero di riferimento del Battaglione presente. Le località sono le seguenti con indicati a fianco i numeri di riferimento dei Battaglioni Lavoratori presenti e, tra parentesi, la regione di appartenenza: 1) Aleksinac 38 (Serbia), 2) Banovići (Bosnia), 3) Belgrado 4-6 (Serbia), 4) Bor 47 (Serbia), 5) Borovnica 314-316 (Slovenia), 6) Brčko 524 (Bosnia), 7) Brza Voda 402 (non loc.), 8) Čuprija 20 (Serbia), 9) Demir Kapija 340 (Macedonia), 10) Indija 175213 (Serbia), 11) Karlovac Banački 141-227 (Vojvodina), 12) Kijevo (Bosnia), 13) Kikotovac Sisak 145 (Croazia), 14) Klanac 204 (Croazia), 15) Knin 128 (Croazia), 16) Kostolac o Novi Kostolac 19 (Serbia), 17) Kragujevac 16 (Serbia), 18) Kraljevo 26 (Serbia), 19) Kukujevići 211 (Vojvodina), 20) Lapovo (Btg non noto) (Serbia), 21) Lazarevac 38 (Serbia), 22) Ljubljana e Ljubljana Roznik 312-313 (Slovenia), 23) Lukovac 170 (Bosnia), 24) Majdanpek miniera (Serbia), 25) Mladenovac e Donij Mladenovac 17-175 (Serbia), 26) Moravica (Btg non noto) (non loc.), 27) Morović 201 (Vojvodina), 28) Nikšić 601 (Montenegro), 29) Niš 36 (Serbia), 30) Novi Sad 239-253-256 (Vojvodina), 31) Osiek Bolnica ospedale (Croazia), 32) Pančevo 229239 (Vojvodina), 33) Petrovac o Petrovac na Mlavi 21 (Serbia), 34) Pozarevac 19 (Serbia), 35) Prokuplje 37 (Serbia), 36) Sajimište 6-16 (Serbia), 37) Sarajevo 505524-525 (Bosnia Erzegovina), 38) Šibenik Mandalina 126 (Croazia), 39) Sid 203 Campi di prigionia degli italiani - Zarobljenički logori Talijana 211 (Vojvodina), 40) Škofija Loka ospedale (Slovenia), 41) Skopje (Macedonia), 42) Slavonski Brod 171-177 (Croazia), 43) Smederevo 18 (Serbia), 44) Solin 126 (Croazia), 45) Sombor 257 (Vojvodina), 46) Spalato Firule Ospedale 125 (Croazia), 47) Sremska Mitrovica 215 (Vojvodina), 48) Stari Becej 260 (Vojvodina), 49) Titograd 602 (Montenegro), 50) Tivat 604 (Montenegro), 51) Valjevo 56-229 (Serbia), 52) Vrbas 259 (Vojvodina), 53) Vrnjačka Banja 236 (Serbia), 54) Vršac 233-238 (Vojvodina), 55) Zagabria Prečko 104-106 (Croazia), 56) Zemun (Serbia), 57) località senza nome 140 (non loc.) - del Battaglione 319 non è stata individuata la località. Abbiamo dunque registrato complessivamente: n. 21 campi in Serbia, n. 9 campi in Croazia, n. 3 campi in Slovenia, n. 2 campi in Macedonia, n. 3 campi in Montenegro, n. 11 campi in Vojvodina, n. 5 campi in Bosnia Erzegovina.1 Il termine «Battaglione Lavoratori», ricorrente nella corrispondenza relativa al materiale A) di cui sopra, è un eufemismo propagandistico che nasconde lo stato di prigionieri e lascia intendere, sotto l’aspetto della militarizzazione di tale stato, una qualche forma di collaborazione dei prigionieri stessi con l’Esercito di liberazione jugoslavo. Non come «combattenti» ma come «lavoratori». Emblematico il caso del Battaglione partigiani italiani «Unità», stanziato a Zemun (Belgrado), formato da prigionieri italiani prescelti per la loro rispondenza all’indottrinamento comunista; nutriti, vestiti e calzati meglio degli altri, erano destinati a rientrare in Italia inquadrati nel 1946 per dimostrare la fratellanza italo-slava nella comune guerra di liberazione. In realtà non avevano mai combattuto. Si stima che su circa 50.000 italiani intrappolati nei Balcani, dopo l’8 settembre 1943, non più di 8.000 abbiano effettivamente operato nell’Esercito di liberazione jugoslavo. Tutti gli altri erano di fatto prigionieri. Le poche unità italiane combattenti avevano incominciato a rientrare in patria sin dal 1944 (da marzo la divisione Garibaldi) . Quando i rientri si interruppero all’insorgere della questione di Trieste e al preteso baratto di italiani in Jugoslavia contro jugoslavi in Italia, si stima che in Jugoslavia vi fossero ancora circa 17.000 italiani2. Di questi, come si è rilevato dalla documentazione a nostre mani più di 9.000 figuravano nei pretesi Battaglioni lavoratori e circa 3.000 furono a lungo trattenuti. Non sappiamo se, come e quando, questi siano rientrati in patria. Sappiamo solo che negli anni ’50 si riconosceva ufficialmente che qualche decina di italiani erano ancora in carcere a Belgrado. La differenza di 5.000, fra i circa 12.000 della documentazione oggi a nostre mani e i 17.000 risultanti alla Croce Rossa Internazionale, può essere solo in parte dovuta alla mancanza di altri 1 Tutti i documenti sono scritti a mano, spesso con grafia di non agevole lettura, a volte con alfabeto latino e a volte con alfabeto cirillico, gli elenchi non sempre indicano la località di stanziamento ma, a volte, la località di provenienza quando si tratta di trasferimenti da un campo all’altro. Non vi è alcuna indicazione utile, a volte, per distinguere un campo dall’altro. 2 ACS, PCM, 1948-50, b. 15/2, n. 10539, fasc. 1, lettera del presidente della delegazione del Comitato internazionale della Croce Rossa in data 17/11/1945. 212 Campi di prigionia degli italiani - Zarobljenički logori Talijana elenchi. È più probabile che sia dovuta proprio a quei civili che nei campi di Battaglioni Lavoratori non compaiono e la cui cifra si avvicina di molto ai 4.000 deportati dalla Venezia Giulia nel 1945, che alcuni hanno con molta prudenza stimato. Dalla documentazione a nostre mani abbiamo potuto individuare, parzialmente, anche i Responsabili della Sezione prigionieri italiani di Belgrado e dei comitati antifascisti periferici operanti nei diversi campi: A Belgrado: Nannetti, Cap. Dainese Eufisio, Carmini, Dolfi Danilo, prof. Socrate Mario. A Borovnica, Battaglione n. 316, Di Crescenzio Mario. A Sebenico, Battaglione n. 127, Colosi Nunzio. A Sebenico Battaglione n. 125, Toiati Enrico. A Čuprija, Battaglione n. 20, Mura Luigi. A Zemun, Battaglione «Unità», Commissario Politico Arrigo Bernardini e Comandante il Ten. M. Bergamaschi. A Nis, Battaglione n. 36, La Ragione Antonio. A Petrovac na Mlavi, Battaglione n. 21, Turati Pietro. A Kostolac, Battaglione n. 19, Pagni Silvano. A Bor, Battaglione n. 47, Rossi Pasquale. Mladenovac, Battaglione n. 17, Impellomeni Luigi. A Prokuplje, Battaglione n. 37, Zennaro Federico. A Valjevo, Battaglione n. 56, Puppo Sandro. Ad Aleksinac, Battaglione n. 38, Benvenuto Giuseppe. 2. Campi individuati presso l’Archivio di Stato di Fiume3 e non rilevati nel materiale di cui al precedente punto 1. I campi che risultano dalla corrispondenza datata 1945, esistente nel fondo del Comitato Popolare Cittadino di Fiume, sono i seguenti: – Crkvenica (tra Sušak e Buccari) in Croazia – Martinšćica (tra Sušak e Buccari) in Croazia – Pećine (Plumbum) a Sušak in Croazia – Vojnić (nei pressi di Karlovac) in Croazia. Per tali campi, dalle scarse copie di corrispondenza intercorsa, ai fini di notizie e permessi di accesso le richieste risultano indirizzate all’OZNA. 3. Campi citati nel corso di una conferenza plenaria di dirigenti amministrativi e responsabili per l’ordine e la sicurezza tenutasi a Sušak 4 il 15/16 maggio 1945 Si da notizia dell’esistenza di un campo per i condannati ai lavori forzati aperto a – Vran (sic) (forse Vranje località della Serbia meridionale). 3 4 DAR, Gradski narodni odbor (Comitato popolare cittadino), JU 16-2. «Vjesnik», XIX (1974). Campi di prigionia degli italiani - Zarobljenički logori Talijana 213 4. Campi segnalati da ex prigionieri italiani all’Ufficio informazioni dello Stato maggiore dell’Esercito italiano 5 Postumia (Slovenia), Vipacco (Slovenia), Villa del Nevoso (Slovenia), Planina nei pressi di Postumia (Slovenia), Prestane (non individuata), Idria (Slovenia), Kočevje (Slovenia). L’esistenza del campo a Villa del Nevoso risulta anche confermata nella conferenza6 degli accusatori popolari tenutasi a Trieste l’8/2/1946 per coordinare la lotta antifascista nella ex Venezia Giulia. In detta conferenza si dava anche per certa l’istituzione di un campo d’internamento nel centro dell’Istria, probabilmente nei pressi di Pisino. Di un campo a Palanca o Palanka si parla in una relazione7 da Udine datata 28/3/1946 trasmessa dal Capo della Polizia alla Presidenza del Consiglio. Alcun documento, sulla gestione di questi campi, risulta registrato presso l’Archivio Militare di Belgrado. C’è da ritenere che documenti del genere possano essere disponibili presso l’Archivio del Ministero dell’interno ma, sia in Croazia sia a Belgrado, i ricercatori di parte italiana e di parte croata non hanno avuto possibilità di accesso a tale archivio. ACS, PCM anni 1948-50, Busta 15/2, n. 10.599. DAR, Gradska komisija utvrđivanje ratnih zločina (Commissione cittadina per i crimini di guerra), JU 41 scat. 6. 7 ACS, Ministero dell’interno, Gab., 1944-1946, b. 138, fasc. 12148. 5 6 214 Campi di prigionia degli italiani - Zarobljenički logori Talijana ZAROBLJENIČKI LOGORI TALIJANA U JUGOSLAVIJI (1945.-1947.) 1. Logori ne utvrđeni na temelju dokumentacije pronađene pri Vojnoistorijskom Arhivu Jugoslavenske armije Beograd, talijanski zarobljenici, fond neklasificirani i nesređeni Istraživanje u ovom fondu kojega je obavila Ljubinka Karpowicz uz posebno dopuštenje vojnih vlasti Jugoslavije donijelo je u spise Društva za riječke studije dokumentaciju u preslikama onoga što je bilo moguće preslikati (prije nego što je rat na Kosovu 1999. godine prekinuo našu djelatnost i arhiv učinio nedjelatnim zbog bombardiranja) te periodična izvješća naše istraživačice o pregledanom materijalu. Utoliko su naša vrednovanja i konačni podaci o zarobljeničkim logorima za talijane u bivšoj Jugoslaviji zasnovana se na slijedećim dokumentima pronađenim u gore opisanom fondu: A) pregledni popis logora, vjerojatno sastavljen 1946. od strane Sekcije za ratne zarobljenike u Beogradu koju je vodio Antifašistički odbor sastavljen od Talijana; B) kopije popisa i korespondencija koji su pristizali u Arhiv Društva za riječke studije do konca 1999; C) materijal kojega je svakako pregledala u arhivu prof. Karpowicz, a obuhvaća preslikani i nepreslikani materijal, naveden u analitičkom sažetku njezinih izvješća. Podaci dobiveni iz materijala A): Smatramo da je takav popis sastavljen 1946. od strane Sekcije za talijanske zarobljenike u Beogradu i da se on odnosi na stanje u logorima nakon posljednjih masovnih povrataka u Italiju. Smatramo da možemo zaključiti, na temelju dokumentacije koju posjedujemo o mnogobrojnim prebacivanjima iz logora u logor koja su se dogodila upravo 1946., i koja su sabrala zarobljenike, raspodijeljene u 40 radničkih bojni, smještene na 36 mjesta, a ime jednoga od kojih, sa 10 časnika i 10 «u izolaciji» nije navedeno. Ukupan broj zarobljenika čije je prisustvo iskazano u gore navedenim logorima iznosi 2.691. Preseljenja su imala selektivni karakter, što se vidi u različitim slučajevima, na temelju izražavanja pored svakog imena političkog suda od strane logorskog Antifašističkog odbora, koji je ovisio od gore navedene beogradske sekcije, kojoj je podnosio povremena izvješća o vlastitom radu. Politički sud (Dobar ili osrednji «antifašist», «aktivan», «pasivan» itd., itd.) pokazao se ključnim po pitanju povratka u domovinu, a kao dokaz može poslužiti to što su neki popisi naslovljeni kao popisi za «diskriminaciju» (vidi materijal B). S materijalem iz B): Društvo za riječke studije došlo je u posjed 61 popisa s ukupno 8.205 imena, razvrstanih također u 40 radničkih bojni, smještenih na 42 mjesta, a za 4 smještenih od kojih ne navodi se ime. U bojni br. 6 iz Beograda – Sajmišta – Zemuna, br. 316 iz Borovnice, br. 20 iz Čuprije, br. 37 iz Prokulja, br. 16 sa Sajmišta i Kragujevca, br. 238 iz Vršca zabilježena su imena vojnika porijeklom iz Julijske krajine. U dva zasebna popisa, bez navođenja mjesta i bez navođenja Campi di prigionia degli italiani - Zarobljenički logori Talijana 215 broja bojne, pronašli smo imena 24 karabinjera uhićenih u Zadru i 101 vojnika Talijanske Socijalne Republike uhićenih u različitim mjestima Julijske krajine. Nismo zabilježili niti jedno ime civila uhićenih u Julijskoj krajini od svibnja 1945. na dalje. Prof. Karpowicz tijekom svog pozornog pregleda materijala sadržanog u fondu gore navedenih zarobljenika mogla je zabilježiti prisutnost 88 popisa (svi nisu bili dostupni za preslikavanje), koji sveukupno obuhvaćaju 9.210 imena raspoređenih u 57 bojni izmještenih na 47 mjesta, od kojih 20 u Srbiji, 6 u Hrvatskoj, 9 u Vojvodini, 1 u Sloveniji, 3 u Crnoj Gori, 1 u Makedoniji, 2 u Bosni i 5 zemljopisno neraspoznatih. Bilježi se nadalje prisutnost talijanskih vojnika u tri bolnice smještene u Osijeku, Vrbasu i Škofji Loki, te u dva rudnika u Banovićima i Majdanpeku. Za neke logore i za dva rudnika nismo mogli pobliže utvrditi mjesto u okviru bivše Socijalističke Federativne Republike Jugoslavije. Nije pronašla imena civila izuzev slučaja triju osoba popisanih u Borovnici: nekog medicinskog tehničara sa stalnim boravkom u Rijeci, nekog tehničkog šefa u tvornici duhana u Puli i nekog vozača također iz Pule. Unakrsnom kontrolom dokumentacije, A), B) i C) proizlazi da ima 57 radničkih bojni, sastavljenih od vojnika Talijanskih oružanih snaga, utvrđenih mjesta ima ukupno 57, za 4 od kojih nemamo broj prisutne bojne. Mjesta su sljedeća, a pored njih su navedeni i brojevi prisutnih radničkih bojni, a u zagradi je republika ili autonomna pokrajina: 1) Aleksinac 38 (Srbija), 2) Banovići (Bosna i Hercegovina), 3) Beograd 4-6 (Srbija), 4) Bor 47 (Srbija), 5) Borovnica 314-316 (Slovenija), 6) Brčko 524 (Bosna i Hercegovina), 7) Brza Voda 402 (nije locirano), 8) Ćuprija 20 (Srbija), 9) Demir kapija 340 (Makedonija), 10) Inđija 175-213 (Srbija), 11) Karlovac Banatski 141-227 (Vojvodina), 12) Kijevo (Hrvatska), 13) Kikotovac, Sisak 145 (Hrvatska), 14) Klanac 204 (Hrvatska), 15) Knin 128 (Hrvatska), 16) Kostolac ili Novi Kostolac 19 (Srbija), 17) Kragujevac 16 (Srbija), 18) Kraljevo 26 (Srbija), 19) Kukujevići 211 (Vojvodina), 20) Lapovo nepoznata bojna (Srbija), 21) Lazarevac 38 (Srbija), 22) Ljubljana i Ljubljana Roznik 312-313 (Slovenija), 23) Lukovac 170 (Bosna i Hercegovina), 24) Majdanpek rudnik (Srbija), 25) Mladenovac i Donji Mladenovac 17-175 (Srbija), 26) Moraica nepoznata bojna (nije locirano), 27) Morović 201 (Vojvodina), 28) Nikšić 601 (Crna Gora), 29) Niš 36 (Srbija), 30) Novi Sad 239-253-256 (Vojvodina), 31) Osijek bolnica (Hrvatska), 32) Pančevo 229-239 (Vojvodina), 33) Petrovac ili Petrovac na Mlavi 21 (Srbija), 34) Požarevac 19 (Srbija), 35) Prokuplje 37 (Srbija), 36) Sajmište 6-16 (Srbija), 37) Sarajevo 505-524-525 (Bosna i Hercegovina), 38) Šibenik Mandalina 126 (Hrvatska), 39) Šid 203 (Vojvodina), 40) Škofija Loka bolnica (Slovenija), 41) Skopje (Makedonija), 42) Slavonski Brod 171-177 (Hrvatska), 43) Smederevo 18 (Srbija), 44) Solin 126 (Hrvatska), 45) Sombor 257 (Vojvodina), 46) Split Firule 125 (Hrvatska), 47) Srijemska Mitrovica 215 (Vojvodina), 48) Stari Bečej 260 (Vojvodina), 49) Titograd 602 (Crna Gora), 50) Tivat 604 (Crna Gora), 51) Valjevo 56-229 (Srbija), 52) Vrbas 259 (Vojvodina), 53) Vrnjačka Banja 236 (Srbija), 54) Vršac 233-238 (Vojvodina), 55) Zagreb, Prečko 104-106 (Hrvatska), 56) Zemun 216 Campi di prigionia degli italiani - Zarobljenički logori Talijana (Srbija), i 57) mjesto bez imena 140 (nije lokalikzirano); za bojnu 319 nije pronađeno mjesto. Logora u Srbiji br. 20. Logora u Hrvatskoj br. 11. Logora u Sloveniji br. 3. Logora u Makedoniji br. 2. Logora u Crnoj Gori br. 4. Logora u Vojvodini br. 10. Logora u Bosni i Hercgovini br. 4.1 Pojam «radnička bojna» jest promičbeni eufemizam koji prikriva zarobljeničko stanje i daje naslutiti, pod vidom militarizacije tog stanja, nekakav oblik suradnje samih zarobljenika s Narodno-oslobodilačkom vojskom Jugoslavije. Nisu «borci» nego «radnici». Amblematičan je slučaj Bojne talijanskih partizana «Unità» («Jedinstvo») raspoređene u Zemunu (Beograd) sastavljen od talijanskih zarobljenika odabranih po otvorenosti prema komunističkoj indoktrinaciji, koji su dobivali bolju hranu, odjeću i obuću od ostalih, bili su određeni za povratak u Italiju 1946. radi dokazivanja talijansko-slavenskog bratstva u zajedničkom ratu za oslobođenje. U stvari nikada se nisu borili. Procjenjuje se da od oko 50.000 Talijana zatečenih na Balkanu, nakon 8. rujna 1943., nije više od njih 8.000 stvarno djelovalo u Narodno-oslobodilačkoj vojsci Jugoslavije. Svi su ostali u stvari bili zarobljenici. Malobrojne talijanske postrojbe koje su se doista borile počele su se vraćati u domovinu već od 1944. (Divizija Garibaldi već u ožujku). Kada je povratak prekinut zbog iskrsavanja tršćanskog pitanja i zahtjeva za zamjenom Talijana u Jugoslaviji za Jugoslavena u Italiji, Procjenjuje se da je u Jugoslaviji bilo još 17.000 Talijana2. Od tih, kako je bilo moguće vidjeti iz dokumentacije koju posjedujemo, proizlazilo je da ih je više od 9.000 u navodnim Radničkim bojnama, a oko 3.000 ih je dugo zadržano. Nije nam poznato jesu lise, kako i kada vratili u domovinu. Znamo samo da se 50-ih godina službeno priznavalo da je nekoliko desetaka Talijana bilo još u zatvoru u Beogradu. Razlika od 5.000, između oko 12.000 iz dokumentacije koju danas posjedujemo i 17.000 kojih je proizlazilo da ima Međunarodnom Crvenom križu, može biti samo djelomično uzrokovana nedostatkom drugih popisa. Vjerojatnije je da je uzrokovana civilima koji u logorima Radnih bojni nisu iskazani i čiji se broj jako približavao broju od 4.000 deportiranih iz Julijske krajine 1945., kako su neki obazrivo procijenili. Iz djelomične dokumentacije koju posjedujemo mogli smo djelomično utvrditi i odgovorne u Sekciji talijanskih zarobljenika u Beogradu perifernim antifašističkim odborima koji su djelovali u raznim logorima: u Beogradu: Nanetti, natporučnik Eufisio Dainese, Carmini, Danilo Dolfi, prof. Mario Socrate. U Borovnici, bojna 316, Mario Di Crescenzio. Šibenik, bojna 127, Nunzio Colosi. Šibenik, bojna 125, Enrico Toiati. Ćuprija, bojna 20, Luigi Mura. Zemun, bojna «Unità» («Jedinstvo»), politički komesar Arrigo Bernardini, zapovjednik 1 Svi su dokumenti pisani rukom, često teško čitljivim rukopisom, ponekad latinicom, a ponekad ćirilicom, popisi ne navode uvijek mjesto izmještenja, nego ponekad mjesto porijekla, kada su u pitanju preseljenja iz logora u logor. Nema nikakve oznake za razlikovanje jednih od drugih logora. 2 ACS, PCM, godine 1948.-50., k. 15/2, br. 10.593, fasc. 1, pismo predsjednika Talijanske delegacije Međunarodnog komiteta Crvenog križa od dana 17/11/1945.. Campi di prigionia degli italiani - Zarobljenički logori Talijana 217 poručnik M. Bergamaschi. Niš, bojna 36, Antonio La Ragione. Petrovac na Mlavi, bojna 21, Pietro Turati. Kostolac, bojna 19, Silvano Pagni. Bor, bojna 47, Pasquale Rossi. Mladenovac, bojna 17, Luigi Impellomeni. Prokuplje, bojna 37, Federico Zennaro. Valjevo, bojna 56, Sandro Puppo. Aleksinac, bojna 38, Giuseppe Benvenuto. 2. Logori otkriveni pri u Državnom arhivu u Rijeci3 i koji nisu otkriveni u materijalu prethodno stavka. Logori koji proizlaze iz korespondencije datirane s 1945., a postoji u fondu GNOO Rijeke su sljedeci: Crikvenica, Martinšćica, Pećine-Sušak, Vojnić. Za te logore, na temelju malobrojnog dopisivanja koje je uslijedilo, te vijesti i dozvola za pristup proizlazi da su zahtjevi upućeni OZNI. 3. Logori navedeni na sastanku upravnih voditelja i odgovornih za red i sigurnost održan 15. i 16. svibnja 1945. na Sušaku4: Donosi se vijesto postojanju nekog logora za osuđenike na prisilni rad otvoren u mjestu Vran (sic), možda Vranje, mjesto u južnoj Srbiji. 4. Logori dojavljeni od bivših talijanskih zarobljenika Obavještajnom uredu Vrhovnog stožera Talijanske vojske5: Postojna (Slovenija), Vipava (Slovenija), Ilirska Bistrica (Slovenija), PlaninaPostojna (Slovenija), Prestranek (Slovenija), Idrija (Slovenija), Kočevje (Slovenija). Postojanje logora u Ilirskoj Bistrici potvrđeno je i na sastanku narodnih tužitelja održanoj u Trstu 8/2/1946.6 radi koordinacije antifašističke borbe u bivšoj Julijskoj krajini. Na navedenom sastanku smatralo se sigurnim i postojanje internacijskog logora u središtu Istre, vjerojatno u blizini Pazina. O postojanju logora u Palanci ili Palanki govori se u izvješću iz Udina od dana 28.3.1946, koje je šef policije uputio Predsjedništvu Vijeća7. Ako dokumenti o djelovanju tih logora ne postoje u Vojnoistorijskom arhivu u Beogradu, može se smatrati da postoje pri Ministarstvu unutarnjih poslova, ali kako u Hrvatskoj, tako i u Beogradu, do danas istraživaci talijanske i hrvatske strane nisu imali mogučnost pristupa u taj arhiv. DAR, GNOO Rijeke, JU 16-2. «Vjesnik», sv. XIX, Rijeka, 1974.. 5 ACS, PCM, godine 1948.-50., k. 15/2, br. 10.599. 6 DAR, Gradska komisija za utvrđivanje ratnih zločina, JU 41, k. 6. 7 ACS, Ministarstvo unutarnjih poslova, Kabinet 44-46, k. 138, fascikl 12.148. 3 4 CONDANNE AI LAVORI FORZATI E AL CARCERE, A MULTE, A PROVVEDIMENTI DI SEQUESTRO E CONFISCA, REGISTRATE A CARICO DI CITTADINI DELL’EX PROVINCIA DEL CARNARO DAL 3 MAGGIO 1945 AL 31 DICEMBRE 1948 Le condanne da noi qui di seguito elencate sono state rilevate dalle seguenti fonti: 1. AMSF, Ricerca vittime - Elenchi processi, Archivio della Corte suprema militare, Belgrado (in elenco: ACSM): A carico di cittadini residenti nella ex provincia del Carnaro abbiamo trovato 4 sentenze emesse dal Tribunale militare di Fiume nel 1945, 4 sentenze del Tribunale militare di Lubiana emesse nel 1946, ancora 53 sentenze del Tribunale militare di Fiume emesse tra il 1945 e il 1946, 11 sentenze del Tribunale militare di Spalato emesse tra il 1949 e il 1953 e infine 57 sentenze emesse dal Tribunale militare di Fiume tra il 1948 e il 1952. Qui sono stati riportati complessivamente i nominativi di condannati a pene detentive. Le condanne a morte sono richiamate nell’elenco vittime che ha costituito lo scopo primario della presente ricerca. 2. DAR, Tribunale popolare circondariale di Fiume (Okružni narodni sud, Rijeka), (in elenco: TPCF): Abbiamo trovato solo l’elencazione di sentenze emesse nel 1947: in tutto 252. Nulla sappiamo sull’attività svolta nel 1945 e dal 1948 in poi. 3. DAR, Pretura popolare di Fiume (Kotarski narodni sud Rijeka) (in elenco: PPF): A partire dal 1948 le sentenze emesse sono a larga maggioranza relative a cittadini jugoslavi. Nel 1945, 1946 e 1947 i provvedimenti di confisca riguardano soprattutto i cittadini italiani. Ci siamo dunque limitati a rilevare i provvedimenti emessi fino a tutto il 1948. Abbiamo rilevato che i fascicoli rubricati negli anni 1945-1946-1947 e 1948 dovrebbero essere in tutto, se gli elenchi in nostro possesso fossero completi, 1.052. Disponibili in Archivio risultano invece essere 722 ma anche di questi ben 119 risultano mancanti o comunque non visionabili. 4. «Epurazione di Frontiera» di R. Spazzali (in elenco: ERS). Elenco condanne del 1948. 5. DAR, Denunce a carico di criminali di guerra pervenute alla Commissione crimini di guerra e pratiche inoltrate al Tribunale militare (CCGF): La Commissione cittadina per i crimini di guerra di Fiume era così composta: presidente Iskra Aldo, segretario Petrich Francesco, membro Francetich Stanislao, membro Serdoz in Iuretich Desanka, impiegate Nagy Editta e Silvani Jolanda. Risultavano consulenti legali della stessa: Borzatti Ettore e Fabiani Gino (n.d.a: è dubbio che quest’ultimi 220 Condanne - Osude siano entrati in carica risultando poi una tale funzione ricoperta da Sušanj Janko di Sušak. - Archivio di Fiume/Rijeka JU 41 scat. 4 e 5). 6. AMSF, Tribunale popolare distrettuale 1 (in elenco: TPD). 7. AMSF, Commissione mista beni abbandonati 2 (in elenco: CMBA): Per tali beni si intendevano quelli di cittadini che avevano lasciato il territorio senza dare notizia di sé o che non erano rientrati nello stesso dopo la fine delle ostilità o che appartenevano a cittadini prelevati dagli organi di polizia o da ignoti e successivamente scomparsi. In base agli elenchi sopraindicati noi abbiamo raccolto in tutto 1.155 nominativi che in tre anni e mezzo hanno comunque subito provvedimenti restrittivi della libertà personale o tali da essere privati di beni mobili e immobili di loro proprietà. Spesso hanno subito gli uni e gli altri e, a volte, il sequestro e la confisca hanno preceduto o hanno fatto seguito all’eliminazione fisica. Non infrequenti i nominativi di ebrei superstiti quali Berger, Blayer, Herskovitz, Grimberger, Mattersdorfer, Perugini, Weiss ecc., che scampati ai sequestri e alla deportazione da parte tedesca dovettero subire poi, a «liberazione» avvenuta, l’oppressione del regime comunista jugoslavo. Non si salvarono nemmeno i beni residui di alcuni ebrei deceduti ad Auschwitz e questo fu il caso, ad esempio, di Dora Gespez e di Clementina Prister. I dati raccolti ci confortano a stimare, prudenzialmente, che tra il 1945 e il 1948 non meno di 500 cittadini fiumani abbiano subito ufficialmente pene detentive e non meno di 1.500 abbiano subito sequestri e confische in base a sentenze emesse da organismi giudiziari della Jugoslavia. Il mancato accesso agli archivi del Ministero dell’interno, sia a Belgrado sia a Zagabria, non ci consente di poter valutare, nemmeno orientativamente, quanti siano stati i cittadini privati della libertà personale dagli organi di polizia sia quella ausiliaria dipendente dal Comitato popolare cittadino, sia quella segreta, denominata OZNA prima e UDBA poi, dipendente dall’Armata di liberazione jugoslava fino a settembre/ottobre del 1946 e successivamente dal Ministero dell’interno. Come per le condanne a morte, dove i casi di uccisioni senza sentenza alcuna superano di gran lunga quelli riscontrati presso gli archivi sopra indicati, si può ritenere che altre centinaia di persone siano state sottoposte a pene detentive, più o meno lunghe, senza alcun provvedimento emesso da organismi aventi carattere giudiziario. N.B.: Per gli spazi vuoti nell’elenco, alle voci «condanne» e «motivazioni» s’intendono mancanti sia l’una che l’altra. 1 2 AMSF, Ricerca vittime, L. Giuricin, elenchi datati marzo 1994 e 15/9/2000. Ibidem. 222 Condanne - Osude OSUDE NA PRISILNI RAD I NA ZATVOR, NA GLOBE, NA ZAPLJENE I KONFISKACIJE, ZAVEDENE NA TERET GRAĐANA BIVŠE KVARNERSKE PROVINCIJE OD 3. SVIBNJA 1945. DO 31. PROSINCA 1948. Presude koje smo prenosili u ovom tekstu nalaze se u sljedečim izvorima: 1. AMSF, Fond istraživanje žrtava, Arhiv vojnih sudova – Beograd (kratice ACSM). Na teret građana s prebivalištem u bivšoj Kvarnerskoj provinciji pronašli smo 4 presude izdane od Vojnog suda u Rijeci 1945., 4 presude Vojnog suda u Ljubljani izdane 1946., još 53 presude Vojnog suda u Rijeci izdane 1945. i 1946., 11 presuda Vojnog suda u Splitu izdane od 1949. do 1953., i na kraju 57 presuda izdanih od Vojnog suda u Rijeci između 1948. i 1952.. Tu donosimo u cijelosti imena osuđenih na kazne zatvora. Smrtne presude su uvrštene u popis žrtava, koji je predstavljao primarni cilj ovog istraživanja. 2. DAR, Okružni narodni sud u Rijeci (kratice TPCF) – Pronašli smo samo popis presuda izdanih 1947.: ukupno 252 presude. Ništa ne znamo o djelatnosti obavljanoj 1945. i od 1948. na dalje. 3. DAR, Kotarski narodni sud u Rijeci (kratice PPF) – Počevši od 1948. izdane presude odnose se u velikoj većini na jugoslavenske građane. Godine 1945., 1946. i 1947. mjere konfiskacije odnose se prvenstveno na talijanske građane. Ograničili smo se u bilježenju mjera izdanih do kraja 1948. Utvrdili smo da fascikala zavedenih u godinama 1945., 1946., 1947., i 1948. bi moralo biti ukupno 1.052, ako su popisi koje posjedujemo potpuni. Međutim proizlazi da ih je u arhivu dostupno 722, ali i od tih nedostaje ili nije dostupno za uvid njih 119. 4. «Epurazione di frontiera» (Pogranično čišćenje) Roberta Spazzalija (kratice ERS): popis presuda iz 1948. 5. DAR, Gradska komisija za ratne zločine, JU-41, k. 4-5. Prijave na teret ratnih zločinaca podnesene Komisiji za utvrđivanje ratnih zločina i predmeti proslijeđeni Vojnom sudu (kratice CCGF). Gradska Komisija za utvrđivanje ratnih zločina u Rijeci bila je sastavljena od: predsjednika Alda Iskre, tajnika 1 2 AMSF, Istraživanje žrtve 1940.-47., L. Giuricin, popisa datirani ožujak 1994. i 15/9/2000.. Isto. Condanne - Osude 223 Francesca Petricha, člana Stanislava Franceticha, člana Desanke Serdoz u Juretich, činovnica Editte Nagy i Jolande Silvani. Kao pravni savjetnici iste bili su: dr. Ettore Borzatti i dr. Gino Fabiani (sumnjivo je da su stupili na dužnost budući da kasnije tu dužnost obavlja odvjetnik Janko Sušanj sa Sušaka – Državni arhiv u Rijeci, JU 41, k. 4 i 5). 6. AMSF, Kotarski narodni sud (kratice TPD)1. 7. AMSF, Mješovita komisija za napuštena dobra2 (kratice CMB). Takvim dobrima smatrala su se dobra građana koji su napustili područje, a da nisu ostavili ikakve vijesti o sebi, ili koji se nisu vratili u grad nakon prestanka neprijateljstava, ili koja su pripadala građanima odvedenim od strane policijskih organa ili od nepoznatih i kasnije nestalih. Na temelju gore navedenih popisa mi smo sveukupno prikupili 1.155 imena koja su tijekom tri i pol godine svakako pretrpjela restriktivne mjere glede osobne slobode ili takve kojima su lišavani pokretnina i nekretnina iz njihovog vlasništva. Učestalo su trpjeli i jedno i drugo, ponekad je zapljena i konfiskacija prethodila ili slijedila fizičkoj likvidaciji. Nisu rijetkost ni imena preživjelih Židova poput Bergera, Blayera, Herskovitza, Grimbergera, Mattersdorfera, Peruginija, Weissa itd., koji, pošto su izbjegli zapljene i deportacije od strane Nijemaca, morali su pretrpjeti kasnije, nakon «oslobođenja» tlačenje jugoslavenskog komunističkog režima, koji im je oduzeo i ono što su prethodno uspjeli sačuvati. Nisu se spasila niti dobra preostala od nekih Židova stradalih u Auschwitzu, što je slučaj, primjerice, Dore Gespez ili Clementine Prister. Prikupljeni podaci omogućuju nam obazrivo procjenjivanje da je od 1945. do 1948. ne manje od 500 građana Rijeke službeno dobilo zatvorske kazne, i da je njih barem 1.500 doživjelo zapljene i konfiskacije na osnovu presuda izdanih od sudskih organa Jugoslavije. Izostanak pristupa arhivima Ministarstva unutarnjih poslova i u Beogradu i u Zagrebu ne omogućuje nam vrednovanje, čak niti okvirno, koliko je građana lišeno osobne slobode od strane policijskih organa, kako one pomoćne koja je ovisila od Gradskog narodno-oslobodilačkog odbora, tako i one tajne, nazvane OZNA prije i UDBA kasnije, koja je ovisila od Narodno-oslobodilačke vojske Jugoslavije do konca 1946., a kasnije od Ministarstva unutarnjih poslova. Slično smrtnim presudama, gdje slučajevi ubojstava bez ikakve presude poprilično nadmašuju one pronađene u gore navedenim arhivima, može se smatrati da još na stotine ljudi je podvrgnuto kaznama zatvora, dužim ili kraćim, bez ikakve mjere ispostavljene od tijela koja su imala karakter suda. Upozorenje: S praznim prostorima kod pojmova «osuđen» i «obrazloženje» podrazumijeva se da nedostaje i jedno i drugo. 224 Condanne - Osude Elenco parziale di fiumani condannati a vario titolo dal 3 maggio 1945 in poi - Djelomični popis riječana palih zbog različitih povoda nakon 3. svibnja 1945. pa dalje Nome Ime Cognome Prezime Condanna Osuda Motivo Razlog Nota Bilješka Adam Aldrighetti Alitovic Aljevic Allazzetta Allazzetta Amadi Ambrosich Amone Ancona Andrian Andrioli Annunzi Antonini Antonini Arcidiacono Arifovic Arnone Attanasio Avanzo Babarovic Babarovic Babarovic Babic Babic Bacchi Bacchia Bacchia Bacci Bacci Baccilieri Bacic Bacic Bacich Badiura Baici Bais Balbi Balbi Bana Banco Banelli Barbalic o Barbali Barbaric Barbiric Barco Barkany Barkarich Bartolocini Bartolomeo Bastajia Battaglierini Battestin Becchi Belgrado Belic Bellagamba Bellasich Belobarbic Benagli Bencic Benic Beninato Benkovic Benussi Benzan Berca Angelo Verde Alit Ahmed Antonio Anteo Virgilio Alberto Gasparo Romolo Candido Lisetta Nicolò Ramiro Gino Cosimo Riza Gaspare Maria Pietro Anton Reruccio Greta Antonio Maria Ferruccio Sergio Maria Iti Icilio Walter Nereo Elda Antonio Luigia Bruno Balbeno Ruggiero Ivan Daniele Martino Aurelio Pietro Stjepan Marija Livia Nicola Pelos Mario Luciano Rado Bruno Boris Armida Gianfranco Sime Firnante Riccardo Riccardo Nicola Giuseppe Marino Gaetano Ivan Giovanni Odette Roberto due mesi e multa sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca un anno e confisca sequestro e conf. beni sette mesi confisca ditta due anni con confisca tre anni e sei mesi sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sabotaggio economico scomparso sabotaggio economico sabotaggio economico milite Milizia RSI attività antipopolare mancante collaborazionismo mancante sabotaggio economico resp. Fascio RSI mancante casalinga sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni confisca beni sequestro e conf. beni cinque anni sei mesi tre anni e confisca sequestro e conf. beni mancante mancante attività antipopolare mancante collaborazionismo milite Milizia RSI sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca sequestro e conf. beni cinque anni sequestro e conf. beni dodici mesi sequestro e conf. beni quattro anni e sei mesi sequestro e conf. beni cinque mesi dieci anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sei mesi due anni multa e confisca quindici anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni tre anni un anno cinque anni con conf. due anni e quattro mesi sequestro e conf. beni tre mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei anni tre anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni attività antipopolare mancante mancante crimini su beni popolari attività illecita mancante collaborazionismo offese a potere popolare mancante mancante attività antipopolare collaborazionismo trasferimento illegale mancante collaborazionismo mancante indisciplina in servizio attività contro il regime reati contro il popolo Fonte Izvor TPCF PPF PPF PPF TPCF TPCF denuncia CCGF PPF contatti con esuli TPCF PPF sequesto/conf. In PPF TPCF ACSM PPF TPCF denuncia CCGF PPF PPF TPD PPF PPF passato a Trib. Milit. CCGF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF fatto fuggire persone TPCF PPF sequestro/conf. In PPF TPCF PPF CCGF PPF PPF TPCF PPF ACSM PPF ACSM PPF ACSM PPF false carte identità TPCF indagato CCGF ACSM PPF PPF PPF PPF TPCF TPCF ACSM PPF TPCF PPF PPF TPCF persone oltre confine TPCF ACSM TPCF ACSM PPF ACSM PPF PPF ACSMB contatti fiumani Trieste TPCF PPF PPF 225 Condanne - Osude Berger Herscovitz Bergher Berkevich Berkovich Bernabeo Berti Berti Bertoletti Bettini Bettini Bezic Biagini Bianchi Bianco Biancorosso Biasini Bidan Bielohzibek Bielohzibek Bilz Blasevich Blasich Blasich Blasini Blasizza Blayer Blayer Blecic Blecich Blecich Blecich Boccato Bohrer Bohrer Bohunj Bolf Bonanno Boni Bonifacio Bonivento Boron Borri Borzatti Bovio Bozic Boznjak Bradicich Bradicich Bresaz Bressan Bressan Bressanello Bressanello Bressani Brida Brizio Brncic Broccari Brocchi Brucchietti Brunelli Brunetta Bruno Budimir Bufalin Bukovski Bunicich Burgstaller Burlini Burul Busdon Butkovich Buttignon Cacciolato Caffon Rella Bruno Antonio Brigida Raimondo Francesco Vittoria Cesare Alberto Gregorio Andrea Carlo Guido Ernesto Enrico Francesco Salvatore Hinko Antonia Natalia Giuseppe Mario Giuseppe Francesco Adi Pietro Serena Sergio Natale Rodolfo Ivan Giovanni Ferdinando Giuseppe Giuseppe Nikola Ernesto Antonio Giuseppe Alma Ines Roberto Ettore Gianbattista Vladimir Giuseppe Nives Romano Antonio Anita Lodovico Renato Iginio Ricciotti Italico Gianvincenzo Mate Rinaldo Carlo Luigi Giovanni David Filippo Milivoj Augusto Eugenia Amalia Arturo Ermanno Antonio Pietro Ervino Angelo Primo Bruno sequestro e conf. beni multa attività antipopolare PPF TPCF CCGF PPF PPF PPF CMBA persone oltre confine TPCF sequestro/conf. In PPF TPCF PPF PPF ACSM PPF sequestro/conf. In PPF TPCF CCGF PPF PPF PPF PPF PPF criminale di guerra PPF PPF TPD TPD PPF TPCF TPCF denuncia CCGF ACSM revocata PPF Sabotaggio econ. PPF PPF PPF PPF PPF passato a Trib. Milit. CCGF PPF PPF PPF PPF PPF PPF TPCF anche ACSM PPF TPCF PPF ERS PPF anche ACSM PPF TPCF PPF PPF ACSM PPF TPCF PPF PPF PPF TPCF TPCF CCGF PPF PPF PPF PPF PPF sacerdote oltre confine TPCF PPF PPF PPF denuncia CCGF PPF denuncia CCGF PPF fatto fuggire persone TPCF ACSM PPF TPCF passato a Trib. Milit. sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi confisca e sequestro nove mesi dieci mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei anni sequestro e conf. beni sei mesi mancante bene abbandonato attività antipopolare commercio illecito mancante collaborazionismo Commiss. PS a Fiume sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca ditta mancante confisca criminale di guerra dieci anni spia e aiuto fughe illegali sequestro e conf. beni confisca beni collaborazionismo confisca beni collaborazionismo quattro anni propaganda nemica sequestro e conf. beni sequestro e conf. Beni due anni sequestro e conf. beni cinque anni e confisca mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf beni. agente segreto sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni quattro mesi e confisca sabotaggio economico multa e confisca speculazione illecita tre mesi con confisca collaborazionismo sequestro e conf. beni mancante propaganda italiana confisca ditta mancante multa e confisca speculazione illecita un anno offese a potere popolare sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due mesi mancante sequestro e conf. beni confisca beni collaborazionismo sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi con confisca collaborazionismo tre mesi con confisca collaborazionismo coman.te Carab. Fiume sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni dieci mesi trasferimento illegale sequestro e conf. beni un anno e quattro mesi mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni maresciallo Milizia RSI sequestro e conf. beni operaio Cantieri Fiume cinque anni attività antipopolare due anni mancante sequestro e conf. beni confisca beni sabotaggio economico 226 Caffon Calderara Callimici Callimici Callochira idem? Callochira idem? Camalich Capellani Cappellani Capurso Caravani Caravani Caretto Cartesio Cattalinich Cattonaro Cavalian Cavazzi Cavidoni Celle Cerne Cernich Cernich Cesare Ceschi Ceschiutti Chersi Chesani Chiandussi Chianese Chioggia Chiopris Ciciriello Cicovich Cidri Cilenti Cirillo Clagnam Cobelli Coderin Colimizi Colizza Colman Colussi Colussi Contesso Coppola Cori Cori Cori Corradi Corte Corte Cosciano Cossetto Costantini Cottiero Covi Cozza Crespi Crisostomi Cristian Cristin Cristin Crost Csepely Csikszenmihaly Cubelic Cubranic Cunradi Cunradi Curatolo Curia Curl Curto Condanne - Osude Bianca Antonio Adriano Renato Marino Ratimir Andrea Anna Felice Raffaele Anita Alice Ernesto Jolanda Gigliola Domenico Giorgio Carlo Giovanni Amedeo Josip Ezio Bruno don Giacomo Attilio Giuseppe Hildegarda Giuseppe Luciano Vincenzo Giuseppe Carlo Salvatore Narciso Ettore Adriano Guglielmo Angelo Antonia Maria Adriano Michele Arturo Cherubino Carlo Vincenzo Vincenzo Vittorio Santa Gigliola Adolfo Pietro Angelo Menotti ?? Alferio Francesco Salvatore Alberto Artemio Antonio Emilio Daniele Francesco Giovanni Zoltan Alfredo Mijo Paula Noemi Radoma Ernesto Filippo Ivanka Giovanni confisca beni multa e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni confisca e sequestro reati contro beni popolo mancante mancante impieg.comun. Laurana bene abbandonato elettromeccanico milite Milizia RSI sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni passato a Trib. Milit. passato a Trib. Milit. sabotaggio economico passato a Trib. Milit. confisca ditta venti mesi due anni sequestro e conf. beni sei mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni multa e confisca tre anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni confisca ditta sequestro e confisca sei mesi con confisca sequestro e conf. beni sei mesi sei mesi con confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni cinque anni sequestro e confisca quattro mesi e confisca quattro anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni un anno e sei mesi multa e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca e sequestro un anno e sei mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni carcere dodici anni sequestro e conf. beni sette anni tre e sei mesi sei mesi tre mesi con confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni un anno con confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sette mesi e multa calderaio mancante mancante mancante fascista attività antipopolare speculazione illecita mancante anche ACSM nemico del popolo mancante mancante sabotaggio economico offese a potere popolare collaborazionismo attività antipopolare nemici del popolo sabotaggio economico milite Milizia RSI mancante fatto fuggire persone sequestro/conf. In PPF sabotaggio economico sabotaggio economico maresciallo Milizia RSI bene abbandonato mancante sabotaggio attività antipopolare mancante mancante mancante collaborazionismo sabotaggio economico sabotaggio economico denuncia CCGF TPCF PPF PPF PPF ACSM CCGF CMBA CCGF CCGF CCGF PPF PPF PPF TPCF CCGF CCGF PPF ACSM ACSM PPF ACSM PPF PPF ACSM PPF TPD PPF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF TPCF TPCF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF TPCF CCGF ACSM PPF PPF PPF TPCF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF CMBA ACSM PPF PPF ACSM ACSM PPF ACSM ACSM ACSM TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF TPCF 227 Condanne - Osude Cussar Cussar Cussar Cuzzi Dadic Danielis Dassovich Dassovich Daudre Aladar D’Augusta De Angeli De Carolis De Cova De Eidlitz De Gauss De Maineri De Martin De Micheli De Mitri De Nardo De Natali De Petris De Poli De Radiis De Sanctis De Thian Decleva Deconstantin Deffar Del Bello Del Fabbro Del Fime Del Savio Delaiti Banic in Celle Delenececz Delgino Delhasz Delich Della Riva Dellabana Delli Galzigna Dell’Orco Deluca Demajlovic Depoli Depretto Derencin Derencin Derenzin Derenzin Derenzin Derin Derogna Descovich Descovich Devcic Devjak Di Caro Di Foro Di Pasquale Di Sabato Diklic Diosy Diracca Divizia Djurovic Dlacic Dolgan Dolic Dragonja Dranc Droffenig Dubokovic Dubrovich Dubrovich Natale Luigi Luigia Erma N. Mario Mario di Mario Mario fu Pietro Vincenzo Umberto Raul Silvano ?? Giovanni Francesco Arturo don Girolamo Luigi Stefano Lino Luigi Nino Aldo Gastone ?? Alessandra Albina Domenico Giulio Giovanni Carlo Vincenza Caterina Isabella Elisabetta Costanzo Rudolf Luigi Diletto Leopoldo Giuseppe Adriano Michele Meditu Attilio Vittorio Italo Felice Nereo Mario Ferruccio Lucia Elena Maria Laura Grga Eduard Salvatore Antonio Adelchi Stanca Nikola Andrija Maria Mansueto Svetomir Dinko Framcesco Fejk Nicola Desiderio Mihovil Tile Luigia Vjekoslava confisca beni confisca beni confisca beni multa e confisca sequestro e conf. beni tre mesi e confisca beni quindici anni sequestro e conf. beni un anno sei mesi con confisca ignoto quattordici mesi sei anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni tre anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni un anno e confisca sequestro e confisca sequestro beni otto anni sequestro e conf. beni quattro mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni quattro anni sequestro e conf. beni due anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca e sequestro confisca ditta sequestro e conf. beni mancante sequestro e conf. beni confisca e sequestro sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni multa e confisca confisca beni confisca beni confisca beni tre mesi e multa otto mesi multa e conf. sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni 30 mesi e conf. Beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni confisca beni quattordici mesi un anno mancante sequestro e conf. beni un anno sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni collaborazionismo collaborazionismo collaborazionismo sabotaggio economico sequestro/conf. In PPF collaborazionismo attività antipopolare anche ACSMB mancante sabotaggio economico mancante attività antipopolare mancante collaborazionismo attività antipopolare sequestro/conf. In PPF persone oltreconfine sequestro/conf. In PPF denuncia CCGF mancante nemici del popolo mancante mancante mancante mancante mancante bene abbandonato mancante attività antipopolare bene abbandonato collaborazionismo sabotaggio economico collaborazionismo collaborazionismo collaborazionismo attività antipopolare sabotaggio economico fuga illegale persone denuncia CCGF mancante mancante illecito commercio mancante trasferimento illegale mancante collaborazionismo persone oltrefrontiera TPCF TPCF TPCF TPCF PPF TPCF ACSM PPF ACSM TPCF ACSM TPCF TPD PPF PPF TPCF TPCF PPF PPF PPF PPF TPD PPF PPF TPD PPF ACSM PPF PPF ACSM PPF ACSM PPF PPF CMBA PPF PPF TPCF PPF CMBA PPF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF TPCF TPCF TPCF TPCF TPCF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF ACSM ACSM TPCF PPF ACSM PPF PPF TPCF PPF 228 Duimovich Dukich Ecker Eidelsbacher Elia Erbisti Erjavec Ervini Fabbrini Fabbro Fabich Fabietti Fabietti Fabris Fabro Facchini Faccini Falconi Falconi Fama Famea Famea Famea Fanti Fantini Fantini Fattori Favretto Favretto Federici Feoli Fercovich Barbier Fergacich Ferlan Ferletic Ferrara Ferrari Ferro Ferroni Filipovich Filipovich Filipovich Finotello Fiocchi Flaibani Flamini Flamini Fletzer Fonda Fonda Fontana Fornasaro Fossa Fossa Fossa Fossa Fossati Foti Francetich Franco Franjic Frank Frankovich Friedrich Friedrich Frifoglio Frifoglio Frifoglio Frkovich Frlan Froglia Fucak Fucak Fumi Fumis Condanne - Osude Remigio Antonio Anna Francesca Augusto Emilio Annone Ivana Ivan Ladislao Josip Maria Fabietto Antonio Massimo Angelo Federico nome scon. Silvana Santuzza Giuseppe Eleonora Dorina Maria Giuseppe Ferruccio Emilio o Emiro Giuseppe Giorgio Vanda Luigi Fulvio Gisella Benedetto Giovanni Antonio Iris Eligio Ettore Enrico Giovanni Vinko Anka Olga Ajace Gino Emberto Spartaco Gino Umberto Carlo Bruno Angelina Adolfo Silvio Gioacchino Adolfo Vladimiro Cesare Antonio Antonio Krunoslav Guido Daniela Aldo Liliana Francesco Giovanni Antonio Rodolfo Alfredo Vittorio Dora Barbara Amato Aldo sequestro e conf. beni un anno e confisca sequestro e conf. beni tre anni e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni confisca beni confisca ditta cinque anni tre anni e otto mesi confisca ditta sequestro beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni quattordici anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni otto mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei anni sequestro e conf. beni sabotaggio economico collaborazionismo vice federale PNF mancante milite Milizia RSI collaborazionismo sabotaggio insolvenza tasse attivitià antipopolare mancante mancante seniore Milizia mancante casalinga anni 17 casalinga anni 32 casalinga mancante attività antipopolare mancante mancante commerciante mancante agente SS sequestro e conf. beni un anno sabotaggio economico sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni casalinga sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni mancante casalinga quattro mesi e multa sabotaggio economico sospensione pena sabotaggio economico sospensione pena sabotaggio economico sequestro e conf. beni tre mesi con confisca collaborazionismo studente sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni attività contro il regime dodici mesi attività antipopolare sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni mancante un anno e confisca beni mancante confisca beni mancante confisca beni mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni un anno offese a comandante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni mancante PPF TPCF PPF sequestro/conf. In PPF TPCF denuncia CCGF PPF criminale di guerra PPF ACSM PPF denuncia CCGF PPF PPF TPCF TPD PPF ACSM ACSM PPF CCGF PPF PPF PPF passato a Trib. Mil. CCGF passato a Trib. Mil. CCGF passato a Trib. Mil. CCGF ACSM anche otto anni ACSM PPF PPF PPF ACSM PPF PPF PPF PPF PPF passato a Trib. Mil. CCGF ACSM PPF CCGF PPF PPF PPF PPF PPF passato a Trib. Mil. CCGF PPF criminale di guerra PPF PPF PPF PPF PPF PPF ACSM CCGF TPCF sequestro/conf. In PPF TPCF sequestro/conf. In PPF TPCF PPF TPCF CCGF denuncia CCGF PPF PPF PPF ACSMB fatto fuggire persone TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF ACSM PPF PPF ACSM 229 Condanne - Osude Furst Gabel Gabrielli Gacchina Gaggi Gagliano Galetti Gallarini Gallinari Gallinari Gallovich Gambino Gandolfo Gapit Garcsar Gecele Geisiger Genovese Gerin Gerl Gespez Gespez Getto Gherbaz Gherbaz in Prodam Ghersi Ghersinich Ghioggia Giacchetti Giacomo Giannese Giannese Gigante Gigante Gigante Gillitzer Giordani Gisinger o Gisigar Giuliano Glavan Gliscenko Juretich Gloria Gobbo Gobbo o Gobo Goresar Gorup Grabner Grainich Grasso Grattoni Grbaz Gregorich Gregoris Grimberger Grohovac Grohovac Grossich Grubesic Grubessi Guerro Guetti Gylek Hadzijusufovic Haltrobek Hanopel Haramija Hasenteufel Heidrich Heimler Heimler Heimler Herlitzka Herman Hersciack Hersciack Edvino Guglielmo Ines Stefano Otello Giuseppe Osman Gino Alfredo Durante Luciano Calogero Ermanno Arno Maria Enrico Walter Vincenzo Giovanni Maria Giovanni Dora Alfredo Davide Valeria Alberto Ettore Giuseppe Gino Don Cesare Emanuele Leo Bruno Riccardo Luigia Stefania Ignazio Walter Salvatore Ladislavo Filippina Alfredo Nevio Claudio Maria Giovanni Paolo Antonio Annamaria Rodolfo Giovanni Giovanna Osvaldo Adele Narciso Ida Vladimiro Jolanda Giuseppe Cesare Gogliardo Mercedes Asif Marco Ugo Augustin Carlo Elisabetta Tiburzio Emerico Elisabetta Livio Ebrio Luigi Laura multa e confisca diciasette mesi e conf. sequestro e conf. beni due anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro beni confisca beni sospensione pena un anno e sei mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca e sequestro giustiziato da Aut. Jug. sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni tre anni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni e confisca confisca beni sequestro e conf. beni sette anni sequestro e conf. beni sei mesi otto mesi tre anni e sei mesi confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni mancante sequestro beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca e sequestro sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni cinque mesi dieci mesi e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca confisca e sequestro sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca e sequestro sequestro e conf. beni un anno e confisca confisca beni sabotaggio economico trasferimento illegale persone oltre confine negoziante propaganda nemica passato a Trib. Mil, segr. Fed. Fascio Fiume collaborazionismo collaborazionismo milite Milizia RSI passato a Trib. Mil. speculazione illecita mancante Questore di Fiume sabotaggio economico trasferimento illegale persone a Trieste bene abbandonato meccanico impiegata passato a Trib. Mil. collaborazionismo mancante agente SS collaborazionismo mancante collaborazionismo anche inPPF attività antipopolare fatto fuggire persone offese a potere popolare mancante propaganda nemica collaborazionismo mancante attività antipopolare mancante bene abbandonato mancante collaborazionismo sabotaggio economico bene abbandonato bene abbandonato sabotaggio economico sabotaggio economico TPCF TPCF PPF CCGF ACSM PPF PPF CCGF TPCF TPCF CCGF PPF PPF PPF PPF PPF PPF CCGF TPCF TPCF PPF PPF CMBA CCGF CCGF PPF PPF PPF TPCF ACSM PPF CCGF TPCF PPF PPF PPF TPD TPCF PPF TPCF PPF TPCF ACSM ACSM TPCF PPF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF PPF CMBA PPF PPF PPF ACSM TPCF PPF PPF PPF CMBA PPF PPF PPF PPF PPF PPF CMBA PPF TPCF TPCF 230 Herskovitz Hlebez Hoedel Hoyos Hrlec Hrvatin Hupp Iskra Islami Islinger Ivancic Jagodnik Jagodnik Jankovich Jankovich Jardas Jellouscheg Jezzi Jugo Jugo Juricev Juricich Jurkovic Kajba Kalani Kalpic Kappel Karakasevic Karlovac Kastelich Katic Kelemen Kindle Klinc Knezic Kociancich Koen Kolovits Hupp Komadina Kopaitic Gorup Kosic Kovacev Kozulic Kozulic Krahl Aub Kraljic Kresevich Krivicic Kriz Krizman Krojsa Kubat Kucic Kucich Kucich Kucina Kuharic Kuhnel Kukurin Kurtes La Scala Lado Lado Lado Lagatolla Lamancusa Lambertini Lamza Lamza Lanfredi Lapp Latarulo Lazar Lazzari Lazzari Condanne - Osude Agata Luigia Giovanni Roberto Edgardo Franjo Josip Antonio Giovanni Ramiz Carol Tommaso Giuseppe Vladimir Gino Oscar Marino Vincenzo Benedetto Carolina Anton Antonio Mirko Mate Barica Milan Ante Franjo Ivan Vinko Andrea Vera Fabiano Massimiliano Goffredo Maria Romeo Kajne Anna Matijan Josefina Ivan Veljko Marija Dinka Camilla Giorgio Antonio Ivan Mirko Vittoria Emilia suor Dimitrije Mario Benedetto Francesco Ivan Jelena Riccardo Giuseppe Josip Francesco Giorgio Ugo Innocente Giuseppe o Pino Giuseppe Guido Velimir Zdenko Giuseppe Serene Salvatore Ludmila Antonio Vittoria sequestro e conf. beni un anno sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi sequestro e conf. beni un anno e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni confisca beni sei mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni dieci anni e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni un anno e sei mesi sequestro e conf. beni confisca beni cinque anni Trib. Mil: mancante sequestro e conf. beni dodici mesi otto mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due mesi con confisca cinque anni due anni sequestro e conf. beni multa e confisca un anno sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni un anno sequestro e conf. beni venti anni confisca beni sequestro e conf. beni un anno due anni e confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni confisca beni attività antipopolare trasferimento illegale mancante collaborazionismo collaborazionismo indisciplina sabotaggio economico criminale di guerra trasferimento illegale sabotaggio economico dentista collaborazionismo attività antipopolare mancante sabotaggio economico mancato controllo ditta attività antipopolare propaganda nemica muratore sabotaggio economico trasferimento illegale attività antipopolare criminale di guerra collaborazionismo mancante cap. Milizia RSI impiegata collaborazionismo collaborazionismo PPF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF persone oltre confine TPCF PPF TPD PPF PPF PPF anche inPPF TPCF TPCF ACSM PPF PPF TPCF PPF PPF TPD PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF persone a Trieste TPCF PPF TPCF passato a Trib. Mil. CCGF ERS PPF ACSM PPF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF denuncia CCGF PPF PPF PPF TPCF fatto fuggire persone TPCF TPCF PPF CCGF TPCF sacerdote oltre confine TPCF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF anche in PPF TPCF PPF TPD denuncia CCGF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF passato a Trib. Mil. CCGF TPCF TPCF 231 Condanne - Osude Lazzari Vittorio Lazzari Maria Lazzarich Giuseppe Lazzarini Aristide Lazzarini Gino Leban Luigi Leisching Netty Lenaz Attilio Lenaz Onorato Lenaz Leonardo Lenski Erberto Lenski Riccardo Lenuzzi Valentino Leonessa Lionello Leonessa Nives Lesica Antun Lini Alceo Lipicer Giorgia Ljubojevic Milan Locatelli Gaetano Locatelli Maria Loiacono Vincenzo Loker Gino Lombardi Michele Lorenzi Adolfo Lorenzin Ivan Lucchini Fausto Lucci Vasco Luksich Renato Luksich Antonio Lusuardi Giuseppe Macehoro Aldo Macko Maria Magasic Nikola Maglica Franjo Mahmutovic Alim Malaspina Eugenio Malatesta Antonio Malina Josip Malpiccoli Michele Maltauro Carlo Malusa Giovanna Mammolato Mario Mandich Mario Mangli Innocente Mansueto Divizia Maraspin Giuseppina Marassi Basilio Marcatti Giovanni Marce Paolo Marcelija Anton Marchini Giuseppina Marciano Domenico Mares Giovanni Mariano Pietro Marini Umberto Markov Radomir Markovic Grdjan Markovic Remigio Marsanich Donato Martinez Giovanni Martinolich Ferruccio Marussi Garibaldo Marvin Giovanni Marzano Dora Masiero Pietro Matak Sime Matera Francesco Matesich Ernesto Matesich Viktorija Matkovic Remigio Matteri/ Mattersdorfer Mauri Giuseppe Mauro Teresa Meden Jelka confisca beni confisca beni multa e confisca beni quattro mesi e confisca sequestro e conf. beni cinque anni sequestro e conf. beni sei mesi otto anni e confisca sequestro e conf. beni quattro anni multa e confisca carcere due anni diciotto mesi sequestro e conf. beni due anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni due mesi e multa sequestro e conf. beni sette mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni quindici anni sequestro e conf. beni ignoto confisca e sequestro confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca sequestro e conf. beni confisca beni dodici anni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni sette mesi sequestro beni sequestro e conf. beni sette mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sedici mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca e sequestro sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni e sei mesi sequestro e conf. beni multa sequestro e conf. beni giustiziato Armata Jug. sequestro e conf. beni dodici mesi tre anni cinque anni e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e confisca Bruno mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni collaborazionismo collaborazionismo commercio illecito sabotaggio economico sequestro/conf. In PPF mancante mancante attività antipopolare attività antipopolare sabotaggio economico sabotaggio mancante mancante anche seq./conf.- PPF mancante sabotaggio economico sabotaggio economico attività antipopolare persone oltre confine attività antipopolare attività contro il regime contatti CLN Trieste mancante bene abbandonato mancante sabotaggio economico collaborazionismo attività contro il regime collaborazionismo speculazione illecita mancante mancante attività antipopolare fatto fuggire persone milite Milizia RSI bene abbandonato denuncia CCGF trasferimenti illegali persone oltre confine sabotaggio economico attività antipopolare collaborazionismo nemici del popolo sequestro e conf. beni mancante servizio OVRA TPCF TPCF TPCF TPCF PPF ACSM PPF ACSM TPCF PPF ACSM TPCF ACSM PPF PPF PPF ACSM PPF PPF TPCF TPCF PPF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF TPCF ACSMB PPF ACSM CMBA PPF PPF PPF PPF TPCF PPF TPCF ACSMB PPF TPCF PPF TPCF PPF ACSM PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF CMBA PPF PPF TPCF PPF TPCF PPF CCGF PPF ACSM TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF ACSM PPF PPF 232 Meinhardt Menard Merini Merkoci Mescola Michelazzi Michelich Michich Miftarevic Migliorini Mihalic Mihalic Saraceni Mihelcic Mihich Mijan Milani Milazzo Miletich Miljenkovich Milleni Milosevich Mimin Minach Minach Mini Mini Mini Minussi Minutti Miretti Misul Mizzan Moderini Moderini scritto Naderini Mogan Sachs de Gric Monti Montina Morelli Moroni (Marunich) Moscarda Moscarda Delcaro Moscato Motika Motta Mulaz Muller Mura Murgia Nador Naimi Neblia Neccheri Negri Negri Nicatra Nicetra Novello Oberstar Obeziner Opatic Orazielli Oreskovic Ortali Ossoinach Ossoinach Ossoinack Ossojnack Ottoscleger Ozegovic Padovani Padridis Paduani Pagan Pagan Condanne - Osude Ivan Maria Emerico Ivana Ferruccio Bruna Mario Mauro Hasim Giovanni Paolo Pietro Maria Ivan Iginio Anna Gabriele nome scon. Maria Bosilika Amedeo Casimiro Ernesto Ugo Gino Ariosto Mario Erna Ruggero Guerrino Amabile Giuseppe Adriano Giacinto Dante Massimiliana Ulderico Edgar Placido Oscar Domenico Domenica Carmela Franjo Ugo Guerrino Alarih Bruno Umberto Ladislao Ettore Ugo Elena Livio Maria Maria Raffaele Maurizio Alice manca Albino Giovanni Federico Giovanni Aurora Alice Andrea Tassillo Guido Marija Vittorio Luigia Giuseppe Umberto Ruggero sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni quindici mesi confisca e sequestro confisca sequestro e conf. beni attività antipopolare bene abbandonato sabotaggio economico viaggiatore c/o ROMSA sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni mancante brig. PS campo Pisticci sequestro e conf. beni sei mesi sequestro e conf. beni multa e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni con confisca sette mesi e confisca sequestro e conf. beni un anno otto anni sequestro e conf. beni cinque anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni sequestro e conf. beni un anno sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni trasferimento illegale criminale di guerra sabotaggio economico collaborazionismo sabotaggio economico mancante attività antipopolare offese al comandante mancante PPF PPF PPF PPF PPF TPCF CMBA PPF PPF CCGF PPF PPF PPF PPF PPF PPF CCGF PPF sacerdote oltre confine TPCF PPF TPCF PPF PPF PPF anche in PPF TPCF TPCF PPF ACSM ACSM PPF ACSM PPF PPF seq/conf. In PPF vitt. mancante comm. Polit. Questura sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi con confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni sequestro e conf. beni multa e confisca sequestro e conf. beni sei mesi due anni sei mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni tre anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni carcere sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca tre mesi multa e confisca sequestro e conf. beni denuncia CCGF sabotaggio economico attività contro il regime speculazione illecita anche ACSM mancante mancante indisciplina sabotaggio economico mancante attività contro il regime criminale di guerra collaborazionismo sabotaggio sabotaggio economico sabotaggio economico sabotaggio economico anche in PPF ACSM PPF ACSM PPF PPF CCGF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF ACSMB PPF PPF PPF ACSM ACSM ACSM PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF ACSMB PPF PPF PPF PPF TPCF ACSM PPF PPF TPCF TPCF TPCF PPF 233 Condanne - Osude Pagan Pagnoni Paladini Palan Palladin Panbianco Panciera Panso Panza Panza Paoletich Paoletti Paoletti Paone Papetti Papetti Papetti Pappalardo Paravic Parisi Pasquale Pasquale Pataro Paul Pauletich Paulin Paulin Pavanello Pavelic Pavelic Pavelic Pavelic Pavella Pavesic Pavini Pavlovic Pecelin Pedridis Pehanov Pellegrini Pelosa Pelosa Penco Perich Perini Perini Pernutti Perosa Perselli Persoch Pertillo Perugini Pervan Pes Pessato Pessel Peteani Petrali Petronio Pfeifer Pibernik Pic Piccoli Picini Picinic Picolo o Piccolo Pietz Pigozzo Pik Pilepic Pilepich Pileri Pillepich Pina Pina Maria Renato Ugo Adruiano Armando Silvano Laura Luigi Federico Ernesto Camillo Maria Ettore Giovanni Angelo Tullio Umberto Bruno Gaetano mancante Guido Romano Pietro Orlando Roberto Giovanni Tommaso Mario Armando Ferdo Marica Maja Dora Giovanni Vazmoslav Rocco Dragutin Rodolfo Luigia Costantino Amedeo Antonio Anna Brenno Nereo Giovanni Tullio Rodolfo Maria Enrico Errico Olga Enea Clementa Leo Costante Marija Leone Giovanni Libero Giovanni Alfredo Ugo Attilio ?? Anton Ignazio Emilio Carlo Walter Ermanno Antonietta Agostino Maria Mario Domenico sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni e confisca dieci anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni confisca beni sequestro e conf. beni due anni e confisca beni confisca ditta sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre mesi e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sedici mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni denuncia CCGF denuncia CCGF collaborazionismo mancante collaborazionismo collaborazionismo sabotaggio economico mancante criminale di guerra collaborazionismo attività antipopolare fatto fuggire persone ragioniere sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi e confisca beni tre mesi e multa un anno e multa sei anni mancante sequestro e conf. beni sei anni e confisca un anno con confisca sequestro e conf. beni tre mesi e confisca confisca beni sequestro e conf. beni confisca ditta sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni e otto mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni quattordici mesi sequestro e conf. beni confisca e sequestro sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni dodici mesi tre mesi confisca e sequestro mancante quattro mesi collaborazionismo anche in PPF sabotaggio economico sabotaggio economico sabotaggio economico mancante sabotaggio economico mancante sabotaggio economico collaborazionismo collaborazionismo mancante mancante mancante mancante bene abbandonato milite Milizia RSI denuncia CCGF attività antipopolare mancante bene abbandonato capo di PS a Sussak attività antipopolare furto bracciante passato a Trib. Mil. PPF PPF PPF TPCF ACSM PPF PPF PPF TPCF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF CCGF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF TPCF TPCF TPCF ACSM TPCF PPF TPD TPCF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF TPD PPF PPF PPF ACSM PPF PPF ACSM PPF CMBA PPF PPF PPF PPF ACSM ACSM CMBA CCGF TPCF ACSM CCGF 234 Pinck Pioppi Piovano Pipia Pirich Pironti Pirovano Pirovano Pisani Plazzotta o Plazzota Pleic Pleic Pliskovaz Ploech Ploech Poduje Poggi Polainer Polanc Polano Polenghi Polese Poli Poli Pollesel Polonio Balbi Porcu Poropat Posel Poso Potocnik Pozza Pozza Precoli Premrou Pressich Prete Prete Primiren Primusich Prioglio Prioglio Prioglio Prioglio Prioglio Prioglio Prischich Prischich Prister Prodam Prodam Prodam Pugliese Puhali Pulino Puppel Purkinje Quarantotto Rabak Raccanello Rach Rachello Rachtelli Radanovic Radetti Radice Rados Raganzini Ragosini Ragusa Raino Rajevich Rajevich Rajevich Ramponi Condanne - Osude Lucija Enrico Gaetano Francesco Francesco Franco Natale Gaetano Pierina Vittorio Nicolò Marko Stjepan Miro Lodovico Maria Massimo Pietrio Marija Ludvig don Luigi Luigi Gaspare Pasquale Redenta Sergio Alfredo Giuseppe Bruno Angelo Aldo Maks Antonio Claudio Pietro Giovanni Giorgio Pietro Salvatore Giuseppe Antonio Francesco Giovanni Antonio Giuseppe Bartolo Tomaso Nicolò Cosimo Clementina Vito Arturo Edi Giuseppe Raul Vincenzo Darin Oscar Francesco Alessandro Jolanda Natale Antonio Giovanni Aleksandar Giovanni Romolo Rodolfo Ivan Maria Amelia Romolo Antonio Alberto Emilio Mario sequestro e conf. beni tre anni e confisca collaborazionismo sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi speculazione illecita dodici mesi abbandono esercito sei mesi collaborazionismo sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni mancante aiutato fuga Zarko G. sequestro e conf. beni come Plech v.nota sep. sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi sabotaggio economico sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni segr. P.F.R. sequestro e conf. beni panettiere quattro anni attività antipopolare sequestro e conf. beni com.te Milizia RSI confisca beni mancante tre anni e dieci mesi mancante giustiziato da Aut. Jug. meccanico due mesi e multa attività antipopolare sequestro e conf. beni studente sequestro e conf. beni venti mesi mancante sequestro e conf. beni Seq. e conf un anno speculazione illecita multa e confisca speculazione illecita confisca ditta mancante sequestro e conf. beni confisca beni collaborazionismo confisca beni collaborazionismo confisca beni collaborazionismo sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sabotaggio economico sequestro e conf. beni studente dieci mesi trasferimenti illegali sequestro beni mancante sequestro e conf. beni confisca e sequestro bene abbandonato sette anni attività antipopolare sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni milite Milizia RSI sequestro e confisca mancante sequestro e conf. beni due mesi offeso potere popolare sequestro e conf. beni mar.llo Milizia RSI sequestro e conf. beni due mesi mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni mancante spionaggio dieci anni attività contro il regime confisca beni collaborazionismo confisca beni collaborazionismo confisca beni collaborazionismo sequestro e conf. beni conf/seq in PPF revocata revocata denuncia CCGF passato a Trib. Mil. denuncia CCGF fuga illegale persone anche ACSM anche in PPF anche in PPF persone oltre confine denuncia CCGF denuncia CCGF PPF TPCF PPF PPF PPF ACSM TPCF PPF PPF ACSM PPF PPF TPCF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF CCGF ACSM PPF PPF ACSM CCGF TPCF PPF CCGF PPF ACSM PPF PPF PPF PPF PPF TPCF TPCF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF CCGF TPCF PPF PPF CMBA ACSM PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF ACSM PPF PPF PPF PPF TPCF ACSMB TPCF TPCF TPCF PPF Condanne - Osude Randic Randich Randich Randich Rathofer Rathofer Ratzemberger Razum Rebrniak Rebula Reiter Riboli Riboli Riboli Riboli Ricci Ricci Riccio Ricordi Riedlein Luppis Riker Rinaldi Rinaldi Rinaldi Rippa Rippa Rippa Marincovich Rismondini Riva Rivolta Rivosecchi Rizzi Rizzotti Roberti Rogic Rolandi Rolich Romano Romulo Ronconi Rora Rosic Rosko Rossi Rossi Rossin Rotella Roth Rotzemberger Rovati Rubini Rubinich Rudovitz Ruggeri Ruhr Rukavina Rukljac Rusich Rusich o Russi Russian Russini Ruzich Sabatini Sablic Sablic Sablic Sabotka Sache Saftic Saftich Salom Salom Salvini Salvioli Samija Guido Attilio Otto Pia Emilia Giovanni Giuseppe Gabriela Donato Stanislao Aldo Alfonso Elsa Giovanni Vittorio Frane Giuliana Raffaele Aldo Eugenia G. Mario Federico Giuseppe Ettore Italo Lidia Meniti Corrado Pietro Mario Giuseppe Nerea Olga Martin Raoul Orsola Ernesto Radice Michele Mario Martin Marko Zeferino Roberto Pietro Maria Ervina Bernardo Giuseppe Paolo Giovanni Lucia Willi Domenico Leo Danilo Josip Ignazio Arsenio don Carlo Ludwig Natalia Domenico Vittorio Giovanna Marija Giovanni Alberto Odino Giusto Giuseppe Alma Orneo Renato Ivan sequestro e conf. beni mancante confisca confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca e sequestro confisca beni sei mesi sequestro e conf. beni confisca beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca e sequestro sequestro e conf. beni confisca ditta confisca beni confisca beni cinque anni quindici anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni diciotto mesi confisca e sequestro confisca e sequestro sette anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e confisca sequestro e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni un anno sequestro e conf. beni tre mesi con confisca sequestro e conf. beni un anno/conf.beni confisca ditta sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi e confisca beni quattro anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni dieci anni confisca beni sette mesi confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni aiutato fuga Zarko G. collaborazionismo collaborazionismo industriale bene abbandonato mancante furto collaborazionismo collaborazionismo bene abbandonato mancante collaborazionismo collaborazionismo mancante mancante mancante bene abbandonato bene abbandonato attività contro il regime mancante collaborazionismo nemici del popolo nemici del popolo mancante collaborazionismo collaborazionismo mancante milite Milizia RSI mancante sabotaggio economico propaganda nemica ospitato nemici sabotaggio economico furto mancante mancante capotecnico ASPM capo uff. collocamento sequestro e conf. beni 235 PPF TPCF TPD TPD PPF PPF passato a Trib. Mil. CCGF CMBA PPF ACSM PPF anche in PPF TPCF anche in PPF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF CMBA PPF PPF TPCF TPCF TPD seq/conf in PPF ACSM criminale di guerra PPF PPF ACSM CMBA CMBA anche ACSMB ACSM PPF PPF PPF PPF PPF PPF seq/conf in PPF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF ACSM PPF TPCF PPF anche in PPF TPCF PPF denuncia CCGF PPF PPF PPF PPF PPF TPCF ACSM PPF denuncia CCGF PPF uff.e parrocchia Torretta TPCF PPF ACSM PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF passato a Trib. Mil. CCGF passato a Trib. Mil. CCGF PPF 236 Sancin Quarantotto Sandrini Santelli Santitio Sarini Matesic Sarini Sablic Scaglia Scalamera Scalier Scarpa Scattola Schema Schetzinger Schiavoni Schirpa Scipioni Scipioni Segaric Segnan Sementi Senegagliesi Senica Sepic Serbeni Serdoz Serdoz Serini Serini Sersich Servader Setka Sfiligoi Sforzina Sgrinschi Sibenik Sichich Sigon Sikic o Sini Silvani Silvini Silvioli Simanic Simcic Simcich Simeone Simoni Sirola Sirola Sitaj Sivieri Skare Skok Skorin Skull Skull Skull Slabnik Slavic Smeh Smeraldi Smerderevac Smulevitz Soetje Sokol Sokolic Sokolic Solic Solis Sonnbichler Spehar Sperotto Spicic Spina Sposta Spramo Condanne - Osude Maria Eugenio Aurora Alfio Vera Neda Antonio Narciso Antonio Giuseppe Marco Francesco Carlo Salvatore Francesco Armando Romeo Stjepan Guglielmo Ugo Basiola Arturo Ivan Claudio Attilio Ladilslao Giuseppe Vera Vincenzo Vittorio Nedjeljko Marco Guido Sergio Massimiliano Mario Ruggero Bozo o Natale Silvio Ruggero Mirto Ivan Francesco Giuseppe Costantino Amelia Giovanni Sauro Gualtiero Giuseppe Ivan Elio Dusan Anna Alice Bruno Luigi Fabjan Branko Francesco Lazo Sigismondo Albert Carlo Bogoslav Romana Marija Antonio Bianca Francesco Francesco Bruno Carmelia Mario Giuseppe sequestro e conf. beni confisca ditta sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi un anno con confisca sospensione avvocatura confisca un mese e multa sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni dieci anni mancante fuochista collaborazionismo contrabbando valuta sabotaggio economico sabotaggio economico aiutato Bianco E. denuncia CCGF sequestro/conf.in PPF mancante Vice Capo Milizia RSI a morte in prima ist. sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni collaborazionismo sequestro e conf. beni cinque anni fascista sequestro e conf. beni un anno mancante sequestro e conf. beni meccanico sequestro e conf. Beni/un anno sabotaggio economico sequestro e conf. beni sequestro e confisca nemici del popolo confisca beni mancante tredici mesi mancante sequestro e conf. beni dodici anni mancante sequestro beni mancante sei mesi mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. Beni/ sei mesi sequestro e conf. beni confisca e sequestro bene abbandonato mancante spionaggio quindici anni mancante sequestro e conf. beni sei anni e confisca mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca ditta mancante confisca ditta mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni trentaquattro mesi propaganda nemica sequestro e conf. beni confisca beni collaborazionismo confisca beni collaborazionismo due mesi con confisca collaborazionismo sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni e confisca collaborazionismo sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sabotaggio economico sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi sabotaggio economico sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni ignota furto sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sette mesi propaganda nemica anche in PPF denuncia CCGF speculazione illecita sequestro/conf.in PPF denuncia CCGF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF TPCF TPCF TPCF PPF TPCF PPF PPF PPF ACSM CCGF PPF PPF TPCF PPF ERS PPF ACSM PPF PPF PPF PPF PPF ACSM PPF ACSM PPF ACSM PPF PPF PPF PPF CMBA TPCF ACSM PPF TPD PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF ACSM PPF TPCF TPCF TPCF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF ACSM PPF PPF ACSM 237 Condanne - Osude Stabile Staffetta Stalzer Stalzer Panodopulo Stanflin Stanflin Stanflin Stecich Stekovic Stella Stemberger Sterle Sterpini Sterzi Stibel Stiglich Stipanovic Stipanovich Stoccovaz Stoewesant Stopenik Stopin Strauss Stupar Sumberaz Superina Superina Superina Superina Surazin Susanj Susmel Sustar Sviligoi Svrljuga Svrljuga Szerkely Szivos Tacconis Tacconis Tagini Tagini Tagini Tagliaferro Tagliavia Tagliavia Tanzar Tavolato Tavolini Terdic Terdis Terragni Testa Thiry o Thierry Tian Tibljas Tinebra Tiribilli Tirli Toich Tolnai Tomadin Tomadin Tomaselli Tomasi Tomasic Tomasich Tomasini Tommasini Tomsa Tonetti Tosi Toth Treleani Trevisan Antonio Ernesto Francesco Antonia Antonio Oskar Gennaro Rodolfo Bogdan Roberto Welda o Velda mancante Giovanni Ippolito Ervin Alice Elena Edoardo Marco Detlev Juraj Dante Ivan Carlo Domenico Diana Leone Giuseppe Antonio Marijan Vojmila Edoardo Francesca Severino Stanko Mabel Irene Stefano Cesare Camillo Giovanni Vincenzo Antonio mancante Angelo Pietro Mario F. Adelo Vincenzo Valerio Amalia Temistocle Eugenia Antonio Giovanni Ottavio Giancarlo Umberto Antonio Simone Gualtiero Claudio Roberto Francesco Redor Silvio Virgilio Adone Santin Mario Oliviero Beatrice Lucian Petar Bruno sei anni mancante sequestro e conf. beni un anno sabotaggio economico multa mancante tre anni art.3 punto 10 del ZKND sequestro e conf. beni due mesi con confisca collaborazionismo due mesi con confisca collaborazionismo dieci anni e confisca mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi collaborazionismo sequestro e conf. beni sette mesi mancante sequestro e conf. beni tre anni e sei mesi mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni collaborazionismo sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni diciotto mesi mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca speculazione illecita sequestro e conf. beni tre mesi mancante due anni mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sette anni mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni quattro anni e confisca mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro ditta mancante un anno mancante sequestro esercizio mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni tre anni mancante confisca ditta mancante sequestro e conf. beni un anno propaganda nemica segr, comunale Laurana sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni Prefetto Prov. Carnaro sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni pescatore multa e confisca speculazione illecita ten. Milizia Terrr. Fiume bracciante confisca beni collaborazionismo sequestro e conf. beni quattro mesi e multa aiutato Bianco E. sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni nove mesi sabotaggio economico diciotto mesi indisciplina confisca beni sabotaggio economico un anno e confisca aiutava illeciti espatri un anno seq. conf. beni milite Milizia RSI sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi mancante sequestro/conf.in PPF sequestro/conf.in PPF anche ACSM anche ACSMB passato a Trib. Mil. denuncia CCGF denuncia CCGF anche ACSM passato a Trib. Mil. anche in PPF criminale di guerra sequestro/conf.in PPF sequestro/conf.in PPF denuncia CCGF ACSM PPF ACSM ACSM PPF TPCF TPCF TPD PPF PPF TPCF PPF ACSM PPF ACSM PPF PPF TPCF PPF PPF PPF ACSM PPF PPF PPF PPF ACSM ACSM PPF PPF PPF PPF PPF ACSM PPF PPF PPF TPD PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF PPF ACSM PPF PPF ACSM CCGF PPF PPF PPF PPF PPF PPF CCGF CCGF TPCF PPF TPCF PPF PPF PPF PPF TPCF ACSM TPCF TPCF ACSM PPF PPF PPF ACSM 238 Trinzia Troper Troskot Tuchtan Tufanelli Tuhtan Tumburus Tumburus Turcan Turcan Turcich in Zuppani Turco Turco Turielli Turini Udovcic Ugjetti Ugjetti Ukovich Ukovich Ursich Urso Vabisi Vaccario Vadas Vadas Vajca Valbusa Valdemarin Valentekovic Valentin Valentini Valentinussi Valle Valli Vannini Vassili Vasta Vedana Veljkovic Verusa Vervega in Brdar Verzer Vesnaver Vezzil Viak Vicentin Vidich Viezzoli Vignadelli Vincenzi Viola Visinco Vlach Vladisavljevic Vlakovich Volantini Vossili Vragolov Vrlic Vucak Walloschin Weiss Weller Wild Wilhelm Williams Wusche Wuzzer Zaccardin Zaccaria Zaccaria Zaccaria Zaccatelli Zacconte Condanne - Osude Luigi Rudolf Mate Leopoldo Arturo Arialdo Stellio E. Josip Maria Benedetta Luigi Vittorio Mario Nicodemo Miro Bruna Carmela Renato Giovanni Claudio Carmela Ferdinando Michele Edoardo Valerio Ermano Angelo Luigi Zvonimir Paolo Lorenzo Eugenio Antonio Antonio Augusto Romeo Sebastiano Adelchi Vlade Mario Alberta Albano Silvano Raul Iris Agosto Marcella Domenica Vittorio Gino Arnaldo Carlo Stanko Radovan Bruno Lorenzo Romeo Giorgio Joso Jakov Alberto Paolo Erberto Elvio Raimondo Guglielmo Alessandro Albano Sergio Giovanni Mario Lina Gaetano Emilio dieci anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni dieci mesi e confisca sequestro e conf. beni confisca ditta nove mesi e multa tre mesi e multa lav. forzati seq. e conf. quattro anni sequestro e conf. beni confisca ditta sei anni cinque anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni dieci mesi e confiosca due mesi e multa sette mesi sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni carcere sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni cinque anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca multa e confisca sequestro e conf. beni tre mesi con confisca corruzione Attività antipopolare capo squadra Mil. RSI collaborazionismo mancante attività antipopolare attività antipopolare attività antipopolare agente PS Fiume mancante mancante mancante sabotaggio economico sabotaggio economico attività antipopolare denuncia CCGF fuga illegale persone fuga illegale persone denuncia CCGF fatto fuggire persone denuncia CCGF sequestro/conf.in PPF collaborazionismo sabotaggio mancante speculazione illecita sabotaggio economico agente SS casalinga collaborazionismo anche ACSM passato a Trib. Mil. passato a Trib. Mil. otto mesi con confisca sette anni e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni collaborazionismo attività antipopolare agente SS sequestro e conf. beni dieci anni con confisca dieci anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sei mesi confisca beni tredici anni e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni due anni e confisca sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca beni sequestro e conf. beni confisca beni due anni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa due anni collaborazionismo attività antipopolare offese a potere popolare collaborazionismo mancante sabotaggio economico collaborazionismo sabotaggio economico mancante sabotaggio economico mancante denuncia CCGF ACSM PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF TPCF TPCF PPF TPCF PPF PPF ACSM ACSM PPF PPF TPCF TPCF TPCF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF ACSM PPF PPF PPF ACSM PPF PPF PPF PPF PPF TPCF PPF CCGF CCGF TPCF CCGF TPCF PPF PPF PPF PPF CCGF PPF TPCF ACSM PPF PPF TPCF TPCF TPD PPF PPF PPF PPF TPCF PPF PPF PPF TPCF PPF TPCF ACSM PPF PPF PPF TPCF ACSM 239 Condanne - Osude Zacek Zach Zacsek Zadel Zalia Zampieri Zanetich Zanetta Zangora Zanin Zankovich Zarko Zarotti Zaru Zec Zeller Zenaro Zgrinski Zoccatelli Zoric Zornada Zotti Zubuvic Zucchi Zuccolin Zustovich Salvatore Giorgio Carlo Stanislao Santo manca Franjo Angelo P. Leonzio Giorgio Giuseppe Lorenzo Mariano Teodoro Giorgia Aldo Sergio Gaetano Stjepan Romano Giuseppe Srcko Eugenio Marcello Virgilio sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa sabotaggio economico trenta mesi mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni confisca ditta mancante un anno mancante confisca beni mancante dieci anni attività antipopolare sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni multa e confisca mancante dieci mesi reati contro il popolo tre anni e confisca mancante sei mesi furto sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni un anno sabotaggio economico sequestro e conf. beni due anni e mezzo conf. mancante sequestro e conf. beni due anni mancante sequestro e conf. beni sequestro e conf. beni contatti fiumani TS PPF PPF PPF TPCF ACSM PPF PPF PPF PPF ACSM PPF TPCF PPF PPF PPF TPCF TPD ACSM PPF PPF PPF TPD PPF ACSM PPF PPF LA SCHEDA Per ogni vittima individuata, come previsto, all’art. I dell’accordo italo-croato si è proceduto alla compilazione di una scheda, ovvero di un «foglio d’inchiesta», conforme al modello fornito dall’Istituto croato di storia di Zagabria. Società di Studi Fiumani, Roma Istituto croato di storia - Zagabria / Hrvatski institut za povijest - Zagreb Projekt: Ljudski gubici Hrvatske u drugome svjetskom ratu Progetto: PERDITE UMANE DI NAZIONALITÀ ITALIANA A FIUME E DINTORNI NEL PERIODO CHE VA DALL’INIZIO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE AL TRATTATO DI PACE DI PARIGI (1939-1947). FOGLIO D’INCHIESTA - ANKETNI LIST cognome prezime nome di padre e madre ime oca i majke) nome ime soprannome nadimak data, luogo e comune di nascita datum, mjesto i općina rođenja sesso................................................. stato civile............................................................. religione........................................................... bračno spol barcno stanje stanje vjeroispovijest nazionalità.................................................................................................. origine sociale............................................................................ nacionalnost socijalno porijeklo professione alla vigilia della guerra........................................................... durante la guerra .................................................................. zanimaje uoči rata u ratu residenza alla resudenza alla vigilia vigilia della della guerra guerra............................................................. durante la guerra .................................................................. prebivalište uoči rata u ratu appartenenza politica alla vigilia della guerra......................................... durante la guerra .................................................................. politička pripadnost uoči rata u ratu appartenenza a formazioni armate............................................................................................................................................................ pripadnost oružanim formacijama internamento, prigioni, campo di concentramento................................................................................................................................ hapšenja, zatvori i logori data, luogo e modalità della morte............................................................................................................................................................ datum, mjesto i način smrti causa della morte.......................................................................................................................................................................................... uzrok smrti fotografia........................................................................................................................................................................................................ fotografija fonti (materiale di archivio)........................................................................................................................................................................ izvori (i literatura) .......................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................... altre ed eventuali........................................................................................................................................................................................... posebne napomene .................................................................. firma del ricercatore potpis istraživača 240 La scheda - Anketni List Riportiamo qui di seguito le voci previste nell’apposito stampato, di identico contenuto, utilizzato dai due gruppi di ricerca segnalando a fianco di ciascuna, ove ritenuto necessario, i criteri adottati, le eventuali difficoltà riscontrate, gli inevitabili adattamenti usati dai ricercatori all’atto della compilazione definitiva: PREMESSA: Per ogni voce priva di qualsivoglia indicazione resta inteso che per essa non è stata raccolta alcuna indicazione valida o attendibile. Nella maggior parte dei casi è stato comunque adottato il termine «sconosciuta/o», «ignoto/a/i/e». 1. Cognome, nome, nome del padre, madre, soprannome Abbiamo rilevato, in alcuni casi, come le stesse generalità possano apparire differenti a seconda delle fonti e ciò a causa della grafia e della pronuncia di uno stesso nome in lingue diverse (l’italiano ed il serbo-croato ad esempio). Nei casi dubbi sono state riportate tutte le versioni riscontrate nelle fonti di riferimento. 2. Luogo e data di nascita Molto spesso la data di nascita risulta incompleta o desumibile solo dall’età, all’atto della morte, riportata in alcune fonti. In tal caso si potrà riscontrare nelle note l’avvertenza: «Data di nascita presunta a fini statistici» o «Data di nascita presunta per giorno e/o per mese». Esempi: Vittima XXX con età al decesso nel 1944 di anni 22: la data di nascita presunta a fini statistici è stata indicata al 31/12/1922. Vittima ZZZ, la cui nascita viene indicata nel 1930: la data di nascita è stata indicata come presunta per giorno e mese al 31/12/1930 e nel caso fosse indicato solo il mese e l’anno, ad esempio: gennaio 1910, la data di nascita è presunta per giorno: 31/1/1910. Dopo la voce Comune nello stampato adottato manca l’indicazione dello Stato di nascita che noi, quando disponibile, abbiamo riportato nello spazio riservato alla predetta voce. 3. Sesso, Stato civile, Religione, Nazionalità, Origine sociale La voce stato civile risulterà molto spesso inutilizzata. In tale spazio abbiamo pertanto riportato anche l’indicazione «carenza dati» con la quale si intende rilevare come per il nominativo di cui trattasi sarebbero necessarie le opportune verifiche anagrafiche non solo per poterne stabilire la nazionalità, ma a volte la stessa esistenza in vita con le generalità riportate. In molti casi, oltre a risultare ignote le cause e le circostanze e l’epoca del decesso (sempre quando sia stata adottata la dicitura «carenza dati»), non si ha nemmeno l’assoluta certezza che il decesso stesso sia effettivamente avvenuto nel periodo di nostro interesse. In genere l’uso di tale La scheda - Anketni List 241 dicitura è confortato anche dalla disponibilità di una sola fonte, quasi sempre bibliografica, priva di corretti riferimenti documentali, resasi disponibile nel corso della ricerca. Il fenomeno della «carenza dati» può apparire di notevoli dimensioni (il 23,5% delle schede compilate pari a 668 nominativi) ma con esso si è voluto, con giustificato scrupolo, documentare che il nostro lavoro di ricerca non è stato completato così com’era nei programmi iniziali delle due parti interessate. La massa di nominativi classificati con «carenza dati» poteva essere ridotta di molto se il gruppo di ricerca croato avesse potuto effettuare le opportune verifiche presso le anagrafi storiche dei comuni pertinenti al territorio previsto nel progetto. Soprattutto a Fiume dove, nonostante la piena disponibilità delle autorità comunali, si è dovuta riscontrare una carenza d’uomini e mezzi atti allo scopo. Parimenti dicasi anche per le verifiche presso le anagrafi comunali che il gruppo di ricerca italiano avrebbe dovuto svolgere sul proprio territorio nazionale, dove l’onere derivante dall’impiego di personale idoneo non ha trovato alcuna possibilità di copertura. Spesso sono risultati carenti nel merito anche alcuni tra i più importanti archivi del personale delle pubbliche istituzioni (Ministero Interni, Ministero Difesa ecc.) dove il personale operante a Fiume ed ivi deceduto non ci sembra sia stato sempre registrato, dopo il 1943, con la stessa cura e con gli stessi criteri riservati alle altre città italiane. Alla voce Religione abbiamo usato il termine «ebraica» al solo fine di evidenziare la stessa distinzione razziale che tra il 1943 e il 1945 comportò la decimazione delle comunità ebraiche locali (Fiume, Susak, Abbazia) e anche la morte di molti ebrei di Fiume rifugiatisi nel territorio nazionale. In molti casi le vittime erano anche di religione cattolica ma l’evidenziazione del dato riguardante la loro professione religiosa ci è parso del tutto secondario rispetto a quello razziale, da noi in scheda non usato perché culturalmente non condiviso, che fu causa primaria della privazione della loro vita. La distinzione etnica o razziale ha comportato non poche difficoltà anche nella raccolta dei dati relativi alla voce Nazionalità. Nel territorio preso in esame l’acquisizione della cittadinanza italiana è derivata, soprattutto nei paesi della Provincia, per non dire dei distretti acquisiti al Regno d’Italia dopo il 1941, più da una costrizione non gradita che da una libera scelta dei soggetti interessati. Anche quando la nazionalità italiana venne pacificamente e volentieri acquisita, la si volle tuttavia distinguere, ai fini della cittadinanza, da quella maggioritaria nel Regno con il termine discriminante di «alloglotto» ritenuto idoneo a operare pur sempre, grazie all’uso di una lingua diversa, una distinzione etnica o razziale. Il fatto che molti «croati» o «sloveni» abbiano perso la vita nel territorio partecipando alla guerra di liberazione jugoslava volta anche all’auspicato riscatto storico delle proprie unità nazionali nell’ambito di una repubblica federativa, ci ha indotto in molti casi (in mancanza di documentazione ragionevolmente probatoria) a non definire troppo sbrigativamente «italiani» anche quanti sono caduti con la legittima aspirazione ad avere il diritto a una nazionalità diversa. Abbiamo quindi usato frequentemente il termine «sconosciuta» per incoraggiare in futuro nuove ricerche e nuovi approfondimenti. L’uso del termine «italiana» nel definire la nazionalità è stato di contro mantenuto per decine e decine di uomini, originari della Provincia di Fiume, 242 La scheda - Anketni List che pur parlando la lingua croata o slovena sono caduti in guerra, combattendo nelle file delle forze armate italiane. 4. Professione prima della guerra, Professione durante la guerra, Residenza prima della guerra, Residenza durante la guerra Anche per queste voci risulta frequente l’uso del termine «sconosciuta» e si evidenzia la mancanza di quella ricerca nelle anagrafi storiche comunali di cui s’è detto sopra. Spesso alla voce Residenza durante la guerra s’è dato risposta identificando il luogo dell’arresto con quello di residenza. 5. Appartenenza politica durante la guerra, Appartenenza a forze armate Alla prima delle suddette voci non è stato possibile dare riscontro con sufficiente attendibilità. Nel territorio, tra il 1940 e il 1943, l’unica appartenenza politica ufficiale era quella «fascista» e ogni altra era illegale e clandestina. Non abbiamo acquisito sufficiente documentazione in merito. Tra il 1943 e il 1945 l’appartenenza politica si identifica quasi sempre con la distinzione politica delle forze armate cui si è aderito. Per quanto concerne l’appartenenza a quest’ultime sono state usate le sigle e i termini seguenti: EI = Esercito italiano MM = Marina militare italiana AM = Aeronautica militare italiana RSI = Repubblica Sociale Italiana MPL = Movimento popolare di liberazione PS = Pubblica Sicurezza dipendente dal Ministero dell’interno italiano Finanziere = Appartenente alla Guardia di finanza italiana Carabiniere = Appartenente all’Arma italiana dei carabinieri In alcuni casi sono state adottate anche le sigle di CVL (Corpo volontari della libertà italiano) e CLN (Comitato di liberazione nazionale italiano) usate nelle fonti per distinguere sia l’appartenenza politica sia quella alle forze armate. In quest’ultimo caso tali sigle sono state sostituite con il termine onnicomprensivo, per il territorio preso in esame, di MPL (Movimento popolare di liberazione), nell’ambito del quale, diretto esclusivamente da un vertice jugoslavo operante agli ordini del maresciallo Tito, ogni formazione militare era stata di fatto legittimata ad agire ed ogni altra, che non lo fosse stata, rimase in pratica del tutto inoperante. Laddove la partecipazione a formazioni militari non è provata nelle fonti consultate, i termini RSI, MPL, CVL e CLN sono stati usati anche per definire l’appartenenza politica implicita negli stessi. La scheda - Anketni List 243 6. Detenzione/Prigioni/Campi di prigionia In tale voce è stato riportato il luogo dell’arresto, quindi dell’iniziale detenzione e le successive località di detenzione a seguito di deportazione. Nel caso dei deportati in Germania e successivamente dei deportati in Jugoslavia è stata qui indicata, quando nota, anche la località del decesso che non è stata ripetuta alla successiva voce Luogo di morte dove si è preferito, per esigenze statistiche, indicare invece lo stato d’appartenenza (Germania o Jugoslavia) della predetta località. 7. Data morte, Luogo morte, Causa, Modalità di morte, Fotografia Alla voce Data di morte risulterà frequente l’uso di una «data di morte presunta» per la quale sono stati seguiti gli stessi criteri adottati per la data di nascita. Sono stati rari i casi in cui si è resa disponibile la fotografia della vittima e pertanto non è stato mai utilizzato lo spazio relativo. Per Luogo di morte, data l’alta varietà dei siti proposti dalla fonti si è preferito, per agevolare la ricerca statistica, inserire in questa voce lo Stato di appartenenza di ogni sito facendo seguire, nell’ordine, regione, comune, frazione (esempi: Per un decesso avvenuto a Salcano in provincia di Gorizia si è scritto «Italia Gorizia Salcano», per un decesso a Maribor, «Jugoslavia Slovenia Maribor»). Abbiamo invece considerato al di fuori degli ambiti statali di appartenenza i comuni di Trieste, di Fiume e dell’Istria. Con il termine «Provincia Fiume» si intendono compresi i comuni della vecchia provincia del Carnaro e dei distretti annessi dopo il 1941. Il termine «Territorio metropolitano» è stato usato esclusivamente per i militari caduti entro i confini del Regno d’Italia, essendo tale termine usato dalla fonte ufficiale del Ministero della difesa italiano che non indica mai il comune o la regione dove è avvenuto il decesso. Il termine «Fronte» (suddiviso nelle diverse varianti di russo, greco, jugoslavo, albanese, africano, egiziano, francese, corso, tedesco per i militari prigionieri in Germania, Mediterraneo e ignoto quando non identificabile) è stato adottato per i membri delle formazioni regolari italiane quali Esercito, Marina, Aviazione e di quelle ad esse equiparate quali RSI e formazioni partigiane, perché con tale criterio sono state suddivise le vittime dalla fonte ufficiale del Ministero della difesa cui si fa riferimento. Le modalità di morte sono state suddivise in: ignote, accidentali, fucilazione, caduto, ucciso/a, deceduto/a, disperso/a, suicidio. La causa di morte, sempre per ragioni statistiche, oltre che «ignota» o «da accertare», è stata suddivisa principalmente in «soppressione certa o probabile» da parte tedesca, italiana, jugoslava, ustascia, belogardista, di delinquenti comuni e di parte ignota. Il termine «soppressione» ci è sembrato il più idoneo a definire quella volontà di eliminazione fisica dell’avversario che ha caratterizzato molte parti in lotta le quali spesso, tra il 1943 e il 1948, andando ben oltre la semplice uccisione, hanno largamente praticato con cura anche l’occultamento o la distruzione 244 La scheda - Anketni List delle spoglie affinché del nemico non restasse memoria alcuna. Oltre a «soppressione» sono stati usati principalmente anche i seguenti termini: «da accertare» (quando a nostro avviso la morte non è certa), «cannoneggiamento» (intendendosi per tale quello terrestre), «bombardamento aereo», «affondamento», «fuoco nemico», «fuoco involontario di parte amica», «condanna a morte» da parte italiana o tedesca o jugoslava, «malattia» (se contratta in detenzione) e altre varie di ben scarsa ricorrenza. 8. Fonti Le fonti bibliografiche e archivistiche, dalle quali sono stati ricavati i nominativi delle vittime, sono elencate alle pp. 250-253 e citate nelle schede nominative (pp. 263-702). Schede, testi e documenti ricavati dalle fonti disponibili sono conservati, o in originale o in fotocopia, presso l’Archivio Museo storico di Fiume a Roma, sede della Società di studi fiumani. Dato che la ricerca si è protratta per oltre quattro anni, i fondi elencati si susseguono nell’ordine in cui si è potuto consultarli. ANKETNI LIST Za svaku pronađenu žrtvu, kako je predviđeno 1. članom gore navedenog talijanskohrvatskog sporazuma, pristupilo se ispunjavanju anketnog lista, odnosno «istraživačkog lista» sukladno obrascu kojeg nam je dao Hrvatski institut za povijest iz Zagreba. Società di Studi Fiumani, Roma Hrvatski institut za povijest - Zagreb / Istituto croato di storia - Zagabria Projekt: Ljudski gubici Hrvatske u drugome svjetskom ratu Progetto: PERDITE UMANE DI NAZIONALITÀ ITALIANA A FIUME E DINTORNI NEL PERIODO CHE VA DALL’INIZIO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE AL TRATTATO DI PACE DI PARIGI (1939-1947). FOGLIO D’INCHIESTA - ANKETNI LIST cognome prezime nome di padre e madre ime oca i majke) nome ime soprannome nadimak data, luogo e comune di nascita datum, mjesto i općina rođenja sesso................................................. stato civile............................................................. religione........................................................... bračno spol barcno stanje stanje vjeroispovijest nazionalità.................................................................................................. origine sociale............................................................................ nacionalnost socijalno porijeklo professione alla vigilia della guerra........................................................... durante la guerra .................................................................. zanimaje uoči rata u ratu residenza alla resudenza alla vigilia vigilia della della guerra guerra............................................................. durante la guerra .................................................................. prebivalište uoči rata u ratu appartenenza politica alla vigilia della guerra......................................... durante la guerra .................................................................. politička pripadnost uoči rata u ratu appartenenza a formazioni armate............................................................................................................................................................ pripadnost oružanim formacijama internamento, prigioni, campo di concentramento................................................................................................................................ hapšenja, zatvori i logori data, luogo e modalità della morte............................................................................................................................................................ datum, mjesto i način smrti causa della morte.......................................................................................................................................................................................... uzrok smrti fotografia........................................................................................................................................................................................................ fotografija fonti (materiale di archivio)........................................................................................................................................................................ izvori (i literatura) .......................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................... altre ed eventuali........................................................................................................................................................................................... posebne napomene .................................................................. firma del ricercatore potpis istraživača 246 La scheda - Anketni List Tu navodimo stavke tog posebno otisnutog obrasca, jednakog sadržaja, kojeg su upotrebljavale dvije istraživačke grupe, navodeći uz svaku žrtvu, gdje se to smatralo neophodnim, primijenjene kriterije, eventualne prepreke na koje se naišlo, neizbježne adaptacije koje su primijenjene od strane istraživača prilikom konačnog sastavljanja. Uvodna napomena: Za pojmove bez ikakvog podataka, podrazumijeva se da nije pronađen nikakav valjan ili vjerodostojan podatak. U najevćem broju slučaja ipak je primijenjen pojam: «nepoznat/a» («sconosciuta/o», «ignoto/a/i/e»). 1. Prezime, ime oca i majke, ime, nadimak U nekim smo slučajevima primijetili da isti osobni podaci mogu izgledati različito ovisno o izvorima, i to zbog načina pisanja i zbog izgovora jednog te istog imena u različitim jezicima (npr. talijanskom i hrvatskom). U nejasnim slučajevima donosimo sve inačice pronađene u pregledanim izvorima. 2. Datum, mjesto i općina rođenja Vrlo često datum rođenja nije potpun, ili se može zaključiti na temelju starosti navedene u nekim izvorima. Kod takvih slučajeva, u bilješci stoji: «Iz statističkih razloga, pretpostavljeni datum rođenja» ili «Pretpostavljeni datum rođenja za dan i/ili za mjesec». Primjeri: Žrtva XXX od 22 godine starosti u trenutku smrti 1944. godine: iz statističkih razloga, pretpostavljeni datum rođenja naveden je 31/12/1922. Žrtva ZZZ, za čije je rođenje navedena 1930. godina, za pretpostavljeni datum rođenja navedeni su dan i mjesec kao 31/12/1930., a u slučaju da su navedeni samo mjesec i godina, npr. siječanj 1910., pretpostavljeni datum rođenja bit će 31/1/ 1910. Nakon pojma «općina», na upotrijebljenom tiskanom obrascu nedostaje navod države rođenja koju smo mi, kada smo tim podatkom raspolagali, naveli u prostoru predviđenom za gore navedeni pojam. 3. Spol, bračno stanje, vjeroispovijest, nacionalnost, socijalno porijeklo Pojam «bračno stanje» vrlo često će biti neispunjen. Utoliko smo na taj prostor naveli i oznaku «nedostatak podataka» s kojom se želi istaknuti, ne samo potrebu za daljnjim matičnim provjerama radi utvrđivanja nacionalnosti pojedinog imena, nego ponekad i radi utvrđivanja njegovog postojanja za životu. U mnogo slučajeva, pored toga što su nepoznati uzrok, okolnosti i vrijeme smrti (kod slučajeva gdje je upotrebljen izričaj «nedostatak podataka»), nismo niti posve sigurni da se smrt stvarno dogodila tijekom razdoblja koje proučavamo. Općenito, uporabu takvog izričaja dodatno podupire i korištenje samo jednog izvora, gotovo uvijek La scheda - Anketni List 247 bibliografskog, bez pouzdanog navođenja dokumenata, koje bi pronašli tijekom istraživanja. Fenomen «nedostatka podataka» može se pričiniti velik (23,5% ispunjenih anketnih listova, ili 668 imena), ali njegovim posredstvom htjeli smo, opravdanom strogošću, dokumentirati da naš istraživački rad nije bio potpun, kako su dvije zainteresirane strane namjeravale učiniti prema početnim planovima. Veliki broj imena uvrštenih pod «nedostatkom podataka», mogao je biti uvelike smanjen da je hrvatska istraživačka grupa mogla izvršiti potrebne provjere u povijesnim matičnim knjigama pri općinama obuhvaćenih u području predviđenom projektom, a napose u Rijeci, gdje usprkos spremnosti gradskih vlasti na punu suradnju, naišlo se na nedostatak ljudstva i sredstava za tu svrhu. Treba nadalje reći, da po pitanju provjera koje je talijanska istraživačka grupa trebala obaviti na vlastitom nacionalnom teritoriju, za teret angažiranja prikladnog stručnog osoblja nije naišla ni na kakvu mogućnost pokrića. Po tom pitanju, učestalo su ispali manjkavi čak i neki od najvažnijih povijesnih arhiva u pogledu osoblja javnih ustanova (Ministarstvo unutarnjih poslova, Ministarstvo obrane, itd.), ono osoblje djelatno u Rijeci i koje je tu umrlo, nije uvijek nakon 1943. registrirano, s istim marom i s istim kriterijima osiguranim za druge talijanske gradove. Kod pojma «vjeroispovijest» upotrijebili smo termin «židovska» jedino s ciljem evidentiranja iste rasne distinkcije, koja je između 1943. i 1945. dovela do desetkovanja mjesnih židovskih zajednica (Rijeka, Sušak, Opatija), a i do stradanja mnogobrojnih riječkih Židova, koji su potražili sklonište drugdje na talijanskom teritoriju. U mnogo slučajeva žrtve su bile i katoličke vjeroispovijesti, ali evidencija glede njihovog ispovjedanja vjere učinila nam se posve sporednom u odnosu na rasnu pripadnost, koju mi nismo upotrijebili u anketnom listu, jer nije kulturno prihvatljiva, a bila je uzrokom njihovog lišavanja života. Etničko i rasno razvrstavanje prouzročilo je velike probleme i u pogledu podataka, koji se odnose na pojam «nacionalnost / državljanstvo». Na razmatranom području dobivanje talijanskog državljanstva proizlazilo je, napose u mjestima provincije, a da se ni ne govori o kotarevima koje je Kraljevina Italija stekla nakon 1941., prije uslijed neželjene prisile, a ne zbog slobodnog izbora zahvaćenih subjekata. I kada je talijansko «državljanstvo» mirno i rado stečeno, ono je razlikovano od u Kraljevini većinske nacije, diskriminirajućim terminom «inojezičan» (alloglotto), kojega se smatralo prikladnim za obilježavanje, zbog uporabe nekog drugog jezika, etničke ili rasne razlike. Činjenica da mnogo «Hrvata» i «Slovenaca» izgubilo živote na tom teritoriju sudjelujući u jugoslavenskom Narodno-oslobodilačkom ratu uperenom ka povijesnom izbavljenju vlastitih nacionalnih jedinki u okvirima federativne republike, navelo nas je u mnogo slučajeva (u nedostatku uvjerljivo dokazne dokumentacije) da previše brzopleto ne navedemo kao «Talijane» i one koji su pali s legitimnim ponosom posjedovanja prava na različitu nacionalnost. Dakle, učestalo smo koristili pojam «nepoznatog» državljanstva, kako bismo u buduće potaknuli nova istraživanja i dodatna produbljivanja teme. Uporaba termina «talijanska» pri definiranju «nacionalnosti / državljanstva», suprotno tome, zadržana je za desetke i desetke ljudi, porijeklom iz Riječke provincije, koji su pali u ratu, usprkos tome što 248 La scheda - Anketni List su govorili hrvatski ili slovenski jezik, boreći se časno i hrabro u redovima Talijanskih oružanih snaga (Forze armate italiane). 4. Zanimanje uoči rata, zanimanje u ratu, prebivalište uoči rata, prebivalište u ratu. I za te pojmove učestalo se koristi termin «nepoznat», te se navodi nedostatak istraživanja u povijesnim općinskim matičnim knjigama o kojima se gore raspravljalo. Često se na pitanje «prebivalište u ratu» odgovorilo poistovjećujući mjesto uhićenja od strane vlasti koje su izazvale smrt s mjestom prebivališta. 5. Politička pripadnost u ratu, pripadnost oružanim formacijama. Na prvi od navedenih pojmova nije bilo moguće dati dovoljno pouzdan odgovor. Na tom području između 1940. i 1943. jedina javna politička pripadnost bila je ona «fašistička», a svaka druga bila je nelegalna i tajna. U pogledu toga nismo prikupili dovoljno dokumenata. Između 1943. i 1945. politička pripadnost se gotovo uvijek poistovjećuje s političkim predznakom oružanih snaga kojima je pojedinac pristupio. Što se tiče pripadnosti oružanim snagama, upotrebljene su slijedeće kratice i termini: EI – Esercito italiano (Talijanska vojska) MM – Marina militare italiana (Talijanska ratna mornarica) AM – Aeronautica militare italiana (Talijansko ratno zrakoplovstvo) RSI – Repubblica Sociale Italiana (Talijanska Socijalna Republika) MPL – Movimento popolare di liberazione (Narodno-oslobodilački pokret) PS – Pubblica sicurezza (Javna sigurnost, ovisna od Talijanskog ministarstva unutarnjih poslova) Finanziere – Appartenente alla Guardia di finanza italiana (Pripadnik Talijanske financijske policije) Carabiniere – Appartenente all’Arma italiana dei Carabinieri (Pripadnik Karabinjerskog roda talijanske vojske) U nekim slučajevima upotrebljene su i kratice CVL (Corpo Volontari della libertà italiano / talijanski Korpus dobrovoljaca za slobodu) i CLN (Comitato di liberazione nazionale italiano / Talijanski komitet za nacionalno oslobođenje), koje su upotrebljene u izvorima kako za označavanje počitičke pripadnosti, tako i za pripadnost oružanim snagama. U drugom slučaju, te su kratice zamijenjene sa sveobuhvatnim terminom, za razmatrani teritorij, a glasi MPL (Movimento popolare di liberazione / Narodnooslobodilački pokret) u okviru kojega, pod isključivim vodstvom jugoslavenskih viših struktura i pod zapovjedništvom maršala Tita, svaka vojna formacija bila ovlaštena za djelovanje. U slučajevima za koje u konzultiranim izvorima nije dokazano sudjelovanje u oružanim formacijama, termini RSI, MPL, CVL i CLN upotrebljeni su i za određivanje političke pripadnosti, koju se za ista podrazumijeva. La scheda - Anketni List 249 6. Hapšenje, zatvori i logori Pod tim pojmom navedeno je mjesto uhićenja, te mjesto početnog zatvaranja i druga mjesta zatvaranja nakon deportacije. U slučajevima deportiranih u Njemačku, i kasnije deportiranih u Jugoslaviju tu je navedeno, kada je ono poznato, i mjesto smrti, koje se nije ponavljalo kod narednog pojma «mjesto smrti», gdje je radije, zbog statističkih potreba, navedena država kojoj gore navedeno mjesto pripada (Njemačka ili Jugoslavija). 7. Datum, mjesto i razlog smrti, uzrok smrti, fotografija Kod pojma «datum smrti» učestalo se navodi «pretpostavljeni datum smrti» kod kojega smo se držali istih kriterija kao za utvrđivanje datuma rođenja; radi boljeg razumijevanja upućujemo na točku 2). Rijetki su slučajevi za koje je dostupna i fotografija žrtve, pa taj prostor na obrascu nismo nikada koristili. Za «mjesto smrti», s obzirom na veliku raznolikost mjesta koje su pružili izvori odlučili smo, radi olakšavanja statističke obrade, uvrstiti pod ovaj pojam državu pripadnosti za svako pojedino mjesto, te redom: pokrajinu, općinu, predio (Primjeri: Za smrt koja se dogodila u Salcanu u Goričkoj provinciji, pisali smo «Italija, Gorica, Salcano,» za smrt u Mariboru «Jugoslavija, Slovenija, Ljubljana, Maribor»). Međutim, općine Trsta, Rijeke i Istre razmatrali smo izvan pripadajućih državnih okvira. Termin «Riječka provincija» (Provincia di Fiume) podrazumjeva općine negdašnje «Kvarnerske provincije» (Provincia del Carnaro) i kotareve anektirane nakon 1941. Termin «Metropolski teritorij» (Territorio metropolitano) upotrebljen je isključivo za vojnike pale unutar granica Kraljevine Italije, budući je taj termin upotrijebio službeni izvor talijanskog Ministarstva obrane, koji nikada ne navodi općinu ili regiju u kojoj se dogodio smrtni slučaj. Termin «bojišnica» (razvrstana po različitim inačicama: ruska, grčka, jugoslavenska, albanska, afrička, egipatska, francuska, korzikanska, njemačka za vojnike zarobljene u Njemačkoj, sredozemna i nepoznata kada se ne može utvrditi) upotrebljen je za pripadnike talijanskih regularnih formacija poput kopnene vojske, mornarice, zrakoplovstva i za formacije s njima izjednačenim, kao što su Talijanska Socijalna Republika i Partizanske formacije (Formazioni Partigiane), jer je službeni izvor Ministarstva obrane, na kojega se pozivamo, po tom kriteriju razvrstao žrtve. «Razlog smrti» razvrstan je na: nepoznat, nesretni slučaj, streljanje, ubijen/a, umro/la, nestao/la, samoubojstvo. «Uzrok», samo zbog statističkih razloga, osim nepoznatog ili kojeg valja utvrditi, razvrstan je u glavnom u sljedeće stavke sigurnog ili vjerojatnog ubojstva od strane: Nijemaca, Talijana, Jugoslavena, ustaša, belogardejaca, običnih razbojnika ili nepoznatih. Termin «umorstvo» (soppressione) učinio nam se najprikladnijim za označavanje one želje za fizičkim uklanjanjem protivnika, koja je bila svojstvena mnogim sukobljenim stranama, koje su učestalo između 1943. i 1948., ne ograničavajući se na samom ubojstvu, široko primjenjivale brižno sakrivanje ili 250 La scheda - Anketni List uništavanje leševa, kako ne bi ostalo nikakvog spomena od neprijatelja. Pored «umorstva», upotrijebljeni su u glavnom i sljedeći termini: valja utvrditi (kada po našim saznanjima smrt nije sigurna), topničko djelovanje / cannoneggiamento (podrazumjevajući pod tim ono kopneno), zračno bombardiranje, potapanje, neprijateljska paljba, nenamjerna paljba prijateljske strane, osuda na smrt od talijanske, njemačke ili jugoslavenske strane, bolest (ako je dobivena u zatvoru) i neki drugi vrlo rijetko zastupljeni. 8. Izvori - Fonti Tekstovi i dokumenti dobiveni iz izvora, koji su postali dostupnima, sačuvani su u izvorniku ili u preslici Povijesnom arhivu i muzeju Rijeke (Archivio museo storico di Fiume) u Rimu, sjedištu Društva za riječke studije. Iztraživanje je trajalo više od četiri godina i nije se moglo fondove klasificirati za redom. (1) PAPO L., Albo d’Oro, l’Istria e le sue foibe, Trieste, Unione degli Istriani, 1990. (2) LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO, Albo dei caduti di Fiume dal Risorgimento all’ultimo conflitto, Padova, Basioli, 1984. (3) Archivio privato La Perna / Privatni Arhiv La Perna. (4) CENTRO DI RICERCHE STORICHE DI ROVIGNO, Archivio storico / CENTAR ZA POVIJESNA ISTRAŽIVANJA U ROVINJU, Povijesni arhiv. (5) Elenco parziale dei caduti italiani a Fiume 1940-47, a cura di M. Sobolevski / Privremeni popis umrlih talijana u Rijeci 1940.-1947. M. Soboleskog. (6) MINISTERO DELLA DIFESA, I DIVISIONE STATO CIVILE E ALBO D’ORO, Elenchi soldati italiani caduti in Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia nel II conflitto mondiale / MINISTARSTVO TALIJANSKE ODBRANE, DIVIZIJA BRAčNO STANJE I ZLATNI ALBUM, Popis talijanskih vojnika pali u Julijskoj Krajnu, u Rijeci i u Dalmaciji Drugi svijetski rat. (7) CROCE ROSSA ITALIANA (Roma), Archivio storico / TALIJANSKI CRVENI KRIŽ (Rim), Povijesni Arhiv. (8) CROCE ROSSA ITALIANA (Trieste) / TALIJANSKI CRVENI KRIŽ (Trst). (9) ARCHIVIO DI STATO DI FIUME, Prefettura, Comitato Popolare, Pretura, Tribunale del Gorski kotar / DRŽAVNI ARHIV U RIJECI, Prefektura, Narodnoslobodilački odbor, Sud za Gorski kotar. (10) BUTOROVIć R., Sušak i Rijeka u Nob, Rijeka, Tipograf, 1975. (11) MUSEO STORICO DELLA GUARDIA DI FINANZA, La Guardia di Finanza sul Confine Orientale 1918-54, Torino, Paravia, 1997. (12) Segnalazioni alla Società di studi fiumani su cittadini di religione ebraica da parte di privati / Privatne dojave Židova Società studi fiumani. (13) «Difesa Adriatica», organo di stampa ufficiale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia / SluŽbeno glasilo Nacionalno udruge Julijske Krajne i Dalmaciju. La scheda - Anketni List 251 (14) «La Vedetta d’Italia», Fiume 1944-45. (15) DASSOVICH M., Proiettili in canna, Trieste, LINT, 1995. (16) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Ministero dell’interno, DGPS, AAGGRR, cat. A5G, II guerra mondiale, b. 60 / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, Ministarstvo unutarnjih poslova, DGPS, AAGGR, cat. A5G, Drugi svijetski rat, k. 60. (17) RAZZI F., Lager e foibe in Slovenia, Vicenza, Vicentina, 1972. (18) ARMATA JUGOSLAVA, Archivio storico (Belgrado) / JUGOSLAVENSKA ARMIJA, Istorijski arhiv (Beograd). (19) CORTE SUPREMA MILITARE (Belgrado), Archivio storico / VRHOVNI VOJNI SUD, Istorijski Arhiv (Beograd). (20) Numero non utilizzato / Ne upotrebljen. (21) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Ministero dell’interno, Segreteria particolare del capo della polizia Senise, RSI, 1944-45 / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, Ministarstvo unutarnjih poslova, Tajništvo šefa policije Senise, RSI, 1944.-45.. (22) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Comando generale dei Carabinieri, 194344, b. 9 / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, Glavni štab Karabinijera, 1943.-44., k. 9. (23) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Ministero dell’interno, DGPS, AAGGRR, cat. A/R, (Attività ribelli) 1943-45, b. 5 / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, Ministarstvo unutarnjih poslova, DGPS, AAGGRR, cat. A/R (Aktivnost buntovnika) 1943.-45., k. 5. (24) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, RSI, Guardia nazionale repubblicana, b. 31 / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, RSI, Republikanska nacionalna garda, k. 31. (25) «La Voce del Popolo» Fiume / Rijeka, 1945-50. Vedi / vidi (42). (26) «L’ultima crociata», notiziario caduti e dispersi RSI / Vjesnik palih i nestalih RSI. (27) MORGANI T., Ebrei di Fiume e di Abbazia (1441-1945), Roma, Carucci, 1979 (28) ARCHIVIO MUSEO STORICO DI FIUME, (Roma), Comunità israelitica di Fiume / ARHIV I POVIJESNI MUZEJ RIJEKE (Rim), Židovska zajdenica Rijeke. Vedi / vidi (45), (48). (29) ARCHIVIO DI STATO DI FIUME, Commissione crimini di guerra / DRŽAVNI ARHIV U RIJECI, Komisija za utvrđivanje ratnih zločina. (30) MINISTERO DELL’INTERNO, DIREZIONE GENERALE PUBBLICA SICUREZZA, Archivio Affari del Personale / MINISTARSTVO UNUTARNJIH POSLOVA, GLAVNO RAVNATELJSTVO JAVNE SIGURNOSTI, Arhiv Osoblja. (31) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, PCM, Gab., 1944-47 / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, PCM, Gab., 1944.-47.. (32) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, PCM, Gab., 1948-50 / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, PCM, Gab., 1948.-50.. (33) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, PCM, Gab., 1951-54 / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, PCM, Gab., 1951.-54.. 252 La scheda - Anketni List (34) ARCHIVIO DI STATO DI FIUME, Comitato popolare cittadino, Corrispondenza OZNA / DRŽAVNI ARHIV U RIJECI, Gradski narodnoslobodilački odbor, korespondencija OZNE. (35) ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Ministero dell’interno, Gab., 1944-46, b. 101, Relazione di Giuseppe Hamerl ultimo reggente della Questura di Fiume / TALIJANSKI SREDIšNJI DRŽAVNI ARHIV, Ministarstvo unutarnjih poslova, Gab., 1944.-46., k. 101, Izvješče Giusepea Hamerla, poslijedneg zapovjednika Riječke kvesture. (36) PICCIOTTO FARGION L., Il Libro della memoria, Milano, Mursia, 1991. (37) CIMITERO COMUNALE DI FIUME / GRADSKO GROBLJE RIJEKE, Registri, 1939-49, vol. I / Matićna knjiga 1939.-49., knj. I. Vedi / vidi (38), (41). (38) CIMITERO COMUNALE DI FIUME / GRADSKO GROBLJE RIJEKE, Registri, 1939-49, vol. II / Matićna knjiga 1939.-49., knj. II. Vedi / vidi (37), (41). (39) ARMATA JUGOSLAVA, Archivio storico (Belgrado), Prigionieri italiani, fondo non rubricato e non catalogato / JUGOSLAVENSKA ARMIJA, Istorijski arhiv (Beograd), Talijanski zarobljenici, građa nije sređena i popisana. (40) GUARDIA DI FINANZA, UFFICIO STORICO, Comando generale / FINANCIJSKE POLICIJE, POVIJESNI URED, Glavni Štab. (41) CIMITERO COMUNALE DI FIUME / GRADSKO GROBLJE RIJEKE, Registri 1939-49, vol. III / Matićna knjiga 1939.-49., knj. III. Vedi / vidi (37), (38). (42) «La Voce del Popolo», Fiume / Rijeka 1990-96. Vedi / vidi (25). (43) MARTINI L., Parlano i protagonisti. Memorie e documenti raccolti per una storia di Fiume nella Lotta popolare di liberazione fino al 1943, Rovigno. Centro di ricerche storiche di Rovigno - Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume, 1976. (44) SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI - ASSOCIAZIONE PER LA CULTURA FIUMANA, ISTRIANA E DALMATA NEL LAZIO, Il tributo fiumano all’Olocausto, Roma, Spoletini, 1998. (45) ARCHIVIO MUSEO STORICO DI FIUME (ROMA), Vittime I / ARHIV I POVIJESNI MUZEJ RIJEKE (Rim), Žrtve I. Vedi / vidi (48). (46) ARMA DEI CARABINIERI, UFFICIO STORICO (Roma) / KARABINJERSKI ROD, POVIJESNI URED (Rim). (47) ARCHIVIO DI STATO DI ZAGABRIA, Fiume / HRVATSKI DRŽAVNI ARHIV U ZAGREBU, Rijeka. (48) ARCHIVIO MUSEO STORICO DI FIUME (ROMA), Vittime II / ARHIV I POVIJESNI MUZEJ RIJEKE (Rim), Žrtve II. Vedi / vidi (45). (49) ISTITUTO REGIONALE DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI VENEZIA GIULIA (Trieste), Archivio storico / REGIONALNI INSTITUT ZA OSLOBODILAčKI POKRET (Trst), Povijesni arhiv. (50) FLEGO B. - PAOLETIć O., Elenco dei deceduti dell’Istria, Fiume, Isole, Zara, Litorale sloveno nei campi di sterminio nazisti 1943-45 / Popis stradalih iz Istre, Rijeke, otoka, Zadra i Slovenskog primorja u nacističkim logorima, Pola / Pula, 1978. La scheda - Anketni List 253 (51) ARCHIVIO DI STATO DI ZAGABRIA, OZNA Fiume / HRVATSKI DRŽAVNI ARHIV U ZAGREBU, OZNA Rijeke. (52) Grobnički Zbornik, Rijeka 1996.. (53) «Službeni list», Oblasni narodni odbor / «Bollettino Ufficiale», Comitato popolare territoriale, Rijeka - Fiume 1946-47. (54) ARCHIVIO DI STATO DI FIUME, Comune di Fiume, Registri atti di morte / DRŽAVNI ARHIV U RIJECI , Opčina Rijeke, Matićna knjiga umrlih. (55) SCOTTI G. - GIURICIN L., Rossa una stella, Rovigno, Centro ricerche storiche Rovigno, 1975. (56) BRESSAN A. - GIURICIN L., Fratelli nel sangue, Fiume, Edit, 1964. (57) Zlatni pir NK Klana, Rijeka 1981. (58) Radnici rafinerije na staši revoluciji, Zagreb 1985. (59) HOST VENTURI N., L’impresa fiumana, Roma, Volpe, 1976. (60) ROMANO J., Židovi u Jugoslaviji 1941.-45., žrtve genocidi i sudionici Narodno oslobodilačkog odbora, Beograd 1980. (61) SCOTTI G., Giovanni Duiz, Compagno John, Rovigno, Centro ricerche storiche Rovigno, 1988. (62) ZUGIć T. - MILIć M., Jugosloveni u koncentracijonom logoru Auschwitz 1941.45., Beograd 1989. (63) Zbornik II. Sektor obalne mornarice Narodnoslobodilačke vojske Jugoslavije, Beograd 1976. (64) «Glas Primorja», Sušak 1944. (65) Naši španjolski dobrovoljci, Rijeka - Rovinj 1988. (66) Zbornik Grobnišćina u radničkom pokretu i revoluciji, Rijeka 1981. (67) ANTIć V. - ČARGONJA A. - KOVAčIć J., Prva istarska partizanska ćeta, Rijeka 1972. (68) Trsat od davnih do današnjih dana, Rijeka 1982. (69) CAROLINI S., Pericolosi nelle contingenze belliche. Internati dal 1940 al 1943, Roma 1987. (70) SOBOLEVSKI M., Divizijske novine 13° Primorsko goranske udarne divizije, Rijeka 1978. (71) BARTOLI G., Le deportazioni nella Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia, Trieste 1961. ELENCO PROVVISORIO VITTIME PRESUNTE Elenco di nominativi di presunte vittime, tratti da diverse fonti, per i quali la mancanza di dati ma, a volte, anche la difformità tra quelli disponibili hanno sconsigliato, per ora, il loro inserimento nell’elenco conclusivo. Si auspica una ulteriore attività di ricerca e la collaborazione di quanti possono essere ancora in grado di fornire adeguati elementi valutativi, ora a noi mancanti, al fine di un futuro aggiornamento dell’opera, per utilizzarli al meglio nell’elenco definitivo o per provvedere alla loro cancellazione qualora non fossero pertinenti al tema della ricerca. Nell’elenco sono compresi anche nomi di persone, decedute dopo il 1948 (pur non rientrando queste ultime nei limiti cronologici del nostro progetto), nomi di quanti, pur essendo stati segnalati come vittime in altre fonti, riteniamo siano deceduti per cause non del tutto compatibili con gli scopi della ricerca e, infine, nomi di quanti sono risultati di incerta nazionalità o con una disponibilità di dati utili non sufficiente al fine di poter sostenere con ragionevole certezza una nazionalità diversa da quella italiana. * PRIVREMENI POIMENIČNI POPIS VJEROJATNIH ŽRTAVA Popis žrtava koje valja pobliže utvrditi nisu prikladne. Popis imena pretpostavljenih žrtava dobivenih iz različitih izvora i za koje nedostatak podataka nije omogućio uporabu obrasca upotrebljenog u statističke svrhe. Poželjna je daljnja istraživačka djelatnots i suradnja onih koji mogu biti u stanju pružiti osnovne vrijednosne elemente koji posve nedostaju za završetak našeg rada. Popisom su obuhvačena i imena onih, umrlih nakon 1948. koji ne ulaze u kronološke okvire našeg istraživačkog projekta te onih koje, iako su označeni kao žrtve u drugim izvorima, smatramo umrlima uslijed uzroka koji ne ulaze u temu koju smo ugovorili za naš rad, i nije im se moglo potvrditi nacionalnost. N° 112 nominativi - imena Arcangelo Antonio, nato a Fiume. Disperso nel 1944. Fonti (1)(2) Arrigoni Neri Angelo di Ambrogio, guardia PS a Lubiana, ucciso da partigiani jugoslavi il 19/3/1943. Fonte (71) Assalanna (nome mancante), residente Fiume, arrestato nel maggio 1945, disperso. Fonte (2) 256 Vittime presunte - Vjerojatne žrtve Babich Giovanni di Giovanni e Maria, nato a Fiume il 13/2/1923, croato, morto a Neuengamme (Germania) per malattia. Fonti (5)(29)(54) Balsamo (nome mancante), residente a Mattuglie, ufficiale EI, MVSN, arrestato e scomparso nel 1943. Fonte (2) Battaja Milutin, meccanico ai Cantieri navali, deceduto in Germania nel 1944. Fonte (1) Bellu o Belu Giuseppe, nato a Fiume disperso nel 1945. Fonte (4) Benas Giovanni, nato a Fiume, deportato dopo il 3/5/1945, disperso. Fonte (71) Berini Boris, nato a Fiume, ucciso dagli jugoslavi nel 1948. Fonte (71) Billinich (nome mancante), nato a Fiume, residente a Fiume, morto il 18/9/1943. Fonte (1) Bissaro Aroldo, nato a Fiume. Fonte (4) Blasevich o Blazevic Pietro o Petar, nato a Fiume, croato, fucilato da tedeschi a Fiume il 28/4/1945. Fonte (4) Bobek Antonio di Antonio e Gherbaz Maria, nato a Zamet il 21/4/1897, croato, deportato a Dachau e ivi deceduto il 6/5/1945. Fonti (1)(2)(4) Bonini (nome mancante) da Abbazia, guardia giurata, prelevato da partigiani dopo l’8/9/43 a Pogliane, disperso. Fonte (2) Bosich o Bozich Vittorio o Viktor, nato a Fiume il 24/3/1928, croato, MPL, deportato a Werden (Germania) e ivi deceduto nel 1945. Fonti (1)(2)(5)(47) Bradičić Giovanni di Antonio e Amalia Grzetić, nato a Trieste il 10/11/1918, croato, MPL, fucilato a Fiume per furto e rapina il 7/5/1945. Fonte (25) Bratogna o Bratonja Vera (Irina), nata a Fiume o Pola il 24/8/1922, croata, MPL, deceduta a San Sabba (Trieste) il 4/4/1945. Fonti (4)(49)(29) Brenner Pietro di Giuseppe e Luisa, nato a Pitomaca il 20/5/1906, deportato e deceduto a Mauthausen il 9/5/1945. Fonte (5) Brussich Giuseppe, nato a Fiume il 13/12/1910, croato, MPL, caduto in combattimento a Dolenje il 2/9/1944. Fonti (4)(25)(55)(18) Calabota Giovanni, nato a Fiume. Fonte (4) Calcich o Kalcich Ferdinando, nato a Riva Valsantamarina (Fiume) il 22/7/1884, croato, deportato a Dachau e ivi deceduto nel 1945. Fonti (2)(47) Canella Andrea, carabiniere, catturato dai partigiani a Pogliane (Abbazia), disperso o arruolato. Fonte (20) Capozzi Pasquale o Giovanni di Michele, nato a Udine il 24/7/1916, RSI 3° Rgt, tenente, catturato a Fiume e deceduto in Jugoslavia nel 1952. Fonte (1) Carbagnoli Pietro, prigioniero in Jugoslavia nel 1946, disperso (?). Fonte (18) Cargonia Mario, madre Alba, nato a Grobniko il 15/8/1920, croato, fabbro, residente a Fiume, scomparso in Lika dopo il 9/5/1945. Fonte (5) Cimini Emilio, di Virgilio, nato a Milano nel 1917, residente a Fiume, AM, deceduto nel 1940 per malattia contratta in servizio. Fonte (2) Civini (nome mancante), da Fiume, arrestato nel maggio 1945, disperso. Fonte (2) Vittime presunte - Vjerojatne žrtve 257 Cocco Lina, residente a Fiume, arrestata dai tedeschi nel giugno del 1944 e rilasciata, moglie del presidente del Tribunale di Fiume, sarebbe deceduta nel maggio del 1945 per choc dovuto agli interrogatori subiti. Fonte (2) Cometa (nome mancante), da Villa del Nevoso, RSI già 61ª Leg. Camice Nere, disperso dopo 8/9/43. Fonte (2) Corizzi Romano. Fonte (4) Crenovich (nome mancante), RSI, sottotenente, 8° Rgt Bersaglieri, caduto in Friuli, ottobre 1944. Fonte (1) Cressevich Antonio, nato a Fiume, fucilato dopo il 1948 per aver favorito espatri clandestini. Fonte (1) Crnić Alojz o Lojzo, falegname ai Cantieri navali, arrestato dai tedeschi e disperso nel 1944. Fonte (1) Cugnali Ferruccio, nato a Fiume. Fonte (4) David Antonio, nato a Dignano, podestà, RSI, 2° Rgt Istria, fucilato a Tersatto il 22/12/1945. Fonte (1) Demaico Giuseppe, nato a Fiume, forse del MPL. Fonte (4) Dermini Giuseppe, nato a Fiume, forse del MPL. Fonte (4) Don Marcellino, nato ad Abbazia, benedettino, cappellano dell’Ospedale militare, disperso nel 1945. Fonte (71) Dorcich Carlo, alias Nerino, nato a Fiume, forse del MPL. Fonte (4) Drinkovich o Drincovich Maria, nata nel 1909 nei dintorni di Fiume, croata, deceduta in Germania, Belsen, nel 1944. Fonti (9)(47) Duiz Amedeo di Giovanni, nato a Fiume il 16/4/1913, sloveno, MPL, deportato a Natzweiler e ivi deceduto il 13/1/1945. Fonti (1)(2)(4)(9)(47)(50) Duiz Guido, nato a Fiume, forse del MPL. Fonte (4) Fabec Franc, nato il 17/10/1906 a Fontana del Conte (Fiume), sloveno, deportato e morto a Dachau il 10/5/1945. Fonti (1)(4)(5)(50) Frank Dragutin, forse ucciso dai tedeschi nel 1944. Fonte (1) Frank Stanko, nato a Zamet il 25/4/1924, croato, forse ucciso dai tedeschi nel 1944. Fonti (1)(5) Gallini (nome mancante), milite RSI, catturato a Sappiane il 6/5/1945 e disperso. Fonte (1) Gasparini Dante, nato a Pisino, milite EI Milizia confinaria a Fiume, ucciso nel maggio 1945. Fonte (1) Ghezzi Francesco Mario di Luciano e Giulia Sampietro, nato a Cetraro (CS) il 3/2/1920, finanziere Brigata S. Nicolò, morto a Fiume il 27/8/1942 per appendicite acuta. Fonte (40) Granchelli (nome mancante), finanziere, residente Fiume, deportato a Cirkvenica, maggio 1945, disperso. Fonte (1) Grubelli (nome mancante), nato a Fiume, RSI, 3° Rgt Fiume, ucciso nel maggio 1945. Fonte (1) 258 Vittime presunte - Vjerojatne žrtve Gudac Zvonimiro, nato a Fiume il 16/9/1908, residente a Ičići e membro del MPL, morto a Fiume per malattia nel 1945. Fonte (25) Hlaca Venceslao di Martino, nato a Drenova Kablari il 13/9/1921, croato, fucilato dai tedeschi a Fiume il 4/4/1945. Fonti (9)(29)(5)(54) Hrvatin Alberto di Francesco e Giuseppa Pohl, nato a Fiume il 20/3/1906, croato, arrestato a Fiume e soppresso dagli jugoslavi a Ogulin il 14/5/1945. Fonti (5)(54)(29) Jardas Miro, croato, fucilato dai tedeschi per rappresaglia a Cosala - Fiume il 9/9/1944. Fonte (42) Jarman Bruno, nato a Fiume, operaio ai Cantieri navali. Fonte (4) Jelacich Lidia, nata a Fiume. Fonte (4) Jurman Romano, nato a Fiume, operaio ai Cantieri navali. Fonte (4) Justin (nome mancante), nato a Fiume nel 1920, deceduto nel 1943 nei dintorni di Roma. Fonte (2) Kindle Massimiliano, nato a Vaduz, arrestato nel maggio 1945, deceduto nel carcere di Maribor nel 1948. Fonti (2)(9) Konig (nome mancante), salumiere residente a Fiume, arrestato nel maggio 1945, disperso. Fonte (2) Kregar Alberto, nato a Fiume, autista delle poste di Fiume, arrestato nel maggio 1945, disperso. Fonte (2) Kucich o Kičić Lino, nato a Fiume il 6/5/1873, croato, ucciso durante un cannoneggiamento jugoslavo a Fiume il 28/4/1945. Fonti (1)(5) Lenhardt Delimir di Anton Juretić e Modesta, nato a Sušak il 28/1/1912, croato, ucciso dagli jugoslavi in Provincia di Fiume quale spia dell’OVRA nel 1943. Fonte (18) Macchi (nome mancante), nato a Fiume, arrestato a Trieste nel maggio 1945, deportato e disperso. Fonte (2) Majorano (nome mancante), carabiniere, residente a Fiume, catturato e fino al 1946 prigioniero a Skopje. Fonte (1) Manzi Leonardo di Luigi e Maria Rotundo, nato a Fiume il 3/7/1937, ucciso a Trieste dalla Polizia civile agli ordini degli inglesi il 5/11/1953. Fonti (1) (2) Marras Giovanni, nato a Fiume. Fonte (4) Marussi Giovanni, nato a Fiume, deceduto in carcere (asserito suicidio) nel 1947. Fonte (71) Matera (nome mancante), nato a Fiume, arrestato nel maggio 1945, disperso. Fonte (2) Medda (nome mancante), RSI Fiume, ucciso a Fiume nell’aprile 1945 in un’imboscata partigiana. Fonte (1) Medvedici Desiderio, nato a Fiume, forse del MPL, disperso nel 1945. Fonte (4) Napolitano Antonio, nato a Fiume, arrestato dall’OZNA nel 1945, disperso. Fonte (71) Paolato Luigi di Govanni, nato a Fiume o a Capodistria, maresciallo EI in congedo, disperso dal 9/5/1945. Fonte (1) Vittime presunte - Vjerojatne žrtve 259 Paravich Antonio, studente, nato a Fiume nel 1927, disperso nel 1951. Fonte (1) Pavlinić Stanko di Michele e Nikuličić Fannj, nato a Sušak il 23/7/1906, fucilato dagli italiani in Provincia di Fiume nel 1942. Fonte (21) Penso Mario, nato a Fiume nel 1901, capo magazziniere ROMSA, arrestato nel maggio 1945 e deceduto in carcere nel 1948. Fonti (2)(3) Persich Rodolfo di Vincenzo, nato a Drenova il 15/1/1915, croato, deportato in Germania, ivi deceduto nel 1944. Fonti (9)(5)(54) Peteani Stefano, Fiume, arrestato forse a Trieste ai primi di maggio 1945 e tradotto a Borovnica, probabile soppressione da parte jugoslava dopo maggio 1945. Fonti (45) Pilepić Riccardo di Francesco e Antonia Superina, nato a Fiume il 9/9/1907, croato, MPL, fucilato per furto e rapina a Fiume il 7/5/1945. Fonte (25) Pisturich o Piskurich Mario o Mirko, nato a Tersatto il 11/7/1920, croato, deportato, morto in Germania per malattia. Fonti (9)(2)(4)(1)(68)(47)(50) Podobnik Giuseppe, n. 19/11/1920, Castelnuovo d’Istria, EI, 90° Fanteria, deceduto nel campo 160 Suzdal (?). Fonte (1) Pozzolini (nome mancante), RSI, Xª MAS, deportato a Villa del Nevoso e Sušak dopo maggio 1945. Disperso. Fonte (1) Prospero Giuseppe di Giuseppe e Stefania, nato a Fiume il 23/7/1928, croato, MPL, fucilato da italiani a Trieste il 5/8/1944. Fonti (1)(5)(4)(10)(54)(47)(29)(56)(53) Riboni Mario, nato a Fiume, ucciso a Sesana mentre tentava l’espatrio clandestino nel 1948. Fonte (2) Ricchetti (nome mancante), Carpi (Modena), residente a Fiume, EI, ucciso a Borovnica il 31/8/1945. Fonte (2) Riosa Gastone di Gaudenzio e Anna Maria, nato a Gallignana (Novara) il 5/11/1925, fucilato a Tersatto nel 1948 per aver favorito espatri clandestini. Fonte (2) Rivari Vladimiro di Ladislao, nato ad Abbazia, probabile soppressione da parte jugoslava il 30/6/1948 ad Abbazia. Fonti (2)(3) Sabatti Giuseppe di Giuseppe e Ritossi Antonia, nato il 28/3/1925 a Visinada, RSI, 2° Rgt Istria, infoibato con altri nei pressi di Fiume dopo il 3/5/1945. Fonte (1) Saraceni Tommaso, di Antonio, arrestato a Trieste l’1/5/1945 e tradotto a Fiume, probabile soppressione da parte jugoslava dopo il maggio 1945. Fonte (45) Scala Luigi, nato a Fiume, disperso nel 1943. Fonte (2) Scaramelli Umberto, nato a Fiume nel 1930, morto il 20/2/1945. Fonte (1) Scattaglia (nome mancante), Fiume, RSI, VIII Btg costiero, disperso dopo maggio 1945. Fonte (1) Scipione (nome mancante), finanziere, Fiume, dopo maggio 1945 deportato a Crikvenica, disperso. Fonte (1) Scrobogna Claudio, nato e residente a Fiume, disperso nel 1944. Fonte (4) Sergi Valentino, nato a Fiume. Fonte (4) 260 Vittime presunte - Vjerojatne žrtve Sicchè Francesco, funzionario del dazio a Drenova, fucilato nel settembre 1945. Fonte (1) Sikić Natale di Filippo, detto Božo, nato a Fiume il 19/12/1898, croato, fucilato da jugoslavi a Tersatto il 19/5/1945. Fonte (25) Simcich Carlo di Giovanni, nato a Fiume il 1/8/1926, sloveno, deportato ad Augusta e ivi deceduto nel 1944. Fonti (1)(9)(5)(47) Simkovics o Sinkovic (nome mancante), ebrea di Sušak, deportata in Germania. Fonte (44) Sincich Leone, nato a Fiume. Fonte (4) Smeli Clemente, di Vittorio e Giovanna Klesmik, croato, nato a Fiume il 20/11/1899, fucilato a Fiume il 7/5/1945 per furto e rapina. Fonte (25) Smerdel o Smerdelj Giuseppe o Josip di Josep, croato, nato a Sušak il 8/3/1921, morto a Dachau 6/3/1945. Fonti (1)(5)(50) Sosić o Sesić Amalia, nata a Castua, croata, morta a Trieste il 22/1/45, fucilata dagli italiani. Fonti (1)(10) Sposta Mario, nato a Trieste il 27/8/1899, fotografo della Questura di Fiume, deportato nel carcere di Maribor e ivi deceduto nel 1948. Fonti (2)(3)(35) Springhetti Stefania, nata a Fiume nel 1885, dispersa nel 1945. Fonte (1) Stefan Severino, nato a Fiume, arrestato il 16/6/1949 e disperso in Jugoslavia. Fonti (2)(3) Stifancich Carlo di Martino e Gulich Stefania, nato a Fiume il 4/6/1922, deceduto in mare in espatrio clandestino il 17/5/1952. Fonti (2)(3) Superina Giovanni di Giuseppe, nato a Fiume nel 1923, ucciso in Istria nel 1948 mentre tentava di espatriare clandestinamente. Fonte (2) Susani (nome mancante), RSI, III Cp, XVII Btg costiero, caporal maggiore, disperso dopo maggio 1945. Fonte (1) Susani Jovo, calderaio ai Cantieri navali, catturato dai tedeschi e disperso nel 1943. Fonte (1) Švalba Vid o Vladimiro di Ante e Ada de Emili, nato a Fiume il 22/4/1905, croato MPL, caduto a Castua il 14/7/1944. Fonti (1)(5) Svich Domenica, nata a Fiume. Fonte (4) Svich Giuseppe, nato a Fiume. Fonte (4) Tilio Persico, nato a Fiume. Fonte (4) Tomlienović o Tomljanović Caterina, nata a Ledenize di Volosca l’1/1/1913 sarebbe morta a Trieste, Risiera di San Sabba il 21/6/1945, data improponibile perché Risiera non più agibile. Fonte (1) Tommasini Bozidar, nato a Fiume. Fonte (4) Trami (nome mancante), nato a Fiume, maresciallo dei carabinieri, ucciso nell’ottobre 1944 da partigiani. Fonte (4) Tuchtan Leopoldo, di anni 74, nato a Fiume, impazzito a causa dell’arresto del figlio Leopoldo nel 1948 e deceduto in manicomio nel 1949. Fonte (1) Vittime presunte - Vjerojatne žrtve 261 Vajs o Weiss (donna, nome mancante) di Samuel, nato 1889, ebrea di Sušak, deportata nel 1944 in Germania. Fonte (18) Venuto (nome mancante), RSI, XVII Btg costiero, sergente, disperso dopo maggio 1945. Fonte (1) Verde (nome mancante), residente a Fiume, maresciallo, 8° Rgt Milizia RSI, disperso nel 1944. Fonte (1) Visinko Carlo di Pietro, nato a Fiume, arrestato nel 1946 e deceduto a Maribor il 18/7/1948. Fonte (2) Vitelli Nevio di Arturo, nato a Fiume il 8/3/1928, reduce da Dachau e morto per malattia ivi contratta a Pallanza. Fonti (2)(4)(5)(50) Viti Igino, nato a Fiume, sottotenente EI, disperso tra il 1940 e il 1943. Fonte (1) Vitich Giuseppe, nato a Fiume, disperso dopo l’8/9/1943. Fonte (2) Vivoda Umberto, nato a Fiume, residente a Fiume, disperso nel 1944. Fonte (4) SCHEDE VITTIME ACCERTATE ANKETNI LISTOVI POTVRDENIH ZRTAVA Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Causa Modalità di morte Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Aceto Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Causa Modalità di morte Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Achillich Antonio Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Adam Angelo Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Causa Modalità di morte Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI Marina Sottocapo 31-05-1945 Provincia Fiume - Villa del Nevoso Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (1) Data di morte presunta per giorno. Veglia Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI Rgt. M.D.T. 31-12-1945 Istria Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. Disperso dopo l’occupazione titina 20-04-1888 Fiume Sconosciuta Italiana Operaia Rientrato a Fiume dopo l’8/9/43 viene arrestato e deportato a Dachau; sopravvissuto, rientrò a Fiume nel lug. 45 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Soppressione da parte jugoslava (2) Venne arrestato da jugoslavi il 4/12/45 insieme alla moglie; il giorno dopo anche la figlia Zulema - Della famiglia Adam non si seppe più nulla. Data di morte presunta a fini statistici Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Causa Modalità di morte Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Adam Zulema Angelo Stefancich Ernesta Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Causa Modalità di morte Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Adami Celso Ferdinando Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Causa Modalità di morte Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Adriano (Adriani) Raimondo Antonio Giuseppa Coreno 31-12-1928 Nubile Cattolica Italiana Sconosciuta 31-12-1945 Jugoslavia Dispersa Soppressione da parte jugoslava (2) Arrestata a Fiume dalla polizia jugoslava essendosi recata a chiedere notizie del padre Angelo e della madre con lui arrestata. Date nascita e morte presunte a fini statistici Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta 16-12-1940 Ignoto Disperso in mare Affondamento M/n Bonzo (2) 23-11-1922 Corno Ausonia Frosinone Sconosciuta Italiana Sconosciuta Finanziere in servizio in Abbazia 21-09-1944 Italia (tra Brescia e Udine) Disperso Ignota (1)(2)(40) da quest’ultima fonte è tratta la data della morte in (1) risulterebbe ucciso ad Abbazia il 21-09-1944 in (2) risulta ucciso a Fiume dopo il 3/5/1945 264 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Africh Giovanni 29-08-1922 Mattuglie Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - C. di ed Enti Vari ftr. - arma Fanteria 20-02-1943 Territorio metropolitano Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Agnelli Angelo Giuseppe 16-02-1912 Laurana Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - grado S.T.V. - nave Augusta - arma Stato Maggiore 12-11-1940 Mare Mediterraneo Centrale Disperso in combattimento Affondamento nave (6) Agnelli Giuseppe 17-12-1922 Laurana Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - grado G.M. - nave Settembrini - arm Stato Maggiore 15-11-1944 Mare Oceano Atlantico Disperso in combattimento Affondamento (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Agostini Giorgio Giuseppe Devetak Idia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Aguilia o Aguila Francesco Giuseppe Teresa Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Alberti Luigi Emilio Maria Stassic Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 14-05-1924 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI 25-12-1944 Italia - Prov. Gorizia - Casali Mesto Caduto in combattimento Fuoco nemico (1)(2)(6) Proposto Medaglia d’oro al V.M. 18-03-1896 Palermo Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI Tenente Processato dal Tribunale Militare di Ogulin 27-11-1945 Ignoto Fucilazione Condanna a morte da parte jugoslava (5)(54) 08-01-1913 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. Ten. Fanteria Intendenza 2ª arm. Sussa Prigioniero in Jugoslavia nel 1946 Morte non accertata 31-12-1946 Jugoslavia (?) Ignote Da accertare (18) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Alcaro Ettore Bruno 10-05-1922 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - S. capo - nave Scirocco - unità torpediniere 23-03-1942 Mare Mediterraneo Disperso in combattimento (6) Aler Emilio Giovanni Maria 02-05-1924 Fiume Scapolo Cattolica Italiana Sconosciuta Deportato a Wilhelmshaven e deceduto a Newengamme 07-01-1945 Germania Deceduto in prigionia Malattia (9) (1)(2)(5)(9)(29)(54)(50)(47) Secondo fonte (9) deceduto a Bauternweg Haven Germania. Aler Maria Giovanni Caterina Faidiga 23-03-1903 Hrenovice Postumia Coniugata con Giovanni Aler Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Fiume 15-11-1944 Istria San Pietro Cossana Uccisa dai partigiani Ignota (37)(5) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Alessandrini Alessandro Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Alessi Pierino Enrico Poletti Anna Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Alfieri Francesco Antonio Tampone Filomena 265 31-12-1890 Fiume Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta 21-01-1945 Fiume Ucciso Bombardamento aereo (1)(54) Deceduto all’età di 55 anni Data nascita presunta per giorno e mese 17-05-1924 Casale Corte Cerro Sconosciuta Italiana Sconosciuta Militare di stanza a Fiume - RSI Milizia Vipacco 31-12-1945 Jugoslavia - Vipacco Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (20-24) Pres. Cons. Ministri 1951-54 Ctg. 15.2 fasc. 10.599 sottofasc. 2/2 - Lettera Prefettura Novara del 12/1/49 Aderì alla RSI dopo essere stato internato in Germania l’8/9/43-ultime notizie da Salcano (Gorizia) 13/5/45 Data morte presunta per giorno e mese 01-10-1892 Cerignola Foggia Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato dai partigiani nell’agosto 1943 31-12-1943 Ignoto Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno mese e anno. 266 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Alì (in Loffredo) Anna Tommaso Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata nel giugno 1945 e deportata con il marito Primo e il figlio Raimondo 31-10-1945 Jugoslavia Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (1)(2)(3) È deceduta nell’ottobre 1945 Data di morte presunta per giorno. Allazetta Angelo 12-04-1914 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - S. ten. - II° Btg. C/C ftr. - unità cannoni da 47/32 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni 21-12-1942 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Aloi Domenico Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carenza dati appartenenza forze armate Sconosciuta Italiana Sconosciuta Finanziere (?) Deportato il 3/5/1945 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(2) In Ufficio storico G.d.F. non risulta in organico tra il 1943 e il 1945 Data di morte presunta per giorno mese e anno. Altmann Giuditta Ferdinando Margherita 07-02-1932 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Deportata da Ponte Tresa. Arrestata e deportata con il padre Ferdinando ad Auschwitz 31-05-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44)(51)(47) Nata il 04/02/1932 e deceduta il 23/05/44 (36). Altmann Giuliano Ferdinando Margherita 04-02-1937 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Deportato da Ponte Tresa con il padre Ferdinando ad Auschwitz 31-05-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44)(51)(47) Deceduto il 23/05/44 (36). Altmann Gisella Ferdinando 05-11-1879 Strzeliska Nowa Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume Deportata da Fossoli ad Auschwitz 23-05-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44) (51) È deceduta all’età di 65 anni. Forse vero nome è Schmir Gisella. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Altmann Guglielmo Giacomo Schmier Rosa Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Altmann in Herskovits Margherita Ermanno Anna Goldmann Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 05-06-1874 Strzeliska Nowa (Polonia) Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume Deportato da Fossoli ad Auschwitz il 16-05-44 23-05-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44)(51) Nato in Polonia a Strzeliska Nowa (36). Elettore Comunità Israelitica dall’11/02/32. 17-01-1906 Nyeiregyhaza (Ungher.) Coniugata Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Deportata da Fossoli ad Auschwitz il 16/05/1944. 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (27)(36)(1)(44)(51)(47) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Amato Giuseppe Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume PS già Commissario Capo della Questura di Fiume poi a Pola Arrestato il 3/5/45 dai partigiani jugoslavi 16-06-1945 Jugoslavia - Lubijana Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (2) Era alla questura di Pola; forse deceduto il 06/05/1945 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 267 Ambrosich Milan 06-08-1876 Villa del Nevoso Prov. del Carnaro Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Deportato a Dachau Sepolto a Leitenberg 21-03-1945 Germania Ignote Ignota (2) (1) Ambrosio Aldo 19-05-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - S. ten. - 26 settore e sottosettore G. unità G.A.F. 16-04-1942 Fronte jugoslavo Morto in combattimento Fuoco nemico (6) Ambrosio Bruno Giovanni 4-07-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Trento - unità fuochista 15-06-1942 Mare Mediterraneo Disperso in combattimento Affondamento (6) 268 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Ambrosio Angelo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Amici Franco Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Amoroso Marco Mario Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Trieste Deportato nel maggio 1945 dai partigiani 31-12-1945 Jugoslavia Probabile soppressione da parte jugoslava (1) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 07-08-1921 Bologna Celibe Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato dopo il 03/05/1945 31-12-1945 Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2)(5)(54) Data di morte presunta per giorno mese e anno 27-06-1920 Laurana Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado C.M. - rep. XXX° Btg. Guast. Genio - unità Genio e Chimici 18-02-1943 Fronte russo Deceduto in prigionia Ignota (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Amsterdam Isidoro David Schamschiwitel Nacha Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Ancona Guido Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Ancona Mario Arturo Giselda 19-04-1899 Cestochowa Polonia Coniugato con Rosenbaum Lea Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume 05-09-1944 Italia - Aereoporto di Forlì Fucilazione Soppressione da parte tedesca (1)(2)(27)(44)(36) Esumato il 9/3/45, sepolto nel Cimitero Monumentale di Forlì Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato il 15/11/46 dall’OZNA 4-12-1946 Provincia Fiume - Ospedale di Susak Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (2)(1) 05-04-1917 Bari Ebraica Italiana Sconosciuta A.M. Genio Aeronautico 31-12-1944 Ignoto Ignote Ignota (27)(44) Disperso in guerra (27). Presente a Fiume il 18/02/44. Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Andretti Andrea Andrea Hlanuda Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Andrioni Vincenzo Enrico Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Angaro Antonio Ivan Giuseppa o Josipa 25-10-1888 Varsavia Ebraica Italiana Sconosciuta Abbazia Deportato a Dachau 01-02-1945 Germania Ignote Ignota (2)(9)(29) Nato ad Abbazia (9). Forse nato in data 20/10/1888 (29) 19-07-1927 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta A.M. 17-11-1944 Fronte ignoto Caduto in combattimento Fuoco nemico (2) Dall’ottobre del 1943 prestò servizio a Vienna, Bourdaux ed a Freiberg. 08-01-1905 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 31-12-1942 Ignoto Ignote Ignota (5)(54) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Angelucci Merzo Luciano Ada Costa Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Angiolicchio Alberto Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Anici o Amici Antonio Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 23-12-1940 Fiume Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume No 5-05-1945 Fiume Deceduto per ferite d’arma da fuoco Ignota (38) 17-09-1891 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI 30-04-1945 Fronte Jugoslavo Disperso in combattimento (6) 19-04-1897 Abbazia Ebraica Italiana Sconosciuta Deportato a Dachau Inviato al Coroneo di Trieste 20-02-1945 Germania Ignote Ignota (2)(4)(44) 269 270 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Antic Vladimiro Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Antic Giorgio Giorgio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Antonini Emilio Giovanni Francesca Bolich Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta MPL 31-03-1942 Provincia Fiume Fucilazione Condanna a morte da parte italiana (21) Condannato sentenza del Tribunale di Guerra 2ª Armata del 27 Marzo 1942 - secondo la fonte n. 21 Data di morte presunta per giorno e mese. 31-12-1907 Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta 31-12-1945 Ignoto Ignote Ignota (18) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Data di nascita presunta per giorno e mese. 08-09-1869 Buie d’Istria Sconosciuta Italiana Sconosciuta 10-10-1943 Istria Drenica Fucilazione Condanna a morte da parte jugoslava (22) Condannato con sentenza Trib. Mil. Comando Primorsko Producje, presidente Cizmek Giorgio. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Anut Giorgio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Aquila Franco Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Arban Mario Angelo Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 13-11-1915 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - Capor. - 15 Btg. Mort. - Mortai 30-09-1943 Fronte jugoslavo - Dalmazia Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI Ufficiale Esercito Arrestato dall’OZNA nel giugno ‘45 31-10-1945 Provincia Fiume Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (1)(2) Data di morte presunta per giorno. 15-09-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta A.M. - aviere s. - 097ª sq. caccia - unità 004 st. caccia 8-09-1943 Territorio metropolitano Disperso in combattimento Ignota (6)(2) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Arban in Laicini Mercedes 12-09-1907 Fiume Sposata Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Fiume; deportata nel campo di concentramento di Bergen Belsen 09-05-1945 Germania Ignote Ignota (1)(5)(4)(50)(47)(50) Secondo la fonte (5), è deceduta il 9/5/1946 a Belsen Ardito Savino Michele 31-12-1887 Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume PS Maresciallo Ufficio Ferrovia Organico del 3/6/44 in AMSF 31-12-1945 Jugoslavia Grobniko (?) Fucilazione Condanna a morte da parte jugoslava (3) Nato nel 1887 e ucciso dopo il 3/5/45 (ANS) Data nascita presunta per giorno e mese Data morte presunta per giorno mese e anno Argento o Argiento Luigi Domenico Falco Rosa 03-01-1922 Caivano Napoli Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere Legione Trieste Arrestato da partigiani jugoslavi 30-10-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2)(40) Data riportata sopra in (40) presunta per giorno Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 271 Arich Tristano Diego 16-09-1914 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - grado G.M. - nave Zaffiro - unità Stato Maggiore 08-07-1942 Mar Mediterrameo Occidentale Disperso in combattimento Affondamento (6) Armanini Antonio 09-01-1913 Mattuglie Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - sergente - rep. 24 Btg. Genio - unità Genio e Chimici 01-01-1942 Fronte jugoslavo Disperso in combattimento Ignota (6) Armato Giuseppe Sebastiano Marianna Sammut 01-06-1919 Messina Sconosciuta Italiana Sconosciuta Finanziere - Leg. Trieste Arrestato dai partigiani 30-05-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (39)(40) (39) la famiglia chiedeva notizia nel 1946 Data morte presunta per giorno 272 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Armentano Cosimo Antonio (o Luigi) Pasquale Jolanda Medico Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Artner Mario Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 20-09-1908 S.Rosario Lecce Sconosciuta Italiana Sconosciuta Carabinieri Arrestato il 01/05/45 a Fiume e deportato 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Ignota (1)(46) Data di morte presunta per giorno e mese 11-05-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Tunisi - fuochista - fro. 24-06-1943 Fronte africano orientale Disperso in prigionia Ignota (6) Assalotti Gualtiero Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL 16-09-1943 Provincia Fiume Costabella Caduto in combattimento Fuoco nemico (2) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Atzori Francesco Giuseppe o Gennaro Giovanna 31-12-1897 Borore (?) Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume PS Maresciallo - Fiume - Comando Staz. organico del 3/6/44 in AMSF Arrestato il 03/05/45 e deportato 14-06-1945 Jugoslavia Fucilazione Condanna a morte da parte jugoslava (3)(5)(39) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6, o anche nel maggio dello stesso anno. In (5) deceduto a Fiume il 30/6/45 In (39) alla moglie risultava prigioniero a Lescovac Aub in Steinmann Regina Ermanno Rosalia Burger 28-03-1878 Morraliersko (Ungheria) Coniugata Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Deportata da Fiume a San Sabba e da qui ad Auschwitz. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (27)(36)(44)(47) Nata nel 1868 (36). Data di morte presunta a fini statistici Aversano o Avrasano Luigi Santolo Fucone Caterina 18-01-1899 Baia di Napoli Napoli Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume (altrove Fianona) Carabinieri ? 16-06-1945 Jugoslavia Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (5) (30) (in queste fonti risulta PS) In (1) e (2) e (46) risulta carabiniere In alcune fonti è chiamato Avrasamo (54) Non risulta in organico PS 3/6/44 e in altri (AMSF). Ucciso dopo il 3 maggio del 1945 (ANS). In alcune fonti la data di morte è 18/08/45 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Azzara Girolamo Antonio Filomena Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Azzaro Salvatore Francesco Giuseppa Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 09-02-1873 Motta S.Giovanni Reggio Calabria Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI 3 Rgt. Milizia 18-02-1944 Ignoto Ignote Ignota (5)(54) 21-08-1908 Scili RG Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume PS Guardia Ufficio Ferrovia Organico del 3/6/44 Arrestato il 03/05/45 14-06-1945 Jugoslavia Fucilazione Condanna a morte da parte jugoslava (3)(5)(54) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6.Secondo fonte (5), è deceduto in posto sconosciuto il 20/6/45. Potrebbe essere deceduto anche a Lubiana (Jugoslavia). Azzolino Amerigo 31-12-1922 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI - I Btg. bers. “Mussolini” Prigioniero il 29/4/45 a Caporetto 30-04-1945 Jugoslavia Slovenia Ucciso durante la deportazione Soppressione da parte jugoslava (17) Nacque nel 1922 Data di morte presunta per giorno e mese. Data di nascita presunta per giorno e mese. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Babbi Clauco Rocco Covacci Luigia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Babic Agipit Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Babich Francesco 273 28-10-1924 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI 26-09-1944 Territorio Metropolitano Disperso in combattimento Ignota (6) 19-08-1912 Fiume Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Buchenwald 29-03-1945 Germania Ignote Ignota (1) 29-09-1878 Cattolica Italiana Sconosciuta Deportato a Dachau 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (1)(2) Potrebbe essere nato anche nel 1879 Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 274 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Babich Nicolò Paolo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Babin Simeone Gasparo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bacchi Pietro Giovanni Schmidt Noemi Sussak Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 21-10-1944 Ignoto Disperso in mare Affondamento nave (2) 14-05-1879 Fiume Coniugato Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume 21-01-1944 Fiume Bombardamento aereo (1)(37)(38)(41) 13-02-1905 Zara Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. Capitano di fanteria 07-04-1943 Fronte africano Tunisia Ignote Ignota (2) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bacchiera Giacomo Giacomo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bacci Icilio Eugenio Girardelli Isolina Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Prov. di Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. sottocapo meccanico 25-01-1941 Ignoto Disperso in mare Affondamento (1) 02-07-1879 Fiume Coniugato Cattolica Italiana Fiume Arrestato il 21/5/45 Imprigionato a Karlovac 31-12-1945 Jugoslavia Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (2)(54) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Bacco Arno Giovanni Cafasso Angela 23-11-1922 S.Germano Vercellese Vercelli Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere 15-04-1945 Fiume Disperso Soppressione da parte jugoslava (1)(40) In (2) risulta ucciso dopo il 3/5/1945 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bacich Francesco Francesco Maria Mattia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bacich (Bacic) Francesco Giovanni Elena Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Badalucco (o Badaluzzo) Gaspare Isidoro Allotta Vita 27-07-1882 Fiume Vedovo Cattolica Sconosciuta Sconosciuta Fiume 19-07-1944 Fiume Bombardamento aereo (37) 29-09-1878 Castua Sposato Sconosciuta Sconosciuta Operaia Fiume Campo di prigionia di Dachau 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (5)(25)(54) Data di morte presunta per giorno e mese 31-12-1922 Fiume Celibe Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume 14-04-1945 Provincia Fiume Abbazia (ospedale) Deceduto per ferite Bombardamento aereo (1)(2)(38) Nato a Trapani, deceduto a 23 anni a Fiume per ferite multiple causate da schegge di bombe (38). Data nascita presunta per giorno e mese Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bader Harry Herbert Giovanni 19-07-1921 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - grado G.M. - nave Da Vinci - unità Stato Maggiore 02-07-1943 Mar Oceano Atlantico Disperso in combattimento Affondamento (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bagnato Francesco Rosario Grazia Principato Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Baicich Silvio Michele Giustrica Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 275 25-01-1931 Fiume Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume 05-10-1944 Fiume Ucciso Bombardamento aereo (37) 23-07-1924 Fiume Celibe Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL Battaglione Fiumano (Sett.-ott. del 1943) Arrestato nell’estate del 1944; inviato campo di conc. Germania 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (4)(5)(54)(29)(55)(10)(43) Data morte presunta a fini statistici 276 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Baldesi Matteo Coniugato con una croata di Zara Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Squadra Giudiziaria Non in organico del 1944 in AMSF 31-12-1945 Ignoto Disperso Ignota (30)(34)(35) Irreperibile dall’occupazione slava di Fiume; non si ha certezza che sia tra le vittime. Vedi anche Valderi Matteo, si potrebbe trattare della stessa persona.Morte presunta per giorno, mese e anno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Ban Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Ban Giuseppe Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Baldo in Tonolli (Tonelli) Caterina Daniele Maria Fontana 21-01-1944 Fiume Ucciso Bombardamento aereo (37)(38)(41) Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Baldussi Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. 15-10-1854 Aldeno Vedova Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Mattuglie Arrestato dai partigiani dopo l’8-09-1943 30-09-1943 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Combattente della Guerra 1915-1918 Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 06-02-1905 Racize (Mattuglie) Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Deportato a Dachau 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 13-08-1914 Matteria Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. Gruppi Lavoratori Genio unità Genio e Chimici 08-09-1943 Fronte greco - Creta Disperso in combattimento Ignota (6) Ban Stanislao 18-11-1926 Matteria Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 238 Cp. Genio - unità Genio e Chimici 08-09-1943 Territorio metropolitano Disperso in combattimento Ignota (6) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Baratto Albino Albino Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Barba Luigi Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 06-08-1902 Zara Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI Rgt. M.D.T. - Sottoufficiale Arrestato il 3/5/45 31-12-1945 Jugoslavia Zara Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(2)(5) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 30-11-1921 Villa del Nevoso Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. Rgt. Art. a cavallo - arma Artiglieria 10-05-1943 Fronte russo Deceduto in prigionia Ignota (6) Barbaglia Giovanni Giovanni 31-12-1898 Corbatta Milano Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Giusicci (Mattuglie) 31-12-1944 Provincia Fiume Ignote Da accertare (29) Invalido e pensionato. Prelevato dai partigiani nella sua abitazione il 16/01/1944. Si ignora se sia stato ucciso o arruolato. Data di nascita e morte presunte a fini statistici Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barbieri Marcello Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Barbieri Eugenio Guglielmo Edvige Tominich Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 277 24-02-1918 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - serg. - 32 Rgt. fant. carr. - carristi 24-05-1941 Fronte Mediterraneo Disperso in combattimento Ignota (6) 22-10-1923 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Pola RSI X° MAS - guardia marina base est di Brioni 20-04-1945 Fronte jugoslavo Caduto in combattimento Fuoco nemico (1)(2)(6) Secondo la fonte (2), sarebbe stato catturato dagli slavi nel maggio 1945 e deportato senza dare più notizie Barbieri Prosen Danica 31-12-1906 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta 31-12-1945 Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (18) Data morte presunta Data nascita presunta per giorno e mese 278 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barbiero Giovanni Antonio Mastroianni Angela Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barchovich Valdemaro Giovanni Anna Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barcovich Giovanni 02-02-1923 Piana di Caiazzo Caserta Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere - X Btg Mobilitato 08-09-1943 Fronte jugoslavo - Slovenia Disperso nella zona di Lubiana (1)(40) In (2) risulterebbe ucciso dopo il 3/5/1945 Disperso nella zona di Lubiana come Basile Vincenzo, finanziere, e Canino Carlo, finanziere. 26-06-1923 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta 21-09-1944 Fiume (porto) Ucciso Bombardamento aereo (5) 18-05-1904 Bersezio (Moschiena) Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Flossemburg 17-06-1944 Germania Ignote Ignota (2) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barcovich Emilio 26-01-1921 Moschiena Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado C.M. - rep. 53 Rgt. ftr. - arma Fanteria 25-01-1943 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barcovich Giovanni Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barcovich Miroslavo Gaspare Moschiena Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 16-07-1940 Ignoto Disperso in mare Affondamento (2) Moschiena Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 28-06-1940 Ignoto Disperso in mare Affondamento nave (2) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barcovich Tommaso Lodovico Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barcovich Valdemaro Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bardi Antonio Valsantamarina Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 16-01-1943 Ignoto Disperso in mare Affondamento (2) Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marinaio 11-01-1944 Fiume Ucciso Bombardamento aereo (2) 18-10-1883 Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 18-10-1943 Fiume Ucciso Cannoneggiamento jugoslavo (1) Deceduto all’età di 60 anni. Data di nascita presunta per giorno e mese Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bardi Mario Antonio Maria Mrak Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Baricelli Matteo Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 279 21-09-1895 Fiume Celibe Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume 21-09-1943 Fiume Deceduto per ferite Cannoneggiamento jugoslavo (37) Aveva 48 anni (37). Data di nascita presunta per giorno e mese 29-09-1882 Monte Maggiore (Ucka) Prov. di Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Inviato al “Coroneo” di Trieste, n. 9514 (9/5 19/7/1944) - campo di concentramento “Dachau”, n. 117300 17-01-1945 Germania Ignote Ignota (4) Barkovich Giovanni Giovanni 14-07-1925 Medea Laurana Celibe Cattolica Italiana Sconosciuta Deportato in Germania (Dachau) il 18/11/1944 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (9) 280 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barletta Filippo Luigi Maria Griffi Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barone Carmine Ruggero Martino Maddalena Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barone Giovanni Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI M.D.T. a Fiume 31-12-1944 Istria - strada Fiume-Trieste Caduto in combattimento Fuoco nemico (1)(2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 31-10-1902 Monte Corice Salerno Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere Legione Trieste Caserma Macchi Campo di Borovnica (Slovenia) 30-06-1945 Jugoslavia Deceduto in prigionia Malattia (1)(40) In (2) risulta arrestato 3/5/1945 a Fiume Data di morte presumta per giorno 31-12-1901 Orosei Nuoro Carenza dati appartenenza forze armate Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere Servizio Caserma Macchi (Fiume) Catturato il 03/05/45 27-09-1945 Fiume Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (1) Data di nascita presunta per giorno e mese. All’Ufficio storico G.d.F. non risulta in organico tra il 1943 e il 1945 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Barone Vincenzo Vincenzo Mauro Rachele Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bartioro Renato Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bartol Aldo 07-08-1915 Salerno Salerno Sconosciuta Italiana Sconosciuta Di stanza a Fiume Finanziere - brigadiere Legione Trieste 03-05-1945 Jugoslavia Disperso Ignota (11)(40) 05-11-1900 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta 05-11-1944 Fiume Ucciso Bombardamento aereo (1)(2) Deceduto all’età di 14 anni Data di nascita presunta per giorno, mese e anno 16-11-1921 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Trapani - unità Marò 22-05-1945 Stati Uniti Deceduto in prigionia Ignota (6) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bartolomeo Salvatore Tommaso (o Salvatore) Grazia 15-01-1899 Messina Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume PS Guardia scelta Ufficio Porto a Fiume organico 3/6/44 in AMSF Arrestato il 03/05/45 14-06-1945 Jugoslavia - Grobniko Fucilazione Condanna a morte (3)(5)(2)(31)(33)(35)(54) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6. Secondo fonte (5) è morto il 15/6/45. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Baschiera Giacomo Giacomo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Basile Vincenzo Gennaro Arcucci Carmela Note ed eventuali 19-05-1913 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - S. capo - nave Diaz - unità meccanico 25-02-1941 Mar Mediterraneo Disperso in combattimento Affondamento nave (6) 12-02-1909 Napoli Napoli Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere XI Btg Mobilitato 08-09-1943 Jugoslavia - Dalmazia Disperso Ignota (1) risulta disperso nella zona di Lubiana in fonte (2) risulta ucciso a Fiume dopo il 3/5/1945 I dati in scheda sono tratti da fonte (40) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bassa Giuseppe Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bastiancich Luigi Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bastiancich Maria Giuseppe Emilia 281 27-04-1913 Castel Jablanizza Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - sold. - 86 Rgt. ftr. - Fanteria 28-11-1941 Fronte africano settentrionale Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) 13-08-1922 Villa del Nevoso Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. XXVI° Btg. Mort. - ar. Mortai 31-01-1943 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) 24-08-1896 Fiume Coniugata Bisoffi Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportata dai tedeschi a Rawensbruck 07-02-1945 Germania Ignote Ignota (5)(54) 282 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Bastianutti Giuseppe Rodolfo Benzan Michelina 17-08-1918 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado C.M. - rep. Drappelli Automob. unità Automobilisti trasp. salm. 05-12-1941 Fronte africano settentrionale Caduto in combattimento Fuoco nemico (6)(2) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Batista Stanislao Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Batista Antonio 20-12-1912 Villa del Nevoso Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 12 Btg. Istr. ftr. - arma Fanteria 06-10-1943 Fronte jugoslavo Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) 24-09-1919 Villa del Nevoso Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 80 Rgt. ftr. - arma Fanteria 03-04-1943 Fronte africano settentrionale Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Battestin Diego Carlo Catullo Siderini Elisabetta Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Battestin Oscarre Oscarre Cornelia Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 12-07-1917 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - S. ten. - c. di ed enti vari ftr. - fanteria 20-05-1942 Fronte jugoslavo Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) 26-08-1913 Fiume Cattolica Italiana Sconosciuta Monte Nevoso RSI Capitano Alpini Raggr. Julia Arrestato a Fiume il 25/05/1945; Trasferito a Castua; Deportato a Ogulin (Slovenia) 18-08-1945 Jugoslavia Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (5)(2)(54) Per (6) la data di morte è 20/05/1945. Per (2) risulta:nato il 26/08/1912; ragioniere; insegnante di ed. fisica. Baucer Radoslav (o Radoslavo) Romano Maria Scarpa Fiume-Rijeka Coniugato Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume-Rijeka Arrestato il 3/5/45 04-05-1945 Fiume Ucciso Soppressione da parte jugoslava (2)(38)(37)(41) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Baumann in Schaherl Margherita (o Margarethe) Norbert Rosa Boxer 08-05-1890 Vienna Coniugata Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume Arrestata in provincia di Ascoli Piceno il 30/11/1943; trasferita da Fossoli ad Auschwitz il 16/05/1944. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44) È deceduta all’età di 53 anni (1). Sposata con Schacherl Emilio (36). Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Bazic Carlo 27-12-1914 Laurana Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato in Italia, agosto 1944; trasferito al Coroneo Trieste il 17/09/1944; prelevato il 21/09/1944; inviato a Dachau 31-05-1945 Germania Ignote Ignota (4) Bedini Enrico Enrico Italia Stupicich 26-09-1906 Fiume-Rijeka Coniugato Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume E.I. - c.man. - LXI° Btg. M.V.S.N. - unità M.V.S.N. - territorio metropolitano 21-04-1942 Fronte Jugoslavo - Crkvenica Caduto in comnbattimento Fuoco nemico (6)(37) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Behar Davide Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bein Antonio Davide Caterina Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 283 31-12-1900 Carenza dati Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume 31-12-1944 Ignoto Ignote Ignota (1)(27) Data nascita presunta per giorno e mese Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 05-07-1882 Pecs (Ungheria) Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Nel 1944 risultava internato a San Severino (Marche); arrestato a Porto Potenza Picena (MC) e da Fossoli per Auschwitz il 16/05/1944 10-04-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44) È deceduto all’età di 63 anni (1). Assente da Fiume nel 18/02/1944. Belancich in Serdoz Maria Tommaso Barbara Grazianin 25-11-1892 Ogulin Vedova Cattolica Sconosciuta Sconosciuta Fiume 24-02-1944 Fiume Uccisa Bombardamento aereo (37) 284 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Belasic Joze Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bellemo o Bellomo Emilio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bellina Luciano Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali S.Caterina di Fiume Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Risiera 04-04-1945 Trieste Ignote Ignota (1) Potrebbe essere deceduto anche il 6/4 Fiume Carenza dati Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume 02-05-1945 Fiume Fucilazione Soppressione da parte tedesca (1)(2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Forse di religione ebraica altrove risulta fucilato dale SS il 30/4/45 Pancio 03-02-1923 Fiume Carenza dati anagrafici Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL Battaglione Fiumano (sett. - ott. 1943) Arrestato nel 1942 (sentenza del tribunale speciale n.5 del 1942, con rinvio ad altro giudice. 31-12-1942 Provincia Fiume o Trieste Fucilazione Condanna a morte da parte italiana (4)(55)(10)(43) Data di morte presunta a fini statistici Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bellintani Ottorino Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bellone Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Bellucci Germano Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Mantova Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Mattuglie Arrestato a Mattuglie il 13/09/43 31-12-1943 Provincia Fiume Mattuglie Ignote Soppressione da parte jugoslava (2) Combattente della guerra 1915-1918 Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 15-06-1912 Clana Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Carabinieri 03-02-1943 Fronte greco Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Agliana Pistoia Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL Btg. volontari italiani “Garibaldi” cost. a Susak 12.09.1943. Soldato EI 25° Btg fanteria alpina (Gaf) 19-09-1943 Provincia Fiume - Clana Caduto in combattimento Fuoco nemico (4)(57) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bellugi Rinaldo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bellusi o Bellussi Pietro Nicodemo Caterina Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Beltrame Giovanni Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI X° Mas CP “D’Annunzio” 30-04-1945 Provincia Fiume Laurana Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (1) Data di morte presunta per giono. 11-02-1881 Pola Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato dai partigiani 07-07-1945 Jugoslavia Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (5)(1)(2)(54) Secondo alcuni nato il 1/1/1881 Data di morte presunta per giorno e mese 31-12-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta A.M- Aviere scelto 18-06-1942 Fronte africano-Barce (Libia) Ignote Ignota (2) Data nascita presunta per giorno e mese Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bencich Antonio 31-03-1901 Villa del Nevoso Bistrica (prov. di Fiume) Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Inviato al ”Coroneo”” di Trieste n. 17950 (16/12/1944 - 11/01/1945); deportato al campo di concentramento ”Flossemburg”, n. 041656 23-03-1945 Germania Ignote Ignota (4)(50) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bencich Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Bencich (Bencic) Riccardo Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 285 01-04-1913 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - Bersagl. - 7° Rgt. 30-10-1942 Fronte ignoto Disperso in combattimento (?) Ignota (2) Ben Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume MPL - Iª Comp. Fium. M. Maggiore II Batt., I Distacc. “Ucka” - Delegato politico 11-08-1944 Istria - Colmo di Rozzo (Pinguente) Ucciso da una raffica di mitra Soppressione da parte tedesca (4)(25) Fotografia: “La voce del popolo” 09/11/1945. 286 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benedetti Albino Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benedetti Armando Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benedetti Stefano Stefano Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume No Arrestato nel maggio 1945 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. 31-08-1917 Pola Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. Rt Caccialupo 03-12-1942 Mare di Tunisia Disperso Ignota (2) 30-10-1905 Sussak Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta 31-12-1945 Jugoslavia Fucilazione Condanna a morte da parte jugoslava (19) Secondo la fonte n.19, condannato a morte con sentenza del Tribunale Militare Jugoslavo di Fiume Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benedetti in Pagan Maria Antonio Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benleva Vito Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bensi Vincenzo 17-08-1872 Crkvenica Jugoslavia Sposata Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata nel maggio 1945 02-07-1945 Provincia Fiume Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (2)(1)(3)(5)(54) Potrebbe essere deceduta anche il 28/08/45 insieme ai figli Antonio e Margherita 16-02-1925 Visignana Sconosciuta Italiana Sconosciuta Deportato a Mauthausen 12-10-1944 Germania Ignote Ignota (9) 02-01-1922 Matteria Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 80 Rgt. Art. - arma Artiglieria 30-04-1943 Fronte africano settentrionale Disperso in combattimento Ignota (6) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benussi Alceste Pietro Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benussi Pietro Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benvegni in Moraro Antonia Giuseppe Maria Crivicich 05-02-1913 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - S. capo - nave Diana - segnalatore 29-06-1942 Mar Mediterraneo Orientale Disperso in combattimento (6) Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta No Arrestato nel maggio 1945 31-12-1945 Jugoslavia Fucilazione Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. 11-02-1881 Montona Vedova Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume 21-01-1944 Fiume Ucciso Bombardamento aereo (37)(1)(2) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Benzan Mario Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bercarich Antonio Giuseppe Domenica Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bercich Livio 287 29-11-1919 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Calipso - arma cannoniere 05-12-1940 Mar Mediterraneo Centrale Disperso in combattimento (6) 07-05-1884 Susnjevica Istria Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 02-12-1942 Ignoto Disperso in mare Affondamento nave (?) (5)(54) Fiume Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta MPL 31-12-1944 Ignoto Disperso Probabile soppressione da parte tedesca (1) Già portiere di calcio di Belvedere Data di nascita presunta per giorno, mese e anno. Passato volontariamente ai partigiani 288 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Berger Alberto Samuele o Emanuele Antonia Egyes 20-08-1899 Sussak Coniugato con Rappaport Regina Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Già internato a Castelfranco Emilia, liberato, assente nel 1944; arrestato a Cremenaga (VA) il 4/5/44; da Fossoli per Auschwitz il 23/05/44. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36) Elettore Comunità Israelitica dall’11/09/32. Data di morte presunta a fini statistici. Berger Aroldo o Arnoldo Ernesto Rella Herskovitz 08-12-1936 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Cremenaga (VA) il 04/05/1944; trasferito da Fossoli ad Auschwitz in data 16/05/1944. 23-05-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(47)(44) Forse nato il 03/11/1936; assente da Fiume nel 1944 (36). Berger Carlo Alberto Regina Rappaport 08-01-1930 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Cremenaga (VA) il 04/05/1944; trasferito da Fossoli ad Auschwitz il 16/05/1944. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44)(47) Assente da Fiume il 18/02/44. Data di morte presunta a fini statistici. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Berger Elisabetta (o Elisa) Ernesto Rella Herskovits 08-07-1938 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Cremenaga (VA) il 04/05/1944; trasferita da Fossoli ad Auschwitz il 16/05/1944. 23-05-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(47)(44) Assente da Fiume dal 18/02/44. Berger Erna (o Ernesta) Alberto Regina Rappaport 06-01-1921 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Cremenaga (VA) il 04/05/1944; trasferita da Fossoli ad Auschwitz il 16/05/44 18-01-1945 Germania Deceduta in evacuazione da Auschwitz Ignota (1)(27)(36)(44)(47) Deceduta dopo il 18/01/1945 (36). Assente da Fiume dal 18/02/’44 Data di morte presunta per giorno e mese. Berger Giuseppe Alberto Regina Rappaport 02-05-1924 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Cremenaga il 04/05/44; trasferito da Fossoli ad Auschwitz il 16/05/44 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44) Deceduto dopo l’ottobre del 1944 (36). Assente da Fiume dal 18/02/44. Data di morte presunta a fini statistici Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Berger Giuseppe Maurizio Regina Handler 15-02-1921 Zaluzice (Cecoslovacchia) Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume Arrestato a Bologna il 18/05/44; trasferito da Fossoli ad Auschwitz il 26/06/44 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44)(47) Nato a Fiume (1). Data di morte presunta a fini statistici Berger Rosa (o Rosina) Maurizio Regina Handler 04-03-1920 Zaluzice (Cecoslovacchia) Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume Arrestata a Fiume il 18/05/1944; deportata da Trieste ad Auschwitz il 01/06/44. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44) Data di morte presunta a fini statistici Berger Massimo Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. 7ª Cp Divisione Folgore 06-11-1942 Fronte africano settentrionale Caduto in combattimento Fuoco nemico (2) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Berger in Herskovits Rella Ignazio Hain Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bermann Enrico Abramo Rosa Gartenberg Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 289 22-01-1907 Tarpa (Ungheria) Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Cremenaga (VA); trasferita da Fossoli ad Auschwitz il 16/05/44. 23-05-1944 Germania Ignote Ignota (1)(36)(27)(44)(47) Forse nata il 27/02/1906 (36). Assente da Fiume dopo il 18/02/44. 14-11-1903 Fiume Coniugato con Petek Lucia Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Fiume il 03/04/44; da San Sabba a Bolzano e ad Auschwitz il 24/10/1944. 13-03-1945 Germania Ignote Ignota (1)(36)(44)(47) Forse nato il 14/02/1903 (36). Coniugato con Petech Lucia. Assente da Fiume nel 1944. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Bermann o Berman Abramo Davide Ida Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Deportato a San Sabba 31-12-1944 Trieste Deceduto in stato di detenzione Ignota (1)(27)(36)(44)(47) Elettore Comunità Israelitica dal 09/11/1932. Data di morte presunta a fini statistici. 28-04-1863 Calus (o Kalusz) (Polonia) Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume 290 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Bermann o Berman Ermanno Abramo Rosa Gartenberg 14-09-1894 Dohia Drezla Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Fiume, successivamente trasferito da Trieste ad Auschwitz 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44)(47) Data morte presunta a fini statistici Forse nato a Tuzla (Jugoslavia) il 14/09/1897 (36). Elettore Comunità Israelitica 11/09/32. Bermann o Berman Ida Abramo Rosa Gartenberg 07-11-1904 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Fiume e trasferita a San Sabba; successivamente trasferita ad Auschwitz nel 1944. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44)(47) Data di morte presunta a fini statistici Bernardis Attilio 14-11-1910 Veglia Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - C. nera - rep. LXI Btg. M.V.S.N. - unità M.V.S.N. 05-09-1941 Fronte jugoslavo (Croazia) Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bernardis Silvano Giovanni Franzot Giacomina 11-02-1903 Veglia Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. Maggiore - rep. 8° Bgt. Coraz. bers. Divisione Trieste 13-06-1942 Fronte Africa Settentrionale Bir Harmat Caduto in combattimento Fuoco nemico (2) Bernetich Giuseppe 23-04-1912 Elsane Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - 57 Rgt. art. div. fant. unità artiglieria - divisione Lombardia 22-02-1942 Fronte Jugoslavo-Croazia Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Bernini Luigi Domenico Maria Manzutto 06-06-1913 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - S. ten. - 26 Btg. G.A.F. - unità Sanità 24-06-1942 Fronte jugoslavo Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bertazzolo Ottorino Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bertetti Fiorenza Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato nel maggio 1945 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. 20-09-1920 Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestata a Trieste il 27/5/1945 da partigiani jugoslavi 31-12-1945 Ignoto Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (45) Data di morte presunta a fini statistici. Berti Nereo Francesco Maria Chesani 26-11-1919 Fiume Celibe Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume E.I. - S. ten. - 7 Rgt. Alp. Belluno - Alp. 01-12-1941 Fronte jugoslavo Rikavac Crna Gora Disperso in combattimento Ignota (6)(2)(5)(54) Secondo la fonte (2), è deceduto nel 1941 Secondo la fonte (5), è deceduto il 31/12/1941 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bertogna Disma Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bertoli Ennio Bruno Otmarich Maria Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 291 Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - 202 Rgt. Art. - I Div. Libica artigliere 24-02-1941 Fronte africano settentrionale Caduto in combattimento Fuoco nemico (2) 07-12-1927 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI 3° Rgt. M.D.T. Arrestato a Sappiane nel mag. ’45 prigioniero a Pecine (Susak) secondo lettera del padre alla Sezione prigionieri di Belgrado in data 17/11/1946 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2)(39) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Bertos Giovanni 30-04-1881 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 30-04-1947 Fiume - Ospedale Ucciso a seguito aggressione Soppressione da parte jugoslava (2) Data di nascita presunta per giorno e mese. Data di morte presunta per giorno e mese. 292 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Bertossa Guerrino 13-01-1915 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - rep. non specific. (006) - unità specialista dir. tiro 15-08-1944 Territorio metropolitano Deceduto in prigionia Ignota (6)(5)(54) Secondo la fonte (5), è morto il 16/8/44 per bombardamento Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bertucci Francesco Emanuele Compagni Rosalia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Besiach Palmina 31-12-1922 Ustica Palermo Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato dai partigiani il 2/5/1945 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2)(45) Data di nascita presunta per giorno e mese. Data di morte presunta per giorno e mese. 14-03-1912 Blazici Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Internata a Dachau in data 14/01/1944 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (9) Data di morte presunta per giorno e mese. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bettin Giangiorgio Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Beuch Giuseppe Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Beuzzer Giuseppe Michele Zimich Maria Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato il 5/5/45 07-07-1945 Jugoslavia Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (1)(2) Gorizia Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume (?) 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (9) Deportato in Germania il 19/12/1944; irreperibile (9). Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 10-03-1897 Abbazia Sconosciuta Italiana Sconosciuta Gorizia RSI Arrestato l’8/5/45 31-12-1945 Italia - zona di Gorizia Fucilazione Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bevcic Francesco Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bevilacqua Antonio Antonio Licari Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bezak Mario (Maripan ?) Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 17-04-1920 Castel Jablanizza Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - sold. - XI° Btg. Mort. - Mortai 18-10-1943 Fronte Mediterraneo Disperso in prigionia Ignota (1)(6) 16-09-1918 Reggio Calabria Coniugato Sconosciuta Italiana Operaia Fiume 18-07-1947 Fiume Stazione FS Accidentale Scoppio di un vagone ferroviario (29)JU 16 scat.17 29-10-1921 Prov. di Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Fiume nel gennaio del 1944; trasferito al Coroneo Trieste in data 01/09/1944, prelevato il 07/03/1944;inviato a Dachau 01-05-1945 Germania Ignote Ignota (2)(4) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Beziak (o Biziak) Onorato Vincenzo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bezjak Palma o Palmina Ivan Anna Sirola Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 293 17-01-1909 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Cosala Deportato in Germania 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (2)(4)(29) Deceduto nel 1944 secondo fonte (4) Data di morte presunta per giorno e mese e anno. Data di nascita presunta per giorno, mese e anno. 31-12-1909 Blazici Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestata dai tedeschi per collaborazionismo con i partigiani. Deportata a Dachau o a Rawensbruck 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (18) (29) Secondo la fonte n.18, è nata nel 1912. Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Biagini Francesco Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 22-03-1943 Ignoto Disperso in mare Affondamento (2) 294 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Bianchet o Blanchet Bruno Mosè Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Carabinieri - 9a Comp. Div. Sforzesca 31-03-1945 Jugoslavia (?) Ignote Da accertare (39) Fondo prigionieri it. In (46) non risulta nè come Bianchet né come Blanchet Fu visto il 21/01/1945 in località Villa del Nevoso vestito da partigiano, secondo la fonte n. 18. Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Bianchi Weiss Emerico Bernardo Maria 28-03-1893 Dorociska Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Fiume e trasferito da San Sabba ad Auschwitz. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(36)(44)(47) Forse nato a Kaposvar (Ungheria) il 28/03/1893 (36). Data morte presunta a fini statistici Biasiol Enrico Antonio Elena 13-09-1919 Dignano Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 31-12-1943 Ignoto Ignote Ignota (5) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bignardi Alessandro Ettore Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bigoni Aldo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Birsa Stanislao Giuseppe Ussai Maria 07-04-1926 Quistello Mantova Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI batt. antiaerea nei pressi di Fiume Arrestato il 2/5/1945 15-04-1945 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(2)(45) Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 08-09-1943 Ignoto Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) 09-02-1921 Gorizia Gorizia Sconosciuta Italiana Sconosciuta Di stanza all’Autocentro di Cirquenizza Finanziere 30-12-1943 Jugoslavia Ignote Ignota (40) Data morte presunta Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bischia Alessandro o Pavao Antonio Maria 24-08-1925 Fiume Celibe Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportato dai tedeschi in data non nota. Deceduto a Mauthausen (secondo alcune fonti) 08-05-1946 Ignoto Ignote Da accertare (5)(29) Viene dato anche con data di nascita 24/1/1921 (9). Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bisesti Giuseppe Salvatore Rosa Frutozzi Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bitti Giuseppe Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 06-05-1897 Fiume-Rijeka Coniugato Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume-Rijeka RSI Brigadiere Milizia (?) Carab. (?) 02-08-1944 Fiume-Rijeka trattoria ”Ornitorinco” Ucciso in attentato dinamitardo Soppressione da parte jugoslava (4)(37)(55)(10) Secondo fonte (10) esecutori furono tali Vinko Valkovic Polet e Ljudevit Majster Arpad da Susak Deceduto nell’attentato dinamitardo eseguito da un gruppo d’azione partigiano di Fiume al ristorante ”Ornitorinco” ex via Garibaldi. L’attentato causò 4 morti e 12 feriti. Nato a Napoli (37). Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI XVI Btg Costiero di Fortezza Disarmato dai tedeschi a S.Caterina e rinchiuso a S.Saba - Trieste Liberato 01-05-1945 Fiume presso trattoria Dodich Deceduto in combattimento contro i tedeschi Fuoco nemico (1) Data di morte presunta per giorno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bittner Adolfo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Blanchet Gennaro Pietro Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 295 Abbazia Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Abbazia Arrestato dai partigiani 31-05-1945 Provincia Fiume Abbazia Ignote Soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno. 31-12-1915 Palermo Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Guardia in servizio a Fiume Arrestato a Trieste nel maggio ‘45 e poi portato a Fiume. 14-06-1945 Provincia Fiume Ignote Da accertare (3)(2) Nacque nel 1915. Non si ha certezza della morte (2). Non in organico prima e dopo 8/9/1943 - strana omonimia con Blanchet Bruno Data nascita presunta per giorno e mese. Blanda Lucillo 31-12-1925 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI - M.D.T. 3° Rgt. in servizio a Fiume 31-12-1944 Fiume Ucciso da una mina antiuomo Probabile attentato partigiano (2) Data di morte presunta per giorno e mese. Data di nascita presunta per giorno e mese. 296 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasevich Nicolo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasevich Josip Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasi Giuseppe Guido Olga 14-06-1917 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - sergente - 32 Rgt. fant. carr. - carristi 24-05-1941 Mar Mediterraneo Disperso in mare Affondamento nave “conte Rosso” (6)(2) Nella (2) risulta con il nome di Nicoletto, morto il 23-05-1941 09-03-1913 Sconosciuta Italiana Sconosciuta Deportato dai tedeschi 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (9) Forse nato nel 1912; deportato in Germania; irreperibile (9). Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 04-03-1907 Velika Kaniza Ungheria Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume E.I. - M.V.S.N. Capo Manipolo 10-10-1941 Fronte jugoslavo-Croazia Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (2)(5)(54) Deceduto nel 1945 secondo fonte (5) Medaglia d’argento VM Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasic Giuseppe Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasich Mario Giuseppe Calich Erminia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Blasich Antonio Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 06-02-1920 Villa Blasich Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Risiera di San Sabba 05-10-1944 Trieste Ignote Soppressione da parte tedesca (49) 18-07-1878 Fiume Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume 03-05-1945 Fiume Ucciso da elementi in divisa partigiana Soppressione da parte di delinquenti comuni (2)(19) Per tale delitto il Tribunale dell’Armata Jugoslava emise due sentenze di morte a carico dei colpevoli 04-06-1887 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Laurana Arrestato a Fiume nell’ottobre del 1944; trasferito al Coroneo Trieste il 01/12/1944, prelevato l’08/12/1944 inviato successivamente a Dachau. 24-02-1945 Germania Ignote Ignota (2)(4)(54) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasich Matteo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasich Ferdinando Andrea Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasich Antonio Bartolomeo Natalina Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato il 6 ottobre ‘45 da partigiani jugoslav 08-10-1945 Provincia Fiume Suicida secondo la polizia Probabile soppressione da parte jugoslava (2)(17) Laurana Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 16-01-1943 Ignoto Disperso in mare Affondamento (2) 10-12-1905 Fiume Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 31-12-1943 Ignoto Ignote Ignota (5) (54) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasich Venceslao Vinco Maria Jelisei Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blasini Pietro Pietro Margherita Bubanj Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blason Antonio Girolamo Maria Carletti 297 16-08-1912 Drenova Sconosciuta Italiana Sconosciuta Risiera di S. Sabba 04-04-1945 Trieste Fucilazione Soppressione da parte tedesca (9) Preso dai Cetnici e consegnato dai tedeschi il 22/01/1945; presumibilmente cremato (9) 31-12-1892 Castelmuschio Veglia Sconosciuta Italiana Operaia Fiume 27-04-1945 Fiume Ucciso in azione di guerra Ignota (37)(38)(41) Data nascita presunta a fini statistici per giorno e mese 12-03-1870 Formo di Isonzo Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume-Rijeka 28-04-1945 Fiume Deceduto per ferite Fuoco di azioni belliche (38) 298 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blassini (Blasevich) Ferdinando Pietro Giuseppa Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blazek Ferruccio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blazek Emilio Ronaldo Elvira 12-05-1924 Fiume Celibe Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 09-05-1945 Jugoslavia Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (5)(54) 18-10-1918 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Neghelli - unità silurista 22-01-1941 Mar Mediterraneo orientale Disperso in combattimento Affondamento (6) 13-11-1894 Fiume Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 15-03-1945 Fiume presso cimitero di Cosala Fucilazione per rappresaglia Soppressione da parte tedesca (5) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blazevich Pietro Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blazic Venceslao Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blazic Carlo Nicola Fiume Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta 28-04-1945 Fiume - sede delle SS Ucciso Soppressione da parte tedesca (25) 24-08-1912 Castua Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Risiera San Sabba 04-04-1945 Trieste Ignote Soppressione da parte tedesca (1)(49) 27-12-1914 Laurana Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Dachau 31-05-1945 Germania Ignote Ignota (1) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blazic Josip Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blazic Anton Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blecic Stanko Villa Blasich Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Risiera di San Sabba 26-09-1944 Trieste Ignote Ignota (1) Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta 16-09-1944 Fiume Cimitero di Cosala Fucilazione per rappresaglia Soppressione da parte tedesca (42) Fucilato insieme ad altri 15 fiumani per rappresaglia per l’atto dinamitardo commesso in un palazzo occupato dalle autorità germaniche Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Arrestato da tedeschi 31-12-1944 Ignoto Disperso Probabile soppressione da parte tedesca (1) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blecic Anton Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Blecich Mariano Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 299 Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta 16-09-1944 Fiume Cimitero di Cosala Fucilazione per rappresaglia Soppressione da parte tedesca (42) Fucilato insieme ad altri 15 fiumani per rappresaglia per l’atto dinamitardo commesso in un palazzo occupato da autorità germaniche 24-06-1901 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato nel maggio del 1944; trasferito al Coroneo Trieste il 07/06/1944, prelevato il 13/06/1944; successivamente inviato a Dachau. 2-03-1945 Germania Ignote Ignota (2)(4) Blecich Aldo Andrea 30-01-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - som. Marcello - arma silurista 06-04-1941 Oceano Atlantico Disperso in combattimento Ignota (6)(2) 300 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blexcich Mario Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bluch (Blich) in Schwartz Ernestina Giuseppe Rosa Bergl Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 26-04-1901 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Deportato a Dachau 03-03-1945 Germania Ignote Ignota (9) La famiglia risiede a Borgomarina e una figlia lavora alla Torpedo (9). 16-06-1891 Villa del Nevoso Coniugata con Benno Schwarz (o Schwartz) Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume Arrestata a Fiume e deportata da San Saba ad Auschwitz. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (27)(36)(1)(44) Forse nata in Cecoslovacchia. Data di morte presunta a fini statistici Bluehweiss (o Bukweiss) Federica Giulio Ros Weinberger 24-06-1878 Ivankovo (Jugoslavia) Coniugata con Francesco Friedmann Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Fiume Arrestata a Fiume l’08/03/1944; deportata da San Sabba ad Auschwitz. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (27)(36)(44) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Blumenfeld in Edelstein Elena Erminio (o Arminio) Francesca (o Erminia) 21-01-1882 Badeiet (o Bardhiov) (Cecoslovacchia) Coniugata (vedova) Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Fiume; da San Sabba ad Auschwitz. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(36)(44) Madre vedova di Edelstein Ladislao, deceduto in Africa Orientale (36). Presente a Fiume il 18/02/44.Data morte presunta a fini statistici Bobek Giovanna 15-02-1903 Villa del Nevoso Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Arrestata a Ilirska Bistrica; inviata in Germania, campo di concentramento Bergen Belsen 15-04-1945 Germania Ignote Ignota (1)(5) Bohm Loris 22-08-1921 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - S. ten. - 81 Rgt. ftr. - fanteria 25-05-1943 Fronte russo Deceduto in prigionia Ignota (6) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Boldrini Gustavo 05-07-1944 Fiume Quarnero Disperso in mare Ignota (1) Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bolf in Curri Tabea Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bombassei Mario Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bon Alberto Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI Marinaio a Fiume 31-12-1900 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata nel 1936 dalla polizia jugoslava per spionaggio; dopo 5 anni nel carcere di Ogulin, venne liberata e tornò a Fiume nel 1941 - arrestata di nuovo nel 1945 30-09-1945 Fiume Tersatto Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (2) È deceduta nel settembre 1945 all’età di 45 anni data di nascita presunta per giorno e mese. Data di morte presunta per giorno. Bolis Dante Ermenegildo Antonia 23-08-1902 Pola Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Buchenwald 09-05-1945 Germania Ignote Ignota (5)(54) 301 Bolognini Dino Corradino 31-12-1922 Serravalle Pistoiese Pistoia Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Brigadiere Gabinetto Questura Cas. Diaz Organico 3/6/44 AMSF Arrestato a Fiume nel maggio ‘45 14-06-1945 Jugoslavia - Grobniko Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (3)(31)(2)(33)(35) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6; o anche in data 25/04/1945. 05-04-1921 Trieste Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 30-07-1944 Istria - Buie Disperso Probabile soppressione da parte tedesca (1)(5)(4)(54)(55) 08-04-1926 Fontana del Conte Sconosciuta Italiana Sconosciuta Deportato a Hersbruck 09-09-1944 Germania Ignote Ignota (2) 302 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bona Alberto Pietro Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bonas Paolo Pietro Maria Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 31-12-1908 Volosca Sconosciuta Italiana Sconosciuta Abbazia 08-05-1945 Provincia Fiume Ucciso Soppressione da parte jugoslava (2) Data di nascita presunta per giorno e mese. Volosca Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato nei primi mesi del 1945 dai partigiani jugoslavi 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. Bonas Vittorio Vittorio Clasnar Maria 31-12-1903 Volosca Sconosciuta Italiana Sconosciuta Abbazia 31-05-1945 Provincia Fiume Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Nacque nel 1903 e morì nel maggio 1945 Data di nascita presunta per giorno e mese. Data di morte presunta per giorno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bondy in Munz (o Muenz) Ella Giulio 22-06-1880 Coniugata con Karl Munz (o Muenz) Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Abbazia o Fiume Deportata da Fossoli ad Auschwitz il 15/04/1944. 10-04-1944 Germania Ignote Ignota (18)(36)(44) Nata non in Italia; internata nel 1942 in Italia; nel febbraio del 1944 deportata ad Auschwitz (18). Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bone Carmela Mihovila Teresa Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bonelli Gennaro Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 04-01-1898 Gorizia Sposata Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportata dai tedeschi 09-05-1945 Germania Ignote Ignota (5)(54)(47) Carenza dati appartenenza forze armate Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere (?) Arrestato nel maggio 1945 e deportato a Karlovac 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Ignota (1)(2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. In Ufficio Storico G.d.F. non risulta in organico tra il 1943 e il 1945 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bonetti Angelo Adolfo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bonfiglio Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Borauno o Soranno Oscar 06-04-1926 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Roma - unità elettricista 09-09-1943 Mare Mediterraneo Disperso in combattimento Affondamento (6) Carenza dati Sconosciuta Italiana Operaia Abbazia Arrestato nel maggio 1945 31-12-1945 Provincia Fiume Ucciso Probabile soppressione jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 31-12-1921 Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Carabinieri di stanza a Villa Icici Abbazia 31-12-1944 Ignoto Ignote Ignota (39)(18) Data di nascita presunta per giorno e mese. Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 303 Bordon Glauco Desiderio 21-12-1926 Trieste Sconosciuta Italiana Arrestato ad Auzza l’1/5/1945 tradotto alle carceri di Fiume 31-12-1945 Ignoto Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (45) Date di nascita e morte presunte per giorno e mese a fini statistici. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bordon Pio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Borghi Cesare Pietro Strober Beata 29-09-1908 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - 13 Rgt. ftr. - fanteria 08-09-1943 Territorio metropolitano Disperso in combattimento (6) 22-02-1924 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportato 30-11-1944 Germania Ignote Ignota (2)(47) È deceduto nel novembre 1944 Data di morte presunta per giorno 304 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Borio Alfonso Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Borri Giuseppe Francesco Vecchiet Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Borsetti (anche Barsetti) Manlio Ettore 15-05-1919 Castagnole L. Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Carabinieri Stazione Pogliane (Abbazia) 30-01-1944 Ignoto Ignote Ignota (20)(46) Catturato dai partigiani presso Pogliane il 30/01/1944 non si sa se passò ai partigiani o fu soppresso -secondo la fonte n. 20. L’Uff. Storico Carabinieri lo considera deceduto in guerra 10-09-1924 Monfalcone Sconosciuta Italiana Sconosciuta Villa del Nevoso Venne arrestato dai partigiani 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 09-09-1924 Carezzola Padova Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI 3° Rgt Milizia Fiume Arrestato a Salcano il 29/04/45 05-05-1945 Italia Sella di Montesanto Gorizia Ignote Soppressione da parte jugoslava (1)(48) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Boscariol Giuseppe Maria 21-02-1900 Fiume Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Fiume - Coroneo di Tr. n. 4966 (entrato il 15/1/44, prelevato il 28/2/44) - trasf. al campo di concetr. ”Dachau” n. 06282 14-02-1945 Germania Ignote Ignota (1)(2)(4)(5)(9)(54)(50)(47) Secondo la fonte (9): nato il 09/06/1900; deceduto il 15/02/1945. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bosich o Bozich Antonio Giovanni Tomasich Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bosniach Giuseppe Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 01-07-1913 Castelnuovo d’Istria Fiume Coniugato Sconosciuta Italiana Operaia Fiume MPL 21-04-1945 Fiume Deceduto per ferite d’arma da fuoco Soppressione da parte tedesca (1)(2)(4)(38) Ucciso durante la sparatoria sulla folla in occasione dell’improvviso ritorno dei tedeschi 30-04-1928 Abbazia Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Arrestato nell’agosto del 1944; trasferito al Coroneo Trieste il 17/09/1944, prelevato il 21/09/1944; inviato al campo di concentramento di Natzweiler 27-02-1945 Germania Ignote Ignota (1)(4) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bossiato Giorgio Giuseppe Elsa Milanovich Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Bostiancich Massimiliano Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 09-08-1940 Fiume-Rijeka Cattolica Sconosciuta Sconosciuta Fiume-Rijeka 20-05-1945 Provincia Fiume Abbazia Deceduto per ferite d’arma da fuoco Ignota (38) 11-10-1915 Villa del Nevoso Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado Caporale - rep. 185° Rgt. Art. Parà - arma Artiglieria 24-10-1942 Fronte egiziano Disperso in prigionia Ignota (6) Bostiancich Giovanni 27-12-1919 Villa del Nevoso Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 17 Rgt. Art. div. Fan. arma Artiglieria 21-12-1942 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bostiancich Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Botrich Apollonio Andrea Apollonia Brozovich Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Bozzetti Luigi Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 305 12-11-1921 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Gorgo - unità silurista 17-06-1943 Mare Mediterraneo Centrale Caduto in combattimento Fuoco nemico (6)(2)(37)(38)(41) 31-12-1910 Fiume Celibe Cattolica Sconosciuta Sconosciuta Fiume 21-04-1945 Fiume Deceduto per ferite d’arma da fuoco Ignota (38) Data di nascita presunta per giorno e mese 06-01-1911 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado C.M. - rep. Q.G. divisione - unità Automobilisti trasp. salme 18-02-1943 Fronte russo Deceduto in prigionia (6) Data morte per altra fonte 23/1/1943 306 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bradicich Andrea Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bradicich (Bradicic?) Corrado Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Moschiena Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 13-12-1942 Ignoto Disperso Affondamento (2) 19-02-1900 Valsantamarina Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato nel giugno del 1944; trasferito al Coroneo Trieste il 07/07/1944, prelevato il 21/07/1944; successivamente trasferito nel campo di concentramento di Mauthausen 28-02-1945 Germania Henninsdorf Ignote Ignota (2)(4) Braditich o Bradich Giovanni 11-11-1911 Valsantamarina Sconosciuta Italiana Sconosciuta Campo di concentramento di Mauthausen 13-03-1944 Germania Ignote Ignota (1)(4)(2) Tumulato nel cimitero italiano di Mathausen Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Braiucca Albino Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brandi Cesare Pacifico Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brandolini Guerrino 21-09-1918 Laurana Sconosciuta Italiana Sconosciuta Deportato a Haslach o Buchenwald 21-01-1945 Germania Ignote Ignota (1)(47) È dato anche come rimpatriato e deceduto nel 1946 29-10-1907 Veglia Coniugato Cattolica Italiana Sconosciuta Veglia Arrestato nel settembre 1943 31-10-1943 Provincia Fiume Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (2)(3) È deceduto nell’ottobre 1943 Data di morte presunta per giorno. Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato dopo il 3/5/45 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Ignota (2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bratos Bruno Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bratovich Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Braun Roberto Francesco Ester Altberger Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - Capor. maggiore - 1° Rgt. Art. 09-06-1942 Fronte ignoto Caduto in combattimento Fuoco nemico (2) 25-09-1921 Elsane Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - 54 Rgt. ftr. - fanteria unità fanteria 25-01-1943 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) 09-11-1937 Fiume Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Trivignano (VE) il giorno 11/11/44 insieme alla madre ed alla sorella; deportato da San Sabba a Ravensbrueck 22-06-1945 Germania Ignote dopo la liberazione Ignota (1)(4)(27)(36)(44)(50) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Braun Carolina (o Carola) Marco (o Mario) Erminia Frank 26-06-1904 Ceravio o Celje (Jugoslavia) Coniugata con Perlovv o Perloff Aron Ernesto Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Grisignano di Zocco VI in data 11/11/1945; deportata da San Sabba a Ravensbruek l’ 11/01/1945. Deceduta a Bergen Belsen 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44) Data di morte presunta per giorno e mese. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Braun in Neumann Clara Sigismondo Amalia (o Anna) Buchalkter Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Braun in Politzer Berta Davide Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 307 12-09-1878 Szeged (Ungheria) Coniugata con Francesco Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Fiume e deportata a San Sabba 01-07-1944 Trieste Deceduta durante un eccidio Soppressione da parte tedesca (1)(27)(36)(44) Nacque nel 1908 (1). Forse nata nel 1908 (36). 15-09-1858 Coniugata con Salomone Politzer(o Pollitzei) Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Abbazia Arrestata ad Abbazia nel giugno del 1944; deportata da Trieste ad Auschwitz nello stesso mese. 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (18)(36)(44) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 308 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Braun in Sabados Julija (o Giulia) 28-10-1867 Coniugata Ebraica Sconosciuta Sconosciuta Abbazia Arrestata ad Abbazia nel giugno del 1944 e deportata da Trieste ad Auschwitz nello stesso mese. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (18)(36)(44) Forse nata nel 1854 (18). Data di morte presunta a fini statistici Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Braveri Oscar Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brdar Antonio Giuseppe 31-12-1885 Abbazia Sconosciuta Italiana Sconosciuta Abbazia Arrestato dai partigiani dopo il 3-05-1945 31-12-1945 Provincia Fiume Disperso Ignota (2) Aveva 60 anni Data di nascita presunta per giorno, mese e anno. Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 12-10-1894 Valici Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportato a Dachau 26-05-1945 Germania Ignote Ignota (1)(2)(50) Venne sepolto nel cimitero italiano di Monaco Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Breiner (o Breimer) Massimiliano Sigismondo Antonia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brelich Luigi Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brenk Zora 30-04-1887 Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Deportato 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(54)(47) Elettore Comunità Israelitica l’11/09/1932. D. n. presunta per giorno, mese e anno. Data morte presunta a fini statistici 31-12-1860 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato dall’OZNA nel settembre 1945 31-12-1945 Fiume Ignote Soppressione da parte jugoslava (2) Aveva 60 anni Data di nascita presunta per giorno e mese. Data di nascita presunta per giorno, mese e anno. 15-11-1895 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta 15-11-1944 Fiume Uccisa Bombardamento aereo (1) (2) Deceduta all’età di 49 anni Data di nascita presunta per giorno e mese. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brenk Giuseppina Francesco Anna Brozovich Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Bresaz Remigio Giovanni Maria Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 07-03-1896 Fiume Nubile Cattolica Sconosciuta Sconosciuta Fiume 15-02-1945 Fiume Ucciso Bombardamento aereo (38) 09-02-1913 Fiume Sposato Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Deportato dai tedeschi il 25/4/1944 (erroneamente scritto 1946 nella fonte (29)) 31-10-1944 Trieste Fucilazione Soppressione da parte tedesca (4)(5)(54)(29)(55)(10) Bresich Anna Giacomo Margherita Debeuc 02-09-1880 Crenovizza Nubile Cattolica Sconosciuta Sconosciuta Fiume 05-11-1944 Fiume Uccisa Bombardamento aereo (37) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bressan Felice Antonio Maria Castelani Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Brezac o Bresaz Remigio Giovanni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 309 31-12-1879 Farra d’Isonzo Gorizia Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 17-02-1945 Fiume Ucciso Bombardamento aereo (37)(38)(41) Data nascita presunta a fini statistici per giorno e mese 31-12-1923 Fiume Sposato Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume MPL Arrestato nella retata dei giorni 11 e 12 luglio del 1944; inviato a San Sabba 30-07-1944 Trieste (?) Ignote Probabile soppressione da parte tedesca (1)(9)(4) In (48) non risulta deceduto alla Risiera È deceduto nel luglio 1944. Nato nel 1923; arrestato dai fascisti a Trieste (9). Data di nascita presunta per giorno e mese. Data di morte presunta per giorno e mese. Brinsek Branco 06-11-1918 Villa del Nevoso Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado C.M. - rep. 38 rgt. ftr. - arma Fanteria 16-12-1942 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) 310 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Broznic Blasf Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brubgnach in Gianetich Anna Paolina Giuseppe Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brubniak Antonio Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta MPL 31-12-1942 Ignoto Fucilazione Condanna a morte da parte italiana (21) Condannato a morte con sentenza del Tribunale di Guerra II Armata, 26/03/1942 Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 31-12-1903 Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta 31-12-1944 Provincia Fiume Monte Maggiore Uccisa e infoibata Soppressione da parte jugoslava (24) Secondo la fonte n.24, identificata in foibe denominate Gradac-Janovi-TanderlinovaMolokosno-Velaston (Laurana); deceduta all’età di 42 anni. D. n. e m. presunte per giorno, mese e anno. 17-09-1921 Moschiena Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 53 Rgt. ftr. - arma Fanteria 25-01-1943 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brubniak (o Brubniah) Giuseppe Pietro Caterina Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brubnjak Anna Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brubnjak o Brubjak Emilia 16-11-1898 Laurana Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Deportato in Germania 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (1)(2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Valsantamarina Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Risiera di San Sabba 22-12-1944 Trieste Ignote Soppressione da parte tedesca (1)(49) Matricola 18060 Valsantamarina Sconosciuta Italiana Sconosciuta Risiera di San Sabba 22-12-1944 Trieste Ignote Soppressione da parte tedesca (1)(49) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brugnak Giovanni 02-11-1889 Velaveka Fiume Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Arrestato nell’aprile del 1944; trasferito al Coroneo Trieste il 09/05/1944, prelevato il 12/05/1944; successivamente inviato a Dachau 09-01-1945 Germania Ignote Ignota (4) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bruno Filippo Giuseppe Lucarelli Giuseppina Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Bruno Luigi Vincenzo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brumnich Bruno Francesco 22-03-1943 Ignoto Disperso in mare Affondamento (2) Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Brunetti Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 31-12-1914 Manduria Taranto Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Carabinieri Vice Brigadiere Rapito dai partigiani insieme al carabiniere Centa Giorgio 27-05-1944 Provincia Fiume Disperso Soppressione da parte jugoslava (16) (20) (46) In servizio di requisizione frazioni Giussici (Mattuglie). Nato nel 1914. Data nascita presunta per giorno e mese. Data morte presunta. 311 05-08-1905 Motta S.Anastasia Catania Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume PS non certa - Impiegato Arrestato il 03/05/45 14-06-1945 Jugoslavia - Grobniko (?) Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (3)(32)(35) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6. La madre potrebbe avere come cognome anche Luccarello, o Zuccarelli. 29-04-1893 Caltanissetta (CL) Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Guardia scelta-Ufficio Ferrovia organico 3/6/44 in AMSF Arrestato nel maggio 1945 14-06-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (3)(2)(31)(35) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6. Bruschetti Renato Biagio Parisi Carinna 30-07-1912 Lizzana di Rovereto Trento Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere - XI Btg Mobilitato 19-08-1943 Jugoslavia Cavocesto di Sebenico Deceduto per annegamento Soppressione da parte jugoslava (1)(2)(41) In fonte (2) risulterebbe ucciso a Fiume dopo il 3/5/1945 I dati di scheda sono tratti da fonte (40) 312 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brusich Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brussich Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Brutti Mirto o Mirco Severino Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL Battaglione Fiumano 31-10-1943 Ignoto Caduto in combattimento Fuoco nemico (1)(4)(9)(56) Deceduto nell’ottobre del 1943 (4). Data di morte presunta per giorno. Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato dall’OZNA il 10/4/45 e deportato 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Ignota (2) Data di morte presunta per giorno e mese. 20-06-1922 S. Michele Verona Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI - marina Arrestato il 20/4/1945 dai partigiani 31-12-1946 Jugoslavia Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava. (1)(2)(39)(45) Risultante in prigionia a Mendelino di Sebenico 1946 Data di nascita presunta per giorno e mese.In (1-2) risulta nato Postumia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bubbola Luciano Davide Cacich Antonietta Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bubinich Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bubinich o Bubunich Giuseppina 19-01-1927 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI - M.D.T 24-09-1943 Provincia Fiume Mattuglie Caduto in combattimento Fuoco nemico (1)(2) 31-12-1898 Moschiena Sconosciuta Italiana Sconosciuta Catturato dai partigiani 31-12-1944 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (20) Scomparso prima (dopo) uccisione della moglie (Bubinich) Giuseppina) all’età di 47 anni - fonte n. 20. D. n. e m. presunte per giorno, mese e anno. 31-12-1903 Moschiena Sconosciuta Italiana Sconosciuta 24-03-1944 Provincia Fiume Moschiena Valsantamar. Uccisa a bastonate Soppressione da parte jugoslava (20)(16) Deceduta all’età di 41 anni Data di nascita presunta per giorno e mese. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bubnic Ivan Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bucci (o Buccic) Vladimiro Giuseppe Antonia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Buchler in Frank Ida Pinkas Rosa Hohn Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 04-08-1905 Pogliane Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Linz 12-04-1945 Germania Ignote Ignota (1) 07-05-1912 Fianona Albona Celibe Sconosciuta Italiana Operaia Fiume Arrestato nel maggio 1945 e deportato 15-06-1945 Jugoslavia Disperso (o fucilato) Soppressione da parte jugoslava (1)(2)(5)(54) 31-08-1865 Mor (Ungheria) Coniugata Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata a Fiume; da San Sabba deportata in Germania. 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (27)(36)(44) Forse nata nel 1875; pensionata (36). Il cognome potrebbe anche essere Buechler (36). Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 313 Budicin Silvio 08-08-1912 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Fiume - Coroneo di Tr. trasf. al campo di concentramento ”Flossenburg” n. 041637 17-11-1944 Germania Ignote Ignota (4)(2)(50) Budicin Renato Giuseppe Antonia 09-02-1920 Fiume Celibe Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Fiume - Coroneo di Trieste n. 12331 (entrata 13/7/44 - prelevato 26/8/44) campo di concen. “Neuengamme” n. 044315 poi a Wilhelmsharen o Banterwegen 21-03-1945 Germania Ignote Malattia polmonite (1)(2)(4)(5)(9)(29)(54)(50) Venne sepolto a Andenburg Secondo la fonte (5), è nato nel 1926 Bufalini Augusto Vittorio 15-03-1911 Siena Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Vice brigadiere Squadra Amministrativa organico 3/6/44 in AMSF Arrestato nel maggio 1945 14-06-1945 Jugoslavia - Grobniko (?) Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (3)(2)(33)(35) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6. 314 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Bugarini Carlo Enrico 03-01-1906 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - S. capo nave Delle Bande Nere - unità cannoniere - fronte Mar Medit. Centrale 02-04-1942 Mare Mediterraneo Disperso Affondamento nave (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Buicich Giovanni Carlo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Buljeta Pietro Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 09-09-1943 Fiume Ucciso a colpi d’arma da fuoco Soppressione da parte italiana (2) L’uccisione avvenne durante i tumulti di piazza sedati dalla polizia e dai carabinieri 13-11-1921 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI - grado R.S.I. - rep. della R.S.I. - formaz. repubblicane 30-04-1945 Territorio metropolitano Disperso in combattimento Ignota (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Bulli Marcello Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Burani Sabatino Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 02-12-1942 Ignoto Disperso in mare Affondamento (2) 31-12-1916 Siena Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI ten.art. contraerea S. Caterina a Fiume Arrestato nei primi giorni nel maggio 1945 e deportato 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Ignota (2) Data di nascita presunta per giorno e mese. Data di morte presunta per giorno e mese. Buricchi Gino Felice Europa 19-02-1901 Radicofani Siena Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume PS Vicebrigadiere in servizio a Mensa Manin organico 3/6/44 in AMSF Arrestato il 03/05/45 14-06-1945 Jugoslavia Grobniko (?) Fucilazione Condanna a morte da parte jugoslava (2)(3)(5)(31)(33)(34)(35)(39) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Burul Antonio Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI - maresciallo 3° Rgt. M.D.T. servizio “Fiume” Arrestato a Sappiane il 6/5/45 31-12-1945 Provincia Fiume Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (1)(2) Data di morte presunta per giorno, mese. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Butinar Francesco Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Butti Vito Pietro Troia Teresa Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Butcovich in Superina Dolores 30-04-1945 Italia Gorizia Dispersa Ignota (2) Potrebbe essere deceduta nell’aprile 1945 Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Recatasi da Fiume a Gorizia nell’aprile del 1945 non ha più fatto ritorno Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Butinar Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 22-08-1896 Castelnuovo d’Istria Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Deportato a Muthausen 31-12-1943 Germania Ignote Ignota (1) 315 Castelnuovo d’Istria Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Deportato a Mauthausen 21-12-1943 Germania Ignote Ignota (1) 05-03-1900 Coniugato con Vita Ivancich Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere Maresciallo a capo della stazione di Valsantamarina 04-05-1945 Provincia Fiume Castua Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (1)(2)(40) Dissepolto nel 1946 da una fossa comune in quel di Castua e sepolto nel cimitero di Mattuglie Buttiglione Donato Paolo Brienza Margherita 14-08-1895 Laviano Salerno Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato il 5/5/45 07-07-1945 Jugoslavia Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (2) 316 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cabaich Nemesio Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cacchiotti Rocco Michele Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cain Giuseppe Giuseppe Veglia Sconosciuta Italiana Sconosciuta 31-05-1945 Italia Provincia Vicenza Disperso Probabile soppressione da partigiani italiani (2) Data di morte presunta per giorno. 31-12-1922 Panni Foggia Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. 12° Btg 3ª Comp. a Fiume Non si ha certezza della morte 31-12-1946 Jugoslavia Ignote Ignota (39) Data nascita presunta per giorno e anno Data morte presunta 12-02-1922 Primano Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - rep. La Spezia - unità Furiere 18-01-1942 Territorio metropolitano Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cainelli Leopoldo N.N. Virginia Cainelli Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calabrese Domenico Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calabria Renato Pasquale Ferrari Angela 03-07-1898 Brescia Coniugato Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume 07-04-1945 Istria Castelnuovo Ucciso con arma da fuoco Ignota (38) 01-09-1915 Eboli Salerno Sconosciuta Italiana Sconosciuta Cavle Imprigionato dai partigiani 10-06-1942 14-06-1942 Provincia Fiume Cavle Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (52)(5) 06-06-1919 Pavia Sconosciuta Italiana Sconosciuta Laurana RSI tenente art. in servizio a Laurana Arrestato il 27/4/45 31-12-1945 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calafiore Emanuele Giuseppe Taucer Giuseppina 08-03-1926 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI - 3° Rgt. M.D.T. (61° leg.) - formaz. repubblicane 05-05-1945 Jugoslavia Disperso in combattimento Soppressione da parte jugoslava (1)(2)(6) Secondo fonte (2), venne catturato il 5/5/45 dagli slavi a Villa del Nevoso e successivamente venne fucilato a Sappiane Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calcic Giuseppe Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calcich Giovanni 03-03-1923 Elsane Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - Capor. - 5 Btg. bers. - bersaglieri 04-06-1944 Germania Ignote Ignota (6) 17-09-1924 Laurana Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Pola - unità Marò 19-11-1944 Territorio metropolitano Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 317 Calcich Antonio 07-05-1882 Moschiena Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato, trasferito al Coroneo Trieste il 09/08/1944, prelevato l’08/09/1944; inviato a Dachau 08-02-1945 Germania Ignote Ignota (2)(4) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calcich Ernesto Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calcich Giovanni Giovanni Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 28-09-1942 Ignoto Disperso in mare Affondamento (2) 20-06-1908 Clana Coniugato Cattolica Sconosciuta Sconosciuta Fiume-Rijeka 08-11-1943 Provincia Fiume Abbazia Deceduto per ferite d’arma da fuoco (37) 318 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Caleari Bruno Rodolfo Marcella Pasqualini Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calich Mario Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Callovich Valentino 01-06-1908 Sussak Cattolica Italiana Sconosciuta Sardegna aereoporto A.M. - prima M.M. - unità Stato Maggiore 10-07-1940 Mar Mediterraneo Occidentale Caduto in combattimento Fuoco nemico (6)(2) Medaglia d’Oro al VM Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 31-12-1943 Ignoto Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese 01-01-1925 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI 05-05-1945 Italia Sella di Montesanto Gorizia Ignote Soppressione da parte jugoslava (1) La salma è stata recuperata e tumulata nel cimitero di Gorizia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calò Antonio Francesco Roitz Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Calzi Emilio Michele Grecich Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Camali Dario 05-01-1898 Castel Jablanizza Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Villa del Nevoso Deportato a Dachau 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (1)(2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 31-12-1910 Pedriciano Trieste Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. Camicia Nera 01-01-1942 Fronte jugoslavo Homolianski Klanac Caduto in combattimento Fuoco nemico (2) Nacque nel 1910 Croce di guerra al VM Data di nascita presunta per giorno e mese. Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 24-01-1914 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL 27-04-1945 Fronte jugoslavo Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Camilotti o Cammillotti Nicolò o Nicola 13-11-1902 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL Arrestato nella retata dei giorni 11 e 12 luglio del 1944 - Detenuto alla Risiera di San Sabba 01-09-1944 Trieste Ucciso Soppressione da parte tedesca (1)(4)(49)(10)(29)(55) Potrebbe essere deceduto anche il 22/6 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Caminiti Sebastiano Antonio Carmelo Giuseppa Allegre Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Campagna Giovanni 19-02-1904 Roccalumera Messina Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Carabinieri appuntato Catturato dai partigiani il 3/5/45 31-07-1945 Jugoslavia Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(5)(46)(54) Data di morte presunta per giorno. Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato dall’OZNA nel maggio ‘45 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(2) Data di morte presunta per giorno e mese. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 319 Campanello o Campanelli Michele 05-06-1923 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta A.M. - aviere - rep. Aeroporto Lido di Roma unità Reparto Servizi Deportato in Germania 01-03-1944 Germania Ignote Ignota (6)(2)(54) In (2) risulta erroneamente disperso in Russia con il nome di Campanelli Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Campeis Ermanno Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Canciani Enrico Carlo Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Villa del Nevoso Arrestato dai partigiani 31-12-1944 Provincia Fiume Ucciso mediante impiccagione Soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. 05-11-1914 Trieste Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato nel maggio 1945 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Ignota (1)(2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. 320 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Cante Ettore Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Candek Franjo 31-12-1944 Ignoto Disperso Probabile soppressione da parte tedesca (1) (43) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. In (43) risulta fucilato per la sua attività politica nel MPL Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Candeloro Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Caon Alberto Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Capadonia Trento Filippo Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Guardia Caserma Via Roma - organico in 3/6/44 31-12-1945 Provincia Fiume Ignote Ignota (30)(31)(33)(35) Non si ha certezza della sua morte. Data morte presunta per uso statistico Canino Carlo Antonio Pullara Giuseppa 14-04-1904 Agrigento Agrigento Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere - X Btg Mobilitato 08-09-1943 Jugoslavia Slovenia Lubijana Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(2)(40) (1) lo si dà disperso nel 1945 (2) risulterebbe ucciso dopo il 3/5/1945 I dati in scheda sono tratti da fonte (40) 19-01-1906 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI - grado R.S.I. - rep. della R.S.I. - formaz. repubblic. - territorio metropolitano 13-02-1945 Fiume dintorni Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Carabinieri Stazione Pogliane (Abbazia) 31-12-1944 Provincia Fiume Disperso Da accertare (20) (46) Non risulta all’Uff. Storico Carabinieri Catturato dai partigiani vicino Pogliane il 30/01/1944; non si sa se passò ai partigiani o fu soppresso -fonte n. 20. Data morte presunta 31-12-1917 Palermo Sconosciuta Italiana Sconosciuta Clana Ufficio Comando E.I. E.I. 20-10-1943 Provincia Fiume Clana Ucciso Soppressione da parte jugoslava (5) Data nascita presunta per giorno e mese Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Capizzi Matteo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Capovilli Alessandro Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cappadura Argeo Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 31-12-1944 Istria Castelnuovo Ucciso Soppessione da parte jugoslava (24) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Carenza dati anagrafici Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume MPL Battaglione Fiumano (NOV) 31-12-1943 Provincia Fiume Caduto in combattimento Fuoco nemico (5)(14) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Sconosciuta Italiana Sconosciuta 12-09-1945 Fiume Tersatto Fucilazione Condanna a morte da parte jugoslava (25) 18/9/1945 Sentenza Tribunale Militare Jugoslavo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Capuano Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Capudi Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Capuzzo Antonio 321 Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI Contraerea 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (39) Promemoria comitato antifascista di Sebenico risulterebbe arrestato a Trieste nel maggio 1945 e trasferito a Fiume Data morte presunta a fini statistici Fiume Coniugata con Hupp Francesco Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 31-05-1945 Fiume Borgomarina Uccisa per rapina Soppressione da parte di delinquenti comuni (2) Data di morte presunta per giorno. 02-11-1920 Matteria Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 54 Rgt. ftr. - arma Fanteria 20-08-1942 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) 322 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Carabaich Antonio Antonio 11-04-1913 Veglia Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - Sott. - 154 Rgt. Fant. - arma Fanter. 15-09-1943 Fronte jugoslavo Disperso in combattimento Ignota (1)(2)(6) Data di morte presunta per giorno. Secondo la fonte (6) è disperso il 15/09/1943 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carabaich Nemesio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carabino Giuseppe 19-12-1918 Veglia Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI - rep. R.S.I. - formazioni repubblicane 05-04-1945 Territorio metropolitano Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta MPL IV ceta nar. milicja 30-04-1945 Provincia Fiume - Villa del Nevoso Caduto in combattimento Fuoco nemico (9) Faceva gruppo con Giuseppe Sinisi, Oratoriu Edi, Basara Ivan e Susanj Vittorio (9). Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carbosiero Pasquale Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cargonja Giuseppe / Josip Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Carisi Gabriele Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carenza dati appartenenza forze armate Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Finanziere Deportato nel maggio 1945 31-12-1945 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. In Ufficio storico G.d.F. non risulta in organico tra il 1943 e il 1945 Carenza dati Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta 28-02-1942 Fiume Ignote Soppressione da parte jugoslava (10) In 10 si rileva essere stato soppresso con la moglie Data morte presunta per giorno 19-06-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI - grado R.S.I. - rep. R.S.I. - formaz. repubblic. 13-02-1944 Territorio metropolitano Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carli Giusto Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carli Ballola Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Caroppo Guido Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL 17-04-1942 Provincia Fiume Martinscica Caduto in combattimento Fuoco nemico (4) Disertore dell’EI, passato nel 1942 nelle file dei partigiani dell’EPLJ nella zona del litorale croato; caduto assieme a Franjo Cetina, membro del Comitato Distrettuale del Pcj di Castua Ferrara Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI milite 61° legione C.C.N.N Arrestato dai partigiani il 23-04-1945 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportato nel maggio 1945 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 323 Carrabino Giuseppe 14-06-1920 Augusta (Sicilia) Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume MPL luglio 1944 “I Compagnia fiumana” (I distacc., ”Ucka” - Commissario pol. I compagnia fiu. (III brig. istriana) Fatto prigioniero dai belogardisti 08-10-1944 Istria Bisterza Fucilazione Soppressione da parte belogardista (4) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carretto Giovanni Ernesto Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Carta Giovanni Dario Antonio Bede Amelia 25-11-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI aviere scelto 05-09-1944 Olanda Ignote Ignota (2) 13-04-1925 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI all. uff. P.S. Questura di Fiume Arrestato da elementi jugoslavi Trieste 24-03-1946 Jugoslavia Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (2)(30) Dopo il maggio 1945 si recava a Trieste e si arruolava nella polizia del G.M.A. (2). Non in organico prima e dopo l’8/9/43; forse della Polizia Ausiliaria o di altra arma. 324 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cartelli Eugenio Mario Marinich Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Carusi (Krausz) Maurizio Leopoldo Rosa Scheibel Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 30-11-1918 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato nel maggio 1945 a Gorizia 08-05-1945 Jugoslavia Disperso Soppressione da parte jugoslava (1)(2) Dichiarazione di morte presunta 26-05-1883 Apostag Coniugato con Schiller Giulia Ebraica Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato a Fiume nel febbraio del 1944; deportato da San Sabba ad Auschwitz. 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (1)(27)(36)(44)(47) Nato nel 1873 (27). Forse nato nel 1873 (36). Data di morte presunta a fini statistici Elettore Comunità Israelitica 11/09/1932 (36). Caruso Gioacchino Giuseppe Gino 18-02-1924 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportato a Grossbeeren 31-12-1944 Germania Ignote Ignota (2) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Caruzzi Romano Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Carvin Vittore Domenico Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 31-12-1913 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume MPL 09-09-1944 Ignoto Disperso Probabile soppressioone da parte tedesca (1)(2)(55)(56) Data di nascita presunta per giorno e mese. 15-04-1874 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Cherso Deportato a Cherso il 27/04/45 e successivamente a Veglia dove sarebbe rimasto fino all’8/4/1944 08-05-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(45) Carvin Nello Giuseppe Lazzarini Battiala Rina 17-08-1909 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - Capitano 9 Rgt. Alpini 12-09-1943 Fronte jugoslavo Jalmicco Suicidio Rifiuto di resa (2) Data morte presunta per mese e anno. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Casadio Virgilio 12-01-1915 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - Caporale - rep. XXX° Btg. Guast. Genio - unità Genio e Chimici 10-01-1943 Fronte russo Disperso in combattimento Fuoco nemico (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Casali o Casale Raffaele Ettore Favi Beatrice Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Casarin Ferruccio Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 13-07-1918 Roma Roma Sconosciuta Italiana Sconosciuta Di stanza a Fiume Finanziere - brigadiere Legione Trieste Arrestato nel maggio 1945 24-07-1945 Provincia Fiume Accidentale Deragliamento treno per prigione a Lubiana (2)(40) 17-08-1923 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado C. Nera - rep. C. di enti vari M.V.S.N. - unità M.V.S.N. 31-10-1944 Fronte africano Tunisia Disperso in prigionia Ignota (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 325 Casella Aldo 31-12-1922 Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume - Via Garibaldi, 7 MPL in servizio al campo d’aviazione di Banjaluka 31-12-1945 Jugoslavia Deceduto in prigionia Ignota (39) La residenza è dedotta: si tratta della stessa dei parenti che hanno richiesto notizie della vittima. D. n. presunta per giorno e mese. D. m. presunta per giorno, mese e anno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Casma Vladimiro Giuseppe Picich Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cassio Domenico 28-10-1922 Laurana Sconosciuta Italiana Sconosciuta Laurana Arrestato il 26/11/46 31-12-1946 Provincia Fiume carcere di Volosca Suicidio secondo le autorità jugoslave Probabile soppressione da parte jugoslava (1)(2) Data morte presunta a fini statistici In (2) come Camsa e nato il 20/10/1922 Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. Ten. Col.Comandante Pres. Mucici 18-07-1943 Provincia Fiume Mattuglie Accidentale Incidente automobilistico (23) 326 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cassotto Francesco Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Castadina Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Castelli Severino Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. 53° Rgt. Fanteria 12-08-1943 Provincia Fiume Fontana del Conte Accidentale Sparo di una sentinella italiana (23) Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 10-11-1945 Jugoslavia Ignote Ignota (2) Alla data della morte risultava in prigionia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Castelli Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Castello Eolo Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali E.I. - sergente - IC° Btg. Mortai - Mortai Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. 11-02-1943 Fronte russo Deceduto in prigionia Ignota (6)(2) Secondo la fonte (2), è disperso nell’inverno 1942-43 Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 08-01-1918 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Giuliana 28-07-1926 Fiume Sconosciuta Italiana Operaia Fiume 18-07-1947 Fiume FS Stazione Accidentale Esposione di un carro ferroviario (29) ACF JU16 scat.17 Sestri Ponente Genova Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato al bivio di Rupa da partigiani mentre tornava a Fiume da Trieste in auto 31-12-1945 Istria Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Castriota (o Castriotta) Cosimo Raffaele 19-02-1919 Manfredonia FG Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Guardia - Ufficio Ferrovia Organico 3/6/44 in AMSF Arrestato nel maggio 1945 14-06-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2)(31)(33)(35) Potrebbe essere deceduto anche il 15 o il 16/6. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Catalfamo Saverio Francesco Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Cattalini Marcello Giovanni Serdoz Pasqua Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 31-12-1907 Milazzo Sconosciuta Italiana Sconosciuta 31-12-1944 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (20) Prelevato dai partigiani il 14/03/1944; deceduto all’età di 37 anni - fonte n.20. Data di n. e m. presunte per giorno, mese e anno. 27-10-1893 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - grado G.M. - nave Lorenzo Marcello unità Genio Navale 19-06-1943 Mar Mediterraneo Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Cattaro Nicolò Antonio 31-12-1910 Veglia o Cherso Sconosciuta Italiana Sconosciuta Abbazia Arrestato con accusa di spionaggio 21-11-1946 Fiume Tersatto Fucilazione Soppressione da parte jugoslava (2)(1) Data di nascita presunta per giorno e mese. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cattaruzza Mario Giobatto Antonia Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Cavalera o Cavallera Alberto o Umberto Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 327 14-09-1899 Augusta Siracusa Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 20-02-1941 Ignoto Disperso in mare Affondamento nave (5)(54) 19-01-1924 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume RSI - grado R.S.I. - rep. della R.S.I.- formaz. repubblic. 02-07-1944 Jugoslavia Slovenia Postumia Caduto in combattimento Fuoco nemico (6)(37)(1)(2) Nato il 18/11/1924 (37). Per altra fonte morto nei pressi di Fiume 8/9/43 Cavalieri Giorgio Giuseppe 21-07-1900 Trieste Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato il 21/5/1945 31-12-1945 Ignoto Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava. (45) Data morte presunta per giorno e mese. 328 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cavalieri Tullio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cé Luigi Clemente Angelo Giuseppa Ponzoni 02-11-1943 Fiume Ignote Soppressione da parte jugoslava (40) Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cecconi Riccardo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato dai partigiani nel 5/’45 31-12-1945 Provincia Fiume Ucciso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. 09-06-1924 Sospiro Cremona Sconosciuta Italiana Sconosciuta Finanziere - XI Btg. Mobilitato 19-12-1918 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta RSI 26-09-1944 Territorio metropolitano Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Ceglar Rodolfo 03-06-1901 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportato in Germania nel campo di Mathausen 22-03-1945 Germania Ignote Ignota (2)(9)(4) Secondo la fonte (9), nato il 02/06/1901 e deceduto a Mauthausen Ceglar Giuseppe 08-12-1919 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta A.M. - aviere - rep. cp. pres. cdo aer. Tirana unità cdo A.M. Albania - Tirana 08-04-1941 Fronte albanese Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Celin Aloiz 01-02-1902 Cuttesevo Villa del Nevoso Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Deportato a Duisburg 07-12-1944 Germania Ignote Ignota (1) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Celin Teodoro 01-01-1920 Villa del Nevoso Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado C.M. - rep. 184° Rgt. Parà - arma Paracadutisti 14-06-1944 Territorio metropolitano Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cellich Alfredo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Celligoi Alessandro Alessandro Giustina Franck 11-12-1920 Fiume Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta RSI - Vice Capo Squadra 31-12-1945 Jugoslavia Ignote Ignota (1) Scomparso il 30/04/1945 su territorio metropolitano; secondo la famiglia era stato deportato in un campo di concentramento nel marzo del 1945 (1). Data di morte presunta per giorno e mese. 09-11-1915 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - grado ten. - 9 Rgt. Alp. - unità Alpini 21-11-1940 Fronte albanese Caduto in combattimento Fuoco nemico (6)(2) Secondo la fonte (2), è nato il 19/2/1915 Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Celligoi Mario Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Celligoi Vittorio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cellus Antonio 329 Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 08-09-1943 Fiume Fucilazione Soppressione da parte tedesca (2) 31-12-1894 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestato nel maggio 1945 31-12-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno, mese e anno. Data di nascita presunta per giorno e mese. Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato dopo il 3/5/45 31-12-1945 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di morte presunta per giorno e mese. 330 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Celotto Mario Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Cendach Giuseppe Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestato nel maggio 1945 31-12-1945 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslva (2) Data di morte presunta per giorno e mese. 01-01-1914 Matteria Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 30° RGPT. C.D.A. Art. arma Artiglieria 16-01-1943 Fronte russo Disperso in combattimento Ignota (6) Cendach Rodolfo 14-02-1921 Matteria Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 90 Rgt. ftr. - arma Fanteria 28-12-1942 Fronte russo Disperso in combattimento (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cendak Rodolfo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Cendak Carlo Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 15-01-1913 Matteria Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 13 Rgt. ftr. - arma Fanteria 30-10-1943 Territorio metropolitano Disperso in combattimento Ignota (6) 07-09-1920 Matteria Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 177 Ospedale da Campo San. - unità Sanità 19-12-1941 Fronte africano settentrionale Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Centa Giorgio Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Carabinieri 31-12-1944 Provincia Fiume Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (20) (46) Non risulta all’Uff. Storico Carabinieri Prelevato dai partigiani il 27/05/1944 in località Giussici (Mattuglie) -fonte n. 20. Data di morte presunta per giorno e mese. Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Centis Filippo Luciano Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cercogna Abdon Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Cergnar Moravio Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 25-02-1896 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Spalato RSI Milizia 30-04-1945 Italia Udine Fucilazione Soppressione da parte partigiana (1) 01-07-1911 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - 26 Rgt. ftr. - fanteria - fanteria 05-11-1942 Fronte jugoslavo - Croazia Disperso in combattimento Ignota (6)(2)(29) In (2) risulta Cergogna 01-08-1916 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta MPL - partigiano - rep. delle form. part. - unità form. part 08-05-1945 Fronte jugoslavo Caduto in combattimento Fuoco nemico (6) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cerisara Alessandro Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cernac (Cernaz) Antonio Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Cernigoi Renata Savino Lembo Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 331 31-12-1883 Valle del Pasubio Sconosciuta Italiana Sconosciuta Deportato a Dachau 06-01-1945 Germania Ignote Ignota (9) Data di nascita presunta per giorno e mese. 25-01-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta M.M. - Marò - nave Antares - cannoniere 12-10-1942 Mare Mediterraneo Disperso in combattimento Affondamento (6) 31-12-1913 Canosa di Puglia Sconosciuta Italiana Sconosciuta Arrestata ilm 24/5/1945 fra Laurana e Abbazia. Forse tradotta a Susak. 31-12-1945 Ignoto Ignote Probabile soppressione jugoslava. (45) Date nascita e morte presunte a fini statistici. 332 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cernetic Anton Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cernibori Italo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cernich Olindo Cosino Barbara Studenaz 27-02-1912 Fontana del Conte Sconosciuta Sconosciuta Sconosciuta Schomberg 14-12-1944 Germania Ignote Ignota (1) 14-06-1923 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - 3 Rgt. GRA. - arma granat. 30-01-1944 Fronte jugoslavo Deceduto in prigionia Ignota (6) 31-12-1910 Fiume Celibe Cattolica Italiana Sconosciuta Fiume 26-11-1944 Provincia Fiume Mattuglie Stazione FS Ucciso Bombardamento aereo (1)(37) Deceduto all’età di 34 anni (1); nato nel 1908 e morto il 05/11/1944 a Fiume (37). Data di nascita presunta per giorno, mese e anno. Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cerne Nada Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Cernilogar Natalia Antonio Margherita Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 04-03-1926 Sconosciuta Sconosciuta Arrestata il 31/12/1945 31-12-45 Ignoto Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava. (45) Data morte presunta per giorno e mese a fini statistici. 20-05-1891 Crkvenica Coniugata Jurincich Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata dai tedeschi a Fiume e portata al Coroneo di Trieste 09-05-1945 Germania Ignote Ignota (5)(29)(58) Cernilogar Stefano Giovanni Giovanna 09-06-1897 Fiume Sposato Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume 09-05-1945 Fiume Ignote Soppressione da parte jugoslava (5) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cesare Ermenegildo Giovanni Pietra 13-04-1920 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. 91° Rgt. Fanteria - poi nel I Rgt. Legione straniera (Francia) Prigioniero nel 1943 - nel maggio 1944 si arruolò nella legione straniera 07-04-1945 Germania Ignote Malattia tifo (2)(5) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cetina Matteo Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cetina o Cettina Ilario Antonio S. Matteo Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Internato in Germania in data 10/01/1945 30-04-1945 Germania Ignote Ignota (9) Irreperibile (9). Data di morte presunta per giorno e mese. 13-01-1912 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Risiera San Sabba 01-09-1944 Trieste Fucilazione Soppressione da parte tedesca (9)(1)(49) Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cettin Giuseppe Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cettineo Narciso Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Checchi Lino Vincenzo Augusta Generali 333 22-12-1907 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Deportato dai tedeschi a Dachau 06-06-1944 Germania Ignote Ignota (2) Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta Abbazia (?) 31-12-1946 Provincia Fiume Ignote Probabile soppressione da parte jugoslava (39) Tramite Ass. Naz. Mutilati i famigliari chiedevano sue notizie nel 1946. Non si ha certezza della sua morte. Data morte presunta a soli fini statistici 12-09-1922 Castenaso Bologna Sconosciuta Italiana Sconosciuta Finanziere - Leg. Trieste 12-01-1944 Provincia Fiume Matteria Disperso in combattimento Ignota (1)(40) 334 Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Chersevanich Giovanni Giovanni Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Chenda Italo 30-09-1942 Fronte africano settentrionale Caduto in combattimento Fuoco nemico (2) Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Chernetich Romano Martino Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Chersi Vladimiro Francesco Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Chersanaz Antonio Andrea Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Cherubini Tullio Natale Betti Lidia Fiume Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - Paracad. - 185° Rgt. Art. S.Ten. Moschiena Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 12-11-1940 Ignoto Disperso Affondamento (2) Laurana Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 28-06-1940 Ignoto Disperso in mare Affondamento (2) Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 19-09-1920 Moschiena Sconosciuta Italiana Sconosciuta E.I. - soldato - rep. 309ª Sez. San. Alp. - unità Sanità 23-04-1943 Fronte russo Deceduto in prigionia Ignota (6) Moschiena Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta 11-12-1942 Ignoto Disperso Affondamento (2) 22-08-1893 Bagni di Lucca Sconosciuta Italiana Sconosciuta Abbazia Il 29/04/45 venne portato a Laurana nella Villa Liana sede dell’OZNA 01-05-1945 Jugoslavia Disperso Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Vittime accertate - Listovi potvrđenih žrtava Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Chesele Maria Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali Chiarotti Luigi Cognome Nome Nome padre Nome madre Soprannome Nato il Nato a Comune Stato civile Religione Nazionalità Origine sociale Res. durante la guerra Appartenenza FF.AA. Detenzione - Prigioni Chiavelli (o Chiarelli) Amelio (o Aurelio) Antonio Data morte Luogo morte Modalità di morte Causa Fonti lett. o docum. Note ed eventuali 31-12-1892 Fiume Sconosciuta Italiana Sconosciuta Fiume Arrestata dall’OZNA nel 1946 31-12-1947 Fiume Suicidio per le autorità jugoslave Probabile soppressione da parte jugoslava (2) Data di nascita e di morte presunte per giorno e mese. Carenza dati Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Guardia - Autisti - organico 3/6/44 in AMSF 30-05-1945 Jugoslavia Ignote Da accertare (32) Non si ha certezza della morte (32). 22-01-1898 S. Giorgio La Montagna Benevento Sconosciuta Italiana Sconosciuta PS Maresciallo III CI Prefettura organico 3/6/44 in AMS