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Massimo Massaro

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Massimo Massaro
L’allenamento del tiro: situazioni didattiche ed agonistiche
Relatore Massimo Massaro
Il tiro è il fondamentale più affascinante del basket, di sicuro il più indispensabile. Si
gioca per fare canestro, e meglio si tira, più canestri si fanno e più partite si vincono.
Insegnare il tiro può sembrare la cosa più naturale e semplice per un coach di basket,
ma a mio avviso non lo è per niente, anzi, è un insegnamento molto complesso e
delicato, sia per il momento nella crescita di un giocatore in cui lo si insegna, lo si
modifica, lo si affina e anche perché è facile, sbagliando o non correggendo
adeguatamente gli inevitabili errori, radicare i difetti che poi saranno difficili da
cancellare.
E’ possibile cambiare il modo di difendere o di portare un blocco o di eseguire un
taglio senza molte difficoltà; altro è modificare un tiro, che significa cambiare un
automatismo acquisito, un po’ come chiedere di cambiare il modo di correre,
camminare o respirare, movimenti volontari ma ormai diventati automatici. Ecco
dobbiamo sapere che il tiro sarà un gesto automatico in cui il pensiero e la ragione
non troveranno tanto tempo per comparire. E per questo motivo dovremo tener
sempre presente che il tiro viene effettuato in un ritmo di gioco che si relazionerà con
la propria coordinazione e con i tempi in cui si muoveranno la palla, i compagni e gli
avversari. Ai nostri giocatori dovremo far sembrare semplice tirare, e quando
dovremo cambiare un tiro, non gli diremo che dovrà cambiare il tiro ma che
lavoreremo per migliorarlo.
In generale (non solo per il tiro) dobbiamo sempre mostrarci convinti di ciò che
insegniamo ai nostri giocatori, e quindi prima di entrare in campo dobbiamo sapere
bene che l’argomento che tratteremo sarà frutto delle nostre decisioni. Sono abituato
a prendere spunto da tante cose che vedo o che sento fare ad allenatori a giocatori
propri, ad avversari; poi però le mischio ed assemblo ben bene e le faccio mie e,
anche tenendo ben presente a chi vanno dirette le informazioni e le indicazioni,
genero ciò che nel tempo diventerà farina del mio sacco. Solo così avremo giocatori
che crederanno in ciò che fanno. L’insegnamento del tiro è anche legato al tipo di
risposta che avremo dalle nostre indicazioni. Il ragazzo che farà canestro a seguito dei
nostri consigli in allenamento avrà una risposta positiva e tangibile di quello che fa.
Se ci riuscirà, per lui noi saremo un alleato, un punto di riferimento sicuro, e potremo
chiedere molto a quel ragazzo.
Credo che un allenatore capace di dimostrare sia avvantaggiato nella didattica purchè
si cali sempre nelle caratteristiche del discente. Chi sa tirare avrà una marcia in più
nella credibilità di chi impara. Altrimenti faremo fare da dimostratore ai migliori
tiratori della squadra, e se proprio non abbiamo possibilità, spezzetteremo il nostro
tiro, magari senza eseguire la parte finale o tirando nel vuoto. Ma guai a renderci
ridicoli agli occhi dei nostri giocatori.
Con giocatori mediamente evoluti, quindi dai 15 anni in su, sono abituato a far
eseguire il tiro nella sua completezza, con metodo globale e poi correggere gli errori
suddividendo il tiro nelle sue parti.
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L’allenamento del tiro: situazioni didattiche ed agonistiche
Successivamente lavoreremo con esercizi che miglioreranno gli arresti, la presa
(ricezione), il rilascio, lo spin eccetera. Nelle correzioni sono abituato a non esagerare
mai nelle indicazioni, in quanto il giocatore deve fissare la sua attenzione su non
troppe fasi. Quindi è proprio qui che dovremo essere bravi nello scegliere ciò che è
più importante da correggere o da affinare o da modificare. E dobbiamo sapere che il
tiro dev’essere un movimento unico che comprende tutte le proprie fasi
Meccanica di tiro
Divideremo il tiro in quattro fasi
1 – Ricezione
2 – Caricamento
3 – Spinta
4 – Rilascio della palla
La ricezione avverrà prendendo la palla con i polpastrelli, e per portarla in posizione
di tiro la faremo ruotare sotto il metacarpo. il pallone non poggia sul palmo della
mano, il gomito non è in fuori, la palla andrà rapidamente sopra la testa, le gambe
non sono piegate, ma pronte, reattive. Dalla ricezione al caricamento del tiro dovremo
allineare sagittalmente, ovvero frontalmente, 5 punti del corpo: polso, gomito, anca,
ginocchio e piede. Il piede destro (per i destrorsi) potrà essere avanzato di pochi
centimetri rispetto al sinistro ma sempre parallelo ad esso
I piedi vanno sempre orientati a canestro e sono la parte del corpo più importante per
l’equilibrio e la coordinazione nel tiro. I piedi saranno in contatto col terreno mai sui
talloni, ma sugli avampiedi. Nella distensione completa del corpo l’ultima molla che
si apre è l’articolazione della caviglia (tibio-tarsica)
Il tiro dev’essere eseguito sempre con un ritmo scandito dal caricamento e dal
rilascio. Consiglio ai giocatori di contare mentalmente 1 e 2 mentre si succedono le
fasi di caricamento e spinta più rilascio. Il tiro non dev’essere spezzettato.
La mano d’appoggio non ha alcun effetto attivo nel tiro, bensì funge semplicemente
da guida, aiutando la mano del tiro nel dettare la traiettoria della parabola
Tra i muscoli che sono impegnati nel tiro cito i glutei, che l’atleta non “sente” durante
il gesto, in quanto più impegnato a rivolgere attenzione al bicipite o ai gastrocnemi e
ai quadricipiti se si tratta di un tiro in salto
Il momento del rilascio della palla, sarà caratterizzato dalla distensione decisa ed
armoniosa del braccio e dalla famosa frustata dei polpastrelli, in cui il dito indice sarà
centrale nella mano naturalmente aperta ed indicherà il canestro.
Esercizi didattici sulla meccanica del tiro
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L’allenamento del tiro: situazioni didattiche ed agonistiche
1 – Spin: giocatori tirano il pallone verso l’alto e imprimono al pallone una rotazione
verso dietro, poi lasciano cadere la palla a terra e la riprendiamo in posizione di
ricezione – Diag 1
2 – Tirare a canestro con una sola mano – Ci da la direzione del tiro e la fermezza del
braccio. Stesso esercizio da più direzioni e a distanze diverse – Diag 2
3 – Tirare a canestro dopo tre saltelli: ci consente di mantenere l’equilibrio con il
corpo in movimento e bisogna fare attenzione a non far oscillare braccio e mano che
devono restare sopra il capo – Diag 3
4 – Ritmo nel tiro. Es. Tiro libero. Contare: 1; 2 – Diag 4
Consente di correggere la presa, la distensione del braccio, la spinta delle gambe e
dei piedi e il gesto nella sua globalità. Allenare e correggere il tiro libero è la forma
più classica per insegnare il tiro
Allenare il tiro
Ci devono essere sempre tante opportunità da dedicare al tiro durante l’allenamento.
Le squadre che in un allenamento eseguono pochi tiri, avranno sicuramente
percentuali scarse.
Soprattutto le squadre che non possono allenarsi la mattina dovranno inserire esercizi
di tiro durante l’allenamento, facendo attenzione a non far scendere di intensità
l’allenamento, ma nello stesso tempo non considerando gli esercizi di tiro (o tiri
liberi), un momento dopo la fine dell’allenamento vero e proprio. Ne risentirà la
concentrazione e quindi il rendimento
Far gareggiare i giocatori. Dalle gare aumentano moltissimo le percentuali di tiro e
ogni tiro è eseguito con concentrazione agonistica, rispecchiando sempre il clima che
c’è in gara. Durante le gare dobbiamo però sempre prevedere che i giocatori non
devono stare mai molto tempo fermi e devono comunque sempre eseguire un numero
di tiri elevato e rispecchiare i tipi di tiri di gara e con il ritmo di gara.
Una buona abitudine è inserire il tiro durante la fase di warm-up, subito dopo gli
esercizi iniziali di riscaldamento e di mobilizzazione e coordinazione. Ovviamente
dovranno essere eseguiti in movimento per rispettare la fase di riscaldamento e una
buona abitudine è fa tirare i giocatori a coppie, dove chi tira va a rimbalzo, passa la
palla al compagno, esegue con il braccio alzato un leggero ostacolo per il tiro del
compagno, e poi va di corsa a metà campo, per poi tornare, ricevere e tirare
nuovamente a sua volta. L’ostacolo diventa più vicino e allora il tiratore farà un
palleggio incrociato o una finta di tiro per condizionare la difesa e eseguire un
palleggio, arrestoe tiro o un passo indietro e tiro (step back)
Curare la ricezione in movimento decidendo se eseguire arresto in uno o due tempi. A
mio avviso bisogna insegnare entrambi gli arresti, in modo che i giocatori siano in
grado di scegliere a seconda delle situazioni, ma credo che coordinativamente e come
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controllo del corpo, sia preferibile l’arresto a due tempi. Ma credo fermamente che
ogni giocatore deve trovare il suo personale equilibrio sia negli arresti che nella
sensibilità di tiro. E ogni giocatore modificherà il proprio assetto di tiro,
l’allineamento anche in base alle proprie caratteristiche fisiche.
Esercizi per gli arresti
Questi esercizi serviranno a migliorare gli arresti
- File contrapposte con arresto all’altezza della linea di TL in due tempi – Diag5
- File contrapposte con arresto in un tempo – Diag 5
- File contrapposte con ricezione in un tempo, finta di tiro e partenza incrociata
esterna; poi interna – Diag 6
- Una fila in angolo e l’altra in ala. Correre e uscire da un blocco, per ricevere e
tirare. In questo caso saremo più radenti al suolo nella fase di ricezione – Diag 7
- Stesso esercizio con palleggio, arresto e tiro – Diag 8
- Stesso esercizio ma dopo la ricezione, eseguire finta di tiro, e terzo tempo -Diag 9
- Una fila di fronte al coach che passa e difende su un lato o centralmente. Leggere
la difesa e eseguire di conseguenza il tiro più giusto. Lavorare sulla velocità degli
arresto e del tiro
Esercizi di tiro a seguito di vantaggi, determinati da collaborazioni offensive
- Passaggio ad un giocatore che corre che esegue il tiro in corsa (terzo tempo)
proiettando il corpo in avanti per aumentare la velocità al massimo (2c0
transizione) – Diag 10
- Il giocatore centrale penetra e passa la palla a quello che corre sul lato e va in
posizione di ala (transizione). Trasferire la velocità orizzontale (elevata) in quella
verticale in breve tempo e senza alterare l’equilibrio del corpo, arrestandosi in
due tempi. La prova è data dal ricadere sul posto dopo il salto – Diag 11
- 3 file. Il giocatore centrale dopo aver passato in ala segue dietro la penetrazione.
E dopo lo scarico sul fondo va ad occupare una posizione tale da poter ricevere e
tirare in breve tempo e rispettando gli spazi guadagnati dal vantaggio ottenuto
- Variante: eseguire un tiro in penetrazione – Diag 12-13
- Una quarta fila per ricevere un extra-pass e tirare da tre punti. In questo caso il
tiro è dato da ricevo-carico-tiro ! – Diag 14
- 4 file con giocatore interno che riceve gli scarichi sul fondo e al centro. Tiri da
post-up – Diag 15-16
Questa progressione di tiro va bene per squadre giovanili che montano un passing
game con spaziature che partono da tali principi. E può essere modificata a seconda
delle proprie impostazioni di gioco
Tiri in uscita dai blocchi
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L’allenamento del tiro: situazioni didattiche ed agonistiche
Blocco verticale lontano dalla palla: leggere la scelta del difensore e eseguire
- Arresto e tiro dopo il blocco, rapido e senza palleggio. Il tiratore passerà
velocemente dalla posizione radente a quella distesa del tiro. Diag 17
- Palleggio arresto e tiro dopo aver sfruttato il blocco – Diag 18
- Fadeaway verso l’angolo, se il difensore taglia il blocco – Diag 19
- Ricciolo e tiro in penetrazione valutando l’arrivo degli aiuti. Ritengo che in
penetrazione il giocatore debba imparare quasi da solo qual è la sensibilità del tiro
e della posizione delle braccia che dovranno provvedere a difendersi dalle varie
posizioni difensive intervenute – Diag 20
Blocchi stagger
- Uscita rapida radendo verso il suolo e rilascio sveltissimo (stagger orizzontale) o
a seconda della distanza della difesa, allontanarsi in angolo e tirare con un tempo
di esecuzione più lungo
- Arresto e tiro rapido o dopo palleggio (stagger verticale) – Diag 21 e 22
Doppio blocco
- Dopo aver sfruttato il blocco, se i difensori sono rimasti nel blocco, si può avere
maggior tempo per caricare e rilasciare il tiro. Un vero piazzato – Diag 23
Doppie uscite
- L’attaccante, passa vicino al bloccante e valuta e legge le scelte dei difensori.
Deve essere pronto a passare vicino al bloccante e tirare immediatamente o
allontanarsi dal blocco o tirare dopo un palleggio o proseguire il taglio per ricevere
dentro l’area e tirare in corsa
Tiro da Pick and roll
L’uso del pick and roll è sempre più presente negli attacchi delle squadre, per cui i
tiri derivanti da tale soluzione offensiva, sono molteplici
- Tiro dietro al blocco (difensore del palleggiatore distante) – Diag 24
- Tiro dopo palleggio e arresto dopo il blocco (se il difensore passa in terza o
quarta posizione o se la difesa contiene a distanza) – Diag 25
- Tiro del bloccante che si apre, riceve e tira senza palleggio. In varie direzioni. Si
può fare questo esercizio a coppie anche in riscaldamento – Diag 26-27
- Tiro piazzato degli esterni sugli scarichi di chi penetra (timing 1-2) – Diag 28
Esercizi per tiro di giocatori interni
- Gancini (Mikan Drill): eseguire dieci semiganci ravvicinati al tabellone di dx e
sx, curando la direzione della punta dei piedi e la posizione della mano che spinge
la palla lateralmente verso il tabellone. La mano guida funge anche da difesa
della palla – Diag 29
- Stesso esercizio ma con tiri rovesciati – Diag 30
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L’allenamento del tiro: situazioni didattiche ed agonistiche
- Stesso esercizio per giocatori evoluti e molto dotati atleticamente con dieci
schiacciate ad una mano
- Dalla posizione di spalle a canestro: finta verso il centro e scivolamento verso il
fondo. In questo caso il tiro sarà difeso dal corpo che sarà in una posizione molto
eretta e con le spalle che vanno verso dietro per evitare la stoppata – Diag 31
- Da spalle a canestro, finta verso il fondo e terzo tempo rovesciato verso il centro
con tiro in semigancio. La mano è di lato alla palla – Diag 32
- Da post basso, finta verso il fondo e scavalcamento verso il centro – Il tiro ha un
caricamento più breve e il tiro viene rilasciato prima – Diag 33
- Dopo l’arresto, fare passo e tiro, allungheremo il braccio verso canestro – Diag 34
Ovviamente non voglio mostrare i movimenti dei pivots ma far vedere solo che anche
in questo caso il tiro assume risvolti sempre diversi dopo ogni singola azione, e i
giocatori troveranno il loro equilibrio, la loro sensibilità nel momento del rilascio e il
loro timing.
Allenare i tiri speciali
Alcuni esempi:
- Il secondo tempo. Partenza dal’ala: per anticipare l’intervento difensivo
l’attaccante, palleggiando sul fondo (con mano esterna) staccherà dopo il primo
passo del terzo tempo (piede esterno) e salterà senza appoggiare il secondo piede.
Allora il tiro dovrà essere difeso dalle spalle che saranno parallele al tabellone e la
mano sarà posta lateralmente alla palla. Saremo maggiormente in equilibrio se alla
fine del tiro ricadremo ancora paralleli al tabellone. – Diag 35
- Secondo tempo con tiro rovesciato. Lo stesso movimento di prima ma concluso
dopo un palleggio in più che ci farà tirare sul lato opposto. In questo caso
dovremo girarci ancor più verso il canestro e il piede rollerà tra pianta e punta.
Diag 36
- Secondo tempo centrale: Utilizzato maggiormente dai playmaker o guardie in
penetrazione centrale. E’ un tiro con rilascio anticipato della palla per evitare un
intervento difensivo – Diag 37
- Kiki Move - Prende nome da Kiki Vandeweghe giocatore NBA. Serve quando
dobbiamo smarcarci in palleggio. Il tiro segue una finta di entrata in palleggio e
viene eseguito dopo un arresto in arretramento che ci darà una buona distanza dal
difensore che sarà arretrato per contenere la penetrazione. A seconda del tipo di
equilibrio dovrà essere eseguito con maggior forza – Diag 38
- Tiro in allontanamento: Il tiro viene eseguito dopo un passo di allontanamento ma
anche il busto arretra e il tiro viene eseguito buttandosi indietro – Diag 39
La preparazione atletica funzionale al tiro
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L’ausilio della figura del preparatore fisico è ormai indispensabile e anche per quanto
riguarda il tiratore è importantissima. Non si tira con la forza, il tiro è un gesto
armonioso, ma con il tiro da 3 pt a 6,75 mt, qualcosa è cambiato. Per gli adolescenti il
preparatore farà eseguire principalmente esercizi di sblocco dell’articolazione della
spalla.
Per giocatori adulti invece l’utilizzo dei pesi servirà per dare maggior sicurezza alla
fase di spinta del braccio (e delle gambe). Ma un utilizzo errato comprometterà la
scioltezza del tiro.
Muscoli quali tricipiti e i bicipiti, pettorali, retto addominale vanno allenati per essere
sempre tonici, durante la fase di tiro (possiamo pensare al caricamento del tiro come
ad una catapulta) e per gli arresti andranno rinforzati quadricipiti e bicipiti femorali,
nonché i gastrocnemi (polpacci). Per la spinta i glutei
La forza mentale del tiratore
In questo campo possiamo fare qualcosa, dando al giocatore serenità nelle fasi calde
di una partita. Se gli trasferiremo le nostre ansie di allenatore, se gli daremo una
responsabilità che grava come un macigno, non gli faremo di certo bene. Noi
dovremo metterci questa nostra piccola parte, ma il carattere a mio avviso, non è
molto allenabile, e perciò vedremo che i giocatori daranno risposte diverse in
situazioni più o meno diverse. Ad esempio ci saranno giocatori che avranno avuto in
una partita una percentuale di tiro molto alta, ma che sbaglieranno l’ultimo tiro, e
viceversa chi dopo tanti errori realizzerà il tiro decisivo.
Noi qualcosa possiamo fare, sia dando sicurezza e sostenendo il giocatore, non
facendogli pesare gli errori (sempreché abbia avuto un atteggiamento positivo) e sia
dandogli forza allenandolo bene e costantemente. Ad esempio io utilizzo molto
durante gli allenamenti minipartite per provare i giochi o quant’altro a punteggio. E
se i giocatori prenderanno questo impegno con molta serietà vuol dire che stiamo
procedendo bene e che ci abitueremo a situazioni agonistiche molto simili alla partita.
Un giocatore è un bravo tiratore quando impara ed esegue bene e fa canestro in
condizioni di vantaggio acquisito. Un giocatore ha talento quando trova equilibri
sempre più precari e quando “sente” il canestro in ogni situazione in cui viene
chiamato a tirare, anche senza vantaggio. Fino a diventare fuoriclasse.
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