Comments
Transcript
Robert Venturi e la narrazione postmoderna
Robert Venturi e la narrazione postmoderna Robert Venturi, Complessità e contraddizioni nell’architettura , 1966 Nonstraingtforward Architecture: A Gentle Manifesto «Mi piace che l’architettura sia complessa e contraddittoria. Non che mi piaccia l’architettura incoerente e arbitraria, opera di creatori incompetenti o le implicazioni di gusto ricercato del pittoresco e dell’espressionismo. Ciò di cui voglio parlare al contrario è una architettura complessa e contraddittoria basata sulla ricchezza e sulla ambiguità della vita moderna». ! «I like complexity and contradiction in architecture. I do not like the incoherence or abitrariness of incompetent architecture nor the precious intricacies of picturesqueness or expressionism. Instead, I speak of a complex and contradictory architecture based on the richness and ambiguity of modern experience». ! [Robert Venturi, Complexity and Contradiction in Architecture, 1966] Nonstraingtforward Architecture: A Gentle Manifesto «Mi piace che l’architettura sia complessa e contraddittoria. Non che mi piaccia l’architettura incoerente e arbitraria, opera di creatori incompetenti o le implicazioni di gusto ricercato del pittoresco e dell’espressionismo. Ciò di cui voglio parlare al contrario è una architettura complessa e contraddittoria basata sulla ricchezza e sulla ambiguità della vita moderna». ! «I like complexity and contradiction in architecture. I do not like the incoherence or abitrariness of incompetent architecture nor the precious intricacies of picturesqueness or expressionism. Instead, I speak of a complex and contradictory architecture based on the richness and ambiguity of modern experience». ! [Robert Venturi, Complexity and Contradiction in Architecture, 1966] Complexity and Contradiction vs. Simplification or Picturesqueness Complexity and Contradiction vs. Simplification or Picturesqueness Nonstraingtforward Architecture: A Gentle Manifesto «Oggi le esigenze di programma, struttura, impianti tecnici ed espressione entrano in modo imprevedibile persino in edifici singoli posti in contesti semplici; l’ampliarsi della scala e della dimensione degli interventi architettonici nella pianificazione urbana e territoriale aumenta le difficoltà. Accetto i problemi e sfrutto le incertezze; accogliendo sia la contraddizione che la complessità, punto sia sulla vitalità che sulla validità. Gli architetti non possono più permettersi di lasciarsi intimorire dal moralismo puritano del linguaggio dell’Architettura Moderna Ortodossa. […] Il più non vale di meno». ! Today the wants of program, structure, mechanical equipment, and expression, even in single buildings in simple comtexts, are diverse and conflicting in ways previously unimaginable. The increasing dimension and scale of architecture in urban and regional planning add to the difficulties. I welcome the problems and exploit the uncertainties. By embracing contradiction as well as complexity, I aim for vitality as well as validity. Architects can no longer afford to be intimidated by the puritanically moral language of orthodox Modern Architecture. […] More is not less». ! [Robert Venturi] Contradictory Levels: The Phenomenon of “Both-And” In Architecture Contradictory Levels: The Phenomenon of “Both-And” In Architecture Michelangelo, Biblioteca Laurenziana, Firenze «La tradizione dell’”0-0” ha caratterizzato l’architettura moderna ortodossa: probabilmente un frangisole non è niente di più; un supporto è raramente un involucro […] questo modo di manifestare la chiarezza e la buona articolazione delle funzioni non ha nulla a che vedere con una architettura di complessità e di contraddizioni che cerchi di integrare (sia…sia) piuttosto che escludere (aut…aut). […] Gran parte degli esempi da me citati saranno difficili da “leggere”, ma un’architettura astrusa è valida, se esprime complessità e contraddizione di contenuto e di significato. La percezione simultanea di molteplici livelli di significazione richiede sforzi ed esitazioni da parte dell’osservatore, ma rende la sua percezione più viva». ! «The tradition “either-or” has characterized orthodox modern architecture: a sun screen is propably nothing else; a support is seldom an enclosure […] Such manifestations of articulation and clarity are foreign to an architecture of complexity and contradiction, which tends to include “both-and” rather than exclude “either-or”. […]Most of the examples will be dfficult to “read”, but abstruse architecture is valid when it reflects the complexities and contradictions of content and meaning. Simultaneous preception of a multiplicity of levels involves struggles and hesitations for the observer, and makes his perception more vivid». [Robert Venturi] Cloth Hall, Bruges Fischer von Erlach, Karlskirche, Vienna 1713 «Il principio “less is more” condanna la complessità e giustifica l’esclusione per scopi espressivi. […] L’edificio diventa il diagramma di un programma di vita troppo semplificato, una astratta rappresentazione di “o-o”. Dove la semplificazione non funziona, il risultato è il semplicismo. Una semplificazione esagerata conduce ad un’architettura timida. Il meno è noia». «The doctine “less is more” bemoans complexity and justifies exclusion for expressive purposes. […] The building becomes a diagram of an oversimplified program for living, an abstract theory of either-or. Where simplicity cannot work, simpleness results. Blatant simplification means bland architecture. Less is a bore». ! [Robert Venturi] Michelangelo, Biblioteca Laurenziana, Firenze Robert Venturi, Casa sulla spiaggia/Beach House 1959 Low House, Bristol, Rhode Island, 1887 Robert Venturi, Casa sulla spiaggia/Beach House 1959 Giorgio Grassi, Casa sul lago d’Iseo, 1962 Robert Venturi Centro Medico North Penn Visiting Nurse Association, Pennsylvania 1960-63 Centro Medico, Pennsylvania (1960-63) Centro Medico, Pennsylvania (1960-63) Robert Venturi, Casa Vanna Venturi, Chestnut Hill 1959-64 Casa Vanna Venturi, Chestnut Hill (1959-64) Grand’s Restaurant, Philadelphia (1961-62) Grand’s Restaurant, Philadelphia (1961-62) Grand’s Restaurant, Philadelphia (1961-62) Robert venturi, John Rauch, Guild House, Philadelphia, 1960-66 Robert venturi, John Rauch, Guild House, Philadelphia, 1960-66 Stazione dei vigili del fuoco, Columbus, Indiana (1965-68) Robert Venturi, Stazione dei vigili del fuoco/Station Fire Department Building , Columbus 1965-68 Borromini, S. Carlo alle Quattro Fontane, Roma “La Pop Art ha dimostrato come il banale sia spesso la principale sorgente dell’occasionale vitalità e varietà del paesaggio urbano […] Un’altra implicazione significativa della Pop Art induce a considerazioni di metodologia urbanistica. Gli architetti e gli urbanisti, che denunciano rabbiosamente il paesaggio urbano contemporaneo per la banalità e la volgarità, elaborano complicati metodi per abolire o dissimulare gli elementi banali o per escluderli dal vocabolario delle nuove immagini urbane. Ma essi sbagliano di molto…” ! “Pop Art has demonstrated that these commonplace elements are often the main source of the occasional variety and vitality of our cities. […] Another significant implication from Pop Art involves method in city planning. Architects and planners who peevishly denounce the conventional townscape for its vulgarity or banality promote elaborate methods for abolishing or disguising honky-tonk elements in the existing landscape, or, for excluding them from the vocabulary of their new townscapes. But they largely fail…” ! [R. Venturi, Complessità e contraddizioni nell’architettura, 1966] Robert Venturi, Denise Scott Brown, Steven Izenour, Learning from Las Vegas, 1972 “Siamo convinti che un’attenta analisi e documentazione della sua forma fisica siano importanti per gli architetti e gli urbanisti di oggi tanto quanto gli studi sull’Europa medievale, sulla Grecia e sull’antica Roma lo sono stati per le generazioni precedenti. Un tale studio aiuterà a definire un nuovo tipo di forma urbana che sta emergendo in America e in Europa, completamente differente da quello che conosciamo. […] Uno degli obiettivi di questa ricerca sarà quello di arrivare, attraverso un’analisi avalutativa e priva di pregiudizi a una comprensione di questa nuova forma.” ! “We believe a careful documentation and analysis of its phisical form is as important to architects and urbanists today as were the studies of medieval Europe and ancient Rome and Greece to earlier generations. Such a study will help to define a new type of urban form emerging in America and Europe, radically different from that we have known. […] An aim of this studio will be, through open-minded and nonjudgmental investigation, to come to understand this new form.” ! ! ! R. Venturi, D. Scott Brown, Steven Izenour, Learning from Las Vegas, 1972 La strip di Las Vegas: suolo non edificato La strip di Las Vegas: edifici La strip di Las Vegas: spazi cerimoniali La strip di Las Vegas: aree asfaltate “Las Vegas è qui analizzata soltanto come fenomeno di comunicazione architettonica. Come un’analisi della struttura della cattedrale gotica non ha bisogno di includere un dibattito sull’etica della religione medioevale, così i valori di Las Vegas, qui non sono oggetto di indagine. […] perché questo è uno studio sul metodo, non sul contenuto.” ! R. Venturi, D. Scott Brown, Steven Izenour, Learning from Las Vegas, 1972 I am a Monument Robert Venturi, National Football Hall of Fame, 1967 Robert Venturi, Ristrutturazione del magazzino Basco, Bristol (1978) Robert Venturi, Ristrutturazione del magazzino Basco, Bristol (1978) Robert Venturi, Showroom Best (1977) Robert Venturi, Progetto di una casa a Absecon, New Yersey, (1977) Robert Venturi, Ampliamento del Memorial Art Museum, Oberlin (1973-77) Strada Novissima, Biennale di Architettura di Venezia, 1980 Strada Novissima, Biennale di Architettura di Venezia 1980, Hans Hollein Strada Novissima, Biennale di Architettura di Venezia, 1980: Arata Isozaki e F. O. Gehry Strada Novissima, Biennale di Architettura di Venezia aprile 1980, M. Graves Strada Novissima, Biennale di Architettura di Venezia aprile 1980, Paolo Portoghesi Strada Novissima, Biennale di Architettura di Venezia aprile 1980, Rem Koolhaas Philip Johnson, John Burgee, AT&T, New York 1979-‐84 Charles Moore, Piazza d’Italia, New Orleans, 1977-‐79 Charles Moore, Piazza d'Italia, New Orleans, 1978 Michael Graves, Team Disney Building, Burbank, California 1985-‐90