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Il mago di Kevin
Percorsi testuali LE PAROLE CALDE IMPULSIVITÀ E AUTOCONTROLLO issare i concetti Il fatto che alcune parole siano più «calde» di altre dipende dal tipo di testo, dalla scrittura, dal potere evocativo di certe parole, ma anche, in misura notevole, dal lettore/ascoltatore: dalle sue esperienze, dal suo stato d’animo, dalla sua cultura, ecc. Abbiamo evidenziato le parole calde di un lettore qualsiasi. Condividi le sue scelte? Ero arrivata poche ore prima e non mi potevo rendere conto di come era quel «magnifico posto», come mi avevano detto gli amici. Ero stanca del viaggio, ma avevo voluto uscire dall’albergo solo perché l’indomani avrei avuto una prova certa di essere arrivata: le impronte sulla neve. Ma laggiù, vicino al faro, vidi un’ombra che mi sembrava di un uomo. «Il guardiano», pensai. Mi avviai per la strada del ritorno, quando, ormai vicino all’albergo, sentii dei passi veloci, attutiti dalla neve. Senza voltarmi aumentai l’andatura. Poi girai solo gli occhi e vidi l’ombra di un uomo. 14 © 2001, Tuffanelli, Il mago di Kevin, Trento, Erickson Percorsi testuali LEGAMI DI RIPETIZIONE C ontrollo p. 28E! AUTOCONTROLLO IMPULSIVITÀ 2 Proiezioni Scopri ed evidenzia i legami di ripetizione. C’era C’era, un po’ in ombra, il focolaio; aveva arnesi, intorno, di rame. Su quello si chinava mia madre col soffietto, e uscivano faville. C’era nel mezzo una tavola dove versava antica donna le provviste. Il mattarello vi allungava a tondo la pasta molle. C’era, dipinta di verde, una stia, e la gallina in libertà raspava. Due mastelli, là sopra, riflettevano, colmi, gli oggetti. C’era, mal visto nel luogo, un fanciullo. Le sue speranze assieme alle faville del focolaio, si alzavano. Alcuna – guarda! – è rimasta. Da U. Saba, Il canzoniere, Torino, Einaudi. Famiglia toscana intorno al fuoco (Foto Alinari) 24 © 2001, Tuffanelli, Il mago di Kevin, Trento, Erickson Percorsi testuali RICHIAMI E ANTICIPAZIONI IMPULSIVITÀ E AUTOCONTROLLO PROIEZIONI 1 Controllo Il soggetto nascosto Il mago delle comete Una volta un mago inventò una macchina per (la macchina) fare le comete. (la macchina) Somigliava un tantino alla macchina per tagliare il brodo, ma (la macchina) non era la stessa, e (la macchina) serviva per fabbricare comete a volontà, grandi o piccole, con la coda semplice o doppia, con la luce gialla o rossa, eccetera. Il mago girava per paesi e città, (il mago) non mancava mai a un mercato, si presentava anche alla Fiera di Milano e alla Fiera dei cavalli, a Verona, e dappertutto (il mago) mostrava la sua macchina e spiegava com’era facile farla funzionare. Le comete uscivano piccole, con un filo per (il filo) tenerle, poi man mano che (le comete) salivano in alto (le comete) diventavano della grandezza voluta, ed anche le più grandi non erano più difficili da governare di un aquilone. La gente si affollava intorno al mago, come (la gente) si affolla sempre intorno a quelli che mostrano una macchina al mercato, per (la macchina) fare gli spaghetti più fini o per pelare le patate, ma (la gente) non comprava mai neanche una cometina piccola così. – Se era un palloncino, magari, – diceva una buona donna, – ma se gli compro una cometa il mio bambino chissà che guai combina. E il mago: – Ma fatevi coraggio! I vostri bambini andranno sulle stelle, cominciate ad abituarli da piccoli. – No, no, grazie. Sulle stelle ci andrà qualcun altro, mio figlio no di sicuro. – Comete! Comete vere! Chi ne vuole? Ma non le voleva nessuno. Il povero mago, a furia di saltar pasti, perché non rimediava una lira, era ridotto pelle e ossa. Una sera che (il mago) aveva più fame del solito trasformò la sua macchina per fare le comete in una caciottella toscana e se la mangiò. Da G. Rodari, Favole al telefono, Torino, Einaudi, 1993 38 © 2001, Tuffanelli, Il mago di Kevin, Trento, Erickson Percorsi testuali LEGAMI DI SOSTITUZIONE IMPULSIVITÀ E AUTOCONTROLLO issare i concetti Kevin, a un certo punto del suo testo, scrive: «Lui diceva di essere un mago ma tutti non gli credevano». Chi è «Lui»?. È, noi lo sappiamo, «Un signore cinese di nome King Cono», ma questo gruppo di parole è appena stato scritto, quindi è ancora ben presente in memoria: ripeterlo appesantirebbe il testo. Allora Kevin lo sostituisce col pronome personale «Lui». Lui Un signore cinese di nome King Cono diceva di essere un mago ma Poi aggiunge un altro sostituente: «tutti». Chi sostituisce in questo caso? Proseguendo nella lettura possiamo ipotizzare che sia la gente in genere, oppure siano gli abitanti del suo villaggio. Ma nel testo non viene mai chiarito, e questo crea una zona di oscurità sui minacciosi antagonisti di King Cono, i quali… tutti (la gente) (gli abitanti del villaggio) «non gli credevano». Non credevano a chi? Naturalmente a King Cono che, essendo stato appena richiamato, può essere sostituito con un pronome: non credevano a lui. Se però questo sostituente lo vogliamo spostare prima del verbo, come ha fatto Kevin, lo dobbiamo trasformare nel pronome personale «gli» (da non confondere con l’articolo maschile plurale). gli non credevano al 58 lui signore cinese di nome King Cono © 2001, Tuffanelli, Il mago di Kevin, Trento, Erickson Percorsi testuali LEGAMI MORFOLOGICI C ontrollo p. 99E! AUTOCONTROLLO IMPULSIVITÀ PERCORSO Riprendiamo alcuni frammenti del racconto di Kevin, evidenziando i legami morfologici. Completa l’esercizio. Ilmagodelcastello Persona 1 Numero l’uomo correva per la strada Genere Numero 2 Numero la casa su una nuvola legata con una fune Genere Genere Persona 3 Persona Numero Genere Numero Numero Le guardie lo stavano portando fuori dal castello Genere 96 Genere la pioggia gli impediva di correre veloce Genere 4 Numero Genere © 2001, Tuffanelli, Il mago di Kevin, Trento, Erickson Percorsi testuali LEGAMI MORFOLOGICI IMPULSIVITÀ E AUTOCONTROLLO issare i concetti I legami morfologici Osserviamo i legami morfologici che si stabiliscono nella frase L’uomo correva per la strada. Genere femminile maschile L o ’ uom o corre v a per l a strad a singolare singolare Numero Notiamo una prima concordanza fra l’articolo «lo», modificato con l’introduzione dell’apostrofo, p. 182) «l’uomo» e il verbo «correva» si e la desinenza «o» di «uomo». Anche tra il sintagma ( stabilisce una concordanza, così come avviene per la «a» dell’articolo «la» e la desinenza «a» di «strada». Tutti questi legami morfologici si fondano sul numero singolare. Nella parte superiore del grafico invece osserviamo i legami morfologici che si fondano sul genere: maschile nella concordanza «lo» «uomo», femminile nella concordanza «la» «strada». Proviamo ancora a giocare con le concordanze partendo dalla stessa frase: Genere maschile femminile anno L e uom ini corre r à per l e strad e ebbero Gli plurale plurale Numero Se invece dell’articolo maschile «lo» avessimo avuto il femminile plurale «le», ci saremmo subito accorti dell’errore, perché «uomo» è solo maschile. Se invece avessimo avuto l’articolo maschile plurale «gli», avremmo potuto accettarlo, solo però concordandolo con la desinenza maschile plurale di «uomini». Questa modifica ci avrebbe costretti però a modificare anche il verbo: «correrà», ad esempio, riferito a «uomini», non può andare: si deve cercare la concordanza con la persona plurale. Può andare bene «correranno» o anche «correrebbero», se vogliamo mantenere la consonante p. 97) «r», caratteristica del futuro e del condizionale. Trasformazione simile la tematica ( possiamo fare per «la strada», modificando il numero singolare in plurale, ottenendo così «le strade». 98 © 2001, Tuffanelli, Il mago di Kevin, Trento, Erickson Percorsi testuali RUOLI E SEQUENZE C ontrollo p. 144 IMPULSIVITÀ E !AUTOCONTROLLO PERCORSO Associa ogni sequenza in evidenza al titolo nel riquadro che ti sembra più adeguato a descriverla. Ilmagodelcastello eroe/antagonista/aiutante Un signore cinese di nome King Cono, a notte fonda se 1a impresa: la fuga ne ando da una fine crudele. movente/scopo/prova Lui diceva di essere un mago ma tutti non gli credevano. Intanto l’uomo correva per la strada tenendosi la casa su movente/prova/premio una nuvola legata con una fune. Era molto triste per Premio questo. Aiutante/antagonista/destinatore La notte in cui scappava pioveva moltissimo e la pioggia gli impediva di correre veloce. Mentre correva con la valigia perché non lo prendessero scopo/movente/prova prova/scopo/ movente mise delle trappole per la strada. 2a impresa: la dimostrazione Ad un certo punto vide un castello gigantesco in cui c’erano guardie d’appertutto, andò a visitarlo entrò e trovò il padrone. Il povero mago gli raccontò tutta la antagonista/ destinatore/ aiutante storia e non ci credeva. Le guardie lo stavano portando fuori dal castello ma gli disse ti farò una dimostrazione. destinatore/ destinatario/ antagonista Evento iniziale Il re disse lasciatelo, loro lo lasciarono e gli fece questa dimostrazione il re fu sbalordito ed il povero mago da quel giorno diventò il mago del scopo/movente/prova 134 castello. Anticipazione © 2001, Tuffanelli, Il mago di Kevin, Trento, Erickson Metodi SCRITTURA IMPULSIVITÀ E AUTOCONTROLLO L TESTO NARRATIVO La revisione continua (3): la prova Finora la revisione del testo di Kevin ci ha spinti a ricostruire in modo un po’ più articolato p. 256) del racconto e a sciogliere alcuni punti che restavano oscuri: che l’ambientazione ( cosa aveva indotto King Cono alla fuga? Se era veramente un mago e non un ciarlatano, come si scoprirà alla fine, perché non dimostrarlo subito? Proviamo ora a rielaborare la parte centrale del raccontino di Kevin: l’arrivo al castello, l’incontro col signore e la dimostrazione dei suoi poteri. Cercare idee Come reagiscono le guardie vedendolo? Come ci appare il padrone? Revisione Ad un certo punto vide un castello gigantesco in cui c’erano guardie d’appertutto, andò a visitarlo entrò e trovò il padrone. Il povero mago gli raccontò tutta la storia e non ci credeva. Le guardie lo stavano portando fuori dal castello ma gli disse ti farò una dimostrazione. Il re disse lasciatelo, loro lo lasciarono e gli fece questa dimostrazione il re fu sbalordito… E la nuvola e la casa che fine hanno fatto? L’incontro con il padrone è importante: deve essere sviluppato di più. Ora possiamo tentare una riscrittura. Ad un certo punto vide un castello gigantesco. Smise di piovere e lui legò la corda ad un albero. Quando arrivò al portone le guardie gli sbarrarono la strada. Chiese di vedere il padrone; disse che era un mago potente e tutti risero sbeffeggiandolo. Il signore del castello era un uomo dal viso di pietra. Non rise. Gli disse: «Sto aspettando». Il mago sapeva che era in gioco la sua vita. Questa volta non fallì e il silenzio di tutti fu la prova del rispetto conquistato. Così il testo è molto più convincente, ma rimane troppo in ombra la dimostrazione di King Cono. La figura del re ci è sembrata particolarmente interessante e promettente. Proviamo ad approfondirla ancora un po’ e poi a riscrivere la conclusione del racconto. di poche parole non arrogante vestito semplicemente 258 Le guardie ad un tratto smisero urla e sghignazzate. Una piccola porta si era aperta ed era entrato un uomo vestito semplicemente. Il viso era duro, ma senza arroganza. Si appoggiò a una colonna e disse: «Sto aspettando». Per un istante un’ombra di smarrimento oscurò il volto di King Cono. Poi si mosse verso il grande camino dove il fuoco ruggiva. Tese le mani e la fiamma si trasformò in una piccola spirale di fumo. Tutti restarono fermi e silenziosi. Il padrone sorrise brevemente e approvò col capo… © 2001, Tuffanelli, Il mago di Kevin, Trento, Erickson