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18 – Il Dono di Profezia
18 – Il Dono di Profezia Uno dei doni dello Spirito Santo è la profezia. Questo dono è un segno che identifica la chiesa del rimanente e si è manifestato nel ministero di Ellen G. White. Quale messaggera del Signore, i suoi scritti sono una continua e autorevole fonte di verità e offrono alla chiesa incoraggiamento, guida, istruzione e correzione. Essi affermano anche, in modo chiaro, che la Bibbia è la norma in base alla quale ogni insegnamento e ogni esperienza devono essere provati (cfr. Gal 2:28,29; At 2:14-21; Eb 1:1-3; Ap 12:17; 19:10). GIOSAFAT, IL RE DI GIUDA, ERA ABBATTUTO. Le truppe nemiche lo attorniavano e le prospettive sembravano funeste. Dunque, “si dispose a cercare il Signore, e bandì un digiuno per tutto Giuda” (1 Cr 20:3). E la gente iniziò a recarsi al tempio a flotte per implorare Dio d’aver pietà e di liberarli. Dirigendo il servizio di preghiera, Giosafat chiese a Dio di cambiare le circostanze. Pregò: “SIGNORE, Dio dei nostri padri, non sei tu Dio dei cieli? Non sei tu che domini su tutti i regni delle nazioni? Non hai tu nelle tue mani la forza e la potenza, in modo che nessuno può resistere contro di te?” (v. 6). Non aveva Dio protetto il popolo che si era scelto nel passato? Non gli aveva dato il paese? Giosafat supplicò: “Dio nostro, non vorrai giudicarli? Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te” (v. 12). Mentre tutto Giuda, grandi e piccoli, erano prostrati davanti al Signore, Iaaziel iniziò a parlare. Il suo messaggio portò coraggio e direttiva al popolo impaurito. Esortò: “Non temete…poiché questa non è battaglia vostra, ma di Dio…Questa battaglia non sarete voi a combatterla: presentatevi, tenetevi fermi, e vedrete la liberazione che il SIGNORE vi darà…il SIGNORE è con voi” (v.15-17). Il mattino seguente Giosafat disse alle sue truppe: “Credete nel SIGNORE, vostro Dio, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!” (v.20). 1 Il re credette così pienamente alle parole di Iaaziel, questo poco conosciuto profeta, che rimpiazzò le truppe che erano in prima linea con un coro che inneggiante lodi a Dio e alla bellezza della sua santità! Mentre canti di fede riempivano l’aria, il Signore fu all’opera e portò confusione tra le armate nemiche di Giuda. Lo sterminio dei nemici fu tale che “nessuno era scampato” (v.24). Iaaziel fu il portavoce di Dio in quella speciale circostanza. I profeti svolsero un ruolo vitale ai tempi dell’Antico Testamento. Ma la profezia ha cessato di funzionare con la chiusura del canone biblico? Per trovare la risposta rivediamo la storia profetica. Il Dono Profetico ai Tempi Biblici Benché il peccato ha interrotto la comunicazione faccia-a-faccia tra Dio e gli esseri umani (Is 59:2), Egli non ha dato fine alla sua intima relazione con l’umanità; ha invece sviluppato altri mezzi di comunicazione. Inviò i suoi messaggi d’incoraggiamento, d’avvertimento e di rimprovero tramite i profeti.2 Nelle Scritture un profeta è “una persona che riceve comunicazioni da Dio e trasmette il suo intento al popolo”.3 I profeti non hanno profetizzato di loro propria iniziativa, “infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pt 1:21). Nell’Antico Testamento la parola profeta è generalmente tradotta dal termine ebraico nabi. Il suo significato è spiegato in Esodo 7:1,2: “Il SIGNORE disse a Mosé: ‘Vedi, io ti ho stabilito come Dio per il faraone e tuo fratello Aaronne sarà il tuo profeta [nabi]. Tu dirai tutto quello che ti ordinerò e tuo fratello Aaronne parlerà al faraone’”. La relazione di Mosè nei confronti del faraone è come quella di Dio nei riguardi del suo popolo. E come Aaronne comunicò le parole di Mosè a faraone, così il profeta trasmette le parole di Dio al suo popolo. Il termine profeta, dunque, indica un individuo al quale Dio stesso ha conferito il ruolo di suo portavoce. L’equivalente per l’ ebraico nabi, in greco è profeti, dalla quale deriva il nostro termine profeta. “Veggenti”, una traduzione dell’ebraico roeh (Is 30:10) o chozeh (2 Sam 24:11; 2 Re 17:13) è anche un' altra designazione per persone con il dono profetico. I termini profeti o veggenti sono strettamente legati. Le Scritture spiegano: “anticamente, in Israele, quando uno andava a consultare Dio, diceva: ‘Venite, andiamo dal veggente!’” (1 Sam 9:9). La designazione veggente enfatizza la ricezione del messaggio divino da parte dei profeti. Dio apriva gli “occhi”, o le menti, dei profeti, sull’informazione che lui voleva fosse trasmessa al popolo. Nel corso degli anni, egli ha dato rivelazioni del suo volere per il suo popolo tramite persone con il dono della profezia, “poiché il Signore, Dio, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti” (Am 3:7, cfr. Eb 1:1). Le Funzioni del Dono Profetico nel Nuovo Testamento. Il Nuovo Testamento dà alla profezia un posto prominente tra i doni dello Spirito Santo, ed è classificata una volta come prima e due volte come seconda tra i ministeri più utili alla chiesa (cfr. Rm 12:6; 1 Cor 12:28; Ef 4:11). Questo incoraggia i credenti a desiderare in modo speciale questo dono (1 Cor 14:1,39). Il Nuovo Testamento suggerisce che i profeti svolsero le funzioni seguenti:4 1. Aiutarono nella fondazione della chiesa. La chiesa fu edificata “sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare” (Ef 2:20,21). 2. Iniziarono la missione della chiesa nell’evangelizzazione. Fu tramite i profeti che lo Spirito Santo selezionò Paolo e Barnaba per il loro primo viaggio missionario (At 13:1,2) e furono loro a indicare i luoghi dove i missionari avrebbero dovuto recarsi (At 16:6-10). 3. Edificarono la chiesa. “Chi profetizza” disse Paolo, “parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione” (1 Cor 14: 3,4). Insieme ad altri doni, Dio diede alla chiesa la profezia per preparare i credenti “in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo” (Ef 4:12). 4. Unirono e difesero la chiesa. I profeti aiutarono a produrre “l’unità della fede”, la quale protegge la chiesa contro le false dottrine, così che i credenti non siano “più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore (Ef 4:13,14). 5. Avvertirono circa le difficoltà avvenire. Un profeta del Nuovo Testamento avvisò sull’approssimarsi di una carestia. In risposta la chiesa iniziò un programma di soccorso per quelli che sarebbero stati toccati da questa emergenza (At 11:27-30). Altri profeti avvertirono sull’arresto e sull’imprigionamento di Paolo in Gerusalemme (At 20:23; 21:4, 10-14). 6. Confermarono la fede in periodi di controversia. Al primo concilio, lo Spirito Santo guidò la chiesa a prendere decisioni su un soggetto controverso concernente la salvezza dei gentili cristiani. Poi lo Spirito riconfermò i credenti nella vera dottrina tramite i profeti. E dopo aver comunicato la decisione del concilio ai membri, “Giuda e Sila, anch’essi profeti, con molte parole li esortarono e li fortificarono”(At 15:32). Il Dono Profetico negli Ultimi Giorni Molte persone credono che il dono della profezia è cessato alla fine dell’era apostolica. Ma la Bibbia rivela che la chiesa necessiterà in modo particolare la guida divina nella crisi degli ultimi giorni, e testimonia della provvisione del dono profetico e del suo continuo bisogno anche dopo i tempi del Nuovo Testamento. La Continuazione dei Doni Spirituali. Non c’è alcuna evidenza biblica che Dio avrebbe ritirato i doni spirituali, ch’egli promise alla chiesa, prima ch’essa abbia completato il suo scopo, il quale, secondo Paolo, è di condurre i suoi membri “all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti all’altezza della statura perfetta di Cristo” (Ef 4:13). Poiché la chiesa non ha ancora raggiunto questa esperienza, ha ancora bisogno dei doni dello Spirito. E questi, incluso il dono della profezia, continueranno a operare per il beneficio del popolo di Dio fino a quando Gesù ritornerà. Per questa ragione, Paolo cauzionò i credenti, esortando: “non spegnete lo Spirito”, “non disprezzate le profezie” (1 Ts 5:19,20), e consigliò: “desiderate ardentemente l’amore, non tralasciando però di ricercare i doni spirituali, principalmente il dono della profezia” (1 Cor 14:1). Questi doni non sono stati abbondantemente manifesti solo nella chiesa cristiana primitiva.5 Dopo la morte degli apostoli, fino al 300 d.C., i profeti ebbero il rispetto in molti circoli.6 Ma il declino della spiritualità nella chiesa e la risultante apostasia (cfr. capitolo 13 di questo libro), produsse una sempre minore esistenza sia della presenza che dei doni dello Spirito Santo. Allo stesso tempo dei falsi profeti generarono sfiducia nel dono profetico.7 Il declino di questo dono durante certi periodi della storia della chiesa non significa però che Dio lo abbia ritirato definitivamente. La Bibbia indica che il dono di profezia sarà presente per assistere la chiesa anche durante i tempi difficili precedenti la fine. E in aggiunta, informa che ci sarà un aumento nell’attività di questo dono. Il Dono Profetico Poco Prima del Secondo Avvento. Dio diede il dono della profezia a Giovanni Battista per annunciare il primo avvento di Cristo. In maniera simile, dobbiamo aspettarci ch’egli mandi di nuovo lo stesso dono per proclamare il secondo avvento, affinché ognuno abbia l’opportunità di prepararsi a incontrare il Salvatore. Cristo menziona un aumento di falsi profeti come uno dei segni che la sua venuta è prossima (Mt 24:11,24). Se non ci dovrebbero essere veri profeti durante il tempo della fine, Cristo non avrebbe avvertito contro quelli che pretenderanno di possedere questo dono. L’avvertimento contro i falsi profeti implica che ci saranno anche dei veri profeti. Il profeta Gioele predisse che ci sarebbe stato uno speciale conferimento del dono profetico poco prima del ritorno di Cristo. Egli dichiarò da parte di Dio: “Dopo questo avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni. Anche sui servi e sulle serve, spargerò in quel giorno il mio Spirito. Farò prodigi nei cieli e sulla terra: sangue, fuoco e colonne di fumo. Il sole sarà cambiato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del SIGNORE” (Gl 2:28-31). La prima Pentecoste fu testimone di una manifestazione straordinaria dello Spirito. Pietro, citando la profezia di Gioele, indicò che Dio aveva promesso una tale benedizione (At 2:2-21). Potremmo, comunque, chiederci se la profezia di Gioele abbia raggiunto il suo scopo ultimo alla Pentecoste o se ci deve essere un altro, un suo più completo adempimento. Non abbiamo evidenza che il fenomeno del sole e della luna di cui parla Gioele abbia preceduto o seguito la dispensa dello Spirito alla Pentecoste. Questi fenomeni ebbero luogo molti secoli dopo (cfr. capitolo 25 di questo libro). La Pentecoste, dunque, fu un’anticipazione della piena manifestazione dello Spirito, di quella che precederà il secondo avvento. Come la pioggia della prima stagione cadeva in Palestina poco dopo la semina, così, durante la Pentecoste, lo Spirito Santo inaugurò la distribuzione della sua potenza. Il completo e finale adempimento della profezia di Gioele corrisponde alla pioggia dell’ultima stagione, che cadendo in primavera maturava il grano per la messe (Cfr. Gl 2:23). Similmente, l’elargizione finale dello Spirito di Dio avrà luogo poco prima del secondo avvento, dopo i segni nel sole, nella luna e nelle stelle (cfr. Mt 24:29; Ap 6:12-17; Gl 2:31). Come l’ultima pioggia, questa distribuzione finale dei doni dello Spirito maturerà il raccolto della terra (Mt 13:30, 39), e allora “chiunque invocherà il nome del SIGNORE sarà salvato” (Gl 2:32). Il Dono Profetico nella Chiesa del Rimanente. Apocalisse 12 rivela due principali periodi di persecuzione. Durante il primo, che si estese da 538 d.C. al 1798 d.C. (Ap 12:6,14; cfr. capitolo 13 di questo libro), i credenti leali soffrirono una violenta persecuzione. E poco prima del secondo avvento, ancora una volta, Satana attaccherà “quelli che restano della discendenza di lei”, cioè quelli della chiesa del rimanente che rifiuteranno di rinnegare la loro alleanza a Cristo. L’Apocalisse caratterizza i credenti leali che formeranno il rimanente, dichiarando che costoro “osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù” (Ap 12:17). Che la frase “la testimonianza di Gesù” parla della rivelazione profetica è chiaro dalle conversazioni che hanno luogo in seguito tra l’angelo e Giovanni.8 Verso la fine del libro l’angelo identifica se stesso, dicendogli: “sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù” (Ap 19:10) e poi, ripete nuovamente, “sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti” (Ap 22:9). Queste espressioni parallele rendono chiaro che i profeti sono coloro che hanno “la testimonianza di Gesù”.9 Ciò spiega la dichiarazione dell’angelo: “la testimonianza di Gesù è lo spirito di profezia” (Ap 19:10). Commentando su questo testo, James Moffatt scrisse: “Poiché la testimonianza di (o, data da) Gesù è (o, costituisce) lo spirito di profezia”, “questo…identifica particolarmente i fratelli che ritengono la testimonianza di Gesù come possessori dell’ispirazione profetica. La testimonianza di Gesù è, in pratica, equivalente a ciò di cui Gesù stesso testimoniò (xxii.20). E’ l’auto-rivelazione di Gesù (secondo Ap 1:1, proveniente da Dio stesso) che praticamente muove i profeti cristiani:”10 Così l’espressione lo spirito di profezia può riferirsi: (1) allo Spirito Santo che inspira i profeti con la rivelazione proveniente da Dio, (2) all’operazione del dono di profezia e (3) al medium della profezia, cioè al profeta stesso. Il dono profetico, la testimonianza di Gesù data “alla chiesa tramite il medium della profezia”,11 è una distintiva caratteristica della chiesa del rimanente. Geremia legò il rifiuto di questo dono con il rigetto della legge, affermando: “non c’è più legge, e anche i suoi profeti non ricevono più visioni dal SIGNORE” (Lam 2:9). L’Apocalisse identifica chiaramente i due elementi distintivi che possiederà la chiesa che precede la fine: i suoi membri “osservano i comandamenti e custodiscono la testimonianza di Gesù”, cioè il dono di profezia (Ap 12:17). Dio diede il dono profetico alla “chiesa” dell’esodo per organizzare, istruire e guidare il suo popolo (At 7:38). “Mediante un profeta il SIGNORE condusse Israele fuori d’Egitto; Israele fu custodito da un profeta” (Os 12:13). Non sorprende, dunque, trovare lo stesso dono fra quelli che sono coinvolti nell’ultimo esodo, nell’ uscita da questo pianeta inquinato di peccato per entrare nella Canaan celeste. Questo esodo, che seguirà il secondo avvento, è l’adempimento completo e finale di Isaia 11:11: “in quel giorno, il Signore stenderà una seconda volta la mano per riscattare il residuo del suo popolo rimasto”. Soccorso nella Crisi Finale. Le Scritture rivelano che negli ultimi giorni della storia di questa terra il popolo di Dio sperimenterà la collera e la satanica potenza del dragone che tenterà di distruggerlo (Ap 12:17). Questo sarà “un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni” (Dn 12:1). Affinché i fedeli possano sopravvivere al più feroce conflitto della storia, Dio nella sua amorevole benignità dà ai suoi seguaci la certezza che non sono lasciati soli. La testimonianza di Gesù, lo Spirito di profezia, li guiderà finché giungeranno al traguardo finale, la riunione con il loro Salvatore, al suo secondo avvento. L’illustrazione qui di seguito spiega la relazione esistente tra gli episodi biblici e post-biblici del dono profetico. “Supponiamo d’ intraprendere un viaggio. Il proprietario della nave ci dà il manuale delle istruzioni, affermando che contiene tutto ciò che abbiamo bisogno di sapere per l’intero viaggio, e ci assicura che se le applichiamo, raggiungeremo tranquilli il porto della nostra destinazione. Preparate le vele, dunque, apriamo il manuale per apprendere dal suo contenuto. Troviamo che l’ autore presenta i principi generali per dirigerci nel nostro tragitto nel modo più pratico e sicuro possibile, e valuta tutte le accidentalità che potranno eventualmente succedere. Informa anche che l’ultima parte del viaggio sarà estremamente pericolosa, che il mare lungo le coste è pieno d’agguati a causa delle tempeste e delle sabbie mobili. “Ma per questa parte del viaggio”, egli afferma, “ho provveduto un timoniere, che vi assisterà dandovi le istruzioni necessarie per far fronte con successo a tutte le eventuali circostanze ed emergenze. A lui dovrete dare ascolto”. Con queste istruzioni, noi raggiungiamo i tempi pericolosi precisati, e il timoniere, secondo la promessa, appare. Ma quando egli offre il suo servizio, alcuni membri dell’equipaggio, lo respingono. “Abbiamo le istruzioni del manuale originale e questo ci basta”, reagiscono, “noi confidiamo su di questo e questo soltanto, quello che lui dice non ci interessa”. Chi adesso veramente segue le istruzioni fornite dal manuale originale? Coloro che rigettano il timoniere, o quelli che lo ricevono, come il manuale ha loro indicato di fare? Giudicate voi.”12 I Profeti Post-Biblici e la Bibbia Fu il dono profetico a produrre la Bibbia stessa. E nei tempi post-biblici esso non sovrasterà e non aggiungerà nulla alle Scritture, poiché il loro canone è ora chiuso. Alla fine dei tempi, il dono profetico funzionerà in maniera molto simile a quello del tempo degli apostoli. La sua funzione è di confermare la Bibbia come base della fede e della vera religione, di spiegare i suoi insegnamenti e l’applicazione dei suoi principi nella vita quotidiana. Esso è attivo nel rendere stabile e nell’edificare la chiesa, abilitandola a portare avanti la missione divina che le è stata assegnata. Il dono profetico rimprovera, avverte, guida e incoraggia sia la chiesa che gli individui, proteggendoli dall’eresia e unificandoli nelle verità bibliche. I profeti post-biblici funzionano in modo molto simile al profeta Nathan, Gad, Asaf, Shemaia, Azaria, Eliezer, Ahijia e obed, a Miriam, Deborah, Hulda, Simeon, Giovanni Battista, Agabus, Sila, Anna e le quattro figlie di Filippo, i quali vissero durante i tempi biblici, senza però che la loro testimonianza diventasse parte della Bibbia. Lo stesso Dio che parlò tramite i profeti, i cui scritti sono nella Bibbia, ispirò anche questi altri profeti e profetesse. Il loro messaggio non contraddisse quello dei messaggi divini precedentemente rivelati. Verificare il Dono Profetico. Poiché la Bibbia avverte che prima del ritorno di Cristo sorgeranno dei falsi profeti, dobbiamo valutare attentamente tutte le caratteristiche del dono profetico. “Non disprezzate le profezie” disse Paolo. “Ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male” (1 Ts 5:20-22, cfr. 1 Gv 4:1). La Bibbia specifica diverse linee direttrici che assistono a distinguere il dono profetico genuino da quello apocrifo. 1. Il suo messaggio è in armonia con la Bibbia? “Alla legge! Alla testimonianza!” “Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora!” (Is 8:20). Questo testo implica che i messaggi di qualsiasi profeta devono essere in armonia con la legge di Dio e con l’intera testimonianza biblica. I nuovi veri profeti non devono contraddire quelli che li hanno preceduti. Lo Spirito Santo non contraddice mai la testimonianza che ha già dato, poiché in Dio “non c’è variazione né ombra di mutamento” (Gc 1:17). 2. Le sue predizioni si avverano? “‘Come riconosceremo la parola che il SIGNORE non ha detta’? Quando il profeta parlerà in nome del SIGNORE e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che il SIGNORE non ha detta; il profeta l’ha detta per presunzione; tu non lo temere” (Dt 18:21,22; cfr. 28:9). Benché le predizioni possano comporre solo una piccola parte del messaggio profetico, la loro veracità deve poter essere dimostrata. 3. L’incarnazione di Cristo viene riconosciuta? “Da questo conoscerete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio” (1 Gv 4:2,3). Questa prova richiede molto più del riconoscimento che Cristo è vissuto sulla terra. Il vero profeta deve proclamare l’insegnamento biblico sull’incarnazione di Cristo, deve credere nella sua divinità e nella sua preesistenza, nella sua nascita virginale, nella sua umanità, nella sua vita senza peccato, nel suo sacrificio espiatorio, nella sua risurrezione, nella sua ascensione, nel suo presente ministero d’intercessione e nel suo secondo avvento. 4. Il profeta porta “frutti” buoni o iniqui? La profezia proviene dallo Spirito Santo che ispira santi uomini di Dio (2 Pt 1:21). I falsi profeti possono essere riconosciuti dai loro frutti. “Un albero buono non può fare frutti cattivi,” dichiarò Gesù, “né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti” (Mt 7: 16, 18-20). Seguire questo consiglio è cruciale nel valutare chi è un profeta. Prima, esso indica di osservare la vita del profeta. Ciò non significa che il profeta deve essere assolutamente perfetto, le scritture dicono che Elia era “un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni” (Gc 5:17). Ma la sua vita deve essere caratterizzata dal frutto dello Spirito, non dalle opere della carne (cfr. Gal 5: 1923). Secondo, questo principio riguarda l’influsso del profeta sugli altri. Quali sono i risultati nella vita di quelli che accettano i suoi messaggi? Il messaggio equipaggia il popolo di Dio per compiere la sua missione e unifica nella fede (Ef 4:12-16)? Chiunque dichiara di avere il dono profetico dovrebbe essere sottoposto a queste prove bibliche. Se lui o lei soddisfa i criteri fissati, noi possiamo avere fiducia che lo Spirito Santo ha veramente dato il dono della profezia all’individuo. Lo Spirito di Profezia nella Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno. Il dono di profezia fu attivo nel ministero di Ellen G. White, uno dei fondatori della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno. A lei è stato affidato un messaggio ispirato per il popolo di Dio che vive nel tempo della fine. Il mondo all’inizio del diciannovesimo secolo, quando lei iniziò a proclamare i messaggi di Dio, era un mondo umano. La sua chiamata profetica fu sottoposta a un severo scrutinio. Avendo superato le prove bibliche, Ellen White, tramite il dono spirituale ricevuto, continuò il suo ministero per settanta anni. Dal 1844, all’età di 17, fino al 1915, l’anno della sua morte, lei ricevette più di 2.000 visioni. In questo periodo, visse e lavorò in America, in Europa e in Australia, consigliando, promuovendo nuovi campi d’azione, predicando e scrivendo. Ellen White non si assunse mai il titolo di profetessa, ciò nonostante non obiettò quando gli altri la definivano tale. Spiegò: “In gioventù mi è stato chiesto diverse volte, ‘sei tu un profeta?’ Io ho sempre risposto, sono la messaggera del Signore. Lo so che molti mi hanno chiamata una profetessa, ma io non ho mai preteso questo titolo… Perché non ho mai dichiarato di essere una profetessa? Perché in questi giorni, molti che si ritengono orgogliosamente dei profeti sono invece una vergogna per la causa di Cristo; e perché il mio ministero include molto più di ciò che la parola ‘profeta’ implica… Io non mi sono mai dichiarata una profetessa. Se altri mi indicano con quel termine, non mi oppongo. Ma il mio lavoro ha coperto così tante aree che io non posso che definire me stessa una messaggera”.13 L’Applicazione delle Prove Profetiche. Come resiste il ministero di Ellen White alle prove per l’identificazione di un vero profeta? 1. L’armonia con la Bibbia. La sua abbondante produzione letteraria ingloba decine di migliaia di brani biblici, spesso accompagnati da una dettagliata esposizione. Un attento studio ha dimostrato che i suoi scritti sono coerenti, accurati e in piena armonia con le Scritture. 2. La veracità delle predizioni. Gli scritti di Ellen White contengono un piccolo numero di predizioni. Alcune di queste sono in processo di adempimento, mentre altre devono ancora avverarsi. Ma quelle che possono essere provate si sono avverate con una sorprendente esattezza. Qui di seguito sono presentati due casi che dimostrano la sua conoscenza profetica. a. Il sorgere dello spiritualismo moderno. Nel 1850, quando lo spiritualismo, il movimento che propaga di avere una comunicazione con il mondo degli spiriti e dei morti, era appena sorto, Ellen White lo identificò come uno degli ultimi inganni e ne predisse la crescita. Sebbene a quei tempi il movimento era decisamente anti-cristiano, lei previde che questa ostilità sarebbe diminuita e sarebbe diventato un movimento rispettabile tra i cristiani.14 Da allora lo spiritualismo si è diffuso globalmente, guadagnando milioni di aderenti. E la sua posizione anticristiana è cambiata, infatti oggi molti si definiscono cristiani spiritualisti, professano di avere la vera fede cristiana e dichiarano che “gli spiritualisti sono i soli religiosi che usano i doni promessi da Cristo, tramite i quali guariscono i malati e dimostrano una esistenza progressiva e cosciente nell’ al di là”:15 Asseriscono anche che lo spiritualismo “dà conoscenza di tutti i grandi sistemi religiosi, e in aggiunta, dà più conoscenza sulla Bibbia cristiana di tutti i commentari messi assieme. La Bibbia è un libro dello spiritualismo”.16 b. Una più stretta cooperazione tra i protestanti e la chiesa cattolica romana. Durante la vita di Ellen White, i protestanti e i cattolici romani erano così distaccati gli uni dagli altri da precludere la possibilità di una qualsiasi cooperazione tra i due. Tra i protestanti dilagava l’anticattolicesimo. Lei profetizzò che grandi cambiamenti nel protestantesimo avrebbero portato a un allontanamento della fede della riforma. Conseguentemente, le divergenze tra i protestanti e i cattolici sarebbero diminuite, producendo un ponte sull’enorme varco che li separava.17 Anni dopo la sua morte si è visto il sorgere del movimento ecumenico, del concilio mondiale delle chiese, della chiesa cattolica del Vaticano II, dell’ignoranza protestante e anche del rigetto dell’interpretazione profetica della riforma.18 Questi cambiamenti hanno fatto crollare le barriere esistenti tra i protestanti e i cattolici, promuovendo una sempre maggiore cooperazione. 3. Il riconoscimento dell’incarnazione di Cristo. Ellen White scrisse moltissimo sulla vita di Cristo. Il suo ruolo come Signore e Salvatore, il suo sacrificio espiatorio sulla croce, il suo presente ministero d’intercessione, predominano nelle sue opere letterarie. Il suo libro La Speranza dell’Uomo è stato dichiarato uno dei trattati più spirituali che siano mai stati scritti sulla vita di Cristo, mentre Passi verso Gesù, il suo libro più distribuito, ha guidato milioni a una più profonda relazione con lui. Le sue opere proclamano chiaramente Cristo come vero Dio e vero uomo. La sua equilibrata esposizione è completamente in armonia con la visione biblica di Gesù ed evita di sottolineare una sua natura più dell’altra, un problema, questo, che ha causato molta controversia nel corso di tutta la storia cristiana. Il suo trattamento del ministero di Cristo è soprattutto pratico. Qualsiasi sia l’aspetto che lei presenta, il suo scopo principale è di portare il lettore ad una più intima relazione con il Salvatore. 4. L’influsso del suo ministero. È passato più di un secolo da quando Ellen White ha ricevuto il dono profetico. La sua chiesa e la vita di coloro che hanno ascoltato i suoi consigli rivelano ancora oggi l’impatto della sua vita e dei suoi messaggi. “Sebbene non abbia mai avuto una posizione ufficiale, lei non era un ministro consacrato, e non ricevette mai un salario dalla chiesa fino a quando suo marito morì, il suo influsso ha plasmato la Chiesa Avventista del 7° Giorno più di ogni altro fattore, a eccezione della Sacra Bibbia”.19 Ellen White fu la forza motrice che diede vita nella chiesa all’opera delle pubblicazioni, dell’educazione, all’opera medico-missionaria e dell’evangelizzazione mondiale che ha reso la Chiesa Avventista del 7° Giorno una delle organizzazioni missionarie protestanti più grandi e in più rapida crescita. Il materiale che scrisse riempie più di 80 libri, 200 documenti e depliant e 4.600 articoli per le pubblicazioni periodiche. Sermoni, diari, testimonianze speciali e lettere costituiscono altre 60.000 pagine di documenti manoscritti. Lo scopo di questo materiale è sorprendente. La specializzazione di Ellen White non era limitata a poche piccole aree. Il Signore diede il suo consiglio in soggetti riguardanti la salute, l’educazione, la vita familiare, l’evangelizzazione, il ministero delle pubblicazioni, la dieta salutare, il lavoro medico e in molti altri campi. Forse i suoi scritti nella sfera della salute sono i più sorprendenti perché le sue conoscenze, diffuse più di un secolo fa, sono state accertate dalla scienza moderna. Le sue opere letterarie si concentrano su Gesù Cristo e confermano i valori etici e morali della tradizione giudeo-cristiana. Benché molti dei suoi scritti sono indirizzati alla chiesa cristiana avventista, ampie porzioni sono state apprezzate da udienze più vaste. Il suo popolare libro Passi verso Gesù è stato tradotto in più di 100 lingue e ne sono state venute più di 15.000.000 di copie. Il suo libro più voluminoso è Il Gran Conflitto, il quale tratta la grande controversia tra Cristo e Satana, dalle origini del peccato fino alla sua eliminazione dall’universo. L’impatto dei suoi scritti sugli individui è profondo. Recentemente l’istituto del Ministero della Chiesa situato alla Andrews University ha fatto uno studio che mette a confronto l’attitudine e il comportamento cristiano di quelli che leggono regolarmente i suoi scritti e di quelli che non. La ricerca sottolinea il forte impatto che i suoi scritti hanno avuto su quelli che li leggono. Queste sono le conclusioni: “I suoi lettori possiedono: una più intima relazione con Cristo, una conoscenza più precisa della loro posizione nei riguardi di Dio e una maggiore identificazione dei loro doni spirituali. Essi sono più in favore di spendere per l’evangelizzazione pubblica e contribuiscono più sostanzialmente al finanziamento di progetti missionari locali. Si sentono più preparati per testimoniare e sono presentemente più impegnati in programmi di testimonianza. Loro sono tra quelli che più studiano la Bibbia ogni giorno, che più pregano per persone specifiche, che più s’incontrano in gruppi di comunione fraterna, e che più praticano il culto di Dio in famiglia. Costoro percepiscono la chiesa in maniera più positiva. E si assumono la responsabilità di vincere più convertiti”.20 Lo Spirito di Profezia e la Bibbia. Gli scritti di Ellen White non sostituiscono le Scritture. Non possono essere posti allo stesso livello. Le Sacre Scritture hanno un posto unico, sono la sola regola tramite la quale lei e i suoi scritti devono essere valutati e alla quale devono essere sottoposti. 1. La Bibbia la regola suprema. I cristiani avventisti sostengono pienamente il principio di sola scriptura della riforma, cioè la Bibbia come la sua stessa interprete e la Bibbia sola come la base di tutte le dottrine. I fondatori della chiesa svilupparono i credi fondamentali attraverso lo studio della Bibbia, non ricevettero queste dottrine tramite le visioni di Ellen White. Il suo ruolo principale durante lo sviluppo delle loro dottrine fu di guidare nella comprensione della Bibbia e di confermare le conclusioni raggiunte mediante lo studio biblico.21 Ellen White stessa credette e insegnò che la Bibbia è la regola assoluta per la chiesa. Nel suo primo libro, pubblicato nel 1851, disse: “Io ti raccomando, caro lettore, la Parola di Dio come la sola norma per la tua fede e per la tua messa in pratica. Dalla Parola noi saremo giudicati”.22 Lei non cambiò mai questa posizione. Molti anni dopo scrisse: “nella sua Parola, Dio ha affidato agli uomini la conoscenza necessaria per la salvezza. Le Sacre Scritture devono essere accettate come un’infallibile e un’autorevole rivelazione della sua volontà. Esse sono la regola del carattere, la rivelazione delle dottrine divine e la verificazione dell’esperienza”.23 Nel 1909, durante il suo ultimo discorso alla sessione generale della chiesa, lei aprì la Bibbia, l’innalzò davanti alla congregazione e disse: “Fratelli e sorelle, io raccomando a voi questo libro”.24 In risposta ai credenti che consideravano i suoi scritti un’aggiunta alla Bibbia, lei scrisse: “Io ho preso la preziosa Bibbia e l’ho circondata con numerose Testimonianze per la Chiesa (Testimonies for the Church), date per il popolo di Dio… Voi non siete familiari con le Scritture. Se studiaste la Parola di Dio con il desiderio di raggiungere il modello biblico e la perfezione cristiana, non avreste bisogno delle Testimonianze (Testimonies). A causa del fatto che voi non vi rendete familiari con il libro ispirato da Dio, egli ha cercato di raggiungervi con delle semplici e dirette testimonianze, attirando l’attenzione alle parole ispirate che voi avete mancato di ubbidire, ed esortandovi di modellare la vostra vita in armonia con i suoi nobili e puri insegnamenti”.25 2. Una guida alla Bibbia. Ellen White comprese che il suo ministero era di guidare il popolo a ritornare alla Bibbia. “Poco ascolto è data alla Bibbia”, disse, perciò “il Signore ha dato una piccola luce per condurre uomini e donne a quella più grande”.26 “La Parola di Dio” scrisse anche, “è sufficiente per illuminare la mente più offuscata e può essere compresa da tutti coloro che hanno il sincero desiderio di comprenderla. Ciò nonostante, alcuni che professano di studiare la Parola di Dio, vivono in netta opposizione ai suoi più chiari insegnamenti. Allora, per fare in modo che non ci siano scuse né per uomini e né per donne, Dio ha dato chiare e precise testimonianze, che fanno ritornare alla Parola che loro hanno mancato di seguire”.27 3. Una guida per comprendere la Bibbia. Ellen White considerò i suoi scritti una guida a una più chiara comprensione della Bibbia. “Non viene presentata una verità aggiuntiva, ma Dio, attraverso le Testimonianze, ha semplificato le grandi verità già date e le ha presentate al popolo come egli ha creduto meglio, per imprimerle nelle loro menti e per risvegliarli, così che siano lasciati senza scuse.” “Le testimonianze scritte non sono date per aggiungere una nuova luce, ma per imprimere vivamente nel cuore le verità che l’ispirazione ha di già rivelato”.28 4. Una guida per applicare i principi biblici. Molti dei suoi scritti applicano i consigli biblici alla vita quotidiana. Ellen White disse che fu “diretta a evidenziare i principi generali, parlando e scrivendo, e, allo stesso tempo, a specificare i pericoli, gli errori e i peccati di alcuni individui, così che tutti possano essere avvertiti, riprovati e consigliati”.29 Cristo promise alla sua chiesa questa guida profetica. Come lei fece notare, “Il fatto che Dio abbia rivelato la sua volontà agli uomini tramite la sua Parola, non ha reso inutile la presenza e la guida continua dello Spirito Santo. Al contrario, lo Spirito fu promesso dal nostro Salvatore per svelare la Parola ai suoi seguaci, per illuminarli e per assisterli ad applicare i suoi insegnamenti”.30 La Sfida per il Credente. La profezia apocalittica concernente la “testimonianza di Gesù” che sarebbe stata manifestata tramite lo “spirito di profezia” negli ultimi tempi della storia umana, sfida ogni individuo a non assumere un’attitudine d’incredulità o d’indifferenza, ma a “esaminare ogni cosa” e a “ritenere il bene”. C’è molto da guadagnare, o da perdere, a seconda che svolgiamo o non questa investigazione raccomandata dalla Bibbia. Giosafat esortò: “Credete nel SIGNORE, vostro Dio, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!” (2 Cr 20:20). Le sue parole sono valide ancora oggi. Annotazioni 1 2 Italico aggiunto. Per esempi biblici di profetesse, cfr. Es 15:20; Gd 4:4; 2 Re 22:14; Lc 2:36; At 21:9. 3 Frank B. Holbrook, The Biblical Basis for a Modern Profet, p. 1 (Shelf document, Elllen G. White Estate Inc., Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno, 6840 Eastern Ave. Nw, Washington, DC, 20012). Cfr. Jemision, A Prophet Among You, Pacific Press, Mountain View, CA, 1955, pp. 52-55. 4 Cfr. Holbrook, Modern Prophet, pp. 3-5. 5 Sfortunatamente non ci sono scritti completi su quello che successe nel corso dell’era cristiana. 6 Gerhard Friedrich, “Prophets and Prophecies in the New Testament”, in Theological Dictionary of the New Testament, vol. 6, p. 859. 7 Cfr. Friedrich, pp.860, 861. 8 L’espressione “testimonianza di Gesù” è meglio compresa come un genitivo soggettivo, non come un genitivo oggettivo. “Due traduzioni sono possibili: a) La testimonianza circa o concernente Gesù (genitivo oggettivo = ciò che i testimoni proclamano circa Gesù. ‘Chi dà testimonianza di Gesù’. B) La testimonianza proveniente da o tramite Gesù (genitivo soggettivo) = i messaggi di Gesù alla chiesa. L’evidenza dell’utilizzo di questa espressione nel libro dell’Apocalisse suggerisce che dovrebbe essere compreso come un genitivo soggettivo (una testimonianza proveniente da o tramite Gesù), e che questa testimonianza è stata data mediante la rivelazione profetica” (Holbrook, Modern Prophet, p. 7). Come una evidenza Holbrook cita Ap 1:1,2: “La rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire … e che gli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni. Egli ha attestato come parola di Dio e testimonianza di Gesù tutto ciò che ha visto”. In questo contesto è evidente che “la rivelazione di Gesù” designa una rivelazione proveniente da o tramite Gesù a Giovanni. Giovanni riporta questa testimonianza data da Gesù. Entrambi le espressioni del genitivo danno un miglior senso al contesto come genitivi soggettivi e si accordano con le parole conclusive del libro: “Colui che attesta queste cose, dice: ‘Sì, vengo presto!’”(Ap 20:20)”, Ibid. pp. 7,8. 9 Cfr. SDA Bible Commentary, ed. riv., vol.7, p. 812; T.h. Blincoe, “The Prophets Were Until John”, Ministry, Supplement, July 1977, p. 24L; Holbrook, “Modern Prophet”, p. 8. 10 James Moffatt in Expositor’s Greek Testament, ed., W. Roberton Nicoll, vol. 5, p. 465. 11 “Spirit of Prophecy” SDA Encyclopedia, ed. riv., p. 1412. Paolo dice che coloro che aspettano il secondo avvento hanno la testimonianza di Cristo confermata così che non possa loro mancare alcun dono (1 Cor 1: 6,7). 12 Uriah Smith, “Do We Discard the Bible by Endorsing the Visions?” Review and Herald, 13 Gennaio, 1863, p. 52, citato in Review and Herald, 1 Dicembre 1977, p. 13. 13 White, “A Messenger”, Review and Herald, 26 July, 1906, p. 8. Il titolo “La messaggera del Signore” le fu dato dall’ispirazione (Ibid). 14 White, Early Writings, p. 59. 15 J.M. Peebles, “The Word Spiritualism Misunderstood” in Centennial Book of Modern Spiritualism in America, National Spiritualist Association of the United States of America, Chicago, IL, 1948, p. 34. 16 B. F. Austin, “A Few Helpful Thoughts”, Centennial Book of Modern Spiritualism, p. 44. 17 White, Il Gran Conflitto, Edizioni ADV, Impruneta, FI, pp. 571, 588. 18 Per l’interpretazione storica delle profezie di Daniele e Apocalisse predominante nel protestantesimo dalla riforma al diciannovesimo secolo, vedere Froom, Prophetic Faith of Our Fathers, vols. 2-4. Cfr. anche capitolo 13. 19 Richard Hammill, “Spiritual Gifts in the Church Today”, Ministry, Luglio 1982, p. 17. 20 Roger l. Dudley and Des Cumming, Jr., “A Comparison of the Christian Attitudes and Behaviours Between Those Adventist Church Members Who Regularly Read Ellen White Books and Those Who Don’t”, 1982, pp. 41, 42. A research report of the Institute of Church Ministry, Andrews University, Berrien Springs, MI. La ricerca ha investigato su più di 8.200 membri appartenenti a 192 chiese avventiste degli Stati Uniti. 21 Jemison, A Prophet Among You, pp. 208-210; Froom, Movement of Destiny, Review and Herald, Washington D.C., 1971, pp. 91-132; Damsteegt, Foundations of the Seventh-day Adventist Message and Mission, pp. 103-293. 22 White, Early Writings, p. 78. 23 White, Il Gran Conflitto, p. vii. 24 William A. Spicer, The Spirit of Prophecy in the Advent Movement, Review and Herald, Washington, D.C., 1937, p. 30. 25 White, Testimonies, vol. 5, pp. 664, 665. 26 White, “An Open Letter”, Review and Herald, 20 Gennaio 1903, p. 15, in White, Colporteur Ministry, Pacific Press, Mountain View, CA, 1953, p. 125. 27 White, Testimonies, vol. 5, p. 663. 28 Ibid., 665. 29 Ibid., p. 660. 30 White, Il Gran Conflitto, p. viii.