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DINO MORRA_comunicato stampa_ITA

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DINO MORRA_comunicato stampa_ITA
*english text below
La galleria Dino Morra è lieta di presentare
George A Bidmead
Wild Feats
Afterall
just one damn thing after the other
a cura di Chiara Pirozzi
Aniello Barone
Apocrifo
opening mercoledì 27|04|2016 - ore 19.00
fino al 09|06|2016
Mercoledì 27 aprile la galleria Dino Morra, nel secondo appuntamento dedicato al ciclo di tre mostre,
presenta le personali di George A Bidmead, Afterall e Aniello Barone.
La prima mostra che accoglie il visitatore nel Floor space è Wild Feats dell’inglese George A Bidmead
(Somerset, 1982); l’artista presenta una serie di lavori a olio e acrilico in cui è la natura umana e i
comportamenti sociali e/o solitari da essa scaturiti a essere posti sotto analisi. Abile disegnatore e illustratore,
George A. Bidmead prende in prestito l’uso del colore espressionista e la pennellata vibrante impressionista
per raccontare una condizione umana individuale e selvaggia, nel suo rapporto con il paesaggio naturale
indomato e infinito. L’uomo raccontato da George A Bidmead è immerso in paesaggi rurali e selvaggi
dominati da cieli aperti. Nei suoi dipinti incombono alberi, cani che si riuniscono in branchi e figure solitarie
che trattengono nel silenzio atti di esaltazione. I lavori presentati a Napoli sono guidati da un processo
introspettivo teso a esplorare l'identità sessuale a partire dalla visione maschile, giungendo a rappresentare
una tensione, un conflitto interno, una conversazione tra l'accettazione e la negazione della propria identità;
l'ambiente di campagna, scelto dall’artista per la sua familiarità, è utilizzato come veicolo per portare avanti
questa idea. Le tonalità scure e tenui dei colori a olio connotano le opere di una carica estetica
particolarmente densa che va in contrasto con l’uso simultaneo di una tavolozza di colori acrilici che
evocano, viceversa, una forte energia di tipo elettrico. Wild Feats è un racconto per immagini che si esplica
in tre parti: Coming Out Party, Identity Parade e Search Party; la qualità estetica dell'opera cambia in base
ai titoli che si tingono di ironia, fornendo ai soggetti presentati una sorta di sottotesto di tipo psicologico. In
George A Bidmean si mescola l’osservazione personale con la memoria collettiva, la storia dell’arte con la
psicologia, portando alla realizzazione di opere sempre al limite tra visionarietà e verità, cronaca e favola,
pur restando l’uomo, e la sua natura immutabile e istintiva, il fulcro di un racconto per immagini senza
tempo.
Nell’Underground space della galleria è presentata la mostra just one damn thing after the other (solo una
cosa dopo l'altra), personale del duo Afterall (Enzo e Silvia Esposito, Napoli) a cura di Chiara Pirozzi. Il
progetto s’inserisce nelle ricerche condotte dagli artisti tra Napoli e Città del Messico basate su una
riflessione sulla costruzione storica e sociale del “documento/monumento”. «Il documento è monumento. È
il risultato dello sforzo compiuto dalle società storiche per imporre al futuro - volenti o nolenti - quella data
immagine di se stesse. Al limite, non esiste un documento-verità. Ogni documento è menzogna.» (J. Le Goff,
Documento/Monumento). Il documento e la sua valenza sociale, come il monumento, è frutto della selezione
e del montaggio di testimonianze che, fra le tante, la storiografia sceglie di tramandare come verità. Gli
Afterall traducono e slittano tale riflessione indagando la storia del “Monumento ai Caduti del mare” conosciuto dai napoletani come “La colonna spezzata”. Concepito per essere un monumento all’Ammiraglio
Francesco Caracciolo, ne fu realizzato solo un bozzetto utilizzando un ritratto del fratello non avendo a
disposizione un’immagine del Valoroso, il busto definitivo non fu mai ultimato e il suo basamento accolse
infine una pesante colonna di marmo cipollazzo ondato di verde, la cui storia tramandata si perde tra
mistificazioni, oblii e scoperte. L’analisi puntuale condotta degli Afterall sul Monumento, sia da un punto di
vista storico sia delle sue forme e dimensioni, giunge sino alla sua smaterializzazione e all’assenza di
qualsiasi legame tra le parti del discorso, che si traducono in mostra in un trasporto effimero, senza scopo:
una griglia che ingabbia, perfettamente, il vuoto. Il discorso degli Afterall da qui si allarga verso la natura
approssimativa di ogni verità ricercata pedissequamente favorendo una sospensione, un "surplace" nell'atto
del montaggio, di modo che l’azione della creazione diventa una costante senza fine; ciò si concreta in una
ricerca d’archivio, dove inciampi, erranze e spaesamenti costituiscono l’ossatura di una serie di lavori ( _01;
_02; _03) in cui una “geografia imperfetta” diviene garanzia di sopravvivenza (cfr. Tzvetan Todorov).
L’ultimo ambiente della galleria, lo Studio space, accoglie Apocrifo, mostra di Aniello Barone (Napoli,
1965) che rientra in una serie di progetti sulla città di Napoli, selezionati dal gallerista Dino Morra. Aniello
Barone presenta un personale memoriale fotografico realizzato nell’Archivio della Real Casa Santa
dell'Annunziata di Napoli, luogo che fino alla metà del secolo scorso ha ospitato uno fra i più grandi
brefotrofi d’Europa. Istituito nella prima metà del XIV secolo, questo posto accoglieva i bambini
abbandonati, fornendo loro ospitalità e educazione fino all’adozione o alla maggiore età. I trovatelli
ricevevano in questo luogo una rinnovata identità, connotata spesso sotto il segno degli “esposti”. Ora la
Casa dell’Annunziata restituisce la memoria di quei ragazzi e della loro storia sottoforma di archivio,
quest’ultimo è, infatti, costituito non solo da documenti ma anche da oggetti e doni, cioè reperti di un tempo
sospeso tra smarrimento e attesa, perdita e restituzioni. Attraverso il bianco/nero fotografico e mediante una
ricerca compositiva che esula dal generale per indagare nel profondo i dettagli, Aniello Barone restituisce un
proprio racconto di quegli oggetti, quegli scritti e quelle cuciture capaci di riportare alla luce le memorie di
un passato identitario non privo di travagli e mancanze. Il risultato cui giunge Aniello Barone è un repertorio
fotografico intenso, che riconsegna all’osservatore la dolcezza di quelle piccole vite, destinate a essere in
bilico tra passato, presente e futuro. Apocrifo racconta etimologicamente “ciò che è tenuto nascosto”,
sancendo quindi un parallelo concettuale tra i testi storicamente allontanati dalle ufficiali Sacre Scritture e il
destino dei piccoli orfani che, grazie alla parola scritta recuperata negli Archivi dell’Annunziata di Napoli,
riconquistano un’identità e delle radici altrimenti perdute.
Per just one damn thing after the other
Allestimento: Pio della Volpe per Afterall
Trasporti: Art Corbo
Si ringrazia inoltre: arch. Monica Michelino - Comune di Napoli - Programma UNESCO e Valorizzazione
della città storica; dott. Giuseppe Catenacci - Collezione privata - materiale d'archivio; arch. Antonio
Iavarone; Antonio Corbo; SAAB Architettura arch. P. Pippo Pirozzi.
Per Apocrifo
Si ringrazia Spazio Nea - Napoli.
biografie
George A Bidmead è nato nel 1982 a Somerset (UK) dove vive e lavora. Tra le sue principali mostre si
ricordano: 2001, Portraits, The Gainsborough, Bath, UK. 2003, Sense Of Self, Summer exhibition,
University of Brighton, UK. 2004 - 2015, Private works, Europe. 2016, Face To Face, Ernesto Esposito
Collection, Salerno.
Afterall è il nome del duo artistico composto dai fratelli Esposito, Silvia (Napoli, 1975) e Enzo (Napoli,
1977). Dopo un trascorso di studi rispettivamente in Conservazione dei Beni Culturali e Sociologia, entrambi
si diplomano in Belle Arti facendo, nell’ambito del laboratorio «quartapittura», attività di ricerca sulle
potenzialità comunicative ed espressive dei fenomeni collettivi. Dalle prime esperienze nel 2004, con
l’installazione site-specific Sogno Comune come «quartapittura» presso la galleria Lia Rumma di Napoli, il
duo ha esposto in diverse Istituzioni pubbliche, tra cui: Museo MADRE e PAN, Villa Pignatelli, Castel
Sant'Elmo (Napoli), Fondazione Francesco Fabbri (Treviso), Fondazione Sandro Penna (Torino), Fondazione
Filiberto Menna (Salerno), Ex Gil (Roma), Palazzo Arnone di Cosenza. Le opere degli Afterall sono state
installate al Castello di Rivalta di Torino, allo Spazioborgogno di Milano, sulla facciata della stazione di
Mergellina a Napoli, presso l’Ambasciata italiana di Bruxelles. Il duo ha partecipato al Festival d’Art
Numérique in Pays d’Aix et Marseille, alla XII Biennal des Jeunes Créateurs de l’Europe et de la
Méditerranée, all’Art-Athina Contemporaries: Statement Made 2014 (Atene), all’Iniziativa Curatoriale
Indipendente Marso (Città del Messico), all’SPSI Art Museum di Shanghai - IGAV - e prossimamente
presenteranno Lacuna, progetto inedito ideato per «Assemblaggi Provvisori» negli spazi della Tenuta dello
Scompiglio (Lucca). Gli Afterall sono vincitori del Premio Celeste 2012 (Premio del Curatore), finalisti al
Francesco Fabbri For Contemporary Art Prize 2012, il loro progetto Residente/Clandestino è stato segnalato
dalla giuria del concorso «MACRO Artists in residence» e selezionati dal ICI di New York per il Curatorial
Intensive Symposium: Mexico City. Sul finire del 2013, il duo è stato invitato dall’azienda «A Glass Brand» a
prendere parte a un programma di riprogettazione dello spazio in Querétaro (Messico) e ha in seguito
partecipato al SOMA Summer 2014, residenza internazionale su selezione per artisti visivi in Città del
Messico (Messico). Ha quindi rappresentato l’Italia alla Biennale del Sudamerica 2014-2015 IGAV - Bienal
Fin del Mundo, esponendo in Argentina e Cile.
Aniello Barone. Fotografo italiano (Napoli 1965). Vive e lavora Napoli. Dopo la laurea in sociologia, ha
iniziato la sua ricerca fotografica volgendo l’attenzione al paesaggio urbano, alle periferie e al tema
dell’immigrazione. Ha pubblicato diversi libri. Tra questi: Aniello Barone, fotografie 1995-2013 (Skira,
2013); { }casa (Punctum, 2013); Igboland (Five Continents, 2011), un lavoro di dodici anni sui riti animisti
degli Igbo in Italia; Detta Innominata (Peliti Associati, 2006), viaggio nella periferia postindustriale
napoletana; Sahrawi: la terra sospesa (Electa Napoli, 2001); La comunità accanto (Motta, 2001), sulla
condizione sociale degli immigrati asiatici, africani, sudamericani e dell’est europeo in Campania. Mostre
personali includono: Per sentito dire, tra memoria e ricordo, Biblioteca Nazionale di Napoli (2015);
Archivio, Doozo, Roma/Festival Internazionale della FotoGrafia di Roma (2014); Igboland, Galleria San
Fedele, Milano (2013); Liternum, Mann, Napoli (2012); Il magnifico orrore, Galerie Pièce Unique, Parigi,
FR (2008); Translating Class, Altering Hospitality, University of Leeds, UK (2002). Tra le numerose
collettive si ricordano: Scènes d’interieur, Musée Jean-Honoré Fragonard, Grasse, FR (2015); SaintPetersburg Photo Vernissage, San Pietroburgo, RUS (2011); Squares of Rome, Moca, Shanghai, RC (2010).
Nel 2007 riceve il premio Marco Bastianelli.
*The Dino Morra gallery is pleased to present
George A Bidmead
Wild Feats
Afterall
just one damn thing after the other
curated by Chiara Pirozzi
Aniello Barone
Apocrifo
opening Wednesday, 27 | 04 | 2016 – h 19:00
until, 09 | 06 | 2016
On Wednesday, 27th April, the Dino Morra gallery will present the second meeting devoted to a series
of three exhibitions, with the solo shows by George A Bidmead, Afterall and Aniello Barone.
The first exhibition, which greets the visitors on the Floor space, is Wild Feats by the English George A
Bidmead (Somerset, 1982); the artist presents a series of works in oil and acrylic in which the human nature
and the social and/or lonely behaviours arising from it are put under analysis. A skilled draftsman and
illustrator, George A Bidmead borrows the expressionist use of color and the vibrant impressionist
brushwork to describe an individual and wild human condition in its relationship with an untamed and
infinite natural landscape. The man told by George A Bidmead is set in rural and wild landscapes dominated
by open skies. In his paintings trees, dogs who gather in flocks and solitary figures who hold back acts of
exaltation in the silence, loom over. The works presented in Naples are driven by an introspective process
aimed at exploring the sexual identity starting from a male point of view, to arrive at a representation of a
tension, an inner conflict, a conversation between the acceptance and the denial of that identity; the rural
environment, chosen by the artist for its familiarity, is used as a vehicle to carry this idea forward. The dark
and muted shades of the oil colours characterize the works with a particularly dense aesthetic charge. This is
in contrast with the simultaneous use of a palette of acrylic colours which, conversely, evoke a strong
energy of electric type. Wild Feats is a picture story that unfolds in three parts: Coming Out Party, Identity
Parade and Search Party; the aesthetic quality of the work varies according to the titles that are tinged with
irony, providing the presented subjects with a sort of psychological subtext. In George A Bidmead, the
personal observation mixes with the collective memory, and the history of art with psychology, leading to
the realisation of works on the edge of visionary and truth, news section and fairy tale. And yet man, with his
immutable and instinctual nature, remains the centerpiece of a timeless picture story.
In the Underground space of the gallery, just one damn thing after the other, a personal exhibition of the
duo artists Afterall (Enzo and Silvia Esposito, Naples) curated by Chiara Pirozzi, is shown. The project fits
in the research conducted by the two artists between Naples and Mexico City which are based on a reflection
on the historical and social construction of the "document/monument". "The document is the monument. It is
the result of the effort made by the historical societies to impose - willingly or not - that given image of
themselves to the future. At the limit, a document-truth doesn’t exist. Each document is a lie. "(J. Le Goff,
Document/Monument). The document and its social value, like the monument, is the result of the selection
and assembly of some, among many, testimonies which historiography chooses to pass as truth. Afterall
translates and slips this reflection by investigating the history of the "Monument to the dead seamen" known by the Neapolitans as "The Broken Column." Meant to be a monument to Admiral Francesco
Caracciolo, only a sketch was carried out using a portrait of his brother, not having available an image of the
Valiant. But the final bust was never completed and its base finally received a heavy cipollino marble
column waved with green, whose recorded history is lost in misinformation, forgetfulness and discoveries.
The detailed analysis conducted on the Monument by Afterall, both from a historical point of view and on
its forms and dimensions, reaches up to its dematerialization and to the absence of any link among the parts
of the discourse. In the exhibition, these are translated in a ephemeral ardour, with no purpose at all: a grill
which perfectly cages the emptiness. Afterall’ s discourse widens from here towards the approximate nature
of all slavishly sought truth, supporting a suspension, a "standstill" in the act of the assembly, so that the act
of creation becomes a never-ending constant. This takes the form of an archival research, where stumbles,
wanderings and bewilderment are the backbone of a series of works (_01, _02, _03) in which an "imperfect
geography" becomes a guarantee of survival (cfr. Tzvetan Todorov).
The last room of the gallery, the Studio space, hosts Apocrifo, a solo exhibition by Aniello Barone (Naples,
1965) that is part of a series of projects on the city of Naples, selected by the gallery owner Dino Morra.
Aniello Barone presents a personal photographic memorial carried out in the Archive of the Real Casa Santa
dell’Annunziata of Naples, a place that until the middle of the last century hosted one of the largest
orphanages in Europe. Established in the first half of the fourteenth century, this place welcomed abandoned
children, providing them with hospitality and education until the adoption or the age of majority. In this
place, the orphans received a renewed identity, often characterized under the sign of the "esposti," which in
Italian means “abandoned, exposed” and which became a famous Italian surname, Esposito, usually given, in
fact, to the orphans. Now the Real Casa Santa dell’ Annunziata returns to us the memory of those kids and
their stories in the form of archive; the latter is, in fact, constituted not only by documents but also by objects
and gifts, that are evidence of a suspended time between bewilderment and waiting, loss and restitution.
Through the black and white of the photos and the use of a compositional research that goes beyond the
general to investigate the details in depth, Aniello Barone returns to us his own account of those objects,
those writings and those seams which are able to bring back to light the memories of a past which is not
without trials and failures. The result reached by Aniello Barone is an intense photographic repertoire, which
returns to the observer the sweetness of those little lives, destined to be poised over the past, present and
future. Apocrifo etymologically tells "that which is kept hidden," then ratifying a conceptual parallel between
the texts historically turned away from the official Holy Scriptures and the fate of the little orphans who,
thanks to the written word recovered in the Archives of the Annunziata of Naples, win back their otherwise
lost, identities and roots.
For just one damn thing after the other
Outfitting: Pio della Volpe for Afterall project
Transportation: Art Corbo
Thanks also to: arch. Monica Michelino – the City of Naples - UNESCO Program and Enhancement of the
historic city; dr. Giuseppe Catenacci - Private collection - archive material; arch. Antonio Iavarone; Antonio
Corbo; SAAB architecture - arch. P. Pippo Pirozzi.
For Apocrifo
Thanks to Spazio Nea - Napoli.
Biographies
George A Bidmead was born in 1982 in Somerset (UK) where he still lives and works. Among his main
exhibitions are: 2001, Portraits, The Gainsborough, Bath, UK. 2003, Sense Of Self, Summer Exhibition,
University of Brighton, UK. 2004 - 2015, Private works, Europe. 2016, Face To Face, Ernesto Esposito
Collection, Salerno.
Afterall is the name of the artistic duo constituted by the Esposito brothers, Silvia (Naples, 1975) and Enzo
(Naples, 1977). After the studies respectively in Conservation of Cultural Heritage and Sociology, they both
graduated in Fine Arts and began researching on the communicative and expressive potential of collective
phenomena as part of the workshop "quartapittura”. From the first experiences in 2004, with the site-specific
installation Sogno commune as "quartapittura" at the Lia Rumma gallery in Naples, the duo has exhibited in
various public institutions, including: Museo MADRE and PAN, Villa Pignatelli, Castel Sant'Elmo
(Naples), Fondazione Francesco Fabbri (Treviso), Fondazione Sandro Penna (Turin), Fondazione Filiberto
Menna (Salerno), Ex Gil (Roma), Palazzo Arnone (Cosenza). The works of Afterall have been installed at
Castello Rivalta in Turin, the Spazioborgogno of Milan, on the facade of the funicular station of Mergellina
in Naples, at the Italian Embassy in Brussels. The duo took part in the Festival d'Art Numérique Pays d'Aix
et Marseille, the XII Biennal des Jeunes Créateurs de l'Europe et de la Méditerranée, the Art-Athina
Contemporaries: Statement Made 2014 (Athens), the Independent Curatorial Initiative Marso (Mexico
City), the SPSI Art Museum in Shanghai - IGAV - and soon they will present Lacuna, an unrealeased project
designed for "Assemblaggi Provvisori" in the spaces of the Tenuta dello Scompiglio (Lucca). Afterall are
the winners of the Celeste Prize 2012 (Award of the Curator), finalists at the Francesco Fabbri For
Contemporary Art Prize 2012 and their project Residente/ Clandestino was reported by the jury of the
contest "MACRO Artists in residence", selected by the ICI of New York for the Curatorial Intensive
Symposium: Mexico City. At the end of 2013, the duo was invited by the company "A Glass Brand" to take
part in a space redesign program in Querétaro (Mexico) and later participated in the SOMA Summer 2014, an
international residence on selection for visual artists in Mexico City (Mexico). The duo then represented
Italy at the Biennial of South America 2014-2015 IGAV - Bienal Fin del Mundo, exposing in Argentina and
Chile.
Aniello Barone. Italian photographer (Naples 1965). He lives and works in Naples. After graduating in
sociology, he began his photographic research turning his attention on the urban landscape, the suburbs and
the issue of immigration. He has published several books. Among them: Aniello Barone, photographs 19952013 (Skira, 2013); { } Casa (Punctum, 2013); Igboland (Five Continents, 2011), a twelve-year work on the
animist rites of the Igbo in Italy; Detta Innominata (Peliti Associati, 2006), a journey in the post-industrial
Neapolitan outskirts; Sahrawi: la terra sospesa (Electa Naples, 2001); La comunità accanto (Motta, 2001),
on the social condition of the Asian, African, South American and Eastern European immigrants in
Campania. Solo exhibitions include: Per sentito dire, tra memoria e ricordo, Biblioteca Nazionale, Naples
(2015); Archivio, Doozo, Rome/FotoGrafia the International Photography Festival of Rome (2014);
Igboland, Galleria San Fedele, Milan (2013); Liternum, Mann, Naples (2012); Il magnifico orrore, Galerie
Pièce Unique, Paris, FR (2008); Translating Class, Altering Hospitality, University of Leeds, UK (2002).
Among the many collective exhibitions are: Scènes d'interieur, Musée Jean-Honoré Fragonard, Grasse, FR
(2015); Saint-Petersburg Photo Vernissage, St. Petersburg, RUS (2011); Squares of Rome, Moca, Shanghai,
RC (2010). In 2007 he received the Marco Bastianelli prize.
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