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V-COUNSELING PERLS ED IL COUNSELING
ASPIC SiPGI CAMPANIA Scuola di Counseling Professionale Gestalt: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di Chiara Scognamiglio SiPGI Campania 1 Dispense Master: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di dr. ssa Chiara Scognamiglio ASPIC Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio La psicologia della Gestalt, contemporaneamente alla fenomenologia ma in un altro campo, si accorge che: a) la percezione è intenzionale (mentre la psicologia classica la considera meccanica), e che b) l’osservante modifica l’osservato (teoria del campo). Curiosamente però non è tanto la psicologia della Gestalt ad elaborare un metodo pratico per cambiare la relazione tradizionale con il mondo, ma piuttosto la fenomenologia; è Husserl con l’Epochè, la sospensione dal giudizio, che propone una modalità, quella che poi nell’approccio della Gestalt sarà: la richiesta di comunicare quello che si sente invece di quello che si pensa. Heidegger poi, con l’analisi del linguaggio, offre un in sostituibile strumento per entrare nell’esperienza del fenomeno, e per restituire al parlare delle persone una dimensione intenzionale ed organismica, dove possono entrare in moto processi naturali che sanino come natura ciò a cui la medicina può solo iuvare, secondo l’antica massima “natura sanat medicina iuvat”. Ma è proprio con Perls, che il procedere della relazione di aiuto è conseguenza di una visione dell’uomo stimolando un processo di crescita che a tale visione è connesso. Emerge la considerazione di una saggezza connaturata all’individuo, per cui il cambiamento, è effetto del suo risveglio, che non va cercata fuori da sé è già in noi, inalienabile patrimonio personale. Ed inoltre, l’attenzione rivolta alla salute mentale piuttosto che alla patologia. Perls ebbe un impatto forte e dissacrante nel mondo della teoria. Fu una persona piena di fascino che si imponeva con la sua presenza, odiato e amato che fosse. Alcuni pensano che la profondità e la pienezza del suo messaggio siano oscurati dalla spettacolarità teatrale che metteva nel proprio lavoro. Chi lo conobbe racconta che non si restava indifferenti al suo SiPGI Campania 2 Dispense Master: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di dr. ssa Chiara Scognamiglio ASPIC intenso mondo di entrare in relazione. Intorno a lui si sviluppò un movimento culturale che andò al di là del mondo della teoria Perls fù un filosofo dell’esistenza. Quando Perls introduce nuove ottiche nel pensiero freudiano si basa sulle teorie della psicologia della Gestalt e su una nuova teoria della personalità, l’autoregolazione organismica, in cui l’asse della persona non è una struttura compatta come quella che Freud chiamava IO, ma neanche una struttura dinamica come quella che Jung chiamava SE’: l’autoregolazione organismica, a cui successivamente da il nome di omeostasi, è un processo naturale, figlio dell’evoluzione della vita sulla terra, che organizza i comportamenti dell’organismo giocando le sue carte sulla base dell’emergenza dei bisogni e in funzione della sua sopravvivenza e della qualità della sua vita, con una competenza che proviene da milioni di anni di esperienza che la vita ha accumulato attraverso le innumerevoli forme in cui si è manifestata e in cui ha sperimentato problemi e soluzioni. Nella Gestalt, viene posta enfasi sulla relazione figura/sfondo e sul processo di sperimentazione di un oggetto nel suo contesto ambientale. La capacità di percepire attraverso i sensi l’oggetto e il suo significato è direttamente correlato al modo in cui, realmente, la figura (cioè l’oggetto), si differenzia dallo sfondo (l’ambiente). Attraverso questo processo di differenziazione tra la figura e lo sfondo, l’individuo mastica, deglutisce digerisce (incorpora) nel sé le esperienze positive e si libera di quelle negative. A questa saggezza Perls si appella nella pratica della sospensione del giudizio; invece del metodo di purificazione della percezione qui è piuttosto il buon senso di fidarsi più della natura che del proprio pensiero astrattamente razionale: guardando da questo punto di vista, Cartesio può essere messo in pensione. Perls proponeva di sfidare i limiti difensivi per esplorare in maniera creativa nuove possibilità di esistenza, bisogna attivare le spinte vitali seguendo il principio di preferenzialità, da opporre alle introiezioni ambientali, ma senza illusioni. Il limite umano esiste e non vi è altra possibilità che conoscerlo ed accettarlo. Secondo Perls quando l’individuo entra in relazione con l’ambiente circostante attiva il proprio SE’. Il SE’ rappresenta l’esperienza immediata di una situazione nella quale l’organismo sta agendo in modo spontaneo e centrato sul presente. Il SE’ agisce attraverso tre funzioni principali: l’IO, l’ES e la PERSONALITÀ. SiPGI Campania 3 Dispense Master: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di dr. ssa Chiara Scognamiglio ASPIC l’Es riguarda le pulsioni interne, i bisogni vitali ed in particolare la loro traduzione corporea; l’Io definisce i bisogni dell’individuo e la propria identificazione con esso, lo orienta nella valutazione e nella selezione della scelta, focalizzando l’azione verso il contatto finale; la Personalità è, invece, la rappresentazione che il soggetto fa di se stesso, la sua immagine di sé, che gli consente di riconoscersi come responsabile si ciò che egli sente e fa (Ginger 1990). Nell’ambito delle sue tre funzioni, il Sé esiste con un’intensità diversa a secondo dei momenti. Nella Gestalt le psicopatologie nascerebbero in corrispondenza di un’alterazione specifica di una delle tre funzioni del Sé. In tutti i casi avverrebbe un’alterazione del ciclo di contattoritiro, che per Perls ha una funzione omeostatica nell’adattamento normale. Per essere in contatto, nella Gestalt si intende avere un tipo di rapporto efficace, che abbia cioè qualche effetto sugli interlocutori: un rapporto insomma che non lascia le cose come erano prima, un rapporto che le trasforma. Come la logica si dice formale perché è definita dal rispetto della successione formale delle preposizioni logiche (vedi per es., il sillogismo), così anche il contatto è definito qui dal rispetto della sua forma: è in contatto chi hic et nunc si rende conto di cosa sente, sceglie cosa desidera, decide cosa fare e poi, avendolo fatto, verifica cosa sente, e non è in contatto chi salta nella sua coscienza anche solo un passaggio. L’espressione contatto è una metafora, che usa l’immagine del contatto fisico per spiegare qualcosa che avviene in realtà su un piano e in un modo diversissimo: nel contatto fisico i fenomeni avvengono nel continuum che con il con-tatto opera, mentre il contatto in senso gestaltico è qualcosa che avviene da una parte nella coscienza della persona, e dall’altra è una situazione dove i fenomeni si manifestano nella soluzione di continuità che c’è fra gli interlocutori. Il contatto in questo senso è piuttosto una distanza efficace, come quella che permette il passaggio delle scintilla nelle candele di un motore a scoppio: avvicinando ed allontanando troppo i due poli, la scintilla non scocca. SiPGI Campania 4 Dispense Master: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di dr. ssa Chiara Scognamiglio ASPIC Contatto è dunque paradossalmente distanza: è in realtà un vuoto (fertile), perché data la legge dell’incompenetrabilità dei corpo, solo nel vuoto c’è spazio per qualcosa che prima non c’era. Sono i quattro passi costitutivi del ciclo del contatto che permettono di vedere sia la possibilità di scelta che le conseguenze. Per sentire è necessario costruire metafore; per desiderare è necessario rendere visibili le possibilità di scelta e per questo c’è un lavoro di base da fare: immaginare. La fantasia, per i gestaltici, non è un fenomeno misterioso, è un’operazione volontaria, è un lavoro che ognuno di noi fà attingendo dall’immaginario, il nostro magazzino/biblioteca, dove sono depositati le immagini via via acquisite nel tempo, sia che le si ricordi coscientemente o no. L’immaginario è forse la nostra più grande ricchezza che a volte non riusciamo ad utilizzare o abbiamo paura di farlo, lo strumento necessario per attingere a queste informazioni, è la libera associazione. Nella Gestalt, con un termine introdotto da Friedlander, si parla di “vuoto fertile”, un vuoto percorso da una corrente di energia, dove si cerca la risposta a una domanda di cui non si sa a riposta (es., desidero fare una certa cosa, ma non so come), il volere fa da agitatore nel vuoto e così arrivano immagini alla mente che non rappresentano la risposta bensì lo strumento su cui lavorare per pervenire a quella “giusta”. Giusta per colui che la cerca. L’artista fa continuamente questo lavoro, e liberamente va, cerca l’immaginario e risponde e l’intuizione si muove dentro questo spazio, più l’accesso ad esso è ampio più l’intuizione è libera. L’intuizione lavora sull’insieme e non sul particolare, e si chiama anche conoscenza per partecipazione: per partecipare all’essenza dell’altro devi percepirlo emozionalmente, il supporto per questa e l’immaginazione, la fantasia. La conoscenza per partecipazione non cammina, vola; immaginare significa dare ascolto al cuore ed il cuore non vola senza le ali della fantasia. Vengono, di seguito, descritte le quattro fasi del ciclo del contatto-ritiro della Gestalt per come sono state definite da Perls e coll. (1951) all’interno delle quali può verificarsi "qualche blocco” nell’individuo. SiPGI Campania 5 Dispense Master: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di dr. ssa Chiara Scognamiglio ASPIC La prima fase è il PRE-CONTATTO, in cui predominano le sensazioni e le eccitazioni corporee, secondo l’azione dell’Es; la seconda fase è il CONTATTO o presa di contatto, in cui avviene l’intercambio effettivo tra l’individuo e l’ambiente secondo l’azione dell’Io, ossia verso le azioni responsabili che orientano verso l’identificazione di bisogni; la terza è quella del CONTATTO PIENO, in cui i bisogni vengono soddisfatti sempre secondo l’azione dell’Io ed infine, la quarta fase è quella del POST-CONTATTO o ritiro, in cui la funzione della personalità determina l’assimilazione dell’esperienza. Ad ogni chiusura di un ciclo l’individuo si predispone per l’apertura di un altro ed ognuno di noi sperimenta delle interruzioni nelle varie e continue esperienza del ciclo del contatto. Dal tipo di interruzioni, da come vengono elaborate e dall’influenza dell’ambiente dipende la struttura di personalità non sana; laddove c’è una perdita di una funzione Io o della funzione Personalità si struttura un meccanismo nevrotico, mentre quando c’è una perdita della funzione Es si genera una psicosi. Per Perls la malattia viene considerata un incidente di percorso a causa di un ambiente sfavorevole e che quindi bisogna verificare quale fase del Sé viene perturbata, quale fase del ciclo del contatto subisce l’interruzione per completare il ciclo e ristabilire l’equilibrio e quale meccanismo si utilizza per interrompere il contatto (egotismo, deflessione, professione, retroflessione…). Il lavoro gestaltico offre la possibilità di far riemergere quelle esperienze rimaste in sospeso, che impediscono la tendenza innata dell’individuo al completamento ed a vivere in modo sano nel presente. Così il Counselor, in questo caso, dirige attivamente i clienti nell’esperienza immediata, nel qui ed ora con l’obiettivo prioritario che è la crescita della consapevolezza, lo sviluppo della responsabilità e dell’autorealizzazione, grazie al quale gli individui integrano se stessi, gli altri ed il mondo. Egli, inoltre potrà utilizzare una serie di tecniche gestaltiche, come la sedia vuota, il monogramma, l’amplificazione ecc., finalizzate ad evocare determinate emozioni nel cliente e far aumentare la sua consapevolezza. Anche se Perls si è dichiarato gestaltista e non fenomenologo, il metodo che l’approccio gestaltico utilizza è pienamente congruo alla fenomenologia, nel rispetto della dignità del fenomeno, che appunto non richiede interpretazione concettuale, e nel riportare la SiPGI Campania 6 Dispense Master: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di dr. ssa Chiara Scognamiglio ASPIC conoscenza ad un fatto corporeo, nel senso emozionale e sensoriale: cioè nella logia dell’epochè. Emozioni e sensazioni, la realtà basica dell’approccio gestaltico sono infatti il sapore dei fenomeni, sono gli strumenti elementari della conoscenza e il corpo il luogo della conoscenza. Malgrado quello che può sembrare, infatti, quello che rende difficile la vita non sono affatto le emozioni: guardando da fuori dell’orizzonte degli eventi, le emozioni (che si possono considerare come il vissuto soggettivo, l’accorgersi insomma del manifestarsi degli istinti), appaiono appunto come meccanismi automatici messi a punto attraverso immensi lassi di tempo dall’Evoluzione e utili nelle ere geologiche a innumerevoli esseri viventi per avere maggiori chances di sopravvivenza. Le emozioni insomma esistono per aiutare, non per complicare la vita. Sono le emozioni che gestiscono l’autoregolazione organismica: quando si sente troppo male vuol dire che c’è da reagire, quando si sente troppa paura vuol dire che è l’ora di scappare. I problemi cominciano invece quando le passioni impediscono il normale svolgersi di questa autoregolazione: istintivamente una relazione amorosa si interromperebbe se rendesse la vita impossibile, ma la passione amorosa interviene ad impedirlo, così come ci si ritirerebbe in buon ordine di fronte ad una sconfitta se l’orgoglio appassionato non insistesse contro ogni buon senso a tenerci lì! La passione dunque agli effetti pratici è nemica dell’istinto e interferisce con l’autoregolazione organismica. La differenza fondamentale tra istinto e passione riguarda pertento quest’ultima in assenza del suo oggetto: quando cioè manca lo stimolo, la passione se lo ricrea artificialmente attraverso il ricorso o attraverso la fantasia. Se da una parte Perls utilizza il sentire come chiave fondamentale per la lettura del mondo dall’altra chiama la Gestalt filosofia dell’ovvio, proponendo con questa espressione un uso del pensiero concettuale vincolato all’organismo come parte del suo habitat, un pensiero che pur uscendo dall’orizzonte degli eventi contingenti rimane pur sempre, quindi, nell’ambito degli interessi umani (Perls 1977), che si rivela uno strumento fondamentale nel rapporto con la realtà capace di distinguere appunto tra istinto e passione. SiPGI Campania 7 Dispense Master: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di dr. ssa Chiara Scognamiglio ASPIC Sono i bisogni insoddisfatti, le situazioni non completate, i sentimenti inespressi, come il risentimento, la rabbia, la colpa, l’odio, il dolore, di cui la coscienza non è pienamente consapevole, che impediscono un contatto efficace con se stessi e con gli altri. Sono stati emotivi esageratamente appassionati, idee fisse e generalizzazioni irrazionali delle quali si sono sviluppati i nuclei caratteriali, cioè la mappa organizzativa della nostra esistenza. Perls aveva molta fiducia nella forza di guarigione del “continuo di consapevolezza” di ogni individuo. L’integrazione, la consapevolezza e l’accettazione di chi si è piuttosto di chi ci piacerebbe essere, sono i tre componenti degli obiettivi di una crescita sana nella teoria della Gestalt. E’ un esercizio attraverso il quale diamo attenzione all’esperienza attimo dopo attimo. Restando in pieno contato con pensieri, emozioni e sensazioni si scopre che è impossibile trattenerli, si dissolvono da soli e dal vuoto che resta emergono nuove esperienze e nuove possibilità. Si ritiene che sia un modello di riferimento, sia come tecnica di lavoro e sia come visione generale del processo di cambiamento anche per la pratica del Counselor. Contiene una concezione esistenziale che suggerisce modi di vivere più significativi. SiPGI Campania 8 Dispense Master: Perls e il Counseling gestaltico: autoregolazione organismica e filosofia dell’ovvio a cura di dr. ssa Chiara Scognamiglio