Perché isolare? Il tema relativo all`isolamento può sembrare
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Perché isolare? Il tema relativo all`isolamento può sembrare
Perché isolare? I l tema relativo all’isolamento può sembrare semplice, per nozioni che crediamo di conoscere più o meno bene. Ciascuno di noi può immaginare facilmente quali benefici possa apportare l’isolamento di un alloggio e perché risulti molto utile. Tuttavia, l’isolamento è una tematica relativamente recente, a volte soggetta a preconcetti o a idee approssimative. La questione non può essere trattata senza una visione globale dei processi di accumulo e di scambio di calore e trasmigrazione di vapore tra lo spazio abitativo e l’ambiente circostante, fenomeni che vanno ben oltre il semplice processo di incollaggio di un sistema isolante su una superficie. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la necessità di operazioni di ricostruzione ha generato l’aumento del numero di alloggi, della superficie media abitativa per cittadino e del livello di comfort. Il rapido sviluppo economico ha privilegiato le soluzioni più economiche. L’energia era disponibile in grandi quantità a costi ridotti, tanto che il principio di isolamento termico delle abitazioni veniva semplicemente ignorato. Non corrispondendo ad alcuna realtà economica, la questione non si poneva neppure. L’energia veniva percepita come una risorsa costantemente disponibile. Anche le considerazioni di carattere ecologico avevano un senso diverso rispetto ai giorni nostri e l’impatto delle attività dell’uomo sul clima non era ancora stato definito. Il primo choc petrolifero del 1973 costituì una rivelazione e permise di prendere coscienza del fatto che il petrolio costituiva una risorsa limitata. Con il forte rialzo dei prezzi apparve chiara la necessità di effettuare dei risparmi riducendo il consumo di 7 ISOLAMENTO_01.indd 7 09/08/11 16:57 La diffusione del calore all’interno dell’ambiente abitativo energia. È cosi che già dal 1974 nacque la cosiddetta “caccia agli sprechi” in alcuni Paesi europei. In Italia la prima normativa a carattere energetico fu la Legge 373/1976 che definì i valori massimi di dispersione termica1, poi abrogata dalla Legge 10/1991. In Europa si iniziarono così a isolare sottotetti e muri e a promuovere l’utilizzo di doppi vetri all’interno delle nuove abitazioni. Venne inoltre incoraggiata la riqualificazione degli edifici esistenti. Nel corso dei trent’anni successivi, in Italia, le prestazioni termiche delle costruzioni non sono molto progredite. Si è dovuto attendere il recepimento della direttiva europea 2002/91/CE con i decreti legislativi 192/2005 e 311/2006 e loro decreti attuativi, per ottenere un miglioramento dovuto ai limiti piuttosto restrittivi, sia per la nuova edificazione sia per alcuni tipi di intervento su edifici preesistenti. Oltre alla riduzione dell’utilizzo di energie fossili e alla fluttuazione del loro prezzo, il problema del contenimento energetico è strettamente legato alla tutela dell’ambiente e ai cambiamenti climatici. Discussa negli anni Novanta, l’influenza delle attività umane sul clima rappresenta una realtà che nessuno può più negare. La comunità scientifica internazionale2 ne ha ufficialmente riconosciuto il ruolo nefasto nel 2007 con il rapporto dell’IPCC WG1. Si è constatato che, nonostante si siano sempre riscontrati aumenti e diminuzioni della temperatura media della Terra nell’arco dei secoli, durante gli ultimi cinquant’anni si è verificato un aumento della temperatura anomalo rispetto all’andamento naturale. Secondo questi studi, negli ultimi cinquant’anni probabilmente si sarebbe dovuto verificare un raffreddamento. Se la nuova legislazione sembra in apparenza soddisfacente, maschera una realtà totalmente diversa. Nello stesso periodo, il consumo di energia finale negli edifici è aumentato. La ragione è dovuta all’incremento della superficie media abitativa pro capite, all’incremento del numero di alloggi e di edifici terziari e allo sviluppo del comfort in termini di aumento dei consumi per quanto riguarda l’uso di elettrodomestici e climatizzazione. Attualmente le abitazioni rappresentano il 31,5% del consumo di energia finale, al pari dei trasporti e maggiore dell’industria (26,50%). Il 57% dell’energia consumata all’interno degli edifici è destinata al riscaldamento (figura P1.1). Il potenziale applicativo delle norme sul risparmio energetico è dunque immenso, soprattutto per gli edifici preesistenti. La necessità di ridurre le emissioni del principale gas a effetto serra, l’anidride carbonica CO2, e di preservare l’ambiente alza drammaticamente la posta in gioco in ambito energetico. In Italia, gli edifici costituiscono, insieme ai trasporti, la prima fonte di inquinamento antropogenico per CO2, corrispondente a un’emissione globale corrispondente nel 1990 a circa 519,5 milioni di tonnellate annue. Tra il 1990 e il 2000 le emissioni sono aumentate del 6,7%, tra il 2002 e il 2003 si è avuto un ulteriore incremento del 3%, mentre tra il 2003 e il 2007 dell’1%. L’obiettivo dell’Italia per rispettare il protocollo di Kyoto era quello di diminuire le emissioni del 6,5% rispetto a quelle del 1990. In Europa invece, rispetto al 1990, si è riscontrata una leggera diminuzione di circa l’1%. Gli edifici con insufficiente isolamento termico sono dunque tra i maggiori responsabili. 1 Per maggiori considerazioni vedi: Barutti F. “La certificazione energetica dell’involucro edilizio – Normativa e materiali per il risparmio energetico”, cap.2, Sistemi Editoriali, Napoli, 2010. 2 Per maggiori considerazioni vedi: Barutti F., op. cit. 8 ISOLAMENTO_01.indd 8 09/08/11 16:57 Perché isolare? Consumo di energia in edilizia Consumo di energia primaria in Italia Consumo di energia nell’ambiente abitativo (dati medi europei) Altri 10,7 % Acqua calda sanitaria Industria 31,30 % 26,50 % 25 % Trasporti Cucina 57 % 7% 31,50 % Apparecchi elettrici Riscaldamento 11% Usi Civili (Fonte: Convegno di progettazione integrata, Mosca, 29 settembre 2007, in Barutti F., La certificazione energetica dell’involucro edilizio, SE, 2010, pag. 21, fig.1.7b) Consumo in [KWh/(m2x anno)] per il riscaldamento, e la produzione di acqua calda sanitaria (consumo in [KWh/(m2 x anno)] – energia primaria) 250 200 Edifici a basso consumo 150 100 Casa passiva 50 0 - 50 > di 200 [KWh/(m2 x Anno)] < 50 [KWh/(m2 x Anno)] < 30 [KWh/(m2 x Anno)] < 15 [KWh/(m2 x Anno)] Casa passiva o Stato attuale Edificio riqualificato Nuova costruzione degli edifici esistenti “a basso consumo” “a basso consumo” “a bassissimo consumo” Edificio attivo Confronto con la Germania (consumo in [kWh/(m2 x anno)], dove si considera anche la climatizzazione estiva e la ventilazione) 350 300 250 200 150 100 50 0 Prima del 1977 Dopo il 1977 Dopo il 1984 Dopo il 1995 Dopo il 2002 Casa 3 litri Passivhaus Figura P1.1: Il consumo di energia in edilizia 9 ISOLAMENTO_01.indd 9 09/08/11 16:57 La diffusione del calore all’interno dell’ambiente abitativo Le turbolenze dei mercati energetici presentano ripercussioni in tutti i settori e le soluzioni proposte si dimostrano contraddittorie o non corrette. I dibattiti relativi all’utilizzo degli agrocarburanti (biofuel) o delle colture OGM costituiscono alcuni esempi. La produzione di combustibili a partire da prodotti derivanti dall’agricoltura genera effetti a cascata sull’alimentazione mondiale e contribuisce alla deforestazione. Ad esempio, in Indonesia, la produzione di olio di palma favorisce questa tendenza e concorre ad amplificare gli effetti sul clima. L’aumento dei prezzi attiva la speculazione e la ricerca del massimo profitto. La deforestazione sta subendo un’accelerazione in tutti i continenti. In Canada, a causa dello sfruttamento delle sabbie bituminose al fine di estrarne petrolio, vaste distese boschive vengono rase al suolo, provocando effetti catastrofici sull’ambiente e sul clima. Tali deforestazioni contribuiscono all’aumento dei gas a effetto serra. Secondo gli esperti si devono temere altri effetti a catena; ad esempio, se la temperatura media del Polo Nord raggiungesse un livello critico, il permafrost o permagelo, la parte di terreno perennemente ghiacciato, potrebbe sciogliersi e liberare quantità enormi di metano nell’atmosfera. L’IPCC, International Panel on Climate Change, gruppo istituito dall’ ONU nel 1998, stima che gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche degli impianti e degli involucri edilizi degli edifici civili e industriali potrebbero ridurre l’inquinamento dovuto dalla CO2 di oltre un miliardo di tonnellate all’anno. Le prospettive definite dall’Unione Europea mirano a diminuire del 20% le emissioni di gas a effetto serra in relazione al 1990, entro il 20203. Entro il medesimo termine, il consumo energetico 3 Con il Pacchetto 20-20-20. dovrà essere abbassato del 20% e la percentuale relativa alle energie rinnovabili dovrà raggiungere il 20% dell’energia finale consumata. I Paesi più industrializzati hanno sottoscritto le promesse e hanno proposto di ridurre alla metà le loro emissioni entro il 2050, mentre i Paesi emergenti si dimostrano meno propensi ad accettare l’impegno. La situazione è nota, le volontà e le soluzioni esistono. Ad oggi, in Italia, grazie al DLGS 311/2006 e sue integrazioni, gli edifici pubblici e terziari devono essere realizzati in modo da rispettare le norme e garantire bassi consumi. Entro il 2020, la normativa termica mira a raggiungere per gli alloggi il livello delle case passive (caratterizzate da consumi quasi nulli). Tuttavia, i provvedimenti vengono attuati a ritmi che variano da uno Stato all’altro. Infatti, gli interessi e le ragioni delle lobby nucleari, petrolifere, industriali ed ecologiste divergono. I discorsi, compresi quelli relativi al marketing, tendono globalmente a promuovere il risparmio energetico, a volte in contraddizione con la realtà. Le misure concernenti gli edifici esistenti nel settore privato, il maggiore serbatoio di risparmio, sono state in Italia quelle relative alle detrazioni fiscali del 55% per interventi di riqualificazione energetica indicate dalla Finanziaria 2006. Altre misure sono state poste per alcuni tipi di intervento sull’edilizia preesistente come, ad esempio, per la sostituzione degli infissi, la ristrutturazione di coperture o parti di involucro, la sostituzione degli impianti termici, le ristrutturazioni globali sopra i 1.000 metri quadrati o gli ampliamenti di una certa volumetria. Un isolamento termico realmente efficace degli edifici è concretamente possibile e può consentire un consumo quasi nullo di energia per il riscaldamento. L’Europa del Nord è pioniera in questo ambito e propo- 10 ISOLAMENTO_01.indd 10 09/08/11 16:57 Perché isolare? ne numerose soluzioni adattabili ad ogni mercato. In Italia sono già stati realizzati alcuni edifici passivi. È chiaro che la posta in gioco dipende dalla volontà politica, dagli investimenti nella ricerca e nello sviluppo industriali, dalla formazione dei professionisti e dall’informazione oggettiva dell’utenza. L’isolamento termico rappresenta, inoltre, un mezzo per aumentare il comfort delle abitazioni sia in inverno che in estate. Una casa adeguatamente isolata non richiede maggiore manutenzione (l’impianto di riscaldamento una buona aerazione sono in grado di evitare le condense) e potenzia le prestazioni acustiche. La maggior parte degli isolanti termici, infatti, possiede anche proprietà di isolamento acustico, da tenere conto in fase di progettazione ed esecuzione. 11 ISOLAMENTO_01.indd 11 09/08/11 16:57 L’isolamento termico: sistemi e materiali N ella prima parte, sono stati esaminati i principali fattori legati all’isolamento termico, in termini di comfort, di risparmio energetico e di rispetto ambientale. Da ogni singola scelta dipende il successo della soluzione posta in opera. Affinchè l’isolamento sia efficace e risposta ai risultati attesi, il sistema coibente e i materiali vanno scelti in fase di progettazione, sia per la nuova costruzione o sia per la ristrutturazione, perchè ciascuno strato lavori in funzione degli altri. I materiali non saranno necessariamente i medesimi a seconda che si debba realizzare una nuova edificazione o effettuare opere di rinnovamento di un edificio già esistente. I produttori offrono una vasta gamma sia di materiali che di soluzioni in funzione degli obiettivi e delle prestazioni volute. I materiali sono sempre più performanti e presentano pose in opera sempre più pratiche. Anche l’offerta di prodotti ecologici e sistemi ad alta sostenibilità ambientale viene fortemente sviluppata nei cataloghi commerciali e non appare più strettamente riservata a un pubblico di iniziati o di militanti. In questa parte verranno presentati i prodotti, i materiali e le soluzioni esistenti al fine di facilitare una scelta mirata a per la realizzazione di un isolamento efficace, a seconda del tipo di parete da trattare. Le tecniche di posa in opera verranno trattate nella terza parte. In questo testo vengono fornite indicazioni di massima volte a descrivere i metodi costruttivi e i materiali più comuni. Vengono riportate, ai fini descrittivi, grandezze e dimensionamenti che sono da considerarsi a titolo puramente indicativo. Per ogni scelta progettuale, per i metodi di posa in opera piuttosto che per la compatibilità tra i vari materiali, si rimanda alle schede tecniche dei singoli prodotti, alle quali bisogna attenersi per la sicurezza, la durabilità del prodotto e le loro prestazioni. Le schede tecniche e le certificazioni dei materiali, sono fornite da ogni produttore e nella maggior parte dei casi sono scaricabili dal sito internet della ditta produttrice (Ndr). 67 ISOLAMENTO_03.indd 67 09/08/11 16:58 I principi base dell’isolamento termico 3 I principi base dell’isolamento termico L’isolamento è un’operazione che deve essere realizzata con cura. Un isolante inadeguato o installato in modo errato o una parete non trattata correttamente, riducono le prestazioni dell’insieme. L’isolamento termico interessa l’intero involucro dell’edificio, vale a dire tutte le superfici che delimitano un volume riscaldato rispetto ad un ambiente non riscaldato. Si coibentano quindi i muri perimetrali, i sottotetti, i basamenti e le fondazioni e le pareti (muri, tramezzi) o solai che insistono su locali non riscaldati come cantine, garage o scale di servizio. Per un appartamento all’interno di un condominio, si coibentano, oltre ai muri a contatto con i vani scala comuni non riscaldati, anche le pareti che insistono su altre unità immobiliari. L’intero spazio abitativo deve costituire un complesso totalmente isolato, indipendente dagli ambienti non riscaldati, siano essi volumi edilizi o l’ambiente esterno. Se lo si desidera, anche la cantina e il garage possono essere isolati in caso di frequentazione regolare dei locali nel periodo freddo (laboratorio all’interno del garage, ad esempio). L’isolamento dei solai controterra può creare problemi nell’ambito di un progetto di ristrutturazione. Infatti, l’isolamento di questo tipo implica il rifacimento delle pavimentazioni. In un’abitazione di tipo monofamiliare isolata correttamente, le dispersioni attraver- so i solai controterra rappresentano circa il 15%-20% di quelle totali all’interno dell’abitazione. È dunque utile effettuare un’analisi costi-benefici e comparare il sovrapprezzo generato dalla ristrutturazione con la spesa annua dovuta al riscaldamento prima e dopo l’intervento. In questo modo è possibile stabilire il tempo di ritorno dell’investimento. Il mercato propone un’ampia gamma di prodotti adatti a tutte le applicazioni (figura 3.1). I materiali isolanti termici (o coibenti termici) si presentano generalmente sottoforma di: • rotoli o pannelli (per gli isolanti fibrosi); • lastre (per il polistirene e il poliuretano); • fiocchi o granulati (lana di roccia, vermiculite, vetro); • materiali da costruzione (calcestruzzo cellulare, blocchi in laterizio alveolare ad elevata resistenza termica); • pannelli coibenti preaccoppiati prefiniti, costituiti da una lastra di gessofibra (gesso 1 fibre di cellulosa) sulla quale è incollato un isolante (lana minerale, polistirene o altro). Come detto, la maggior parte degli isolanti termici possiede anche proprietà di isolamento acustico. Esistono quattro metodi di isolamento (figura 3.2): • l’isolamento applicato dall’interno: posa di materiali isolanti dall’interno del locale; 68 ISOLAMENTO_03.indd 68 09/08/11 16:58 ISOLAMENTO_03.indd 69 Isolamento a cappotto (applicato dall’esterno) Isolamento applicato esterno in facciata e rivestimenti di finitura Isolamento con controparete Isolamento dei sottotetti non abitabili Isolamento dei tramezzi Isolamento di muri irregolari Isolamento di muri regolari Isolamento applicato al di sotto del massetto flottante Isolamento della terrazza Isolamento dei sottotetti abitabili Isolamento della copertura dall’esterno L’isolamento termico: sistemi e materiali Figura 3.1: Gli ambiti di applicazione dell’isolamento termico 69 09/08/11 16:58 I principi base dell’isolamento termico Metodologie di isolamento termico Materiali isolanti Materiali costruttivi Materiali costruttivi isolanti Isolamento applicato dall'interno Isolamento applicato dall'esterno Isolamento intrinseco (l'involucro è costituito da materiali coibenti) Figura 3.2: Metodologie di isolamento termico • l’isolamento applicato dall’esterno (detto anche “a cappotto”): posa di materiali isolanti sulla superficie esterna dell’involucro; • l’isolamento con materiali costruttivi coibenti: il materiale utilizzato per la costruzione delle pareti è isolante; • muratura a intercapedine coibentata. Qualunque sia la posizione del materiale isolante all’interno della parete, la resistenza termica è la medesima. Tuttavia, le prestazioni in termini di inerzia termica differiranno a seconda che l’isolante sia posizionato all’interno o all’esterno. Anche per il problema della formazione di ponti termici e del fenomeno della condensa interstiziale o superficiale la posizione dell’isolante può influire. in opera relativamente semplice. In Italia questa pratica è meno diffusa e si preferisce coibentare dall’esterno o all’interno di pareti con intercapedine “a cassa vuota”. L’isolamento applicato dall’interno costituisce la soluzione più diffusa in Francia, soprattutto in caso di ristrutturazione parziale1, per i costi ragionevoli e una posa Nella posa dall’interno gli isolanti vengono posati in corrispondenza dei muri esterni, dei sottotetti e dei muri controterra, sulla superficie interna dell’involucro edilizio o del muro di confine tra ambiente riscaldato e non riscaldato. Questa soluzione presenta numerosi inconvenienti. Lo spessore degli isolanti può ridurre sensibilmente la superficie abitabile. L’inerzia termica del muro non viene sfruttata. I ponti termici sono numerosi e la loro eliminazione risulta difficoltosa, con rischi di condensazione all’interno delle pareti. Tuttavia, questo tipo di isolamento permette di ottenere un rivestimento impeccabile della parete interna, indipendentemente dallo stato del muro d’origine. 1 Metodo scelto, in particolare, per migliorare locali problematici esistenti (es. una singola stanza o parte di un sottotetto) con la possibilità di essere svincolati dal resto del condominio. In caso di rifacimento completo di manti di copertura o facciate è opportuno intervenire con posa dall’esterno per evitare condense interstiziali. 70 ISOLAMENTO_03.indd 70 09/08/11 16:58 L’isolamento termico: sistemi e materiali Variazione della temperatura all’interno di un muro pieno (Fonte: DGTRE) Muro non isolato Intonaco esterno Muratura Intonaco interno Variazione della temperatura nel corso di una giornata Giornata estiva Giornata invernale Esterno Interno Muro isolato dall’interno Muratura Eventuale vecchio intonaco non rimosso Isolamento termico Finitura interna Esterno Interno Muro isolato dall’esterno Intonaco esterno Isolamento termico Muratura Intonaco interno Esterno Interno L’isolamento applicato dall’esterno è la soluzione più diffusa soprattutto in caso di ristrutturazione totale di una parte dell’involucro (es. facciata, copertura). Un isolante viene posato sulla superficie esterna della facciata (isolamento “a cappotto”) e finito con un intonaco o un rivestimento. Per realizzare un isolamento a cappotto è importante rivolgersi ad un posatore specializzato. Si sono verificati casi di completo crollo di interi sistemi a cappotto dovuti ad una scorretta posa. Questo tipo di posa è di gran lunga quella che garantisce migliori prestazioni, poiché elimina di fatto praticamente tutti i ponti termici e il comfort interno viene migliorato grazie allo sfruttamento dell’inerzia termica della muratura (figura 3.3). Lo svantaggio è nella minore durata dello strato di rivesitimento di facciata rispetto a soluzioni tradizionali che presentano spessori molto più elevati. Inoltre le operazioni di manutenzione possono risultare più dispendiose. Per fissare elementi esterni quali pluviali, luci esterne, tendoni, cardini di persiane etc., vengono commercializzati elementi speciali coibenti ad alta resistenza a compressione che vengono incastonati e incollati all’interno del cappotto e utilizzati per il fissaggio di tasselli. L’isolamento con materiali costruttivi coibenti è la soluzione più efficace per la nuova costruzione o per ampliamenti. Prevede la realizzazione di involucri in materiali isolanti per tutto lo spessore delle pareti (blocchi portanti in laterizio ad alte prestazioni termiche, legno o altro). L’isolamento delle coperture e delle fondazioni viene eseguito dall’interno. La figura 3.4 presenta una comparazione tra le prestazioni delle diverse soluzioni di isolamento termico. Figura 3.3: Variazione della temperatura all’interno di un muro pieno 71 ISOLAMENTO_03.indd 71 09/08/11 16:58 I principi base dell’isolamento termico Confronto tra le differenti metodologie di isolamento termico Ambito di confronto Isolamento applicato dall’interno Isolamento applicato dall’esterno (finitura ad intonaco o con rivestimento) Isolamento con materiali costruttivi coibenti L’inerzia termica del muro non è utilizzabile. Il comfort interno viene migliorato dalla capacità di accumulo di calore dei muri (sfruttamento dell’inerzia termica del muro). Il comfort interno è generalmente migliorato dalla capacità di accumulo di calore dei muri. Ponti termici È difficoltoso evitare i ponti termici. I ponti termici sono praticamente inesistenti (da controllare in corrispondenza delle fondazioni, degli aggetti, degli spigoli e altri punti critici). Soluzione soddisfacente nella maggior parte dei casi. Avere cura dei dettagli al fine di evitare i ponti termici. Protezione contro la pioggia battente La superficie della parete esterna non deve consentire all’acqua di raggiungere l’isolante. Il rivestimento esterno garantisce una buona protezione contro la pioggia. Il problema relativo alla penetrazione della pioggia battente deve essere risolto con soluzioni che garantiscano la permeabilità al vapore acqueo. Protezione contro il gelo e le variazioni di temperatura La parete esterna è soggetta alle variazioni esterne di temperatura (rischio di fessurazioni). L’isolamento esterno protegge dal gelo e dalle variazioni di temperatura troppo elevate. Dipende dalla composizione e dalla permeabilità della parete. Umidità L’isolante deve essere dotato di un freno al vapore correttamente dimensionato al fine di evitare rischio di condensa interstiziale. Il vapore acqueo deve poter migrare dall’interno verso l’esterno attraverso il rivestimento esterno. Il vapore acqueo deve poter migrare dall’interno verso l’esterno attraverso il rivestimento esterno. Problematiche legate alla posizione dell’isolante L’isolante deve essere dotato di un rivestimento interno (lastra di cartongesso, perlinatura, controparete). L’isolante deve essere protetto da un rivestimento esterno al fine di evitarne il danneggiamento. Questa soluzione è la più durevole, a patto che le condizioni di posa in opera vengano rispettate. Manutenzione Con una finitura adeguata, risulta necessaria soltanto una manutenzione ordinaria del rivestimento interno. A seconda della sua natura, il rivestimento esterno può richiedere una manutenzione regolare. La manutenzione dipende dalla natura e dalla struttura del rivestimento o del materiale esterno. Inerzia termica Figura 3.4: Tabella di confronto tra le prestazioni delle differenti metodologie di isolamento termico 72 ISOLAMENTO_03.indd 72 09/08/11 16:58 La posa in opera Q uesta terza parte è dedicata alla posa in opera della maggior parte di soluzioni e metodi di isolamento termico e/o acustico sinora illustrati. Naturalmente, data la diversità dei prodotti disponibili in commercio, non è possibile riportare in questa sede l’intera casistica. Pertanto, ci limiteremo ai procedimenti più comuni, che possono essere applicati anche ad altri casi più specifici oppure ai più innovativi, in quanto ancora scarsamente documentati. I casi presentati offrono innumerevoli spunti per effettuare opportuni adattamenti in funzione del proprio progetto. Dopo avere scelto una soluzione o un materiale, è possibile ispirarsi alla soluzione generale qui presentata e approfondire una soluzione specifica, consultando le norme tecniche, le certificazioni e schede tecniche del prodotto in questione o i manuali forniti dai produttori, che generalmente propongono apposite dispense per la posa in opera dei loro prodotti nel rispetto dei testi normativi in vigore. In particolare, per soluzioni che richiedono un certo know-how o speciali attrezzature, è preferibile ricorrere ad un professionista qualificato, onde evitare qualunque problema ed ottenere la garanzia per il lavoro svolto. Ad esempio, l’isolamento delle coperture piane con la realizzazione dell’impermeabilizzazione e dei sistemi di scolo delle acque piovane (scarichi e pendenze etc.) non sono alla portata di tutti. Lo stesso dicasi per le soluzioni costruttive isolanti, che richiedono una certa esperienza poiché influiscono sulla stabilità della costruzione. Nel caso di una costruzione, è ovviamente indispensabile rispettare tutte le fasi di progetto, preliminare, definitivo, esecutivo, redatti da tecnici abilitati. In questa sede 361 ISOLAMENTO_12.indd 361 09/08/11 17:11 Le pareti verticali riporteremo il maggior numero di informazioni utili per la posa in opera, affinché si possa comprendere il lavoro svolto dai professionisti a cui si ricorre. Quando è necessario fare uso di attrezzature specifiche, come ad esempio una macchina per l’insufflaggio dell’isolante, ponteggi per realizzare l’isolamento dall’esterno etc., raramente vale la pena acquistarle per una sola operazione. In tal caso, si consiglia quindi il noleggio. Per svolgere i lavori personalmente (in economia diretta), occorre avere una certa competenza e non vanno mai trascurate le misure di sicurezza, che devono essere rispettate in qualunque momento. Si raccomanda pertanto di adottare tutti i dispositivi di protezione individuale (come occhiali, casco, maschera e guanti) e di non esitare a rafforzare le misure precauzionali per i lavori da eseguire in altezza (ponteggi). Prestare sempre molta attenzione nel maneggiare gli elettroutensili portatili. Si raccomanda, quindi, di leggere attentamente e seguire le istruzioni fornite dai produttori. Indipenden- temente dal tipo di isolante scelto, sia esso un manufatto tradizionale, naturale o ecologico, la posa in opera dovrà essere eseguita con cura. In ogni caso, una posa minuziosa ed accurata sarà una garanzia di buona riuscita e di rispetto delle prestazioni. Naturalmente, prima di intraprendere la fase pratica, è necessario avere già valutato le proprie esigenze o effettuato i calcoli termici e quindi scelto di conseguenza gli isolanti più adatti (in base alla loro natura, allo spessore e alla conducibilità termica). Non va dimenticato che l’isolamento può essere considerato un investimento, dato che la somma di denaro impiegata inizialmente consentirà in futuro di risparmiare sui consumi energetici. L’energia meno costosa è infatti quella che non si consuma. Inoltre, questo atteggiamento consente di incrementare il valore del proprio immobile in caso di rivendita. Con la certificazione energetica può essere certificata la classe energetica raggiunta in seguito agli interventi di coibentazione (Ndr). 362 ISOLAMENTO_12.indd 362 09/08/11 17:11 La posa in opera 12 Le pareti verticali Per isolare termicamente le pareti verticali, sia dall’interno che dall’esterno, sono a disposizione diverse soluzioni. La posa in opera più agevole e più rapida è quella relativa agli isolanti da applicare. In caso di isolamento dall’esterno, la realizzazione di un rivestimento a cappotto richiede una maggiore esperienza e il rispetto particolari accorgimenti per evitare problemi. Analogamente, le murature coibenti o la tecnica della parete a cassa vuota isolata internamente richiedono la conoscenza di tecniche costruttive e vari ambiti di competenza. In linea di massima, ad eccezione di queste ultime, tutte le tecniche di isolamento applicato sono adattabili a un progetto nuovo o a un contesto di ristrutturazione. 12.1 L’isolamento termico dall’interno L’isolamento termico applicato dall’interno, non presenta grandi difficoltà di posa e risulta abbastanza economico. Non sono necessarie attrezzature specifiche per realizzarlo. Nella figura 12.1 sono illustrate le attrezzature di base per realizzare l’isolamento dall’interno di pareti verticali o di sottotetti. Questo materiale viene principalmente utilizzato per la posa delle lastre di cartongesso ed è per questo motivo che si adotta, più in generale, anche per il montaggio dei tramezzi leggeri. Anche i materiali per l’isolamento dall’interno sono ampiamente disponibili e possono essere reperiti presso tutte le reti di distribuzione per professionisti o per il grande pubblico. Per le operazioni di misurazione e tracciatura vengono in genere utilizzati una matita da falegname, una corda per tracciare, un filo a piombo, spago, una livella a bolla e un metro a nastro. Per la posa dei pannelli preaccoppiati isolanti è necessario procurarsi un rigone da muratore in alluminio da 2 m e un segaccio. Per preparare la malta adesiva che servirà a posare le lastre di cartongesso a bordi sottili e l’intonaco per i giunti, sono necessari un recipiente per impastare, una cazzuola per mescolare i prodotti e varie spatole con diverse larghezze. Le lame di queste spatole devono essere in acciaio inossidabile e in perfetto stato. Per il taglio delle lastre di cartongesso è possibile utilizzare un cutter e una pialla a raspa, utile per rettificare i bordi. Per le strutture metalliche è possibile ricorrere ad un seghetto da ferro, ma una cesoia roditrice per lamiera consente di risparmiare molto tempo e di ottenere un lavoro accurato con uno sforzo minore. Per fissare le lastre di cartongesso sulle strutture, è preferibile dimenticare il semplice cacciavite e ricorrere invece ad un avvitatore a batteria o elettrico a 220 V. 363 ISOLAMENTO_12.indd 363 09/08/11 17:11 Le pareti verticali L’attrezzatura del posatore Sollevatore di lastre Rigoni da muratore in alluminio Sollevatore di lastre manuale a leva Matita da falegname Livella a bolla Cesoia roditrice per lamiera Flessometro Elevatore per lastre di cartongesso o alzalastre meccanico Segaccio Tracciatore con filo a piombo Avvitatore a batteria Spago Vaschetta porta stucco e spatole Pialla a raspa Cazzuola Cutter Spatola larga da intonaco Filo a piombo Avvitatore elettrico a filo Figura 12.1: L’attrezzatura del posatore 364 ISOLAMENTO_12.indd 364 09/08/11 17:11 La posa in opera Infine, per maneggiare e posizionare le lastre di cartongesso prima del fissaggio, è necessario essere in due ed è da prevedersi, comunque, un certo sforzo fisico. Non si dovrà però esitare a noleggiare attrezzi che fungano da leva o, meglio ancora, un apposito sollevatore per lastre, disponibile presso tutti i centri di noleggio specializzati. Se si è soli nelle operazioni di posa in opera, questo strumento è indispensabile. Naturalmente questo elenco non è esaustivo. È anche molto utile premunirsi di un trapano con fresa a tazza per l’installazione dei cassettini elettrici, un sistema a ferro caldo per realizzare scanalature negli isolanti in plastica e un coltello speciale per il taglio delle lane minerali. Ovviamente si dovrà disporre anche dell’attrezzatura standard di cui ogni posatore dispone (come cacciavite, martello, metro etc.). L’attrezzatura richiesta per pose in opera particolari verrà illustrata in dettaglio nei relativi paragrafi. I pannelli isolanti preaccoppiati Un pannello isolante preaccoppiato è costituito da un rivestimento, che generalmente consiste in una lastra di cartongesso a bordi sottili, su cui viene incollato uno strato più o meno spesso di isolante di varia natura. Se si tratta di una lana minerale, la colla è una resina termofusibile. Per materiali sintetici alveolari la colla è invece poliuretanica o all’urea formaldeide. Il pannello può essere eventualmente dotato di una barriera o freno al vapore, che può essere in carta kraft/alluminio, in carta kraft/polietilene, in PVAC o semplicemente in alluminio. I pannelli, come tutti gli isolanti termici, sono caratterizzati da una determinata permeabilità al vapore [Kg/(m 3 s 3 Pa)]. Per semplicità i produttori utilizzano come riferimento lo spessore equivalente di aria Sd o il fattore di resistenza al vapore μ: Sd 5 μ ∙ d (dove d è lo spessore del materiale espresso in metri). Valori bassi di Sd o di μ indicano una maggiore permeabilità al vapore mentre il valore di permeabilità al vapore δ dovrà essere il più alto possibile per garantire maggiore passaggio di vapore. Un valore Sd 5 3 m è considerato un freno al vapore ma permette comunque una certa permeabilità al vapore. Sd 5 0,01-0,03 m è un valore che può avere un telo sottotetto e permette un’ottima permeabilità al vapore. Sd 5 25 m è un freno piuttosto elevato mentre valori che tendono all’infinito sono considerate barriere al vapore. Il cartongesso dello spessore di 12,5 mm ha un valore Sd di circa 0,1 e un materiale isolante in fibra naturale di circa 0,25. In fase di progettazione di qualsiasi pacchetto isolante occorre verificare l’assenza di condensazione interstiziale o che la quantità di acqua accumulata nella parete non superi determinate quantità e sia completamente rievaporabile. Per la verifica, chiamata verifica di Glaser, i produttori forniscono in genere dei programmi di calcolo. 365 ISOLAMENTO_12.indd 365 09/08/11 17:11 Le pareti verticali Il programma permette di determinare se è necessario l’inserimento di un freno al vapore e quali valori prestazionali dovrà eventualmente avere l’involucro (Ndr). I possibili spessori della lastra di cartongesso sono di 9,5, 12,5 o 15 mm. Può trattarsi di lastre standard, con maggiore resistenza al fuoco, ad elevata resistenza, idrorepellenti, prestampate o a elevato potere fonoisolante. I pannelli vengono commercializzati nelle larghezze da 0,60 o 1,20 m con altezze comprese tra 2,40 m e 3,00 m. Gli strati di isolante hanno uno spessore generalmente compreso tra 20 e 120 mm, siano essi in materiale sintetico alveolare o in lane minerali (figura 12.2). Esistono anche pannelli sandwich isolanti costituiti da un isolante inserito tra due lastre di cartongesso che possono essere impiegati per isolare le pareti verticali mediante fissaggio meccanico su listelli oppure per realizzare pareti verticali interne nei sottotetti abitabili. Ciò nonostante, questo tipo di prodotto non è molto utilizzato. L’ambito di utilizzo dei pannelli isolanti può essere quello di rinforzare l’isolamento termico delle pareti verticali in muratura o in calcestruzzo, siano esse nuove o preesistenti. La posa può essere effettuata per incollaggio con malta adesiva o per avvitatura su listelli. È inoltre possibile il fissaggio meccanico su una struttura o un’intelaiatura in legno. Lo stesso accade per i solai dei sottotetti non abitabili, accessibili o meno, per il rivestimento dei sottotetti abitabili (solai, superficie interna delle falde, pareti verticali interne) e per il rivestimento delle abitazioni con struttura in legno. I pannelli preaccoppiati possono essere posati in opera per incollaggio o per avvitatura su listelli. Sulle pareti con intonaci di gesso è da realizzare soltanto la posa su listelli verticali mentre è da evitare la posa a colla. La posa in opera dei pannelli isolanti deve avvenire in locali al riparo dalle intemperie. Prima di iniziare i lavori, è opportuno immagazzinare il materiale in orizzontale, al riparo dall’umidità, dagli urti e dallo sporco. Si dovrà pertanto utilizzare una serie di spessori disposti nel senso della larghezza e distanziati l’uno dall’altro al massimo di 60 cm. Gli spessori devono avere una larghezza minima di 10 cm e una lunghezza almeno pari alla larghezza delle lastre. I pannelli rotti, fessurati o con freno/barriera al vapore danneggiata non devono essere utilizzati. Se appaiono completamente rotti, li si potrà impiegare come materiale di scarto. In caso di pannello con isolante sintetico alveolare deformato, se sotto ad un rigone da 2 m il difetto risulta superiore a 10 mm, è possibile ripristinare la rettilineità della lastra di cartongesso tagliando l’isolante longitudinalmente e trasversalmente ogni 40 cm sui 3/4 dell’altezza dell’isolante. Le guaine elettriche autoestinguenti devono essere posizionate prima della posa delle lastre. Le tubazioni idrauliche possono attraversare un pannello soltanto in modo perpendicolare. Se la parete di supporto presenta anomalie di planarità o verticalità di oltre 15 mm, la posa a colla non è indicata. In tal caso, si dovrà optare per una posa in opera su listelli, oppure orientarsi verso un altro sistema di isolamento termico. Indipendentemente dal tipo di posa adottato, il supporto deve essere sano ed omogeneo e non presentare tracce di umidità. Prima di incominciare, tracciare a terra la 366 ISOLAMENTO_12.indd 366 09/08/11 17:11 La posa in opera Pannelli isolanti preaccoppiati con cartongesso Alcuni tipi di pannelli preaccoppiati Generalità Malta adesiva applicata per punti Pannello preaccoppiato Lastra idrofuga Lastra normale Polistirene espanso Polistirene estruso Fo nt e: La fa rg e Nastro coprigiunto di armatura in rete Stuccatura del giunto e rasatura Polistirene elasticizzato Nastro di rinforzo per spigoli Pannello con passaggio di guaine per cavi elettrici mm 40 mm 2 200 1 m 40 m 120 mm 2 Polistirene con grafite m m 240 120 mm Scanalatura per il passaggio delle guaine mm m 40 m Poliuretano espanso Fonte: Pl aco® 40 mm 240 Immagazzinamento in cantiere Fonte: Placo® Lana di vetro Lana di roccia 0,60 mm ax Lunghezza dei bancali = larghezza delle lastre Figura 12.2: I pannelli isolanti 367 ISOLAMENTO_12.indd 367 09/08/11 17:11 Le pareti verticali disposizione del rivestimento servendosi di una corda per tracciare. Riportare il tracciato sul soffitto e sulla parete utilizzando un filo a piombo. Per effettuare la tracciatura, non dimenticare di tenere conto dello spessore del pannello e di quello della colla, ossia circa 1 cm, o di quello dell’intelaiatura in caso di posa su listelli. Negli edifici nuovi, il filo interno degli infissi funge generalmente da piano di riferimento. Nelle ristrutturazioni, a seconda della posizione dell’infisso può essere necessario installare profili interni, fissati sui controtelai fissi, che consentiranno di raggiungere lo spessore finito del rivestimento. La tracciatura permette di verificare il corretto posizionamento e l’allineamento dei pannelli durante la posa. Per la posa a colla la parete deve essere sana, non scivolosa, non polverosa né umida, presentare una buona aderenza e non risuonare. Se l’intonaco è poco aderente, scrostarlo e ripararlo. Riempire le fessure più grandi. La malta adesiva può essere applicata sui pannelli. In tal caso, rimuovere il rivestimento esistente (carta da parati, vernice sfaldata etc.). È anche possibile applicare i punti di malta direttamente sulla parete. Procedere innanzitutto a sverniciare la zona in cui verrà applicato ogni singolo punto. Se la vernice è di tipo idrorepellente, è preferibile optare per un fissaggio meccanico. Per i pannelli con polistirene espanso la posa per incollaggio è indicata fino ad uno spessore massimo dell’isolante di 120 mm. Oltre all’attrezzatura indicata, è necessario procurarsi la malta adesiva. Si consiglia di scegliere il prodotto raccomandato dal produttore dei pannelli. È inoltre necessario disporre di isolante in lana o poliuretano espanso in spray a seconda dell’isolante e delle condizioni di installazione, per sigillare le fessure. Per realizzare i giunti tra le lastre di cartongesso, procurarsi una quantità sufficiente di intonaco e nastro adesivo specifico, che sarà di tipo normale per gli angoli concavi o rinforzato per gli angoli convessi. Tagliare i pannelli in base all’altezza dal pavimento al soffitto meno 1 cm. Iniziare la posa partendo da un angolo del locale, non prima di averne verificato la corretta perpendicolarità. In caso di bordo fuori squadra, tagliare eventualmente la lastra posizionando il bordo sottile rimanente, perfettamente a piombo, all’opposto dell’angolo. Sistemare la lastra tagliata, con l’isolante verso l’alto, su appositi cavalletti o spessori, in modo tale da non danneggiarla né sporcare il rivestimento. Applicare singoli punti regolari di malta, impastata secondo le istruzioni del produttore, direttamente sull’isolante o sulla parete. Ad esempio per determinati pannelli viene indicato nelle schede di posa del produttore di contare circa 10 punti da 200 g ciascuno, ossia 10 cm di diametro, per metro quadrato. Questo schema corrisponde a 4 punti nel senso della larghezza del pannello con una fila ogni 40 cm (figura 12.3). Sui lati i punti non devono essere disposti a meno di 10 cm dal bordo della lastra. Per migliorare la tenuta all’aria nella parte superiore del rivestimento, è opportuno applicarvi una striscia di malta adesiva con larghezza da 5 a 10 cm. Questa striscia deve essere discontinua per evitare l’effetto ventosa. Per i pannelli a base di lana minerale, l’applicazione dei punti di malta avviene in due fasi. La prima consiste nell’applicare una striscia di malta adesiva in corrispondenza dei punti servendosi di una spatola da into- 368 ISOLAMENTO_12.indd 368 09/08/11 17:11 La posa in opera Figura 12.3: L’applicazione dei punti di malta adesiva naco, esercitando una pressione sufficiente per farla penetrare nelle fibre. Dopo l’essiccazione, applicare i punti di malta sulle strisce appena create (figura 12.4). Alcuni pannelli, in particolar modo a base di lana di roccia, possiedono sul retro uno strato di isolante a maggiore densità, che rende inutile la creazione di strisce di malta adesiva. Sistemare i pannelli muniti dei punti di malta contro la parete, via via avanzando ed assicurandosi di appoggiarli adeguatamente contro la parete e in battuta contro il soffitto. A tale scopo, la soluzione più semplice consiste nel posizionare appositi spessori di 1 cm alla base del pannello prima di ribaltarlo contro la parete. È anche possibile utilizzare delle leve specifiche per alzare i pannelli. Per regolare il posizionamento dei pannelli, batterli o servirsi di un rigone da 2 m per esercitare una certa pressione sull’intera superficie della lastra di cartongesso. Verificare accuratamente la verticalità, l’allineamento e che non vi siano sporgenze tra le lastre. Tra l’ultimo pannello e la muratura lasciare un gioco di 10 mm. Se una lastra è leggermente deformata (con una bombatura compresa tra 5 e 10 mm), è necessario assicurarne il serraggio fino alla completa essiccazione della colla. A tale scopo, sistemare un tassello in sbieco in appoggio sul pavimento e contro il pannello, assicurandosi di interporre una tavola in legno per non danneggiare la lastra di cartongesso. La planarità generale deve essere corretta e sotto il rigone da 2 m non deve presentare scarti superiori ai 5 mm tra i punti più sporgenti e quelli più rientranti. Per quanto riguarda la verticalità, sull’altezza del piano può essere ammessa una tolleranza di massima verticale di 5 mm. Una volta terminata la parete e realizzati i giunti, applicando un rigone da 2 m con spessori di 1 mm perpendicolarmente al 369 ISOLAMENTO_12.indd 369 09/08/11 17:11 Le pareti verticali Posa in opera di pannelli preaccoppiati incollati (1/2) Profilo interno Fonte: Placo® Fonte: Lafarge Tracciatura con corda 1 - Tracciare a pavimento, sul soffitto e sulle pareti la disposizione dei pannelli isolanti aumentandone lo spessore di 1 cm (spessore del pannello + 1 cm per i punti di colla). Tenere conto anche dei profili interni delle finestre. 4 - Nelle ristrutturazioni è possibile anche applicare i punti di malta adesiva direttamente sulla parete, dopo avere pulito i punti di fissaggio. 120 cm : La nte 40 cm Alto Fo cm Fonte: Lafarge H-1 far ge H 40 cm cm 30 cm ø 10 cm 30 120 cm 2 - Tagliare le lastre della misura pavimento-soffitto meno 1 centimetro. 3 - Per gli isolanti alveolari disporre i punti di malta adesiva sul retro del pannello, come sopra indicato. 5 - Per gli isolanti fibrosi (lana di roccia, lana di vetro ecc.) applicare strisce di malta adesiva (colla) con la spatola da intonaco, distanziandole di 40 cm. Depositare quindi i punti di malta adesiva sulle strisce (circa 15 punti per m2). Ndr: Per una posa corretta si vedano le schede tecniche fornite dal produttore. Figura 12.4 (1/2): L’incollaggio degli isolanti in lastre preaccoppiate (1/2) 370 ISOLAMENTO_12.indd 370 09/08/11 17:11 La posa in opera Fonte: Lafarge Fonte: Placo® Posa in opera di pannelli preaccoppiati incollati (2/2) 8 - Si procede nella posa del pannello adiacente. Le lastre devono combaciare perfettamente e risultare ben allineate. Con il rigone verificare la complanarità tra le lastre e l’appiombo ogni qualvolta si posa una nuova lastra. 7 - Per rispettare lo scarto da terra di 10 mm, inserire sotto il pannello da incollare alcuni spessori o correntini di legno in bolla. Sistemare il pannello sugli spessori e ribaltarlo contro la parete. Posare come in precedenza servendosi di un rigone. Fonte Lafarge Fonte: Lafarge 6 - Dopo aver applicato i punti di malta sul pannello, iniziare la posa in opera partendo da un angolo del locale. Le lastre vengono applicate contro la parete e incollate picchiettandole, si usi un rigone da 2 m in legno o in alluminio. Devono essere incollate anche al soffitto: prima della posa in opera stendere un velo di malta sul bordo superiore. 9 - Gli infissi sono dotati di profili interni, la cui larghezza dipende dallo spessore dell’isolante. Le lastre vengono tagliate alla giusta misura per essere incollate al telaio fisso su ogni lato. Figura 12.4 (2/2): L’incollaggio dei pannelli isolanti preaccopiati (2/2) 371 ISOLAMENTO_12.indd 371 09/08/11 17:11 Le pareti verticali giunto intonacato, il rigone non deve “oscillare” né evidenziare scarti superiori a 2 mm rispetto al punto più basso. I pannelli devono inoltre combaciare perfettamente e non devono presentare scarti né spazi vuoti intermedi. Si raccomanda di curare anche l’aspetto della tenuta all’aria tra i pannelli e in corrispondenza delle giunzioni con il controtelaio degli infissi o i cassonetti per avvolgibili (figure 12.5 e 12.6). Gli infissi devono essere installati perfettamente nel rispetto delle indicazioni relative alla tenuta all’aria e all’acqua dei controtelai. La lama d’aria creata dai punti di malta adesiva tra la parete e l’isolante non deve essere a contatto con l’aria interna. Infatti, in inverno, l’aria fredda può causare la formazione di condensa. Si raccomanda soprattutto di non creare flussi di aerazione alti e bassi attraverso i rivestimenti. I pannelli e il loro isolante devono pertanto essere a contatto con l’infisso qualora quest’ultimo sia installato sul filo interno della muratura oppure con i profili se è installato sulla spalletta. Per realizzare l’impermeabilità tra la lastra di cartongesso e l’infisso, servirsi di un mastice elastico estruso o iniettare schiuma di poliuretano espanso. Se l’altezza delle pareti supera quella dei pannelli, in genere 3,60 m per i pannelli a base di isolante sintetico alveolare o 3 m per le lane minerali, è necessario creare un supporto intermedio. A tale scopo, si dovrà fissare un profilo orizzontale al raccordo diritto tra i due pannelli. Il fissaggio dei pannelli sul listello deve essere realizzato meccanicamente, per rinforzare la stabilità del rivestimento. Nel caso di un controsoffitto isolante, tra il volume abitabile e il sottotetto o un locale non riscaldato, verificare come prima cosa che venga correttamente assicurata la tenuta all’aria del solaio. A tale scopo, realizzare un giunto formato da un nastro adesivo e da intonaco, come illustrato nella figura 12.6. Nel caso di un isolamento acustico è anche possibile applicare un cordone di mastice acrilico elastico. Per rinforzare la tenuta del pannello a livello del soffitto, applicare un nastro adesivo annegato nell’intonaco. In questo modo la tenuta della lama d’aria situata dietro il pannello sarà perfetta. Si raccomanda inoltre di attenersi ad alcune disposizioni relative alle giunzioni con i tramezzi leggeri, in particolar modo se i pannelli devono garantire determinati requisiti di isolamento acustico. Infatti, i rivestimenti continui possono trasmettere i rumori al locale attiguo. Di conseguenza, per ottenere buone prestazioni acustiche, è necessario realizzare i tramezzi leggeri prima di posare i rivestimenti, che andranno interrotti in corrispondenza dei tramezzi. Fissare le guaine elettriche autoestinguenti alla parete e seguire un percorso verticale. È possibile tagliare l’isolante del pannello (figura 12.7) per consentire il passaggio di un tubo, assicurandosi però di non creare un intaglio di profondità superiore ad un terzo dello spessore dell’isolante. A tale scopo è possibile utilizzare il termocutter, un apparecchio riscaldante per gli isolanti sintetici come polistirene o poliuretano. Per gli isolanti fibrosi ci si potrà servire di una sega o di un cutter, mentre per i fori destinati ai cassettini elettrici è preferibile una fresa a tazza montata su un trapano. Una volta preparata la lastra, la si dovrà portare in corrispondenza della posizione desiderata. Fare passare la guina attraverso il foro per il cassettino elettrico, quindi tirarlo spostando la lastra verso la parete, 372 ISOLAMENTO_12.indd 372 09/08/11 17:11 La posa in opera Posa in opera di pannelli preaccoppiati per incollaggio (i punti critici) 1/2 Tenuta degli infissi Infisso posato sull'isolante Infisso sul filo interno della muratura Collante per pannelli distribuito per punti Isolante preaccoppiato Muratura Collante per pannelli negli angoli Giunto di tenuta all'aria e all’acqua Muratura Rivestimento interno del vano finestra Fonte: Knauf Giunto di tenuta all’aria e all’acqua Elementi di fissaggio dell’infisso Fonte: Placo® Rivestimento Giunto di tenuta all'aria e all’acqua Interno Esterno Applicazione del giunto di tenuta tra l’infisso e l'isolante per iniezione di un mastice morbido estruso o di una schiuma di poliuretano (isolanti alveolari). Posa in opera di pannelli preaccoppiati su grandi altezze Altezza superiore a 3,60 m per gli isolanti alveolari Se H > 1,20 m Per altezze superiori a 3,00 m per gli isolanti fibrosi si utilizzano più pannelli. Fonte: Placo® Lastre avvitate sul tassello Punto di malta dopo aver tolto parte adesiva dell'isolante Tassello avvitato alla parete Ndr: Per una posa corretta si vedano le schede tecniche fornite dal produttore. r ove te: Is Fon Figura 12.5: Punti critici nell’incollaggio di pannelli preaccoppiati per controparete 373 ISOLAMENTO_12.indd 373 09/08/11 17:11 Le pareti verticali Posa in opera di pannelli preaccoppiati per incollaggio (i punti critici) 2/2 Collegamento con un controsoffitto coibentato (ad esempio sottotetto) Tolleranza di planarità Fonte: Placo® Elemento di sospensione (pendino) Coibente a soffitto Telo freno al vapore (con sigillatura dei giunti). Quasi sempre necessaria con coibentazione dall'interno Mur Giunto di tenuta tra parete e telo freno al vapore (sigillatura con collante specifico) 200 mm Lastra di cartongesso Nastro di armatura per spigoli e bordi per sigillatura del giunto d'angolo Rasante 1 mm max Pannello isolante preaccoppiato Muratura Collante per pannelli distribuito per punti Lo strato d’aria situato dietro il pannello isolante deve essere fermo. Vano non ventilato, a tenuta stagna Isolante preaccoppiato Con un rigone da 2 m si verifica sull’asse del giunto la planarità rispetto alla lastra di cartongesso adiacente ed il piombo. Si possono tollerare difetti massimi di 2 mm. Raccordi con tramezzi Struttura portante del tramezzo Lastra di cartongesso Tramezzo senza isolamento acustico Pannello isolante corrente incollato Fonte: Placo® Con taglio acustico Con taglio acustico, il pannello isolante viene installato dopo il montaggio dei tramezzi cartongesso in strato doppio. Struttura portante Lana minerale del tramezzo Fonte: Placo® Senza taglio acustico Con un isolante alveolare e in assenza di taglio acustico, il pannello è corrente e il tramezzo è addossato al pannello. 2 strati di cartongesso Pannello isolante incollato interrotto Tramezzo con isolamento acustico Figura 12.6: Altri punti critici nell’incollaggio di pannelli preaccoppiati per controparete 374 ISOLAMENTO_12.indd 374 09/08/11 17:11 La posa in opera Pannelli preaccoppiati incollati e impianto elettrico Esempio di termocutter Preparazione dei pannelli preaccoppiati Lama riscaldante Fonte: Placo® Gli intagli negli isolanti fibrosi vengono effettuati con un cutter o un seghetto. La profondità dell’intaglio non deve superare un terzo dello spessore dell’isolante. Per eseguire con facilità gli intagli negli isolanti alveolari si faccia uso di un termocutter. Posizionamento delle lastre Fonte: Isover Utilizzare una fresa a tazza per praticare il foro di alloggiamento del cassettino elettrico da incasso. Il suo diametro deve essere adatto a quello delle scatole (circa ø 65 o 67 mm). Fonte: Placo® Sigillare il fondo del foro per la scatola con isolante fibroso. Passare l’estremità del tubo corrugato autoestinguente per cavi elettrici nel foro per il cassettino elettrico e tirarlo mentre si sta spostando il coibente verso la parete. Posare la lastra sugli spessori e posare l'isolante contro la parete, tirando il tubo per assicurarsi che si posizioni correttamente nella scanalatura. Fare aderire il coibente alla parete servendosi di un rigone, come visto in precedenza. Utilizzare speciali scatole da incasso per posa a secco. Fonte: Legrand Figura 12.7: I pannelli preaccoppiati incollati e l’impianto elettrico 375 ISOLAMENTO_12.indd 375 09/08/11 17:11 Le pareti verticali in modo tale che il tubo si inserisca nella scanalatura. Dopodiché, incollare la lastra contro la parete appoggiandola su appositi spessori sistemati a terra (figura 12.8). Per non generare ponti termici, rivestire con isolante il fondo del foro della scatola. Questo accorgimento si rivela particolarmente importante se è stato attraversato il pannello. In caso contrario, realizzare un foro che superi di 10 mm la profondità della scatola. Purtroppo, in questo punto persisterà un ponte di vapore con i relativi rischi di formazione di condensa interna che esso comporta. Per questo motivo, utilizzare preferibilmente i cassettini da incasso a tenuta stagna (figura 12.9), limitarne il numero sulle pareti esterne o impiegare pannelli scanalati (vedi paragrafo seguente). Dopo la posa in opera dei pannelli non si potranno realizzare scanalature nelle lastre di cartongesso e i collegamenti potranno essere effettuati dopo i lavori di finitura dei rivestimenti. Per facilitare il passaggio degli impianti elettrici o idraulici, è anche possibile utilizzare pannelli scanalati in fabbrica, che presentano scanalature parallele distanziate di 240 mm, ossia 5 scanalature con profondità di 40 mm per pannello, sull’intera altezza. Le scanalature sono situate tra la lastra di cartongesso e l’isolante (figura 12.10). Con l’utilizzo di isolante termico applicato dall’interno, può formarsi condensa nella muratura in prossimità della superficie della muratura rivolta verso l’interno. Prima della posa occorre verificare tramite calcolo la possibilità e quantità di condensa. La ri-evaporazione estiva può essere facilitata con l’uso di pannelli permeabili al vapore mentre il passaggio di vapore invernale verso l’esterno può essere frenato impiegando materiali con minore permeabilità al vapore (Ndr). Lo spessore minimo di isolante (polistirene espanso con grafite) per questi pannelli è di 80 mm. Il vantaggio di poter fare attraversare gli impianti in questo modo nei pannelli consiste nel migliorare la tenuta all’aria e al vapore acqueo. Questi pannelli vengono spesso utilizzati nella costruzione di abitazioni singole con sistemi con elevato numero di cavi elettrici e distribuzioni idrocablate per i fluidi, poiché consentono di ridurre il tempo di posa in opera. Va tuttavia sottolineato che, in tal caso, cambia l’ordine di intervento in cantiere, in quanto si provvede innanzitutto ad installare i rivestimenti, poi si realizza il controsoffitto isolante e infine si costruiscono i tramezzi. I pannelli assicurano pertanto un isolamento termico continuo fino al controsoffitto. La posa in opera viene eseguita esclusivamente per incollaggio. I pannelli vengono commercializzati con lastre di cartongesso normali o idrorepellenti. La posa è diversa da quella dei pannelli tradizionali. Le lastre vanno infatti tagliate ad un’altezza pari all’altezza tra il pavimento e le travi o capriate meno 2 cm. Se il soffitto è realizzato in latero-cemento o in calcestruzzo, ritagliare soltanto 1 cm. Se il pavimento è finito, fare appoggiare la lastra su di esso interponendo prima una striscia di schiuma PE espansa, quindi realizzare un giunto elastico tra la lastra e il pavimento. Se il pavimento è grezzo e i locali sono umidi, posare i pannelli su una striscia di schiuma e rispettare le ulteriori disposizioni di protezione necessarie, come per i pannelli tradizionali (vedi paragrafi seguenti). Sulle pareti, la posa in opera dei pannelli scanalati viene effettuata come per le altre tipologie. 376 ISOLAMENTO_12.indd 376 09/08/11 17:11 La posa in opera Guidare il tubo nella scanalatura. Realizzare la scanalatura per il tubo corrugato autoestinguente per cavi elettrici utilizzando un termocutter. Incollare la lastra mettendola in battuta contro il soffitto per mezzo di un alzalastre a leva. Posizionare la lastra facendo passare il tubo nel foro per il cassettino. Dopo l’essiccazione, sigillare la base del pannello con schiuma espansa. © Placo Praticare il foro per il cassettino elettrico servendosi di una fresa a tazza. Ndr: Con l'utilizzo di isolante termico applicato dall'interno, può formarsi condensa nella muratura; occorre una verifica di calcolo. I tubi corrugati per cavi elettrici dovranno essere di tipo autoestinguente. Figura 12.8: La posa in opera dei tubi corrugati autoestinguenti tra muro e pannello preaccopiato 377 ISOLAMENTO_12.indd 377 09/08/11 17:11 Le pareti verticali Figura 12.9: Esempio di scatola da incasso a tenuta stagna Assicurare sempre la tenuta all’aria dei bordi superiori applicando un cordone continuo di malta adesiva. Successivamente è possibile installare la struttura metallica del controsoffitto e fare passare le canalizzazioni impiantistiche negli appositi spazi. I fori praticati in precedenza con la fresa a tazza consentono di farle uscire in corrispondenza dei punti voluti. Per l’istallazione dei cassettini elettrici non sono previsti particolari accorgimenti. Sigillare i fori con schiuma di poliuretano espanso o con malta adesiva. Dopodiché, si potranno realizzare i giunti tra le lastre. Per assicurare la tenuta delle canaline, è inoltre necessario otturare le aperture presenti nella parte superiore delle lastre incollando con malta adesiva strisce di lastre di cartongesso. Procedere successivamente alla posa dell’isolante sulla struttura del sof- fitto e quindi delle lastre di cartongesso per rivestire la superficie. Qualora si posino in opera pannelli di tipo tradizionale, è possibile rimuovere gli spessori posizionati sotto ai pannelli, dopo l’essiccazione della malta adesiva. In seguito la fessura alla base del pannello dev’essere riempita per assicurare la tenuta all’aria. In caso di pavimento finito o di pavimentazione sottile, riempire lo spazio tra il pavimento e il bordo inferiore del rivestimento con lana minerale o schiuma di poliuretano espanso (figure 12.11 e 12.12), preferendo la lana minerale se i pannelli sono formati da questo stesso isolante e il poliuretano espanso in caso di isolanti sintetici alveolari. Se l’isolante è fibroso, è opportuno rinforzare la tenuta realizzando anche un giunto di mastice acrilico elastico. 378 ISOLAMENTO_12.indd 378 09/08/11 17:12 La posa in opera Per facilitare il passaggio dei tubi nelle canaline, utilizzare una sonda. Incollare normalmente i pannelli sulle pareti. Fare passare i tubi elettrici nelle scanalature. Dopo l’essiccazione della malta, posare i tubi elettrici. Otturare le aperture superiori dei pannelli. © Placo Sul cantiere attenersi alle regole di immagazzinamento previste dal produttore dei pannelli scanalati. Figura 12.10: La posa in opera dei pannelli scanalati 379 ISOLAMENTO_12.indd 379 09/08/11 17:12 Le pareti verticali Figura 12.11: La sigillatura del bordo inferiore dei pannelli Se il pavimento è grezzo, sono possibili svariate soluzioni di posa in opera. Se si utilizzano pannelli a base di isolanti sintetici alveolari, è possibile tagliare la lastra di cartongesso dei pannelli a un’altezza corrispondente a quella del pavimento finito maggiorata di 2 cm. Realizzare la tenuta nella parte inferiore delle lastre iniettando poliuretano espanso. Realizzare in seguito i massetti. Se il pannello possiede un isolante fibroso, sigillare la parte inferiore della lastra con lo stesso isolante, quindi realizzare un giunto di mastice elastico tra la lastra di cartongesso e il pavimento. Sistemare poi un foglio di polietilene nella parte inferiore dei pannelli, facendolo risalire fino a 2 cm al di sopra dell’altezza del futuro pavimento finito e realizzando un risvolto sotto al futuro massetto. La pellicola potrà essere aggraffata sulle lastre di cartongesso, in quanto verrà nascosta dai battiscopa. Dopodiché, procedere alla realizzazione dei massetti. Nei locali umidi, come il bagno, il garage o la cantina non riscaldata, utilizzare pannelli con lastre di cartongesso idrufughe. Se il pavimento è già finito, sigillare e quindi realizzare sistematicamente un giunto elastico di tenuta tra la lastra di cartongesso e il pavimento. Se invece il pavimento è grezzo, utilizzare sempre un pannello con lastre di cartongesso idrorepellenti ed attenersi alle stesse disposizioni di cui sopra. Nel caso di un locale che cambia destinazione d’uso, ad esempio per diventare un locale con presenza di umidità, possono essere ricoperti i pannelli stessi tradizionali e il pavimento con due strati di prodotto di tenuta ai liquidi. Incollare un nastro di tenuta in corrispondenza della giunzione tra il pannello e il pavimento. 380 ISOLAMENTO_12.indd 380 09/08/11 17:12 La posa in opera Pannelli preaccoppiati incollati (trattamento del giunto inferiore) Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare (locale umido* 1) (locale umido* 1) Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare (locale umido* 1) Fonte: Placo® Placo® Fonte:Fonte: Placo® Cartongesso preaccoppiato con lana minerale (locale asciutto) Su finito Cartongesso preaccoppiato con lana minerale (locale asciutto) Su pavimento pavimento finito con isolante alveolare (locale asciutto) Cartongesso preaccoppiato Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare (locale asciutto) Cartongesso preaccoppiato con lana minerale (locale asciutto) Su pavimento finito Dopo l’essiccazione Dopo l’essiccazione Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare (locale asciutto) del collante e la rimozione del collante e la rimozione Dopospessori l’essiccazione degli degli spessori del collante Riempimento cone la rimozione Riempimento con degli spessori lana minerale o iniezione lana minerale o iniezione Riempimento con di schiuma di poliuretano di schiuma di poliuretano lana minerale o iniezione di schiuma di poliuretano Riempimento Riempimento con lana minerale con lana minerale Riempimento con lana minerale Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare (locale umido* 2) (locale umido* 2) Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare (locale umido* 2) Taglio della lastra di cartongesso 2 cm Taglio della lastra al sopra del pavimento finito di di cartongesso 2 cm Taglio della lastra al di sopra del pavimento finito di cartongesso 2 cm al di sopra del pavimento finito 2 cm 2 cm Fonte: Lafarge Lafarge Fonte:Fonte: Lafarge 2 cm Fonte: Placo® Placo® Fonte:Fonte: Placo® Fonte: Placo® Placo® Fonte:Fonte: Placo® D'après Placo D'après D'après Placo Placo Pannello specifico per Pannello specifico per locali umidi locali umidi Pannello specifico per Schiuma Schiuma locali umidi di poliuretano di poliuretano Schiuma Giunto elastico Giunto elastico Pannello ditenuta poliuretano di Pannello di tenuta preaccoppiato Giunto elastico preaccoppiato Pannello standard di tenuta standard preaccoppiato Nastro idrorepellente standard Nastro idrorepellente per giunto per giunto Nastro 2 strati di idrorepellente prodotto 2 strati di prodotto per giunto idrorepellente liquido idrorepellente liquido 2 strati di prodotto idrorepellente liquido Sur sol brut Cartongesso Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare o Su pavimento grezzo preaccoppiato Cartongesso preaccoppiato Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare o con isolante alveolare (soluzione 1) fibroso (soluzione 2) con isolante alveolare (soluzione 1) fibroso (soluzione 2) Su pavimento grezzo Cartongesso preaccoppiato Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare o con isolante alveolare (soluzione 1) fibroso (soluzione 2) Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare (soluzione 3) Cartongesso preaccoppiato con isolante alveolare (soluzione 3) Profilo in plastica con bordo che supera di 2 cm Profilo in plastica con il pavimento finito bordo che supera di 2 cm il pavimento finito Massetto 2 cm Fonte: Lafarge Lafarge Fonte:Fonte: Lafarge Massetto 2 cm 2 cm Pellicola in polietilene da 100 micron aggraffata lastra dida cartongesso Pellicola inalla polietilene 100 micron del pannello preaccoppiato con risvolto aggraffata alla lastra di cartongesso sotto il massetto. Posizionata prima del pannello preaccoppiato con risvolto di gettare il massetto per un’altezza sotto il massetto. Posizionata prima maggiore di 20 mm rispetto a quella di gettare il massetto per un’altezza del pavimento La pellicola viene maggiore di 20finito. mm rispetto a quella quindi tagliata afinito. pavimento o nascosta del pavimento La pellicola viene dietro battiscopa. Nei localioumidi quindiiltagliata a pavimento nascosta utilizzare pannelli specifici idrofughi dietro il battiscopa. Nei locali umidi eutilizzare realizzare un giunto di tenuta tra la pannelli specifici idrofughi lastra e il pavimento. e realizzare un giunto di tenuta tra la lastra e il pavimento. Figura 12.12: La sigillatura del giunto inferiore dei pannelli preaccoppiati in cartongesso 381 ISOLAMENTO_12.indd 381 09/08/11 17:12 Le pareti verticali Per quanto riguarda il trattamento degli angoli, siano essi con pannelli posti sui lati dell’angolo concavo o convesso, non vi sono vincoli particolari, salvo il rispetto della continuità dell’isolante e della lastra di cartongesso (figura 12.13). I pannelli posti sui lati di un angolo convesso devono sovrapporsi. I bordi delle lastre non devono fermarsi nel punto di intersezione. É possibile tagliare il pannello dello spessore di quello che dovrà essere a contatto, con un minimo ponte termico localizzato dato dal cartongesso, oppure tagliare il solo cartongesso, lasciando inalterato l’isolante. Spesso è necessario tagliare l’ultimo pannello di una serie prima in prossimità dell’angolo della parete. In tal caso, non dimenticare di mantenere uno spazio minimo di 10 mm tra la parete e il bordo del pannello. Nei pannelli posti sui lati di un angolo concavo, occorre tagliare il solo isolante, lasciando intatto il cartongesso, di uno spessore corrispondente allo spessore totale di un pannello, in modo tale che i due pannelli si incastrino perfettamente facendo aderire perfettamente i rivestimenti. Utilizzare malta adesiva per incollare i due pannelli a livello dell’angolo. Per proteggere l’angolo dagli urti, applicare un nastro adesivo rinforzato o un angolare in metallo o in plastica annegato nell’intonaco. Se il soffitto è costituito da un controsoffitto non isolato, non dimenticare di posare i pannelli fino alla superficie superiore dell’intercapedine. Realizzare il soffitto dopo la posa dei pannelli. Eseguire quindi le finiture: i giunti tra le lastre, la pavimentazione e i battiscopa, come indicato a partire da pagina 405. Quando non è possibile procedere all’incollaggio (a causa di una parete in cattivo stato, di irregolarità superiori ai 15 mm etc.), è opportuno posare in opera i pannelli su un’intelaiatura in legno (figura 12.14). Questo metodo di posa è applicabile anche alle costruzioni con struttura in legno. L’intelaiatura consente di correggere i dislivelli e le irregolarità delle murature con l’utilizzo, all’occorrenza, di appositi spessori. La struttura deve essere regolata sia orizzontalmente che verticalmente sulla parete di supporto. Questa operazione viene svolta pertanto in due fasi: posa in opera dell’intelaiatura e successivamente fissaggio meccanico dei pannelli. I listelli possono essere fissati in verticale oppure in orizzontale. Gli elementi in legno che costituiscono l’intelaiatura devono possedere un tasso di umidità inferiore al 18% ed essere protetti da un trattamento fungicida e insetticida. Le essenze raccomandate sono il il douglas, l’abete, il pino marittimo, l’abete rosso e il pino silvestre. Gli elementi dell’intelaiatura devono assicurare una larghezza d’appoggio sufficiente per i pannelli, ossia 35 mm nella parte principale e 50 mm in corrispondenza del giunto tra due pannelli, se i listelli sono verticali e se il fissaggio viene eseguito per avvitatura. Se invece il fissaggio si effettua per chiodatura, la larghezza viene portata a 60 mm. Si utilizzano quindi generalmente listelli da 27 3 35 mm nella parte principale e da 27 3 50 o 60 mm in corrispondenza dei raccordi. Per la posa orizzontale o sotto alle falde di copertura e per isolanti con spessore superiore o uguale a 50 mm vanno utilizzati listelli da 27 3 50 mm nella parte principale e da 27 3 60 mm in corrispondenza dei giunti. Solitamente si impiegano listelli da 30 3 60 mm. Tali indicazioni non possono essere valide in qualsiasi situazione e con qualsiasi tipo di pannello. È sempre necessario fare 382 ISOLAMENTO_12.indd 382 09/08/11 17:12 La posa in opera Pannelli preaccoppiati incollati (giunto d’angolo) Isolamento dall’interno Isolamento dall’esterno Interno Esterno Difficoltà nel rivestimento dell’angolo Esterno Interno Errore: creazione di ponte termico Errore: creazione di ponte termico Soluzione 1 Soluzione 1 Esterno Esterno Interno Collante 10 mm 10 mm L’isolante viene rimosso da uno dei pannelli per una lunghezza pari allo spessore del pannello stesso. Il giunto è sigillato internamente con collante. L’angolo viene successivamente ricoperto dall’esterno con un nastro di armatura rinforzato. Esterno Interno Interno Esterno Controsoffitto decorativo Controsoffitto realizzato prima della posa della controparete Intercapedine Posa affiancata e con sovrapposizione dei pannelli isolanti. Dall’interno dell’appartamento Posa affiancata e con sovrapposizione dei pannellil’angolo isolanti. viene successivamente ricoperto consuccessivamente un nastrodi Dall’interno dell’appartamento l’angolo viene armatura per sigillatura dei giunti. ricoperto con un nastrodi armatura per sigillatura dei giunti. Soluzione 2 Isolamento all'interno dell'intercapedine Interno Taglio della lastra di cartongesso per ottenere un contatto di tipo "isolante su isolante". L'angolo viene successivamente ricoperto con un nastro di armatura per sigillatura dei giunti. Cordone continuo di collante Il pannello isolante viene prolungato e sigillatura dei giunti all’interno dell’intercapedine tra soletta e controsoffitto e sagomato attorno alla testa delle travi. Figura 12.13: La realizzazione degli angoli della controparete 383 ISOLAMENTO_12.indd 383 09/08/11 17:12 Le pareti verticali Posa di pannelli preaccoppiati con fissaggio meccanico Posa con fissaggio meccanico indiretto su pareti pesanti (Fonte: Knauf) Con montanti verticali distanziati di circa 1,20 m Con listelli orizzontali Posa con fissaggio meccanico indiretto su intelaiatura in legno Con listelli in legno orizzontali (Fonte: Placo®) Con profilati metallici orizzontali Figura 12.14: Il fissaggio meccanico dei pannelli preaccoppiati 384 ISOLAMENTO_12.indd 384 09/08/11 17:12 La posa in opera riferimento alle indicazioni fornite dai manuali tecnici e dalle schede tecniche dei produttori (Ndr). Per i pannelli provvisti di lastre di cartongesso con spessore di 12,5 o 15 mm, mantenere un interasse di 0,60 m per i listelli verticali o di 0,40 m per i listelli orizzontali. Per le lastre con spessore di 9,5 mm le disposizioni sono invece fitte. Se l’isolante è in materiale sintetico alveolare e presenta uno spessore compreso tra 30 e 80 mm, l’interasse massimo dei listelli verticali è di 0,60 m o di 0,40 m se l’intelaiatura è orizzontale. Se l’isolante è in materiale sintetico alveolare e presenta uno spessore inferiore ai 30 mm oppure è in lana minerale con spessore inferiore agli 80 mm, la spaziatura massima in caso di posa verticale è di 0,50 m e di 0,30 m se i listelli sono orizzontali. I listelli orizzontali non devono mai entrare a contatto con il pavimento. Se le pareti sono in muratura, fissare l’intelaiatura meccanicamente alla parete per mezzo di viti e tasselli ad espansione adatti al tipo di supporto. Le viti di fissaggio devono essere posizionate ad almeno 10 mm dai bordi dei listelli e distanziate di circa 30 cm. L’intelaiatura non deve presentare difetti di planarità superiori a 5 mm sotto un rigone da 2 m. In caso di posa sotto a falde di copertura, se i puntoni presentano la stessa spaziatura e larghezza richiesta per gli elementi dell’intelaiatura, possono essi stessi fungere da intelaiatura. Analogamente, è possibile effettuare la posa in opera parallelamente o perpendicolarmente ai puntoni. Se gli interassi e le larghezze non corrispondono, sarà necessario creare un’intelaiatura applicata o, più semplicemente, optare per un altro metodo di isolamento che sia idoneo alle falde. È anche possibile optare per una struttura metallica studiata per ricevere i pannelli isolanti. Dopo la realizzazione dell’intelaiatura, eseguire il fissaggio meccanico dei pannelli. Per questa operazione sono disponibili diversi metodi. È infatti possibile procedere alla chiodatura se i pannelli possiedono un isolante in materiale sintetico alveolare con spessore inferiore o uguale a 30 mm. Scegliere chiodi in acciaio zincato con diametro di 2,7 mm che siano lisci, dentati o ritorti e con testa svasata da 6,5 mm. La lunghezza di questi chiodi deve corrispondere allo spessore del pannello maggiorato di 30 mm. È poi possibile optare per il fissaggio per avvitatura. In tal caso, si dovranno preferire le viti di tipo a doppia filettatura per cartongesso. Per i pannelli con isolante in materiale sintetico di spessore inferiore a 50 mm, le viti dovranno avere un diametro di 8 mm circa. Se lo spessore dell’isolante è inferiore o uguale a 80 mm o se l’isolante è una lana minerale con spessore inferiore a 80 mm, il diametro delle viti sarà di circa 12 mm. La lunghezza delle viti dovrà corrispondere allo spessore del pannello maggiorato di 30 mm se i listelli sono in legno o di 15 mm se l’intelaiatura è in metallo. Inoltre, in caso di isolante fibroso, si dovranno utilizzare speciali spessori in corrispondenza di un fissaggio su due, per non schiacciare il pannello. Come per l’incollaggio, la posa in opera si effettua portando i pannelli in battuta contro il soffitto prima di procedere al fissaggio. Analogamente, è necessario assicurare la tenuta all’aria in corrispondenza delle giunzioni con gli infissi esterni e tra il bordo inferiore delle lastre e il pavimento. Se non è assolutamente necessaria, la posa in opera su intelaiatura in legno o in metallo è da evitare, in quanto risulta più lunga e impegnativa rispetto alla posa a colla. Inoltre, questo tipo di posa in opera limita 385 ISOLAMENTO_12.indd 385 09/08/11 17:12 Le pareti verticali lo spessore disponibile per l’isolante. Se le pareti presentano difetti eccessivi per l’incollaggio, esistono altre soluzioni più evolutive, come l’isolamento realizzato dietro ad armatura metallica o a una controparete (vedi paragrafi seguenti). tanti, che vengono disposti ad intervalli regolari tra i profili guida orizzontali fissati a pavimento e al soffitto. I profilati possono avere varie denominazioni (profilo guida, guida a U) o essere costituiti da semplici profili angolari. Gli elementi l’intelaiatura sono realizzati in acciaio zincato. L’isolamento dietro ad intelaiatura metallica Vengono utilizzati generalmente due metodi: le strutture autoportanti dal pavimento al soffitto e le strutture con sostegni intermedi (figura 12.15). La scelta dell’una o dell’altra soluzione dovrà essere fatta in base a svariati criteri come l’altezza delle pareti da rivestire, la possibilità o meno di eseguire un fissaggio sulla parete, la superficie occupata dall’intelaiatura e il prezzo. Le strutture autoportanti sono costituite da profili guida orizzontali e montanti verticali. La larghezza di queste strutture è in genere di 48, 62, 70 o 90 mm. Si tratta dello stesso tipo di strutture che viene utilizzato per realizzare i tramezzi di separazione. I montanti sono provvisti di fori che consentono il passaggio delle guaine elettriche autoestinguenti. Per l’inserimento dell’isolante sono previste varie soluzioni. Se l’isolante viene posto tra la parete e la struttura, si otterrà un isolamento continuo. Lo spessore della struttura non comprende però anche l’isolante, il che comporta una perdita di spazio non trascurabile. Questa tecnica di posa in opera consiste nel posare un isolante interno su una parete che dà sull’esterno realizzando una controparete leggera. Quest’ultima è formata da un’armatura metallica ricoperta da lastre di cartongesso. Questa soluzione offre la libertà di scegliere il tipo di isolante e il suo spessore in funzione delle prestazioni termiche che si desidera ottenere. Generalmente si utilizzano isolanti fibrosi in pannelli semirigidi, onde evitare i rischi di cedimento del materiale isolante. Esistono numerosi sistemi di intelaiature metalliche, che variano a seconda del singolo produttore di isolante o di cartongesso. In linea generale, l’intelaiatura è formata da profili verticali, detti comunemente mon- L’altra possibilità consiste nel sistemare la struttura contro la parete e quindi installare i pannelli isolanti tra i montanti. Questa soluzione offre il vantaggio di limitare la perdita di spazio, ma genera dei ponti termici localizzati a livello dei profili. Infine, la terza soluzione, che è consigliabile, consiste nel posare l’isolante in due strati. Il primo strato viene sistemato tra la 386 ISOLAMENTO_12.indd 386 09/08/11 17:12 La posa in opera Il sistema di controparete su struttura metallica (Fonte: Placo®, sistemi Placostil®) Struttura portante leggera con ganci distanziatori in polistirene (altezza massima: 2,60 m) Muro da isolare I montanti possono essere fissati nei profili guida per mezzo di clip metalliche poste in alto o in basso (a seconda dei produttori). Profilo guida a soffitto Isolante preaccoppiato con freno al vapore Struttura portante leggera con ganci distanziatori in metallo (altezza da 2,60 a 5,30 m) Montanti Le altezze superiori a 2,60 m devono disporre di più file di sostegni distanziate di 1,25 m. Distanziatore in polistirene Muro da isolare Collante Lastra di cartongesso Profilo guida a soffitto Vite di fissaggio della lastra di cartongesso Montante Profilo guida a pavimento Profilo guida a U di supporto orizzontale Struttura autoportante Muro da isolare Gancio distanziatore formato da un'asta filettata e due ganci Profilo guida a soffitto Primo strato di isolante posato in continuo dietro i montanti Secondo strato di isolante tra i montanti preaccoppiato con freno al vapore. Sigillatura dei giunti con nastro freno al vapore 0,30 m Isolante preaccoppiato con freno al vapore Profilo guida a pavimento 34,8/46,5/60,5/68,5/88,5 mm Montanti (singoli o doppi) Montante Foro di passaggio dei tubi elettrici autoestinguenti Lastra di cartongesso Vite di solidarizzazione dei montanti ogni 0,40 m Profilo guida Vite di fissaggio della lastra di cartongesso Montante singolo Montante doppio 36/48/62/70/90 mm Profilo guida a pavimento Hauteur limite des ossatures autoportantes (profilés en tôle 6/10 mm) Altezza limite delle strutture autoportanti (profilati in lamiera in acciaio 6/10 mm) dedirail NomeType del tipo guidaMontant Placo® Montante Placostil® 1 x BA 13 Profilé de 48 mm simple Profilé de 48 mm doublé Profilé de 70 mm simple Profilé de 90 mm simple Profilo da 48 mm singolo Profilo da 48 mm doppio Profilo da 70 mm singolo Profilo da 90 mm singolo Entraxe 0,40 m Entraxe 0,60 m Entraxe 0,40 m Entraxe 0,60 m Entraxe 0,40 m Entraxe 0,60 m Entraxe 0,40 m Entraxe 0,60 m Interasse 0,40m m 2,80 Interasse 0,60 2,60 mm Interasse 3,300,40 mm 1 x BA213 x BA 13 2,80 m m 3,30 2,60 mm 3,00 3,30 mm 4,00 2 x BA 13 3,30 m 3,00 m 4,00 m Interasse 3,000,60 mm Interasse 3,60 0,40 m m 3,00 mm 3,60 3,60 m 4,20 m 3,60 m 4,20 m Interasse 0,60 m 3,20 m Interasse 4,10 m0,40 m Interasse 3,70 m0,60 m 3,20m m 3,80 4,10mm 4,90 4,403,70 mm 3,80 m 4,90 m 4,40 m Figura 12.15: Schema generico di posa in opera dell’isolamento dietro l’armatura metallica 387 ISOLAMENTO_12.indd 387 09/08/11 17:12 Le pareti verticali parete e la struttura, mentre il secondo tra i montanti della struttura. Così facendo, è possibile ottimizzare lo spessore dei rivestimenti riempiendo di isolante tutto lo spazio disponibile. Inoltre, si ottiene una riduzione dei punti termici localizzati. Per quanto riguarda l’altezza, il massimo ottenibile dipende da diversi criteri, quali le dimensioni dei montanti, il tipo di montanti (singoli o doppi), la spaziatura tra i montanti e il numero di lastre di cartongesso sovrapposte. Infatti, raddoppiando le lastre di cartongesso si ottiene una maggiore rigidità della controparete, che consente, quindi, di raggiungere una maggiore altezza. L’altezza può essere eventualmente aumentata anche servendosi di staffe di ancoraggio. Occorre sempre fare riferimento alle schede tecniche e ai manuali forniti dai produttori per poter dimensionare correttamente le strutture portanti e di ancoraggio (Ndr). Si prendano ad esempio le indicazioni fornite della norme tecniche francesi (DTU 25-41 Ouvrages en plaques de parement en plâtre – Plaques à faces cartonnées) sui montanti più comunemente utilizzati da 48 mm. In caso di profili singoli con lastra di cartongesso a interasse di 60 cm, la controparete può raggiungere un’altezza a soffitto di circa 2,60 m. Con due spessori di lastre di cartongesso l’altezza massima passa a 3,00 m. Con un interasse di 0,40 m e una lastra di rivestimento si possono raggiungere i 2,80 m, mentre con due strati di lastre l’altezza massima può raggiungere i 3,30 m. I profili da 48 mm possono essere raddoppiati avvitandoli dorso a dorso. In tal caso, con un interasse di 0,60 m e una lastra di cartongesso di rivestimento, l’altezza massima può essere di 3 m. Per raggiungere i 4 m, è necessario raddoppiare le lastre di cartongesso e adottare una spaziatura di 0,40 m. Sarebbe addirittura possibile raggiunge- re un’altezza di 7,50 m aggiungendo delle staffe di ancoraggio. Questa soluzione equivale comunque all’applicazione della meno onerosa tecnica con sostegni intermedi, illustrata in dettaglio nel paragrafo seguente. In un’ottica di risparmio è possibile unire i profili singoli. A tale scopo, si dovranno utilizzare ritagli di montanti di almeno 30 cm, che si andranno a fissare sui montanti per bullonatura. Questa operazione va eseguita sulle due estremità del profilo con 8 bulloni, prestando attenzione a sfalsare le giunzioni di una fila rispetto a quelle dell’altra. Nelle abitazioni singole si utilizza principalmente la tecnica delle strutture con sostegni intermedi. In tal caso, i tramezzi leggeri vengono realizzati con strutture autoportanti (vedi più avanti, in particolar modo vedi i punti particolari di posa in opera). I sistemi con sostegni intermedi contengono profili a forma di U con una sezione compresa tra 45 e 47 mm circa di larghezza per uno spessore di 17 o 18 mm. La parte più larga funge da supporto per l’avvitatura per le lastre di cartongesso. Lo schema dell’intelaiatura è simile a quello delle strutture autoportanti. Vengono installati a pavimento e a soffitto due profili orizzontali e profili intermedi con interasse pari a 0,60 o 0,40 m. A seconda dei sistemi proposti dai fabbricanti, i profili orizzontali possono essere semplici angolari o profili ad U. Il fissaggio tra i montanti e i profili di supporto può differire da un sistema all’altro. Nel caso degli angolari si utilizzano clip metalliche o viti autofilettanti con testa a trombetta. Nel caso dei profili ad U, può essere utilizzato un profilo speciale che consente il bloccaggio dei profili tramite la semplice pressione. In ogni caso, in un’ottica di compatibilità tra i vari elementi e per assicurare la solidità della struttura, si consiglia di utilizzare soltanto prodotti dello stesso produt- 388 ISOLAMENTO_12.indd 388 09/08/11 17:12 La posa in opera tore e dello stesso sistema costruttivo. I sostegni intermedi consentono di rinforzare la struttura. A seconda dei sistemi e del numero di strati di lastre di cartongesso, l’altezza delle linee di fissaggio intermedio rispetto al pavimento è compresa tra 1,25 e 1,60 m. Il raddoppio degli strati di lastre consente di ottenere altezze maggiori. Nelle abitazioni singole è comunque sufficiente in genere un solo strato di cartongesso. La figura 12.16 illustra alcuni dei sistemi di sostegno tra quelli disponibili in commercio. Ne esistono anche altri, ma la loro presentazione sarebbe lunga e di scarso interesse, in quanto nella maggior parte dei casi il principio rimane invariato. Il primo sistema si avvale di distanziatori in polistirene ad alta densità. Questo sistema è indicato per altezze a soffitto fino a 2,60 m. I distanziatori consentono di inserire un isolante con spessore compreso tra 45 e 130 mm. È infatti sufficiente tagliarli alla profondità desiderata e quindi farli scorrere nei profili grazie alle scanalature laterali. Successivamente, si provvederà ad installare i montanti tra i profili guida superiori e inferiori, assicurandosi di rispettare un gioco di 10-15 mm tra i distanziatori e le pareti. I distanziatori devono essere allineati secondo una linea orizzontale posta a 1,25 m da terra e fissati alla parete con collante specifico. Si raccomanda di verificare, ed eventualmente correggere, la verticalità e l’allineamento dell’intelaiatura. Lasciare essiccare completamente il collante specifico prima di posizionare l’isolante. Questo sistema è particolarmente indicato per vecchie pareti molto irregolari. L’altezza è però limitata e il posizionamento dell’isolante risulta più delicato, in quanto va eseguito su un’armatura già montata. I montanti presentano un interasse di 0,60 m nella maggior parte dei casi e di 0,40 m nei locali umidi, dove le pareti sono destinate a ricevere un rivestimento in piastrelle. Esiste un’altra soluzione, che consiste nel posizionare i distanziatori su un profilo di supporto orizzontale che funge da guida, su cui sono agganciati appositi distanziatori. Questi ultimi sono composti da un gancio con controdado da una barra filettata e, sull’altra estremità, da un gancio speciale con dispositivo di bloccaggio, che permette di fissare i montanti. Il posizionamento dei distanziatori risulta agevole, in quanto questi elementi possono scorrere lungo il profilo guida di supporto orizzontale fissato alla parete, ossia ad un’altezza di 1,25 m, nei locali abitativi. Dopodiché, è sufficiente fissare i pannelli di isolante attraverso le aste filettate e quindi avvitare i ganci regolabili, su cui si andranno ad incastrare i montanti. Grazie a questi ganci, la regolazione della verticalità e dell’allineamento della struttura risulta molto precisa. Dopo avere regolato la struttura, bloccare i ganci. La barra filettata consente in genere di posizionare uno spessore di isolante fino a 100 mm. La spaziatura dei montanti è sempre di 0,60 m nei casi tradizionali e di 0,40 m nei locali umidi, dove le pareti sono destinate a ricevere un rivestimento in piastrelle. Si ricorda che i dimensionamenti devono essere fatti seguendo le indicazioni fornite dai produttori mediante schede tecniche e manuali di posa adattandoli ai singoli casi (Ndr). Negli alloggi la linea dove sono posizionati i distanziatori è situata a 1,25 m da terra. Nei locali non destinati ad uso abitativo e in cui possono verificarsi urti di notevole entità, può essere disposta una prima fila di sostegni a 0,60 m da terra e quindi proseguire con un intervallo di 1,25 m. Questo 389 ISOLAMENTO_12.indd 389 09/08/11 17:12 Le pareti verticali I sistemi di fissaggio delle contropareti con ganci distanziatori su struttura metallica (1/3) (Fonte: Placo®, sistemi Placostil®) Distanziatori in polistirene Profilo angolare o guida a soffitto Distanziatori 1 - Tagliare i distanziatori a livello della scanalatura corrispondente allo spessore dell’isolante. Profilo montante 0,40 o 0,60 m Profilo angolare o guida a pavimento Ganci distanziatori metallici 2 – Farli scorrere nei montanti prima di posizionarli. 3 – I montanti vengono quindi murati con collante specifico. Attendere l’essiccazione collante prima di posizionare l’isolante. Particolare di un gancio distanziatore Profilo guida di supporto orizzontale Controdado Barra filettata ø 6 mm Profilo guida a soffitto Gancio con controdado Ganci distanziatori Gancio con dispositivo di bloccaggio Posizionamento del dispositivo di bloccaggio Profilo guida di supporto orizzontale Profilo montante Profilo angolare o guida a pavimento 0m 0,6 0,40 o 1 - Fissare il profilo di supporto orizzontale sulla parete. Agganciare ogni 60 cm i ganci provvisti di barra filettata. Posa in opera dei ganci distanziatori 2 - Perforare i pannelli di lana minerale con le barre filettate accostandoli. Assicurare la continuità del freno al vapore, tramite nastro specifico, se si utilizzano pannelli con freno preaccoppiato. 3 - Fissare i ganci senza comprimere l’isolante. Incastrare i profili montanti nei profili guida a soffitto e a pavimento e fissarli ai ganci a scatto. Figura 12.16: I sistemi di fissaggio delle contropareti con ganci distanziatori su struttura metallica (1/3) 390 ISOLAMENTO_12.indd 390 09/08/11 17:12 La posa in opera tipo di struttura consente di raggiungere altezze fino a 5,30 m con un solo strato di lastre di cartongesso come rivestimento. Se si opta per due strati di cartongesso, è possibile adottare un interasse di soli 1,60 m tra le linee dei distanziatori. Naturalmente è opportuno scegliere profili idonei. Generalmente si utilizzano profili di lunghezza sufficiente, eventualmente ritagliati. Le lunghezze più comuni sono 3 o 5,30 m. Esiste poi un altro metodo che riprende il principio del profilo guida di supporto orizzontale da posizionarsi ad un’altezza di 1,35 m da terra. In tal caso, si tratta di posizionare i sostegni utilizzando elementi in poliammide e fibra di vetro (figura 12.17), che offrono il vantaggio di non generare ponti termici localizzati dovuti ai componenti metallici, contrariamente a quanto accade nella soluzione precedente. A parte questa differenza, la posa in opera rimane simile. Lo spessore di isolante che può essere utilizzato è compreso tra 95 e 145 mm. L’isolante andrà fissato attraverso le aste dei distanziatori e bloccato con l’apposita chiavetta di fissaggio. La testa del distanziatore consente di regolare rapidamente la struttura. Il gancio a chiavetta posto in una posizione può scorrere liberamente e permette di effettuare regolazioni fino a che non viene ruotato di un quarto di giro. Non è necessario avvitare o svitare. Si raccomanda comunque di non comprimere l’isolante. I profili vengono mantenuti in posizione grazie a una scanalatura posta nella testa della chiavetta di fissaggio. La regolazione della struttura risulta quindi semplice e precisa. Questo sistema è indicato per le altezze a soffitto fino a 2,80 m, ma richiede speciali profili su cui si possano adattare apposite prolunghe regolabili in altezza. I profili sono disponibili nella lunghezza da 2,40 m. Aggiungendo una prolunga da 30 cm, è possibile raggiungere un’altezza a soffitto di 2,60 m, mentre si arriva fino a 2,80 m con una prolunga da 0,50 m. Nelle ristrutturazioni viene adottata un’altra versione di questo sistema estremamente pratica. I sostegni isolanti possiedono un’asta polivalente, che consente da un lato il fissaggio su un profilo e dall’altro il fissaggio meccanico diretto sulla parete, grazie ai due fori di fissaggio predisposti su una placca per il fissaggio con tasselli. Sempre per le ristrutturazioni, esistono anche sistemi dotati di asta piegata, in cui una delle estremità è presente una filettatura che consente il fissaggio meccanico sulla parete mediante tasselli adatti al tipo di supporto. La filettatura presente sull’altra estremità è provvista di una ghiera destinata anche ad agganciare il profilo ed è regolabile in profondità. Il sistema è indicato per le pareti irregolari, che non sempre consentono di praticare fori nel punto esatto in cui occorrono. Il sistema di fissaggio illustrato in figura 12.18, molto interessante perché pratico e versatile, è dotato di una base universale ed è a taglio termico poiché in PVC. Come nei casi precedenti, la connessione tra il montante verticale e il distanziatore è a scatto. Il fissaggio del distanziatore alla muratura può essere di tipo meccanico, con viti e tasselli ad espansione, o effettuata con ancoranti chimici. Per ridotti spessori dell’isolante, compresi tra 6 e 15 cm, la barra del distanziatore può essere tagliata. La filettatura del distanziatore ha un passo che permette una regolazione di precisione della struttura. Si può anche scegliere di realizzare il telaio della controparete interamente in legno. In questo caso, si fissano direttamente al muro dei montanti in legno dello stesso spessore dell’isolante. Il coibente va addossato alla parete nello spazio tra i montanti. È opportuno che la larghezza del pannello coibente sia circa 1 cm superiore alla distanza tra 391 ISOLAMENTO_12.indd 391 09/08/11 17:12 Le pareti verticali I sistemi di fissaggio delle contropareti con ganci distanziatori su struttura metallica (2/3) Ganci distanziatori in poliammide/fibra di vetro (sistema Optima di Isover) Gancio distanziatore per ristrutturazioni Profilo guida a clip 2,80 m max. Profilo regolabile Gancio distanziatore da agganciare nel profilo montante Profilo montante Chiavetta di fissaggio Profilo orizzontale 1,35 m max. Gancio distanziatore Sostegno da agganciare in un profilo montante o da fissare alla parete tramite tasselli ad espansione specifici in base al tipo di muratura. Chiavetta di fissaggio Scelta della lunghezza del gancio distanziatore Profilo guida a clip Fascia deformabile Dimensioni (mm) Spessore isolante + 1 x BA 13 (mm) (modello Placo®) Larghezza dei profili degli infissi (mm) 75 da 95 a 105 100 100 da 115 a 125 120 120 da 135 a 145 140 Posa in opera Altro sistema per ristrutturazioni 1 - Montare la struttura: profilo guida 1 - Il sistema consiste in una barra piegata dotata di un passo a vite, di una filettatura e di una ghiera filettata abbinata ad un gancio. Questo sistema consente di eseguire fissaggi su pareti estremamente irregolari. Praticare i fori nei punti destinati ai sostegni e avvitare le barre piegate nella parete con un tassello adatto al tipo di muratura. 2 - Tagliare i pannelli di lana minerale dell’altezza del vano maggiorata di 1 cm. Posare i pannelli affiancati e fissarli sulle aste dei distanziatori. Posizionare la chiavetta di fissaggio per mantenere in posizione l’isolante. 2 - Tagliare i pannelli di lana minerale all’altezza del vano maggiorata di 1 cm. Posare i pannelli affiancati e fissarli sulle barre piegate. Avvitare il gancio con ghiera per mantenere in posizione la lana minerale. 3 - Posizionare i profili montanti verticali nei profili guida a soffitto e pavimento e quindi agganciarli con le chiavette di fissaggio. Regolare la verticalità dei profili montanti e quindi bloccare la chiavetta ruotando la leva di un quarto di giro. 3 - Posizionare i profili montanti verticali nei profili guida a soffitto e pavimento e quindi fissarli ai ganci. Regolare la verticalità dei montanti avvitando o svitando le ghiere. a soffitto, profilo guida a pavimento e profilo guida orizzontale. Agganciare i distanziatori al profilo guida orizzontale distanziandoli di 60 cm. Figura 12.17: I sistemi di fissaggio delle contropareti con ganci distanziatori su struttura metallica (2/3) 392 ISOLAMENTO_12.indd 392 09/08/11 17:12 e La posa in opera I sistemi di fissaggio delle contropareti con ganci distanziatori su struttura metallica (3/3) Ganci distanziatori in PVC (sistema Lafarge) Base universale Fissaggio mediante collante. Asta filettata Ghiera regolabile Posa in opera Profilo Fissaggio meccanico mediante vite e tasselli ad espansione adatti al tipo di muro. 1 - Montare la struttura portante (profilati e spessori). Tagliare l'asta filettata dei sostegni secondo le indicazioni riportate nel testo. 2 - Fissare il gancio distanziatore, avvitare la ghiera e fissarla al profilo montante, fissaggio a scatto. Regolare la verticalità avvitando o svitando la ghiera. Fissaggio a scatto della base in profilo guida orizzontale. Figura 12.18: I sistemi di fissaggio delle contropareti con ganci distanziatori su struttura metallica (3/3) i montanti affinché rimanga leggermente compresso. Le lastre di cartongesso si avvitano direttamente ai montanti in legno. È possibile anche utilizzare tavole di legno messe di taglio, con il lato corto verso la parete, fissate al muro per mezzo di staffe metalliche angolari. La posa in opera dei sistemi presentati qui sopra è piuttosto agevole e alla portata di qualsiasi esperto di bricolage. Per un risultato ottimale, usare in ogni fase la maggior cura possibile. Con l’ausilio di una cordino per tracciamenti, si segna sul pavimento la linea di ingombro massimo della struttura (figura 12.19). Si traccia solo l’ingombro del telaio, gli strati di finitura in cartongesso sono esclusi. Tale posizione dipende dallo spessore dell’isolante e dal tipo di posa in opera degli infissi esterni, che nelle ristrutturazioni possono essere a filo del muro interno. Si riporta il tracciato dal pavimento al soffitto per mezzo di un filo a piombo. Dopo avere debitamente verificato il senso di posa, che può variare secondo il tipo di profilo scelto, si posa a pavimento il profilo guida inferiore. Per una tenuta all’aria ottimale, prima del fissaggio, viene inserita una guaina al di sotto del profilo. In locali ad alto tasso di umidità, in caso di posa su pavimento finito, si applica un giunto elastico idrorepellente sotto al profilo, che svolgerà contemporaneamente la funzione di tenuta all’aria. I profili guida si fissano meccanicamente con viti e tasselli ad espansione, o con tasselli a battuta o per chiodatura o con ancorante chimico, a seconda del tipo di supporto. In genere i fissaggi hanno interasse di 0,60 m. 393 ISOLAMENTO_12.indd 393 09/08/11 17:12 Le pareti verticali Tracciamento e fissaggio delle contropareti con struttura portante in metallo (Fonte: Lafarge) Dettaglio Tracciamento 1 - È necessario segnare la posizione della struttura sul pavimento e sul soffitto. Prendere come piano di riferimento la larghezza del telaio degli infissi dedotto lo spessore del rivestimento. Nelle ristrutturazioni, prevedere la messa in opera di elementi di raccordo come davanzali interni. 2 - Segnare sul pavimento la linea di partenza con l'aiuto di un tracciatore con filo a piombo. Riportarla sul soffitto, con l'aiuto di un filo a piombo o di una livella laser, nello stesso modo adottato per il pavimento. Profilo o angolare di partenza Locali asciutti Locali umidi 60 Partenza su pavimento grezzo Lastra in cartongesso idrofuga (per locali umidi) cm 2 cm Profilo guida o angolare Banda deformabile I profili guida (o angolari) sono fissati al pavimento meccanicamente (a seconda del supporto, con tasselli idonei o con pistola sparachiodi) circa ogni 0,60 m al massimo, oppure a colla se il supporto è liscio e pulito. Per una migliore ermeticità all'aria, posare una banda deformabile tra il pavimento e il profilo di supporto. È necessario inserire anche un giunto elastico tra il pavimento e il profilo di supporto nei locali umidi, per garantire l'impermeabilità all'acqua. Giunto sigillante Eventuale giunto elastico I profili guida (o guide angolari) sono fissati al pavimento, come detto in precedenza. È possibile eventualmente inserire un giunto elastico. Utilizzare esclusivamente lastre in cartongesso idrofughe e migliorare l'ermeticità al pavimento con una guarnizione sigillante. Per i locali d'uso pubblico, si dovrà applicare un sottofondo di protezione dall'acqua sotto il rivestimento in piastrelle sulla lastra in cartongesso, associato a un nastro d'impermeabilizzazione alla base e negli angoli interni. Film in polietilene Soletta Massetto Prima di posare la struttura in metallo su un pavimento grezzo, è necessario inserire un film di polietilene sotto il profilo guida a pavimento. Il film deve risalire per 2 cm sopra il livello del pavimento finito. Il lembo del film può essere fissato alla parete nella fase di posa del pavimento. Utilizzare lastre in cartongesso standard per i locali asciutti, o idrofughe per i locali umidi. Figura 12.19: La tracciatura e il fissaggio delle strutture in metallo 394 ISOLAMENTO_12.indd 394 09/08/11 17:12 La posa in opera I profili guida superiori vengono posati al soffitto allo stesso modo rispetto ai profili inferiori, viene posata la guaina per giunti di tenuta all’aria tra soffitto e profilo, i fissaggi hanno interasse di 0,60 m e vengono effettuati con metodi idonei al tipo di supporto (figure da 12.20 a 12.22). Se si è in presenza di una controsoffittatura, l’operazione di fissaggio va valutata con attenzione; in alcuni casi si può fissare il profilo guida alla struttura portante del controsoffitto mediante viti autofilettanti o con appositi tasselli a espansione. Se il soffitto è in laterocemento, il fissaggio è di tipo classico, con viti e tasselli ad espansione nelle parti forate poiché non si possono forare i travetti. Una volta fissati i profili a pavimento e a soffitto, si posa il profilo guida di supporto orizzontale sulla parete, all’altezza indicata dal produttore con elementi di fissaggio idonei al tipo di supporto. Quindi si incastrano i distanziatori all’interno del profilo centrale, senza le teste, a intervalli regolari di 0,60 o 0,40 m. I primi distanziatori sono posti ad una distanza di circa 0,10 m dalle pareti laterali. Si procede con la posa dei pannelli di isolante che, per una posa perfetta, vengono tagliati a un’altezza corrispondente alla distanza dal pavimento al soffitto, maggiorata di 1 cm, in modo tale che rimangano leggermente compressi. Devono essere perfettamente affiancati, infilati sulle aste dei distanziatori e poi bloccati inserendo a scatto la testa dei distanziatori. Una volta posato il coibente, si inseriscono i montanti all’interno dei profili guida a pavimento e a soffitto (figura 12.21). I montanti hanno lunghezza pari a quella della distanza pavimento/soffitto meno 1 cm. Vanno inseriti leggermente in obliquo tra i profili e poi fatti ruotare per metterli in verticale. Vanno posti in corrispondenza delle teste dei distanziatori del corrente centrale e su queste premuti per un fissaggio a scatto. Si regola la verticalità della struttura con l’ausilio di una bolla e si verifica l’allineamento tra i montanti con un rigone; in ogni direzione si tollera un errore di allineamento fino ai 5 mm. Quando la regolazione è finita, si blocca la testa dei montanti ai profili guida a pavimento e a soffitto secondo il sistema previsto dal produttore, che può essere a scatto, per avvitatura o con appositi elementi di connessione. Una volta che il telaio metallico è completo, si possono inserire gli eventuali elementi supplementari di rinforzo della struttura, nei punti su cui sono previsti carichi a parete. Si posano poi le guaine autoestinguenti per il passaggio delle linee elettriche, tra isolante e struttura metallica. Nella maggior parte dei casi è necessaria la posa di un freno al vapore. Gli isolanti preaccoppiati con freno al vapore integrato, anche se molto diffusi, sono sconsigliati. Presentano l’inconveniente di non garantire un buon raccordo nel giunto perimetrale tra freno al vapore e muratura; sigillare gli altri giunti con lo specifico nastro adesivo è necessario ma non risolve il problema. La migliore soluzione consiste nell’utilizzare un isolante non preaccoppiato con freno al vapore e nel posare un freno al vapore in teli, sopra la struttura in metallo in continuo, ossia con sigillatura dei giunti (figura 12.22). Il telo freno al vapore è un tessuto non tessuto di PE, PP o PO. Può essere utilizzato anche un telo freno al vapore a diffusione igrovariabile. La scelta del tipo di freno al vapore da utilizzare dipende dal parametro di diffusione al vapore acqueo Sd del telo e dal valore necessario, stabilito con verifica termoigrometrica (es. metodo di Glaser) (Ndr). I fogli possono essere posati in orizzontale o verticale, i lembi vengono sovrapposti per almeno 10 cm come indicato sui teli stessi. Per fissare i teli, si utilizzano gli specifici accessori: sui montanti viene incollato 395 ISOLAMENTO_12.indd 395 09/08/11 17:12 Le pareti verticali La posa di una struttura portante in metallo per contropareti (1/2) 1 - Fissare le guide a pavimento e a soffitto. In caso di fissaggio sotto un controsoffitto, avvitare le guide alla struttura portante del soffitto senza gravare sulla struttura del cartongesso, con tasselli idonei al supporto. Fissare il profilo guida di supporto orizzontale al centro della parete. 3 - Tagliare i pannelli di lana minerale con un'altezza pari a quella del muro maggiorata di 1 cm. Spingerli sulle aste filettate dei distanziatori. Posare i pannelli in modo che siano perfettamente affiancati. 2 - Applicare i distanziatori sul profilo centrale. La parte di ancoraggio e l'asta filettata si fissano a scatto. La lunghezza dell'asta filettata varia con lo spessore dell'isolante. Posizionare un distanziatore ogni 60 cm. 4 - Fissare i pannelli di lana minerale con i ganci dotati dei sistemi di bloccaggio . Nel caso di utilizzo di isolanti con freno al vapore preaccopiato, garantire la continuità del freno sigillando ogni giunto con strisce di nastro adesivo specifico . Per isolanti di tipo tradizionale, porre un telo freno al vapore (meglio se igrovariabile) su tutta la superficie, sigillando comunque i giunti. Figura 12.20: La posa di una struttura portante in metallo per contropareti (1/2) 396 ISOLAMENTO_12.indd 396 09/08/11 17:12 La posa in opera La posa di una struttura portante in metallo per contropareti (2/2) rès D'ap (Fonte: Placo®) rge Lafa m ≥1c 30 cm 5 - Tagliare i montanti verticali alla lunghezza necessaria. Inserire il montante nella guida a pavimento . Farlo ruotare per inserirlo nella guida a soffitto . Fissarlo quindi al gancio del distanziatore . 7 - Tagliare le lastre in cartongesso (con cutter o seghetto) per un'altezza pari a quella del muro meno 1 cm. Posare le lastre affiancate sui montanti e spingerle verso l'alto, tramite alzalastre manuale a leva, per farle poggiare al soffitto. Telo freno al vapore igrovariabile applicato su isolante 6 - Verificare la corretta installazione dei montanti, regolare la verticalità facendo perno sul distanziatore . Se si utilizza un isolante senza freno al vapore preaccoppiato, posare il telo in questa fase . 8 - Procedere con le finiture: nastri di armatura dei giunti sui raccordi tra pannelli e rasante anche sulle teste delle viti di fissaggio. Figura 12.21: La posa di una struttura portante in metallo per contropareti (2/2) 397 ISOLAMENTO_12.indd 397 09/08/11 17:12 Le pareti verticali Controparete su struttura in metallo con tenuta all’aria e controllo del vapor acqueo Struttura in metallo Isolante senza freno al vapore preaccoppiato Parete da isolare termicamente Sigillatura dei giunti tramite collante Telo freno al vapore igrovariabile Lastra in cartongesso Nastro adesivo freno al vapore specifico per sigillatura dei giunti Nastro biadesivo a lunga durata Sovrapposizione dei teli di freno al vapore Guaina adesiva di tenuta all'aria per il passaggio di canalizzazioni Sigillatura dei giunti tramite cordone di colla Figura 12.22: La controparete di una struttura in metallo con telo freno al vapore igrovariabile il nastro biadesivo a lunga durata, mentre i nastri adesivi acrilici, con un lato in velo traspirante, servono per sigillare i giunti tra i teli; per fissaggi alle pareti o per raccordi particolari, si utilizza un adesivo in pasta monocomponente ed elastico. Ogni apertura deve essere sigillata; esistono elementi per ogni soluzione, in figura 12.22 è rappresentato un particolare collarino adesivo per il passaggio degli impianti. Per maggiori dettagli sulla posa in opera dei teli freno al vapore, vedi alla pagina 601. Dopo la realizzazione della struttura, si procede con la posa delle lastre in cartongesso, tagliate, come i montanti, per un’altezza pari a quella della distanza pavimento/soffitto meno 1 cm. Le lastre di cartongesso vengono posate contro al soffitto, lasciando il giunto di dilatazione verso il pavimento, da riempire con silicone acrilico. Ogni lastra deve essere 398 ISOLAMENTO_12.indd 398 09/08/11 17:12 La posa in opera affiancata alla seguente. Le viti si distanziano tra loro di massimo 30 cm e non vengono posizionate a meno di 1 cm dai bordi. Si usano viti a testa conica da 25 mm di lunghezza; in caso di posa di un secondo strato di lastre, si usano viti da 45 mm. Verificare che la testa delle viti sia leggermente sottomessa rispetto alla superficie delle lastre in cartongesso, in modo tale da poterla stuccare a raso lastra con una sola mano di stucco. La rasatura dell’intera parete non è necessaria e non viene quindi eseguita. Le lastre in cartongesso vengono depositate in cantiere in luogo asciutto e pulito, appoggiate obbligatoriamente di piatto su tasselli di 10 cm di larghezza, distanziati di 0,50 m e di lunghezza pari alla larghezza delle lastre. Durante la movimentazione, evitare di fregare le lastre l’una contro l’altra e di appoggiarle a terra sugli angoli, causa rottura. Non utilizzare lastre rotte o tagliate, in quanto potrebbero compromettere la stabilità meccanica dell’opera. È possibile comunque riutilizzare gli sfridi di lavorazione non venati e con gli angoli perfetti. I giunti di finitura tra le lastre vengono realizzati con gesso e appositi nastri di armatura, vedi figura 12.29 per maggiori dettagli. Si rasa con gesso laddove necessario, quindi si applica la finitura o il rivestimento scelto. In caso di posa in locali ad alto tasso di umidità, la parete viene rivestita con le apposite lastre in cartongesso trattate idrofughe. Anche in questo caso, le lastre vengono posate contro al soffitto lasciando un giunto di dilatazione verso il pavimento, da riempire con silicone acrilico. Se la posa avviene su pavimento grezzo, sotto il profilo a pavimento e sotto al coibente si dispone un film di polietilene che va risvoltato e fatto risalire sia lungo il muro che lungo la lastra in cartongesso, per almeno 2 cm sopra il livello del pavimento finito. Questo film sarà poi nascosto dai battiscopa (figura 12.19). In caso di cambio di destinazione d’uso di un locale, quando gli ambienti divengono soggetti ad alto tasso di umidità, le eventuali lastre in cartongesso standard presenti vanno sostituite con lastre di gesso rivestito trattate idrofughe. Oppure, in seconda ipotesi, si può applicare un prodotto impermeabilizzante liquido, in abbondanza, anche nelle parti da piastrellare. (Si ricorda che il gesso è un materiale idrofilo, altamente sensibile all’umidità. Un lavoro di impermeabilizzazione di lastre di cartongesso può apparire meno costoso rispetto alla sostituzione di tutti i rivestimenti. Si valuti il fattore di durata nel tempo) (Ndr). Gli angoli andrebbero trattati con nastro angolare impermeabile e ripassati con più mani di impermeabilizzante così come le zone particolarmente esposte, intorno ai piatti doccia, sopra le vasche da bagno o nei bagni turchi. La figura 12.23 illustra le fasi di posa di un isolante in fibra di vetro su struttura metallica. I pannelli messi in opera sono bloccati per mezzo dei distanziatori che reggono i montanti e le lastre in cartongesso di tamponamento. In corrispondenza degli infissi esterni, è opportuno garantire la continuità del telaio metallico a supporto delle lastre di rivestimento in cartongesso (figura 12.24). Sono possibili varie metodologie per l’irrigidimento della struttura metallica nell’intorno dell’infisso. Sul telaio fisso della finestra, lungo il suo perimetro, sono avvitati quattro profili angolari, ad esempio da 30 3 35 mm, che serviranno da battuta per la lastra di cartongesso, ad evitare che la lastra presenti sbalzi. Vengono inseriti dei montanti intermedi, sul parapetto e sul tamponamento al di sopra della finestra, che rispettano il passo dei montanti a tutt’altezza e sono resi solidali con i profili angolari del telaio fisso della finestra. Gli spessori posti al parapetto o tamponamento si tagliano per l’altezza corrispondente, meno 1 cm. 399 ISOLAMENTO_12.indd 399 09/08/11 17:12 Le pareti verticali Incastrare i montanti verticali sui ganci dotati di opportuni spessori, regolare, quindi bloccare. I ganci mantengono l’isolante in posizione. Avvitare le lastre in cartongesso sui profili montanti. © Isover Dopo aver tagliato i pannelli d'isolante, installarli sui ganci distanziatori. Figura 12.23: Esempio di posa di una controparete su struttura portante metallica 400 ISOLAMENTO_12.indd 400 09/08/11 17:12 La posa in opera Il raccordo tra le strutture in metallo e gli infissi esterni Con angolari Con profili guida sagomati Montante Fissaggio a scatto Angolari Profilo guida tagliato, con estremità ripiegate Montanti laterali Profilo corrente etto Gancio distanziatore Parap 60 cm Montante intermedio Fissaggio mediante viti (Fonte: Lafarge) Attorno alla finestra posare dei profili angolari da 30 x 35 mm e avvitarli al parapetto, al tamponamento sopra alla finestra e fissare gli angolari verticali agli angolari orizzontali e al controtelaio. Rispettare il passo tra i montanti. Con raccordi d'angolo o connettori Piastra di giunzione I profili guida sagomati, sono incastrati nei montanti laterali e avvitati sui controtelai degli infissi. Profili montanti intermedi (Fonte: Placo®) Profili montanti laterali Sigillatura dei giunti per la tenuta all’aria mediante silicone. Esempio di connettore multiposizione Raccordo angolare Raccordi d'angolo o connettori Raccordo angolare Profilo guida a pavimento Profilo corrente di irrigidimento (Fonte: Isover) L'utilizzo di raccordi d'angolo è molto pratico quando non è possibile appoggiarsi sull'infisso. Il sistema permette anche di installare dei profili montanti intermedi (vedi riquadro). Profilo montante intermedio I raccordi angolari, permettono anche la continuità della struttura in metallo per l'isolamento dei sottotetti. Figura 12.24: Raccordo tra le strutture portanti e gli infissi esterni 401 ISOLAMENTO_12.indd 401 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Un altro metodo consiste nel posizionare, ai due lati verticali della finestra, in aderenza, un montante aggiuntivo a tutta altezza, a prescindere dal passo regolare degli altri montanti. Si tagliano le alette di due profili guida e si ribattono le estremità per formare angoli retti. I due cavallotti così creati costituiranno la battuta della lastra di cartongesso una volta incastrati nei montanti laterali e avvitati alla traversa superiore e inferiore dell’infisso. A muro, come sopra, vengono inseriti dei montanti intermedi allineati con gli altri e in cui si inseriscono i distanziatori intermedi, per rispettare l’intervallo di montaggio dell’insieme della parete. Un’altra soluzione consiste nell’utilizzare dei raccordi angolari. Possono essere metallici o in materiale plastico (vedi pagina 595). Permettono di posare i profili dei montanti in verticale e in orizzontale. Il sistema è polivalente e permette di risolvere numerosi casi, in particolare, in corrispondenza dei tamponamenti verticali dei sottotetti, permette di creare una struttura senza appoggio sull’infisso, utile quando non è possibile utilizzare viti, per esempio per un infisso in alluminio o in PVC. La posa di montanti intermedi sul parapetto e sul tamponamento risulta molto più agevole. In ogni caso, fare in modo che il raccordo tra due lastre in cartongesso non cada su un montante di raddoppio, anche a costo di iniziare la posa con una mezza lastra. Realizzare giunti di tenuta all’aria tra le lastre in cartongesso e il telaio dell’infisso con poliuretano espanso o con un sigillante acrilico. Naturalmente l’infisso deve essere stato montato in modo corretto e offrire una perfetta tenuta all’aria e all’acqua già a livello della muratura. I raccordi vanno trattati con particolare attenzione poiché sono gli elementi deboli della struttura, in particolare gli angoli sia rientranti sia uscenti (figura 12.25). Vicino agli angoli rientranti si inserisce un mon- tante verticale aggiuntivo su entrambi i lati dell’angolo, a circa 10 cm dal vertice del muro. Sul vertice dell’angolo, tra il profilo guida a soffitto e quello a pavimento, si inserisce un profilo guida in verticale, a guisa di montante. Questo per il rinforzo dell’angolo e per creare una battuta per l’avvitatura delle lastre in cartongesso. Anche per gli angoli uscenti, al vertice dell’angolo, si utilizza un profilo guida in posizione verticale, oppure si inserisce un montante vero e proprio in corrispondenza dell’estremità della lastra in cartongesso della parete, in modo da non creare sbalzi per la lastra. In presenza di un controsoffitto non isolato all’interno dell’intercapedine, è necessario fare arrivare l’isolante dalla parete verticale al solaio superiore. Per i carichi pesanti, come per esempio per i lavabi, i produttori propongono appositi elementi di sostegno. I rinforzi vengono montati nella posizione prevista sin dalla realizzazione della struttura. L’integrazione delle reti domestiche non pone problemi particolari. Le linee elettriche sono fatte passare tra l’isolante e la struttura metallica (figura 12.26). Con questo sistema di posa non è necessario forare l’isolante, non vi sono pertanto rischi di creare ponti termici. Si utilizzano gli speciali elementi a tenuta stagna per evitare la creazione di ponti termici, come le scatole da incasso ermetiche (figura 12.9). È possibile, inoltre, far passare le guaine dell’impianto elettrico in controsoffittatura per poi farle scendere in controparete fino ai cassettini a tenuta delle utenze. Si possono far passare gli impianti anche a solaio in un massetto dedicato alle reti; non è possibile farle passare all’interno del massetto flottante ma è possibile passare in verticale all’interno della controparete. Nelle strutture metalliche autoportanti, sono previste delle aperture nei montanti per permettere il passaggio delle reti. 402 ISOLAMENTO_12.indd 402 09/08/11 17:13 La posa in opera Raccordi particolari delle contropareti su struttura in metallo Angoli rientranti e uscenti D'après Placo Profilato utilizzato come montante d'angolo Profilo Profilo montante corrente Gancio distanziatore Isolante Lastra in cartongesso (Fonte: Isover) Profilo montante Profilo angolare Profilo guida a pavimento Profilo guida utililizzato come profilato montante d'angolo Isolante Lastre in cartongesso (Fonte: Lafarge) Lastra in cartongesso Controsoffitto non isolato L'isolamento termo-acustico deve essere prolungato nel controsoffitto per tutta l'altezza dell'intercapedine. Il profilo guida superiore può essere avvitato alla struttura portante del controsoffitto. Guida utilizzata come profilato d'angolo Guida a pavimento Fissaggio pesante Rinforzi in legno Per carichi superiori a 30 kg, prevedere rinforzi o supporti incorporati alla struttura in metallo. Per il dimensionamento occorre seguire le indicazioni fornite dal produttore del sistema costruttivo. Figura12.25: Raccordi particolari delle contropareti su strutture in metallo 403 ISOLAMENTO_12.indd 403 09/08/11 17:13 Le pareti verticali La posa di reti impiantistiche in controparete su struttura in metallo Nelle ristrutturazioni leggere Nelle nuove costruzioni o nelle ristrutturazioni pesanti (pavimentazione flottante) (Fonte: Isover) Le reti possono passare facilmente nello spazio creato dalla struttura in metallo tra l'isolante e la lastra in cartongesso. Non si possono far passare liberamente linee elettriche in una pavimentazione flottante o nello strato di isolante termico. Con struttura autoportante (Fonte: Placo®) Le linee elettriche e le tubazioni possono passare nello spazio vuoto tra la struttura in metallo e il coibente o nei controsoffitti. Le linee elettriche possono essere fatte passare tra isolante e lastre in cartongesso, passando nei fori dei montanti. Giunto di dilatazione Pavimento flottante Isolante Massetto gettato in opera Le canalizzazioni possono inoltre essere incorporate in un massetto realizzato sotto la pavimentazione flottante. Figura 12.26: La posa di reti impiantistiche in controparete su struttura in metallo 404 ISOLAMENTO_12.indd 404 09/08/11 17:13 La posa in opera Le finiture delle lastre in cartongesso Lastra in cartongesso Isolante Profilo montante Prima di passare alla descrizione delle fasi di finitura, ricordiamo che i rivestimenti in cartongesso devono rispettare alcune regole di planarità e di appiombo. La tolleranza dell’errore è, al massimo, di 5 mm ogni 2 m e di 5 mm di fuori piombo sull’altezza di un piano. I bordi delle lastre non devono distare tra loro di 1 mm. Si verifichi che le teste delle viti di fissaggio delle lastre in cartongesso siano perfettamente a livello con la superficie della lastra (figura 12.27). Se una vite viene inserita troppo in profondità, danneggia il rivestimento, non garantisce più una tenuta corretta ed è necessario asportarla ed effettuare un ulteriore fissaggio nei dintorni. Se la vite non va abbastanza in profondità, resta visibile e sarà dunque necessario avvitarla più a fondo in seguito. Si procede con la stuccatura dei giunti con gesso e con l’ausilio degli specifici nastri di rinforzo (figura 12.28). Successivamente si può rasare dove necessario. Nella realizzazione dei giunti si presti la maggior cura possibile, poiché da questo dipende l’aspetto finale della parete. Il metodo di esecuzione è lo stesso per i vari sistemi di rivestimento in cartongesso, a parete o in controsoffittatura. Il gesso si trova pronto all’uso o in polvere, più puro ed economico, da miscelare con acqua all’interno di un recipiente elastico e deformabile così che sarà facile rimuovere i residui solidi; il gesso asciuga rapidamente. È uso comune riempire mezzo pallone da gioco in gomma con polvere di gesso e ricoprirla con acqua, si attende qualche istante, senza mescolare, che il composto diventi una pasta e poi la si stende con la spatola. Sono necessarie più spatole per stucco di varie larghezze, di cui almeno una deve essere di larghezza inferiore a quella di due bordi bisellati uniti di testa. È possibile anche utilizzare Figura 12.27: Il posizionamento delle viti di fissaggio CORRETTO un frattazzo con lama in acciaio inox per la finitura, se si è in grado di utilizzarlo correttamente, e dei normali nastri coprigiunto in carta. Hanno una larghezza di 50 mm, sono in carta speciale microperforata, hanno una ridotta igroscopicità e una forte resistenza meccanica. Se i nastri sono dotati di un lato marcato, questo sarà rivolto verso le lastre in cartongesso (figura 12.29). Prima di essere applicati negli angoli, i nastri vanno piegati al centro. Esistono comunque nastri angolari rinforzati con due bande flessibili in metallo specifici per la protezione degli spigoli, la cui parte con l’armatura metallica va rivolta verso le lastre. Per una finitura perfetta dei giunti il nastro va annegato sempre in più mani d’intonaco. È così che si eviteranno le fessurazioni tra lastre in cartongesso. In caso di giunti a croce, ovvero all’intersezione tra quattro lastre, i nastri non vengono sovrapposti per non creare sovra spessori: un nastro viene fatto passare in continuità mentre l’altro viene interrotto in prossimità 405 ISOLAMENTO_12.indd 405 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Il trattamento dei giunti di lastre in cartongesso Il materiale Nastro di carta semplice Frattazzo La marcatura o la parte ruvida va sul lato parete Anima in metallo (Fonte: Placo®) Nastro di carta rinforzato Rasante pronto all'uso per giunti Nastro di armatura coprigiunto Spatola larga Gli incroci di nastri Schema di posa Fondo di rasante per giunti Nastro coprigiunto continuo Nastro coprigiunto Nastri interrotti (Fonte: Placo®) Mano di finitura Per evitare sovraspessori, non sovrapporre i nastri coprigiunto. (Fonte: Lafarge) Raccordo bordo bisellato / bordo diritto (Fonte: Placo®) Raccordo tra due bordi diritti (tagli) 1 - Le lastre devono essere posate affiancate. I giochi superiori a 1 mm devono essere riempiti con malta a base di gesso. 2 - Il giunto viene trattato come un giunto classico, ma si allargano le mani di finitura. Il bordo bisellato è riempito con malta a base di gesso. Il giunto viene quindi trattato come sopra. Figura 12.28: Il trattamento dei giunti di lastre in cartongesso 406 ISOLAMENTO_12.indd 406 09/08/11 17:13 La posa in opera Realizzazione dei giunti tra lastre in cartongesso o contropareti (1/2) 1 - Applicare una mano di rasante a spatola sul giunto tra le 2 lastre, sui bordi bisellati. 4 - Premere sul nasto per eliminare il rasante in eccesso. Procedere con la lama della spatola inclinata e dall’altro verso il basso. 2 - Con la lama della spatola incidere lievemente per segnare l'asse del raccordo tra le due lastre su tutta l'altezza. 5 - Dopo l'essiccazione (da 1 a 12 ore, a seconda del tipo di rasante), passare una mano di finitura con il frattazzo, allargandovi leggermente sulle parti piane. 3 - Posizionare il nastro sull'asse del giunto, con la marcatura o la parte ruvida sul lato verso il rasante. Procedere dal basso verso l'alto. 6 - Per il trattamento degli angoli convessi, applicare una mano di rasante da ambo le parti del raccordo. Figura 12.29: La realizzazione dei giunti tra lastre in cartongesso (1/2) 407 ISOLAMENTO_12.indd 407 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Realizzazione dei giunti tra lastre in cartongesso o contropareti (2/2) 7 - Piegare a metà il nastro coprigiunto, quindi applicarlo nell'angolo, spingendolo con la lama della spatola. Procedere allo stesso modo per l'altro lato. Angolo sporgente: 1 - Dopo la rasatura, piegare e posare il nastro rinforzato con l'anima in metallo a contatto della lastra in cartongesso. 8 - Applicare il rasante di finitura con il frattazzo, dal basso verso l'alto e inizialmente su un solo lato dell'angolo. 2 - Applicare il rasante di finitura su un solo lato del nastro, allargandosi sulla parete, lasciare asciugare. Eventualmente carteggiare. 3 - Dopo l'essiccazione del rasante del primo lato del nastro, procedere allo stesso modo per rasare sull'altro lato del nastro. 3- Ripetere l'operazione per l'altro lato dell'angolo. Figura 12.29: La realizzazione dei giunti tra lastre in cartongesso (2/2) 408 ISOLAMENTO_12.indd 408 09/08/11 17:13 La posa in opera del giunto. In caso di posa di lastre con bordi vivi, non bisellati, si può realizzare ugualmente la sigillatura del giunto con nastro anche se si creeranno inevitabilmente dei sovraspessori. Sarà necessario applicare più mani, allargando ogni volta l’area stuccata così da rendere meno visibile il giunto. Nel caso di un raccordo tra una lastra a spigoli vivi ed una a bisello, viene prima colmata con malta adesiva la sezione bisellata; ad asciugatura completata si finisce il lavoro procedendo come nel caso di due lastre a spigolo vivo. Si consiglia l’uso di lastre a bordi bisellati per una maggiore resa estetica del lavoro e facilità di lavorazione. Per un buon lavoro si deve procedere sempre a mani fini e regolari, si rispettano i tempi di asciugatura, si leviga con carta vetro dove necessario, quindi si applica lo strato successivo. La posa non va eseguita in una sola mano, né si deve procedere con la realizzazione di una stuccatura in spessore con l’idea di levigare in seguito. È meglio applicare poco stucco piuttosto che troppo (spesso i neofiti realizzano male i giunti tra lastre in cartongesso, in quanto cadono in questo errore). È sempre possibile correggere e rifare il lavoro. Se viene applicata una quantità eccessiva di stucco, i giunti vengono levigati per ridurre i sovra spessori; questo tipo di correzione è un lavoro lungo che porta quasi inevitabilmente al deterioramento del rivestimento cartonato delle lastre, condizione per cui non si riuscirà più a ottenere una superficie liscia e regolare. Inoltre, se si tenta di realizzare i giunti in una sola operazione, lavorando sullo stucco fresco, vi è il rischio di spostare i nastri coprigiunto, creando un effetto non liscio e molto irregolare. Per realizzare in modo corretto i giunti, si inizia applicando una mano di stucco tra le due lastre (figura 12.29). Si segna con un leggero solco la posizione del giunto tra le lastre con la punta della spatola, in modo da avere una linea di riferimento per posizionare il nastro di carta perfettamente in asse con il giunto. Il nastro coprigiunto si srotola dal basso verso l’alto e si preme lievemente con il dorso della mano, per farlo aderire si comprime con la spatola, questa volta dall’alto verso il basso, per rimuovere lo stucco in eccesso. Si utilizza una spatola inox di larghezza inferiore a quella dell’incavo tra i due bordi bisellati. La lama deve essere tenuta leggermente inclinata verso il basso poiché, ad angolo retto, verrebbe rimossa una quantità eccessiva di stucco, con il rischio di rovinare il nastro coprigiunto; al contrario, se troppo inclinata, si lascerebbe troppo stucco. Questa prima mano si realizza normalmente dunque, lavorando sottomessi rispetto alla superficie delle lastre. Il nastro deve essere semplicemente ricoperto di una sottile pellicola di stucco, durante la fase di essicazione si lavorano gli altri giunti, è bene attendere diverse ore, o meglio il giorno seguente, prima di procedere con la seconda passata. Per realizzare la mano di riempimento si utilizza invece una spatola la cui lama sia più larga della zona d’incavo tra le due lastre, in modo tale che la lama si appoggi perfettamente e scorra sulla superficie delle lastre. Si può usare anche una manara inox. Con una quantità abbondante di stucco sulla lama, si colma tutta la zona dell’incavo con movimento dal basso verso l’alto, prestando attenzione a riempirlo completamente a livello della superficie delle lastre. A completa essicazione si possono rimuovere eventuali eccessi con cartavetro, quindi si applica una mano sottile di finitura allargandosi per 2 - 5 cm oltre la zona precedentemente trattata, infatti con l’asciugatura possono verificarsi facilmente fenomeni di ritiro. Un’eventuale rasatura garantisce comunque la perfetta planarità della parete. 409 ISOLAMENTO_12.indd 409 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Per realizzare i giunti negli angoli uscenti, si procede analogamente. Si applica lo stucco con una spatola da una parte e dall’altra dell’angolo, poi si piega a metà il nastro di carta seguendo il segno di piegatura e lo si applica, dal basso verso l’alto, all’interno dell’angolo con la spatola, prima contro un lato della parete, poi contro l’altro. Si ripassa con una mano leggera, in senso opposto, per umidificare la carta ed evitare che si sfilacci. Con la manara si applica uno strato di stucco su un primo lato dell’angolo a si lascia asciugare completamente prima di ripetere l’operazione sull’altro lato dell’angolo. Si procede sempre nello stesso modo, con passaggi di stuccatura poco carichi; se la quantità di materiale applicato non è sufficiente si procede con ulteriori passate ma sempre poco cariche. Ancora una volta, non cercare di realizzare l’angolo in una sola operazione. Per gli angoli rientranti si procede allo stesso modo, ma utilizzando un nastro di carta rinforzato. Viene applicata una mano di stucco su ogni lato dell’angolo. Il nastro viene piegato, posato sullo stucco fresco e leggermente compresso, prima da un lato, quindi dall’altro. Si lascia asciugare la prima mano. Poi si stucca uno dei lati, si lascia asciugare, quindi si ripete per l’altro lato dell’angolo. A completa essicazione si rasa con una mano di finitura da una parte e dall’altra dell’angolo, allargandosi sulla lastra. Per rinforzare un angolo rientrante con un profilo paraspigoli plastico o metallico, si applica uno stucco adatto su ogni lato dell’angolo, si preme il profilo sullo stucco fresco, in modo tale da ottenere un angolo perfettamente verticale, che viene regolato con l’ausilio di un rigone. Una volta asciugata la prima mano si applica la seconda su ogni lato per coprire il profilo, quindi si lascia asciugare. Si asportano le sbavature con cartavetro, quindi si posano una o più mani di stucco di riempimen- to, poi di finitura, da una parte e dall’altra dell’angolo, lasciando asciugare bene tra un passaggio e l’altro. In tutti i casi, le teste delle viti e i piccoli graffi o difetti vanno stuccati con uno o più passaggi. Solo ad essicazione completa si possono applicare le finiture, cioè almeno dopo 48 ore in condizioni normali di ventilazione e igrometria. La parete può essere finita con carta da parati dopo che sia stata trattata su tutta la superficie con una mano di isolante di fondo con prodotti specifici come indicato dai produttori. Se le lastre di cartongesso sono vendute già con finitura, questa fase non è necessaria. Se si intende finire la parete con pittura, qualsiasi sia il grado di finitura scelto, è necessario rasare tutta la superficie con rasante idoneo, in gesso o calce e gesso. Questo per ottenere un supporto perfetto, particolarmente se la pittura è lucida. La finitura può essere realizzata anche in piastrelle o mosaico. Come detto precedentemente, il gesso è un materiale altamente igroscopico, è opportuno quindi porre in opera solo lastre trattate idrofughe, da proteggere ulteriormente con uno strato di impermeabilizzazione, anche al di sotto della piastrellatura, adatto al tipo di colla per piastrelle. I battiscopa possono essere posati con colla o per chiodatura, con i chiodi disposti in obliquo. Le lastre in cartongesso possono essere caricate con pesi esigui poiché non offrono sufficiente resistenza. Le lastre in gessofibra sono migliori da questo punto di vista. Il carico massimo applicabile a muro dipende dal tipo di elemento di fissaggio posto in opera e dal tipo di lastra (figura 12.30). Si consiglia sempre di verificare la resistenza ai carichi sospesi nelle zone libere da montanti attraverso le schede tecniche del prodotto. A titolo esemplificativo, come dichiarato dal produt- 410 ISOLAMENTO_12.indd 410 09/08/11 17:13 La posa in opera Fissaggi nelle lastre in cartongesso (Fonte: Placo®) Fissaggio leggero: utilizzare fissaggi di tipo gancio X o simile. Fissaggio medio: utilizzare tasselli in metallo a espansione, con un interasse minimo di 60 cm. Fissaggio pesante: utilizzare insiemi di tasselli e viti speciali che si fissano direttamente nell'opera in muratura. Ndr: I carichi ammissibili variano in base allo spessore della lastra e al tipo di prodotto. Per verificare la capacità portante del tipo di lastra impiegato e del tipo di fissaggio, occorre consultare le schede tecniche fornite dal produttore. Figura 12.30: I fissaggi nelle lastre in cartongesso tore, una lastra in gessofibra da 12,5 mm di spessore, con vite da Ø 5 mm in zona libera, può resistere ad un carico sospeso di 30 kg; invece con tassello da vuoto Ø 8 mm, ad un carico di 50 kg e di 17 kg con chiodi per quadri (Ndr). Le contropareti in muratura L’isolamento con controparete in muratura consiste nella posa di un isolante a diretto contatto con la parete d’involucro e nella realizzazione di una controparete in laterizio di spessore almeno pari a 5 cm. Si impiegano vari tipi di isolanti, tra cui i pannelli in fibra di legno, in lana di vetro o di roccia, in polietilene, in poliestere. Può essere necessaria, con l’impiego di materiali fibrosi, la posa di un telo freno al vapore, da stabilirsi con verifica termoigrometrica (es. metodo di Glaser). È da considerare la permeabilità al vapore acqueo dei materiali petrolchimici poiché, nella maggior parte dei casi, costituiscono essi stessi barriera al vapore. Indipendentemente dal tipo di materiale scelto, si deve garantire la continuità di posa in opera dei pannelli isolanti e la perfetta sigillatura dei giunti. L’isolante deve essere scelto e fissato in modo che non subisca fenomeni di scorrimento verso il basso, causati dal suo stesso peso; si deve garantire la stabilità chimica e fisica nel tempo perché, una volta mon- 411 ISOLAMENTO_12.indd 411 09/08/11 17:13 Le pareti verticali tata la controparete, non sarà più accessibile per ispezione, con il rischio di avere prestazioni termiche non adeguate. A seconda del tipo di prodotto sono possibili vari sistemi di fissaggio e posa in opera. In ogni caso, la parete da coibentare deve essere omogenea e pulita. I pannelli devono coprire tutta la superficie della parete ed essere sempre posti in aderenza l’uno con l’altro per garantire la continuità dell’isolamento termico e, conseguentemente, evitare la formazione di ponti termici. In genere, i pannelli in materiale fibroso vengono tagliati per un’altezza pari a quella del locale ma maggiorata di 1–2 cm, in modo da risultare leggermente compressi in fase di posa. I giunti tra pannelli devono essere sigillati con gli appositi nastri adesivi, come indicato nelle schede tecniche di ciascun prodotto. Se necessaria la posa di un telo freno al vapore, i teli si posano l’uno sull’altro con un sormonto di circa 10 cm, come indicato sui teli stessi. Si sigillano tutti i giunti tra i teli con gli appositi nastri adesivi e i giunti tra telo e muratura con gli appositi sigillanti in pasta. La mancata sigillatura dei giunti determina la formazione di ponti termici. I teli freno o barriera al vapore sono posti verso il lato caldo della stratificazione, ovvero l’aria umida nel passaggio verso l’esterno deve incontrare prima il telo poi il coibente (Ndr). Per posa in opera di pannelli aventi un’altezza pari a quella del locale si preferisce un fissaggio meccanico; se invece i pannelli hanno dimensioni ridotte, ad esempio 1.350 3 600 mm, è possibile sia il fissaggio meccanico che la posa con apposito collante. Gli elementi e i metodi di fissaggio meccanico dei pannelli sono vari, a seconda del supporto e del tipo di pannello e del produttore; i metodi di posa a secco vengono descritti nelle schede tecniche del prodotto scelto. Un metodo molto diffuso utilizza tas- selli ad espansione con viti in plastica, o in acciaio zincato termicamente protetto con plastica (tassello a percussione), a seconda dei supporti, e con piatto di tenuta; la testa larga a disco è in materiale plastico, quindi isolante. La lunghezza della vite dipende da quella del coibente e del tipo di supporto e profondità di fissaggio. I tasselli a percussione non possono essere usati su mattone forato. L’utilizzo di pannelli di altezza pari a quella del piano a fissaggio meccanico rende più semplice e più rapido il montaggio. Con tasselli ad espansione e viti adatte, o con chiodi per calcestruzzo, si fissano al muro le staffe di fissaggio in metallo. In caso di muro in blocchi di cemento e posa con staffe, queste vanno allineate rispettando un passo regolare, di circa 1,20 m in orizzontale e 0,60 – 0,80 m in verticale. La prima fila di staffe non deve distanziare più di 0,6 m da un angolo, da un infisso o da terra. Le staffe vengono inserite sui giunti in malta dei blocchi. In genere, si prevedono, come minimo, un punto di fissaggio nel baricentro del pannello, uno in alto ed uno in basso. Se il muro ha un’altezza di 2,70 m, si effettuano due fissaggi in alto e due in basso su ogni foglio di isolante. Le staffe vengono piegate ad angolo retto, i pannelli di isolante vengono spinti contro le staffe e quindi forati localmente. I pannelli devono essere ben affiancati, senza spazi vuoti a terra e al soffitto. Le estremità delle staffe vengono ripiegate verso l’alto a bloccare l’isolante che, comunque, non va compresso anche se deve essere attaccato perfettamente al muro. Per assicurare la continuità del freno al vapore dei pannelli preaccoppiati, si sigillano le teste metalliche delle staffe ed i giunti tra i pannelli (figure 12.31 e 12.32). I giunti tra lo strato di freno al vapore preaccoppiato e la muratura si realizzano con delle bande di film PE o PP 412 ISOLAMENTO_12.indd 412 09/08/11 17:13 La posa in opera Figura 12.31: Il posizionamento dell’isolante per mezzo di staffe di fissaggio che vengono incollati con nastro adesivo sul lato in carta kraft e con apposito adesivo in pasta sulla muratura; l’inconveniente di prolungare lo strato di freno al vapore sulla muratura non si ha nel caso di posa di freno al vapore in teli. In genere, la disposizione dei tasselli è analoga a quella dei punti di colla come del resto il metodo di posa. I metodi di applicazione della colla sono descritti nelle schede tecniche del prodotto scelto. Solitamente viene applicata in modo omogeneo sul retro del pannello o per punti, come illustrato nei disegni di figura 12.36. La posa dei pannelli rigidi, ad esempio quelli in polistirene estruso, inizia dal basso con una prima fila. La seconda fila inizierà con mezzo modulo al fine di creare una disposizione a giunti sfalsati. I pannelli devono avere i bordi perfettamente contigui. I pannelli della fila superiore vengono tagliati per adattarli all’altezza del locale. Una volta fissato lo strato coibente e l’eventuale telo freno al vapore, è possibile passare le linee degli impianti. Le guaine elettriche sono applicate sopra l’isolante e tenute ferme con nastro adesivo. È difficile integrarli nelle contropareti, a causa del loro spessore ridotto, sempre che non si utilizzino degli elementi da 7 cm di spessore minimo. Una volta ultimate le canalizzazioni, si realizza la controparete facendo attenzione a non comprimere l’isolante; si può mantenere uno spazio di 10 mm. La controparete può essere in tavelloni. Per attenuare le vibrazioni e la trasmissione di rumore, posarla su una banda resiliente. Posare gli elementi a giunti sfalsati, verificare la planarità e la verticalità in corso d’opera. Una volta completata, si intonaca a calce, poi si rasa con rasante in grassello di calce o a base di gesso e calce, poi si pittura. 413 ISOLAMENTO_12.indd 413 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Isolamento dall’interno con controparete (1/2) Tipi di fissaggio Fissaggio a colla Fissaggio meccanico Pannello di isolante fibroso Staffa metallica Fissaggio delle staffe in metallo Striscia di malta adesiva Punto di malta adesiva L'incollaggio è adatto alle lane minerali e agli isolanti alveolari. Tassello con testa a stella ø flangia ≥ 90 mm 1 - Inchiodare 2 - Piegare la staffa la staffa a 90° a livello al muro. della piega. Fissaggio a placca Staffa portante Utilizzare come minimo due tasselli per pannello, di cui uno nella parte alta del pannello (al centro, parte superiore). Chiodo per calcestruzzo 3 - Mettere l'isolante in posizione, quindi ripiegare l'estremità della staffa verso l'alto. Utilizzare due dispositivi di fissaggio in alto e due in basso su ogni pannello di isolante. Utilizzo per lana minerale. Placca a scatto Posa in opera 0,50 – 0,80 m 1 - Inchiodare le staffe di fissaggio nei giunti del muro con chiodi adeguati. Iniziare la posa delle staffe a 60 cm da un angolo della stanza. Posare i dispositivi di fissaggio circa ogni 60/80 cm. Procedere alla posa di una seconda fila distanziata di circa 1,20 m dalla prima. 2 - I fogli di isolante da 1,20 m di larghezza sono tagliati ad un'altezza pari a quella del vano più 1 cm per un corretto sostegno e per eliminare le infltrazioni d'aria. Fissare i pannelli alle staffe, quindi ripiegare le estremità di queste ultime sull'isolante senza comprimere troppo. Nella posa i fogli di isolante devono essere affiancati perfettamente. Figura 12.32: L’isolamento dall’interno con controparete (1/2) 414 ISOLAMENTO_12.indd 414 09/08/11 17:13 La posa in opera Isolamento dall’interno con controparete (2/2) 3 - Nel caso di coibenti con freno al vapore preaccoppiato, per garantire la continuità del freno, è opportuno applicare del nastro adesivo specifico freno-vapore alla giunzione tra i fogli e all'estremità delle staffe di fissaggio. Posizionare dei nastri di PE in alto e in basso, incollati con adesivo e mastice di tenuta. 5 - Procedere al montaggio della controparete. Si possono utilizzare tavelloni, lastre di cartongesso o di calcestruzzo cellulare, blocchi di calcestruzzo di 5 cm di spessore. La parete in mattoni posa su una banda fonoassorbente, per ridurre la trasmissione dei rumori. 4 - È possibile, a questo punto, installare i condotti elettrici destinati ad alimentare la stanza. Possono essere tenuti fermi con del nastro adesivo. È possibile passare le linee anche formando un'incavatura nella controparete, ma il suo spessore ridotto non rende possibili percorsi lunghi. 6 - Nel caso di un tramezzo in lastre di cartongesso o di calcestruzzo cellulare, la banda fonoassorbente viene installata sulla parte alta. Procedere quindi alle finiture, intonaco e rasante, posa dei battiscopa, del materiale elettrico… Figura 12.32: L’isolamento dall’interno con controparete (2/2) 415 ISOLAMENTO_12.indd 415 09/08/11 17:13 Le pareti verticali 12.2 L’isolamento a cappotto L’isolamento a cappotto è un isolamento applicato dall’esterno sul muro portante dell’involucro, protetto e rifinito con varie soluzioni. Nella scelta del coibente si considera anche il tipo di finitura, più o meno tradizionale o permeabile al vapore, dall’intonaco in calce ai rasanti a base di resine sintetiche. Sono possibili anche applicazioni di materiali di rivestimento e la creazione di una facciata ventilata. La finitura ad intonaco viene realizzata su coibenti fissati direttamente alla muratura che vengono rasati e intonacati in strato sottile con rete portaintonaco. Gli intonaci di finitura sono di tipo sintetico oppure naturale. Alcuni sistemi prevedono l’uso di uno stesso prodotto collante sia per il fissaggio dei pannelli alla muratura che per lo strato di intonacatura; si presti molta attenzione alla compatibilità tra i materiali dei vari strati, alla composizione chimica e alla permeabilità al vapore dei prodotti scelti. Esistono anche sistemi di finitura in materiali applicati su una controstruttura fissata alla parete portante, ad esempio finiture in lastre d’ardesia, scandole lignee o in laterizio, tavole sovrapposte etc. In genere si lascia un’intercapedine tra l’isolante e il rivestimento di finitura; se l’intercapedine è areata si parla di facciata ventilata. I rivestimenti con pannelli “veture” sono si- stemi non tradizionali i cui elementi comprendono un isolante, in genere polistirene espanso stampato o estruso, lana di roccia o poliuretano, e un rivestimento. L’insieme è fissato meccanicamente alla parete verticale. Il principio dei rivestimenti in pannelli “vetage” è sostanzialmente lo stesso, eccetto il fatto che gli elementi non incorporano isolante termico. Questo, rigido e non idrofilo, è posato tra il rivestimento in pannelli vetage e la parete. Non è quindi necessario lasciare un’intercapedine. I rivestimenti in pietre sottili sono posati su staffe o elementi di sospensione fissati direttamente sulla facciata. L’isolante termico è quindi indipendente, installato direttamente contro il muro. Viene lasciata un’intercapedine tra isolante e strato esterno. Gli isolanti semirigidi e non idrofili di feltro sono i più utilizzati in questo caso. Le facciate semicontinue sono adatte a strutture principali pesanti, in genere in calcestruzzo gettato, con isolamento esterno e intercapedine. Nella maggior parte dei casi, gli elementi in vetro sono portati da una struttura metallica, metodo usato per gli edifici del terziario. Non descriveremo qui la messa in opera per questi ultimi sistemi costruttivi anche perché la scelta di prodotti e metodi di applicazione è ampia, e perché gli edifici per civile abitazione si rifiniscono generalmente a intonaco, con rivestimenti in pannelli o con facciata ventilata. Finiture a intonaco 416 ISOLAMENTO_12.indd 416 09/08/11 17:13 La posa in opera Per questo tipo di isolamento sono possibili alcune soluzioni: a intonaco sottile a base di leganti minerali, organici o a intonaco in calce idraulica. Nel caso di realizzazione di intonaco sottile, è possibile fissare l’isolante alla parete con colla o con un dispositivo di fissaggio meccanico, con profilati o connettori in plastica. È possibile inoltre adottare una soluzione mista, a punti di colla e tasselli, adatta per posare la lana di roccia o per muri irregolari (figura 12.33). Una rete in fibra di vetro (figura 12.34) viene annegata nella prima mano di rasatura applicata direttamente sull’isolante. Nel caso di un intonaco in spessore, l’isolante viene incollato al muro portante o fissato meccanicamente con tasselli a espansione con testa a stella o a testa larga a disco, in polietilene o in polipropilene (figura 12.35). È possibile utilizzare un sistema misto di fissaggio con l’uso contemporaneo di colla applicata per punti e di tasselli. Si possono usare dei pannelli in polistirene espanso, provvisti di scanalature a coda di rondine sul lato destinato a ricevere l’intonaco, o dei pannelli preaccoppiati in fibra di legno cemento. L’intonaco si applica in due strati con interposta retina portaintonaco in metallo o in fibra di vetro, in particolare si inserisce la banda di rinforzo d’angolo, o paraspigoli. La finitura può essere grezza, tirata liscia o a effetto raschiato, con spessori compresi tra 2 e 14 mm. Per esempio, si può realizzare un intonaco tirato, a effetto bucciato da 3 mm, un intonaco applicato a cazzuola da 7 mm, o un intonaco a effetto raschiato da 10 mm. Per la posa a colla sono possibili varie soluzioni, come indicato alla figura figura 12.36: incollaggio su tutta la superficie, a punti, a bande e il metodo colla/tassello. In ogni caso, la colla cementizia deve essere adatta al tipo di supporto e pannello. Figura 12.33: Isolamento termico esterno con pannelli di lana di roccia L’incollaggio su tutta la superficie è adatto alle superfici che presentano una perfetta planarità. I piccoli difetti di planarità devono essere inferiori a 1 cm. La colla va applicata su tutta la superficie del pannello isolante, lasciando libera una banda di 2 cm lungo i bordi. Questa precauzione evita di veder rifluire la colla cementizia attraverso i giunti quando si preme il pannello alla parete. Per applicare la colla cementizia si utilizza un frattazzo dentato (6-10 mm). Se il supporto presenta una superficie irregolare o difetti di planarità fino a 1 cm, è possibile optare per l’incollaggio a punti o a bande. Nel primo caso, si distribuiscono dei punti di colla cementizia di spessore regolare su tutta la superficie del pannello, rispettando un minimo di 16 punti per m2. Per l’incollaggio a bande, si applica una striscia non in continuo ma di spessore regolare sul 417 ISOLAMENTO_12.indd 417 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Figura 12.34: Esempio di rete portaintonaco in fibra di vetro bordo esterno del pannello, lasciando libera una banda di 2 cm sui bordi. Il cordone non deve essere continuo, in quanto creerebbe l’effetto ventosa al momento del posizionamento sulla parete. Al centro del pannello si applicano due cordoni incrociati o colla per punti. Se il supporto è molto irregolare o se le differenze di livello sono superiori a 1 cm, è preferibile scegliere il metodo colla/tassello, che consiste nel rinforzare l’incollaggio mediante tasselli a espansione e a taglio termico. Nei punti di colla si posizionano dei tasselli con testa a stella di diametro minimo di 50, 60 o 90 mm con vite rivestita. Il fissaggio mediante profilati si effettua con elementi in PVC. La prima fila di pannelli posa sul profilo di partenza, posto in basso in continuo. Si posizionano gli elementi di bloccaggio verticali, in corrispondenza del- la scanalatura del bordo verticale di ogni pannello e si fissano meccanicamente alla parete. Si posizionano i profilati orizzontali di irrigidimento nelle scanalature dei bordi superiori lungo tutta la fila di pannelli, quindi si fissano meccanicamente alla parete. A livello delle aperture, si fissa con colla o tassellatura. È possibile anche posare un profilo guida di partenza, in posizione inversa, dopo avere realizzato una scanalatura sul bordo del pannello. Il fissaggio mediante tasselli è possibile se il supporto è sufficientemente regolare (difetti inferiori a 1 cm). Il numero di tasselli da utilizzare dipende dalle condizioni di esposizione al vento. Nel migliore dei casi, il numero minimo di tasselli per metro quadrato è 8, con testa di diametro di 50 o 60 mm. Per posizionare e mantenere temporaneamente fermi i pannelli, si posiziona 418 ISOLAMENTO_12.indd 418 09/08/11 17:13 La posa in opera I metodi di fissaggio di un isolante intonacabile Fissaggio a colla Fissaggio a colla + meccanico (con tasselli) Lastre incollate Lastre incollate e tassellate Base intonaco Rete portaintonaco d'armatura Intonaco di finitura Rinforzo d'angolo Fissaggio meccanico Tassello ad espansione in polipropilene con chiodo Profilato di partenza con rompigoccia Profilato di fissaggio Posa su profilati Elemento di irrigidimento o profilato di fissaggio Figura 12.35: I metodi di fissaggio di un isolante intonacabile 419 ISOLAMENTO_12.indd 419 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Indicazioni per il fissaggio delle lastre di polistirene Fissaggio con collante per pannelli isolanti Sostegno con irregolarità e scarti di planarità fino a 1 cm Sostegno con planarità corretta Punti di collante (16 per m2) Collante applicato con spatola dentata Cordoni di collante Fissaggio meccanico Lastre da 1,00 m x 0,50 m Numero di tasselli per m2 Depressione massima con vento normale (Pa) (con tasselli a testa da Ø 50 o 60 mm) 8 700 10 850 12 1 050 8 tasselli per m2 O 10 tasselli per m2 O 12 tasselli per m2 O Non possibile con lane minerali Fissaggio mediante profilati – parametri indicativi Fissaggio delle lastre mediante profilati orizzontali e: Dimensioni delle lastre (mm) Depressione massima con vento normale (Pa) profilati di giunzione verticali (elementi di irrigidimento) 500 x 500 700 profilati di fissaggio verticali di almeno 20 cm con un fissaggio nel mezzo 500 x 500 1 100 profilati di fissaggio verticali da 40 a 43 cm con 2 fissaggi distanziati di 30 cm 500 x 500 1 675 Fissaggio con tassello e malta Tassello Punto di malta (superficie posteriore) Pannello visto di fronte I valori sono indicativi e occorre valutare caso per caso analizzando le schede tecniche dei materiali Figura12.36: Indicazioni per il fissaggio degli isolanti 420 ISOLAMENTO_12.indd 420 09/08/11 17:13 La posa in opera un tassello nella parte alta. Il fissaggio con profilati dipende anche dall’esposizione al vento dell’edificio. L’isolamento a cappotto con finitura in intonaco sottile Questa soluzione è adatta a numerosi tipi di facciate in ristrutturazione o in nuova edificazione, dalle strutture in laterizio a quelle in calcestruzzo, intonacate o meno. I materiali coibenti sono vari: polistirene espanso grafitato (figura 12.37) o meno (ignifugato), lana di roccia ad alta densità e pannelli in fibra di legno. La superficie della muratura deve essere pulita, regolare, asciutta. In caso di posa a cappotto in nuova edificazione, a seguito del completamento della muratura esterna, è opportuno attendere la completa maturazione e asciugatura delle malte prima di posare l’isolamento termico esterno, il che può richiedere anche più di 30 giorni. Se la pare- Figura 12.37: L’isolamento in polistirene espanso (EPS) con grafite per l'isolamento termico per cappotto con intonaco sottile 421 ISOLAMENTO_12.indd 421 09/08/11 17:13 Le pareti verticali te è in calcestruzzo, è opportuno attendere anche 45 giorni. Nel caso di una costruzione in calcestruzzo gettato in opera, controllare che il prodotto di disarmo non comprometta l’aderenza della colla cementizia. Su facciate preesistenti, in ristrutturazione, la posa a colla è possibile esclusivamente se il l’intonaco esistente è aderente e non presenta deterioramenti notevoli, in caso contrario andranno asportate le parti ammalorate e stuccate. Se la parete è dipinta o presenta un rivestimento impermeabile, un rivestimento in plastica spessa o un rivestimento semi-spesso, sarà necessario rimuoverlo utilizzando un processo chimico, termico o meccanico. Nel caso di un rivestimento piastrellato, rimuovere qualsiasi prodotto applicato in precedenza. Effettuare delle prove di aderenza prima di procedere alla posa dell’isolante. Se il fissaggio è meccanico, non è necessario sverniciare la parete. In compenso, è necessario sondare tutte le superfici intonacate, scrostare e riparare le zone non aderenti. La posa a colla (figura 12.38) non deve essere realizzata in presenza di pioggia e richiede una temperatura esterna adeguata, compresa tra 5 e 30 °C. Il supporto non deve essere gelato, intriso d’acqua o riscaldato dal pieno sole, la posa deve avvenire su ponteggi regolamentari. I profili di partenza, spesso in lega di alluminio, devono essere adatti allo spessore dei pannelli isolanti e vengono installati in orizzontale nella parte bassa, quindi fissati meccanicamente, con un tassello ogni 30 cm al massimo e a distanza superiore ai 5 cm dalle estremità. Utilizzare di preferenza delle viti elettrozincate. Per permettere la dilatazione, viene lasciato uno spazio minimo di 2-3 mm tra ogni profilo. Si verifica di continuo l’orizzontamento degli elementi mentre si procede. La sezione inferiore dei profilati è nervata per agevolare l’evacuazione dell’acqua di deflusso. Il profilo di partenza è posato a 15 cm dal terreno, se questo è nudo o a prato, se invece è pavimentato o asfaltato si può posare anche a distanza di 5 cm. Vengono distribuiti i punti di colla sul retro dei pannelli di isolante, quindi si posa la prima fila sui profilati di partenza. I giunti tra i pannelli devono essere sfalsati di almeno 10 cm rispetto ai giunti del profilo di partenza. I pannelli vengono incollati al muro, premendoli bene con un frattazzo. L’allineamento viene controllato con bolla e filo a piombo mentre si procede. La seconda fila deve essere posata a giunti sfalsati rispetto alla prima. Negli angoli, i pannelli vengono ammorsati secondo il tradizionale schema di posizionamento degli elementi da costruzione; l’unica differenza è che i pannelli d’angolo possono essere rifilati, o tagliati, solo dopo l’asciugatura della colla. Lo stesso vale per il taglio dei pannelli negli angoli delle aperture. Prestare attenzione a non creare zone deboli tra pannelli in corrispondenza dei vani finestra. In caso di deterioramento di piccola entità, come angoli rotti o giunti aperti, sigillarli con ritagli di isolante. Dopo l’asciugatura della colla, per eliminare tutti i difetti di livellamento si leviga la superficie con un frattazzo abrasivo e si spazzola la superficie per eliminare la polvere. Si intonaca entro breve dalla posa dell’isolante per ridurre il rischio di impolveramento, che inizia in genere dopo 4 giorni di esposizione al sole. Se ciò avviene, è opportuno levigare ancora una volta tutta la superficie. Le fasi della posa in opera a colla sono presentate alla figura 12.39. Come detto, il metodo di fissaggio dei pannelli di isolante mediante profilati dipende dalla loro esposizione al vento. In genere, con una pressione del vento normale inferiore a 700 Pa, ogni pannello è fissato tra due profilati orizzontali, correnti per tutta la lunghezza della parete ed è tenuto in 422 ISOLAMENTO_12.indd 422 09/08/11 17:13 La posa in opera Posa a colla di pannelli di polistirene 15 cm 2 m -3m 1 - Dopo l'eventuale preparazione del supporto, fissare i profilati di partenza al muro a circa 15 cm dal punto più alto del suolo. Lasciare uno spazio di 2-3 mm tra ogni profilato per la dilatazione. 4 - Continuare la posa di un nuovo corso sfalsando i giunti. Verificare che i pannelli siano posati perfettamente affiancati e che la colla non rifluisca attraverso i giunti. 2 - Stendere la colla sui pannelli, quindi posare la prima fila sulla guida di partenza. Sfalsare i giunti tra pannelli di almeno 10 cm rispetto ai raccordi dei profilati. Premere bene i pannelli con un frattazzo. 5 - Realizzare i tagli e gli aggiustamenti dei pannelli a livello degli angoli e delle aperture. Sigillare e colmare con ritagli d'isolante gli angoli rotti delle lastre o i giunti di più di 2 mm. 3 - Controllare la planarità con un rigone in alluminio da 2 m. Ripetere questa operazione dopo la posa di ogni corso. 6 - Levigare la superficie con un frattazzo abrasivo per livellarla perfettamente. Spolverare, quindi applicare l'intonaco secondo le raccomandazioni del produttore. Figura 12.38: La posa a colla di pannelli di polistirene 423 ISOLAMENTO_12.indd 423 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Figura 12.39: Esempio di posa a colla di pannelli in polistirene espanso EPS posizione da due elementi di irrigidimento verticali, inseriti nella scanalatura laterale dei pannelli, in genere non tutti necessariamente fissati alla parete. Per una tenuta maggiore si utilizzano, invece, profilati di irrigidimento di sostegno verticali, di una lunghezza almeno pari a 20 cm, fissati meccanicamente con un fissaggio centrale. Per una tenuta migliore, i profilati verticali sono più lunghi, da circa 30 cm di lunghezza e fissati in almeno due punti. Queste indicazioni sono adatte ai pannelli di piccole dimensioni da 500 3 500 mm o da 1.000 3 500 mm e per perfetto incollaggio. La posa di pannelli in polistirene a giunti calettati si inizia fissando i profilati di partenza (figura 12.40) come nella soluzione precedente. Si posa il primo pannello, per esempio a partire da un angolo, sul profilo di partenza, quindi si posiziona il listello di calettaggio laterale, così per tutti i pannelli della prima fila. I giunti fra i pannelli vanno sfalsati rispetto a quelli dei profilati di partenza. Quando la prima fila è finita, si inseriscono i profilati orizzontali nella scanalatura superiore dei pannelli della fila precedente, quindi si fissano meccanica- mente alla parete. Va sempre previsto un giunto di dilatazione di 2-3 mm tra i profilati, questi devono essere fissati a intervalli di 30 cm al massimo e almeno a 5 cm dalle estremità. Prima del fissaggio meccanico del corrente superiore, si verifica l’allineamento dei profilati e dei pannelli di isolante. Si inizia poi la posa della fila successiva allo stesso modo, sfalsando i giunti tra pannelli, rispettando lo schema a cassero regolare. Si realizzano, come prima, le eventuali sigillature e i raccordi con gli infissi. In seguito, si leviga la superficie e si spazzola per la posa dell’intonaco. Una posa sia incollata che tassellata inizia allo stesso modo rispetto alle precedenti, con la posa dei profilati di partenza. Quindi si prosegue come nello schema della posa incollata, con il deposito dei punti di colla sul retro del pannello e la stessa fase applicativa, con essicazione di almeno 10 ore. Si levigano i pannelli con un frattazzo abrasivo. Successivamente si posano i tasselli con testa a stella (figura 12.41), si forano pannelli e muro in funzione della posizione prevista e del numero di tasselli necessari. I tasselli a espansione vengono piantati per mezzo di 424 ISOLAMENTO_12.indd 424 09/08/11 17:13 La posa in opera Posa di pannelli di polistirene con profilati 15 cm 2- 3 mm 1 - Dopo l'eventuale preparazione del supporto, fissare al muro i profilati di partenza a circa 15 cm dal punto più alto del suolo. Lasciare uno spazio di 2-3 mm tra ogni profilato per la dilatazione. 4 - Posizionare i profilati orizzontali nella scanalatura superiore della fila di pannelli sottostante. Fissarli meccanicamente alla parete, rispettando in ogni modo uno scarto di 2-3 millimetri tra profili. 2 - Posare il primo pannello sul profilato di partenza. Posizionare il profilato verticale nella scanalatura laterale, scelto in base al grado di esposizione al vento della facciata (elemento di irrigidimento semplice o profilato con fissaggio). 5 - Realizzare i tagli e gli aggiustamenti dei pannelli in corrispondenza di angoli e aperture. Sigillare e colmare con ritagli d'isolante gli angoli rotti delle lastre o i giunti di più di 2 mm. 3 - Continuare la posa della prima fila. Sfalsare di almeno 10 cm i raccordi dei pannelli rispetto a quelli del profilato di partenza. 6 - Applicare l'intonaco (rispettando le raccomandazioni del produttore) rapidamente dopo la posa dei pannelli per evitare i rischi di impolveramento della superficie. Figura 12.40: La posa di pannelli di polistirene con profilati 425 ISOLAMENTO_12.indd 425 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Posa con tassello e malta di pannelli di polistirene 15 cm 2- 3 mm 1 - Dopo l'eventuale preparazione del supporto, fissare i profilati di partenza al muro a circa 15 cm dal punto più alto del suolo. Lasciare uno spazio di 2-3 mm tra ogni profilato per la dilatazione. 4 - Dopo l'incollaggio, effettuare i tagli agli angoli e alle aperture. Lasciare asciugare la colla circa 10 ore (come da schede tecniche). Levigare i pannelli con un frattazzo abrasivo. 2 - Stendere la colla sui pannelli, quindi posare la prima fila sulla guida di partenza. Sfalsare i giunti tra pannelli di almeno 10 cm rispetto ai raccordi dei profilati. Premere bene i pannelli con un frattazzo. 5 - Praticare i fori per i tasselli secondo le schede tecniche. Posizionarli con un martello in gomma. Fissare i chiodi a espansione nei tasselli. L’insieme tassello e chiodo non deve sporgere dalla superficie dell’isolante. 3 - Controllare la planarità con un rigone in alluminio da 2 m. Ripetere quest'operazione dopo la posa di ogni fila. Posare tutti i pannelli. 6 - Lasciare asciugare la parete da 12 ore a 3 giorni, quindi procedere all'applicazione dell'intonaco, secondo le disposizioni del produttore. Figura 12.41: La posa con tassello e malta di pannelli di polistirene 426 ISOLAMENTO_12.indd 426 09/08/11 17:13 La posa in opera un mazzuolo in gomma fino a che arrivano a filo della superficie esterna dei pannelli. Si pianta poi il chiodo a espansione con un martello. L’insieme tassello più chiodo non deve superare la superficie dell’isolante. Se è inserito troppo in profondità si applica una mano di intonaco di base sulla testa a disco del chiodo. Si lascia asciugare da 12 ore a 3 giorni prima di applicare l’intonaco. Per la realizzazione dell’intonaco, conformarsi alle indicazioni delle schede tecniche del sistema di isolamento termico esterno scelto. I metodi di posa variano da un produttore all’altro ma vi sono dei punti in comune. Le stesse colle usate per la posa a muro dei pannelli si utilizzano per la rasatura e per lo strato di intonaco. La finitura si inizia con la posa dei nastri di rinforzo agli spigoli della muratura e agli angoli delle aperture. I nastri e le reti portaintonaco sono specifici per le varie lavorazioni. Si posizionano agli angoli delle aperture, dei rinforzi di rete di armatura tagliati in quadrati 0,30 3 0,30 m, che vengono incollati con la stesura della mano di fondo (figura 12.42). Vengono posizionati anche dei rinforzi in corrispondenza dei giunti dei profilati di partenza. Dopo l’installazione dei rinforzi, si rasa la superficie dei pannelli con la colla e si applica l’armatura sullo strato di fondo ancora fresco con una lisciatrice in inox (figura 12.43). I fogli di rete armata devono essere sovrapposti per 10 cm. La retina portaintonaco non si posa direttamente sull’isolante ma sulla prima mano di fondo. Quando la prima mano si è indurita, si applica una seconda mano spessa d’intonaco, in modo da annegare totalmente la retina. Se il muro è particolarmente esposto, è possibile appoggiare due strati di retina portaintonaco, per un’altezza minima di 2 m. Per farlo, procedere come segue. Dopo l’asciugatura della prima mano d’intonaco, nella quale è stata annegata la prima retina, si stende una seconda mano d’intonaco con la seconda retina. È possibile anche posare prima una retina rinforzata, quindi una seconda retina normale. Dopo l’essiccazione dell’intonaco, cioè dopo 24 ore come minimo, si applica un prodotto d’imprimitura con il rullo e/o il pennello; solo il giorno dopo si può completare con lo strato di finitura. I difetti di planarità rilevabili con un rigone da 2 m, non devono superare i 7 mm. L’isolamento a cappotto con pannelli e intonaco in spessore Questo sistema richiede l’uso di pannelli isolanti specifici portaintonaco scanalati a coda di rondine sulla superficie anteriore, necessari per il perfetto fissaggio dell’intonaco idraulico. I metodi di posa in opera sono analoghi a quelli dell’isolamento a cappotto in pannelli e intonacatura in strato sottile. Si installano ugualmente i profilati di partenza, mediante fissaggio meccanico, nella parte basamentale. A seconda del tipo di muratura e della sua planarità, è possibile realizzare la posa dei pannelli a colla, con fissaggio meccanico o con metodo misto a colla e tasselli. In questo caso, la posa su profilati non si effettua. Quando i pannelli isolanti sono fissati, si posa una rete metallica che viene tenuta ferma sulla parte superiore dei pannelli per mezzo di tasselli o ganci. I fogli di rete devono essere sovrapposti per almeno sei maglie. Si posizionano i paraspigoli e dei rinforzi da 50 3 30 cm in corrispondenza degli angoli delle aperture, come visto in figura 12.42, disposte secondo le due diagonali del vano dell’apertura. Vengono rinforzati anche gli angoli interni dei vani porta e finestra e ogni spigolo di cambio di direzione della parete. L’intonaco si distribuisce con una macchina spruzzatrice con una passata di 9 mm circa. Dopo 24 ore è possibile applicare la finitura. 427 ISOLAMENTO_12.indd 427 09/08/11 17:13 Le pareti verticali Consigli per la posa della retina portaintonaco Posizione dell'armatura nell'intonaco Intonaco Armatura Isolante Armatura troppo vicina all'isolante Muro Sovrapposizione dei fogli (sormonti) 10 cm Rinforzi della retina portaintonaco Rinforzo degli angoli esterni dei vani apertura con pezze dello stesso materiale da 0,30 m x 0,30 m, perpendicolari alle diagonali Rinforzo degli spigoli e rientranze dei vani apertura Figura 12.42: I consigli per la posa della retina portaintonaco 428 ISOLAMENTO_12.indd 428 09/08/11 17:13 La posa in opera Figura 12.43: L’inserimento della rete nell’intonaco eliminando le sacche d'aria I dettagli costruttivi comuni alle soluzioni d’isolamento a cappotto La posa in opera degli infissi esterni, di qualsiasi tipo, è sostanzialmente sempre la stessa. Devono essere posati prima del coibente. È sconsigliato l’uso di infissi in legno a filo del muro esterno. Nelle ristrutturazioni, per migliorare le prestazioni termiche, è opportuno prevedere la sostituzione degli infissi. La posa in opera deve essere accurata e rispettare le regole dell’arte. È assolutamente necessario verificare l’ermeticità all’aria e all’acqua tra il telaio fisso e la struttura principale. Quando l’isolante si ferma a filo dell’infisso, è opportuno verificare la tenuta all’acqua e all’aria del giunto tra telaio fisso, coibente e strato di finitura. Per un infisso a filo del muro esterno (figura 12.44), è preferibile che l’isolante si sovrapponga leggermente al telaio del serramento e arrivi in battuta: deve esservi contatto tra le parti e i giunti devono essere sempre sigillati per la tenuta all’aria e all’acqua. I profilati di rifinitura dello strato isolante devono avere scanalature per canalizzare l’acqua proveniente dalla facciata e fori di evacuazione dell’acqua d’infiltrazione nella parte inferiore. Il davanzale deve essere in battuta contro il telaio fisso della finestra; tra i due elementi si realizza un giunto di tenuta con l’interposizione di un risvolto ferma-acqua che ha un’inclinazione minima del 10%. Il profilo verticale, di spallina, deve coprire il ferma-acqua per una larghezza di 50 mm come minimo. Le spalline hanno risvolti laterali di protezione, destinati a evitare infiltrazione d’acqua. Il davanzale deve sporgere per minimo 30 mm dal muro finito, avere un risvolto laterale di bordo per la canalizzazione dell’acqua ed essere sagomato a rompigoccia nella parte inferiore. Gli infissi installati a filo del muro esterno richiedono una sigillatura dei giunti impeccabile e alcune accortezze per agevolare il deflusso delle acque. È obbligatorio prevedere un sistema efficiente di canalizzazione dell’eventuale acqua di infiltrazione, mediante un profilo sagomato posto sia sul traverso in alto che sulle spalline laterali. I montanti del telaio fisso devono essere perfettamente sigillati in continuità lungo tutto il perimetro sia internamente che esternamente; si sigilla il giunto tra infisso e muratura e tra infisso e profili sagomati delle spalline e dei davanzali. È preferibile che il telaio fisso venga leggermente 429 ISOLAMENTO_12.indd 429 09/08/11 17:13 Le pareti verticali L’isolamento termico a cappotto e i serramenti Serramento a filo del muro esterno Serramento applicato a filo esterno Isolante Isolante Intonaco Intonaco Spessore Serramento (telaio fisso) Ermeticità all'acqua e all'aria Tenuta all'acqua Serramento Profilato architrave Ermeticità all'acqua e all'aria Ermeticità all'acqua e all'aria Profilato e finitura laterale Guarnizione di finitura Spessore Davanzale applicato o integrato Davanzale Profilo di tenuta del davanzale Squadretta > 10 mm > 30 mm Serramento applicato a filo del muro interno Fissaggio del serramento Struttura prefabbricata Isolante Isolante Intonaco Intonaco Serramento (telaio fisso) Ermeticità all'acqua e all'aria Spessore dell'isolante: 4 cm minimo (con ≤ 0,040 [W/(m x K)]) Ermeticità all'acqua e all'aria Finitura laterale e longitudinale con sistema di evacuazione dell'acqua Spessore Ermeticità all'acqua e all'aria Squadretta di fissaggio della struttura prefabbricata Spessore Struttura prefabbricata con davanzale integrato o applicato Risvolto del davanzale Profilo di tenuta del davanzale Fissaggio del serramento Squadretta Spessore Davanzale applicato Figura 12.44: L’isolamento termico a cappotto e i serramenti 430 ISOLAMENTO_12.indd 430 09/08/11 17:13 La posa in opera coperto dallo strato coibente, in tal caso deve essere realizzato un giunto di tenuta all’aria tra infisso e coibente prima di applicare la scocca di rivestimento della spallina, anche questa da sigillare. Se gli infissi sono a filo del muro interno, si devono coibentare le spalle del vano finestra, il celino e il davanzale, mantenendo la continuità con lo strato coibente esterno per evitare la formazione di ponti termici. Nelle ristrutturazioni, questo è un problema di notevole importanza perchè la posa del coibente riduce la luce libera del vano finestra modificando il rapporto superficie aperture/superficie pavimento, con ricadute anche a livello normativo. In ristrutturazione, il problema dei raccordi con gli infissi, da studiarsi caso per caso, può essere risolvibile in parte con l’applicazione di isolanti a spessori ridotti e ad alte prestazioni termiche, come i pannelli VIP (figura 6.31). Con staffe angolari, si fissa il davanzale direttamente sopra lo strato coibente come illustrato nella terza immagine di figura 12.44. Nel caso di inserimento di cassoni per avvolgibili, è opportuno adottare alcune disposizioni per garantire la continuità dell’isolamento e la perfetta evacuazione delle acque d’infiltrazione (figura 12.44). Per un infisso con tapparella avvolgibile, si utilizzano cassoni speciali coibentati e i giunti di tenuta all’aria e all’acqua tra il cassone e l’architrave si colmano con schiume autoespandenti. L’isolamento esterno scende oltre l’architrave, fino a ricoprire la superficie anteriore del cassone coibentato e termina necessariamente con un profilo rompigoccia, come illustrato nella prima immagine di figura 12.45. Nel caso di infisso con cassone per tapparelle integrato, prestare attenzione a garantire la continuità dell’isolante a livello dell’architrave, coibentare il celino e il retro del cassone. Sigillare i giunti con schiuma autoespandente. Per un sistema a persiane si coibenta anche il celino fino a battuta sul telaio fisso del serramento. L’ultimo schema della figura 12.45 illustra il caso di un infisso esistente posato al centro del vano apertura. In questo caso, se si arresta l’isolamento termico esterno sotto il davanzale esistente, si crea un ponte termico notevole. È quindi preferibile rimuoverlo per isolarlo da sotto per tutta la sua profondità fino ad andare a battuta con il telaio del serramento. Si crea un giunto elastico di dilatazione tra il rivestimento di facciata e il lato inferiore del davanzale. Un’altra zona delicata dell’edificio è quella dell’attacco a terra. La zona basamentale di raccordo tra la facciata, le fondazioni e il solaio su locale non riscaldato o su vespaio può creare ponti termici nell’isolamento a cappotto. È importante limitarli, se non addirittura tentare di eliminarli, adottando sistemi costruttivi adeguati. Infatti, l’isolamento termico a cappotto si ferma in genere a una quindicina di centimetri dalla pavimentazione esterna. Anche se la prima soletta è isolata sul lato inferiore o in travetti e alleggerimenti in polistirene, il ponte termico rimane all’interno del nodo di raccordo delle strutture stesse, come mostrato nella prima immagine di figura 12.48. È necessario, pertanto, cercare di allungare al massimo il percorso del flusso di calore. Le soluzioni sono molteplici a seconda del sistema scelto. Un metodo consiste nel coprire il lato esterno del basamento con uno strato d’impermeabilizzazione fino al punto più basso del cordolo di fondazione, sopra si posa uno strato di isolante termico di spessore adeguato, in genere polistirene estruso (figura 12.46) da proteggere con uno strato in materiale adeguato, rivestimento rigido o guaina impermeabile. Si crea un giunto di dilatazione tra l’isolamento termico a 431 ISOLAMENTO_12.indd 431 09/08/11 17:13 Le pareti verticali L’Isolamento termico a cappotto e i sistemi di oscuramento Struttura prefabbricata con tapparella avvolgibile interna Muro portante Isolante Intonaco Struttura prefabbricata con tapparella avvolgibile esterna e rivestimento interno specifico Muro portante Isolante Intonaco Guarnizione in schiuma Cassettone isolato per tapparella avvolgibile Cassettone isolato per tapparella avvolgibile Profilato Serramento Serrande battenti a soffietto fissate alla struttura prefabbricata dei serramenti Muro portante Rivestimento interno Esempio in ristrutturazioni con serramento esistente Impermeabilizzazione Isolante Intonaco Finitura laterale e longitudinale con sistema di evacuazione dell'acqua Struttura prefabbricata Davanzale applicato Guarnizione sigillante e profilato di bordo Impermeabilizzazione Vecchio sostegno della finestra Persiane Intonaco Isolante Muratura Figura 12.45: L’isolamento termico a cappotto e i sistemi di oscuramento 432 ISOLAMENTO_12.indd 432 09/08/11 17:14 La posa in opera Figura 12.46: L’isolamento delle fondazioni cappotto e l’isolamento basamentale con applicazione di idoneo sigillante elastico. L’isolante viene posato, sul lato esterno, per una profondità da 0,50 a 1,20 m, o fino al livello dei plinti di fondazione (figure 12.46 e 12.48) così come isolare il lato interno della muratura basamentale, anche fino ai plinti. Naturalmente bisognerà scegliere iso- lanti non comprimibili e non idrofili, come il polistirene estruso o il vetro cellulare. Si potrà adottare la stessa soluzione nel caso di soletta controterra. Nel caso di un progetto di nuova costruzione si potrà anche optare per l’impiego di elementi strutturali isolanti (figura 12.47) per realizzare i primi corsi delle pareti verticali a taglio termico. Questo sistema, unito a quello dei massetti flottanti, permette di garantire la continuità dell’isolamento termico esterno e di rompere efficacemente i ponti termici. Si potrà utilizzare il vetro cellulare o altro materiale idrofilo per il riempimento della zona drenante, come si vedrà più avanti (figura 13.4). Questo procedimento vale per numerosi sistemi costruttivi. Il primo corso in blocchi isolanti si posa utilizzando l’apposita malta (figura 12.48), come da indicazioni del produttore, il secondo corso può essere in elementi costruttivi tradizionali (mattoni, blocchi di calcestruzzo…). Si potrà anche utilizzare lo stesso metodo per i muri divisori interni, in contatto con locali non riscaldati, su vespaio, o per solai controterra. Se il tipo di blocchi lo permette, si possono anche installare sui cordoli di fondazione come appoggio Figura 12.47: I blocchi per correggere i ponti termici 433 ISOLAMENTO_12.indd 433 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Isolamento termico all’esterno e sui basamenti Soluzione migliorata Principio di base Spazio riscaldato Isolante Spazio riscaldato Intonaco Sigillante Profilato di partenza Da 0,60 m a 1,20 m Isolamento supplementare non idrofilo Vespaio 15 cm minimo Massetto flottante Vespaio o spazio non riscaldato Protezione meccanica Soluzione su terrapieno Impermeabilizzazione Eventuale drenaggio Ponti termici Soluzione costruttiva con blocchi per correggere i ponti termici Elementi di rottura dei ponti termici per muri Elemento di correzione sul punto di partenza del muro h : Sc nte (Fo k) öc Muro interno Isolante non idrofilo Elemento di rottura sotto la soletta Spazio riscaldato Massetto flottante Massetto flottante a isolamento rinforzato Spazio riscaldato (Fonte: Schöck) Vespaio o spazio non riscaldato Figura 12.48: L’isolamento termico all’esterno e sui basamenti 434 ISOLAMENTO_12.indd 434 09/08/11 17:14 La posa in opera per la soletta. In questo caso, si isola anche il lato inferiore della soletta per garantire la continuità con l’isolamento esterno. È importante, inoltre, controllare che l’isolamento esterno sia posato in continuo con le parti superiori dell’edificio, particolarmente con le coperture. Se la copertura è a falde (figura 12.49), la soluzione più efficace consiste nel sistemare l’isolante esterno a contatto con quello dei sottotetti, che siano abitabili o meno. Per esempio, con un isolamento a doppio strato sulla falda, come nella prima immagine di figura 12.49, il primo strato coibente si ferma contro il dormiente, l’altro è in aderenza al coibente della facciata. Questa copertura si conclude con assito, telo sottotetto impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore, strato di ventilazione naturale e contropuntoni, listelli e manto di copertura. È necessario che l’isolante in falda oltrepassi e copra la testa del muro, per entrare in contatto con l’isolante esterno. Lo sporto di gronda va debitamente protetto. Nel caso di una copertura piana, per sua natura isolata da sopra, per garantire la continuità dell’isolamento procedere come segue. Fare risalire l’isolante e l’impermeabilizzazione della parte piana sul parapetto d’attico e coprirlo totalmente: verso l’esterno, l’interno e sulla parte sommitale. Sul lato superiore fissare meccanicamente una copertina alla muratura mediante staffe di fissaggio. In caso di raccordo su una conversa, l’isolamento a cappotto va interrotto a un’altezza di 15 cm dalla conversa. Per garantire la continuità dell’isolante, sulla muratura verticale si incollano dei pannelli di polistirene estruso tra l’isolamento a cappotto e l’assito della falda. Le acque piovane vengono raccolte da una canaletta in zinco o rame fissata con tasselli al muro, sotto l’isolamento termico esterno, e fatta arrivare a coprire interamente il pannello coibente incollato al muro. La canaletta va ripiegata sotto o sopra gli elementi del manto di copertura a seconda dell’angolo di conversa e della direzione della falda. Consideriamo ora qualche particolare costruttivo (figura 12.50). Gli angoli sporgenti richiedono protezioni particolari. Si incolla, sull’intero spigolo del muro, il profilo paraspigoli sul coibente, si stende la prima mano di fondo con la stessa colla usata per la posa dei pannelli, si adagia la retina portaintonaco a cavallo dello spigolo del muro, si continua con lo schema di posa dell’intonaco visto in precedenza. Sono commercializzate retine angolari con profili rigidi di protezione d’angolo preaccoppiati. Un angolo uscente, o rientrante, non richiede protezioni particolari se non il posizionamento della retina a cavallo dello spigolo. Per un’interruzione contro un angolo uscente, non dimenticare di prevedere uno spazio di dilatazione tra isolante e struttura principale. Riempirlo con una guarnizione in schiuma autoespandente o con un profilo e un giunto elastico. Desolidarizzare anche l’intonaco dalla parete adiacente. Per un’interruzione contro un angolo, utilizzare un profilo. Fissarlo meccanicamente alla struttura principale prima della posa dei pannelli isolanti. Realizzare l’impermeabilizzazione all’aria tra il profilo e il muro con una guarnizione sigillante. Generalmente si realizzano le interruzioni dell’isolante per mezzo di profilati. In corrispondenza dei giunti di dilatazione della struttura, è obbligatorio interrompere la continuità dello strato coibente; si copre il giunto di dilatazione con un coprigiunto dopo avere applicato l’intonaco. Per quanto riguarda le imposte a battenti, è difficile fissare i cardini in modo tradizionale. È necessario utilizzare dei cardini dotati di staffe di fissaggio allungate, da fissare nella struttura portante della facciata. Si isolerà quindi il vano apertura, tenendo conto del movimento dell’imposta. 435 ISOLAMENTO_12.indd 435 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Isolamento termico all’esterno e collegamento con la copertura Giunzione con falda Controlistello Trattamento dei bordi del tetto Isolante tra arcarecci Tegola di bordo Isolante tra puntoni Puntone Listello Rivestimento Assito sottotetto Controlistello Listello Rivestimento sottotetto Assito Puntone Profilo guida Lastra in cartongesso Isolante Profilo guida Lastra in cartongesso Freno al vapore Spazio riscaldato Intonaco Muro portante Intonaco Isolamento esterno Isolante Spazio riscaldato Raccordo laterale di una copertura Raccordo di una copertura su isolante Scossalina Isolamento del muretto d’attico Scossalina h > 15 cm Copertina Staffa di fissaggio della copertina Impermeabilizzazione Muro h > 15 cm h<1m Isolamento della copertura piana Muro Spazio riscaldato Opere murarie Spazio riscaldato Spazio riscaldato Isolamento esterno Figura 12.49: L’isolamento termico esterno e il collegamento con la copertura 436 ISOLAMENTO_12.indd 436 09/08/11 17:14 La posa in opera I punti critici dell’isolamento termico dall’esterno (dei cappotti) Angolo rientrante Angolo sporgente Opere murarie Profilato o profilo perforato Opere murarie Isolante Intonaco Retina portaintonaco Interruzione in angolo rientrante Opere murarie Guarnizione in schiuma autoespandente e giunto a nastro morbido Interruzione in angolo Desolidarizzazione Guarnizione sigillante Opere murarie Interruzione nella parte corrente Profilato Opere murarie Profilato perforato Giunto di dilatazione Opere murarie Sostegno dell’apertura Cardine Imposte a battenti Imposta a battente Sigillatura della struttura principale Opere murarie Serramento Staffe di fissaggio Opere murarie Coprigiunto Figura 12.50: I punti critici dell’isolamento termico dall’esterno (dei cappotti) 437 ISOLAMENTO_12.indd 437 09/08/11 17:14 Le pareti verticali L’intonaco su struttura in legno Gli edifici in legno possono anche ricevere un intonaco di tipo sottile come strato di finitura esterno. In questo caso si utilizzano pannelli in fibra di legno adatti (figura 12.51). Le altre parti della struttura non vengono modificate in alcun modo, la stratificazione della parete verticale è la stessa vista in precedenza: struttura verticale con isolamento termico tra i montanti, pannelli OSB per il rinforzo di controvento e lastre in gessofibra. I pannelli di supporto devono essere in grado di garantire la protezione contro la pioggia, di supportare un intonaco per cappotti e un isolamento termico complementare. La controventatura interna può avere la funzione di ermeticità all’aria oltre a quella di rinforzo. Questo tipo di pannelli è disponibile in vari spessori a seconda delle prestazioni desiderate. Sono dotati di bordi calettati per incastro (figura 12.52). Consultare le schede tecniche per la metodologia di posa adatta ai prodotti scelti. In genere, si applica una mano di fissativo, una rete portaintonaco, una mano di fondo, lo strato di intonaco Figura 12.52: I pannelli in fibra di legno Figura 12.51: Esempio di struttura in legno con rivestimento a intonaco sottile, la finitura, quindi un protettivo. L’intonaco sottile si può utilizzare anche per una controventatura, per una costruzione in legno massello e persino per delle pareti in muratura. È possibile, inoltre, prevedere la posa in due mani, per migliorare le prestazioni termiche. Da notare che lo spazio tra i montanti della struttura in legno può essere riempita con un isolante per insufflaggio. La posa in opera dei pannelli in fibra di legno può essere realizzata utilizzando graffe in acciaio inox, ad interasse massimo di 10 438 ISOLAMENTO_12.indd 438 09/08/11 17:14 La posa in opera cm o viti zincate rivestite con testa a disco (figura 12.53). I fissaggi non vanno eseguiti a meno di 30 mm dal bordo dei pannelli. Prestare attenzione anche a farle penetrare nel supporto come minimo di 30 mm. Fare riferimento alle schede tecniche dei prodotti scelti. Su una superficie in legno massello si utilizzano circa sedici graffe per pannello da 130 3 79 cm, disposte in quattro linee verticali con un intervallo minimo di 240 mm tra ogni fissaggio, evitando, comunque, la zona nell’intorno dei 30 mm dai bordi dei pannelli. Per un fissaggio meccanico a viti e tasselli in una struttura in legno, prevedere almeno tre punti di fissaggio per montante, a minimo 50 mm dal lato dei pannelli. Su un supporto in legno massello o in muratura, disporre sei tasselli, di cui uno in ogni angolo e due ripartiti su una linea mediana, a un terzo dai bordi del pannello, come indicato in figura. Per gli edifici di altezza superiore a 8 m, il numero di dispositivi di fissaggio deve essere aumentato in base alle sollecitazioni dell’esposizione al vento. Per la posa della prima fila, installare un profilo di partenza a un’altezza minima di 250 mm rispetto al suolo. Il basamento va isolato con un materiale idrofugo e resistente, come un polistirene estruso. In caso di nuova costruzione, si posano per primi gli infissi esterni, dal lato interno della muratura o in allineamento con il coibente. Prestare particolare attenzione a garantire la tenuta all’aria e all’acqua durante la fase di posa gli infissi. Posare la seconda fila di pannelli, a giunti sfalsati di almeno 200 mm. In corrispondenza di ogni angolo dei vani porta e finestra, si deve effettuare un taglio angolare nel pannello, anche a costo di avere molti sfridi di lavorazione, questo per evitare allineamenti tra il bordo del pannello e il bordo dell’apertura. Gli allineamenti andrebbero ad indebolire ulteriormente la zona d’angolo anziché irrigidirla. Secondo la stessa logica, i pannelli vanno posti a cavallo della zona del solaio interpiano anziché con i bordi sovrapposti a linee di discontinuità strutturale. I pannelli dell’ultimo corso vengono tagliati in cantiere. Gli angoli vanno realizzati a giunti sfalsati e ammorsati secondo lo schema costruttivo tradizionale di realizzazione degli angoli, come accade per i muri in pietra o in laterizio. In figura 12.54 sono illustrati alcuni dettagli costruttivi relativi a un edificio in legno. Una costruzione in legno di tipo moderno appoggia, in genere, su un basamento in calcestruzzo, come una soletta su cordoli di fondazione. La zona basamentale deve essere completamente protetta dall’acqua battente e dalla risalita capillare con strati di impermeabilizzazione applicati in superficie fino al profilo di partenza dei pannelli d’isolamento in fibra di legno. Nel dettaglio del raccordo di facciata del solaio interpiano, si nota la posizione del pannello coibente a cavallo del solaio. Il pannello copre il solaio ben oltre la sua altezza, i giunti orizzontali tra i pannelli non devono quindi essere posti in corrispondenza dell’altezza del solaio. Il pannello si taglia in cantiere per un dimensionamento corretto. In figura viene illustrato il giunto d’angolo esterno, uscente; si notano i tagli dei pannelli coibenti per l’adattamento alle dimensioni della zona d’angolo. Nelle coperture a falde si deve garantire sempre la continuità dell’isolamento. Nell’esempio, i pannelli isolanti esterni non entrano in contatto diretto con l’isolamento in lana di legno posto tra i puntoni. A causa delle sollecitazioni provocate dalle variazioni dimensionali del legno, è opportuno prevedere un giunto di dilatazione tra il pannello incollato sulla facciata e la copertura, da riempire con materiale elastico isolante per giunti di dilatazione. Il materiale coibente e il giunto di falda sono protetti anche attraverso lo sporto di gronda. 439 ISOLAMENTO_12.indd 439 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Realizzazione di un isolamento esterno intonacato su casa in legno (Fonte: Pavatex) Posa aggraffata su struttura in legno Posa avvitata su struttura in legno (vite a testa isolata) 625 mm 625 mm 100 mm Zanche in acciaio inossidabile Struttura in legno Lunghezza delle zanche (cm) 6 10 8 11 10 13 12 15 Posa aggraffata su superficie piena in legno Spessore dell’isolante (cm) 30 mm Spessore dell’isolante (cm) Struttura in legno Pannello in fibra di legno 50 mm Vite a testa isolata Lunghezza delle viti (cm) 6 10 8 12 10 14 12 16 18 22 Posa avvitata su supporto pieno (legno o muratura) 50 mm 30 mm 50 mm 1/3 240 mm > 200 mm 1/3 1/3 > 200 mm 30 mm Esempio di distribuzione dei pannelli isolanti Pezzi di raccordo piano (da modellare) Struttura in legno Fissaggi Prima fila a più di 25 cm dal pavimento Figura 12.53: La realizzazione di un isolamento intonacato su casa in legno 440 ISOLAMENTO_12.indd 440 09/08/11 17:14 La posa in opera Punti critici di isolamento intonacato applicato dall’esterno in edifici in legno (Fonte: Pavatex) Trattamento dei basamenti Pannello coibente in fibra di legno Intonaco esterno Trattamento degli angoli (vista in sezione dall'alto) Intonaco esterno Tassello di fissaggio dell'isolante Montante/coibente Strato di irrigidimento e controventatura (ed eventuale freno al vapore) Pannello d'isolamento in fibre di legno Corrente in legno 250 mm Profilato di partenza di posa con rompigoccia Guaina di impermeabilizzazione Malta di riempimento Coibente di completamento Listello per il fissaggio del pannello coibente Strato di irrigidimento e controventatura (ed eventuale freno al vapore) Calcestruzzo armato Isolamento termico perimetrale resistente agli urti Coibente Montante Nodo facciata/solaio Pannello coibente in fibra di legno Intonaco esterno Nodo di copertura Puntone/coibente Pannello di copertura coibente e telo impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore Strato di irrigidimento e controventatura (ed eventuale freno al vapore) Controlistellatura Listello Manto di copertura Solaio Pannello in fibre Solaio Coibente di completamento Ventilazione naturale del tetto Tassello di fissaggio dell'isolante Montante/coibente Sporto di gronda e tavolato Pannello d'isolamento termico in fibra di legno Strato di irrigidimento e controventatura (ed eventuale freno al vapore) Intonaco esterno Isolamento Tassello di fissaggio dell'isolante Montante/coibente Figura 12.54: Punti critici di isolamento intonacato applicato dall’esterno in edifici in legno 441 ISOLAMENTO_12.indd 441 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Fissare sui puntoni dei pannelli isolanti con trattamento idrorepellente. Vengono commercializzati pannelli in fibra di legno con trattamento idrorepellente a base di lattice. Ogni tipo di trattamento deve comunque garantire una buona permeabilità al vapore acqueo. Assicurarsi che l’umidità del legno sia inferiore al 20% (Ndr). Per permettere il fissaggio dei listelli e garantire la circolazione dell’aria sotto la copertura, posare dei controlistelli. Per quanto riguarda i serramenti, prestare attenzione a prolungare l’isolamento fino al telaio fisso di porte o finestre (figura 12.55). A livello dell’architrave, fissare meccanicamente dei pannelli di isolante tagliati su misura e realizzare un giunto di tenuta tra ogni pannello e il telaio. Sarebbe bene utilizzare guarnizioni adesive autoespandenti da inserire tra l’infisso e il coibente. Per la posa della guarnizione, viene tolta la protezione in carta posta sull’adesivo e viene subito inserita sul telaio fisso. Subito dopo occorre posare il coibente poiché, nel giro di poco, la guarnizione inizia a gonfiarsi in modo da garantire una perfetta tenuta. Tale soluzione può essere applicata anche tra i davanzali e i pannelli coibenti. Oltre all’inserimento della guarnizione autoespandente, può essere migliorata la tenuta con del sigillante aggiuntivo (Ndr). Installare inoltre un secondo sistema d’impermeabilizzazione tra l’architrave e il telaio fisso del serramento. È inoltre necessario isolare l’alloggiamento dei cassettoni per avvolgibili a livello dell’architrave e nella parte verso il locale riscaldato, con pannelli di fibre. Per la facciata, utilizzare un pannello in legno multistrato a tre strati da 20 mm di spessore, che verrà fissato con tasselli distanziatori e coperto con un pannello isolante di lieve spessore, fissato meccanicamente. Garantire l’impermeabilità all’acqua e all’aria tra la parte superiore del serramento e l’architrave. Nella parte inferiore, dotare l’elemento strutturale del parapetto di un davanzale inclinato. Sotto al davanzale dev’essere posato un pannello in fibra di legno con rivestimento idrorepellente che garantisca la continuità dell’isolamento termico della parete esterna. Tra il pannello e il telaio dell’infisso dovrà essere presente un giunto impermeabile. L’isolamento posto sotto al davanzale, secondo l’Agenzia Casa Clima, deve essere caratterizzato da uno spessore minimo di 3 cm se si utilizza un coibente con λ 5 0,04 [W/(m2 3 K)], conducibilità termica propria dei materiali in fibra legno (Ndr). Fissare il davanzale applicato sull’isolamento e realizzare un giunto impermeabile tra l’isolante e il lato inferiore dello stesso. Sui montanti, rendere impermeabili i bordi della mensola unendoli all’isolante con un sigillante. È bene che i giunti impermeabili tra il davanzale e i pannelli coibenti vengano effettuati tramite guarnizione autoespandente. Il davanzale, che può essere realizzato, ad esempio, in lamiera o pietra naturale, dovrà assolutamente essere dotato di gocciolatoio (Ndr). Isolare con pannelli isolanti anche i montanti. Scegliere lo spessore dell’isolante in funzione della sporgenza del telaio del serramento. In caso di progettazione esecutiva viene disegnata la sezione del serramento e dell’isolante in base alle esigenze; nel preesistente invece, se si decide di mantenere in opera i serramenti esistenti, occorre adattare lo spessore dell’isolante in base alla sporgenza dei telai. Per questo motivo, se si hanno problemi di spazio, occorrerà adottare coibenti con conduttività termiche inferiori (Ndr). 442 ISOLAMENTO_12.indd 442 09/08/11 17:14 La posa in opera Isolamento esterno intonacato in edificio in legno: nodo dei serramenti (Fonte: Pavatex) Architrave di finestra Architrave con cassone per tapparelle Pannello d'isolamento in fibra di legno Solaio generico di piano Elemento coibente in testa alla struttura del solaio Solaio generico di piano Intonaco esterno 100 mm Strato di irrigidimento e controventatura (ed eventuale freno al vapore) Pannello d'isolamento in fibra di legno Intonaco esterno Giunto di tenuta all' aria Controtelaio Pannello in legno compensato tristrato Intonaco esterno Pilastro/Montante /coibente Alloggiamento della tapparella avvolgibile isolato Giunto di tenuta all'aria Tassello di fissaggio dell'isolante Intonaco esterno Serramento Davanzale Serramento Vano della finestra Serramento Serramento Ermeticità Guarnizione morbida a nastro auto espandente Ermeticità Colla di montaggio Lamiera per davanzale con rompigoccia Guarnizione di tenuta Tassello di fissaggio dell'isolante Pannello d'isolamento termico in fibre di legno Intonaco esterno Montante/coibente Guarnizione morbida a nastro auto espandente Lamiera per davanzale con rompigoccia Guarnizione morbida a nastro auto espandente Guida di scorrimento della tapparella Pannello d'isolamento Tassello di fissaggio dell'isolante termico in fibra di legno Intonaco esterno Strato di irrigidimento e controventatura (ed eventuale freno al vapore) Figura 12.55: Isolamento esterno intonacato in edificio in legno: nodo dei serramenti 443 ISOLAMENTO_12.indd 443 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Inserire eventualmente la guida della tapparella avvolgibile inglobata nell’isolante o il sistema di fissaggio delle persiane. Negli edifici in muratura, il tipico fissaggio dei pannelli avviene mediante colla e tasselli ad espansione utilizzati contemporaneamente. Le modalità di applicazione del collante vengono specificate nelle schede tecniche fornite dal produttore e possono essere differenti a seconda del materiale impiegato. La colla sui pannelli isolanti, in genere, viene applicata a quiconce o a perimetro-punti, ma vi sono anche altre modalità di posa. Per la posa di pannelli in fibra di legno in superfici planari, viene utilizzata anche la stesura di collante su tutta la superficie (Ndr). Applicare un intonaco adatto al tipo di pannelli utilizzati. I pannelli utilizzati nella parte basamentale potrebbero essere differenti da quelli utilizzati sul resto della parete. Per la parte basamentale può essere utilizzato un isolante in polistirene estruso o del vetro cellulare (Ndr). Assicurarsi che i pannelli isolanti non siano stati bagnati dalla pioggia prima di applicare l’intonaco e che l’umidità residua dei pannelli sia inferiore al 13%. Rinforzare gli angoli uscenti per mezzo di paraspigoli con rete portaintonaco in fibra di vetro,1 che dovrà estendersi per almeno 20-30 cm su ogni lato dell’angolo. Negli angoli delle aperture, sulla superficie della facciata, occorre posare delle pezze di rete portaintonaco aggiuntive di rinforzo, poste in diagonale di misura 30 3 30 cm o 20 3 40 cm. tra due pannelli. Se vi sono giunti tra i pannelli non perfettamente planari, carteggiare i giunti con carta vetro (Ndr). È importante, per evitare fessurazioni in prossimità degli angoli dei vani finestra, che i pannelli coibenti vengano sagomati con la forma dell’angolo e non vi siano giunture L’isolamento nelle facciate ventilate 1 Vengono commercializzati paraspigoli anche esenti da PVC per costruzioni eco-compatibili. Dopo 2-3 giorni dalla posa dell’isolante, con temperature superiori a 5 °C e umidità inferiore all’80%, applicare una mano di fondo di 3 mm minimo, utilizzando un frattazzo a lama inox. Lavorarla subito dopo l’applicazione con un pennello per facciate per renderla ruvida. Questa mano di fondo funge da supporto e permette di correggere le eventuali disuniformità. Dopo tre settimane di essiccazione, applicare una mano di intonaco di 5 mm circa di spessore, sul quale si applicherà a fresco la retina portaintonaco. Assicurarsi che la retina sia ben aderente al primo strato e porre subito un secondo strato di intonaco da circa 5 mm di spessore in modo che la retina sia posta a metà tra i due. I giunti della retina portaintonaco dovranno essere sovrapposti di almeno 10 cm. In seguito, applicare l’intonachino colorato o di finitura, prima di sette giorni, evitando comunque le giornate ventose o di forte soleggiamento. Quando la posa dell’intonachino è ultimata, coprirlo con una mano di pittura di protezione. È possibile adottare anche altri sistemi d’intonacatura. La posa in opera può differire in base ai materiali utilizzati, per questo è importante far riferimento alle istruzioni del produttore. In genere gli intonaci da utilizzare con i cappotti in fibra di legno sono a base di calce idraulica NHL 3,5 (Ndr). Per la coibentazione di pareti verticali può essere utilizzato il metodo della facciata ventilata, che consiste in un rivestimento esterno separato dal coibente per mezzo di uno strato di ventilazione. 444 ISOLAMENTO_12.indd 444 09/08/11 17:14 La posa in opera Il rivestimento esterno in pannelli, chiamato talvolta “pelle”, è sostenuto da una struttura in legno o metallica. Questo tipo di rivestimento è apprezzato nella ristrutturazione delle facciate esterne, nelle architetture contemporanee ed è un’eccellente soluzione per la realizzazione di un isolamento termico dall’esterno. La “pelle” dei rivestimenti in pannelli applicati rende possibili diverse soluzioni architettoniche (figura 12.56). Nelle soluzioni più tradizionali, gli elementi sono in legno o a base di legno. Gli elementi da sovrapporre possono essere di diversa tipologia: laterizio, ardesia, tavolette di legno chiamate scandole etc. Gli elementi in legno sono realizzati in legno grezzo, in essenze resistenti come il larice, il douglas, il cedro rosso, il pino marittimo, il castagno o l’abete rosso. Quando gli elementi sono tavole di legno poste in orizzontale o verticale, si parla di rivestimenti a tavole sovrapposte o a doghe. In genere, le doghe sono in legno massello grezzo o trattato, ma possono essere anche in legno pressato, lamellare incollato o tinto. Possono anche essere in fibre ad alta densità, in PVC, in metallo, in materiale composito a base di legno, in fibra di legno- cemento, in fibra di cellulosa e cemento etc. La posa orizzontale per sovrapposizione è la più classica, ma esistono altre soluzioni, per esempio con scanalature e alette, come le perline. La posa in opera può anche essere a giunti aperti, in orizzontale, verticale, per sovrapposizione o persino in diagonale. Inoltre esistono pannelli di compensato trattato, pannelli compositi a base di legno con resina, pannelli in metallo e vari piccoli elementi in laterizio, ardesia o ceramica… La scelta delle forme, dei materiali e dei colori è di conseguenza molto vasta. La figura 12.56 illustra una parte di tutte queste opzioni. La struttura più usuale si basa su montanti in legno disposti in verticale sulla parete. È possibile renderle solidali alla struttura portante, in contatto diretto o, il più delle volte, per mezzo di staffe angolari in metallo. Queste presentano il vantaggio di adattarsi alle irregolarità del supporto e così ottenere una planarità corretta per il rivestimento. Per quanto riguarda le grandi lastre, i pannelli o i rivestimenti a tavole sovrapposte, fissarli orizzontalmente direttamente sui montanti. Per i rivestimenti a tavole sovrapposte previsti per posa verticale o i piccoli elementi, assicurarli ad una struttura secondaria in listelli orizzontali, a sua volta fissata alla rete di montanti verticali. Per ogni tipo di soluzione con rivestimento a pannelli, utilizzare lo spazio creato dietro il rivestimento per realizzare l’isolamento esterno, lasciando però un’intercapedine ventilata tra isolante e la superficie posteriore del rivestimento. Quest’intercapedine deve essere in comunicazione con l’esterno nella parte superiore e inferiore di ogni facciata. I montanti devono avere una sezione sufficiente per offrire durabilità e resistenza meccanica. Le loro deformazioni devono essere trascurabili e senza conseguenze per la 445 ISOLAMENTO_12.indd 445 09/08/11 17:14 Le pareti verticali © Terreal © Koramic © Silverwood © DFTG x 7 Moduli in laterizio grigio perla Pannelli di compensato Rivestimento in pannelli di legno composito con attacco metallico Rivestimento in pannelli in fibre di cellulosa e cemento Rivestimento a perline maschio-femmina Rivestimento tradizionale a scandole Rivestimento a perline verticali con sovrapposizione dei giunti Rivestimento in elementi di laterizio Rivestimento a perline verticali Rivestimento in listelli di legno massello a giunti aperti (doghe) Figura 12.56: Esempi di rivestimenti per facciate in pannelli 446 ISOLAMENTO_12.indd 446 09/08/11 17:14 La posa in opera struttura. La larghezza deve essere adeguata al fissaggio degli elementi di rivestimento. Per il fissaggio dei montanti, è possibile utilizzare due tipi di staffe angolari: regolabili o meno. Le prime sono composte di una staffa angolare e di una piastra metallica fissata alla staffa mediante imbullonatura. Un foro ovalizzato, posto nell’ala della staffa, ne permette la regolazione mediante spostamento della piastra. Scegliere la misura delle staffe angolari in funzione dello spessore dell’isolante. Installare le staffe di fissaggio in modo alternato, da una parte e dall’altra dei montanti. Segnare, con un tracciatore, l’allineamento dei fori realizzati su ogni lato dei montanti. Prevedere minimo tre staffe per ogni montante e garantirne almeno 3 anche sotto ai parapetti. Posare le prime staffe alla sommità o alla base dei montanti ad una distanza dalle estremità del supporto maggiore di 0,35 m. Posare le altre staffe a intervalli massimi di 1,35 m.3 Un punto importante da considerare è il fissaggio delle staffe di supporto. Infatti, gli elementi di fissaggio devono essere correttamente dimensionati per assicurare la durabilità nel tempo, la stabilità e la resistenza alle varie sollecitazioni (vento, impatti accidentali, carichi permanenti etc.) . Per il fissaggio delle staffe alla muratura, utilizzare tasselli in acciaio ad espansione o tasselli chimici a seconda del supporto. Possono essere utilizzati anche tasselli in plastica purché, come per tutti gli altri tipi di fissaggio, siano adatti al supporto e siano caratterizzati da adeguata resistenza. Per il fissaggio della staffa ai montanti in legno, fissare le viti a testa piana o i tirafondi2 alla staffa, per mezzo di una piastra o di una rondella di ripartizione. Viti e tasselli sono adatti al fissaggio diretto dei montanti in legno alla muratura. I montanti, di lunghezza 5,40 m appoggiano in questo modo su almeno cinque sostegni. Per i rivestimenti in pannelli, l’interasse tra i montanti è in genere di 0,60 m. Sui bordi dell’edificio, per una migliore resistenza ai venti e agli impatti, è necessario ridurre tale interasse a 0,45 o 0,30 m. A questo punto della costruzione, posizionare le staffe su un solo lato dell’assicella, adottando un passo di 0,90 m. Per il fissaggio con staffe, posizionare la vite al centro del foro ovalizzato (figura 12.57). Se la staffa è provvista di due fori oblunghi/ ad asola, utilizzare solo quello posizionato in alto. Le staffe, come le viti, devono resistere alla corrosione. 2 Il tirafondo è una particolare vite con testa esagonale, che può essere serrata con forza attraverso una chiave. Per assicurare il fissaggio dei montanti alle staffe, è possibile adottare vari sistemi secondo il peso del rivestimento in pannelli. Per esempio, per gli elementi la cui massa superficiale supera i [25 kg/m2], possono essere utilizzati dei tirafondi di 7 mm di diametro e 50 mm di lunghezza, e delle viti aggiuntive di fissaggio per legno di 3,5 mm di diametro e 40 mm di lunghezza o dei chiodi non lisci di 3,5 mm di diametro e 40 mm di lunghezza. Se il rivestimento in pannelli è leggero, con massa superficiale inferiore a [25 kg/m2], utilizzare almeno tre 3 Il dimensionamento di staffe, loro interasse, tasselli e montanti deve essere opportunamente dimensionato mediante calcolo strutturale. I valori riportati nel testo hanno carattere puramente indicativo che non possono essere utilizzati per ogni situazione. Per il dimensionamento possono essere di aiuto i manuali tecnici forniti dai produttori dei rivestimenti. 447 ISOLAMENTO_12.indd 447 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Fissaggio della struttura portante di un rivestimento in pannelli sostenuta da staffe in metallo Esempio di staffe metalliche di fissaggio dei montanti lignei Staffa regolabile Foratura con ø 10 mm nella struttura portante. Utilizzare un tassello ad espansione metallico o in materia plastica o un tassello chimico, a seconda della natura del supporto. Staffa non regolabile In caso di elemento a 2 fori e un tassello, utilizzare il foro superiore Indicazioni generiche di fissaggio dei montanti lignei – prospetto frontale A bordo dell'edificio, si possono posare le staffe su un solo lato del montante, diminuendo l'interasse degli elementi di fissaggio. Bordo dell'edificio 1,35 m 0,90 m ≤ 0,35 m Parte centrale ≤ 0,35 m Vista dall'alto con isolante – sezione orizzontale 0,45 - 0,30 m 0,60 m massimo per rivestimento in pannelli in piccoli elementi Fissaggio dei montanti alle staffe 3 viti per legno da 3,5 x 40 mm minimo (da dimensionare) Apertura Muro di supporto Isolante termico Staffa angolare Viti di bloccaggio per legno da 3,5 X 40 mm Tirafondo da 7 X 50 mm Come minimo 3 elementi di fissaggio per montante Montante Le misure fornite sono puramente indicative e variano con i parametri del progetto. È necessario effettuare un dimensionamento strutturale. Figura 12.57: Fissaggio della struttura portante di un rivestimento in pannelli sostenuta da staffe in metallo 448 ISOLAMENTO_12.indd 448 09/08/11 17:14 La posa in opera viti per legno di 3,5 mm di diametro e 40 mm di lunghezza o tre chiodi non lisci di 3,5 mm di diametro e 50 mm di lunghezza per ogni staffa. Se si utilizza un solo tirafondo per il fissaggio della staffa al montante, utilizzare anche una vite di bloccaggio di 3,5 mm di diametro e 40 mm di lunghezza in uno dei fori per evitare la rotazione dell’assicella. La posizione delle viti di fissaggio nel fianco dei montanti deve rispettare alcune regole. Non posizionare mai viti a una distanza inferiore a sei volte il loro diametro rispetto agli spigoli esterni dei montanti (figura 12.58). Allo stesso modo, distanziarle di oltre sei volte il loro diametro sul piano verticale e di oltre tre volte il loro diametro sul piano orizzontale. I montanti tipici hanno una lunghezza di 5,40 m e sono in pino silvestre o in abete rosso. Il loro tasso di umidità deve essere inferiore al 20% e devono essere trattati contro i funghi e gli insetti. Eliminare gli elementi in legno che presentano alterazioni come nodi e smussi, sacche di resina, inizio di decomposizione, corrosioni puntiformi bianche o una scorretta disposizione delle venature. Per limitare gli sprechi di materiale, è possibile giuntare i montanti, intervenendo in due modi: per sovrapposizione laterale o per giuntura di testa. Nel primo caso, sarà necessario tenere conto dello sfalsamento delle staffe di fissaggio. Rispettare una sovrapposizione di 30 cm come minimo. Rinforzarla meccanicamente per mezzo di due tirafondi di diametro minimo 7 mm e di lunghezza totale corrispondente al doppio della larghezza dei montanti. Per i giunti di testa, utilizzare delle piastre in acciaio zincato di minimo 1 mm di spessore e di lunghezza minima 30 cm. Avvitare la piastra alle due estremità del montante. Stare attenti a lasciare un gioco di almeno 20 mm tra le estremità dei montanti. È possibile sostituire la piastra in metallo con una lastra di compensato resistente all’umidità di 10 mm di spessore come minimo, inchiodata o avvitata. La sezione dei montanti e degli ancoraggi dipende dalla massa superficiale del rivestimento in pannelli, dalla resistenza al carico del vento, dalla larghezza degli elementi da fissare e dalla presenza o meno di una struttura secondaria. La figura 12.58 presenta qualche esempio di sezione in funzione di queste sollecitazioni per le abitazioni unifamiliari. La struttura non deve presentare difetti di planarità tra i montanti, superiori a 2 mm, se rilevati con un rigone da 2 m. Come indicato, è possibile fissare i montanti direttamente alla parete (figura 12.59). In genere, si adotta questa soluzione per il rivestimento in pannelli dei livelli inferiori o del piano terra. In questo caso, fissare i montanti utilizzando sistemi di tasselli ad espansione a percussione o vite più tassello ad espansione e rondelle di lunghezza sufficiente a garantire una buona resistenza meccanica. I tasselli a percussione vengono solitamente esclusi per supporti costituiti da blocchi in laterizio forati, in quanto potrebbero determinare la rottura del laterizio (Ndr). Se si fissano le scandole direttamente sui montanti, dotare le teste delle viti di una rondella da 16 mm di diametro. Per farle scomparire, realizzare prima degli incavi cilindrici della giusta dimensione. I valori d’interasse e altri dettagli costruttivi sono simili a quelli della posa con staffe angolari. Naturalmente, se l’isolante è posato in opera in un solo strato, questa soluzione di posa in opera crea dei ponti termici a livello dei montanti. 449 ISOLAMENTO_12.indd 449 09/08/11 17:14 Le pareti verticali I punti di fissaggio dei montanti lignei Staffatura sui fianchi dei montanti lignei 6xø 3xø 6xø 6xø 6xø ø = diametro delle viti di fissaggio 6xø 5xø Foratura della parte superiore del montante 6xø Foratura della parte inferiore del montante Tipi di giunto dei montanti lignei Per giustapposizione delle teste delle travi Vista di fronte - prospetto frontale Giunto affiancato Vista da sinistra Vista di fronte – prospetto frontale Vista da sinistra Staffe Montanti Muro Larghezza di progetto Muro Piastra in acciaio zincato da 1 mm di spessore (fissaggio mediante tirafondi o bulloni) Esempi di sezioni dei montanti lignei Tirafondo di circa 7 mm di diametro e lunghezza doppia rispetto alla larghezza di progetto del montante (Fonte: “Guide Pratique CSTB”) Sezioni per rivestimento in doghe di legno Sezioni per rivestimento in pannelli di dimensioni ridotte 1 442 50 x 50 mm 2 780 63 x 75 mm 9 503 50 x 63 mm 4 800 75 x 63 mm 6 705 50 x 75 mm 7 660 75 x 100 mm 26 817 63 x 63 mm 5 800 100 x 50 mm 4 469 40 x 63 mm 3 576 63 x 40 mm 199 x 63 mm 8 941 100 x 75mm 15 084 Rivestimento Dim. Rivestimento Rivestimento in lastre in in mm in laterizio d’ardesia calcestruzzo Montanti Resistenza al carico del vento (P in Pa) Resistenza al carico del vento (P in Pa) 50 x 50 50 x 50 Da 50 x 50 o 60 x 40 Interasse fra i montanti Sezione del montante (larghezza x profondità) Sezione standard (larghezza x profondità) Da 40 a 60 Massimo 60 Massimo 60 Sezione dei listelli Sezioni standard Muro 300 mm Muro 300 mm Gioco di 2 cm – giunto di dilatazione Da 15 x 40 a 18 x 50 14 x 40 15 x 40 Le misure indicate in tabella, fornite dall’ente pubblico francese CSTB “Centre Scientifique et Technique du Bâtiment”, possono essere utili per un predimensionamento di massima degli ingombri. Tutte le strutture portanti vanno comunque dimensionate dettagliatamente e verificate. Ndr: Le misure indicate nei disegni sono puramente indicative e variano con i parametri del progetto. È necessario pertanto effettuare un dimensionamento strutturale. Figura 12.58: I punti di fissaggio dei montanti lignei 450 ISOLAMENTO_12.indd 450 09/08/11 17:14 La posa in opera Alcuni tipi di telai per pareti ventilate Fissaggio su una parete piena con tassello ad espansione Il fissaggio diretto dei montanti lignei alla struttura © Fischer La parete deve presentare una buona planarità © Fischer Fissaggio su una parete forata con tassello ad espansione Tassello a battuta ad espansione con vite a testa tronco conica (il tipo di tassello da utilizzarsi dipende dal tipo di muratura) Tasselli ad espansione posizionati sull'asse del montante © Fischer Struttura portante in acciaio Muratura portante Profilato a T in acciaio zincato Staffe di fissaggio metalliche regolabili, in acciaio zincato Isolante Rivestimento a doghe sovrapposte in fibrocemento Viti autofilettanti di fissaggio dei listoni di rivestimento it) ern : Et nte (Fo Ventilazione naturale del rivestimento esterno (parete ventilata) Figura 12.59: Alcuni tipi di telai portanti per pareti ventilate 451 ISOLAMENTO_12.indd 451 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Esistono, inoltre, sistemi specifici costituiti da rivestimenti sostenuti da strutture in metallo. In questo caso fare riferimento alla documentazione e alle raccomandazioni dei produttori. Gli isolanti scelti è bene che siano idrofughi e difficilmente infiammabili. È possibile pertanto utilizzare lane minerali (figura 12.60) in pannello o in rotolo (semirigido da srotolare) o lana di vetro. È consigliabile utilizzare coibenti ad alta permeabilità al vapore per favorire la trasmigrazione del vapore dall’interno dell’abitazione allo strato di ventilazione. Nelle costruzioni in legno spesso vengono utilizzati pannelli in fibra di legno rivestiti da un telo impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore (Ndr). È possibile, inoltre, scegliere l’incollaggio a punti, come per un isolante intonacabile. Si può posare l’isolante in uno strato sotto i montanti o in due strati (uno sotto i montanti, il secondo tra gli stessi oppure, nel caso di posa dei montanti in aderenza alla parete, uno tra i montanti e il secondo tra i controlistelli). Prima della posa della struttura, agganciare l’isolante alle staffe di fissaggio dei montanti e con i propri elementi di fissaggio (figura 12.61). I pannelli di isolante devono essere affiancati e non vi deve essere aria tra l’isolante e la struttura portante. In caso di posa in due strati, sfalsare i giunti tra uno strato e l’altro. La posa dei pannelli può avvenire sia in orizzontale sia in verticale. È possibile scegliere pannelli rigidi se la planarità del supporto è corretta e se non si generano lame d’aria di infiltrazione tra il pannello e la parete. I sistemi di fissaggio dell’isolante sono, in genere, tasselli con testa a stella con diametro di testa superiore o pari a 80 mm per le lane minerali semirigide, superiori o pari a 50 mm per i pannelli rigidi di lana minerale. È possibile scegliere di agganciare i pannelli isolanti, di dimensioni fino a 0,60 3 1,35 m, alle staffe della struttura. In questo caso, prevedere un fissaggio supplementare costituito da almeno un tassello per ogni pannello. Se la struttura non fornisce un sostegno, prevedere almeno due tasselli per pannello. Non piantare troppo in profondità i tasselli con testa a stella posti al centro, in quanto po- Figura 12.60: Esempi di coibenti per l’isolamento termico applicato in parete ventilata 452 ISOLAMENTO_12.indd 452 09/08/11 17:14 La posa in opera Posa dell’isolante sotto il rivestimento in pannelli Varie configurazioni di posa Isolante in strato singolo sotto ai listelli Isolante in strato singolo tra i listelli Intercapedine di 20 mm minimo. Intercapedine di 20 mm minimo. Isolante in due strati, sotto e tra i listelli Isolante in due strati tra i montanti e i listelli trasversali Giunti sfalsati Intercapedine di 20 mm minimo. Intercapedine di 20 mm minimo. Fissaggio dell'isolante Posa verticale: nella parte centrale, due elementi di fissaggio per m2. Lana minerale da srotolare tra i listelli Massimo 1,35 m 2 elementi di fissaggio in testa Pannelli di lana minerale da 0,60 X 1,35 m Pannelli inseriti sopra alle staffe di fissaggio dei listelli Pannelli posizionati tra i listelli Posa orizzontale Elementi di fissaggio Chiodo di bloccaggio del tassello in plastica Perno con testa a stella ø 10 mm per fissaggio di un isolante rigido (schiuma alveolare o lana minerale pressata) Spessore dell’isolante (mm) Lunghezza del tassello (mm) Da 30 a 40 Da 50 a 60 Da 70 a 80 Da 90 a 100 Da 110 a 120 70 90 110 130 150 ø testa ≥ 50 mm ø testa ≥ 80 mm Tassello con testa a stella ø 8 o 10 mm per il fissaggio di un isolante non rigido (lana minerale) Il tipo di tassello, la sua lunghezza e lo spessore del perno dipendono dal tipo di muratura e di isolante Figura 12.61: La posa dell’isolante sotto il rivestimento in pannelli 453 ISOLAMENTO_12.indd 453 09/08/11 17:14 Le pareti verticali trebbero far divergere i bordi del pannello. Non è opportuno agganciare gli isolanti in polistirene o polistirolo alle staffe di fissaggio dei montanti. Utilizzare almeno due tasselli con testa a stella per lastra. È possibile inoltre scegliere la posa mediante incollaggio. Per quanto riguarda i pannelli in materassini di lana minerale, si presentano in genere sotto forma di rotoli di larghezza 0,60 m e di varie lunghezze. Non agganciarli alle staffe di fissaggio dei montanti. La posa può essere orizzontale o verticale. In caso di posa verticale, posizionare due tasselli in alto e due per metro quadrato, ripartiti sul resto della superficie. Disporli a quinconce con un passo di 0,83 m. Per la posa orizzontale, collocare un tassello ogni 1,20 m al massimo, quindi ogni due montanti se il loro interasse è di 0,60 m. Disporre più tasselli all’inizio e alla fine del materassino. Posare i tasselli quando l’iso- lante è in posizione (figura 12.62). Praticare un foro di diametro appropriato per il tassello utilizzando un trapano. Introdurre il tassello nel foro. A seconda del modello, il bloccaggio del tassello si realizza direttamente battendo con un martello sul chiodo o avvitando la vite con avvitatore. L’isolante non deve occupare tutto lo spazio tra il muro e il retro del rivestimento in pannelli. Non dimenticare di mantenere un’intercapedine ventilata di minimo 2-4 cm: serve per permettere l’asciugatura di eventuali infiltrazioni d’acqua piovana e lo smaltimento del vapore proveniente dall’interno dell’abitazione. Lo strato di ventilazione permette anche un migliore comfort estivo (Ndr). Optando per un sistema di rivestimento a giunti aperti orizzontali o verticali, anche se i montanti sono trattati e protetti dalle aggressioni degli agenti biologici (funghi, insetti), classe 2, è necessario posare una © Rockwool Mettere in posizione il tassello con testa a stella. Praticare un foro per l'alloggiamento del tassello. Bloccare il tassello con il martello. Con le murature in laterizio non si devono utilizzare tasselli a percussione, in modo da evitare lesioni interne Figura 12.62: La posa di un tassello con testa a stella 454 ISOLAMENTO_12.indd 454 09/08/11 17:14 La posa in opera protezione supplementare sul lato esterno dei montanti. In compenso, non è necessario farlo se si scelgono legni trattati come minimo classe 3 contro i rischi biologici. Per i legni classe 2, installare un nastro di protezione su tutta l’altezza dei montanti (figura 12.63). Il materiale scelto deve essere di spessore ridotto, impermeabile, durevole e di larghezza superiore a quella della superficie visibile dei montanti di 20 mm. È possibile utilizzare un nastro in PVC morbido di minimo 1 mm di spessore, un nastro di cartonfeltro bitumato, un foglio metallico in alluminio verniciato o una banda in EPDM. È consigliabile l’utilizzo di un nastro che non permetta il ristagno di acqua tra il legno e il nastro stesso. A tal fine possono essere impiegati nastri in tessuto non tessuto di polietilene o polipropilene impermeabili all’acqua ma permeabili al vapore (Ndr). Fissare il nastro di protezione tramite chiodi o graffette. Il nastro sarà sostenuto anche dagli elementi di rivestimento. La larghezza dei giunti aperti tra gli elementi del rivestimento, è bene che sia inferiore allo spessore della “pelle” e inferiore a 8 mm. In alcuni casi, come, per esempio, con rivestimenti in fibrocemento posati verticalmente, può essere necessario installare un telo parapioggia, tra la struttura primaria e la struttura secondaria. I rivestimenti esterni in piccoli elementi hanno bisogno della posa di una struttura secondaria (figura 12.64), costituita in genere da listelli per i rivestimenti tradizionali o da profili di supporto specifici per particolari tipi di rivestimento. Questi ultimi sono classicamente dei profili metallici destinati al fissaggio di elementi particolari e vengono commercializzati dal produttore del sistema di rivestimento. I listelli devono essere trattati contro gli attacchi biologici, esattamente come i mon- tanti. Le loro dimensioni devono essere sufficienti per sostenere il peso del rivestimento esterno, resistere alle sollecitazioni del vento e permettere la posa di ganci di fissaggio per gli elementi scelti. Devono inoltre poter sopportare dei fissaggi passanti di tipo passante. Per i piccoli elementi in laterizio, per esempio, scegliere dei listelli da 15 3 40 mm posti su montanti da 50 3 50 mm, distanziati di 0,40 m e dei listelli da 18 3 50 mm, se i montanti sono distanziati di 0,60 m. Per elementi in ardesia naturale, utilizzare dei listelli di sezione da 30 3 40 mm posti su montanti da 50 3 50 mm, con un interasse di 0,60 m al massimo. Per un rivestimento a tavole sovrapposte verticali, utilizzare listelli da 40 3 40 mm, sempre per un interasse tra montanti di 0,60 m massimo, o da 40 3 27 mm, per un interasse fino a 0,40 m. Fissare i listelli ai montanti per mezzo di viti per legno protette contro la corrosione (viti cadmiate, zincate o galvanizzate), o di chiodi galvanizzati, dentellati o ritorti. I montanti destinati a sostenere i listelli devono presentare una superficie di contatto di almeno 40 mm. Posizionare almeno due elementi di fissaggio a ogni intersezione con i montanti. Posizionare le viti a una distanza di almeno tre volte il loro diametro dai lati della superficie di sovrapposizione e, per quanto riguarda i chiodi, a cinque volte il loro diametro. Se è necessario giuntare i listelli, farlo in corrispondenza di un montante predisponendo uno spazio minimo di 3 mm tra le due estremità. Fare penetrare gli elementi di fissaggio a una profondità di almeno 30 mm nei montanti. Per listelli destinati a sostenere un rivestimento a tavole sovrapposte verticali, utilizzare dei chiodi di 3,1 mm di diametro e 55 mm di lunghezza. Prestare attenzione a non lasciare sporgere l’estremità dei listelli di oltre 150 mm. 455 ISOLAMENTO_12.indd 455 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Protezione complementare dei montanti Rivestimento a doghe orizzontali con giunto verticale aperto Rivestimento in lastre con giunti verticali e orizzontali aperti Montante Montante Banda impermeabile Staffa di fissaggio Materiale coibente Rivestimento in lastre Giunto orizzontale aperto Rivestimento a doghe orizzontali Gioco di 2-3 mm te: n (Fo t) rni Ete Dettaglio Giunto verticale aperto Banda parapioggia su giunto verticale Sovrapposizione di 30 mm it) ern : Et nte (Fo Elemento di fissaggio Dettaglio Rivestimento a doghe verticali Materiale coibente Montante Telo impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore Banda impermeabile Staffa di fissaggio Listello Rivestimento in lastre Controlistellatura (per il fissaggio del telo) 8 mm 20 mm 75 mm Spessore in legno compensato resistente all’umidità (CTBX, o “compensato marino”) Rivestimento a tavole sovrapposte posate verticalmente nit) er (Fonte: Et Figura 12.63: La protezione complementare dei montanti 456 ISOLAMENTO_12.indd 456 09/08/11 17:14 La posa in opera I rivestimenti discontinui Elementi avvitati o inchiodati Elementi fissati con ganci Montante Coibente Listello Vite o chiodo Gancio Fissaggio dei listelli ai montanti Sbalzo L Montante d ≥ 3 x Ø per vite d ≥ 5 x Ø per vite Ø = diametro della vite d d D d d d Minimo 3 mm Listello D = L / 4 massimo e comunque ≤ 150 mm Ogni listello deve essere fissato minimo su 3 punti, eccetto ai bordi, dove ne bastano sono sufficienti 2. Le misure fornite sono puramente indicative e variano con i parametri del progetto. È necessario effettuare un dimensionamento strutturale. Interasse dei listelli d H (altezza dell'elemento) d ≥ 25 mm per chiodo, vite o gancio Elemento di rivestimento L'interasse dei listelli è al massimo la lunghezza dell’elemento di rivestimento. Se non è indicata dal produttore, può essere calcolata come segue: Lunghezza della parte visibile = H (altezza dell'elemento) - S (sovrapposizione) Sovrapposizione (S) 2 Esempio: dimensione della tegola 20 x 30 cm con una sovrapposizione raccomandata di 8 cm, l'interasse massimo dei listelli sarà: Parte non visibile Parte visibile 30 - 8 = 11 cm 2 Figura 12.64: I rivestimenti discontinui 457 ISOLAMENTO_12.indd 457 09/08/11 17:14 Le pareti verticali L’interasse tra le file di listelli dipende dagli elementi di rivestimento da installare e, se in pannelli, è definito dal produttore. Per i piccoli elementi, l’interasse dei listelli è al massimo pari alla lunghezza della parte visibile (vedi il particolare alla figura12.64). Il rivestimento a tavole sovrapposte, chiamate anche doghe o perline, è in legno naturale, lamellare incollato o che ha subito vari trattamenti. L’essenza scelta deve offrire una buona durabilità (classe d’utilizzo 2 o 3 in base alla norma UNI EN 335-2). Le doghe possono essere posate orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente (figura 12.65), a scelta. Sono possibili diversi profili per le doghe. Possono essere semplicemente rettangolari, trapezoidali o avere una linea specifica per un effetto estetico particolare o per favorire il deflusso delle acque di ruscellamento. Il profilo non deve in nessun caso presentare bordi o superfici che favoriscano il ristagno dell’acqua. La forma consigliabile per le doghe in legno è quella a parallelogrammo con lati minori obliqui. Il lato obliquo superiore permette il deflusso delle acque mentre, quello inferiore, ha la funzione di gocciolatoio (Ndr). Gli spessori tipici delle doghe in legno massello sono compresi tra 15 e 19 mm. La larghezza esposta, dunque la parte visibile, non sovrapposta e non scanalata, deve essere inferiore o pari a 7,5 volte lo spessore della perlina. Queste regole permettono di limitare il ritiro e il rigonfiamento del rivestimento a tavole sovrapposte. La posa può essere realizzata per sovrapposizione o giunto maschio-femmina. In quest’ultimo caso, predisporre un gioco di 2 mm all’interno dell’incastro, per non ostacolare le variazioni dimensionali del legno. Posare le doghe nel senso adatto a rispettare il deflusso dell’acqua. Per una posa orizzontale per sovrapposizione, se la parte visibile del rivestimento a tavole sovrapposte è inferiore o pari a 125 mm, utilizzare un elemento di fissaggio per ogni tavola, che deve essere posto a circa 15 mm dal bordo della perlina e può essere a vista o nascosto. Se la parte visibile è superiore a 125 mm, posizionare due punti di fissaggio per ogni tavola, posti a un terzo e due terzi della perlina. Esistono anche sistemi con fissaggio a scatto. Per le doghe in legno con giunto maschio-femmina, di larghezza inferiore o pari a 100 mm, è opportuno utilizzare un elemento di fissaggio tra le doghe e ogni listello. È possibile optare per un fissaggio invisibile, posto all’interno del giunto o per un fissaggio visibile, a 15 mm dal bordo della scanalatura. Per le doghe con parte visibile superiore a 125 mm, posizionare due elementi di fissaggio a un terzo e a due terzi delle doghe. In caso di posa verticale, sistemare le doghe direttamente sulla struttura secondaria, con un punto di fissaggio nel centro. Assicurare le doghe sovrapposte con parte visibile di larghezza inferiore o pari a 100 mm, mediante un punto di fissaggio, al centro. Per quelle con parte visibile superiore a 100 mm, posizionare due punti di fissaggio, ripartiti su ogni linea di listelli. Per favorire il deflusso dell’acqua, intagliare la parte inferiore delle doghe a gocciolatoio. La penetrazione degli elementi di fissaggio nel supporto deve essere di 22 mm minimo e la testa degli elementi non deve penetrare di oltre 1 mm nel legno. Gli elementi di fissaggio devono essere in acciaio inossidabile o in lega di alluminio, quando i rivestimenti in pannelli sono destinati a restare grezzi o a ricevere una finitura trasparente. I legni di cedro rosso, castagno 458 ISOLAMENTO_12.indd 458 09/08/11 17:14 La posa in opera I rivestimenti in doghe di legno Esempi di posa Esempi di profili di doghe Posa per sovrapposizione Posa per calettatura (con incastro maschio-femmina) Gioco di 2 mm Interasse dei supporti Parte sovrapposta Spessore delle doghe (in mm) Interasse dei montanti (in mm) 15 da 18 a 22 400 600 Parte visibile Larghezza totale Esempi di fissaggio delle doghe Posa per sovrapposizione di doghe con larghezza visibile ≤ 125 mm Chiodo o vite d2 d1 d1 e d2 = circa 15 mm Fissaggio visibile (2) Fissaggio invisibile Fissaggio a scatto Per doghe con parte visibile ≥ 125 mm, prevedere 2 fissaggi per sostegno a 1/3 e 2/3 della doga Esempi di chiodi Fissaggio di doghe mediante calettatura Dimensioni degli elementi di fissaggio d1 d2 Chiodo ritorto Chiodo anellato Chiodo con scanalature longitudinali Chiodi: lunghezza = almeno 2,5 volte lo spessore delle doghe. Viti: lunghezza = almeno 2 volte lo spessore delle doghe. Gli elementi di fissaggio devono penetrare nel supporto di almeno 22 mm. La penetrazione delle teste negli elementi in legno non deve essere superiore a 1 mm. Viti o chiodi devono resistere alla corrosione. Sono in commercio anche chiodi dentellati Figura 12.65: I rivestimenti in doghe di legno 459 ISOLAMENTO_12.indd 459 09/08/11 17:14 Le pareti verticali o quercia, favoriscono la corrosione di alcuni metalli. Se presente umidità, l’alluminio non deve essere posto a contatto dei legni di quercia, castagno e cedro rosso, poiché in questo modo vengono accelerati i processi di corrosione. Vanno esclusi anche i contatti tra ferro/acciaio e cedro rosso, acciaio galvanizzato con quercia e castagno. L’alluminio, il rame e l’ottone sono comunque meno sensibili agli effetti corrosivi dovuti da queste essenze rispetto al ferro e all’acciaio (Ndr).4 Per i legni poco densi come il meranti5 o il pitchpin, utilizzare fissaggi invisibili in acciaio inossidabile, viti o chiodi elettrozincati. La lunghezza dei chiodi deve essere almeno 2,5 volte superiore allo spessore delle doghe mentre quella delle viti minimo pari al doppio dello spessore delle doghe. Rinforzare gli angoli dei rivestimenti mediante profilati e staffe ad angolo (figura 12.66). Il profilo permette, in particolare, di apportare una miglioria estetica all’angolo. Le staffe ad angolo si fissano ad ogni lato del muro. Il montante rafforza ulteriormente il raccordo d’angolo formato dalle doghe. Per i rivestimenti non tradizionali, si può optare per elementi d’angolo particolari forniti dal produttore, per esempio in laterizio, da installare su una specifica struttura d’angolo. Anche per gli angoli rientranti si utilizzano sistemi con staffe e montanti di rinforzo. Il fissaggio dei montanti resta tradizionale, con staffe angolari. Per i materiali soggetti a dilatazione, utilizzare profilati che non bloccano 4 Vedi testo: Couasnet Y., “Memento delle proprietà e delle caratteristiche dei materiali da costruzione”, Sistemi Editoriali, 2007. 5 Il legno meranti, è considerato da Greenpeace un legno da evitare, in quanto gli alberi della famiglia Shorea, sono giganti delle foreste del sud-est asiatico e arrivano fino a 70 metri di altezza. Vengono commercializzati maggiormente il “light red meranti”, il “dark red meranti”, o il pesante “red balau”. gli elementi del rivestimento o realizzare un giunto di dilatazione (lasciare uno spazio libero per la dilatazione dei pannelli). I rivestimenti in pannelli applicati su struttura in legno devono essere posati a 150 mm minimo dal pavimento finito. Isolare il basamento con un materiale a forte resistenza meccanica, come il polistirene estruso con intonaco di protezione. Proteggere la sezione inferiore della struttura del rivestimento con una rete, per evitare la penetrazione di roditori, pur lasciando circolare l’aria. Per i rivestimenti in piccoli elementi, l’intercapedine deve avere uno spessore minimo da 2 a 3 cm, essere continua su tutta la facciata, e lasciare passare l’aria anche nella parte superiore del rivestimento. Nel caso di una copertura piana, bloccare i montanti sotto la copertina del cornicione in modo che la grata di aerazione sia protetta dalle precipitazioni. Se la copertura è a falda e isolata, predisporre lo strato di ventilazione anche su questa, protetta da una griglia. Per evitare ponti termici, posare l’isolante in continuità con quello della copertura. Gli elementi di rivestimento delle facciate ventilate non devono essere posti a cavallo di eventuali giunti di dilatazione presenti nella struttura portante dell’edificio. In questo caso è necessario interrompere il rivestimento in tale posizione, per evitarne la rottura. Davanti al giunto di dilatazione è possibile appoggiare un isolante fibroso in grado di deformarsi adeguatamente. Al contrario, se l’isolante è rigido, è necessario interromperlo e trattare il giunto. Come indicato, l’isolamento termico applicato all’esterno elimina la maggior parte dei ponti termici. Purtroppo ne rimangono alcuni a livello dei balconi, e che costituiscono un punto dolente critico negli edifici, indipendentemente dal sistema d’isolamento. Una soluzione è l’utilizzo di elementi per la correzione dei ponti termici (vedi pagina 538). 460 ISOLAMENTO_12.indd 460 09/08/11 17:14 La posa in opera Trattamento degli angoli dei rivestimenti Angoli uscenti Esempio di profilato Angolo uscente con lastre avvitate Montante Principio Montante Profilo Elemento d'angolo in laterizio D'après Eternit Staffa d'angolo (Fonte: Eternit) Banda impermeabile Angolo uscente con perline Rivestimento Materiale coibente Angolo uscente con lastre rivettate Profilo Profilo Montante D'après Eternit D'après Eternit Lastre Doghe Materiale coibente Staffe di fissaggio Elemento in laterizio Profilo di supporto in metallo Esempio di profilo Angolo rientrante con lastre avvitate Profilo Angolo rientrante con elementi in laterizio D'après Eternit Profilato Giunto di dilatazione da 5 mm D'après Terreal Angolo rientrante con doghe Doghe D'après Terreal Lamiera di compartimentazione Staffa d'angolo Angoli rientranti Angolo uscente con laterizio Montanti in Angolare in PVC metallo Squadretta angolare Rivetto D'après Eternit Doghe Figura 12.66: Il trattamento degli angoli dei rivestimenti 461 ISOLAMENTO_12.indd 461 09/08/11 17:14 Le pareti verticali La figura 12.67 presenta i punti critici dei rivestimenti. Per quanto riguarda i serramenti esterni (figura 12.68), occorre garantire comunque la circolazione dell’aria nello strato di ventilazione, sotto i davanzali e sull’architrave. Utilizzare griglie di protezione per proteggere le aperture dello strato di ventilazione. Se il serramento è a filo del muro esterno, garantire il contatto tra il telaio fisso e l’isolante. Lo stesso vale se il serramento è sistemato sul lato interno. Posizionare dei rivestimenti sul montante e sull’architrave. A livello del parapetto, applicare un davanzale con risvolti laterali. Posizionare un montante per allineare il rivestimento degli stipiti del vano finestra, tenendo conto dello spessore dell’isolante. Le pareti a cassa vuota (o parete doppia) Una parete a cassa vuota con isolamento nell’intercapedine può essere considerata come un sistema con isolamento dall’esterno. Lo strato esterno non è più un rivestimento, ma una muratura in piccoli elementi. La posa in opera delle pareti in piccoli elementi dipende dalle tecniche di edificazione, che non descriveremo. Malgrado ciò è importante segnalare qualche regola da rispettare per realizzare in modo corretto questa soluzione d’isolamento. La parete doppia costituisce un’ottima protezione per la parete interna dalle acque meteoriche, in quanto le eventuali infiltrazioni di acqua provenienti dall’esterno vengono smaltite attraverso l’intercapedine. L’acqua scorre sulla superficie interna del rivestimento e verso l’esterno mediante delle piccole aperture e la parete interna rimane asciutta (figura 12.65). Se si impiegano materiali isolanti permeabili al vapore, è assicurato anche lo smaltimento del vapore acque proveniente dall’interno dei locali. Il flusso attraversa la parete interna, l’isolante e si condensa (in inverno) a contatto con la parete di rivestimento, quindi l’acqua viene fatta defluire verso l’esterno attraverso l’intercapedine e le aperture. La prima fila di mattoni della parete esterna presenta dei giunti verticali privi del giunto di malta che permettono l’evacuazione dell’acqua. È importante proteggere accuratamente la parte inferiore dell’intercapedine con una guaina d’impermeabilizzazione, per canalizzare l’acqua. Stessa protezione va posizionata sopra alle aperture. L’ermeticità all’aria è garantita perfettamente, grazie alla parete interna, che deve essere intonacata. Se si desidera conservare il muro grezzo (senza intonaco) sul lato interno, applicare l’intonaco sul lato dell’intercapedine. L’installazione di una barriera al vapore in genere non è necessaria. Effettuare sempre una verifica termoigrometrica mediante metodo di Glaser per controllare il fenomeno della condensa interstiziale all’interno dell’involucro (Ndr). La tecnica della parete doppia è valida anche per gli edifici con struttura in legno. In 462 ISOLAMENTO_12.indd 462 09/08/11 17:14 La posa in opera I punti critici dei rivestimenti Finiture superiori e inferiori Giunzione con copertura coibentata Materiale coibente tra puntoni Copertina del parapetto Isolante tra l’orditura secondaria Controlistello Massimo 350 mm 40 mm 20 mm Listello Telo impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore Assito Puntone 20 mm Rivestimento in doghe Profilo guida Lastra di cartongesso Freno al vapore Eventuale griglia Muratura portante Montante Intonaco Montante Materiale coibente Materiale coibente Minimo 150 mm Massimo 350 mm dal pavimento Listello di partenza 10 mm Griglia di aerazione (contro i roditori) Coibente idrofugo (resistente all’umidità) Esempio di griglia inferiore Balcone Rivestimento esterno Giunto di dilatazione Muro Giunto di dilatazione Muro Muratura portante Montante Scossalina Interno Griglia Raccordo termoisolante portante per i ponti termici dei balconi Materiale coibente Scossalina Balcone Griglia 20 mm Interno Rivestimento esterno Figura 12.67: I punti critici dei rivestimenti 463 ISOLAMENTO_12.indd 463 09/08/11 17:14 Le pareti verticali Collegamento dei rivestimenti con i serramenti Finestra a filo del muro esterno Massimo 350 mm Finestra a filo del muro interno Massimo 350 mm Squadretta Rivestimento Materiale coibente Ventilazione Squadretta Squadretta Risvolto della lamiera Lamiera inclinata con gocciolatoio (davanzale) Lamiera inclinata con gocciolatoio Massimo 350 mm 40 mm 40 mm 20 mm 20 mm Vista dall'alto in sezione Serramento Vista dall'alto in sezione Serramento Squadretta Materiale coibente Squadretta Lamiera inclinata Lamiera inclinata Risvolto della lamiera Risvolto della lamiera Rivestimento Rivestimento Figura 12.68: I rivestimenti e i serramenti 464 ISOLAMENTO_12.indd 464 09/08/11 17:14 La posa in opera Parete a cassa vuota (con intercapedine) e umidità Comportamento alla pioggia Intercapedine Intonaco per ermeticità all'aria Parete interna Materiale coibente idrofugo (resistente all’umidità) Parete di rivestimento Mattoni a giunto verticale non sigillato Guaina di impermeabilizzazione Elemento termoisolante (vetro cellulare) L'isolante non si inumidisce e non trasmette l'umidità alla parete interna. Intercapedine con o senza lama d’aria costituisce un elemento di rottura capillare, l'acqua viene evacuata. L'aria calda e umida non si condensa nell’intercapedine. La condensazione interessa la superficie interna della parete di rivestimento in quanto superficie fredda. Comportamento al passaggio di vapor acqueo Flusso di vapor acqueo creato dall'occupazione dell'alloggio Ermeticità all'aria La parete interna e l'intonaco applicato sulla stessa svolgono la funzione di barriera all'aria, che permette un equilibrio delle pressioni da ambo le parti della parete di rivestimento. Senza questa ermeticità all'aria, l'acqua piovana accompagnata da vento potrebbe infiltrarsi fino alla parete interna attraverso le piccole discontinuità. Se l'opera muraria interna deve restare a vista (per ragioni estetiche, ad esempio), l'intonaco sarà realizzato sul lato interno all’intercapedine. Figura 12.69: Parete a cassa vuota (con intercapedine) e umidità 465 ISOLAMENTO_12.indd 465 09/08/11 17:14 Le pareti verticali questo caso, può essere necessario l’inserimento di un freno al vapore sul lato interno della struttura. Le prestazioni di una parete a cassa vuota priva di isolante sono inferiori rispetto ai requisiti richiesti dalla legislazione sul risparmio energetico. Per esempio, una parete a cassa vuota composta di un rivestimento in mattoni pieni da 9 cm di spessore, di un’intercapedine da 6 cm, di una muratura interna da 14 cm in mattoni forati e di un intonaco interno, offre una trasmittanza U pari a 1,37 [W/(m2 3 K)]. Con una parete interna in blocchi di calcestruzzo di media densità, la trasmittanza U è di 2,17 [W/(m2 3 K)] mentre con blocchi di calcestruzzo cellulare, si ottiene 0,88 [W/(m2 3 K)]. Questi valori dimostrano tutto l’interesse di sfruttare lo spazio dell’intercapedine per inserirvi un isolante. In condizioni normali, l’intercapedine può essere interamente riempita di isolante. Se la parete esterna è molto esposta alle intemperie, pitturata, piastrellata o composta di mattoni smaltati, è necessario predisporre un’intercapedine di 2 o 3 cm tra l’isolante e la parte posteriore della parete di rivestimento. I principali componenti della parete doppia sono (figura 12.70): la muratura interna, l’intercapedine con l’isolante, la parete esterna, le guaine d’impermeabilizzazione o le scossaline e i ganci che collegano la muratura portante alla parete di rivestimento che hanno inoltre la funzione di sostenere l’isolante, grazie a delle rondelle di bloccaggio. La loro forma a goccia d’acqua evita il ruscellamento verso l’interno del muro. Possono essere utilizzati isolanti permeabili al vapore e imputrescibili come la lana di vetro, la lana minerale, il sughero, la fibra di cocco o la fibra di canapa. I pannelli a celle chiuse come il polistirene o il vetro cellulare, invece, pur essendo altamente resistenti all’umidità, non permettono il naturale passaggio di vapore acqueo dall’interno dei locali verso l’esterno. In caso di riqualificazione energetica di una parete a cassa vuota, tipologia edilizia molto comune in Italia, è possibile riempire l’intercapedine con insufflaggio di materiali sciolti isolanti come la perlite espansa, la fibra di cellulosa, il sughero sciolto, la lana minerale in fiocchi o il polistirene espanso in palline. La coibentazione dell’intercapedine permette una riduzione del passaggio di calore dalla parete interna alla parete esterna, che determina temperature più basse del rivestimento nei periodi invernali. Questo può determinare maggiori sollecitazioni termiche in caso di gelo. La coibentazione dell’intercapedine, che deve essere protetta anche da eventuali infiltrazioni di acqua, non è raccomandata nelle riqualificazioni energetiche di pareti con rivestimento i cui mattoni si sfaldano o i cui giunti sono degradati e se la parete interna non è ermetica all’aria, cioè non intonacata. Prima di effettuare l’insufflaggio, per evitare la fuoriuscita del materiale isolante, è necessario verificare la presenza di eventuali fori o fessurazioni tra l’intercapedine e l’esterno o l’interno. Un punto critico, da questo punto di vista, potrebbe essere in prossimità dei cassettoni per gli avvolgibili. Negli edifici multipiano si può effettuare un sondaggio dall’interno dell’edificio utilizzando un periscopio e una lampadina, attraverso dei fori realizzati sulla parete. Ponendo la luce in un foro in basso e il periscopio in alto, si può vedere se vi sono punti di collegamento dell’intercapedine passanti tra i piani (Ndr). Nelle nuove costruzioni i muri esterni possono essere in piccoli elementi come mattoni in laterizio, blocchi di calcestruzzo o elementi in pietra naturale. A causa dell’isolamento, la parete sarà sollecitata: asciugatura 466 ISOLAMENTO_12.indd 466 09/08/11 17:14 La posa in opera Principi costruttivi della parete a cassa vuota (1/5) Dettaglio di un solaio a piano terra (1) Parete interna Sezione generale Materiale coibente Parete di rivestimento Giunto verticale vuoto Isolamento del sottotetto Elemento in blocchi termoisolanti Impermeabilizzazione Solaio superiore Lama d’aria Scossalina Isolamento termico della superficie inferiore Solaio a piano terra Massetto flottante Materiale coibente Giunto verticale vuoto Architrave Scossalina Dettaglio di un solaio inferiore (2) Serramento Materiale coibente Profilato Parete esterna Intonaco esterno Impermeabilizzazione Elemento in blocchi termoisolanti Parete interna Isolamento termico della superficie inferiore Solaio a piano terra Materiale coibente Massetto flottante Impermeabilizzazione Davanzale Dettaglio di un balcone Ancoraggi Materiale coibente Materiale coibente Parete esterna Intonaco esterno Solaio inferiore D'après Isover Raccordo termoisolante portante per i ponti Elementi di termici dei balconi alleggerimento Isolamento termico della superficie inferiore Scossalina Balcone Giunto verticale vuoto Parete interna Pellicola impermeabile Massetto flottante Materiale coibente Soletta Ancoraggio Fondazione D'après Flumroc Figura 12.70: I principi costruttivi della parete a cassa vuota (1/5) 467 ISOLAMENTO_12.indd 467 09/08/11 17:14 Le pareti verticali più lenta, numerosi cicli di gelo/disgelo. Per questo i materiali devono essere resistenti al gelo. La parete interna non subisce queste sollecitazioni, poiché protetta dal coibente. Può essere in blocchi di laterizio forato o pieno, in blocchi di calcestruzzo, in blocchi di silicocalcare, in calcestruzzo cellulare. Può anche trattarsi di una struttura in legno. La scelta della parete doppia è valida con solaio su terrapieno, su piano interrato o su vespaio. Si considera che la soletta appoggi sulle fondazioni. Nel caso di una soletta controterra, le due murature (esterna/interna) appoggiano sui cordoli di fondazione. Preferire quindi un sistema di soletta desolidarizzata, se le condizioni lo permettono. Esistono numerose soluzioni per realizzare la base della parete doppia, alcune illustrate alla figura 12.70. Quando la soletta si trova a livello della pavimentazione esterna, è opportuno erigere la parete su elementi costruttivi isolanti, come blocchi di vetro cellulare (figura 12.71). La parte inferiore della parete ester- na non deve essere edificata a partire dal pavimento, ma a 10 cm minimo da questo. Costruire la partenza della parete esterna su un basamento in calcestruzzo armato. Riempire la parte inferiore dell’intercapedine con un isolante a celle chiuse, come il polistirene estruso. Tagliare il lato superiore per dare un’inclinazione alla scossalina per il deflusso dell’acqua. Nella parte alta dell’intercapedine, invece, posare un isolante fibroso. Per l’isolamento termico del solaio inferiore, scegliere un isolante applicato sulla superficie inferiore, con un massetto flottante. I blocchi costruttivi isolanti alla base della muratura portante permettono di rispettare la continuità dell’isolamento con l’intercapedine, riducendo notevolmente i ponti termici. Ricordiamo che è necessario realizzare dei giunti verticali aperti nella prima fila di mattoni della parete di rivestimento, in ragione di due o tre per metro, per permettere l’evacuazione dell’acqua. Se la soletta è più alta, la muratura portante e il rivestimento iniziano sullo stesso piano. Figura 12.71: L’utilizzo di blocchi isolanti alla base di una muratura portante 468 ISOLAMENTO_12.indd 468 09/08/11 17:14 La posa in opera Se l’intercapedine è interamente riempita dall’isolante, applicare sulla parete esterna un intonaco di protezione permeabile al vapor acqueo. Infine, come in ogni progetto, la presenza di un balcone in cemento armato genera sempre un ponte termico e un’ottima soluzione per ridurlo drasticamente consiste nell’applicare elementi speciali per la correzione dei ponti termici. La continuità dell’isolamento nell’intercapedine deve essere perfetta: pannelli aderenti alla parete di supporto e posa affiancata. Nel caso in cui la parete interna è portante, per i solai intermedi (figura 12.72), scegliere la soluzione della soletta in appoggio esclusivo sulla muratura portante. Questa soluzione è la sola che permette di eliminare i ponti termici tra la parete e i solai intermedi. Allo stesso modo, curare la continuità dell’isolamento alla giunzione con la copertura. Che l’isolamento sia interno, tra i puntoni, o esterno, per sarking o in pannelli portanti, garantire sempre un corretto contatto con l’isolante dell’intercapedine. L’isolante della copertura deve coprire la muratura portante per entrare in contatto con l’isolante dell’intercapedine. La parete esterna di rivestimento si prolunga fino al sottotetto. In fondo all’intercapedine, garantire una leggera inclinazione alla guaina d’impermeabilizzazione, per esempio con della malta, quindi farla risalire dietro l’isolante garantendo la continuità alla base della facciata. È possibile tagliarla e piegarla agli angoli o utilizzare degli elementi ad angolo preformati. Può essere una guaina bituminosa provvista di un’armatura imputrescibile velo vetro o poliestere, o una guaina sintetica (PE, EPDM…), con omologazione. Realizzare una impermeabilizzazione dell’intercapedine anche al di sopra delle aperture con guaina, realizzando dei risvolti laterali. Posizionare il telaio dei serramenti a contatto con il prolungamento dell’isolante (figura 12.73). L’infisso potrà essere posizionato sia a filo del muro esterno sia a filo del muro interno. Assicurare l’ermeticità all’aria e all’acqua tra la muratura portante e il telaio. Rivestire il varco con mattoni. Realizzare un giunto elastico tra il telaio e la parete esterna. Fissate le staffe di fissaggio del telaio attraverso fori praticati negli stipiti. Garantire l’isolamento laterale del telaio. Dotare gli stipiti di un rivestimento. Per eliminare ogni rischio d’infiltrazione a livello del parapetto, se il davanzale è in calcestruzzo, avere cura di posizionare una guaina d’impermeabilizzazione sotto tutta l’apertura, appoggiandosi ad entrambe le murature (esterna/interna). Per l’applicazione di un davanzale, prolungare l’isolante fino al telaio del serramento. Fissarlo al telaio frapponendo un’impermeabilizzazione e facendolo appoggiare su un giunto elastico. La figura 12.74 illustra i dettagli del collegamento tra muratura e serramenti. Notare la posa in opera della scossalina, posta sull’architrave in calcestruzzo. Prestare attenzione a lasciare aperto qualche giunto di mattoni verticali, per permettere il deflusso dell’acqua. Se la struttura prefabbricata è dotata di un cassone per tapparelle avvolgibili, realizzare il drenaggio al di sopra del cassone. Tutti i contatti tra la muratura e le parti dell’apertura devono essere dotate di un giunto elastico che permetta i movimenti tra questi elementi, senza arrecare danni. Per canalizzare l’acqua, rispettare il posizionamento della guaina d’impermeabilizzazione al di sopra delle aperture, con il risvolto laterale. Piegare la guaina per garantire la continuità. La parete esterna deve disporre di architravi propri. 469 ISOLAMENTO_12.indd 469 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Piano intermedio Schemi costruttivi della parete a cassa vuota (2/5) Parete di rivestimento Drenaggio dell’intercapedine Giunti aperti Materiale coibente Massetto flottante Soletta Drenaggio dell’intercapedine in corrispondenza di un'apertura Materiale coibente Muratura portante Intonaco interno Ancoraggio Membrana continua alla base della facciata Muratura portante Copertura coibentata su puntoni Manto di Copertura Aerazione copertura Isolante termico su puntoni (sarking) (Fonte: DGTRE) Travetto per sporto di gronda Chevron Freno al vapore e tenuta all'aria Giunti aperti Parete di rivestimento Parete di rivestimento Muratura portante Coibente interno al muro Isolamento a livello della copertura Scossalina in lamiera Listello Telo impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore Tegole Copertura isolata tra puntoni Manto di Copertura Controlistellatura Aerazione copertura Coibente tra puntoni Freno al vapore e tenuta all'aria Isolamento termico del sottotetto Trave trasversale Isolamento del muro a cassa vuota (Fonte: DGTRE) Tavola con gocciolatoio Coibentazione per eliminare il ponte termico Trave Rivestimento Puntone Parete di rivestimento Coibente muro Raccordo ermetico all'aria Muratura portante (Fonte: Flumroc) Figura 12.72: Gli schemi costruttivi della parete a cassa vuota 2/5 470 ISOLAMENTO_12.indd 470 09/08/11 17:15 La posa in opera Schemi costruttivi della parete a cassa vuota (3/5) Dettagli dei davanzali delle aperture Guarnizione morbida (autoespandente) Dettagli dei montanti delle aperture (in sezione) Varie soluzioni Telaio dell'infisso Mensola Parete di rivestimento Giunto di tenuta EXT. Davanzale in calcestruzzo Davanzale Intonaco Guaina impermeabile continua Muratura portante Staffa di collegamento Muratura portante Materiale coibente Serramento INT. (Fonte: DGTRE) Materiale coibente Parete di rivestimento Fissaggio serramento Profilo di rivestimento EXT. Guarnizione morbida (autoespandente) Davanzale Materiale coibente Serramento (Fonte: DGTRE) Davanzale in metall Gancio di collegamento INT. Muratura portante Materiale coibente Parete di rivestimento Intercapedine Materiale coibente EXT. Guarnizione morbida (autoespandente) (Fonte: Isover) Giunto di tenuta Davanzale Parete di rivestimento Mattoni dello stipite EXT. (Fonte: DGTRE) Parete di rivestimento Materiale coibente Forte isolamento Muratura portante Telaio dell'infisso Spalletta Serramento INT. Guarnizione morbida (autoespandente) Staffa di fissaggio Intonaco INT. Muratura portante Figura 12.73:Gli schemi costruttivi della parete a cassa vuota 3/5 471 ISOLAMENTO_12.indd 471 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Schemi costruttivi della parete a cassa vuota (4/5) Dettaglio dell'isolamento a livello di serramento (Fonte: DGTRE) Serramento con tapparella avvolgibile Isolamento della parete a cassa vuota Parete di rivestimento Isolamento della parete a cassa vuota Serramento classico Schiuma coibente Guarnizione morbida a nastro autoespandente Intonaco Muratura portante Serramento Guaina impermeabile Architrave Guarnizione morbida a nastro autoespandente Cassettone per avvolgibile Staffa di Guarnizioni fissaggio morbide a nastro autoespandente Materiale coibente Giunti aperti Tapparella Profilato angolare metallico Intonaco Schiuma coibente Spalletta Guarnizione morbida a nastro autoespandente Finestra Drenaggio dell’intercapedine sulla parte alta dei serramenti Muratura portante Guaina con risvolti Materiale coibente Ponti termici Raccordi accostati correttamente Parete di rivestimento Giunzione con serramento realizzata con cura Continuità dell'isolante termico Figura 12.74: Gli schemi costruttivi della parete a cassa vuota 4/5 472 ISOLAMENTO_12.indd 472 09/08/11 17:15 La posa in opera Schemi costruttivi della parete a cassa vuota (5/5) (Fonte: DGTRE) Parete a cassa vuota e copertura piana Parete a cassa vuota e balcone Elemento costruttivo coibente (blocco in vetro cellulare) Elemento portante per la correzione del ponte termico dei balconi Risvolto d'impermeabilizzazione Balcone Soletta (Fonte: Schöck) (Fonte: Foamglass) Isolamento termico della copertura piana Giunto di tenuta all’aria e isolante termico Pilastro Figura 12.75: Gli schemi costruttivi della parete a cassa vuota (5/5) Ricordiamo che è necessario posare i pannelli isolanti a giunti sfalsati e perfettamente affiancati al telaio dei serramenti. Un altro schema di dettaglio presenta i punti critici da rispettare a livello dei serramenti e dei relativi stipiti. Il serramento non deve mai essere in contatto diretto con la parete esterna, per non provocare il trasferimento di umidità. Per una costruzione con copertura piana, è difficile realizzare la continuità dell’isolante sopra il muretto d’attico (figura 12.75). Sulla soletta della copertura piana, la base del muretto d’attico è allineata con la muratura ed è composta da elementi costruttivi termoisolanti. Il muretto d’attico può essere realizzato anche interamente in muratura isolante. Isolare la copertura piana seguendo lo stesso metodo usato per il tetto rovescio. Con i blocchi termoisolanti in prossimità della base del muretto d’attico, la continuità con l’isolante dell’intercapedine è rispettata e il ponte termico è molto ridotto. Per i balconi, la parte isolante degli elementi per la correzione dei ponti termici deve essere posizionata nell’intercapedine e i ferri di rinforzo sono integrati alla soletta del piano e a quella del balcone. Prestare attenzione a desolidarizzare la parte superiore della parete esterna dal lato inferiore del balcone, per consentire i movimenti del balcone. Alla base delle intercapedini risvoltare la guaina d’impermeabilizzazione sulla muratura interna di minimo di 150 mm. Piegare l’estremità superiore della guaina e inserirla nel giunto degli elementi della muratura. Utilizzare ancoraggi in acciaio zincato di diametro di 4 mm se cilindrici o di spessore minimo di 3 mm se piatti. Vengono commercializzati diversi tipi di ancoraggio e quelli destinati alle lane minerali dispongono di una borchia per bloccare l’isolante (figura 12.76). 473 ISOLAMENTO_12.indd 473 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Dettagli di posa in opera di una parete a cassa vuota Altezza della scossalina Posa del materiale coibente L'isolante deve essere incollato o fissato meccanicamente alla parete interna. Membrana di impermeabilizzazione o scossalina in piombo Giunto verticale non sigillato (da 2 a 3 per metro) Spaziatura degli ancoraggi Messa in opera degli ancoraggi Figura 12.76: I dettagli di posa in opera di una parete a cassa vuota 474 ISOLAMENTO_12.indd 474 09/08/11 17:15 La posa in opera Posa in opera di una parete a cassa vuota coibentata 1 - A seconda del tipo di isolante scelto, applicare la colla sul dorso dell'isolante o fissarla con le rondelle degli ancoraggi. 3 - Dopo la messa in opera dell'isolante sulla muratura portante, procedere al montaggio della parete di rivestimento esterno incorporando gli ancoraggi. 2 - Mettere in posizione l'isolante contro la muratura portante dotata di ancoraggi. Gli elementi isolanti devono essere placcati contro il muro, fissati a bordi ben accostati per limitare i ponti termici. 4 - Per una parete doppia isolata senza intercapedine, l'isolante viene a volte posato in opera man mano che il lavoro procede. I due muri vengono quindi montati congiuntamente. Figura 12.77: La posa in opera di una parete a cassa vuota coibentata In Belgio la posa in opera tipica è chiamata “technique hollandaise” e consiste nel posare la parete doppia posizionando il ponteggio all’esterno, in tre fasi: montaggio della parete interna, posa dell’isolante e montaggio della parete esterna (figura 12.77). Occorre erigere la parete interna integrando le scossaline ovunque siano necessarie e, in seguito, installare i serramenti. Agganciare i pannelli isolanti ai ganci d’ancorag- gio, fissarli contro il muro e mantenerli in posizione mentre si applicano le borchie in plastica. Negli angoli, effettuare una posa per ammorsatura. A livello dei serramenti, tagliare l’isolante rispettando un margine di 1 cm supplementare per garantire il contatto perfetto con l’infisso. Terminare con l’erezione della parete esterna. La figura 12.78 presenta nei dettagli la posa dell’isolante e il montaggio della parete di rivestimento. 475 ISOLAMENTO_12.indd 475 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Figura 12.78: Esempio di posa in opera di una parete a cassa vuota 12.3 L’isolamento con materiali costruttivi coibenti In questo paragrafo affronteremo più dettagliatamente i sistemi costruttivi dei principali materiali costruttivi coibenti come, ad esempio, le pareti con blocchi termoisolanti in calcestruzzo cellulare e in laterizio. Naturalmente non possono essere trattati tutti i dettagli di posa in opera e tutti i casi particolari, ma verranno fornite alcune nozioni che possono essere utili alla progettazione o all’esecuzione. Per maggiori informazioni sugli aspetti e dettagli specifici relativi a ogni prodotto, fare comunque sempre riferimento alla documentazione fornita dai produttori. Indipendentemente dal sistema costruttivo previsto, il progettista, l’impresa esecutrice o chi vuole eseguire i lavori in economia diretta, dovranno possedere una certa esperienza. I sistemi costruttivi a posa incollata con rullo stendimalta richiedono una certa capacità tecnica, ma hanno il vantaggio di non necessitare di molte attrezzature. Essendo materiali piuttosto nuovi, occorre che il progettista informi dettagliatamente il costruttore sulle tecniche di posa da adottarsi. Può essere di grande aiuto per l’avvio delle lavorazioni, la presenza in cantiere di un tecnico inviato dall’azienda produttrice, che spieghi direttamente agli operai le principali fasi di posa e i problemi che si possono riscontrare in quella particolare situazione (Ndr). Il testo potrà essere utile per verificare la corretta esecuzione dei lavori. In ogni caso, dovranno essere forniti tutti gli elaborati progettuali tra cui quelli strutturali (natura del terreno, fondazioni etc.). Come ogni altro tipo di costruzione, questa deve appoggiare su fondazioni perfettamente calcolate e realizzate a regola d’arte. Il calcestruzzo cellulare 476 ISOLAMENTO_12.indd 476 09/08/11 17:15 La posa in opera Descriveremo solamente il sistema costruttivo costituito da piccoli blocchi termoisolanti (figura 12.79). Esistono tuttavia anche blocchi di grandi dimensioni e pannelli dell’altezza di un piano, che richiedono una posa in opera particolare e il ricorso a mezzi di sollevamento. Gli edifici in blocchi di calcestruzzo cellulare devono soddisfare le disposizioni indicate dalle norme tecniche UNI di riferimento. Vengono commercializzati anche blocchi termoisolanti in calcestruzzo cellulare con funzione portante (Ndr). Oltre ai blocchi costruttivi, è necessario prevedere un certo numero di elementi speciali come gli architravi, elementi cassaforma per la realizzazione di cordoli o pilastri d’ango- lo… Scegliere la colla cementizia specifica indicata dal produttore e l’attrezzo adatto per la sua stesura (cazzuola dentata della stessa larghezza dei blocchi). Una manara abrasiva è indispensabile, come una sega per il taglio dei blocchi. Per tagliare un gran numero di elementi, la sega a nastro su banco è molto pratica. Lo spessore minimo dei blocchi per i muri portanti è di 20 cm. Lo spessore dipende dal budget, dalle prestazioni termiche volute e dalla resistenza richiesta dal calcolo strutturale. La posa in opera è possibile su ogni tipo di solaio di chiusura a terra: soletta controterra, soletta su piano interrato o vespaio, platea di fondazione. Figura 12.79: Esempio di costruzione in calcestruzzo cellulare 477 ISOLAMENTO_12.indd 477 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Se la soletta è controterra,6 per fondazioni lineari continue, si può intervenire desolidarizzandola naturalmente se il terreno lo permette. Sui cordoli di fondazione, si elevano i muri della parte basamentale, in blocchi di calcestruzzo pieni o da gettare in opera, per un’altezza almeno superiore di 10 cm rispetto alla quota del pavimento finito. Gettare in opera la soletta controterra su isolante, avendo cura di desolidarizzarla dai muri della parte basamentale attraverso una banda isolante perimetrale avente altezza pari a quella del massetto (per maggiori dettagli, vedi il capitolo 13 a pagina 514). La testa dei muri basamentali deve essere livellata con malta idrofuga, che servirà da base alla parete in blocchi di calcestruzzo cellulare (figura 12.80). Sistemare i blocchi a posa incollata con rullo stendimalta, con giunti di circa 2 mm. Aver cura di sfalsare i giunti verticali di un filare rispetto all’altro. Se il solaio inferiore è su un vespaio o su un piano interrato, la realizzazione dei basamenti è simile, ma saranno coperti da una base livellata in malta impermeabile. È possibile realizzare diversi tipi di solai intermedi. La soluzione migliore consiste nell’utilizzare solette armate prefabbricate in calcestruzzo cellulare. Sono fabbricate su misura e possono raggiungere una portata massima senza appoggio di oltre 5,50 m, a seconda degli spessori e dei carichi ammissibili. Posizionare queste solette sulla base livellata impermeabile, realizzare il cordolo armato orizzontale legato ai ferri di armatura del solaio, quindi posare delle tavelle isolanti su tutto il bordo esterno della costruzione. Tra le solette, vi è uno spazio destinato ad un getto, da realizzare 6 Molti regolamenti d’igiene edilizia comunali obbligano a realizzare fondazioni areate. Pertanto verificare se sussiste la possibilità di realizzare tali sistemi. con ferri ad aderenza migliorata da 10 mm di diametro che saranno annegati nella malta contemporaneamente alla posa del cordolo orizzontale. La posa dei blocchi della muratura, si effettua direttamente con colla cementizia. Si può anche realizzare un solaio in pignatte di calcestruzzo e getto soprastante in cemento armato, ma l’isolamento risulta decisamente inferiore. Ai bordi della soletta, è possibile inserire un isolante tra il solaio e la tavella per ridurre il ponte termico e lo spessore necessario dell’isolante dipende da quello dei blocchi. Per un solaio di chiusura a terra, effettuare un getto in calcestruzzo su uno strato impermeabile. Nella parte superiore realizzare una base di livellamento in malta. Avvenuta l’asciugatura, sarà possibile incollarvi direttamente dei blocchi con colla cementizia. È possibile realizzare i basamenti anche in calcestruzzo cellulare. I blocchi appoggiano su una base livellata in malta idrofuga posta sulle fondazioni. Sulle pareti della parte basamentale, applicare un’impermeabilizzazione e una protezione, per esempio in pannelli di polistirene (vedi figura 12.79) o vetro cellulare. I sistemi di solai in pignatte sono destinati ai solai intermedi. In questo caso, il solaio appoggia sul muro in blocchi portanti, come un solaio in solette di calcestruzzo cellulare. Le putrelle precompresse devono appoggiare sulla muratura portante per una larghezza di almeno 7 cm. Nel caso dei solai di chiusura a terra, la realizzazione di un massetto flottante con isolante termico permetterà di migliorare le prestazioni. Si può anche optare per un solaio leggero in legno. I travetti, in questo caso, devono appoggiare su un cordolo orizzontale con appoggi scorrevoli soprastanti, costituiti, ad 478 ISOLAMENTO_12.indd 478 09/08/11 17:15 La posa in opera I dettagli costruttivi di un isolamento in blocchi termoisolanti di calcestruzzo cellulare 1/4 (Fonte: Xella) Muro perimetrale in blocchi di spessore ≥ 20 cm I solai Solaio su terrapieno Solaio su vespaio o su piano interrato Isolante termico rigido Colla cementizia Impermeabilizzazione Muro perimetrale in blocchi di spessore ≥ 20 cm Malta di livellamento idrofuga Tavella Soletta in calcestruzzo armato Materiale coibente Tubo di drenaggio Pellicola in polietilene Cordolo in calcestruzzo armato perimetrale Massicciata compattata Malta di livellamento idrofuga Fondazioni protette dal gelo Solaio intermedio con travetti e pignatte Strato di colla cementizia Materiale coibente Tavella 2 cm Solaio intermedio con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Muro perimetrale Muro perimetrale in blocchi di spessore in blocchi di spessore ≥ 20 cm Tavella ≥ 20 cm Coibente perimetrale Malta di livellamento Getto in calcestruzzo con rete di armatura Pignatte in calcestruzzo o in laterizio Travetti in calcestruzzo armato Cordolo in calcestruzzo armato perimetrale Solaio leggero (in legno) Coibente all'estremità del travetto Coibente perimetrale Solaio con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Armatura in acciaio da dimensionare Solaio con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Cordolo in calcestruzzo armato Collegamento tra solaio isolante e cordolo in calcestruzzo armato Muro perimetrale Tavella in blocchi di spessore Coibente ≥ 20 cm perimetrale Solaio con pannelli in Trave appoggiato calcestruzzo cellulare armato a cordolo Cordolo in calcestruzzo armato Muro perimetrale in blocchi di spessore ≥ 20 cm Poliuretano espanso Appoggio scorrevole (pannello in compensato) Ancoraggio Ferri di armatura dei ferri da dimensionare al cordolo Tavella Blocco– cassaforma per cordolo Le misure e i disegni forniti sono puramente indicativi e variano con i parametri del progetto. È necessario un dimensionamento strutturale da parte di un tecnico abilitato alla progettazione di strutture portanti in edilizia. Figura 12.80: I dettagli costruttivi di un isolamento in blocchi termoisolanti di calcestruzzo cellulare (1/4) 479 ISOLAMENTO_12.indd 479 09/08/11 17:15 Le pareti verticali esempio, da spessori di compensato, per permettere le dilatazioni del legno ed evitare eventuali danni.7 Per lo stesso motivo, inreporre un isolante elastico all’estremità del travetto, nel fondo dell’alloggiamento ricavato nel blocco. La figura 12.80 illustra inoltre il dettaglio del collegamento tra le solette del solaio prefabbricato in calcestruzzo cellulare armato e i cordoli orizzontali. I muri divisori interni possono essere realizzati in elementi di calcestruzzo cellulare. Si possono posare a incastro in una scanalatura di 5 cm minimo nella muratura portante, se questa ha uno spessore di almeno 30 cm. Quando lo spessore dei muri portanti è minore, è possibile scegliere la posa per ammorsatura (figura 12.81 in alto a destra). Se è necessario prevedere un getto verticale intermedio con ferri di armatura, utilizzare dei blocchi di almeno 30 cm di spessore per il muro perimetrale e realizzare il raccordo con il muro divisorio a incastro. Per una casa monofamiliare in piccoli elementi di calcestruzzo cellulare (ma anche in blocchi di laterizio o di calcestruzzo), realizzare getti in calcestruzzo con ferri di armatura verticali negli angoli uscenti o rientranti. Eventualmente si possono creare dei getti in cemento armato all’interno dei muri portanti, in particolare se il solaio intermedio prevede una soletta in calcestruzzo armato o precompresso. Collegare i ferri dei getti verticali con i ferri dei solai pesanti 7 L’uso dei solai e delle coperture in legno viene consigliato per alleggerire la struttura, fattore importante soprattutto in zona sismica. Viene indicato nelle norme tecniche di inserire degli elementi di ancoraggio tra le travi e la muratura per evitare lo sfilamento in caso di sisma. La detta soluzione ricorda la tecnica costruttiva utilizzata nell’architettura del passato, dove venivano utilizzate le “sogofese”, elementi in ferro ancorati ad alcune travi del solaio e fissati al muro portante mediante una chiave posta in facciata. superiori e inferiori. In zona sismica, questi collegamenti sono obbligatori. È opportuno, inoltre, rinforzare le aperture con getti in cemento armato verticali in prossimità degli stipiti, collegati a quelli del parapetto e degli architravi. Per quanto riguarda i balconi, l’utilizzo di da solai prefabbricati in calcestruzzo cellulare armato è una delle poche soluzioni che permette di limitare in modo semplice ed efficace i ponti termici. Sulla parte esterna delle solette, applicare una guaina impermeabile prima di gettare in opera il massetto in calcestruzzo. L’aggetto massimo dipende dallo spessore del pannello e vengono fornite indicazioni sul dimensionamento strutturale dal produttore. Per la posa delle finestre, posizionare i ferri per il getto nel parapetto nell’ultima fila di blocchi interi, posizionata sotto il vano finestra. Al centro dei blocchi realizzare una scanalatura di 5 3 5 cm, per esempio con un seghetto alternativo, che attraversi tutta l’area sotto il vano (figura 12.82). Posizionare quindi i blocchi tagliati all’altezza desiderata per il serramento, i davanzali in calcestruzzo (o altro materiale) e una tavella in calcestruzzo cellulare sul lato interno. A livello degli stipiti, realizzare una battuta destinata ad accogliere il controtelaio e il telaio fisso. Per quanto riguarda l’architrave, in funzione dei carichi da sopportare, può essere in cemento armato, in calcestruzzo cellulare armato prefabbricato o in calcestruzzo armato gettato in opera in blocchi isolanti a cassero a U. La larghezza della muratura portante tra due architravi (parte di muratura portante tra aperture) deve essere superiore alla larghezza di un blocco e mezzo. Per l’installazione di tapparelle avvolgibili, utilizzare 480 ISOLAMENTO_12.indd 480 09/08/11 17:15 La posa in opera I dettagli costruttivi di un isolamento in blocchi termoisolanti di calcestruzzo cellulare 2/4 (Fonte: Xella) I tramezzi e i balconi Giunzione a incastro Giunzione per ammorsatura 30 cm Parete esterna ≥ 20 cm 5 cm Muro perimetrale 20 cm Muro divisorio ≥ 15 cm Muro divisorio Giunzione con armatura verticale Balcone Armatura verticale per getto in calcestruzzo 20 30 cm Muro perimetrale ≥ 20 cm Solette con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Getto in calcestruzzo su rete di armatura Impermeabilizzazione cm Lo sbalzo è determinato in base a calcoli strutturali e dalle schede tecniche del materiale Coibente perimetrale Muro divisorio Ancoraggi Solette con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Cordolo in calcestruzzo armato Solette con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Cordolo in calcestruzzo armato orizzontale Coibente perimetrale Tavella in calcestruzzo cellulare Architrave in calcestruzzo armato con blocchi-cassero Muro perimetrale ≥ 20 cm Cordolo in calcestruzzo armato orizzontale Elemento in calcestruzzo armato verticale Cordolo in calcestruzzo armato parapetto Elemento in calcestruzzo armato verticale Le misure e i disegni forniti sono puramente indicativi e variano con i parametri del progetto. È necessario un dimensionamento strutturale da parte di un tecnico abilitato alla progettazione di strutture portanti in edilizia. Figura 12.81: I dettagli costruttivi di un isolamento in blocchi termoisolanti di calcestruzzo cellulare (2/4) 481 ISOLAMENTO_12.indd 481 09/08/11 17:15 Le pareti verticali I dettagli costruttivi di un isolamento in blocchi termoisolanti di calcestruzzo cellulare 3/4 (Fonte: Xella) Inserimento dei serramenti Sigillatura di un serramento a filo del muro interno Davanzale in calcestruzzo Architrave in calcestruzzo armato sotto solaio Solette con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Cardine a fissaggio chimico Giunto di tenuta Battuta tagliata in cantiere 45° Cordolo in calcestruzzo armato perimetrale Taglio a coda di rondine (realizzato con sega) per l'ancoraggio del serramento. Architrave in calcestruzzo armato in blocchi isolanti a cassero a U Tavella in calcestruzzo cellulare Telo impermeabile se il davanzale è gettato in loco Tavella in Blocco tagliato calcestruzzo cellulare Ferri di armatura del parapetto Posa degli architravi Posa di un architrave sotto cordolo Setto portante (L ≥ 1,5 blocchi minimo da verificare mediante calcoli strutturali) Muro perimetrale ≥ 20 cm Cordolo in calcestruzzo armato perimetrale in blocchi a U Blocco adattato in cantiere Blocco adattato in cantiere Architravi portanti Ferri di armatura del parapetto Architrave armato portante Sostegno di una capriata su cordolo sopra all’architrave di un'apertura Cassone autoportante di tapparella avvolgibile Capriata Capriata Cordolo in calcestruzzo armato perimetrale Coibentazione del sottotetto Cassettone autoportante Lastra di cartongesso per tapparella Cordolo in calcestruzzo avvolgibile armato perimetrale in casseforme a U Architrave dell'apertura Tapparella Intonaco esterno Serramento Intonaco interno o lastra di cartongesso Figura 12.82: I dettagli costruttivi di un isolamento in blocchi termoisolanti di calcestruzzo cellulare (3/4) 482 ISOLAMENTO_12.indd 482 09/08/11 17:15 La posa in opera Figura 12.83: La posa di solette di copertura in calcestruzzo cellulare appositi blocchi autoportanti. Nelle coperture, se le capriate appoggiano sull’architrave di un’apertura, si dovrà realizzare un cordolo orizzontale, al di sopra dell’architrave, sul quale saranno fissate meccanicamente. Nel caso di un architrave gettato in opera, incollare una tavella in calcestruzzo cellulare sotto i blocchi/cassero, per migliorare le prestazioni termiche indebolite dalla presenza del calcestruzzo armato. Realizzare dei giunti precisi per i serramenti, per garantire l’ermeticità all’aria e all’ac- qua. Per posizionare le staffe di fissaggio dei serramenti, realizzare preliminarmente dei tagli a forma di coda di rondine con un seghetto alternativo. Per il fissaggio dei cardini di scuri o persiane, realizzare un foro a 45° nei blocchi di calcestruzzo cellulare e garantire la tenuta scegliendo un fissaggio chimico. Per quanto riguarda la copertura, può essere realizzata anche con solette portanti in calcestruzzo cellulare armato (figura 12.83). Questo sistema è poco utilizzato in Italia, 483 ISOLAMENTO_12.indd 483 09/08/11 17:15 Le pareti verticali malgrado il beneficio apportato ai sottotetti in termini di comfort estivo. Le solette di copertura devono essere posate perpendicolarmente all’inclinazione del tetto, appoggiate alla muratura portante e agli eventuali muri di spina. A livello delle facciate, le lastre appoggiano su un cordolo orizzontale che ha la funzione di dormiente. Realizzare anche un cordolo a livello del colmo (figura 12.84). Nelle scanalature tra le solette, posizionare dei ferri su tutta la lunghezza della copertura e collegarli ai cordoli della muratura portante e dei muri di spina. Gettare quindi in opera del calcestruzzo nelle scanalature per realizzare il fissaggio delle solette. Rivestire la struttura di copertura così creata con una un freno al vapore continuo. Fissare meccanicamente una struttura in legno sulle solette. Per migliorare ulteriormente le prestazioni termoacustiche della copertura e limitare le dilatazioni termiche, installare un isolante termico tra i puntoni. che sosterranno i listelli e gli elementi di copertura. Tra il coibente e i listelli posizionare un telo sottotetto impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore (Ndr). È inoltre possibile installare un’orditura tradizionale con arcarecci e puntoni. In questo caso, tagliare in cantiere l’alloggiamento degli arcarecci. Dovranno essere posati su un appoggio che permetta lo scorrimento del legno, come una lastra di compensato. Per garantire la tenuta all’aria e all’acqua nella giuntura tra legno e muratura, si può utilizzare schiuma di poliuretano espanso. Se si opta per una struttura prefabbricata, fissare meccanicamente le capriate sui cordoli orizzontali. La posa dei blocchi di calcestruzzo cellulare si effettua su una base livellata di malta impermeabile se necessario, o direttamente sulla soletta, se questa è in calcestruzzo cel- lulare; in questo caso con colla cementizia. La figura 12.85 illustra le varie fasi da seguire per il montaggio. Il primo blocco deve essere posato in opera in un angolo. Per farlo, quando la malta di livellamento è perfettamente secca, applicare colla cementizia con la cazzuola dentata. Le foto successive mostrano la posa in opera di un blocco per getto in calcestruzzo armato verticale. Attenzione, poiché si tratta di un esempio, l’armatura non compare. Posare il blocco nella colla e batterlo accuratamente con il martello in gomma per distribuire la colla su tutta la superficie. Incollare il lato del blocco corrispondente alla larghezza del muro perpendicolare, per tentare di ovviare all’assenza di incastri in tale punto, quindi livellare dove verrà sistemato il blocco successivo. Battere sempre con il martello, quindi continuare la posa seguendo lo stesso metodo. Prestare attenzione dal secondo blocco in poi a non incollare i giunti verticali. Infatti, l’incastro nei profili in genere è sufficiente. I produttori indicano di utilizzare colla anche nei giunti verticali per le zone a rischio sismico, dove devono essere utilizzati blocchi con maggiore resistenza alle sollecitazioni (Ndr). Verificare, nel corso del lavoro, il corretto allineamento del primo filare di blocchi con un rigone da 2 m. Correggere, se necessario, l’allineamento e l’orizzontalità dei blocchi battendo leggermente con il martello in gomma. Quando il primo filare è posato in opera, levigare il lato superiore dei blocchi con un frattazzo abrasivo. Quest’operazione serve per rendere perfettamente planare la superficie d’appoggio della seconda fila. Spolverare, applicare colla cementizia nell’angolo di partenza, quindi posare l’elemento d’angolo della seconda fila. 484 ISOLAMENTO_12.indd 484 09/08/11 17:15 La posa in opera I dettagli costruttivi di un isolamento in blocchi termoisolanti di calcestruzzo cellulare 4/4 (Fonte: Xella) La copertura Copertura con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Copertura in solette con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Cordolo in calcestruzzo armato Materiale coibente aggiuntivo con telo sottotetto soprastante Giunto con mastice acrilico Cordolo in calcestruzzo armato Ferro disposto su tutta la lunghezza della copertura Soletta di copertura con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Puntoni Freno al vapore Cordolo in calcestruzzo armato Calcestruzzo Tavella in calcestruzzo cellulare Copertura in solette con pannelli in calcestruzzo cellulare armato (ancoraggio su muratura portante) Cordolo in calcestruzzo armato Ancoraggio dei ferri disposti su tutta la lunghezza al cordolo della muratura portante Copertura in solette con pannelli in calcestruzzo cellulare armato (ancoraggio su muro di spina) Cordolo in calcestruzzo armato Ancoraggio dei ferri disposti su tutta la lunghezza nel cordolo dei muri di spina Materiale coibente Soletta di copertura con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Appoggio di 7 cm minimo (Vedi schede tecniche del materiale utilizzato) Soletta di copertura con pannelli in calcestruzzo cellulare armato Muratura portante in blocchi isolanti di spessore ≥ 20 cm Copertura tradizionale Poliuretano espanso Muro di spina in blocchi isolanti di spessore ≥ 20 cm Arcareccio Arcareccio Scanalatura realizzata in cantiere Appoggio scorrevole (lastra in compensato) Muratura portante in blocchi isolanti di spessore ≥ 20 cm Trave di appoggio in cassaforma a U in caso di forti carichi Le misure e i disegni forniti sono puramente indicativi e variano con i parametri del progetto. È necessario un dimensionamento strutturale da parte di un tecnico abilitato alla progettazione di strutture portanti in edilizia. Figura 12.84: I dettagli costruttivi di un isolamento in blocchi termoisolanti di calcestruzzo cellulare (4/4) 485 ISOLAMENTO_12.indd 485 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Proseguire a giunti sfalsati. Posare il blocco successivo e proseguire il montaggio dei filari successivi seguendo il procedimento adottato per la prima fila. Per il taglio dei blocchi, è molto utile una specifica sega a nastro (vedi foto). Per quanto riguarda i blocchi termoisolanti preaccoppiati costituiti da calcestruzzo cellulare e silicocalcare, il sistema di posa in opera è analogo. Applicare la colla cementizia con una cazzuola dentata. Posizionare e regolare i blocchi in corso d’opera (figura 12.86). spetteranno le raccomandazioni delle schede tecniche del produttore corrispondente al prodotto in questione e le disposizioni della normativa tecnica. La gamma di blocchi speciali è vasta (figura 12.88) come quella del calcestruzzo cellulare. La differenza consiste nel fatto che non esistono elementi portanti in laterizio tipo architravi, elementi prefabbricati per solai o coperture. Per contro, la scelta di elementi per serramenti è maggiore (elementi per parapetti, davanzali, per battuta, stipiti …), perché sarebbe difficile tagliarli con precisione in cantiere. Per la finitura esterna, applicare un intonaco adatto a questo tipo di supporto. La spolveratura è indispensabile prima dell’applicazione dell’intonaco (figura 12.87). Proteggere gli angoli della costruzione con profilati in metallo inseriti nell’intonaco. Applicare quindi l’intonaco con il frattazzo. La posa in opera dei blocchi termoisolanti in laterizio Per la posa in opera dei blocchi termoisolanti in laterizio si utilizzerà la tecnica della posa incollata con rullo stendimalta e si ri- Applicare colla cementizia sulla malta di livellamento. Per i muri portanti, utilizzare blocchi con spessore minimo indicato nelle norme tecniche. Come indicato, per avere buone prestazioni termiche è necessario usare blocchi Posare un blocco d’angolo per pilastro gettato in opera. Figura 12.85: La posa in opera di blocchi di calcestruzzo cellulare (1/3) 486 ISOLAMENTO_12.indd 486 09/08/11 17:15 La posa in opera Posare il secondo blocco. Applicare colla cementizia su un lato del blocco d’angolo. Regolare il blocco, quindi incollare unicamente la base. © DFTG x 12 Incollare il blocco d’angolo. Applicare colla cementizia sulla malta di livellamento per il secondo blocco. Posare il blocco successivo, senza riempire i giunti verticali. Figura 12.85: La posa in opera di blocchi di calcestruzzo cellulare (2/3) 487 ISOLAMENTO_12.indd 487 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Verificare l’allineamento, e correggerlo se necessario. Applicare colla cementizia, quindi posare il blocco d’angolo a cassero della seconda fila. Verificare il piano della prima fila, e correggerlo se necessario. Proseguire la posa della seconda fila seguendo lo stesso principio. Pareggiare la superficie con il frattazzo abrasivo, quindi spolverare. Utilizzare una sega a nastro per tagliare perfettamente i blocchi. Figura 12.85: La posa in opera di blocchi di calcestruzzo cellulare (3/3) 488 ISOLAMENTO_12.indd 488 09/08/11 17:15 © Greisel La posa in opera Applicare colla cementizia con la cazzuola dentata. Posizionare un blocco nella colla. Figura 12.86: La posa in opera di blocchi di calcestruzzo cellulare e silico-calcare Spolverare le superfici. Proteggere gli spigoli. © Bundesverband x 3 Applicare l’intonaco. Figura 12.87: L’applicazione di un intonaco esterno su calcestruzzo cellulare 489 ISOLAMENTO_12.indd 489 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Strutture in blocchi costruttivi termoisolanti in laterizio Blocco ad U per pilastro gettato in opera a sezione rettangolare Blocco a tavella per estremità solaio Blocco per architrave gettato in opera 09/08/11 17:15 ISOLAMENTO_12.indd 490 Blocco a sezione rettangolare per pilastro a sezione circolare gettato in opera Blocco per stipite finestra Blocco di completamento per muratura portante (Fon te: Im erys ) Figura 12.88: L’isolamento in blocchi costruttivi termoisolanti in laterizio 490 La posa in opera con spessore minimo di 36,5 cm, se non addirittura 50 cm. In questo caso, non è necessario un isolante da posa. Utilizzare la colla cementizia raccomandata dal produttore. Si applica uno spessore ridotto, circa 1-2 mm, con un rullo stendimalta di larghezza pari a quella del muro mentre i giunti verticali sono stati progettati a incastro per una posa a secco. Oltre agli utensili tradizionali per edilizia (rigone, livella, martello in gomma…), è necessario dotarsi di un trapano con impastatore per la preparazione della colla cementizia, un rullo stendimalta e guide di riferimento in metallo per la regolazione della base livellata di partenza, in malta tradizionale. Per il taglio dei blocchi utilizzare una sega dentata elettrica. Questo tipo di opera muraria è conveniente per la maggior parte dei solai di chiusura a terra. Per realizzare il basamento si potrà procedere in vari modi: con blocchi termoisolanti, con mattoni, con blocchi/cassaforma di calcestruzzo da riempire con getto in calcestruzzo in opera o con calcestruzzo. Se il muro del basamento è composto da piccoli elementi in muratura, sarà necessario realizzare un taglio della risalita di umidità per capillarità nella muratura, che deve iniziare a più di 15 cm dalla pavimentazione esterna. In presenza di un basamento in blocchi termoisolanti, disporre gli elementi di laterizio a partire dalle fondazioni. Realizzare una scossalina per creare la pendenza per l’impermeabilizzazione e prevedere un drenaggio intorno all’abitazione. I regolamenti d’igiene comunali, in genere, richiedono che venga realizzata un’intercapedine attorno al perimetro della costruzione (Ndr). Realizzare il solaio di chiusura a terra sul lato superiore del basamento provvisto di un taglio della risalita di umidità per capil- larità. Questa interruzione può essere determinata con materiale impermeabile Per il solaio, si può scegliere una soletta in calcestruzzo o un solaio in latero-cemento con pignatte. Alla testa della soletta, disporre un isolante termico e dei blocchi termoisolanti d’estremità a tavella. Ve ne sono di varie altezze, adatte agli spessori maggiormente impiegati nei solai. Posare negli angoli, in verticale, dei blocchi termoisolanti per architrave tagliati all’altezza corretta in modo da realizzare una cassaforma a perdere per un getto di un piccolo pilastro verticale in cemento armato. All’estremità della soletta, è possibile mettere fino a 4 cm d’isolante se i blocchi termoisolanti hanno una larghezza almeno pari a 30 cm, e fino a 10 cm per gli elementi di larghezza di 50 cm. È un’eccellente soluzione per limitare i ponti termici lineari a livello del solaio (figura 12.89). La posa in opera del basamento è analoga per un solaio controterra (figura 12.90). Se il suolo lo permette, è bene de solidarizzare la soletta per mezzo di una banda isolante perimetrale. In genere, i regolamenti di’igiene locali non permettono di realizzare una soletta controterra, ma richiedono un vespaio aerato sottostante (Ndr). Il muro di elevazione non deve presentare sporgenze superiori a 2,5 cm verso l’esterno rispetto ai basamenti. Nella parte superiore del muro, coprire la parte superiore dei blocchi termoisolanti con malta impermeabile per garantire l’impermeabilizzazione degli alveoli. Se gli elementi di travatura sono destinati a poggiare sull’opera muraria, realizzare un cordolo orizzontale con ferri di armatura collegati ai getti verticali. A livello dei muri divisori realizzare il taglio dei blocchi termoisolanti seguendo l’inclinazione della falda. Rivestirli e sigillarli con malta per ottenere l’inclinazione definitiva. 491 ISOLAMENTO_12.indd 491 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Si nota l’utilizzo dell’ elemento n. 3 di fig 12.88, in testa al solaio. L’elemento giallo è il coibente termico. Figura 12.89: Esempio di giunto tra la soletta e blocchi portanti termoisolanti in laterizio da 50 cm I muri divisori possono essere in mattoni o in altri materiali. Per il collegamento con il muro esterno, realizzare un ammorsamento o un incastro di 5 cm. È anche possibile realizzare un collegamento meccanico senza ammorsamento. Si dovrà quindi realizzare un getto in cemento armato verticale nel muro esterno, in prossimità dell’estremità del tramezzo, e nel tramezzo, vicino al punto di collegamento. Per realizzare i getti verticali, utilizzare elementi per pilastri. In corrispondenza delle aperture, utilizzare, per i getti degli architravi, elementi progettati a tale scopo. Con blocchi termoisolanti da 50 cm di larghezza utilizzare blocchi per architrave da 30 cm sul lato esterno e blocchi da 20 cm sul lato interno, quindi posare in opera due getti in cemento armato paralleli. Gli architravi devono appoggiare su almeno 20 cm di opera muraria, sui due lati dell’apertura (figura 12.91). Utilizzare elementi specifici per gli stipiti. Secondo i produttori, questi elementi sono provvisti di superfici di divisione per facilitare il taglio e, di conseguenza, il perfetto adattamento al telaio fisso del serramento. Eventualmente tagliare la battuta dell’architrave, in base alla posizione dell’infisso nell’apertura, che può essere a filo del muro interno, esterno o al centro. Dopo l’eventuale taglio o l’uso di blocchi di minore altezza, per la realizzazione dell’ultimo corso di blocchi del parapetto installare il davanzale e aumentare l’isolamento. Può trattarsi di un semplice tavellone per blocchi termoisolanti da 30 cm o di elementi ritagliati con un isolante supplementare, se i blocchi termoisolanti sono più larghi. Installare controtelaio e telaio fisso nel vano finestra e garantire l’ermeticità all’aria e all’acqua. Per quanto riguarda i cassettoni per avvolgibili, posarli in strutture specifiche o a filo del muro esterno, rafforzando l’isolamento a livello del cassettone. È inoltre possibile posarli nel vano finestra dietro a un architrave supplementare (realizzato con elemento speciale per il getto di un architrave). In questo caso, il cassettone deve essere dotato di un proprio isolamento termico. 492 ISOLAMENTO_12.indd 492 09/08/11 17:15 La posa in opera Schemi costruttivi di una struttura a blocchi portanti termoisolanti in laterizio 1/2 (Fonte: Wienerberger) Basamenti Su vespaio o seminterrato Intonaco esterno Isolante (circa da 4 a 10 cm) Impermeabilizzazione del basamento Su terrapieno Intonaco interno Blocco portante termoisolante Solaio in laterocemento coibentato Blocco portante termoisolante Interruzione della risalita capillare Intonaco interno Intonaco esterno Impermeabilizzazione del basamento Blocco portante termoisolante Seminterrato o vespaio Tubo di drenaggio Blocco di fondazione, anche in calcestruzzo Tubo di drenaggio Parte sommitale di un muro Gli alveoli del blocco sono chiusi da uno strato di malta Isolante a pavimento Blocco da 20 cm Isolante a pavimento Blocco portante termoisolante Solaio Solaio tra due locali riscaldati Blocco a tavella d'estremità del solaio Isolante circa da 4 a 10 cm Tramezzo Pilastro d'angolo (vista dall'alto in sezione orizzontale) (vista dall'alto in sezione orizzontale Blocco portante Blocco portante termoisolante Solaio Blocco portante termoisolante 5 cm circa Elemento portante per pilastro gettato in opera Pilastro d’angolo gettato in opera Blocco portante termoisolante Solaio Tramezzo Blocco portante Cordolo armato e staffato Ammorsamento della testa del tramezzo tra i blocchi Blocco portante termoisolante Giunti verticali da riempire con malta Sezione verticale Figura 12.90: Schemi costruttivi dei principali giunti di una struttura in blocchi portanti termoisolanti in laterizio (1/2) 493 ISOLAMENTO_12.indd 493 09/08/11 17:15 Le pareti verticali Particolari costruttivi di una struttura a blocchi di laterizio portanti ad alte prestazioni termiche 2/2 (Fonte: Wienerberger) Collegamento con i serramenti Con blocco portante da 50 cm Con blocco portante da 37,5 cm Blocco per architrave in calcestruzzo armato da 20 cm gettato in opera Blocco per architrave in calcestruzzo armato da 37,5 cm Mensola di finitura Laterizio tagliato in cantiere Mattone tagliato in cantiere Blocco portante da 50 cm Isolante termico Blocco portante Blocco a tavellone Isolante termico Isolante termico Blocco portante Esempi di inserimento di cassettoni per avvolgibili Prospetto frontale 20 cm minimo Blocchi tagliati all'altezza necessaria Intonaco esterno Blocco per architrave in calcestruzzo armato da 37,5 cm Cassettone per avvolgibili Intonaco interno 30 cm Architrave Davanzale Blocco portante Blocco per architrave in calcestruzzo armato da 30 cm Blocco portante Blocco tagliato in cantiere Blocco per architrave di incatenamento da 30 cm gettato in opera Con blocco portante da 30 cm (finestra a filo del muro interno) Isolante termico 30 cm Blocco a tavella Intonaco esterno Blocco per architrave in calcestruzzo armato da 20 cm Blocco per architrave in cemento armato da 37,5 cm Intonaco esterno Cassettone per avvolgibili Taglio dei blocchi Tagliare tra le superfici di divisione Riempimento degli interstizi verticali Montante Blocco tagliato in cantiere Interstizi da riempire con malta in ogni caso. Interstizi da riempire con malta in zona sismica. Figura 12.91: Schemi costruttivi dei principali giunti di una struttura in blocchi portanti termoisolanti in laterizio (2/2) 494 ISOLAMENTO_12.indd 494 09/08/11 17:15 La posa in opera Isolamento termico in blocchi di laterizio portanti ad alte prestazioni termiche in zona sismica (Fonte: Wienerberger) Esempio di realizzazione con blocchi da 50 cm Muro di divisione interna in blocchi Blocco per pilastro gettato in opera Blocco tagliato Blocchi per pilastro gettato in opera di legame tra muri di divisori interni e facciata Riempimento degli interstizi verticali Blocchi per pilastro di controventatura gettato in opera Blocchi per pilastro gettato in opera, per inquadramento di aperture o per architravi in cemento armato o per cordolo di soglia se porta 25 cm 25 cm Elemento per getto intermedio per pilastri di controventatura Blocco da 37,5 cm o da 50 cm tagliato Blocchi angolari e di bordo per pilastri di controventatura Figura 12.92: L’uso dei blocchi di laterizio portanti ad alte prestazioni termiche in zona sismica Vengono commercializzati cassettoni per avvolgibili realizzati in materiale coibente, ad esempio, in argilla espansa legata con schiuma di poliuretano (Ndr). In genere non è necessario riempire di malta il giunto verticale a incastro maschio-femmina, salvo in certe zone a rischio sismico. Malgrado ciò, se non vi sono incastri disponibili per il giunto verticale, per esempio negli angoli o in caso di elementi tagliati, riempire la scanalatura centrale con malta cementizia specifica. Se per raggiungere la lunghezza totale della parete è necessario utilizzare un blocco tagliato su misura, inserirlo in mezzo al corso e non in prossimità di un angolo o vicino a un’apertura. Malgrado ciò, in zona sismica è necessario rispettare alcune disposizioni di rinforzo delle strutture (figura 12.92). Pertanto, oltre ai getti in cemento armato verticali d’angolo e di controventatura, è necessario rinforzare le aperture che accolgono i serramenti. Come per il calcestruzzo cellulare, si dovrà realizzare un cordolo orizzontale al parapetto 495 ISOLAMENTO_12.indd 495 09/08/11 17:16 Le pareti verticali lasciare asciugare. Per la seconda fila, preparare la colla cementizia in polvere da miscelare con acqua utilizzando un’impastatrice, seguendo le indicazioni del produttore (figura12.94). Figura 12.93: La preparazione del letto di malta sotto al davanzale e un getti in cemento armato verticale su ogni stipite della finestra, ancorati all’architrave o nel cordolo orizzontale del solaio. Naturalmente, queste disposizioni devono essere progettate e verificate preventivamente da un tecnico abilitato. Prima di iniziare il montaggio delle pareti, determinare il punto più alto della soletta di partenza. Per l’appoggio degli elementi posare, se necessario, uno strato di malta tradizionale idrofuga. Sul punto più alto installare guide di riferimento per regolare lo spessore dello strato di malta, che deve essere di almeno 2 cm, e controllarne la planarità. Stendere la malta con il rigone, appoggiandosi alle guide di riferimento (figura 12.93). Il punto di partenza è sempre in corrispondenza di un angolo. Mettere in posizione la prima fila di blocchi direttamente sulla base livellata quando questa è ancora fresca. Mentre si procede, verificare il livello e l’allineamento tra gli elementi e correggerne la posizione, se necessario, con un martello in gomma, quindi Stendere, con l’aiuto di rullo stendimalta, un sottile strato di colla cementizia, 3 mm circa, sul lato superiore del primo corso di blocchi. Prestare attenzione a sfalsare i giunti rispetto al primo corso. Posare i blocchi, facendoli scivolare nell’incastro del blocco precedente. Esistono dei sistemi di sollevamento che agevolano la manipolazione dei blocchi. Se è necessario incollare anche il giunto verticale, appoggiare il blocco al precedente. Distribuire l’incollaggio battendo con il martello in gomma. Se rimangono delle intercapedini tra gli elementi, riempirle con malta cementizia specifica. Evitare di preparare in anticipo grandi quantità di malta e, se si addensa, impastarla nuovamente, ma senza aggiungere acqua. Per tagliare degli elementi, utilizzare una sega dentata elettrica (figura 12.95). Per posare gli elementi ad alte prestazioni termiche, si procede come per i blocchi termoisolanti classici (figura 12.96). 12.4 I blocchi isolanti a cassero I blocchi isolanti a cassero non sono sistemi costruttivi tradizionali, pertanto la loro posa 496 ISOLAMENTO_12.indd 496 09/08/11 17:16 La posa in opera Stendere uno strato di colla cementizia speciale per mezzo del rullo stendimalta. Posare e controllare l’allineamento della prima fila di elementi. Posare la seconda fila di blocchi sfalsando i giunti. Miscelare della colla cementizia speciale per giunti di spessore ridotto. Continuare nello stesso modo per le file successive. © Imerys x 6 Realizzare una base livellata in malta tradizionale. Figura 12.94: La posa in opera dei blocchi di laterizio portanti ad alte prestazioni termiche 497 ISOLAMENTO_12.indd 497 09/08/11 17:16 Le pareti verticali Figura 12.95: Il taglio di un blocco termoisolante in opera deve essere oggetto di specifiche indicazioni da parte dei produttori. La posa in opera si realizza a incastro a secco senza incollaggio. I blocchi sono quindi riempiti di un normale calcestruzzo per getti Figura 12.96: La posa di un blocco termoisolante ad alte prestazioni termiche 498 ISOLAMENTO_12.indd 498 09/08/11 17:16 La posa in opera in cemento armato. Sulla soletta del solaio di chiusura a terra è necessario che siano presenti i ferri di ripresa in acciaio delle fondazioni e ancorarli nei blocchi isolanti a cassero. Il montaggio degli angoli si effettua per ammorsamento dei blocchi (figura 12.97). La posa dei primi due corsi si esegue su un piano perfettamente planare in modo tale che vi sia una sporgenza di 15 mm rispetto al solaio sottostante per formare un gocciolatoio. È necessario utilizzare puntelli di sostegno adatti, fissati alla soletta e agli elementi isolanti/cassaforma, in modo da stabilizzarli in posizione verticale. Si utilizzano dei listelli (“chiavette”) in legno all’interno dei blocchi isolanti, nei quali si avvitano i fissaggi dei puntelli. Le chiavette sono a coda di rondine, e questo permette di farle incastrare nelle scanalature interne dei blocchi. Le prime devono essere poste a 240 mm dal pavimento, le altre a intervalli di 600 mm circa. Le chiavette possono essere utilizzate anche per sostenere l’ultimo corso in prossimità dei solai posto solo sul lato esterno (vedi figura 12.98). È necessario, in seguito, gettare in opera un primo getto dello spessore di 30 cm di calcestruzzo impermeabile. Chiaramente bisogna prestare attenzione che il calcestruzzo utilizzato sia compatibile con il polistirene. Si continua quindi la posa degli elementi sempre a giunti sfalsati, per un’altezza pari al piano. S’installano le chiavette per sostenere gli elementi del cordolo e permettere la gettata della soletta, in questo modo resteranno stabili al momento della gettata. Per gli architravi, collocare un modulo speciale per architrave sotto i blocchi normali. Nell’attesa della gettata di calcestruzzo, s’installano i ferri di armatura per l’architrave. Gli elementi sono tenuti in posizione da puntelli. Se i muri divisori interni sono in muratura tradizionale, appoggiarli direttamente sul calcestruzzo interno della parete. Per farlo, tagliare l’isolante dal lato interno, in base alla larghezza del muro di divisione interna, quindi realizzare il collegamento in malta tradizionale. È anche possibile realizzare i muri di divisione interna seguendo lo stesso principio delle pareti esterne, montando i blocchi ammorsando, una fila ogni due. I produttori di blocchi isolanti a cassero propongono anche degli elementi isolanti in polistirene utilizzati come cassero a perdere per effettuare i getti in calcestruzzo armato dei solai (figura 12.98). Quando i muri del primo livello sono stati gettati, si predispongono gli elementi per il solaio, i ferri in acciaio di armatura, i ferri di ancoraggio tra i cordoli orizzontali e i ferri longitudinali del solaio, in seguito i ferri d’armatura del massetto posto sopra agli elementi isolanti. È opportuno puntellare la superficie inferiore del solaio in base al disegno fornito dal produttore. Si getta quindi in opera la soletta resistente. Lasciare fuoriuscire i ferri di ripresa tra un piano e l’altro. Dopo un periodo di almeno tre settimane, avvenuta l’asciugatura della soletta, si può procedere all’edificazione del piano superiore. Le aperture vengono sistemate al momento del montaggio dei blocchi isolanti. È possibile installare i serramenti su controtelai in metallo, in legno o in altro materiale. Il materiale più indicato ai fini dell’isolamento termico è il legno. I controtelai possono inoltre essere murati dopo la gettata direttamente nel muro in calcestruzzo. Tagliare quindi le battute nel polistirene in base alla dimensione del telaio fisso. Realizzare gli scassi per le staffe di fissaggio ogni 0,50 m, quindi murare i controtelai. Sigillare i giunti con schiuma di poliuretano espanso. Per quanto riguarda i davanzali in muratura, prima di sigillarli 499 ISOLAMENTO_12.indd 499 09/08/11 17:16 Le pareti verticali Particolari costruttivi dei blocchi isolanti a cassero (1/3) Montaggio dei blocchi (Fonte: Euromac 2) Realizzazione degli angoli (per ammorsatura) Blocchi a cassero a perdere Modulo lineare per angolo Armature in acciaio ancorate nella soletta Soletta Muri di divisione interna Architrave (realizzati in blocchi a cassero) Ammorsatura di un blocco su due – Sovrapposizione dei giunti Puntellatura dell'architrave Armatura dell'architrave Con opera muraria tradizionale Elemento di base per architrave Tramezzo in muratura tradizionale Malta Lastra di sostegno Taglio dell'isolante dopo la fase di asciugatura del calcestruzzo Puntelli Figura 12.97: Particolari costruttivi dei blocchi isolanti a cassero (1/3) 500 ISOLAMENTO_12.indd 500 09/08/11 17:16 La posa in opera Particolari costruttivi dei blocchi isolanti a cassero (2/3) (Fonte: Euromac 2) Realizzazione delle solette Soletta resistente a compressione Armatura della soletta Tavella di bordo Listello di sostegno della tavella Ferro di ancoraggio Armatura del cordolo Elementi di sostegno dell'armatura (distanziatori) Elemento di alleggerimento del solaio (pignatte rinforzate in polistirene) Armatura del travetto Puntellatura per la gettata della soletta Vista in sezione - Solaio comune Solaio con architrave Elemento per muratura perimetrale Tavella di bordo Listello in legno a coda di rondine Sostegno dell'armatura del travetto (distanziatori) Elementi di sostegno dell'armatura (distanziatori) Armatura della soletta (rete elettrosaldata) Ferri di armatura del cordolo Armatura del travetto Blocco di alleggerimento del solaio (pignatte in polistirene rinforzate) Calcestruzzo gettato in opera Ferri di armatura del cordolo Staffe e armatura longitudinale dell'architrave Elemento di base per architrave Figura 12.98: Particolari costruttivi dei blocchi isolanti a cassero (2/3) 501 ISOLAMENTO_12.indd 501 09/08/11 17:16 Le pareti verticali posare una guaina d’impermeabilizzazione sul parapetto (figura 12.99). Anche i basamenti possono essere realizzati anche con questo tipo di elementi, per esempio se il solaio di chiusura a terra è su un vespaio. La sezione interrata è protetta da una lastra di drenaggio. Il muro del basamento è elevato su una guaina d’impermeabilizzazione. È molto importante realizzare un drenaggio intorno a tutto il perimetro dell’abitazione o, meglio ancora, realizzare una intercapedine aerata. Per quanto riguarda l’impianto elettrico, è possibile installare le guaine all’interno della gettata in calcestruzzo, fissandole alla parete interna dei blocchi con delle fascette. Utilizzare cassettini elettrici specificatamente studiati per il montaggio nelle gettate in calcestruzzo. È anche possibile posare le guaine dal lato interno della parete, nelle scanalature e stuccare in seguito con intonaco. La figura 12.100 illustra la tecnica di posa dei puntelli. Installarli ogni 1,20 m circa. Posizionare dei correnti sopra le aperture, per garantirne la tenuta e creare dei punti di fissaggio supplementari. I puntelli devono essere ancorati alla soletta. Per il riempimento dei muri si utilizza un calcestruzzo con aggregato da 0-16 mm e consistenza plastica. Il tipo di calcestruzzo da impiegarsi deve essere indicato dallo strutturista e conforme alle indicazioni fornite dal produttore delle casseforme (Ndr). Per il riempimento si utilizza la pompa per calcestruzzo. Attenzione, l’utilizzo di un calcestruzzo troppo liquido potrebbe provocare la rottura di un blocco a cassero. Durante la gettata è necessario dirigere il getto della pompa sui distanziatori dei blocchi per rompere il getto. Dopo l’essiccazione del calcestruzzo sarà possibile rimuovere i puntelli. Per una migliore resistenza agli UV dei blocchi e per agevolare l’applicazione dell’into- naco, la superficie esterna dei blocchi può essere trattata in stabilimento con un composto di cemento, sabbia e resina. Verificare che l’intonaco di finitura sia adatto a questo tipo di supporto. Prima dell’applicazione dell’intonaco fissare dei profili di protezione agli angoli. La figura 12.101 illustra un esempio di posa in opera in situ. Per soddisfare le prestazioni necessarie ai fini della realizzazione di una casa passiva, occorre impiegare blocchi di notevole spessore. 12.5 I tramezzi leggeri I tramezzi leggeri possono essere realizzati in vari modi, ad esempio con un telaio a taglio acustico autoportante, metallico o ligneo, al cui interno è inserito materiale fonoassorbente e su cui sono fissate lastre di tamponamento. I materiali sono molteplici (legno, gessofibra, gesso rivestito, pannelli con cavità fonoassorbenti etc.), coprono una gamma di prestazioni acustiche da mediocri ad alte e sono scelti a seconda delle esigenze. Questi tramezzi sono stabili, ma non portanti. La loro altezza corrisponde necessariamente all’altezza del locale, da pavimento a soffitto. I tramezzi i cui rivestimenti sono 502 ISOLAMENTO_12.indd 502 09/08/11 17:16 La posa in opera Particolari costruttivi dei blocchi isolanti a cassero 3/3 Posa dei serramenti (Fonte: Euromac 2) A filo interno muro Al centro del vano finestra Con tapparella avvolgibile Blocco/cassero Architrave Intonaco esterno Taglio per posa serramento Elemento di base per architrave tagliato Poliuretano espanso in schiuma (sigillatura dei giunti) Poliuretano espanso in schiuma (sigillatura dei giunti) Serramento Davanzale Davanzale Mensola Mensola Poliuretano espanso in schiuma (sigillatura dei giunti) Cassettone per avvolgibili Profilo in alluminio Poliuretano espanso in schiuma (sigillatura dei giunti) Intonaco interno o lastra di cartongesso Blocco/cassero Vista dall'alto (sezione orizzontale) Blocco tagliato per l’alloggio del controtelaio del serramento Fondazione con vespaio Passaggio delle guaine per linea elettrica Posizionamento precedente la gettata di calcestruzzo Lastra di drenaggio Intonaco Pietrisco di drenaggio Fascette di posizionamento Guaina impermeabile Alveoli scanalati Scanalature (stuccatura con intonaco) Posizionamento dopo la gettata di calcestruzzo Tavella di bordo Raccordo in polistirene Tubo di drenaggio Impermeabilizzazione Figura 12.99: Particolari costruttivi dei blocchi isolanti a cassero (3/3) 503 ISOLAMENTO_12.indd 503 09/08/11 17:16 Le pareti verticali Posa dei puntelli per blocchi isolanti a cassero (Fonte: Euromac 2) L L L ≤ 120 cm Fissaggio dei puntelli alla parete (avvitatura su listelli in legno posti nel cassero a intervalli di circa 60 cm) L Fissaggio dei puntelli a terra Figura 12.100: La posa dei puntelli di sostegno per blocchi isolanti a cassero composti da una sola lastra di cartongesso possono essere impiegati solo negli alloggi o in locali senza rischi di forti urti. A titolo esemplificativo si propone lo schema del telaio metallico con isolante in fibra minerale e finitura in lastre di gessofibra. La struttura è composta da profili guida orizzontali e da montanti verticali. La larghezza delle strutture può essere di 36, 48, 62, 70 o 90 mm, in funzione delle prestazioni acustiche o meccaniche richieste. I tramezzi qui descritti sono di tipo comune, da 72/48 (72 è lo spessore finito in millimetri, 48 rappresenta la larghezza della struttura metallica in millimetri). Questo tipo di tramezzo è ottimale per un’altezza a soffitto di 2,60 m con montanti posizionati ogni 0,60 m. L’altezza può raggiungere i 2,80 m se i montanti sono posati con un interasse di 0,40 m. Unendo due montanti è possibile raggiungere altezze di 3,00 m, con interasse di 0,60 m e anche 3,30 m con interasse di 0,40 m. È possibile aumentare lo spessore del rivestimento su entrambe le superfici 504 ISOLAMENTO_12.indd 504 09/08/11 17:16 La posa in opera Per il taglio dei blocchi, utilizzare una sega alternativa. Incastrare i blocchi, usando un martello in gomma e un pezzo di compensato a protezione dei blocchi. Le pareti del piano devono essere correttamente puntellate. Utilizzare dei moduli per la chiusura dei blocchi. Per la gettata di calcestruzzo, utilizzare una pompa. © Loibner Manfred x 6 Posizionare i blocchi sulle armature in acciaio uscenti dalla soletta (ferri di ripresa). Figura 12.101: Esempio di posa in opera di blocchi isolanti a cassero 505 ISOLAMENTO_12.indd 505 09/08/11 17:16 Le pareti verticali della parete, ad esempio accoppiando due lastre di cartongesso BA8 13 o gessofibra. La rigidità del sistema risulta migliorata ed è, quindi, possibile arrivare ad altezze di tramezzo ancora più elevate, rispettivamente di 3,00 e 3,30 m a montanti semplici con interasse 0,40 o 0,60 m. Unendo due montanti, l’altezza massima può raggiungere i 4 m, con interasse di 0,40 m. Le misure indicate sono fornite a titolo esemplificativo e non sono da intendersi come parametri standard. Le dimensioni di ogni componente della struttura da realizzarsi devono essere calcolate in base ai parametri di progetto e alle specifiche dei prodotti impiegati. Per ogni informazione sui prodotti si faccia riferimento alle schede tecniche fornite dal produttore (Ndr). Le lastre di tamponamento in gesso devono essere immagazzinate in cantiere di piatto sul pavimento e al riparo dalle intemperie, secondo le indicazioni del produttore, inserendo dei tasselli ogni 0,50 m. Per iniziare la posa, si segni sul pavimento la traccia della posizione del tramezzo (figura 12.102). Riportare la traccia sul soffitto per mezzo di un filo a piombo, poi sulla parete. Per semplificare l’operazione, si consiglia di 8 La sigla BA significa “bordi assottigliati”. I bordi vengono realizzati con spessore ridotto rispetto a quello della lastra per accogliere la stuccatura tra i giunti. Il taglio del bordo è obliquo. Il numero che segue dopo alla sigla BA indica lo spessore in millimetri della lastra. utilizzare, eventualmente, una livella laser. Se si tratta di operare in presenza di un pavimento finito o destinato a ricevere un rivestimento leggero, come una e moquette, un linoleum o un pavimento sintetico, fissare i profili guida meccanicamente direttamente sopra al pavimento. Posizionare i fissaggi ogni 0,60 m. A seconda del tipo di supporto, ossia del materiale di cui è costituita la struttura portante del solaio, si impiegheranno gli specifici elementi di fissaggio, ad esempio viti da legno, viti con tassello ad espansione, tasselli chimici. Nei locali umidi, si interpone l’apposita guaina per giunti impermeabili tra il pavimento e il profilo. Anche nel caso di posa su pavimento non finito, esistono specifici elementi per sigillatura dei giunti, come ad esempio i feltri bitumati o i fogli di polietilene. Le guaine vanno fatte risalire da una parte e dall’altra del tramezzo finito per 2 cm al di sopra dell’altezza dal pavimento finito e a fine lavoro si rifileranno. I profili a soffitto vengono fissati meccanicamente con gli stessi criteri, nel nostro esempio i fissaggi sono effettuati ad intervalli di 0,60 m. Se si deve operare in presenza di controsoffitto, per evitare cedimenti, si deve valutare attentamente l’ipotesi di fissaggio diretto alla struttura del controsoffitto o alle lastre di cartongesso di finitura. Tutte le sollecitazioni a carico della parete verrebbero infatti trasmesse a strutture progettate per reggere soltanto il loro peso e non carichi aggiuntivi e sollecitazioni differenti. Occorre studiare di volta in volta la soluzione più appropriata, seguendo anche i manuali di posa forniti dai produttori (Ndr). Secondo il sistema proposto, i montanti vengono tagliati per un’altezza pari a quella del piano meno circa 10 mm. Vengono inseriti di sbieco tra i due profili, raddrizzati e ruotati di un quarto di giro per incastrarli; si devono seguire le indicazioni del produtto- 506 ISOLAMENTO_12.indd 506 09/08/11 17:16 La posa in opera Messa in opera delle tramezze divisorie 1/2 (Fonte: Lafarge) Vista d’ insieme Giunto scoperto Lastra di cartongesso BA13 (categoria UNI) Nastro coprigiunto Profili guida Intonaco Vite Profili guida Isolante Montante a C Nastro paraspigoli Profili guida Supporto sanitario Rinforzo di fissaggio per oggetti pesanti Messa in opera 60 1 - Segnare a matita la futura parete sul soffitto e sui muri. Riportare il tracciato dal soffitto con l’aiuto di un filo a piombo. È anche possibile usare un sistema a livella laser. Segnare il tracciato con un cordino a polvere. cm 2 - Sul pavimento finito, i profili guida sono fissati meccanicamente ad intervalli di 60 cm . È anche possibile un fissaggio tramite incollaggio con un prodotto specifico. Nei locali umidi, bisogna posizionare un giunto elastico, di dilatazione, tra il pavimento e i profili guida. Per le giunzioni a T o a L, tener conto dello spessore della lastra in cartongesso. Figura 12.102: La messa in opera dei tramezzi leggeri (1/2) 507 ISOLAMENTO_12.indd 507 09/08/11 17:16 Le pareti verticali Messa in opera dei tramezzi leggeri 2/2 (Fonte: Lafarge) 2 cm 60 o 3 - Per un montaggio su pavimento non finito, interporre un feltro bitumato o un film di polietilene tra il profilato e il pavimento. Il film deve risalire da una parte all’altra del tramezzo per almeno 2 cm rispetto al livello del pavimento finito. m 40 c 6 - Generalmente i montanti hanno interasse di 40 o 60 cm. Sarà di 40 cm se il tramezzo sarà finito con lastre in doppio strato o finitura in piastrelle. Fissare le lastre di cartongesso da un lato del tramezzo (appoggiandole al soffitto) e posare l'isolante. Soffitto Profilo guida H Montante H - 5 mm Profilo guida Sol 4 - I montanti devono essere tagliati con un'altezza pari a quella del locale meno circa 10 mm per il giunto di dilatazione e per poter essere inseriti nei binari. 7 - Le lastre di cartongesso sono tagliate con altezza pavimento/soffitto meno 1 cm. Si lascia il giunto di dilatazione a pavimento da riempire con silicone acrilico. Posare le lastre sull’altro lato del tramezzo sfalsando i giunti. 30 5 - Fissare meccanicamente il primo montante sulla parete verticale, i successivi si incastrano tra i due binari ruotandoli per un quarto di giro. cm 8 - Lo sfalsamento dei giunti tra le lastre di cartongesso va eseguito anche per rivestimenti in più strati. Le viti di fissaggio sono posate con intervallo di 30 cm circa. Figura 12.102: La messa in opera dei tramezzi leggeri (2/2) 508 ISOLAMENTO_12.indd 508 09/08/11 17:16 La posa in opera re. Viene lasciato un giunto di dilatazione di 10 mm in alto. Il primo montante, di partenza, viene fissato meccanicamente al muro portante, i seguenti ad un interasse di 0,40 o 0,60 m, secondo il progetto. Per alcuni sistemi costruttivi è prevista dal produttore la possibilità di unire tra loro due montanti sull’anima, in modo da ottenere un montante di sezione maggiore. Le schede tecniche del prodotto indicano la metodologia di assemblaggio, comprese le distanze e il tipo di elementi di fissaggio. Nel nostro esempio si usano viti ogni 0,40 m. Per utilizzare gli sfridi di lavorazione è anche possibile unire di testa due profili, con appositi elementi connettori, per ottenere un montante semplice più lungo. La connessione di testa tra due profili, può avvenire anche con il posizionamento di un profilo di circa 30 cm posto a cavallo della giuntura sul retro del montante, fissato con almeno 8 viti. Anche le lastre di gessofibra vengono tagliate più corte di 10 mm rispetto all’altezza del locale. Vengono spinte contro il soffitto, in modo che il giunto di dilatazione questa volta sia a pavimento, quindi si avvitano su ogni montante della struttura, con un intervallo tra fissaggi di circa 0,30 m, fino a 1 cm dai bordi. Si completa la posa su un solo lato del tramezzo, poi tra i montanti si inseriscono i pannelli isolanti semirigidi tagliati con altezza pari a quella del locale, più 1 cm, in modo che rimangano leggermente compressi. Si passano le guaine autoestinguenti delle linee elettriche e si fissano le scatole di derivazione; gli alloggi si realizzano con una fresa a tazza. Si posano le lastre di gessofibra sfalsando i giunti rispetto a quelli dell’altro lato del tramezzo. Ad esempio, se si inizia la posa con una lastra intera su un lato, si utilizza una mezza-lastra per iniziare la posa sull’altro lato. È opportuno rispettare questa regola anche se si devono posare due strati di lastre su ogni lato del tramezzo, alternando i giunti tra ogni strato. Se i tramezzi verranno piastrellati ed è stata posata una sola lastra di rivestimento per lato, si riduce l’interasse fra i montanti a 0,40 m. Per una messa in opera in locali umidi, si usano le apposite lastre trattate idrofughe. Se il pavimento è finito, è possibile sigillare il giunto fra lastra e pavimento con silicone. Se il pavimento è grezzo, anche se le lastre installate sono idonee per ambienti umidi, si realizza una protezione supplementare posando un film di polietilene che sormonti il tramezzo. In caso di cambio di destinazione d’uso degli ambienti, quando divengono soggetti ad alto tasso di umidità e le lastre già installate sono standard, sarebbe opportuno sostituirle o eseguire un trattamento con un prodotto impermeabilizzante, si sigilli poi il giunto a pavimento con silicone (vedi rivestimenti, pagina 381). Il controtelaio della porta va posato prima della realizzazione della struttura metallica (figura 12.103). Le ali dei profili guida a pavimento vengono tagliate a livello degli infissi, per permetterne la piegatura a 90°, come in figura 12.104-1. Si fissano i due montanti metallici sia sulla parte piegata del profilo sia sul telaio fisso della porta per tutta la sua altezza. Si procede nello stesso modo per il traverso. Si piega un profilo tagliandone le ali, poi si avvita ai montanti la parte piegata in modo da incastrarlo all’interno del telaio fisso della porta. Per irrigidire la zona soprastante la porta, si avvitano, al montante principale, dei montanti tagliati di misura fino a soffitto. Qualsiasi sia lo schema di 509 ISOLAMENTO_12.indd 509 09/08/11 17:16 Le pareti verticali Dettagli costruttivi dei tramezzi divisori Giunti (Fonte: Lafarge) Angolo convesso Banda di rinforzo d’angolo Montanti Montanti Montaggio degli infissi Vite Montante Guida ad U m 15 c - 20 sso Infi 1 - Ad altezza di un infisso, tagliare le ali della guida ad U e piegarla a 90° per creare un punto di risalita da 15 a 20 cm. 2 - Posizionare il telaio fisso della porta, poi avvitarvi un montante da ogni lato. Il montante è fissato anche sul punto di risalita della guida ad U per irrigidire il sistema. Altri tipi di infissi Infisso in appoggio su tramezzo 3 - Sull’imposta, utilizzare indifferentemente una guida ad U piegata così come due montanti della stessa altezza dell’imposta. I montanti saranno incastrati tra il binario dell’imposta e quello del controsoffitto. Infissi posizionati in testa alla tramezza Guida ad U Il telaio fisso di legno è avvitato sul tramezzo all’altezza del montante. Per un telaio fisso in metallo, avvitare prima un tassello in legno su cui sarà a sua volta avvitato il telaio fisso. Montante Fissare una guida ad U sul montante per assicurare una rigidità migliore. Avvitare una striscia di ricopertura in cartongesso tra i due infissi. Il giunto può essere mascherato da due listellini piatti. Figura 12.103: dettagli costruttivi dei tramezzi divisori isolati 510 ISOLAMENTO_12.indd 510 09/08/11 17:16 La posa in opera Trattamento dei ponti acustici dei tramezzi divisori (Fonti: Isover e Placo®) Contropareti passanti Realizzare il tramezzo prima della realizzazione della controparete eliminerà il ponte acustico. Un ponte acustico si crea tra la controparete e il tramezzo. Controsoffitto passante Soletta Scatole da incasso elettriche Intercapedine orizzontale (spazio riempito Posare le scatole da incasso una di di sola aria) fronte all’altra crea Lastra in un ponte acustico. cartongesso Tramezzo Si genera un ponte acustico nell’ intercapedine: il suono si propaga attraverso cartongesso e aria. Profilati È sufficiente alternare le posizioni. Tramezzo Il ponte acustico può essere eliminato con la giunzione tramezzo/soletta (sigillare il giunto). Barriera acustica in lana minerale Controsoffitto isolato Controsoffitto interrotto Il ponte acustico può essere eliminato sia attraverso l’ interruzione della continuità del soffitto e la posa di una barriera acustica sia attraverso la posa di un controsoffitto isolato (figura a destra). Tramezzo Figura 12.104: Il trattamento dei ponti acustici dei tramezzi divisori 511 ISOLAMENTO_12.indd 511 09/08/11 17:16 Le pareti verticali Fissare le lastre in cartongesso. Posare il primo rivestimento, poi l’isolante. Realizzare i giunti © Placo x 4 Realizzare la struttura metallica. Figura 12.105: La messa in opera di un tramezzo leggero isolato acusticamente 512 ISOLAMENTO_12.indd 512 09/08/11 17:16 La posa in opera posa, si avvita sempre il telaio fisso ai montanti e mai al solo cartongesso; inserire un montante aggiuntivo, funzionale solo alla posa dell’infisso. Per unire due tramezzi perpendicolari tra loro, si completa il primo, poi si segna all’esterno sul cartongesso la posizione di uno dei suoi montanti, in corrispondenza del quale si intesterà la seconda parete; si posa quindi il profilo guida a pavimento del secondo. Si avvita il montante controparete del secondo tramezzo al montante del primo e si completa la parete. Procedere nello stesso modo per gli spigoli inferiori a 180°. Si presti attenzione a coprire, con la lastra della seconda parete, la testa del montante della prima parete; si rifinisce l’angolo interno e quello esterno con apposito nastro angolare di rinforzo per rasature in gesso (figura 12.103 in alto). Ai fini del comfort sono imprescindibili lo studio dell’isolamento acustico e una corretta posa in opera (figura 12.104). Questo è particolarmente importante per alcune stanze, soprattutto per le camere da letto. In caso il tramezzo si intesti su una muratura d’involucro con coibente posato dall’interno, i risultati migliori si hanno incastrando l’isolante del tramezzo nel coibente della muratura. In caso di controsoffitto in lastre di cartongesso non isolato all’interno, i suoni si propagano all’interno dell’intercapedine orizzontale del controsoffitto e raggiungono la stanza contigua. Per evitare questo problema, si realizza prima il tramezzo poi il controsoffitto che può appoggiarsi a profili guida fissati sul tramezzo. È anche possibile interrompere la continuità del rivestimento del controsoffitto sopra il tramezzo e inserire un isolante in intercapedine in prosecuzione del tramezzo. Tenendo distaccati i due margini delle lastre, si elimina la componente di trasmissione del suono all’interno della lastra stessa. Anche in caso di isolamento a soffitto si può interrompere la continuità della lastra in cartongesso in corrispondenza del tramezzo. Si faccia anche attenzione alla disposizione dei cassetti elettrici che non devono occupare sedi contrapposte da una parte e dall’altra del tramezzo, poiché una posizione sfalsata riduce la trasmissione diretta del suono. La figura 12.105 illustra la sequenza di posa di tramezzi leggeri a struttura metallica e lastre di gesso rivestito ad alto potere insonorizzante. Dopo la posa delle lastre, si effettua la sigillatura dei giunti tra le lastre con gli appositi nastri coprigiunto: in carta, in feltro, a rete, paraspigoli angolari, nastri angolari per giunti soffitto/parete etc. Le rasature si effettuano con rasanti in gesso. Per maggiori informazioni e per conoscere i tipi di fissaggi nelle lastre di cartongesso, si consiglia di riferirsi alle schede tecniche fornite dai vari produttori. Tali argomenti sono trattati al paragrafo riguardante i rivestimenti su struttura metallica, vedi a pagina 410. 513 ISOLAMENTO_12.indd 513 09/08/11 17:16 I solai 13 I solai I solai di chiusura a terra o i solai interpiano, se non corretti e coibentati, determinano una quantità importante di dispersioni energetiche attraverso i numerosi ponti termici che li costituiscono. In caso di isolamento a cappotto, si interviene principalmente sul solaio di chiusura a terra mentre, in caso di isolamento applicato dall’interno, i ponti termici più difficili da correggere saranno dovuti ai solai pesanti interpiano. Esistono soluzioni migliorative semplici, ancora però poco diffuse per varie ragioni: il costo, la commercializzazione, la mancanza di informazioni e la pubblicità, piuttosto che le abitudini di lavoro. In genere i sistemi proposti dai produttori sono veramente efficaci se calcolati in fase di progettazione per la nuova edificazione, mentre è più delicato e spesso meno efficace correggere i ponti termici in fase di ristrutturazione. In tutti i casi, la fattibilità degli esempi costruttivi non tradizionali presentati nei paragrafi successivi deve essere oggetto di uno studio preliminare. 13.1 I solai di chiusura a terra: i solai controterra Il solaio di chiusura a terra di un edificio può essere costituito da un solaio collaborante, dello stesso tipo di quelli dei piani intermedi, vincolato ai cordoli di fondazione e muretti di supporto, oppure da una soletta desolidarizzata su vespaio, per fondazioni lineari continue o dalla platea stessa, per fondazioni continue a platea. Il tipo di fondazione da realizzarsi dipende dai risultati degli studi geotecnici. Il solaio di chiusura a terra può quindi coprire un vuoto, come per un solaio su vespaio areato o su un locale non riscaldato, oppure può trovarsi a diretto contatto con il terreno, come per le fondazioni a platea o a vespaio non areato. Negli esempi che seguono verranno proposti alcuni schemi correttivi per solaio controterra. In figura 13.1 vengono illustrati quattro soluzioni per solaio controterra su vespaio non areato. Il terreno viene scavato, livellato e compattato e viene realizzato lo strato drenante, costituito da opere di drenaggio e allontanamento 514 ISOLAMENTO_13.indd 514 09/08/11 16:54