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Matto ma non scemo Jannacci che stupore

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Matto ma non scemo Jannacci che stupore
INCONTRI
9
Enzo Jannacci saluta il pubblico alla
fine del concerto svolto al Meeting
nell’agosto del 2009
Matto ma non scemo
Jannacci che stupore
ma nei dischi non si vede. Gaber,
prende il volo come cantante commerciale di successo. Il discografico
Nanni Ricordi non rinuncia a lanciare Jannacci, gli procura un provino
alla Rai.
Il mica scemo ma matto si presenta come diplomato al Conservatorio
in triangolo (e spiegando che proponeva una «canzone progressista»).
La canzone era Il cane con i capelli,
storia di un diverso che più diverso
non si può essendo emarginato dagli
altri cani per via dei bei capelli e dagli uomini perché cane. La Rai lo
spedisce a casa: «inadatto a fare
l’artista» fu la sentenza scritta.
Ma questo è solo l’inizio. Pedrinelli ne ha da raccontare. Il matto
ma non scemo diventa un fenomeno
apprezzato da Zavattini («ecco il
neo-realismo nella canzone!»),
Bianciardi, Eco, dal musicista del
Piccolo Teatro Fiorenzo Carpi, da
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LA VIDEOINSTALLAZIONE SUL RICICLO
DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO
DI TEMI
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da una situazione in cui non hai tutta la pappa fatta e dunque capisce
cos’è marginalità, bisogno, mancanza, tanto più con la guerra che ha segnato la sua infanzia. «A 12 anni
(siamo nel primissimo dopoguerra,
1947, ndr) ero piccolo brutto e terrone», confidò una volta a Pedrinelli.
Cerca di emergere col jazz, ma è
musica senza parole; e allora prova
da rockettaro: lui e Gaber fanno i
Due corsari. Uno spasso da vedere,
Dario Fo. Lui resta timido (che scuse), canta schizo e così si capisce
che è lui, patisce la censura della
Rai democristiana: guance bianche e
rosse devono parere bicolore e non
tricolore se no è vilipendio. Strada
sempre in salita di uno sempre diverso e non allineato perché appena
ha un po’ di autorevolezza lancia gli
altri, i giovani che trova talentuosi:
Boldi, Teocoli, Abatantuono, Cochi
e Renato, Paolo Rossi, Bove e Limardi… fino a San Remo, dove vince in premi della critica ma ancora
una volta subisce il disinteresse del
mondo discografaro che conta commercialmente. Anche come medico
(cardiochirurgo e altro) patisce invidie di tanti colleghi, perché lui è noto in tv, e perché è anche bravo e umano coi pazienti.
«Quando il sipario calerà / io me
ne andrò / ed ogni luce sparirà, io
me ne andrò… l’elettricista chiederà
/ Ma vale tanto una canzone?». Pedrinelli racconta di quando Enzo gli
raccontò che due bambinetti lo riconobbero. Guarda, quello di Vengo
anch’io. E l’altro: ma a me piace di
più il lato B, perché quando lo sento
piango. É la storia d’amore sfortunata di un «cuore urgente». La canzone era Giovanni Telegrafista. «In
quella canzone ci sono io, la mia disperazione, e la canto in modo sincero». Il cuore urgente i bambini lo
capiscono. Pedrinelli aiuta a farlo
capire anche ai grandi.
Maurizio Vitali
IG
Uno che di sé dice «sono matto
ma non sono scemo», al Meeting
non finisce mai di interessare e di
piacere. Perché matto equivale a libero dagli schemi e mica scemo equivale ad avere un giudizio. L’uomo che si definì come sopra è il
grande medico e artista Enzo Jannacci. Ricordate? Stupì nel 2009 la
sua intervista data al Corriere su Eluana, perché andava controcorrente
di brutto e parlava anche di carezza
del Nazareno.
Stupì lo scorso anno qui al Meeting la mostra dedicata a lui e a Giovannino Guareschi, che dei due così
diversi faceva conoscere la comune
grandezza nell’amore al Mondo piccolo e alla Roba minima. Ieri è toccato al giornalista e critico musicale
Andrea Pedrinelli tener vivo il fuoco dello stupore per la figura e l’opera di Jannacci. Riuscendoci benissimo, perché la conoscenza che Pedrinelli ha di Jannacci non è solo
quella professionale e distaccata del
competente e del reporter di lungo
corso, ma è dichiaratamente affettiva, maturata negli anni in tanti incontri e tante interviste (e tanto ascolto delle sue canzoni). Roba minima (mica tanto) è il titolo del libro
di Pedrinelli che è come la bibbia
completa e ragionata delle canzoni
di Enzo (editore Giunti). Racconti
minimi è la godibilissima ora di incontro-quasi spettacolo in cui Pedrinelli inanella racconti, ricordi personali, frasi di Enzo, testi recitati di
sue canzoni. Vien fuori la possibilità
di un incontro, vero e commovente,
con il grande Jannacci.
Il quale è partito dalla periferia,
22 agosto
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