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il racconto raccontato

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il racconto raccontato
“…il capobranco può disporre in qualsiasi momento della viva attenzione dei
suoi lupetti raccontando loro una storia, attraverso la quale potrà far passare l’insegnamento morale che desidera… Occorre adoperare il proprio buon senso e la conoscenza della natura del bambino. La storia deve essere narrata in maniera facile, non
ampollosa, e con un certo accompagnamento drammatico: la voce acuta di una donna,
la voce stridula dello sciacallo… e la mimica per illustrare lo strisciare di un serpente…fate però attenzione a non esagerare in questo, perché l’attenzione dei Lupetti potrebbe spostarsi dalle parole ai gesti…
Soprattutto non tollerate che la storia venga interrotta quando tutti sono impazientii di
ascoltare il momento culminante…nessuna domanda deve essere rivolta o fatta…
raccontare una storia è però sempre preferibile al leggerla…”
(B.-P., Manuale dei Lupetti, p.305)
ART.9 (Reg.Met.) Il racconto raccontato è un modo per comunicare con i bambini,
uno strumento privilegiato per instaurare un dialogo continuo e comunitario e per trasmettere loro dei valori attraverso la morale indiretta che si trae dal racconto stesso.
Zona Vicenza Tre Valli
INDABA
16 gennaio 2011
Branca L/C
IL RACCONTO RACCONTATO
Canti e Danze Giungla e Bosco
Brif, bruf, braf
Due bambini, nella pace del cortile, giocavano a inventare una lingua speciale
per poter parlare tra loro senza far capire nulla agli altri.
"Brif, braf", disse il primo.
"Braf, brof", rispose il secondo. E scoppiarono a ridere.
Su un balcone del primo piano c'era un vecchio buon signore a leggere il giornale, e affacciata alla finestra dirimpetto c'era una vecchia signora né buona
né cattiva.
"Come sono sciocchi quei bambini", disse la signora.
Ma il buon signore non era d'accordo: " Io non trovo".
"Non mi dirà che ha capito quello che hanno detto".
"E invece ho capito tutto. Il primo ha detto: "che bella giornata". Il secondo ha
risposto: "domani sarà ancora più bello".
La signora arricciò il naso ma stette zitta, perchè i bambini avevano ricominciato a parlare nella loro lingua.
"Maraschi, barabaschi, pippirimoschi", disse il primo.
"Bruf", rispose il secondo. E giù di nuovo a ridere tutti e due.
"Non mi dirà che ha capito anche adesso", esclamò indignata la vecchia signora.
"E invece ho capito tutto", rispose sorridendo il vecchio signore. Il primo ha
detto: "come siamo contenti di essere al mondo". E il secondo ha risposto: "il
mondo è bellissimo".
"Ma è poi bello davvero? insisté la vecchia signora.
"Brif, bruf, braf". rispose il vecchio signore.
(Gianni Rodari, Favole al telefono)
IO E IL RACCONTO
Siamo stati lieti di averla tra noi - disse il vecchio con la gardenia - e
ci auguriamo che lei non vorrà venire meno alla nostra consuetudine: chiunque entra nel bar sotto il mare deve raccontare una storia.
Io non conosco molte storie - mi schermii.
Credo che le convenga raccontarla - disse la vecchietta - se vuole
uscire…
Cosa intende dire?
Vede, signore - disse il barista - c’è un solo modo di uscire di qui, e
non è usando la porta da cui si è entrati. (…)
Ho capito - dissi all’improvviso. E iniziai a raccontare...
lo preparo prima
Si comincia allora la terza parte della danza, inginocchiandosi seduti all’indietro
sulle gambe, le braccia abbandonate liberamente lungo il corpo.
Il capo ha già raggiunto nel frattempo la rupe del consiglio, si mette sulle ginocchia come gli altri, alza entrambe le mani sopra la testa e dice, in tono lento e
drammatico: “Shere Khan è morta”. Il branco allora alza le braccia nella stessa
posizione, e prendendo il tempo dal capo tenendo le mani come lui, si china in
avanti per tre volte fino a toccare terra con la testa e con le mani dicendo:
“Morta, morta, morta”. Allora tutti saltano su e gridano “Evviva” con gran forza
per tre volte, e piombano a terra, come fulminati a mezzana. Rimangono così in
silenzio di morte per circa 5 secondi, dopo di che ci si alza al segno del capo e
la danza della morte è finita.
Questa danza non è così difficile come sembra dalla descrizione, e se si prova
ogni parte separatamente prima di metterla su tutta insieme, qualsiasi branco
sarà capace di eseguirla.
Danza dei cani rossi
Cani Rossi
RE-
DO
RE-
Per le notti piene di avventura
RE-
DO
RE-
per le nostre corse più veloci
FA
DO
FA
quando insieme noi senza paura
SOL-
RE-
LA7
tendiamo l’agguato ai nemici.
lo faccio mio, lo vivo!
Per gli odori dell’alba fragranti
prima che evapori la brina
per i nostri assalti più scattanti
che riescono a scovar la selvaggina.
Per le urla dei fratelli in caccia
quando a terra il cervo si difende
per il richiamo della nuova traccia
quando il Branco unito risponde.
E’ deciso: insieme combattiamo
questa caccia è caccia senza preda
è deciso: corriam su corriamo
Abbaia cane rosso senza coda,
abbaia cane rosso senza coda.
DO
SOL
DO
Rah, rah, rah! il cane rosso è qua.
FA
DO
Arriva giù, non lascia più
SOL7
DO
la traccia di Wontolla.
Rah, rah, rah! Il cane rosso è qua.
La rabbia sì lo inferocì,
Wontolla lo annunciò.
SOL7
RE-
Or Bagheera, Kaa e Baloo
SOL7
DO
alla lotta pronti son;
LA-
SOL7
al comando di Akela
SOL
DO
coi suoi lupi Mowgli vien.
Rah, rah, rah! Il cane rosso è qua.
Di peso fu portato giù
dall'acqua del Waingunga.
Rah, rah, rah! Il cane rosso è qua.
E quando là approderà
il branco pronto è già.
Tutti i lupi di Seeonee
stan lottando con ardor
ed il Dhole invasor
alla fin sconfiggeran.
Danza della morte di Shere Khan
Torniamo ora nella giungla per la Danza della morte di Shere Khan.
L’ultima ora della tigre prepotente scoccò quando fu bruscamente svegliata dal
suo sonno in un dirupo asciutto del fiume Waingunga. All’alba essa aveva ucciso
e mangiato un maiale, ed aveva anche bevuto. Mowgli con l’aiuto di Akela e di
Fratel Bigio, aveva diviso il branco dei bufali in due e aveva condotto le due parti
alle due estremità opposte del dirupo. Shere Khan, impossibilitata ad arrampicarsi su per i fianchi del burrone per il pesante pasto fatto, fu calpestata a morte dagli zoccoli dei bufali terrorizzati; fu una morte da cane. Ora la danza. Dapprima il
branco forma un cerchio, e volgendosi a sinistra cammina in cerchio, cantando
queste parole sul l’aria di “Frère Jacques”:
Mowgli è a caccia
Mowgli è a caccia
Uccide Shere Khan
Uccide Shere Khan
Scuoia Io Striato
Scuoia lo Striato
(grido) Rah, rah, rah,
rah, rah, rah
(Perché dopo che Shere Khan fu uccisa Mowgli la scuoiò nonostante una disputa avuta con Buldeo, il cacciatore del villaggio, finita con l’intervento di Fratel Bigio che tenne il vecchio inchiodato a terra fino a che lui non promise di andarsene. Mowgli portò dopo, come sapete, la pelle alla rupe del consiglio). Torniamo
ora alla canzone. Si fa un passo ad ogni verso, e la canzone si ripete immediatamente facendo dietro front e camminando in direzione opposta.
Le azioni sono queste: 1° verso, ci si muove in avanti con il piede destro e la mano destra viene portata a far ombra agli occhi nell’atteggiamento di un esploratore che scruti la campagna. 2° verso, ripetere con la mano sinistra. 3° verso, fare
un movimento violento con la mano destra come per pugnalare la tigre. 4° verso,
ripetere. 5° verso, ambo le mani alzate alla fronte, imitando l’azione di scuoiare,
tirando giù la pelle. 6° verso, ripetere. 7° verso, danza in tondo a destra, agitando il braccio sopra la testa. 8° verso, ripetere.
Per la seconda parte, i lupetti si mettono giù a quattro zampe, faccia al centro del
cerchio, mentre chi comanda si tiene fuori. Questa parte consiste in una serie di
invettive lanciate da chi comanda contro la tigre morta, ed il branco risponde ad
ogni invettiva brontolando e restringendo un po’ di più il cerchio. Si fanno quattro
invettive in tutto. Sia le invettive che i brontolii si cominciano piano ed aumentano
gradualmente in intensità e forza. Non deve esserci alcun rumore o gesto del
branco tra un brontolio e l’altro. Le quattro invettive sono:
Lungri (Zoppo), mangiatore di ranocchi, bestia bruciata della giungla, cacciatore
di cuccioli d’uomo nudi!
Al quarto brontolio il branco deve aver raggiunto il cerchio della rupe.
LETTURA ESPRESSIVA
Gran parte della valenza affettiva della lettura ad alta voce sta nel
saper mostrare un genuino coinvolgimento e nel mostrare quindi
tutte le emozioni (…) che la storia suscita in chi la legge. Più che
nella storia, infatti, il bambino, specie se ancora piccolo, si identifica
in chi legge e con le emozioni che questi mostra di provare.
scandisco bene le parole
faccio le giuste pause
faccio attenzione al ritmo del racconto
uso le intonazioni della voce
RACCONTO CON IL CORPO
Il narratore non è legato da nulla: è libero di osservare il suo uditorio, di seguire o di guidare ogni mutevole atmosfera, di usare il proprio corpo, i propri occhi, la propria voce in appoggio alla sua espressione. Anche il suo pensiero è più libero, giacchè egli lascia
che la storia gli esca con le parole del momento… il rapporto con
l’uditorio è più stretto, più elettrico, di quando c’è di mezzo un libro o
un testo. Inoltre nel raccontare vi è il fascino supplementare dell’elemento personale…
riesco ad andare oltre le parole
ho consapevolezza e uso il mio corpo
non esagero!
A CIASCUNO E’ CHIESTO
(Incontro nazionale Bosco 2009 – Lucca)
LA
SI
MI
Sali, sali tanta la fatica è
LA
SI
MI
ma aiutandosi la cima vedo già
LA
SI
MI
è volando insieme che si scopre che
LA
SI
MI
si può superare ogni difficoltà
Il sole è già alto, ma che luce fa
una macchia scura al centro.. chi sarà?
son due grandi ali, vengon qui da noi
guarda, guarda sembra proprio l’Aquila!
LA
SI
MI
“Avete fatto un viaggio avventuroso
LA
SI
MI
per giungere su questa stessa vetta
LA
SI
SOL#- DO#il mondo da quassù è meraviglioso
FA#SI
ma per ognun c’è un volo che l’aspetta”
MI
Rit. A ciascuno è chiesto
LA
A ciascuno è chiesto
SI
MI
solo il meglio che ha di sé!
MI
A ciascuno è chiesto
LA
A ciascuno è chiesto
SI
MI
tutto il meglio che può dar!
Con i lunghi artigli adesso l’Aquila
nella roccia traccia questi segni qua
Strani vero? Ma li riconosco già
la Montagna, il Bosco, il Prato.. ed il mar??!
Anche Cocci proprio qualche tempo fa
per donarci i Punti al Prato ritornò
ora noi sappiam cosa dobbiamo far
ognuno al suo cammino non può rinunciar!
E’ grande ciò che avete fatto insieme
dal vento ora lasciatevi portare
ognuno di noi è proprio come un seme
dove si posa gioia sa donare”
Rit. A ciascuno è chiesto
A ciascuno è chiesto
solo il meglio che ha di sé!
A ciascuno è chiesto
A ciascuno è chiesto
tutto il meglio che può dar!
“C’è il seme che diventa filo d’erba
un altro un albero ora è diventato
germoglia chi saprà senza riserva
dare ciò che gli era stato assegnato”
Rit. A ciascuno è chiesto
A ciascuno è chiesto
solo il meglio che ha di sé!
A ciascuno è chiesto
A ciascuno è chiesto
tutto il meglio che può dar!
http://www.bosco.agesci.org/
pagine/canzoni.htm
LA FORMICA MI
DO
FA
DO
Cocci è l’amica della formica Mi
SOL
e con le altre cantano e lavorano
DO
FA DO
Cocci è l’amica delle formiche
SOL7 DO
anche se è rossa e loro sono ner
DO7
Sciabadabada
FA
SOL
DO
sciabadabadabadu (2v)
Un amico è un dono prezioso
l’amicizia non muore mai
non conta il colore della pelle
ma il calore del cuor
Cocci è l’amica della formica
perciò è l’amica di tutti noi
insieme cantando e lavorando
faremo crescere l’amor
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