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Strumenti per la raccolta sistematica dei dati archeologici

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Strumenti per la raccolta sistematica dei dati archeologici
ALLEGATO 3 ‐ APPENDICE 1 Strumenti per la raccolta sistematica dei dati archeologici ‐ Il MODI Il MODI ‐ Modulo informativo è un nuovo standard elaborato dall’ICCD1 per attività di censimento e segnalazione, individuato come lo strumento per registrare in modo standardizzato i dati raccolti nella fase di redazione della documentazione archeologica di cui all’articolo 95, comma 1 del D.Lgs. 163/2006. Sulla base degli esiti di uno studio effettuato da un gruppo di lavoro istituito presso la Direzione Generale per le Antichità (ora Direzione Generale Archeologia) è stata realizzata una versione semplificata, dalla quale sono stati espunti tutti i campi del MODI ritenuti non necessari, corredata da vocabolari dedicati. Nel MODI è previsto un set minimo di dati obbligatori (evidenziati in rosso nel tracciato del modulo riportato di seguito), che costituisce l’anagrafica di base indispensabile per identificare, definire e localizzare l’entità presa in esame, rilevata a seguito delle attività di indagine indiretta (v. Tabella C). Il MODI, allineato con le normative ICCD più aggiornate (la versione 4.00, recentemente rilasciata dall’Istituto2), può essere acquisito e gestito nel sistema cooperativo del MIBACT, ed in particolare nel SIGECweb (Sistema Informativo GEnerale del Catalogo), contribuendo alla costruzione di una base di conoscenze utilizzabili per tutte le finalità di tutela e pianificazione territoriale. Il tracciato del MODI‐Archeologia Preventiva, analogamente agli altri standard ICCD, è organizzato in una serie di insiemi omogenei di informazioni chiamati paragrafi; ogni paragrafo contiene a sua volta altri elementi definiti campi. I campi possono essere campi semplici, singole voci da compilare, oppure campi strutturati, elementi che contengono ulteriori sottoinsiemi di voci chiamate sottocampi, anch’esse da compilare. I paragrafi e i campi strutturati ‐ elementi ‘contenitore’ funzionali al raggruppamento di campi e sottocampi, che non vengono quindi valorizzati ‐ sono campiti in grigio nello schema di scheda (v. infra). 1
2
http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard-catalografici/Standard/72
http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard-catalografici/Standard/61
1 Elementi del modulo: formalismi grafici e definizioni convenzionali: -
Lunghezza: indica il numero di caratteri disponibili per la compilazione; -
Ripetitività: (segnalata nella specifica colonna con ‘si’) indica che un elemento può essere ripetuto per registrare le diverse occorrenze di informazioni di uno stesso tipo; si definisce subripetitività la ripetitività di un elemento che dipende da un altro elemento a sua volta ripetitivo; - L’obbligatorietà: (v. campi del MODI indicati in rosso) indica che è necessario compilare un certo elemento del tracciato perché il modulo sia valido. - La presenza di un vocabolario indica che per la compilazione di un campo semplice o di un sottocampo è disponibile uno strumento terminologico. Il vocabolario può essere chiuso ( i vocaboli consentiti sono elencati nella colonna “indicazioni per la compilazione”), oppure aperto ( i vocaboli più comuni sono elencati nella colonna “indicazioni per la compilazione”). L’elenco di termini può essere incrementato da qualsiasi utente nel corso della redazione del modulo, mediante l’inserimento di nuovi lemmi. Per quanto riguarda la documentazione di corredo (immagini, documentazione grafica, fonti edite e inedite, video, bibliografia, ecc.), tutte le informazioni per l’individuazione e il reperimento devono essere registrate nell’apposito paragrafo DO‐DOCUMENTAZIONE (cfr. avanti le norme di compilazione). Poiché a ciascun documento registrato in questo paragrafo viene assegnato un codice identificativo o un codice di abbreviazione nel caso della bibliografia, per i rimandi che si riterrà utile inserire nel corso della redazione del modulo al fine di attestare le informazioni acquisite, si raccomanda, per sinteticità, di citare il solo codice, specificando la tipologia di documento a cui esso si riferisce. A tal fine utilizzare la sintassi ‘acronimo del sottocampo che contiene il codice: codice identificativo’ (ad esempio, per il rimando ad un’immagine fotografica: ‘FTAN: SBA_NA_0034’; per il rimando ad una fonte inedita: ‘FNTI: AGS25382’; per il rimando ad un riferimento bibliografico: ‘BIBR: FERRARI 1972’; ecc.). Inoltre, nel caso della documentazione allegata (cfr. avanti, nel paragrafo DO‐DOCUMENTAZIONE, le norme di compilazione dei campi FTA, DRA, VDC, FNT,), si ribadisce che le diverse tipologie di documenti devono essere trattate nel rispetto degli standard ICCD. 2 Note di carattere redazionale Nella compilazione del modulo fare riferimento alle seguenti indicazioni (fatta eccezione per quanto richiesto esplicitamente dalle norme di compilazione): ‐ i caratteri di interpunzione vanno uniti alla parola precedente e seguiti da uno spazio; ‐ non lasciare spazi prima o dopo l’apertura e chiusura di parentesi e virgolette; ‐ all’inizio di un testo libero utilizzare sempre lettere in carattere maiuscolo; ‐ nei campi non a testo libero utilizzare lettere in carattere minuscolo (anche a inizio campo), fatta eccezione per i nomi propri; ‐ utilizzare il trattino medio ‘‐’ senza spaziature per dividere più elementi conseguenti (es.: pp. 35‐40; tavv. 1‐4); ‐ utilizzare la virgola ‘,’ per dividere più elementi non conseguenti (es.: pp. 35, 37, 41; tavv. 1, 5, 9); ‐ utilizzare il punto ‘.’ come separatore per i numeri decimali; ‐ non abbreviare in nessun caso le parole nel corpo del testo (fatta eccezione per quanto indicato di seguito). Abbreviazioni da utilizzare: singolare plurale c. cc. capitolo cap. capp. colonna col. coll. fascicolo fasc. fascc. figura fig. figg. foglio f. ff. ms. mss. carta manoscritto 3 singolare plurale nota note n. nn. n.s. p. pp. paragrafo par. parr. senza anno s.a. senza data s.d. senza luogo s.l. sub voce s.v. tabella tab. tabb. tavola tav. tavv. tomo t. tt. verso v. vv. vol. voll. nota numero nuova serie pagina volume 4 Note per le indicazioni cronologiche Per le indicazioni cronologiche si è fatto riferimento alla notazione degli storici (prevalente nella tradizione italiana degli studi storici), e al calendario gregoriano, dal quale si ricava la nozione di anno, secolo, millennio. Si sono di conseguenza stabiliti alcuni criteri di base: il secolo inizia dall’anno 1 e termina nell’anno 100 (ad esempio, per il I secolo: 1‐100; per il II secolo: 101‐200; per il XX secolo: 1901‐2000); per indicare i secoli si utilizzano i numeri ordinali romani (I, II, III, IV, ecc.) e per specificare se una data è anteriore all’anno ‘1’ dell’era cristiana si è adottata l’espressione convenzionale ‘a.C.’3. Per la compilazione dei campi del modulo utilizzare, a seconda delle situazioni e dei dati disponibili: -
il secolo, espresso in numeri romani, o l’arco di secoli (in questo caso separati dal segno ‘‐’, senza spazi) quando necessario aggiungere le specifiche ‘a.C.’ e ‘d.C.’ o altre indicazioni utili a qualificare il tipo di datazione Esempi: ◊
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XIX XIX‐XX XV‐XVII IV a.C. XV‐XIV a.C. I a.C.‐I d.C. XVIII EF l’anno preciso, accompagnato, se necessario, dalla specifica ‘a.C.’ ( se questa non è presente si intende per convenzione che l’anno è ‘dopo Cristo’), o da altre indicazioni utili a qualificare il tipo di datazione Esempi: ◊
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35 a.C. 1544 3
Nella norma ISO 8601 (http://dotat.at/tmp/ISO_8601-2004_E.pdf) per gli anni ‘avanti Cristo’ viene adottata la notazione degli astronomi (che prevede l’anno ‘0’, assente nella
notazione degli storici) e le date devono essere precedute dal segno ‘-‘ (es. per il 750 avanti Cristo: -750); per gli anni dopo Cristo è possibile (ma non obbligatorio) far precedere
la data dal segno ‘+’ (es.: +1492).
5 -
un intervallo di anni, separati dal segno ‘‐’(senza spazi) e accompagnati, se necessario, dalle specifiche ‘a.C.’ e ‘d.C.’ o da altre indicazioni utili a qualificare il tipo di datazione Esempi: ◊
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70 a.C.‐80 d.C. 1544‐1587 1796‐1800 2000‐2002 la forma anno/mese/giorno (aaaa/mm/gg); nel caso in cui si possano specificare solo l’anno e il mese, il giorno andrà indicato con due zeri Esempi: ◊
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1944/06/21 1978/10/00 1847/11/25‐1912/03/08 un periodo temporale di riferimento Esempi: ◊
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Paleolitico inferiore Tarda Età del Bronzo Età repubblicana‐Età imperiale Alto Medioevo Basso Medioevo Età napoleonica Secondo dopoguerra Per tutte le situazioni in cui non è possibile definire un arco cronologico, anche generico, valorizzare il sottocampo obbligatorio DTZG (vedi) con la definizione: ◊
non determinabile 6 Precisazioni Le indicazioni sopra elencate possono essere completate dalle seguenti precisazioni: valore da inserire Note esplicative inizio per i secoli: inizio del secolo, comprende gli anni 1‐10 fine per i secoli: fine del secolo, comprende gli anni 91‐100 metà per i secoli: metà del secolo, comprende gli anni 41‐60 prima metà per i secoli: prima metà del secolo, comprende gli anni 1‐50 seconda metà per i secoli: seconda metà del secolo, comprende gli anni 51‐100 primo quarto per i secoli: primo quarto del secolo, comprende gli anni 1‐25 secondo quarto per i secoli: secondo quarto del secolo, comprende gli anni 26‐50 terzo quarto per i secoli: terzo quarto del secolo, comprende gli anni 51‐75 ultimo quarto per i secoli: ultimo quarto del secolo, comprende gli anni 76‐100 inizio/ inizio per i secoli: dagli anni 1‐10 di un secolo agli anni 1‐10 di un altro secolo inizio/ metà per i secoli: dagli anni 1‐10 di un secolo agli anni 41‐60 di un altro secolo metà/ inizio per i secoli: dagli anni 41‐60 di un secolo agli anni 1‐10 di un altro secolo metà/ metà per i secoli: dagli anni 41‐60 di un secolo agli anni 41‐60 di un altro secolo metà/ fine per i secoli: dagli anni 41‐60 di un secolo agli anni 91‐100 di un altro secolo 7 fine/ inizio per i secoli: dagli anni 91‐100 di un secolo agli anni 1‐10 di un altro secolo fine/ metà per i secoli: dagli anni 91‐100 di un secolo agli anni 41‐60 di un altro secolo fine/ fine per i secoli: dagli anni 91‐100 di un secolo agli anni 91‐100 di un altro secolo ante anteriore a post posteriore a ca circa (?) dato ipotetico o incerto Esempi: ◊
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1504 (?) 1978 (?) XIII ultimo quarto III a.C. fine‐IV d.C. fine XX fine XIX metà 8 Indicazioni per le citazioni bibliografiche e la sitografia4 Monografie Indicare nell’ordine, separati da virgole: 1) il cognome dell’autore seguito dal nome. In caso di più autori, si citano i cognomi e i nomi secondo l’ordine di comparizione sul frontespizio. Più autori vengono separati da trattino medio (preceduto e seguito da uno spazio). In caso di più di tre autori si può aggiungere ‘[et al.]’. Non utilizzare l’abbreviazione AA.VV.; 2) il titolo e il sottotitolo separati da punto; 3) le specifiche relative a: Atti di convegno, Giornate di studio, Seminari, ecc. (seguite dalle indicazioni del luogo e delle date); 4) l’eventuale indicazione del curatore, dell’autore dell’introduzione, dell’autore della prefazione, del traduttore (se compaiono sul frontespizio). La cura non va tradotta, ma riportata in originale (es. edited by, herausgegeben von); 5) l’eventuale indicazione del numero complessivo dei volumi; 6) il luogo di edizione nella lingua che compare sul volume; 7) la casa editrice (nella forma indicata sul volume); 8) l’anno o gli anni di edizione; 9) l’eventuale numero di edizione in esponente dopo l’anno; 10) le eventuali specifiche relative a: volume, tomo, pagina, figura, tabella, nota, ecc. Esempi: ◊
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Vasco Rocca Sandra, Beni culturali e catalogazione. Principi teorici e percorsi di analisi, Roma, Gangemi, 2002. Alibrandi Tommaso ‐ Ferri Pier Giorgio, Il Diritto dei Beni Culturali: la protezione del patrimonio storico‐artistico, Roma, NIS, 1988, p. 45. Primo seminario nazionale sulla catalogazione, Atti, Roma 24‐25‐26 novembre 1999, a cura di Cinzia Morelli, Elena Plances, Floriana Sattalini, Roma, Servizio pubblicazioni ICCD, 2000. Contributi in raccolte miscellanee e in opere enciclopediche Indicare nell’ordine, separati da virgole: 4
Tutte le citazioni per la bibliografia e la sitografia vanno riportate nel modulo senza utilizzare stili di scrittura (corsivo, grassetto, sottolineatura, ecc.), in quanto le
stilizzazioni del testo non vengono gestite nel formato xml utilizzato da ICCD per l’interscambio di dati con altri sistemi informativi.
9 1) il cognome dell’autore seguito dal nome. In caso di più autori, si citano i cognomi e i nomi secondo l’ordine di comparizione nel contributo. Più autori vengono separati da trattino medio (preceduto e seguito da uno spazio). In caso di più di tre autori si può aggiungere ‘[et al.]’.. Non utilizzare l’abbreviazione AA.VV.; 2) il titolo e il sottotitolo del contributo separati da punto; 3) la preposizione ‘in’ seguita dalle informazioni sulla raccolta o sull’opera enciclopedica (seguendo le modalità indicate sopra per le monografie). 8) l’eventuale indicazione di: volume, tomo, pagina, figura, tabella, nota, ecc. Esempi: ◊
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Amadio Adele Anna, La Villa Ludovisi e la collezione di sculture, in La collezione Boncompagni Ludovisi: Algardi, Bernini e la fortuna dell’antico, a cura di Antonio Giuliano, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 9‐17. Giudici Corinna, Esperienza di applicazione della scheda F, in Lo spazio il tempo le opere. Il catalogo del patrimonio culturale, a cura di Anna Stanzani, Oriana Orsi, Corinna Giudici, Cinisello Balsamo (MI), Silvana, 2001, pp. 192‐231. Forchielli Giuseppe, Pieve, in Enciclopedia Cattolica, vol. IX, Città del Vaticano, Ente per l'Enciclopedia cattolica e per il libro cattolico, 1952, coll.1459‐1460. Contributi in periodici Indicare nell’ordine, separati da virgole: 1) il cognome dell’autore seguito dal nome. In caso di più autori, si citano i cognomi e i nomi secondo l’ordine di comparizione nel contributo Più autori vengono separati da trattino medio (preceduto e seguito da uno spazio). In caso di più di tre autori si può aggiungere ‘[et al.]’. Non utilizzare l’abbreviazione AA.VV.; 2) il titolo e il sottotitolo del contributo separati da punto; 3) la preposizione ‘in’ seguita dal titolo del periodico; 4) il numero dell’annata o del volume in numeri arabi o in numeri romani, seguito dall’anno di edizione fra parentesi tonde; 5) l’eventuale numero del fascicolo; 6) il numero della pagina iniziale e quello della pagina finale dell’articolo, separati da un trattino (senza spazi). Se nella citazione si vuole fare riferimento ad una pagina specifica del contributo, questa si indicherà dopo i numeri di pagina iniziale e finale, preceduta da due punti. Esempi: ◊
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Ferrari Oreste, La catalogazione dei beni culturali, in Bollettino d’Arte, n. 3‐4 (1972), pp. 224‐229. Ambrosini Laura ‐ Michetti Laura Maria, “Sostegni” a testa femminile in ceramica argentata: analisi di una produzione falisca a destinazione funeraria, in Archeologia classica, 46 (1994), n. 2, pp. 109‐152. Acquaro Enrico, Amuleti egiziani della Collezione Gorga, in Aegyptus, 56 (1976), n. 1, pp. 192‐206: 195. 10 Contributi pubblicati su Internet Molti documenti vengono pubblicati solo sul web, senza una corrispondente versione a stampa. Nel caso in cui sia necessario citarli fra le fonti bibliografiche edite, si forniscono alcuni esempi di riferimento, non essendo stati ancora definiti dei criteri standard5. Esempi: ◊
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http://www.treccani.it, s.v Architettura (consultazione: 2009/07/28) http://it.wikipedia.org, s.v. Patrimonio culturale (consultazione: 2011/04/00) http://www.risorgimento.it/php/page_gen.php?id_sezione=5, Museo Centrale del Risorgimento, Roma(consultazione: 2012/01/11) Strutturazione dei dati delle schede di catalogo. Scheda SMO. Strumenti Musicali ‐ Organo. Versione 3.01, Ministero per i beni e le attività culturali, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, Roma 2008, http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/253/beni‐storici‐e‐artistici (consultazione: 2010/00/00). E’ importante indicare sempre la data di consultazione nella forma ‘consultazione: aaaa/mm/gg’, inserendo i dati a disposizione.
11 Acronimo CD Definizione Lungh. Rip. Indicazioni per la compilazione IDENTIFICAZIONE Indicare la sigla che identifica il tipo di modulo
TSK Tipo modulo 4 Vocabolario chiuso: ◊ MODI Indicare il codice ISTAT relativo alla Regione in cui si trova l’entità descritta CDR Codice Regione 2 CMD
Codice modulo
25
ESC
Ente schedatore
25
ECP
Ente competente per tutela
25
ACC
ALTRA IDENTIFICAZIONE
Ente/soggetto responsabile ACCE Esempi: ◊ 09 ◊ 12 ◊ 20 [Lombardia] [Lazio] [Sardegna] Campi per gestione in SIGECweb6 250 Indicare l’Ente o il soggetto responsabile della redazione del MODI. Indicare il codice identificativo (numerico o alfanumerico), che individua in modo univoco il MODI e l’entità che esso descrive. ACCC Codice identificativo 150 Struttura: ◊ CUP_ n. progressivo Il CUP (Codice Unico di Progetto) è fornito dalla Stazione 6
Nel caso di compilazione del MODI nel SIGECweb, verranno registrati nel modulo, oltre ai dati identificativi presenti in questo campo, anche i codici di sistema necessari per la sua individuazione univoca nella banca dati SIGECweb. Tali codici vengono comunque assegnati ai MODI redatti in applicazioni esterne al momento della loro importazione nel Sistema generale del Catalogo. 12 Appaltante
ACCP Progetto di riferimento 250 Indicare la denominazione del progetto. Indicare la modalità che ha consentito l’individuazione dell’entità descritta. Il campo è ripetitivo. In relazione al tipo di individuazione, per le informazioni di dettaglio valorizzare gli specifici campi presenti nel MODI (ad es. se l’entità è stata individuata sulla base dei dati bibliografici, compilare nel paragrafo DO‐
DOCUMENTAZIONE il campo BIB‐Bibliografia; se l’entità è stata individuata sulla base di ricognizione archeologica compilare nel paragrafo RE‐INDAGINI ARCHEOLOGICHE il campo RCG‐Ricognizione archeologica, ecc.). OGM
Modalità di individuazione 250 13 si Vocabolario chiuso: ◊ appartenenza ad una collezione o raccolta pubblica ◊ appartenenza ad una collezione o raccolta privata ◊ carotaggi ◊ cartografia storica ◊ dati bibliografici ◊ dati di archivio ◊ documentazioni audio‐visive ◊ fonti orali ◊ fotointerpretazione/foto restituzione ◊ indagini archeologiche ◊ indagini geomorfologiche ◊ prospezioni geofisiche ◊ ricognizione archeologica ◊ scavo archeologico ◊ sopralluogo Acronimo Definizione OG Lungh. ENTITA' Rip. Indicazioni per la compilazione Campo obbligatorio che indica l’ambito di tutela del MiBACT. AMB
Ambito di tutela MiBAC 50 Vocabolario chiuso: ◊ archeologico Campo che Indica lo specifico ambito di applicazione.
AMA
Ambito di applicazione 50 Vocabolario chiuso: ◊ archeologia preventiva Indicare il termine o la locuzione che individua l’entità descritta nel modulo. -
OGD Definizione 150 Se si sta catalogando la parte residuale di un’entità, registrare in questo sottocampo OGD la definizione che individua l’entità a cui la parte residuale appartiene e nel sottocampo OGW il termine specifico che indica la parte residuale stessa. Esempi: se OGD = anfora OGW = puntale -
Nel caso in cui non sia possibile identificare l’entità a cui appartiene la parte residuale che si vuole descrivere, si valorizza solo questo campo OGD, inserendo la definizione terminologica (generica o specifica) che individua la parte residuale. Esempi: ◊
14 manico -
Nel caso di un raggruppamento di entità con attributi uguali, o con caratteristiche di stretta omogeneità e/o in stretta successione numerico‐iconografica fra loro (ad es. una serie di monete, una serie di stampe), si potrà redigere un unico MODI: in tale situazione, la definizione delle entità che costituiscono il raggruppamento verrà indicata al singolare in questo campo OGD (es.: moneta), mentre la quantità degli esemplari che costituiscono il raggruppamento verrà specificata nel sottocampo QNTN (vedi avanti). -
Nel caso di un insieme composito costituito da più elementi, ciascuno con proprie caratteristiche autonome (ad esempio un lotto di materiali eterogenei), si potrà redigere un unico MODI: in tale situazione, la definizione dell’insieme verrà indicata in questo campo OGD (es.: materiale proveniente da Unità Stratigrafica), mentre la quantità degli elementi che costituiscono l’insieme verrà specificata nel sottocampo QNTI (vedi avanti). Per la compilazione fare riferimento, in relazione allo specifico settore disciplinare di appartenenza, agli strumenti terminologici (vocabolari e thesauri) pubblicati a cura dei servizi tecnico‐scientifici dell’ICCD: http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard‐
catalografici Indicare eventuali specifiche morfologiche o funzionali, utili a completare la definizione dell’entità in esame per una sua più puntuale individuazione. OGT Tipologia 100 15 Esempi: se OGD = anfora OGT = vinaria OGW
Parte residuale 100 Questo campo va utilizzato solo se si sta descrivendo la parte residuale di un’entità che è stato possibile identificare. In tale situazione, va indicata nel precedente sottocampo OGD (v. es.). la definizione dell’entità a cui la parte residuale appartiene e in questo sottocampo la terminologia specifica che individua quest’ultima. Nel caso in cui non sia possibile identificare l’entità a cui appartiene la parte residuale, si valorizzerà solo il sottocampo OGD (v.), inserendo la definizione terminologica (generica o specifica) che individua la parte residuale. OGN Denominazione 250 16 si Indicare, se nota, la denominazione e/o la dedicazione dell’entità individuata; il campo è ripetitivo, per indicare anche più denominazioni (e/o dedicazioni) attestate nel corso del tempo. Acronimo Definizione LC Lungh. LOCALIZZAZIONE Rip. Indicazioni per la compilazione Indicare lo Stato LCS Stato 100 LCR Regione 25 Indicare la denominazione ISTAT della Regione. LCP Provincia 2 Indicare la sigla ISTAT del Comune LCC Comune 100 Indicare la denominazione ISTAT del Comune. LCL Località 100 Indicare la denominazione ISTAT della località. Vocabolario chiuso: ◊ Italia Indicare l’indirizzo, utilizzando la forma: ‘via (viale, piazza, ecc.), numero’. Esempi: LCI Indirizzo 250 ◊
◊
Via Roma, 25 Piazza della Repubblica, 80 Qualora siano necessarie ulteriori specifiche per la localizzazione dell’entità descritta, possono essere inserite nel campo LCV (v.). 17 LCV PVL PVLT Altri percorsi/specifiche 2000 ALTRO TOPONIMO Toponimo Qualora non sia possibile indicare l’indirizzo (cfr. campo LCI), fornire informazioni, in forma sintetica e a testo libero, su altri percorsi che permettono l’accesso all’entità in esame o che la delimitano. Questo campo può essere utilizzato anche in aggiunta a quanto indicato in LCI, nel caso in cui siano necessarie ulteriori specifiche per la localizzazione dell’entità descritta. si Indicare eventuali altre denominazioni del luogo in cui si trova l’entità in esame (es.: toponimo IGM, toponimo catastale, toponomastica storica, ecc.), specificando l’epoca alla quale risale la loro attestazione. Per registrare toponimi diversi attestati nel corso del tempo, utilizzare la ripetitività prevista per l’intero campo strutturato PVL‐ ALTRO TOPONIMO. 250 Indicare il toponimo. Indicare il tipo di contesto in cui si trova l’entità descritta. PVZ LCN ACB Tipo di contesto 100 Note 2000 ACCESSIBILITA' 18 Vocabolario chiuso: ◊ contesto urbano ◊ contesto suburbano ◊ contesto territoriale ◊ contesto subacqueo Informazioni aggiuntive sulla localizzazione, in forma di testo libero. In particolare, in questo sottocampo si possono inserire annotazioni sull’accessibilità dell’entità in esame (da registrare qualora non sia possibile effettuarne un esame diretto), oppure sulla sua collocazione originaria, qualora non sia certo che essa corrisponda alla localizzazione indicata nel paragrafo. Informazioni riguardo all’accessibilità dell’entità in esame, specificando, in particolare, se è possibile poterne effettuare un esame diretto.
ACBA 25 19 Vocabolario chiuso: ◊ si ◊ no ◊ in parte ◊ dato non disponibile Acronimo DT Definizione Lungh. CRONOLOGIA Rip. Indicazioni per la compilazione In questo paragrafo vengono registrati i dati cronologici (generali e/o di dettaglio) che riguardano la storia dell’entità in esame. Tali dati possono essere riferiti sia all’arco complessivo di vita, sia a specifiche fasi di attività/frequentazione e possono riguardare l’entità nel suo insieme, o una specifica parte, oppure, nel caso di immobili, il contesto territoriale circostante. Il paragrafo è ripetitivo: nella compilazione inserire prima i dati di carattere generale, poi quelli specifici (questi ultimi in successione cronologica, dal più antico al più recente). Indicare un riferimento cronologico per l’entità segnalata: il secolo, o l’arco di secoli, oppure un periodo temporale (cfr. Appendice II, Note per le indicazioni cronologiche). Esempi: DTR Riferimento cronologico 250 ◊
◊
◊
◊
◊
IV a.C. I a.C.‐ I d.C. Età romana Età repubblicana‐ Età imperiale Medioevo Per tutte le segnalazioni per le quali non è possibile attribuire una cronologia inserire la definizione: ◊
20 dato non rilevabile Acronimo Definizione CM Lungh. Rip. Responsabile dei contenuti 250 si Indicare il referente responsabile per la redazione del MODI, nella forma ‘Cognome, Nome’. Responsabile ricerca e redazione 250 si Indicare chi ha svolto la ricerca ed ha compilato il MODI, nella forma ‘Cognome, Nome’. 4 Indicare l’anno in cui è stato redatto il MODI o, nel caso di revisioni e aggiornamenti succedutisi nel corso del tempo, l’anno a cui si riferisce il più recente intervento sui contenuti. 500 Vocabolario chiuso: ◊ Analisi preliminare ex art. 95, D.Lgs. 163/2006 CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI CMR CMC CMA CMM
IMD Anno di redazione Motivo della redazione del MODI INDICAZIONI PER LA MIGRAZIONE DEI DATI NELLE SCHEDE DI CATALOGO Indicazioni per la compilazione Indica il livello di sensibilità : ADP OSS Profilo di accesso Note sui contenuti del modulo 21 1 5000 Vocabolario chiuso: ◊ 3 [livello alto di riservatezza: nel modulo sono presenti informazioni sensibili per motivi di privacy e/o per motivi di tutela, che riguardano la precisa localizzazione dell’entità descritta] Note aggiuntive a testo libero sui contenuti del modulo, relative ad informazioni che non è stato possibile inserire in campi specifici del tracciato. Acronimo Definizione DA DATI ANALITICI DES NRL NSC Rip. Indicazioni per la compilazione Descrizione 10000 Fornire la descrizione a testo libero dell’entità in esame, seguendo un ordine: orario, antiorario, dall’esterno verso l’interno, ecc. In questo campo citare anche la presenza di iscrizioni, decorazioni, stemmi etc. con sintetica descrizione. Notizie raccolte sul luogo 5000 Registrazione, a testo libero, di informazioni raccolte sul luogo in cui si trova l’entità descritta o sul luogo dove l’entità è stata individuata. Inquadramento storico‐critico dell’entità in esame, con citazione della bibliografia principale di riferimento, o di altra documentazione (per i criteri da seguire nei rimandi v. il testo introduttivo “Indicazioni di carattere generale per la compilazione di un modulo”). Notizie storico critiche 5000 22 Lungh. Acronimo Definizione MT QNT QNTN
Lungh. Rip. DATI TECNICI Quantità Quantità degli esemplari 10 Indicazioni per la compilazione Informazioni sulla consistenza numerica dell’entità in esame (per la cui individuazione cfr. il paragrafo OG‐ENTITA’ IN ESAME), da utilizzare solo nel caso in cui la quantità sia diversa da uno. Nel caso di un raggruppamento di entità con attributi uguali, o con caratteristiche di stretta omogeneità e/o in stretta successione numerico‐iconografica fra loro (ad es. una serie di monete, una serie di stampe), si potrà redigere un unico MODI: in tale situazione, la definizione delle entità che costituiscono il raggruppamento verrà indicata al singolare nel campo OGD (vedi), mentre la quantità degli esemplari che costituiscono il raggruppamento verrà specificata in questo sottocampo QNTN. Esempi: OGD = moneta QNTN = 35 o anche: OGD = piatto QNTN = 6 MTC MATERIA E TECNICA SI Campo da utilizzare per la descrizione di oggetti mobili, per fornire indicazioni di dettaglio sulla materia e la tecnica di esecuzione. Per la compilazione fare riferimento agli strumenti terminologici predisposti dall’ICCD e pubblicati sul sito web istituzionale alla pagina: http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard‐
catalografici 23 MIS MTCS Note 2000 MISURE SI Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, relative alla materia e alla tecnica di esecuzione. Indicare le misure ‐ sia quelle complessive sia, eventualmente, quelle di parti specifiche ‐ dell’entità in esame. Indicare il tipo di misura.
MISZ Tipo di misura 100 Vocabolario chiuso: ◊ altezza ◊ altezzaxlarghezzaxspessore ◊ altezzaxlunghezza ◊ altezzaxlunghezzaxlarghezza ◊ area ◊ area coperta ◊ capacità ◊ capacità di memoria ◊ circonferenza ◊ diametro ◊ ingombro ◊ larghezza ◊ lunghezza ◊ perimetro ◊ peso ◊ potenza ◊ profondità ◊ spessore ◊ volume Specifiche al tipo di misura indicato nel sottocampo MISZ. MISS Specifiche 25 24 Vocabolario chiuso: ◊ coperta [riferito ad ‘area’] ◊ massima ◊ media ◊ minima ◊ scoperta [riferito ad ‘area’] Indicare l’unità di misura. MISU Unità di misura 15 25 Vocabolario chiuso: ◊ cm ◊ g ◊ ha ◊ hg ◊ kg ◊ km ◊ l ◊ m ◊ mc ◊ mm ◊ mq Indicare il valore della misura che può essere seguito dalla sigla ‘ca’ qualora la misura sia stata rilevata con approssimazione; le cifre decimali vanno separate dall’unità con un punto. Esempi: ◊ 43.5 MISM
Valore 15 Nel caso che nel sottocampo MISZ – Tipo di misura sia stata inserita la definizione ‘altezzaxlunghezza’, in questo campo indicare in successione i valori relativi all’altezza e alla lunghezza secondo la sintassi ‘altezzaxlunghezza’ (cfr. esempi). Esempi: ◊ 15.3x50.5 Nel caso che nel sottocampo MISZ – Tipo di misura sia stato inserito ‘ingombro’, in questo campo indicare in successione i valori relativi alle misure di ingombro complessive, nella forma ‘altezzaxlunghezzaxlarghezza’ (cfr. esempi). Esempi: ◊ 28x15x34 MISV Note MTA 2000 ALTIMETRIA/QUOTE MTAP
Informazioni aggiuntive sulle misure, in forma di testo libero. si Riferimento alla parte 250 Qualora le informazioni sull’altimetria e le quote riguardino una specifica parte dell’entità in esame, fornire l’opportuno riferimento (cfr. esempi). Esempi: ◊ zona con affioramento di strutture in superficie ◊ corpo principale 26 MTAM
MTAX
MTAR
MTAS PLT Quota minima s.l.m. 12 Quota massima s.l.m. 12 Quota relativa 12 Note 2000 POSIZIONE RISPETTO AL LIVELLO DEL TERRENO PLTN Note 27 Indicare la quota minima assoluta; i valori sono espressi in metri e le cifre decimali vanno separate dall’unità con un punto. Nel caso di valori negativi e per le emergenze sommerse, premettere il segno “‐”. Indicare la quota massima assoluta; i valori sono espressi in metri e le cifre decimali vanno separate dall’unità con un punto. Nel caso di valori negativi e per le emergenze sommerse, premettere il segno “‐”. Indicare la quota relativa rispetto ad un elemento o ad una situazione da specificare nel campo seguente MTAS; il valore è espresso in metri e le cifre decimali vanno separate dall’unità con un punto. Nel caso di valori negativi e per le emergenze sommerse, premettere il segno “‐”. SI 2000 Informazioni aggiuntive sulle quote, in forma di testo libero Informazioni aggiuntive sulla posizione delle emergenze rilevate rispetto al livello del terreno, in forma di testo libero. Indicare l’orientamento attuale, secondo l’asse principale individuato. ORT Orientamento Vocabolario chiuso: ◊ NS ◊ SO ◊ EO ◊ OE ◊ NE_SO ◊ SO_NE ◊ NO_SE ◊ SE_NO 10 Lungh. Rip. Paragrafo da utilizzare per la descrizione delle architetture . 5000 Fornire una descrizione complessiva, a testo libero, delle tecniche murarie individuate Acronimo Definizione TM TECNICHE MURARIE TMS Tecniche murarie ‐ sintesi 28 Indicazioni per la compilazione Acronimo Definizione SS SEQUENZA STRATIGRAFICA SSS Sequenza Stratigrafica‐ Sintesi 29 Lungh. Rip. Indicazioni per la compilazione Indagini pregresse 5000 Fornire una descrizione complessiva, a testo libero, della sequenza stratigrafica individuata Acronimo Definizione CO CONSERVAZIONE E INTERVENTI STC STATO DI CONSERVAZIONE Lungh. Rip. si Indicazioni per la compilazione Indicazioni sullo stato di conservazione dell’entità in esame. La ripetitività del campo va utilizzata per indicare lo stato di conservazione sia dell’intera entità, sia di sue specifiche parti, e/o per registrare lo stato di conservazione rilevato in momenti cronologici diversi (ad esempio, in occasione di ispezioni e aggiornamenti); in quest’ultimo caso, le informazioni vanno riportate in ordine cronologico inverso, dalla più recente alla più remota. Indicare lo stato di conservazione.
STCC Stato di conservazione 25 30 Vocabolario chiuso: ◊ buono [non occorrono interventi di restauro o di conservazione] ◊ discreto [perfettamente leggibile in tutte le sue componenti, ma con rischi di deterioramento] ◊ mediocre [perfettamente leggibile, ma mancano alcune sue parti] ◊ cattivo [mancano parti rilevanti, cattiva leggibilità, necessità di interventi di restauro] ◊ dato non disponibile [definizione da utilizzare nei casi in cui non sia stato possibile rilevare lo stato di conservazione] Specifiche sullo stato di conservazione: fare riferimento a definizioni e terminologie proprie dell’ambito disciplinare a cui appartiene l’entità che si sta catalogando, quando disponibili. STCS Specifiche 500 Esempi: ◊
◊
◊
◊
◊
◊
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◊
attacco biologico erosione frammentario intero macchie mancanza di parti mutilo parzialmente ricomponibile Più termini o locuzioni del vocabolario possono essere concatenati in successione, separati da virgola seguita da uno spazio (es.: attacco biologico, erosione). Esempi: ◊ attacco biologico, erosione STCN Note 2000 31 Informazioni sullo stato di conservazione complessivo dell'entità in esame, in forma di testo libero. Acronimo GE Definizione GEOREFERENZIAZIONE Lungh. Rip. Indicazioni per la compilazione In questo paragrafo vengono registrati i dati per la georeferenziazione dell’entità individuata, espressa mediante coordinate (geografiche o proiettate). Indicare il tipo di localizzazione. GEL Tipo di localizzazione 100 Vocabolario chiuso: ◊ localizzazione fisica [per gli oggetti mobili e per gli immobili] Indicare il tipo di georeferenziazione. GET Tipo di georeferenziazione 100 Vocabolario chiuso: ◊ georeferenziazione puntuale ◊ georeferenziazione lineare ◊ georeferenziazione areale Indicare il Sistema di riferimento. GEP Sistema di riferimento 50 32 Vocabolario chiuso: ◊ WGS84 ◊ WGS84 UTM 32 ◊ WGS84 UTM 33 ◊ ETRS89 ◊ ETRS89 UTM32 ◊ ETRS89 UTM33 ◊ GAUSS‐BOAGA Est ◊ GAUSS‐BOAGA Ovest GEC
COORDINATE
SI Indicare la coordinata x (longitudine Est), utilizzando il punto come separatore per i decimali. GECX Coordinata x 12 Esempi: ◊
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◊
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◊
◊
◊
◊
12.49248 (WGS84, notazione in gradi sessadecimali) 654541.166 (WGS84 UTM32, notazione in metri) 278121.95 (WGS84 UTM33, notazione in metri) 12.49248 (ETRS89, notazione in gradi sessadecimali 654541.166 (ETRS89 UTM32, notazione in metri) 278121.95 (ETRS89 UTM33, notazione in metri) 2298122.749 (GAUSS‐BOAGA Est, notazione in metri) 1789786.56 (GAUSS‐BOAGA Ovest, notazione in metri) Indicare la coordinata y (latitudine Nord), utilizzando il punto come separatore per i decimali. GECY Coordinata y 12 33 Esempi: ◊
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41.89028 (WGS84, notazione in gradi sessadecimali) 4936528.797 (WGS84 UTM32, notazione in metri) 4921643.36 (WGS84 UTM33, notazione in metri) 41.89028 (ETRS89, notazione in gradi sessa decimali) 4936528.797 (ETRS89 UTM32, notazione in metri) 4921643.36 (ETRS89 UTM33, notazione in metri) 4921652.849 (GAUSS‐BOAGA Est, notazione in metri) 4643506.15 (GAUSS‐BOAGA Ovest, notazione in metri) GECZ Coordinata z 12 Indicare la coordinata z (altitudine rispetto al livello del mare), qualora il dato sia stato rilevato e sia utile registrarlo per la conoscenza dell’entità in esame. Se, ad esempio, vengono effettuati rilievi con strumentazione GPS (Global Positioning System), la coordinata z rappresenterà la quota assoluta del punto o dei punti rilevati e potrà anche esprimere valori negativi. La coordinata z sarà espressa in metri, utilizzando il punto come separatore di eventuali decimali. Esempi: ◊
◊
◊
◊
300.20 15 0.50 ‐ 10 Indicare la tecnica di georeferenziazione, utilizzando le seguenti definizioni: GPT Tecnica di georeferenziazione 100 34 Vocabolario chiuso: ◊ rilievo da cartografia con sopralluogo ◊ rilievo da cartografia senza sopralluogo ◊ rilievo da foto aerea con sopralluogo ◊ rilievo da foto aerea senza sopralluogo ◊ rilievo da satellite ◊ rilievo tradizionale ◊ rilievo tramite GPS ◊ rilievo tramite punti d’appoggio fiduciari o trigonometrici ◊ stereofotogrammetria Indicare il metodo di posizionamento. GPM
GPB Metodo di posizionamento 100 BASE CARTOGRAFICA Vocabolario chiuso: ◊ posizionamento esatto ◊ posizionamento approssimato ◊ posizionamento con rappresentazione simbolica Informazioni sulla base cartografica eventualmente utilizzata per georeferenziare l’entità in esame. Fornire una descrizione sintetica della base cartografica utilizzata. GPBB GPBT GPBU Descrizione sintetica 500 Data 50 Indirizzo web (URL) 1000 35 Esempi: ◊ IGMI 144 INE ◊ CTR Toscana Indicare la data di redazione della base cartografica utilizzata (anno, arco di anni, secolo, arco di secoli, periodo). Nel caso si tratti di una foto aerea, indicare la data della ripresa. Indicare, se disponibile, l’indirizzo del servizio web, ovvero il servizio WMS (Web Map Service), WFS (Web Feature Service) o WCS (Web Coverage Service) esposto secondo gli standard OGC (Open Geospatial Consortium). In questo campo si può anche indicare l’indirizzo web dove è disponibile una rappresentazione (per esempio nel caso di cartografia storica) della mappa utilizzata per georiferire. Acronimo CT Definizione CTM Lungh. CARTOGRAFIA TEMATICA RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA CTMC
CTMT CTMN
Indicazioni per la compilazione In questo paragrafo vengono registrati i dati utili per la rappresentazione cartografica dell’entità in esame su specifici livelli tematici, con riferimento ad uno standard oppure ad un’organizzazione logica predefinita dall’Ente/ soggetto responsabile dell’attività di rilevamento dei dati SI Categoria tematica 100 Tema 100 Note 2000 36 Rip. Indicare la categoria tematica generale (ad es.: EMERGENZE ARCHEOLOGICHE) Indicare il tema specifico di riferimento (ad es.: emergenze individuate sulla base di spoglio bibliografico). Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, relative alla rappresentazione cartografica dell’entità in relazione allo specifico tema di interesse. Acronimo CS CTS Definizione CTSC Lungh. Rip. Indicazioni per la compilazione LOCALIZZAZIONE CATASTALE In questo paragrafo vengono registrate le informazioni sulla localizzazione dell’entità in esame al momento in cui viene redatto il modulo, con riferimento alla ripartizione catastale nazionale. DATI CATASTALI SI 100 Comune Indicazioni necessarie per identificare il luogo nell’ambito della ripartizione catastale. Si utilizza la ripetitività nel caso in cui l’area ricada nel territorio di più Comuni. Indicare il nome del Comune a cui è intestato il foglio di mappa, riportato nella forma attestata nel catasto, senza alcuna abbreviazione. Specificare il tipo di catasto. CTST CTSF Tipo catasto 25 Foglio/data 100 SI Vocabolario chiuso: ◊ catasto terreni ◊ catasto fabbricati ◊ catasto misto Indicare il numero del foglio di mappa catastale in cui ricadono la particella o le particelle. Nel caso in cui sia leggibile la data di formazione del foglio e/o quella di eventuali aggiornamenti, indicare la più recente separandola dal numero di foglio mediante una barra seguita da uno spazio (cfr. esempi). Si utilizza la ripetitività nel caso di più fogli catastali ricadenti in un medesimo Comune. Esempi: ◊ 41 ◊ 35/ 1947 37 CTSN Particelle 500 SI Indicare il numero o la lettera che individua la particella catastale. Se le particelle sono più di una, dividere i numeri e/o le lettere con una virgola; nel caso di un intervallo consistente di numeri in sequenza, si possono indicare i due estremi separati da un trattino (senza spazi). Si utilizza la ripetitività per registrare particelle che appartengono a fogli catastali diversi pertinenti ad un medesimo Comune: in questo caso, per mantenere la coerenza dei dati, premettere all’elenco delle particelle, enumerate secondo le modalità precedentemente indicate, la specifica del rispettivo foglio di appartenenza (cfr. la sintassi utilizzata negli esempi). Esempi: ◊
◊
◊
◊
◊
◊
CTSP Proprietari 500 SI Indicare il nome del proprietario (persona o ente) delle particelle, secondo la forma riportata nel catasto. Il sottocampo è ripetitivo, nel caso si debbano elencare più proprietari. Considerato che, per motivi amministrativi, è importante ricondurre le particelle ai rispettivi proprietari, accanto a ciascun nome di persona o ente si può indicare fra parentesi tonde il numero della/ delle particelle a cui esso si riferisce, divise da una virgola se sono più di una e precedute dall’indicazione del foglio, se necessario (cfr. la sintassi utilizzata negli esempi). Esempi: ◊
◊
◊
◊
38 15 A 145‐356 24, 25, 26, E 41/ 145‐158 [in questo caso la sequenza di particelle si trova nel f. 41] 42/ 112, 133 [in questo caso le particelle 112 e 133 si trovano nel f. 42] Bocci Taddeo (15) Chiesa parrocchiale di S. Francesco (A) Università Agraria di Allumiere (41/ 145‐158, 42/ 112) Mario Rossi (42/ 113) Acronimo TU Definizione CDG Lungh. Rip. Indicazioni per la compilazione CONDIZIONE GIURIDICA E PROVVEDIMENTI DI TUTELA CONDIZIONE GIURIDICA Indicare in modo generico la condizione giuridica dell’entità descritta, con riferimento al proprietario, possessore o detentore. CDGG
Indicazione generica 250 39 Vocabolario chiuso: ◊ proprietà Stato ◊ proprietà Ente pubblico territoriale ◊ proprietà Ente pubblico non territoriale ◊ proprietà privata ◊ proprietà Ente religioso cattolico ◊ proprietà Ente religioso non cattolico ◊ proprietà Ente straniero in Italia ◊ proprietà mista pubblica/privata ◊ proprietà mista pubblica/ecclesiastica ◊ proprietà mista privata/ecclesiastica ◊ proprietà persona giuridica senza scopo di lucro ◊ detenzione Stato ◊ detenzione Ente pubblico territoriale ◊ detenzione Ente pubblico non territoriale ◊ detenzione privata ◊ detenzione Ente religioso cattolico ◊ detenzione Ente religioso non cattolico ◊ detenzione Ente straniero in Italia ◊ detenzione mista pubblica/ privata ◊ detenzione mista pubblica/ ecclesiastica ◊ detenzione mista privata/ ecclesiastica ◊ detenzione persona giuridica senza scopo di lucro CDGS Indicazione specifica 250 SI Indicare l’esatta denominazione del proprietario (Amministrazione, Ente o soggetto privato). Qualora questi non siano noti, va indicata la denominazione del detentore o del possessore. Nel caso di più soggetti, indicarli in successione, utilizzando la ripetitività del campo. Indicare in sintesi se l’entità descritta è soggetta a misure di tutela. BPT NVC Provvedimenti di tutela ‐ sintesi 25 PROVVEDIMENTI DI TUTELA NVCT Vocabolario chiuso: ◊ si ◊ no ◊ dato non disponibile SI Tipo provvedimento 100 40 Indicare il tipo di provvedimento, specificando fra parentesi tonde la legge ed i relativi articoli di riferimento. Vocabolario chiuso: ◊ si ◊ notificazione (L. n. 364/1909) ◊ notificazione (L. n. 364/1909, art. 5) ◊ DM (L. n. 1089/1939, art.3) ◊ DM (L. n. 1089/1939, art.5) ◊ DM (L. n. 1089/1939, artt. 2, 3) ◊ DM (L. n. 1089/1939, artt. 1, 4) ◊ DM (L. n. 1089/1939, art. 21) ◊ ope legis (L.1089/1939 art.4) ◊ revoca notificazione (L. n. 364/1909) ◊ revoca DM (L. n. 1089/1939, art. 3) ◊ revoca DM (L. n. 1089/1939, art. 5) ◊ rinnovo DM (L. n. 1089/1939, art. 3) ◊ rinnovo DM (L. n. 1089/1939, art. 5) ◊ rinnovo DM (L. n. 1089/1939, art. 71) ◊ rinnovo notificazione (L. n. 364/1909) ◊ notificazione (L. n. 778/1922) ◊ DM (L. n. 1497/1939, art. 6) ◊ DPR n. 1409/1963, art. 36 ◊
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revoca notificazione (L. n. 778/1922)
revoca DM (L. n. 1497/1939, art. 6) rinnovo notificazione (L. n. 778/1922) rinnovo DM (L. n. 1497/1939, art. 6) DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 1 DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 2 revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 1 revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 2 DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 4 revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 4 DLgs n. 42/2004, art.10 DLgs n. 42/2004, art.13 DLgs n. 42/2004, art.50 ecc. Prevedere scansione documento in allegato. STU NVCE NVCP NVCI STUE Estremi provvedimento 10 Indicare la data di emissione del provvedimento, nella forma “aaaa/mm/gg”. Estensione del vincolo 500 Indicare se il vincolo sia riferito all’intera entità individuata oppure a parte di essa. Provvedimento in itinere 10 Indicare la data della comunicazione di avvio del procedimento di dichiarazione di interesse al proprietario, possessore o detentore, nella forma “anno/mese/giorno”. STRUMENTI URBANISTICO‐TERRITORIALI Ente/amministrazione 250 41 SI Indicazioni relative ai piani regolatori generali e particolareggiati ed ai piani paesistici che interessano l’entità individuata. Indicare l’Ente o l’amministrazione che ha emanato il provvedimento. Indicare il tipo di strumento in vigore (Piano Regolatore Generale, Piano Paesistico, Piano Urbanistico Comunale, ecc.), seguito da tutte le specifiche necessarie per individuarlo; per distinguere i vari dati utilizzare la barra (“/”) seguita da uno spazio. STUT STUN Tipo strumento 250 Sintesi normativa 1000 Vocabolario aperto: ◊ PRG 1975/ variante 1993 ◊ PRG 1984/ zona agricola E2 ◊ PRG 2271/ 02.06.1998 ◊ ecc. Termine o locuzione specialistica che indica il tipo di intervento ammesso dalla normativa specifica. Nel caso siano ammessi più tipi di intervento, utilizzare la barra (“/”) seguita da uno spazio per distinguere le varie definizioni. Esempi: ◊ restauro/ manutenzione straordinaria 42 Acronimo CA CAG CAE CAL CAP CAT CAS CAU Definizione Lungh. CARATTERI AMBIENTALI Indicazioni per la compilazione Tutte le voci relative al pacchetto andranno compilate solo nella scheda modi relativa all'intero contesto come sintesi delle relazioni specifiche a corredo del progetto preliminare. Paragrafo da utilizzare per la descrizione di entità immobili. Geografia 5000 Informazioni di carattere generale, a testo libero, relative alla geografia del luogo dove si trova l’entità individuata (descrizione generale, sistema idrografico, distanza dal mare o, per le entità sommerse, dalla linea di costa, ecc.). Geomorfologia 5000 Informazioni di carattere generale, a testo libero, relative alla geomorfologia del luogo dove si trova l’entità individuata. Geologia 5000 Informazioni di carattere generale, a testo libero, relative alla geologia del luogo dove si trova l’entità individuata. Pedologia 5000 Informazioni di carattere generale, a testo libero, relative alla pedologia del luogo dove si trova l’entità individuata Caratteristiche climatiche 5000 Informazioni di carattere generale, a testo libero, relative alle caratteristiche climatiche del luogo dove si trova l’entità individuata. Situazione agraria e naturalistica 5000 Informazioni di carattere generale, a testo libero, relative alla situazione agraria e naturalistica del luogo dove si trova l’entità individuata. Uso del suolo 5000 Informazioni di carattere generale, a testo libero, relative all’uso del suolo nel luogo dove si trova l’entità individuata. 43 Rip. CAA Caratteri ambientali storici 10000 Lungh. Rip. Informazioni di carattere generale, a testo libero, relative alle caratteristiche ambientali storiche del luogo dove si trova l’entità individuata. Acronimo Definizione RE INDAGINI ARCHEOLOGICHE RCG RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA RCGD RCGD Indicazioni per la compilazione SI Denominazione ricognizione 250 Riferimento cronologico 100 Indicare l’epoca in cui è stata effettuata la ricognizione archeologica (data precisa, anno, arco di anni, secolo, arco di secoli, periodo, arco di periodi: per la compilazione fare riferimento alle “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” supra). Informazioni sulla situazione ambientale al momento della ricognizione. RCGT Situazione ambientale 500 Esempi: ◊ area urbanizzata, con zone erbose Indicare il motivo principale che ha determinato la ricognizione archeologica. RCGE RCGR Motivo 100 Ente responsabile 250 44 SI Vocabolario chiuso: ◊ archeologia preventiva Indicare la denominazione dell’Ente responsabile della ricognizione archeologica. RCGA DSC DSCV Responsabile scientifico 250 SI Indicare il nome del responsabile scientifico della ricognizione archeologica nella forma ‘Cognome, Nome’. SCAVO ARCHEOLOGICO SI In questo paragrafo descrivere gli eventuali scavi pregressi Denominazione scavo 250 Indicare la denominazione ufficiale dello scavo archeologico o, in alternativa, quella maggiormente attestata nella bibliografia o nella letteratura scientifica, eventualmente seguita da specifiche sulla ripartizione interna dell’area di indagine, nel caso di scavi particolarmente ampi. Esempi: ◊ Himera, tempio B ◊ Calvatone, area della domus dei signini DSCD DSCF DSCA Riferimento cronologico 100 Ente responsabile 250 SI Indicare la denominazione dell’Ente responsabile dello scavo archeologico. Responsabile scientifico 250 SI Indicare il nome del responsabile scientifico dello scavo archeologico, nella forma ‘Cognome, Nome’. 45 Indicare l’epoca in cui è stato effettuato lo scavo archeologico (data precisa, anno, arco di anni, secolo, arco di secoli, periodo, arco di periodi: per la compilazione fare riferimento alle “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” supra) Indicare il motivo principale che ha determinato lo scavo archeologico. DSCT DSCN Motivo 100 Note 5000 46 Vocabolario aperto: ◊ archeologia preventiva ◊ fotointerpretazione ◊ indagine territoriale ◊ lavori agricoli ◊ notizie bibliografiche ◊ notizie d’archivio ◊ opere pubbliche ◊ opere private ◊ prospezione subacquea ◊ rinvenimento fortuito ◊ scavo clandestino ◊ ecc. Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, relative alle modalità di individuazione e di indagine dell’entità in esame in occasione dello scavo archeologico a cui si fa riferimento. Acronimo IN IND Definizione INDAGINI ARCHEOMETRICHE E DIAGNOSTICHE INDAGINE Lungh. Rip. SI Indicazioni per la compilazione Informazioni relative alle indagini archeometriche e diagnostiche che hanno interessato l’entità in esame Informazioni su eventuali indagini archeometriche e diagnostiche. Il campo è ripetitivo, per indicare indagini che hanno interessato sia l’intera entità, sia sue specifiche parti, e/o per registrare indagini diverse effettuate nel corso del tempo, da riportare seguendo un ordine cronologico inverso, dalla più recente alla più remota. Qualora le informazioni riguardino una specifica parte dell’entità in esame, fornire l’opportuno riferimento (cfr. esempi). INDP Riferimento alla parte 250 Esempi: ◊ basamento ◊ campanile ◊ facciata ◊ pavimento ◊ piedistallo Indicare il tipo di indagine. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto. INDI Tipo indagine 100 47 Vocabolario chiuso: ◊ analisi della malta ◊ carotaggio ◊ mensiocronologia ◊ pozzetto geognostico ◊ prospezione geoelettrica ◊ prospezione geomagnetica ◊ prospezione geofisica ◊ prospezione georadar ◊ termografia ◊
INDS INDD INDE INDN INDT Specifiche 500 Specifiche, a testo libero, relative al tipo di indagine. In questo campo, ad esempio, è possibile inserire il numero, la tipologia e la posizione dei campioni analizzati (in relazione al tipo di indagine effettuato). Indicare l’epoca in cui è stata effettuata l’indagine. Per la compilazione fare riferimento “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” supra) Riferimento cronologico 100 Ente responsabile/laboratorio 250 SI Indicare la denominazione dell’Ente e/o del laboratorio responsabile dell’indagine. Responsabile dell'intervento/nome operatore 250 SI Indicare il responsabile dell’indagine e/o il nome dell’operatore (nel caso di persone singole utilizzare la forma ‘Cognome, Nome’; nel caso di ditte, studi tecnici, ecc., indicare la denominazione ufficiale). Referto 5000 48 ecc.
Riportare in questo campo a testo libero i contenuti del referto o una sintesi dei risultati dell’indagine. INDO FOI Note 2000 FOTOINTERPRETAZIONE/FOTORESTITUZIONE Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, relative all’indagine. In particolare, in questo sottocampo si possono inserire i riferimenti alla documentazione di corredo che si ritiene utile citare (per i criteri da seguire nei rimandi v. il testo introduttivo ‘Indicazioni di carattere generale per la compilazione di un modulo’). SI Indicare il tipo di immagine presa in esame. FOIT FOID Tipo immagine 100 Riferimento documentazione 100 Vocabolario chiuso: ◊ fotografia aerea ◊ fotografia satellitare Indicare il codice identificativo (cfr. paragrafo DO/campo FTA/sottocampo FTAN) che individua l’immagine presa in esame, descritta in dettaglio nel paragrafo DO‐Documentazione/ campo FTA) Esempi: ◊ FTAN: FA2345 ◊ FTAN: img0001 Indicare il motivo principale che ha determinato l’indagine di fotointerpretazione/ foto restituzione. FOIM Motivo 100 49 Vocabolario aperto: ◊ archeologia preventiva ◊ archeologia preventiva ◊ fotointerpretazione ◊ indagine territoriale ◊ lavori agricoli ◊ notizie bibliografiche ◊ notizie d’archivio ◊ opere pubbliche ◊ opere private ◊ prospezione subacquea ◊
◊
◊
FOIR FOIE FOIS rinvenimento fortuito
scavo clandestino ecc. Indicare l’epoca in cui è stata effettuata l’analisi di fotorestituzione/fotointerpretazione (data precisa, anno, arco di anni, secolo, arco di secoli, periodo, arco di periodi: per la compilazione fare riferimento alle “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” supra). Riferimento cronologico 100 Ente responsabile 250 SI Indicare la denominazione dell’Ente responsabile dell’analisi di fotorestituzione/fotointerpretazione. Responsabile scientifico 250 SI Indicare il nome del responsabile scientifico dell’analisi di fotorestituzione/fotointerpretazione, nella forma ‘Cognome, Nome’. Indicare l’origine dell’anomalia rilevata nell’indagine di fotointerpretazione/ fotorestituzione. FOIA Origine anomalia 100 Vocabolario chiuso: ◊ fotografia aerea ◊ origine naturale ◊ origine antropica ◊ origine incerta Indicare il tipo di anomalia rilevata nell’indagine di fotointerpretazione/ fotorestituzione. FOIQ Tipo anomalia 100 50 Vocabolario chiuso: ◊ anomalia puntuale ◊ anomalia lineare ◊ anomalia areale Indicare la classificazione del tipo di anomalia rilevata nell’indagine di fotointerpretazione/ foto restituzione. FOIF Classificazione anomalia 100 Vocabolario chiuso: ◊ affioramento ◊ antico percorso stradale ◊ corso d’acqua anastomizzato ◊ macchia circolare ◊ micro rilievo ◊ paleoalveo ◊ scavo ◊ solco ◊ traccia ◊ traccia di umidità ◊ zona con macchie circolari ◊ zona con macchie circolari di umidità ◊ zona con microrilievi ◊ zona con scavi ◊ zona di interesse ◊ zona dubbia ◊ zona umida Indicare in sintesi il livello di affidabilità delle informazioni rilevate nell’analisi di fotointerpretazione/ fotorestituzione. FOIO FOIP FOIN Affidabilità 100 Riferimenti per sovrapposizione 1000 Note 5000 51 Vocabolario chiuso: ◊ scarsa ◊ discreta ◊ buona ◊ ottima Informazioni per effettuare sovrapposizioni con altri documenti utili per la lettura e l’interpretazione dell’immagine analizzata. Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, relative alle modalità di individuazione e di reperimento dell’entità in esame in occasione dell’indagine di fotointerpretazione/ fotorestituzione a cui si fa riferimento. Acronimo MA Definizione Lungh. MATERIALE ARCHEOLOGICO Rip. Indicazioni per la compilazione SI Utilizzare questo paragrafo per fornire informazioni sul lotto di materiali archeologici descritto nel modulo che si sta compilando (per la definizione cfr. campi OGD e OGT) oppure sui materiali rinvenuti in occasione di una indagine archeologica (ricognizione, scavo o altro: cfr. paragrafo RE‐INDAGINI ARCHEOLOGICHE) che ha interessato l’entità oggetto del modulo (un sito archeologico, un complesso o un monumento archeologico, ecc.). Il paragrafo è ripetitivo in modo che per ciascun raggruppamento di materiali individuato possano essere fornite sia indicazioni di carattere generale (campo MAC), sia dati di dettaglio (campo MAD): vedere in proposito le avvertenze per la compilazione del campo MAC. Se il lotto di materiali descritto nel paragrafo proviene da una specifica indagine archeologica, fornire i dati essenziali che consentono di identificarla (ad es. tipo di indagine e data; denominazione della campagna di scavo, ecc.), con riferimento a quanto registrato nel paragrafo RE – INDAGINI ARCHEOLOGICHE. MAI Indagine 250 Esempi: ◊ ricognizione estate 1985 ◊ Cencelle, campagna di scavo 1998 Nel caso in cui si voglia segnalare che in occasione dell’indagine non sono stati rinvenuti materiali, compilare, oltre a questo sottocampo, il successivo (v.). MAA
Assenza materiali 3 Compilare questo campo se si vuole segnalare che in occasione dell’indagine specificata nel campo MAI (v.) non sono stati rinvenuti materiali. Vocabolario chiuso: ◊ MNP [materiali non presenti] 52 MAS MAC Note 2000 MATERIALE/DATI GENERALI SI Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sul ritrovamento dei materiali in occasione dell’indagine specificata nel campo MAI (v.), oppure sull’assenza di materiali riscontrata. Informazioni di carattere generale sui materiali descritti nel paragrafo; utilizzare i campi a disposizione in relazione alla tipologia di reperti da descrivere e alle notizie che si vuole fornire. Utilizzare la ripetitività del campo solo se si vogliono registrare dati generali sulle ‘n’ diverse categorie di materiali riscontrate, senza fornire per ciascuna i dati di dettaglio: in tale situazione, compilare tante occorrenze del campo MAC quante sono le categorie di materiali da descrivere. Invece, nel caso in cui per ciascuna delle ‘n’ categorie riscontrate si vogliano fornire anche dati di dettaglio (cfr. campo MAD), è necessario ‐ per la coerenza delle informazioni ‐ compilare un’intera occorrenza del paragrafo MA per ciascuna categoria di materiale descritta dal generale al particolare. Indicare la categoria di materiale. Va indicata una sola categoria, alla quale si riferiscono le informazioni inserite nel paragrafo. MACC
Categoria 100 53 Vocabolario aperto: ◊ ceramica ◊ materiale lapideo ◊ legno ◊ metallo ◊ reperti antropologici ◊ reperti archeobotanici ◊ reperti archeozoologici ◊ reperti fittili ◊ reperti numismatici ◊ reperti organici ◊ reperti scultorei ◊ scorie di fusione ◊ vetro ◊ ecc. Indicare la percentuale della categoria rispetto al materiale archeologico complessivo descritto nel modulo. MACR
Percentuale 25 Esempi: ◊ ricognizione estate ◊ 50% ◊ 10% Indicare la densità di concentrazione del materiale.
MACN
Densità 25 Vocabolario chiuso: ◊ fitta ◊ media ◊ rada Indicare la classe e la produzione, quando presenti per la categoria di materiale che si sta descrivendo. Per la compilazione fare riferimento agli strumenti terminologici predisposti dall’ICCD e pubblicati sul sito web istituzionale: http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard‐
catalografici MACL Classe e produzione 100 54 Vocabolario aperto: ◊ Anfore da trasporto ◊ Bucchero ◊ Ceramica a pareti sottili ◊ Ceramica comune da cucina ◊ Lucerne ◊ Lucerne a vernice nera ◊ Terra sigillata africana ◊ Terra sigillata italica ◊ ecc. Indicare la definizione generica (sempre al singolare) del tipo di reperti appartenenti alla categoria di materiale specificata nel sottocampo MACC. Per la compilazione fare riferimento agli strumenti terminologici predisposti dall’ICCD e pubblicati sul sito web istituzionale: http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard‐
catalografici MACD
MACP
MACF
MACQ
MACS
Definizione 100 Precisazione tipologica/repertorio 250 Esempi: ◊ anfora ◊ ciotola ◊ coperchio ◊ moneta ◊ pentola ◊ recipiente/ di forma aperta ◊ recipiente/ di forma chiusa ◊ tegola ◊ ecc. Precisare la tipologia o indicare i rinvii all’eventuale classificazione del materiale in esame, con riferimento ai repertori riconosciuti nello specifico ambito disciplinare; per la compilazione fare riferimento agli strumenti terminologici predisposti dall’ICCD e pubblicati sul sito web istituzionale: http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard‐
catalografici Riferimento cronologico 100 Fornire un’indicazione cronologica (generica o specifica) per il materiale descritto; per la compilazione fare riferimento “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” supra. Quantità 10 Indicare il numero dei reperti riferito al tipo di materiale specificato nel sottocampo MACD. Note 2000 55 Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sui materiali descritti. Il campo va utilizzato per registrare informazioni più dettagliate sul materiale definito nel campo MAC, per la descrizione di un reperto o di un gruppo di reperti. MAD
MATERIALE/DATI DI DETTAGLIO SI Il campo va compilato solo se si sta procedendo alla registrazione di informazioni di dettaglio per una specifica categoria di materiale archeologico (cfr. indicazioni per la compilazione del campo MAC). Indicare il numero di inventario attribuito al reperto o al gruppo di reperti che si sta descrivendo. Se si devono indicare più numeri, inserirli in successione, dividendoli fra di loro con una barra ‘/’ seguita da uno spazio, oppure, nel caso di una sequenza, indicare il primo e l’ultimo numero divisi da un trattino (senza spazi). MADI Inventario di scavo 1000 Esempi: ◊ 16 ◊ 35/ 45/ 80 ◊ 1540‐1578 ◊ 130 a‐f 56 Acronimo AP APP APE Definizione APED APER APEC APEL Lungh. AREA DI POTENZIALE ARCHEOLOGICO Criteri di perimetrazione EMERGENZE Indicazioni per la compilazione Paragrafo da utilizzare solo se si sta descrivendo nel MODI l’area di potenziale archeologico (cfr. campo OGD) e non le specifiche emergenze che ne fanno parte. Queste, elencate sinteticamente nel sottocampo APE, devono essere documentate in altrettanti specifici moduli, anche in relazione alla situazione da descrivere e alle risorse disponibili. 5000 Indicare, a testo libero, i criteri secondo i quali è stata definita l’area di potenziale archeologico. SI Elencare le emergenze rilevate nell’area di potenziale archeologico. Per ciascuna emergenza individuata compilare una diversa occorrenza del campo. L’area può essere visualizzata su un documento allegato al modulo (vedi paragrafo DO‐DOCUMENTAZIONE) oppure può essere definita mediante coordinate registrate nell’apposito paragrafo GE‐
GEOREFERENZIAZIONE. Definizione 250 Specificare il termine o la locuzione che individua l’emergenza archeologica. Per la compilazione fare riferimento agli strumenti terminologici pubblicati dall’ICCD: http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard‐
catalografici Descrizione 500 Descrizione sintetica dell’emergenza archeologica. Indicazioni cronologiche 100 Indicazioni cronologiche relative all’emergenza archeologica. per la compilazione fare riferimento alle “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” Indicazioni sulla localizzazione 500 Indicazioni sulla localizzazione dell’emergenza archeologica nell’ambito dell’area in esame. 57 Rip. APEI APEN Codice identificativo 25 Note 2000 58 Indicare, se presente, il codice che identifica l’emergenza archeologica (codice MODI assegnato nell’ambito del SIGECweb; codice assegnato nell’ambito di un progetto, ecc.). Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sull’emergenza archeologica. Acronimo PA PAS PAI Definizione Lungh. Rip. Indicazioni per la compilazione Paragrafo da utilizzare sia se nel caso in cui si stia descrivendo una specifica emergenza archeologica, sia se si stia descrivendo un’area di potenziale archeologico. Sintesi contesto paesaggistico‐ambientale 5000 Sintesi, a testo libero, del contesto paesaggistico ambientale in cui si trova l’emergenza archeologica/l’area. Interpretazione 10000 VALUTAZIONE/INTERPRETAZIONE EMERGENZE ARCHEOLOGICHE Interpretazione dell’emergenza archeologica/dell’area, sulla base di tutte le informazioni disponibili. Indicare in sintesi il livello di affidabilità del risultato delle indagini relative all’emergenza archeologica/all’area. PAA PAV VRP VRPP Affidabilità Valutazione nell'ambito del contesto VALUTAZIONEDEL POTENZIALE ARCHEOLOGICO Committente 59 Vocabolario chiuso: ◊ ottima ◊ buona ◊ discreta ◊ scarsa 10 5000 Indicare, a testo libero, i fattori (archeologici, ambientali, ecc.) che evidenziano la rilevanza culturale e informativa dell’emergenza archeologica/dell’area nell’ambito del contesto in cui si trova. Campo da utilizzare sia se si sta descrivendo una specifica emergenza archeologica, sia se si sta descrivendo l’intera area di potenziale archeologico.. 500 SI Indicare il committente per cui si svolge l’indagine di Archeologia preventiva. Indicare in sintesi il tipo di opera in progetto. VRPT VRPD VRPL Tipo opera 100 Definizione/descrizione dell'opera in progetto 5000 Specifiche di localizzazione 1000 Vocabolario chiuso: ◊ opera puntuale ◊ opera lineare ◊ opera a rete Fornire una definizione ed una descrizione sintetica dell’opera prevista (in particolare per quanto riguarda la tipologia degli interventi, le quote di progetto, la dislocazione di cantieri e delle aree di cave, ecc.) Per le informazioni di dettaglio, si può rinviare ad un documento da allegare al MODI (vedi avanti, paragrafo DO, campo FNT, per i documenti in formato .pdf). Indicare dati specifici utili ad individuare la localizzazione precisa dell’opera (progressive di tracciato; indicazioni puntuali dell’area interessata dagli intervanti; ecc.) Indicare la distanza dell’emergenza archeologica o dell’area di potenziale archeologico rispetto all’opera in progetto. VRPO VRPR Distanza dall'opera in progetto 2000 Valutazione rispetto all'opera in progetto 5000 60 Esempi: ◊ 50 m ◊ l’area è attraversata in tutta la sua estensione dall’opera in progetto ◊ 100‐300 m circa ◊ 70.5 m Fornire, rispetto all’opera prevista in progetto (cfr. quanto specificato nei sottocampi VRPD, VRPL), la valutazione del ‘rischio’ archeologico. Sulla base di quanto registrato nei sottocampi precedenti, esprimere un giudizio di sintesi sulla valutazione di rischio archeologico. VRPS VRPN Valutazione di sintesi 100 Note 2000 61 Vocabolario chiuso: ◊ potenziale alto ◊ potenziale medio ◊ potenziale basso Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sulla valutazione espressa nel campo VRP. Acronimo DO FTA Definizione Lungh. DOCUMENTAZIONE DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA 62 Rip. Indicazioni per la compilazione Questo paragrafo contiene le informazioni sulla documentazione di corredo (immagini, disegni e rilievi, cartografia, documenti audio e video, fonti e documenti editi e inediti, referenze bibliografiche) che si ritiene utile allegare al modulo o semplicemente citare. Per la realizzazione e il trattamento della documentazione fare riferimento agli standard ICCD pubblicati sul sito istituzionale alla pagina: http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/473/standard‐
catalografici (In particolare alla Normativa per la documentazione multimediale) SI Informazioni sulla documentazione fotografica relativa all’entità individuata. Il campo è ripetitivo, perché ogni documento va indicato singolarmente, elencando nell’ordine prima quelli relativi a riprese generali e quindi quelli relativi a particolari. Nel caso di entità immateriali, i documenti si elencheranno nell’ordine di sequenza della ripresa. Indicare il codice identificativo del documento. Utilizzare una sequenza numerica o alfanumerica, nella quale, a seconda delle situazioni e delle necessità, si può fare riferimento: - al codice univoco che identifica il modulo a cui il documento si riferisce (cfr. il campo CDM o il sottocampo ACCC); - alla codifica dell’archivio locale; - al soggetto responsabile dell’attività di rilevamento dei dati o ad altro Ente pubblico o privato, ecc. FTAN Codice identificativo 25 La medesima sequenza va utilizzata, quando possibile, per nominare anche il file digitale, in caso di documentazione allegata (cfr. sottocampo FTAK). Nel codice non devono essere presenti segni di interpunzione (punto, virgola, punto e virgola, due punti, ecc.) o spazi, per motivi legati alla gestione del formato digitale di trasferimento ICCD che consente il corretto collegamento fra il MODI e la documentazione allegata. Esempi: ◊ Alinari3280 ◊ Sito545_FTA_004 ◊ SBALombardia_0034567 ◊ UNIRM1scheda345_FTA_008 ◊ VallepianaUT28_FTA_006 Indicare il genere di documentazione.
FTAX Genere 50 63 Vocabolario chiuso: ◊ documentazione allegata [documentazione fisicamente acclusa al MODI] ◊ documentazione esistente [documentazione che viene solo citata: NON è acclusa al MODI, ma si trova presso un luogo di conservazione (Archivio, Biblioteca, ecc.) anche ‘virtuale’, come nel caso delle risorse disponibili sul web e consultabili on line] Indicare il tipo di documento fotografico.
FTAP Tipo 100 Vocabolario aperto: ◊ documentazione ◊ diapositiva b/n ◊ diapositiva colore ◊ fermo‐immagine ◊ fotografia aerea b/n ◊ fotografia digitale (file) ◊ fotografia digitale (file) ortorettificata ◊ fotografia digitale (file)‐riproduzione di fotografia da bibliografia ◊ fotografia digitale (file)‐riproduzione di fotografia da fonte archivistica ◊ fotografia digitale (file)‐riproduzione disegno tecnico ◊ negativo a raggi infrarossi ◊ negativo b/n ◊ negativo colore ◊ positivo b/n ◊ positivo colore ◊ radiografia ◊ ecc. Indicare il formato del documento fotografico.
FTAF FTAM Formato 25 Titolo/didascalia 500 64 Vocabolario aperto: ◊ 6x6 ◊ 13x18 ◊ 35 mm ◊ 21x27 ◊ jpeg ◊ tiff ◊ ecc. Indicare il titolo attribuito all’immagine, quando presente, e/o una sintetica didascalia, se utile alla comprensione di quanto documentato. FTAA Autore 250 Indicare l’autore della fotografia, nella forma ‘Cognome, Nome’, o la denominazione dello studio fotografico. Riferimento cronologico 100 Indicare la data o l’epoca alla quale risale il documento (data precisa nella forma ‘aaaa/mm/gg’, anno, arco di anni, secolo, periodo, arco di periodi: per la compilazione fare riferimento alle “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” (supra). FTAE Ente proprietario 250 Indicare l’ente proprietario del documento. FTAC Collocazione 500 FTAD FTAR Foto aerea: strisciata/numero fotogramma 250 Indicare la collocazione del documento. Per le foto aeree, indicare la strisciata e il fotogramma, secondo la sintassi utilizzata negli esempi. Eventuali specifiche di carattere tecnico (tipo di ripresa, quota, scala stimata, ecc.) possono essere registrate nel sottocampo FTAT (vedi). Esempi: ◊ 15/2835 ◊ 13/4905 FTAK FTAW
FTAY FTAT Nome file digitale 250 Nel caso di documentazione allegata al modulo (cfr. sottocampo FTAX), registrare in questo sottocampo il nome del file digitale che riproduce il documento. Indirizzo web (URL) 500 Indicare, per le risorse elettroniche con accesso remoto, l’indirizzo di rete completo (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, ecc.). Gestione diritti 1000 Informazioni a testo libero sulla gestione dei diritti. Note 2000 Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sulla documentazione fotografica. 65 FTAS Indicazioni specifiche 500 Nel caso in cui il documento fotografico può riguardare più entità; in tal caso è necessario un riferimento univoco (una lettera, un numero o un altro identificativo) che colleghi ciascuna entità descritta con la sua immagine. Tali riferimenti dovranno comparire sul documento fotografico e andranno riportati in questo sottocampo con eventuali note esplicative. Esempi: ◊ l’oggetto descritto è il n. 5 nella foto DRA DRAN DOCUMENTAZIONE GRAFICA E CARTOGRAFICA Codice identificativo 25 SI Informazioni sulla documentazione grafica e cartografica, relativa all’entità individuata. Il campo è ripetitivo perché ogni documento va indicato singolarmente. Indicare il codice identificativo del documento. Utilizzare una sequenza numerica o alfanumerica, nella quale, a seconda delle situazioni e delle necessità, si può fare riferimento: al codice univoco che identifica il modulo a cui il documento si riferisce (cfr. il campo CDM o il sottocampo ACCC); alla codifica dell’archivio locale; al soggetto responsabile dell’attività di rilevamento dei dati o ad altro Ente pubblico o privato, ecc. La medesima sequenza va utilizzata, quando possibile, per nominare anche il file digitale, in caso di documentazione allegata (cfr. sottocampo DRAK). Nel codice non devono essere presenti segni di interpunzione (punto, virgola, punto e virgola, due punti, ecc.) o spazi, per motivi legati alla gestione del formato digitale di trasferimento ICCD che consente il corretto collegamento fra il MODI e la documentazione allegata (cfr. esempi). Esempi: ◊ Sito545_DRA_004 ◊ SBALombardia_00678 ◊ UNIRM1scheda345_DRA_008 ◊ VallepianaUT26_DRA_006 66 Indicare il genere di documentazione.
DRAX Genere 50 Vocabolario chiuso: ◊ documentazione allegata [documentazione fisicamente acclusa al MODI] ◊ documentazione esistente [documentazione che viene solo citata: NON è acclusa al MODI, ma si trova presso un luogo di conservazione (Archivio, Biblioteca, ecc.)] Indicare il tipo di documento grafico o cartografico.
DRAT Vocabolario aperto: ◊ disegno tecnico ◊ eidotipo ◊ carta topografica ◊ planimetria ◊ planimetria catastale ◊ sezione ◊ elaborato grafico di progetto ◊ ecc. Tipo 100 DRAM
Denominazione/titolo 500 Indicare il titolo o la denominazione del documento, se presente. DRAP Specifiche 250 Indicare eventuali specifiche utili ad identificare il documento. Indicare la scala di rappresentazione.
DRAS Scala 25 67 Vocabolario aperto: ◊ 1:2 ◊ 1:5 ◊ 1:10 ◊ 1:20 ◊ 1:50 ◊ 1:100 ◊ 1:500 ◊ 1:1000 ◊ 1:2000 ◊ 1:5000 ◊ 1:10000 ◊ 1:25000 ◊
DRAA DRAD VDC 250 Indicare l’autore, nella forma ‘Cognome, Nome’, o la denominazione dello studio che ha elaborato il documento. Indicare la data o l’epoca alla quale risale il documento (data precisa nella forma ‘aaaa/mm/gg’, anno, arco di anni, secolo, periodo arco di periodi: per la compilazione fare riferimento alle “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” (supra). 100 DRAE Ente proprietario 250 Indicare l’ente proprietario del documento. DRAC Collocazione 500 Indicare la collocazione del documento. DRAK Nome file digitale 250 Nel caso di documentazione allegata al modulo (cfr. sottocampo DRAX), registrare in questo sottocampo il nome del file digitale che riproduce il documento. Indirizzo web (URL) 500 Indicare, per le risorse elettroniche con accesso remoto, l’indirizzo di rete completo (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, ecc.). Gestione diritti 1000 Informazioni a testo libero sulla gestione dei diritti. Note 2000 Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sulla documentazione grafica e cartografica. SI DRAW
DRAO
DOCUMENTAZIONE VIDEO‐CINEMATOGRAFICA 68 Riferimento cronologico DRAY Autore ecc.
Informazioni sulla documentazione video‐cinematografica relativa all’entità individuata. Il campo è ripetitivo perché ogni documento va indicato singolarmente. VDCN Codice identificativo 25 Indicare il codice identificativo del documento. Utilizzare una sequenza numerica o alfanumerica, nella quale, a seconda delle situazioni e delle necessità, si può fare riferimento: - al codice univoco che identifica il modulo a cui il documento si riferisce (cfr. il campo CDM o il sottocampo ACCC); - alla codifica dell’archivio locale; - al soggetto responsabile dell’attività di rilevamento dei dati o ad altro Ente pubblico o privato, ecc. La medesima sequenza va utilizzata, quando possibile, per nominare anche il file digitale, in caso di documentazione allegata (cfr. sottocampo VDCK). Nel codice non devono essere presenti segni di interpunzione (punto, virgola, punto e virgola, due punti, ecc.) o spazi, per motivi legati alla gestione del formato digitale di trasferimento ICCD che consente il corretto collegamento fra il MODI e la documentazione allegata (cfr. esempi). Esempi: ◊ Sito545_VDC_004 ◊ SBALombardia_00890 ◊ UNIRM1scheda345_VDC_012 ◊ VallepianaUT01_VDC_008 Indicare il genere di documentazione.
VDCX Genere 50 69 Vocabolario chiuso: ◊ documentazione allegata [documentazione fisicamente acclusa al MODI] ◊ documentazione esistente [documentazione che viene solo citata: NON è acclusa al MODI, ma si trova presso un luogo di conservazione (Archivio, Biblioteca, ecc.)] Indicare il tipo e/o il formato del documento video‐cinematografico. VDCP Tipo/Formato 100 VDCA Denominazione/titolo 500 Indicare il titolo o la denominazione del documento, se presente. VDCS Specifiche 250 Indicare eventuali specifiche utili ad identificare il documento. VDCR Autore 250 Indicare l’autore principale della ripresa video, nella forma ‘Cognome, Nome’, o la denominazione dello studio che ha prodotto il documento. Indicare la data o l’epoca alla quale risale il documento (data precisa nella forma ‘aaaa/mm/gg’, anno, arco di anni, secolo, periodo, arco di periodi: per la compilazione fare riferimento alle “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” (supra). VDCD Riferimento cronologico 100 70 Vocabolario aperto: ◊ film 35 mm ◊ film 16 mm ◊ film 8 mm ◊ film super 8 mm ◊ video 1 pollice ◊ video Betacam ◊ video BVU ◊ video VHS ◊ video super VHS ◊ video U‐MATIC ◊ video DV ◊ video Mini DV ◊ video Hi8 ◊ CD Rom ◊ DVD ◊ file digitale ◊ file digitale AVI ◊ file digitale MPG ◊ ecc. VDCE Ente proprietario 250 Indicare l’ente proprietario del documento. VDCC Collocazione 500 Indicare la collocazione del documento. VDCK Nome file digitale 250 Nel caso di documentazione allegata al modulo (cfr. sottocampo VDCX), registrare in questo sottocampo il nome del file digitale che riproduce il documento. Indirizzo web (URL) 500 Indicare, per le risorse elettroniche con accesso remoto, l’indirizzo di rete completo (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, ecc.). Gestione diritti 1000 Informazioni a testo libero sulla gestione dei diritti. Note 2000 Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sulla documentazione video‐cinematografica. SI VDCW
VDCY FNT VDCT FONTI E DOCUMENTI 71 Informazioni su fonti e documenti editi e inediti relativi all’entità individuata. Il campo è ripetitivo perché ogni documento va indicato singolarmente. FNTI Codice identificativo 25 Indicare il codice identificativo del documento. Utilizzare una sequenza numerica o alfanumerica, nella quale, a seconda delle situazioni e delle necessità, si può fare riferimento: al codice univoco che identifica il modulo a cui il documento si riferisce (cfr. il campo CDM o il sottocampo ACCC); alla codifica dell’archivio locale; al soggetto responsabile dell’attività di rilevamento dei dati o ad altro Ente pubblico o privato, ecc. La medesima sequenza va utilizzata, quando possibile, per nominare anche il file digitale, in caso di documentazione allegata (cfr. sottocampo FNTK). Nel codice non devono essere presenti segni di interpunzione (punto, virgola, punto e virgola, due punti, ecc.) o spazi, per motivi legati alla gestione del formato digitale di trasferimento ICCD che consente il corretto collegamento fra il MODI e la documentazione allegata (cfr. esempi). Esempi: ◊ Sito545_FNT_004 ◊ SBALombardia_0034567 ◊ UNIRM1scheda345_FNT_008 ◊ VallepianaUT28_FNT_006 Indicare il genere di documentazione.
FNTX Genere 50 72 Vocabolario chiuso: ◊ documentazione allegata [documentazione fisicamente acclusa al MODI] ◊ documentazione esistente [documentazione che viene solo citata: NON è acclusa al MODI, ma si trova presso un luogo di conservazione (Archivio, Biblioteca, ecc.) anche ‘virtuale’, come nel caso delle risorse disponibili sul web e consultabili on line] Indicare il tipo di documento. FNTP Vocabolario aperto: ◊ atto notarile ◊ documentazione multimediale ◊ perizia tecnica ◊ registro vescovile ◊ relazione tecnico‐scientifica ◊ riproduzione elaborato grafico di progetto ◊ ecc. Tipo 100 FNTT Denominazione/titolo 500 Indicare il titolo o la denominazione del documento, se presente. FNTA Autore 250 Indicare l’autore (utilizzando quando possibile la sintassi ‘Cognome, Nome’) o la denominazione dello studio che ha elaborato il documento. Indicare la data o l’epoca alla quale risale il documento (data precisa nella forma ‘aaaa/mm/gg’, anno, arco di anni, secolo, arco di secoli, periodo, arco di periodi: per la compilazione fare riferimento alle “Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Note per le indicazioni cronologiche” (supra). FNTD Riferimento cronologico 100 Indicare il nome dell’Archivio e/o dell’Istituzione che conserva il documento, separato dal nome del fondo, quando presente, mediante una barra seguita da uno spazio. FNTN FNTS Nome archivio 500 Collocazione 500 73 Esempi: ◊ Biblioteca Apostolica Vaticana/ Vat.Lat. ◊ Archivio Storico (ICCD, RM) ◊ Archivio dell’Abbazia di Farfa (Fara in Sabina, RI)/ Pergamene ◊ Archivio di Stato di Roma/ Congregazione del Buon Governo Indicare la posizione inventariale o l’identificativo (numerico o alfanumerico) della fonte o del documento. Indicare il numero di foglio o di carta del documento.
BIB FNTF Foglio/carta 25 Nome file digitale 250 Nel caso di documentazione allegata al modulo (cfr. sottocampo FNTX), registrare in questo sottocampo il nome del file digitale che riproduce il documento. Indirizzo web (URL) 500 Indicare, per le risorse elettroniche con accesso remoto, l’indirizzo di rete completo (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, ecc.). FNTY Gestione diritti 1000 Informazioni a testo libero sulla gestione dei diritti. FNTO Note 2000 Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sul documento. FNTK FNTW
BIBLIOGRAFIA SI Esempi: ◊ fol. 1251 v. Informazioni relative alla bibliografia di riferimento che riguarda l’entità in esame. Il campo è ripetitivo perché ogni riferimento bibliografico va indicato singolarmente, seguendo un ordine cronologico inverso, dal più recente al più remoto ed elencando in primo luogo tutti i testi che riguardano specificatamente l’entità in esame. Indicare l’abbreviazione che identifica il riferimento bibliografico. BIBR Abbreviazione 100 74 Esempi: ◊ FERRARI 1972 ◊ Primo seminario nazionale 1999 ◊ VASCO ROCCA 2002 Indicare il genere di documentazione bibliografica. BIBX Genere 50 Vocabolario chiuso: ◊ bibliografia specifica [bibliografia che riguarda in modo specifico l’entità in esame] ◊ bibliografia di confronto [bibliografia utilizzata per confronti (stilistici, tipologici, ecc.)] ◊ bibliografia di corredo [bibliografia che riguarda in modo più generico il contesto in cui si è venuta a trovare l’entità nel corso della sua storia] ◊ bibliografia su supporto elettronico [bibliografia in formato digitale, relativa a risorse elettroniche sia con accesso locale (es.: CD‐ROM, DVD), sia con accesso remoto (sul web)] Indicare il tipo di riferimento bibliografico.
BIBF BIBM Tipo 100 Riferimento bibliografico completo 1000 75 Vocabolario aperto: ◊ atti ◊ catalogo mostra ◊ catalogo museo ◊ contributo in miscellanea ◊ contributo in periodico ◊ libro ◊ normativa ◊ monografia ◊ periodico ◊ pubblicazione multimediale ◊ quotidiano ◊ rivista ◊ voce in opera enciclopedica ◊ ecc. Indicare il riferimento bibliografico completo. Per la compilazione fare riferimento Indicazioni di carattere generale per la compilazione del modulo ‐ Indicazioni per le citazioni bibliografiche e la sitografia. BIBW BIBY BIBN Indirizzo web (URL) 500 Indicare, per le risorse elettroniche con accesso remoto, l’indirizzo di rete completo (protocollo, nome del server, percorso, nome del file, ecc.). Gestione diritti 1000 Informazioni a testo libero sulla gestione dei diritti. Note 2000 Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sul riferimento bibliografico. 76 Acronimo RM Definizione RMF Lungh. Rip. RIFERIMENTI RIFERIMENTO ALTRO MODULO SI Indicazioni per la compilazione Rinvii ad altri moduli informativi in relazione con quello che descrive l’entità in esame. Indicare la sigla che identifica il tipo di modulo a cui si fa riferimento. RMFT RMFC RMFE Tipo modulo 4 Vocabolario chiuso: ◊ MODI Codice identificativo 25 Indicare il codice identificativo attribuito al modulo a cui si fa riferimento (corrispondente al valore registrato nel campo CDM o nel sottocampo ACCC). Ente/soggetto responsabile 250 Indicare l’Ente o il soggetto responsabile del modulo a cui si fa riferimento. Indicare il motivo per cui si rimanda ad un altro modulo. RMFM
RMFN
Motivo del riferimento 100 Note 2000 77 Vocabolario chiuso: ◊ è contenuta in [= l’entità descritta nel MODI è fisicamente compresa nell’entità descritta in un altro MODI a cui si fa riferimento] ◊ è in relazione con [= l’entità descritta nel MODI è in relazione con una entità descritta in un altro MODI a cui si fa riferimento] Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sul riferimento all’altro modulo. 
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