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Assalti ai furgoni blindati arrestati in 19 dalla polizia

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Assalti ai furgoni blindati arrestati in 19 dalla polizia
XIV I FOGGIA PROVINCIA
CERIGNOLA
L’OPERAZIONE «HEAT»
Giovedì 28 giugno 2012
DUE GRUPPI DISTINTI
Indagini partite nel settembre 2011
intercettando due cerignolani: il raid
sventato in aprile grazie ad un elicottero
Assalti ai furgoni blindati
arrestati in 19 dalla polizia
«Tecniche paramilitari per le rapine compiute con kalashnikov»
l CERIGNOLA. Bestemmiavano i rapinatori quella mattina del
2 aprile scorso quando videro
volteggiare sopra di loro l’elicottero della Polizia, che mandò a
monte l’assalto al blindato con
un milione e 170mila euro che
doveva fermarsi all’ufficio postale di Spinazzola. Bestemmiavano
e se ne dovettero tornare indietro, seguiti e intercettati dalla Polizia che da mesi era sulle tracce
di due bande di rapinatori, e che
decise di far intervenire un elicottero per sventare il colpo senza compromettere le indagini. Ieri mattina Procura di Foggia e
Polizia hanno presentato il conto
con il blitz «Heat» (dal titolo del
film con De Niro e Al Pacino) che
ha portato all’arresto di 19 persone accusate a vario titolo di 6
rapine (quattro a segno, una fallita, una sventata) ai danni
di 3 furgoni
blindati, banche,
centri
commerciali e
Tir. Gli investigatori parlano
di «tecniche
paramilitari»
per gli assalti compiuti sparando
all’impazzata con mitra kalashnikov.
TRE DONNE
Parenti di alcuni indagati
e finite dentro per aver
spostato una pistola
LE TRE DONNE - I 19 indagati
di due filoni d’indagine confluiti
in un unico procedimento sono
accusati a vario titolo di associazione per delinquere, rapine,
ricettazione, porto e detenzione
illegale di armi. E che armi: mitra kalashnikov, fucili, pistole
con cui i banditi sparavano con-
La curiosità
Quel film
. del ‘95 con De Niro e Al Pacino
L’unico dubbio è se siano i professionisti della rapina cerignolana a dover... riconoscere i diritti d’autore a Robert De Niro e
Al Pacino protagonisti del film «Heat», o se
viceversa non siano stati i due attori statunitensi a ispirarsi alle bande di rapinatori
del basso Tavoliere. La Polizia ha battezzato l’operazione «Heat», (la sfida) dal titolo
del famoso film del ‘95 diretto da Michael
Mann, che a sua volta - come informa Wikipedia - si è ispirato ad un classico del noir
francese «I senza nome» del 1970. Il film,
che si apre con uno spettacolare e sangui-
noso assalto proprio ai danni di un portavalori, segue le «imprese» di una banda di
rapinatori che opera a Los Angeles capeggiata da Neil Mc Cauley, alias Robert De Niro, che fa del colpo a mano armata una sorta di filosofia di vita: «se vuoi fare il lavoro
del rapinatore non devi avere affetti o far
entrare nella tua vita niente da cui non possa sganciarti in trenta secondi se senti puzza di sbirri dietro l’angolo». A dargli la caccia la squadra investigativa del «Lapd» (Los
Angelese police department) capeggiata
dal tenente Vincent Hanna, ossia Al Pacino.
tro i furgoni blindati per costringere le guardie giurate a fermarsi. Venti le ordinanze di custodia
cautelare firmate dal gip del Tribunale di Foggia Mario Talani
(gli arrestati sono 19 perchè un
indagato, Vincenzo Romagnuolo, compare in entrambi i
filoni d’inchiesta): ha integralmente accolto le richieste del pm
Alessandra Fini che ha coordinato le indagini delle squadre
mobili di Foggia e Bari, degli
agenti dei commissariati di Cerignola e Andria e dello Sco (servizio centrale operativo). Tredici
dei 19 arrestati sono cerignolani,
ci sono poi un foggiano, tre andriesi, un barlettano e un barese.
In cella anche tre donne, parenti
di alcuni dei cerignolani, accusate di aver portato una delle pistole da usare per l’assalto al furgone blindato sventato nell’aprile scorso vicino Spinazzola.
2011 la provincia di Foggia» scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare «fu interessata da
una recrudescenza di rapine ai
danni di furgoni portavalori e
Tir che trasportavano merce varie; la maggior parte di questi
assalti si sono registrati sulle autostrade A/14 e A/16 con tecniche pressochè costanti e ormai
consolidate nel tempo che vedono “protagonisti” gruppi organizzati a composizione modulare, ben armati e col volto coperto
da passamontagna. Il gruppo
adotta quasi sempre un modulo
operativo che prevede il blocco
stradale di entrambe le corsie di
marcia e il conseguente taglio
delle pareti del mezzo blindato».
Fu indagando su queste rapine
che nel settembre 2011, l’attenzione investigativa su soffermò
su cerignolani Damiano Dileo
ed Emilio Vurchio.
ASSALTI A RAFFICA - «Nel
I DUE GRUPPI - Di Leo è ri-
LE INTERCETTAZIONI/1 IL CAPO DEL CLAN PARLA DEL COLPO FALLITO AD UN PORTAVALORI
tenuto il capo di un clan coinvolto - a dire dell’accusa - in 4
rapine compiute tra il 2006 e il
gennaio scorso: un assalto fallito
ad un blindato, un colpo analogo
solo parzialmente riuscito, una
rapina a un Tir e un raid in banca. Emilio Vurchio sarebbe invece coinvolto - con altre 5 persone - nel progetto d’assalto a
Spinazzola che fu sventato dai
poliziotti nell’aprile scorso. Come? Intercettando gli indagati,
gli investigatori capirono che si
preparavano per assaltare un
furgone blindato: scattarono pedinamenti sin quando la mattina
del 2 aprile ci si rese conto che
l’obiettivo era un furgone portavalori della «Ivri» con un milione e 170mila euro che doveva
fare tappa alle Poste di Spinazzola. Per sventare la rapina, si
fece intervenire un elicottero della Polizia, con gli agenti che poi
arrestarono in flagranza tre persone sequestrando alcune armi.
Vincenzo Di Corato
Giuseppe Cafieri
Michele Mirko Curci
Girolamo Todisco
Michele Genchi
Emilio Vurchio
INTERCETTAZIONI/2 L’ELICOTTERO DELLA PS COSTRINSE LA BANDA A RINUNCIARE ALL’ASSALTO
«Perdemmo 26 milioni «Andiamocene, s’è messo
per colpa di quel ragazzo» a girare intorno intorno»
l Lavoro duro quello di rapinatori e ladri «professionisti». Leggere per credere. «Già fare un
furto è diventato difficile perchè ci sono le telecamere e fanno di tutto per arrestare qualcuno,
figuriamoci un conflitto a fuoco dove magari ci
scappa un ferito, ti devono venire a prendere per
forza: un’azione del genere si fa quando sei sicuro
che ci siano i soldi, almeno un milione di euro
altrimenti non ne vale la pena» confidava un
amico a Damiano Dileo . E quest’ultimo gli dava
ragione: «questa estate se ne sono andati 26 milioni di euro per colpa di un pisciaturo di ragazzo
che non si avvicinò, quello diceva vieni sotto e lui
non andava: avevamo un macchinone che si distrusse tutto, scaricammo l’impossibile e quello
non si fermava, quando poi andò sotto si andò a
mettere al fianco e quelli là trivellarono la macchina
e
non
fummo
capaci».
C’è anche questa intercettazione ambientale, eseguita dalla Polizia il 10 dicembre del 2001, ad
accusare Damiano Dileo, cerignolano di 47 anni
arrestato nel blitz «Heat» e ritenuto il capo di una
delle due bande coinvolte in alcune rapine: gli
viene contestato anche il ruolo di promotore
dell’associazione per delinquere.
In quel colloquio tra Dileo ed un amico - sostiene l’accusa - si parla dell’assalto fallito ai
danni di un furgone blindato avvenuto il 10 giugno
del 2011 vicino Cerignola. «In particolare Dileo»
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scrive il gip Mario Talani nell’ordinanza di custodia cautelare «fa riferimento ad un tentativo di
rapina in cui, a causa dell’inesperienza del suo
autista che si era affiancato al furgone portavalori
esponendo il gruppo di rapinatori ai colpi d’arma
da fuoco esplosi dalle guardie giurate, aveva perso
un bottino di 26 milioni di euro: la cifra (sicuramente esorbitante) segnalato da Dileo conferma L’”importanza” della rapina e del bottino solo
per fortuna mancato» (in realtà il portavalori
trasportava 600mila euro). In quella occasione la
rapina fallì perchè il furgone blindato, nonostante
la gragnuola di colpi di fucile e mitra esplosi dai
banditi a bordo di un Suv e una berlina, continuò
la propria corsa e un vigilante rispose al fuoco e
ferì fors’anche uno dei banditi.
In quell’assalto - dice l’accusa - avrebbe avuto
un ruolo anche Sabino Vurchio che ne parlerebbe
sempre con Dileo in un colloquio in auto intercettato il primo dicembre scorso. I due rievocano quanto successo nel giugno precedente,
secondo la ricostruzione della Polizia.
Dileo: ti ricordi quando è stato all’epoca a noi.
Sabino Vurchio: se non si rompeva la macchina quel giorno se ne andavo quelli dov’è che
dovevano andare.
Dileo: hai voglia.
Vurchio: Ci ritiravamo con il bottino, si sfasciò
la macchina.
l E’ stato grazie alle microspie piazzate dalla
Polizia su alcune auto, tra cui quella del cerignolano Emilio Vurchio, se si è riusciti a
sventare nell’aprile scorso l’assalto ad un furgone blindato con oltre un milione di euro che
doveva far tappa alle Poste di Spinazzola nel
Barese.
«Sin dall’inizio delle operazioni di intercettazione sulla “Grande Punto” di Emilio Vurchio emergevano indizi» scrive il gip «in ordine
alla circostanza che i soggetti monitorati stessero preparando una rapina: queste fasi preparatorie riguardavano l’approntamento dei
mezzi da usare per l’assalto vero e proprio,
l’approvvigionamento delle armi, la suddivisione dei compiti, lo studio dell’obiettivo da da
colpire, l’indviduazione del luogo usato come
base operativa». Il 31 marzo gli investigatori
intercettano Emilio Vurchio parlare con un
conoscente che gli chiede: «i cosi li hai presi,
passamontagna, tutte le cose?» e il presunto
rapinatore che lo rassicura: «stanno fuori, domani li prendiamo, hai capito?»: in questo colloquio - dice l’accusa - si parla anche dell’auto
«Audi A8» rubata a Milano da usare per il colpo.
Il primo aprile Emilio Vurchio e Felice Todisco
parlerebbero di cartucce giuste per i fucili da
usare.
Vurchio: il calibro venti stanno le cartucce.
Todisco: No, che dobbiamo fare?
Vurchio: Non ci vanno nel calibro dodici.
Vurchio per ovviare a possibili contrattempi annota l’accusa - decide in questo senso: «mo’
faccio prendere pure il fucile, ancora in caso
portiamo pure il fucile appresso».
Il 2 aprile la banda è pronta a colpire. «I
componenti dell’intero commando» scrive il
giudice «una volta giunti nella base logistica,
una masseria, mettono in moto l’”Audi A8” e
provano le armi da fuoco: si ascolta l’esplosione di un colpo e voci indistinte data l’evidente euforia di tutti i presenti per l’imminente
attuazione del progetto criminale». La Polizia
segue passo passo i banditi, pedinandoli sin
quando arrivano a Spinazzola e gli investigatori capiscono che l’obiettivo è un furgone
blindato della «Ivri» che deve fermarsi all’ufficio postale. «Al fine di scongiurare l’attuazione dell’evento delittuoso» si legge nel provvedimento di cattura «i poliziotti richiedeva
l’intervento sul posto di una pattuglia elitrasportata della Polizia preventivamente allertata e già in volo nel circondario». Mancano
pochi minuti alle 10 e i poliziotti intercettano la
rabbia di alcuni presunti rapinatori: «sti cog...
La Polizia sono quelli, la Polizia»; «sti cog...,
andiamocene, andiamocene: sta proprio sopra
sopra, si è messo a girare intorno intorno».
FOGGIA PROVINCIA I XV
Giovedì 28 giugno 2012
L’ATTO DI ACCUSA
Venti le ordinanza di custodia cautelare firmate dal
gip, con un indagato coinvolto in entrambi i filoni
d’indagine. Integralmente accolte le richieste del pm
BLINDATI
Un furgone
assaltato e a
sinistra la
conferenza
stampa di
magistrati e
investigatori
.
Due filoni d’indagine
chi sono i 19 indagati
Pietro Capogna
Damiano Dileo
Vincenzo Romagnuolo
Ruggiero Fiorella
Annarita Trimigno
Vincenza Lospinoso
Damiana Vurchio
Felice Todisco
Sabino Vurchio
Mario Di Stasio
Francesco Battaglino
Matteo Battaglino
Ecco le sei rapine contestate dalla Procura
l Sono 19 le ordinanze di custodia cautelare in
carcere firmate dal gip del Tribunale di Foggia Mario
Talani su richiesta del pm Alessandra Fini per due
filoni d’indagine poi confluiti nello stesso procedimento.
Il primo riguarda 8 persone: i cerignolani Damiano Dileo di 47 anni; Sabino Vurchio (40); Michele Mirko Curci (22) e Vincenzo Romagnuolo
(38); gli andriesi Pietro Capogna (35); Giuseppe
Cafieri (31) e Vincenzo Di Corato (24); e il barlettano
Ruggiero Fiorella di 45 anni.
Il secondo filone riguarda 12 persone: i cerignolani
Felice Todisco di 54 anni; Emilio Vurchio (41);
Girolamo Todisco (26); Francesco Battaglino (41);
Francesco Scelsi Caggiano (44); Matteo Battaglino (69); Vincenza Lospinoso (38); Annarita Trimigno (36), originaria di Manfredonia; Damiana
Vurchio (20); il barese Michele Genchi di 44 anni e il
foggiano Mario Di Stasio di 43 anni, residente a Orta
Nova (il dodicesimo nome è quello di Vincenzo Romagnuolo di 38 anni, coinvolto anche nell’altra tranche dell’inchiesta).
Sono sei le rapine portate a termine, fallite e/o
sventate, contestate dalla Procura nell’inchiesta della
squadra mobile e dei colleghi del commissariato cerignolano. Il primo gruppo (a Dileo, Sabino Vurchio,
Romagnuolo e Capogna si contesta l’associazione per
delinquere) sarebbe coinvolto in 4 rapine; Sabino Vurchio e Di Leo sono accusati dell’assalto fallito al furgone
della «Securpol» del 10 giugno 2011 vicino Cerignola;
Sabino Vurchio e Di Leo della rapina al blindato della
«Securpol» avvenuto il 29 settembre 2011 sulla Zapponeta-Cerignola, quando i banditi disarmarono uno
dei vigilantes e gli tolsero il giubbotto antiporiettile,
portando via solo una parte degli oggetti di valore
trasportati; Di Leo, Capogna, Cafieri, Di Corato, Sabino
Vurchio e Curci sono accusati della rapina avvenuta ad
Andria il 5 gennaio 2012 ai danni di un Tir che trasportava alimentari; ancora Sabino Vurchio risponde
della rapina alla banca «Credem» di San Paolo di
Civitate del 4 ottobre del 2006 che fruttò 25mila euro.
Quanto alla seconda tranche dell’indagine a Emilio
Vurchio, Felice e Girolamo Todisco, Genchi, Scelsi e Di
Stasio si contesta di aver organizzato la rapina, poi
saltata per l’intervento della Polizia, che doveva essere
messa a segno il 2 aprile scorso vicino le Poste di
Spinazzola ai danni di un furgone blindato della «Ivri»
che trasportava un milione e 170mila euro; a Di Stasio si
contesta infine la rapina compiuta il 4 marzo scorso a
Lucera al negozio «Follie d’oro» presso ilsupermercato
Eurospar, vicenda per la quale furono già arrestati in
flagranza altri tre cerignolani.
LA CONFERENZA STAMPA LE BANDE AVEVANO A DISPOSIZIONE APPARECCHIATURE SOFISTICATE E STRUMENTI TECNICI D’AVANGUARDIA
«Pronti anche a uccidere»
Il procuratore: gente pericolosa disposta a tutto per fare bottino
l «Una operazione perfetta
in cui sono state utilizzate
strategie
tecnico-operative
molto avanzate e perchè siamo riusciti a sgominare una
banda di veri professionisti
specializzati del crimine,che
non hanno esitato ad utilizzare anche armi da guerra». Così il questore Maria
Rosaria Maiorino ha aperto
la conferenza stampa svoltasi
a Foggiain cui sono stati illustrati i particolari dell’operazione «Heat». «Un ringraziamento particolare - ha aggiunto - a tutti coloro che
hanno permesso la perfetta
riuscita di questa ennesima,
brillante operazione di polizia, che ci ha consentito di
identificare i responsabili di
tutte le rapine perpetrate nella provincia di Foggia e qualcuna nella provincia di Bari,
effettuate nel 2011 e 2012 ai
danni di furgoni portavalori,
di autoarticolati, istituti di
credito e commerciali».
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Soddisfatto anche il procuratore capo Vincenzo
Russo: «Anche questa battaglia l’abbiamo vinta e ciò ci
riempie di orgoglio e soddisfazione. Vogliamo perciò
dare ai cittadini un messaggio di tranquillità e di fiducia. Il messaggio è che lo
Stato c’è ed opera e perciò
vogliamo la fiducia e anche
l’affetto della collettività perché ci sia vicina. Siamo di
fronte a veri professionisti
del crimine, soggetti molto
pericolosi, armati di kalashnikov ed armi da guerra,
una banda molto organizzata
in una vera e propria associazione a delinquere,
pronta a sparare, ad uccidere,
a sequestrare le persone,
pronta a compiere qualsiasi
atto criminoso pur di raggiungere il proprio obiettivo».
A scendere nei dettagli
dell’indagine il pm Alessandra Fini che ha coordinato
«un’indagine tutt’altro che
facile, perché abbiamo avuto
a che fare con soggetti abitualmente dediti a questo tipo di reati. E’ stato un lavoro
lungo con attività tecniche di
ogni genere: localizzazioni,
intercettazioni ambientali,
telefoniche, servizi di riscontri costanti che hanno consentito di raccogliere elementi per accertare episodi delittuosi come quello che poi si
è verificato il 2 aprile del 2012
con la rapina ad un furgone
blindato a Spinazzola, scongiurata dall’intervento della
polizia e dell’ intervento
dell’elicottero, che ha consentito di arrestare i malviventi e di sequestrare le
armi, alcune da guerra. Dalle
intercettazione» parole della
Fini «si capisce la violenza e
la spregiudicatezza di questi
malviventi. Le indagini hanno avuto sviluppi importantissimi e hanno consentito di
riconoscere l’esistenza di un
gruppo stabilmente dedito a
questo tipo di reati con la
disponibilità di armi, ricetrasmittenti e altri strumenti
tecnici. Si è trattato di un’attività difficile, ma gestita in
maniera perfetta dalle forze
di polizia che ha consentito
risultati di grande valore».
Il dirigente della II sezione
dello Sco (servizio centrale
operativo della Polizia), Vincenzo Vicoli, ha posto l‘accento «sull’impegno e la professionalità che in nove mesi
hanno caratterizzato una attività tra le più difficili, con
indagini che hanno riguardato rapinatori pericolosi, in
frenetica attività e dotati di
armi micidiali». Sulla «sfrontata spavalderia degli uomini
della banda e sulla professionalità criminale dei soggetti arrestati, specie dei capi
dell’organizzazione» si è soffermato il dirigente della Mobile foggiana Alfredo Fabbrocini: «questa è gente che
PEDINATO Il furgone seguito dall’alto dall’elicottero della Polizia
ha mostrato determinazione
e spavalderia delinquenziale
non frequente, con una capacità notevole di procurarsi
armi da guerra, di operare a
compartimenti stagni, con
una struttura organizzativa
veloce, rimodulata anche in
corso d’opera a seconda delle
situazioni. Ma la loro professionalità criminale è stata
controbilanciata dalla professionalità operativa da parte
della Polizia, dimostrata in
occasione del tentativo fallito
di rapina del 2aprile scorso,
con l’arresto di tre malviventi e con il sequestro delle
armi e dei mezzi utilizzati».
Il dirigente del commissariato di Cerignola Gianpaolo Patrono ha parlato di
«un’indagine da manuale che
ci ha consentito non solo di
evitare che i malviventi potessero mettere a segno la
rapina a Spinazzola nell’aprile scorso ma anche di arrestarne gli autori. E’ una
delle più belle e soddisfacenti
indagini realizzate negli ultimi tempi».
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