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Ex fidanzata senza veli, ma il video non si trova

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Ex fidanzata senza veli, ma il video non si trova
Trento
44 martedì 27 maggio 2014
Un 41enne di Trento era imputato
di interferenza illecita nella vita
privata. La donna, costituita parte
civile, chiedeva 30 mila euro
«Certa è questa parola: se moriamo con Cristo, vivremo anche con Lui»
(2 Tm 2,11)
Sei stato saggio,
mite, paziente, generoso.
Il Signore ti conceda
il premio dei giusti.
Prof. CARLO
GIRARDELLO
l'Adige
Il processo indiziario è durato
due anni, ma alla fine secondo
il giudice Guglielmo Avolio
non c’erano prove sufficienti
TRIBUNALE
Ex fidanzata senza veli,
ma il video non si trova
di anni 77
Lo annunciano con immenso dolore la moglie ADRIANA,
la cognata VELLEDA con SILVANO, l’amato nipote FEDERICO, gli zii
LAURA e MARCO, l’amico DARIO, la sorella, i fratelli e parenti tutti.
Trento, 26 maggio 2014
La cerimonia funebre avrà luogo mercoledì 28 maggio
alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale di Martignano.
SERVE QUALE PARTECIPAZIONE DIRETTA E RINGRAZIAMENTO.
Assolto dall’accusa di aver mostrato il filmino ai colleghi
L’imputato: una ritorsione. Lei: costretta a trasferirmi
E’ festa oggi in cielo.
Il padre buono che ha accolto
tanti tuoi cari, oggi abbraccia te
ZITA MARTINELLI
nata FRIGHETTO
di anni 85
Annunciano la sua morte terrena le figlie ANGELINA e GRAZIANA,
i generi LUIGI e RENZO, i nipoti MAURO con ROBERTA e ILARIA,
MARTINA con WALTER e NICOLO’, PASQUETTA,
GIANCARLO e ROBERTA, il fratello, le sorelle e i parenti tutti.
Novaledo, 26 maggio 2014
Il funerale avrà luogo oggi martedì 27 maggio alle ore 17.00
partendo dalla chiesa parrocchiale di Novaledo. La camera ardente
è allestita presso l’abitazione in via Don Italo Dallapè, 13.
I familiari ringraziano il dottor Pagano, la dottoressa Savino
e l’infermiera Giusj per le cure prestate al di là del proprio dovere.
Un grazie particolare a Rosanna e Letizia
per l’amorevole assistenza e l’aiuto dato alla famiglia.
SI RINGRAZIA ANTICIPATAMENTE PER LA PARTECIPAZIONE.
I.O.F. Eredi Recchia Vito - Levico Terme - Tel. 0461/707192
L'Arcivescovo e il Presbiterio della CHIESA TRIDENTINA
annunciano la morte di
Don GINO ZANELLA
e, insieme con la comunità diocesana,
pregano il Signore di ammetterlo alla visione della sua gloria.
Trento, 26 maggio 2014
Il Presidente, gli Amministratori, i Sindaci e i Collaboratori tutti
della FAMIGLIA COOPERATIVA PINZOLO sono vicini al Vicepresidente
AGOSTINO LORENZETTI per la perdita della cara mamma
È stato assolto un 41enne di
Trento finito a processo con
l’accusa di aver ripreso, per poi
mostrare il video a colleghi di
lavoro, un rapporto sessuale
con la sua ex fidanzata. La sentenza tuttavia non è un lasciapassare per aspiranti registi di
porno fai da te. L’assoluzione
infatti è arrivata per insufficienza di prove: non c’erano elementi sufficienti per stabilire
che il video «galeotto» - mai ritrovato dagli inquirenti - fosse
stato effettivamente girato e
mostrato in pubblico senza il
consenso della protagonista.
La sentenza di assoluzione pronunciata ieri dal giudice Guglielmo Avolio ha chiuso due anni
di combattuto processo. Da un
lato c’era l’imputato, difeso dall’avvocato Andrea Antolini, che
si è sempre dichiarato innocente, anzi vittima di una presunta ritorsione. Dall’altro la sua
ex fidanzata, difesa dall’avvo-
cato Fabio Valcanover, sconvolta da questa vicenda al punto
di aver deciso di cambiare città. Tuttavia dopo il primo grado di giudizio la donna rimane
a bocca asciutta visto che non
riceverà il risarcimento richie-
In querela si
sosteneva che
le immagini erano
state «rubate» e poi
mostrate al lavoro
sto da 30.000 euro.
Il processo era indiziario. Il procedimento prendeva le mosse
dalla denuncia presentata dalla donna. In querela si riferiva
una curiosa coincidenza. Quan-
CORTE D’APPELLO
do il rapporto sentimentale tra
i due era finito, la donna andò
a lavorare per la stessa azienda, che operava nel settore edile, dove in passato era stato impiegato il suo ex. Lì avrebbe appreso dal titolare che l’ex fidanzato aveva mostrato in ufficio
un video imbarazzante che ritraeva la donna durante un rapporto sessuale.
Il condizionale è d’obbligo perché il video non è mai stato trovato. Nonostante la polizia postale abbia sequestrato e scandagliato tutti i supporti informatici dell’imputato, nulla è stato trovato sulle memorie, neppure un flebile indizio che indicasse un file cancellato. A quel
punto l’intero processo si è giocato sulle testimonianze e sulla loro credibilità. Accusa e parte civile puntavano molto sulla deposizione del titolare della ditta e di un suo amico che
hanno confermato di aver vi-
sto su un pc dell’ufficio il video
che mostrava l’ex fidanzata senza veli. Le testimonianze, evidentemente, non hanno del tutto convinto il giudice. Ad introdurre ulteriori punti interrogativi è stata la deposizione di un
ex collega di lavoro dell’imputato, chiamato dalla parte civile: questi ha riferito di aver sentito il titolare della ditta e la parte civile dire una frase del tipo
«gliela facciamo pagare...». A cosa si riferivano? Secondo l’avvocato Antolini si trattava di
una ritorsione per una causa di
lavoro intentata dall’imputato
contro il suo ex datore di lavoro.
Di fronte ad un quadro di ipotetici veleni e non sufficienti
certezze, ieri il giudice - che pure ha voluto sentire numerosi
testimoni per cercare di far piena chiarezza sull’accaduto - ha
assolto l’imputato, oggi sposato con figli.
Ina Celma sgozzò il compagno. Psichiatri ancora in campo
Delitto di Carisolo, nuova perizia
Si riapre in appello il processo a carico
di Ina Celma, la 34enne romena che a
Carisolo uccise a coltellate il compagno
Marco Chiapparoli, insegnante di
matematica alle scuole di Spiazzo. Al
termine di una lunga e combattuta
udienza, la Corte d’assise d’appello
dopo un’ora e mezza di camera di
consiglio ha deciso di affidare una
nuova super perizia psichiatrica,
l’ennesima in questo procedimento
giudiziario. Il tema è sempre lo stesso:
l’imputata era in grado di intendere e di
volere al momento del fatto?
Il processo infatti si gioca tutto
sull’imputabilità. In primo grado la
donna era stata prosciolta per vizio
totale di mente perché secondo il
giudice quando sgozzò il compagno e
poi tentò a sua volta di uccidersi non
era in grado di intendere e di volere.
La donna era stata ritenuta anche
socialmente pericolosa e dunque era
rinchiusa per almeno cinque anni in
Opg, l’ospedale psichiatrico giudiziario
da cui avrebbe potuto uscire solo con
parere favorevole dei medici curanti.
Il futuro giudiziario di Ina Celma è
tornato in bilico ieri durante il processo
d’appello. Il pg Giuseppe Maria Fontana
dopo una lunga requisitoria ha chiesto
la condanna a 16 anni di reclusione
ritenendo che non ci sia prova del vizio
di mente. Altrettanto determinato si è
mostrato il difensore Andrea de
Bertolini che ha ripercorso le molte
ragioni a sostengo della totale infermità.
Di fronte a pareri psichiatrici diversi,
anzi opposti, i giudici alla fine hanno
deciso di affidare una nuova consulenza
con indicazione di espletare tutti i
possibili ulteriori accertamenti.
VOLANTI IN VIA CONCI
Ai domiciliari, maltratta cane
Denunciato dalla polizia
Si trovava già ai domiciliari per precedenti reati ma ora è stato denunciato anche per maltrattamenti contro
gli animali: protagonista un uomo residente in via Conci: durante un controllo, gli agenti delle volanti hanno
trovato il suo meticcio senza cibo né
acqua, smunto, e legato in casa con
una catena molto più grande e pesante del cane stesso. La povera bestia è
stata affidata ai veterinari dell’Azienda sanitaria.
Fermati dopo l’intervento dei vigili del fuoco
IL CASO
Furgone in panne, due nei guai
ARMIDA
I vigili del fuoco di Povo si occupano del furgone
Curiosa disavventura, venerdì, per due
presunti ladri di attrezzature da
cantiere, che sono ora indagati da parte
delle forze dell’ordine per il reato di
furto in concorso. A bordo di un furgone
carico di sostegni utilizzati nei cantieri
per sorreggere i solai delle case in
costruzione, si trovavano nei pressi di
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interpoderale tra i vigneti e i muri a
secco - sono rimasti impantanati con il
mezzo. Hanno così chiamato i vigili del
fuoco volontari di Povo che, giunti sul
posto, hanno capito che nell’aria c’era
qualcosa di poco chiaro, allertando le
forze dell’ordine che ora stanno
cercando di capire da dove vengano il
furgone e il carico di cosiddetti cristi.
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