Vita di san Girolamo e vicende del suo tempo I primi anni
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Vita di san Girolamo e vicende del suo tempo I primi anni
Vita di san Girolamo e vicende del suo tempo “Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino.” (BENEDETTO XVI Enciclica Deus Caritas est) DATE IMPORTANTI: 347 (?) Nasce a Stridone 359 viene portato a Roma per studiare 366 riceve il Battesimo 367 viaggia nelle Gallie fino a Treviri 370 (?) ritorna a Stridone 370 - 373 soggiorna ad Aquileia con una comunità di religiosi che definisce “un coro di beati” 374 lascia Aquileia e va ad Antiochia di Siria 375 - 376 soggiorna nel deserto di Calcide (Siria) 378 Stridone è distrutta dai Goti 377 - 379 (?) ritorno ad Antiochia dove viene ordinato sacerdote 379 (fine) -380 va a Costantinopoli (l'attuale Istanbul) 382 - 385 Ritorna a Roma 385 si imbarca a Ostia e arriva in Terrasanta verso la fine dell'anno 386 si stabilisce a Betlemme 410 Sacco di Roma da parte di Alarico 420 Muore a Betlemme I primi anni Conosciamo con una certa approssimazione la sua data di nascita, il 347. Altri pensano sia nato fino a dieci anni prima. Qualcosa di più sappiamo sul luogo della sua sepoltura. Tutti, invece, sono concordi nel fissare al 420 o al 419 la sua morte avvenuta a Betlemme. Il nostro Santo nasce a Stridone, un “oppidum” cioè una città fortificata posta nell'attuale Croazia. Non ha nostalgia né tenerezze per la sua città natale che così descrive "Nella mia patria, schiava della maleducazione, unico dio è il ventre, si vive alla giornata e più santo è colui che è più ricco". La città fu distrutta nel 378 dai Goti, e non si sa con esattezza dove fosse posta. Una cosa è certa: una frase a lui attribuita, che è stata anche presa a titolo di una sua biografia “Perdonami, Signore, perché sono Dalmata” non è in nessuno dei suoi scritti. Conosciamo il nome del padre, Eusebio, sappiamo che aveva almeno una sorella e un fratello più piccoli, ma non sappiamo niente di sua madre. 1 Gli studi, i viaggi Come si usava allora per i ragazzi di famiglie benestanti, fu mandato a Roma per continuare i suoi studi. Lì studia la grammatica e la retorica con rinomati maestri, come l’illustre grammatico Donato e si costituisce una vasta biblioteca copiando, come si doveva fare non esistendo la stampa, le opere classiche. Va detto che, se oggi col termine “grammatica” intendiamo prevalentemente una serie di regole riguardanti il funzionamento una lingua, scritta o orale, la scuola grammaticale di allora era molto di più di questo. Si trattava di formare un retore, un uomo capace di parlare correttamente e in maniera convincente anche in pubblico, ma anche di conoscere e spiegare i maggiori poeti, prosatori, autori di teatro, nonché in possesso di una conoscenza generale della filosofia e delle scienze esatte quali la matematica, la geometria, nozioni di astronomia, di musica. Il testo viene spiegato parola per parola, riga per riga. Girolamo applicherà questo metodo allo studio ed alla spiegazione della sacra Scrittura, riuscendo comunque, grazie alla sua conoscenza della stessa, a non limitarsi ad un commento pedante e ristretto a poche parole, come avveniva nelle scuole di quel tempo. La domenica visita le catacombe, aderendo ad un uso del tempo che voleva si onorassero in particolare le reliquie dei martiri, e così descrive le escursioni in quei luoghi tenebrosi che incutevano timore: "Quando vivevo a Roma, giovane studente nelle arti liberali, la domenica con altri della mia età e con cui condividevo le inclinazioni, ero solito recarmi presso le tombe degli apostoli e dei martiri. Spesso entravamo in queste cripte scavate nella profondità della terra e in cui si cammina tra morti sepolti lungo le pareti a destra e sinistra. C'è così tanta oscurità che sembra realizzarsi la parola del Profeta: "che essi discendano vivi negli inferi!" (Sl 54,16) In qualche punto un chiarore proveniente d'all'alto tempera l'orrore delle tenebre: data la poca luce che ne proviene, pare, non tanto da una finestra quanto da un'apertura. Poi, passo dopo passo, si torna nell'oscurità che ci circonda, tanto che viene in mente il verso di Virgilio: "Tutto suscita sgomento negli animi e lo stesso silenzio atterrisce (En. libro II)." Allo stesso tempo, però, non disdegna i divertimenti il cui ricordo gli causerà in seguito rimorsi, e per i quali si dedicherà ad una vita di penitenze. Nonostante tutto, non deve essere stato poi così discolo, perché comunque a Roma gli studenti "fuori sede" erano sottoposti ad un severo regime di sorveglianza che, in caso di cattivo comportamento, lo avrebbe fatto espellere senza tanti complimenti. Chiede ed ottiene di ricevere il Battesimo. Secondo le abitudini del tempo, anche chi, come lui, era nato in una famiglia cristiana, di solito era battezzato da adulto, e la preparazione era lunga, minuziosa e attenta alla vita di fede di chi chiedeva il sacramento. Al giovane studente probabilmente il Battesimo fu conferito dal papa Liberio (papa dal 352 al 366) prima del 366, anno in cui Liberio morì. Dal fatto che Girolamo ricorderà a papa Damaso di essere stato battezzato proprio a Roma, deduciamo che non fu quest'ultimo a battezzarlo, perché sarebbe stato superfluo. Il futuro dottore della Chiesa aveva probabilmente circa diciannove anni, e poco dopo, terminato il corso di studi, parte da Roma Iniziano i suoi viaggi. Nel 367 fa un soggiorno nelle Gallie, prima tappa Treviri, assieme al suo inseparabile amico Bonoso. Era il giro turistico più in voga ai suoi tempi, ma, durante quello che doveva essere solo un momento di svago, succede qualcosa per cui torna in patria convertito, deludendo non poco la famiglia che si attendeva da lui una brillante carriera. Vive per un certo periodo ad Aquileia dove stringe amicizia con un “coro di beati”, come definisce un gruppo di santi vescovi, sacerdoti e vergini consacrate, che conducono una vita ascetica. Dopo un periodo sereno, 2 parte degli amici si disperdono, e non se ne sa con precisione il motivo. Comincia allora un altro viaggio attraverso l’attuale Turchia. Giunge nella Siria, ma non sono i luoghi inospitali a metterlo in difficoltà, quanto una salute sempre malferma. Soggiorna ad Antiochia dove studia alla scuola di stimati maestri, perfezionandosi nello della lingua greca e iniziando a studiare l’ebraico. Il deserto, le penitenze Ha 28 anni quando decide – pensando ad una scelta definitiva – di vivere da eremita nel deserto di Calcide, nei pressi della Siria. Non era una solitudine assoluta, trovandosi nelle vicinanze di una via carovaniera: egli stesso ci parla di altri monaci che vivevano in grotte. Si tratta comunque di un periodo di dure penitenze, con la sola compagnia di bestie feroci e di severi digiuni. Vuole a tutti i costi sconfiggere le tentazioni della carne, in particolare la concupiscenza. In futuro fornirà molti consigli ad aspiranti monaci e monache, tra i quali quello di non essere maestri di se stessi, ma di inserirsi in una comunità e di imparare ad obbedire ai superiori per progredire nella via della santità. Girolamo penitente, che verrà quasi sempre raffigurato dai pittori con una pietra in mano con la quale si percuote il petto e già anziano, in questo periodo non è vecchio e non ci ha mai parlato di questo tipo di penitenza, solo di digiuno e di preghiere. Il soggiorno nel deserto gli offre l’idea un’altra penitenza, assolutamente originale: imparare bene l’ebraico, una lingua non solo completamente diversa dal latino, scritta con un diverso alfabeto, caratteristiche queste comuni con la lingua greca, ma una lingua che gli risulta ostica, difficile da pronunciare, un vero supplizio per lui, che deve lottare con la costante tentazione di abbandonare un’impresa così difficile. Alla fine riuscirà a cogliere e gustare il gradito frutto di tante fatiche. Dopo tre anni di soggiorno in quel deserto che aveva sognato come luogo di “solitudine più piacevole di tutte le città del mondo” abitato solo da santi come un nuovo Paradiso terrestre, luogo rinnovato dallo sbocciare dei fiori di Cristo, nasceranno divisioni e dispute che lo costringeranno a ripartire. Il perfezionamento negli studi Torna quindi ad Antiochia, dove è ordinato sacerdote nel 379 dal vescovo Paolino, a una precisa condizione: quella di non esercitare il sacerdozio, perché vuole vivere da semplice monaco. Da lì va a Costantinopoli, capitale dell’Impero romano d’Oriente e si mette alla scuola di san Gregorio Nazianzeno, che considererà sempre suo maestro, conosce san Gregorio di Nissa e inizia il suo lavoro di interpretazione e spiegazione della Bibbia. Nel 381 san Girolamo partecipa al concilio che si tiene a Costantinopoli, nel corso del quale si riafferma la condanna contro l’eresia ariana, eresia che trovava molti seguaci tra le popolazioni barbare. L’eretico Ario (256-336) aveva messo in discussione la natura divina di Cristo: secondo Ario, siccome Cristo è stato creato, non è uguale al Padre. La Chiesa cattolica aveva già formulato nel Concilio di Nicea (325) il dogma secondo cui Cristo è “generato non creato, della stessa sostanza del Padre." Viene indetto un nuovo concilio a Roma, questa volta dietro sollecitazione dell’imperatore Graziano. San Girolamo si reca quindi a Roma al seguito del vescovo Paolino, per partecipare anche a questo concilio. 3 Ritorno a Roma Siamo nel 382. Manca da Roma da quindici anni, ora non è più uno sconosciuto, in precedenza aveva scritto alcune lettere dal deserto al papa regnante, san Damaso. Questi era salito al soglio di Pietro già da sedici anni, il suo è un pontificato ormai consolidato, autorevole; tuttavia il papa è anziano, difatti morirà due anni dopo. Damaso, che lo nomina suo segretario, e che ha così tanta fiducia in lui che Girolamo può affermare che il papa “parlava attraverso la sua bocca” ha una geniale intuizione, o meglio un'ispirazione che gli viene dallo Spirito Santo: domanda a Girolamo di rivedere la traduzione dei Vangeli dal greco in latino, la lingua corrente dell’epoca lanciandolo su quella che poi sarà la sua strada. Va chiarito che Damaso non chiese a Girolamo di "tradurre la Bibbia in latino" dai testi originali in ebraico e greco, come comunemente si afferma. Il papa incaricò il nostro santo di rivedere le redazioni dei Vangeli che, non esistendo la stampa, circolavano in manoscritti che contenevano errori di copiatura e anche aggiunte arbitrarie. A Roma conosce un cenacolo di illustri matrone, che vivono santamente in un palazzo sull’Aventino, donne desiderose di perfezionarsi nelle virtù cristiane, alle quali egli spiega e commenta le Scritture e da consigli spirituali, e delle quali diviene il direttore spirituale. Il suo carattere non gli permette di passare inosservato: non riesce a tacere di fronte ad ecclesiastici ingordi e senza scrupoli che, invece, frequentano le case delle matrone romane con il solo intento di arricchirsi. I suoi scritti in questo senso gli procurano, ovviamente, dei nemici. Nel 384, in seguito alla morte del papa, rimasto senza chi lo protegga, è di nuovo vittima di calunniatori feroci, non può più restare a Roma. Ma il santo papa, che lo ha spinto ad approfondire la sua conoscenza della Bibbia, lo ha messo su quella che sarà la sua strada fatta di traduzioni e commenti alle Scritture. Tra il presepe e il Calvario, fino alla morte Poiché tutti i suoi pensieri, tutti i suoi desideri l’attiravano verso i luoghi della Palestina, alla morte di Damaso, Girolamo si ritirò a Betlemme, dove, fondato un monastero presso la culla di Gesù, si consacrò tutto a Dio, dedicando il tempo che la preghiera gli lasciava libero allo studio e all’insegnamento delle Scritture. BENEDETTI XV Enciclica Spiritus Paraclitus Morto il papa suo protettore, il suo ormai ex segretario deve lasciare Roma. Forse subisce un processo dal quale, però, esce assolto. Si trova comunque il modo di allontanarlo. Poiché era stato consacrato sacerdote ad Antiochia, gli viene imposto di tornare alla sua diocesi. San Girolamo, amareggiato e moralmente ferito verso la fine del 385 si imbarca ad Ostia assieme al fratello Paolino e torna in Terra Santa, ma, stavolta, sarà seguito dopo pochi mesi da alcune delle matrone che si erano messe alla sua scuola, in particolare da Paola, ormai vedova, e dalla figlia Eustochio, vergine consacrata: entrambe saranno proclamate sante. Compiono un lungo pellegrinaggio, visitando i luoghi del Vangelo e della Bibbia . Si ferma ad Alessandria d’Egitto, dove ascolta le lezioni di Didimo il cieco. Finalmente ritornano in Terrasanta e si stabiliscono a Betlemme: lì le matrone sue amiche fondano e poi reggeranno il primo vero convento femminile e anche un convento maschile per ospitare san 4 Girolamo e i suoi monaci, oltre ad un ospizio per dare accoglienza ai pellegrini, in memoria di Maria e Giuseppe che proprio a Betlemme non avevano trovato ospitalità. A Betlemme il nostro santo finirà di perfezionarsi nella lingua ebraica, e tradurrà dall’ebraico quasi tutti i restanti libri della Bibbia. Da lì verrà a sapere delle stragi causate anche a Roma dalle invasioni barbariche e della conseguente morte di molti suoi amici, e lì, a Betlemme, morirà nel 420. Per ragioni non del tutto chiare, forse per sfuggire ad eventuali guasti che potevano essere prodotti dalla successiva invasione musulmana, iniziata due secoli dopo la sua morte, i suoi resti saranno trasportati a Roma, a santa Maria Maggiore. 5