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LA RIFORMA DELL`ISTRUZIONE SUPERIORE SUL TERRITORIO

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LA RIFORMA DELL`ISTRUZIONE SUPERIORE SUL TERRITORIO
-1-
Questa pubblicazione è stata realizzata
con il patrocinio e la collaborazione di:
Distretto Scolastico n. 41 – Faenza
Edizioni Homeless Book
homelessbook.it / [email protected]
-2-
LA RIFORMA
DELL’ISTRUZIONE SUPERIORE
SUL TERRITORIO FAENTINO
--Effetti di una riforma
di Elisa Zannoni
-3-
-4-
Indice
Presentazione, del Prof. Massimo Lusa............................................................ 9
1. Introduzione ..............................................................................................11
1.1 I presupposti della riforma ........................................................11
1.2 Articolazione del lavoro.............................................................17
2. La riforma Gelmini...................................................................................18
2.1 I principi ispiratori della riforma .........................................................18
2.2 Gli aspetti chiave della riforma............................................................19
2.2.1 La riforma dei licei ..........................................................................20
2.2.2 La riforma degli istituti tecnici .........................................................27
2.2.3 La riforma degli istituti professionali ................................................32
2.3 Le confluenze nel territorio faentino ..................................................36
3. Riflessioni sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino ....40
3.1 Il percorso di attuazione della normativa...........................................40
3.2 I principali cambiamenti introdotti dalla riforma Gelmini ..............41
3.2.1 Istituto d’Arte per la Ceramica “Ballardini” .
Passaggio a Liceo Artistico del Design “Ballardini” ..........................44
3.2.2 Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Oriani”.
Perdita delle sperimentazioni ERICA e MERCURIO ...................45
3.2.3 Istituto Professionale Commerciale “Strocchi”.
Perdita del profilo grafico-pubblicitario ..............................................46
3.3. Punti di forza e criticità del sistema scolastico secondario di
secondo grado pre e post-riforma ......................................................46
3.4 Il raccordo della scuola secondaria di secondo grado con il mondo
universitario e dell‟istruzione e formazione tecnica superiore
(formazione politecnica).......................................................................49
3.5 Attese di cambiamento nel breve e medio periodo ..........................51
4. Alcune considerazioni finali ....................................................................53
Bibliografia e sitografia di riferimento .......................................................57
Appendice: Interviste ai rappresentanti di Assessorati, Istituti
scolastici e Rappresentanze..................................................59
-5-
Indice delle tabelle
Tabella 1:
Numero di alunni iscritti per ogni istituto secondario
superiore di Faenza nell‟anno scolastico 2009/2010 ..................... 14
Tabella 2:
Numero di alunni stranieri iscritti per ogni istituto
secondario superiore di Faenza nell‟anno scolastico
2009/2010 ........................................................................................... 16
Tabella 3:
I 6 licei ed i relativi indirizzi/sezioni/opzioni prospettati
dalla riforma ........................................................................................ 22
Tabella 4:
Struttura del percorso dei licei prima e dopo la riforma ............... 23
Tabella 5:
I 2 settori in cui verranno suddivisi gli istituti tecnici ed i
relativi indirizzi/articolazioni ............................................................ 30
Tabella 6:
Struttura del percorso degli istituti tecnici prima e dopo la
riforma.................................................................................................. 31
Tabella 7:
I 2 settori in cui verranno suddivisi gli istituti professionali
ed i relativi indirizzi/articolazioni .................................................... 34
Tabella 8:
Struttura del percorso degli istituti professionali prima e
dopo la riforma ................................................................................... 35
Tabella 9:
Denominazioni degli istituti scolastici e confluenze di
indirizzo al nuovo ordinamento ....................................................... 39
Tabella 10: Possibile alternativa rappresentata dagli IFTS nell‟ambito
della formazione pratica/tecnica post-maturità rispetto alla
formazione teorica impartita nelle università ................................. 51
-6-
Indice delle interviste
in appendice
Assessorati
Intervista 1: Assessorato alla Cultura di Faenza ..........................................60
Intervista 2: Assessorato alla Cultura di Ravenna........................................63
Istituti scolastici
Intervista 3: IPPSAR “Artusi”, Riolo Terme ...............................................67
Intervista 4: Istituto d‟Arte per la Ceramica “Ballardini” ...........................69
Intervista 5: ITIP “Bucci” ...............................................................................73
Intervista 6: IPIA “Foscolo” ..........................................................................79
Intervista 7: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Oriani” .....83
Intervista 8: IIS “Persolino-Strocchi”, Faenza.............................................88
Intervista 9: Liceo “Torricelli”, Faenza .........................................................92
Intervista 10: Liceo Paritario “Santa Umiltà”...............................................94
Sindacati settore scuola
Intervista 11: CISL settore scuola ..................................................................98
Intervista 12: SNALS settore scuola........................................................... 101
Intervista 13: UIL settore scuola ................................................................. 104
Associazioni di categoria
Intervista 14: C.I.A. ....................................................................................... 109
Intervista 15: Federazione Provinciale Coldiretti Ravenna ..................... 112
Intervista 16: Confartigianato Sezione di Faenza ..................................... 115
Intervista 17: Confindustria Ravenna ......................................................... 121
-7-
-8-
Presentazione
Ogni cambiamento all‟interno del mondo della scuola è sempre
un‟operazione complessa perché interagisce con una prassi nota
agli insegnanti e alle famiglie.
La riforma delle superiori introdotta dal ministro Gelmini è
improntata su cambiamenti che implicano un nuovo modo di
avvicinarsi alle dinamiche della scuola superiore.
Per questo, e credendo di aiutare gli operatori e le famiglie, il
Distretto Scolastico 41 è diventato partner della Fondazione Giovanni
Dalle Fabbriche in una ricerca che elabora la realtà in funzione del
cambiamento che la legge di riforma è destinata a produrre.
Il risultato è un‟indagine accurata, condotta dalla Dottoressa
Elisa Zannoni, che rappresenta un prezioso strumento per
riaprire il dibattito sulla formazione tecnica e non rassegnarsi ad
accettare la trasformazione della scuola come imposizione
dall‟alto che preclude la possibilità di partecipare al processo di
rinnovamento.
Il Presidente del Distretto Scolastico n. 41
Professor Massimo Lusa
-9-
- 10 -
1. Introduzione
1. Introduzione
1.1 I presupposti della riforma
Il Consiglio Europeo, riunitosi a Lisbona nel marzo 2000, ha
conferito all‟Unione Europea l‟ambizioso obiettivo di diventare
entro il 2010 l‟economia basata sulla conoscenza più competitiva
e dinamica del mondo poiché la conoscenza, oltre a fondare la
libertà della persona, la relazione con l‟altro e con il mondo e la
costruzione della società, è una risorsa importante per lo
sviluppo dell‟economia e della società.
Se la conoscenza ha sempre influito sull‟evoluzione dei sistemi
produttivi, a partire dalla rivoluzione industriale essa è diventata
una forza produttiva fondamentale. La novità sostanziale
apportata dalla modernità, infatti, sta nel fatto che diventa non
solo necessario, ma anche conveniente investire in processi di
apprendimento. Si comincia dunque a lavorare non tanto per
ripetere operazioni già note, bensì per innovare, inventando
nuove macchine e nuovi prodotti. In questi due secoli e mezzo,
poi, la propagazione della conoscenza e l‟investimento in
apprendimento sono diventati delle costanti di ampiezza sempre
maggiore in quanto è cambiato il metodo di propagazione. La
diffusione della conoscenza, infatti, è stata dapprima
incrementata dal mercato, poi dall‟organizzazione scientifica del
lavoro ed infine dalle tecnologie dell‟informazione e della
comunicazione e dalle nuove reti produttive. L‟evoluzione del
mercato del lavoro nella società della conoscenza sta pertanto
cambiando radicalmente i modelli culturali ed organizzativi
dell‟accesso al lavoro e delle professioni. Se tutti i lavori sono
cognitivi, se la conoscenza è un fattore decisivo nella produzione
e nell‟economia, l‟istruzione e, quindi, la scuola assumono una
- 11 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
rilevanza sempre maggiore sul piano economico e sociale.
Società
della
conoscenza
significa,
infatti,
società
dell‟apprendimento e nel nesso tra formazione e professionalità
si gioca buona parte del futuro economico e civile del nostro
paese.
Al giorno d‟oggi la sfida che la complessità pone è soprattutto
quella di esplorare e sviluppare il territorio dell‟interdisciplinarità,
della multidimensionalità del reale e della complementarità dei
saperi. Ne deriva, quindi, una radicale messa in discussione della
concezione di sapere che esalta per lo più gli indirizzi di studio a
carattere teorico e dei sistemi scolastici che attribuiscono assoluta
prevalenza al pensiero sull‟azione. Il modello curricolare della
scuola secondaria italiana, ad esempio, è costruito ad oggi su una
gerarchia di saperi che prevede implicitamente la superiorità delle
discipline umanistiche su quelle scientifiche, che ha accentuato la
dicotomia tra cultura umanistica e cultura scientifica, tra
formazione e lavoro, relegando ad un ruolo subalterno gli istituti
tecnici e professionali. L‟acquisizione dell‟idea di molteplicità e di
non gerarchizzazione delle intelligenze ha contribuito,
recentemente, a superare la subordinazione di una forma di
intelligenza rispetto alle altre. Ne consegue l‟equivalenza
formativa degli ordini di scuola superiore che ha trovato una
prima applicazione nel Nuovo Obbligo di Formazione, in cui
saperi e competenze, riferiti ai quattro assi culturali (linguaggi,
matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale) del primo
biennio dovrebbero assicurare l‟equivalenza formativa di tutti i
percorsi. In ogni percorso, inoltre, occorre garantire l‟intreccio
tra conoscenza ed azione e la differenziazione degli indirizzi di
studio.
L‟istruzione tecnica e professionale diventa, quindi, il luogo
specifico di costruzione di una nuova alleanza tra mondo della
scuola e mondo del lavoro, tra cultura generale e professione, tra
capacità di astrazione e di concettualizzazione ed attitudini
- 12 -
1. Introduzione
pratiche e operative, coniugando lo sviluppo degli stili cognitivi e
le capacità operative e pragmatiche. Infatti, le storie degli istituti
tecnici e professionali nascono entrambe dalla volontà di
costruire partendo dall‟ambito in cui si è inseriti: la conoscenza
del territorio, il bisogno espresso dalle aziende e dal mercato del
lavoro e l‟esigenza di trasmettere la tradizione e la cultura delle
professioni. L‟iscrizione della grande maggioranza dei ragazzi alla
secondaria superiore ha trasformato questi istituti in canali di
autentica scolarizzazione di massa finalizzata all‟inserimento
occupazionale.
Nonostante ciò, i percorsi tecnico-professionali risultano
spesso, negli ultimi anni, meno attrattivi per gli studenti [cfr.
Tabella 1]. Le ragioni di questa situazione sono molteplici e
collegate ad una percezione diffusa basata sulla mancanza di
riconoscimento del ruolo reale che l‟istruzione tecnica e
professionale ha avuto nello sviluppo sociale ed economico del
paese, sul maggiore prestigio attribuito nell‟immaginario
collettivo al liceo, sulla carenza di adeguate azioni di
orientamento e di servizi in grado di accompagnare l‟allievo nel
riconoscere la propria vocazione, sulla non attualità di molti
indirizzi scolastici rispetto alle reali richieste del mondo del
lavoro e sul minore prestigio sociale di molte professioni
tecniche e artigianali.
- 13 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
Riepilogo numero alunni in scuole secondarie di secondo grado di Faenza
a.s. 2009/2010
N° alunni
classi 1°
N° alunni
classi 2°
N° alunni
classi 3°
N° alunni
classi 4°
N° alunni
classi 5°
Totale
Istituto tecnico
commerciale e per
geometri Oriani
233
224
234
211
211
1113
Liceo classico
Torricelli
136
116
95
93
104
544
Liceo scientifico
Torricelli
126
101
112
97
101
537
I.T.I. Bucci
87
64
37
65
43
296
I.P.C. Strocchi
73
74
138
119
63
467
I.P.A. Persolino
71
55
41
35
30
232
I.P.S.I.A. Bucci
70
57
51
48
48
274
Istituto
professionale d‟arte
per la ceramica
Ballardini
56
33
40
38
35
202
Liceo socio-psicopedagogico
S.Umiltà
10
16
15
10
9
60
Liceo linguistico
S.Umiltà
8
13
13
12
7
53
Istituto
professionale per
odontotecnici
Foscolo
7
17
17
6
8
55
877
770
793
734
659
3833
Istituto
Totale
Tabella 1: Numero di alunni iscritti per ogni istituto secondario superiore di Faenza
nell‟anno scolastico 2009/2010 (dati liberamente tratti dal sito del Comune
di Faenza - Servizio Istruzione)
- 14 -
1. Introduzione
La scuola deve quindi offrire proposte interessanti ed anche
attraenti che rispondano alla domanda di senso dei giovani,
trasmettendo saperi e competenze, ma anche aiutandoli a
costruire progetti personali di vita e di lavoro coerenti con le loro
attese. Le diverse culture che oggi si incontrano nella scuola sono
ancora più presenti nell‟istruzione tecnica e, soprattutto, in quella
professionale, dove confluisce la maggior parte dei giovani di
origine straniera [cfr. Tabella 2]. In questa ottica sono necessarie
la collaborazione tra scuola e famiglia ed il potenziamento delle
nuove tecnologie dell‟informazione e della comunicazione al fine
di offrire un contributo utile ad una didattica strutturata come
un‟impresa comune e di valorizzare la dimensione relazionale
dell‟apprendimento.
Tale rinnovamento della didattica costituirebbe un passo
fondamentale verso la soluzione del problema della selezione e
degli abbandoni, implicando quindi sul piano strutturale una
diversificazione dei percorsi. Si richiede dunque ai docenti la
consapevolezza che in questi istituti si gioca una grande
questione democratica: la rimozione, o almeno il contrasto, di
quelle disuguaglianze in entrata che, se non si riesce a rimotivare
gli allievi, finiscono per bloccare ogni processo di emancipazione
e di mobilità sociale. L‟insegnante svolge, quindi, una funzione
non più di mera trasmissione del sapere, ma di
accompagnamento,
di
guida
e
di
organizzazione
dell‟apprendimento permettendo il passaggio da una scuola
dell‟insegnamento ad una scuola dell‟apprendimento centrata
sugli studenti.
- 15 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
Riepilogo numero alunni stranieri in scuole secondarie di secondo
grado di Faenza a.s. 2009/2010
Numero
totale iscritti
Numero alunni
stranieri
%
I.P.S.I.A. Bucci
274
61
22,3
Istituto professionale per
odontotecnici Foscolo
55
9
16,4
I.P.C. Strocchi
467
65
13,9
Istituto professionale di arte
per la ceramica Ballardini
202
21
10,4
Istituto tecnico commerciale e
per geometri Oriani
1113
90
8,1
I.T.I. Bucci
296
17
5,7
Liceo socio-psico-pedagogico
S. Umiltà
60
3
5,0
Liceo classico Torricelli
544
20
3,7
Liceo linguistico S. Umiltà
53
2
3,8
Liceo scientifico Torricelli
537
10
1,9
I.P.A. Persolino
232
4
1,7
Totale
3833
302
34,82
Istituto
Tabella 2: Numero di alunni stranieri iscritti per ogni istituto secondario superiore di
Faenza nell‟anno scolastico 2009/2010 (dati liberamente tratti dal sito del
Comune di Faenza - Servizio Istruzione)
Un ruolo importante nell‟apprendimento in tutte le fasi della
vita è giocato, inoltre, dagli stakeholder, ovvero l‟impresa, il
territorio, i soggetti economico-sociali, le comunità professionali
e gli enti locali, poiché l‟istruzione tecnica e professionale trova le
ragioni della sua stessa esistenza nel rapporto con la realtà
- 16 -
1. Introduzione
territoriale. Tale rapporto si sviluppa sia nel confronto sulla
determinazione degli indirizzi e dei curricola, sia nella formazione
continua come strumento di tutela per i lavoratori, oltre che
occasione di mobilità verticale.
È poi fondamentale facilitare la mobilità e la formazione dei
cittadini europei anche fuori dal proprio paese di origine e ciò
richiede la messa a punto di accordi e strumenti relativi alle
qualifiche, al riconoscimento ed al trasferimento dei crediti
formativi, nonché alla garanzia di reciproca qualità.
1.2 Articolazione del lavoro
In questo lavoro ci si propone dapprima di fornire un quadro
normativo della futura struttura delle scuole secondarie di
secondo grado prospettata dalla riforma Gelmini, di evidenziare i
punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di
secondo grado con attenzione alla realtà del territorio faentino e,
infine, di mettere in luce il possibile raccordo scuola secondaria
di secondo grado - istruzione e formazione tecnica
superiore/università/mondo del lavoro con attenzione ai
fabbisogni del territorio ed alle attese di cambiamento nel breve e
medio periodo.
- 17 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
2. La riforma Gelmini
2.1 I principi ispiratori della riforma
La riforma si inscrive nella più generale tendenza europea di
incoraggiare il proseguimento della formazione, a livello
superiore oppure nella formazione continua, collegata alla
possibilità di aggiornamento, di specializzazione e di ulteriore
qualificazione, secondo la prospettiva del lifelong learning. Ciò
comporterebbe la necessità di evitare al massimo la duplicazione
inutile di offerte e percorsi formativi.
Per quanto concerne i licei, il principio ispiratore è la
modernizzazione di un sistema il cui impianto complessivo risale
alla legge Gentile del 1923. In particolare, si mirerà a:
fornire maggiore sistematicità e rigore;
coniugare tradizione e innovazione;
razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e
l‟approfondimento delle materie di studio;
caratterizzare accuratamente ciascun percorso liceale;
riconoscere ampio spazio all‟autonomia delle istituzioni
scolastiche;
consentire una più ampia personalizzazione, grazie a
quadri orari ridotti che danno allo studente la possibilità
di approfondire e recuperare le proprie lacune.
Il rilancio degli istituti tecnici e professionali (il cui ultimo
riordino è datato 1931), invece, dovrebbe costituire la migliore
risposta della scuola italiana alla crisi con l‟intento di favorire la
- 18 -
2. La riforma Gelmini
formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made
in Italy e di consentire una pluralità di scelte formative integrate
con la formazione professionale regionale ed in contrasto con i
rischi di dispersione scolastica. Nello specifico i principali scopi
saranno:
rilanciare e potenziare
professionale;
la
formazione
tecnica
e
consentire ai giovani maggiori opportunità occupazionali;
ridurre i tempi di transizione tra scuola, formazione e
lavoro;
riaffermare l‟identità degli istituti professionali,
superando la sovrapposizione con l‟istruzione tecnica;
porre le basi per un raccordo organico con il sistema di
istruzione e formazione professionale di competenza
delle regioni;
utilizzare le risorse più efficientemente.
2.2 Gli aspetti chiave della riforma
La riforma entrerà in vigore a partire dal 1° settembre 2010
introducendo alcune novità significative, quali:
lo studio della disciplina CLIL (Content and Language
Integrated Learning), ovvero l‟insegnamento di una materia
curricolare non linguistica in una lingua straniera tra
quelle previste dal percorso di studi dei licei e degli istituti
tecnici;
- 19 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
un curricolo di studi più snello, con un alleggerimento
medio dei quadri orari del 10-15% poiché le discipline di
studio verranno ricalibrate, anche se l‟orario effettivo
delle lezioni rimarrà pressoché invariato;
le ore di 60 minuti, tramite le quali verrà calcolato il
monte ore annuale assegnato ad ogni corso di studi, con
un tetto massimo di 30-32 ore settimanali, per cui la
presenza in aula sarà più o meno la stessa di quella
attuale, ma distribuita su un numero minore di materie;
un‟equilibrata distribuzione territoriale dei servizi
scolastici, la cui definizione sul territorio spetterà alle
regioni per rispondere, in maniera efficace ed efficiente,
alle esigenze dell‟utenza e del mondo produttivo;
le scuole come centri di innovazione, in cui verranno
introdotti criteri di gestione orientati all‟efficacia ed
all‟efficienza con la possibilità di attivare Dipartimenti
per il sostegno alla didattica ed alla progettazione
formativa e Comitati Tecnico-Scientifici finalizzati al
rafforzamento del raccordo tra obiettivi educativi della
scuola, esigenze del territorio e fabbisogni professionali
del mondo produttivo.
2.2.1 La riforma dei licei
Per ridurre la frammentazione e consentire alle famiglie ed agli
studenti di compiere scelte chiare i 396 indirizzi attualmente
esistenti, i 51 progetti assistiti dal MIUR e le varie
sperimentazioni saranno ricondotti a 6 licei [cfr. Tabella 3],
ovvero:
- 20 -
2. La riforma Gelmini
liceo artistico, che verrà a sua volta articolato in 6
indirizzi:
o indirizzo arti figurative;
o indirizzo architettura e ambiente;
o indirizzo design;
o indirizzo audiovisivo e multimediale;
o indirizzo grafica;
o indirizzo scenografia;
liceo classico;
liceo linguistico;
liceo musicale e coreutico, che sarà articolato in 2 sezioni
in collaborazione con i conservatori e le accademie di
danza:
o musicale;
o coreutico;
liceo scientifico:
o con opzione scienze applicate;
liceo delle scienze umane:
o con opzione economico-sociale.
- 21 -
- 22 -
1f) scenografia
1e) grafica
2) liceo
classico
3) liceo
linguistico
4b) coreutico
4a) musicale
4) liceo
musicale e
coreutico
5a) opzione
scienze
applicate
5) liceo
scientifico
Tabella 3: I 6 licei ed i relativi indirizzi/sezioni/opzioni prospettati dalla riforma
1d) audiovisivo
e multimediale
1c) design
1b) architettura
e ambiente
1a) arti
figurative
1) liceo
artistico
Riordino dei licei
6a) opzione
economicosociale
6) liceo delle
scienze
umane
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
2. La riforma Gelmini
Tutti i percorsi liceali avranno durata quinquennale e si
svilupperanno in due periodi biennali e in un quinto anno, di cui
il primo biennio sarà finalizzato anche all‟assolvimento
dell‟obbligo di istruzione [cfr. Tabella 4].
Struttura del percorso dei licei
pre-riforma
Struttura del percorso dei licei
post-riforma
Biennio  2
Primo biennio  2
Triennio  3
Secondo biennio  2
+
Ultimo anno  1
Diploma di maturità
+
Diploma di maturità
Tabella 4: Struttura del percorso dei licei prima e dopo la riforma
In particolare, il liceo artistico si articolerà, a partire dal secondo
biennio, in 6 indirizzi caratterizzati dalla presenza di laboratori
specifici:
arti figurative con laboratorio di figurazione per acquisire
la padronanza di linguaggi quali disegno, pittura e
modellazione plastica;
architettura e ambiente con laboratorio di architettura per
acquisire la padronanza dei metodi di rappresentazione
specifici dell‟architettura e delle problematiche
urbanistiche;
design con laboratorio di design per acquisire le
metodologie proprie della progettazione di oggetti;
- 23 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
audiovisivo e multimediale con laboratorio audiovisivo e
multimediale per acquisire la padronanza dei linguaggi e
delle tecniche della comunicazione visiva, audiovisiva e
multimediale;
grafica con laboratorio di grafica per acquisire la
padronanza delle metodologie proprie della grafica;
scenografia con laboratorio di scenografia per acquisire la
padronanza
delle
metodologie
proprie
della
progettazione scenografica.
L‟orario annuale sarà di 34 ore settimanali nel primo biennio e
35 ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno suddivise
tra insegnamenti obbligatori ed insegnamenti di indirizzo. Gli
istituti d‟arte possono presentare agli Uffici Scolastici Regionali
proposte per la confluenza di singoli indirizzi in essi attivati nei
percorsi degli istituti professionali per l‟industria e l‟artigianato,
anche se nell‟anno scolastico 2010-2011 è prevista la loro
confluenza, comunque, nei licei artistici.
Il percorso del liceo classico mirerà a sviluppare le conoscenze,
le abilità e le competenze necessarie allo studio della civiltà
classica ed umanistica, assicurando l‟acquisizione di rigore
metodologico all‟interno di un quadro culturale che riserva
attenzione anche alla matematica ed alle scienze naturali. L‟orario
annuale sarà di 27 ore settimanali nel primo biennio e 31 ore
settimanali nel secondo biennio e quinto anno.
Il percorso del liceo linguistico approfondirà le conoscenze, le
abilità e le competenze necessarie per acquisire la padronanza
comunicativa di tre lingue, oltre all‟italiano, e per rapportarsi in
maniera critica e dialettica alle altre culture. Dal primo anno del
secondo biennio è previsto l‟insegnamento in lingua straniera di
una disciplina non linguistica (CLIL) e dal secondo anno del
secondo biennio è previsto l‟insegnamento di un‟ulteriore
disciplina non linguistica in una diversa lingua straniera (CLIL).
- 24 -
2. La riforma Gelmini
L‟orario annuale sarà di 27 ore settimanali nel primo biennio e 30
ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno.
Il liceo musicale e coreutico si articolerà in 2 sezioni, in
collaborazione con i conservatori e le accademie di danza:
musicale, di cui è prevista l‟istituzione di 40 sezioni nel
territorio nazionale nell‟anno scolastico 2010-2011;
coreutico, di cui è prevista l‟istituzione di 10 sezioni nel
territorio nazionale nell‟anno scolastico 2010-2011.
Tali percorsi ambiscono ad approfondire le conoscenze, le
abilità e le competenze necessarie ad acquisire la padronanza dei
linguaggi musicali e coreutici sotto l‟aspetto della composizione,
interpretazione, esecuzione e rappresentazione, maturando la
necessaria prospettiva culturale, storica, estetica, teorica e tecnica.
L‟iscrizione a questo liceo sarà inoltre subordinata al
superamento di una prova preordinata alla verifica del possesso
di specifiche competenze musicali o coreutiche. L‟orario annuale
sarà di 32 ore settimanali nel primo biennio, secondo biennio e
quinto anno.
Il percorso del liceo scientifico punta ad approfondire il nesso
tra scienza e tradizione umanistica, favorendo l‟acquisizione delle
conoscenze e dei metodi della matematica e delle scienze
sperimentali. Nel rispetto della programmazione regionale
dell‟offerta formativa sarà possibile attivare l‟opzione:
scienze applicate, volta all‟acquisizione di competenze
particolarmente avanzate negli studi afferenti alla cultura
scientifico-tecnologica, con particolare riferimento alle
scienze matematiche, fisiche, chimiche, biologiche, della
terra ed all‟informatica, e che non prevede lo studio del
latino.
L‟orario annuale sarà di 27 ore settimanali nel primo biennio e
30 ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno.
- 25 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
Il liceo delle scienze umane, il cui percorso fornirà allo studente
le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per cogliere
la complessità e la specificità dei processi formativi, assicurando
la padronanza dei linguaggi, delle metodologie e delle tecniche
nel campo delle scienze umane, è altresì attivabile con l‟opzione:
economico-sociale, nel cui percorso saranno approfonditi
i nessi e le interazioni tra le scienze giuridiche,
economiche, sociali e storiche, senza prevedere lo studio
del latino.
L‟orario annuale sarà di 27 ore settimanali nel primo biennio e
30 ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno.
Da un‟analisi più approfondita dei piani di studio dei nuovi
licei1 risulta, quindi, che le principali novità introdotte sono:
la valorizzazione della lingua latina, obbligatoria al liceo
classico, scientifico (tradizionale), linguistico e delle
scienze umane (tradizionale), opzionale negli altri;
il potenziamento delle lingue straniere, con la presenza
obbligatoria dell‟insegnamento di una lingua straniera nei
5 anni per tutti i licei, dell‟insegnamento in lingua
straniera di una disciplina non linguistica nel percorso di
studi dei licei e dell‟insegnamento di un‟ulteriore
disciplina non linguistica in una diversa lingua straniera
nel secondo anno del secondo biennio del liceo
linguistico;
la valorizzazione della qualità piuttosto che della quantità,
con una diminuzione del quadro orario annuale;
Vedi:
http://archivio.pubblica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/doc/04_Alle
gati_BCDEFG_Quadri_orari_definitivo_refuso_design.pdf
1
- 26 -
2. La riforma Gelmini
una maggiore autonomia scolastica (quota di flessibilità
degli orari pari al 20% nel primo biennio e quinto anno
ed al 30% nel secondo biennio);
un rapporto più forte scuola-lavoro-università, con
possibilità a partire dal secondo biennio di effettuare
parte del percorso attraverso l‟alternanza scuola-lavoro,
gli stage o in collegamento con il mondo dell‟alta
formazione.
Il passaggio al nuovo ordinamento verrà effettuato a partire
dall‟anno scolastico 2010/2011 relativamente alle prime classi
[cfr. 2.3 Le confluenze nel territorio faentino].
2.2.2 La riforma degli istituti tecnici
Attualmente in Italia gli istituti tecnici sono 1800 suddivisi in 10
settori e 39 indirizzi. La riforma punta, dunque, a limitare la
frammentazione degli indirizzi rafforzando il riferimento ad
ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale. I nuovi
istituti tecnici verranno quindi suddivisi in 2 settori ed 11
indirizzi, quasi tutti con articolazioni nel triennio [cfr. Tabella 5],
ed avranno un orario annuale di 32 ore settimanali:
settore economico:
o indirizzo amministrazione, finanza e marketing:

articolazione relazioni internazionali per il
marketing;

articolazione sistemi informativi aziendali;
o indirizzo turismo;
- 27 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
settore tecnologico:
o indirizzo meccanica, meccatronica ed energia:

articolazione meccanica e meccatronica;

articolazione energia;
o indirizzo trasporti e logistica:

articolazione costruzione del mezzo;

articolazione conduzione del mezzo;

articolazione logistica;
o indirizzo elettronica ed elettrotecnica:

articolazione elettronica;

articolazione elettrotecnica;

articolazione automazione;
o indirizzo informatica e telecomunicazioni:

articolazione informatica;

articolazione telecomunicazioni;
o indirizzo grafica e comunicazione;
o indirizzo chimica, materiali e biotecnologie:

articolazione chimica e materiali;

articolazione biotecnologie ambientali;

articolazione biotecnologie sanitarie;
o indirizzo sistema moda:

articolazione tessile, abbigliamento e
moda;

articolazione calzature e moda;
- 28 -
2. La riforma Gelmini
o indirizzo agraria, agroalimentare e agroindustria:

articolazione produzioni e trasformazioni;

articolazione gestione dell‟ambiente e del
territorio;

articolazione viticoltura e enologia;
o indirizzo costruzioni, ambiente e territorio:

articolazione geotecnica.
Riordino degli istituti tecnici
1) settore economico
2) settore tecnologico
1a) amministrazione, finanza e
marketing
2a) meccanica, meccatronica ed
energia
1a.1) relazioni internazionali per il
marketing
2a.1) meccanica e meccatronica
1a.2) sistemi informativi aziendali
1b) turismo
2a.2) energia
2b) trasporti e logistica
2b.1) costruzione del mezzo
2b.2) conduzione del mezzo
2b.3) logistica
2c) elettronica ed elettrotecnica
2c.1) elettronica
2c.2) elettrotecnica
2c.3) automazione
2d) informatica e telecomunicazioni
2d.1) informatica
2d.2) telecomunicazioni
- 29 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
2e) grafica e comunicazione
2f) chimica, materiali e biotecnologie
2f.1) chimica e materiali
2f.2) biotecnologie ambientali
2f.3) biotecnologie sanitarie
2g) sistema moda
2g.1) tessile, abbigliamento e
moda
2g.2) calzature e moda
2h) agraria, agroalimentare e
agroindustria
2h.1) produzioni e trasformazioni
2h.2) gestione dell‟ambiente e del
territorio
2h.3) viticoltura ed enologia
2g) costruzioni, ambiente e territorio
2g.1) geotecnica
Tabella 5: I 2 settori in cui verranno suddivisi gli istituti tecnici ed i relativi
indirizzi/articolazioni
Per quanto riguarda la loro finalità, gli istituti tecnici hanno
l‟obiettivo di fare acquisire una padronanza dei quadri scientifici
di riferimento e dello sviluppo delle tecnologie. Quanto agli
indirizzi, occorre tenere conto sia delle filiere professionali, sia
del fatto che alcune competenze sono spendibili in molti settori,
mentre altre sono molto più specialistiche. Infine per quanto
concerne la struttura curricolare, i percorsi degli istituti tecnici
saranno articolati in un‟area di istruzione generale comune a tutti
ed in ampie aree di indirizzo riferite ad ambiti tecnologici, a
processi produttivi, ai servizi del terziario avanzato, nonché ai
- 30 -
2. La riforma Gelmini
successivi percorsi di studio e lavoro. Tutti i percorsi degli istituti
tecnici avranno durata quinquennale e saranno strutturati in un
primo biennio, dedicato all‟acquisizione dei saperi e delle
competenze previsti per l‟assolvimento dell‟obbligo di istruzione,
e in un secondo biennio più quinto anno, in cui gli indirizzi
possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal
mondo del lavoro [cfr. Tabella 6].
Struttura del percorso degli istituti
tecnici pre-riforma
Struttura del percorso degli istituti
tecnici post-riforma
Biennio  2
Primo biennio  2
Secondo biennio  2
Triennio  3
Ultimo anno  1
+
+
Diploma di maturità
Diploma di maturità
Tabella 6: Struttura del percorso degli istituti tecnici prima e dopo la riforma
Da un‟analisi più approfondita dei piani di studio 2 le principali
novità introdotte dalla riforma saranno:
più autonomia (20%) e più flessibilità dell‟offerta
formativa (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto
anno);
un incremento delle ore di studio della lingua inglese, la
possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere
e l‟insegnamento di una disciplina non linguistica in
lingua inglese (CLIL);
Vedi:
http://archivio.pubblica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/doc/ALL_B
_C_Tecnici_4_02_10.pdf
2
- 31 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
l‟insegnamento delle scienze integrate, quali scienze della
terra e biologia, fisica e chimica, con l‟obiettivo di
potenziare la cultura scientifica secondo una visione
sistemica;
un rapporto rafforzato con il mondo del lavoro e delle
professioni, tramite un‟ampia diffusione di stage, tirocini
ed alternanza scuola-lavoro e la possibilità di istituire
Dipartimenti, finalizzati all‟aggiornamento costante dei
percorsi di studio, un Comitato Tecnico-Scientifico,
formato da docenti, esperti del mondo del lavoro, delle
professioni e della ricerca, ed un Ufficio Tecnico, con il
compito di sostenere la migliore organizzazione e
funzionalità dei laboratori;
uno stretto rapporto con l‟università e con il sistema
dell‟istruzione e della formazione professionale.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative
sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente
nel nuovo ordinamento che entrerà in vigore a partire dall‟anno
scolastico 2010/2011 per le classi prime [cfr. par. 2.3]. Le classi
seconde, terze e quarte proseguiranno secondo i piani di studio
previgenti sino alla conclusione del quinquennio, ma con un
orario settimanale di 32 ore.
2.2.3 La riforma degli istituti professionali
In Italia attualmente gli istituti professionali sono 1425,
suddivisi in 5 settori di istruzione e 27 indirizzi. Con il riordino
dell‟istruzione professionale si intende riaffermare l‟identità di
questo tipo di scuola nell‟ambito dell‟istruzione superiore e
superare la sovrapposizione con l‟istruzione tecnica, ponendo
- 32 -
2. La riforma Gelmini
così le basi per un raccordo organico con il sistema di istruzione
e formazione professionale, di competenza delle regioni. I nuovi
istituti professionali [cfr. Tabella 7] verranno dunque suddivisi in
2 settori e 6 indirizzi (con alcune articolazioni), con un orario
annuale di 32 ore settimanali:
settore dei servizi:
o servizi per l‟agricoltura e lo sviluppo rurale;
o servizi socio-sanitari:

articolazione odontotecnico;

articolazione ottico;
o servizi per
alberghiera:
l‟enogastronomia
e
l‟ospitalità

articolazione enogastronomia;

articolazione servizi di sala e di vendita;

articolazione accoglienza turistica;
o servizi commerciali;
istituti professionali per il settore industria e artigianato:
o produzioni industriali e artigianali;
o manutenzione e assistenza tecnica.
- 33 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
Riordino degli istituti professionali
1) settore dei servizi
2) settore industria e
artigianato
1a) servizi per l‟agricoltura e lo sviluppo
rurale
2a) produzioni industriali e
artigianali
1b) servizi socio-sanitari
2b) manutenzione e assistenza
tecnica
1b.1) odontotecnico
1b.2) ottico
1c) servizi per l‟enogastronomia e l‟ospitalità
alberghiera
1c.1) enogastronomia
1c.2) servizi di sala e di vendita
1c.3) accoglienza turistica
1d) servizi commerciali
Tabella 7: I 2 settori in cui verranno suddivisi gli istituti professionali ed i relativi
indirizzi/articolazioni
La missione dell‟istruzione professionale sarà finalizzata a
garantire capacità operative di progettazione e di realizzazione di
soluzioni per la gestione di processi, impianti e/o servizi. Tali
capacità, seppur orientate all‟espressione di competenze di tipo
tecnico-relazionale, vanno inquadrate in un‟adeguata conoscenza
dei fondamenti scientifici e tecnologici. Per quanto concerne la
struttura curricolare, i percorsi degli istituti professionali saranno
articolati in un‟area di istruzione generale comune a tutti ed in
ampie aree di indirizzo. Tutti i percorsi degli istituti professionali
avranno durata quinquennale e saranno strutturati in un primo
biennio, dedicato all‟acquisizione dei saperi e delle competenze
- 34 -
2. La riforma Gelmini
previsti per l‟assolvimento dell‟obbligo di istruzione, in un
secondo biennio e in un quinto anno [cfr. Tabella 8].
Struttura del percorso degli istituti
professionali pre-riforma
Struttura del percorso degli istituti
professionali post-riforma
Triennio  3
Primo biennio  2
+
Eventuale qualifica professionale
statale
Secondo biennio  2
+
Biennio  2
+
Qualifica professionale statale al 3°
anno?
Qualifica europea al 4° anno?
Diploma di maturità
Ultimo anno  1
+
Diploma di maturità
Tabella 8: Struttura del percorso degli istituti professionali prima e dopo la riforma
Da un‟analisi più approfondita dei piani di studio 3 le principali
novità introdotte dalla riforma saranno:
una maggiore autonomia (20%) e flessibilità dell‟offerta
formativa rispetto agli istituti tecnici (25% nel primo
biennio, 35% nel secondo biennio, 40% nel quinto
anno);
Vedi:
http://archivio.pubblica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/doc/ALL_B
_C_Prof_4_2_10.pdf
3
- 35 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
la coordinazione con la formazione professionale
regionale per realizzare percorsi per il conseguimento di
qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di
durata quadriennale;
approcci didattici di tipo induttivo, anche attraverso
attività di simulazione e la costituzione di un Ufficio
Tecnico, con il compito di sostenere la migliore
organizzazione e funzionalità dei laboratori;
più ore di tirocinio, stage ed alternanza scuola-lavoro
soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative
sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno
gradualmente nel nuovo ordinamento che entrerà in vigore a
partire dall‟anno scolastico 2010/2011 per le classi prime [cfr.
par. 2.3]. Le classi seconde, terze e quarte proseguiranno secondo
i piani di studio previgenti sino alla conclusione del quinquennio,
ma con un orario settimanale di 34 ore nell‟anno scolastico 20102011 e 32 ore nei successivi.
2.3 Le confluenze nel territorio faentino
Per quanto concerne le scuole secondarie di secondo grado del
territorio faentino (che comprende gli istituti situati nei comuni
di Faenza e Riolo Terme), le confluenze verso il nuovo
ordinamento verranno attuate, relativamente all‟anno scolastico
2010/2011, come segue [cfr. Tabella 9]4:
4
Liberamente adattata da: http://www.racine.ra.it/informagiovanifaenza/scuo.htm)
- 36 -
2. La riforma Gelmini
Comune di Faenza
Nome istituto
scolastico
Liceo Torricelli
Liceo parificato
S. Umiltà
Istituto
Professionale
per l’Industria e
l’Artigianato
Foscolo
(parificato)
Nome istituto
nel nuovo
ordinamento
Liceo Torricelli
Liceo parificato
S. Umiltà
Indirizzi attuali
Confluenze degli
indirizzi al nuovo
ordinamento
Liceo classico
Liceo classico
Liceo linguistico
“Brocca”
Liceo linguistico
Liceo scientifico
Liceo scientifico
Liceo socio-psicopedagogico
Liceo delle scienze
umane
Liceo linguistico
europeo
Liceo linguistico
Liceo delle scienze
sociali
Istituto
Professionale
Settore Servizi
Foscolo
(parificato)
Liceo delle scienze
umane
Opzione economicosociale
Servizi Socio-sanitari
Odontotecnico
Articolazione
odontotecnico
Indirizzo artistico
Istituto d’Arte
per la Ceramica
Ballardini
Liceo Artistico
Ballardini
Indirizzo restauro
ceramica
Indirizzo tecnologia
ceramica
- 37 -
Liceo artistico
indirizzo Design
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
Comune di Faenza
Nome istituto
scolastico
Nome istituto
nel nuovo
ordinamento
Indirizzi attuali
ERICA
Istituto Tecnico
Commerciale e
per Geometri
Oriani
Istituto Tecnico
Settori
Economico e
Tecnologico
Oriani
IGEA
Indirizzo
Amministrazione,
Finanza e Marketing
MERCURIO
Articolazione
Relazioni
Internazionali per il
Marketing e Servizi
informativi aziendali
ITG geometra
CINQUE
Perito elettronico e
telecomunicazioni
Istituto Tecnico
Industriale e
Istituto
Professionale
per l’Industria e
l’Artigianato
Bucci
I. I. S. TecnicoProfessionale
Settori
Tecnologico e
Industria e
Artigianato
Bucci
Confluenze degli
indirizzi al nuovo
ordinamento
Perito meccanico
Tecnico elettronico
Tecnico meccanico
- 38 -
Indirizzo Costruzioni,
Ambiente e Territorio
Indirizzo Elettronica
ed Elettrotecnica
Articolazione
Elettronica
Indirizzo Meccanica,
Meccatronica ed
Energia
Articolazione
Meccanica e
Meccatronica
Indirizzo
Manutenzione ed
Assistenza Tecnica
2. La riforma Gelmini
Comune di Faenza
Nome istituto
scolastico
Istituto
Professionale
StrocchiPersolino
Nome istituto
nel nuovo
ordinamento
Istituto
Professionale
EconomicoAziendale e per
l‟Agricoltura
StrocchiPersolino
Indirizzi attuali
Confluenze degli
indirizzi al nuovo
ordinamento
Agrotecnico
Servizi per
l‟Agricoltura e lo
Sviluppo Rurale
Gestione aziendale
Grafico pubblicitario
Servizi Commerciali
Impresa turistica
Tecnico dei servizi
turistici
Comune di Riolo Terme
Nome istituto
scolastico
Istituto
Professionale
Alberghiero
Artusi
Nome istituto
nuovo
ordinamento
Istituto
Professionale
Alberghiero
Artusi
Indirizzi attuali
Confluenze degli
indirizzi al nuovo
ordinamento
Tecnico della
ristorazione
Indirizzo Servizi per
l‟Enogastronomia e
l‟Ospitalità
Alberghiera
Tecnico dei servizi
turistici
Articolazioni
Enogastronomia,
Servizi di Sala e
Vendita e Accoglienza
Turistica
Tabella 9: Denominazioni degli istituti scolastici e confluenze di indirizzo al nuovo
ordinamento
- 39 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
3. Riflessioni sugli esiti della riforma
Gelmini in territorio faentino
Le riflessioni che seguono sono frutto di una serie di interviste
e di workshop [cfr. Appendice A1-A17] effettuate nei mesi di
febbraio-maggio 2010 sia con gli addetti ai lavori, ovvero
assessori alla cultura, segretari di associazioni sindacali del settore
scuola e dirigenti scolastici, che con parte dell‟utenza finale degli
istituti del territorio, cioè i referenti delle principali associazioni
di categoria.
3.1 Il percorso di attuazione della normativa
Il percorso di attuazione della normativa è stato piuttosto
complesso.
L‟Ufficio Scolastico Regionale si è occupato della
programmazione dell‟offerta formativa e dell‟attribuzione dei vari
indirizzi alle scuole del territorio, delegando le singole province
per la programmazione dell‟offerta formativa provinciale.
L‟Ufficio Scolastico Provinciale e l‟Assessorato alla Cultura ed
all‟Istruzione di Ravenna hanno quindi lavorato in concertazione
con le amministrazioni comunali, con i dirigenti scolastici e con
alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria. Sono stati
organizzati diversi incontri e tavoli, da settembre 2009 per tutto il
corso dell‟anno scolastico, sia in ambito provinciale che in
ambito prettamente faentino con lo scopo di monitorare e
discutere gli svolgimenti della riforma, l‟attribuzione degli
- 40 -
3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino
indirizzi ed il raccordo scuola-mondo del lavoro. In particolare,
su Faenza è attivo uno strumento di confronto tra i
rappresentanti delle scuole ed alcuni rappresentanti delle
associazioni di categoria creato non solo ai fini della riforma, ma
anche per cercare di riallineare i profili formativi in uscita dalle
scuole con le reali esigenze del territorio. Molte scuole faentine
hanno inoltre formato, al loro interno, gruppi di lavoro riguardo
alla flessione del curriculum formativo tramite le quote di
autonomia scolastica e flessibilità del curriculum.
Le associazioni sindacali del settore scuola hanno invece
organizzato incontri periodici con i lavoratori delle scuole per
esplicare ed, eventualmente, discutere le bozze dei regolamenti
dato che l‟informazione reperibile on-line è stata spesso giudicata
frammentaria, obsoleta e troppo complessa.
3.2 I principali cambiamenti introdotti dalla
riforma Gelmini
Le indicazioni, a livello provinciale, sono state di non
sconvolgere troppo l‟assetto dell‟offerta formativa dell‟anno
scolastico 2009/2010 perciò le confluenze sono state effettuate
in maniera piuttosto automatica tentando, ove possibile, di
rimodellare il curriculum formativo tramite le quote di autonomia
e flessibilità per renderlo il più aderente possibile alle esigenze
specifiche del territorio. La semplificazione degli indirizzi,
tuttavia, è un dato innegabile.
Il cambiamento più vistoso e generalizzabile a tutti gli istituti
consiste nel taglio degli orari settimanali/annuali con
corrispondente variazione dell‟unità oraria da 50 minuti a 60
minuti. Ciò non comporterà comunque forti variazioni per gli
- 41 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
studenti, siccome il tempo passato a scuola rimarrà pressoché
invariato, con la proposta eventuale di alcuni rientri pomeridiani
relativamente a certi istituti (Bucci, Persolino-Strocchi). Tuttavia
per le scuole in senso lato tale cambiamento significa:
un minor numero di discipline impartite, per quanto
concerne i percorsi dei licei, con possibilità di un maggior
approfondimento delle stesse;
un taglio significativo alle ore di attività laboratoriali e
caratterizzanti, per quanto riguarda i percorsi degli istituti
tecnici e professionali, che cercheranno di recuperare
parte di queste ore tramite le quote di autonomia e
flessibilità;
una generica necessità di riqualificazione del personale
docente in esubero.
La diminuzione dell‟orario scolastico non piace a Edera
Fusconi, segretario provinciale della Uil scuola. “I licei
passeranno dalle 30 ore attuali a 27, i tecnici da 35 a 32, i
professionali da 36 a 32” sottolinea. “Questa riforma, – aggiunge
– come quella già in essere da settembre per il primo ciclo,
risponde unicamente ad una logica di tagli imposti dal ministro
dell‟Economia, senza coinvolgimento del mondo della scuola. È
del tutto incomprensibile, poi, che si effettui una riduzione di ore
nelle seconde, terze e quarte dei tecnici e dei professionali non
coinvolte dai cambiamenti della riforma”. Giovanni Sedioli,
Assessore alla Scuola, Formazione, Università e Lavoro della
Regione Emilia-Romagna, sembra essere dello stesso avviso: “la
lettura di taglio economico-finanziario come logica primaria è
sicuramente riscontrabile. Non vogliamo alludere semplicemente
alla riduzione di orario [...], ma al fatto che a questa si associa una
drastica riduzione delle risorse finanziarie ed umane
indispensabili per iniziative autonome delle scuole”. Anche per il
segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, “non siamo di fronte a una
- 42 -
3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino
riforma, bensì ad un taglio epocale alla scuola pubblica italiana
che ci allontana dall‟Europa”, mentre il leader dell‟Idv, Antonio di
Pietro, l‟ha definita “la naturale conseguenza di un abuso fatto
nei mesi precedenti”.
Si passerà inoltre da un insegnamento delle conoscenze ad un
insegnamento delle competenze, con ovvie necessità di
aggiornamento e formazione del personale docente. Anche
l‟introduzione della CLIL (la disciplina non linguistica impartita
in lingua straniera, nei licei e negli istituti tecnici) pone seri
interrogativi in merito all‟adeguata formazione del personale
docente che dovrà impartirla, al reclutamento degli insegnanti
preposti tramite il sistema delle classi di concorso ed alla
difficoltà generica nel determinare gli organici. “Tra rivisitazione
degli ordinamenti, riduzione degli orari e tagli delle compresenze,
le scuole superiori mettono sul piatto 15.300 dei 45.300 posti che
gli organici della scuola perderanno per strada nei prossimi tre
anni”5. E ancora Silvia Minardi di Lend si domanda: “chi sono i
docenti CLIL? Tutti i documenti dicono chiaramente che
l‟insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua
straniera sarà affidato ad un docente di disciplina. Un‟opzione
che potrebbe anche essere ottimale se non fosse per il fatto che
non ci sono, nel nostro paese, molti docenti di discipline non
linguistiche con le competenze linguistiche necessarie per
insegnare la loro materia in lingua straniera. Forse ci si affiderà al
solito piano di formazione, sicuramente on-line perché anche
questo serve a risparmiare, con il quale preparare almeno 20.000
docenti di discipline non linguistiche per l‟insegnamento CLIL
nella scuola superiore italiana?”.
La sorte della qualifica professionale al terzo anno degli istituti
professionali rimane poi un nodo problematico. Sicuramente
resterà la possibilità di ottenerla fino al prossimo anno scolastico;
5
Il Sole 24 Ore, 08/02/2010.
- 43 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
quanto al seguito aleggia ancora molta incertezza. Alcune
indicazioni vogliono tale qualifica di competenza esclusiva della
formazione professionale regionale con possibilità, però, di
accedere ad una qualifica riconosciuta a livello europeo al quarto
anno, ma si attendono ancora i regolamenti definitivi.
“Non vi è stata da parte del ministero la volontà di chiarire il
rapporto fra competenze di Stato e Regioni sul tema delle
qualifiche professionali né il senso da dare alla sussidiarietà e [...]
più in generale si può evidenziare una persistente
sottovalutazione del ruolo delle Regioni da parte del Ministero”
commenta Giovanni Sedioli, Assessore alla Scuola, Formazione,
Università e Lavoro della Regione Emilia-Romagna.
Per quanto concerne invece i singoli istituti, i cambiamenti più
significativi hanno interessato il Ballardini, l‟Oriani ed il
Persolino-Strocchi. Negli altri istituti, invece, le confluenze al
nuovo ordinamento sono state piuttosto lineari, comportando
solamente una diversa distribuzione oraria di alcune discipline
nell‟arco dei 5 anni.
3.2.1 Istituto d’Arte per la Ceramica “Ballardini” .
Passaggio a Liceo Artistico del Design “Ballardini”
L‟Istituto d‟Arte per la Ceramica Ballardini è confluito in liceo
artistico ad indirizzo design. Tale scelta sarebbe volta a rispettare
la centenaria vocazione all‟arte dell‟istituto e, sotto il profilo
legislativo, sembrerebbe essere, almeno in un primo tempo,
l‟unica alternativa possibile, siccome il regolamento prevede che
tutti gli istituti d‟arte confluiscano in liceo e che, eventualmente,
chiedano poi alla regione la confluenza di alcuni dei loro indirizzi
nei percorsi degli istituti professionali.
- 44 -
3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino
Tuttavia ciò comporta un forte ridimensionamento dell‟offerta
formativa ed una perdita di alcune specializzazioni significative
per il territorio faentino, quali conservazione e restauro del
patrimonio artistico. “Con la riforma Gelmini della scuola
secondaria di secondo grado, l‟offerta formativa si impoverisce”,
afferma anche il segretario provinciale Udc di Ravenna,
Giancarlo Frassineti. “Così – precisa – la nostra provincia si
ritrova con due licei (Faenza e Ravenna) dall‟offerta formativa
analoga: il pacchetto ore caratterizzante i vari indirizzi è infatti
molto esiguo”.
È inoltre probabile che negli anni scolastici a venire si debbano
decidere anche le sorti dell‟autonomia dell‟istituto, che conta
attualmente un numero abbastanza esiguo di iscritti e che stando
ai regolamenti dovrebbe essere accorpato.
3.2.2 Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri
“Oriani”. Perdita delle sperimentazioni ERICA e
MERCURIO
L‟Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri Oriani perderà
alcune delle sue sperimentazioni di maggior successo, quali
ERICA e MERCURIO. Se da una parte si cercherà di
salvaguardare comunque l‟offerta formativa di tali
sperimentazioni tramite le quote di autonomia e di flessibilità,
dall‟altra non è possibile prevedere, al momento, se i diplomati
del nuovo ordinamento riscontreranno lo stesso successo, in
termini occupazionali, dei loro colleghi precedenti. Inoltre,
alcune discipline importanti per un territorio a forte vocazione
turistica quale il faentino (storia dell‟arte e geografia economica)
verranno inesorabilmente tagliate fuori dai nuovi curricula, per
- 45 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
essere eventualmente reintegrate in un indirizzo turistico, qualora
ne venga richiesta l‟attivazione in futuro.
3.2.3 Istituto Professionale Commerciale “Strocchi”.
Perdita del profilo grafico-pubblicitario
Lo stesso discorso vale per l‟Istituto Professionale
Commerciale Strocchi che perderà il profilo del graficopubblicitario, previsto nella riforma solamente all‟interno del
percorso degli istituti tecnici. Si tenterà di salvaguardarne
comunque l‟offerta formativa, ma di fatto non è possibile
prevedere il tipo di successo di queste nuove figure professionali
nel mondo del lavoro.
3.3. Punti di forza e criticità del sistema
scolastico secondario di secondo grado pre e
post-riforma
L‟eccessiva frammentazione degli indirizzi è sicuramente una
grossa criticità che la riforma ha risolto, nonostante il parere
pressoché unanime degli addetti ai lavori riporti la mancanza di
una tempistica di discussione e di applicazione adeguata e del
coinvolgimento di tutte le forze dell‟arco parlamentare, dei
rappresentanti delle scuole e del territorio, al fine di rendere il
riordino veramente efficace ed i profili formativi più aderenti alle
reali necessità del mondo del lavoro. La semplificazione degli
indirizzi, inoltre, non ha tenuto sufficientemente conto di alcune
- 46 -
3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino
sperimentazioni giudicate molto positive, quali ERICA,
MERCURIO e MICHELANGELO, di cui è possibile ritrovare
traccia nei curricula formativi solo grazie alle modifiche apportate
tramite le quote di autonomia scolastica e flessibilità del
curriculum. Tali quote di autonomia e flessibilità da una parte
rappresentano un‟indubbia risorsa a cui attingere per completare
l‟offerta formativa, ma dall‟altra configurano il rischio che venga
ripristinato quasi totalmente il carattere di eccessiva
frammentarietà della scuola secondaria di secondo grado preriforma.
Anche l‟alleggerimento dei curricula formativi costituirebbe un
dato positivo di incoraggiamento all‟approfondimento delle
discipline, al sostegno ed al recupero, se non fosse che la logica
ispiratrice sembra essere quella dei tagli generalizzati. Si tratta,
infatti, di tagli degli orari settimanali/annuali che, soprattutto per
quanto riguarda gli istituti tecnici e professionali, penalizzano
fortemente le discipline pratiche, laboratoriali e caratterizzanti di
ciascun profilo formativo, finendo per penalizzare anche la
tipologia di utenza scolastica e l‟utenza finale relativamente al
mondo del lavoro. Vengono drasticamente ridotte tutte le risorse
finanziarie ed umane, tra cui la compresenza dei docenti negli
istituti tecnici e professionali. Non sono, inoltre, previsti
investimenti finanziari nell‟aggiornamento e nella formazione del
personale docente, che andrebbe opportunamente sostenuto, per
una migliore qualità della didattica, nel delicato passaggio al
nuovo ordinamento.
Manca poi un impianto culturale unitario dei 3 segmenti
soggetti a riforma: un tentativo di lettura unitaria degli istituti
tecnici e professionali è presente anche se incompiuto a causa dei
tagli, mentre i licei sono ancora molto distanti dal raccordarsi con
gli altri segmenti. Ciò è particolarmente vero per quanto
concerne il primo biennio, le cui funzioni sarebbero
l‟assolvimento dell‟obbligo di istruzione, il consolidamento delle
- 47 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
conoscenze e competenze di base e l‟eventuale ri-orientamento
degli studenti rispetto alle scelte effettuate in terza media. In
questo contesto formativo, infatti, gli eventuali passaggi da un
segmento all‟altro sono davvero ostici con il rischio che venga
confermata la stratificazione sociale delle frequenze nei vari
ordini di scuola. A tal proposito il Prof. Maurizio Tiriticco,
Università Roma 3, si chiede: “quale valore avranno domani i
risultati degli apprendimenti, se si devono attendere dopodomani
quegli ulteriori provvedimenti per essere in linea con quanto oggi
ci suggerisce la ricerca educativa di cui alle stesse indicazioni che
ci vengono dall‟Unione Europea?”.
Inoltre è particolarmente critica, secondo i principali referenti
sindacali, anche l‟annunciata volontà di abbassare la pratica
dell‟apprendistato al quindicesimo anno di età, ricomprendendola
tra le modalità per assolvere l‟obbligo di istruzione. Si
rimanderebbero così le fasce più deboli ad esperienze che
sarebbero inevitabilmente riduttive sul piano della costruzione
culturale e della personalità. Per alcune associazioni di categoria,
invece, ciò potrebbe costituire per i giovani un‟utile esperienza ai
fini del loro ingresso nel mondo del lavoro.
L‟indisponibilità del testo definitivo dei regolamenti impedisce
alcune importanti valutazioni, tra cui il rapporto tra le
competenze dello stato e quelle delle regioni sul tema delle
qualifiche professionali, la riforma degli IFTS6 e l‟istituzione di
Centri di Istruzione per Adulti che si sostituiranno ai corsi serali.
Rimane infine aperta, secondo l‟opinione di alcuni addetti ai
lavori, un‟importante questione di cui la riforma non si è
occupata, ovvero il difficile rapporto scuola-famiglia. Sarebbe
infatti opportuno rivedere e ridefinire tale rapporto soprattutto
alle luce dei recenti cambiamenti del modo di vivere in società e
dei nuovi stili educativi. La priorità della scuola, infatti, non può
6
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 48 -
3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino
più essere la formazione tout-court dello studente poiché per
attuare una formazione completa dell‟individuo è sicuramente
necessario un lavoro sinergico con le famiglie dei ragazzi.
3.4 Il raccordo della scuola secondaria di
secondo grado con il mondo universitario e
dell’istruzione e formazione tecnica
superiore (formazione politecnica)
Il raccordo della scuola secondaria di secondo grado con il
mondo universitario si sostanzia, fondamentalmente, nell‟attività
di orientamento. Si dovrebbe auspicare, invece, ad una maggiore
sinergia soprattutto per quanto concerne la ricerca, i suoi risultati
e le sue possibili applicazioni.
Per quanto concerne gli IFTS, i pareri sono invece discordi. Da
una parte ci si domanda se abbiano una loro valenza effettiva o
se, invece, gli studenti continuino comunque a trovare
occupazione grazie al diploma o alla laurea posseduta. A favore
di questa tesi si schierano tutti coloro che sostengono che gli
IFTS attuino collaborazioni molto significative con il mondo
delle associazioni di categoria, ma pressoché irrilevanti con le
scuole. D‟altra parte, c‟è chi sostiene che gli IFTS sono e, a
maggior ragione, potrebbero essere una preziosissima risorsa se
attivati dopo uno studio oculato delle esigenze del territorio e
delle possibili alleanze. Si tratterebbe di investire sui settori delle
energie rinnovabili, dell‟ambiente, dell‟agricoltura e della
ceramica, anche per recuperare il patrimonio di saperi e di
competenze dei tecnici della cosiddetta “terza area” che con la
riforma degli istituti professionali viene a perdersi. Per far ciò
- 49 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
occorrerebbe istituire delle vere e proprie filiere, ma allo stato
attuale mancano ancora le norme e gli strumenti per riformare gli
IFTS.
Un altro interessante interrogativo riguarda il ruolo degli IFTS
[cfr. Tabella 10], ovvero se debbano porsi o meno in
concorrenza con la formazione universitaria, soprattutto quella
triennale. I sostenitori della concorrenza tra IFTS ed università
asseriscono che gli studenti non devono sentirsi obbligati a
proseguire il proprio percorso nelle università e che l‟università
non può detenere il monopolio della formazione post-scolastica.
È necessario quindi che gli IFTS vengano strutturati al meglio e
riconosciuti nelle qualifiche che rilasciano affinché possano
realmente rappresentare un‟alternativa al sistema universitario,
come d‟altronde avviene in molti paesi europei. Chi invece
sostiene che gli IFTS e l‟università non possano essere
concorrenti adduce a favore della propria tesi il fatto che gli
IFTS sono molto orientati, fin da subito, al rapporto con le
imprese del territorio che si sostanzia in lunghi periodi di stage,
cosa che nelle università avviene eventualmente solo al terzo
anno e per periodi relativamente brevi, se confrontati con il
monte orario destinato invece alle materie di applicazione
teorica.
- 50 -
3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino
Scuola secondaria di secondo grado
(percorso quinquennale)
IFTS (percorsi annuali/biennali?)
Formazione pratica/tecnica
Università – laurea di base
(triennale)
Formazione teorica
Università – laurea magistrale
(biennale)
Formazione teorica
Tabella 10: Possibile alternativa rappresentata dagli IFTS nell‟ambito della formazione
pratica/tecnica post-maturità rispetto alla formazione teorica impartita
nelle università
3.5 Attese di cambiamento nel breve e medio
periodo
Tutte le istituzioni scolastiche interpellate hanno riportato un
rapporto più che soddisfacente con il territorio faentino, che si
sostanzia in periodi di alternanza scuola-lavoro, tirocini e stage in
aziende, imprese, cooperative e presso gli artigiani. Le scuole
sostengono che in questo periodo di crisi occorra più che mai
domandarsi, in concertazione con i rappresentanti delle
associazioni di categoria, quali siano le figure professionali
spendibili sul mercato del lavoro e di cui il territorio faentino ha
realmente bisogno e come formarle. Tutto ciò va naturalmente
interpretato in un‟ottica di lavoro sinergico e di riconoscimento
reciproco scuola-mondo del lavoro e non di subordinazione della
prima nei confronti del mondo produttivo.
- 51 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
A questo proposito, l‟opinione di alcuni dei segretari delle
associazioni sindacali sezione scuola è piuttosto divergente. Essi
affermano, infatti, che la funzione della scuola sia quella di
formare l‟individuo, non di addestrarlo meramente ad un
compito, e che in tal senso siano necessarie, eventualmente,
maggiori sinergie con le associazioni dei genitori e degli educatori
piuttosto che con le associazioni di categoria. Le alleanze con il
mondo produttivo dovrebbero invece essere strette in un
momento successivo, ad esempio nell‟ambito degli IFTS.
I settori su cui, comunque, occorrerà porre l‟attenzione nel
breve e medio periodo sono:
il settore ceramico, con gli sviluppi legati alla ricerca ed
alla chimica dei materiali ceramici e la questione di come
preservare e dare un seguito, invece, alle competenze
artistiche che costituiscono il patrimonio del territorio
faentino;
i settori ambiente, energia, meccanica ed elettronica, che
richiedono molte più figure professionali di quelle
attualmente disponibili e pongono l‟interrogativo del
perché gli istituti tecnici e professionali che preparano in
tal senso siano relativamente poco appetibili per i
giovani.
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4. Alcune considerazioni finali
4. Alcune considerazioni finali
Dall‟indagine effettuata emerge chiaramente la necessità di
ridare dignità alla formazione tecnica e professionale, che
rappresenta il segmento più toccato dai tagli della riforma e che
necessita di una forte ridefinizione della propria identità
specifica. Si tratta, infatti, di due segmenti scolastici che
producono un tipo di cultura, quella tecnica e professionale
appunto, che viene direttamente utilizzata dal territorio ed alla
quale bisognerebbe riattribuire la giusta portata ed importanza.
Tuttavia in un‟ottica di lifelong learning le istituzioni scolastiche
rappresentano solo una delle agenzie vocate alla trasmissione del
sapere e del saper fare perciò non si può pretendere che esse
rispondano alla complessificazione dei saperi con l‟accrescimento
del numero delle materie impartite e delle relative ore. È invece
necessaria una selezione dei nodi centrali ed indispensabili nella
prospettiva, appunto, di continuare ad acquisire sapere e saper
fare per tutta la durata della propria esperienza formativolavorativa.
Sotto questo punto di vista è quindi importante chiedersi se
parte delle competenze parzialmente perse con il taglio delle ore
di “terza area” degli istituti professionali e con il passaggio
dell‟istituto d‟arte per la ceramica a liceo artistico non potrebbero
essere recuperate nell‟ambito dell‟istruzione e formazione
professionale regionale, con la creazione ad esempio di IFTS o
poli ad hoc per la ceramica/mosaico ed i settori agricolo e
manifatturiero, oppure, nel caso specifico dell‟arte per la
ceramica, tramite un raccordo proficuo con l‟ISIA.
- 53 -
La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino
Vale inoltre la pena richiamare alcuni concetti fondamentali
validi per tutti i segmenti scolastici che, nell‟impianto della
riforma, sembrano essere stati un po‟ trascurati.
È fondamentale formare persone responsabili, ovvero coscienti
del fatto di essere continuamente in relazione con gli altri. Solo in
questo modo si potrà auspicare ad una reale e proficua
commistione scuola-territorio, evitando sia il conformismo e
l‟adattamento puro dei ragazzi alle esigenze del tessuto
economico che la spinta all‟individualismo eccessivo. In termini
di governance territoriale, occorrerebbe dunque investire di
maggiore responsabilità anche le famiglie e la società civile,
incentivando il confronto sulla tematica della formazione in
concertazione con le associazioni di categoria ed il personale
scolastico.
È altrettanto importante attribuire il giusto valore al merito ed
alle eccellenze, non soltanto per quanto concerne la formazione
di tipo liceale, ma anche relativamente agli ambiti tecnico e
professionale. L‟eccellenza non va intesa come mero valore
individuale, ma anche e soprattutto come valore prodotto e
condiviso in maniera cooperativa da insiemi di persone che
contribuiscono ad un progetto. In questo senso sarebbe
importante incentivare i ragazzi al “fare esperienza in impresa”
come luogo reale dell‟apprendimento, ripensando cioè il sistema
delle “borse-lavoro” come esperienze reali di lavoro per studenti
dai 16 ai 18 anni. Tali esperienze di lavoro potrebbero far
scaturire nei ragazzi la motivazione all‟apprendimento e
l‟autostima, valori che la scuola difficilmente innesca
rafforzando, invece, il senso di fallimento soprattutto negli
studenti più in difficoltà. In questo modo alcuni luoghi di lavoro
potrebbero diventare persino laboratori di innovazione (si veda,
in merito, l‟esperienza Ducati) in cui gli studenti sono
estremamente motivati dalla percezione delle figure lavorative e
del contesto con cui si relazionano. Naturalmente per realizzare
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4. Alcune considerazioni finali
questo tipo di esperienze è fondamentale un‟appropriata gestione
dell‟autonomia scolastica nonché una forte attenzione ed
orientamento al territorio, valori che non devono tuttavia
sfociare nel mero localismo per non precludere ai ragazzi la
possibilità di formarsi ad una società globale. Le stesse imprese
dovrebbero, in quest‟ottica, essere investite di responsabilità
sociale affinché tali esperienze (così come l‟eventuale possibilità
di apprendistato formativo a 15 anni) diventino occasioni
formative reali, nonché possibilità di instaurare rapporti
lavorativi concreti e duraturi.
La scuola in tutti i suoi segmenti rappresenta, inoltre, il luogo in
cui si formano gli individui alla cittadinanza, che significa
convivenza, impegno sociale e rispetto delle regole. La scelta da
parte di molti ragazzi immigrati di un percorso di tipo tecnico
e/o professionale pone, ancora di più, di fronte alla necessità di
costruire un modo di convivere che tenga conto delle diversità e
che orienti gli studenti. L‟orientamento scolastico effettuato al
momento della scelta della scuola secondaria di secondo grado
appare, infatti, molto sfasato secondo la concezione, non priva di
vecchi stereotipi e tabù sociali, che attribuisce il massimo
prestigio ai percorsi liceali per poi diminuire gradualmente fino a
raggiungere la minima desiderabilità sociale dei percorsi
professionali e della formazione professionale regionale. Occorre
dunque che l‟attività di orientamento, fin dalle scuole secondarie
di primo grado e nell‟eventuale momento di transizione tra
scuola secondaria di secondo grado e IFTS/università, venga
svolta in concertazione con le famiglie degli studenti, con
attenzione ai possibili sbocchi lavorativi di ciascun percorso
scolastico di secondo grado e cercando di sconfessare alcuni
luoghi comuni, oramai desueti, tramite l‟informazione sul mondo
delle nuove professioni.
- 55 -
- 56 -
Bibliografia e sitografia
Bibliografia e sitografia
di riferimento
Campione Vittorio, Tagliagambe Silvano (2008), Saper fare la
scuola: il triangolo che non c’è, Torino, Einaudi.
Dei Marcello (2007), La scuola in Italia, Bologna, Il Mulino.
http://www.benecomune.net/
http://www.comune.faenza.ra.it/contenuti/index.php?t=serv_istruzione&r
ef=2&cat=24/
http://www.edscuola.it/archivio/ped/prove_di_rivoluzione.pdf/
http://www.emiliaromagnalavoro.it/
http://www.fondazionedallefabbriche.coop/category/borse-di-studio/
http://futurascuola.wordpress.com/2010/01/28/riforma-superiori-parerefavorevole-del-senato/
http://www.ilsole24ore.com/
http://www.istruzione.it/
http://www.lastampa.it/redazione/default.asp/
http://www.orizzontescuola.it/node/3004/
http://www.provincia.ra.it/Argomenti/Istruzione/
http://www.pubblica.istruzione.it/
http://www.racine.ra.it/informagiovanifaenza/scuo.htm/
http://www.racine.ra.it/provincia/statistica/enti_scuola.htm/
http://www.racine.ra.it/provveditorato/
http://www.regione.emiliaromagna.it/wcm/statistica/argomenti/statistiche/istru/elaborazioni/er/istr
uzione/fonte/pag/secondaria2.htm/
http://www.repubblica.it/
http://www.scuolaer.it/
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Appendice
- 58 -
Interviste
Appendice:
Interviste ai rappresentanti di Assessorati,
Istituti scolastici e Rappresentanze
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Appendice
APPENDICE A1
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 1: Assessorato alla Cultura di Faenza
Data intervista: venerdì 05 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc.
A livello provinciale sono stati organizzati tavoli tra le
amministrazioni finalizzati al confronto reciproco.
A livello territoriale sono stati fatti incontri periodici tra
l‟amministrazione ed i dirigenti scolastici volti a chiarire ogni tipo
di questione da ambo le parti. È inoltre stato creato un tavolo
che comprende anche i rappresentanti delle associazioni di
categoria per monitorare alcuni nodi fondamentali, quali:
gli esiti della riforma ed il raccordo scuola-mondo
produttivo;
la distribuzione degli indirizzi secondo il principio
dell‟equilibrio territoriale nei tre poli scolastici di Faenza,
Lugo e Ravenna e con attenzione ai settori del turismo,
attività portuali, ambiente collinare, arte faentina e
ricerca (ENEA7, CNR8);
7
8
Ente per le Nuove tecnologie, l‟Energia e l‟Ambiente
Consiglio Nazionale delle Ricerche.
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Interviste
il cambiamento del sistema produttivo delle PMI9 alla
luce dell‟attuale crisi strutturale di alcuni settori
economici;
la tipologia di orientamento effettuata sull‟utenza in terza
media.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
Le indicazioni, a livello provinciale, erano di non sconvolgere
troppo l‟assetto dell‟offerta formativa attuale perciò le
confluenze sono state effettuate in maniera abbastanza
automatica cercando di rimodellare il curricolo tramite le quote
di autonomia scolastica e flessibilità.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
Una forte criticità è senz‟altro rappresentata dai tagli operati
dalla riforma. Al contrario, occorrerebbe un forte investimento
nella scuola. Sono state infatti tagliate soprattutto le ore di
laboratorio caratterizzanti per ogni singolo percorso formativo.
È invece positivo il riordino degli indirizzi, ma è mancato il
confronto con la scuola e con il mondo produttivo al fine di
raccogliere proposte, idee e suggerimenti utili per delineare i
nuovi indirizzi.
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS10)
e/o universitaria.
9
Piccole e Medie Imprese.
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
10
- 61 -
Appendice
Per quanto concerne gli IFTS, ci saranno sicuramente alcune
filiere da sviluppare, ad esempio quella che concerne la ceramica.
Mancano però norme e strumenti operativi per delineare questo
percorso con lo scopo di non perdere quel patrimonio di
competenze e professionalità tipico del territorio faentino. A tal
fine occorrerebbe un lavoro in rete di sinergia e scambi, anche
con il resto del mondo.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
Una delle sfide maggiori per il futuro è sicuramente la
realizzazione e l‟incremento del cosiddetto “tecno-polo” che
ruota attorno alla ceramica.
Per quanto riguarda altre professionalità, certi istituti come il
Bucci dovrebbero essere meno selettivi al loro interno poiché il
territorio ha fortemente bisogno delle figure che escono da
questo istituto.
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Interviste
APPENDICE A2
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 2: Assessorato alla Cultura di Ravenna
Data intervista: martedì 16 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
La regione si è occupata della programmazione dell‟offerta
formativa e della distribuzione degli indirizzi sul territorio, con
vincoli di organico e di fondi determinati dal MIUR11.
La provincia ha ricevuto, dalla regione, l‟incarico per la
programmazione dell‟offerta formativa provinciale, in
concertazione con i rappresentanti dei vari comuni, delle scuole e
delle associazioni di categoria. In questa fase si è optato per una
conversione automatica degli indirizzi, siccome mancano ancora
gli atti definitivi.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
11
Ministero dell‟Istruzione, dell‟Università e della Ricerca.
- 63 -
Appendice
Attualmente per quanto concerne l‟istituto agrario di Persolino,
cambiano i nomi degli indirizzi, ma non la sostanza del percorso
formativo, come pure per l‟istituto Oriani che all‟interno delle
varie articolazioni è riuscito a mantenere la stessa offerta
formativa precedente. Anche all‟istituto Bucci si mantiene la
stessa offerta formativa, con la possibilità di qualifica al terzo
anno per il professionale.
L‟istituto d‟arte per la ceramica Ballardini, invece, si è
trasformato in liceo per decisione del collegio dei docenti e del
consiglio di istituto. Per quanto riguarda la qualifica di graficopubblicitario che si conseguiva all‟istituto Strocchi, non esiste più
tale diploma, anche se tramite le quote di flessibilità del curricolo
formativo l‟offerta formativa è rimasta sostanzialmente invariata.
Per gli anni scolastici successivi al 2010/2011, si stanno già
organizzando vari incontri con i rappresentanti degli istituti
professionali per riflettere sulle sorti della qualifica al terzo anno
e della flessibilità dei curricoli formativi, anche per rispondere nel
miglior modo alle necessità dell‟utenza e del territorio.
A novembre, inoltre, dovrà essere varato il nuovo atto di
programmazione dell‟offerta formativa in cui si prevede di
valorizzare il territorio con una visione unitaria di tutta la
provincia che tenga conto di alcuni punti fondamentali, quali:
l‟importanza del settore delle energie rinnovabili e
ambiente;
l‟importanza del settore logistica e trasporti;
l‟importanza del settore turistico, con la possibilità di
creare, per la prima volta in provincia, istituti tecnici
vocati al turismo.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
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Interviste
Una forte criticità pre e post-riforma è rappresentata senz‟altro
dal primo biennio di tutti i percorsi formativi. In questo biennio
dovrebbero essere costruite le competenze di base degli studenti,
essere assolto l‟obbligo di istruzione, nonché essere svolto il riorientamento rispetto alle scelte attuate dagli studenti in terza
media (dove l‟orientamento è condizionato prettamente dai
risultati scolastici). Tutto ciò purtroppo non avveniva prima e
non avverrà nemmeno dopo la riforma poiché non vi è dialogo
ed unitarietà tra i bienni dei vari indirizzi: i licei, ad esempio, non
si raccordano quasi per nulla con i percorsi degli istituti tecnici e
professionali.
È positivo il fatto che ci sia stata una riforma che tenda
all‟aggregazione ed alla semplificazione dei vari indirizzi, ma il
tutto è stato fatto senza rispettare i tempi necessari.
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS12)
e/o universitaria.
A livello nazionale si attendono ancora i regolamenti per gli
IFTS e per i centri di istruzione per adulti. Sicuramente gli IFTS
sono percorsi importanti, che non devono porsi in concorrenza
con le lauree triennali, bensì cercare di creare un forte raccordo
con il mondo dell‟impresa. I settori su cui occorrerà investire
saranno sicuramente quelli dell‟energia rinnovabile e
dell‟ambiente, in un‟ottica di consolidamento del rapporto
università-impresa-scuola-formazione
professionale.
Tale
rapporto andrà valorizzato sia per sopperire al taglio della
cosiddetta “terza area” negli istituti professionali, sia per
potenziare il riconoscimento di tutti i percorsi formativi e la
mobilità, a livello europeo, dei giovani.
12
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 65 -
Appendice
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
Il taglio delle ore imposto dalla riforma pone problemi per
quanto concerne la modifica dei percorsi scolastici e la riqualifica
del personale in esubero. Occorrerebbe innanzitutto investire
nella formazione dei docenti per innovare realmente i contenuti
disciplinari e la didattica. La riforma, infatti, andrebbe supportata
con adeguati finanziamenti.
Per una reale qualità ed innovazione dell‟istruzione bisogna,
poi, rafforzare il rapporto tra istruzione e sviluppo economico,
sociale e territoriale.
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Interviste
APPENDICE A3
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 3: IPPSAR “Artusi”, Riolo Terme
Data intervista: giovedì 11 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
A livello regionale e provinciale si è partecipato a vari tavoli che
hanno monitorato la situazione passo per passo ed hanno fornito
l‟occasione per confrontarsi con l‟amministrazione provinciale ed
i dirigenti delle altre scuole.
A Riolo Terme non sono stati istituiti tavoli con le associazioni
di categoria. Si è invece partecipato ad incontri con gli altri
rappresentanti degli istituti professionali tenutisi a Modena.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
I cambiamenti più significativi riguardano l‟introduzione delle
scienze integrate (fisica e chimica) nel primo biennio e la
riduzione dell‟orario settimanale dalle attuali 36 ore a 32, con
tagli soprattutto nelle discipline professionali.
Si cercherà tuttavia di mantenere gli stessi profili formativi che
rendono tipico l‟istituto, grazie alle quote di autonomia e
flessibilità.
- 67 -
Appendice
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
La maggiore criticità del sistema scolastico attuale è il monte
ore settimanale di 36. Sono effettivamente molte ore, ma sarebbe
stato più opportuno, per la tipologia di scuola e di utenza,
operare dei tagli nelle ore delle discipline dell‟area comune e non
in quelle professionalizzanti. Le ore di discipline scientifiche,
inoltre, sono moltissime (10 ore settimanali).
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS13)
e/o universitaria.
Il rapporto con le università della zona è forte poiché si inizia
l‟attività di orientamento fin dal quarto anno.
Gli eventuali IFTS, invece, sono ancora da costruire in quanto
gli agganci con gli eventuali partner non sono così forti. Si è
tentato di costituirne uno in collaborazione con l‟università di
Ravenna, ma non è stato possibile portarlo a compimento perché
il criterio di selezione era troppo rigido.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
I rapporti con il territorio sono forti, soprattutto per quanto
concerne la cosiddetta “terza area” e l‟alternanza scuola-lavoro.
Verranno sicuramente rafforzati dalla creazione della
Commissione tecnica.
13
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 68 -
Interviste
APPENDICE A4
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 4: Istituto d‟Arte per la Ceramica “Ballardini”
Data intervista: giovedì 04 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
Si è preso parte ad incontri a tutti i livelli, da quelli prettamente
territoriali a quelli ministeriali, per difendere la cultura e le
tradizioni di questo importante istituto faentino.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
Per quanto concerne i valori propri e caratteristici dell‟istituto,
non cambierà nulla perché ci si è battuti per salvaguardarne la
vocazione artistica maturata durante più di 100 anni di storia.
Anche il passaggio a liceo è del tutto naturale poiché la scuola ha
un percorso di studi unicamente quinquennale dal 1988, già da
anni vari alunni proseguono il proprio percorso nelle università e
il mercato del lavoro specialistico (ceramisti), per quanto vada
difeso, non è in grado di offrire molti posti di lavoro al giorno
d‟oggi. Al contrario, il fatto di diventare istituto professionale
- 69 -
Appendice
avrebbe fortemente penalizzato la vocazione del Ballardini,
creando confusione con la qualifica di grafico dell‟IPC Strocchi,
che è un 3+2 con possibilità di fermarsi al terzo anno ottenendo
una qualifica. La fascia di alunni vocati al professionale è, infatti,
già stata persa nel tempo.
Almeno per il prossimo anno scolastico, quindi, il Ballardini
rimarrà liceo artistico indipendente. Si dovranno infatti attendere
gli assestamenti dei flussi nel breve periodo (2/3 anni) per
valutare l‟ipotesi di rimanere autonomi, se gli iscritti aumentano
e/o se la regione sceglie in base al rapporto totale alunni/scuole
di mantenere questo particolare liceo autonomo oppure di
accorparlo con qualche altro liceo o istituto.
Il passaggio a liceo comporta, inoltre, una perdita di ore
settimanali dalle 40 attuali alle 34, con un ridimensionamento
dell‟offerta formativa e delle specializzazioni. Ciò che viene
garantito è però la vocazione peculiare dell‟istituto all‟arte:
rimarranno quindi sia il percorso tecnico-tecnologico che quello
artistico all‟interno dell‟indirizzo “design”.
L‟intenzione è, comunque, quella di entrare a regime di riforma
il più possibile a partire dall‟anno scolastico 2010/2011 per dare
un forte segnale di cambiamento e mantenere, successivamente,
l‟impostazione data con qualche piccolo aggiustamento, sempre
nell‟ottica del mantenimento del carattere dell‟istituto artistico.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
I punti di forza sono rappresentati dal fatto di rimanere in
ambito artistico e di essere confluiti in liceo ad indirizzo design.
Ciò lascia sperare in una maggiore affluenza, visti i trend positivi
di iscrizione per i licei, ed in un maggior impegno da parte degli
studenti. La scuola deve infatti inventarsi modi nuovi per
- 70 -
Interviste
mantenere una continuità forte col passato attraverso
l‟innovazione.
Si vengono però a perdere alcune specializzazioni che risultano
fortemente ridimensionate sia in termini di ore che in termini di
varietà delle discipline impartite. La tendenza è infatti quella di
affrontare meno materie, ma in maniera più approfondita, con
un‟inevitabile perdita di personale docente. Si taglierà circa il
50% dell‟organico poiché fino ad ora si era a regime di maxisperimentazione, secondo il DPR14 419 del 1974.
Il Ballardini è, comunque, propenso ad adattarsi alle leggi pur
nel rispetto e nella difesa di una cultura che vanta 95 anni di
storia come istituto d‟arte e circa 8 secoli per quanto concerne la
ceramica nel territorio.
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS15)
e/o universitaria.
Il 50% circa degli studenti che esce dal Ballardini sceglie di
iscriversi all‟università, in particolare alle facoltà di architettura,
beni culturali, chimica industriale per la ceramica, ISIA ed
accademia.
Gli IFTS esistono al Ballardini sotto forma di corsi di
perfezionamento biennali post-diploma, permanenti ed in
organico. Attivarne altri con la tipica formula degli IFTS
comporterebbe qualche interrogativo nella misura in cui gli
organici dovrebbero essere fissati almeno per un arco di tempo
della durata di 5 anni per poterne monitorare l‟andamento ed
impartire specializzazioni effettive. Occorrerebbe quindi lavorare
sulla loro frammentazione eccessiva.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
14
15
Decreto del Presidente della Repubblica.
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 71 -
Appendice
Nel futuro occorrerà sicuramente mantenere e rafforzare il
rapporto con il territorio (CNR16, ENEA17, Finceramica, ISIA 18,
Polo Ceramico, MIC19), sia in termini industriali che di
progettazione grafica. Le industrie faentine del polo della
ceramica, infatti, hanno sofferto la crisi meno di altre grazie
all‟innovazione ed alla continua attività di ricerca.
Il Ballardini non può sicuramente perdere nel tempo la propria
identità poiché si tratta di un‟istituzione strategica, non solo a
livello faentino, e vanta anche un museo didattico interno
(MISA) che da circa 90 anni raccoglie le opere degli ex-docenti
ed ex-allievi, nonché alcune opere esterne.
Sarebbe inoltre auspicabile l‟istituzione di un corso di laurea in
ceramica ad indirizzo artistico a completamento di ciò che già
esiste nel territorio faentino (ISIA e chimica industriale per la
ceramica). Ciò potrebbe valorizzare il Ballardini e creare una
possibilità di continuità di percorsi. In questo modo il
patrimonio parzialmente perso nella trasformazione in liceo
verrebbe sicuramente recuperato e la città di Faenza non
perderebbe, così, competenze preziose e fortemente legate al
territorio.
Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Ente per le Nuove tecnologie, l‟Energia e l‟Ambiente.
18 Istituto Superiore per le Industrie Artistiche.
19 Museo Internazionale delle Ceramiche.
16
17
- 72 -
Interviste
APPENDICE A5
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 5: ITIP20 “Bucci”
Data intervista: sabato 20 febbraio 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
Gli organi preposti sono prettamente l‟ufficio scolastico (ex
provveditorato) di Ravenna e l‟assessorato alla cultura ed
all‟istruzione di Ravenna. Fin dal settembre 2009 è stato varato
un documento di ipotesi per l‟attribuzione degli indirizzi a
ciascun istituto superiore e per le cosiddette confluenze. È stata
anche organizzata una serie di incontri per verificare le richieste
delle scuole in merito ed è stata formata una commissione
composta da dirigenti scolastici e membri dell‟ufficio scolastico
provinciale.
Per quanto concerne le linee guida, esse sono state varate
dall‟ufficio scolastico regionale secondo i principi di sostenibilità,
equilibrio, assestamento dei flussi e dimensionamento. Di
conseguenza, l‟ufficio provinciale ha effettuato un‟ipotesi delle
vocazioni territoriali rispettivamente nei distretti di Ravenna,
20
Istituto d‟Istruzione superiore Tecnica Industriale e Professionale.
- 73 -
Appendice
Faenza e Lugo e dell‟assestamento dei flussi. Secondo il principio
del dimensionamento dovrebbero sparire gli istituti con meno di
500 iscritti, ma occorrerà aspettare l‟assestamento dei flussi e
verificare il tutto in base agli equilibri territoriali.
Sono stati anche organizzati numerosi incontri tra le varie
scuole del territorio volti alla risoluzione dei possibili conflitti
reciproci in merito all‟attivazione degli indirizzi/confluenze,
anche se la decisione ultima spetta sempre all‟assessorato.
Inoltre, l‟ITIP ha effettuato incontri con il sindaco, con
l‟assessorato e con i rappresentanti delle associazioni di categoria
del mondo produttivo per verificare la distribuzione degli
indirizzi, la sostenibilità del progetto, gli equilibri tra istituti e la
questione del dimensionamento.
Ha infine avuto luogo un incontro tra i principali imprenditori
faentini, le scuole e l‟assessore alla cultura di Faenza per fare un
quadro della situazione a livello informativo.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
L‟orario settimanale, negli istituti tecnici e professionali, passerà
da 36 ore da 50 minuti a 32 ore da 60 minuti. La riduzione oraria
sarebbe, dunque, di 4 ore settimanali, ma il passaggio dall‟unità
oraria da 50 minuti a quella da 60 minuti non creerà differenze
sostanziali, soprattutto per gli studenti. Si tratterà, tuttavia, di
considerare se effettuare alcuni rientri pomeridiani.
I cambiamenti in termini di indirizzo dovranno essere
introdotti solo nelle classi prime, mentre i cambiamenti relativi
all‟orario settimanale dovranno interessare anche altre classi
(ancora non si sa precisamente quali classi e quante ore
complessivamente si verranno così a perdere).
- 74 -
Interviste
Per quanto concerne l‟IPSIA21, al momento al terzo anno è
possibile ottenere una qualifica professionale con valore statale
ed obbligatoria per tutti. Il percorso dei primi 3 anni è quindi
prettamente pratico e finalizzato all‟ottenimento di questa
qualifica, mentre nei successivi 2 anni diventa più teorico per
preparare gli studenti all‟esame di stato ed all‟eventuale accesso al
mondo dell‟università. La qualifica del terzo anno va incontro sia
alle esigenze del mondo produttivo che a quelle dei ragazzi che
non vogliono permanere nelle scuola. Con la riforma, invece, la
scansione interna diventerebbe 2+2+1 per tutte le scuole (prima
era 3+2 all‟IPSIA e 2+3 all‟ITIS22) con la possibilità di ottenere
una qualifica di tipo regionale e non obbligatoria al terzo anno ed
una europea al quarto anno. Senz‟altro si tratta di un grande
cambiamento, che può racchiudere però anche una grande
ricchezza, positività ed opportunità. Il problema è che, allo stato
attuale, queste qualifiche non sono chiaramente normate e tutto
ciò genera confusione e sofferenza nelle scuole.
Gli istituti professionali secondo la riforma avranno anche una
maggiore quota di autonomia e di flessibilità. L‟interrogativo che
si pone è il come utilizzare tali quote. Una probabile risposta
risiede nel potenziare le attività di laboratorio che, soprattutto nei
primi 3 anni, vengono penalizzate dalla riforma rispetto alla
situazione attuale. Ora, infatti, ogni percorso appare fortemente e
chiaramente canalizzato fin dalla prima.
All‟IPSIA verrebbe quindi attuato il corso di “manutenzione e
servizi”, al cui interno non si faticherebbe a far rientrare profili
simili a quelli già esistenti, anche se chiaramente da ridefinire,
almeno in parte. Anche all‟ITIS si potrebbero mantenere i due
canali di “meccanica” ed “elettronica”. Il percorso di
adeguamento alla riforma non appare, quindi, particolarmente
sconvolgente e/o problematico. Occorre, però, pensare a come
collocare l‟informatica ed alcuni percorsi di eccellenza ed
21
22
Istituto Professionale Statale per l‟Industria e l‟Artigianato.
Istituto Tecnico Industriale Statale.
- 75 -
Appendice
innovazione effettuati al momento in maniera trasversale (ad
esempio quello sull‟energia).
Nonostante l‟obbiettivo del ministero sia quello di rilanciare gli
istituti professionali, la riforma appare un po‟ mortificante in
questo senso poiché le attività pratiche risultano fortemente
ridotte. Esiste comunque la possibilità di mantenere la propria
identità, anche se occorre attendere la stabilizzazione degli
equilibri territoriali. Inoltre, sarebbe importante capire perché
gran parte degli studenti negli ultimi anni abbia preferito
iscriversi a scuole come i licei e/o gli istituti commerciali.
L‟interrogativo principale è se il nostro territorio abbia
effettivamente bisogno di relativamente tanti liceali e ragionieri e
di pochi periti. Si tratta, tuttavia, di una questione economica e
sociale che andrebbe affrontata in concertazione con le
associazioni territoriali. È in ballo, infatti, non solo la
sopravvivenza degli istituti, ma anche delle aziende stesse, se
verranno a mancare operai e progettisti specializzati.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
Il quadro orario ed i profili attuali sono il risultato di
un‟evoluzione e di un rodaggio continui nel tempo. Inoltre, le
figure professionali che escono da istituti quali l‟ITIS e l‟IPSIA
hanno sempre trovato una facile collocazione nel mercato del
lavoro. Con la riforma si spera negli stessi risultati, anche esiste
ancora molta incertezza riguardo al nuovo sistema delle
qualifiche.
La riforma sostiene, poi, che la riduzione del numero delle
discipline non comporti un abbassamento della qualità.
Occorrerà verificare che davvero non si perda nulla dal punto di
vista della specializzazione. Sicuramente i docenti dovranno,
- 76 -
Interviste
infatti, assestarsi e passare da una scuola delle conoscenze ad una
della scuola delle competenze (passaggio relativamente più
semplice negli istituti professionali che in altri tipi di scuole).
Anche il rapporto con le imprese in merito a tirocini, stage ed
alternanza scuola-lavoro sarà da ridefinire. Non esisteranno più i
corsi integrati, ma l‟opportunità di istituire un Comitato tecnicoscientifico appare valida.
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 23)
e/o universitaria.
Per quanto concerne la qualifica di tipo europeo al quarto anno,
si tratta di un‟opportunità in più rispetto al sistema attuale e
sicuramente spendibile. Occorre però fare una riflessione sulla
tipologia di studenti a cui viene data tale opportunità, se si tratta
cioè di ragazzi che davvero vogliono arrivare fino al quarto anno
e se questi studenti si muoveranno, in ambito europeo, per
lavoro.
Per quanto riguarda l‟accesso degli studenti al mondo
universitario, è stimato che molti studenti provenienti dall‟istituto
tecnico e/o professionale hanno frequentato facoltà scientifiche
ed ingegneristiche con ampio successo.
Infine quanto agli IFTS, attualmente esiste un corso in ambito
energetico nella sede IPSIA e per il prossimo anno si auspica
all‟attivazione di un altro. È un tipo di formazione che tiene ed è
essenziale poiché esiste una buona concertazione con le
principali associazioni di categoria (Confartigianato, Ecipar,
CNA24) e la possibilità continua di aggiornamento e modulazione
dei programmi stilati ad hoc da docenti specializzati. Inoltre,
spesso si collabora con i cosiddetti “tecnici di terza area”, ovvero
i consulenti. Le qualifiche che ne derivano sono riconosciute e
spendibili nel mercato del lavoro e rappresentano una risorsa, un
punto da cui ripartire per la ripresa del territorio. Solo ripartendo
23
24
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
Confederazione Nazionale dell‟Artigianato e della piccola e media impresa.
- 77 -
Appendice
dalle aziende locali, infatti, si possono risollevare le sorti del
territorio.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
Occorre innanzitutto attendere l‟assestamento dei flussi nei
prossimi 2/3 anni. L‟offerta andrà mantenuta e potenziata per
formare le figure richieste dal territorio in quanto, attualmente, il
contatto con le aziende c‟è ed è buono.
- 78 -
Interviste
APPENDICE A6
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 6: IPIA25 “Foscolo”
Data intervista: giovedì 04 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
Inizialmente si è partecipato ad alcuni incontri a Ravenna, poi è
stata fatta la scelta di tenersi più in disparte poiché in una scuola
paritaria sostituire un insegnante causa riunione ha un costo
molto elevato. Per di più alle riunioni non si è quasi mai parlato
di certezze, bensì di ipotesi per cui prima di compiere qualsiasi
passo si preferisce avere qualche certezza in merito.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
I cambiamenti fondamentali verranno tutti instaurati a partire
dal prossimo anno scolastico e riguarderanno principalmente la
diversa distribuzione delle materie all‟interno del quinquennio ed
25
Istituto Professionale Industria e Artigianato.
- 79 -
Appendice
il fatto di non afferire più, come istituto, al settore industria ed
artigianato, bensì a quello dei servizi socio-sanitari.
L‟insegnamento di chimica, ad esempio, attualmente è
impartito nelle classi seconde e terze in modo che sia
propedeutico a scienze dei materiali dentali che viene impartito
in quarta e quinta e ne costituisce, volendo, un restringimento di
campo. Con la riforma la chimica sarà insegnata a partire dal
terzo anno contemporaneamente a scienze dei materiali dentali.
Anche il diritto (inteso come pratiche commerciali e legislazione
socio-sanitaria) non verrà più insegnato in prima e seconda, ma
solo al quinto anno, anche se le ore complessive saranno ridotte
(66 ore annue).
Si passerà, inoltre, alle 32 ore settimanali da 60 minuti, anziché
50. L‟unità oraria da 60 minuti verrà, però, adottata in tutte le
classe poiché trattandosi di un istituto abbastanza piccolo
(l‟iscrizione è a numero chiuso e si forma una sola prima classe
ogni anno per non inflazionare il mercato), con una quindicina di
insegnanti è impensabile fare suonare diverse campanelle e
lasciare le classi senza docente per una decina di minuti. Siccome
si tratta di una scuola paritaria, le rette pagate dai genitori sono la
fonte principale di finanziamento (il riconoscimento statale
ammonta, infatti, ad un contributo minimo) per cui è necessario
assicurare all‟utenza il servizio richiesto.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
Il cambiamento relativo all‟offerta formativa non è molto
rilevante in quanto la figura da formare è sempre quella
dell‟odontotecnico.
Occorrerebbe, però, esplorare più in profondità cosa realmente
riformare. Il sistema sociale italiano in genere ed i genitori più in
- 80 -
Interviste
particolare sono infatti da anni troppo distanti dalla scuola e
reputano la scuola un “parcheggio per i figli”. In queste
condizioni alcuni cambiamenti superficiali apportati dalla riforma
non modificheranno la sostanza delle cose, ovvero la difficoltà di
lavorare in un contesto in cui non vi è la collaborazione delle
famiglie ed in cui gli stili educativi sono radicalmente mutati con
una grossa perdita di responsabilità da parte dei genitori sui
propri figli. Bisogna, inoltre, dare informazioni di tipo univoco
ed inequivocabile alle famiglie, mentre le leggi, negli ultimi anni,
sono state fin troppo facilmente soggette ad interpretazioni
diverse e tutte ugualmente accettabili. Un altro grosso spreco di
risorse e di energie allo stato attuale risiede nel doppio esame, di
stato e di abilitazione, per gli odontotecnici. Gli istituti per
odontotecnici ed ottici dipendono, infatti, sia dalla Pubblica
Istruzione che dalla Sanità Pubblica e gli alunni devono così
sostenere 2 esami finali, ovvero l‟esame di stato che si tiene a
giugno e quello di abilitazione alla professione che si tiene a
settembre (in contemporanea con i test di ammissione alle
facoltà universitarie). Si tratta perciò di una grossa dispersione di
forze e di risorse poiché allungando la sessione degli esami di
stato di un giorno si potrebbe fare, congiuntamente, anche
l‟esame pratico per l‟abilitazione alla professione, come avviene
negli istituti d‟arte. Ciò faciliterebbe gli alunni nello studio e nella
preparazione e darebbe allo stato la possibilità di risparmiare
risorse da investire diversamente.
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 26)
e/o universitaria.
Molti studenti si iscrivono alle facoltà socio-sanitarie, alcuni
provano anche l‟ingresso a medicina ed odontoiatria, col risultato
che non sempre riescono a superare il test di ingresso
probabilmente poiché in queste facoltà non si accede per soli
26
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 81 -
Appendice
requisiti di merito. A tal proposito ci si è riuniti con il rettore, i
presidi di facoltà ed i referenti dei corsi di laurea dell‟Università
di Ferrara per verificare l‟adeguatezza dei programmi scolastici
dell‟istituto per odontotecnici all‟eventuale accesso al mondo
delle università. Tali programmi sono risultati ben articolati.
Da anni è pronto anche un piano di proposta per una facoltà
triennale per gli odontotecnici, ma a livello legislativo occorrono
maggiori garanzie, ad esempio la possibilità per i futuri laureati di
potere progettare le protesi in prima persona tramite un contatto
diretto coi pazienti per le manovre cosiddette “non cruente”.
Probabilmente le lobby del settore, però, sono troppo potenti ed
avverse ad eventuali modifiche della legislazione attuale.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
L‟interazione con il territorio, limitatamente al settore, è molto
buona. Si tratta, infatti, dell‟unico istituto per odontotecnici in
tutta la regione, che raccoglie un bacino di studenti da Bologna, a
Cesena, a Ferrara. Ad un‟utenza tanto ampia corrisponde una
rete di odontotecnici pronti ad accogliere gli studenti in stage, fin
dal secondo anno, e a venire nella scuola per mostrare le tecniche
più innovative. Gli stage sono efficaci, gli studenti vi lavorano
attivamente e la disponibilità dei professionisti è notevole. La
scuola rappresenta anche un importante punto di riferimento per
i professionisti (dentisti, odontoiatri, odontotecnici) che ci si
rivolgono quando hanno bisogno di reclutare lavoratori poiché il
ricambio generazionale è discreto, visti i numeri limitati dei
diplomati.
- 82 -
Interviste
APPENDICE A7
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 7: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri
“Oriani”
Data intervista: sabato 27 febbraio 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
Si è partecipato, sia con ruolo di istruttore che con ruolo di
membro di commissione, a tutte le iniziative a livello comunale,
provinciale e regionale, compreso l‟incontro USR27 ed il tavolo di
confronto, tenutosi a Roma, relativamente agli istituti superiori
afferenti al settore economico.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
Quanto agli anni scolastici successivi al 2010/2011 non si sa
nulla ed è difficile fare previsioni.
Per quanto concerne invece l‟anno scolastico 2010/2011,
rimarranno sostanzialmente le stesse figure professionali. Al
momento esistono 2 indirizzi per le classi prime e seconde, che
27
Ufficio Scolastico Regionale.
- 83 -
Appendice
diventano 4 dalla terza in poi. Successivamente verranno attivati
2 indirizzi nei settori economico e tecnologico. In particolare a
marzo 2010 uscirà il nuovo POF28 a livello provinciale e si
prevede di chiedere per novembre 2010 di lasciare l‟opzione
marketing e di aggiungere le opzioni turismo e graficacomunicazione.
Il monte ore settimanale verrà portato a 32 per le classe prime,
seconde, terze e quarte degli istituti tecnici. Per i professionali,
invece, il passaggio sarà più graduale poiché le 32 ore verranno
adottate solo dalle prime, mentre le seconde e le terze avranno
un monte ore settimanale di 34 per il prossimo anno scolastico
che diventerà 32 solo nell‟anno successivo.
Con il riordino (non è una riforma, ma un riordino) si passa da
un insegnamento delle conoscenze per giungere alle competenze
disciplinari ad un insegnamento delle conoscenze come meri
strumenti per arrivare a competenze trasversali, nonostante
manchino ancora i programmi.
Il corso “Erica” verrà mantenuto come articolazione
dell‟indirizzo relazioni internazionali e marketing ed anche il
corso “Mercurio” come articolazione dell‟indirizzo sistemi
informativi per l‟azienda. Per quanto riguarda i profili formativi
in uscita, si perderà qualcosa a causa della riduzione dei quadri
orari perciò il prossimo anno verrà chiesto un ampliamento degli
indirizzi. L‟obiettivo è infatti quello di salvare alcune materie
come storia dell‟arte e geografia economica che erano nel corso
“Erica” e ne sono state tagliate fuori, pur essendo
importantissime per un territorio a forte vocazione turistica
come quello faentino e ravennate in genere (vedi anche
candidatura di Ravenna Capitale della Cultura 2019).
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
28
Piano dell‟Offerta Formativa.
- 84 -
Interviste
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
Una criticità sarà senz‟altro rappresentata dal fatto che, per ora,
la riforma non prevede opportunità e tempi di formazione per i
docenti, a parte l‟e-learning.
Altre criticità e punti di forza vanno ricondotti al mondo della
scuola in genere, più che alla riforma nello specifico. Gli studenti
infatti sono cambiati negli anni ed il programma non può più
essere l‟unico degli obiettivi scolastici. L‟obiettivo principale è
quello di mettere al centro lo studente e formarlo, tarando quindi
i programmi sulla base delle persone. Esistono obiettivi minimi
disciplinari e varie gradazioni ed articolazioni di questi, da
raggiungere solo se c‟è la volontà dello studente. In quest‟ottica si
può lavorare con tutti gli ordinamenti, anche se il taglio delle ore
è oggettivo; l‟importante è tarare i programmi. I programmi e gli
obiettivi sono gli stessi per tutto l‟istituto, vengono adattati per
ogni classe ed ogni 2 mesi ci si riunisce per fare il punto della
situazione. Ne consegue da una parte una percentuale dell‟8% di
non ammessi alla classe successiva, dall‟altra un grande
incremento nell‟afflusso degli studenti all‟istituto, grazie anche
all‟ottimo dialogo dirigente-insegnanti-studenti. Tale dialogo è
necessario poiché i docenti non sono sempre pronti ad adottare
un‟ottica di lavoro di istituto e gli studenti sono cambiati, sia
come abitudine alla responsabilità che come stile di vita: faticano,
ad esempio, a discriminare tra vita reale e virtuale e sono più
deboli se confrontati con le difficoltà. Ecco perché si tratta di
difficoltà del mondo della scuola in genere e non legate ad una
riforma specifica o riordino. L‟istituto Oriani è una scuola con
notevole affluenza perché si sta molto bene rispetto alle altre.
Tutte le aule sono attrezzate con schermo per le proiezioni da
postazione multimediale mobile e sono cablate da internet (con
le opportune password) poiché non si può prescindere dalle
nuove tecnologie.
- 85 -
Appendice
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 29)
e/o universitaria.
Sono attivi due IFTS in rete con altri istituti per geometri di
Ravenna e di Imola e con le facoltà di ingegneria delle Università
di Bologna e di Ferrara. Le qualifiche sono “tecnico per la
ristrutturazione degli edifici storici” e “tecnico per il risparmio
energetico” abilitato al rilascio della certificazione del
dispendio/risparmio energetico ad uso abitativo, necessaria in
Emilia-Romagna per la compravendita di immobili. Nelle
università partner vengono riconosciuti 40/50 CFU 30 agli
studenti in possesso di queste qualifiche ed attualmente la
frequenza ai corsi si attesta sui 20-22 studenti provenienti da
tutta la regione.
Per quanto concerne l‟accesso degli studenti al mondo
dell‟università in genere, le percentuali si attestano su un 50% che
si iscrive all‟università ed un 50% che accede direttamente al
mondo del lavoro dopo il diploma. In entrambi i casi, sia come
conoscenze disciplinari che come metodo di partecipazione
attiva alla vita della società, non è stato riscontrato alcun tipo di
problema, anzi i risultati sono stati più che soddisfacenti anche
grazie ai periodi di alternanza scuola-lavoro effettuati durante gli
anni scolastici.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
Una serie di tavoli ripartirà da Faenza per un confronto attivo
tra politiche scolastiche e politiche territoriali. È infatti necessaria
la compenetrazione del territorio nella scuola per rendere le
figure professionali più corrispondenti ai reali bisogni e superare,
insieme, la crisi. Occorre però un riconoscimento reciproco
29
30
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
Crediti Formativi Universitari.
- 86 -
Interviste
territorio-scuola e non una subordinazione di quest‟ultima nei
confronti del territorio. Per quanto riguarda l‟istituto Oriani, le
collaborazioni con il territorio sono comunque già buone allo
stato attuale e ne sono testimonianza gli IFTS attivati ed i periodi
di alternanza scuola-lavoro.
- 87 -
Appendice
APPENDICE A8
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 8: IIS31 “Persolino-Strocchi”, Faenza
Data intervista: martedì 23 febbraio 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
A partire da settembre 2009 sono stati organizzati vari incontri
con i membri dell‟ufficio scolastico di Ravenna, i dirigenti
scolastici e le autorità competenti per esaminare la nuova
proposta di confluenze e per discutere delle proposte, sempre in
tema di confluenze, avanzate da ciascun istituto del territorio.
È stato formato anche un gruppo di lavoro a livello provinciale
per studiare l‟impatto della riforma nel futuro e per essere pronti
a spiegare la nuova offerta formativa alle famiglie, durante la
sessione di open-day di fine febbraio 2010-fine marzo 2010.
Sono stati organizzati ulteriori incontri a Bologna tra diversi
istituti professionali per confrontarsi sulla definizione delle
discipline, anche a livello extra-regionale, in modo da allinearsi
sulle qualifiche a livello nazionale.
Sono infine attivi 2 gruppi di lavoro, uno all‟istituto Strocchi ed
uno a Persolino, per studiare l‟inserimento delle discipline
31
Istituto di Istruzione Superiore.
- 88 -
Interviste
caratterizzanti per ogni indirizzo tramite le quote di autonomia e
flessibilità.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
Nell‟immediato la riforma verrà applicata prettamente alle classi
prime, per poi andare a regime nell‟arco di tempo di 5 anni.
Tramite le quote di autonomia e flessibilità si conta di
mantenere figure professionali confacenti alle necessità del
territorio ed all‟utenza dell‟istituto, anche se effettivamente
verranno perse molte ore e molte materie. Le figure professionali
dell‟IPC32 Strocchi rimangono e non ci saranno grossi
cambiamenti per le classi prime. Il grafico, in particolare, è una
figura di eccellenza che sarà mantenuta, pur passando al settore
dei servizi commerciali. Il profilo sarà leggermente diverso, ma
tramite le quote di autonomia e flessibilità la figura non andrà
persa. Quanto all‟istituto agrario Persolino, le figure professionali
ne usciranno persino rafforzate.
I tagli all‟orario settimanale riguarderanno prettamente le classi
prime che passeranno da 36 ore da 50 minuti a 32 ore da 60
minuti. Probabilmente saranno necessari alcuni rientri
pomeridiani, ma tramite la quota di autonomia e flessibilità si
cercherà di non penalizzare l‟utenza in alcun modo.
Per il principio dell‟accorpamento e della razionalizzazione, è
stata anche avanzata un‟ipotesi di accorpamento futuro con
l‟istituto Ballardini ed il liceo artistico di Ravenna, ma al
momento rimane tutto in stand-by.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
32
Istituto Professionale per il Commercio.
- 89 -
Appendice
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
I punti di forza sono innanzitutto il fatto che la riforma
andrebbe vista come un‟occasione per rilanciare la sinergia
scuola-famiglia-enti locali al fine di far uscire dagli istituti figure
più utili per il territorio. Anche un maggiore rigore è auspicabile
al fine di evitare il cosiddetto “diplomificio”, di promuovere
l‟impegno e la responsabilità degli studenti. È perciò positivo
l‟obbligo di dover colmare i debiti per essere promossi e di dover
ottenere sufficienze in tutte le materie, anche in condotta, per
poter essere ammessi all‟esame di stato. Tramite le quote di
autonomia e flessibilità, poi, la scuola è costretta ad operare delle
scelte e a darsi delle priorità, ad esempio l‟allargamento delle aule
e la creazione di un‟aula magna nell‟istituto agrario, la
ristrutturazione delle serre per consentire maggiori spazi di
lavoro anche ai ragazzi con handicap sempre nell‟istituto agrario
e la disponibilità di 2 pullman con relativi autisti per gli stage e le
visite guidate alle realtà locali.
Le criticità, invece, sono rappresentate dal fatto che la riforma
più che soffermarsi sulle figure in uscita, punta ai tagli economici.
Le risorse per la cosiddetta “terza area” sono sempre incerte,
sebbene sia importantissima per gli istituti professionali perché
ne andrebbero a discapito le attività laboratoriali, la disponibilità
di attrezzature e la possibilità di sostituire adeguatamente i
colleghi assenti. Le incertezze a livello di aree di indirizzo
pongono, inoltre, problemi sia ai docenti che agli utenti stessi
(futuri studenti e famiglie) che sono completamente disorientati
di fronte alle scelte da prendere per il prossimo anno scolastico.
Ci si chiede anche perché, a causa di un disegno politico, occorra
svuotare istituti molto validi per il territorio al fine di creare
macro-istituti accentrando tutte le specializzazioni in un unico
istituto.
- 90 -
Interviste
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 33)
e/o universitaria.
Da un paio di anni l‟istituto è attivo, nel ruolo di progettazione
e direzione, nell‟IFTS sulla trasformazione dei prodotti agroalimentari e in quello sulla valorizzazione energetica, in
collaborazione con Irecoop, Cesuip ed alcuni istituti di Ravenna
e Ferrara. Quando avverrà la trasformazione in ITS34 verrà decisa
una sede fissa per i corsi e verrà creata una fondazione con
partner fissi. Soprattutto per l‟istituto agrario è necessario, però,
creare un nuovo profilo efficace, funzionante ed aderente alla
realtà del settore primario, che si trova in profonda crisi. A tal
proposito, è interessante domandarsi perché la riforma abbia
inserito gli istituti agrari nel settore dei servizi e non in quello
della produzione. Persolino è, comunque, una scuola con uno
stretto rapporto con il territorio da sempre.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
Per il futuro sarà necessario lavorare in un‟ottica di filiera con
tutti i soggetti del territorio in maniera da definire nettamente i
ruoli ed evitare, così, pericolose sovrapposizioni, ad esempio lo
svolgimento di attività didattiche non di competenza. È
necessario creare figure professionali spendibili nel territorio e
che il territorio recepisca perché ne ha realmente necessità,
mentre attualmente il tutto funziona al contrario.
33
34
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
Istituti Tecnici Superiori.
- 91 -
Appendice
APPENDICE A9
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 9: Liceo “Torricelli”, Faenza
Data intervista: martedì 09 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
Si è partecipato a vari seminari, a livello ministeriale,
concernenti la riforma dei licei, nonché agli incontri del gruppo
provinciale.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
Il cambiamento più significativo riguarda la riduzione delle ore,
che ad esempio nel primo biennio del liceo linguistico e del liceo
delle scienze umane passeranno da 34 settimanali a 27. Si tratta,
tuttavia, di una mera diminuzione del numero delle materie
impartite, alle quali verrà destinato un tempo maggiore per
l‟approfondimento, essendo le unità orarie di 60 minuti.
Ogni indirizzo avrà, inoltre, fin dal primo biennio le proprie
discipline di studio caratterizzanti, oltre a quelle comuni tra tutti
gli indirizzi, ad esempio la filosofia.
- 92 -
Interviste
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
La maggiore criticità del sistema scolastico attuale è il
sovraccarico nel numero di materie. Di conseguenza, il punto di
forza della riforma risiede nell‟essenzialità dei curriculum formativi.
La scuola italiana, tuttavia, dovrebbe essere più attenta ai criteri
di merito (soprattutto per quanto concerne l‟avanzamento in
carriera degli insegnanti).
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 35)
e/o universitaria.
All‟utenza del liceo generalmente non interessano gli IFTS,
mentre il rapporto con le università della zona è buono per
quanto concerne l‟attività di orientamento.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
In futuro si auspica all‟attivazione di un liceo delle scienze
applicate ed in tal senso sono stati fatti sondaggi di gradimento
anche sull‟utenza in quanto l‟insegnamento del latino allo
scientifico è produttivo solo se frutto di una libera scelta. La
scuola dovrà impartire agli studenti una sorta di sapere integrato
formato dalla padronanza dei contenuti culturali e
dall‟acquisizione delle competenze.
35
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 93 -
Appendice
APPENDICE A10
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 10: Liceo Paritario “Santa Umiltà”
Data intervista: martedì 02 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
A livello regionale è stato fatto un incontro a inizio anno con
l‟assessore regionale all‟istruzione e l‟ufficio scolastico regionale,
poi ci si è concentrati maggiormente sui tavoli concernenti gli
istituti tecnici e professionali.
Come scuola paritaria sono stati organizzati 2 incontri a livello
nazionale con FIDAE36 ed è stato istituito un forum dove si
sono raccolte le opinioni e le proposte degli addetti ai lavori.
A livello provinciale sono stati organizzati vari tavoli con
l‟assessore alla cultura e l‟assessore alla formazione professionale
al fine di verificare le confluenze delle varie scuole. Lo stesso è
stato fatto in territorio prettamente faentino, in presenza dei
rappresentanti degli industriali, per cercare un raccordo con il
mondo del lavoro nella fase di definizione dei piani formativi.
36
Federazione degli Istituti di Attività Educative.
- 94 -
Interviste
Internamente alla scuola, invece, sono di consuetudine le
riunioni del CdA37 e del collegio docenti, anche per discutere del
nuovo assetto post-riforma.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
I cambiamenti fondamentali verranno tutti instaurati a partire
dal prossimo anno scolastico. Si è lavorato innanzitutto sui
profili formativi in uscita, decidendo di attivare l‟indirizzo
scienze umane – economico e l‟indirizzo linguistico. Prima della
riforma esisteva la sperimentazione “Liceo Linguistico Europeo”
che prevedeva ore opzionali di arte e diritto; dopo la riforma tali
ore verranno in qualche modo mantenute perché importanti per
la storia e la tradizione della scuola, facendo appello alle quote di
autonomia e flessibilità. Sarà invece difficile mantenere pedagogia
all‟indirizzo scienze umane, se non sotto forma di lavori
interdisciplinari.
Un nodo problematico è tutt‟ora rappresentato dai programmi
relativi ad ogni materia, che il Ministero non ha ancora fornito.
Inoltre, la proposta di insegnare una/due discipline non
linguistiche in lingua straniera (CLIL) pone seri interrogativi in
merito a quali docenti saranno preposti a tale insegnamento e al
come reclutare questi insegnanti attraverso le attuali classi di
concorso. Sarebbe interessante avere maggiori informazioni
anche sull‟esame di stato post-riforma, in maniera da poter
lavorare in quest‟ottica già a partire dal primo biennio del
prossimo anno scolastico.
Il taglio delle ore sarà molto pesante poiché attualmente sono
previste 30 ore settimanali al biennio e 34 ore settimanali al
triennio. Ciò comporterà seri problemi per i docenti che, nella
scuola paritaria, non possono essere riqualificati diversamente.
37
Consiglio di Amministrazione.
- 95 -
Appendice
Tramite le quote di autonomia e flessibilità si salvaguarderanno le
materie opzionali, le lingue straniere ne usciranno rafforzate,
mentre verrà leggermente ridotta la quota oraria da destinare
all‟insegnamento di lettere. L‟unità oraria da 60 minuti verrà
probabilmente applicata a tutte le classi in quanto è impensabile
fare suonare diverse campanelle nella stessa scuola.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
Sicuramente il sistema scolastico pre-riforma ha un carattere
eccessivamente frammentario. Si è sempre cercato, infatti, di
insegnare molte discipline in relativamente poche ore.
Con la riforma è auspicabile una riorganizzazione dell‟offerta
formativa con la necessità, soprattutto nei licei, di approfondire
adeguatamente le discipline affrontate, anche a scapito di ridurne
il numero. Il rischio resta quello che, tramite le quote di
autonomia e flessibilità, in ogni scuola venga ripristinato
esattamente tutto quello che c‟era prima, solo sotto diverso
nome.
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 38)
e/o universitaria.
Da questo liceo generalmente non ci sono confluenze verso gli
IFTS, ma piuttosto verso l‟università. Gli studenti si orientano
verso facoltà che affluiscono all‟area socio-sanitaria/educativa
oppure artistico/economica. Piuttosto che le facoltà di lingue
strictu sensu, vengono privilegiate facoltà in cui le lingue sono
funzionali, ad esempio scienze della comunicazione, scienze
politiche oppure le accademie. Una quota di studenti si iscrive,
38
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 96 -
Interviste
inoltre, a facoltà afferenti all‟area di lettere o di scienze motorie.
Infine, molti degli allievi del liceo linguistico privilegiano percorsi
di studio all‟estero, sia durante la scuola superiore che durante
l‟università, realizzati in parte grazie ai nostri partner esteri.
Non mancano, poi, gli stage e le proposte operative, ad
esempio in ambito artistico.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
Per quanto concerne il liceo linguistico, vi è un buon raccordo
con alcuni partner stranieri, grazie ai quali vengono effettuati
periodi di scambio, sia individuale che di gruppo.
Quanto al liceo delle scienze umane, il rapporto con le
cooperative sociali del territorio, ad esempio Irecoop,
Ricercazione e Confcooperative, è buono. Spesso gli addetti ai
lavori vengono a presentare le cooperativa a scuola o, viceversa,
gli studenti vanno a svolgere stage nelle cooperative.
- 97 -
Appendice
APPENDICE A11
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 11: CISL39 settore scuola
Data intervista: mercoledì 03 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
Sono stati organizzati incontri soprattutto con il personale
coinvolto, ma troppo presto a ragione della pubblicazione
ufficiale della legge. Occorrerà quindi incontrarsi nuovamente
dopo la definizione degli organici, delle nuove classi di concorso
e dei POF40.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
Per quanto riguarda i prossimi anni scolastici, i dubbi maggiori
riguarderanno le nuove classi di concorso e le difficoltà nel fare
gli organici.
Per l‟anno scolastico 2010/2011, la novità maggiore nel
territorio faentino è costituita dal passaggio dell‟istituto d‟arte per
39
40
Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori.
Piano dell‟Offerta Formativa.
- 98 -
Interviste
la ceramica a liceo artistico. Nel futuro, inoltre, tale scuola si
troverà di fronte ad un'altra importante scelta, ovvero con quale
istituto accorparsi, siccome non potrà rimanere a lungo
autonoma visti i bassi numeri di studenti iscritti. Accorpandosi
all‟IIS41 Strocchi-Persolino perderebbe, ad esempio, la propria
vocazione artistica per una vocazione più prettamente
produttiva.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
È difficile parlare di criticità future in quanto la riforma dovrà
entrare prima a regime, poi essere eventualmente sperimentata.
Sicuramente, allo stato attuale, il taglio delle ore penalizza
fortemente gli istituti tecnici e professionali. L‟area più toccata è
proprio quella delle attività pratiche, che d‟altronde vanno
insegnate per non perdere il saper fare che al giorno d‟oggi
rimane in possesso di pochi. Gli scenari prospettabili sono due: il
cambiamento del tessuto economico oppure la necessità
continua di importazione di manodopera. Da anni, inoltre,
vengono riproposte periodicamente nuove riforme senza che vi
sia un effettivo monitoraggio delle stesse (l‟ultimo risale al
cosiddetto “tempo pieno” nella scuola elementare che entrò in
vigore solo dopo la sperimentazione). Lo stesso “Brocca” in sé
era una riforma che, tuttavia, non è mai entrata ad ordinamento.
È positiva la riduzione degli indirizzi in eccesso, anche se per
fare ciò sarebbe probabilmente bastato applicare la circolare 331
sugli organici che avrebbe fatto sparire gli indirizzi con meno di
20 alunni.
41
Istituto di Istruzione Superiore.
- 99 -
Appendice
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 42)
e/o universitaria.
Innanzitutto si parla della creazione di veri e propri centri per
adulti che andrebbero a sostituire i corsi serali nelle scuole. Allo
stato attuale, però, mancano gli organici, i dirigenti e le sedi di
istituto. È probabile che i corsi serali non verranno più
autorizzati per titoli di studio, bensì per numero di studenti.
Gli IFTS hanno poi rapporti del tutto casuali con il mondo
della scuola. Non esistono collegamenti validi e concertazione.
Gli IFTS non fanno corpo con la scuola, ma solo con l‟industria.
La scuola stessa lavora con gli IFTS come fa con Confindustria.
Lo stesso vale per i rapporti scuola-università: dovrebbero essere
due istituzioni in collegamento diretto, ma hanno solo contatti
scollegati e molto frammentari.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
Nel mondo delle università esiste un immobilismo
generalizzato a tutti i livelli.
Le scuole superiori hanno deciso, relativamente all‟anno
scolastico 2010/2011, di congelare quanto possibile ciò che
esisteva in precedenza per dare più tranquillità alle famiglie degli
studenti e per cambiare definitivamente solo quando ci saranno
certezze effettive.
42
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 100 -
Interviste
APPENDICE A12
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 12: SNALS43 settore scuola
Data intervista: sabato 06 marzo 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
Sono state organizzate assemblee di tipo informativo per i
docenti poiché l‟informazione reperibile su internet è
frammentaria, spesso obsoleta e complessa. Anche a livello
provinciale si sono tenuti vari incontri, ma puramente di
carattere informativo in quanto la provincia non può entrare nel
merito delle decisioni politiche.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
La maggiore criticità è rappresentata dalla sparizione, allo
Strocchi, della figura del grafico-pubblicitario con relativo
diploma, che la riforma prevede solo all‟interno del percorso
degli istituti tecnici. Spariscono anche, all‟Oriani, le
sperimentazioni “Erica” e “Mercurio” poiché il diploma che gli
43
Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola.
- 101 -
Appendice
studenti otterranno non avrà la stessa valenza del perito
commerciale esperto in lingue estere e del programmatore.
È invece positivo il riordino dei licei in quanto sia lo psicopedagogico che la sperimentazione “Brocca” erano ibridi ed
attiravano un‟utenza che non corrisponde realmente al tipo di
utenza dei licei.
L‟istituto che ha riportato meno cambiamenti è sicuramente il
Bucci, mentre per il Ballardini la scelta di diventare liceo artistico
era pressoché obbligata, siccome il regolamento prevede che tutti
gli istituti d‟arte debbano confluire nei licei artistici e poi,
eventualmente, chiedere la confluenza di certi loro indirizzi negli
istituti professionali.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
Un punto di forza è rappresentato dall‟introduzione dell‟unità
oraria di 60 minuti che, comunque, lascia invariate le ore di
presenza in classe degli studenti. Sarebbe ancor più positivo se le
ore di lavoro dei docenti potessero essere utilizzate sia per
l‟offerta formativa che per la compresenza/approfondimento.
Anche la semplificazione degli indirizzi è positiva, ma non si è
tenuto sufficientemente conto delle sperimentazioni positive,
come “Erica”, “Mercurio” e “Michelangelo”, che fornivano agli
studenti ottime competenze in uscita e che incontravano
pienamente la domanda delle aziende.
Una criticità è rappresentata dalla quota di autonomia che le
scuole hanno dimostrato in più occasioni di non saper gestire e
che non apporta sostanzialmente nulla di nuovo poiché mancano
i finanziamenti.
- 102 -
Interviste
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 44)
e/o universitaria.
Il raccordo delle scuole con il mondo universitario si sostanzia,
fondamentalmente, nell‟orientamento.
Per quanto concerne gli IFTS, invece, ci sono casi di scuole che
ne hanno organizzati solo per ricevere fondi europei e casi di
scuole che ne hanno organizzati dopo uno studio attento delle
esigenze del territorio e delle alleanze strategiche. Questi ultimi
hanno sicuramente un‟ottima validità, soprattutto per le
esperienze di tirocinio ed il raccordo con il mondo produttivo.
Occorre quindi selezionare al meglio l‟organizzazione degli IFTS
affinché essi possano costituire una valida scelta per tutti coloro
che non intendono proseguire il proprio percorso formativo
nelle università. È giusto, infatti, che ci sia concorrenza tra IFTS
ed università e che i ragazzi possano godere di una più ampia
gamma di scelta quanto alla loro istruzione.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
L‟obbiettivo della scuola deve essere la formazione degli
studenti e non l‟addestramento al compito perciò è giusto tessere
alleanze con le associazioni di categoria negli IFTS, ma non
prima. Le scuole, allo stato attuale, sono già luoghi troppo
politicizzati e la reale necessità è quella di un miglior raccordo
con le associazioni dei genitori e/o degli educatori, non con
quelle di categoria.
44
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
- 103 -
Appendice
APPENDICE A13
Griglia di intervista per dirigenti scolastici,
referenti di associazioni sindacali,
assessori alla cultura
Intervista 13: UIL45 settore scuola
Data intervista: martedì 23 febbraio 2010
1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di
Faenza)  cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti,
attuazione della normativa, ecc…
Si sono organizzati due periodi di assemblee con tutti i
lavoratori delle scuole del primo e del secondo ciclo, poiché oltre
alla riforma della scuola superiore è già in vigore quella del primo
ciclo. Nel primo periodo (settembre/ottobre 2009) si è verificato
con i lavoratori delle scuole del primo ciclo l‟avvio dell‟anno
scolastico a regime di riforma, mentre con i lavoratori delle
scuole del secondo ciclo si sono discusse le bozze dei
regolamenti
della
riforma.
Nel
secondo
periodo
(gennaio/febbraio 2010) si sono ulteriormente discusse le bozze
dei regolamenti riguardanti le scuole superiori (approvate in
prima lettura dal Consiglio dei Ministri l‟08/12/2009 ed in
seconda lettura il 20/02/2009) con particolare attenzione ai
quadri orari ed alle competenze in uscita.
45
Unione Italiana del Lavoro.
- 104 -
Interviste
Inoltre, sono state raccolti i suggerimenti e le indicazioni dei
docenti che il Ministero stesso si è proclamato pronto ad
ascoltare, seppur in maniera limitata (unitamente ai pareri dei
genitori e degli studenti) istituendo un blog all‟interno del
proprio sito. Il sindacato ha presentato un‟audizione alla
Commissione Cultura della Camera ed una alla Commissione
Cultura del Senato in cui ha esposto i principali punti emersi, in
particolare la necessità di fare partire la riforma solo nelle classi
prime nell‟anno scolastico 2010/2011. Ciononostante si è deciso,
relativamente agli istituti tecnici e professionali, di estendere la
riduzione oraria anche alle classi seconde, terze e quarte,
tagliando le discipline che attualmente vantano più di 3 ore
settimanali di insegnamento.
2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole
superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da
introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.
Ad un generale taglio negli orari settimanali, corrisponde la
variazione dall‟unità oraria da 50 minuti (voluta per facilitare lo
spostamento dei giovani con i trasporti pubblici) all‟unità oraria
da 60 minuti. Tale cambiamento potrebbe consentire, ad
esempio, di affrontare certi contenuti più nel dettaglio.
Sono stati rivisitati molti indirizzi: si prevede, ad esempio,
l‟attuazione dell‟opzione scientifico-tecnologico a Lugo ma non a
Ravenna e la confluenza dell‟istituto d‟arte per la ceramica di
Faenza in un liceo artistico, per espressa volontà della scuola. La
scuola, infatti, poteva scegliere se confluire in un liceo (cosa che
è successa anche a Ravenna relativamente all‟istituto d‟arte per il
mosaico) oppure in un istituto professionale. Tale scelta
naturalmente implicherà un maggior numero di lezioni frontali, a
discapito delle ore di laboratorio, con una prospettiva non tanto
di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, bensì di
ingresso nelle accademie e nelle università. Un‟altra criticità
poteva essere rappresentata dall‟indirizzo grafico dello Strocchi
- 105 -
Appendice
che, in base alle tabelle di confluenza, avrebbe dovuto competere
in parte all‟istituto tecnico commerciale ed in parte al liceo
artistico. La regione Emilia-Romagna ha comunque deliberato
che deve restare nel professionale.
3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore
attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e
professionali). Punti di forza e criticità del sistema
scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento
a licei, istituti tecnici e professionali).
La riforma era sicuramente necessaria poiché l‟ultima grande
riforma è stata la legge Gentile del 1923 che ha dato vita al liceo
classico e, per derivazione/sottrazione di materie, a tutti gli altri
tipi di scuola superiore. Negli anni ‟70 e ‟80 è poi fiorita una serie
di sperimentazioni assistite dal Ministero per rispondere alle
esigenze del mondo del lavoro, soprattutto per quanto concerne
l‟istruzione tecnica e professionale in concertazione con
Confindustria e le PMI46. Era dunque necessario riformare i
numerosissimi
indirizzi
ormai
presenti,
ridurre
la
frammentazione e rendere le qualifiche più omogenee in tutto il
territorio nazionale.
Tuttavia chiamare la legge Gelmini riforma sembra azzardato
poiché si tratta solo di un insieme di tagli. Manca infatti il
coinvolgimento di tutte le forze politiche dell‟arco parlamentare e
la presenza di investimenti per la formazione dei docenti.
È discutibile il taglio alle attività laboratoriali negli istituti tecnici
e professionali, ad esempio all‟istituto alberghiero di Riolo Terme
la compresenza di insegnanti ed assistenti tecnici ha consentito il
potenziamento dell‟orientamento alla qualifica da scegliere solo al
terzo anno. Con la riforma, invece, la qualifica del terzo anno
conseguita negli istituti professionali non avrebbe più valenza
statale, bensì solo regionale. Inoltre, al momento l‟unica certezza
46
Piccole e Medie Imprese.
- 106 -
Interviste
è che tale qualifica esisterà per gli iscritti alle classi prime
nell‟anno scolastico 2010/2011, mentre per il prosieguo saranno
le nuove giunte regionali a dover deliberare una volta installatesi.
Esiste quindi grande confusione in merito alle singole qualifiche
ed alla differenziazione, solo presunta, tra qualifiche tecniche e
professionali.
4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS 47)
e/o universitaria.
Gli IFTS sono nati con Berlinguer a capo dell‟Istruzione per
sperimentare un percorso post-diploma di 2 anni in sinergia tra
sistema universitario, mondo del lavoro e scuole tecniche e
professionali superiori. Inizialmente i finanziamenti sono stati
ingenti, la sede degli IFTS era nelle scuole, il progetto veniva
presentato dell‟ente patrocinatore e i fondi regionali erano elargiti
dal MIUR48. La figura che si mirava a creare era intermedia tra il
diplomato ed il laureato breve, ma non si sa se abbia dato chance
effettive di collocazione nel mondo del lavoro ai ragazzi o se,
invece, questi ragazzi abbiano trovato occupazione solo grazie al
diploma/laurea posseduto/a. Nel tempo i fondi sono poi
diminuiti e, al momento, si parla di una trasformazione degli
IFTS in poli tecnici e scientifici (ad esempio in zona sarebbe
prevista la creazione di un polo facente capo al porto di
Ravenna). Si tratta, tuttavia, di un discorso prettamente di natura
politica che riguarda la regione e le associazioni di categoria.
5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel
medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con
l’istruzione superiore, universitaria e permanente.
È stato ribadito l‟obbligo di istruzione fino ai 16 anni e di
formazione fino ai 18 anni. Tuttavia la finanziaria ha proposto di
fare assolvere l‟obbligo scolastico ai ragazzi a rischio di
47
48
Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.
Ministero dell‟Istruzione, dell‟Università e della Ricerca.
- 107 -
Appendice
dispersione scolastica con un ultimo anno di apprendistato all‟età
di 15 anni. Tale decisione pare molto azzardata poiché creerebbe
manovalanza gratuita. Occorre, infatti, tenere questi ragazzi legati
alla scuola e, nel caso, investire nella scuola.
È interessante, poi, domandarsi fino a quale punto le figure
professionali delineate dalla riforma debbano rispondere alle
esigenze reali del territorio e dove inizi, invece, la sudditanza nei
confronti del territorio. Sarebbe auspicabile, ad esempio, una
sinergia tra scuole ed associazioni di categoria come avviene in
Veneto, dove Confindustria mette a disposizione delle scuole
laboratori ed attrezzature per le attività pratiche. Tutto ciò perché
la scuola deve mantenere la sua valenza culturale e formativa e
non può ridursi ad un mero addestramento dei ragazzi al
compito.
Negli istituti tecnici e professionali si è anche proposto di
sostituire il Consiglio di Istituto con il Consiglio di
Amministrazione, che esisteva già negli anni ‟80, per attuare una
concertazione più profonda col territorio. Si tratta di una buona
idea se vista sempre nell‟ottica di parità tra scuole ed associazioni
di categoria e non di sudditanza dell‟una verso le altre.
Infine è molto positivo il ritorno al rigore ed alla disciplina nelle
scuole, con l‟ammissione degli studenti all‟esame di stato solo se
riportano sufficienze in tutte le materie compresa la condotta,
poiché questo contribuirà alla formazione di studenti e giovani
lavoratori più responsabili e coscienziosi.
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Interviste
APPENDICE A14
Griglia di intervista per referenti
di associazioni di categoria
Intervista 14: C.I.A.49
Data intervista: lunedì 03 maggio 2010
1) Quali iniziative sono state organizzate e con chi/a quali
iniziative si è preso parte, in ambito faentino, provinciale e
regionale, per quanto concerne la riforma Gelmini ed i
rapporti scuola-mondo del lavoro?
Ambito faentino
Sul tema scuola secondaria-mondo del lavoro CIA ha preso
parte ai lavori di preparazione della Conferenza Economica nel
2009, conclusi in data 20/21 marzo 2009. A tutti i tavoli di
lavoro è stato affrontato il ruolo della istruzione secondaria nella
economia territoriale, in particolare per la formazione di tecnici
nel manufatturiero/artigianato. In molte schede-progetto è
previsto il coinvolgimento della scuola secondaria e/o università
(vedi atti della Conferenza).
Per il settore agricolo, che è quello di cui noi ci occupiamo, è
stata riconosciuta l‟importanza dell‟Istituto professionale di
Persolino per la formazione sia di tecnici agricoli che di
imprenditori agricoli. Abbiamo convenuto che questa Scuola sin
dagli anni „70 ha avuto un‟importanza strategica per la
49
Confederazione Italiana Agricoltori.
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Appendice
innovazione frutticola e la diffusione delle novità sia varietali che
di tecniche colturali. Tale ruolo si è un po‟ perso negli ultimi anni
a favore di una istruzione più rivolta all‟ambiente-giardinaggio
che alla frutti-viticoltura specializzate. Da alcuni anni comunque
si è notata una ripresa nel reimpiantare frutteto, oltre che piante
ornamentali, per riequilibrare l‟offerta formativa.
Ambito Provinciale
CIA Ravenna da alcuni anni commissiona alcuni studi a istituti
agrari della provincia, quali Persolino a Faenza e Perdisa a
Ravenna (ad esempio studi varietali o peschicoltura) e svolge
alcune iniziative proprio dentro questi istituti per divulgare i
risultati di queste ricerche non solo a studenti e insegnanti, ma
anche alle autorità locali, aziende agricole e tecnici del territorio.
Agli studenti che si sono distinti in queste ricerche sono stati
devoluti piccoli premi di riconoscimento.
Ambito regionale
Non ho contatti diretti e non sono ancora riuscita a prendere
informazioni in tal senso.
2) Quali sono le principali necessità di cambiamento da
introdurre nelle scuole superiori, soprattutto in base al
raccordo istruzione-mondo produttivo?
È auspicabile un maggiore collegamento con la realtà
produttiva locale, sia del corpo insegnante che degli studenti
stessi. Ottima cosa sono gli stage aziendali, che si potrebbero
cominciare anche prima del quarto anno. Per quel che conosco ci
sono già contatti anche in aula con rappresentanti dei vari settori
produttivi e visite in azienda delle varie classi. Certamente, oltre a
questi, un lavoro individuale in azienda dello studente sarebbe
più formativo.
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Interviste
3) Quali sono i punti di forza e le criticità del sistema
scolastico secondario di secondo grado attuale, soprattutto
in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?
n/a
4) Quali possono essere i punti di forza e le criticità del
sistema scolastico secondario di secondo grado previsto
dalla riforma, soprattutto in base al raccordo istruzionemondo produttivo?
n/a
5) Com’è il raccordo con gli studenti che escono dalla
formazione superiore (IFTS) e/o universitaria?
n/a
6) Quali sono, alla luce della crisi economica attuale e delle
reali esigenze del mondo produttivo, le attese di
cambiamento per quanto concerne i profili formativi in
uscita dalle scuole ed i fabbisogni del territorio nel medio
periodo (5 anni circa)?
n/a
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Appendice
APPENDICE A15
Griglia di intervista per referenti
di associazioni di categoria
Intervista 15: Federazione Provinciale Coldiretti Ravenna
Data intervista: sabato 24 aprile 2010
1) Quali iniziative sono state organizzate e con chi/a quali
iniziative si è preso parte, in ambito faentino, provinciale e
regionale, per quanto concerne la riforma Gelmini ed i
rapporti scuola-mondo del lavoro?
Non sono state organizzate direttamente da Coldiretti
iniziative. In ambito faentino Coldiretti ha partecipato agli
incontri con il tavolo degli imprenditori faentini, dirigenti
scolastici, il comune di Faenza e l‟associazione provinciale
istruzione.
2) Quali sono le principali necessità di cambiamento da
introdurre nelle scuole superiori, soprattutto in base al
raccordo istruzione-mondo produttivo?
È necessario dare voce ai settori produttivi del territorio e
prevedere momenti di confronto fra gli operatori del sistema
scolastico e le rappresentanze del mondo economico ed
imprenditoriale. In occasione della riforma Gelmini, si ritiene
indispensabile valutare attentamente la creazione di un unico
“polo agricolo scolastico” a livello provinciale, mettendo in
sinergia le due scuole presenti, l‟istituto tecnico di Ravenna e l‟
istituto professionale di Faenza, nell‟ ottica di offrire un servizio
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Interviste
integrato all‟intero territorio provinciale (ad esempio una sezione
tecnica a Faenza e una professionale a Ravenna).
3) Quali sono i punti di forza e le criticità del sistema
scolastico secondario di secondo grado attuale, soprattutto
in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?
Per quanto concerne i rapporti con le scuole di settore
(agricole), con queste storicamente si sono attuati programmi e
progetti, con collaborazioni continue (es.: nell‟ ambito della
“terza area” nelle scuole professionali). Oggi, la criticità
essenzialmente si ascrive alla mancanza di fondi per la “terza
area” che non permette più uno scambio fra scuola e mondo
delle imprese agricole. Con la riforma queste collaborazioni
rischiano di azzerarsi.
4) Quali possono essere i punti di forza e le criticità del
sistema scolastico secondario di secondo grado previsto
dalla riforma, soprattutto in base al raccordo istruzionemondo produttivo?
È necessario il coinvolgimento all‟interno delle istituzioni
scolastiche dei rappresentanti delle imprese locali e del mondo
produttivo in un rapporto “permanente e istituzionalizzato” e
non solo “occasionale” come avviene oggi.
5) Com’è il raccordo con gli studenti che escono dalla
formazione superiore (IFTS) e/o universitaria?
Esistono collaborazioni occasionali con le scuole e con qualche
ente di formazione, ma non istituzionalizzati e caratterizzati.
6) Quali sono, alla luce della crisi economica attuale e delle
reali esigenze del mondo produttivo, le attese di
cambiamento per quanto concerne i profili formativi in
uscita dalle scuole ed i fabbisogni del territorio nel medio
periodo (5 anni circa)?
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Appendice
Per quanto riguarda la scuola media superiore (di secondo
grado) è necessario avvicinare il diplomato alle esigenze del
mondo del lavoro introducendo nuove discipline e rimodulando
i carichi orari, anche per lasciare spazio ad approfondimenti
specialistici nell‟ambito della formazione professionale (sia
attraverso corsi integrativi sia che con la formazione postdiploma).
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Interviste
APPENDICE A16
Griglia di intervista per referenti
di associazioni di categoria
Intervista 16: Confartigianato Sezione di Faenza
Data intervista: lunedì 19 aprile 2010
1) Quali iniziative sono state organizzate e con chi/a quali
iniziative si è preso parte, in ambito faentino, provinciale e
regionale, per quanto concerne la riforma Gelmini ed i
rapporti scuola-mondo del lavoro?
Già nel 2009, Confartigianato ha preso parte ai lavori della
Conferenza Economica Comprensoriale che, all‟interno del
Tavolo sulla “Competitività e fattori di attrazione”, si è occupata
del tema dell‟avvio di progetti finalizzati ad agevolare l‟incontro
tra domanda ed offerta di lavoro. Tra gli obiettivi prioritari, va
sottolineato quello riferito al miglioramento tra mondo della
scuola e quello del lavoro attraverso lo sviluppo di forme
strutturate e permanenti di coordinamento tra le scuole del
territorio ed il Tavolo delle Associazioni Imprenditoriali. In
particolare, l‟azione prevista è la formazione di un Tavolo per la
Formazione costituito dalle scuole, dagli istituti di formazione e
dalle Associazioni di Categoria.
Proprio l‟impatto della riforma Gelmini sulle scuole di grado
superiore di Faenza è stato il tema del primo incontro del Tavolo
per la Formazione, dove sono emerse alcune indicazioni, ma
anche alcuni dubbi interpretativi che speriamo il Ministero della
Pubblica Istruzione possa chiarire in tempi brevi.
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Appendice
2) Quali sono le principali necessità di cambiamento da
introdurre nelle scuole superiori, soprattutto in base al
raccordo istruzione-mondo produttivo?
Faccio un passo indietro, perché se certamente è fondamentale
recuperare uno stretto legame tra istruzione e lavoro, occorre
prima però cambiare i criteri, o meglio le abitudini in base alle
quali viene scelta la scuola superiore.
Da sempre, purtroppo, la scelta viene effettuata ad un‟età nella
quale lo studente non è in grado di capire cosa vorrà fare “da
grande” e quindi prendono peso i consigli dei genitori, le scelte
degli amici: ci si basa sulle esperienze di altri, che proprio perché
sono di altri non è detto che vadano bene per tutti, mentre si
dovrebbe cercare di guardare più in là nel tempo, cercando di
effettuare la scelta della scuola superiore in base agli sbocchi
occupazionali che una tipologia di istruzione superiore potrebbe
dare rispetto ad un‟altra.
Il momento di pesante crisi economica che ha fatto perdere
posti di lavoro e ne ha messi a rischio tanti altri ha secondo me
riportato l‟attenzione su quello che è un bene fondamentale, ma
il cui valore si era forse un po‟ perso perché dato per acquisito: il
lavoro.
Mai come in questi mesi si è quindi riscoperta l‟indispensabilità
del lavoro, che consente ad una persona di essere parte attiva
della società: come si colloca, infatti, al suo interno, una persona
che è fuori dal mercato del lavoro? Il lavoro dà dignità sociale,
permette alle persone di essere indipendenti e di provvedere al
proprio sostentamento, di fare e realizzare progetti anche
personali.
Ma i posti di lavoro non nascono dal nulla, ma, nel privato,
sono figli della volontà e del coraggio di tante persone che
decidono di rischiare in proprio, di lavorare per molte più ore e
di contrarre debiti anche pesanti, per cercare di dare forma ad un
progetto, ad una idea e quindi di fare impresa.
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Interviste
Questo è un altro tema molto importante, perché la cultura
dell‟imprenditorialità, della libera iniziativa non è conosciuta e
sufficientemente compresa. Questo ovviamente fermo restando
il carattere imprescindibile del lavoro dipendente, che è il valore
aggiunto delle imprese ed ancor di più se specializzato.
La cosa importante è cercare di far capire ai ragazzi ed ai
genitori non solo quali sono le opportunità di lavoro dei vari
settori, ma anche quali caratteristiche hanno, ai nostri giorni,
lavori che con il passare degli anni, hanno subito profonde
modifiche.
Basti pensare al settore della metalmeccanica, dove la forza
lavoro deve oggi necessariamente lavorare con macchine regolate
da un computer, magari con alcuni programmi in inglese e quindi
questo spiega quanto è importante una formazione attenta a
quello che sarà il futuro degli studenti ed agganciata al mondo del
lavoro.
3) Quali sono i punti di forza e le criticità del sistema
scolastico secondario di secondo grado attuale, soprattutto
in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?
Sono convinto sia indispensabile il rispetto delle peculiarità
degli istituti, nel senso che occorre mantenere e rafforzare gli
indirizzi che già da anni caratterizzano determinati istituti,
evitando di duplicarli, scatenando una “lotta” che danneggerebbe
le scuole e probabilmente non farebbe l‟interesse degli studenti,
futuri lavoratori/imprenditori.
L‟istituto di riferimento per la Confartigianato è certamente
l‟I.T.I.P. "Luigi Bucci" (Istituto d'Istruzione Superiore Tecnica
Industriale e Professionale) e questo perché proprio per le sue
caratteristiche consente la formazione di risorse umane che sono
tipiche dei maggiori settori dell‟artigianato e quindi in grado di
rispondere alle esigenze occupazionali delle imprese.
L‟auspicio è che la nuova riforma consenta di mantenere gli
indirizzi di cui attualmente questo istituto si occupa, attraverso
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Appendice
anche un piano provinciale che sappia ripartire adeguatamente ed
in maniera organica le varie esigenze formative che riguardano
anche le altre scuole superiori di secondo grado.
4) Quali possono essere i punti di forza e le criticità del
sistema scolastico secondario di secondo grado previsto
dalla riforma, soprattutto in base al raccordo istruzionemondo produttivo?
Per valutare la riforma credo che si dovrà aspettare un po‟ di
tempo, anche perché su alcune questioni mi sembra che il
mondo della scuola abbia ancora dubbi su alcuni passaggi del
provvedimento, che necessitano quindi di chiarimenti da parte
del Ministero.
Certamente la Confartigianato vede con favore la norma
contenuta nel DDL Lavoro, che prevede la possibilità di svolgere
l‟ultimo anno della scuola dell‟obbligo come apprendistato e
questo perché permette ai giovani di maturare un‟esperienza utile
ad entrare nel mondo del lavoro.
Mi preme anche sottolineare il difficile momento
dell‟artigianato locale, specie in ambito artistico, al quale
purtroppo contribuisce l‟incapacità di attirare giovani verso le
scuole di settore e di conseguenza la scarsità di imprese giovani,
che subirebbe un ulteriore e forse irrimediabile danno, con
l‟eventuale rinuncia all‟istituto professionale per un più
altisonante liceo artistico.
5) Com’è il raccordo con gli studenti che escono dalla
formazione superiore (IFTS) e/o universitaria?
Nel 2009, nonostante la crisi, le imprese artigiane (un‟impresa
su quattro) hanno denunciato la carenza di diverse migliaia di
posti di lavoro e questo è la prova dello scollamento tra
l‟istruzione ed il mondo del lavoro, una frattura che ha origine
nel momento in cui viene fatta una scelta sbagliata del percorso
formativo ed alla quale non è detto che si possa porre rimedio
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Interviste
attraverso corsi di formazione successivi, comunque onerosi sia
dal punto di vista economico che in termini di tempo da
dedicare.
Ecco quindi il paradosso: settori che presentano una forte
domanda di occupazione, ma che nonostante questo non
riescono a trovare un‟offerta adeguata.
Penso che sarebbe un‟ottima idea organizzare momenti di
contatto e condivisione tra imprenditori locali e gli studenti, per
cercare di spiegare loro cosa succede in un‟impresa, quali sono le
esigenze, le criticità, le necessità e le professionalità che il
mercato in quel momento richiede.
6) Quali sono, alla luce della crisi economica attuale e delle
reali esigenze del mondo produttivo, le attese di
cambiamento per quanto concerne i profili formativi in
uscita dalle scuole ed i fabbisogni del territorio nel medio
periodo (5 anni circa)?
La Conferenza Economica Comprensoriale 2009 ha
individuato le dodici priorità per il comprensorio faentino e tra
queste ha sicuramente un posto di riguardo lo sviluppo
imprenditoriale, inteso come consolidamento delle imprese
esistenti e soprattutto la capacità di favorire l‟insediamento di
nuove imprese nel comparto manifatturiero.
Da troppi anni a questa parte, se si esclude la Gigacer, manca a
Faenza l‟arrivo di un‟azienda con numeri importanti dal punto di
vista occupazionale e questo problema risulta oggi ancora più
acuito dalla precaria situazione di alcune imprese che hanno sede
a Faenza.
Auspicando quindi uno sviluppo nel settore manifatturiero,
ritengo fondamentale un‟adeguata formazione di soggetti che
possano rispondere a questo impulso, magari con un grado di
specializzazione tale da portare quel valore aggiunto necessario
alle imprese per competere nei mercati di riferimento.
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Appendice
Mi permetto anche una considerazione sulla mentalità del
lavoratore che deve cambiare perché, come in tutte le cose, gli
stimoli ed il grado di soddisfazione personale sono importanti.
Occorre quindi far capire allo studente che entrare nel mondo
del lavoro significa entrare a far parte di un processo produttivo,
di un‟impresa, che tra costi e ricavi deve generare utile e che è in
concorrenza con altre realtà produttive all‟interno di un
determinato mercato.
Il percorso scolastico deve quindi riuscire a far capire agli
studenti che le nozioni che vengono apprese durante gli studi ed
affinate durante gli stage, non sono inutili, ma tutt‟altro
indispensabili e che trovano il loro fondamento proprio nello
svolgimento di determinate mansioni sul posto di lavoro.
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Interviste
APPENDICE A17
Griglia di intervista per referenti
di associazioni di categoria
Intervista 17: Confindustria Ravenna
Data intervista: giovedì 29 aprile 2010
1) Quali iniziative sono state organizzate e con chi/a quali
iniziative si è preso parte, in ambito faentino, provinciale e
regionale, per quanto concerne la riforma Gelmini ed i
rapporti scuola-mondo del lavoro?
Le principali iniziative sono state state organizzate dalla
Provincia (Ass. Istruzione N.Simoni) e dal Comune (Ass.
Istruzione C.Tampieri ) nel periodo novembre-dicembre 2009 e
gennaio-febbbraio 2010.
Prima di queste, con alcune istituzioni scolastiche faentine con
le quali la nostra associazione intrattiene costanti rapporti da anni
per uno scambio sugli orientamenti formativi (ITIP Bucci ed
ITC Oriani) c‟erano state delle riunioni informali convocate dal
corpo insegnante ed allargate alle associazioni d‟impresa in
contatto con la scuola, sulle prime informative e preoccupazioni
per gli impatti dei cambiamenti delineati dalla riforma.
2) Quali sono le principali necessità di cambiamento da
introdurre nelle scuole superiori, soprattutto in base al
raccordo istruzione-mondo produttivo?
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Appendice
È questo un tema di cruciale interesse per la nostra
associazione che da anni stiamo portando avanti ai vari livelli
istituzionali.
Devo dire che l‟argomento non si può delineare in due righe di
risposta, potrebbe essere molto utile organizzare un workshop
specifico, anche se occorre considerare che tali tematiche
dovrebbero trovare una definizione su scala più ampia che il solo
comprensorio, essendo già la provincia piccola occorrerebbe
pensarlo a livello regionale poi nazionale.
Di massima alcune considerazioni sintetiche si possono così
riassumere:
a) Le imprese sentono il mondo della formazione (a parte
singole persone come insegnanti e dirigenti) come
un‟organizzazione cruciale per far fronte alle sfide di oggi e
di domani accrescendo la capacità competitiva sui mercati
internazionali del sistema paese, accrescendo la capacità di
innovazione e l‟efficienza dei sistemi territoriali ed infine
ampliando il differenziale competitivo della conoscenza in
Italia, rispetto a nuovi territori di paesi in via di sviluppo che
ci contendono fette di mercati in passato detenuti da imprese
italiane. Accrescere le conoscenze e diventare più competitivi
ha per le imprese un connotato di urgenza vitale e di
sopravvivenza. Il mondo della formazione e le istituzioni
deputate non hanno ancora percepito (salvo qualche caso)
tale urgenza di profondo rinnovamento e trasformazione,
unica azione strategica capace di assicurare il mantenimento e
possibile miglioramento in futuro della qualità della vita
disponibile per i cittadini ed i giovani di oggi e di domani.
b) Le imprese sentono le istituzioni deputate alla formazione
parte di una organizzazione elefantiaca, ancorata a quanto si
è sempre fatto senza l‟ansia di cambiare di rinnovarsi (sempre
salvo pochi impegnati e volonterosi), con limitata assunzione
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Interviste
di responsabilità sui risultati prodotti come organizzazione,
che ha poco chiaro il ruolo fondamentale di indirizzo attivo
da parte dei dirigenti, come pure poco chiara l‟importanza del
coordinamento attivo del corpo docente e che nel contempo
accetta o subisce un forte condizionamento sulla vita e sulle
relazioni interne all‟istituzione scolastica di famiglie/genitori,
spesso poco attenti alla qualità delle conoscenze e delle
competenze apprese dai figli, ma più interessati a far
conseguire il titolo di studio e possibilmente una laurea anche
con voti modesti. Per fortuna la buona volontà dell‟ampia
maggioranza dei ragazzi, di buona parte degli insegnati ed di
alcuni dirigenti cerca “di cavarsela” e fare quanto di meglio si
può, ma con un enorme spreco di risorse umane ed
economiche e soprattutto una produzione di conoscenza
finale inferiore a quanto si potrebbe raggiungere.
c) A fronte di questo stato della organizzazione dell‟istituzione
formativa, elemento chiave per competere sui mercati, le
imprese avrebbero bisogno di una grande evoluzione
culturale ed organizzativa, ma innanzitutto occorrerebbe
rendere motivato al cambiamento tutto il corpo docente,
aprendo uno stabile confronto e facendo ampliare il costante
confronto con il territorio e con le imprese, sotto il
coordinamento dei comuni, province, ecc… per perseguire
obiettivi condivisi di lungo termine, orientati a diventare
capaci di competere sulle conoscenze e sull‟innovazione con i
paesi più avanzati.
d) Le imprese necessitano oggi ed ancor più in futuro di
personale capace di apprendere continuamente, quindi la
formazione dovrà evolvere da un orientamento del passato
teso a fornire solo conoscenze, ad un nuovo orientamento
che sviluppi anche la capacità di apprendere continuamente e
con rapidità. I mercati evolvono molto velocemente;
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Appendice
conoscenze statiche sarebbero incapaci di reggere il
confronto con cambiamenti continui.
e) Le imprese sempre più richiederanno personale con elevate
competenze già all‟uscita dal sistema della formazione,
conoscenze che non vengano immediatamente utilizzate per
generare apporti di innovazione saranno conoscenze inutili.
Indispensabili saranno le seguenti attitudini e competenze:
a)
b)
c)
d)
pensiero critico;
creatività;
innovazione;
lavoro in team (anche tra culture di paesi esteri
diversi);
e) conoscenza buona di due lingue straniere.
3) Quali sono i punti di forza e le criticità del sistema
scolastico secondario di secondo grado attuale, soprattutto
in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?
Molto positivo ogni tipo di interscambio in essere o futuro da
attivare (formazione–lavoro, stages, tesi o altro).
4) Quali possono essere i punti di forza e le criticità del
sistema scolastico secondario di secondo grado previsto
dalla riforma, soprattutto in base al raccordo istruzionemondo produttivo?
Rimando alle necessità strategiche espresse sopra al punto 2
sulle quali declinare assieme alle istituzioni scolastiche lo
sviluppo delle “competenze evolutive” in raccordo costante col
mondo delle imprese e definendo via via maggiori fasi di
interazione ed informazione sui cambiamenti esterni.
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Interviste
5) Com’è il raccordo con gli studenti che escono dalla
formazione superiore (IFTS) e/o universitaria?
Le imprese sono costrette a svolgere in proprio formazione
delle competenze su conoscenze trasversali che la scuola non
cura. In particolare imparare ad apprendere ed esprimere un
apporto “per innovare”, imparare a lavorare in gruppo e ad
interagire con altri di diversa esperienza ed età, convincendo ed
accettando contributi per il miglior risultato finale.
Per i laureati oltre a quanto sopra è peculiare aver sfruttato al
massimo il periodo di studi secondari/universitari ed eccellere
nella propria specializzazione (>92/95), in quanto ai laureati è
richiesto fin dal primo giorno in azienda un contributo peculiare
all‟innovazione rispetto alla situazione preesistente. Non c‟è
molto spazio per laureati mediocri ed in futuro ancor meno. Sarà
elemento di vantaggio una qualche competenza o capacità di
interazione multidisciplinare. Chi non arriva alla laurea
eccellendo nel suo campo difficilmente troverà un lavoro
completamente all‟altezza delle sue aspettative.
Di solito le imprese effettuano una selezione stringente in fase
di assunzione per evitare di perdere tempo nella formazione di
persone poi non all‟altezza dei compiti da affrontare.
6) Quali sono, alla luce della crisi economica attuale e delle
reali esigenze del mondo produttivo, le attese di
cambiamento per quanto concerne i profili formativi in
uscita dalle scuole ed i fabbisogni del territorio nel medio
periodo (5 anni circa)?
La crisi passerà e le attività riprenderanno perciò serviranno
molti giovani ben preparati già da questo, ma soprattutto dal
prossimo anno.
Nel nostro territorio considerato le attività oggi presenti la
domanda 2009 di personale diplomato/laureato si ripartisce nel
modo seguente:
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Appendice
Imprese di meccanica ed automazione
Imprese di edilizia
Imprese alimentari, agroindustria
Imprese del terziario
Imprese altre
21%;
23%;
19%;
21%;
16%.
Considerato l‟anno 2009 e la crisi in atto i settori meccanica ed
edilizia sono sottostimati rispetto alla potenzialità di trend stabile.
Le specializzazioni richieste sempre nel 2009 sono state così
ripartite nei vari campi di impiego:
Area tecnica
Area commerciale
Area amministrazione
Segreteria
Altre
40%;
27%;
16%;
12%;
5%.
Il fatto che fino ad oggi la riforma sia solo stata tradotta in un
cambiamento tabellare dei nomi dei vari corsi di formazione
indica quanto tutta la materia sia complessa e richieda tempo per
l‟elaborazione di un progetto di lungo termine al quale come
associazione teniamo molto e vogliamo attivamente fornire il
nostro piccolo contributo, a partire dagli aspetti di indirizzo
generale più sopra succintamente esposti.
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Finito di stampare nel mese di settembre 2010
dalla Tipografia Valgimigli snc
Via Batticuccolo, 3 - Faenza (RA)
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