La profilassi del tromboembolismo venoso profondo. Valutare il
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La profilassi del tromboembolismo venoso profondo. Valutare il
58 Osservatorio Recenti Prog Med 2011; 102: 58-74 La profilassi del tromboembolismo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva Marco Marietta Riassunto. Quantunque la corretta profilassi del tromboembolismo venoso profondo (TEV) nei pazienti ospedalizzati sia di massima importanza e nel tempo si siano elaborate numerose ed autorevoli Linee-guida, rimane aperto il problema della applicazione pratica di tali raccomandazioni, dato che spesso esse provengono da esperienze di trial che non rispecchiano appieno la realtà clinica quotidiana. Partendo dalle più recenti esperienze pubblicate in letteratura, proponiamo una serie di schede per la valutazione del rischio individuale di TEV. Riteniamo che i suggerimenti in esse indicati essere facilmente applicabili nella pratica clinica delle realtà operative italiane. Summary. The prophylaxis of deep venous throboembolism. A risk assessment model. Although the correct prophylaxis of deep venous thromboembolism in hospitalized patients is of utmost importance, and over time several authoritative guidelines have been developed, the overall degree of their implementation remains low. A major obstacle to this goal is that guidelines do not represent real patients, since their indications come from clinical trials whose population is quite different from that of clinical daily practice. Starting from the most recent literature, we suggest a risk assessment model tailored for operational realities in Italy aimed to provide an useful tool for improving the practice of venous thrombosis prophylaxis. Parole chiave. Profilassi anti-trombotica, rischio del paziente ospedalizzato, tromboembolismo venoso profondo. Key words. Deep venous thromboembolism, risk of the hospitalized patient, venous thrombosis prophylaxis. Il problema della profilassi del tromboembolismo venoso profondo (TEV) nei pazienti ospedalizzati è un tema solo apparentemente banale. Il rischio di questa complicanza, come insegna la letteratura, è sostanziale, e nonostante la presenza di numerose, autorevoli e conosciute Linee-guida1-3, il livello di applicazione delle loro raccomandazioni è sorprendentemente ed inquietantemente basso se si considera, ad esempio, che solo poco più della metà dei pazienti ospedalizzati nei Reparti di Medicina riceve la profilassi anti-trombotica appropriata secondo le ultime Linee Guida (LG) dell’American College of Chest Physicians (ACCP)2. Negli anni sono stati proposti numerosi strumenti per risolvere questo problema4, fra i quali uno particolarmente semplice ed efficace è costituito dall’allestimento e la validazione di schede di valutazione personale del rischio tromboembolico. Quelle che vengono in seguito proposte sono ispirate ad un lavoro di recente pubblicazione5 che ha validato un modello di stratificazione del rischio tromboembolico nei pazienti chirurgici. Rispetto al lavoro originale sono state apportate alcune modifiche per rendere le schede maggiormente aderenti alle realtà operative italiane e quindi permetterne una applicazione aderente alla pratica clinica quotidiana. All’origine di questo comportamento, sotto molti punti di vista paradossale, ci sono numerosi fattori, ma una delle critiche che più spesso si sente muovere dai clinici alle LG (e che sicuramente ne limita l’implementazione) riguarda la distanza fra i pazienti reali e quelli inclusi nei trial randomizzati, sui quali le LG si basano. Questi ultimi sono pazienti “ideali”, molto diversi da quelli che si incontrano nella realtà quotidiana e nella gestione dei quali il clinico non trae grande ausilio da LG sviluppate in situazioni diverse dalla pratica clinica reale. A questo si aggiunge il timore piuttosto diffuso che, aderendo alle LG, il medico perda la capacità di fornire trattamenti personalizzati, che tengano il necessario conto delle caratteristiche individuali dei singoli pazienti. La prima scheda riguarda l’identificazione degli interventi chirurgici a rischio tromboembolico “basso”, che non vengono invece chiaramente definiti nel lavoro originale, mentre venivano classificati a rischio “elevato” tutti quelli di durata superiore a 45 minuti. In realtà non ci sono dati solidi a sostegno di questo limite temporale, tant’è vero che in letteratura si trovano valori sia inferiori (30 minuti)6 sia superiori (90 minuti compresa l’anestesia, o 60 minuti se l’intervento è a carico di pelvi o arti inferiori)3. È evidente quindi che il solo criterio temporale non è sufficiente per la classificazione delle procedure chirurgiche rispetto al rischio di TEV, ed espone ad errori sia in eccesso sia in difetto. Struttura Semplice Malattie della Coagulazione, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Modena. Pervenuto il 9 novembre 2010. M. Marietta: La profilassi del tromboembolimo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva In queste schede si è cercato di ovviare mantenendo il limite temporale di 45 minuti indicato nel lavoro originale di Bahl5, ma introducendo nello stesso tempo la possibilità che le singole UO chirurgiche stabiliscano a priori ed in modo esplicito quali interventi siano da ritenersi a rischio trombo embolico basso od elevato, sulla base delle indicazioni della letteratura, ma anche della propria esperienza clinica, come suggerito in altri documenti7. Uno dei vantaggi di questo metodo è la sua modulabilità, per cui può essere applicato a diverse specialità chirurgiche, specialmente quelle nelle quali le evidenze di letteratura sono attualmente più scarse, e quindi i comportamenti clinici maggiormente eterogenei. Per questo, nel nostro lavoro proponiamo anche schede per specialità chirurgiche particolari, come la chirurgia plastica o quella otorinolaringoiatrica. Un particolare risalto è stato dato ai fattori di rischio emorragico (figura 1), utilizzando quelli indicati dalle LG NICE3, la cui corretta identificazione è di capitale importanza per la decisione del rapporto rischio/beneficio che dev’essere alla base di ogni scelta clinica. Le schede proposte si applicano solamente alla chirurgia che prevede ricoveri ospedalieri di durata superiore ad un giorno, in quanto il lavoro originale di Bahl5 non ha preso in considerazione la chirurgia ambulatoriale, e non vi sono dati sufficienti per potere affermare o escludere l’applicabilità di questi schemi anche alla daysurgery. Va però ricordato che le già citate LG NICE considerano anche quest’ultima chirurgia alla stessa stregua della chirurgia che richiede ospedalizzazioni più lunghe, il che permette alle singole UO di decidere se estendere l’utilizzo di questi algoritmi decisionali anche all’ambito della day-surgery. Va sottolineato che queste schede si riferiscono ai soli pazienti adulti. È noto infatti che il rischio assoluto di TEV nei pazienti pediatrici è decisamente inferiore a quello dell’adulto, anche in categorie a rischio generalmente elevato, come i pazienti pediatrici con traumi maggiori8. È importante che ogni Istituzione definisca a priori il limite di età al di sotto del quale considerare i pazienti come pediatrici; una proposta, che deriva dall’esperienza fatta nel nostro Ospedale, può essere quella di porre il limite per la profilassi al di sopra dei 16 anni, salvo casi che presentino particolari fattori di rischio aggiuntivi, come, ad esempio, l’uso di composti estroprogestinici. La scheda relativa all’Ostetricia rappresenta un tentativo di utilizzare la stessa metodologia anche nell’ambito meno consolidato della profilassi in gravidanza ed al parto. Anche in questo caso esistono autorevoli LG pubblicate, le cui raccomandazioni hanno in genere bassa forza per la mancanza di studi clinici randomizzati3,9-11, ma non sono disponibili in letteratura esempi di schede di valutazione analoghe a quelle pubblicate per la chirurgia5. Figura 1. Albero decisionale della scelta profilattica. La tracciabilità anche di questo aspetto è, tra l’altro, di significativa tutela medico legale, in quanto evita l’eventuale scelta di non applicare profilassi farmacologica possa essere interpretata come indice di negligenza, là dove, invece, è frutto di un ragionamento clinico chiaramente esplicitato. Per quanto riguarda, infine, le indicazioni relative ai farmaci da utilizzare, rispetto al lavoro originale di Bahl5 si è deciso di mantenere solo l’indicazione all’impiego delle eparine a basso peso molecolare poiché rappresentano nella realtà italiana la classe di farmaci di riferimento per la profilassi della TVP, in quanto più studiate e con la maggior esperienza di impiego. Ogni singola UO potrà, se lo ritiene, suggerire strategie farmacologiche diverse, nel rispetto delle indicazioni registrate. 59 60 Recenti Progressi in Medicina, 102 (2), febbraio 2011 individuale in chirurgia plastica e ricostruttiva FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL'INTERVENTO CHIRURGIA A RISCHIO BASSO = 1 PUNTO Si considerano in linea di massima come chirurgia minore tutti gli interventi di durata <45 min. Cisti Lipomi Tunnel Carpale Ricostruzione del capezzolo Autotrapianto adiposo (1 sede) Blefaroplastica funzionale Otoplastica funzionale Exeresi cisti del collo Rimozione corpo estraneo Posizionamento di espansore mammario Ricostruzione mammaria con protesi M. di Dequervein M. di Dupuytren Sidattilia Dito a martello Interventi su cute e sottocute Ginecomastia Innesti dermo epidermici Lembi del volto Neoformazioni del volto CHIRURGIA A RISCHIO ELEVATO = 2 PUNTI FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL PAZIENTE FATTORI DI RISCHIO DEBOLI = 1 PUNTO CIASCUNO Età 41-60 anni Edema arti inferiori Vene varicose Obesità (BMI >25) Uso di estroprogestinici/terapia ormonale sostitutiva Gravidanza e puerperio Anamnesi di patologia riproduttiva (es.: abortività ricorrente, MEF, basso peso alla nascita, ecc.) Sepsi (<30 giorni) Patologia respiratoria acuta COPD Infarto miocardico acuto Scompenso cardiaco congestizio (<30 giorni) Immobilità a letto intestinale Pregressa chirurgia maggiore (<30 giorni) FATTORI DI RISCHIO MODERATI = 2 PUNTI CIASCUNO Età 61-74 anni Neoplasia (in atto o pregressa) Prolungata immobilità (≥3 giorni) Presenza di catetere venoso centrale Ingessatura arti inferiori FATTORI DI RISCHIO FORTI = 3 PUNTI CIASCUNO Età >75 anni PregressaTVP o fenomeno tromboembolico resistenza alla proteina C attivata/fattoreV Leiden, ecc.) FATTORI DI RISCHIO MOLTO FORTI = 5 PUNTI CIASCUNO Ictus (<30 giorni) Trauma maggiore con fratture di: colonna vertebrale, pelvi, arti inferiori Lesione midollare (<30 giorni) VALUTAZIONE GLOBALE DEL RISCHIO Per calcolare il rischio globale, è necessario sommare i punteggi dei singoli box PUNTEGGIO TOTALE 0-1 2 3-4 ≥5 RISCHIO BASSO MODERATO ELEVATO ELEVATISSIMO INCIDENZA DI TEV 2% 10-20% 20-40% 40-80% M. Marietta: La profilassi del tromboembolimo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva Strategie preventive consigliate ATA DURA RACCOMANDATA PROFILA LASS ASSI DELLA PROFILASSI L DI LO LIVELLO RISCHIO ATEGIE TEGIE STRA PREVENTIVE BASSO Mobilizzazione precoce MODERATO Calze antitrombo oppure Fino alla dimissione Eparina a basso peso molec. (<3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 2000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale: 1-2 h prima; anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h, iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze ELEVATO Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale o anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze ELEVATISSIMO Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h + 1a dose: anestesia generale e anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: eparina a basso peso: ogni 24 h e/o Compressione Pneumatica iniziando 24 h dopo la 1a dose Intermittente) Limite minimo: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze. Considerare l'opportunità di prolungare la settimane nella chirurgia oncologica addomino-pelvica FATTORI DI RISCHIO EMORRAGICO Emorragia in atto Diatesi emorragica acquisita (es. insuff. epatica acuta) Uso di anticoagulanti (es. warfarin con INR >2) Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale previste entro 12 ore Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale eseguite nelle 4 ore precedenti Piastrinopenia (<75 x 10 9/l) Ipertensione sistolica non controllata (230/120 mmHg o più) DATA: / / FIRMA DEL PRESCRITTORE: 61 62 Recenti Progressi in Medicina, 102 (2), febbraio 2011 individuale in chirurgia cranio-maxillo-facciale FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL'INTERVENTO CHIRURGIA A RISCHIO BASSO = 1 PUNTO Si considerano in linea di massima come chirurgia minore tutti gli interventi di durata <45 min. Estrazioni dentarie semplici Estrazione chirurgica di ottavi o di elementi soprannumerari Exeresi neof. cistiche benigne dei mascellari Interventi su seni paranasali Rinosettoturbinoplastica Exeresi di gh. sottolinguale/sottomandibolare Parotidectomia Tracheotomia Osteosintesi fratture composte ossa facciali Biopsie cutanee, delle mucose c. orale, di t. molli testa-collo Exeresi cisti del collo CHIRURGIA A RISCHIO ELEVATO = 2 PUNTI FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL PAZIENTE FATTORI DI RISCHIO DEBOLI = 1 PUNTO CIASCUNO Età 41-60 anni Edema arti inferiori Vene varicose Obesità (BMI >25) Uso di estroprogestinici/terapia ormonale sostitutiva Gravidanza e puerperio Anamnesi di patologia riproduttiva (es.: abortività ricorrente, MEF, basso peso alla nascita, ecc.) Sepsi (<30 giorni) Patologia respiratoria acuta COPD Infarto miocardico acuto Scompenso cardiaco congestizio (<30 giorni) Immobilità a letto intestinale Pregressa chirurgia maggiore (<30 giorni) FATTORI DI RISCHIO MODERATI = 2 PUNTI CIASCUNO Età 61-74 anni Neoplasia (in atto o pregressa) Prolungata immobilità (≥3 giorni) Presenza di catetere venoso centrale Ingessatura arti inferiori FATTORI DI RISCHIO FORTI = 3 PUNTI CIASCUNO Età >75 anni PregressaTVP o fenomeno tromboembolico resistenza alla proteina C attivata/fattoreV Leiden, ecc.) FATTORI DI RISCHIO MOLTO FORTI = 5 PUNTI CIASCUNO Ictus (<30 giorni) Trauma maggiore con fratture di: colonna vertebrale, pelvi, arti inferiori Lesione midollare (<30 giorni) VALUTAZIONE GLOBALE DEL RISCHIO Per calcolare il rischio globale, è necessario sommare i punteggi dei singoli box PUNTEGGIO TOTALE 0-1 2 3-4 ≥5 RISCHIO BASSO MODERATO ELEVATO ELEVATISSIMO INCIDENZA DI TEV 2% 10-20% 20-40% 40-80% M. Marietta: La profilassi del tromboembolimo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva Strategie preventive consigliate DURATA RACCOMANDA DATA DA TA DELLA PROFILA ASSI ASS PROFILASSI LIVELLO L DI LO RISCHIO STRA AT TEGIE EGIE PREVENTIVE BASSO Mobilizzazione precoce MODERATO Calze antitrombo oppure Fino alla dimissione Eparina a basso peso molec. (<3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 2000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale: 1-2 h prima; anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h, iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze ELEVATO Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale o anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze ELEVATISSIMO Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h + 1a dose: anestesia generale e anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: eparina a basso peso: ogni 24 h e/o Compressione Pneumatica iniziando 24 h dopo la 1a dose Intermittente) Limite minimo: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze. Considerare l'opportunità di prolungare la settimane nella chirurgia oncologica addomino-pelvica FATTORI DI RISCHIO EMORRAGICO Emorragia in atto Diatesi emorragica acquisita (es. insuff. epatica acuta) Uso di anticoagulanti (es. warfarin con INR >2) Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale previste entro 12 ore Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale eseguite nelle 4 ore precedenti Piastrinopenia (<75 x 10 9/l) Ipertensione sistolica non controllata (230/120 mmHg o più) DATA: / / FIRMA DEL PRESCRITTORE: 63 64 Recenti Progressi in Medicina, 102 (2), febbraio 2011 individuale in chirurgia urologica FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL'INTERVENTO CHIRURGIA A RISCHIO BASSO = 1 PUNTO Si considerano in linea di massima come chirurgia minore tutti gli interventi di durata <45 min. Cistolitotrissia Cateterismi ureterali Uretrotomia TUR.V Ureteroscopia Ureterolitotrissia Plastica del frenulo Circoncisione Asportazione di caruncola uretrale Agobiopsia prostatica Idrocele/varicocele/laparocele/lombocele Drenaggio di linfocele Cistoscopia con biopsia vescicale in anestesia CHIRURGIA A RISCHIO ELEVATO = 2 PUNTI FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL PAZIENTE FATTORI DI RISCHIO DEBOLI = 1 PUNTO CIASCUNO Età 41-60 anni Edema arti inferiori Vene varicose Obesità (BMI >25) Uso di estroprogestinici/terapia ormonale sostitutiva Gravidanza e puerperio Anamnesi di patologia riproduttiva (es.: abortività ricorrente, MEF, basso peso alla nascita, ecc.) Sepsi (<30 giorni) Patologia respiratoria acuta COPD Infarto miocardico acuto Scompenso cardiaco congestizio (<30 giorni) Immobilità a letto Anamnesi positiva per malattia infiammatoria intestinale Pregressa chirurgia maggiore (<30 giorni) FATTORI DI RISCHIO MODERATI = 2 PUNTI CIASCUNO Età 61-74 anni Neoplasia (in atto o pregressa) Prolungata immobilità (≥3 giorni) Presenza di catetere venoso centrale Ingessatura arti inferiori FATTORI DI RISCHIO FORTI = 3 PUNTI CIASCUNO Età >75 anni PregressaTVP o fenomeno tromboembolico resistenza alla proteina C attivata/fattoreV Leiden, ecc.) FATTORI DI RISCHIO MOLTO FORTI = 5 PUNTI CIASCUNO Ictus (<30 giorni) Trauma maggiore con fratture di: colonna vertebrale, pelvi, arti inferiori Lesione midollare (<30 giorni) VALUTAZIONE GLOBALE DEL RISCHIO Per calcolare il rischio globale, è necessario sommare i punteggi dei singoli box PUNTEGGIO TOTALE 0-1 2 3-4 ≥5 RISCHIO BASSO MODERATO ELEVATO ELEVATISSIMO INCIDENZA DI TEV 2% 10-20% 20-40% 40-80% M. Marietta: La profilassi del tromboembolimo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva Strategie preventive consigliate DURA ATA RACCOMANDA DATA DA TA DELLA PROFILA ASSI ASS PROFILASSI LIVELLO L DI LO RISCHIO STRA AT TEGIE EGIE PREVENTIVE BASSO Mobilizzazione precoce MODERATO Calze antitrombo oppure ELEVATO Fino alla dimissione Eparina a basso peso molec. (<3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 2000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale: 1-2 h prima; anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h, iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale o anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze 1a dose: anestesia generale e anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: eparina a basso peso: ogni 24 h e/o Compressione Pneumatica iniziando 24 h dopo la 1a dose Intermittente) ELEVATISSIMO Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h + Limite minimo: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze. Considerare l'opportunità di prolungare la settimane nella chirurgia oncologica addomino-pelvica FATTORI DI RISCHIO EMORRAGICO Emorragia in atto Diatesi emorragica acquisita (es. insuff. epatica acuta) Uso di anticoagulanti (es. warfarin con INR >2) Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale previste entro 12 ore Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale eseguite nelle 4 ore precedenti Piastrinopenia (<75 x 10 9/l) Ipertensione sistolica non controllata (230/120 mmHg o più) DATA: / / FIRMA DEL PRESCRITTORE: 65 66 Recenti Progressi in Medicina, 102 (2), febbraio 2011 individuale in chirurgia generale FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL'INTERVENTO CHIRURGIA A RISCHIO BASSO = 1 PUNTO Si considerano in linea di massima come chirurgia minore tutti gli interventi di durata <45 min. Cisti pilonidali Ernioplastica Appendicectomia Interventi su ano, canale anale e perineo Nodulectomia (mammella) Quadrantectomia senza cavo ascellare Ginecomastia Interventi su tiroidi e paratiroidi Interventi su cute e sottocute CHIRURGIA A RISCHIO ELEVATO = 2 PUNTI FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL PAZIENTE FATTORI DI RISCHIO DEBOLI = 1 PUNTO CIASCUNO Età 41-60 anni Edema arti inferiori Vene varicose Obesità (BMI >25) Uso di estroprogestinici/terapia ormonale sostitutiva Gravidanza e puerperio Anamnesi di patologia riproduttiva (es.: abortività ricorrente, MEF, basso peso alla nascita, ecc) Sepsi (<30 giorni) Patologia respiratoria acuta COPD Infarto miocardico acuto Scompenso cardiaco congestizio (<30 giorni) Immobilità a letto Anamnesi positiva per malattia infiammatoria intestinale Pregressa chirurgia maggiore (<30 giorni) FATTORI DI RISCHIO MODERATI = 2 PUNTI CIASCUNO Età 61-74 anni Neoplasia (in atto o pregressa) Prolungata immobilità (≥3 giorni) Presenza di catetere venoso centrale Ingessatura arti inferiori FATTORI DI RISCHIO FORTI = 3 PUNTI CIASCUNO Età >75 anni PregressaTVP o fenomeno tromboembolico resistenza alla proteina C attivata/fattoreV Leiden, ecc.) FATTORI DI RISCHIO MOLTO FORTI = 5 PUNTI CIASCUNO Ictus (<30 giorni) Trauma maggiore con fratture di: colonna vertebrale, pelvi, arti inferiori Lesione midollare (<30 giorni) VALUTAZIONE GLOBALE DEL RISCHIO Per calcolare il rischio globale, è necessario sommare i punteggi dei singoli box PUNTEGGIO TOTALE 0-1 2 3-4 ≥5 RISCHIO BASSO MODERATO ELEVATO ELEVATISSIMO INCIDENZA DI TEV 2% 10-20% 20-40% 40-80% M. Marietta: La profilassi del tromboembolimo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva Strategie preventive consigliate DURA ATA RACCOMANDA DATA DA TA DELLA PROFILASSI PROFILA LASS ASSI LIVELLO L DI LO RISCHIO STRA AT TEGIE EGIE PREVENTIVE BASSO Mobilizzazione precoce MODERATO Calze antitrombo oppure ELEVATO Fino alla dimissione Eparina a basso peso molec. (<3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 2000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale: 1-2 h prima; anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h, iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale o anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze 1a dose: anestesia generale e anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: eparina a basso peso: ogni 24 h e/o Compressione Pneumatica iniziando 24 h dopo la 1a dose Intermittente) ELEVATISSIMO Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h + Limite minimo: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze. Considerare l'opportunità di prolungare la settimane nella chirurgia oncologica addomino-pelvica FATTORI DI RISCHIO EMORRAGICO Emorragia in atto Diatesi emorragica acquisita (es. insuff. epatica acuta) Uso di anticoagulanti (es. warfarin con INR >2) Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale previste entro 12 ore Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale eseguite nelle 4 ore precedenti Piastrinopenia (<75 x 10 9/l) Ipertensione sistolica non controllata (230/120 mmHg o più) DATA: / / FIRMA DEL PRESCRITTORE: 67 68 Recenti Progressi in Medicina, 102 (2), febbraio 2011 individuale in chirurgia otorinolaringoiatrica FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL'INTERVENTO CHIRURGIA A RISCHIO BASSO = 1 PUNTO Si considerano in linea di massima come chirurgia minore tutti gli interventi di durata <45 min. Plastica del frenulo Rinosettoturbinoplastica Adenotonsillectomia Paracentesi timpanica Otosclerosi Exeresi di ghiandola sottomandibolare Interventi su seni paranasali Timpanoplastica Miringoplastica Tiroidectomia Parotidectomia Posizionamento drenaggi trans-timpanici Chirurgia laringea in microlaringoscopia Cordectomia ed altri interventi su laringe con laser2CO Uvulopalatofaringoplastica Atresia auris Riduzione fratture ossa del naso Exeresi cisti del collo Otoplastica Impianto cocleare e protesi impiantabili Tracheotomia CHIRURGIA A RISCHIO ELEVATO = 2 PUNTI FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL PAZIENTE FATTORI DI RISCHIO DEBOLI = 1 PUNTO CIASCUNO Età 41-60 anni Edema arti inferiori Vene varicose Obesità (BMI >25) Uso di estroprogestinici/terapia ormonale sostitutiva Gravidanza e puerperio Anamnesi di patologia riproduttiva (es.: abortività ricorrente, MEF, basso peso alla nascita, ecc.) Sepsi (<30 giorni) Patologia respiratoria acuta COPD Infarto miocardico acuto Scompenso cardiaco congestizio (<30 giorni) Immobilità a letto intestinale Pregressa chirurgia maggiore (<30 giorni) FATTORI DI RISCHIO MODERATI = 2 PUNTI CIASCUNO Età 61-74 anni Neoplasia (in atto o pregressa) Prolungata immobilità (≥= 3 giorni) Presenza di catetere venoso centrale Ingessatura arti inferiori FATTORI DI RISCHIO FORTI = 3 PUNTI CIASCUNO Età >75 anni PregressaTVP o fenomeno tromboembolico resistenza alla proteina C attivata/fattoreV Leiden, ecc.) FATTORI DI RISCHIO MOLTO FORTI = 5 PUNTI CIASCUNO Ictus (<30 giorni) Trauma maggiore con fratture di: colonna vertebrale, pelvi, arti inferiori Lesione midollare (<30 giorni) VALUTAZIONE GLOBALE DEL RISCHIO Per calcolare il rischio globale, è necessario sommare i punteggi dei singoli box PUNTEGGIO TOTALE 0-1 2 3-4 ≥5 RISCHIO BASSO MODERATO ELEVATO ELEVATISSIMO INCIDENZA DI TEV 2% 10-20% 20-40% 40-80% M. Marietta: La profilassi del tromboembolimo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva Strategie preventive consigliate DURA ATA RACCOMANDA DATA DA TA DELLA PROFILASSI PROFILA LASS ASSI LIVELLO L DI LO RISCHIO STRA AT TEGIE EGIE PREVENTIVE BASSO Mobilizzazione precoce MODERATO Calze antitrombo oppure ELEVATO Fino alla dimissione Eparina a basso peso molec. (<3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 2000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale: 1-2 h prima; anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h, iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h 1a dose: anestesia generale o anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze 1a dose: anestesia generale e anest. spinale/epidurale: 12 h prima. Dosi successive: eparina a basso peso: ogni 24 h e/o Compressione Pneumatica iniziando 24 h dopo la 1a dose Intermittente) ELEVATISSIMO Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h + Limite minimo: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze. Considerare l'opportunità di prolungare la settimane nella chirurgia oncologica addomino-pelvica FATTORI DI RISCHIO EMORRAGICO Emorragia in atto Diatesi emorragica acquisita (es. insuff. epatica acuta) Uso di anticoagulanti (es. warfarin con INR >2) Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale previste entro 12 ore Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale eseguite nelle 4 ore precedenti Piastrinopenia (<75 x 10 9/l) Ipertensione sistolica non controllata (230/120 mmHg o più) DATA: / / FIRMA DEL PRESCRITTORE: 69 70 Recenti Progressi in Medicina, 102 (2), febbraio 2011 individuale in chirurgia ortopedica FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL'INTERVENTO CHIRURGIA A RISCHIO BASSO = 0 Arto superiore Chir. di tendini e nervi, chir. mano, biopsie Osteosintesi (cielo aperto/chiuso) per frattura o pseudoartrosi Osteotomie correttive Artroscopia Artrodesi Rimozione/dinamizzazione mezzi di sintesi Chirurgia spalla (protesica e non) Asportazione di neoformazioni Arto inf. e rachide Chirurgia di piede Ernia del disco Dinamizzazione CHIRURGIA A RISCHIO ELEVATO = 1 Arto superiore Chir. di tendini e nervi periferici, biopsia Osteosintesi (cielo aperto/chiuso) piccoli segmenti per frattura o pseudoartrosi Artrodesi piccoli segmenti Rimozione mezzi di sintesi interni Artroscopia (ginocchio/caviglia) Chirurgia parti molli Rachide Chirurgia scheletrica del rachide Frattura vertebrale somatica CHIRURGIA A RISCHIO ELEVATISSIMO = 3 Arto inferiore e bacino Osteotomie correttive Osteosintesi (cielo aperto) grossi segmenti per frattura o pseudoartrosi Artrodesi grossi segmenti Osteosintesi per frattura di cotile/bacino o pseudoartrosi Chirurgia ginocchio (protesica e non) Chir. protesica di anca e femore FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL PAZIENTE FATTORI DI RISCHIO DEBOLI = 1 PUNTO CIASCUNO Età 41-60 anni Edema arti inferiori Vene varicose Obesità (BMI >25) Uso di estroprogestinici/terapia ormonale sostitutiva Gravidanza e puerperio Anamnesi di patologia riproduttiva (es.: abortività ricorrente, MEF, basso peso alla nascita, ecc.) Sepsi (<30 giorni) Patologia respiratoria acuta COPD Infarto miocardico acuto Scompenso cardiaco congestizio (<30 giorni) Immobilità a letto intestinale Pregressa chirurgia maggiore (<30 giorni) FATTORI DI RISCHIO MODERATI = 2 PUNTI CIASCUNO Età 61-74 anni Neoplasia (in atto o pregressa) Prolungata immobilità (≥3 giorni) Presenza di catetere venoso centrale Applicazione di laccio arti inferiori FATTORI DI RISCHIO FORTI = 3 PUNTI CIASCUNO Età >75 anni PregressaTVP o fenomeno tromboembolico Leiden, ecc Ingessatura arti inferiori resistenza alla proteina C attivata/fattoreV FATTORI DI RISCHIO MOLTO FORTI = 5 PUNTI CIASCUNO Ictus (<30 giorni) Trauma maggiore con fratture di: colonna vertebrale, pelvi, arti inferiori Lesione midollare (<30 giorni) M. Marietta: La profilassi del tromboembolimo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva VALUTAZIONE GLOBALE DEL RISCHIO Per calcolare il rischio globale, è necessario sommare i punteggi dei singoli box PUNTEGGIO RISCHIO 0-1 2 3-4 ≥5 TOTALE BASSO MODERATO ELEVATO ELEVATISSIMO INCIDENZA DITEV 2% 10-20% 20-40% 40-80% Strategie preventive consigliate ATA DURA DAT DA TA RACCOMANDA A PROFILA ASSI ASS DELLA PROFILASSI LIVELLO L DI LO RISCHIO STRA ATEGIE TEGIE PREVENTIVE BASSO MODERATO ELEVATO Mobilizzazione precoce Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h oppure Pazienti con rischio emorragico elevato valutare l’opportunità 1a dose: Anestesia generale o anest. spinale/epidurale: 12 h prima Dosi successive: ogni 24 h iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni. In caso di presenza di apparecchio gessato agli arti inferiori senza concessione del carico concessione del carico ELEVATISSIMO a 1 dose: Anestesia generale e anest. spinale/epidurale: 12 h prima Dosi successive: Eparina a basso peso: ogni 24 h e/o Compressione Pneumatica iniziando 24 h dopo la 1a dose Intermittente) Eparina a basso peso molec. (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h + eventualmente Limite minimo: 7 giorni. Negli interventi per artroprotesi d’anca o di ginocchio o con frattura di femore prolungare alla concessione del carico. In tutte le altre situazioni cliniche in cui non è concesso il carico continuare concessione del carico FATTORI DI RISCHIO EMORRAGICO Emorragia in atto Diatesi emorragica acquisita (es. insuff. epatica acuta) Uso di anticoagulanti (es. warfarin con INR >2) Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale previste entro 12 ore Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale eseguite nelle 4 ore precedenti Piastrinopenia (<75 x 10 9/l) Ipertensione sistolica non controllata (230/120 mmHg o più) DATA: / / FIRMA DEL PRESCRITTORE: 71 72 Recenti Progressi in Medicina, 102 (2), febbraio 2011 tromboembolico in ostetricia NOME COGNOME N.CARTELLA FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALLA MODALITA’ DI ESPLETAMENTO DEL PARTO Parto per via vaginale = 1 Parto cesareo elettivo = 1 Parto cesareo in urgenza = 2 FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALLA PAZIENTE FATTORI DI RISCHIO DEBOLI/MODERATI = 1 PUNTO CIASCUNO Età ≥35 anni Pre-eclampsia Distacco di placenta Parto operativo vaginale Parità ≥4 Travaglio >12 ore Iperemesi gravidica Iperstimolazione ovarica Prolungata immobilità a letto (≥3 giorni) Infezioni gravi Sindrome nefrosica Disidratazione Obesità grave (Indice di massa corporea = peso/altezza 2: >30 (prima o all’inizio della gravidanza) Pregressa chirurgia maggiore (<30 giorni) Edema arti inferiori Vene varicose Paralisi di uno o più arti FATTORI DI RISCHIO FORTI = 3 PUNTI CIASCUNO PregressaTVP (1 solo episodio) associata ad una causa temporanea ora scomparsa o PT 20210A eterozigote, sindrome da Ac Antifosfolipidi) SENZA episodi tromboembolici FATTORI DI RISCHIO MOLTO FORTI = 4 PUNTI CIASCUNO PregressoTrombo Embolismo Venoso (TEV): • Idiopatico; • estrogeno-correlato (contraccettivi orali, gravidanza); • ricorrente (≥2); • con qualunque diatesi trombofilica. anche SENZA episodi tromboembolici Trauma grave (soprattutto con fratture di: colonna vertebrale, pelvi, arti inferiori) VALUTAZIONE GLOBALE DEL RISCHIO Per calcolare il rischio globale, è necessario sommare i punteggi dei singoli box PUNTEGGIO TOTALE 1-2 3 4 ≥5 RISCHIO NON RISCHIO IN GRAVIDANZA E AL PARTO RISCHIO AL PARTO RISCHIO AL PUERPERIO RISCHIO IN GRAVIDANZA, AL PARTO, AL PUERPERIO FATTORI DI RISCHIO EMORRAGICO Emorragia in atto Diatesi emorragica acquisita (es. insuff. epatica acuta) Uso di anticoagulanti (es. warfarin con INR >2) Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale previste entro 12 ore Puntura lombare/anestesia spinale o epidurale eseguite nelle 4 ore precedenti Piastrinopenia (<75 x 10 9/l) Ipertensione sistolica non controllata (230/120 mmHg o più) M. Marietta: La profilassi del tromboembolimo venoso profondo. Valutare il rischio del paziente, per scegliere la strategia preventiva Strategie preventive consigliate MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DURATA RACCOMANDATA DELLA PROFILASSI LIVELLO DI RISCHIO STRATEGIE PREVENTIVE NON RISCHIO Mobilizzazione precoce RISCHIO AL PARTO 1a dose: anestesia generale:1-2 h prima; anest. spinale/epidurale:12 h prima. Dosi successive: ogni 24 h, iniziando 24 h dopo la 1a dose Eparina a basso peso molec. 1a dose: anestesia generale o anest. (>3400 U Anti-Xa , spinale/epidurale: 12 h prima. es. Enoxaparina 4000 UI) Dosi successive: ogni 24 h ogni 24 h iniziando 24 h dopo la 1a dose Di norma: 7 giorni da valutare in caso di immobilità prolungata e/o complicanze Eparina a basso peso molec. 1a dose: dopo visita specialistica, al (>3400 U Anti-Xa , es. Enoxaparina 4000 UI) ogni 24 h momento della diagnosi di gravidanza. Tale profilassi va comunque effettuata sotto stretto controllo da parte degli specialisti ginecologi ed ematologi Di norma: tutta la gravidanza e 6 settimane nel puerperio Eparina a basso peso molec. (<3400 U Anti-Xa, es. Enoxaparina 2000 UI) ogni 24 h RISCHIO AL PUERPERIO RISCHIO IN GRAVIDANZA ED AL PUERPERIO Comportamento al parto: • avvisare le pazienti di sospendere la somministrazione di eparina quando ritengono stia iniziando il travaglio; • nelle gravide per le quali è prevista anestesia epidurale durante il parto, sospendere eparina quando inizia il travaglio; • l’EBPM può essere somministrata trascorse 3 ore da anestesia spinale o epidurale atraumatica, o dopo rimozione di un catetere epidurale PRIMA DI INIZIARE LA PROFILASSI DATA: / / FIRMA DEL PRESCRITTORE: Di norma: 6 settimane dopo il parto 73 74 Recenti Progressi in Medicina, 102 (2), febbraio 2011 Conclusioni Non riteniamo che quello da noi proposto rappresenti la soluzione ai problemi di pratica clinica che quotidianamente incontriamo quando dobbiamo adottare una profilassi del TVP, né tantomeno riteniamo che questa sia l’unica possibile. Esso rappresenta l’espressione della nostra esperienza e vorrebbe essere uno stimolo perché ciascun ospedale si costruisca un proprio strumento di valutazione del rischio, come del resto sollecitato dallo stesso Ministero della Salute: coniugando rigore metodologico e creatività, in modo da trovare le strategie più efficaci per ogni specifica realtà. Per tale motivo le schede che proponiamo sono ampiamente personalizzabili, e per questo vanno verificate sia prima della loro adozione mediante riunioni interdisciplinari in cui si ipotizzano diversi scenari di utilizzo valutandone la congruità con la specifica realtà clinica, sia periodicamente dopo l’implementazione, con un regolare programma di audit e feedback. L’augurio è che esse non finiscano per essere solo “altra carta”, ma possano rivelarsi uno strumento utile per migliorare la pratica della profilassi del TEV. Bibliografia 1. Scottish Intercollegiate Guidelines Network. Prophylaxis of venous thromboembolism. October 2002. www.sign.ac.uk 2. Geerts WH, Bergqvist D, Pineo GF, et al. Prevention of venous thromboembolism. American College of Chest Physicians Evidence-Based Clinical Practice Guidelines (8th edition). Chest 2008; 133 (6 suppl): 381S-453S. Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Marco Marietta Azienda Ospedaliero-Universitaria Unità Emostasi e Trombosi Via del Pozzo, 71 41124 Modena E-mail: [email protected] 3. NICE clinical guideline 92. Reducing the risk of venous thromboembolism (deep venous thrombosis and pulmonary embolism) in patients admitted to hospital. Downloaded from: www.nice.org.uk/guidance/CG92. 4. Clark P, Wu O, Greer IA, Lowe GD. Venous thrombosis prevention - more than just guidelines. Br J Haematol 2010; 149: 50-4. 5. Bahl V, Hu HM, Henke PK, Wakefield TW, Campbell DA Jr, Caprini JA. A validation study of a retrospective venous thromboembolism risk scoring method. Ann Surg 2010; 251: 344-50. 6. Thromboembolic Risk Factors (THRIFT) Consensus Group. Risk of and prophylaxis for VTE in hospital patients. BMJ 1992; 304: 567-74. 7. Marata AM, Marietta M, Campomori A, Magrini N (a cura di). Linee guida di profilassi della trombosi venosa profonda in chirurgia generale (2003). Documento elaborato da un gruppo di lavoro multidisciplinare con il coordinamento del CeVEAS. Disponibile on-line al sito: www.ceveas.it 8. Azu MC, McCormack JE, Scriven RJ, Brebbia JS, Shapiro MJ, Lee TK. Venous thromboembolic events in pediatric trauma patients: is prophylaxis necessary? J Trauma 2005; 59: 1345-9. 9. Nelson-Piercy C, for the Royal College of Obstetricians and Gynaecologists. Thromboprophylaxis during pregnancy, labour and after vaginal delivery. Green Top Guideline No. 37. London: Royal College of Obstetricians and Gynaecologists 2004. 10. Bates SM, Greer IA, Pabinger I, Sofaer S, Hirsh J; American College of Chest Physicians. Venous thromboembolism, thrombophilia, antithrombotic therapy, and pregnancy: American College of ChestPhysicians Evidence-Based Clinical Practice Guidelines (8th edition). Chest 2008; 133 (6 suppl): 844S86S. 11. Lussana F, Dentali F, Abbate R, et al. Screening for thrombophilia and antithrombotic prophylaxis in pregnancy: Guidelines of the Italian Society for Haemostasis and Thrombosis (SISET). Thromb Res 2009; 24: e19-e25.