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L`uomo che scrisse nell`aria poco prima di andarsene
8 Primo piano Venerdì 20 agosto 2010 Primo piano 9 Venerdì 20 agosto 2010 Dragica, la vedova, ricorda il loro incontro e la vita insieme Basilicata nel mondo L’uomo che scrisse nell’aria poco prima di andarsene Riconoscimento istituzionale alle origini di uno dei giallisti più famosi di sempre C’E dolore ed emozione nelle parole di Dragica Dimitrijevic quando, alcune sere fa, ha parlato del suo defunto marito, Evan Hunter, alias Ed McBain, alias Salvatore Albert Lombino. Ecco il discorso pronunciato nel corso della cerimonia per la cittadinanza onoraria concessa da Ruvo del Monte. L’87° Distretto nasce a Ruvo del Monte DOPO venti lunghi e sofferti anni Ed Mc Bain è cittadino onorario (alla memoria) di Ruvo del Monte: cosìfasapere MauroArmandoTita, collaboratore del Quotidiano della Basilicata e fra gli artefici dell’idea e della sua realizzazione. La serata in cui allo scrittore, originario di Ruvo e morto nel 2005, è stata assegnata postuma la cittadinanza è stata condotta da Rocco Brancati della Rai Basilicata, con Antonio Mecca di Mediaset e la musica della jazz band "Siris". Fra i responsabili dell’iniziativa, oltre a Tita, c’è anche Giovani Tata (insieme a Peppino Ferrieri e al Municipio), autore dello scritto che segue. Tata traduce alcuni brani di Mc Bain per spiegare come lo scrittore non abbia mai dimenticato le radici lucane. E le abbia raccontate molto bene. IL ROMANZO di cui vi parlo è “The Streets of Gold-Le Strade dell'Oro” cheracconta l'epopeadellafamiglia di Giuseppantonio Coppola, nato a Ruvo nel 1878, purtroppo non ancora tradotto in italiano. Il Comitato ha preso l'impegno di tradurlo e stamparlo per il prossimo anno. Il libro copre un periodo storico che va dal 1898 al 1973, anno della morte di Giuseppantonio a cui il romanzo è dedicato. Il romanzo è scritto da suo nipote Salvatore Lombino, scrittore illustre che negli anni ha cambiato il suo nome in Evan Hunter. I luoghi in cui si svolgono le vicende sono 4: Ruvo del Monte (nel romanzo Fiormonte), Harlem (ghetto italiano nel quartiere di Manhattan di New York), Bronx (quartiere di NY) e Connecticut (uno stato ad est di NY). Il nostro Giuseppantonio (nel romanzo Francesco diLorenzo) aveva 20 anni quando nel 1898 emigra negli Stati Uniti e tutto lascia pensare che fosse quasi analfabeta, però sapeva firmare, come risulta dalla scheda di registrazione all'arrivo a Ellis Island.Tra il 1880 e1920 furono oltre 600 gli emigranti che da Ruvo presero la via degli Stati Uniti d'America, a fronte di una popolazione del Paese che il censimento del 1901 registra di 2680 abitanti. Penultimo di 9 figli, 4 muoiono in tenera età e uno emigra in America nel 1907, suo padreAngelo Maria facevail sarto.Partìcon GabrieleSuozzi (nel romanzo Pino Battatore) con cui sembra abbia condiviso tutta la vita in America. Dai documenti risulta che a quel tempoera SindacoGaetanoCudone (citatonellibro comeDonLeonardo capo di Ruvo). La famiglia abitava in via Crispi 14 (sopra la canonica) dalla cui finestra vedeva la valle dell'Ofanto, così come viene riportato nel romanzo: «La casa in cui viveva la famiglia del nonno era simile in costruzione, anche se non nelle dimensioni, a quella abitata da don Leonardo, il sindaco di Fiormonte. Costruita con pietre faticosamente raccolte nei campi, coperte di fango lasciato asciugare e poi imbiancate con una miscela dicalce e acqua,era composta di tre stanze, la più grande delle quali era la cucina. Un enorme camino e focolare, unica fonte di caloredellacasa e,naturalmente,ilcentro di cottura, dominava la cucina. Lealtredue stanzeeranocamereda letto, una delle quali condivise dai genitori e il fratellino del giovane Francesco». Il romanzo autobiografico incentrato sul personaggio di Evan (nel romanzo Iggie oppureIgnazio), natocieco,che studiamusicaediventa un noto jazzista. In pratica si rivedono moltissime analogie con la sua evoluzione di scrittore ma nelle difficilissime vesti di musicista cieco. Suggestivo il passaggio in cui Giuseppantonio, ventenne, la mattina di Natale si alza deciso ad andare con Pino Battatore da Pietro Bardoni. «Mio nonno sapeva quello che stava cercando, eccome. Era in cerca di lavoro. Lui voleva fare soldi. Stava cercando un modo di sopravvivere per sé e la sua famiglia. Uscì la mattina di Natale su quei vicoli del paese argentati dal sole , deciso a trovare in se stesso la forza e il coraggio di prendere la decisione. Sarebbestato soloper unanno, dissea se stesso, il suo prossimo pellegrinaggio sarebbe durato solo un anno, dopo di che sarebbe ritornato, e avrebbe potuto sistemarsi e fare un buon lavoro. Francesco avrebbe mandato i soldi a casa a Fiormonte per aiutare la famiglia, risparmiare per il viaggio di ritorno e per qualsiasi iniziativa la famiglia avrebbe deciso di fare quando tornava a casa, perché di sicuro sarebbero stati in grado di scegliere il proprio futuro e il proprio destino una volta ritornatoaFiormonte ediventatoricco». Ed McBain, scrittore pluripremiato, ha ricevuto la cittadinanza onoraria (e postuma) del paese lucano di cui era originario. Pur newyorchese nel midollo, non dimenticò mai le radici Ed ecco cosa ne scrisse va una media di novanta, era molto buona dicevano lamedia di “novanIl nonno parte con la convinzione ta”, e Luca, così alto, così dolce, che diandare inAmerica, diventareric- suonava il violino e il pianoforte beco trovando le strade d'oro e dopo un nissimo, proprio come il cugino di Rodolfo di Fiormonte. Ma no, Roanno far ritorno al suo paese. A N.Y. finisce col lavorare nei can- dolfo erastato ucciso inguerra, Rotieri della metropolitana dove in dolfo era morto. La famiglia era qui. quegli anni lavoravano circa 4000 Fiormonte era stata la sua famiglia, italiani. Conosce sua moglie (nel ro- ma ora la famiglia era qui. Si mise a manzo Rebecca) e va a rilevare la sedere e guardò Pino e Pino improvsartoria del suocero. Il suo forte de- visamente smise di cantare. «E` siderio era sempre quello di torna- qui», disse al suo amico. "La FAMIGLIA è qui." "Cosa?" re, finché non si chiese Pino.Francerende conto di essco guardava sua fisersi fatta una nuoglia mentre andava va famiglia a N.Y. sul palco e si mise a ed a Ruvo ormai parlare con il battenon era rimasto più rista che continuanessuno. Ecco un va a suonareper tutcolloquio tra il nonto il tempo che lei no e il suo amico Pichiacchierava e le no. sorrideva. Sulla pista da ballo l'altra fi«Non c'era più faglia, il suo angelo miglia in FiormonCristina, danzava te, sua madre e suo tra le braccia di un padre erano morti, uomo che nemmeno Maria era morta, dieci minuti prima Emilia era partita “The streets of gold” lo aveva chiamato per Torino con il marito, con la spe- narra le storie di nonno "Papa". Francesco aveva allora quaranranza di trovare la- Giuseppantonio tadue anni. Per lunvoro nelle acciaiego tempo era rimarie. La famiglia era Coppola, della vita sto a 24 anni e aveva qui. Lui aveva una a “Fiormonte” e della sempre sognato di bellae dolcemoglie ritornare a casa. Orche amava e deside- nuova avventura mai aveva quarantarava, e per la quale in America due anni, e sapeva avrebbe lavorato che non sarebbe mai duro tutti i giorni della suavita; avevauna figliadi di- più tornato a casa, non sarebbe mai ciassette anni fidanzata e un'altra più ritornato in Italia. La famiglia figlia di vent'anni che sicuramente era qui. Egli era il capo della famisi sarebbe sposata presto, una volta glia e la famiglia era qui. La sua casa trovato il ragazzo giusto. Stella, sua era qui.A untratto coprìla manodi figlia, era un po' pignola e gli piace- Pino con la sua e gliela strinse molto va proprio per quello, non era facile forte». da accontentare la sua Stella; e DoLa seconda parte copre fino agli menico, un ragazzo così intelligente, studiava in una scuola superiore anni '40 quando Iggie decide di demolto impegnativa del Bronx, ave- dicarsi al jazz abbandonando defini- tivamente la musica classica che aveva studiato fino ad allora. La famiglia si trasferisce nel Bronx e la presenzadel nonno(verocapofamiglia) si dirada leggermente pur restando una presenza importante, come in questo passaggio. «Mio fratello Tony aveva diciassette anni quando i giapponesi bombardarono Pearl Harbor. Chiese subito a mia madre il permesso di arruolarsi nell'aviazione. Mia madre parlò con mio padre e poi con mio nonno, e poi ritornò da Tony con un inequivocabile "No.” Mi disse che lo sapeva. Che Lui è una vecchia palla di grasso, Iggie. Mi chiese se volevo andare a bombardare l'Italia. Mi chiese cosa avrei fatto se mi avessero detto di andare a bombardare Fiormonte. Gli risposi “Chi diavolo mi chiedera` di bombardare Fiormonte, nonno? Che diavolo c'è in Fiormonte da bombardare?”Così mi disse che è un bel villaggio. Così gli risposi “Nonno, i generali non sono interessati a bombardare bellissimi villaggi, quello che vogliono fare è bombardare obiettivi militari non bellissimi villaggi. E il nonno gli disse che c'è un ponte in Fiormonte cheattraversa il fiume,e forse i generali gli diranno di bombardarlo così non saranno in grado di trasportare i rifornimenti a Bari o altrove, perché Bari è un porto di mare. Così gli disse: “Nonno, i generali non saranno interessati a un piccolo ponte di merda di Fiormonte” e lui gli disse: “E’ un ponte bello, Antonio”. Così lui aggiunse: “Guarda, nonno, io non sto cercando di denigrare il ponte maledetto, sto solo cercando di dirti che nessuno sta per mandarmi a bombardare Fiormonte, e comunque io non voglio volare su un bombardiere, voglio volare su un aereo da caccia, io voglio essere un pilota da caccia”». L'amore per Ruvo è ancora più UN OCEANO DI “ALIAS” I suoi tanti nomi DAVVERO non si finisce più di riportare tutti gli pseudonimi che inventò come scrittore Salvatore Albert Lombino, nato a New York in un’altra era, il 15 ottobre 1926, e morto nella nostra era, a Weston il 6 luglio 2005. Il nome più conosciuto fu Ed Mc Bain. Segue Evan Hunter, e poi Ezra Hannon, Richard Marsten, Curt Cannon, Hunt Collins e John Abbott. Vines anche importanti premi e sceneggiò il celeberrimo “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock. Creò la serie dell’87° Distretto. Il film più importante tratto dei suoi romanzi ce ne furono ben diciannove - fu il primo, “Il seme della violenza”, in cui tra l’altro curiosamente veniva lanciato il più classico rock’n’roll, “Rock around the clock”. Conosceva a menadito le procedure della polizia e le descriveva, preferendo un realismo ben curato e le indagini corali alle figure di geniali detective. Il nonno era andato in America da Ruvo del Monte. Dire che Ed ha ricordato, fino alla fine, le sue origini non è retorica. evidente neldialogo tra lui,il nonno e Pino Battatore: «"'Questo vestito è per te", disse, e frusciò un modello di carta. "Il giorno di Natale sarai il ragazzo meglio vestito di Harlem". "Lo so", dissi, e sorrisi. "In Fiormonte a Natale ... Pino, ti ricordi del Natale a Fiormonte?" "Si, certo", disse Pino. "Uno di questi giorni, Ignazio," mio nonno disse: "Ti porterò con me a casa dall'altra parte dell'Oceano. Ti mostrerò la mia casa, va bene? Vuoi venire a Fiormonte con il nonno?” "Certo". "E` vero, Pino? Non è bello, Fiormonte?" "E veramente bellissimo". "Da dove vivevo, Ignazio, era possibile vedere il fiume, no!?"». La terza parte racconta i rapporti con la famiglia e comincia a suonare nei locali notturni. La quarta e ultima parte infine parla dei suoi figli e del successo come jazzista che avviene intorno al 1956. Cambia casa e va a vivere nel Connecticut, parla del suo viaggio in Italia. Nel '62 Giuseppantonio ha 84 anni e in una riunione di tutta la famiglia passaformalmente iltestimone di capofamiglia al nipote Evan. «Siamo seduti intorno al tavolo in legno di palissandro della sala da pranzo nella casa in cima alla collina. Mio nonno, come spetta a un patriarca, siede a capotavolo, pur sapendo, come sapevo io, che non era più il patriarca, la sua famiglia era sparsa ai quattro venti. Dominick a Brooklyn, Christie in Massapequa, mia madre al Grand Concourse e Luca solo Cristo sa dove. Senza sfarzo e cerimonia mio nonno aveva passato lo scettro a me, ignorando l'erede nella linea di successione. Suo genero, Jimmy, affabile, ma inefficace. Sua figlia Stella, formidabile, ma comunque una donna, e lui è italiano,si sa. Però nel1963 lui «Portò con sé le qualità di una formidabile perseveranza, del duro lavoro, e le virtù di una disciplina interiore» stata terribile questa America " "Nonno", dissi "non morire". "E il rumore. Madonna mia, Che rumore, non mi sono mai abituato. Giuro,Ignazio, sareitornato senon avessi incontrato tua nonna. Ah, che bellezzal Oh, la vedo ...” "Per favore,non morire,"gli dico. "Tu sei il legame”. Entrambi stiamo allora zitti. SiaIl romanzo finisce con la morte di Giuseppantonio, avvenuta il 16 mo rimasti in silenzio per molto Giugno 1973 dopo un'agonia di ol- tempo. Il sole era alto. Non mi ero retre 14 ore in compagnia costante di so conto che il sole era così alto. Ho aperto di scatto il Evan. Durante l'agocoperchio dell'oronia il nipote lo sente logio e ho visto che parlare ininterrottaora era: 11:45. Il mente della sua vita, sole era sorto da di Ruvo edella sua fatanto tempo! miglia. Mi piace pen"Ignazio?" mio sare che sia quello il nonno aggiunge. momentoin cuiEvan “Sì, nonno?” "Ah," raccoglie gli stimoli disse. "Ah," dissi io, per la scrittura di e sorrisi. Non so questo romanzo, dedove i suoi meanfinito da lui, in una indri di semicoscientervista al Corriere za lo avevano pordella Sera del 5 Lutato, o se avesse o glio 1990, come uno meno raggiunto dei suoi migliori roqualche conclusiomanzi. Il romanzo Toccante il racconto ne. Sapevo solo che praticamente finisce era ancora vivo e la con questo dialogo della giornata sua voce era forte, e con il nonno prima di in cui, nel 1962, questo mi bastava. morire. le redini della famiglia "C'è stato un tempo che non mi piaceva «"Ah, Ignazio," questo paese", disdisse, "quelgiorno di passarono se. "Tu ci credi IgnaNatale esco di casa, non al figlio zio?" "Ci credo», discammino fino a dove ma al nipote Evan si. "C'è stato un temabita Pino, insieme po in cui pensavo: andiamo in cima alla collina, possiamo vedere la casa di Ma che? dovrei fare di questo luogo Don Leonardo, il vento tira forte la mia casa? Non c'è oro qui. Ignasulla collina, si parla di America ... zio? " "Sì, nonno". "Sono un uomo molto ricco, ho avuto una buona viho sbagliato? Dovevo restare?” "E all'inizio", dice, "quando sono taqui. Siè veroquello chemi hadetvenuto qui, lo dissi a Pino, qui non to Bardoni inFiormonte. “Le strade va bene torniamo acasa. Domani ri- qui sono veramente lastricate d'otorniamo dall'altra parte. Quale ro.” Morì nell'istante successivo. oro? ... Dove si trova questo oro di Una gravissima emorragia gli cui parlava Bardoni? Nella metro- esplose in qualche parte del cervelpolitana? nel fango? No Ignazio, è lo e lo uccise tutto d'un tratto». è cittadino degli Stati Uniti già da diciotto anni. Adesso sono io il vero capo della famiglia anche se non ho il titolo e, sebbene mio nonno occupa quella sedia a capotavola, nessuno di quelli seduti attorno dubita che siamo qui per onorare il potentato regnante». Coloro che hanno familiarità con i libri della sua serie dell'87 ° Distretto, riconosceranno le qualità di decenza, onestà, giustizia ed il codice morale con il quale il protagonista, Steve Carella, conduceva la sua vita. Queste erano anche le qualità di mio marito. E così quelli di voi che leggono Evan Hunter sono a conoscenza della complessità dei suoi caratteri e della pro1Sindaco Romano, miei cari amici e fondità con cui sono definiti. Anche cari ospiti, queste erano qualità possedute da Sono profondamente commossa e Evan. molto onorata di essere qui con voi ogCodice morale, ricchezza immagigi per rendere nativa, una proomaggio a uno fonda comprendei vostri figli, sione degli esseri Evan Hunter, umani e dei loro che, in un modo comportamenti più profondo di più sottili ... in quanto si possa Evan questi facilmente traaspetti sono semsmettere, portapre stati convova con sé l'anima gliati nel suo lae lo spirito del vovoro di scrittore. stro amato Ruvo Perché questo del Monte. Il nonera Evan Hunter. no di quel figlio, Uno scrittore. Ed Giuseppantonio Evan amava scriCoppola, emigrò vere. in America all'iIn un'intervinizio del secolo sta radiofonica a scorso, ma non Londra qualche abbandonò mai i tempo fa, ad Evan ricordi e i valori venne chiesto ereditati nel luoquanto amava go dov'era crescrivere. sciuto. Portò con 'Più di ogni alsé, le qualità di tra cosa', rispose. una formidabile 'Qualsiasi coperseveranza, sa?' L'intervistadel duro lavoro, e Ed Mc Bain con la moglie Dragica tore persisteva. le virtù di una di- Dimitrijevic 'Sì, direi di sì.' sciplina interioL'intervistatore; queste furore, insisteva anno poi tralasciate al giovane Evan cora, ed Evan molto consapevole del Hunter. E devo ammettere, che se uno fatto che ero lì nello studio con lui, agconosceva Evan Hunter, conosceva giunse, scherzando: 'Se Dina e il maanche il nonno. In seguito, dal padre, noscritto stessero annegando, sarebCharles Lombino, Evan ha imparato be una scelta difficile decidere chi salun'altra grande lezione- l'importanza vare!' di un lavoro creativo e, nel caso di Per fortuna che, con gli scritti di Evan, le soddisfazioni di una scrittura Evan Hunter, o di Ed McBain, lo pseucreativa. Così come oggi rendiamo donimo che lui scelse di usare, egli ci omaggio a Evan Hunter - in tanti mo- ha lasciato un incredibile tesoro di lidi, un vero figlio nativo di Ruvo - alla bri memorabili, sceneggiature, opere stessa maniera onoriamo il padre e il teatrali, tele-novelas, racconti, e persinonno che lo hanno cresciuto. no musical. Questi sono il suo monuQuando la gente mi chiede come mento e il monumento con il quale noi Evan ed io ci siamo conosciuti, la mia lo ricorderemo. risposta è che 'Gli dei italiani me lo Con quella stessa intensità con cui hanno inviato'. Ma siccome l'invito del Evan amò il suo lavoro, egli ha amato sindaco Romano mi è arrivato esatta- la vita, e l'ha vissuta al massimo, fino mente l'11 gennaio, anniversario del al culmine. Ha aperto un nuovo mongiorno preciso in cui ci siamo cono- do anche per me ... di libri, persone, sciuti, voglio condividere con voi la no- luoghi. Come sua moglie, la sua amanstra storia segreta e di come questo ac- te, la sua compagna, la sua confidente, cadde. mi ha insegnato lafelicità di un matriEra una giornata memorabile. L'11 monio felice. Il dono più prezioso, e il gennaio 1995. La ricordo chiaramen- dono che mi ha dato e che mi sostiene te. Una giornata fredda e cupa a New tutt'ora, è il ricordo di tutti quei tempi York City. Quel giorno mi trovavo in e di quelle memorie piene d'amore. una libreria e stavo consultando gli Quando soggiunse il cancro, non scaffali, quando, guardando in giro, era mai troppo vecchio o troppo malavidi un uomo - un uomo alto e bello, mi to per confortare i miei timori, per ripermetto di aggiungere - in uno degli cordarmi che ogni giorno che avevastand, che metteva in piatto alcuni li- mo era un giorno che dovevamo vivere bri. Ora, quando si 'mette in piatto un fino in fondo. libro', come si dice nella terminologia E quando morì, mi ha insegnato editoriale, si gira il libro sullo scaffale un'ultima lezione ... quella di morire in modo che la copertina del libro sia con dignità e grazia. visibile al posto del dorso. In questo Il mio ricordo finale del suo addio, modo, l'occhio di qualsiasi cliente vie- suppongo fosse l'addio dello scrittore. ne attirato mentre consulta i libri. Fino alla sua dolce discesa nel coma, Mi avvicinai all'uomo. continuava a tenermi la mano mentre 'Mi scusi, signore, può dirmi dove conl'altra continuavaafare deicerchi trovare le mappe e le carte geografi- nell'aria ... facendo dei gesti convoluti che?' nell'aria ... scrivendo parole indecifra'Mi dispiace', lui disse. 'Io non lavoro bili, raccontando storie ancora da racqui'. contare. 'Oh, mi dispiace,' risposi io. 'PensaStasera celebriamo la vita di un grande scrittore, ma anche, in modo vo che fosse un commesso.' molto reale, la vita di un nonno, Giu'No', disse, 'Sono uno scrittore'. 'Sono un'istruttrice teatrale,' dissi e seppantonio Coppola, che lasciò il suo amato Ruvo, alla ricerca di una vita gli porsi la mia mano. migliore che rendesse possible la naLui la prese. scita dell'autore Evan Hunter. Ora 'Il mio nome è Dina,' dissi. una strada, qui a Ruvo, porterà il no'Il mio nome è Evan,' rispose lui. me del nipote, e quando la si percorre'Hunter?' chiesi. rà nella sua lunghezza, passeggiando 'Sì', rispose. e respirandone l'aria durante la sera, 'Eccoci qua'. E così, sono onorata di essere qui e di potremmo percepire i passi e le sensacondividere questo giorno con voi, co- zioni di quel nonno, un nonno che, in questo modo, tornerà di nuovo a casa, me la signora Evan Hunter. Mio marito era un uomo con tante nel suo amato Ruvo del Monte ... , qui, eccezionali qualità, tanto che prepa- con suo nipote ... a casa. Signor Romano, a voi presenti, e a rando questo mio breve intervento oggi, non ero certa di cosa avrei dovuto tutti coloro che hanno reso possibile includere o semplicemente omettere - questo omaggio, vi ringrazio per aver non avrei potuto fare riferimento a onorato due dei vostri figli, Evan Hunter e Giuseppantonio Coppola». tutte quante le sue doti.