“… Lentamente muore chi non legge, chi non ascolta musica, chi
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“… Lentamente muore chi non legge, chi non ascolta musica, chi
Istituto Comprensivo Scialoia -Milano Anno XI – n°10 - Giugno 2011 Anno XVIII di pubblicazione “… Lentamente muore chi non legge, chi non ascolta musica, chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce…” Pablo Neruda Questa bella frase può essere considerata una guida per tutti coloro che vogliono aiutare i bambini a diventare uomini e donne consapevoli domani. Proprio per questo, in questo intenso anno di lavoro, le attività proposte dai docenti sono state molto diversificate, arricchenti e stimolanti quindi mi auguro che abbiano lasciato in ogni scolaro - in particolare agli studenti di III media che concludono il primo ciclo di istruzione – un messaggio significativo teso alla crescita e allo sviluppo di capacità personali . In particolare penso al progetto “Raccordo-Accoglienza” che quest‟anno ha celebrato, attraverso le proposte dei nostri ragazzi dei tre ordini di scuola, i 150 anni dell‟Unità d‟Italia e che si è concluso con la partecipazione all‟evento organizzato dal giornale di zona ABC il giorno 19 Marzo 2011. I pannelli realizzati per quella occasione ora abbelliscono gli atri e i laboratori delle scuole e sono la testimonianza del grande impegno che c‟è stato. Anche gli altri lavori svolti dalle diverse classi, dall‟infanzia alla primaria e alla secondaria di primo grado (spesso documentati sul blog dell‟istituto e sintetizzati sul giornalino on-line “Bolle di sapere”) mostrano che tutta la scuola presta attenzione alla persona, cura l‟integrazione, punta alla continuità tra i diversi gradi di scuola, sviluppa l‟orientamento verso le scelte future nella ricerca continua del miglioramento. Importante, inoltre, la sempre costante collaborazione dei genitori sia nel quotidiano lavoro dei figli, sia nell‟attuazione di alcuni progetti per rendere accoglienti gli ambienti scolastici e per contribuire alla realizzazioni di particolari momenti conclusivi quali la marcia non competitiva negli spazi verdi della nostra zona, le feste per il Natale, l‟adesione alle proposte di Lega-Ambiente… Certo nel corso dell‟anno non sono mancati i problemi e le difficoltà , la scuola rispecchia la società complessa e quindi non siamo esonerati dal dover affrontare situazioni difficili. Sempre però ci siamo rimboccati le maniche, ci siamo messi in discussione in vista di un positivo graduale cambiamento con l‟impegno di tutti: bambini, ragazzi, docenti, collaboratori scolastici, impiegati di segreteria e genitori. A tutti il mio sincero e sentito ringraziamento per l‟impegno, la disponibilità e la pazienza che hanno dimostrato. Felice Estate! Ida Morello sezione GIALLA Ingredienti: farina, acqua, elementi vegetali. Questa attività ha una grande importanza dal punto di vista sensoriale ed emotivo per il bambino. Viene stimolata: La conoscenza del proprio corpo tramite l’uso del tatto, della vista, dell’olfatto e dell’udito Il superamento delle sensazioni di riluttanza nei confronti dell’appiccicoso Si scaricano sull’impasto alcune tensioni affettive e si canalizza l’aggressività I bambini vengono fatti sedere intorno ad un grande tavolo precedentemente preparato con dei sacchi della spazzatura e viene dato ad ognuno di essi un po’ di farina, facendo in modo che essa cada a pioggia. I bambini vengono invitati a giocare con la farina,facendola volare con le mani, soffiandola, sparpagliandola… ed infine radunandola in modo da formare un vulcano nel quale introdurre un po’ di acqua tiepida. I bambini devono impastare la farina fino a rendere l’impasto compatto e morbido e giocandoci un po’ formare una palla oppure un biscione o una frittata. A questo impasto verrà aggiunto un elemento vegetale (zafferano, barbabietola, spinaci) in modo da ottenere un impasto colorato. La realizzazione dell’impasto colorato sarà una scoperta gratificante a prodotto finito. Il laboratorio delle curiosità piccoli esperimenti - grandi scoperte Tippi coniglio curioso ci guida alla scoperta delle caratteristiche, segreti e magie dell’acqua. Siamo i bambini della sezione BLU abbiamo 4 anni e siamo appena ritornati a scuola dopo le vacanze estive. Quanti bei ricordi …. Ma la cosa che ci manca di più è … IL MARE Come possiamo ricreare la magia del mare nella nostra sezione ? Tippi ci suggerisce tante attività , tanti giochi e tanti ESPERIMENTI !!! Abbiamo così scoperto che: … l’acqua è trasparente ma se il cielo è blu diventa…. … l’acqua del mare è salata e il sale fa galleggiare di più … si può ricreare la magia delle onde con una bottiglia di plastica … alcune sostanze si sciolgono nell’acqua , altre no, altre la colorano. GIOCO DEI MISCUGLI … si può colorare con il fango … e con la sabbia che è così vicina al mare si può anche disegnare Siamo i bambini di cinque anni della sezione Rossa Il giorno 7 marzo 2011 si è svolta la nostra uscita didattica presso l’orto botanico di Brera, per vivere un’ esperienza bellissimaaaaaaaaaaaaa: “PERORSO SENSIORALE CON I SEMI” Prima d’ora, non avevamo mai visto tanti semi: così diversi tra loro per la forma, il colore, la grandezza ecc … Li abbiamo attentamente osservati, toccati e imparato parole nuove. Ecco le nostre mani che si tuffano tra i semi di lino, lisci come la seta, tra i semi di fagioli di varie grandezze, tra i ruvidi noccioli di pesche. Che divertimento!!! Sapete che anche i semi emettono dei suoni: deboli, forti, cosi diversi tra loro, basta solo agitarli. Ed ecco la nostra orchestra con i semi. CHE MUSICA PER LE NOSTRE ORECCHIE!!! E per concludere in bellezza il nostro percorso: La semina del grano cosi prezioso per la nostra alimentazione. TANTI AUGURI A MAMMA E PAPA’ dai bambini della sezione arancione ecco il nostro pensiero per mamma e papà un bel disegno e … Un appendiabiti speciale decorato con tanto amore Vi vogliamo bene!!!!!!!!!! Ciao! Siamo i bambini della sezione Verde. E’ il primo anno che trascorriamo il Carnevale nella scuola dell’Infanzia, e abbiamo imparato che in questo periodo è possibile scherzare, travestirsi, mascherarsi e divertirsi ad essere quello che non si è. Noi ci siamo travestiti da pagliacci, con le maschere che avevamo costruito noi stessi! Con l’aiuto delle nostre insegnanti abbiamo costruito un piccolo pagliaccio utilizzando l’anima dei rotoli di carta igienica ed un pagliaccio enorme da appendere al soffitto utilizzando dei bicchieri di plastica. Per rendere più allegro il salone, infine, abbiamo usato delle bottiglie di plastica e la carta di tutti i colori. Bottiglie, bicchieri, rotoli di carta igienica, carta … sì, abbiamo scelto materiali di recupero e riciclabili, perché ci si può divertire anche senza inquinare!! VERBALIZZIAMO L’ESPERIENZA : Abbiamo: - Versato lo zucchero e il sale in un bicchiere di plastica trasparente - Osservato che lo zucchero hanno lo stesso colore bianco e il sale - Notato che i granelli sono uguali - Versato lo zucchero e il sale in due bicchieri d’acqua - Osservato che cucchiaino mescolando con un si sono entrambi sciolti nell’acqua - Scoperto che assaggiando possiamo capire se l’acqua è salata o dolce. Per far ciò usiamo la… lingua! ABBIAMO SCOPERTO IL Sezione TURCHESE Il giorno 24 di settembre 2010, la sezione Rosa e la sezione Turchese, della Scuola d’Infanzia Scialoia, hanno aderito all’iniziativa “Puliamo il mondo”, progettata dalla Lega Ambiente. Abbiamo scelto di coinvolgere i bambini in questa iniziativa, perché riteniamo importante per la loro crescita, sviluppare una sensibilità ed un rispetto verso la natura, coinvolgendoli, fin da piccoli, in un atteggiamento consapevole di conservazione e cura del Verde . Nel nostro giardino, il giorno precedente all’iniziativa, un nonno ed una mamma molto disponibili, hanno vangato la zona adiacente al viale di ingresso alla Scuola, in modo che fosse possibile per i nostri bambini piantare piante e fiori, che alcuni genitori ci avevano procurato. Nelle sezioni si è discusso di ecologia e dai bambini sono emerse l’esigenze di poter vivere più a contatto con la natura, di voler uscire spesso dalle loro case per andare ai giardinetti, per godere giornate all’aperto, anche con i propri familiari. E’ qui che le insegnanti hanno fatto percepire ai bambini la necessità di difendere i pochi spazi verdi della città, tenendoli puliti e hanno fatto la proposta di iniziare con la”pulizia” del giardino della nostra scuola. Così, muniti di berretti, pettorine e guanti, (fornitici dall’ANSA), siamo usciti fuori a ripulire da legnetti, sassi e cartacce il prato. Ora, l’ingresso della Scuola è più fiorito ed abbellito dalla nostra aiuola, che viene regolarmente innaffiata dai bimbi a turno, ed ai vetri dell’ingresso abbiamo appeso, orgogliosi, i tre cartelloni con i disegni che rappresentano la giornata di questa esperienza all’aperto, vissuta insieme!!! Ins. Mariateresa Peluso Anche quest‟anno l‟Istituto Comprensivo di via Scialoia ha dedicato particolare attenzione al progetto di lingua inglese per le Scuole dell‟Infanzia di via P. Rossi e Scialoia, per un totale di 36 ore. L‟idea di fondo è che la lingua inglese, inserita nel quadro generale dell‟educazione linguistica, è uno strumento che favorisce una maggiore elasticità mentale dei bambini. Essa accrescere le relazioni interpersonali, consente l‟arricchimento globale della personalità di ciascuno, potenzia le capacità espressivo-creative, la socializzazione e favorisce lo sviluppo delle capacità metalinguistiche e creative, relazionandosi costantemente con il “tema” affrontato dalle insegnanti di sezione durante il corso dell‟anno, in questo caso la “scoperta dei cinque sensi”. Alla luce di ciò è offerta agli alunni la possibilità di vivere il primo incontro con la lingua inglese mediante modalità volte a promuovere la creatività in situazioni ludiche, attraverso un approccio graduale e progressivo. L„introduzione della lingua inglese alla scuola dell‟infanzia, pertanto, non si configura come un insegnamento precoce, ma come una sensibilizzazione del bambino verso un codice linguistico diverso dal proprio, che in seguito lo porterà ad un apprendimento attivo della lingua. OBIETTIVI SPECIFICI Comprendere e rispondere ad un saluto: Hello! – Hi! / Goodbye! – Bye bye! Presentarsi e chiedere il nome dell‟interlocutore: I‟am… My name is… What‟s your name? Identificare e abbinare le parole alle figure geometriche dei blocchi logici: triangle, circle, square, rectangle. Sperimentare i miscugli tra i colori primari, per scoprire i colori secondari: green, orange, purple. Imparare, infine, tutti i colori dell‟arcobaleno, attraverso la canzoncina “I CAN SING A RAINBOW”. I CAN SING A RAINBOW Red and yellow and pink and green Purple and orange and blue I can sing a rainbow, sing a rainbow, sing a rainbow too. Listen with your eyes Listen with your ears, and sing everything you see, I you can sing a rainbow, sing a rainbow, sing a rainbow too. Saper esprimere qual è il proprio colore preferito attraverso la struttura: “ my favorite colour is…” Red and yellow and pink and green Purple and orange and blue I can sing a rainbow, sing a rainbow, sing a rainbow too! Contare e identificare i numeri entro il 10. Giocare col mimo e imparare la pronuncia con la canzoncina “One Two Three Four Five” Porre domande sui numeri: what‟s the number? It‟s… One Two Three Four Five One, two, three, four, five. Once I caught a fish alive, Six, seven, eight, nine, ten, Then I let it go again. Why did you let it go? Because it bit my finger so. Which finger did it bite? This little finger on the right. Riconoscere il nome degli animali della fattoria: cow, horse, sheep, bird, cat, dog… Saper collegare le parole agli animali corrispondenti: Mach the words with the pictures. Costruire il proprio animal farm (the cook) con materiali da riciclo (rotolo interno di carta igienica) attraverso un vero e proprio lavoro laboratoriale. E‟ importante dare unità, continuità al processo didattico e scoprire la "dimensione religiosa" partendo dalla quotidianità. Ai bambini di tutte e tre le fasce di età è stato proposto il seguente percorso: "Se non me lo chiedono, io so benissimo che cos'è il tempo; ma se me lo chiedono... mi sembra di non saperlo e di non riuscire a spiegarlo ". Sant’Agostino Il tempo è una dimensione inalienabile nell’esistenza di ognuno di noi; il bambino avverte quotidianamente e manifesta il desiderio di avere " tempo" per giocare, per stare con mamma e papà ecc. gradatamente impara a calcolare il tempo medesimo scandendo i ritmi quotidiani (adesso, dopo, più tardi oggi, domani, ieri, mattino – pomeriggio - sera, la settimana, le stagioni, gli anni ecc). L’adulto può aiutare il bambino ad apprezzare e valorizzare il quotidiano, che non è per nulla monotono, ma è grandioso perché è nel quotidiano che viviamo la nostra vera vita: lavorando, imparando, giocando, mangiando, parlando e facendo mille altre cose che riteniamo importanti. E’ proprio nel piccolo e semplice quotidiano che il Figlio di Dio si è fatto uomo, lavorando, vivendo in famiglia, occupandosi di cose terrene e celesti. La macchina del tempo, ha guidato i bambini, a scoprire fatti accaduti tanti anni fa, a sperimentare e a vivere nel quotidiano il messaggio della pace, dell’amore, della fratellanza e a cogliere i segni della vita cristiana. ADA – ASSOCIAZIONE NONNI AMICI A metà gennaio i bambini di prima hanno avuto l’opportunità di conoscere, grazie agli incontri effettuati (2 per classe) con i nonni amici, “la terza dimensione”. E’ stato realizzato da ogni alunno, con l’esperienza di pittura OLIO SU TELA , un bel dipinto: un sole al centro del quadro, verso il quale, per dare il senso della profondità, sono stati diretti i colori del cielo, del mare e della spiaggia. Il tutto è stato compiuto con il metodo di spalmatura del colore con le dita per facilitarne l’esecuzione ai bambini. A conclusione del Progetto, nel periodo di Carnevale, i nonni amici hanno organizzato una simpatica festa e in quell’occasione hanno consegnato i quadretti incorniciati a tutti i bambini. PROGETTO “AMICI PER LA FRUTTA” CLASSI PRIME L’adesione al progetto ha ricevuto largo consenso nelle classi prime. Il fascicolo ricevuto è risultato molto accattivante per le immagini colorate, le letture e le attività con gli stickers. Gli alunni sono in grado, ora di riconoscere i frutti di ogni stagione e ne sanno distinguere le principali caratteristiche. L’argomento si è prestato per svolgere diverse attività interdisciplinari: un cartellone con tutti i frutti presenti nelle varie stagioni, un istogramma relativo al frutto preferito, una canzone e maschere di carnevale a forma di frutto. Il progetto ha incentivato nelle classi il consumo della frutta a merenda. Il Progetto “Amici per la frutta” si è inoltre prestato a diverse attività interdisciplinari: ecco di seguito l’istogramma dei frutti preferiti dai bambini delle classi prime. EVVIVA… EVVIVA… IL CARNEVALE CON LA FRUTTA !!!!! LABORATORIO TEATRALE “IL SENTIRE DEI BAMBINI ” Storie da vedere, toccare e mangiare… Durante quest’anno scolastico, le classi prime hanno partecipato ad un laboratorio teatrale. Abbiamo scelto questa attività scolastica perché crediamo fortemente che il teatro sia di grande aiuto ai bambini i quali possono sentirsi liberi di dare sfogo a creatività e fantasia prendendo, così, coscienza delle proprie potenzialità. Durante il percorso di attività teatrale ogni bambino ha sviluppato fiducia e autostima, ha arricchito il proprio linguaggio, ha imparato a riconoscere le proprie emozioni, ad improvvisare, ad accettare e risolvere gli imprevisti. Il progetto prevede: - rilassamento corporeo; - scelta del testo e lettura; - lavoro sul corpo, sulle emozioni, sullo spazio, sulla voce e sui gesti; - individuazione delle scene dei personaggi e degli ambienti; - interpretazione delle scene da un punto di vista grafico-pittorico; - individuazione degli attori; - prove. DRAMMATIZZAZIONE DELL’AUTUNNO Sono un albero al vento I miei rami hanno un movimento lento I piedi ben piantati sono radici profonde Le mie foglie sono stanche E cadono in tante Respiro aria fresca E poi la espiro col fiato E poi mi addormento… RILASSAMENTO CORPOREO …il vostro corpo si rilassa riscaldato dal vostro respiro …trova pian piano la sua posizione …chiudete gli occhi…ascoltate il vostro respiro che entra…che esce e arriva al vostro cuore… I COLORI CHE HO DENTRO… DRAMMATIZZAZIONE DELLA STORIA “DOV’E’ LA LUNA” ATTIVITA’ GRAFICO-PITTORICA DRAMMATIZZAZIONE DELLA STORIA “GIRA, GIRANDO GIRO’” Il laboratorio teatrale si concluderà con una rappresentazione teatrale (data da definire) Vi aspettiamo!!! Referenti del progetto Ilaria Marchese e Pasqua Todisco Classi seconde Brera, un posto nuovo, grande, strano, interessante, colorato, antico e… magico. C’erano tante sale e tanti quadri famosi (Gerard e Francesco) All’ingresso della pinacoteca c’era la statua di Napoleone (Davide) E’ stato emozionante disegnare guardando il quadro dei fratelli Bellini (Martina) Mi è piaciuto il quadro del “Cristo morto” perché ci seguiva quando ci spostavamo (Luca) Mi ha fatto ridere la statua di Napoleone perché non aveva la maglietta, era nudo. (Russell) La cena di Emmaus mi ha colpito perché era tutto buio, una luce forte illuminava il pane e il bicchiere (Michael Omar) Ero molto emozionato, perché entravo in un posto meraviglioso pieno di quadri molto antichi. (Michael e Narciso) La predica di S.Marco in Alessandria è un quadro che occupa tutta la parete di una stanza. Si vedono tante persone vestite in modo strano che ascoltano S. Marco. C’erano due cammelli e una giraffa. (Leonardo, Sara Wang e Vadym) Anche noi abbiamo provato a riprodurre i quadri che abbiamo visto a Brera: è stato divertente e ci siamo sentite delle artiste. (Elisa e Sara Negurà) Son piccina ricca di vitamina quella che non vi fa raffreddare e influenzare e tanto mi dovete ringraziare! Son rinfrescante e zuccherina con tanti sali minerali meglio di una merendina. (Classe II A) (classe II A) Non ti vuoi ammalare? Allora è me che devi mangiare! Sono il Kiwi arrivo dalla Cina con tanta vitamina! Ho la buccia marroncina e la polpa verdolina. (Classe IIC) Suona la campana! Mangiami sono la banana! Se mi mangerai, il campionato vincerai! (Classe IIC) Siamo tante ciliegine rosse e assai carine, se ci inizi a gustare il tuo cuore puoi aiutare. (CLASSE II C) Sono l'uva:i miei acini puoi mangiare e la tua pelle bella farai diventare! (Classe II B) TI viene l'acquolina in bocca? Forse pensi a me: son l'albicocca! Ho tanta vitamina A che alla pelle protezione dà! (CLASSE II B) Sono l'arancia: sono tonda e arancione. Chi mi mangia è un golosone! Dopo un pieno di vitamina C starete bene per tutto il dì. (Classe II B) Sono dolce e succosa e tantissimo acquosa, Faccio bene all'intestino se mi mangi ogni mattino! ( Classe II A) Da poco è iniziata la primavera. La mattina ci svegliamo sempre presto perchè sentiamo il cinguettio degli uccelli che volano nel cielo limpido e sereno. Le rondini ritornano dai paesi caldi e vanno nei loro nidi dove depongono le uova da cui nasceranno i loro piccoli. Le giornate si allungano e inizia il primo caldo, ma qualche volta cade una leggera pioggerellina. La gente indossa vestiti meno pesanti e i bambini, pieni di gioia, vanno a giocare all‟aperto. Il paesaggio è più colorato, fiorito e pieno di profumi. Gli alberi cominciano a riempirsi di gemme e gli alberi da frutto fioriscono e presto daranno i loro frutti. Nel bosco gli animali si risvegliano dal letargo invernale e gli insetti svolazzano di qua e di là. In questa stagione si festeggia la Pasqua, molto attesa dai bambini perché ricevono delle buonissime uova di cioccolato. Ci piace questa stagione perché si sente nell‟aria un‟atmosfera di felicità e allegria. Classe 3^B Della fantastica esperienza di SCUOLA NATURA ci portiamo nel cuore come gradito ricordo, la visita all‟ acquario di Genova. Giovedì 27 Gennaio, nel pomeriggio, siamo andati a visitare l‟ acquario di Genova con il pullman. L‟acquario si trova nel vecchio porto della città dove quel giorno soffiava un forte vento. All‟entrata abbiamo visto una grande vasca con una stella marina, un sacco di pesci e anche un riccio di mare. Poi, proseguendo, siamo andati a vedere un filmato in 3D intitolato Sammy. Poi abbiamo visto dei terribili squali e un dolcissimo delfino che faceva tante piroette per noi. In un‟ altra vasca c‟erano anche dei terribili pirania che sembravano tanto affamati! In seguito abbiamo visto la rana “pomodoro” che viveva sola nei terreni umidi, un serpente arrotolato ad un ramo e le razze che abbiamo perfino accarezzato. Dopo un po‟ abbiamo notato le foche, dei pinguini che si divertivano tuffandosi nelle acque gelide del loro habitat e anche un piccolo coccodrillo. L‟ acquario ci è piaciuto davvero molto perché abbiamo scoperto la grandezza della natura marina! Classe 3^ D iccolo inverno vedo sciogliersi icca la primavera arriverà nsoluta stanchezza porterà via entre tutti dormono ncora ie e sentieri ormai sono sterni nel cuore della notte e rima stagione di caldo igogliosa di gemme e fiori nsetti che svolazzano nell‟aria agica atmosfera, lberi fioriti e colmi di colori. eramente stupenda aggi rriveranno nel bel mattino meravigliosa. aggi di sole luminosi Classe 3^D ttraversano il cielo limpido. Classe 3^B Martedì 22 febbraio, durante la mattinata, siamo andati in sala video e abbiamo incontrato due signore: una si chiamava Laura mentre l‟altra Antonella. Ci hanno parlato dei diritti dei bambini e di quello che avremmo fatto. Hanno proiettato un film e abbiamo iniziato a vederlo. Questo filmino parlava di un bimbo che voleva fare il giro del mondo e portava con sé un quaderno. Salito sul treno saluta il nonno e parte. Durante questo viaggio vede una mamma e il suo bimbo che non avevano molto da mangiare e disegna sul suo quaderno un bambino che divide un‟arancia a metà e la dà a un povero; vede dei ragazzi che dormivano per terra e disegna due letti; vede una ragazza che accudisce la sua sorellina e così disegna una famiglia. Dopo vede dei ragazzi che rubano una bici, dei bambini che disegnano per terra e il vento gli spazza via il disegno. Poi vede la guerra e allora disegna una pistola, le bombe e degli oggetti pericolosi e gli fa una croce sopra. Per ultima cosa vede un bimbo costretto a portare i giornali e disegna un signore che lavora e un bimbo che gioca. Alla fine torna a casa dal nonno e dalla sua famiglia. Finito il film abbiamo rappresentato i diritti: nel mio gruppo c‟erano Messa, Sophie, Federico e abbiamo rappresentato il diritto alla famiglia, gli altri il diritto alla scuola al mangiare e al gioco. Dopo aver ritagliato delle figure e averle incollate, le abbiamo decorate con dei disegnini e abbiamo scritto il nostro nome. L‟abbiamo mostrato ai compagni e io ho spiegato cosa avevamo attaccato e l‟abbiamo incollato su un cartellone più grande. Ci siamo seduti tutti sulle panchine e ci hanno dato un libretto dove c‟erano scritti tutti i diritti dei bambini, ci hanno anche dato un adesivo con su scritto il numero il numero di Telefono Azzurro. Abbiamo anche parlato dei doveri che i bambini hanno e, poi, siamo tornati in classe. E‟ stato veramente molto bello e interessante e mi sono proprio divertita! GAIA III C Lunedì mattina siamo partiti per Pietra Ligure. Arrivati, siamo saliti in camerata e abbiamo scelto i letti. Dopo siamo scesi a mangiare e il cibo era molto più buono di quello della Milano Ristorazione. Finito di mangiare siamo saliti a disfare le valigie e abbiamo scelto l‟armadio seguendo l‟ordine dei letti. Nel pomeriggio siamo andati in spiaggia e ho raccolto dei sassi bellissimi, dei vetrini e dei resti di conchiglia. Elena ha trovato un vetrino azzurro chiaro molto bello. Dopo cena siamo andati in discoteca: io indossavo una calzamaglia rosa, una gonna rosa a fiori viola e una maglietta bianca. Dopo aver ballato come veri ballerini siamo tornati in camera, ci siamo messi il pigiama, lavato i denti e siamo andati a letto. La mattina, dopo la colazione, siamo andati di corsa a prendere l‟autobus per andare alle grotte di Borgio Verezzi. Arrivati alle grotte la guida ci ha detto che sono state scoperte da tre ragazzi, Tito, Lillo e Valentino. Erano veramente belle! Tornati nella colonia, nel pomeriggio abbiamo partecipato al laboratorio “Pasticciando” dove abbiamo impastato il panettone del pescatore. Dopo cena abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale molto bello. La mattina seguente siamo stati al frantoio; qui ci hanno spiegato come funzionano le macchine e abbiamo mangiato pane e olio. Arrivati alla colonia siamo andati a mangiare e subito dopo siamo usciti e ci siamo seduti su un muretto per aspettare Capitan Tony. Con lui siamo stati in spiaggia dove ci ha parlato del mare e ci ha fatto giocare a bandiera: mi sono divertita molto con Capitan Tony! La sera siamo stati in ludoteca e ho disegnato dei disegni bellissimi. Il giorno dopo, durante la mattina, abbiamo visto un filmato sull‟acquario di Genova per prepararci alla visita prevista per il pomeriggio. All‟acquario ho visto gli squali, i delfini e ho accarezzato le razze, verso sera siamo ritornati alla casa vacanza, e, dopo cena, siamo andati in discoteca dove mi sono divertita ancora di più della volta precedente perché c‟era meno gente. Venerdì mattina siamo andati a fare una passeggiata a Pietra Ligure. Abbiamo visto un pozzo e la nostra educatrice ci ha raccontato la sua storia e ci ha portato a vedere i resti di un castello su una grande saliti in camerata, abbiamo fatto le valigie tornare a casa. In questi cinque giorni mi sono divertita un per la mia compagna Greta che giovedì infermeria. roccia. Nel pomeriggio siamo e la doccia….tutti pronti per mondo, però mi è dispiaciuto e venerdì li ha passati in SERENA III C Voglio un mondo divertente Pieno di brava gente, voglio un mondo di pace dove sempre la guerra tace voglio un mondo pieno di vita dove la gioia sia infinita voglio un mondo pieno di emozioni dove si premiano le buone azioni esiste un mondo così bello? No, esiste nel nostro cervello. E‟ nei nostri pensieri capaci di grandi pensieri. F oglie d‟autunno O rti coperti di tanti colori G iochi col vento. L „albero è spoglio e l‟ I strice sta dormendo E‟ arrivato l‟autunno. GIANCARLO III C CLASSE III C R uvidi, rotolano giù dalle valli I mportanti e spinosi C rescono e cadono giù dagli alberi C olorati di marrone I in autunno come per magia si aprono. SOPHIE III C F oglie rosse O arancioni G ialle e verdi L e porta via I l vento E leganti e leggere. SARA, MATTEO B., SHUENG III A P rimule, margherite R ondini e I nsetti. M agnifici A lberi pieni di V erdi gemme E fiori variopinti. R inasce la natura… A rriva la primavera. GABRIELE III A Finalmente è arrivata la primavera! Gli animali si risvegliano e le rondini tornano cinguettando. Le giornate sono più lunghe, c‟è caldo e più luce. I bambini hanno la possibilità di andare al parco ad ascoltare la natura e giocare in mezzo all‟erba verde brillante. L‟abbigliamento è più leggero così finalmente possiamo lasciare a casa sciarpe, cappelli, giubbotti pesanti. Le gemme sbocciano sugli alberi ricoprendoli di bellissime foglie verdi e lisce come seta.. Fiori di mille colori ricoprono i prati e ritornano anche coccinelle e farfalle che svolazzano leggere nell‟aria frizzante di primavera. Il vento quando arriva è fresco e piacevole. Su nel cielo c‟è il sole che riscalda sempre di più. La primavera è la stagione più bella perché rinasce la natura e anche gli uomini sono più felici. (Denise 3 A) Il giorno 24 gennaio con i miei compagni siamo partiti per “Scuola Natura” a Pietra Ligure. Appena arrivati abbiamo conosciuto Mara, una delle nostre educatrici, che ci ha fatto vedere la nostra camerata e ci ha spiegato l‟organizzazione della colonia. Nel pomeriggio siamo andati in spiaggia a giocare e abbiamo fatto un bel castello di sabbia, poi siamo ritornati nella casa vacanza e abbiamo giocato a Monopoli. Dopo cena siamo andati in discoteca a ballare e ci siamo divertiti tanto. Alle dieci siamo andati a letto perché ormai era tardi e noi eravamo davvero molto stanchi, la maestra ci ha letto la fiaba di Aladin e ci siamo addormentati tutti. Il giorno dopo appena alzati, vestiti e lavati è arrivata Mara e con lei e le nostre maestre siamo andati a visitare le grotte di Borgio Verezzi con la guida. In alcune parti delle grotte abbiamo fatto delle foto e abbiamo visto stalattiti e stalagmiti che si univano e formavano delle colonne, infine abbiamo visto dei laghetti con dei colori bellissimi. Nel pomeriggio siamo andati con il capitano Toni in spiaggia e mentre andavamo ci ha fatto cantare una simpatica canzone. In spiaggia Toni ci ha fatto giocare al tiro alla fune e ci ha insegnato tante cose interessanti sul mare e a fare i nodi marinari. Dopo cena siamo andati a vedere uno spettacolo teatrale. Giovedì mattina dovevamo andare al porto di Loano con le nostre maestre ma si è alzato un fortissimo vento e quindi siamo rimasti in colonia a giocare. Giovedì pomeriggio siamo andati all‟acquario di Genova dove abbiamo visto tanti pesci e i bellissimi delfini. Inoltre ci siamo divertiti un mondo a toccare le razze. La sera eravamo talmente stanchi che siamo andati subito a letto. Venerdì abbiamo fatto un giro a Pietra Ligure e abbiamo mangiato un dolcetto al cioccolato tipico della Liguria. Questa settimana mi è piaciuta perché abbiamo fatto tante belle uscite e poi perché sono diventato più amico dei miei compagni. (Emanuele 3 A) Lunedì 31 Gennaio ci siamo recati al teatro “Il Trebbo” a Milano ad assistere e partecipare allo spettacolo: “ In viaggio sul Nilo”. Era uno spettacolo particolare e ci siamo divertiti molto, perché c‟erano gli attori che raccontavano e recitavano ma soprattutto ci facevano interpretare dei personaggi o mimare degli avvenimenti che accadevano. Abbiamo “remato” su un‟imbarcazione lungo il Nilo, abbiamo ”visitato” monumenti, piramidi, templi, tombe….. Abbiamo fatto il gioco delle spighe di grano sulla musica delle “Quattro Stagioni: Estate ” di Antonio Vivaldi. Abbiamo partecipato alla vita di tutti i giorni del popolo Egizio, al corteo del Faraone alla sua morte e imbalsamazione, alla costruzione di una piramide: uno di noi è stato scelto per rappresentare il Faraone, che è stato messo su una portantina e condotto in corteo; alla sua morte è stato messo in un sarcofago e infilato nella piramide che avevamo costruito. ANK-UGIA-SENEB VITA- PROSPERITA’- SALUTE Questo è il saluto in uso tra gli antichi Egizi! Gli Egizi con un occhio vedevano il fiume, l‟acqua, la vita. Con l‟altro occhio vedevano il deserto, il nulla ( Sahara = grande nulla), la morte. Concedi ogni giorno Piacere al mio cuore Questa è la preghiera che gli antichi Egizi rivolgevano al Dio Sole. … Sarebbe bello poter studiare sempre la storia guardando e partecipando agli spettacoli a teatro… Venerdì 4 Febbraio siamo andati a Torino per visitare il museo egizio che è uno dei più importanti d‟Europa, il secondo al mondo, dopo quello del Cairo, ad avere reperti dedicati al mondo egizio. Divisi in tre gruppi, ciascuno con la propria guida, abbiamo iniziato la visita attraverso: Papiri Mummie e sarcofagi vasi canopi animali imbalsamati e papiri oggetti di vita quotidiana Attraverso la raccolta di tutti questi reperti archeologici abbiamo ricostruito la storia della civiltà egizia. Il giorno 2 Dicembre ci siamo recati, con i mezzi pubblici all'acquario civico di Milano. Quando siamo arrivati siamo stati divisi in tre gruppi e abbiamo iniziato a seguire la nostra guida..... Il nostro viaggio è iniziato alla foce del FIUME dove l'acqua dolce diventa acqua salmastra. Il primo incontro è stato con gli STORIONI; questi pesci erano già presenti ai tempi dei dinosauri, possono essere lunghi oltre tre metri, hanno la testa che termina con un becco adunco cioè ricurvo, la bocca è priva di denti e il corpo è rivestito di scudi ossei; la pelle è liscia come gli squali e non hanno le squame. E' pescato per la bontà delle sue carni e per le uova dalle quali si ottiene il caviale. Siamo poi passati davanti ad una vasca nella quale erano presenti pesci che vivono nel fondale roccioso. Erano le ORATE che mangiavano le cozze; la PAVONELLA con una striscia rossa. Quando questi pesci nascono sono tutte femmine poi crescendo diventano maschi e il colore diviene verde. Proseguendo abbiamo incontrato i SARAGHI, il PAGELLO e il PESCE BALESTRA. Quest‟ultimo pesce mangia i ricci e ha gli occhi molto distanti dalla bocca. Abbiamo poi incontrato, durante il nostro cammino il ROMBO e la SOGLIOLA. Questi pesci hanno un occhio migratore. Essi infatti si sono adattati alla vita sul fondo del mare, mangiando vermi e molluschi. Alla nascita i pesci piatti hanno un occhio su ciascun lato della testa e nuotano in prossimità della superficie. Dopo alcune settimane, un occhio migra gradualmente sull'altro lato , e il pesce si adagia sul fondo appoggiandosi sul fianco " cieco". Ci siamo infine spostati in una vasca dove era rappresentato l'ambiente dello stagno nel quale viveva un LUCCIO. Questo pesce di fiume è un voracissimo predatore di pesci più piccoli, lungo talvolta fino a due metri; ha il muso a spatola e la bocca munita di numerosi denti, circa trecento, rivolti all'indietro. Mangia rane, anatre, serpenti. Ecco le foto di alcuni pesci. saraghi sogliola Dal 21 al 26 marzo la nostra classe, insieme alle sezioni B e C e agli insegnanti, si è recata a Pietra Ligure, una cittadina della Liguria, situata nella Riviera delle Palme. Abbiamo vissuto giorni intensi ed esperienze straordinarie. Lunedì abbiamo approfittato del bel tempo per visitare la spiaggia privata della Colonia; ci siamo rilassati giocando e godendoci un meraviglioso panorama. Le vere attività hanno avuto inizio martedì mattina,quando abbiamo raggiunto a piedi Loano. Qui la nostra educatrice ci ha spiegato come è fatto un porto; Loano è un porto turistico, abbiamo avuto modo di vedere sia le infrastrutture del porto (banchine, frangiflutti, ancore da terra), sia alcuni pescatori che riparavano reti da pesca. Nel porto erano attraccate anche semplici barche e in particolare le tipiche barche dei pescatori dette “gozzo”. Prima di rientrare abbiamo percorso vie strette chiamate “carruggi” dette così perché un tempo passavano solo i carri. Nel pomeriggio siamo partiti per Genova, maggior porto commerciale d‟Italia. In città abbiamo visitato l‟Acquario di Genova. Pesci di tutte le forme e colori, foche e pinguini, delfini, squali, rettili ci hanno accompagnato in questa visita. Tutte le diverse specie di animali vivono in adeguati microambienti che rispettano l‟habitat naturale e il tema della biodiversità. Mercoledì mattina, a piedi, siamo andati a visitare il convento dei Carmelitani. Oltre che pregare i frati, nel loro chiostro coltivano alcune piante (rosmarino, limoni, aloe,agavi e lavanda) che utilizzano per la preparazione di prodotti officinali (saponette, grappe e dolci). Nel pomeriggio, sulla spiaggia, Capitan Toni ci ha insegnato i segreti del mare: i nodi caratteristici dei marinai (semplici, savoia, inglese, cappuccino); l‟alfabeto fonetico internazionale; l‟ascolto del mare ad occhi chiusi. Giovedì mattina abbiamo visitato le Grotte di Borgio Verezzi, che ci hanno permesso di effettuare un viaggio lungo 800 metri all‟interno della Terra. Durante questo percorso abbiamo incontrato fantastiche figure che con la nostra fantasia si sono trasformati in animali e oggetti immaginari: “il piede di Gulliver”, “il castello”, “l‟orecchio dell‟elefante”, “la Madonnina”, “il presepe”. La responsabilità di queste meraviglie è stata l‟acqua che, con un paziente e millenario lavoro ha scavato le rocce sciogliendo il calcare formando ampie sale con stalattiti e stalagmiti. Nel pomeriggio abbiamo esplorato Pietra Ligure; un volontario ci ha raccontato la storia di S. Nicolò. Venerdì mattina abbiamo visitato un frantoio; qui siamo venuti a conoscenza di tutte le operazioni per la produzione dell‟olio extra vergine d‟oliva. L‟ulivo rappresenta da sempre un elemento fondamentale del paesaggio ligure. Gli uliveti sistemati a terrazzi, caratterizzano i territori collinari. La varietà di olive più diffusa è la “taggiasca”, un‟oliva violacea la cui polpa produce un olio pregiato. Gli alunni della classe V A CONCORSO “CIAK SI GUIDA” Noi alunni delle classi quinta A e B abbiamo aderito al progetto “Sicuri sulla strada” in collaborazione con i vigili urbani del Comune di Milano, con lo scopo di sensibilizzare noi giovani sul rispetto delle regole alla guida per la salvaguardia della propria e delle vite degli altri. Abbiamo appreso non solo i segnali stradali più importanti, ma anche l‟importanza del lavoro che i Vigili Urbani fanno costantemente per la tutela della sicurezza dei cittadini in senso generale. Il nostro formatore, un agente di Polizia Municipale, ha reso gli incontri molto interessanti, poiché ha lasciato spazio alle nostre domande, curiosità e ci ha anche fatto provare un‟esperienza diretta sulla strada. Abbiamo creato due “palettine”, una con la scritta “bravo automobilista” ed un‟altra con la scritta “multa” e, insieme a lui, abbiamo fermato alcune autovetture per controllare che avessero tutti i documenti in regola: patente e libretto, assicurazione ecc. Alla fine, tutti d‟accordo, decidevamo di mostrare l‟una piuttosto che l‟altra “palettina”… Inoltre, al fine di comprendere meglio il valore del rispetto delle regole stradali, sempre invogliati dal nostro formatore, abbiamo partecipato al concorso “Ciak si guida”. Dopo aver stilato un piccolo copione, abbiamo prodotto un breve video aiutati da alcuni Vigili Urbani presenti nella nostra zona. Ecco alcune foto scattate durante le riprese… Giorno 15 aprile siamo andati all‟ Auditorium di largo Mahler a Milano, per assistere alla premiazione dei video delle diverse scuole che hanno aderito al concorso. CHE SORPRESA!!! NON CREDEVAMO ALLE NOSTRE ORECCHIE!!! ERAVAMO I PRIMI CLASSIFICATI, SU TUTTE LE SCUOLE PRIMARIE PARTECIPANTI DI MILANO, ALLA QUARTA EDIZIONE DI “CIAK SI GUIDA”, IL FILM FESTIVAL DELLA SICUREZZA STRADALE. Il nostro video è stato definito dalla giuria ”semplice e ben congeniato nel rappresentare i rischi legati all’abuso dell’alcool alla guida”. Come premio al nostro Istituto è stato consegnato un PC, una statuetta che rappresenta un “GHISA” ed anche il premio di Quattroruote, partnership dell‟iniziativa. E‟ stato un evento importante, hanno partecipato il direttore di Quattroruote, rivista specializzata nel settore delle auto, che ci ha premiati, il comandante dei vigili urbani, il Sindaco Moratti, il vicesindaco Decorato, l‟assessore Moioli. Grazie a quest‟iniziativa il nostro video parteciperà al Giffoni Festival… Per concludere abbiamo creato un cartellone che ripercorre le fasi del progetto, da mettere in mostra in occasione della festa di fine anno… ECCONE ALCUNI ELEMENTI! Le ideatrici… ins. Daniela Mirenda e Mariateresa Peluso PER NOI E LE NOSTRE INSEGNANTI È STATA UNA BELLISSIMA ESPERIENZA !!! Vi invitiamo a vedere il video… con la certezza che anche voi lo apprezzerete… buona VISIONE!!! Noi alunni della classe 5C in occasione del 150° anno dell‟UNITA‟ d‟ ITALIA abbiamo ricercato dei PROVERBI delle REGIONI ITALIANE e riportiamo alcuni di essi: LIGURIA - LAMPI,TROI E VENTU A TERA -lampi, tuoni e vento, brutta giornata CAMPANIA - CHI VOLE: VAI, E CHI NOBBOL MANNA -chi vuole qualcosa va a prendersela Chi non la vuole la manda a prendere MARCHE -CHI PADIGA FA LA GOBBA, CHI RUBBA FA LA ROBBA -chi lavora si spacca la schiena e chi ruba fa i soldi LOMBARDIA - LA GATTA PRESSUSA FA I MICETT ORB - la gatta frettolosa fa i micini ciechi CALABRIA -QUANDU U DIAVULU T‟ACCARIZZA,VOLI L‟ANIMA -quando il diavolo ti accarezza, vuole l‟anima VENETO - CHI CHE NO GA‟ TESTA GA‟ GAMBE -chi non ha la testa, ha le gambe SARDEGNA -FORA DAE CORU, FORA DAE PENSAMENT -lontano dal cuore, lontano dal pensiero ABRUZZO - A LAVVA‟ LA COCCE ALL‟ASIN SPICH TEMP,ACQUE E SAPON -a lavare la testa all‟asino sprechi tempo e sapone BASILICATA -TI PUZZA A VOCCA I LATTI! -ti puzza la bocca di latte UMBRIA -QUANDO SOI TROPPI GALLI A CANTA‟ IN SE‟ FA MAE GIORNO MOLISE -U SCARPARE VA SENZA SCARPE -il calzolaio va senza scarpe TRENTINO ALTO ADIGE -CHI ARTE NUSA FAR,BUTEGA SERA - chi non sa fare il suo mestiere chiude la bottega TUTTI INSIEME NELLA PROPRIA DIVERSITA’ CULTURALE PER FORMARE UNA GRANDE NAZIONE:L’ITALIA Noi bambini delle classi IIIB, IIIC e IIID, anche quest‟anno abbiamo lavorato, guidati dalle nostre insegnanti Maria Barbasso e Mariateresa Peluso, sui temi delle diverse festività, ci siamo divertiti a preparare canti e cartelloni… In occasione del Natale, per esempio, abbiamo ripassato le “words” apprese gli scorsi anni inerenti a tale festività e ne abbiamo apprese di nuove attraverso giochi e flash cards… Ci siamo divertiti nel cercare le Christmas words e abbiamo utilizzato le stesse anche per esercitarci su alcune strutture della lingua inglese. Per concludere abbiamo realizzato dei cartelloni sul tema del Natale… Anche in occasione della Pasqua ci siamo esercitati sulle “Easter words” apprese gli scorsi anni e ne abbiamo apprese altre, sempre con la stessa tecnica… Abbiamo anche ricordato la storia del “Easter Bunny” … e abbiamo creato la nostra “Easter Card”… Questi lavori sono stati molto interessanti e divertenti… così è stato più semplice e divertente imparare… Anche noi alunni della classe VB abbiamo lavorato su Happo and the happiness. Giorno 27 aprile abbiamo assistito allo spettacolo teatrale. E‟ stato molto divertente vedere rappresentata da persone vere, la storia che precedentemente avevamo letto, questo ci ha dato modo di comprenderne meglio il significato. L‟indomani abbiamo iniziato il lavoro sulle schede operative ed anche lì abbiamo approfondito la storia in modo interattivo… Dopo averne compreso la trama (the Plot) ed averla scritta in italiano ognuno sul proprio quaderno, insieme alla nostra insegnante Mariateresa Peluso, l‟abbiamo trascritta in lingua inglese… rappresentando i tre momenti più importanti col disegno. E’ stata proprio una piacevole esperienza… Anche quest‟anno i bambini che si avvalgono della IRC (insegnamento Religione non Cattolica) solo… e hanno realizzato l‟ormai tradizionale presepe costruito interamente a mano utilizzando polistirolo il e seguendo una particolare tecnica che tende a ricreare l'effetto delle vecchie costruzioni e che vuole rappresentare la vecchia città di Greccio dove san Francesco realizzò il primo presepe al mondo. Il nostro presepe, che ha avuto come titolo «”La” sorgente di acqua viva», ha posto la sua attenzione sul tema del degrado ambientale e della salvaguardia del creato. In particolare, alla luce di quanto esprime Francesco d‟Assisi attraverso il “Cantico delle Creature” chiamando l‟acqua “sorella” e definendola “tanto umile e preziosa”, abbiamo voluto invitare tutti a difendere questo bene da coloro che vogliono appropriarsi di questo dono prezioso rendendo privato ciò che nasce per tutti. “Sorella acqua” non può essere venduta, da lei non si può ricavare profitto, al contrario occorre liberarla dalla stretta morsa della finanza, che soffoca l‟impegno a battersi per il bene comune e non privato. Ecco parchè abbiamo voluto realizzare nel nostro presepe una sorgente di acqua pura che parte da Gesù, “sorgente di acqua viva”, e giunge nelle case, tra le piante, tra gli alberi… incoraggiando così tutti coloro che stanno spegnendo nel loro cuore la gioia e la forza di lottare per difendere “nostra madre terra”, creata con e per amore aldilà di ogni lingua, razza e nazione. La scelta del tema e la bellezza del presepe ci ha portato anche quest‟anno a VINCERE IL PRIMO PREMIO DIOCESANO “La stella di Betlemme”. Molte scuole di ogni ordine e grado hanno aderito al concorso dei presepi organizzato dalla FOM (federazione oratori Milano) ma, mi preme sottolineare, come poca è stata la partecipazione delle scuole statali. A tal proposito, il direttore diocesano degli oratori si è con noi particolarmente complimentato sottolineando come: “sia più facile per una scuola privata, magari gestita da religiosi e/o religiose, realizzare un presepe piuttosto che in una scuola statale, dove spesso gli interessi sono ben altri”. Approfitto cari miei alunni per complimentarmi con voi… grazie di cuore per quello che, nella semplicità del vostro cuore, siete riusciti a realizzare… un grazie a chi, nel silenzio, ha contribuito per regalare un sorriso ai bambini e infine, un grazie a te, o Dio, per avermi donato la possibilità di bambini così tanto splendidi. Maestro Lorenzo "Quello che noi facciamo e' solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno".(Madre Teresa) Nel mese di Aprile, noi docenti, genitori e alunni dell‟Istituto Comprensivo di via Scialoia, abbiamo aderito all‟iniziativa promossa dall‟associazione “insieme nel mondo”, associazione di volontari, che seguendo l‟insegnamento di Gesù, cercano di migliorare le condizioni di vita delle persone nei Paesi poveri, realizzando progetti di solidarietà. Abbiamo così aderito ad uno dei loro tanti progetti attraverso la raccolta di abiti usati e giocattoli inutilizzati che, dopo essere stati riciclati, il ricavato sarà devoluto per la costruzione di una scuola. È stato un grande successo: l‟aula insegnanti per qualche giorno è stata sommersa da sacchi grandi e piccoli. Questo potrebbe sembrare per qualcuno un gesto straordinario, ma per il nostro istituto ciò che sembra essere straordinario è ordinario perché sappiamo bene come, in realtà, si tratta di un semplice gesto di amore che ogni uomo è chiamato non solo a ricevere ma anche a dare convinti che “essere non amati, non voluti, dimenticati è la povertà più grande… peggio di non avere niente da mangiare”. Le foto sotto riportate, illustrano il momento in cui questi sacchi pieni di vestiti e giocattoli sono stati caricati sul furgoncino pronti per raggiungere la loro destinazione. maestro Lorenzo Noi bambini delle classi terze, sorretti dalle classi quinte e guidati dal maestro di religione Lorenzo con la collaborazione delle nostre insegnanti di classe, abbiamo aderito ad un concorso organizzato dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) in occasione della giornata nazionale dedicata all‟Eucaristia dal titolo: “Eucarestia e vita. Le meraviglie del creato” che si terra ad Ancona l‟11 settembre prossimo. La nostra scuola si trova in una zona ad alto flusso migratorio infatti è frequentata da tanti bambini provenienti da molto lontano (cinesi, filippini, sudamericani, egiziani…). Tale realtà fatta di “tanti colori” ci ha portato a orientare la nostra programmazione verso progetti che favoriscono lo scambio tra le diverse culture e l‟arricchimento scolastico e formativo: questo ci ha portato a prevedere la preparazione di un plastico grazie al quale sottolineare che vivere una vita eucaristica significa avere la capacità di accogliere tutti, di trovare strategie tali da portare ogni bambino ad integrarsi nella vita scolastica in maniera positiva mettendo in pratica l‟insegnamento di Gesù: «vi ho dato l’esempio…» e ancora «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi». Il plastico che abbiamo realizzato ha come titolo: CON GESU’, UNITI NELL’AMORE e si divide in quattro parti: - al centro i “pesci”, simbolo di Gesù, Figlio di Dio, realizzata con la tecnica del mosaico dai nostri compagni più grandi (classi quinte); - nei quattro lati la riproduzione degli ambienti di vita quotidiana di noi bambini con diverse tecniche di pittura: la scuola indicata con la classe, il giardino e il refettorio (2 riquadri); la casa (1 riquadro); la comunità parrocchiale (1 riquadro). Queste sono le realtà di vita quotidiana che ognuno di noi ogni giorno è chiamato a vivere (scuola, famiglia, parrocchia e/o oratorio). In esse incontriamo la diversità, nuovi amici, tanta gioia nel cuore, il desiderio di stare con gli altri, di condividere, di accogliere, amare … Spesse volte il maestro Lorenzo ci ricorda quanto sia importante accogliere nel nostro cuoricino gli SMS di Gesù perché con Lui, tutto diventa più bello… Siamo certi che se ci impegniamo a partire da Lui (uniti) e a Lui ritornare (l‟Amore) realizzeremo il grande sogno che Dio ha nel cassetto: costruire la civiltà dell‟amore . Ecco il motivo per cui il mosaico è stato posto al centro del plastico, proprio per ricordarci come è Lui che deve animare la nostra vita di cristiani, il nostro “fare” scuola, il nostro vivere insieme agli altri, il nostro voler bene a mamma e papà, la nostra gioia di andare in parrocchia e oratorio... Le discipline che sono state coinvolte nella realizzazione del plastico sono state le seguenti: Religione Cattolica. GEOGRAFIA: spazio – ambienti. STORIA: diversità dei popoli. ARTE E IMMAGINE: tecnica del mosaico, lavori in polistirolo, manipolazione del das, costruzione di oggetti con l’ utilizzo del legno, uso dei colori acrilici. TECNOLOGIA – INFORMATICA: stampe, presentazione fasi lavorative in ppt (power-paint) Nelle ore di IRC e delle altre discipline coinvolte sono state utilizzate le seguenti metodologie: lezioni frontali per classi parallele presso il laboratorio di informatica; lavori in piccoli gruppi per lo svolgimento di attività laboratoriali finalizzate alla realizzazione del plastico presso il laboratorio di pittura; attività interdisciplinari; uso del metodo dell‟apprendimento; uso di tecniche specifiche quali: - mosaico; - creazione di tasselli in ceramica per mosaico; - manipolazione con il das per la costruzione dei personaggi; - costruzione edifici in polistirolo; - lavorazioni in legno; - utilizzo dei colori acrilici e a tempera. Tutti i bambini (italiani e stranieri), (normodotati e con difficoltà), (avvalenti e non all‟IRC) abbiamo lavorato “alla grande” dimostrando partecipazione, interesse ed entusiasmo poiché attraverso un‟attività pratica e vicina alla loro età hanno alla fine compreso l‟alto valore educativo e culturale dell‟iniziativa. Sono stati inoltre coinvolti i genitori degli studenti sia attraverso la richiesta del materiale di lavoro necessario per la realizzazione del plastico, sia mediante una attività conclusiva (in occasione delle iniziative di fine anno) volta a spiegare ai genitori - mediante presentazione in power point - il significato del progetto e tutte le fasi lavorative eseguite dai propri figli. Non ci resta che attendere con ansia l‟esito della commissione che valuterà il nostro lavoro e cercherà di cogliere il contenuto teologico che abbiamo voluto dare. Se ci classificheremo primi a livello nazionale (magari!!!), vinceremo una lavagna interattiva (LIM) da collocare con molta probabilità nella nostra aula di RC e l‟udienza dal Papa Benedetto XVI. le classi III Il trenta marzo ci siamo svegliati presto e alle sette e un quarto siamo partiti per Torino. Il viaggio è durato circa due ore; finalmente alle nove e trenta siamo arrivati. La prima tappa prevista è stata a palazzo Madama in cui abbiamo visitato il museo: all’ interno giacevano i resti dell’antica Torino romana. Ci hanno mostrato un video che illustrava le diverse fasi di trasformazione di Torino: dall’antichità a oggi. Poi salendo al piano superiore la guida ci ha fatto notare che i tappeti esposti erano azzurri anziché rossi perché l’azzurro era il colore dei Savoia. Poco dopo siamo andati a visitare il Duomo, in stile rinascimentale, fatto di marmo bianco con una cupola. Ci siamo recati quindi a palazzo reale circondato frontalmente da una cancellata azzurra con foglie d’oro che raffigurano il volto di personaggi importanti. Sopra il palazzo c’era una piccola cupola dove era racchiusa la sindone, portata via l’11 aprile del 1997 poiché, a causa di un incendio, si era un po’ rovinata. Torino è una città con molti portici lunghi precisamente 14 km. Abbiamo osservato attentamente le case dell’epoca rinascimentale. Avevano a piano terra le botteghe, al primo piano i magazzini e al secondo piano le case dei nobili che avevano soffitti molto alti. Negli altri piani invece c’erano le stanze dei servi. In alcune zone i negozi erano piccolissimi perché i proprietari per non pagare le tasse restavano in piedi tutto il giorno. Abbiamo visto da fuori il primo Cottolengo e abbiamo scoperto che c’erano solo due bagni ai lati della città. C’era una casa che sembrava che avesse un piercing, molto originale anche perché sul muro esterno si vedevano due grosse macchie di sangue blu come quello dei nobili. (Eleonora e Martina 1C) Mercoledì 30 marzo siamo andati in gita a Torino e abbiamo visitato il borgo medievale. L’entrata principale era un ponte levatoio, vicino al quale c’era una figura di un personaggio mitologico che doveva incutere timore a quelli che entravano. A sinistra c’era l’alloggio dove i pellegrini potevano mangiare, riscaldarsi e dormire. A destra c’era il forno dove contadini si facevano cuocere il pane dal fornaio in cambio di soldi o benefici in natura. Davanti in alto c’era un’immagine di persone che ballavano mascherate. Queste persone a Carnevale andavano in giro per la piazza a beffeggiare i passanti che incontravano. Al centro della piazza c’era un pozzo dal quale si poteva attingere dell’ acqua. Vicino al forno c’era una catena alla quale chi commetteva dei reati veniva incatenato, lasciato un po’ di giorni senza cibo e maltrattato dai passanti. Più avanti c’era una bottega dove si faceva la carta ricavata dai panni di cotone. C’erano altre botteghe e case. In fondo c’era una chiesa e vicino tre bastoni usati dai pellegrini e lasciati come ex voto. Inoltre abbiamo visto l’immagine di San Giorgio che uccideva un drago. Una Rocca sovrastava il borgo ed era l’abitazione dei soldati e del feudatario. Giorgio e Davide TORINO: LA ROCCA MEDIOEVALE DEL VALENTINO Nel 1884 il Castello medioevale del Valentino, quale sezione di arte antica dell’Esposizione Generale Italiana di Torino, fu costruito riproducendo fedelmente costruzioni piemontesi e valdostane del XV secolo. La Rocca è riccamente arredata e riprende in parte lo stile del Castello di Fénis. E’ stata costruita in stile gotico, tipico del Quattrocento in Piemonte. Il Castello costituisce il punto focale del Borgo e, al suo interno, si possono ammirare molte stanze. In mezzo al Castello c’è un cortile, circondato da stanze. Superato l’ingresso si accede ad un atrio, dal quale si può entrare direttamente in una camerata dove dormivano i soldati: ancora oggi ci sono armi e letti di paglia. Il capo dei soldati dormiva nel letto più vicino al camino per riscaldarsi meglio, anche se di notte i camini venivano spenti per evitare che si sviluppasse un incendio. Subito dopo la camerata dei soldati c’è la cucina, dove si preparavano cibi come fagiani, cinghiali, ..... Si passa poi alla sala da pranzo, dove c’è un enorme tavola: sul trono sedeva il Signore, riscaldato anche alla schiena da un tessuto. Il pranzo era servito sulla tavola e i fagiani venivano portati con le piume per stupire gli ospiti. Poi venivano riportati in cucina, dove venivano spennati. Al piano interrato ci sono le carceri, nelle quali erano rinchiusi i prigionieri. Al primo piano c’è la stanza da letto del Signore, con un enorme camino. C’è anche la cameretta del guardiano, che controllava l’accesso al ponte levatoio. Vicino alla camera da letto del Signore c’è la sala baronale, dove si svolgevano le assemblee e dove venivano prese le decisioni. Prima di questa stanza c’è l’antisala baronale, che era una specie di sala d’attesa. Sempre al primo piano c’è una cappella, che era una piccola chiesa interna al Castello, divisa in due parti: una riservata ai nobili, ricca di decorazioni, e l’altra per le persone più povere, con scarse decorazioni. C’è inoltre un oratorio e la stanza della damigella, con un letto a baldacchino, per non disperdere il calore. (Micaela) Mercoledì 6 Aprile, nell’aula di scienze, abbiamo incontrato un’esperta, che ha spiegato alla classe le fasi per preparare il formaggio e i principi nutrizionali del latte. Ha anche illustrato alla classe i vari tipi di latte in commercio: latte crudo, latte fresco pastorizzato, latte pastorizzato, latte UHT, latte ad alta digeribilità e il latte in polvere. I derivati del latte sono: panna, burro e yogurt. Nel latte si distinguono due gruppi di proteine: la caseina e le proteine del siero. Per preparare il formaggio, dopo aver portato il latte a 35°- 40°, bisogna seguire tre fasi: - la COAUGULAZIONE ACIDA, che consiste nell’acidificare il latte - la COAGULAZIONE ANZIMETICA, che prevede l’aggiunta di caglio, che è estratto dallo stomaco di animali lattanti, ma può avere anche origine vegetale o batterica - la CAGLIATA ottenuta si introduce in formine bucherellate e, continuando a fare un movimento rotatorio per far uscire il siero, si ottiene il formaggio primo sale. Abbiamo quindi ottenuto dei piccoli formaggini, che abbiamo gustato con dei crackers. (Elena e Micaela) Il 18 novembre la professoressa Renieri durante la lezione del professor Gorgoglione mi ha chiamato perché ero stato sorteggiato come membro della commissione elettorale, rappresentante della I B. Per la I A c'era Ilaria e per la I C Micaela, che ha svolto il ruolo di Presidente. Una volta arrivati nella stanza dove di solito avvengono i colloqui genitori-insegnanti, abbiamo preso una scatola sul cui coperchio era stato fatto un largo taglio: era l'urna. La professoressa Renieri ci ha spiegato come funzionavano le votazioni per eleggere il rappresentante degli studenti di prima media per il Consiglio di Zona 9 Ragazzi/Ragazze. Quando è arrivata la prima classe i votanti si sono avvicinati al banco dove io e Micaela facevamo firmare per la presenza e spiegavamo che dovevano andare verso gli altri due banchi, mettere, sul foglio che gli davamo, una crocetta sul quadratino a fianco del nome del candidato scelto. Poi dovevano piegare il foglio in quattro e imbucarlo nell'urna. Quando hanno votato tutti i ragazzi, io, Micaela, la professoressa Renieri e la professoressa Calderara abbiamo aperto i fogli dividendoli per candidato in mucchietti. Ilaria non era presente perché era dovuta rientrare in classe per una verifica di inglese. C'erano due schede nulle perché su una sono stati votati tutti i candidati e sull'altra è stata messa la croce non nel rettangolino ma a fianco del nome. Mentre facevamo lo spoglio noi della commissione elettorale abbiamo fatto dei commenti sulle votazioni. Abbiamo notato che ci sono stati dei problemi durante le elezioni: alcuni non firmavano la presenza vicino al proprio nome, ma a quello di un compagno; qualcuno prendeva la penna, mentre invece doveva usare la matita; certi ragazzi andavano al banco dove c'era un'altra persona che stava votando, cosa vietata, perché il voto deve essere segreto. In questi casi c'era Ilaria che aveva il compito di allontanare le persone che andavano a parlare con altri. Dopo aver contato le schede è risultato che Joel Persico, della classe I B, ha vinto con 24 voti. Il compito del rappresentante sarà di essere presente alle riunioni al Consiglio di Zona e discutere di attività da proporre ai ragazzi per sviluppare la nostra partecipazione nella scuola. Simone Strozzi - I B All'inizio dell'anno è stata fatta una votazione su quale sarebbe stato il rappresentante delle classi Prime per il consiglio di Zona 9 Ragazzi e Ragazze. I concorrenti erano tanti , ma, come sempre, solo uno vince . Ero molto ansioso di sapere il risultato delle elezioni e quando ho scoperto di aver vinto io, quell' ansia è diventata emozione, perché stavo già pensando a come sarebbe stata questa nuova esperienza. Il 24 febbraio è stato il grande giorno in cui mi sono recato al consiglio di zona. Alessandro Capiello, il rappresentante delle Seconde, invece, era assente e quindi doveva essere sostituito da Roberta Banfi, che aveva ottenuto nelle elezioni il secondo posto. Giunti all'edificio imponente dove ha sede il consiglio di zona, accompagnati dalla professoressa Renieri, siamo entrati in una sala rettangolare divisa in tre parti: in fondo alla sala, di fronte alla porta d'entrata, c'erano dei tavoli con delle poltrone in cui si sono sedute la presidente della commissione Giovanna Mizzau e la presidente del consiglio di zona Beatrice Uguccioni. Gli altri tre lati della sala erano occupati da tavoli disposti a ferro di cavallo, con importanti poltrone rosse; qui mi sono comodamente seduto io insieme ai ragazzi rappresentanti delle varie scuole. Infine, di fianco alla porta d'ingresso, c'erano delle sedie che sono state utilizzate dagli insegnanti. Eravamo riuniti soprattutto per scegliere il lavoro più significativo per le scuole elementari e le scuole medie relativo al tema "COSA VUOL DIRE ESSERE CITTADINO ITALIANO", su cui avevamo lavorato nel Primo Quadrimestre. Ad ogni scuola è stata assegnata una sigla; la nostra era 4S e comprendeva il disegno a fumetti realizzato dalla mia compagna Chiara e degli slogan fatti dalle Seconde Medie. A me piaceva soprattutto il lavoro che alla fine è stato premiato per le scuole elementari: veniva fuori l'immagine dell'Italia che è fatta da regioni diverse che offrono al territorio nazionale prodotti diversificati e ottimi: le arance non sono prodotte in Sicilia per la Sicilia, ma per tutti! Nel cartellone c'erano anche scritte riferite agli stranieri che sono una presenza attiva in Italia e che dobbiamo saper accogliere. Mi è piaciuta anche questa parte del cartellone. La mia insegnante ci ha fatto notare in particolare la frase inserita alla sinistra della cartina geografica d'Italia: "Non dura a lungo il dominio fondato sulla spada. Se vogliamo essere considerati cittadini italiani dobbiamo trattare gli stranieri con generosità. Vedo che in molti popoli vi sono qualità da imitare. Non possiamo governare un paese se non insegniamo qualcosa a gli altri popoli e a nostra volta non apprendiamo qualcosa da essi." Il testo è un adattamento "italiano" di un discorso fatto da Alessandro Magno: Non mi sono spinto sino al cuore dell'Asia per sconvolgere i popoli che vi abitano, né per distruggere una metà della terra, ma perché tutti coloro che io sottometto non debbano rammaricarsi delle mie vittorie. Per questo motivo i vinti fanno parte dell'esercito con voi e spargono il loro sangue anche per voi, mentre se fossero trattati con superbia si ribellerebbero. Non dura a lungo il dominio fondato sulla spada; eterna è invece la riconoscenza per i benefici ricevuti. Se noi vogliamo possedere l'Asia noi dobbiamo trattare i vinti con generosità e clemenza; la loro lealtà renderà stabile ed eterno il nostro impero. Vedo che in molti popoli vi sono qualità che non dobbiamo vergognarci di imitare; non possiamo pretendere di reggere un così grande impero se non insegniamo qualcosa agli altri popoli e a nostra volta non apprendiamo qualcosa da essi.1 Queste parole sono importanti e trovo giusto che abbia vinto questo lavoro, anche se, al momento dello spoglio delle schede, io ero agitato per l'ansia e avrei desiderato che la mia scuola vincesse. Joel Persico - I B 1 Curzio Rufo, Storia di Alessandro Magno, VIII, 8 - Traduzione a cura di G. Baraldi in Prosatori di Roma, Zanichelli C'era una volta un re che viveva in un castello e che era molto triste perché sua figlia era stata rapita da un drago. Dopo aver pianto tutti i giorni perché la sua amata figlia non si trovava, il re chiese aiuto, mandando dei messaggeri , in giro per i regni che dicevano: "Chi salverà la figlia del re dal drago, la sposerà e gli verrà data anche una bella ricompensa!" Così il principe del regno vicino, visto che nessuna fanciulla del paese gli piaceva, decise di andare a cercare la principessa. Si mise in cammino e per la strada incontrò un falegname a cui erano morte la moglie e la figlia. Il falegname gli propose un accordo: "Se mi aiuterai a fabbricare mobili per tre giorni, ti darò un oggetto magico per liberare la fanciulla dal drago". Il primo giorno il principe si alzò all'alba e dopo aver fabbricato dieci mobili andò a dormire. Il secondo giorno si svegliò all'alba e dopo aver fabbricato quindici mobili, andò a dormire. L'ultimo giorno, cioè il terzo, svegliatosi all'alba lavorò tutto il giorno fabbricando venti mobili. Il falegname rispettò la sua promessa e gli disse: "L'oggetto magico si trova in uno di questi mobili". Il principe rispose dicendo: "Ma come posso trovare l'oggetto magico con tutti questi mobili?" Il falegname gli disse: "L'oggetto magico si trova nel mobile che pesa di meno". Il principe allora si mise subito al lavoro: alzò con fatica ogni mobile e, arrivato al decimo, si accorse che era il più leggero e, aprendolo, vide che dentro c'era solo un sacchettino. Lo prese e disse: "Mi hai fatto fare tutto questo lavoro solo per trovare un sacchettino?" Il falegname gli rispose: "Quel sacchettino contiene una polvere magica che, appena buttata sul drago, lo immobilizzerà per un' ora". Il principe lo ringraziò e gli chiese dov'era la grotta del drago. Il falegname gli rispose dicendo: "La grotta del drago si trova tra due montagne uguali; attraversata la valle, la troverai". Il principe si mise subito in cammino e dopo una settimana arrivò davanti alle due montagne, attraversò la valle e trovò la grotta. Ci entrò e buttò subito la polvere sul drago che si immobilizzò. Il principe liberò la principessa che era legata a una roccia. Prima di ritornare al castello passarono dal falegname e il principe gli disse: "Io ho immobilizzato il drago, ma fra un' ora si potrà muovere e scatenerà tutta la sua furia sul tuo villaggio e sul nostro regno!" Il falegname ridendo gli rispose: "Io ti volevo mettere alla prova, volevo vedere se ti interessavi al mio villaggio, se sarai un re giusto come lo è il padre della principessa che ama il suo paese così come i suoi cari. Ma non ti preoccupare: quella polvere immobilizza per tutta la vita". Il principe, la principessa e il falegname ritornarono al castello dove ci furono subito le nozze tra la figlia del re e il principe. La ricompensa in denaro venne data al principe e questi la consegnò al falegname, che si trasferì a palazzo come consigliere del re. Dopo due anni la principessa e il principe ebbero tre figli e tutti insieme vissero per sempre felici e contenti. Rebecca Cerberi - I B Un re aveva una figlia che non rideva mai. Per quanti balli e feste spettacolari il re facesse, la ragazza restava seria e muta come una pietra di cimitero. Il re chiamò a corte giullari e saltimbanchi che provenivano da lontani paesi,ma sua figlia continuava a non ridere. C'era una lunga fila di persone alla porta del castello che aspettavano il proprio turno per entrare a palazzo e poter fare ridere la fanciulla. La voce ormai si era sparsa anche in luoghi lontani. Il tempo passava ma la situazione, agli occhi del re, peggiorava, perché si sentiva sempre più vecchio e avvilito. Un giorno il re decise di mandare suo figlio, che era un bravo cavaliere, a cercare la persona adatta a far ridere la principessa. Il principe attraversò, dopo tanta strada, un bosco molto fitto. La luce del sole faceva fatica a entrare; più si inoltrava più si faceva buio. La paura di aver perso la strada s'impossessò di lui, quando all'improvviso sentì una voce. "Cerchi forse qualcosa?" disse la voce. "Ma tu chi sei?" chiese il principe. "Sono un poveraccio e vivo qui nel bosco da tanto tempo con il mio amico riccio". Il principe incominciò a spiegargli tutta la triste storia di sua sorella. "Io- disse il poveretto – penso di poterti aiutare perché gli aculei del mio riccio sono magici. "Se tu mi porti da lei io certamente la farò ridere". Il principe, molto esitante, si convinse a portare il poveretto al castello. Giunti alla porta bussarono e gli fu subito aperto; il re volle immediatamente vedere chi fosse arrivato. L'idea di quel riccio magico piacque molto al re che organizzò l'incontro con sua figlia, dopo aver tolto un aculeo al riccio e aver espresso il desiderio che sua figlia incominciasse a ridere. Il re, il principe e il poveretto con il riccio entrarono nella stanza della fanciulla. Il principe mise l'aculeo del riccio fra i capelli della sorella. Lei guardò il riccio che si appallottolò, il suo muso sparì e sembrò una vera pallina; questo imprevisto meravigliò la fanciulla che scoppiò per la prima volta in una fragorosa risata. La vita, da quel momento, al castello cambiò in meglio, il re visse felicemente ancora tanti anni, il poveretto fu accolto al castello e fu ben voluto da tutti, infine la fanciulla si sposò e alla nascita del suo primo figlio poté raccontargli una storia che incominciava così: "Un re aveva una figlia che non rideva mai…" Arianna Varisco - I B In una savana vicino a un piccolo lago viveva un leon.Il suo ruggito era debole e faceva fatica a spaventare gli altri animali. Un giorno un coccodrillo e un'antilope, cattivi e prepotenti arrivarono al piccolo lago e non permisero agli altri animali di avvicinarsi all'acqua. Gli animali avevano tanta sete e il leone era triste perché non poteva fare niente, il suo ruggito non impauriva né il coccodrillo né l'antilope. Una formica andò a consolare il leone che le parlò del problema del ruggito debole. La formica suggerì al leone di andare a ruggire in una grotta, se voleva impaurire gli animali cattivi e conquistare la foresta. Il leone andò a provare in una grotta vicina e riuscì a ruggire forte, talmente forte che il coccodrillo e l'antilope lo sentirono. Quando arrivò al lago, vide l'antilope che fuggiva a gambe levate. Il coccodrillo invece era uscito sulla riva e si muoveva goffamente; il leone ne approfittò per balzargli addosso e uccise il coccodrillo. Tutti da quel momento poterono di nuovo bere. Da quella volta nessuno tra i coccodrilli o le antilopi ebbero il coraggio di andare a infastidire il leone. Alessandro Gao e Arianna Varisco - I B C'erano due amici: un leone e una volpe. Vivevano in un circo dove si esibivano. Un giorno il leone scappò perché nelle esibizioni che faceva non diventava mai famoso. Il direttore, quando se ne accorse, si spaventò e corse subito dall'amica del leone, la volpe, che disse: "Lui è scappato perché quando si esibiva riceveva pochi applausi. Vuole tornare dove è nato; forse là farà fortuna." Intanto il leone riuscì a raggiungere la savana; qui trovò un corvo che gli diede una pozione magica per diventare un animale famoso. Tutte le persone che andavano a fare safari fotografici iniziarono a volerlo fotografare, in qualsiasi momento del giorno e della notte. Le sue fotografie facevano il giro del mondo. I turisti aumentarono e tutti volevano vedere solo lui. Il povero leone non aveva mai un attimo di quiete e un giorno decise che non ne poteva più di tutta quella popolarità. Andò quindi a cercare il corvo, lo trovò e gli disse: "Voglio ritornare dov'ero prima!" Il corvo gli disse: "Al ruscello troverai un pesciolino d'oro, lo dovrai mangiare e tornerai dove eri prima." Il leone andò al ruscello, mangiò il pesciolino, si ritrovò nel circo davanti al suo capo, che fu felice di rivederlo e gli fece fare subito un'esibizione; tutti questa volta lo applaudirono, forse perché non voleva fare a tutti i costi bella figura, ma perché era semplicemente se stesso. Dopo lo spettacolo poté starsene tranquillo a parlare con la sua amica volpe. Yasmin Rouchdi e Alessandro Esposito - I B C'era una volta un'aquila molto ambiziosa e superba. Si credeva la più forte di tutta la montagna perché riusciva a catturare prede che altre non riuscivano a catturare. Si era specializzata ad afferrare gli animali piccoli: i suoi preferiti erano le formiche. Un giorno l'aquila incontrò una formica che, per non farsi mangiare, le disse: "Non mangiarmi! Se vuoi dimostrare di essere la più forte, la più originale aquila dei cieli e essere incoronata regina delle aquile, devi diventare vegetariana entro tre giorni. Nessuna aquila sarebbe in grado di fare questo! Tu sì!". L'aquila, sicura della sua superiorità, accettò. Il primo giorno mangiò dei frutti. Il secondo giorno cominciò a mangiare foglie che le piacquero molto. Il terzo giorno assaggiò i muschi.. Così tornò dalla formica che le disse: "Tu con la tua superbia, hai allontanato i tuoi amici e i tuoi cari. Nessuno ti vuole più come regina perché non sei più un'aquila." Così, triste se ne andò in cerca di un altro territorio dove stare, volendo mantenere il primato di essere vegetariana. A poco a poco iniziò a perdere le penne e a non essere più in grado di volare. Così morì. Chiara Greco e Rebecca Cerberi - I B Nel progetto di potenziamento linguistico che ha visto impegnate le classi prime nella realizzazione di FUMETTI, le abilità linguistiche sono state utilizzate per produrre testi che avessero l‟ IMMAGINE e l‟ ONOMATOPEA come strumento di COMUNICAZIONE. Gli alunni sono partiti dall‟ analisi dei fumetti da loro più letti per cogliere le caratteristiche strutturali e linguistiche. Lo spunto è servito per la realizzazione, a gruppi , di FUMETTI su tematiche relative agli argomenti trattati. La pubblicità è uno degli strumenti di marketing maggiormente utilizzati per ATTIRARE l’attenzione di potenziali clienti su prodotti, attività e servizi. La pubblicità ci assedia e ci colpisce da ogni parte, senza soste e con ogni mezzo: nel chiuso della nostra casa mediante la radio, la TV, i giornali; per strada, mediante cartelloni, manifesti volantini; nei bar, al cinema, nei locali pubblici. Oggi giorno la pubblicità ci assale ovunque. Quando camminiamo per strada grandi manifesti ci invitano a comprare questo o quel prodotto; se accendiamo la radio o la televisione una voce suadente, sempre accompagnata da musichette accattivanti, ci convince che quel dentifricio è più sbiancante di quell'altro; quando apriamo un giornale decine di pagine sono occupate da spazi pubblicitari di profumi, automobili veloci, cibi raffinati, sofisticati prodotti elettronici, merendine super vitaminizzate. A volte si vorrebbe fuggire da questa morsa pubblicitaria ma… ci si sente quasi braccati perché, dovunque ci si nasconda, un'altra réclame è in agguato per catturare la nostra attenzione e invogliarci a seguire le varie mode. La pubblicità è alla base del commercio, è il fulcro di tutta l’economia di uno Stato, e questo lo considero una dei suoi aspetti positivi. Però non è sempre così bella e utile come ci appare: infatti, come spesso accade, la pubblicità non è molto onesta, anzi, cerca in tutti i modi possibili di convincerci a comprare una determinata cosa, anche al punto di fare giri di parole per rendere il prodotto migliore agli occhi del telespettatore. È proprio per questi ultimi punti che io sono del parere che la pubblicità, oggi come oggi, non è una buona cosa. Sicuramente il numero di volte elevato che viene trasmessa (a volte mi capita di vedere due o tre volte lo stesso pezzo in 5 minuti) porta il telespettatore alla noia; e sempre parlando di noia le pubblicità spezzano i film e le trasmissioni in troppe parti. Ma questi, a mio avviso, sono solo gli aspetti negativi più leggeri della pubblicità: le cose peggiori cominciano quando pensiamo che questi potentissimi strumenti di informazione ci fanno il LAVAGGIO DEL CERVELLO. Con quelle loro canzoncine che si imprimono nella mente, con le persone riprese che sono sempre belle, felici e sorridenti, alla fine ci convincono che quel prodotto è buono per davvero. Un altro aspetto a cui bisogna fare molta attenzione è la fedeltà delle pubblicità. Se una certa cosa ha alcune controindicazioni, o alcune caratteristiche che possono risultare d'intralcio alla vendita, le troveremo sempre scritte a caratteri microscopici o pronunciate a velocità impressionante. Questo perché i produttori si mettono la coscienza a posto scrivendo anche i lati negativi di un certo prodotto, ma noi veniamo “INGANNATI” perché è difficilissimo riuscire a leggere tutte le scritte che vengono presentate in uno spot pubblicitario. Ci tengo a precisare una cosa: come ho detto all'inizio, la pubblicità è un ottimo mezzo per informare le persone dei più vari oggetti in vendita, e questa è una cosa buona. L'unico problema che porta a dirmi che, al giorno d'oggi, la pubblicità non è una buona cosa, è che quest'ultima sta andando pian piano degenerando, e che sta diventando uno strumento troppo potente e in grado di manipolare le menti della gente. Concludendo ribadisco la mia tesi lanciando un messaggio ai telespettatori di tutte le età: “Non lasciatevi ingannare dalle apparenze, controllate sempre il vero valore delle cose pubblicizzate e, cosa più importante, riflettiamo sempre e domandiamoci se quel prodotto ci potrebbe servire veramente. Nicole Salvitto 2^C E' importante la Pubblicità? La pubblicità ha di sicuro fama di autori, stilisti del un ecc perché ruolo dominante nella … ecc … tuttavia si falso, in questo molti può spot notare, in nostra vita perché se non credo influenzi ci fosse non avremmo molte molto delle cose che possediamo. credo che Le domande spontanee che mi parte delle vengono lascino sopraffare dall’ inserite delle “verità attore nascoste” in mente pensando ad essa sono: Cosa farei senza la pubblicità? ognuno che gli stessi più La un alla prima noi e maggior persone si dall’attrice sponsorizza il perché pubblicità vestiti se non ci fosse? risposta la o prodotto; Indosserei di sono presenti nelle sempre donne con fisico o in altre parti poco visibili che ci sono cioè cose menzionate in piccolo che possono fare differenza prodotto. Un altro fattore in inducono lo spettatore a negli comprare prodotti studiarli per insegnato che volte parole, meglio può non averla ingannare mio, fa tempo; sarebbe e, perché a perdere ma non i parer offerti molto eguagliare i canoni; molte volte far invece ameno di pensare che se non questa ci irraggiungibile fosse posso solo molte cose che bellezza è una un utilizziamo quotidianamente finzione ma mai non modello da seguire, le poiché avremmo, non ne forse saremo a conoscenza. perché idea che rimango è dell’ meglio una che mi aiuta a non credere irraggiungibile casi la nel domanda è che probabilmente certi che fondo allo schermo, spot è che mi le ha molte le immagini, o i suoni mi possono trarre in inganno. Ad ogni modo, credo che la risposta che mi ha spinto questo a tema scrivere sia alla donna vera ma imperfetta perché credo che nella sì, che una finta e irreale. vita non è importante perché io non vesto marche Oltre come si appare ma come prestigiose ma pubblicità su di me non comuni ha molto effetto perché Mentre la seconda vesto risposta domanda e è costose vestiti accessibili acquistati commerciali a tutti in centri qualsiasi. Credo che la pubblicità sia anche un accrescere la modo per questo capisco sempre che maggior la la meglio parte delle pubblicità hanno si è. Beatrice Silvestrini 2^C E adesso tu non ci sei più MATTI buonanotte principessa volevo salutarti per l'ultima volta resterai nei miei pensieri quante notti in bianco pensandoti e quante lacrime per te fa troppo male guardare una foto mia senza te la sofferenza mi spacca il cuore vorrei che tu tornassi qua la tua mancanza mi crea dolore ma tu non ci sei e questa è realtà io sono qua che ti aspetterò adesso so che non finirò di soffrire per te di stare male di pensarti e poi la notte ti mando un mio saluto E adesso tu non ci sei più buona notte principessa volevo salutarti per l'ultima volta resterai nei miei pensieri E adesso tu non ci sei più buona notte principessa volevo salutarti per l'ultima volta resterai nei miei pensieri la tua mancanza ormai mi ha distrutto sono consapevole tu non puoi tornare in questo mondo io mi sento sperduto ma tanto non serve né parlare né pensare arriverà un giorno o l'altro il momento di riabbracciarti adesso ci osservi sdraiata dall'alto mentre noi da qua giù non smettiamo di pensarti io sono qua che ti aspetterò adesso so che non finirò di soffrire per te di stare male di pensarti e poi la notte ti mando un mio saluto E adesso tu non ci sei più buona notte principessa volevo salutarti per l'ultima volta resterai nei miei pensieri E adesso tu non ci sei più buona notte principessa volevo salutarti per l'ultima volta resterai nei miei pensieri E adesso tu non ci sei più COMMENTO Questo brano mi piace tanto perché mi fa ripensare e mi emoziona, anche perché mi ricorda alcuni attimi della mia vita. Parla di un ragazzo che vuole mandare un messaggio alla ragazza da lui molto amata, probabilmente si sono lasciati e lui l'ha presa molto male, infatti dice: “...volevo salutarti per l'ultima volta...” “...vorrei che tu tornassi qua...” “...sono consapevole che tu non puoi tornare...”. E tante altre bellissime espressioni che fanno capire la sua sofferenza ma soprattutto l'amore che ha lui nei suoi confronti. BANFI ROBERTA 2°C YOU’VE GOT A FRIEND JAMES TAYLOR -WHEN YOU’RE DOWN AND TROUBLED AND YOU NEED HELPING AND AND NOTHING, OH NOTHING IS GOING RIGHT CLOSE YOU’RE EYES AND THINK AT ME AND SOON I WILL BE THERE TO BRIGHER UP EVEN YOUR DARKEST NIGHT RIT: YOU JUST CALL AUT MY NAME AND I KNOW WHEREVER I AM I’LL COME RUNNING (OH! YES BABY) TO SEE YOU AGAIN TU HAI UN AMICO JAMES TAYLOR -QUANDO TU SEI ABBATTUTO E PREOCCUPATO E HAI BISOGNO DI AIUTO E NIENTE OH! NIENTE STA ANDANDO DRITTO CHIUDI GLI OCCHI E PENSA A ME E PRESTO IO SARO’ LÌ A MIGLIORARE LE COSE APPIANDO LE TUE NOTTI PIU’ BUIE RIT: CHIAMA SEMLICEMENTE IL MIO NOME E TU SAI OVUNQUE IO SONO IO VERRO’CORRENDO PER VEDERTI ANCORA WINTER, SPRING, SUMMER OR FALL ALL YOU’VE GOT TO DO IS CALL AND I’LL BE THERE YOU’VE GOT A FRIEND -IF THE SKY ABOWE YOU SHOLD GROW DARK AND FULL OR CLOUDS AN THAT OLD NORTH WIND SHOULD BEGGIN TO BLOW KEEP YOUR HEAD TOGETHER AND CALL MY NAME AUT LAUD NOW SONN I’LL BE KNOCKING UPON YOUR DOOR RIT: YOU JUST CALL AUT MY NAME AND YOU KNOW WHEREVER I AM I’LL COME RUNNING (OH! YES I WILL) TO SEE YOU AGAIN WINTER, SPRING, SUMMER OR FALL ALL YOU’VE GOT TO DO IS CALL AND I’LL BE THERE (YE! YE! YE!) -AIN’T GOOD TO KNOW YOU’VE GOT A FRIEND WHEN THE PEOPLE CAN BE SO COLD THEY HURT YOU AND SURCH YOU THEY’LL TAKE YOUR SAUL IF YOU LET THEM BUT DON’T YOU LET THEM RIT: YOU JUST CALL AUT MY NAME AND YOU KNOW WHEREVER I AM I’LL COME RUNNING TO SEE YOU AGAIN WINTER, SPRING, SUMMER OR FALL ALL YOU’VE GOT TO DO IS CALL AND I’LL BE THERE (YES I WILL) YOU’VE GOT A FRIEND INVERNO, PRIMAVERA, ESTATE O AL CADERE DELLE FOGLIE TUTTO QUELLO CHE DEVI FARE E’ CHIAMARE E IO SARO’ LÌ TU HAI UN AMICO -SEI IL CIELO SOPRA DI TE DIVENTASSE BUIO E PIENO DÌ NUVOLE E SE IL VENTO DEL NORD COMINCIASSE A SOFFIARE E INSIEME SI MANTERRANNO SULLA TUA TESTA CHIAMA IL MIO NOME E PRESTO IO STARO’ BUSSANDO ALLA TUA PORTA RIT: CHIAMA SEMPLICEMENTE IL MIO NOME E TU SAI OVUNQUE IO SONO IO VERRO’ CORRENDO (OH! SI VERRO’) PER VEDERTI ANCORA INVERNO,PRIMAVERA, ESTATE O AL CADER DELLE FOGLIE TUTTO QUELLO CHE DEVI FARE E’ CHIAMARE E IO SARO LÌ (YE! YE!YE! ) -E’ BELLO SAPERE CHE HAI UN AMICO QUANDO LA GENTE PUO’ ESSERE COSÌ FREDDA LORIO TI DANNEGGERANNO E CERCHERANNO SE TU LÌ LASCERAI MA NON LÌ LASCERAI RIT: CHIAMA SEMLICEMENTE IL MIO NOME E TU SAI OVUNQUE IO SONO IO VERRO’CORRENDO PER VEDERTI ANCORA INVERNO, PRIMAVERA, ESTATE O AL CADERE DELLE FOGLIE TUTTO QUELLO CHE DEVI FARE E’ CHIAMARE E IO SARO’ LÌ (Sì VERRO’) TU HAI UN AMICO COMMENTO ALLA CANZONE QUESTA CANZONE E’ STATA SCRITTA DA JAMES TAYLOR PROBABILMENTE PER FAR SAPERE AD UN SUO AMICO CHE LUI CI SARA’ SEMPRE NONOSTANTE TUTTO E CHE BASTERA’ CHIAMARLO PER AVERE UN AIUTO. NELLA PRIMA E NELLA SECONDA STROFA IL CANTANTE METTE IN EVIDENZA CHE ANCHE NEL MOMENTO PIU’ BRUTTO DOVE NIENTE VA PER IL VERSO GIUSTO LUI CI SARA’, NELLA TERZA STROFA GLI RICORDA CHE HA ED AVRA’ SEMPRE UN AMICO. NEL RITORNELLO DICE CHE ANCHE SE È INVERNO, PRIMAVERA O ESTATE GLI BASTERÀ CHIAMARLO E LUI CI SARA’. QUESTA CANZONE MI PIACE MOLTO NON PER IL RITMO O PER LA MUSICALITA’ MA PER IL MESSAGGIO CHE TRASMETTE. BEATRICE SILVESTRINI 2^C Lunedì 28 marzo noi, gli alunni delle classi seconde, ci siamo recati al Forum di Assago per assistere ad una manifestazione sportiva; le attività sono state dimostrate da persone diversamente abili. Questa iniziativa prende il nome di: “I GIOVANI PER I GIOVANI”. Come intrattenimento di apertura è stata fatta una simulazione di percorso ad ostacoli per non vedenti: alcuni cani addestrati dovevano riuscire a portare il loro padrone all'uscita di un piccolo labirinto. La prima attività sportiva praticata è stata il torball, che è un gioco sportivo a squadre per non vedenti, in cui si fronteggiano due team composti ciascuno da 3 giocatori (con 3 riserve). È lo sport più praticato dai non vedenti in Italia. In seguito delle persone diversamente abili hanno fatto una partita di calcio in piena regola: con portiere, attaccanti, difensori e centrocampisti. Un altro sport praticato è stato il basketball. A questo sport hanno partecipato delle persone paraplegiche. Qualcuno aveva perso la sensibilità nelle gambe, mentre altre persone avevano le gambe amputate. Come ultima esibizione dei ragazzi e delle ragazze diversamente abili ci hanno proposto, in completo da marinaio, un balletto di ginnastica ritmica. Secondo me questa giornata è stata molto istruttiva per vari motivi: soprattutto per far capire ai ragazzi che anche se esteticamente siamo tutti diversi, interiormente siamo tutti uguali. Devo inoltre aggiungere che la mia scuola aderisce sempre a queste iniziative. AZZALI BEATRICE 2°C Finalmente siamo arrivati !! Ecco il paesaggio che ci ha accolti …fantastico… Eppure all‟inizio ci ha fatto sentire … isolati dal resto del mondo !!! Giorgia V. - Valeria La Casa Vacanza ci è apparsa subito molto accogliente e gli educatori simpatici…lo spazio per il gioco era assicurato…Che bello!! Fang Fang- MishellShuwei- Xianwen Nella casera all‟inizio l‟aria sembrava irrespirabile…la puzza di formaggio e di letame era troppo forte… Alessandro C.Manuel - Rexs Umut … ma che emozione poter vedere da vicino le mucche e accarezzare i vitelli !!! Sara- NicolettaGiorgia B. Un‟arrampicata difficile, alla scoperta del proprio coraggio… ma sicuramente un‟esperienza bellissima, che vorrei ripetere all‟infinito!!! Roy- Alessandro L.Mahmoud Quando l‟istruttore aveva spiegato le modalità dell‟arrampicata, sembrava tutto chiaro e semplice da rifare… Ma a metà percorso ho cominciato a dubitare delle mie capacità e della possibilità di arrivare alla fine: per fortuna è stato un successo!!! Francesca- Valeria- MelissaGiorgia V. Quando ho visto la professoressa che affrontava in tutta tranquillità il percorso, mi sono detta che ce l‟avrei fatta anch‟io, invece ho avuto talmente tanta paura che il panico non mi ha permesso di continuare, ma… … dovessi tornare, riproverei sicuramente l‟esperienza, che ha divertito moltissimo tutti i miei compagni. Francesca Eccoci nel bosco, alla scoperta di alberi, fiori e suoni…ed anche delle strane usanze di chi vive in montagna: i bracconieri cacciano varie specie di uccelli protetti, pur di portare a casa qualche soldo in più! La classe 2°B La vita dei minatori doveva essere davvero difficile e faticosa ed è stato molto interessante scoprire il loro lavoro attraverso la visita alla miniera…vedendo la riproduzione dei loro attrezzi e del loro modo di vivere!!! Alessandro L. - Alessandro C.Manuel- Sara- Nicoletta LETTERE…LETTERE…LETTERE Milano 28.2.2011 Cara Margherita, sono Sara, come stai? È da questa estate che non ci sentiamo e così ti ho scritto per chiederti come ti trovi nella nuova scuola e se ti è passata la tua paura di non conoscere nessuno. Ti scrivo questa lettera oggi, perché fra tre settimane esatte io e la mia classe partiremo per una settimana a Scuola Natura, è fantastico!! Adesso ti racconto tutta la storia: noi, cioè tutta la mia classe, è dall’inizio dell’anno che ci speriamo e che cerchiamo di convincere i prof. a portarci. Ma ci sono stati molti problemi, perché tutti i nostri prof. avevano deciso di bloccare i viaggi di istruzione. Ma quando hanno deciso di portare le terze in Germania, la nostra carissima prof. Elvevi, insieme alla prof. Tomasi, ha pensato di far partire la richiesta al Comune, per poter partecipare a Scuola Natura. Noi abbiamo aspettato molto una risposta e…finalmente è arrivata: saremmo andati a Zambla dal 21 al 26 marzo, che bellezza !!! Eravamo felicissimi e abbiamo fatto talmente tanto rumore che sono venuti a chiederci cosa stava succedendo. Siamo veramente fortunati, visto che siamo l’unica seconda ad andare e la nostra soddisfazione più grande è stata andarlo a dire alle altre seconde… dovevi vederli, morivano d’invidia e noi eravamo soddisfattissimi che due nostre prof. avevano scelto di portare noi. Un forte contributo l’ha dato la prof. Elvevi e così, per ringraziarla, abbiamo organizzato una festa per il suo compleanno che le è piaciuta moltissimo. Abbiamo perso parecchio tempo a parlare di scuola natura e di cosa bisogna portare. Adesso, però, è tutto sistemato e noi non vediamo l’ora che sia il 21 marzo per partire. Io ho la sensazione che ci divertiremo un mondo e che staremo moltissimo tempo insieme. Con noi ci sarà anche un’ altra scuola di Milano: non mi preoccupa molto, perché saremo in stanze diverse e faremo gite separate, solo nelle attività serali staremo insieme. Quando ho saputo la divisione delle stanze sono stata felicissima, perché sono con le mie migliori amiche : le due Giorgine, Nicoletta e Valeria. Staremo benissimo insieme, ma mi dispiace per Francesca che non sarà con noi, perché ha litigato con Valeria e ha voluto stare nell’ altro gruppo. Abbiamo provato a farle cambiare idea, ma ha una testa dura e non ci siamo riuscite. Le gite in programma sono molto interessanti, ma quelle che secondo me saranno le più belle sono l’arrampicata e il parco avventura. Alle gite ci divertiremo un mondo e saranno speciali, perché starò con tutti i miei migliori amici. In questa settimana ho intenzione di scattare un sacco di foto e di raccoglierle tutte in un album. Sono felicissima e so che sarà un’ esperienza indimenticabile. Spero di non averti annoiato e spero anche che un’esperienza così la vivrai anche tu. I particolari te li racconto poi quest’ estate al mare, in spiaggia. Con affetto la tua amica Sara P.S.: salutami anche Ceci, Mati e Sofi. Milano,28/2/11 Caro Luca, ciao come stai? Io sto bene. Da quanto tempo non ci sentiamo!! Sai, il 21 marzo andremo a Scuola Natura, peccato che duri solo cinque giorni, io avrei voluto che durasse di più, almeno 10 giorni. Per questa iniziativa, provo un sentimento strano, che è misto di preoccupazione e eccitazione: andremo in montagna cioè a Zambla Alta, avrei voluto andare al mare. Meno male che andiamo solo noi della 2B e non tutte e tre le seconde, però ci saranno altre scuole, chissà se farò amicizia, questi ragazzi saranno simpatici o antipatici, bulli o studiosi? Devo ancora decidere cosa fare in pullman: sarà una noia tremenda? Ogni giorno faremo una cosa diversa: l‟arrampicata, andremo da un apicoltore, l‟orientamento, il parco avventura e molto altro. Il mio preferito sarà sicuramente il parco avventura, perché salteremo degli ostacoli e soprattutto ci sporcheremo. Di sicuro questa esperienza sarà indimenticabile, pensando bene questa è la prima volta che vado a Scuola Natura . Spero di non avere paura durante l‟arrampicata. Finalmente una settimana lontano dai miei genitori e da mia sorella, anche se mi mancherà un po‟. A Scuola Natura di sicuro ci saranno i burloni e spero che non facciano a me gli scherzi. E ringrazio la prof. Elvevi che ci porterà . Adesso ti saluto, stammi bene e non fare il “cretino” come al solito. Ciao dal tuo amico Rexs Milano,28/2/11 Cara Lili, come stai? Io non molto bene, visto che negli ultimi giorni mi sono intromessa in affari che non mi riguardano affatto, tra genitori e figli. Va beh, non voglio più parlare di queste cose, che mi irritano pure un po’. Ma ti racconto che grazie alla prof. Elvevi noi il 21 marzo andremo a Scuola Natura a Zambla Alta (in provincia di Bergamo) e durerà cinque giorni e io sono al settimo cielo, perché cosi non avrò tra i piedi mio fratello, i miei genitori e la scuola!!!Ma avrei sperato che durasse un po’ di più, cosi avrei giocato di più. Sono molto eccitata e piena di ansia al pensiero di andare a Scuola Natura e in più non so nemmeno come preparare adeguatamente la valigia! E visto che partiremo alle 9.00 circa con un’altra scuola che si trova in via Mincio e abbiamo saputo che i maschi sono un po’ cosi……ho paura che mi facciano degli scherzi. Il tragitto durerà 3 ore e visto che io soffro il mal d’auto temo che vomiterò, ma spero con tutto il mio cuore di no .Una volta arrivati porteremo le nostre valigie nelle camerate e mi immagino già che quasi tutte le femmine chiederanno aiuto ai maschi. Faremo tante esperienze nuove: il bosco (l’orientamento), l’arrampicata(ho un po’ di paura perché è la prima volta che faccio questa esperienza ), la Contrada che è la parte vecchia del paesino di Zambla (spero che sia divertente visto che ogni volta che vado a visitare una città mi annoio da morire!!) . L ’ultima sera noi andremo in discoteca, cioè non proprio in una discoteca, ma attrezzeremo la sala pranzo come una discoteca . E il sabato mattina torneremo di nuovo a Milano, dove ricomincerà la mia solita vita . Che disperazione! Spero che mi scriverai al più presto e mi racconterai cosa hai fatto negli ultimi giorni. Ciao… ciao… baci… baci… La classe 2° B racconta… Shuwei OMICIDIO SUL CAMPO DI BEACHVOLLEY L„omicidio del dottor Rossi era stato annunciato con una lettera anonima alla quale nessuno aveva dato importanza e che ora era nelle mani del commissario Kent . Il giorno prima il dottore era stato ritrovato disteso sulla sabbia del campo da beachvolley, visto che il suo hobby era proprio quel gioco ; la lettera diceva :” Nel giorno in cui il fulmine cadrà in lontananza, qualcuno verrà fulminato dalla mia intolleranza.” Dopo essere stato portato via , il dottore venne sottoposto all‟autopsia , al cui termine si era capito che il dott. era stato realmente folgorato e che questo aveva causato un‟emorragia al cuore e quindi una morte rapida. Il commissario con la sua squadra perquisì la spiaggia in cerca di indizi , quando l‟agente Bianchi trovò nel campo da beachvolley delle scaglie in lega metallica: un ottimo conduttore di elettricità; successivamente si scoprì che il dottore aveva rapporti con la signorina Matilde, divorziata da poco. Al commissario Kent venne il sospetto che fosse l‟ex marito il colpevole, ma la strada era sbagliata. Si scoprì che il giorno del delitto l‟ex era a New York per affari. Tutte le strade che c‟erano da percorrere erano sbagliate; al commissario Kent venne l‟idea di ritornare alla spiaggia per cercare altri indizi; infatti trovò sopra un tetto un‟antenna con tre fili che andavano dritti al campo di volley; il commissario Kent seguì i fili che si diramavano per tutto il campo… chiamò i colleghi e disse di andare a prendere i figli di Matilde per interrogarli, perché aveva appena trovato un pezzo di collana che apparteneva alla figlia, avendola vista quando era andato a trovare Matilde per farle delle domande, ormai stava per risolvere il caso…doveva solo ritrovare “un cattura-fulmini” ossia un pezzo di metallo che attrae i fulmini. E lui sapeva esattamente dove doveva cercare…intanto i colleghi interrogavano i figli, ma loro si rifiutavano di rispondere, però, dopo che fu entrato con il pezzo di metallo in mano, il commissario Kent andò dai ragazzi accusandoli di omicidio colposo. A quel punto i ragazzi senza scelta confessarono: avevano messo il polo metallico trovato sotto il tagliaerba sull‟antenna aspettando il fulmine, quando il fulmine arrivò folgorò il dottore, fortunatamente gli altri giocatori indossavano scarpe isolanti. Il commissario fece condannare i ragazzi a ventisette anni di carcere, la madre triste e allo stesso tempo arrabbiata se ne andò senza voltarsi e così il commissario Kent risolse “ Il caso del dottore che giocava a beachvolley”. Zhu Alessandro Due anni fa sono andata a Como, con mia zia e mio zio che si stavano per sposare e allora hanno fatto un video in ricordo del loro matrimonio. Siamo andati su due isolette bellissime. La prima isoletta presentava campi fioriti e nell’acqua ho visto le oche e i cigni: erano veramente belli. Poi mentre osservavo varie meraviglie ho preso un gelato e camminando, camminando ho trovato una piuma bianca molto lunga per terra: era quella di un pavone ed era bellissima. Volevo portarla a casa, ma mio zio mi ha detto di lasciarla per terra, forse credevano che io avessi strappato la piuma al pavone e l’ho buttata. Ne ho visti tanti altri, bellissimi e bianchi come le margherite. Poi ho visto una gallina diversa dalle altre: era piccola, aveva la voce diversa dalle galline normali ed era di colore nero, rosso, viola, verde, giallo e arancione, era meravigliosa. Se penso che all’inizio non volevo andare con i miei zii, e poi mi sono divertita molto e ho fatto tante foto. Poi siamo ritornati sulla barca e siamo andati sull’altra isola. Era deserta ,c’era solo il lago. Mia zia era seduta vicino all’acqua, si è tolta le scarpe ed è andata a bagnarsi i piedi. Ed io con un mazzo di rose e con una fotocamera, le ho fatto una foto e poi ho visto il sole che stava tramontando. Dopo il tramonto siamo ritornati tutti a casa, mi sono piaciute anche le case: sono una meraviglia perché alcune assomigliano a un hotel con la piscina: uno spettacolo meraviglioso. Chen Xianwen La mia pagina di diario è dedicata al mio carissimo papà, perché è rimasto nel profondo del mio cuore. Lui era una persona ricca, che, a Santo Domingo, Ecuador tutti conoscevano; io sono stata con lui fino ai 6 anni, ma poi mi hanno separata da lui contro la mia volontà. Lui si chiamava Luis Alonso Jimenez ed era simpatico, io adesso sono triste e molte volte quando penso o guardo le sue foto mi metto a piangere e questo succede perché lui e io non ci possiamo più vedere, nè sentire, perché lui è morto e questo mi fa molto male ed è per questo che mi metto a piangere; però da una parte sono triste e dall‟altra sono contenta, perché so che lui è in un posto migliore e non soffre più; senza di lui mi sento sola e penso e vedo che con la sua morte la mia vita è completamente cambiata. Adesso vi voglio raccontare un episodio che ho vissuto con lui. Un bel giorno, per me molto speciale, perché era il giorno del mio compleanno, il mio papà mi aveva preparato una festa a sorpresa, mi ha fatto scendere in salotto e ho trovato un bel cagnolino che ho chiamato Jack , io l‟ ho abbracciato e gli ho detto grazie per il regalo. Dopo mi ha fatto preparare e siamo andati al suo lavoro e tutti mi dicevano: BUON COMPLEANNO! E io li ringraziavo, dopo alcune ore ho detto a mio padre che avevo fame, di portarmi a casa, ma lui mi rispose di no, perché non c‟era nessuno, ma non era vero. Qualche minuto dopo ho visto mia sorella che parlava con mio padre e si comportava in modo strano e ho sentito dire a mio padre che la casa era pronta ,io allora ho chiesto per cosa era pronta e loro hanno risposto che non era molto importante, ma che ora potevamo tornare a casa. Quando sono arrivata, la mia casa era tutta buia, ma quando sono entrata in salotto e ho acceso la luce tutta la gente ha urlato: buon compleanno! e ho abbracciato mio padre e mia sorella e li ho ringraziati molto. Quel giorno non me lo dimenticherò mai, perché è stato l‟ultimo compleanno che avrei festeggiato con la mia famiglia e mio padre e ho ricevuto tanti regali. Questa frase che sto per scrivere la disse mio padre a mia sorella il giorno che io e lei partivamo per l‟Italia: “L‟aquilone non vola senza la coda” cioè la coda ero io e l‟altra parte dell‟aquilone era mia sorella, se lei fosse tornata, dovevo tornare anch‟io!!! Purtroppo mio padre è morto l‟11 maggio dell‟anno dopo il mio primo anno di scuola media in Italia. Mishell Elisabeth Jimenez Romero I bambini erano felicissimi, perché per Natale avevano ricevuto un bellissimo regalo interattivo, che li trasportava nei luoghi che desideravano. All‟inizio credevano che fosse un comunissimo giocattolo come quelli per imparare le parole… Un giorno i genitori erano usciti per celebrare il loro anniversario di matrimonio, lasciando i bambini con una babysitter (che credevano ottima). Prima di uscire, i genitori dissero a Stephanie, la babysitter: -Torneremo verso le dieci circa. E Stephanie rispose, con aria angelica: -Non si preoccupi. Quando tornerete troverete la casa come l‟ avete lasciata. Appena si accese il motore, i bambini corsero alla finestra per salutare i genitori, ma appena la macchina partì, la babysitter portò i bambini a dormire. -Ora voi, da bravi, andate a contare le pecorelle, mentre io vi svuoto il frigo e guardo la televisione. Su, forza, smammare!! Così andò in cucina e cominciò a prendere tutto quello che trovava nel frigo e nella dispensa; poi, precipitandosi in sala, si sedette davanti alla televisione e cominciò a fare zapping tra i canali, capitando su uno che in quel momento stava trasmettendo “S.O.S. Tata”, uno dei suoi programmi preferiti quando era di turno. Intanto i bambini si erano rintanati in un angolino della loro cameretta con il nuovo gioco. Marco, il più grande dei tre fratellini, cominciò per primo a giocare: -Parola di sei lettere che comincia per „C‟ e finisce con „A‟. I tre fratellini cliccarono tutte le lettere fino ad arrivare ai tre tentativi finali. -Canafa. -Canapa. -Canada. Ci fu un flash e dopo qualche secondo si ritrovarono a Stratford, Ontario, in Canada. Si meravigliarono che potesse esistere un così bel posto come quello e dal momento che iniziavano a intravedere le luci dell‟alba, cominciarono a girare per le vie in esplorazione. -Questo posto è bellissimo, vorrei restarci per sempre… Disse Luca, il fratellino di mezzo… -Anche io… Rispose Marco. Ci fu un altro flash e appena riaprirono gli occhi si ritrovarono nell‟angolo della loro cameretta. -Siamo a casa… Disse con tono triste Davide, il fratellino più piccolo. Mentre i bambini continuavano a indovinare parole, la babysitter guardava „Chi vuol essere milionario‟. -Ornitorinco… Mammifero acquatico che depone uova… Dovrei esserci io, invece di quell‟ignorante!! Disse con tono scocciato… Dopo qualche secondo si ritrovò al posto del concorrente. Intanto, i bambini erano al Madison Square Garden (MSG). Si stavano divertendo molto. Poi andarono a Londra, sul London Eye. Ad un tratto si bloccò a mezz‟aria e il cielo si oscurò. I tre fratellini riuscirono a tornare a casa e a salvarsi dal temporale che stava per incombere sulla città di Londra. Si fecero le sette e la babysitter era tornata perdente, perché per giocare bisogna avere diciotto anni. I bambini la ignorarono e continuarono a giocare ed a viaggiare… -Argentina. Disse Luca, con tono soddisfatto (per aver indovinato lo stato). E poi puff, eccoli a Buenos Aires. Non ci fu tanto da fare, nel senso che girare per le strade era il massimo… Andati via da lì cominciarono a viaggiare dalla Spagna alla Francia, dall‟Africa all‟Italia… Girarono tutto il mondo, fino ad arrivare tra gli Appennini italiani. Anni prima, la zia Tragia era andata in montagna con degli amici e una sera, mentre si avviava verso il rifugio, intravide una nebbiolina che si aggirava fra le cime. Pensando che fosse solo nebbia, continuò tranquillamente a camminare. Quando si voltò per controllare se nessuno la seguiva, si ritrovò questa nebbiolina davanti . Da quel giorno, nessuno aveva portato i bambini in quel posto, per paura che si spaventassero. Ad un tratto il pc era come bloccato e i bambini non riuscivano a tornare a casa, così dovettero cercare riparo nella speranza di farlo ripartire. Cominciarono a sentire una strana musica e delle voci inquietanti provenire dalle montagne… Sul piccolo schermino comparve una scritta. Se ne accorse Marco e avvertì i fratelli. -Guardate… „S_ _ _ _ _ _ e‟. -Risolviamolo… Rispose Davide . Man mano che tentavano di risolvere l‟enigma , la musica e le voci si facevano sempre più vicine e più forti. Due dei bambini cercavano di risolvere la parola che era magicamente apparsa sullo schermo… Il terzo controllava la situazione attorno a loro … -Scavate . Tentò Marco -No, manca una lettera. Ribattè Luca. -Scaricate. Tentò ancora Marco. -E‟ troppo lunga… Scap… Ribattè ancora Luca. -SCAPPATE! Urlò Davide. Chiusero lo schermo e cominciarono a correre. Mentre correvano a Luca venne un‟illuminazione… -Eccola la parola! Scappate… Una volta scritta la parola si ritrovarono nei loro letti con la luce spenta. La babysitter, che sosteneva di aver sentito un urlo proveniente dalla camera dei bambini, andò a controllare se era tutto a posto . -State dormendo?? Chiese con voce sospettosa… Nessuno rispose… non si era accorta che al posto dei bambini c‟erano solo dei cuscini. -Chi tace acconsente -concluse Stephanie. Chiuse la porta e tornò a guardare la tv. Intanto il trio spericolato era alle Maldive, a godersi spiaggia e relax… Tornati a casa si accorsero che mancavano meno di cinque minuti alle dieci. Riposero il loro „teletrasporto‟ sul mobiletto e appena sentirono le voci dei genitori, corsero ad abbracciarli. La babysitter ricevette quello che le spettava e se ne tornò a casa. -Vi siete divertiti?? Che cosa avete fatto?? Chiesero i genitori. -Niente. Dissero innocentemente i bambini. Melissa Angela Torelli P Peerr lla ap prriim ma av vo olltta aa allll’’eesstteerro o cco on n ii cco om mp pa ag gn nii!! A SCUOLA NON SOLO STUDIO: MA ANCHE INCONTRI, VIAGGI… A scuola, in terza media, è prevista, tutti gli anni, una gita all’estero, in Germania poiché durante il ciclo dei tre anni studiamo il tedesco. Probabilmente è la “gita”che aspettavo di più, da quando sono entrata nella scuola media. E’ strano pensare che il momento della partenza e del ritorno a casa sia arrivato così in fretta, e che ora è solo un bel ricordo che sembra risalire a tanto tempo fa. Mi è capitato di andare all’estero con la mia famiglia, ma con i compagni tutto ha avuto un fascino diverso: emozionante, divertente… semplicemente unico. Ho provato un senso di libertà mai avuto prima: non è stato come a scuola natura, dove le attività sono molto più programmate e noi ragazzi siamo più controllati. Cercare il posto dove mangiare con gli amici, aiutarci con il tedesco o l’inglese, quando dovevamo comprare qualcosa, è stato divertente oltre che molto istruttivo, perché ci siamo scontrati con una realtà in cui non potevamo fare altro che applicare le nostre conoscenze linguistiche. L’albergo è stata l’occasione migliore per passare il tempo con i nostri amici. Per questo spesso la sera andavamo a letto tardi, poiché di giorno, i ritmi frenetici per visitare il più possibile la Baviera, non ci lasciavano molto tempo di svago, per noi… Un’esperienza che mi è piaciuta particolarmente è stata la visita alla scuola di Landsberg. Inizialmente era la più temuta poiché dovevamo fare una presentazione in tedesco sull’Italia, ma poi si è rivelata molto divertente. Grazie a questa visita ho stretto amicizia con alcuni ragazzi tedeschi, con i quali sono ancora in contatto tramite e-mail o facebook. Così mi sono portata a casa e nel cuore anche un pezzettino di Germania. Penso che questa gita abbia coronato tutte le esperienze di tre anni: avrò un altro stupendo ricordo della mia III ° D ! La gita in Germania è stata davvero emozionante per tutti, sia per gli alunni che per i professori. Soprattutto non si è sentita la pressione della scuola e poi tutte le varie classi si sono unite e hanno formato un’unica grande “famiglia”. Oltre ad accrescere la nostra cultura, abbiamo avuto modo di rapportarci meglio tra di noi e anche con alunni tedeschi con cui ancora adesso siamo in contatto. In una settimana abbiamo visto luoghi interessanti e significativi. Ci siamo divertiti, abbiamo parlato in inglese e in tedesco, ma soprattutto abbiamo imparato a cavarcela da soli e a convivere con altre cinque persone! Giulia Algeri e Irene Aldovini 3°D La primavera è arrivata, il calendario è aperto sul mese di aprile, anche quest‟anno scolastico, l‟ultimo anno alle medie, sta per finire. Già dal primo giorno di scuola, a settembre, non si faceva altro che parlare di quanto avremmo dovuto studiare, di come questo fosse l‟anno più impegnativo in vista degli esami. In effetti è stato ed è ancora un anno molto intenso sia per lo studio che per le esperienze fatte. Quella che certamente resterà più a lungo nei nostri ricordi è il viaggio a Salisburgo e a Monaco di Baviera, perché molti di noi non erano mai stati all‟estero, perché eravamo tutti insieme fra compagni e amici, perché abbiamo visto nuove città e luoghi importanti e conosciuto nuovi amici. (Jacopo Eccli – III D) IIL LN NO OS ST TR RO OV VIIA AG GG GIIO O IIN NG GE ER RM MA AN NIIA A Durante il nostro viaggio in Germania abbiamo avuto la possibilità di visitare anche una scuola tedesca per osservare le abitudini e i metodi di studio di questo paese. Giovedì, quindi, era in programma la nostra visita al Dominikus-Zimmerman-Gymnasium, una scuola che comprende un percorso d’istruzione che, secondo la suddivisione italiana, va dalla 1 media alla 5 superiore. La visita era suddivisa in tre parti: un percorso guidato da studenti della scuola, un presentazione dell’Italia nelle classi, un’ora in cui abbiamo assistito ad una lezione normale e in cui abbiamo conosciuto dei ragazzi tedeschi, con alcuni dei quali, tutt’ora ci sentiamo. Ma partiamo dal pomeriggio precedente, quando i professori ci hanno divisi in gruppi e ci hanno assegnato le parti di presentazione, da recitare nelle classi, che abbiamo studiato distesi sull’erba dell’Englisch Garten. Eravamo tutti abbastanza agitati e per questo abbiamo continuato a ripassare anche la sera in ostello. Giovedì mattina, durante il viaggio in pullman, la tensione era forte e anche qui, foglietti alla mano, abbiamo continuato a ripetere i discorsi che di lì a poco avremmo fatto davanti ad una classe 7 o 8 (le nostre 3 media o 1 superiore). Arrivati a Landsberg, la città dove si trovava la scuola, davanti all’edificio e ancor più quando ne abbiamo varcato l’entrata, siamo rimasti stupiti dalla grandezza di esso e da come era tenuto bene. Ci siamo accomodati nell’ampio atrio in cui il preside della scuola ci ha parlato in tedesco riguardo lo svolgimento della giornata. Subito dopo abbiamo iniziato la visita accompagnati da due studenti tedeschi . La scuola era immensa: piena di aule, laboratori attrezzati, due grandi palestre una biblioteca… tutto impeccabile! Al nostro gruppo avevano assegnato una classe che non studiava l’italiano ma noi non lo sapevamo perché la professoressa con cui era in contatto la nostra scuola ci aveva detto il contrario. Appena entrati, i ragazzi tedeschi ci hanno rivolto uno sguardo dubbioso o un’espressione divertita. Subito io e quelli del mio gruppo ci siamo sentiti a disagio… dopo pochi minuti ci hanno dato il loro computer e abbiamo iniziato la presentazione. Prima però abbiamo fatto sentire loro la canzone: alcuni provavano a cantare mentre altri ridevano e basta ( sicuramente per la canzone!). Più tardi abbiamo cominciato la presentazione. Ci sono stati problemi di comprensione: gli alunni tedeschi non hanno capito nulla di quello che dicevamo perché parlavamo in italiano. La seconda ora è stato molto più rilassante e simpatica. Ci siamo spostati in un’altra classe e dopo averci fatto assaggiare un muffin al cioccolato e un cioccolatino, ci siamo mescolati e ci siamo seduti, un tedesco e un italiano, di fronte e ci siamo fatti delle domande sui nostri hobby, i nostri personaggio famosi preferiti, le nostre abitudini…Ci siamo divertiti molto e ci siamo scambiati i contatti di facebook. Finita l’esperienza a scuola siamo andati in centro a Landsberg, dove sempre divisi in gruppetti, ma stavolta mischiati a gruppetti di ragazzi tedeschi, abbiamo svolto una specie di caccia al tesoro in città, un Rally Stadt, in cui abbiamo avuto l’occasione, inoltre, di girare e vedere la cittadina. Questa gita è stata un’esperienza davvero speciale e particolare dove tutti noi abbiamo imparato molte cose e ci siamo esercitati a parlare inglese e tedesco. E soprattutto abbiamo stretto amicizia con persone di nazionalità diversa dalla nostra. Irene Aldovini e Giulia Algeri 3°D In Germania ci siamo divertiti un sacco ma la cosa più divertente ed indimenticabile sono state le notti all‟ostello, perché era il momento più rilassante della giornata! Durante la sera ci divertivamo ad andare a bussare alle porte delle altre stanze e poi scappare oppure andavamo nelle altre camere a giocare a carte e raccontavamo di come fosse andata la giornata. Ogni tanto dovevamo fare anche i nostri compiti di tedesco, gli “arbeitsblatter” e vi assicuro che non erano una passeggiata!!! Io e le mie compagne di stanza, Camilla, Valeria e Rosanna, passavamo il tempo a chiacchierare ed a fare la manicure oppure nei corridoi dell‟ostello ci divertivamo a correre e scivolare sul pavimento, il bello era ovviamente non farsi scoprire dai prof…voi penserete che siamo un po‟ pazze, ma per noi è stato uno spasso! Poi mi ricordo che la prima notte nell‟albergo di Salisburgo, io e le mie amiche avevamo deciso di dormire tutte insieme nel lettone e abbiamo parlato quasi tutta la notte e ci siamo finalmente addormentate solo alle 3 del mattino! A Monaco invece la serata la trascorrevamo tutti nella discoteca dell‟ostello. Abbiamo ballato e ci siamo scatenati senza disturbare le persone che già dormivano ed inoltre potevamo giocare a biliardo. Ci addormentavamo sempre tardi, anche dopo l‟una di notte, come minimo! Una sera invece, siccome il giorno successivo dovevamo andare ad un scuola nella cittadina di Landsberg, ci siamo preparati tutti per i lavori che dovevamo presentare ai ragazzi tedeschi. I professori, per farci lavorare ci avevano promesso che saremmo andati in discoteca solo dopo aver imparato bene la parte assegnataci perciò tutti abbiamo studiato e molti hanno chiesto anche ai prof. di poter essere ascoltati…che scemi, per la paura che avevamo di fare una brutta figura non ci siamo accorti che l‟unica prof. che in realtà poteva giudicare la nostra preparazione era la prof. Lionello, gli altri ci ascoltavano e annuivano…ma in realtà non capivano niente!!!Comunque sono stati molto disponibili e ci hanno trasmesso molta sicurezza infatti il giorno dopo abbiamo fatto quasi tutti una bella figura. In discoteca poi io non ci sono andata perché ero veramente esausta ma mi hanno raccontato che si erano scatenati e hanno ballato tanto e soprattutto mi hanno raccontato che le prof. hanno organizzato un trenino sulle note di “Volare”dei Gipsy King che in realtà aveva lo scopo di portare tutti nelle stanze a dormire. Che bello, si sono divertiti tutti comprese le professoresse! Beh, l‟esperienza della Germania come potete capire non è stata solo costruttiva a livello didattico ma è stata anche molto importante per valorizzare le amicizie tra di noi! VISITA A DACHAU Un sentiero di ghiaia, una torretta di controllo, un cancello di ferro. Così inizia la nostra visita e, benché ora sia solo un museo, si avverte ancora tutto l‟orrore di quel luogo. La proiezione di un filmato ci introduce ai campi di concentramento. Dachau fu aperto nel 1933 in un vecchio deposito di armi, svuotato dopo la prima guerra mondiale. Fu dapprima un campo di detenzione per gli oppositori politici, i criminali, gli omosessuali e gli zingari e poi “campo di lavoro” in cui tenere anche gli ebrei. Dei 200.000 prigionieri ne morirono circa 40.000. La vita dei detenuti viene descritta dalla “via dei prigionieri” all‟interno del museo. Ogni categoria di detenuto era indicato con un triangolo di stoffa di diverso colore applicato sulla divisa. La giornata lavorativa durava dall‟alba al tramonto, i prigionieri erano sottoposti ad un rigido appello, non potevano riposare e mangiavano pochissimo. Le punizioni erano durissime e chi si ammalava o si infortunava veniva trasferito e moriva in un campo di sterminio. Spesso i prigionieri erano usati come cavie umane e sottoposti ad esperimenti. I prigionieri abitavano in baracche sovraffollate che dovevano essere tenute pulitissime per non incorrere in punizioni. I dormitori consistevano in una serie di cuccette su due piani che venivano riempite con paglia per formare il materasso. Ogni prigioniero aveva un armadietto stretto ed alto. Il confine del lager era segnato da un rialzo: chi lo superava era fucilato per aver tentato di evadere. Fuori dal “campo di lavoro” si trovavano i forni crematori: 2 nella struttura vecchia e 4 in quella nuova più una camera a gas mai entrata in funzione. Nel campo di Dachau sono stati costruiti, di recente, tre monumenti per non dimenticare. Infine nell‟abbandonare il campo la celebre scritta”il lavoro rende liberi” spicca sul cancello di ferro all‟ingresso. Penso che questa visita sia stata molto importante non dimenticare per evitare che possa ripetersi. Silvia Moia III D Noi ragazzi di terza media quest'anno ci siamo recati per un viaggio-studio in Germania. Lì era tutto fantastico, i paesaggi, i monumenti, ma le cose che mi hanno divertito di più in assoluto sono stati i momenti trascorsi in pullman. Sembrerà strano ma ci divertivamo un sacco a bordo del nostro amato pullman! Non vedevamo l'ora di accomodarci su di esso dopo una lunga camminata, non vedevamo l'ora di sederci per raggiungere la prossima meta, non vedevamo l'ora di raggiungerlo per stare con i nostri amici. In particolare mi ricordo un momento molto divertente. Dovevamo imparare la canzone “L’Italiano” di Toto Cotugno per quando saremmo andati alla scuola tedesca e le prof. hanno avuto la simpaticissima idea di farcela cantare al microfono in modo che sentissero tutti quanti, i nostri amici, i nostri compagni di scuola. E' stata la mezz'ora più divertente dell' anno. All'inizio i poveri ''disgraziati'' chiamati al microfono cantavano insieme e poi ognuno faceva un pezzo da solo. I più ''spigliati'' erano i ragazzi, mentre le ragazze si nascondevano vergognandosi; ma pure io avrei fatto così... Il bello di questa iniziativa era che non potevi rifiutare di andare ''ans Mikrofon'', come diceva la prof. Lionello. A consolare i poveri canterini e a Tutti ridevano a crepapelle quando gli altri far ridere ancora di più i beati cantavano, ma appena si dovevano pronunciare i ascoltatori nomi dei successivi ''cantanti provetti'' si sentiva organizzati dai prof! Mi spiego in tutto il bus il silenzio totale e vedevi molti meglio...gli studenti non erano gli fare riti per non essere chiamati, incrociare le unici che cantavano, ma abbiamo dita o fingere di dormire, fare finta di stare male o fare i compiti. Era allucinante come 60 alunni temessero di sentire il loro nome; tanto era strano che ci guardavamo preoccupati e c‟erano i cabaret pure potuto assistere ai prof. che parlavano in tedesco e che cantavano il ritornello della facevamo previsioni su chi potevano essere le canzone. Insomma da ridere a future vittime che dovevano andare a cantare. crepapelle! Tutto ciò accadeva in una manciata di secondi. Alice Ceccardi 3°C INCONTRI RAVVICINATI CON L’AUTORE DAL DIARIO DI DON ABBONDIO Caro diario, questa volta non so proprio cosa fare. L‟ho capito subito che quei due tipacci loschi erano là per me e che mi stavano aspettando… cosa avrei potuto fare? Non è gente che si ferma davanti all‟abito religioso quella! Sono solo un povero prete indifeso, mentre loro sono grandi e forti e il loro padrone con tutti i soldi che ha può fare qualsiasi cosa. Cattiveria e soldi muovono il mondo, questa è la verità. Il mondo è pieno di gente malvagia e i deboli e gli indifesi non li protegge nessuno. Ma non posso cambiarlo da solo questo mondo e quindi sì, farò quello che mi hanno ordinato. Non sono un cuor di leone, è forse un crimine? Non sono un soldato, non sono una guardia… sono solo un povero curato io, un umile servo di Dio. E sono prima di tutto un uomo. Un povero e debole uomo indifeso che ha scelto di servire Dio proprio per stare lontano dai guai della strada e dalle insidie della vita. Misericordia… cosa mai avranno combinato quei due ragazzi per infastidire un uomo come… come… non voglio neanche nominarlo! Non importa, non voglio sapere cosa è successo, meno so, meglio è! Comunque non posso da solo mettermi contro un uomo così potente quindi farò quello devo fare o meglio non farò quello che devo fare… Niente matrimonio, così sia. Né domani, né mai! Quando Renzo domani verrà per mettersi d‟accordo farò finta di niente, sì, fingerò di essermi dimenticato delle nozze con Lucia ecco! Poi prenderò tempo, gli dirò che mancano delle carte e senza quelle carte niente matrimonio. Ma Renzo insisterà, lo so come è fatto quel ragazzo, allora gli dirò che sto anche male. Del resto è vero, sto molto male. L‟incontro con quei due loschi individui mi ha fatto venire il mal di pancia e mi sento svenire. Dirò a Perpetua che sto male e poi mi metterò a letto. Sono solo un povero prete, cos‟altro potrei fare? Sono una foglia in balia della tempesta. “Buona notte messere”, mi ha detto quel brutto ceffo. Ma chi dormirà mai questa notte? Jacopo Eccli – III D LETTERA DI DON ABBONDIO AD ALESSANDRO MANZONI Egregio signor Alessandro Manzoni, vorrei innanzitutto congratularmi con lei per il grande successo ottenuto da questa meravigliosa opera storica di cui anche io faccio parte. Tuttavia mi consenta di informarla circa alcune mie considerazioni. Le ho scritto questa lettera perché desidero parlare con lei di alcune scene della storia, che mi riguardano e che non ritengo corrette. Ad esempio, lei mi ha fatto incontrare con i bravi di Don Rodrigo…quanto mai l‟avesse fatto! Lei lo sa che sono molto pauroso e quella è stata un‟esperienza orripilante, da non ripetersi mai più. Un altro avvenimento che non ritengo sia giusto è il matrimonio a tradimento. Lo sa anche lei che volevo sposare quei due giovani innamorati il più presto possibile, ma quel signorotto arrogante si è messo in mezzo e se l‟è presa con il sottoscritto. Signor Manzoni, come possono arrabbiarsi con un povero prete e minacciarlo di morte? La mia paura era ormai la compagna di tutti i miei giorni e oltretutto il povero Renzo è venuto a rimproverarmi per la mia esitazione! La mia figura sembra molto codarda e un po‟ è vero e lo confesso ma se lei, mio signore, si fosse soffermato sulla paura che mi incutevano i Bravi e don Rodrigo e sulle loro “brutte” maniere di trattare le persone che non gli obbedivano, sarei stato meno contestato e il mio personaggio avrebbe avuto un‟immagine meno meschina. La ringrazio per la sua attenzione. Le porgo i miei più cordiali saluti Don Abbondio Irene Aldovini 3^D Luglio 1827, Milano. Cara Madre quando riceverete questa lettera io sarò già a Firenze. Ho deciso di trasferirmi lì perché ritengo che Firenze sia una città ricca di persone colte e, soprattutto, perché ritengo che il dialetto fiorentino sia il più raffinato della penisola. Per questi motivi ho avuto alcuni scontri sia con Ugo Foscolo, sia con Giacomo Leopardi. Il primo è convinto che il trionfo del dialetto fiorentino abbia arbitrariamente impedito l‟uso letterario di tutti gli altri volgari. Per Leopardi, invece, non ha senso adottare il fiorentino rinunciando agli altri dialetti, perché ci sono termini divenuti già nazionali o perché sono importati da lingue straniere. Ritiene inoltre che nel suo presente si devono valorizzare gli apporti che offre il linguaggio popolare che, in taluni casi, può rinnovare la lingua letteraria. Insomma Madre, entrambi sono in disaccordo con il mio pensiero e ne sono alquanto dispiaciuto, dato che li considero scrittori competenti ma soprattutto uomini colti e capaci. Ma non sono demoralizzato, anzi, magari un giorno capiranno e approveranno le mie idee. Ho deciso quindi di riscrivere “Fermo e Lucia”, come sai pubblicato nel 1822 e di riscrivere i dialoghi in fiorentino anche se i personaggi vivono in Lombardia. Ho optato però di mantenere la storia dei volumi già pubblicati e magari di correggerla qua e là se necessario. Spero di finire il lavoro in poco tempo, anche se i dialoghi sono impegnativi; e di pubblicarla, in modo che tutti si possano abituare a leggere e comprendere il dialetto fiorentino, che anch‟io come tanti altri spero diventi la lingua letteraria nazionale. Con la speranza di poterVi rivedere presto Vi porgo un saluto affettuoso Vostro Alessandro Arianna Malaga 3A Caro Diario… Recanati, 30 marzo Sono ancora qui nella mia piccola stanza, a Recanati. Ti scrivo per ricordare quelle che, secondo i miei piani, saranno le ultime ore trascorse nella mia casa paterna. È notte fonda, sto scrivendo alla flebile luce di una candela; probabilmente tutti i mie familiari dormono. È l‟occasione giusta, ora o mai più! Quanto tempo passato a progettare questa fuga: ora che è il momento però non riesco a muovere un passo al di fuori della pesante porta di legno di camera mia. La stanza dà su un corridoio dove si affacciano le camere dei miei genitori e dei miei fratelli. Non dovrò fare rumore. Passato l‟ostacolo più difficile, attraverserò per il lungo la grande sala da pranzo, a quel punto dovrei solo aprire il portone di casa e precipitarmi fuori, verso la libertà. Sono abbastanza preoccupato ma mi devo far coraggio se voglio lasciare questa prigione! Prima di mettere in atto la fuga preparo giusto l‟occorrente per i primi giorni e raccolgo qualche moneta, che potrà essermi utile. Per avanzare nell‟oscurità della notte utilizzerò una piccola candela in modo da non attirare l‟attenzione della mia famiglia. Non so cosa mi accadrebbe se venissero a sapere dei miei piani di fuga, perciò è meglio che agisca subito e bene, senza esitazioni! Prima di uscire passerò dalla cucina e prenderò un pezzo di pane per domani mattina. Una volta fuori, non so dove andrò ne cosa farò: di certo lascerò Recanati e non avrò i vincoli imposti dai miei severi genitori…speriamo in bene. Ora però devo andare, approfitto ancora delle ultime ore di buio per non destare sospetti anche in paese. Purtroppo portarti con me, diario, sarebbe ingombrante e scomodo, devo far posto allo stretto necessario; spero che una volta lasciato il mio natio borgo selvaggio possa fare conoscenze, vivere una vita migliore e più felice e realizzare tutti i miei sogni. Giacomo Giulia Algeri terza D Collegio dei Barnabiti, Milano Ore 21:30 Sono arrivato in collegio ieri in tarda serata e le mie prime impressioni non sono delle migliori. Qui sono tutti molto severi e i ragazzi molto rispettosi e ligi al dovere, nessuno osa mettere in discussione punizioni o regole molto dure. I signori maestri non hanno un velo di comprensione sui loro visi pieni di disprezzo per noi giovani. Il cibo (se quello che ci danno si può chiamare così) è povero e se ci lamentiamo veniamo messi in punizione e dobbiamo lavare tutti i pavimenti (questo è il castigo “migliore”). Il coprifuoco è alle 21:00. Se qualcuno viene visto nel corridoio, viene espulso dalle lezioni per tre giorni. La mattina ci svegliano alle 6:00, la colazione dura mezz‟ora e il resto della giornata si passa nelle classi a studiare nuove formule di geometria, a imparare a memoria delle poesie o dei testi, a cantare e suonare nell‟ora di musica, a correre intorno alla scuola nell‟ora di ginnastica. Certe volte vengono organizzate delle gite nei monasteri più famosi della città o nelle chiese dove si fanno dei ritiri. Nel tardo pomeriggio si ritorna nel collegio dove ci lasciano due ore per fare i compiti assegnati. A cena si riuniscono per mangiare tutti i ragazzi delle varie camerate in un grande salone riempito da lunghe tavolate apparecchiate in modo essenziale. Dopo la cena, abbiamo un momento di svago nella sala della ricreazione: possiamo finire i compiti, leggere, creare progetti, chiacchierare o rilassarci. Alle nove suona una campanella che avvisa la fine della giornata e si sente la voce del direttore del collegio che raccomanda di andare a letto e di stare ognuno nelle proprie stanze. Essendo l‟ultimo arrivato sono capitato in una stanza insieme a due ragazzi, molto studiosi che parlano poco e interagiscono solo tra di loro con gesti e occhiate studiate appositamente. Per questo con loro non ho modo di relazionarmi e neanche con gli altri ragazzi che pensano solo a non finire in punizione e a eseguire tutti gli ordini. Ce ne sono solo tre o quattro arrivati pochi giorni prima di me, con cui ho parlato un po‟ di tempo, che mi sembrano del mio stesso parere sul collegio e sul metodo di studio. Ora devo andare a dormire, i professori passano nelle camere per vedere se dormiamo e se mi vedono sveglio, sono guai seri per me. Spero di riuscire a finire i miei studi e a farmi una buona cultura e soprattutto spero di sopravvivere dentro a questo inferno. Alessandro 3^D Irene Aldovini LETTERA A GIACOMO LEOPARDI Recanati, 4 aprile 1830 Caro Giacomo, sono Silvia. Sì, proprio quella Silvia a cui hai dedicato il tuo canto del destino e che, nei secoli verrà ricordata come quella povera ragazza sfortunata morta troppo giovane che non ha fatto nemmeno in tempo a parlare d‟amore con le sue amiche, perché non ha vissuto il fior degli anni suoi. Sono diventata l‟immagine della giovinezza stroncata, delle speranze cadute e te lo devo dire: questo proprio non mi piace. Io non ero così! Non sono io la ragazza che hai dipinto nella tua poesia. Primo: Io non amavo cantare mentre ero intenta alle opere femminili, non sopportavo né filare, né fare i mestieri, ero obbligata a farlo. Certo, avessi avuto la possibilità di studiare come hai fatto tu, di passare tanto tempo sugli “studi leggiadri” o sulle “sudate carte”, forse avrei avuto più voglia di cantare. E forse non mi sarei nemmeno ammalata di tisi. Se i miei fossero stati più ricchi, se non fossi vissuta in una casa tanto umida, chissà. Secondo: Quando mai io e te abbiamo ragionato e parlato della vita, del destino, della nostra gioventù? Non mi hai mai degnata di uno sguardo. Comunque se per questo nemmeno tu eri il mio tipo, non eri certo divertente! Terzo: Sono morta giovane, è vero, ma sono stata felice. Ho amato i miei genitori e ho amato la vita e la natura cosa che tu non sei mai riuscito a fare. Non mi piace che il mio nome sarà per sempre associato a un‟idea di tristezza, di infelicità, di caduta delle speranze e dei sogni perché io non ero così. “All‟apparir del vero tu misera cadesti” hai scritto; odio questi versi. Ho vissuto poco ma al massimo, te lo posso assicurare, sono stata sfortunata ma felice. Smettila di vivere nel passato e guarda avanti: hai la fortuna di essere vivo, impara a essere ottimista. Vedere tutto nero è più facile che continuare a sperare. Addio Giacomo. Silvia Di Jacopo Eccli – III D Incontri per pensare l‟associazione „narconon‟ e l‟ex tossicodipendente Il 22 novembre nella sala riunioni delle elementari c’è stato l’incontro con un ex tossicodipendente dell’associazione narconon che ci ha parlato della sua esperienza con le droghe. Aveva iniziato a drogarsi più o meno alla nostra età per colpa di due suoi amici più grandi che lo avevano convinto a provare a fumarsi una “canna” dicendo che avrebbe potuto smettere quando voleva e che non gli avrebbe fatto male. Forse per paura di essere deriso in seguito ad un rifiuto, aveva provato e aveva avvertito una sensazione di potenza e grandezza che lo aveva fatto “sballare” e lo aveva convinto a ripetere l’esperienza. In poco tempo era diventato tossicodipendente e aveva iniziato a provare ogni tipo di droga. Le sensazioni legate all’assunzione delle sostanze stupefacenti erano positive e il suo corpo si era lentamente assuefatto (abituato) alle dosi iniziali così che, per riprovare le stesse sensazioni, aveva dovuto aumentare le dosi. Per potersela procurare aveva iniziato a rubare dei soldi in casa sua e, dopo un litigio con i genitori per questo motivo, era andato a vivere per un po’ di tempo sotto ai ponti. Dopo aver seguito il programma di disintossicazione del progetto narconon ha smesso di drogarsi ed è guarito. Ci ha inoltre raccontato dei danni che le droghe procurano al cervello e all’organismo e cosa provocano. Le droghe più pericolose sono gli allucinogeni poiché provocano allucinazioni e sensazioni distorte della realtà. Le più comuni sono : ecstasy eroina Altre droghe comuni sono la cocaina e la marijuana. I modi più comuni per assumere le droghe sono l’inalazione, l’aspirazione, l’assunzione e l’iniezione. Quali sono pertanto gli effetti causati dalle droghe? (estratto da Wikipedia) “Effetti psicologici” Distorsione cognitiva e delle capacità “Effetti fisiologici” recettive, sensazione di aumento delle percezioni Vasocostrizione locale (ad esempio, nasale) Leggera anestesia locale (ad esempio, Accentuazione della reattività fisica e gengivale e dentale, da cui l'uso mentale passato in odontoiatria) Riduzione dello stimolo ad Aumento della frequenza cardiaca addormentarsi, della fame e sete Aumento della contrattilità del Euforia (da cui l'uso passato come ventricolo sinistro antidepressivo e come trattamento Aumento della pressione arteriosa dalla tossicodipendenza da oppiacei) Iper- produzione di adrenalina Maggiore socievolezza e facilità di Aumento della produzione di relazione Riduzione del senso di fatica Incremento della libido endotelina Diminuzione della produzione di ossido nitrico Aumento dell'aggregabilità piastrinica nel sangue” Spesso vengono mescolate insieme più droghe, in cocktail che possono essere letali. E’ il caso dello “speedball”, il potente mix di eroina e cocaina che provocò la morte di diversi personaggi famosi e causò problemi di cuore e di articolazione della parola a musicisti e attori. Abbiamo trovato questo incontro molto interessante ed istruttivo e pensiamo che non ci si debba drogare perché ci teniamo alla nostra vita, al nostro cervello e soprattutto bisogna ragionare con la propria testa e non farci guidare solo dalle “dritte” che ci danno gli amici. Silvia Moia, Angelika Buceta,Weite Ye, Marcella Meneses 3°D Uno degli incontri che mi ha colpito di più è stato quello con un ragazzo di circa 25 anni ex tossicodipendente dell’associazione Narconon che alla mia età ha iniziato a drogarsi con ogni genere di droga, leggera e pesante. Ci ha raccontato la sua storia, la sua sofferenza e il motivo per cui forse è caduto in quel giro. Ci ha parlato dei vari tipi di droghe e dei loro effetti, di come annullano la personalità e rallentano le funzioni celebrali. Ci ha messo in guardia sulla dipendenza che creano e sugli effetti dannosissimi che hanno sulla salute. Noi gli abbiamo fatto molte domande ma forse quelle più importanti ce le siamo tenute dentro. A casa, quella sera, i miei genitori mi hanno raccontato della figlia di amici loro che vive in comunità e che da anni cerca di uscire da quel giro. Ci sono associazioni come quelle di cui fa parte il ragazzo che è venuto da noi a scuola che si occupano di prevenzione e di accogliere i ragazzi che si perdono, di seguirli nel percorso di riabilitazione e poi di accompagnarli nuovamente nella vita di tutti i giorni quando sono pronti. Ci sono psicologi, medici e assistenti sociali che lavorano in queste associazioni. Le dipendenze sono tante non solo dalla droga ma c’è anche quella dall’alcool e persino dai videogiochi. Per me questo incontro è stato interessante perché non avevo mai sentito parlare così chiaramente di droga e non avevo mai conosciuto qualcuno che fosse riuscito a disintossicarsi e potesse essere lì a parlarne con noi. L’idea che avevo di una persona che si droga mi metteva a disagio, all’inizio infatti anche questo ragazzo non mi ha fatto una buona impressione. Quando poi ha cominciato a parlare, ho capito che era una persona normale. Ho capito che più che dei “drogati” bisogna avere paura della droga stessa. Jacopo Eccli – III D TRA POESIA E PROSA L'adolescenza è un periodo secondo me abbastanza difficile ma che gli adulti ricordano come il migliore della loro vita. I cambiamenti sono tanti e importanti ma molti vengono affrontati più per necessità che per crescita. Gli adolescenti sono insicuri, ribelli, conformisti: le diversità vengono viste più come difetti che pregi. Devi vestirti in un certo modo, parlare in un certo modo, non andare troppo bene a scuola (anche se ci sono ragazzi che riescono ad essere popolari anche andando benissimo), uscire con certa gente, fare certe cose … Ovviamente non sempre è così, perché queste “regole” non sono obbligatorie, ma se non le rispetti vieni guardato male, preso in giro o peggio, ignorato. Le ragazze che piacciono di più non sono essenzialmente le più belle (almeno così pensiamo noi ragazze), ma le più oche, civette e piacenti. Ai ragazzi invece sembra piacere rubare le ragazze di altri. La maggior parte dei ragazzi deve rimorchiare ad ogni costo, illudere le ragazze più semplici e farle soffrire, essere volgari e pieni di sé. Naturalmente ci sono le eccezioni, ma noi ragazze preferiamo la prima categoria, quasi ci piaccia star male! Il rapporto con i genitori è piuttosto problematico: liti, discussioni, opinioni differenti su ogni minima cosa. Una volta non mi interessava niente, solo scuola e amici. Da un po’ di anni invece penso a come vestirmi, ad essere accettabile fisicamente, ad essere simpatica a tutti, a piacere… la scuola e la famiglia sono passati in secondo piano, contano solo l’amore, l’amicizia, la musica e “le superficialità”. Io prima non pensavo alle cose superficiali, all'apparenza, al modo di vestirsi ma a furia di provare ad interessarmi di queste cose, ho finito quasi per metterle al primo posto di ogni cosa! A me non è mai piaciuto dire quello che provo, forse ho paura del giudizio altrui e mi sento patetica, ma a quest’età se non hai un tuo punto di vista sei visto come un debole. Fisicamente poi i cambiamenti sono devastanti e non sempre piacevoli, ma se tu sei in ritardo e non hai determinate caratteristiche fisiche, vieni preso in giro. È una vita complicata, ecco: qualunque cosa fai c’è sempre un risvolto negativo. A quest’età è tutto puramente superficiale e la bellezza è, se non obbligatoria, essenziale: i ragazzi non devono essere belli, non glielo chiede nessuno ma se sei una ragazza e non sei bella è difficile che piacerai a un ragazzo a quest’età. Eleonora Godi 3C ODE ALLA FELICITA’ Lasciate che sia felice, come una giornata di sole, come se tutta l’energia solare si trasmettesse dentro di me. Lasciate che sia felice, come un delfino, come se stessi partecipando ad uno spettacolo in fondo all’oceano. Lasciate che sia felice, come una farfalla, come se volassi tra i fiori nel sole che si riflette sulla rugiada. Lasciate che sia felice, come un uccello liberato dalla gabbia, come un bambino a cui è stato regalato un sorriso. O OD DE EA AL LL LA AT TR RIISST TE EZ ZZ ZA A Lasciate che sia triste come un cane che si lecca le ferite come quando si spegne il fuoco nel camino. Lasciate che sia triste, come un albero spoglio, come se dovessi vivere gli ultimi anni della mia vita. Lasciate che sia triste, come un piccolo passerotto chiuso nella gabbia, come quando nessuno si prende cura di me. Lasciate che sia triste, come un cuore spezzato, come se fosse la fine del mondo. Classe 3B “La terribile interrogazione di Storia; come sopravvivere al Prof. e alla Prima Guerra Mondiale...” Un capitolo intero da studiare per domani, venti pagine, non ce la farò mai! Sono sicura, domani interrogherà me ed io non saprò niente! Cosa posso fare?? Sono stata proprio stupida a non portarmi avanti con lo studio, avrei potuto evitare questo spiacevole inconveniente! Ora l'unica cosa che mi resta da fare è iniziare a studiare e vedere se posso rimediare... Apro il libro, cerco la pagina... Adesso sono decisa a studiare, devo imparare velocemente il nuovo capitolo! Per mia sfortuna mi trovo davanti la Prima Guerra Mondiale!! Inizio a leggere... È un insieme di date e luoghi impossibili da ricordare. Ed ora?!? Con tutto l'impegno che posso metterci non riuscirò mai a prendere un bel voto, comunque non mi scoraggio troppo e decido di provarci lo stesso. Con mia grande sorpresa riesco a studiare tutte le pagine assegnate, certo non le so benissimo, ma penso che riuscirò comunque a prendere un voto discreto. Il giorno seguente a scuola vengo assalita da un'ansia terribile che dura per tutta la giornata, dato che l'ora di storia è l'ultima... Ho dei brutti presentimenti e questi mi rendono molto nervosa. Ed ecco, è il momento, il Prof. entra in classe, sembra perfino più severo e minaccioso del solito. Pronuncia la solita frase: “Bene ragazzi ripassate che adesso interrogo” e contemporaneamente inizia a sfogliare il registro per decidere chi sarà interrogato. Questi pochi minuti sembrano ore, sono nel pallone, non riesco a ricordare niente, la Prima Guerra Mondiale sembra essere nella mia testa, data la confusione che provo! Spero solo che non dica il mio nome, ma invece... : “Ghislandi Giulia interrogata”. Resto in silenzio per ben cinque minuti , anche il Prof. e tutti gli altri miei compagni non dicono niente, sembra che il tempo si sia fermato, lo desidererei tantissimo, almeno potrei scappare via; ma purtroppo non è così. Penso che devo farmi coraggio e dire qualcosa, quelle date, luoghi e avvenimenti letti ieri sera; devo superare quest'ansia. Inizio a parlare, improvvisamente molte informazioni mi ritornano in mente, mi sembra di essere in quel periodo storico ed assistere a tutto ciò che accade, riesco così ad esporre in modo discreto la lezione. Purtroppo non riesco a prendere un voto alto, perchè il mio studio, non è stato approfondito e dettagliato, ma comunque mi posso accontentare di un giudizio discreto. Da questa esperienza posso però trarre degli insegnamenti utili che mi serviranno anche in futuro. È meglio portarsi avanti e fare le cose quando si ha tempo e non ridursi sempre all'ultimo minuto, in fondo c'è anche un proverbio che afferma questo: “Chi ha tempo, non perda tempo”. È importante dire quello che si sa e che si pensa, invece che stare in silenzio per paura di sbagliare o di fare brutte figure! Ghislandi Giulia 3A Salve a tutti, oggi vorrei raccontarvi un fatto che mi si e' verificato alcuni giorni fa. Ma iniziamo dal principio! Era lunedì, ed ero appena tornato a casa da scuola. Ho mangiato e mi sono piazzato davanti alla tv per un ' ora e mezza circa, quindi ho cominciato a fare i compiti per il giorno dopo. Ho aperto il mio diario e ho letto : storia, studiare da pagina 88 a pagina 97 (la prima guerra mondiale).A prima vista mi è venuta un po' di ansia, dieci pagine da studiare non sono poche, però' mi sono detto:posso farcela!In fondo sono solo le 16:30 e gli altri compiti li ho già fatti! Mentre stavo per aprire il libro, e' arrivata mia madre che mi ha detto di prepararmi, perché l' appuntamento con il dentista era stato anticipato ad oggi, e dovevamo andare subito. Al suono di quelle parole sono rimasto pietrificato, e mi chiedevo:e adesso cosa faccio? Come faccio a studiare?Avrei potuto dire a mia mamma di inventare una scusa con il dentista c'era però un problemino. Come vi ho già detto era lunedì,e io avrei potuto benissimo studiare storia il fine settimana,sono sicuro che se avessi detto a mia mamma che non potevo andare dal dentista per studiare storia lei mi avrebbe sicuramente “tirato le orecchie”.Per cui non avendo voglia di discutere sono andato dal dentista. Non l' avessi mai fatto Sono tornato a casa alle otto e dieci e dovevo ancora mangiare. Si erano fatte già le nove e io ero disperato. Ero talmente disperato che leggevo e non capivo niente. Erano le dieci ormai e io avevo imparato a malapena solo tre pagine. Sono andato a letto con il cuore in gola e non ho dormito tutta notte. Continuavo a cercare di pensare positivo,ma chi volevo prendere in giro? Non sapevo quasi niente,e la paura aveva preso il sopravvento. L'unica cosa che speravo in quel momento era che la Prof. non mi interrogasse il giorno dopo, ma io ero uno dei pochi ancora senza voto. La mattina ero sveglio, fermo, immobile nel mio letto,ad aspettare le parole di mia madre,che mi avrebbero annunciato di alzarmi e di prepararmi per andare a scuola. Al suo richiamo mi sono agitato ancora di più .Ecco che adesso arriva il bello. Sono davanti a scuola, scendo dalla macchina e mi dirigo verso l'entrata. La lezione di Storia era alla prima ora. Camminavo a ciondoloni come un ubriaco, per la stanchezza della notte insonne,e avevo le mani che mi tremavano. Sono entrato in classe con un nodo allo stomaco. Mi sentivo agitato come un topolino che aspettava di finire nelle fauci di un serpente. Non ricordo di essere mai stato così in panico in tutta la mia vita scolastica, anche perché non volevo che la Prof perdesse la considerazione che aveva nei miei riguardi ;l'ho vista entrare , io avevo il magone,mi veniva da piangere, ero disperato.”La terribile interrogazione di storia;come sopravvivere alla Prof e alla prima guerra mondiale”. Era la resa dei conti; la Prof si e' seduta,ha aperto il registro e ha detto: Mandelli!Uhmmmm in quel momento sono sicuro che il mio cuore si e' fermato. Io risposi ccccccosa c'e' Prof. E lei: mi puoi prestare il libro così interrogarmi!!!!!!!!!MAMMA NIENTE!!!!!!!Mi talmente bianco sono che che MIA io , alzato e se raggio un possa MI HA le ho dato di seguire? sole FATTO il libro; mi Non aveva VENIRE UN e sono avesse intenzione di INFARTO PER tornato illuminato io a posto l'avrei sicuramente riflesso. Ma torniamo al registro .Dopo averlo aperto ho visto il suo dito muoversi e scorrere l'elenco dei nomi e sento: Mandelli! Noooooo!!!Ssssi Prof.?!Mandelli,non e' che mi puoi anche prestare una penna per cortesia? La penna?! ALLORA LEI MI VUOL TORTURARE! Tenga Prof . E sono ritornato al posto. Poi ha detto: preparatevi che adesso interrogo...Mandelli (cosa vorrà adesso?), Mandelli comincia a parlarmi della prima guerra mondiale. In quel momento sono diventato cadaverico e non sapevo cosa dire. Quando ad un tratto: DRIIIINNNN, ERA LA CAMPANELLA ANTI INCENDIO. Non ci credevo, non capivo se era reale ciò che sentivo nelle orecchie.. Ebbene sì. Io ero al settimo cielo dalla gioia, mi sentivo sollevato e alleggerito dalla paura di essere interrogato. Così sono sceso in giardino insieme ai miei compagni di classe, e sono tornato in aula alla fine della lezione. Ero riuscito a “superare” l’ interrogazione di storia, nel migliore dei modi, cioè senza essere interrogato. P.S. Dopo due giorni la Prof. mi ha interrogato sul serio, ma io ero preparato! Ho preso..... A proposito l'allarme antincendio era solo una simulazione! Alessandro Mandelli 3A “La prima giornata di guida di un neo-patentato in mezzo al traffico della metropoli” Era il primo giorno che Alessandro andava in giro e guidava per la città da solo senza avere vicino l’istruttore di scuola guida che gli spiegasse come mettere le mani sul volante, o come si usano i pedali per il freno…o le marce… Non sapeva come fare, non si sentiva ancora pronto a girare per la città tutto solo in quella mini macchina e circondato da gente a piedi che gli tagliava la strada. Quel giorno Alessandro aveva tre faccende da sbrigare: -andare a ritirare un documento all’agenzia di scuola guida; -passare in tintoria per ritirare un vestito; -comprare 3 casse d’acqua da portare alla nonna. Alessandro ha iniziato il suo giro partendo dal ritiro del documento all’agenzia di scuola guida. Lì trovare il parcheggio non è stato facile, ci avrà messo “15 minuti” per riuscire a fare tutte quelle manovre, ma alla fine ce l’ ha fatta, pur avendo alle sue spalle una lunga coda che continuava a strombazzare a ad urlargli dietro… Ritira quel documento e si rifionda nella sua mini macchina che lo aspettava lì fuori. Il suo secondo impegno era quello di ritirare un vestito che aveva lasciato in tintoria. Ma non sapete che fatica!! Anche qui, sempre per colpa del parcheggio ci avrà messo almeno venti minuti!! Comunque, ha superato pure questo ed è passato però ad un altro livello di difficoltà: a chi dare la precedenza dopo essere uscito dal parcheggio? Ad Alessandro sembrava di essere un bambino che non conosceva neanche le cose più semplici. Gli era venuto persino il dubbio di lasciar perdere la macchina e di proseguire la sua strada a piedi. Ritirato il vestito è quindi ripartito subito per il terzo obiettivo: comprare tre casse d’acqua per la nonna. Intanto in macchina ad Alessandro sembrava di essere disorientato, non si ricordava più nemmeno la strada per arrivare all’ Esselunga, ma il peggio è che non si ricordava neanche quella per tornare a casa!! Riuscito poi a trovare il supermercato, anche qui con la fatica per il parcheggio, è entrato ed è poi uscito con le tre terribili casse d’ acqua, peeeesaaaantissimeeee. Le ha caricate in macchina e si è indaffarato a cercare la strada di casa. Beh, poi a casa ci è arrivato fortunatamente!! Dunque si può dire che per Alessandro non è stata affatto una giornata leggera. Imparerà primo o poi a guidare decentemente e a non farsi prendere dal panico?? Boh!! Intanto continuerà ad esercitarsi tutti i giorni anche solo per fare un giro dell’isolato. Valeria Brioschi 3°A Alla fine delle elementari guardavo con incertezza e paura il mio futuro alle medie: avevo paura di non potercela fare, avevo mille pensieri. Per prima cosa avevo paura degli insegnanti, dei nuovi amici che avrei incontrato e temevo che non mi accettassero per quello che sono. Era tutto diverso non avevo più due o tre insegnanti per tutto il giorno, ma bensì uno per ogni materia, bisognava dare del lei agli adulti. Era tutto molto strano all'inizio non sapevo come comportarmi ma dopo un pò mi sono lasciata andare e ora e da tre anni che sono qua tra gioie, divertimento, paure, difficoltà con i miei compagni e gli insegnanti che mi hanno accompagnato in questo periodo. Alcuni dei nostri insegnanti sono cambiati, ne abbiamo conosciuti altri anche loro simpatici e bravi...Il primo e il secondo anno sono stati belli e ogni volta alla fine dell'anno scolastico c'era quella paura di andare davanti all'entrata della scuola e guardare quel cartellone con il tuo nome scritto sopra con scritto promosso o bocciato. Per fortuna nel mio c'era scritto promosso e provavo tanta gioia, tanta emozione di avercela fatta, di non essermi mai arresa di non dover lasciare i miei compagni di andare avanti con loro, continuare con la mia classe ormai per me una famiglia... Quest’ anno è stato molto difficile per me rispetto agli altri due, ma non mi voglio arrendere voglio andare avanti dare il meglio di me stessa. Sono cambiata molto grazie ai miei errori mi ritengo più matura ho imparato nuove cose che prima non sapevo... Quest’ anno ci sono gli esami e la paura c'e ed è tanta, spero di farcela. In questi anni, ci sono stati anche dei successi come il raggiungimento di un obiettivo che per me era difficile da raggiungere. Sono soddisfatta, mi sento realizzata. Ho dovuto fare anche delle scelte che mi saranno di aiuto per il mio futuro... Quest’ anno e l'ultimo anno con i miei compagni ci sono stati dei litigi che si sono sempre risolti per fortuna. Mi dispiace ma bisogna dividerci andare avanti ognuno per la sua strada, ma goderci insieme tutto il tempo che ci resta, resteranno molti ricordi nei nostri cuori... Questa e la mia esperienza alla scuola media che mi ha cambiato tanto. Marcella Meneses 3°D Liceo scientifico, classico, linguistico, Io, in principio ho trovato questa esperienza istituto tecnico, tre o cinque anni?!? Come difficoltosa perché non avevo le idee ben fare a scegliere?!?!? chiare, ma una volta compreso il tipo di studi Noi studenti delle classi di terza media che desideravo intraprendere, ho iniziato a abbiamo dovuto affrontare questo dilemma: divertirmi. la scelta della scuola superiore. E' stata Trovavo simpatica l'idea di andare a vedere un'esperienza nuova e strana, che ci ha varie scuole durante le giornate degli open “costretto” a scegliere anche per il nostro day. Giornate in cui gli studenti di terza media futuro. E' stata una prova divertente, ma allo potevano visitare i vari istituti ai quali erano stesso tempo stressante e difficile. interessati; dove sia i docenti che gli alunni Credo che sia stata semplice per chi aveva erano disposti ad illustrare la scuola ed a già le idee chiare sull'indirizzo di studi che parlare con i ragazzi per chiarire i loro dubbi e desiderava intraprendere, ma complicata per confrontarsi. chi ancora non sapeva cosa scegliere. Io ho “visitato” parecchie scuole prima di Poiché la maggior parte di noi, ancora non trovare quella giusta, dove ho intenzione di sapeva l'indirizzo che avrebbe intrapreso, iscrivermi. Credo che sia valsa la pena vedere abbiamo svolto con i nostri professori di molte scuole perché mi sono fatta un'idea italiano e matematica un lavoro di generale sull'organizzazione di ogni istituto e orientamento. alla fine ho potuto scegliere quello che si Durante queste ore di lezione, gli insegnanti avvicinava di più alle mie esigenze e alle mie ci hanno ascoltato, per comprendere meglio aspettative. quali erano i nostri interessi e ci hanno fatto Per me è stata un'esperienza carina e svolgere alcune esercitazione che ci hanno importante, che sarei disposta a rifare, magari aiutato a capire quali fossero i nostri punti di per altri può essere stata un'esperienza forza e le nostre aspirazioni. stressante e possibilmente da dimenticare, Alla fine di questo lavoro, grazie ai consigli certo è che dobbiamo cominciare ad operare e all'aiuto che i professori hanno saputo delle scelte e credo che il corso di studi darci, tutti siamo riusciti a fare questa successivo alla scuola media, sia la prima difficile scelta. importante scelta della nostra vita. Ghislandi Giulia 3A Ho sempre pensato che la scelta della scuola superiore fosse difficile, ma adesso lo è ancora di più. Dopo aver preso la tua decisione hai rimorsi e tanti timori: sarà giusto l’indirizzo scelto? Riuscirò a inserirmi bene nella classe?.. Sarà triste, inoltre, lasciare la mia classe e tutti i ricordi, brutti o belli, che mi porterò dietro a lungo; sicuramente ci saranno anche pianti l’ultimo giorno di scuola. Ho scelto di frequentare il liceo linguistico e sono arrivata a questa conclusione nel corso dei tre anni. Sono riuscita a individuare le materie che più mi piacciono e più mi interessano: inglese e tedesco. Mi sono appassionata alle lingue straniere attraverso gite, attività, spettacoli teatrali svolti in ambiti scolastici ed anche attraverso le mie insegnanti che mi hanno saputo trasmettere la passione per le lingue. Da grande sogno di diventare traduttrice di libri, un’ aspirazione che mi piacerebbe non restasse solo tale, ma diventasse realtà. Camilla Cerberi 3A QUALCUNO PENSA CHE NON SI POSSA PIU’ FARE A MENO DEL TELEFONO CELLULARE CONCORDI? Io credo che il cellulare sia un mezzo di comunicazione indispensabile. Certo si potrebbe sicuramente vivere senza di esso, ma ormai la maggior parte delle persone lo considera di estrema importanza e utilità. Se noi passeggiamo in città, notiamo di sicuro persone con il cellulare in mano, alle prese con una chiamata o intento a scrivere messaggi. La maggior parte della popolazione infatti possiede un telefono cellulare. La domanda che potrebbe venirci spontanea è : perché il cellulare è così diffuso e importante da considerarsi indispensabile? Bene, oggi cercherò di fare alcune ipotesi che rispondano a questa domanda. Una parte della popolazione mondiale lo sceglie perché è un dispositivo in grado di metterci in contatto velocemente con polizia, pronto soccorso, vigili del fuoco, carabinieri ed altri numeri utili che potrebbero esserci d'aiuto in caso di necessità. Altre persone scelgono di possedere un telefono cellulare per rimanere in contatto con parenti o amici che si trovano in luoghi lontani o perché indispensabile per il lavoro che svolgono. Mentre il resto delle persone, come i giovani desiderano avere un cellulare per parlare con i loro amici, per organizzarsi per delle uscite in compagnia, per tenersi in contatto durante le vacanze estive o semplicemente per raccontare i propri segreti. Queste sono alcune ipotesi che credo possano rispondere alla domanda di prima e credo che siano anche la risposta alla diffusione così veloce nel mondo dei telefoni cellulari. Alcune persone credono che sarebbe meglio vivere senza telefoni cellulari, perché essi trasmettono le informazioni, gli eventi, i momenti di gioia o tristezza in modo sciatto; ma per me non è così. Un messaggio è composto da parole e le parole riescono a trasmette emozioni e a rappresentare il nostro stato d'animo. Altri ancora, credono che sia meglio guardare in faccia la persona con cui si sta conversando, ma se questo non è possibile per le distanze, il cellulare almeno può “accorciarle”, perché ci permette di ascoltare la voce della persona lontana facendocela sentire vicina. In conclusione, credo che il cellulare possa essere considerato uno strumento davvero utile e necessario e quindi indispensabile. Ghislandi Giulia 3A La TV è come una torta: anche se è buona, quando è troppa…fa male! Che grande invenzione la televisione! Puoi venire a conoscenza di tutto quello che accade nel Mondo direttamente da casa tua e in tempo reale, oppure puoi vedere la partita della tua squadra del cuore comodamente seduto sul divano! E poi a chi non piace trascorrere la serata d‟avanti ad un bel film o serial? Ormai esiste anche la Replay Tv, la quale ti permette di vedere una puntata della tua serie preferita che il giorno prima non eri riuscito a vedere! Ma vi siete mai chiesti cosa, di tutto quello che va in onda, è veramente utile? Sicuramente i telegiornali sono utili perché ti informano su avvenimenti di cronaca, anche se quasi sempre le notizie che passano sono brutte; poi ci sono i documentari di natura scientifica o storica, ma spesso li trasmettono in tarda serata; si la partita, ma guardare il match dal vivo allo stadio è tutta un‟altra storia …e poi? E poi ci sono i reality show! “Grande fratello”, “Isola dei famosi” sono gli esempi più in voga! Questi programmi, seguitissimi dalla maggior parte delle gente, come purtroppo attestano diverse inchieste, sono diseducativi perché mettono in luce un‟idea sbagliata della vita, abitudini ed atteggiamenti che non corrispondono alla realtà della nostra quotidianità: le donne sono tonte e sempre mezze nude e gli uomini ne conquistano tre con uno schiocco di dita! Senza parlare dei valori che trasmettono, estremamente superficiali! Per la gente dei reality è fondamentale nella vita essere belli, furbi e soprattutto scaltri e bravi a prendersi gioco del prossimo! E noi ragazzi spesso ci facciamo anche influenzare! L‟uso della tv dovrebbe diminuire, che ne pensate? Guardare troppa tv equivale anche ad avere meno tempo libero per incontrare gli amici o per leggere un bel libro e per coltivare i propri interessi, magari fare sport. Diminuire le dosi di televisioni infatti potrebbe limitare il problema dell‟obesità che sta caratterizzando le giovani generazioni italiane; secondo delle statiche, la maggior parte dei bambini ingrassa proprio d‟avanti alla tv perché passa troppe ore seduto e soprattutto a sgranocchiare snack e “schifezze”! E poi passare troppe ore d‟ innanzi allo schermo atrofizza il cervello che assorbe passivamente tutto quello che viene trasmesso e gli occhi possono iniziare a dare problemi di vista!Insomma, la televisione è sicuramente una bella creazione per alcune aspetti ma è meglio non abusarne perché è davvero come una torta, anche se è buona, quando è troppa…fa male! Domenico Gargano e Iacopo Tognoni VISITA AL RIFUGIO ANTIAEREO 87 DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Martedì 12 aprile siamo andati a visitare dei rifugi aerei sotterranei nella scuola di via Bodio a Milano. Appena arrivati, la preside della scuola ci ha accolti e ci ha presentato in breve quello che più tardi avremmo visto. All’epoca della Seconda Guerra Mondiale tutte le scuole avevano un rifugio sotterraneo per ripararsi dagli attacchi aerei. Questo rifugio si trova sotto la scuola e ha una forma circolare come il giardino della ricreazione. Il rifugio era suddiviso in varie stanze: guardando a sinistra si potevano vedere vari locali che facevano da classi temporanee dove gli insegnanti continuavano la lezione come se non stesse accadendo niente di preoccupante. Invece a destra il rifugio era riservato al popolo. Tutto il rifugio poteva contenere 450 persone. Inoltre tenevano delle scorte di cibo, sale, acqua perché se la bomba scoppiava vicino al rifugio, e crollava l’edificio sopra al rifugio, le macerie si accumulavano e bloccavano l’uscita di sicurezza, e le persone che erano dentro dovevano aspettare l’arrivo dei soccorsi e non sapevano quando sarebbero arrivati. Ci raccontava la preside che a quei tempi viveva una signora di nome Anna che si dedicava alla cucina, cucinava il risotto per tutti perché quando si ha la pancia piena, si è meno preoccupati e quindi cercava di tranquillizzarli facendoli mangiare. Oltre alle classi e alla cucina c’erano anche i bagni e una vasca dove si conservava l’acqua potabile per lavarsi e poi più avanti un “magazzino” dove venivano lasciate le scorte di grano. Il rifugio ha dei cunicoli che lo congiungono ad altri rifugi sotterranei che si trovano sotto la stazione centrale. Fuori dal rifugio, per indicare l’entrata veniva disegnata una “R” mentre per l’uscita venivano disegnate due frecce. Siamo entrati poi in un altro locale dove ci hanno fatto vedere un video dove Mussolini diceva al popolo milanese che sarebbe iniziata, di lì a poco, la Seconda Guerra Mondiale e la cosa che più mi ha impressionato è che le persone più contente dell’inizio della guerra erano i bambini perché li avevano cresciuti nella convinzione che le guerre facevano bene all’Italia. Questa gita è stata, per me, una delle uscite più interessanti che abbiamo fatto quest’anno perché abbiamo parlato di un fatto vicino a noi e sentito perché sono passati pochi anni e perché è stata una delle più grandi catastrofi della storia di cui anche Milano ne ha subito le conseguenze: lo possiamo vedere dai documenti storici e da luoghi che la guerra non ha risparmiato. Irene Aldovini 3°D Tristezza e rammarico, sono le prime sensazioni che ci vengono in mente pensando al rifugio antiaereo della scuola elementare di via Bodio risalente alla Seconda Guerra Mondiale che lunedì 18 aprile 2011, noi classi terze siamo andati a visitare. Non riusciamo ad immaginare completamente come vivevano i milanesi allora, il panico, la sofferenza, l‟ansia che provavano ogni giorno. Il rifugio antiaereo (o ricovero) numero 87 è un‟importante testimonianza che ci rimane di quel terribile periodo, è un frammento fondamentale per ricostruire il più realmente possibile, la vita che quella povera gente era costretta a vivere. La scuola, costruita nel 1926, era originariamente intitolata alla madre del Duce, Rosa Maltoni Mussolini, che era una maestra. Cambiò nome quando la guerra finalmente ebbe fine; ora si chiama “Giacomo Leopardi”. La visita ci è stata illustrata dalla preside della scuola che ci ha spiegato cosa accadeva in caso di bombardamento e come era organizzato il rifugio. All‟epoca c‟era già il sentore che potesse scoppiare nuovamente una guerra mondiale infatti la scuola fin dall‟inizio era stata predisposta per ospitare nei sotterranei un cosiddetto “ricovero” sia per gli alunni della scuola che per i civili. Per Milano ci sono molti rifugi antiaerei ma questo è uno dei pochi visitabili, era uno dei primi e dei più grandi della città: poteva ospitare 450 persone. Il rifugio di Via Bodio si presenta ora in buone condizioni. Sono stati riportati a vista i pavimenti originali, i muri con le volte a sesto ribassato in mattoni vivi perfettamente conservati, con tutte le scritte e le indicazioni di allora. I sotterranei hanno un andamento circolare, percorrono tutto il “ferro di cavallo” della scuola e ne collegano i due bracci, passando sotto via Bodio. La struttura era molto grande, dei corridoi senza fine, che mettevano molta inquietudine; il rifugio 87 era fornito di: 10 celle, 2 gabinetti e una riserva d‟acqua potabile in caso si dovesse stare dentro tanto a lungo. La cosa che ci ha colpito di più è che la scuola aveva la riproduzione delle aule anche nel rifugio; questo sta ad indicare come ormai tutti erano così abituati a subire attacchi aerei che avevano adottato questa sistemazione per cercare di non far perdere lezioni agli scolari. I bambini erano molto coraggiosi, quando erano a scuola, al sicuro nei rifugi dopo il suono delle sirene, contavano quanto tempo ci metteva la bomba a scoppiare in modo tale da immaginare dove sarebbe caduta(un po‟ come succede con i tuoni e i lampi), lo facevano per rassicurarsi che non fosse caduta proprio sulle loro case. Quando tornavano a casa infatti non sapevano mai cosa aspettarsi, magari non era successo niente o magari avevano perso la casa o addirittura un familiare! Nonostante queste paure e questi pensieri, la loro vita all'interno dei ricoveri doveva continuare... i ragazzi dovevano continuare le lezioni, le donne badare ai bimbi più piccoli e cucinare. All'interno del rifugio era presente infatti anche una cucina, dei bagni e acqua potabile, nonché docce e panche; queste attrezzature erano indispensabile poiché le sirene suonavano spesso e molte volte era necessario restare all'interno dei ricoveri per ore o anche giorni. Nei sotterranei inoltre è stata trovata una porta che i racconti di chi ha vissuto quei momenti indicano come l‟accesso ad un altro percorso sotterraneo che collegava il rifugio alla stazione ferroviaria di Bovisa, in genere veniva utilizzato dai ricercati o i partigiani per scappare lontano da Milano mediante i treni. Quando le bombe venivano sganciate quasi mai si riusciva a centrare il bersaglio prestabilito, infatti gli edifici maggiormente colpiti furono quelli civili. Dai milanesi viene ricordato con molto dolore il bombardamento avvenuto il mattino del 20 ottobre del 1944 sul quartiere di Gorla e della Bicocca. Purtroppo fu colpito un istituto scolastico proprio nel pieno della rampa che portava al rifugio colpendo tutti i bambini e i maestri che correvano ai ripari. Quelle bombe colpirono però anche lo stabilimento della Pirelli uccidendo molti operai ed operaie. In via Ponale vi è ancora una lapide dedicata ad una operaia ritrovata morta in quel punto proprio dopo l‟esplosione. All‟interno dello stabilimento vi è una grande lastra marmorea sulla quale vi sono i nomi di tutte le vittime. I bimbi invece sono ricordati con il Monumento ai piccoli martiri, eretto in una piazzetta del quartiere Gorla. Tutte le persone che hanno vissuto queste esperienze durante il secondo conflitto mondiale non sono sui libri di storia perché non erano uomini importanti, condottieri, politici o generali, ma in realtà quelle povere persone sono le uniche che hanno saputo veramente cosa volesse dire la guerra, la distruzione, la miseria e la disperazione. Sono loro che con le loro vite hanno in realtà scritto le pagine di storia della seconda guerra mondiale. Classi III A – III C