Costa fa un pensierino alla rete agenziale lasciata da RCCL
by user
Comments
Transcript
Costa fa un pensierino alla rete agenziale lasciata da RCCL
www.ship2shore.it CROCIERE Direttore Responsabile: Angelo Scorza Anno VIII, N.7 - Genova, 14 Febbraio 2011 TERMINAL OPERATOR www.ship2shore.it Costa fa un pensierino alla rete agenziale lasciata da RCCL Indiscrezioni – non commentate dalla società genovese – nell’ambiente del trade recitano di un interesse a diventare azionisti di peso del braccio distributivo di Alpitour World La notizia circola negli ambienti del trade non da ieri. E siccome la sua consistenza negli ultimi tempi ha preso maggiormente piede, qualcuno si è azzardato a renderla pubblica, in attesa di commenti e repliche – per ora non pervenuti – dai diretti interessati. Secondo la testata specializzata Guida Viaggi, leader nel settore della stampa turistica, “si rincorrono da un paio di mesi i rumors che hanno per oggetto l’ipotetico interesse di Costa Crociere nei confronti del braccio distributivo di Alpitour World: il network Welcome, composto da un migliaio di agenzie e con un fatturato intermediato di 800 milioni di euro (esercizio finanziario 2010). Secondo TOP THREE GLI ARTICOLI PIU’ LETTI DELLA SETTIMANA SCORSA 1° Ristrutturazione del debito per Augusta Due 2° All’incanto due ex navi di Pianura 3° Aponte investe nelle 8.000 TEUs della concorrenza fonti di mercato la quota che potrebbe passare di mano si aggirerebbe tra il 30 ed il 50%. Ancora in fase di due diligence, sembrerebbe che sia stato compiuto anche un passo nei confronti dell’Antitrust, con una richiesta preventiva per valutare la fattibilità della transazione, visto che Alpitour World è partecipata dalla quotata Exor, e Costa Crociere fa capo a sua volta ad un gruppo quotato in Borsa (Carnival, ndr). Interpellate da questa agenzia di stampa, le due aziende non hanno rilasciato alcun commento in merito”. Se appare dunque comprensibile la riservatezza usata dalla compagnia di crociere genovese – che a nostra analoga richiesta ha confermato un fermo “No comment” – peraltro mai troppo prodiga di commenti, anche solo semplicemente per annuire, quando non si ritiene giunto il tempo utile per l’ufficializzazione delle notizie, va aggiunto che la mossa ipotizzata da Guida Viaggi sembra lungi dall’essere considerata priva di fondamenti. Lo diciamo anche a scopo preventivo, perché non è improbabile che dal quartier generale genovese stia per partire una smentita ufficiale alla news diramata sul portale turistico online, così come già accaduto in passato – questo è inevitabilmente il gioco delle parti – non solo, peraltro, da parte di Costa, ma anche con altre società, renitenti a dare informazioni sulle proprie strategie in atto, valga o meno la scusante (o alibi) della quotazione in Borsa. L’indiscrezione raccolta sul mercato da segue a pag.2 www.ship2shore.it 2 Lunedì 14 Febbraio 2011 segue da pag.1 – pare – più fonti anche slegate tra loro fa il paio con quanto accaduto di recente presso i due rispettivi attori dell’iniziativa di cui si rumoreggia. Welcome Travel Group è la società che gestisce il network di agenzie di viaggio di Alpitour World, il più grande gruppo turistico italiano integrato, che la controlla integralmente e che a sua volta fa capo al 100% alla Exor SpA. Quest’ultima, come noto, è una delle principali società d’investimento europee - con un NAV (Net Asset Value) di 9 miliardi di euro, quotata alla Borsa Italiana, con sede a Torino, controllata dalla Famiglia Agnelli – ed è il maggior azionista del Gruppo Fiat. La costante crescita della più grande catena distributiva di turismo in Italia si è concretizzata lo scorso anno nel superamento di quota 1000 agenzie di una società che ha 50 professionisti distribuiti nelle tre sedi di Milano, Torino e Napoli e 120 addetti nelle agenzie di proprietà e nei Business Travel Center. Nel 2009 Welcome Travel ha registrato 900 mila clienti, 650 milioni di euro di fatturato Turismo su un totale di 850 milioni di euro di fatturato complessivo. Dal suo canto la controllante Alpitour World nel 2010 ha ridotto il capitale investito netto medio a 84,2 milioni di euro dai 264 dell’anno precedente in virtù della dismissione di asset immobiliari, mentre il bilancio ha visto un ritorno sul capitale investito che sfiora il 20% grazie a ricavi per 1.227,1 milioni di euro (+12,6%), con un Ebitda di 50,4 (+20,9%). Questo ottimo risultato ha portato i vertici del gruppo a dichiarare: “il costante miglioramento di tutti gli indicatori economico-finanziari consente di raccogliere con entusiasmo le prossime sfide future, esplorando la possibilità di nuove partnership italiane ed internazionali, anche non turistiche”, primo indizio che l’idea di esplorare una sinergia con una compagnia di crociere non sembra campata in aria. L’elemento che però più pesa nella nostra valutazione era emerso a ridosso dello scorso Natale, quando Alpitour World aveva annunciato novità nel suo consolidato rapporto con il gruppo RCCL Royal Caribbean Cruise International che, oltre ad essere il numero due al mondo nelle crociere, è logicamente principale rivale di Carnival e delle sue consociate. Nel 2011 il gruppo torinese rimane tour operator della compagnia di navigazione in esclusiva, ma con un non trascurabile switch: “volendo prenotare un pacchetto completo, comprensivo di crociera, volo ed altri servizi, non si farà più riferimento a Francorosso ma a Viaggidea” spiegava Alpitour. “Fino ad oggi le agenzie di viaggi di Welcome Travel dovevano contattare l’operatore, mentre con il nuovo anno anche queste dovranno fare esclusivamente riferimento a RCCL” dichiarava il gruppo americano sempre a Guida Viaggi, così confermando un tendenziale allentamento nel vincolo tra i due marchi, come del resto già anticipato nella conferenza di fine estate 2010. “Nell’ottica del potenziamento e consolidamento delle strategie commerciali, prosegue nel 2011, rinnovandosi, la partnership tra Alpitour World e Royal Caribbean Cruise Line, che avranno due obiettivi distinti, in virtù delle rispettive professionalità e specializzazioni operative: dal 1° novembre 2010 Royal Caribbean International è responsabile della commercializzazione del prodotto ‘solo crociera’ e Alpitour World dei pacchetti volo+crociera”, tanto da avere due cataloghi distinti; secondo indizio. Last but not least, negli ultimi tempi Costa aveva dapprima voltato le spalle alle agenzie, puntanto molto sulla vendita diretta e sull’online, salvo poi razionalizzare la propria rete commerciale. Infatti nell’ottobre 2009 la compagnia genovese comunicava il proprio nuovo modello di business per il trade, denominato CostaPRO, per migliorare la qualità e l’accessibilità del servizio offerto alle agenzie di viaggio italiane, non più basato solo su una segmentazione territoriale ma sul valore attuale e potenziale di ogni singola agenzia: “il numero di promoter presenti sul territorio aumenta del 30%; oltre alla suddivisione geografica abbiamo creato una suddivisione per tipologia di agenzia con promoter dedicati per ogni tipologia all’interno di uno stesso territorio” spiegava la compagnia, da sempre leader italiana nelle crociere, sebbene negli ultimi tempi con il fiato sul collo della concorrenza. In quella circostanza Costa ribadiva cieca “fiducia e sostegno alle agenzie di viaggio, che sono e saranno il canale di vendita fondamentale e strategico per il nostro futuro”. Ma i maligni avevano sostenuto che, dietro a questa bella presentazione, il programma di ‘razionalizzazione’ (brutta parola moderna dietro cui non raramente si cela il taglio di qualche ramo secco), ci fosse la volontà di compattare gli addetti al commerciale in un minor numero di uffici centralizzati, dando ai professionisti in esubero compiti di venditori ‘senza fissa dimora’, operativi con l’ufficio viaggiante costituito dal proprio PC. Non a caso il comunicato confermava “il potenziamento della Direzione Commerciale nella sede di Genova, attraverso l’accentramento delle mansioni di coordinamento e back office che venivano svolte negli uffici locali, grazie al quale Costa può offrire alle agenzie un’assistenza commerciale di qualità, con 12 persone dotate di formazione specifica per questo ruolo, collovate nel nuovo Palazzo Costa”; terzo indizio. Una strategia, per certi versi, di ridimensionamento (dei costi, ovviamente, non certo degli obiettivi di vendita), che forse non avrebbe dato i frutti attesi, se saranno confermati i rumors di un abboccamento in corso con Alpitours per mettere le mani sulla sua rete agenziale, in qualche maniera lasciata libera dalla concorrenza di RCCL. Ora se è vero che in nessun processo tre indizi costituiscono una prova, solo il prosieguo di questa ventilata trattativa e la sua eventuale conclusione darà modo di sapere se stiamo costruendo castelli in aria. Ai lettori, intanto, la possibilità di farsi proprie opinioni su questa complessa vicenda. Angelo Scorza www.ship2shore.it 3 FERRY Lunedì 14 Febbraio 2011 Moby minaccia l’abbandono della Tolone-Bastia ÇConsilium www.consilium.se Contenzioso con la Corsica sui contributi per la continuità territoriale A meno di un anno dalla sua attivazione, la linea di Moby che collega la Francia (Tolone) con la Corsica (Bastia) e l’Italia (Livorno) rischia di essere chiusa. L’annuncio è arrivato direttamente dall’amministratore delegato della compagnia di navigazione, Luigi Parente, il quale giustifica l’aumento nel prezzo dei biglietti chiamando in causa il mancato pagamento da parte della regione corsa dei contributi dovuti per la continuità territoriale e l’aumento del costo del petrolio. “Seguiamo con crescente apprensione il costante ed esponenziale aumento del costo del carburante; la crisi in Egitto ha portato il brent oltre la soglia dei cento dollari al barile” ha detto il numero uno della balena blu. “Purtroppo tale incremento non può che avere delle ripercussioni sul prezzo dei biglietti. Siamo costretti a confrontarci con una realtà che a molti sfugge: oggi, ad esempio, un viaggio di andata e ritorno Genova-Olbia costa, di solo carburante, quasi 70.000 euro e la corsa del prezzo non sembra arrestarsi”. In Corsica, sulla linea tra Tolone e Bastia, la situazione è ancora più difficile. “Moby avendo onorato i suoi impegni per la continuità territoriale ha diritto ai contributi previsti dalla regione Corsica” sottolinea Parente, aggiungendo che, “nei fatti, tali contributi non ci sono mai stati liquidati”. Il contenzioso con l’amministrazione riguarderebbe il mancato pagamento di un ammontare pari a 750.000 euro. Malgrado il 2010 si sia concluso con un successo commerciale (sulla linea sono stati trasportati 140.000 passeggeri), l’incremento del prezzo del combustibile ha causato una perdita di gestione. “Il mancato pagamento, da parte della regione Corsica, del contributo a noi dovuto per la continuità territoriale, ci sta mettendo nella condizione di dover interrompere, nostro malgrado, il collegamento”. N.C. When Safety Matters Sciopero duro contro i presunti tagli di SNCM Per il cabotaggio francese sono giorni caldi. Detto dei problemi di Moby, che rimandano al complesso sistema transalpino di sostegno pubblico alla continuità territoriale (basato sui due meccanismi della délégation de service public, contributo diretto riconosciuto, ad oggi e fino al 2013, alle compagnie che collegano Marsiglia alla Corsica, SNCM e La Méridionale, e dell’aide social, compensazione a tetto fisso per gli sconti tariffari che Corsica Ferries e SNCM non confermerà il noleggio di NGV Liamone II Moby riconoscono a certe categorie di passeggeri imbarcati o diretti a Tolone e Nizza), da mesi oggetto di acceso dibattito e polemiche su possibili modifiche, nelle ultime due settimane i collegamenti di SNCM per l’île de Beauté e per il Nord Africa sono stati perturbati dallo sciopero continuo dei marittimi, che potrebbe continuare nei prossimi giorni. La rivendicazione del personale di SNCM riguarda l’annunciata volontà della compagnia di ridurre il numero di corse fra Nizza e la Corsica durante la stagione 2011. Una scelta seguita, secondo la compagnia marsigliese, Salwico Fire Detection, Gas Detection and Environmental Monitoring Systems Consilium SAL Speed Logs and Voyage Data Recorders Consilium Selesmar Radar and ECDIS Navigation Equipment Consilium Selesmar Integrated Navigation Systems alla decisione della municipalità nizzarda di limitare il traffico dei traghetti per ridurre i disagi (congestione stradale, inquinamento, etc.) della cittadinanza. Secondo i vertici di SNCM l’inferiore numero di tratte da Nizza sarà compensato da una maggior quantità di partenze da Marsiglia – una modifica che sarebbe stata apprezzata dalla clientela, essendo cresciute del 30% le prenotazioni per la stagione rispetto al 2010 – ma i sindacati sono invece convinti che si tratti di un primo passo per arrivare alla temuta contrazione della flotta, il cui primo segno sarebbe proprio la mancata conferma per il 2011 del noleggio del traghetto veloce NGV Liamone II (S2S n.12/2010), in servizio l’anno scorso fra Nizza e Corsica. A.M. www.ship2shore.it 4 PORTI Lunedì 14 Febbraio 2011 CONTAINER Passa di mano il porto russo di Coeclerici CSAV sempre più mediterranea Il magnate del trading Gennady Timchenko avrebbe acquisito lo scalo di Murmansk, Nuovo feeder della compagnia cilena fra Malta e l’Algeria strategico per le attività di import del carbone siberiano da parte del gruppo italiano Il porto di Murmansk, sulla costa russa del Mar di Barents, sarebbe stato acquistato, per circa 250 milioni di dollari, dal tycoon di cittadinanza finlandese Gennady Timchenko, proprietario di un vasto impero nel settore energetico. Il Murmansk Commercial Sea Port, di importanza strategica per i flussi di rinfuse minerarie e di petrolio in uscita dalla Russia, è utilizzato da molte compagnie sia locali che internazionali per imbarcare carbone e greggio estratti nelle regioni limitrofe: il primo caricatore dello scalo, per volumi movimentati, è la russa SUEK (Siberian Coal Energy Company), seguita dal gruppo minerario-logistico italiano Coeclerici. La società milanese – ma genovese di origine – è da tempo presente in Russia, dove svolge attività di trading e, dal 2008, anche di estrazione diretta avendo acquisito una miniera di carbone a Korchakol, in Siberia (S2S n.17/2008). Il prodotto del sito siberiano viene poi trasportato proprio al porto di Murmansk, dove il carbone viene imbarcato e spedito verso Occidente. Un portavoce del gruppo di Timchenko ha smentito pubblicamente la notizia, ma fonti di mercato, citate dall’agenzia di stampa Reuters e da altre testate internazionali, parlano di un deal in fase ormai avanzata, che dovrebbe concludersi al più tardi entro marzo. Il magnate di origine armena, considerato molto vicino a Vladimir Putin, allargherebbe così la sua sfera di interessi in Russia, dove nel 2009 aveva già acquisito il 23% del secondo più grande produttore nazionale Il porto di Murmansk di gas, Novatek, la società Geotech Oil Services e il nuovo terminal petrolifero del proto di Ust-Luga (operativo dallo scorso gennaio, ha una capacità di 30 milioni di tonnellate all’anno ed è gestito tramite la controllata Rosneftbunker), sulla costa baltica della Russia. Il vero ‘pilastro’ della galassia Timchenko è però la società di diritto svizzero Gunvor, fondata nel 1997 e oggi terzo trader di prodotti petroliferi del mondo. I dettagli dell’operazione non sono stati rivelati, e non è quindi chiaro da chi dei tre attuali azionisti (lo stato russo con il 25,49%, Specialized Project Investments con il 34,97% e Laterium Commercial Limited con il 12,68%) Timchenko abbia acquistato le azioni del Murmansk Commercial Sea Port, che però il governo di Mosca, già durante il 2009, aveva inserito nella lista delle società pubbliche da privatizzare, concedendogli anche lo status di “special economic port zone” per accrescere il suo appeal verso potenziali investitori. Tra i progetti di sviluppo ipotizzati per lo scalo – che ad oggi ha una capacità di circa 20 milioni di tonnellate annue tra liquid e dry bulk (ma nel 2010 ha movimentato 12,87 milioni di tonnellate, con un calo del 14,8% rispetto al 2009) – ci sarebbe la costruzione di una nuova infrastruttura ferroviaria di un terminal petrolifero da 13 milioni di tonnellate annue destinato alla movimentazione del greggio di LUKoil, ipotesi che però andrebbe contro gli interessi di quello che pare essere il nuovo proprietario del porto. Francesco Bottino Dopo aver lanciato e potenziato nel corso di pochi mesi il nuovo servizio Mare Nostrum (S2S n.11 e 36/2010), la compagnia cilena CSAV (Compañía Sud Americana de Vapores) ha ulteriormente intensificato il proprio impegno nel Mediterraneo. Poche settimane fa è stato infatti avviata una nuova linea feeder per il Nord Africa a partire dall’hub maltese Freeport di Marsaxlokk (che dallo scorso aprile ha assunto un ruolo centrale nelle strategie mediterranee di CSAV, S2S n.16/2010). La rotazione è Malta, Bejaia, Algeri, Orano, Malta e la frequenza è settimanale. Il nuovo servizio, battezzato North Africa Link Service (codificato NAFL), sarà operato con due navi, MV Avonmoor, da 737 TEUs e MV Hansa Greifswald da 1.012 TEUs. Nel frattempo CSAV ha comunicato i risultati di traffico del 2010: la compagnia ha trasportato merci containerizzate per un volume pari a 2.894.200 TEUs, con una crescita del 61,6% rispetto all’anno precedente (1.790.500 TEUs). Nel 2008 i volumi trasportati erano stati pari a 2.191.400 TEUs. A.M. www.ship2shore.it 5 FINANZA Lunedì 14 Febbraio 2011 Al via una nuova banca per lo shipping 150 milioni elargiti da Meliorbanca nel 2010 È nata ufficialmente a Napoli la Banca Popolare del Mediterraneo Dopo un lungo processo istruttorio durato quasi sei anni, ha aperto i battenti in Italia un nuovo istituto di credito con forti connotazioni marittime. Banca Popolare del Mediterraneo è stata presentata ufficialmente alla stampa presso la Camera di Commercio di Napoli, città dove verrà insediata la sede principale e Fulvio Luise dove lavora la larga maggioranza degli oltre 1.000 soci che hanno sottoscritto il capitale sociale di oltre 10 milioni di euro. Non a caso la neo banca presieduta da Gennaro Fusco si propone di essere un istituto di credito vicino alle esigenze del territorio e alle realtà imprenditoriali campane. ‘’Il nostro obiettivo - ha detto Fusco – è quello di arrivare, nel primo triennio, a 3.000 soci, a instaurare 10 mila rapporti bancari e a superare i 20 milioni di euro di capitale grazie alla creazione di relazioni personali con i clienti e a un comportamento professionale fondato sulla chiarezza e sulla trasparenza’’. L’obiettivo di Banca Popolare del Mediterraneo per i prossimi cinque anni è l’apertura di nuovi sportelli anche oltre i confini campani. L’accoglienza dal mondo imprenditoriale è stata entusiastica, anche perché l’avvio della nuova banca giunge in un momento particolarmente delicato per il reperimento di finanziamenti e per il sostegno economico alle piccole e medie imprese. Un particolare riferimento BPMed l’ha rivolto, sin dall’atto di nascita, al settore dello shipping annoverando tra i soci promotori Fulvio Luise (gruppo Luise) che ha coinvolto nel progetto della banca amici e imprenditori, non solo campani, che operano nel settore marittimo e dei trasporti. Tra i soci fondatori della banca figurano, infatti, personalità di spicco del cluster marittimo napoletano (fra gli altri Umberto Masucci, Domenico De Crescenzo, la famiglia Spizzuoco dell’agenzia Euroagencies e alcuni armatori napoletani) ma anche del Nord Italia (Tositti di Venezia e altre aziende di Brescia e di Viareggio). “Nel capitale della banca vi è una forte componente di operatori del cluster marittimo napoletano” ha detto Luise, aggiungendo che “la presenza di questi operatori ci induce a ritenere che dare all’istituto una specializzazione nell’ambito marittimo e dei trasporti potrebbe rivelarsi una scelta strategica di successo perché nel nostro territorio c’è carenza di istituti bancari con specifica competenza in questo ambito. È importante il contributo dello shipping napoletano allo sviluppo del lavoro con un’ampia varietà di figure professionali e un impatto occupazionale diretto e indiretto nelle diverse aree del settore marittimo pari a circa 27.000 addetti”. N.C. da Marnavi presso il cantiere indiano ABG e destinato a prestare servizio in Sud America con contratto pluriennale”. Queste due operazioni dimostrano l’interesse con cui Meliorbanca segue il comparto delle navi appoggio, perché l’alto grado di specializzazione premia gli operatori più qualificati e le unità navali di miglior qualità. “La maggioranza degli impegni di finanziamento è stata però definita nel carico secco” precisa Macciò stilando la lista delle altre operazioni portate a termine. “Una handysize di nuova costruzione per RS Shipping che sarà impegnata nei traffici generati dai partner industriali del Gruppo Romeo; due supramax di costruzione giapponese entrate recentemente nella flotta d’Amico Dry in seguito all’esercizio di opzioni di acquisto a prezzi particolarmente interessanti; una handymax di nuova costruzione in rivendita da un cantiere cinese in corso di acquisizione da parte di Navalmar UK, che (se l’acquisto verrà perfezionato) sarà impiegata nelle tradizionali attività di trasporto del Gruppo Bogazzi (quest’ultima operazione sarà realizzata tramite un club deal organizzato congiuntamente a MPS Capital Services); e da ultimo (ma solo in termini cronologici) una handysize di proprietà di Armamento Setramar, braccio operativo del gruppo ravennate leader nella logistica portuale”. Meliorbanca ha guardato con favore il mercato di questo Anche la handysize Tenace di Setramar (gemella della Gagliarda) size di navi per la è stata finanziata da Meliorbanca minor volatilità che lo A meno di un anno da quando è stato attivata (nel maggio del 2010) una nuova sezione attiva nello shipping finance, Meliorbanca può fare un primo bilancio sui primi mesi di operatività nel settore. “Otto finanziamenti definiti, per un totale di circa 150 milioni di dollari” afferma Alberto Macciò, responsabile del desk insieme a Mario Pascarella. “Si tratta di strutture volte alla copertura di investimenti in nuove costruzioni, rivendite, acquisti sul mercato di seconda mano e rifinanziamenti di debito in essere. Gli accordi sono riferiti a navi con bandiera italiana ed estere appartenenti a gruppi armatoriali italiani di primario standing”. Buona parte delle operazioni hanno visto la completa esecuzione nel corso del 2010, mentre per alcune altre il perfezionamento è previsto nei primi mesi del 2011. “Le navi oggetto di intervento appartengono ai settori off-shore, dry cargo e ro-ro” prosegue Macciò, aggiungendo che “nel segmento off-shore Meliorbanca ha finanziato la costruzione di un platform supply vessel ordinato da Fratelli D’Amato al Cantiere Rosetti Marino in consegna nel gennaio 2012 e un anchor handling tug supply vessel acquistato Alberto Macciò caratterizza rispetto ad altri segmenti del dry bulk, per la maggior flessibilità e per un minor rischio di over-supply. Per quanto riguarda il settore ro-ro, Meliorbanca sta perfezionando il finanziamento di un’unità operante su una linea a lungo raggio gestita da un importante gruppo internazionale. Il comun denominatore di quanto fatto finora è senz’altro la solidità degli operatori a cui la banca ha destinato il proprio supporto, con particolare attenzione alla loro attività complessiva, al forte radicamento nei business sottostanti (e in certi casi sul territorio), alla sostenibilità degli investimenti intrapresi e all’economicità dei singoli progetti. Grazie al forte supporto della capogruppo BPER, Meliorbanca è intenzionata a proseguire in questa direzione anche nel 2011, confermando il proprio impegno per ampliare l’attività e, fermi restando i principi che guidano l’approccio al settore, consolidare la propria presenza nel panorama dello shipping finance italiano. La banca proseguirà inoltre la collaborazione con Venice Shipping and Logistics sul fronte del reperimento di equity e dell’attività di advisory. Nicola Capuzzo www.ship2shore.it 6 CANTIERI Samsung apre la caccia ai cervelli esperti di cruise shipbuilding Il cantiere coreano rafforza la sua squadra di progettisti puntando sul reclutamento di ingegneri attivi nel settore delle navi da crociera provenienti dal mondo occidentale Le voci, e le paure, su un possibile ingresso dei big navalmeccanici coreani nel settore delle navi da crociera circolano ormai da tempo. Nel Vecchio Continente, forse per scacciare le preoccupazioni, si ripete a bassa voce che i cantieri orientali, ormai leader nel segmento delle unità mercantili, non hanno abbastanza knowhow per realizzare mezzi che richiedono una cura dei dettagli ben superiore a quella necessaria per rifinire gli interni di una petroliera o di una piattaforma offshore. Tutto vero, almeno fino all’anno scorso, quando il fondo di private equity Frontier Group, insieme ad altri soci di minoranza, ha ordinato a Samsung Heavy Industries la Utopia (S2S n.36/2010), nave residenziale da 105.000 tonnellate di stazza lorda. Una cruiseship sui generis, certo, ma pur sempre la prima nave di grandi dimensioni Lunedì 14 Febbraio 2011 l’inserzione – invites experts Desingers and Engineers in Cruise Shipbuilding”, con almeno 10 anni di esperienza nella progettazione e costruzione di navi da crociera. Le competenze richieste riguardano i settori HVAC System, Automation & Control System e Interior Design and Coordination. Una considerazione sorge spontanea: per trovare ingegneri navali con 10 anni di esperienza in campo crocieristico, Samsung non potrà che guardare a occidente e provare a ‘pescare’ anche tra le fila dei suoi competitor europei, focalizzando in particolare l’attenzione – almeno se restringiamo il campo alle cruiseship di grandi dimensioni – su Francia, Germania e, naturalmente, Italia. Un bel grattacapo per i cantieri del Vecchio Continente, che dovranno difendersi dall’agguerrita concorrenza coreana non solo per aggiudicarsi le commesse degli armatori ma, da ora, anche per tenersi stretti i propri ingegneri. F.B. Nuova vita cinese per la ex Delphin Voyager dedicata al trasporto turistico di passeggeri commissionata a un cantiere coreano. Il progetto, non senza qualche iniziale difficoltà, ha ormai preso il via (S2S n.43/2010), e potrebbe essere il ‘grimaldello’ di Samsung per aprirsi un varco nel mercato delle navi da crociera. Sicuramente a Geoje City, sede del cantiere, ci credono, tanto che la società sta assumendo nuovi progettisti esperti in cruise shipbuilding. Non si tratta, ovviamente, di un annuncio ufficiale, ne tantomeno di un classico rumor emerso da quelle che, solitamente, si definiscono “fonti vicine alla società”: è lo stesso cantiere che ha reso nota la sua attività di recruiting pubblicando un apposito annuncio su alcune riviste internazionali di settore. “Samsung Heavy Industries – recita Dalle ceneri di una compagnia tedesca, ne nasce una cinese. Si chiama Hainan Cruise Enterprises, fa parte del gruppo Proton Capital Group HK di Hong Kong e ha preso in gestione la ex Delphin Voyager – rinominandola Hainan Empress – dopo il fallimento di Delphin Kreuzfahrten (S2S n.39/2010). La cruiseship, costruita nel 1990 con una stazza lorda di 23.287 tonnellate, è lunga 174 metri, larga 24 e può trasportare 600 passeggeri; ha iniziato a operare durante il capodanno cinese con partenza regolari dal Sanya Phoenix International Cruise Terminal, sull’isola cinese di Hainan, verso Hong Kong. La Hainan Empress resta di proprietà dell’armatore greco Victor Restis, che precedentemente l’aveva noleggiata al gruppo tedesco Hansa (proprietario del marchio Delphin Cruises), per poi ottenere la rescissione del time-charter a causa del mancato pagamento delle rate da parte di Delphin. Secondo alcune testate cinesi lo stesso Restis si sarebbe recato nei mesi scorsi in Cina, e più precisamente proprio ad Hainan, per valutare il nuovo possibile impiego della nave. www.ship2shore.it 7 FINANZA I soldi ai porti arrivano da Banca Carige Finanziamenti per 250 milioni ai porti di Genova, Venezia, Trieste e Ravenna Banca Carige sostiene la portualità italiana. Mentre altre banche fanno parlare di sé più per le promesse e i maxi progetti, l’istituto di credito genovese ha erogato, solo nel 2010, oltre 250 milioni di euro a favore delle principali Autorità Portuali italiane. “Per sostenere l’industria occorrono infrastrutture efficienti - ha spiegato il vicedirettore generale di Carige, Gabriele Delmonte - e i porti in particolare sono una grandissima opportunità per il paese”. I finanziamenti sono stati messi a disposizione di quattro scali. “Oltre al porto di Genova, per il quale sono stati erogati 150 milioni di euro - sottolinea Delmonte - Carige ha distribuito altri cento milioni di euro tra i porti di Venezia, Ravenna e Trieste”. Queste risorse sono state assegnate in seguito all’aggiudicazione dei bandi di gara pubblici emessi dalle relative Autorità Portuali e verranno utilizzati per realizzare quelle infrastrutture ritenute strategiche e inserite nei piani operativi pluriennali degli enti. “Puntare su Scoppia la guerra tra Venezia e Trieste È stato annullato il vertice originariamente programmato per venerdì scorso in occasione del quale si sarebbe dovuto fare il punto sul progetto di Unicredit Logistics a Monfalcone e Trieste. All’incontro avrebbero dovuto partecipare i ministri Franco Frattini e Altero Matteoli, i colleghi sloveni, i vertici delle Autorità Portuali di Trieste e Venezia, di Unicredit e i parlamentari delle due regioni. La decisione dell’istituto di credito di rimandare l’appuntamento è stata dettata dalla necessità di ‘comprendere meglio’ le intenzioni del Governo dopo la decisione di finanziare – concedendo, attraverso una Legge Speciale per Venezia, una sorta di autonomia finanziaria all’Authority veneta - il progetto del terminal off-shore a Venezia da 1,3 miliardi di euro. “Il progetto Unicredit ha il pieno appoggio del governo nazionale” ha affermato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, al termine di un colloquio telefonico con il ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini. “Non e’ tempo di fermarsi a illazioni o di dividersi in diverse tifoserie. Il modello proposto da Unicredit propone una nuova cultura, europea, dell’organizzazione portuale. Il progetto della piattaforma logistica va dunque avanti, senza alcun disimpegno da parte del governo nazionale”. Il presidente Tondo pare abbia avuto conferma anche di una prossima convocazione di tutti i soggetti pubblici e privati interessati al progetto Unicredit. Mano testa è arrivata anche da Luca Zaia, presidente della regione Veneto, il quale servizi efficienti, a cominciare dai porti, serve ad attirare nuovi investimenti e, di conseguenza, a creare lavoro. Due elementi fondamentali per il nostro paese” puntualizza il vicedirettore generale dell’istituto di credito genovese. Banca Carige, del resto, “è nata nel 1483 sul mare ed è cresciuta attorno a un porto importante come quello di Genova” ricorda Delmonte. “Ecco perché gli scali portuali sono una grandissima opportunità di sviluppo per l’intera economia nazionale. ha invitato a non fare scoppiare “nessuna guerra tra poveri per i porti dell’Alto Adriatico, Fra Venezia e Trieste ci deve essere puntuale coesistenza”. Qualcuno ha addirittura sostenuto che Unicredit potesse rinunciare all’idea del superporto Trieste-Monfalcone spostando i propri sforzi sulla vicina Capodistria. “‘Ho l’impressione - ha aggiunto Zaia - che uno come Ghizzoni possa condividere l’idea di due importanti realtà portuali per l’Europa. Io ho già chiesto a Unicredit, sapendo dell’interesse verso Monfalcone e Trieste, di considerare attentamente anche il progetto di Venezia che, comunque, va avanti”. Nel frattempo l’Associazione dei Porti Italiani rischia di perdere due membri di primo piano come Trieste e Ancona. Se per il primo è già arrivata dalla neopresidente Marina Monassi una conferma esplicita dell’addio ad Assoporti, lo scalo anconetano sta valutando il da farsi. Entrambe si sono dette insoddisfatte dalla rappresentanza e dal supporto ai piani alti di Roma che l’associazione di categoria guidata da Francesco Nerli è in grado di garantire. Lunedì 14 Febbraio 2011 Il mare è l’autostrada di tutti i traffici, del presente e del futuro, e l’Italia ha un appeal geografico di primaria importanza perché si presenta come un’enorme banchina lungo il Mediterraneo”. Per sfruttare quelle che il vicedirettore generale di Carige definisce enormi potenzialità, si deve però puntare sui servizi che possano rendere il paese competitivo. “La concorrenza dell’economie emergenti – conclude Delmonte - è sempre più forte. Per questo motivo sosteniamo con convinzione la portualità italiana proprio mentre sta affrontando un notevole sforzo di ammodernamento delle sue strutture per far fronte alle sfide del momento e del futuro”. N.C. Un nuovo hub per container a Civitavecchia Come se non bastassero le banchine semi-vuote di Taranto, Cagliari e Gioia Tauro, a Civitavecchia è stato presentato un nuovo progetto per realizzare un terminal hub container che svolga al tempo stesso il ruolo di regional port e di scalo di transhipment. L’obiettivo sarebbe quello di massimizzare il vantaggio derivante da fondali a -22 metri e di un’area di Gianni Moscherini produzione e consumo di riferimento che per dimensioni e potenzialità è seconda in Italia solo a quella padana. Il nuovo porto (riedizione del progetto del Terminal Asia) esibito in anteprima dal sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini (presumibilmente desideroso di tornare in sella alla locale port authority), e dal sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola, punta a bissare il miracolo realizzato anni addietro con la conquista del primato mediterraneo nelle crociere. Il porto, teoricamente realizzabile in tre anni attraverso la formula della concessione di costruzione-gestione, rappresenta solo uno dei tre vertici di un triangolo logistico, quello della Piattaforma Logistica Italia che prevede anche la realizzazione di una piastra logistico-industriale-distributiva già pianificata e autorizzata su terreni pari a circa 200 ettari che il Gruppo Orsolini di Viterbo ha acquisito nel punto di congiunzione fra l’autostrada RomaCivitavecchia e le costruende autostrada tirrenica per Livorno e Genova. www.ship2shore.it 8 PORTI Lunedì 14 Febbraio 2011 Spagna batte Italia nei container, ma sulle crociere resta dietro I porti iberici hanno movimentato oltre 12 milioni di box nel 2010, mentre i crocieristi si attestano a quota 7 milioni Spagna batte Italia, non solo nel calcio (almeno ultimamente), ma anche nel traffico di container. Nel 2010 hanno transitato per i porti del regno iberico 12.499.824 TEUs (il 6,4% in più rispetto ai 11.747.898 del 2009), mentre il Belpaese si è fermato a quota 8.943.991 TEUs, con una crescita su base annua del 3%. La supremazia spagnola è netta sia dal punto di vista dei volumi assoluti (circa 3 milioni e mezzo di TEUs il distacco), sia da quello dell’incremento relativo, quasi il doppio per i ‘cugini’ mediterranei, che pure hanno dovuto affrontare una crisi economica universalmente ritenuta peggiore di quella nostrana. Il confronto sul versante transhipment è impietoso: il primo hub spagnolo per lo smistamento dei contenitori si conferma Valencia, che chiude il 2010 con 4.206.937 TUEs, il 15,5% in più rispetto all’anno precedente, mentre in casa nostra Gioia Tauro resta a 2.851.261, segnando addirittura un arretramento, ancorché infinitesimale (-0,2%), rispetto all’anno recedente. Scendendo i gradini del podio il divario resta sostanzioso: il secondo scalo di transhipment iberico è Algeciras, che perde si 7,75 punti percentuali, ma chiude comunque a 2.806.884 TEUs, rispetto ai 581.936 di Taranto, il nostro number two, che ha fatto segnare -21,5%. A chiudere la top 3 in Spagna c’è il porto canarino di Las Palmas, con 1.113.262 TEUs (+10,68%), mentre in Italia il bronzo è di Cagliari, 576.092 TEUs e -18,7%. Tra i porti gateway la distanza è meno marcata ma Barcellona, con 1.931.033 TEUs, (+7,24% rispetto ai 1.800.662) nel 2009, riesce a spuntarla su Genova, che nel 2010 ha totalizzato 1.758.858 TEUs (+14,7%). Tra gli altri porti spagnoli cresciuti maggiormente lo scorso anno nella movimentazione di container ci sono Castellòn (213.123 TEUs, 55%), Bilbao (531.457 TEUs, +20%), Siviglia (152.612 TEUs, +17,63%) e Tarragona (255.407 TEUs, +15,46%). Diverso il discorso per il settore delle crociere: la Spagna registra un buon andamento con 7,1 milioni di passeggeri totalizzati nel 2010 e una considerevole crescita del 17,7%, ma guardando al numero assoluto resta ancora indietro rispetto all’Italia, che lo scorso hanno ha accolto nei suoi porti 8.681.936 crocieristi (+9,8% sul 2009). Le destinazioni spagnole maggiormente trafficate sono Barcellona, che conta 2.344.925 transiti (+8,99% rispetto ai 2.151.465 del 2009), le isole Baleari con 1.539.532 passeggeri e un incremento del 24,51%, e le Isole Canarie (totale 1.358.767): 740.022 crocieristi per Santa Cruz de Tenerife (+26,97%) e 618.745 per Las Palmas (+1,15). Bene fanno anche Cadice, +42% con 334.000 passeggeri, Malaga, +35% con 659.000 passeggeri, Valencia, +37% con 253.000 passeggeri, e Vigo, +5% con 233.000 transiti totali. Tornando al paragone con l’Italia, la capitale catalana surclassa di parecchio Civitavecchia (1.950.000 passeggeri nel 2010), la nostra prima destinazione, ma al secondo e terzo posto le Baleari (1.539.532) e la Canarie (1.358.767) restano più o meno appaiate come volumi a Venezia (1.617.011) e Napoli (1.140.000). Concludendo la panoramica sulle crociere iberiche, dai dati dell’Organismo Público Puertos del Estado si evince che il 70% dei crocieristi sbarcati nel paese, circa 5 milioni, lo hanno fatto nei porti del Mediterraneo, e di questi il 77% (il 54% sui passeggeri totali) è giunto a Barcellona o alle Baleari. Francesco Bottino Terminal 2009 2010 % Bremerhaven 4.535.842 4.871.297 7,4% Hamburg 2.138.103 2.119.628 -0,9% Eurogate Tanger 435.575 680.795 56,3% Liscont Lisbona 204.595 230.641 12,7% MCT Gioia Tauro 2.857.438 2.851.261 -0,2% LSCT La Spezia 851.558 1.041.483 22,3% CICT Cagliari 708.507 576.092 -18,7% TCR Ravenna 177.575 174.073 -2,0% SCT Salerno 170.833 171.473 0,4% TOTALE 12.080.026 12.716.743 5,3% Eurogate chiude il 2010 col segno ‘più’ Riportiamo di seguito i dati di traffico complessivi dei terminal controllati da Eurogate, compresi quelli relativi alla sua filiale italiana Contship. Il gruppo tedesco guidato da Thomas Eckelmann ha movimentato nelle sue strutture, durante il 2010, un totale di 12.716.743 TEUs, il 5,3% in più rispetto ai 12.080.026 del 2009. A livello di traffico il primo terminal del gruppo è quello di Bremerhaven con 4.871.297 TEUs (+7,4% rispetto ai 4.535.842 del 2009), seguito da MCT Gioia Tauro con 2.851.261 (-0,2%). Amburgo ha chiuso in leggerissimo calo a 2.119.628 TEUs (-0,9%), mentre il terminal marocchino Eurogate Tanger è letteralmente ‘esploso’ con 680.795 TEUs, il 56,3% in più rispetto ai 435.575 del 2009. Ultimo terminal straniero di Eurogate (di quelli gestiti in Italia tramite Contship abbiamo già parlato diffusamente nello scorso numero, S2S n.6/2010) è il Liscont di Lisbona, che nel 2010 ha movimentato 230.641 TEUs, il 12,75% in più rispetto ai 204.595 dell’anno precedente. www.ship2shore.it 9 CANTIERI Cantiere Navale di Pesaro blocca la vendita dell’etileniera a Synergas Il liquidatore Gragnola conferma: “È stata dichiarata nulla l’esecuzione mobiliare” Riprende a distanza di qualche mese la partita che vede di fronte il Cantiere Navale di Pesaro e la società armatoriale Synergas. Dopo che il cantiere era stato dichiarato fallito lo scorso 5 ottobre, era nato un contenzioso sulla proprietà dell’etileniera in fase di ultimazione a Danzica (S2S n.3840-41/2010). Da allora sono state avviate tutte le fasi previste dalla procedura volte all’individuazione, al recupero e alla valorizzazione dell’intero compendio aziendale, nonché all’identificazione dei singoli creditori e all’accertamento dei conseguenti debiti aziendali. “In particolare si è appena conclusa la fase di redazione dell’inventario dei beni presenti presso la sede principale di Pesaro e presso le altre sedi operative di Arona e la Spezia” spiega il curatore fallimentare Giorgio Gragnola, aggiungendo che “è ormai imminente la conclusione delle attività estimatorie funzionali alla redazione del piano di liquidazione dell’attivo”. Sono proseguiti i rapporti con la Capitaneria di Porto di Pesaro volti al mantenimento delle diverse concessioni demaniali in essere, al fine di consentire la miglior ripresa possibile delle attività cantieristiche. L’udienza per la verifica dello stato passivo e per l’esame delle posizione dei singoli creditori è fissata per il 16 marzo prossimo. “Capitolo a parte riveste la vicenda che coinvolge il CNP in Polonia, sia per ragioni di opportunità in favore dei creditori che per la natura dei rapporti giuridici ivi connessi” prosegue Gragnola spiegando che sin da prima della dichiarazione di fallimento, il Tribunale di Pesaro si è attivato con proprio decreto per preservare l’etileniera (Hull 127) in costruzione a Danzica, che era divenuta oggetto di un’esecuzione mobiliare in fase di perfezionamento secondo la normativa polacca. “A questa azione ha fatto seguito un pressante, continuativo e qualificato intervento degli organi della procedura, assistiti dallo studio legale Halon & Kucharski di Danzica della rete professionale internazionale MGI, di cui fa parte anche l’ufficio della Curatela, e dallo studio legale Watson, Farley & Williams di Roma, volto a recuperare una situazione compromessa”. In particolare sono state condotte azioni per far dichiarare la nullità dell’esecuzione mobiliare esperita in Polonia da parte di Synergas Spa e si è ottenuta la trascrizione della sentenza di fallimento nei Registri Navali presso la camera Marittima di Danzica prima che si perfezionasse la predetta esecuzione. “Sono attualmente in corso altre importanti azioni tutelari, i cui esiti sono ormai prossimi” ha aggiunto il Lunedì 14 Febbraio 2011 liquidatore. “A breve verrà ultimato l’iter procedurale per consentire una verifica in loco dell’imbarcazione Hull 127 nonché di altri beni riconducibili al CNP”. Sulla base dei risultati già ottenuti ed in corso di ottenimento, il Tribunale di Pesaro sta valutando anche l’opportunità di procedere a breve a una selezione con evidenza pubblica di soggetti interessati al riavvio delle attività produttive mediante un contratto di affitto di azienda che possa risultare prodromico alla definitiva cessione. Giorgio Gragnola Nicola Capuzzo Ufficiale l’acquisto dei Cantieri De Poli Come anticipato dalla nostra testata a fine 2010 (S2S n.47/2010), i Cantieri De Poli di Pellestrina sono stati ufficialmente acquistati da ACTV Spa che ha appena siglato il contratto per l’acquisto dell’intero complesso aziendale. L’investimento, pari a 12.3 milioni di euro, garantirà all’Azienda del Trasporto Pubblico di Venezia, di poter contare su una struttura in grado di razionalizzare e di rendere più efficiente la manutenzione e il rimessaggio della sua flotta di vaporetti e ferry boat. L’accordo prevede l’acquisto degli spazi (2,5 ettari) e l’assunzione di 22 ex dipendenti del cantiere, che consentiranno ad ACTV una maggiore capacità produttiva – anche prospettica – e di poter recuperare, al contempo, il prezioso know how detenuto dai lavoratori. I nuovi spazi, di alto valore per le loro caratteristiche su quel territorio, sostituiscono l’originale progetto di sviluppo all’interno dell’Arsenale. I De Poli quindi si uniscono al cantiere in via di realizzazione presso il Tronchetto, aumentando così le potenzialità complessive della logistica di cantiere e consentendo ad ACTV di disporre in house di strutture in grado di mantenere tutta la flotta, compreso il grande ferry boat Lido di Venezia. La suddivisione del lavoro tra i due cantieri prevede che al Tronchetto si effettuino le manutenzioni dei guasti e gran parte delle manutenzioni programmate a 12 e a 36 mesi mentre, presso il Cantiere di Pellestrina, saranno realizzati gli interventi previsti sulle imbarcazioni ogni 5 anni, così come tutta la carpenteria importante, avvalendosi, in particolare, delle notevoli potenzialità del bacino galleggiante già presente nel complesso. “Questo importante investimento – ha detto il Presidente di ACTV, Marcello Panettoni – è per noi una mossa strategica che punta a riportare all’interno dell’azienda la maggior parte dei servizi di manutenzione navale, il che ci consente di offrire ai nostri utenti un servizio di trasporto pubblico più efficiente e di ridurre i tempi di revisione e riparazione della nostra flotta. Non secondariamente, l’assunzione di 22 delle maestranze operaie del cantiere arricchisce il nostro personale con un capitale di competenze professionali che ACTV e la città non potevano permettersi di perdere. Il progetto infine consente di ridurre di ben 9 milioni di euro gli investimenti previsti in Arsenale e di incrementare il patrimonio aziendale anche grazie all’utilizzo di fondi europei”. www.ship2shore.it 10 OFFSHORE Lunedì 14 Febbraio 2011 Sarà coreano il nuovo ‘gigante’ di Dockwise La compagnia olandese ha affidato a Hyundai la commessa per la più grande nave heavy lift al mondo Alla fine è stato il cantiere coreano Hyundai Heavy Industries ad aggiudicarsi la commessa per la nave heavy lift più grande del mondo. A piazzarla, per un valore di 240 milioni di dollari, è stata la compagnia olandese Dockwise, che a novembre 2010 aveva lanciato una gara pubblica rivolta ai cantieri per la costruzione di un’unità semi-sommergibile con caratteristiche da record: lunghezza di 275 metri, larghezza di 70 e pescaggio di 15,5 per una capacità di carico superiore alle 110.000 tonnellate. Il progetto di questa newbuilding, che sarà la ventesima nave in flotta alla compagnia di Breda, è stato denominato Type 0 per sottolinearne l’eccezionalità e differenziarlo dalle unità di Dockwise precedentemente definite Type 1, con capacità di carico fino a 76.000 tonnellate. Hyundai, che ha prevalso su numerosi competitor nonostante un prezzo superiore del 15% rispetto alle altre offerte, è stato scelto per la sua comprovata esperienza nel settore offshore, per l’elevato profilo tecnologico e per le garanzie offerte in termini di rispetto delle tempistiche; consegnerà infatti la nuova unità entro ottobre 2012, in tempo per effettuare il suo primo viaggio commerciale, già fissato per la fine del prossimo anno. La Type 0 sarà realizzata nel bacino H Dock di Hyundai, costruito a Ulsan nel 2009 e dedicato appositamente alle unità offshore, e verrà utilizzata dalla shipping company olandese per il trasporto di piattaforme e FPSO, servizio la cui domanda sta costantemente crescendo. “Dopo colloqui con i nostri clienti – ha commentato André Goedée, CEO di Dockwise – siamo molto fiduciosi sull’impiego commerciale della nuova nave: non esistono ancora unità con tale capacità, a fronte di una reale domanda di mercato. Gli interlocutori a cui abbiamo sottoposto il progetto si sono dimostrati molto interessati e hanno anche contribuito con suggerimenti e proposte”. C.J. Kang, executive vice president e COO di Hyundai, ha confermato: “In qualità di contractor per progetti offshore concordiamo con Dockwise sulla crescente necessità di navi di questo tipo, vista la rapida crescita dimensionale delle piattaforme, e siamo molto orgogliosi che la compagnia ci abbia scelto per la costruzione di queste innovativa newbuilding”. Un rendering di Deepwater Installer STX si aggiudica la commessa della più moderna ‘posa pale eoliche’ Anche STX, altro gruppo navalmeccanico coreano fra i maggiori del mondo, la scorsa settimana ha mosso un notevole passo avanti in un settore della cantieristica destinato a grandi sviluppi. La società inglese Gaoh Offshore ha infatti annunciato di aver firmato con STX una lettera di intenti per lo sviluppo del design e la costruzione da parte del cantiere asiatico di una nave multipurpose speciale, pensata per il carico, il trasporto e l’installazione di pale eoliche per siti offshore. In particolare la nave sarà utilizzata per la realizzazione del progetto Round 3, con cui il Regno Unito ambisce a generare entro il 2020 25 Gigawatt di potenza attraverso le pale eoliche offshore. La nave, che verrà costruita presso il cantiere di STX Dalian Shipbuilding Complex in Cina, sarà lunga 140 e dotata di sistema DP2 (Dynamic Positioning), jack-up e di una gru da 1.600 tonnellate. Progettata per lavorare nel Mare del Nord e per resistere a tempeste della potenza di quelle classificate come ‘tempeste del secolo’, Deepwater Installer 1 (questo il nome che le verrà assegnato) potrà trasportare contemporaneamente 16 turbine da 3,6 MW e, oltre che per l’installazione di queste, sarà attrezzata per occuparsi della loro manutenzione. www.ship2shore.it 11 PROFILO Lunedì 14 Febbraio 2011 Quattro decadi di attività non smorzano l’entusiasmo di Bucchioni L’imprenditore spezzino, storico primo presidente dell’Autorità Portuale, ha ancora da dire la sua su tanti argomenti di attualità, senza disdegnare progetti futuribili e clamorosi ritorni di fiamma… La Spezia - Occupa uno dei piani di un’ala della moderna palazzina gialla di Viale San Bartolomeo 20 la nuova sede della Lardon, storica agenzia marittima spezzina che – insieme alla società sorella Cangini & C. Srl (casa di spedizioni con fresca certificazione AEO) fa capo alla famiglia Bucchioni, il cui leader è l’immarcescibile Giorgio Santiago Bucchioni; un imprenditore e manager che a qualcuno potrebbe dover sembrare ben più vecchio dei suoi 64 anni, ma solo per il fatto di bazzicare gli ambienti portuali da almeno quarant’anni di una carriera avviata – assolto il servizio militare con grande lustro - subito dopo la laurea (1971) presa in giurisprudenza all’Università di Genova discutendo una tesi di diritto della navigazione con l’esimio Prof. Ferrarini. “Correva l’anno 1883 quando venne fondata la nostra società, che ha radici russe; e data al 1893 un tariffario di operazioni doganali che ancora custodiamo gelosamente ‘sottovetro’ in sala riunioni” esordisce Bucchioni attaccando una storia da ascoltare ad orecchie ben tese perché, in assenza di un sito web societario, non ci sono altre fonti di riferimento cui rifarsi se non la sua memoria storica. Inevitabile domandarsi cosa ci facessero dei russi a La Spezia. Il primo terminal di LSCT negli anni ‘70 “Eugenio e poi Giacomo Lardon – cognome con falsa assonanza francese – che provenivano dalla Crimea, commerciavano con la madrepatria per approvvigionare carbone russo per la flotta italiana. La loro importanza nella nostra città crebbe al punto che la vecchia sede dell’agenzia veniva chiamata Palazzo Odessa. Il loro nome si perse perché non avevano eredi, così tutto passò alla famiglia Cangini, della cui casa di spedizioni Giacomo era socio ed il cui titolare (presidente degli agenti marittimi spezzini tra gli anni ’60 e ‘80’) ebbe una figlia, Mayda, che diventò mia moglie” spiega Bucchioni, che ha anche Giorgio Bucchioni l’onore di essere Console di Norvegia (dal 1976) e Svezia (dal 1987). Il giovane ed ambizioso imprenditore – che oggi condivide la governance aziendale con la primogenita Giorgia (Presidente di LSCF La Spezia Cruise Facility e Presidente dei Giovani Industriali Liguri) e l’altro figlio Fabio, il quale si occupa di logistica con la Spedemar – già sottotenente dell’Esercito nel servizio di leva post-laurea, iniziò ad assaporare le prime cariche istituzionali con una serie di importanti impegni presidenziali: Giovani Industriali (19731975 e 1980-1983), Spedizionieri (19771979), Industriali (come vicepresidente 1984-1986, mentre la sua candidatura a Presidente nel 2006 arrivò al ballottaggio con quella di Papi, vincitore per soli due voti), Consorzio Bacino carenaggio (1992-2001), Commissione Permanente Marittima CCIAA (1983-1990), Azienda Mezzi Meccanici e Magazzini Portuali (1988-1994). Fu dunque quasi inevitabile, quando venne varata la legge di riforma portuale n. 84 nel 1994, che l’incarico di presidente ricadesse sulle sue spalle, considerata una tale specifica expertise, sia a gestire le questioni collettive sia nella conoscenza delle attività di banchina. “Dieci anni, quelli tra 1995 e 2005, a ricoprire due mandati quadriennali ed un periodo interstiziale da Commissario, davvero indimenticabili” ricorda Bucchioni, confessando di non essersi trovato per nulla a disagio – lui con precise stimmate imprenditoriali – dall’altro parte della barricata. “Non mi sorprese neppure la mia nomina in una città tradizionalmente ‘rossa’ come amministrazione municipale dove, coerentemente, in porto governava la CPL dei camalli locali” spiega, senza nascondere un’etichetta ‘bianca’, seppure di un bianco un po’ sbiadito – visto il suo impegno politico per nulla preminente che nella circostanza gli fece comodo, visto l’imperante criterio di assegnazione degli incarichi secondo il sempre deprecato (ma invalso) Manuale Cencelli.” Era quello un porto di La Spezia in cui spadroneggiavano i lavoratori portuali, imponendo il prezzo della manodopera alle compagnie di navigazione – la figura del terminal operator, che proprio qui aveva trovato una prima rappresentazione in nuce nella Contship del mitico Angelo Ravano, dapprima al Molo Garibaldi, e poi al terminal dedicato di Molo Fornelli – ma peraltro facendo meno danni che altrove. Il costo industriale spezzino era comunque molto inferiore, sino ad un decimo, di quello pagato a Genova. “Non era un caso che quattro compagnie di navigazione – Contship e Tarros nel 1971, segue a pag.12 www.ship2shore.it 12 Lunedì 14 Febbraio 2011 segue da pag.11 Ignazio Messina nel 1978 e Merzario nel 1985 - avessero fissato qui la loro base terminalistica” rammenta Bucchioni, confessando che l’accettare la carica pubblica di primo presidente dell’Authority attualmente acquartierata in Via del Molo gli costò qualche rinuncia. “Ma in fondo ben ripagata, a livello personale. Mi imposero di rinunciare in toto all’attività imprenditoriale. Ed io, senza creare alcun alter ego, ‘abbandonai’ le mie due aziende ai miei collaboratori, che seppero traghettarle al riparo dalle tempeste, in questo decennio di orfanilità del proprio nocchiero, ma logicamente senza poter sviluppare il portafoglio, in anni in cui invece si poteva fare del buon business. Il che, guardando al passato, può essere stato un peccato” afferma Bucchioni, peraltro lungi dall’idea di avere rimpianti. “Tanto che se oggi me lo riproponessero, ci penserei seriamente; ma questo non lo scriva, non vorrei dare l’impressione di essere ambizioso e andare contro chi c’è adesso…” Tornando alle vicende aziendali, Lardon – storicamente agenzia delle quattro compagnie di bandiera Adriatica, Tirrenia, Italia e Lloyd Triestino – ha vissuto il suo periodo d’oro negli anni ’80. “Anche se eravamo agenti generali di alcune delle compagnie di linea che scalavano il terminal container LSCT, alcune di queste oggi ‘sparite’ (CCL, ZIM, Contship, Senator, OOCL), mentre per altre lavoriamo tuttora (MSC, ma solo per i manifesti, Brointermed e Hanjin), non abbiamo mai pensato di sfruttare il mio incarico istituzionale per agevolare questa attività. Lo testimonia il fatto che il core business aziendale è sempre stato quello delle merci varie. Negli anni ’70 facevamo 300 mila tonnellate di tondino, ed anche per la compagnia di Aponte abbiamo iniziato, nel 1981, a lavorare sul general cargo. Erano tempi in cui, visto il favorevole clima socioeconomico che si respirava sulle banchine del Golfo dei Poeti, restavano anche una ventina di navi in simultanea ad attendere in rada pur di approdare al nostro porto. Noi servivamo anche il traffico di cellulosa delle compagnie Finnlines e Finnsca, che poi andò a morire, soppiantato dall’avvento del container; un business già fiutato per tempo dal genio intuitivo di Ravano – che infatti fece spostare il magazzino previsto al Molo Fornelli per fare spazio alla sua emergente attività”. Erano quelli i tempi in cui esisteva ancora un Ministero della Marina Mercantile – il titolare del dicastero in quegli anni specifici (Governo Craxi) era il DC Gianuario Carta – Renzo Grassi era presidente dell’AMM (predecessore di Bucchioni, il quale venne nominato dal Ministro della Marina Mercantile Prandini) e l’Amm. Antonio Alati fungeva da Harbour Master nella sua accezione più autentica e completa. “Ricordo con piacere gli anni ’80, in cui La Spezia ‘dava dei punti’ a tanti scali italiani, issandosi su una leadership nazionale che in fondo è durata a lungo, almeno sino all’avvento di nuovi porti come Voltri e quelli di transhipment del Sud Italia” commenta Bucchioni. Oggi LSCT è tornato numero uno a livello nazionale tra i porti gateway, con oltre 1 milione di teus movimentati nel 2010, ma è indubbio che lo sviluppo dirompente di quegli anni – in cui da Genova e dal resto dello Stivale portuale si guardava, con un pizzico di ipocrita ammirazione (e tanta invidia per la libertà d’azione concessa all’imprenditoria), al cosiddetto ‘miracolo spezzino’ dai ritmi produttivi (in termini di movimentazione dei container) definiti ‘cinesi’, che peraltro ancora oggi sussistono, grazie all’applicazione della logica industriale ad un’attività di servizio come quella del terminal operator. Ma in fondo l’occasione di fare diventare questo porto qualcosa di più, sull’inerzia innescata da quel primato raggiunto una ventina di anni fa, si è persa, concedendo ai grandi ‘sconfitti’ di allora di recuperare il terreno perduto ed ai nuovi porti di trasbordo emersi negli anni ’90 di mettere il naso davanti a La Spezia. Una visione che Bucchioni condivide, individuando alcune criticità ataviche e penalizzanti. “Innanzitutto, un’aggressività ambientalista molto forte, che perdura tuttora come noto alle cronache attuali. I ‘verdi’ locali sono avversi da sempre all’ampliamento del porto, tanto che il PRP, cui abbiamo lavorato dalla sua prima stesura nel 1999 sino al perfezionamento nel 2005 sotto la mia presidenza, è stato davvero molto sofferto. Purtroppo la politica spezzina non ha mai sostenuto il porto, La Spezia è una città di pensionati, inevitabile pensare a compromessi che però non hanno consentito al nostro scalo di sprigionare tutto il proprio potenziale. Il punto di mediazione è stata la conversione di Calata Paita ad uso cittadino nell’ambito del piano di waterfront ben noto. Ma anche il Ministero dell’Ambiente ci ha messo del suo, come si vede anche per le difficoltà a realizzare il Terzo Bacino, per noi essenziale”. Insomma, la sensazione è quella che il treno giusto sia passato qualche anno fa, quando ancora certi equilibri, nelle strategie dei global carrier, erano meno stabilizzati; anche se l’esperienza e la stretta attualità insegnano che nessun modello di logistica è mai definitivo e cristallizzato per sempre, e variabili imprevedibili, quali il prezzo del bunker o altri fattori, possono valorizzare o penalizzare, al converso, la funzione di porto di destinazione rispetto a quello di scalo di trasbordo regionale. “La comunità di La Spezia ha fatto nel tempo una sua scelta ben precisa; la massima espansione possibile alle attuali condizioni previste nel PRP (ulteriori 500.000 mq) segue a pag.13 www.ship2shore.it 13 segue da pag.12 non dovrebbe permettere un throughput superiore a 1,7 milioni di teus, e questo solo grazie alla straordinaria produttività sulle banchine dei Moli Fornelli e Ravano, vista la relativa limitatezza delle aree. A meno che – e qua Bucchioni sfodera l’asso spezzino nella manica – non entri a regime un sistema di navettamento verso il retroporto di S. Stefano Magra che, senza andare all’iperbole di un progetto ambizioso come il BRUCO genovese, darebbe maggiore sfogo alle intasate banchine. Non dimentichiamo che siamo all’interno di un golfo anche con notevoli valori paesistici, naturalistici e dunque turistici, che certamente non può essere interrato. Il nostro target ottimale, se avessimo potuto disporre di altri 400.000 mq a mare, sarebbe peraltro stato compreso tra i 2 ed i 2,5 milioni di teus; il che peraltro, per un porto continentale, non sarebbe stato niente male… Ma ciò non è stato comunque possibile, anche per una scarsa reattività alle sollecitazioni da parte della port community della precedente presidenza in autorità portuale (Cirillo Orlandi, ndr), che si è mostrata più brava, nella sua esperienza professionale, come ‘immobiliarista’, sostanzialmente tenendo fermo in scacco il nostro porto per quattro anni”. Inevitabile, a questo punto, chiedere a Bucchioni una valutazione anche dell’attuale vertice in Via del Molo, liquidata in una semplice battuta. “Una presidenza dalla quale, dopo la staticità del quadriennio precedente, logicamente la comunità portuale spezzina ha riposto molte aspettative. Forcieri, sempre molto attento a fare scelte politicamente popolari, è sicuramente più attento al territorio”. Più facile ‘strappare’ all’attento osservatore una valutazione globale sull’attuale sistema portuale. “Le port authorities stanno battagliando per l’autonomia finanziaria; un’istanza giusta e legittima, ma temo che lo Stato non possa semplicemente permettersi tale forma di federalismo. Peraltro non scordiamo che c’è un po’ di colpa anche dall’altra parte: le autorità portuali dispongono complessivamente di circa 500 milioni di euro che, se correttamente utilizzati, possono permettere di attivare investimenti per 5 miliardi di euro. E qui il Governo sbaglia a permettere a qualcuno di queste di non spenderli!” afferma Bucchioni, il quale sembra sposare, almeno in teoria, il concetto espresso nel famoso emendamento Latronico al mille proroghe (S2S n. 6/2011). “A La Spezia non si può attendere oltre l’avvio dei lavori per il Terzo Bacino, tanto per iniziare. Nel retroporto, poi abbiamo un distripark davvero effervescente, una realtà dinamica ma al contempo puntiforme, priva di un disegno complessivo, cui manca un coordinamento. Ci salvano i container, dove La Spezia surclassa tutti, a cominciare da Genova, facendo quasi lo stesso quantitativo annuo su un quarto delle aree, mentre le grandi rinfuse sono un po’ emarginate ai traffici industriali di ENEL e SNAM. Fa bene la sua parte il polo delle merci varie creato da Speter, con i traffici regolari di container a compensare la discontinuità del break bulk, mentre il nostro spazio onestamente non ha le prerogative – mancanza di spazi a diretto contatto con il filo di banchina – per organizzare servizi ro-ro delle famose Autostrade del Mare, quest’ultimo quasi uno slogan su cui tutti – specie nella classe politica – sembrano puntare, probabilmente in virtù della chimera dell’Ecobonus. Un meccanismo che forse avrebbe potuto applicarsi anche ad un’attività redditizia come il traffico di container…” L’ex Presidente della Port Authority pare non disdegnare l’ipotesi di un abbastanza clamoroso ‘richiamo della foresta’, anche se si schernisce “Mi chiede cosa farò da grande? In realtà non ho ulteriori aspirazioni, ma piuttosto dei rimpianti su quello che si sarebbe potuto fare in Autorità Portuale, dove ho davvero lasciato il cuore; ogni tanto mi guardo questo crest appeso al muro del mio ufficio – da dove si ‘sorveglia’ il pullulare febbrile di attività sul Molo Lunedì 14 Febbraio 2011 Al Propeller Club spezzino di scena le crociere, un universo in evoluzione L’infaticabile Giorgio Bucchioni è anche, dal 2007, Presidente di The International Propeller Club Port of La Spezia, costituito nel 1990 ed in precedenza presieduto da nomi di spicco della locale imprenditoria marittimo-portuale locale quali: L. Cuttica, Umberto Burla, Luigi Salvati, Eligio Fontana, Eugenio Calcagnini, Davide Santini, Piergino Scardigli. L’ultima riunione andata in scena l’altra settimana verteva sul tema delle “Crociere in Italia e nel Mediterraneo”, con relatore l’esperto Sergio Senesi, Presidente di Cemar Agency Network. Davanti ai dati che raccontano questo fenomeno del turismo degli anni ‘70, in confronto alle crociere di oggi, ciò che balza all’occhio è l’età, over 60, e la rigida divisione di classi (generalmente tre) e spazi tra passeggeri, unitamente all’elevata discriminazione tra i passeggeri (trattamento, qualità del servizio, cabine, grandi camerate per emigranti); il tutto incorniciato in quello che si poteva definire un prodotto di lusso a 360°. Insomma sembra di vedere l’apertura del film Titanic… Se pensiamo alle crociere odierne, invece, ci immaginiamo - e senza neanche troppo sforzo - tutt’altro scenario. I dati sciorinati da Senesi, infatti, ben descrivono l’evoluzione di un settore che, partito con le caratteristiche sopra indicate, è infine Fornelli con visuale ottimale, ndr – con affetto e nostalgia. Non mi sento spudorato nell’affermare che l’Autorità Portuale di La Spezia l’ho costruita io da zero, interpretando il ruolo di imprenditore privato chiamato ad un ruolo pubblico nella maniera che ritengo più opportuna, quella di un civil servant nell’accezione anglosassone” afferma Bucchioni, prima di fare una piccola retromarcia. “Io sarei certo disponibile, ma oggi ritengo non ci siano diventato un prodotto di massa che dal 2002 ha avuto una costante crescita esponenziale e che prevede ottimi numeri, sempre in direzione crescita, anche per tutto il 2011. Solo le previsioni del traffico in Liguria sono: Savona, 880.000 passeggeri (217 scali), Genova 870.000 passeggeri (255 scali), La Spezia 79.000 passeggeri (43 scali), Portofino 78.000 passeggeri (126 scali), Santa Margherita 18.000 passeggeri (12 scali), Portovenere, 7.600 passeggeri (28 scali), Lerici, 1.200 passeggeri. Non a caso si parla di “universo crociera”; il settore oltre a spostarsi sui grandi numeri costituiti dal target più variegato (dagli sposi in viaggio di nozze, al single, passando per la famiglia) in un’atmosfera informale, che punta – quale fattore di appeal al mercato - sul rapporto qualità-prezzo offrendo un’infinità di servizi sia per la vacanza sia per l’occasione di lavoro, porta a bordo tutta una serie di numeri ed attori che ne caratterizzano lo status di realtà completa e complessa. Andando nel dettaglio: 49 compagnie di navigazione, 147 navi da crociera, 62 porti crocieristici in Italia e ancora come attori essenziali: compagnie di più le condizioni; le nomine soggiacciono troppo alle pressioni politiche…” Chiusa la parentesi amarcord prima che una lacrimuccia di troppo cominci a scorrere, l’imprenditore riprende il filo dell’analisi sulla portualità italiana, con un breve ma altrettanto tranchant giudizio sulla incombente riforma portuale. “La legge n. 84? Sarebbe un errore clamoroso rifarla completamente, occorrono solo alcune migliorie, a partire dalla necessità di Giorgia e Giorgio Bucchioni navigazione, porti e terminal portuali, agenzie marittime, tour operators, agenzie di viaggio, imprese di incoming per escursioni, fornitori marittimi (catering e bunkering), cantieri di costruzione navale, client, e infine, quali attori marginali, aeroporti ed attività commerciali nelle località toccate da questo business. Insomma, i numeri parlano da soli. “E il Mediterraneo- termina Senesi – ha almeno undici validi punti-motivi per soddisfare tutti i gusti, a differenza delle mete concorrenti”. Annalisa Stretti fare chiarezza sulla normativa ambientale, altrettanta maggiore chiarezza nei rapporti tra Autorità e Comune, che si occupa di gestire soldi che sono di competenza portuale, andando ad interferire su logiche che non appartengono alle municipalità. Per il resto, i principali paradigmi – come l’autonomia finanziaria ed i poteri dei Presidenti – mi pare che ci siano…” conclude Bucchioni. Angelo Scorza www.ship2shore.it 14 Lunedì 14 Febbraio 2011 Le soluzioni software Mare srl La Società di Pisa supporto strategico per la prenotazione e vendita dei prodotti ferry e cruise DA UN COLLOQUIO CON IL PROF. PAOLO PISANTI, FONDATORE DELLA SOCIETA’ MARE (1985) Attiva da un quarto di secolo nel settore dei sistemi di distribuzione dei prodotti ferry e cruise, Mare è una società di consulenza software che deve la sua longevità e il suo successo all’alta specializzazione. Il fondatore e Presidente della Società Paolo Pisanti dall’avvio dell’azienda, potendo contare sulle sinergie derivanti dalla presenza a Pisa del primo corso di laurea in Informatica d’Europa, ha perseguito l’obiettivo di coprire una nicchia di mercato in cui eccellere a livello nazionale e internazionale e insieme ai suoi collaboratori ci è riuscito con i sistemi di prenotazione per il trasporto marittimo passeggeri! I risultati sono sotto gli occhi di tutti: le soluzioni Mare sono adottate da primarie Compagnie sempre con concreti risultati in termini di efficienza e crescita nella vendita e nel servizio alla clientela.La Società ha svolto un ruolo importante nella migrazione tecnologica del settore verso più moderni sistemi informatici ed è cresciuta progressivamente, sempre a partire da concetti e soluzioni all’avanguardia. Già nel 1991, dieci anni prima dell’avvento di Internet, grazie all’incontro con un armatore aperto alle innovazioni ha creato con il nome MOBYTEL la prima rete privata operante in 1200 agenzie di viaggio con tutte le funzioni di booking oggi possibili con Internet. Sin dagli inizi MARE ha intuito le enormi potenzialità dei sistemi distribuiti basati su reti di PC’s rispetto alle soluzioni basate su mini, che tutt’ora rappresentano un problema per numerose piccole e medie imprese che non hanno affrontato a suo tempo la necessaria migrazione. Immediata, anche per la vicinanza agli ambienti universitari, fu anche l’entusiastica precoce adesione e scelta delle tecnologie emergenti legate a Internet. Da qui il più importante primato mondiale nel 1997 con il lancio con Corsica Ferries della prima procedura di prenotazione e vendita su Internet nel settore traghetti: la seconda fu realizzata dalla P&O solo due anni dopo!Da lì si è progressivamente attivata nella progettazione e nello sviluppo di importanti applicazioni clientserver utilizzando sistemi basati sul protocollo TCP/IP. Ha così realizzato negli anni sistemi telematici sempre più efficaci e competitivi. Perseguendo il modello delle prenotazioni aeree, MARE ha contribuito, informatizzando i processi di vendita alla modernizzazione di tutto il settore con la semplificazione nella distribuzione del prodotto marittimo a partire dalla sostituzione del biglietto tradizionale, con i suoi problemi di copie e stock, a favore dei biglietti virtuali nelle varie forme (fax ticket,mail,sms…) fino all’affermarsi del concetto che il biglietto si identifica con un numero (PRN). Nel perseguire questi scopi MARE ha avuto un ruolo importante nel definire degli standard adatti alle esigenze del trasporto marittimo per il colloquio tra sistemi eterogenei. Per questa ragione quasi tutti gli armatori del mediterraneo e non solo, sia che usassero o no la procedura di booking della MARE, si sono rivolti a MARE come maggiore esperta nei protocolli di settore, per collegarsi alle grandi reti di prenotazione legate alle Compagnie aeree: è così che MARE a suo tempo ha curato il collegamento di quasi tutte le compagnie di navigazione presenti sulla rete di Alitalia SIGMA come pure ad esempio ha introdotto sia MSC che Costa Crociere su Start e Amadeus, le reti di distribuzione di prodotto turistico leader in Europa. Altro case history di grande soddisfazione quello che l’ha vista collaborare con la Snav del Gruppo Aponte, che ha conseguito in pochi anni una crescita notevolissima anche grazie all’aver adottato la procedura della MARE, denominata JAMBOTM con le sue features native per lo Yield Management, ovvero la stessa tecnologia che nel comparto aereo ha dato vita al fenomeno low cost, con prezzi variabili momento per momento in funzione delle risorse disponibili. Una soluzione oggi indispensabile per la gestione dinamica dei prezzi, che consente alle Compagnie di ottimizzare i ricavi massimizzando l’utilizzo delle navi. Infine MARE ha recentemente ricevuto una commessa da Tahiti, da una new company che opera dall’altra parte del mondo e che ha scelto MARE su suggerimento di SNCM, già cliente della Società.Altre tre importanti Compagnie hanno recentemente scelto il sistema di booking di MARE dopo una attenta valutazione di tutte le procedure presenti a livello europeo!MARE infine ha sempre curato anche la formazione dei ‘quadri’ informatici delle aziende sue clienti e soprattutto a questi interlocutori va un particolare ringraziamento per aver insieme realizzato negli anni la modernizzazione informatica del settore. MARE SRL Consulenza e Servizi in Informatica - Via Novecchio 10 - Pisa Tel. 050 579710 - Fax 050 579712 - www.mareinformatica.it www.ship2shore.it 15 CROCIERE Lunedì 14 Febbraio 2011 SPEDIZIONIERI Le navi di Louis Cruises ‘migrano’ a Malta Kuehne+Nagel porta in Norvegia il materiale del Goliat La compagnia cipriota, in polemica con le liberalizzazioni di Atene, abbandona il registro ellenico ENI affida all’operatore elvetico la logistica e il trasporto delle componenti destinate al il suo campo estrattivo Sale la tensione tra il governo greco e la compagnia cipriota Louis Cruises, che recentemente ha annunciato di voler cambiare bandiera alle unità della sua flotta attualmente registrate al Pireo. La controversia nasce dalla decisione dell’esecutivo di Atene, ratificata in Parlamento lo scorso dicembre, di consentire a navi da crociera battenti bandiera extra-europea di inserire gli scali del paese nei loro itinerari non solo come toccate, ma anche come homeport (decisione già anticipata la scorsa estate, S2S n.32/2010). Secondo il Ministro degli Affari Marittimi Yiannis Diamantidis – che ha presentato il provvedimento insieme al collega della Cultura e del Turismo Pavlos Geroulanos - quest’apertura, unita agli sgravi fiscali previsti per le cruise company, favorirà lo sviluppo dell’industria crocieristica greca con notevoli benefici non solo per il sistema portuale ma per l’intera economia del paese. Alla riforma legislativa è poi seguita un’ulteriore liberalizzazione del settore marittimo, avviata tramite un pronunciamento del Consiglio di Stato che, con una recente sentenza – duramente criticata dalla Panhellenic Union of Masters & Mates – ha ammesso la possibilità, per cittadini non greci, di assumere il ruolo di capitano a bordo di navi battenti bandiera ellenica. Louis Loizou, executive director di Louis Group, ritirando il premio “Passenger Line fo the Year” assegnato alla compagnia in occasione dei Lloyd’s List Greek Shipping Award 2010, aveva già messo in dubbio il provvedimento di liberalizzazione voluto dal governo (in quel momento in fase di approvazione da parte del Parlamento), pur senza richiamarne direttamente i contenuti. L’armatore aveva infatti sottolineato le grandi potenzialità del settore e le ricadute positive che un suo effettivo sviluppo avrebbe sull’economia nazionale, obbiettando però che gli interventi allo studio dell’esecutivo erano, almeno fino a quel momento, mirati soltanto ad individuare soluzioni provvisorie senza preoccuparsi invece di delineare un progetto strategico di lungo periodo. Loizou aveva quindi proposto che autorità, sindacati ed armatori si sedessero attorno a un tavolo per affrontare in modo serio ed approfondito l’argomento e studiare le misure necessarie. L’intervento di Louis Loizou, figlio del presidente del gruppo Costakis Loizou, era suonato come una proposta ma, allo stesso tempo, anche come un avvertimento al governo: questa non è la strada giusta. L’esecutivo di Atene ha però proseguito con la liberalizzazione e Louis Cruises ha annunciato, pochi giorni fa, la decisione di abbandonare definitivamente la bandiera greca e registrare le sue navi a Malta. Una scelta che un portavoce della compagnia ha definito “una questione di sopravvivenza”. Secondo quanto riferito alla stampa internazionale della stessa Louis, mantenere la bandiera greca comporterebbe infatti costi operativi superiori di circa 300.000 euro al mese per ogni nave rispetto a quelli sostenuti da società le cui flotte battono bandiere cosiddette ‘di comodo’. La migrazione delle cruiseship della compagnia sembra tuttavia non disturbare troppo il ministro Diamantidis che, a margine di un incontro con i rappresentanti dei 12 principali porti del paese, ha smorzato i toni della diatriba assicurando che il cambio di bandiera delle navi di Louis Cruises non costituisce assolutamente un problema. F.B. ENI ha affidato a Kuehne+Nagel il trasporto e la logistica di tutti materiali destinati all’attività dei campi estrattivi norvegesi Goliat e Marulk. Secondo quanto riportato da alcune fonti di stampa il contratto, di durata quadriennale con tre opzioni successive per altri due anni ciascuna, avrebbe un valore di 60 milioni di corone norvegesi, pari a circa 7,2 milioni di euro. “Il nostro compito – spiega Leif Arne Strømmen, responsabile della divisone norvegese di Kuehne+Nagel – sarà quello di trasportare i materiali forniti da Eni e destinati ad essere installati sia sulla piattaforma Sevan Unit (attualmente in costruzione presso i cantieri coreani Hyundai, S2S n. 7/2010), sia sul fondale marino del campo estrattivo Goliat”. K+N, per seguire al meglio le operazione dell’ENI in Norvegia, potenzierà anche la sua struttura sul territorio: “Siamo già presenti a Tananger (Stavanger) – prosegue infatti Strømmen – ma apriremo un nuovo ufficio a Hammerfest, come diretta conseguenza di questo contratto col gruppo italiano”. Francesco Bottino Nuovi contratti per K+N Il gruppo Maersk ha firmato uno dei suoi più grandi contratti di sempre con la compagnia logistica e di trasporto Kuehne+Nagel. L’accordo riguarderebbe il trasporto di circa 600.000 TEUs per conto dell’operatore svizzero e avrebbe un valore stimato superiore ai 500 milioni di euro (precisamente tra i 3,5 e i 4,5 miliardi di corone danesi). Secondo gli analisti della Danske Bank, il deal da solo costituirebbe una crescita dell’1% per Maersk Line generando un profitto di 450 milioni di corone, pari a 58,5 milioni di euro. La compagnia danese ha confermato la notizia, senza però aggiungere ulteriori dettagli. Novità anche sul fronte italiano: sarà Kuehne+Nagel a gestire la logistica e la distribuzione dei prodotti tecnologici (TV LCD e LED) della taiwanese Hannspree sul mercato del Belpaese, utilizzando come base il suo magazzino di 10.000 metri quadri nell’Interporto Quadrante Europa di Verona. Nella struttura veneta K+N riceverà dall’Asia i container, effettuerà le operazioni di sdoganamento, magazzinaggio e preparazione degli ordini per procedere poi alla distribuzione via terra in Italia e in altri Paesi europei. www.ship2shore.it 16 POLITICA DEI TRASPORTI Lunedì 14 Febbraio 2011 Genova si avvicina a Milano (almeno nelle intenzioni) Alla Mobility Conference meneghina è stata evidenziata la necessità di un collegamento ferroviario veloce tra le due città Mobilità, competitività, energia: ecco i fili conduttori della ‘Mobility Conference 2011’ promossa da Assolombarda e dalla camera di Commercio di Milano, nel corso della quale sono stati lanciati importanti messaggi di cooperazione con Genova. Nel corso del convegno di apertura, il presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, ha evidenziato l’importanza delle infrastrutture per ridare slancio all’economia italiana e la necessità di puntare su fattori strutturali per favorire la competitività del sistema economico italiano nel confronto internazionale. In particolare Sangalli ha sottolineato l’importanza di rafforzare il collegamento tra Milano e Genova a partire dalla realizzazione del progetto dell’alta velocità ferroviaria, che garantirebbe ricadute positive sia per le due città che per l’intero Paese. L’analisi di Sangalli è stata accolta con favore dal presidente della Federazione del Mare, Corrado Antonini, che ha concordato sugli effetti positivi della possibile integrazione economica e commerciale di Milano e Genova, con ha detto Antonini. “Il ruolo di Milano, capitale economica e finanziaria della zona più florida di un paese che ha nelle sue coste e nelle tante città di mare parte cospicua della sua ricchezza, è cruciale in questo senso. La Federazione del Mare appoggia tutti i progetti volti a migliorare la competitività marittima dell’Italia e ribadisce la necessità di una maggiore sensibilità dei decisori verso uno dei comparti più vitali della nostra economia”. Corrado Antonini la creazione di una macro-città del mare quale snodo fondamentale tra Rotterdam e il Mediterraneo. Il progetto di integrazione fra il capoluogo lombardo e quello ligure, conosciuto come Minova, era stato lanciato nelle scorse settimane dal Presidente dell’Autorità Portuale genovese, Luigi Merlo. “Siamo lieti che il presidente Sangalli in occasione della Mobility Conference di Milano abbia accennato alla possibile integrazione economica e commerciale di Milano e Genova, con la creazione di una macro-città del mare quale snodo fondamentale tra Rotterdam e il Mediterraneo. È importante che i temi dell’economia marittima, settore strategico dell’economia italiana che produce ogni anno un valore superiore a 35 miliardi di euro, vengano dibattuti in più sedi” Anche il presidente del Propeller Club Port of Milan, Riccardo Fuochi, ha apprezzato le dichiarazioni di Sangalli favorevoli al progetto della creazione di una macro città di mare con l’integrazione fra Milano e Genova. “In quest’ottica – ha osservato Fuochi – ritengo che un ruolo determinante lo possa giocare il progetto Uirnet che una volta implementato, potrà favorire un flusso ordinato e veloce delle merci in entrata e uscita dal porto di Genova. Questo sarà uno dei temi dei prossimi incontri del Propeller Milano, che raggruppa 100 aziende di eccellenza del mondo della logistica milanese”. A livello nazionale le attività marittime annualmente producono beni e servizi per un valore di 36,5 miliardi di euro (2,7% del PIL), di cui 14 miliardi esportati (5% dell’export nazionale), richiedono costi intermedi e investimenti fissi per 11,6 miliardi di euro (4,4% degli investimenti italiani), forniscono occupazione a oltre 165.000 addetti direttamente e ad altri 230.000 nelle attività manifatturiere e terziarie indotte. N.C. www.ship2shore.it 17 FERROVIE Lunedì 14 Febbraio 2011 Pessano triplice macchinista per la Francia Di Patrizi resta al vertice di Fercargo L’ex manager di Hannibal e Crossrail prende il timone di Captrain, Veolia Cargo Italia e Cargo Docks (Gruppo SNCF) con la nomina a nuovo amministratore delegato Cambio ai vertici di Captrain. La società di trazione ferroviaria, facente capo all’operatore francese SNCF e specializzata nel segmento cargo, ha nominato come amministratore delegato per il branch italiano. Il manager ligure vanta una notevole esperienza nel settore, avendo lavorato dal febbraio 2007 con il gruppo elvetico Crossrail, in qualità di direttore commerciale della casa madre e di direttore generale della filiale italiana. A livello europeo ha guidato lo sviluppo di Crossrail fino a raddoppiare il numero dei clienti e incrementando i volumi di oltre il 60% negli ultimi due anni. La filiale italiana ha iniziato ad operare nell’aprile 2008 (S2S n.15 e 16/2008) ed è arrivata oggi ad impiegare quasi 70 dipendenti. Pessano, laureato a Genova e specializzato in MBA alla Bocconi di Milano, ha iniziato la carriera lavorando per dieci anni presso Bain & Company, per la quale si è occupato Giacomo Di Patrizi, amministratore delegato di CFI - Compagnia Ferroviaria Italiana, è stato confermato dall’assemblea semestrale dei soci presidente di Fercargo, l’associazione che rappresenta le imprese ferroviarie private di trasporto merci. “FerCargo proseguirà nei prossimi due anni, con ulteriore forza e convinzione, la sua attività volta ad un rilancio forte del trasporto ferroviario delle merci. Ciò avverrà grazie al lavoro e alla spinta delle imprese private del comparto, che sempre più stanno investendo e assumendo personale, e grazie al supporto e alla presa di coscienza da parte delle istituzioni dell’importanza di una vera liberalizzazione” ha dichiarato Di Patrizi. “Naturalmente il risultato al quale vogliamo arrivare è quello di vedere invertito il trend negativo che da troppo tempo ormai caratterizza il nostro settore in Italia. Un settore fondamentale per lo sviluppo, la crescita e la competitività del tessuto produttivo del nostro paese, con un impatto ancor più importante per il sistema visto che può garantire, insieme ad una grande efficienza di tutto il sistema logistico nazionale, una riduzione del traffico su gomma, e quindi effetti estremamente positivi su inquinamento, sicurezza e congestione stradale”. Fondata nel febbraio 2009, FerCargo è composta da 11 imprese ferroviarie: Captrain Italia, Compagnia Ferroviaria Italiana, Crossrail, GTS Rail, Inrail, Interporto Servizi Cargo, Linea, Nordcargo, Rail Traction Company, SBB Cargo Italia e Veolia Cargo Italia. Mauro Pessano di pianificazione strategica e sviluppo del business. In seguito ha ricoperto la carica di Sales and Marketing Director per Sifte Berti, prima di approdare al gruppo Contship, per il quale ha lavorato a lungo come managing director dei branches ferroviari MarCo e Hannibal. Oltre a Captrain Pessano ricoprirà il ruolo di amministratore delegato di altre due controllate del gruppo SNCF, vale a dire Veolia Cargo Italia (operatore ferroviario) e Cargo Docks, società che gestisce una piattaforma multimodale nel modenese. Per il 2011 Captrain, che occupa 121 persone, prevede di fatturare oltre 21 milioni di euro e di operare 3.698 treni. Nel frattempo Paolo Cervetti - altro manager genovese con background radicato in ambito ferroviario - ha lasciato la carica di direttore generale di Captrain. Giacomo Di Patrizi www.ship2shore.it 18 INTERMODALE Lunedì 14 Febbraio 2011 Hupac torna in doppia cifra Nel 2010 l’operatore di trasporto combinato elvetico è tornato a crescere in maniera vistosa Torna ad aumentare in doppia cifra il traffico di Hupac, dopo un solo anno di crescita rallentata. Lo scorso anno l’operatore di trasporto combinato elvetico ha aumentato del 13,7% i volumi, raggiungendo quasi il livello da record del 2008. Complessivamente Hupac ha trasportato su rotaia 690.251 unità; pure il traffico transalpino attraverso la Svizzera è tornato in positivo (+9,5%). “Siamo riusciti a partecipare alla crescita del traffico e a consolidare la posizione della rotaia come vettore importante adeguandoci al mercato” afferma il direttore Bernhard Kunz. Come già nel 2009, Hupac ha registrato il tasso di crescita più alto nel traffico transalpino attraverso l’Austria, dove i volumi sono raddoppiati grazie al potenziamento dei segmenti BeneluxItalia e Scandinavia-Italia ed al profilo dell’asse del Brennero che consente di trasportare semirimorchi con altezze laterali di 4 metri. Anche il traffico non transalpino, nel quale rientrano le direttrici Benelux-Austria/Ungheria/ Romania, Benelux-Polonia/Russia e Belgio-Francia/Spagna, ha raggiunto il volume precedente la crisi riportando una crescita del 12,4%. Nel traffico transalpino attraverso la Svizzera la crescita è stata ostacolata da carenze infrastrutturali e scarsa qualità. Questo segmento - che rappresenta il mercato chiave di Hupac ricoprendo il 60% del traffico totale - ha registrato una crescita del 9,5%, ma è ancora inferiore del 7,6% rispetto al 2008. Anche l’Autostrada Viaggiante attraverso il San Gottardo - che comprende un collegamento giornaliero tra Basilea e Lugano - ha registrato una ripresa con crescita dell’11,9%, senza tuttavia bilanciare il crollo dell’anno precedente. Al 1° gennaio 2011 Hupac ha demandato la gestione alla partecipata RAlpin, che così gestisce l’intero servizio Ro-La della Svizzera, come richiesto dall’Ufficio Federale dei Trasporti nella gara d’appalto per la gestione del servizio fino al 2018. Tra i nuovi collegamenti vanno citati l’introduzione o il potenziamento dei collegamenti Colonia Niehl Hafen Novara, Anversa - Verona e Rotterdam - Verona. L’introduzione dei treni shuttle Singen- Brescia e Singen - Busto Arsizio ha consentito di acquisire diversi nuovi trasporti tra il Baden-Württemberg e l’Italia. Per il traffico in Spagna vanno menzionati i collegamenti Barcellona - Busto Arsizio e Barcellona - Basilea/ Aarau che dallo scorso dicembre transitano sulla nuova linea a scartamento normale, consentendo di eliminare il trasbordo al confine franco-spagnolo; sull’asse Germania -Austria/Ungheria/ Romania, l’offerta è stata potenziata ed estesa a Bradu de Sus (Pitesti). A maggio Hupac ha introdotto un nuovo collegamento Anversa - Ludwigshafen con prosecuzione a Busto Arsizio e verso la Germania dell’Est e Polonia. A metà gennaio 2011 il collegamento Rotterdam -Basilea/Niederglatt è stato integrato nella rete Shuttle Net con 9 corse settimanali. Malgrado la crescita del traffico, qualcosa ancora non torna ai vertici della società elvetica. “In numerosi settori le condizioni generali permangono critiche. La forte rivalutazione del franco svizzero si ripercuote negativamente sui ricavi e ci costringe ad adottare MEDICAL SUPPLIES WORLDWIDE MEDICINALI E MATERIALE SANITARIO, PRONTO SOCCORSO TABELLA C – WHO – MCA 1768 DESCRIZIONE MEDICINALI IN INGLESE WORLDWIDE SHIPPING 24/48 HOURS 19032 SAN TERENZO - LA SPEZIA ITALY TEL +39 (0)187 970991 - FAX+39 (0)187 971588 335 5613014 - 335 5613114 www.farmaciaghigliazza.it [email protected] ulteriori misure sul versante dei costi. Nella manutenzione dei nostri 5.000 carri vediamo un notevole potenziale di miglioramento” afferma il presidente Hans-Jörg Bertschi. “Tra le sfide rientra anche la graduale diminuzione dei contributi alla gestione prescritta dalla Legge sul trasferimento del trasporto delle merci 2011-2018. Insieme ai nostri partner ferroviari siamo alla ricerca di nuove modalità per ottenere aumenti di produttività mediante un’integrazione dei processi ancora più stretta”. Le partecipazioni alle imprese ferroviarie FFS Cargo International e Crossrail realizzate nel 2010 offrono un buon presupposto. “Abbiamo un interesse strategico per la presenza di un mercato ferroviario funzionante sull’asse del Gottardo e in tutta Europa. Puntiamo a una collaborazione stretta e costruttiva con tutti i nostri partner ferroviari e riteniamo che i sistemi aperti offrano i migliori presupposti per la crescita del trasporto combinato. Ma per contrastare la concorrenza della strada dobbiamo penetrare all’interno delle aree economiche con treni ancora più lunghi, pesanti e alti, che possano circolare in modo puntuale e affidabile e senza ostacoli ai confini” chiosa Kunz, che ritiene fondamentale la rapida attuazione degli ampliamenti della Piattaforma Luino che consentono di condurre convogli lunghi 650 metri, dopo che è finalmente stato raggiunto il consenso in merito alla necessità di un corridoio da 4 metri entro l’apertura dei tunnel di base del San Gottardo e del Ceneri. www.ship2shore.it 19 FERROVIE Lunedì 14 Febbraio 2011 In bilico l’Autostrada Ferroviaria Alpina Mentre si attende l’esito della gara indetta per trovare il nuovo gestore, il servizio di autostrada viaggiante fra Orbassano e Aiton rischia la sospensione L’allarme è arrivato per iniziativa del deputato (del Partito Democratico) Stefano Esposito che, sul suo sito, ha pubblicato la seguente denuncia: “Trenitalia ha comunicato al governo la cessazione del servizio di trasporto dell’Autostrada Ferroviaria Alpina (il servizio di ferroutage fra l’interporto torinese di Orbassano e Aiton, gestito da Trenitalia e SNCF, ndr). La responsabilità di questa decisione è attribuibile del tutto al Ministero dei Trasporti che, a differenza di quello francese, non ha approvato il budget necessario per garantire la continuità del servizio e non ha mai risposto alle sollecitazioni di Trenitalia. (…) Come mai non ci sono i finanziamenti per completare l’anno 2011? Come mai dopo 8 anni di sovvenzioni al servizio (50 per cento italiano e 50 per cento francese) ci si tira indietro all’ultimo momento con il rischio che i francesi lo gestiscano per intero nonostante la maggior parte dei clienti siano italiani”. A ciò Esposito ha aggiunto: “(…) Sembrerebbe che Trenitalia abbia dato un ultimatum al 31 gennaio chiedendo formalmente una posizione da parte del ministero italiano, in mancanza della quale sospenderà il servizio. Tale evenienza è stata confermata dai vertici di Trenitalia, che sembra abbiano già messo in moto tutte le procedure necessarie per dismettere di fatto il servizio a partire dal 13 febbraio”. Pochi giorni dopo una nota del Ministero dei Trasporti emanata a margine di un faccia a faccia fra Altero Matteoli e il Segretario di Stato incaricato dei Trasporti francese, Thierry Mariani, segnalava che “nell’incontro si è discusso anche del servizio dell’autostrada ferroviaria alpina (AFA), per la quale Matteoli ha assicurato la copertura finanziaria per l’anno in corso”. A tali rassicurazioni non deve esser però seguito alcun atto concreto, tanto che giovedì scorso Esposito, nell’ambito di un’interpellanza urgente presentata alla Camera atta a sollecitare “iniziative nei confronti di Ferrovie dello Stato per uno sviluppo infrastrutturale coerente con le linee strategiche definite dal Governo e dal Parlamento”, con riferimento al presunto disinteresse di Mauro Moretti per l’asse ferroviario del Fréjus, ricordava al Sottosegretario Bartolomeo Giachino chiamato a rispondergli: “Non bastano gli impegni: anche sull’autostrada ferroviaria alpina siamo alle videoconferenze, agli impegni - che nessuno vuole mettere in discussione - dell’onorevole Ministro, ma, ad oggi, sono parole che non trovano neanche riscontro in una lettera di risposta a Trenitalia”. A rafforzare tali ipotesi - e quindi il rischio che davvero a partire da oggi (per chi legge) il servizio di AFA non sia più disponibile - la laconica nota di Trenitalia, unico commento ottenuto sulla vicenda: “Sull’argomento sono tutt’ora in corso incontri presso il Ministero e risultano quindi al momento infondati annunci di decisioni già formalizzate”. Occorre peraltro ricordare che il problema scaturisce dal ritardo nell’espletamento della gara di affidamento del servizio oggi gestito da AFA (società compartecipata in parti uguali da Trenitalia e SNCF), lanciata qualche mese fa dai governi italiano e francese (S2S n.23/2010). Il bando, cui peraltro hanno risposto due candidati capitanati rispettivamente da Trenitalia e SNCF, prevedrebbe l’affidamento a lungo termine del servizio e un inquadramento giuridico dello stesso tale da consentire ai due Stati di continuare a sovvenzionarlo (seppur in misura minore dell’attuale, 6 milioni di euro l’anno per ogni paese) senza infrangere le normative europee sugli aiuti di Stato. Nelle more e in attesa dell’esito della gara, che prevedeva l’inizio delle operazioni del nuovo concessionario per il primo gennaio scorso, è stata prorogata la gestione del servizio (presumibilmente per tutto il 2011) da parte di AFA, che necessita però del finanziamento pubblico. Andrea Moizo www.ship2shore.it 20 INTERMODALE Lunedì 14 Febbraio 2011 Al via il primo treno di Nordossola Evento a Colonia per l’inaugurazione del collegamento intermodale con Domodossola In queste settimane si sono sentite parecchie notizie sull’avvio di nuovi treni per containers un po’ in tutta Europa, ma assistere all’esordio di un nuovo operatore intermodale, per di più italiano, non è cosa da tutti i giorni. Nei giorni scorsi, presso gli uffici del Terminal CTS Niehl-Hafen, lo staff di Nordossola ha festeggiato l’avvio operativo del suo primo treno fra Domodossola e Colonia (S2S n.43/2010) insieme ad alcuni partners come Crossrail per la trazione ferroviaria, HGK per le manovre di terminalizzazione, CTS per le operazioni nel terminal tedesco, e di clienti come Arcese, B+R, DFDS, Kuipers, Mainsped, Nothegger, Rinnen, Wetron. Il programma dell’evento è stato molto articolato e l’organizzazione, curata dai padroni di casa di CTS, ha permesso agli intervenuti di avere una visione complessiva dei complessi meccanismi che stanno dietro alla gestione di un servizio di trasporto intermodale. All’inizio il manager del progetto intermodalità di Nordossola, Alexander Gieren, ha illustrato gli aspetti particolari dell’idea commerciale che sta alla base del nuovo treno, riassunta nello slogan “il trasportatore che trasporta i trasportatori”. I clienti del treno sono soprattutto trasportatori che noleggiano in modo continuativo una parte del treno di Nordossola, da uno a sei ‘posti’ ciascuno, e diventano titolari di un piccolo company train che viaggia insieme ad altri piccoli company trains entro un convoglio di portata standard. Questo permette di suddividere i costi di messa in linea del treno, di avere la sicurezza della disponibilità del proprio posto (che ogni cliente gestisce in proprio), di contenere il costo del noleggio grazie alla stipula di contratti di medio o lungo termine che garantiscono a Nordossola la certezza dell’equilibrio economico, e anche di accedere ai sussidi della Svizzera per l’incentivazione del trasporto ferroviario, dei quali è formalmente titolare Nordossola ma che vengono integralmente girati ai clienti. Il minor costo rispetto a un tradizionale servizio spot di trasporto di un semirimorchio su treno è calcolato in oltre il 20% e fino al 30%. Ma il progetto Nordossola punta anche su altri due aspetti per persuadere i trasportatori stradali a mettere i loro rimorchi sul treno, usando argomenti molto mirati. Il primo è l’eliminazione dei tempi morti di attesa ai terminali: in quelli principali si formano spesso lunghe code agli accessi, che allungano i tempi di presa o di consegna e abbattono la redditività dei mezzi stradali. Nordossola ha fatto in modo di appoggiarsi a terminali poco affollati, come il Westkai di NiehlHafen, o addirittura di uso esclusivo come a Domodossola-Beura. Il secondo riguarda un’accurata scelta Silvio Cappelletti degli orari di partenza e di arrivo del treno. L’arrivo a metà pomeriggio di un giorno A permette ai mezzi stradali di ritirare le unità di carico in serata, portarsi dalla prima mattina del giorno B verso i luoghi di consegna, prelevare le merci per il trasporto inverso, e giungere al terminal in serata, in tempo per la partenza del treno alle 23 – e intanto ricominciare il giro ritirando il carico del treno arrivato il giorno B. Questa formula, pensata soprattutto per consentire anche a trasportatori di media grandezza di godere dei vantaggi del company train anche senza disporre dei volumi necessari a un treno completo, si è rivelata molto attrattiva, tanto che anche altri grossi operatori sono pronti ad acquisire posti sul Nordossola. Il servizio è giornaliero Lu-Ve in entrambe le direzioni, e possono essere caricate unità di carico con il profilo massimo europeo P400. Un’interessante novità riguarda i programmi futuri della società ossolana: oltre al già noto Domodossola - Moerdijk (altro terminale poco affollato a poca distanza da Rotterdam), è stato presentato un collegamento Domodossola-Mechelen (nell’area di Antwerp), e uno studio in collaborazione con alcuni trasportatori olandesi per servizi shuttle fra l’Olanda e la Svizzera centrale. Subito dopo, il direttore operativo del Terminal CTS, Oliver Haas, ha presentato il suo terminale, che si caratterizza per essere un centro di scambio tri-modale acqua-strada-rotaia, ed è dotato di una serie di bacini portuali sul Reno, dai quali soprattutto containers arrivano e partono in direzione di Rotterdam. Al Westkai hanno avuto luogo le segue a pag.21 21 www.ship2shore.it Lunedì 14 Febbraio 2011 segue da pag.20 operazioni di carico del primo treno Nordossola, con l’arrivo dei rimorchi, la presa e la sistemazione entro i carri tasca in attesa sul piazzale, con l’impiego di una grande gru a portale. In via eccezionale, era presente in testa al treno anche la locomotiva di linea della Crossrail, una Bombardier 185 nella nuova livrea della compagnia, in rosso con un marchio che riprende stilizzandola la croce bianca della Svizzera. Normalmente la locomotiva di linea prende servizio allo scalo di Koeln-Eifeltor, ma Crossrail ha voluto così sottolineare la propria partecipazione all’esordio di Nordossola. Perché questo evento è stato organizzato a Colonia e non a Domo? “Prima di tutto per una ragione tecnica – ha spiegato Silvio Cappelletti, vertice storico di Nordossola - la disponibilità dei vagoni ha reso necessario far partire il primo treno da Colonia, mentre da Domodossola la prima partenza avverrà il giorno seguente quando la stessa composizione torna verso nord iniziando l’operatività a regime con una coppia di treni al giorno. Inoltre la maggior parte dei clienti del treno ha sede in Germania/Olanda, come pure i contatti per i servizi in programma, ed è stato più semplice per loro raggiungere Colonia per condividere con noi questo momento”. Un momento che in un primo tempo era stato fissato per settembre 2010, ma a causa di lavori lungo la linea del Sempione non è stato possibile ottenere le tracce orarie per il treno. Quindi si era deciso un rinvio al 10 gennaio, poi slittato ancora al 7 febbraio per la ritardata ultimazione dei lavori stessi. “Oggi finalmente il nostro primo treno è una realtà – dice con entusiasmo Alexander Gieren – e nei prossimi giorni saremo tutti impegnati nel rodaggio delle procedure e delle operazioni ai terminals. Poi continueremo a lavorare sul piano organizzativo per lanciare le altre relazioni in programma.” Fulvio Quattroccolo Shuttlewise rinforza Mortara-Domodossola La società intermodale olandese Shuttlewise ha annunciato di aver aumentato la frequenza settimanale del treno blocco che connette Mortara con il porto di Rotterdam, attraverso uno scalo a Venlo, da quattro a cinque corse in entrambe le direzioni. Il potenziamento del servizio è iniziato il 1° febbraio e si è reso necessario in seguito all’aumento della domanda da parte dei caricatori. Il collegamento Mortara-Rotterdam è iniziato nel dicembre 2009 con tre viaggi settimanali ed è stato incrementato a quattro durante lo scorso anno. Shuttlewise consente l’invio di spedizioni occasionali ma offre anche forme d’abbonamento che prevedono un volume prefissato annualmente, con possibilità di ulteriori sconti o penalizzazioni sulla base di quanto effettivamente trasportato. La sosta nel terminal Cabooter di Venlo consente di caricare spedizioni dirette in Italia, non essendoci alcuna connessione ferroviaria diretta alternativa. www.ship2shore.it 22 HANDLING Lunedì 14 Febbraio 2011 Gottwald Italia ricomincia da sette Il costruttore tedesco di gru mobili è ora presente in nome proprio nel nostro paese tramite la filiale Demag Cranes & Components SpA nel cuore dell’operosa Brianza Sembra essere partita col piede giusto la nuova avventura italiana di Gottwald Port Technology, società del Gruppo Demag Cranes AG, che dal 2010 in Italia opera tramite la filiale Demag Cranes & Components SpA di Agrate Brianza (Monza Brianza). In passato la commercializzazione delle potenti gru mobili portuali della fabbrica con sede a Duesseldorf era affidata alla CiBi Srl di Paolo Bartoli. “Il nostro primo bilancio di esercizio – che si è chiuso il 30 settembre 2010 – è già lusinghiero con sette macchine vendute, compresa quella recente alla Speter (S2S n. 6/2011), per un valore totale di oltre 15 milioni di euro; ma abbiamo altre trattative in corso, che confidiamo di concludere positivamente in breve” illustra Gino Gherri, Responsabile della Divisione Gru Portuali ed Intermodali, prima di snocciolare l’elenco delle recenti forniture: Transped di Marghera (Gruppo Bogazzi) GHMK 6407 da 100 ton di portata utilizzata prevalentemente per il general cargo, valore di circa 2,4 milioni di Euro; Recycling di Crotone (Gruppo Arcuri) GHKM 7608, utilizzata prevalentemente per la movimentazione di pale eoliche e rinfuse; allo stesso gruppo calabrese è stata venduta una macchina portuale da 100 ton. prima in uso nello scalo belga di Anversa; Interminal di Gaeta (InterGroup) GHMK 170E da 63 ton di portata (S2S n. 2/2010); Buonefra di Ortona, GHMK 4406 da 100 ton di portata usata per tutti i tipi di merci; TAFS di Savona (Gruppo Italiana Coke), G HMK 6407B, gru a quattro funi equipaggiata con benne per la movimentazione soprattutto di carbone; Gruppo Campostano di Savona (S2S n. 34/2010) e Speter SpA di La Spezia, due GHMK 7608, del valore entrambe di oltre 3 milioni di euro, sbraccio di 51 metri, 150 ton. portata. La gru di Speter – ultimo commissioning - è stata equipaggiata anche di spreader twin-lift per la movimentazione di container. A.S. Riccardo Failla e Gino Gherri www.ship2shore.it 23 SPEDIZIONIERI Gli spedizionieri tedeschi protagonisti internazionali La Rohlig di Brema torna ai volumi pre-crisi e si rafforza sui mercati emergenti Rohlig, storico spedizioniere di Brema (la società viene costituita nel 1852 per il commercio di tabacco e le assicurazioni), registra nel 2010 una crescita sostenuta, che riporta i suoi indicatori finanziari ai livelli pre-crisi, superando i risultati del 2008. Il fatturato consolidato è stato di 83,2 milioni di euro, con un incremento del 23% sul 2009, mentre l’EBIT (il margine operativo al lordo delle imposte) è passato da 10 a 13 milioni di euro. “A livello territoriale – ha spiegato il CFO di Rohlig Hans-Ludger Körner commentando i dati – hanno fatto segnare numeri particolarmente positivi i mercati asiatici e in generale le spedizioni nell’area del Pacifico, il Sud America e l’Africa. Il tutte queste zone le nostre attività sono cresciute di oltre il 30%”. Anche l’Europa ha registrato un andamento nettamente positivo con un +18%, mentre in Germania Rohlig è cresciuta di 9 punti percentuali. La casa di spedizioni di Brema ha poi rafforzato la sua presenza nei mercati dei paesi emergenti come Cina, dove è cresciuta 55%, e India, in cui ha fatto segnare un ottimo +77%. “Questo risultato – secondo Körner – è il frutto dei nostri investimenti, con particolare riferimento all’innovazione sul fronte dell’Information Technology”. Il prossimo anno Rohlig, che ha 120 uffici in 29 paesi – in Italia opera attraverso gli uffici di Pioltello (Milano), Bologna e Verona, (la più recente, aperta nel 2008) Lunedì 14 Febbraio 2011 – e impiega in totale 1.850 persone, si concentrerà soprattutto sul mercato degli Stati Uniti, che nel secondo semestre del 2010 ha fatto registrare una crescita particolarmente sostenuta. Grazie all’accentuato dinamismo del mercato USA e alle previsioni positive anche rispetto alle altre arre geografiche, il board di Rohlig ha fissato per il 2011 un target di crescita del 15%. La casa di spedizioni tedesca, il cui capitale è in mano per l’85,2% alla famiglia Herwig, ha poi fissato alcuni obbiettivi strategici per i prossimi anni: incrementare l’offerta di servizi – ad oggi il 95% dell’attività è costituita dalle spedizioni marittime e aeree – diversificando nel settore logistico e consolidare la propria presenza sui mercati emergenti, per arrivare entro il 2018 a raddoppiare il volume delle attività. Logwin sale al 100% della sua controllata turca Sadik Baydere, nuovo direttore di Logwin Solutions Lojistik Hizmetleri L’operatore logistico e spedizioniere ha acquisito il 100% di Logwin Solutions Lojistik Hizmetleri, la suo controllata turca. Logwing controllava già il 75% del capitale, mentre il 20% era in mano all’ex direttore generale Ercan Ataman e il restante 5% era detenuto dalla compagnia logistica turca KITA. Ataman aveva abbandonato tutti i ruoli operativi a fine 2010, dopo un accordo consensuale con la casa madre, ed è stato sostituito al vertice di Logwin Solutions Lojistik Hizmetleri da Sadik Baydere, in carica dallo scorso 1 novembre. Secondo Baydere, che dopo aver lavorato 20 anni nel settore IT è passato alla logistica in qualità di responsabile per l’area Europa, America, Far East, Uzbekistan e Turchia di Barsan Global Logistics, Logwin ha grandi potenzialità di crescita in Turchia. “Se si guarda la situazione economica in Europa, la Turchia è uno dei paesi che guidano la ripresa. La produzione industriale e il commercio, che avevano sofferto in modo particolare durante la crisi, stanno ora tornando a crescere a ritmi molto sostenuti”. In Turchia Logwin impiega 49 persone nei suoi uffici di Izmir e Istanbul e offre i suoi servizi a clienti nei settori dell’automotive, dell’elettronica, dell’high-tech, del tessile e della moda. Rhenus si allea con la turca Balnak Rhenus Freight Logistics e il logistic provider di Istanbul Balnak hanno siglato un accordo di collaborazione relativamente ai servizi di trasporto tra Germania, Olanda e Turchia. La nuova partnership, che riguarderà sia carichi interi che groupage, consentirà a Rhenus di consolidare la sua presenza nell’Europa Meridionale e di raddoppiare i suoi volumi di traffico da e verso la Turchia. Le sedi Rhenus di Hilden, Duisburg, Nuremberg e Kirchheim e la filiale olandese di Velno hanno già iniziato servizi di trasporto diretti con Izmir e Bursa dall’1 febbraio, mentre da Stuttgart, Hamburg e Oldenzaal i collegamenti partiranno da metà del 2011. www.ship2shore.it 24 HANDLING Buona anche la seconda a Calata Sanità Completatone il revamping, OMG esegue lo spostamento di un’altra gru portainer al SECH di Genova Operazione riuscita anche per il secondo spostamento di una gru portainer presso il cantiere aperto al terminal di Calata Sanità a Genova da parte della OMG Officine Meccaniche Galileo Srl. “Abbiamo consegnato e trasportato, operando in tempi record – sottolinea la società di Pernumia (Padova) - la seconda Ship-To-Shore per conto di SECH Terminal Contenitori di Genova. Nonostante le rigide condizioni climatiche dell’inverno in corso, OMG ha portato a termine in appena 100 giorni il revamping della mastodontica macchina ed in sole 4 ore ha trasferito la stessa dall’area di assemblaggio, provvisoriamente concessa nel cantiere SECH, alle vie di corsa in banchina nella zona operativa. Tale operazione, come fu per la prima macchina (S2S n. 37/2010), è stata possibile grazie all’utilizzo di speciali carrelloni progettati e costruiti da OMG, grazie ai quali è stato necessario lo spostamento solo di pochissimi containers, limitando così al minimo il periodo di inattività di un terminal funzionale e altamente operativo come quello genovese”. OMG accentua il fatto della totale sicurezza dell’operazione. “Particolare attenzione è da porre sull’assenza di incidenti durante tali delicate manovre. La gru porta container, il cui peso è di 1.160 tonnellate, è stata traslata in sole 4 ore coprendo una distanza di circa 300 metri. Il trasferimento è avvenuto ad una velocità di 3 metri al minuto; grazie a questa moderata andatura non si sono verificati sovraccarichi alle ruote e all’apparecchiatura, e neanche brusche frenate o variazioni di carico. Tale condizione di sicurezza, costituisce un record nell’ultimo anno nel campo del trasporto e movimentazione di strutture complesse e ingombranti come le gru”. Anche per movimentare questa gru, è stata adottata la tecnica ‘a granchio’: i carrelloni sui quali è stata trasferita la gru, mediante appositi supporti, si spostano deviando lateralmente a destra o a sinistra, mantenendosi però paralleli ad un asse, fin quando la gru non è perfettamente posizionata sulle rotaie di scorrimento. “La collaborazione e l’alto grado di preparazione dei membri dello staff hanno consentito operazioni sicure e l’assenza di imprevisti confermando così come un successo il secondo dei 5 revamping e trasferimenti previsti in totale nel porto ligure” conclude OMG. Lunedì 14 Febbraio 2011 www.ship2shore.it 25 LOGISTICA Lunedì 14 Febbraio 2011 L’UE blocca le mire britanniche di Norbert Dentressangle L’antitrust sospende l’acquisizione di TDG, ma il gruppo francese si consola con i dati positivi del 2010 La Commissione europea stoppa in extremis l’acquisizione dell’operatore logistico britannico TDG da parte del gruppo francese Norbert Dentressangle (S2S n.46/2010), che secondo le previsioni avrebbe dovuto concretizzarsi entro la prossima settimana. A Bruxelles hanno chiesto tempo per valutare il possibile impatto di quest’operazione sulla concorrenza nel mercato della logistica e dei trasporti europei. Un portavoce di Douglas Bay Capital, la finanziaria che possiede Laxey Logistics, a sua volta società controllante di TDG, ha dichiarato che, a seguito dell’intervento dell’antitrust comunitario, il closing dell’acquisizione da parte di Norbert Dentressangle è stato rimandato a metà di marzo. Secondo le stime il valore di TDG è pari a circa 196 milioni di euro, che l’operatore francese verserà nelle casse di Douglas Bay ricavandone però in cambio un aumento del fatturato stimato in circa 3,6 miliardi di euro (il fatturato dell’operatore britannico è stato di circa 1 miliardo di dollari nel 2009). In attesa di poter concludere l’acquisizione del competitor d’oltremanica Norbert si consola con un bilancio 2010 complessivamente positivo: il fatturato del gruppo è cresciuto del 4,4% arrivando a 2,839 miliardi di euro (3,4% considerando tasso di cambio e perimetro costanti), mentre il risultato operativo supera i 100 milioni. Si consolida anche la presenza internazionale di ND, che lo scorso anno ha ricavato il 44% dall’estero, compresi i 6 milioni prodotti dalle attività americane e asiatiche di Schneider Logistics, integrate lo scorso 1 novembre. Dal punto di vista dei settori di attività resta ancora predominante il trasporto stradale, che nel 2010 ha fatturato 1,636 miliardi di euro con una crescita del 6% sul 2009, seguito dalla logistica in conto terzi, tornata sostanzialmente ai livelli pre-crisi con 1,240 miliardi e un +5,1% su base annua. Le spedizioni hanno invece prodotto, nel primo anno di attività – la divisone Freight Forwarding è operativa da inizio 2010 – ricavi per 12 milioni di euro. CMB cede a H.Essers il suo ‘braccio’ logistico La compagnia armatoriale belga CMB (Compagnie Maritime Belge) ha firmato una lettera d’intenti con l’operatore connazionale Groep H.Essers riguardo la cessione della sua controllata Hessenatie Logistics, azienda che possiede magazzini nelle località belghe di Boom, Kampenhout e Kortrijk, nelle Fiandre. Il valore dell’operazione non è statao reso noto, ma il passaggio delle quote dovrebbe conludersi entro marzo, dopo che Esser avrà effettuato la due diligence e sarà stato redatto un accordo conclusivo. Hessenatie Logistics ha 250 dipendenti e un giro d’affari di 23 milioni di euro all’anno, mentre Essers impiega un totale di circa 3.000 persone in 26 uffici ubicati in 12 paesi europei e ha un fatturato annuo di 300 milioni di euro. TNT mette il tricolore ai suoi camion TNT Express Italy sta trasportando in queste settimane centinaia di oggetti storici che saranno esposti nelle mostre in programma nel corso delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e, per onorare la ricorrenza, i 500 mezzi impiegati in questa attività sono stati decorati con i colori della bandiera nazionale. TNT supporterà Esperienza Italia, il comitato organizzatore, per tutta la durata delle celebrazioni, da marzo a novembre, e i veicoli della Special Services, la divisione di TNT dedicata ai trasporti extra-standard, percorreranno complessivamente 58.000 km per assicurare la copertura logistica dell’evento. La società ha inoltre messo a disposizione del comitato un’area logistica ed un team dedicato. Ad oggi, TNT Express Italy ha già movimentato oltre 50.000 Kg di materiale e ha distribuito 17.000 kit didattici a tutte le scuole italiane per conto di Esperienza Italia. www.ship2shore.it 26 OBITUARY Lunedì 14 Febbraio 2011 AUTOTRASPORTO Addio ad Antonio Lefebvre d’Ovidio Prosegue la crescita di Car Box Scompare l’anziano giurista, padre del Codice della Navigazione e fondatore di Sitmar e Silversea Se n’è andato all’età di 98 anni il padre del Codice della Navigazione. Nato a Napoli nel 1913, Antonio Lefebvre d’Ovidio si laureò in Giurisprudenza e in Scienze Politiche e venne chiamato dopo pochi anni a tenere i corsi di diritto marittimo e di diritto commerciale presso l’Università di Bari salvo vincere nel 1938 il primo concorso per una cattedra di diritto della navigazione presso gli Atenei di Bari, Napoli e Roma. Nel 1935 fondò, insieme a Bernardino Scorza, la Rivista del diritto della navigazione cui va il merito di aver preparato le basi per i necessari sviluppi della materia sul piano legislativo. Dal 1939 al 1942 Antonio Lefebvre d’Ovidio partecipò ai lavori della commissione di riforma dei codici e in particolare alla redazione del Codice della Navigazione. Nell’ambito dei lavori di riforma della legislazione italiana in tema di navigazione marittima, interna e aerea, un suo merito particolare fu quello di avere patrocinato l’adeguamento della normativa interna italiana, non solo alle convenzioni ma anche alle prassi internazionali. Per quanto concerne la rilevante produzione scientifica, si devono a Lefebvre d’Ovidio alcune trattazioni Il Prof. Lefebvre al varo di una nave Silversea in compagnia del figlio Manfredi e delle rispettive consorti di carattere sistematico (“Manuale di diritto della navigazione”, “Istituzioni di diritto commerciale nordamericano”, “Panorama de direito comercial italiano”) e numerose monografie (Teoria generale delle avarie comuni, La Disciplina convenzionale della responsabilità del vettore marittimo, La nazionalità delle società commerciali, La nazionalità delle società proprietarie di navi e di aeromobili, Studi per il codice della navigazione, La riforma legislativa nel campo della navigazione, L’impresa, Introduzione allo studio del diritto commerciale). Questa attività gli valse nel 1975 la medaglia d’oro al merito della cultura e della scienza. Antonio Lefebvre d’Ovidio fu titolare di importanti studi legali a Roma, Napoli e Genova, e nel corso della sua attività professionale ebbe a che fare anche con la ristrutturazione di Fincantieri, assistette il Gruppo Vlasov nell’espansione di Sitmar Cruises e nella successiva fusione con la P&O e creò Silversea Cruises, presieduta oggi dal figlio Manfredi Lefebvre d’Ovidio. Ancora lo scorso settembre non era voluto mancare alla presentazione della nuova edizione della Rivista di Diritto della Navigazione che lui stesso aveva contribuito a far nuovamente pubblicare nel 1948 dopo l’interruzione durante il conflitto mondiale. L’autotrasportatore spezzino, fornitore di fiducia e controllata di Tarros, acquisisce altri cinque mezzi Roma – Incrociato la settimana scorsa a Roma in occasione dell’assemblea annuale di Confetra (S2S n.6/2010), Silvano Maggi, amministratore delegato di Car Box, società spezzina (di Santo Stefano Magra) attiva nel campo dei trasporti via camion o ferrovia di merci principalmente containerizzate, ha fatto il punto sulla società da lui guidata, a circa un anno dall’uscita dal libro dei soci del gruppo Sogester, che, a seguito della crisi iniziata quasi due anni orsono (S2S n.15, 29/2009 e 17/2010) e non ancora conclusa (la procedura fallimentare è ancora aperta, anche se la famiglia Taraschi ha già avviato una nuova attività con l’azienda LOT Italiana), ha ceduto le proprie quote agli altri due fondatori, il gruppo armatoriale e logistico spezzino Tarros (azionista di maggioranza con il 68% del capitale) e la società di autotrasporti piacentina Transgeneral. “Car Box è un’azienda praticamente monocliente, occupandosi in modo pressoché esclusivo delle commesse di Tarros, per conto della quale effettuiamo la distribuzione terrestre dei contenitori sul territorio nazionale: considerando che quest’ultima, con l’eccezione del 2009, è cresciuta a ritmi di due cifre percentuali l’anno, noi ci siamo mossi in parallelo, arrivando oggi ad impiegare 55 persone fra autisti ed amministrativi” ha spiegato Maggi. Anche il parco mezzi di Car Box è stato via via potenziato: “Abbiamo appena acquisito altri cinque mezzi che entreranno a breve in servizio, portando la flotta a 40 unità”. Una strategia di investimento sul trasporto stradale che scaturisce da una considerazione tanto amara quanto realistica sull’altra modalità utilizzata (sempre meno) da Car Box: “Si respira un’aria di grande incertezza sul futuro del trasporto ferroviario italiano, non sappiamo cosa succederà dei traffici intermodali. Chi come noi vi aveva puntato fortemente – siamo stati a lungo importanti clienti di Italcontainer – deve fare i conti con il presente: oggi come oggi l’autotrasporto dà più garanzie di sviluppo” ha concluso Maggi. Andrea Moizo www.ship2shore.it 27 FERRY Esplodono i traffici fra Trieste e la Turchia L’eccezionale flusso di camion registrato a gennaio, dopo un già ottimo 2010, mette in ginocchio l’affollata viabilità giuliana e coinvolge anche Monfalcone Che i traffici ro-ro fra Trieste e la Turchia fossero quelli meno toccati dalla crisi economica e capaci di tornare a livelli pre-2008 (S2S n.5/2011) era cosa già nota nel porto giuliano. Più sorprendente è stato l’ulteriore incremento registrato dall’inizio del nuovo anno. Nel mese di gennaio appena trascorso fra camion completi e semirimorchi il totale dei Tir imbarcati e sbarcati dalle navi provenienti o dirette in Turchia è stato di 17.807 unità (+18,92% rispetto a gennaio 2010, +46,40% rispetto a gennaio 2009). Un fenomeno che è stato spiegato da una parte con le difficoltà per i camionisti turchi a sbarcare in Francia (S2S n.48/2010) e NEL Lines e RML Lines competono con U.N Ro-Ro Mentre registra ottimi risultati sulle tratte a lunga percorrenza con l’Italia, in casa propria U.N Ro-Ro, o, più precisamente, il fondo statunitense KKR che ne detiene il capitale, dovrà fare fronte a un agguerrito concorrente nella gara indetta dalla municipalità di Istanbul per l’acquisizione di IDO (Istanbul Deniz Otobusleri), il principale operatore (52 navi in flotta fra sea bus, fast ferries e traghetti convenzionali) di traffico passeggeri sullo stretto del Bosforo (S2S n.5/2011). La compagnia greca NEL Lines, infatti, ha stretto un accordo con il gruppo turco RHEA Girisim Sermayesi Yatirim Ortakligi – lo stesso che controlla la società di diritto greco RML Lines che ha appena esordito in un collegamento fra Brindisi e Igoumenitsa (S2S ibidem) – per la formazione di un consorzio, battezzato IDO Marmara Ege, per la partecipazione alla gara per IDO. Il periodo di data room si chiuderà alla fine di marzo, data entro la quale dovranno essere presentate le offerte. Secondo i piani della municipalità di Istanbul la procedura dovrebbe concludersi pienamente a giugno. Lunedì 14 Febbraio 2011 dall’altra con alcuni problemi insorti nel passaggio della dogana terrestre di paesi come la Romania e la Bulgaria a partire dal primo gennaio. Quali che siano le ragioni, gli armatori operanti tali collegamenti (U.N Ro-Ro e Ulusoy Sealines, entrambi turchi ed entrambi rappresentati dall’Agenzia Samer) sono pronti ad affrontare l’eventuale stabilizzazione dei suddetti incrementi con l’impiego di ulteriore tonnellaggio. Diverso il discorso per l’infrastruttura portuale. La crescita dei traffici ha creato serissimi problemi di congestione a Trieste, a causa dei camion destinati alla Turchia in sosta ad attendere l’imbarco, per i quali gli spazi dell’autoporto di Fernetti si sono rivelati insufficienti. Per il momento la soluzione avanzata dall’Autorità Portuale di Trieste, in collaborazione con la ASPO di Monfalcone, è quella di spostare in un’area di 60 mila metri quadrati del porto monfalconese, per il parcheggio e le operazioni di dogana, i Tir destinati a imbarcarsi a Trieste. Un’ipotesi che però non è stata accolta bene né dagli spedizionieri triestini, preoccupati dalla possibile ingente perdita di business, né dai colleghi di Monfalcone, allarmati dalle conseguenze sullo status quo di un simile trasferimento: ingorghi, code, e scarsa igiene in un piazzale nato per l’intermodalità e non per la sosta. A.M. www.ship2shore.it 28 GAS La risorsa energetica del futuro sarà il gas Ma in Italia la burocrazia scoraggia i nuovi investimenti. Il Nord Europa si attrezza per il bunker LNG Il gas si prepara a diventare la risorsa regina del mercato energetico per il futuro. Questo, almeno, è quanto sostenuto da Anne-Sophie Corbeau, senior gas expert dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) in un’intervista alla BBC nel corso della quale ha sottolineato che le riserve di gas potrebbero essere il doppio di quanto stimato finora ed equivalere a 250 anni di consumi agli attuali livelli. “Se fino a pochi anni fa gli Stati Uniti erano pronti a importare crescenti volumi di gas, nel 2009 sono divenuti i primi produttori del mondo” scrive Quotidiano Energia. “Un cambiamento “fenomenale” dovuto alle nuove tecnologie del gas non convenzionale, di cui, secondo la Corbeau, potrebbero esserci riserve per quasi 26.000 miliardi di mc”. Tale abbondanza di gas, secondo l’economista capo dell’Aie Fatih Birol, potrebbe però mettere seriamente a rischio lo sviluppo delle fonti rinnovabili, già compromesso dal calo dei sussidi pubblici causato dalla crisi. “Se da un lato – dice Birol - l’era del petrolio a buon mercato è definitivamente tramontata, dall’altro l’aumento della produzione di gas negli Stati Uniti e in altre regioni del mondo e delle esportazioni dall’area del Caspio porterà nei prossimi anni a un surplus di offerta che si rifletterà sui prezzi e renderà il gas sempre più competitivo nei confronti delle fonti rinnovabili”. Per quanto riguarda l’Italia, un aggiornamento del rapporto Aie sulle Politiche di emergenza Oil & Gas del nostro Paese, pubblicato nei giorni scorsi e disponibile sul sito di QE, definisce gli estenuanti processi autorizzativi “una barriera alla realizzazione di nuova capacità di stoccaggio gas”. Non stupisca il fatto che in Norvegia, dov’è stato adottato dal ministero delle Finanze un provvedimento che ha abolito la tassa sulla CO2 per le navi alimentate a metano, sia stata promossa una campagna internazionale a favore del gas. “Il nodo centrale del gas naturale uso bunker è logistico” spiega Lunedì 14 Febbraio 2011 Stefano Rocca, consulente esperto di energia e titolare di 3B Consulting. “Occorrono investimenti enormi che i suppliers sono disposti a sostenere solo se hanno la certezza di un ritorno economico soddisfacente. Tipica situazione di stallo ‘uovogallina’: senza l’uno non c’è l’altra e viceversa. Un cerchio che non si spezza se non con la coercizione (normativa) o l’incentivo economico pubblico mirato a creare un mercato (come è stato per il biodiesel)”. Intanto la Danish Maritime Authority ha lanciato un bando di gara pubblico per uno studio di fattibilità volto a realizzare un’infrastruttura portuale dedicata al rifornimento di LNG fuel alle navi. Hanno già manifestato il loro interesse e saranno tra i partecipanti diversi paesi scandinavi e alcuni dei più importanti colossi dell’energia. L’ente marittimo danese intende dare così un impulso alla politica di sviluppo delle navi alimentate a gas naturale nel Nord Europa, dove, dal 2015, entreranno in vigore norme più stringenti in tema di emissioni navali. www.ship2shore.it 29 FORNITORI Lunedì 14 Febbraio 2011 Win win strategy per i sistemi di gestione dell’acqua di zavorra La norvegese OceanSaver AS e Consilium Marine Italy uniscono le forze con un accordo di collaborazione per il marketing del Ballast Water Management System OceanSaver AS di Drammen e Consilium Marine Italy hanno siglato un accordo di collaborazione per il marketing del Ballast Water Management System. “I sistemi di gestione dell’acqua di zavorra sono sicuramente destinati ad avere un impatto significativo sia sulle nuove costruzioni che quelle in esercizio, a seguito della prossima entrata in vigore della Convenzione IMO” informa Alessandro Stefani, General Manager di Consilium Marine Italy. OceanSaver è sicuramente uno dei precursori in questo settore e propone una soluzione tecnologicamente avanzata, che combina i principi di filtrazione e trattamento per rispondere ai requisiti di prestazioni richieste. Dalle prese a mare l’acqua di zavorra viene pompata a bordo e filtrata, prima di essere sottoposta ad impulsi ad altra pressione nella camera di cavitazione. Subito dopo il processo di cavitazione, l’acqua viene sottoposta a sovrasaturazione e disinfettazione mediante l’iniezione di una miscela di azoto ed acqua attivata. L’acqua così trattata entra nelle casse di zavorra, che sono provviste di un sistema di controllo che previene perdite di azoto dalle casse come pure la contaminazione d’aria nelle casse, impedendo così potenziali ricrescite e riducendo l’ossidazione delle superfici delle casse, quindi la corrosione ed invecchiamento dei trattamenti. “Il motivo di quest’accordo di collaborazione ricade nella nostra strategia rivolta a proporre un pacchetto sempre più completo di sistemi e servizi nell’area della environmental protection, dove siamo già presenti” dichiara Stefani. “OceanSaver è sicuramente uno dei principali attori a livello mondiale in questo segmento di mercato, come dimostra un elenco referenze di oltre 22 sistemi fra installati ed in ordine, destinati sia a nuove costruzioni (fra cui 6 VLCC) e refitting. Inoltre i nostri partner dispongono della certificazione di tipo approvato sia da Enti di Classifica che Autorità Marittime ed i report di prova dimostrano la validità della soluzione. Siamo sicuri di offrire ai nostri potenziali clienti un pacchetto di sistemi e servizi di assoluto valore.” Umberto D’Amato (Perseveranza) con Sandro Stefani (Consilium) www.ship2shore.it 30 AGENTI MARITTIMI Le novità introdotte dagli Incoterms 2011 Barbara Carrara di China Shipping Italy analizza le nuove regole introdotte a gennaio Sono già state perfettamente assorbite le nuove regole Incoterms entrate in vigore a inizio 2011. La Camera di Commercio Internazionale (ICC) aveva reso nota lo scorso settembre l’approvazione della revisione degli “International Commercial Terms” costituenti il complesso delle regole e guide di riferimento per il commercio internazionale, che individuano spese e rischi della consegna delle merci. Fin dalla loro introduzione nel 1936, la Camera di Commercio Internazionale ha rivisto periodicamente queste regole col precipuo fine di meglio soddisfare le varie esigenze del commercio globale e di uniformare le varie pratiche commerciali. La nuova versione degli Incoterms considera gli intercorsi mutamenti dei traffici commerciali mondiali e tiene conto dell’ormai evidente preponderanza delle comunicazioni elettroniche e delle nuove esigenze di sicurezza nei trasporti. Più in particolare è possibile notare come la Lunedì 14 Febbraio 2011 reso l’aggiornamento degli Incoterms un’esigenza per l’utenza” spiega Barbara Carrara, Import Manager di China Shipping (Italy) Agency nonché Vice Presidente di WISTA Italia nella sua approfondita disamina dell’argomento, contenuta nell’ultimo numero di Assagenti News. “I termini FOB, CFR, CIF sono stati leggermente modificati e il momento del passaggio di responsabilità non è più rappresentato dal superamento della murata nave, ma dal momento in cui la merce è caricata a bordo con successo. Il DEQ è stato sostituito dal DAT (applicabile a tutti i tipi di trasporto non solo marittimo). All’interno del contratto commerciale le modifiche agli Incoterms hanno anche voluto soddisfare la crescente richiesta di una più precisa ripartizione dei costi e di una maggiore chiarezza per la suddivisione degli obblighi delle parti, ed è per questo che sono stati soppressi 4 termini Incoterms 2000 (DAF, DES, DEQ, DDU) e sostituiti con 2 nuove regole (DAP e DAT)”. In sintesi le nuove regole imposte dagli Incoterms 2010 possono essere classificate in due macroaree: termini marittimi (FAS, FOB, CFR, CIF) e termini multimodali (EXW, FCA, CPT, CIP, DAT, DAP, DDP). “Le modifiche che sono state introdotte con la revisione 2010, contenuta nella pubblicazione n. 715, denotano una reale e ragionata comprensione e analisi effettuata dalla Camera di Commercio Internazionale di Parigi su quelli che sono i principali problemi che incontrano gli operatori e quelle che sono le pratiche trasportistiche attualmente in uso” prosegue Carrara. “Nella revisione 2010 è stato inserito, all’interno di ogni regola, la previsione che, qualora le parti si accordino in tal senso, anche le comunicazioni e i documenti elettronici potranno essere impiegati. In pratica, nei limiti stabiliti tra le parti, le comunicazioni elettroniche acquisiscono lo stesso valore delle comunicazioni cartacee”. Incoterms 2011 Per qualsiasi mezzo di trasporto: Barbara Carrara revisione 2010 riduca le regole da 13 a 11, operando la soppressione degli Incoterms DDU, DEQ, DES, DAF e creando due nuovi acronimi, tra i quali assume particolare importanza il DAT (Delivered At Terminal) che prende in considerazione quale luogo di consegna il terminal, attualmente molto utilizzato soprattutto per la merce containerizzata. I nuovi Incoterms 2010 sono stati elaborati sulla base dei mutamenti economicopolitico commerciali mondiali (zone franche e unioni doganali), di cui si è tenuto conto per apportare modifiche significative all’edizione del 2000. “L’aumento degli scambi commerciali internazionali con la conseguente necessità di ‘sicurezza’ nelle fasi di movimentazione delle merci e il forte impiego del container hanno CIP Carriage and Insurance Paid (luogo di destinazione) CPT Carriage Paid To (trasporto pagato fino ...) DAP Delivered At Place (consegnato presso ...) DAT Delivered At Terminal (consegnata al terminal) DDP Delivered Duty Paid (reso sdoganato) EXW Ex Works (franco fabbrica) FCA Free Carrier (franco trasportatore) Solo per mare o vie navigabili: CFR Cost and Freight (costo e nolo) CIF Cost, Insurance and Freight (costo, assicurazione e nolo) FAS Free Alongside Ship (franco lungo bordo) FOB Free On Board (porto di imbarco) www.ship2shore.it 31 CROCIERE Sbarcano in Francia le crociere d’antan Classic International Cruises apre una sede a Parigi per il crocierista francese, come la disponibilità di personale francofono e di giornali di bordo e menù in francese. Altro atout su cui Classic International Cruises punta molto, reso possibile dalle suddette caratteristiche delle sue navi, è l’offerta di itinerari distanti dalle rotte più battute dalle maggiori compagnie. Arion in particolare incrocerà a partire dalla primavera Lunedì 14 Febbraio 2011 le acque di Turchia, Siria, Libano ed Egitto (conflitti permettendo), Athena sarà posizionata in estate in Scandinavia per una serie di crociere in Norvegia con partenza da Göteborg. Princess Daphne avrà Kiel come home port e muoverà alla volta del Baltico o di Capo Nord, mentre la gemella Princess Danae offrirà, noleggiata dal marchio NDS, viaggi “100% francofoni” nel Mediterraneo e in Nord Europa prima di fare rotta verso New York. Funchal, infine, sottoposta quest’anno a lavori di ristrutturazione, sarà posizionata dal 2012 a Singapore, da cui partirà per alcune crociere in Tailandia, Malesia, Hong Kong, Shanghai, Vietnam e Giappone. A.M. Ordine da 50 milioni di dollari per ABB Accentuandosi col passare del tempo il principale elemento di distinzione dalle altre compagnie da crociera, la portoghese (ma guidata dall’armatore greco George Potamianos) Classic International Cruises ha deciso che è venuto il momento di puntare fortemente sul mercato forse maggiormente indicato per un’offerta ‘classica’, di prodotti per così dire all’antica, vale a dire quello francese. Classic International Cruises ha infatti aperto poche settimane fa una sede in Francia, dove il settore crocieristico e in particolare il segmento haut de gamme delle navi di piccola taglia sono cresciuti sensibilmente negli ultimi anni. “Ciò che noi offriamo” ha spiegato il neo direttore commerciale Clément Mousset “non ha nulla a che vedere con quanto si trova sulle grandi navi. Certamente i bambini sono i benvenuti, ma le nostre navi non sono resort galleggianti per famiglie. Le nostre sono crociere ‘intimiste’, dall’atmosfera particolare, in cui si respira una maggiore contiguità con l’equipaggio e gli altri passeggeri”. Caratteristiche rese possibili dalla peculiarità della flotta composta da cinque navi costruite fra il 1948 e il 1965 (naturalmente modernizzate e rimesse più volte a nuovo, ma senza stravolgere lo stile originario), con stazze comprese fra le 6.000 e le 16.000 tonnellate e una capacità, in termini di passeggeri, dai 376 ai 707 posti. Senza dimenticare l’attenzione fortissima per la qualità della cucina e altre finezze specificamente pensate ABB gonfia il portafoglio dichiarato Veli-Matti ordini con una nuova Reinikkala, responsabile importante commessa che della divisione arriva dalla Germania. Process Automation. Il gruppo specializzato “L’affidabile ed efficiente nelle tecnologie per equipaggiamento che l’energia e l’automazione, forniamo, permette a si è aggiudicato un ordine chi opera sulle navi di da 50 milioni di dollari risparmiare sui consumi per fornire sistemi di di carburante e di ridurre distribuzione di potenza l’impatto inquinante. e propulsione per due Inoltre, la stessa navi da crociera di tecnologia assicura il nuova generazione che comfort e la sicurezza dei saranno costruite dalla passeggeri”. La sede genovese di ABB dov’è stato presentato il progetto del Centro Direzionale Integrato di Sestri Ponente Meyer Werft presso i Questo ordine include suoi cantieri navali di sistemi di generazione e Papenburg, in Germania, per conto di distribuire una considerevole quantità distribuzione di energia, motori per Norwegian Cruise Line. Queste nuove di energia per la propulsione e le eliche di manovra e due sistemi di unità avranno una stazza di 143.500 utenze a bordo nave. “Le soluzioni propulsione da 17,5 megawatt che tonnellate, potranno trasportare più ABB per i costruttori navali assicurano includono trasformatori, azionamenti di 4.000 passeggeri e batteranno ogni affidabilità nella generazione e e unità di propulsione Azipod XO. primato essendo le più grandi navi da distribuzione dell’energia a bordo L’efficiente sistema di propulsione nave, oltre che fornire sistemi di azipodale garantisce meno consumi crociera mai costruita in Germania. tecnologicamente di carburante rispetto ai sistemi I sistemi forniti da ABB aiuteranno propulsione a massimizzare l’efficienza avanzati che aiutano le grandi navi tradizionali e garantisce una migliore del combustibile, migliorare la a navigare in velocità e in sicurezza, manovrabilità in tutte le condizioni manovrabilità oltre che generare e consumando meno carburante” ha operative. www.ship2shore.it 32 ASSICURAZIONI Nuova iniziativa divulgativa di ANIA Edita una rivista trimestrale online bilingue che affronta tematiche di particolare attualità nei settori Aviation e Marine legati al mondo delle assicurazioni nei trasporti Pregevole iniziativa editoriale – ma, ovviamente, senza scopo di lucro come da fini statutari - dell’ANIA che, coerentemente ai propri compiti istituzionali, continua nell’opera di divulgazione di contenuti di indubbia utilità professionale per i destinatari, ovvero le società che sono membri dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, fondata a Roma nel 1944 (attualmente vi aderiscono 179 imprese associate e 3 assistite, pari al 90% del mercato assicurativo italiano in termini di premi). “Marine Aviation & Transport Insurance Review è la nuova rivista trimestrale online bilingue che affronta tematiche di particolare attualità nei settori Aviation e Marine” spiega Cristina Castellini, della Direzione Vita e Danni non auto, Responsabile per le Assicurazioni Aeronautiche e Trasporti, la quale dalla sede milanese di ANIA cura la nuova pubblicazione in qualità di editor. “Dal sommario i lettori possono accedere direttamente agli articoli di loro interesse. Qualsiasi spunto collaborativo sarà benvenuto e contribuirà a migliorare i contenuti della rivista e, soprattutto, a farne uno strumento sempre più in linea con le esigenze dei nostri lettori”. Prestigioso il Comitato Direttivo, formato da personaggi di spicco dell’industria assicurativa nazionale ed internazionale, professionisti del settore giuridico ed accademico che forniscono anche alcuni contributi editoriali: Andrea Dalle Vedove (Head of Marine and Aviation Department of Corporate Risks delle Generali), David Gasson (Secretary General of International Union of Aerospace Insurers), Sean Gates (avvocato Gates & Partners Solicitors di Londra), Anna Masutti (Professore Diritto Aeronautico Università di Bologna e senior partner Studio Legale AS&T), Pablo Mendes de Leon (Professore Diritto Aeronautico e Spaziale dell’Università di Leida, Olanda), Alessandro Morelli (Marine Underwriting Manager AXA Corporate Solutions, Genova), Claudio Perrella (senior partner Studio Legale AS&T), Massimo Nicola Spadoni (Head of Cristina Castellini Marine Cargo Dept. SIAT Spa), Fritz Stabinger (Secretary General IUMI). Il primo numero comprende i seguenti argomenti: La Riforma del sistema di Port State Control del Protocollo di Parigi, di Alessandro Morelli; Il sistema di sanzioni internazionali contro l’Iran e le conseguenze sui mercati assicurativi, di Alessandro Morelli; Incoterms 2010: le novità relative alla copertura assicurativa della merce, di Claudio Perrella; Volcanic ash and carriers rights against ANSPs, by Sean Gates; L’indennizzo del danno da smarrito bagaglio e le ripercussioni in ambito assicurativo, di Pietro Nisi; Il nuovo regolamento sul volo VDS e le novità sotto il profilo assicurativo, di Pierpaolo Vinci; La responsabilità civile delle compagnie di assicurazione nel volo da diporto, di Massimo Pultrone; European Passenger rights: the pendulum has swung too far, by Paul Freeman and Alison McKenzie; CMR Forum Shopping: pros and cons of the Dutch jurisdiction, by Benedict Janssen and Carina Vollebregt; Trasporto nazionale di merci su strada: la ripartizione dell’onere probatorio e l’equiparazione della colpa grave al dolo, di Alessio Totaro. “L’idea è nata dalla considerazione che vi è in questo momento un vuoto non coperto dalle riviste di settore, in quanto le riviste giuridiche sono spesso complesse e di difficile consultazione, mentre altre pubblicazioni relative agli aspetti giuridici del trasporto si occupano dei profili assicurativi in modo solo sporadico” spiega ancora ANIA. “Una rivista periodica on line dedicata al settore è sembrata una soluzione pratica e di facile fruizione per le imprese che possono così disporre di uno strumento di consultazione ed aggiornamento in tema di sviluppi e novità normative e giurisprudenziali delle assicurazioni del trasporto nelle sue diverse articolazioni: aereo, marittimo e terrestre con focus sulle diverse tipologie di rischi - Corpi, merci, responsabilità civile- e con approfondimenti anche su tematiche qualche volta trascurate, come i profili assicurativi relativi alla responsabilità degli ausiliari del trasporto, dei terminalisti, o l’assicurazione della responsabilità per eventuali difetti di prodotti e beni impiegati nella filiera del trasporto. Rappresenta inoltre un osservatorio indiretto sui lavori in sede ANIA, IUMI e IUAI, con possibilità quindi di un aggiornamento costante e sintetico sulle novità del settore e sulle tematiche di maggior rilievo”. Lunedì 14 Febbraio 2011