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RUNNER RESPIRA!!! La respirazione e muscoli

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RUNNER RESPIRA!!! La respirazione e muscoli
RUNNER
RESPIRA!!!
La
respirazione
e
muscoli
respiratori.
Cari Runners e sportivi in genere, oggi
parliamo della respirazione e dei muscoli
implicati in tale atto.
Dobbiamo dire che il discorso è veramente,
veramente ampio, e segue diverse teorie,
metodiche e analisi dalle più semplici alle
estremamente tecnologiche e complicate.
Consideriamo inoltre che ogni sport ha la sua particolare
respirazione, dove certi muscoli vengono adoperati più di
altri e rimangono più tonici e accorciati rispetto ad altri.
Ogni atleta trova il suo modus operandi per quanto riguarda la
respirazione: una tecnica propria basata sul duro allenamento,
nelle condizioni più varie, con un buon compromesso tra
frequenza e modalità respiratoria, riempimento e svuotamento
polmonare, a seconda appunto del tipo di fisicità e di sport
praticato, della soggettività fisiologica e dell’esperienza.
Diamo un’occhiata come di consueto all’anatomia.
La respirazione si divide in due modalità
diaframmatica e costale.
Vediamo di che si tratta.
principali:
fig.1
La respirazione diaframmatica, che è quella che dovrebbe
essere la più efficace e “capiente” per il riempimento
funzionale polmonare, viene data appunto dal diaframma
(visione dal basso nella figura1), un muscolo che crea una
volta sotto i polmoni, con la base agganciata alle costole
inferiori, che permette con la sua contrazione di riempire la
cavità polmonare per depressione. Ovviamente (e questo vale
per tutte le contrazioni muscolari) tutti i movimenti del
corpo sono funzionali se esistono muscoli che fanno azione
agonista, se i muscoli antagonisti si rilasciano al momento
giusto, e se altri muscoli stabilizzano il movimento,
consentendo il corretto funzionamento di entrambi i gruppi
muscolari.
Ciò
detto
i
gruppi
muscolari respiratori non
fanno
eccezione:
io
individuerò i principali
per
farvi
meglio
comprendere, tralasciandone
altri che, se dovessimo
entrare nello specifico,
appesantirebbero
drasticamente il carattere
discorsivo della lettura.
Intuitivamente in fase
INSPIRATORIA il diaframma
si contrae facendo presa
sull’arco costale, la volta
di abbassa e provoca una
depressione con conseguente riempimento dei polmoni. Nella
fase ESPIRATORIA il diaframma si rilassa e i muscoli
intercostali insieme agli addominali si contraggono e aiutano
l’espirazione.
Nella respirazione costale invece, i muscoli accessori della
respirazione (accessori perché hanno una funzione più
specifica, ma che contestualmente vengono utilizzati
inconsciamente anche per la respirazione), consentono una
elevazione delle cassa toracica e una apertura in senso
trasversale delle costole, aiutando e
all’attività inspiratoria del diaframma.
contribuendo
Dalle immagini non risulta, ma anche i muscoli come il gran
pettorale, il piccolo pettorale e il dorsale e diversi altri
contribuiscono all’attività respiratoria.
Ed ecco allora che risulta intuitivo come, contratture
cervicali o dolori costali o muscolari, o addirittura
situazioni non fisiologiche del diaframma o di carattere
posturale, possano ridurre la corretta funzionalità
respiratoria, inficiando il risultato sportivo (parlando per
gli atleti). Non solo, possono avere ripercussioni anche sulla
fisiologia osteo articolare generale.
ATLETA RICORDA: UN MUSCOLO BEN ALLUNGATO , E’ UN MUSCOLO
POTENTE, CHE BEN SVOLGE LA SUA FUNZIONE, UN MUSCOLO CON
RIDOTTA ESCURSIONE E CONTRATTO , COMPIRA’ LA SUA FUNZIONE MALE
E IN MANIERA RIDOTTA.
Ecco
che
allora
bisognerebbe
fare
attenzione e curare anche
questo aspetto per il
miglioramento
della
prestazione sportiva.
Esiste in genere una “brutta abitudine” abbastanza ricorrente,
più marcata in certi sport. Si definisce Ipercapnia. Molto
spesso tendiamo a voler riempire i polmoni di ossigeno
soprattutto quando siamo in debito da sforzo e “dimentichiamo”
di svuotare pienamente e forzare l’espirazione completamente.
Rimanendo in uno “stato di inspirazione forzata”.
Questo cosa comporta?
Semplicemente che la cassa toracica rimane per maggior tempo
“espansa”, che il diaframma rimane contratto agendo in maniera
compressiva sull’arco costale, e, come si vede in figura da
sotto, comprime e limita anche tutte le strutture che lo
attraversano: vena cava, aorta, tratto gastrico e compressione
organi viscerali.
Non bastasse, avete mai sentito parlare di SPAZIO MORTO
FISIOLOGICO? Ve lo spiego in due parole: lo scambio tra
ossigeno e anidride carbonica avviene nei polmoni grazie a
organelli preposti (alveoli polmonari). Solo lì si ha lo
scambio. Ma gli alveoli non sono presenti nel tratto
bronchiale e ovviamente nel tratto superiore dell’apparato
respiratorio. Quindi cosa succede? Parte dell’aria che entra
rimane confinata in quel tratto, che non prevede alcuno
scambio gassoso funzionale per l’organismo: quindi perdete
percentuale di ossigenazione in entrata e ancora più
importante, non rilasciate tutta la CO2 in uscita che potreste
potenzialmente eliminare con un atto respiratorio.
Provate a respirare in modi diversi curando bene L’ESPIRAZIONE
, usando diverse tecniche anche non in allenamento, con
tecniche di rilassamento. Esistono terapie posturali e
fisioterapiche in grado di aumentare la capacità respiratoria
e allungare i muscoli in situazioni “patologiche”
consentendovi proprio come un allenamento, di migliorare la
vostra performance.
Spero di avervi dato un input in più per procedere al
miglioramento delle vostre capacità o per correre ai ripari in
caso di problemi che, potrebbero secondo voi non avere un
origine precisa, ma che ricorrono non così raramente in
sportivi e non.
A vostra disposizione,
Dr Fisiorun Nicola Vermi.
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