implicazioni glottodidattiche del sistema dei neuroni specchio
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implicazioni glottodidattiche del sistema dei neuroni specchio
UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA MASTER ITALS IN DIDATTICA DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANA A STRANIERI IX CICLO INDIRIZZO: LS DIDATTICO TESI Dal gesto alla parola: implicazioni glottodidattiche del sistema dei neuroni specchio! Candidata: FABIANA GALIUSSI Tutor: MICHELA FALAPPONE Anno Accademico 2008/2009 INDICE Introduzione……………………………………………………………………….1 PARTE TEORICA…………………………………………………………….......3 Neuroni con proprietà visuo-motorie: la comprensione pragmatica e la nuova dimensione della corporeità……………………………………………………….3 1.1. La scoperta dei neuroni canonici e la rappresentazione motoria degli oggetti nel circuito AIP – F5 della scimmia……………………………...4 1.1.1. Il significato funzionale dei neuroni canonici e il concetto di affordance…………………………………………………………...5 1.2. La scoperta dei neuroni specchio nella scimmia: il circuito F5-PF/PFG e la comprensione delle azioni altrui……………………………………..7 1.3. Il sistema dei neuroni specchio nell’uomo: significato funzionale…..11 1.3.1. Comprensione delle azioni e delle intenzioni altrui……………...12 1.3.2. Imitazione e apprendimento……………………………………...13 1.3.3. Dalla comunicazione gestuale al linguaggio……………………14 1.3.4. Empatia……………………………………………………….….17 2. Neuroni visuo-motori, memoria e apprendimento delle lingue straniere: implicazioni glottodidattiche…..………………………….…………………18 2.1. Il contesto fisico, socio-culturale ed emotivo come risorsa………….21 2.2. Sperimentazione sensoriale come modalità privilegiata di acquisizione delle lingue: l’esempio del Total Physical Response ……………...….22 PARTE OPERATIVA…………………………………………………………...25 Introduzione……………………………………………………………………...25 3. Prima Unità Didattica………………………………………………………...27 ! 3.1. Motivazione…………………………………………………………..27 3.2. Globalità……………………………………………………………...27 3.3. Analisi………………………………………………………………..30 3.4. Sintesi ………………………………………………………………..35 3.5. Riflessione e Controllo……………………………………………….38 "! 4. Seconda Unità Didattica…………………………………………………….40 4.1. Motivazione………………………………………………………….40 4.2. Globalità……………………………………………………………..41 4.3. Analisi………………………………………………………………..45 4.4. Sintesi………………………………………………………………..48 4.5. Riflessione e Controllo……………………………………………....50 5. Conclusioni…………………………………………………………………..53 Bibliografia………………………………………………………………………54 Sitografia…………………………………………………………………………56 ! ""! Introduzione In questo lavoro vengono prese in esame le possibili implicazioni glottodidattiche di alcune recenti scoperte in ambito neuroscientifico che, per mezzo dei dati ottenuti con l’impiego di sofisticate apparecchiature di ricerca e diagnosi, hanno permesso di fornire una spiegazione in termini fisiologici e neourobiochimici a molti aspetti della cognizione umana quali la percezione, la comprensione degli atti e delle emozioni altrui, la capacità imitativa, le forme di comunicazione gestuali o vocali. Di particolare rilievo nel panorama neuroscientifico è stata la rivoluzionaria scoperta di due classi di neuroni visuo-motori, denominati rispettivamente neuroni “canonici” e neuroni “specchio”, che si contraddistinguono per la capacità di associare proprietà di carattere sensoriale (principalmente visivo) a proprietà di carattere motorio. Tale scoperta ha contribuito a mettere in discussione la tradizionale concezione logico-astratta dei processi mentali e cognitivi prevalsa fino al recente passato, che prevedeva la netta separazione tra le aree sensoriali del cervello preposte alla codifica degli stimoli sensoriali visivi, somatosensitivi e uditivi, e le aree motorie preposte all’organizzazione dei movimenti. Il funzionamento di queste popolazioni di neuroni che codificano in un “formato” comune sia informazioni sensoriali che motorie, impedisce di etichettare queste aree come sensitive pure e motorie pure e suggerisce l’esistenza di uno stretto rapporto tra motricità (sistema motorio), percezione e processi cognitivi. Numerose sono le ricerche svolte in questo settore e altrettante quelle ancora in corso con l’obiettivo di descrivere in maniera sempre più accurata e completa il funzionamento di questo meccanismo neurale nell’uomo e di fornire un’interpretazione completa delle sue funzioni. È stato appurato che la funzione primaria di questi neuroni è quella di rendere possibile il riconoscimento, e quindi la comprensione, del significato degli atti altrui, dove per atto si intende un insieme di movimenti finalizzati al compimento di uno scopo. Come sostengono Giacomo Rizzolatti e Corrado Sinigaglia (2006:3) protagonisti della scoperta dei neuroni specchio e autori del saggio “So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio”: ! #! È in questi atti, in quanto atti e non meri movimenti, che prende corpo la nostra esperienza dell’ambiente che ci circonda e che le cose assumono per noi immediatamente significato. Lo stesso rigido confine tra processi percettivi, cognitivi e motori finisce per rivelarsi in gran parte artificioso: non solo la percezione appare immersa nella dinamica dell’azione, risultando più articolata e composita di come in passato è stata pensata, ma il cervello che agisce è anche e soprattutto un cervello che comprende. Tale comprensione realizzandosi attraverso un’immediata trasposizione in termini motori di dati di tipo sensoriale e prescindendo da ogni esplicita e deliberata azione teorica conoscitiva viene definita comprensione pragmatica e riguarda sia le possibilità di azione che abbiamo in un determinato contesto sia gli eventi motori che in esso si realizzano. Grazie alle ricerche condotte dal gruppo di neuro scienziati di Parma, autori della scoperta, e dai loro collaboratori a partire da queste premesse si è potuto poi appurare come il sistema specchio svolga un ruolo importante anche nell’imitazione di atti e, conseguentemente, nell’apprendimento via imitazione e come offra le basi neurofisiologiche per la creazione di quello spazio intersoggettivo condiviso che supporta le modalità di comunicazione linguistica ed empatica. Nella prima parte di questo lavoro sono illustrate le recenti acquisizioni delle neuroscienze in relazione al funzionamento dei neuroni canonici, dei neuroni specchio e del sistema motorio e al ruolo del sistema specchio in relazione ad alcune facoltà umane quali l’imitazione, l’apprendimento, il linguaggio e le emozioni. Nella seconda parte sono presentate due proposte didattiche per l’acquisizione dell’italiano in un contesto LS che assecondano e valorizzano il funzionamento dell’attività cerebrale relativamente agli aspetti discussi nella parte teorica. ! $! PARTE TEORICA 1. Neuroni con proprietà visuo-motorie: la comprensione pragmatica e la nuova dimensione della corporeità. La scoperta dell’esistenza di neuroni con proprietà visuo-motorie prima nella scimmia e poi nell’uomo è avvenuta grazie all’analisi di alcuni semplici gesti della mano e della bocca. I primi ad essere stati scoperti nell’area F5 della corteccia premotoria ventrale1 della scimmia, la quale contiene rappresentazioni motorie della mano e della bocca, sono stati i cosiddetti “neuroni canonici”, una particolare classe di neuroni di tipo visuo-motorio che si attivano sia durante l’esecuzione di specifici atti motori riferiti a un oggetto tridimensionale sia durante la semplice osservazione dell’oggetto stesso, intervenendo in maniera decisiva nel processo di trasformazione dell’informazione visiva relativa a un oggetto negli atti motori necessari per interagire con esso. Al secondo gruppo di neuroni, anch’essi primariamente individuati nell’area F5 della corteccia premotoria ventrale della scimmia, è stato dato il nome di “neuroni specchio” per la loro proprietà caratteristica di attivarsi sia quando il soggetto esegue una determinata azione in prima persona, sia quando osserva la medesima azione mentre è compiuta da altri. In altri termini, l’osservazione di un’azione provoca nell’osservatore l’attivazione dello stesso circuito nervoso deputato all’esecuzione dell’azione osservata. Questa codifica dell’informazione sensoriale in termini motori induce nell’osservatore un meccanismo di “rispecchiamento” che è responsabile dell’immediato riconoscimento dei gesti altrui e del loro significato. Ciò che accomuna, dunque, questi due tipi di neuroni è che entrambi generano in chi osserva una rappresentazione motoria interna di un’azione indipendentemente 1 L’area premotoria ventrale è parte della corteccia motoria secondaria la quale, a sua volta, assieme alla corteccia motoria primaria, alla corteccia associativa parietale posteriore e alla corteccia associativa prefrontale dorsolaterale, costituisce una delle principali aree corticali del sistema sensori-motorio. L’area premotoria ventrale, composta dalle aree F4 ed F5, è coinvolta soprattutto nell'elaborazione motoria di alto livello, come la preparazione e la programmazione di sequenze di movimenti e la coordinazione di movimenti complessi e bilaterali. ! %! dal fatto che la si stia effettivamente compiendo, che se ne stia anticipando il compimento o che si sia assistendo al suo compimento ad opera di altri. La comprensione tanto delle proprie possibilità d’azione quanto delle azioni altrui in un determinato contesto non sarebbe esclusivamente frutto di un’operazione conoscitiva volontaria a livello cognitivo, ma avrebbe un carattere pragmatico. Si parla infatti di comprensione pragmatica in riferimento alla possibilità del cervello di capire il significato degli atti compiuti da altri unicamente sulla base delle proprie competenze motorie, senza che si renda necessaria la rielaborazione cognitiva dei dati percettivi. Alla luce di queste scoperte si è resa necessaria una rivalutazione della funzione del sistema motorio, per decenni relegato a compiti puramente esecutivi del movimento privi di valenza percettiva o cognitiva. La corporeità inzia così ad essere rivalutata come condizione necessaria per lo sviluppo dei processi cognitivi e sociali dal momento che l’elaborazione dei dati sensoriali necessari per l’attuazione di un movimento comincia già a livello del sistema neurale adibito al controllo del movimento stesso. Queste due classi di neuroni visuo-motori formano assieme parte costitutiva di un più complesso meccanismo neurale che coinvolge l’area frontale2 e quella parietale3 della corteccia cerebrale codificando in un formato comune le informazioni sensoriali e motorie, come descritto nel prossimo paragrafo. 1.1. La scoperta dei neuroni canonici e la rappresentazione motoria degli oggetti nel circuito F5-AIP. L’analisi del comportamento di singoli neuroni dell’area F5 della scimmia ha permesso di appurare che essa è formata da neuroni motori i quali, in maggioranza, non codificano singoli movimenti bensì atti motori, cioè movimenti 2 !La corteccia frontale umana costituisce almeno 1/3 dell’intera superficie cerebrale. La parte più anteriore, che a sua volta può essere suddivisa in un’area dorsolaterale ed una regione orbito frontale, è denominata corteccia prefrontale ed ha diffuse connessioni col resto del cervello. È una struttura che media le abilità del pensiero astratto, organizza il comportamento in sequenze logiche e temporali e inibisce le risposte inappropriate agli stimoli ambientali. 3 L’area parietale posteriore, divisa in corteccia parietale inferiore e superiore, oltre ad essere deputata all’elaborazione di determinati aspetti dell’informazione sensoriale, è coinvolta in compiti di programmazione motoria in parte anche in collaborazione con le aree prefrontali'! ! &! coordinati da un fine specifico. Questa affermazione trova conferma nel fatto che i neuroni di F5 che si attivano, ad esempio, all’atto di afferrare un pezzetto di cibo, si attivano indipendentemente dal fatto che l’atto sia compiuto con una delle mani o con la bocca, mentre non rispondono a movimenti degli stessi effettori compiuti durante l’esecuzione di atti con finalità diversa. Ulteriore riscontro del fatto che questo gruppo di neuroni identifichi lo scopo dell’azione si trova nella constatazione che uno stesso movimento, la flessione di un dito, che attiva un neurone durante l’atto di afferrare non lo attiva in un atto con finalità diversa, quale può essere l’atto di grattare4. Da qui l’ipotesi che in F5 gli schemi motori formino un “vocabolario d’atti” rappresentativo del repertorio di azioni eseguibili dal soggetto che viene selettivamente attivato dalla percezione di oggetti tridimensionali. Una caratteristica interessante dei neuroni di F5 è che un numero considerevole di essi scarica, ossia si attiva, anche in presenza di stimoli visivi. Da uno studio di Akira Murata e collaboratori5 è emerso che i neuroni che si attivano durante l’esecuzione di un compito si distinguono in neuroni motori che scaricano durante l’esecuzione dell’atto motorio (p. es. afferramento) e in neuroni visuo-motori che scaricano alla sola presentazione dell’oggetto, prima o in assenza di presa. Inoltre, tutti i neuroni visuo-motori che rispondono solo ad uno specifico tipo di presa (selettività motoria), rispondono solo alla vista di oggetti per i quali quella presa risulta essere efficace (selettività visiva). Tali neuroni, chiamati “canonici”, poiché già dalla prima metà del Novecento se ne era ipotizzata l’esistenza nella corteccia premotoria, condividono le proprietà visuo-motorie con un gruppo di neuroni dell’area intraparietale anteriore (AIP), da cui ricevono gran parte dell’informazione visiva e con cui creano un circuito coinvolto nelle trasformazioni visuo-motorie necessarie per afferrare un oggetto. Hideo Sakata e collaboratori6 avevano già rilevato anche in AIP, accanto a neuroni a dominanza visiva, la presenza di neuroni a dominanza motoria e visuomotoria, fatti poi corrispondere rispettivamente ai neuroni motori e visuo-motori 4 Rizzolatti & Sinigaglia, (2006: 25) !Ibid., 28 6 Ibid., 31! 5 ! ! (! dell’area F5. Inoltre, anche i neuroni di AIP mostrano selettività visiva rispondendo alla vista ed alla presa di uno specifico oggetto o di un ristretto gruppo di oggetti: alcuni rispondono ad oggetti sferici, altri ad oggetti cubici, altri ad oggetti piatti e così via.7 Da ciò si evince che i neuroni di AIP e di F5 attivi durante la presa di un oggetto, fanno parte di un circuito AIP-F5 la cui funzione è quella di trasformare le proprietà visive dell’oggetto in proprietà motorie al fine della presa. Ipotesi che è stata confermata da esperimenti che hanno verificato come l’inattivazione alternativa dell’area F5 e dell’area AIP comporti serie difficoltà nel conformare la mano alle caratteristiche dell’oggetto per la presa8. 1.1.1. Significato funzionale dei neuroni canonici e il concetto di affordance. Come si è visto, attraverso i neuroni canonici l’informazione visiva relativa ad un oggetto viene tradotta in informazione motoria e più precisamente negli atti motori necessari per interagire con esso. Ciò significa che attraverso il meccanismo di attivazione di questi neuroni percepiamo lo spazio attorno a noi, il contesto, in termini di possibilità d’azione prima ancora che intervenga l’elaborazione concettuale ed indipendentemente da essa. Il significato funzionale di questo meccanismo neuronale può essere rintracciato nella nozione di affordance, termine coniato dallo psicologo della visione James J. Gibson per definire le proprietà dell’ambiente che si offrono ad ogni essere umano o animale in termini di possibilità d’interazione. La nozione, introdotta per la prima volta in un articolo non pubblicato del 1971, è ripresa e ampliata in successive pubblicazioni, dove Gibson definisce le affordances come le possibilità di azione latenti nell’ambiente, misurabili oggettivamente e indipendenti dalla capacità dell’individuo di riconoscerle, ma pur sempre riferite all’individuo e quindi dipendenti dalle sue capacità9' Esse non sono riducibili alle proprietà fisiche dell’oggetto, ma rimandano ad opportunità pratiche che l’ambiente, e gli oggetti in esso presenti, offrono al determinato organismo che li percepisce ed interagisce con essi. Si tratta quindi di una proprietà che non appartiene né 7 Ibid., 32 Ibid., 33 9 Gibson, J.J. (1979) 8 ! )! all’oggetto né al suo usufruitore, ma è individuabile nella relazione che tra essi si instaura. Queste qualità percettive degli oggetti attivano gruppi specifici di neuroni dell’area intraparietale anteriore e l’informazione così selettivamente elaborata viene trasmessa ai neuroni visuo-motori di F5, i quali non codificano più le singole affordances bensì, come visto, gli atti motori ad esse corrispondenti. Il concetto di affordance rispetto all’iniziale definizione di Gibson è andato incontro ad una ricca elaborazione teorica che ha portato alla distinzione in affordances naturali e culturali.10 Queste ultime, a differenza di quelle naturali a cui si è fatto finora riferimento, riguardano oggetti di valore culturale caratterizzati dal fatto che il loro uso è culturalmente determinato. Per esempio, se una sedia normalmente offre all’adulto la possibilità di sedersi e al bambino piccolo quella di accovacciarvisi sotto per nascondersi (entrambi esempi di affordance naturale dipendente dal rapporto possibilistico tra l’oggetto e il soggetto agente), per la stessa sedia esposta in un museo come opera d’arte non sarebbero affordances valide. In entrambi i casi quello che le affordances ci suggeriscono è lo stretto rapporto intercorrente tra il soggetto agente, e nel nostro caso anche apprendente, con l’ambiente tanto fisico quanto socio-culturale [cfr. cap. 2.1]. 1.2. La scoperta dei neuroni specchio nella scimmia: il circuito F5-PF/PFG e la comprensione di azioni . All’inizio degli anni Novanta un gruppo di neuroscienziati dell’Istituto di Fisiologia dell’Università di Parma coordinato da Giacomo Rizzolatti scoprì una popolazione di neuroni nell’area premotoria F5 del cervello delle scimmie, caratterizzati dalla proprietà di attivarsi non solo quando la scimmia eseguiva azioni finalizzate con la mano (ad esempio afferrare un oggetto) o con la bocca, ma anche quando osservava le stesse azioni eseguite da un altro individuo, sia che si trattasse di un’altra scimmia o di un essere umano 11. 10 11 ! Ziglari, L. (2008) !Di Pellegrino et al. (1992)! *! Analogamente ai neuroni canonici, la cui attivazione è funzionale all’identificazione e pre-attivazione delle potenzialità pragmatiche di un oggetto osservato, anche in questo caso l’informazione neuronale visiva relativa ad un determinato tipo di atto è in grado di generare nell’osservatore una rappresentazione interna che “rispecchia” (da cui la scelta di denominare questi neuroni “specchio”) il movimento osservato riconducendolo al suo repertorio di atti motori.12 Inoltre, come i neuroni canonici, anche i neuroni specchio sono inclusi in un circuito neurale più ampio che integra diverse aree corticali in quanto ricevono l’informazione visiva dal Solco Temporale Superiore (STS) attraverso la mediazione del settore del lobo parietale inferiore formato dalle aree PF e PFG 13 le quali contengono i cosiddetti neuroni specchio parietali. La scoperta del sistema specchio è stata paragonata per importanza a quella del DNA14, per aver rivoluzionato il modo di concepire i meccanismi non solo di produzione delle azioni, ma anche e soprattutto i meccanismi di comprensione delle azioni osservate, dimostrandone la base motoria. Diversi lavori negli ultimi anni hanno contribuito alla conferma sperimentale del fatto che l’attivazione dei neuroni specchio è associata all’identificazione dello scopo dell’atto motorio, indipendentemente dai movimenti messi in atto per eseguirlo. Si è visto infatti che i neuroni di F5 non codificano singoli movimenti, bensì atti motori, cioè sequenze di movimenti volti a un fine specifico. I neuroni possono essere così classificati in neuroni “afferrare con la mano”, “manipolare”, “collocare” e così via. Ulteriori dati sperimentali15 sembrano addirittura suggerire che lo scopo dell’atto motorio sia l’unico elemento necessario per l’attivazione della risposta visiva di un neurone specchio indipendentemente dall’effettore, dato che risposte analoghe sono prodotte sia quando l’atto di afferramento è eseguito 12 Rizzolatti & Sinigaglia, op.cit., p. 80! L'attività del lobo parietale inferiore è legata a compiti sia motori che sensoriali. Più specificamente, per quanto ci compete, sembra coinvolta in compiti di trasformazione degli input da coordinate retinocentriche a coordinate egocentriche o centrate sull'arto, nell’integrazione sensoriale della programmazione motoria degli arti superiori, nei compiti di prensione e manipolazione e coordinazione occhi - mano. 14 ! Ramachandran M.V., “mirror neurons would do for psychology what DNA has done for biology”, http://www.edge.org/3rd_culture/rama/rama_p1.html.! 15 !Ferrari et al. (2003)! 13 ! +! dalla scimmia stessa con la mano o la bocca sia alla vista dello sperimentatore intento ad afferrare del cibo con uno strumento artificiale. Per quanto riguarda le condizioni di attivazione non è stata rilevata alcuna attività del sistema specchio della scimmia in caso di visione di gesti intransitivi, cioè in assenza di un’effettiva interazione effettore-oggetto, né in caso di visione di movimenti che mimano l’azione16. Un’eccezione a questa regola è emersa durante uno studio compiuto da Ferrari e collaboratori17 che ha descritto l’esistenza di neuroni specchio correlati all’esecuzione o osservazione di azioni della bocca, rilevando la presenza accanto ai neuroni “ingestivi”, così denominati poiché legati all’esecuzione e alla visione di azioni transitive della bocca (leccare, mordere, masticare), di un gruppo di neuroni definiti “comunicativi” per la loro proprietà di attivarsi alla visione di azioni facciali intransitive compiute dallo sperimentatore, ma appartenenti al repertorio comunicativo della scimmia quali lo schiocco e la protrusione delle labbra o della lingua. A causa della loro peculiarità di questi neuroni di associare una risposta motoria “ingestiva” a una risposta visiva “comunicativa” è stata avanzata l’ipotesi che essi abbiano svolto un ruolo significativo nella storia evolutiva relativamente allo sviluppo della comunicazione sociale attraverso la trasformazione di azioni legate alla pulizia reciproca e alla nutrizione e generalmente accompagnate dallo schiocco o dalla protrusione delle labbra, in comportamenti ritualizzati con valenza comunicativa18. Si è detto che il sistema dei neuroni specchio sia alla base della capacità del soggetto di comprendere in maniera implicita il significato intenzionale delle azioni altrui. A tale conclusione gli scienziati sono giunti constatando che in un compito di osservazione di un atto di afferramento di un oggetto la metà circa dei neuroni specchio dell’area F5 continua a rispondere pur essendo preclusa alla scimmia la visione della parte finale dell’atto, ossia l’effettiva interazione dello sperimentatore con l’oggetto. 16 Umiltà et al. (2001) !Ferrari et al., op. cit.! 18 Rizzolatti & Sinigaglia, op. cit., pp. 91-92 17 ! ,! Questo è possibile perché, come sostiene il neuroscienziato Vittorio Gallese, le trasformazioni neuronali operate dal sistema specchio generano un atto “simulato” internamente corrispondente all’atto osservato. Tale meccanismo di simulazione interna per il fatto di non essere riflessivo e di realizzarsi a livello di attivazione neuro-motoria viene definito dallo stesso Gallese “simulazione incarnata”.19 Mediante la simulazione multimodale dell’azione da parte del sistema neuromotorio dell’osservatore, la parte non vista dell’azione può essere ricostruita e il suo scopo può essere implicitamente compreso. Questa proprietà spiega anche come sia possibile che l’atto compiuto da altri possa essere compreso anche quando non è visto, ma ne è percepito solo il suono caratteristico. Lo studio di Kohler e collaboratori20 ha rilevato la presenza dei cosiddetti neuroni “audio-motori” codificanti azioni normalmente accompagnate da un suono caratteristico e riconoscibile, i quali si attivano non solo in concomitanza con l’esecuzione o con l’osservazione delle suddette azioni, ma anche in caso di semplice ascolto del suono caratteristico da esse prodotto. La comprensione implicita, pragmatica, dell’atto parzialmente percepito attraverso una sola modalità sensoriale è resa possibile proprio grazie all’esistenza di rappresentazioni neuronali complete del movimento in cui l’integrazione multimodale sensori-motoria operata dal sistema specchio. I risultati di ulteriori ricerche sperimentali testimoniano, infine, a favore di un possibile coinvolgimento del sistema specchio nel riconoscimento dell’intenzione che sottende un’azione. Fogassi e collaboratori21 hanno infatti documentato la diversa attivazione di parte dei neuroni del lobo parietale inferiore (LPI) in presenza di uno stesso atto di afferramento incluso in azioni volte a fini diversi. Tale diversità di risposta è stata rilevata sia nel caso in cui fosse la scimmia stessa a compiere l’atto, sia nel caso in cui assistesse semplicemente alla sua esecuzione. Questa capacità di predire lo scopo finale di un atto motorio incluso in una catena d’atti ha portato alla formulazione dell’ipotesi secondo cui i neuroni di LPI che codificano singoli atti motori sono inclusi in “catene neuronali intenzionali 19 !Gallese et al. (2006: 553) !Kohler et al. (2002) 21 Fogassi et al. (2003)! 20 ! #-! predeterminate” ognuna delle quali codifica una specifica azione. In questo modo, a seconda di quale catena motoria viene attivata dall’esecutore, l’osservatore è in grado di attivare lo schema motorio corrispondente e quindi di anticiparne l’intenzione.22 1.3. Il sistema dei neuroni specchio nell’uomo: significato funzionale La scoperta dei neuroni specchio nella scimmia ha dato l’avvio a una serie di ricerche volte a verificare l’esistenza di un tale meccanismo di risonanza anche nell’uomo. Nonostante l’impossibilità di rilevare l’attività di singoli neuroni, ma solo di intere aree cerebrali, l’esistenza nella nostra specie del meccanismo specchio è stata comunque provata grazie all’utilizzo di tecniche non invasive di neurofisiologia, quali l’EEG (elettroencefalogramma), la MEG (magnetoencefalografia) e la TMS (stimolazione magnetica transcranica), e di tecniche di imaging cerebrale quali la PET (tomografia ad emissione di positroni) e la fMRI (risonanza magnetica funzionale per immagini). Proprio grazie a queste ultime è stato possibile localizzare i neuroni specchio umani: a) nella regione parieto-frontale (lobulo parietale inferiore, area premotoria ventrale compresa l’area di Broca e parte posteriore del giro frontale inferiore; b) nell’insula e nel corpo cingolato anteriore. I numerosi studi condotti23 dimostrano che il sistema dei neuroni specchio è più esteso nell’uomo che nella scimmia e, pur mantenendo inalterate le sue funzioni primarie deputate al controllo dell’esecuzione delle azioni e al riconoscimento e comprensione del significato degli atti altrui, si distingue per alcune caratteristiche dai risvolti funzionali molto importanti come la capacità di codifica sia di atti 22 Ibidem., L’esperimento prevedeva due condizioni fondamentali: nella prima la scimmia doveva afferrare un pezzetto di cibo e portarlo alla bocca mentre nella seconda doveva porlo in un contenitore. La diversa attivazione in relazione all’azione che sarebbe stata compiuta successivamente, supporta l’ipotesi secondo cui oltre a permettere il riconoscimento dello scopo dell’atto motorio osservato, se questo è incluso in una catena d’atti finalizzata, questa proprietà neuronale consente alla scimmia di predire lo scopo dell’azione osservata, riconoscendo dunque l’intenzione dell’individuo che agisce.! 23 !Per una breve rassegna cfr. i paragrafi 1 e 2 in Corballis, C., (article in press).! ! ##! transitivi che intransitivi24 e quella di attivazione anche in caso di atti mimati25, in assenza quindi di effettiva interazione con l’oggetto. È provato inoltre che i neuroni specchio non si attivano solo all’osservazione di azioni eseguite con la mano, ma anche di quelle eseguite con la bocca, il piede e altre parti del corpo. 1.3.1. Comprensione delle azioni e delle intenzioni altrui Per comprensione delle azioni altrui si intende la capacità di interpretare un insieme di movimenti nei termini di un atto motorio finalizzato. Come nella scimmia, il sistema specchio umano ha la capacità di poter codificare non solo singoli atti, ma intere catene d’atti potendo quindi accedere al significato non solo del tipo di atto eseguito, ma anche del suo scopo in termini di intenzionalità. Che quanto già rilevato da Fogassi e collaboratori per i neuroni specchio parietali della scimmia26 valga anche per l’uomo, lo ha provato uno studio di Iacoboni e collaboratori27 in cui ai partecipanti venivano presentate tre sequenze filmate diverse: nella prima erano presentati oggetti (una tazza, una teiera, un piatto con biscotti) la cui disposizione su una tavola suggeriva il contesto di una colazione da cominciare o già ultimata; nella seconda sequenza si vedeva la mano di una persona che afferrava una tazza in assenza di contesto e nella terza si vedeva la stessa mano afferrare la tazza all’interno dei due contesti della prima sequenza i quali suggerivano due diverse intenzioni sottostanti all’azione (afferramento della tazza per bere o per sparecchiare). Si è visto che l’osservazione delle azioni nel loro contesto presentata nella terza condizione era associata a un sensibile incremento dell’attività di una parte del sistema specchio a dimostrazione del fatto che le aree premotorie dotate di proprietà caratteristiche dei neuroni specchio sono coinvolte anche nella comprensione delle intenzioni che hanno promosso una determinata azione, indipendentemente dal fatto che i soggetti debbano determinare in maniera esplicita l’intenzione delle azioni osservate. 24 Rizzolatti & Sinigaglia, op.cit., p. 115 Ibid., 119 26 Fogassi et al. (2003) 27 Iacoboni et al. (2005) 25 ! #$! In conclusione, i dati della scimmia e quelli dell’uomo, mostrano che l’intenzione che sottende l’azione eseguita da altri, viene compresa dal sistema motorio grazie al sistema dei neuroni specchio.28 1.3.2. Imitazione e apprendimento Sulla scorta di quanto visto finora riguardo al funzionamento del sistema specchio per la comprensione dell’azione e dell’intenzione in essa contenuta, è possibile affermare che la risonanza è possibile perché esiste un codice neurale (substrato) comune alla base di percezione ed esecuzione. Questo meccanismo è cruciale anche per il comportamento imitativo. Per imitazione si intende la capacità che un soggetto ha di replicare un atto eseguito da un altro soggetto. Tale atto può appartenere o meno al patrimonio motorio del soggetto imitante. Nel primo caso il soggetto imitante semplicemente attiva un’immagine mentale dell’atto già posseduta e lo riproduce, anche in assenza della comprensione del suo significato. Questo comportamento è osservato, ad esempio, nei neonati che imitano espressioni del viso degli adulti senza che queste espressioni abbiano un preciso significato, se non quello di stabilire un rapporto con l’adulto. Nel secondo caso trattandosi di imitazione di un nuovo schema d’azione non è possibile “ripescare” nel proprio repertorio d’atti uno schema motorio già posseduto, ma occorre apprenderlo ex novo. È questo il caso in cui l’imitazione si fa utile tramite per l’apprendimento. In entrambi i processi imitativi si assiste ad una attivazione dei neuroni specchio, i quali costituiscono parte del più complesso meccanismo che sottende la nostra capacità imitativa. Mentre la ripetizione immediata di un’azione osservata è sostenuta quasi esclusivamente dal sistema specchio, l’apprendimento per imitazione richiede 28 !Va sottolineato che questo tipo di comprensione non è in antitesi né preclude quella supportata dal ragionamento logico-deduttivo. Ne va però sottolineata la peculiarità di comprensione implicita e slegata da una modalità sensoriale precisa, ma riconducibile al repertorio motorio presente nel vocabolario d’atti di ogni individuo. Proprio grazie a questa proprietà l’informazione visiva può anche essere parziale, come in Umiltà et al. (2001) o sostituita da informazione sonora, come in Kohler et al. (2002), dato che grazie alle trasformazioni messe in atto dal circuito F5-PFPFG assumono valenza di azione vera e propria. ! #%! anche l’intervento del lobo prefrontale, in particolare dell’area 46 di Broodmann, e di alcune aree della corteccia mesiale anteriore. L’area 46 è generalmente associata a funzioni legate alla memoria di lavoro (working memory), ma che in questo caso riveste un ruolo anche nel combinare atti motori elementari in schemi motori più complessi.29 Durante il processo di apprendimento, infatti, i neuroni specchio sarebbero i responsabili della suddivisione dell’azione osservata nei singoli elementi della stessa, i quali vengono poi ricomposti in una sequenza idonea in modo che l’azione riprodotta si avvicini il più possibile a quella osservata. 1.3.3. Dalla comunicazione gestuale al linguaggio La localizzazione di neuroni con proprietà specchio anche in corrispondenza di una delle aree classiche del linguaggio, quale è l’area di Broca30, ha fatto pensare a un possibile coinvolgimento del sistema specchio nell’origine delle diverse modalità di comunicazione umana ed in particolare nell’evoluzione del linguaggio. Come riportato da Rizzolatti e Sinigaglia (2006: 152): “Sappiamo che l’area di Broca […] possiede proprietà motorie non riconducibili esclusivamente a funzioni verbali e presenta un’organizzazione simile a quella dell’area omologa nella scimmia (area F5), attivandosi durante l’esecuzione di movimenti orofacciali, brachiomanuali e orolaringei. […] Ciò sembra suggerire che le origini del linguaggio andrebbero ricercate, prima ancora che nelle primitive forme di comunicazione vocale, nell’evoluzione di un sistema di comunicazione gestuale controllato dalle aree corticali laterali.” Sulla base di queste evidenti somiglianze anatomo-funzionali i due studiosi ipotizzano che le origini del linguaggio non siano riconducibili soltanto alle modificazioni avvenute nell’arco di migliaia di anni nell’apparato orolaringeo, ma che si possano far risalire al sistema brachiomanuale, il quale avrebbe a sua volta fornito sostegno a quello oro facciale (Ibid., 2006: 154): 29 Rizzolatti & Sinigaglia, op. cit., p. 141 L'area di Broca è una parte dell'emisfero sinistro del cervello, localizzata nel piede della terza circonvoluzione frontale, le cui funzioni sono coinvolte nella elaborazione e comprensione del linguaggio'! 30 ! #&! “Proprio l’architettura anatomo-funzionale dell’area F5 (e dell’area di Broca), contraddistinta dalla presenza di rappresentazioni motorie differenti (orofacciali, orolaringei e brachiomanuali), lascia infatti supporre che la comunicazione interindividuale non si sia evoluta da una sola modalità motoria, bensì dall’integrazione progressiva di modalità diverse (gesti facciali, brachiomanuali e, infine, vocali), accompagnata dalla comparsa dei relativi neuroni specchio.” L’ipotesi è, dunque, che un iniziale linguaggio di “proto-segni” gestuali di matrice perlopiù pantomimica abbia iniziato ad evolversi in un linguaggio di matrice vocale a cui la gestualità è nel corso del tempo divenuta accessoria, nel momento in cui ai “proto-segni” furono associati dei suoni. In questo processo evolutivo il sistema specchio sarebbe intervenuto permettendo la creazione di una piattaforma comunicativa condivisa che rendesse comprensibile a tutti il valore dei nuovi gesti intransitivi carichi di significato simbolico sviluppatisi sulla base di precedenti gesti transitivi31. Il linguaggio vocale umano si sarebbe così evoluto tramite l’informazione trasmessa per via gestuale e il sistema specchio sarebbe poi stato capace di codificare/decodificare questa informazione. La discussione tuttavia resta ancora aperta per carenza di dimostrazioni evidenti. Più in generale, un coinvolgimento dei neuroni specchio nella comunicazione sociale è stato avvalorato da un recente studio di fMRI32 nel quale ad adulti umani veniva richiesto di osservare filmati in cui azioni bucco-facciali venivano eseguite rispettivamente da uomini, scimmie e cani (un uomo muove le labbra per parlare, una scimmia compie un movimento ritmico delle labbra con valenza affiliativa detto lipsmacking, un cane abbaia). L’osservazione di questi tre tipi di azioni comunicative induceva nell’osservatore risposte corticali differenziate al variare della specie che le eseguiva: le azioni appartenenti al repertorio comunicativo umano o che non se ne discostano molto come nel caso della scimmia, inducevano l’attivazione di regioni del sistema motorio dell’osservatore responsabili di azioni analoghe, mentre azioni comunicative estranee al repertorio umano, come è il caso dell’abbaiare del cane, attivavano solo le aree visive senza indurre alcun fenomeno di risonanza motoria nel cervello dell’osservatore. %# ! Per gesto intransitivo si intende un gesto che non è rivolto all’interazione con un oggetto, al contrario del gesto transitivo che invece comporta la manipolazione o l’uso spontaneo di oggetti. 32 Rizzolatti & Sinigaglia, op. cit., p. 130! ! #(! In ambito linguistico i dati neuroscientifici di cui sopra sono ritenuti estremamente rilevanti dalla linguistica cognitiva che adotta una visione embodied33 della cognizione e del linguaggio. Il meccanismo del sistema specchio costituisce, infatti, il presupposto neurobiologico necessario per fondare lo sviluppo delle funzioni cognitive e del linguaggio sull’esperienza corporea. Il linguaggio non è più considerato un sistema autosufficiente deputato alla “manipolazione” di concetti astratti e simbolici i quali non hanno alcun collegamento con il loro significato, ma una facoltà mentale legata al funzionamento complessivo della mente e del corpo umani. Gli studiosi Lakoff e Johnson34 sostengono addirittura che una parte dei concetti astratti (es. l’amore) che normalmente utilizziamo nel linguaggio e nel pensiero possano avere radici senso-motorie, adducendo a riprova di ciò il fatto che tali concetti vengono espressi tramite metafore che rimandano a dati prettamente esperienziali, come dimostrano le espressioni “ardere d’amore”, “essere roso dall’invidia” e così via. Secondo l’approccio incarnato, infatti, le stesse strutture nervose che presiedono all’organizzazione dell’esecuzione motoria delle azioni svolgono un ruolo decisivo anche nella comprensione semantica delle espressioni linguistiche che le descrivono. Il coinvolgimento, attraverso la simulazione, del sistema motorio nella comprensione linguistica è stato avvalorato da diversi studi empirici35, i quali tuttavia neanche in questo caso sono riusciti a produrre evidenze decisive. Un’ipotesi verosimile sulla base dei risultati degli esperimenti condotti da Buccino e colleghi36 è che l’ascolto di frasi che descrivono azioni motorie determini la modulazione del sistema dei neuroni specchio, il quale a sua volta influenzerebbe l’eccitabilità della corteccia motoria primaria e quindi l’esecuzione dei movimenti da essa controllati. Questo studio ha dimostrato, infatti, che 33 Secondo la teoria dell’embodied cognition! (cognizione incarnata) la cognizione si fonda sull’interazione del corpo con il mondo esterno e, di conseguenza, dipende dal tipo di esperienze rese possibili dal fatto di possedere un corpo dotato di particolari capacità percettive e motorie. Percezione e movimento sono strettamente intrecciati e costituiscono la matrice su cui si innestano la memoria, le emozioni, il linguaggio e ogni altro aspetto della vita. I concetti non sono riproduzioni astratte della realtà esterne né frutto delle nostre credenze, ma sono fondati sull’azione e variano in funzione del nostro corpo e del contesto. 34 Corballis, op. cit., p. 2. 35 Per una rassegna cfr. Borghi & Nicoletti (2008) e Scorolli & Borghi (2007). 36 Buccino et al. (2005)! ! #)! l’elaborazione di frasi descriventi azioni eseguite da effettori diversi, come la mano o il piede, attiva in modo specifico regioni diverse della corteccia motoria che controllano le azioni di questi stessi effettori. Questo tipo di attivazione selettiva della corteccia motoria e premotoria è stato riscontrato perfino in caso di lettura silenziosa o di ascolto di parole e frasi descriventi azioni della bocca, della mano o del piede.37 Tutti questi dati suggeriscono che il sistema dei neuroni specchio sia non solo coinvolto nella comprensione del significato delle azioni osservate, ma si attivi anche durante la comprensione di espressioni linguistiche descriventi le stesse azioni. 1.3.4. Empatia Il riconoscimento degli stati emotivi altrui sembra poggiarsi su un sistema di circuiti neurali che condividono le proprietà “specchio” rilevate nel caso della comprensione delle azioni. La capacità di parti del cervello umano di attivarsi alla percezione delle emozioni altrui, espresse con moti del volto, gesti e suoni, e la capacità di codificare istantaneamente questa percezione in termini viscero-motori rende ogni individuo capace di agire in base a quella che viene definita dagli scopritori “partecipazione empatica”. È stato provato che le stesse strutture cerebrali (la corteccia premotoria ventrale, l’insula38 e l’amigdala39) responsabili della realizzazione delle espressioni facciali corrispondenti a un’emozione si attivano anche durante l’osservazione e l’imitazione delle emozioni primarie universalmente condivise (felicità, tristezza, paura, disgusto, rabbia, sorpresa). 37 Studi di fMRI di Hauk & Pulvermüller (2004) e Tettamanti et al. (2005)! L’insula si trova in profondità nella scissura laterale di Silvio, che separa la il lobo temporale da quello parietale inferiore. La funzione di questo lobo non è stata ancora chiarita del tutto, anche se sono descritte in letteratura implicazioni nella sensibilità gustativa e nelle funzioni effettrici viscerali. Collegata al sistema limbico, è sperimentalmente dimostrato che è coinvolta nell’esperienza del dolore e di un gran numero di emozioni di base come odio, pietà, felicità, disgusto, tristezza. 39 L’amigdala è un centro del sistema limbico del cervello posto sopra il tronco cerebrale!Ritenuta da molti un centro di integrazione di processi neurologici superiori come le emozioni, è coinvolta anche nei sistemi della memoria emozionale, nel sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione delle esperienze olfattive. 38 ! #*! La capacità di avere una comprensione diretta degli stati mentali e dei comportamenti altrui è una componente fondamentale della comunicazione fra individui e di abilità fondamentali come il comportamento altruistico, la comprensione dei bisogni e dei desideri altrui nonché dell’apprendimento per imitazione. Potrebbe essere la componente insulare del sistema specchio a fornire la base anatomica dell’empatia mediante un processo neurale che trasforma gli input sensoriali derivanti dal mondo sociale circostante in reazioni viscerali vissute in prima persona. Uno studio di brain imaging condotto da Wicker e colleghi40 ha dimostrato come la regione anteriore dell’insula si attivi non solo nel provare disgusto ma anche alla sola vista di espressioni facciali di disgusto degli altri. La base funzionale di tale capacità, come per la comprensione delle azioni, implica che l’osservazione di volti altrui che esprimono un’emozione determini un’attivazione dei neuroni specchio della corteccia premotoria i quali inviano poi alle aree somatosensoriali e all’insula l’informazione codificata in un formato simile a quello che inviano quando l’osservatore vive in prima persona quell’emozione. La conseguente attivazione delle aree sensoriali, analoga a quella che si avrebbe quando l’osservatore esprime spontaneamente quell’emozione, sarebbe alla base della comprensione delle reazioni emotive degli altri. 6. Neuroni visuo-motori, memoria e apprendimento delle lingue straniere: implicazioni glottodidattiche Da quanto detto finora risulta che il sistema dei neuroni visuo-motori individuato nella corteccia cerebrale è implicato in processi cognitivi di alto livello in particolare nel riconoscimento percettivo di oggetti, azioni ed emozioni e nella comprensione del loro significato. Percezione, comprensione e azione si trovano così unificate in un meccanismo unitario che supporta la comprensione immediata 40 Rizzolatti & Sinigaglia, op. cit., pp. 174-177. In questo studio i soggetti venivano in una prima fase esposti ad una serie di odori gradevoli e sgradevoli e in una seconda fase alla vista delle reazioni espressive di disgusto, di piacere o neutre osservate sul volto di altre persone alla percezione di odori sgradevoli, gradevoli e neutri. Si è osservato che sia nel caso della percezione di un odore sgradevole sia nel caso della visione di un’espressione di disgusto l’area cerebrale di attivazione è la stessa e cioè la parte anteriore dell’insula sinistra. ! #+! degli atti altrui, delle loro intenzioni e la condivisione delle emozioni. In un’ottica interdisciplinare i risultati delle ricerche delle neuroscienze cognitive sono in grado di suscitare nuove riflessioni in ambito pedagogico e concorrere alla ridefinizione del processo insegnamento–apprendimento alla luce delle indicazioni neurobiologiche. L’acquisizione di una lingua straniera (LS) è un atto di interazione sociale durante il quale si verifica una rinegoziazione di significati non solo linguistici ma anche extra- e paralinguistici (diversi sono il lessico e la struttura della frase, cambiano i suoni, la loro articolazione e la loro combinazione, variano l’intonazione e la gestualità che accompagna o sostituisce il parlato e così via) nella quale l’apprendente mette in atto delle strategie per la comprensione del nuovo contesto comunicativo e la riorganizzazione della nuova conoscenza in schemi funzionali all’acquisizione della LS. Le principali strategie sono finalizzate essenzialmente alla creazione di un “terreno comune” con i parlanti LS e sono basate primariamente sul riconoscimento del contesto e del significato delle azioni e dei gesti che in esso si svolgono, sia dal punto di vista comunicativo che emotivo. Più specificamente, alcune delle abilità coinvolte nel processo di acquisizione di una lingua straniera, quali le capacità di: • osservare un’azione e mantenere una rappresentazione mentale di essa; • comprendere le azioni degli altri; • capire la finalità dell’azione correlandola a un contesto specifico; • “leggere” il contesto e sulla base di esso fare delle anticipazioni; • anticipare le intenzioni degli altri; • percepire lo stato emotivo degli altri e provare empatia hanno un’evidente attinenza con le proprietà dei neuroni visuo-motori e chiamano in causa i circuiti dei neuroni canonici e dei neuroni specchio. L’ipotesi che sostanzia questo lavoro è che un’azione didattica consapevole e mirata possa assecondare questi meccanismi neurali, rinforzando la memoria a lungo termine (MLT) con evidenti benefici per il processo di acquisizione. La traccia mnestica, infatti, è sì un prodotto dell’analisi percettiva, ma la sua permanenza e il suo recupero dipendono dalla profondità di analisi. ! #,! La MLT, in contrapposizione alla memoria a breve termine o di lavoro che raccoglie e mantiene le informazioni per circa 10 secondi elaborandole atrraverso una serie di sottocomponenti specifiche, è preposta all’archiviazione più stabile di informazioni e si articola in memoria esplicita e memoria implicita. La memoria esplicita si divide a sua volta nella componente episodica e in quella semantica dove la prima è radicata nel contesto, illimitata, naturalmente utilizzata da ciascuno senza sforzo e rafforzata da input sensoriali, mentre la seconda è radicata nel contenuto, spesso slegata dal contesto e priva di significato intrinseco, limitata e basata sulla memorizzazione. La memoria implicita riguarda invece le conoscenze acquisite in maniera inconsapevole e utilizzate senza un controllo volontario quali l’apprendimento delle procedure motorie e cognitive (memoria procedurale), la risoluzione di compiti di completamento uditivo o visivo di parole e di decisione lessicale (memoria di priming) e le risposte comportamentali condizionate (memoria di condizionamento)41 Considerando i dati sopra riportati da un punto di vista glottodidattico si evince che il miglior modo perché si formi nel discente un ricordo stabile, e si generi quindi acquisizione, è quello di predisporre attività didattiche che attivino la componente episodica della memoria esplicita e che rinforzino quella procedurale della memoria implicita. L’indicazione che se ne ricava è che non basta focalizzare l’attenzione sul “cosa” insegnare, ma anche sul “dove” e sul “come” ovvero sulla necessità di contestualizzare sempre gli input linguistici forniti e nell’assecondare le modalità privilegiate di apprendimento spontaneo che si basano sull’esperienza sensoriale e motoria. Il sistema dei neuroni canonici e dei neuroni specchio e i circuiti neuronali a cui fanno capo possono contribuiscono in maniera significativa all’elaborazione degli input comunicativi contribuendo ad originare un ricordo più stabile e generando, secondo la nota definizione di Krashen, acquisizione 42. 41 Fabbro, F. (1996): 109 Krashen definisce acquisizione, distinguendola dall’apprendimento, il processo inconscio che combina le strategie globali dell’emisfero destro del cervello a quelle analitiche dell’emisfero sinistro per generare una competenza stabile che entra a far parte della memoria a lungo termine. L’apprendimento, invece, si basa su processi consci che sfruttano la memoria a breve termine e quindi non producono una competenza stabile e definitiva. 42 ! $-! Riassumendo, sono essenzialmente due i livelli su cui la pratica didattica può venir influenzata dal funzionamento dei neuroni visuo-motori: il primo si riferisce alla rilevanza dell’esperienza pratica, in particolare motoria, per il processo di acquisizione della LS; il secondo ribadisce l’importanza della valorizzazione del contesto fisico, socio-culturale ed emotivo in cui si svolge l’azione didattica. Occorre che vengano create le condizioni per una partecipazione “mente e corpo” del discente e che per questo l’ambiente, il contesto, sia ricco di stimoli e che ne siano egualmente valorizzate tutte le componenti a partire da quella fisica, a quella sociale e culturale per arrivare a quella emotiva ed empatica. La didattica umanistico-affettiva che mira a un’integrazione tra pensiero ed emozione per superare la dicotomia tra dimensione razionale ed emotiva, può certamente trarre vantaggio dai dati provenienti da questo filone della ricerca neuroscientifica. 2.1. Il contesto fisico, socio-culturale ed emotivo come risorsa Parlando dei neuroni canonici si è visto come essi permettano la creazione di un ponte tra il soggetto agente e il contesto in cui opera grazie alla loro proprietà di cogliere in maniera immediata le possibilità d’azione contenute nell’ambiente circostante. L’esistenza di tali neuroni, che codificano atti completi e non singoli movimenti, fornisce una spiegazione del perché interagiamo con gli oggetti quasi sempre alla stessa maniera. La formazione di schemi motori standardizzati avviene secondo un processo di “rinforzo motorio” che privilegia e consolida l’atto più efficace per l’ottenimento di un determinato scopo. Così, ad esempio, la presa che risulta più adeguata per l’afferramento di un certo oggetto viene ripetuta con successo fino alla sua memorizzazione definitiva. Questo fatto comporta che le nostre risposte comportamentali in un determinato contesto dipendono o almeno sono “automaticamente” predisposte dalla nostra esperienza e dalla capacità di anticipazione che ne deriva. ! $#! Questo principio in glottodidattica è già ampiamente sfruttato attraverso il concetto di expectancy grammar43, consistente nella capacità di fare previsioni su ciò che può essere detto in un testo sulla base di indizi forniti dal testo stesso, dal paratesto, dalla situazione, etc. Le funzionalità dei circuiti di neuroni visuo-motori suggeriscono di estendere questa stessa logica anche agli altri livelli contestuali tipici di una situazione comunicativa che, oltre all’elemento linguistico in senso stretto, comprende quello sociale, culturale ed emotivo, e fanno da supporto alla loro esplicitazione ed elaborazione attraverso l’azione didattica. In particolare, si è visto come il sistema specchio intervenga non solo nella comprensione, ma abbia anche la capacità di codificare le caratteristiche di eventi o atti che possono accadere in determinati contesti anche senza che questi atti si siano verificati o siano stati eseguiti. Già Gibson44 aveva affermato che il consolidamento dell’apprendimento di una lingua avviene quando la conoscenza linguistica interagisce con l’ambiente e dall’ambiente riceve affordances che si configurano come nuove opportunità di apprendimento. La predisposizione perciò di un contesto ricco di stimoli, dinamico, non può essere che una risorsa per l’insegnamento. Dal punto di vista fisico occorre creare un ambiente che non solo consenta, ma favorisca il movimento. 2.2. Sperimentazione sensoriale come modalità privilegiata di acquisizione delle lingue: l’esempio del Total Physical Response Durante la trattazione è emerso chiaramente che la codifica comune dell’informazione percettiva e motoria operata dai neuroni visuo-motori è ritenuta essere l’indice di come processi di ordine superiore generalmente attribuiti al sistema cognitivo, quali la percezione, il riconoscimento di atti altrui, l’imitazione 43 Il concetto di expectancy grammar (grammatica dell’attesa) è stato introdotto nel 1979 da Oller per definire la capacità di ipotizzare quello che verrà detto e scritto in un determinato contesto. Tale capacità di predizione, che sta alla base dei processi di comprensione, opera principalmente sulla base della consapevolezza situazionale, dei supplementi di informazione reperibili nel contesto, cotesto e paratesto e della conoscenza del mondo. && !Ziglari (2008: 377) ! $$! e le forme di comunicazione gestuali o vocali, abbiano nel sistema motorio il proprio substrato neurale primario. Si è visto anche che una corrente di ricerca della linguistica cognitiva sta cercando di verificare che persino la comprensione semantica del linguaggio sia mediata, almeno in parte, da meccanismi di simulazione che vedono coinvolto il sistema motorio. Si può, inoltre, affermare che il coinvolgimento motorio, l’agire intenzionalmente in un contesto, attraverso l’attivazione dei neuroni specchio e grazie alla loro proprietà di “fare proprie” le azioni e le esperienze altrui, contribuisce alla creazione di una traccia mnestica più stabile non solo in chi compie in prima persona l’azione, ma anche in chi osserva. La rivalutazione del sistema motorio, e più in generale della corporeità, seguita alla scoperta dei neuroni specchio contribuisce in ambito glottodidattico a fornire supporto teorico al metodo del Total Physical Response (TPR) sviluppato dallo psicologo americano James J. Asher tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta. Il metodo, che rientra nell’approccio umanistico-affettivo, si prefigge il coinvolgimento totale, fisico e psichico, del discente e ha come presupposto teorico il parallelismo tra il processo di acquisizione di una lingua straniera e quella della propria lingua materna. Questo sulla base dell’osservazione delle modalità di comunicazione tra genitori e figlio, la quale si basa su elementi tanto verbali quanto fisici. Il bambino, infatti, quando ancora non è in grado di parlare, risponde alle richieste dei genitori eseguendo il gesto, il movimento o il compito espresso dall’enunciato. Così nel metodo TPR è previsto che i discenti, liberi di muoversi all’interno della classe, rispondano ai comandi o alle esortazioni dell’insegnante con i movimenti fisici e i comportamenti richiesti. Allo studente è richiesta una reazione immediata allo stimolo e non una sua analisi dettagliata. Priorità è data all’abilità di comprensione, la quale è verificata attraverso la corretta risposta fisica ad un comando, rispetto a quella di produzione linguistica che si manifesta solo dopo che elementi e schemi linguistici sono stati interiorizzati e consolidati, ripercorrendo in questo modo il percorso di acquisizione della L1. ! $%! Uno dei principali aspetti positivi del metodo TPR riguarda la sua efficacia nell’abbassare il livello di stress e nel ridurre il filtro emotivo dei discenti per la sua peculiarità di rispettare i tempi dei discenti e non forzare a una produzione orale immediata. L’applicazione di questo metodo, tuttavia, mentre rivela la sua efficacia ai livelli di competenza bassi, inizia a mostrare dei limiti e a diventare più problematica a livelli più alti e, più in generale, nelle situazioni in cui sia necessario sviluppare armonicamente tutte le abilità linguistiche, in quanto è basato primariamente sulla comprensione orale e riserva un ruolo marginale alle abilità della lettura e della scrittura. A tal proposito, va rilevato che la teoria dei neuroni specchio ha il pregio di poter essere utilizzata con successo all’interno di diversi metodi, in quanto costituisce una teoria scientifica capace di indirizzare la pianificazione dell’intervento glottodidattico nella scelta di determinate tecniche e strategie didattiche che assecondino il funzionamento del cervello. ! $&! PARTE OPERATIVA Introduzione Le due Unità Didattiche (UD) presentate in questa parte cercano di esemplificare le implicazioni didattiche discusse nella parte teorica. Nella loro strutturazione, le Unità sono divise nelle 6 macrofasi Motivazione, Globalità, Analisi, Sintesi, Riflessione e Controllo, secondo una sequenza che garantisce un percorso didattico che muove gradualmente dalla percezione (e comprensione) globale del materiale presentato a quella più analitica, rispettando la direzionalità naturale dell’apprendimento. Le macrofasi sono a loro volta articolate in Unità di apprendimento che permettono di rendere più flessibile la gestione dell’intervento didattico, circoscrivendo i tempi di ogni attività, in modo da assecondare le curve dell’attenzione e, nello stesso tempo, offrire l’opportunità all’insegnante di inserire delle pause di decondizionamento. Entrambe le UD sono state pensate per cercare di valorizzare ai fini dell’acquisizione linguistica le proprietà dei neuroni canonici e dei neuroni specchio, dato che l’informazione nuova ha maggiori possibilità di essere assimilata rapidamente se viene elaborata da più circuiti neurali parallelamente o se viene integrata in circuiti neurali già esistenti. Si è cercato così di sfruttare il coinvolgimento dei neuroni canonici nella “lettura” del contesto innanzitutto attraverso la creazione di ambienti di studio stimolanti e che riproducano per quanto possibile situazioni reali, prevedendo, ad esempio, la possibilità di ricreare in classe un supermercato in miniatura, come presentato nella seconda UD. Va qui ricordato che, come regola generale, la classe dovrebbe permettere agli studenti libertà di movimento. Il sistema dei neuroni specchio è stato invece coinvolto su più livelli, utilizzando anche supporti audiovisivi, valorizzandone il coinvolgimento nella comprensione pragmatica degli eventi (durante la visione di filmati, i role-play, nell’osservazione della gestualità), nell’anticipazione delle intenzioni di un’azione (stimolata interrompendo opportunamente la visione del filmato), nell’imitazione ! $(! (imitazione di gesti conosciuti o appresi per la prima volta) e nella partecipazione emotiva (visione di filmati, role-play), secondo quanto visto nella parte teorica. Si tratta principalmente di proprietà legate alla comprensione e perciò più adatte alle prime fasi dell’Unità (didattica o di apprendimento). Naturalmente in tutte queste situazioni non è solo il sistema specchio a produrre comprensione in quanto sono coinvolte anche altre abilità cognitive, ma interviene in maniera sinergica e complemetare, offrendo una base pragmatica a una comprensione che altrimenti resterebbe limitata a una rappresentazione mentale degli eventi. L’individuo, infatti, ha una capacità innata di internalizzare, incorporare, assimilare, imitare lo stato e gli atti di un’altra persona e i neuroni specchio costituiscono la base di questa capacità. ! $)! 3. Prima Unità Didattica: Che bontà! Destinatari: classe monolingue composta da studenti universitari (20-30 anni) Contesto di apprendimento: LS Livello: A2 Obiettivi -linguistici: individuare le forme alterate del nome: diminutivi in –ino/-ina, –etto/etta, anche in combinazione –ettino/-ettina e distinguerli dai falsi diminutivi. Rivedere il lessico relativo agli alimenti. Utilizzare il futuro semplice per esprimere ipotesi, dubbio/possibilità. - comunicativi: esprimere il gradimento, il non gradimento o il disgusto riguardo al cibo anche attraverso la gestualità, le espressioni del viso e l’intonazione della voce. - interculturali: sollecitare il confronto tra L1 e LS in merito alla comunicazione non verbale (gesti, espressioni facciali, mimica) e agli elementi prosodici e paralinguistici. Materiali e strumenti: computer con collegamento a internet, cd audio, proiettore, 2 macchine fotografiche digitali. Tempi: 3 lezioni da 90 minuti ciascuna 3.1. Motivazione (10 min.) L’insegnante scrive alla lavagna il titolo dell’U.D. “Che bontà!” e chiede agli studenti di fare delle ipotesi sul suo significato e sul possibile contesto di utilizzo. 3.2. Globalità (25 min.) La canzone viene ascoltata tre volte (il testo viene fornito solo al terzo ascolto). Per la verifica della comprensione globale del testo si propone, dopo il primo ascolto, un esercizio di abbinamento parola-immagine per individuare alcuni degli oggetti nominati nel testo. Segue, dopo il terzo ascolto, un esercizio del tipo “vero/falso” al termine del quale si procede alla correzione in plenum e all’esame di eventuali dubbi. ! $*! !"#$%&#'()*+,#-#!.)"# Ma perché, come mai, ma perché, Ma che bontà, ma che bontà, in cucina non ci entro mai, eh? ma che gustino questa roba qua (2x) Cosa c’è nella padella? Mmm… che profumino! Barolo delle Langhe? fai assaggiare un pezzettino? No? Aleatico dell’Elba? Ma che bontà, ma che bontà, No? ma che cos’è questa robina qua? Ma che cosa sarà mai questa robina Ma che bontà, ma che bontà, qua? ma che gustino questa roba qua (2x) Ma perché, come mai, ma perché, Vitello delle Ande? No? Bovino della Gallura? No? Ma che cosa sarà mai questa robina qua Mmm! Ma perché, come mai, ma perché in cantina non ci vengo mai, eh? Bello questo vino, vino di una volta, fai assaggiare un goccettino? Ma che bontà, ma che bontà, ma che cos’è questa robina qua? in gelateria non ci entro mai, eh? Mmm che cioccolato! dammi il cucchiaino, fai assaggiare un pochettino, Ma che bontà, ma che bontà, ma che cos’è questa robina qua? Ma che bontà, ma che bontà, ma che gustino questa roba qua (2x) Cioccolato svizzero? No? Cacao della Bolivia? No? Ma che cosa sarà mai questa robina qua? Cacca!?!? ! $+! /0 !"#$%$&%&$'"#($)*+%,-.,/$&/00.$'%0%&&.$'%,,/--.$*$&12/,*$'%,,*3+%&4/&-*$.50*$ %55/--*$&%2*&.-*$&/00.$'.&6%&/$/$71/00*$&%&$&%2*&.-*8$ # 1. 2. 4. 5. 7. 8. 122&**.#)(3.)"*.#)&4#*&5*(## 98$ 3. 6. 9. 122&**.#)()#)(3.)"*.#)&4#*&5*(# 98$ $ $ $ :8$;&4*'.,/$'%&$1&.$<$&/00.$'%0%&&.$'%,,*3+%&4/&-/$3/$0".==/,2.6*%&/$#$>/,.$%$ =.03.8$ ! $,! $ La protagonista: V F 1. passa molto tempo in cucina 2 non va mai in cantina 3. vuole assaggiare del vino 4. chiede un cucchiaino ….5. non vuole il gelato al cioccolato 6. è commossa dalla bontà di una persona 3.3. Analisi (55 min) 60 ?3/,'*6*%$4*$,*/2+*2/&-%$4*$3+.6*$%,.0/ L’insegnante durante il riascolto della canzone interrompe opportunamente la riproduzione e gli studenti sono chiamati ad inserire oralmente la parola o la parte di frase mancante. Si preferisce togliere l’audio ad espressioni (esclamazioni e intercalare) che indicano apprezzamento per il cibo e dubbio/incertezza/meraviglia. 70#8"9(:");(#"#2:<==.#;.#>?6#=&:5()&@#*,%>.-/$&/0$-/3-%$0/$/3+,/33*%&*$'@/$ /3+,*2%&%$ 5,.4*2/&-%$ +/,$ *0$ '*A%$ /$ 41AA*%B*&'/,-/66.B2/,.>*50*.$ /$ -,.3',*>/-/0/$ &/00.$ '%0%&&.$ '%,,*3+%&4/&-/8$ !%2+0/-.-/$ +%*$ 0.$ -.A/00.$ .55*1&5/&4%$.0-,/$/3+,/33*%&*$'@/$'%&%3'/-/8$ dubbio gradimento del incertezza cibo meraviglia ________________________________ ________________________________ ________________________________ ________________________________ ________________________________ ________________________________ Durante il confronto dei risultati in plenaria l’insegnante interviene con le opportune integrazioni e correzioni. ! %-! A0$B4#=&CC&**.)(#D#<)#=.$$(4(#=&CC(0#E.#*:"**"#;.#<)#;.3.)<*.9(0#F&4#*&5*(#$&# )()(#"4*:.0#G:(9"4.#*<**.#&#;(=(#"9&:4.#*:"5$:.**.#5&=":"#.4#5<HH.55(#=&:# :.5"4.:&#"4#5(5*")*.9(#(:.2.)":.(0#I(5"#)(*.J# KB!BFLGBM1# ELNNBEE1# E1EGOFGBM1## profumino - ino profumo pezzettino -ett-ino pezzo Al termine della correzione in plenaria della griglia si invitano gli studenti a fare le opportune considerazioni in merito alla formazione dei diminutivi di nomi e aggettivi con un suffisso e con la combinazione di due suffissi. Ci si aspetta che gli studenti non individuino come diminutivi i sostantivi: cucina, cantina, bovino a così via. A questo punto si fa cercare nel testo altri nomi in –ino/-ina per far notare che non tutti i nomi così terminanti sono diminutivi. Se non dovesse emergere spontaneamente durante l’analisi del testo si cerca di attirare l’attenzione sull’analisi del possibile valore affettivo/vezzeggiativo dei diminutivi attraverso alcune domande mirate: C%2.&4/$D$51*4. ! un profumino è necessariamente un piccolo profumo? ! che valore ha l’espressione “che profumino” nel testo della canzone? Segue il riascolto della canzone durante il quale gli studenti cantano. P0# Discussione guidata dall’insegnante attraverso le domande mirate di seguito riportate volta all’individuazione degli elementi linguistici ed extralinguistici (soprattutto paralinguistici) del testo che ne esprimono la finalità scherzosa e ironica. ! %#! K(3");&#?#2<.;"Q# ! Che cosa vi ha più colpito della canzone? ! Come giudicate l’uso dei diminutivi? Che cosa vi suggerisce questo uso? ! L’intento del testo è serio o ironico? Da quali elementi lo si capisce? ! Se doveste realizzare il videoclip della canzone, quale altro elemento extralinguistico utilizzereste per rinforzare l’ironia? R0#E.$F3'.,+/--.GH$1&.$A%&-IJ$ .K$E/55/-/$*0$-/3-%$4%+%4*'@L$3/5&.-/$'%&$1&.$<$3/$0".==/,2.6*%&/$#$>/,.$%$ =.03.8$ Nel lessico familiare “fare scarpetta” significa raccogliere il sughetto rimasto nel piatto con un pezzetto di pane. Non è considerato un gesto educato nelle occasioni formali o al ristorante, mentre si può fare in famiglia o tra amici. Il diplomatico francese Antoine de Courtin nel 1672 la definisce # un’usanza da contadini. V :La “scarpetta” 1. è un tipo di sugo 2 si fa con il pane 3. al ristorante è un gesto maleducato 4. è uno strumento dei contadini AK$M%--%0*&/.-/$&/0$-/3-%$*$&%2*$.0-/,.-*$/4$/>/&-1.0*$=.03*$.0-/,.-*8$ N8$M'.,+/--.$3OP$3'.,+/--.$&%8$ .K$E/55/-/$%,.$.0'1&/$%+*&*%&*$310$F=.,/$3'.,+/--.G$ ! %$! F FQ0$,*3-%,.&-/$.=,*'.&%$4%>/$>.4%$ 4*$3%0*-%$0/$+%3.-/$0/$+%,-.&%$3%0%$ 3/$-*$>/,5%5&*$.$2.&5*.,/$'%&$0/$ 2.&*8$!*$@.&&%$3+*/5.-%$'@/$*&$ ?,*-,/.$-1--*$2.&5*.&%$4.$1&$ 1&*'%$+*.--%$3/&6.$+%3.-/$/$3*$ .*1-.&%$'%&$4/0$+.&/$/$=.&&%$0.$ 3'.,+/--.8G !"#$% FE.$3'.,+/--.$#$*0$+*.'/,/$ +,%=%&4%$ 4*$ 513-.,/$ 1&$ +.3-%$ =*&%$ .00"10-*2%$ 3.+%,/8G$&%$$#'#"#%()$ F9%&$ #$ /41'.-%$ -%''.,/$ *0$ '*A%$ '%&$ 0/$ 2.&*8$ ?''%$+/,'@L$0.$ 3'.,+/--.$ &%&$ 2*$ +*.'/ G$ $ F9%&$ '.+*3'%$ +/,'@L$ #$ '%&3*4/,.-%$ 1&$ 5/3-%$ 2.0/41'.-%8$ M/$ *%$ +,/+.,%$ 1&.$ +.3-.$ /$ *$ 2*/*$ *&>*-.-*$ .00.$ =*&/$ =.&&%$ 3'.,+/--.$ '%&$ *0$ 315%P$ .$ 2/$ =.$ +*.'/,/$ +/,'@L$3*5&*=*'.$'@/$50*$#$ +*.'*1-%8$ R$ 1&$ '%2+0*2/&-%JG$*%)"%$ F9%&$ #$ *5*/&*'%$ =.,/$ 0.$ 3'.,+/--.8$ !"#$ *0$ ,*3'@*%$ 4*$ +,/&4/,/$ 2.0.--*/8G$ ,((%- FQ$>%0-/$=.''*%$3'.,+/--.$ 71.&4%$2.&5*%$.$'.3.$%$4.*$ 2*/*$5/&*-%,*P$2.$.0$,*3-%,.&-/$%$ *&$+*66/,*.$2*$>/,5%5&%$/$&%&$0%$ =.''*%$2.*8G$./)(%+0)- AK$;&4*'.-/$'@*$#$.$=.>%,/$/$'@*$#$'%&-,%$0.$3'.,+/--.$/$+/,$71.0/$2%-*>%$ 1-*0*66.&4%$+.,%0/D'@*.>/8$ Scarpetta SI Perché? Scarpetta NO Perché? 'K$ )*3+%&4/-/$ .00/$ 3/51/&-*$ 4%2.&4/$ 4*3'1-/&4%$ '%&$ 0"*&3/5&.&-/$ /$ *$ '%2+.5&*8$ ! Cosa pensate della “scarpetta”? ! Lo giudicate un gesto educato o maleducato? Vi dà fastidio? ! Nel vostro paese si fa o è segno di maleducazione? ! In quali situazioni è o non è accettabile? Per trattare l’aspetto gestuale delle espressioni che esprimono gradimento in precedenza individuate si propone la visione di brevissimi filmati che riproducono ! %%! i principali gesti italiani. La visione del video permette di attivare il circuito dei neuroni specchio come supporto per la comprensione pragmatica del gesto e per il successivo compito di imitazione. Dal sito http://www.eurocosm.com/eurocosm/appec/pdcd/handsignals/handsigsGB.asp selezionare 10 gesti caratteristici italiani da proiettare in classe utilizzando il proiettore. ST8$;&4*'.,/$'%&$1&.$<$&/00.$-.A/00.$3%--%3-.&-/$*&$'1*$3%&%$/0/&'.-*$*&$%,4*&/$*$ -*+*$4*$5/3-%$'@/$>/4,/-/P$71.0*$5/3-*$1-*0*66/,/3-/$&/00.$',/.6*%&/$4/0$>*4/%'0*+$ 4/00.$'.&6%&/$.3'%0-.-.0# n. 2 “Mmm… buono!” n.41 “Non c’è dubbio” n. 23 “Oeeuh!” n. 49 “Al bacio” n. 35 “Che schifo!” (1) n. 53 “Boh!” n. 36 “Che schifo!” (2) n. 54 “Perfetto” n. 40 “Non saprei” n. 61 “Ma cosa vuoi?”* * indicare che questo gesto ha un uso molto più ampio. Non a caso è uno dei gesti italiani più conosciuti. Durante la visione gli studenti sono invitati a riprodurre i gesti mentre assieme all’insegnante ne spiegano il significato e lo classificano in base alla frequenza e al contesto più o meno formale in cui è possibile utilizzarlo. Questa attività sfrutta l’attivazione dei neuroni specchio relativamente all’imitazione. In caso di osservazione di atti già appartenenti al patrimonio motorio degli studenti il coinvolgimento dei neuroni specchio garantisce la comprensione pragmatica del gesto (per la comprensione del suo significato simbolico è poi necessaria un’ulteriore elaborazione cognitiva), mentre nel caso di atti estranei al patrimonio motorio degli studenti il sistema specchio ne rende possibile l’apprendimento. Completando poi la griglia sottostante gli studenti confrontano i gesti italiani appresi con i corrispondenti gesti del loro paese cercando eventuali analogie e diversità. ! %&! U?MVW$ ;9$;VQE;Q$ 9?E$X;W$YQ?M?$ 3.4. Sintesi (90 min) //0#!%0%,.$1-*0*66.&4%$41/$'%0%,*$4*>/,3*$*$4*2*&1-*>*$/$*$=.03*$4*2*&1-*>*8# bravina colpetto fiorellino gattino legnetto cucina postino forchetta giardino piccolino scarpina vestitino S:8$!,/.$*$4*2*&1-*>*$4/*$3/51/&-*$3%3-.&-*>*$/$.55/--*>*8$ topo bello/a sugo viso noioso/a naso ! %(! freddo/a scarpa SZ8$ [1.0*$ 4*$ 71/3-*$ 4*2*&1-*>*P$ 3/'%&4%$ -/P$ +%33%&%$ .>/,/$ .&'@/$ 1&$ >.0%,/$ >/66/55*.-*>%B.==/--*>%($ # # # /S0# E$&24.&);(# *:"# .# ;.3.)<*.9.# ;&4# =:.3(# &# ;&4# 5&$();(# &5&:$.C.(# $(3=4&*":&2<&)*.#H:"5.Q# # 1) Che bello questo _________________ ! Lo voglio provare. Ora chiedo alla commessa se c’è la mia taglia. 2) Quella ragazza mi piace proprio. Adoro il suo _______________ alla francese. 3) Se devo essere sincera la conferenza non mi è piaciuta: è stata un po’ _________________ 4) Ho sentito miagolare, ho aperto la porta ed ho visto il ______________ dei vicini nel nostro giardino. 5) Hai messo il _______________ di marmellata nel posto sbagliato. Per questo stamattina non l’ho trovato. 6) Vado raramente dal fioraio. Preferisco raccogliere i _______________ di campo. 7) Mi dà fastidio quando per richiamare la mia attenzione mi dai dei ________________ sulla spalla. S\8$ M'/50*/-/$ 1&.$ 4/00/$ 41/$ 3*-1.6*%&*$ +,%+%3-/$ 4.$ *&-/,+,/-.,/P$ 4*>*4/-/>*$*$,1%0*$/$+,/+.,.-/$.$'%++*/$%$.$5,1++*$4*$ZD]$1&$,%0/$+0.^8$ ! %)! Una cena tra amici Al ristorante italiano Una coppia o un gruppo di studenti Un amico organizza una cena a casa sua decide di andare a cena in un ristorante e invita uno, due o tre amici. Accoglie italiano e di provare alcuni piatti che gli studenti a casa e li informa di aver non hanno mai assaggiato. Ordinano e preparato dei cibi un po’ particolari. una volta ricevute le portate esprimono Come nel caso del ristorante, durante la il loro gradimento (o la loro delusione cena gli amici esprimono il loro gastronomica) e fanno delle ipotesi gradimento per il cibo e fanno delle sugli ingredienti delle varie portate. ipotesi sugli ingredienti delle varie portate. Gli studenti sono stati avvertiti dell’attività di role-play al termine della lezione precedente in modo da avere l’opportunità di ripassare anche le espressioni e il lessico che riguardano lo stare a tavola e/o al ristorante. Sono stati inoltre coinvolti nell’allestimento dello scenario adatto alla realizzazione del role-play attrezzando la classe con tavolo, sedie, stoviglie, posate, menù per rendere il contesto il più verosimile possibile. La tecnica del role play presenta il doppio vantaggio di coinvolgere in maniera profonda non solo le persone impegnate a metterlo in scena, ma anche coloro che assistono alla rappresentazione grazie alla capacità di “immedesimazione” resa possibile dal sistema dei neuroni specchio. 3.5. Riflessione e controllo (90 min) La classe viene divisa in due gruppi e ad ogni gruppo viene data una macchina fotografica digitale. Il compito è quello di creare in Power Point una sorta di videoclip della canzone “Ma che bontà” mettendo in successone una serie di fotografie che riproducano nel modo più fedele possibile il contenuto della ! %*! canzone. La protagonista della trasposizione in immagini della canzone sarà naturalmente una ragazza che dovrà fornire un’interpretazione espressiva del testo utilizzando la gestualità e l’espressività dell’italiano. Durante la predisposizione delle scene gli studenti dovranno discutere e prendere accordi sul materiale da realizzare. Questo, oltre a facilitare un clima collaborativo all’interno della classe e ad abbassare il “filtro” emotivo che generalmente si genera nella fase di controllo/verifica del lavoro svolto durante un’unità didattica, comporterà un’ulteriore riflessione sui meccanismi stilistici e retorici incontrati nel testo. Attenzione particolare dovrà essere rivolta ai codici prosodici e paralinguistici da coniugarsi con quelli gestuali e posturali al fine di realizzare un’adeguata armonizzazione della versione “video” con quella “audio”. L’insegnante avrà il compito di controllare che durante l’elaborazione del progetto gli studenti utilizzino, per quanto possibile, come lingua veicolare l’italiano. A lavoro ultimato, verranno proiettati e commentati in plenaria i lavori di entrambi i gruppi. L’insegnante avrà cura di promuovere non solo uno scambio di idee riguardo alle motivazioni che hanno portato alle due diverse realizzazioni, ma anche sulle eventuali difficoltà incontrate derivanti dalla diversità di codice extralinguistico tra la L1 e l’italiano. K(3");&?2<.;"Q# ! Quali aspetti della canzone sono stati centrali per la realizzazione del Power Point? Che cosa avete ritenuto opportuno valorizzare? ! Vi è sembrato difficile trasformare l’input sonoro in input visivo? ! Ci sono state difficoltà legate alla differenza dei codici non verbali esistente tra la vostra lingua e l’italiano? C’è qualcosa che vi ha aiutato? I:.*&:.#;.#9"4<*"C.()&: La valutazione comprenderà l’autovalutazione da parte di ogni singolo studente relativa all’attività di gruppo e una valutazione individuale predisposta dall’insegnante in modo tale da conferire un maggiore punteggio all’efficacia comunicativa e alla pronuncia rispetto alla correttezza grammaticale. ! %+! 4. Seconda Unità Didattica: Parla come mangi! Destinatari: classe multilingue di studenti adulti (25-50 anni) che segue un corso intensivo in una scuola per stranieri di una città italiana. Contesto di apprendimento: LS Livello: B1 Obiettivi - linguistici: ripassare le forme e gli usi dell’imperativo; introdurre l’imperativo “confidenziale” per dare consigli, l’imperativo negativo alla 2° persona singolare e la posizione dei pronomi nell’imperativo. Ripassare e arricchire il lessico relativo ai generi alimentari e all’alimentazione. - comunicativi: descrivere e confrontare abitudini alimentari; dare indicazioni e consigli; esprimere bisogni e opinioni; riconoscere e riprodurre codici non verbali dell’italiano relativamente a gesti e mimica facciale che esprimono accordo, assenso, sorpresa, delusione. - interculturali: sollecitare il confronto su stili alimentari e di consumo in Italia e nei paesi di provenienza degli studenti e stimolare il confronto sull’uso dei gesti nella propria cultura. Materiali e strumenti: computer con collegamento a internet, proiettore, una selezione piuttosto ampia di prodotti acquistabili al supermercato Tempi di realizzazione: 2 lezioni da 2 ore e mezza più un’uscita al supermercato. 4.1. Motivazione/introduzione (15 min.) S8$L’insegnante scrive alla lavagna il titolo dell’U.D. “Parla come mangi” e chiede agli studenti: a) di fare delle ipotesi sul significato dell’espressione; b) di riconoscere il tempo verbale. Al termine del brainstorming fornisce la spiegazione del modo di dire. ! %,! 4.2. Globalità (45 min) L’Unità Didattica muove dalla visione del video intitolato “Indispensabile in dispensa. Spesa a lunga scadenza” reperibile su Youtube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=QZXduL41xXc&feature=related del quale è fornita di seguito la trascrizione (le espressioni tra parentesi [ ] compaiono in sovraimpressione durante il filamto). [Cioccolato e caramelle a go go!] [Don’t drink and drive!] [Libri???] [Bella storia!!!] [Forse ho dimenticato qualcosa, vabbè…] [La voce: Tommaso Fara, cuoco e scrittore] Tommaso: - Claudio fermo, ma.. cos’hai preso? Hai preso tantissime cose e poi, come al solito, ti manca la pasta, il sale, lo zucchero.. insomma, devi fare la spesa in modo più razionale! Dividila: una spesa settimanale e una spesa mensile. Adesso guarda, ritorna dentro e ti insegno a fare la spesa. Tommaso: - Claudio no, le patatine no. Sei qui per fare la spesa mensile. Datti uno schiaffo! [La spesa a lunga scadenza i prodotti che non devono mai mancare] Tommaso: - Farina. Ok. Un po’ di farina ti serve sempre. Almeno due pacchi. È una scorta insomma, dai! … [Scegli farina di grano tenero tipo 00] Tommaso: - Per la pasta, prendine parecchia dello stesso tipo in modo che non te ne rimanga. [Pasta dello stesso formato = stesso tempo di cottura] Tommaso: - Riso. Anche il riso. il riso ti serve. [Arborio, basmati, parboiled, thai: Prova le differenti varietà di riso] Tommaso: - Claudio, adesso datti uno schiaffo, torna indietro e rimetti tutto a posto! Ci dobbiamo concentrare su altre cose: olio, caffè, sale, zucchero… Queste cose dopo, magari. Sei qui, è una missione. Non perdere tempo. ! &-! Tommaso: - Il sale non fartelo mai mancare: grosso e fine. E per le spezie, guarda, scegli il pepe e la noce moscata. il resto è meglio prenderlo fresco. [Sono stimati più di 14.000 usi diversi del sale] Tommaso: - Concentrati, sceglilo bene perché è il risveglio di ogni mattina. Un buon caffè.. una, due, tre. Stai facendo scorte, dai.. ma sì! Tommaso: - Un tè lo vogliamo prendere? Vai sul classico. Va bene. [ Il tè, dopo l’acqua, è la bevanda più diffusa al mondo] Tommaso:- Latte a lunga conservazione. [Se preferisci il latte fresco, ricorda che va comprato ogni 2 giorni ca.] Tommaso: - Per lo zucchero, se non l’hai mai provato, prova il fruttosio. È un’ottima alternativa. Bene. [Oltre allo zucchero prendi anche il fruttosio dolcifica meglio le bevande ed ha meno calorie] Tommaso: - Claudio, anche per la prima colazione varia un po’ sul tema. Cambia marmellate, mieli, qualche biscotto, fette biscottate… La varietà è infinita. [Non accontentarti, cerca e valuta le offerte migliori] Tommaso: - Ogni offerta valutala, se sono cose che ti piacciono, se le usi, se ti vanno bene e hanno i tempi di scadenza giusti, fanne incetta. Controlla il prezzo. Tommaso: - Claudio, per i detersivi dipende dalle tue esigenze… però, qualcosa per pulire la casa, per pulire i piatti, per pulire il pavimento, spugnette. Prendi l’indispensabile, con un po’ di scorta. [Compra una saponetta per le mani ha una durata superiore ai saponi liquidi] Tommaso: - Claudio, ci sono degli oli molto più buoni. Pensa mangiarti un’insalata con quell’olio, rimettilo via. Scegli un olio d’oliva di spremitura a freddo. Puoi fare di meglio. Guarda il colore. Bravissimo! Adesso possiamo andare. [L’olio extravergine ha proprietà analgesiche, emollienti e antinfiammatorie] Tommaso: - Guarda cosa c’è qui Claudio. Quella serve sempre. Prendine sempre parecchia. Non si può mai risparmiare su caffè, carta igienica e olio. Possiamo andare. ! &#! [Il primo uso della carta igienica risale al XIV secolo, ma solo dal 1879 viene avviata la sua produzione industriale] Tommaso: - Buona, eh? Però ti manca qualcosa, eh? Due foglie di basilico fresche su quella pasta ci starebbero proprio bene. E comunque, caro mio, datti uno schiaffo. Prima dell’inizio della proiezione l’insegnante spiega agli studenti che farà vedere loro solo alcuni secondi del filmato in modo che possano individuare il contesto della vicenda, richiamare le conoscenze e vissuto personale e su queste basi fare delle anticipazioni sulla possibile prosecuzione della storia. In questo modo si sfruttano le proprietà specchio inerenti la comprensione implicita degli atti altrui e la capacità di anticipazione. :8$C%2.&4/$_$3-*2%0%$+/,$0.$'%2+,/&3*%&/$50%A.0/`$ Le domande vengono proiettate con il proiettore in modo che possano essere lette agevolmente da tutti. L’insegnante segna sulla lavagna le risposte che vengono date in modo da visualizzare il filo logico della storia. Visione del video fino a 32”. Fermo immagine sulla schermata in cui compare il fumetto “Forse ho dimenticato qualcosa, vabbè…”. ! Dove si trova il ragazzo? ! Che cosa sta facendo? ! Come vi è sembrato mentre faceva la spesa? Frettoloso, tranquillo, nervoso, superficiale… ! Secondo voi, ha realmente dimenticato qualcosa? ! Secondo voi, come continua la storia? Si procede alla visione fino a 1’19” e si verificano nuovamente comprensione e capacità di anticipazione con altre domande – stimolo: ! Dove si trova il ragazzo? ! Che cosa fa? ! Perché urla? ! Secondo voi, che cosa succederà ora? ! &$! Visione del filmato fino a 1’47” seguita da domade-stimolo ! Dove si trova il ragazzo? ! Come reagisce quando sente la voce: è impaurito, stupito, allegro, timido... ! La voce lo consola, lo sgrida, lo punisce o intende dargli dei consigli? ! Secondo voi, come continua la storia? Visione del filmato fino alla fine ! che cosa fa il ragazzo? ! qual è il ruolo della voce: provocare sensi di colpa, rimproverare o consigliare? ! Claudio non parla affatto per tutta la durata de video eppure noi comprendiamo le sue reazioni. Che cosa sostituisce i suoi gesti? ! come si conclude la storia? Confronto in plenaria e discussione di eventuali dubbi. Z8 Divisione della classe in 4 gruppi. A 3 gruppi si affida una sequenza di filmato (dall’inizio a 1’47” – da 1’47” a 3’25” e da 3’25” alla fine) con la consegna di individuare tra diversi prodotti che l’insegnante avrà avuto cura di predisporre in uno spazio della classe appositamente creato, quelli che nel video vengono effettivamente acquistati da Claudio. I prodotti in questione dovranno essere messi in un cesto che funge da cestino/carrello della spesa. Al quarto gruppo viene invece chiesto di selezionare quali tra le frasi scritte su cartoncini (sufficientemente grandi per essere letti da tutta la classe) compaiono in sovra impressione nel video. I cartoncini verranno poi incollati su un cartellone. Questa tecnica di abbinamento permette, grazie all’utilizzo di oggetti reali, di sfruttare il vantaggio della manipolazione di oggetti che attiva sia il circuito dei neuroni canonici che quello dei neuroni specchio attivando un’elaborazione più profonda dell’input sensoriale con conseguente rinforzo della memoria. ! &%! 4.3. Analisi (60 min)$ ]8$QAA*&.2/&-%$4*$=,.3*$,/0.-*>%$.0$>*4/%8$ A. Claudio, adesso datti uno schiaffo 1. grosso e fine. B. Cambia marmellate, mieli, qualche biscotto, fette biscottate C. Hai preso tantissime cose 2. un buon caffè D. Concentrati, sceglilo bene perché è il risveglio di ogni mattina: E. Il sale non fartelo mai mancare: 4. torna indietro e rimetti tutto a posto! $ A B 3. La varietà è infinita 5. e poi, come al solito, ti manca la pasta, il sale, lo zucchero C D E $ E.$'%21&*'.6*%&/$&%&$>/,A.0/8 Abbiamo visto che Claudio non risponde mai verbalmente alle parole di Tommaso, tuttavia noi siamo in grado di comprendere i suoi pensieri e il suo stato d’animo. Ma che cosa esprimono esattamente i suoi gesti e la mimica facciale?$ \.!%2+0/-.-/$0.$3/51/&-/$-.A/00.P$3'/50*/&4%$=,.`$ stupore o sorpresa delusione o contrarietà Reazioni di Claudio Parole di Tommaso Claudio, fermo! Ma cos’hai preso? Claudio no, le patatine no! Datti uno schiaffo! Per la pasta… Datti uno schiaffo, torna indietro e rimetti tutto a posto! ! accordo o assenso &&! Stai facendo scorte, dai.. ma sì! Prova il fruttosio, è un’ottima alternativa! Se sono cose che ti piacciono Se le usi.. Buona eh? $ Gli studenti sono invitati a guardare ancora una volta il video prestando particolare attenzione alle forme verbali usate da Tommaso per dare consigli e ordini a Claudio. L’insegnante avrà cura di effettuare le opportune pause durante la proiezione in modo da dare tempo agli studenti di trascrivere le forme individuate. Devono essere trascritte anche le forme presenti nelle scritte che compaiono durante il video, già individuate e raccolte in un cartellone durante l’esercizio precedente. $ a8$!%2+0/-.$0.$5,*50*.$3%--%3-.&-/$/$*&4*'.$.''.&-%$.4$%5&*$>/,A%$3/$/3+,*2/$ 1&$%,4*&/$bWKP$1&$'%&3*50*%$b!KP$1&.$,*'@*/3-.$b)KP$1&"*&4*'.6*%&/$b;KP$ 1&"/3%,-.6*%&/$b?K8$$ $ Cose da fare Cose da non fare Fermo Non perdere tempo Devi fare la spesa in modo più razionale Non fartelo mai mancare Dividila ! Riguardate tutte le forme che avete elencato. Quali forme conoscete già? Quali incontrate per la prima volta? Che cosa notate? ! Come si forma l’imperativo negativo di 2° persona singolare: a) non + presente ! b) non + infinito? &(! c8$9/00.$&1%>.$-.A/00.$,*+%,-.,/$50*$*2+/,.-*>*$'%&$+,/+%3*6*%&/$/>*4/&6*.&4%$ 0.$+,/+%3*6*%&/$'%&$1&$'%0%,/$4*>/,3%8$ $ Cose da fare Cose da non fare Dividila Non fartelo mai mancare Datti ! Che posizione hanno le preposizioni nelle forme dell’imperativo? ! Come si comportano i verbi riflessivi? d8$C.,/$'%&3*50*$ Per svolgere questo esercizio gli studenti devono riutilizzare la tabella dell’esercizio n. 6 e indicare accanto ad ogni verbo se ha il valore di: ordine (O), indicazione (I), consiglio (C) o richiesta (R). N8$Y/,$*2+.4,%&*,3*$4/0$0/33*'%$+,/3/&-/$&/0$>*4/%$3*$+,%+%&/$1&$'0%6/$3100.$ -,.3',*6*%&/$-/3-1.0/$4/0$A,.&%$4.$3>%05/,/$.$5,1++*$4*$:$%$Z8$ $ Tommaso: - Claudio fermo, ma.. cos’hai preso? …… preso tantissime cose e poi, come ……. solito, ti manca la pasta, il……., lo zucchero. Insomma, devi fare la …… in modo più razionale! Dividila: una …... settimanale e una spesa mensile. Adesso…….,ritorna dentro e ti insegno a ..…… la spesa. Tommaso: - Claudio no, le patatine ……. Sei qui per fare la spesa……… Datti uno schiaffo! Tommaso:- Farina. Ok. Un …… di farina ti serve sempre. Almeno ……… pacchi. È una scorta insomma, dai! Tommaso:- Per …… pasta, prendine parecchia, dello stesso tipo …….modo che non te ne rimanga. Segue l’ultima proiezione del video per il controllo del cloze e la spiegazione di alcune espressioni quali “fare incetta”, “fare scorta” e così via. 4.4. Sintesi (90 min) ! &)! ST8$Q50*$%,4*&*J$ L’insegnante scrive alla lavagna questa esclamazione e invita gli studenti a spiegarne il significato. Una volta chiarito si introduce l’attività successiva. Gli studenti divisi in due gruppi scrivono su dei foglietti degli ordini o delle indicazioni che contengano un imperativo con preposizione o l’imperativo di un riflessivo. I comandi possono aver a che fare a che fare con i prodotti già utilizzati per l’esercizio di abbinamento svolto all’inizio o con altri oggetti presenti in classe. Potranno essere utilizzati verbi incontrati durante la lezione assieme ad altri (eventualmente) suggeriti dall’insegnante che non indicano necessariamente interazione con oggetti. Esempi: “Prendi il caffè dal cesto e mettilo nel cassetto”, “Apri il sacchetto di cioccolatini e offrili ai tuoi compagni/offriceli”, “Distendi le braccia in avanti e poi muovile su e giù”. I membri di ogni gruppo, a turno, pescano un foglietto ed eseguono gli ordini scritti dal gruppo avversario. Le squadre ottengono un punto sia per la correttezza delle preposizioni sia per la corretta esecuzione del comando. Da notare che attraverso questo esercizio vengono ripresi i principi fondamentali della Total Physical Response dove è previsto che gli studenti dimostrino la comprensione dello stimolo verbale attraverso le loro azioni di risposta ad esso. //0$9%&$/3.5/,.,/J$ Alice dà dei consigli all’amica Elisa su come fare ad avere un’alimentazione più regolare e bilanciata in modo da poter perdere peso. Ascolta il dialogo! Alice: Scusa, ma hai intenzione di mangiare solo uno yogurt? Non ti sembra poco? Elisa: In realtà ho una fame da lupo, ma sono di fretta e non ho tempo di prepararmi il pranzo. Senza contare che il frigo è vuoto. Alice: Ma il tuo fisico ha bisogno di energia! Elisa: Il mio fisico casomai ha bisogno di una bella dieta! Alice: Non esagerare, non sei grassa! Elisa: Quello che conta è che io mi sento grassa e voglio dimagrire. ! &*! Alice: Va bene, ma comunque la prima regola, se si vuole dimagrire, è non saltare i pasti. Elisa: E allora cosa dovrei fare secondo te? Alice: Mangia più regolarmente ed evita di rimanere con il frigo vuoto! E quando fai la spesa cerca di acquistare prodotti sani e variati. Elisa: Eh, sì, lo so, ma è anche una questione di tempo! Io sono sempre di corsa e alle volte mi dimentico di mangiare. Alice: Ascolta il consiglio di un’amica: organizza meglio il tuo tempo e non saltare mai i pasti. Non solo non ne vale la pena, ma è anche controproducente. Non ti serve a niente mangiare adesso solo uno yogurt se poi stasera mangi per quattro! Elisa: Sì, forse è vero. Alice: Credimi, se veramente vuoi dimagrire la sera non stare sempre a casa davanti alla TV! Esci, fa’ un po’ di sport, va’ a ballare! Dopo aver letto il testo e svolto un esercizio di V o F per la comprensione globale, gli studenti riconoscono nel testo le forme dell’imperativo e sono invitati ad utilizzarle nell’esercizio che segue. Gli studenti dovranno poi immaginare di dare dei consigli ai compagni sui comportamenti alimentari da evitare o da adottare per migliorare la propria alimentazione usando le varie forme di imperativo. $ S:8$e3.&4%$0"*2+/,.-*>%$4*-/$.0$>%3-,%$'%2+.5&%$'%3.$+1f$%$&%&$+1f$=.,/`$ $ " in aula durante la lezione " in treno " in aereo " in biblioteca " in un parco " al supermercato 4.5. Riflessione e controllo (90 min) ! &+! Sulla base del video “Indispensabile in dispensa” e del testo “Non esagerare” si sollecita la discussione e il confronto culturale sulla questione degli stili alimentari e di consumo in Italia e nei paesi di origine degli studenti. Possibili domande-guida per offrire spunti di discussione sono le seguenti: ! Avreste fatto anche voi una spesa uguale a quella di Claudio per riempire la dispensa con le cose indispensabili? O ci sono altri prodotti per voi che non possono mancare a casa vostra? O che non prendereste mai? ! Vi siete identificati con la storia di Claudio? Capita anche a voi di andare a fare la spesa e di dimenticare di comprare le cose essenziali? ! La pubblicità influenza il vostro modo di fare la spesa? Quanto incide sui comportamenti alimentari sbagliati? ! Siete d’accordo con Alice quando dice ad Elisa di non saltare mai i pasti a causa dei troppi impegni? Anche nel vostro paese le persone a causa dei troppi impegni trascurano la propria alimentazione? SZ. Gli studenti sono invitati a raccogliere individualmente le informazioni che emergono in una griglia alla quale potranno poi far riferimento per la preparazione e la realizzazione della successiva attività di drammatizzazione (role-play). In Italia Nel mio paese I prodotti che non possono mancare dalla dispensa sono: S]8$)%0/$_$+0.^$ La classe viene divisa in gruppi di 2 studenti e vengono preparati tanti foglietti con descritte delle situazioni comunicative quanti sono i gruppi. Ogni gruppo costruisce un dialogo sulla base della situazione indicata sul foglietto estratto. L’efficacia di questa tecnica è rafforzata dal funzionamento del meccanismo ! &,! specchio, i quanto attraverso il “rispecchiamento” delle azioni altrui operato da questo circuito neurale permette l’immedesimazione dell’osservatore nell’azione osservata “come se” la stesse svolgendo di persona. È come se lo studente “vivesse” la situazione comunicativa tante volte quante la vede rappresentare. Esempi di situazioni comunicative: $ Amiche al bar Coinquilini e lista della spesa Conversazione tra due amiche al bar. Due universitari$ coinquilini all’ora di Una delle due sta sorseggiando il suo pranzo si accorgono che frigorifero e caffè dopo aver pranzato mentre l’altra dispensa sono vuoti. Decidono di vuole fare un veloce spuntino e decide andare subito a fare la spesa al di pranzare con un tramezzino. La supermercato e si mettono a compilare prima si avvicina e saluta l’amica e la lista delle cose da prendere. Uno dei commenta il fatto che il tramezzino non due agisce spinto dalla sua golosità e è un pasto adeguato. L’amica risponde dalla sua passione per le cose inutili di essere molto occupata e di non aver dando priorità a cose non essenziali tempo per il pranzo. Inizia così un come merendine, caramelle, improbabili dialogo in cui l’una cerca di convincere utensili per la cucina e così via, mentre l’amica dell’importanza di l’altro cerca di farlo ragionare e di un’alimentazione equilibrata e dà dei dargli indicazioni su quali siano le consigli su come realizzarla. ! regole della d’oro per la spesa. (-! Le due attività della fase di riflessione (griglia e role-play) sono utilizzate anche per il controllo in quanto permettono di verificare tanto gli obiettivi linguistici e comunicativi, quanto quelli interculturali. In sede di valutazione sarà maggiormente premiata la competenza extralinguistica rispetto a quella linguistica. S\8 Trattandosi di un corso di LS che si svolge in Italia è possibile prevedere l’inserimento tra le attività didattiche di una esperienza sul campo, organizzando un’uscita al supermercato assieme agli studenti. È opportuno che il numero degli studenti per volta sia limitato alla volta per evitare situazioni innaturali e confusione ! (#! 5. Conclusioni Le conoscenze derivanti dalla ricerca neuroscientifica già in passato hanno svolto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della glottodidattica sia dal punto di vista dell’apparato teorico che da quello delle applicazioni pratiche. I dati neuroscientifici forniscono, infatti, indicazioni essenziali per poter programmare un insegnamento che assecondi il naturale funzionamento del cervello e ne faciliti lo sviluppo delle potenzialità. Basti solo pensare alle implicazioni derivate dalle evidenze scientifiche relative alla bimodalità del cervello, al principio di direzionalità e al funzionamento della memoria. O, ancora, alla rivoluzionaria importanza della scoperta che le emozioni, tradizionalmente pensate come estranee, se non addirittura antagoniste all’apprendimento, svolgono un ruolo cruciale nell’indirizzare l’attenzione e nel fissare i processi di memoria. Le recenti scoperte sul funzionamento dei neuroni visuo-motori e del sistema dei neuroni specchio impongono ora di riconsiderare l’importanza anche della dimensione corporea oltre a quella razionale ed emotiva, insieme elementi inscindibili di un soggetto esperiente. Alla luce delle considerazioni sull’importanza della partecipazione attiva del discente al processo di apprendimento attraverso l’esperienza pratica e motoria in un contesto fisico ed emotivo ricco di stimoli, è possibile indirizzare la scelta delle tecniche e delle tecnologie didattiche da utilizzare, privilegiando quelle che attivano il meccanismo di "rispecchiamento" per mezzo del quale è possibile la comprensione immediata e pragmatica, ancor prima che riflessiva, dell'agire, delle intenzioni e delle emozioni altrui. Per concludere, occorre ricordare che numerose ricerche sono ancora in corso per delineare un quadro completo delle funzionalità del sistema specchio e che nuovi dati vengono continuamente prodotti. È auspicabile, quindi, che la riflessione glottodidattica segua costantemente l’evoluzione della ricerca scientifica non solo per trarne nuove indicazioni metodologiche ed operative, ma anche per incentivare la propria dimensione sperimentale e, in un’ottica interdisciplinare, “restituire” alla ricerca sperimentazione sul campo. ! ($! indicazioni derivanti dalla BIBLIOGRAFIA Arbib, M.A. (a cura di) (2006) Action to language via the Mirror neuron System, New York, Cambridge University Press Arbib, M.A. The Mirror System Hypothesis. Linking Language to Theory of Mind [Internet] (6 pagine), Parigi, Interdisciplines, http://www.interdisciplines.org/coevolution/papers/11 (07/11/2009) Aziz-Zadeh et al. (2006) “A comparison of premotor areas activated by action observation and action phrases”, Current Biology 16(18): 1818-23 Balboni, P. (1994) Didattica dell’italiano a stranieri, Roma, Bonacci Balboni, P. (1998) Tecniche didattiche per l’educazione linguistica, Torino, Utet Balboni, P. 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