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IL NOSTRO SI - Gi.Fra. Sant`Elia a Pianisi

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IL NOSTRO SI - Gi.Fra. Sant`Elia a Pianisi
“Il Nostro SÌ”
Linee guida per l’Araldinato
PRESENTAZIONE
L’OFS ha la sua Regola di Vita e le sue Costituzioni Generali, la GIFRA ha Il Nostro
Volto, gli ARALDINI hanno, ora, Il Nostro Sì.
Il Nostro Sì è la Carta d’identità dei piccoli francescani, lo strumento che li identifica e
li fa conoscere, e li colloca con una propria peculiarità all’interno della Famiglia Francescana.
Il Nostro Sì non è nato dall’oggi al domani, la sua elaborazione parte da lontano,
parte dalla considerazione che i piccoli francescani hanno un posto reale all’interno
della famiglia francescana e che hanno bisogno di uscire fuori da una sorta di limbo
che li ha visti relegati alla memoria del Cordigerato.
L’Araldinato ha una sua storia, una precisa connotazione che animatori attenti alla
sua dinamica bella e in continua evoluzione, hanno cercato di far conoscere sempre
di più.
Il Nostro Sì vuole rendere visibile questa realtà, portarla a tutti (francescani professi, promessi, fratelli del prim’Ordine compresi e non solo) e presentarla in tutta la sua
ricchezza.
Il Nostro Sì presenta e fa conoscere agli altri l’Araldino in tutta la sua essenza; ci
dice chi è, a chi appartiene, cosa fa, con chi e perché, chi lo segue e gli sta vicino, le
esperienze che vive per crescere sano come uomo e come cristiano, le dinamiche, lo
stile di vita che intende seguire per riuscire nei suoi propositi … gli impegni che assume e che è portato a verificare man mano.
Questo documento è stato concepito perché potesse giungere a tutti: agli animatori
(gifrini, francescani secolari, assistenti), a chiunque voglia cominciare a conoscere gli
Araldini più da vicino e ai ragazzi in particolare.
Il cammino che ha portato a Il Nostro Sì parte nel 1989 quando il Consiglio Nazionale Interobbedenziale (dell’OFS) preparò una bozza di regolamento che chiamò ‘Il
Decalogo degli Araldini’; altri documenti furono preparati in seguito anche a cura di
diverse realtà, ma proprio perché espressione di singole esperienze non ebbero degna attenzione di studio, riflessione e condivisione.
Si arriva così ai giorni nostri: le varie Commissioni Nazionali per l’Araldinato, tra gli
obiettivi prefissi, hanno assunto l’impegno di produrre un documento, e durante il
percorso formativo 2002/2004 destinato agli animatori Araldini i delegati provinciali/
regionali hanno avuto il compito di delineare gli elementi caratterizzanti l’Araldinato.
La modalità scelta ha permesso di costruire – con l’apporto di tutte le realtà – uno
strumento il più efficace e condiviso possibile; è nato così “Il Nostro Sì”, che traccia
le linee guida per le fraternità degli Araldini d’Italia.
Ma la vera novità de Il Nostro Sì risiede in un dettaglio che non richiama subito
l’attenzione, ma che è frutto di una crescita costante nel tempo, una presa di coscienza e una evoluzione dovuta più al cuore che alla norma. Si comincia a parlare di
Araldinato, di piccoli francescani non più isolati, separati e sparsi qua e là: si prende
atto e lo si dice con forza che gli Araldini sono una realtà unica, con solidi legami,
una realtà unita che a buon diritto si può definire Fraternità Nazionale Araldini.
Qualche tempo fa era una utopia solo il pensarlo.
ARALDINATO
L’Araldinato è la prima tappa dell’esperienza Francescana, il primo passo nel cammino della Famiglia Francescana.
Conoscere gli Araldini significa capire che prendersi cura dei piccoli è essenzialmente
verificare la propria vocazione francescana di famiglia.
L’Ofs, la Gifra e gli Araldini appartengono, infatti, ad una sola grande famiglia, nella
quale ogni membro deve sentirsi responsabile dell’altro, del fratello, che è dono di
Dio e si fa carico della sua crescita umana e spirituale.
Essi hanno in comune la radice, l’appartenenza, la vocazione e la missione.
Convinti della necessità di educare « i fanciulli in modo che aprano il loro animo alla
comunità ... e acquistino la coscienza di essere membri vivi e attivi del Popolo di Dio
» e del fascino che Francesco può esercitare su di loro, si favorisca la formazione di
gruppi di fanciulli i quali, con l'aiuto di una pedagogia e di una organizzazione adatta
alla loro età, siano iniziati alla conoscenza e all'amore della vita francescana …
[Costituzioni Generali dell'Ordine Francescano Secolare – Art.25]
Ofs, Gifra e Araldini sono una vera e propria famiglia, voluta da Francesco nella amorevole interdipendenza dei suoi membri che hanno Cristo quale centro della loro vita.
I piccoli sono chiamati a scoprire che c’è un Dio Padre che li ama, che c’è una comunità di fratelli che rende visibile questo amore e che – con la gioia e lo stile di Francesco d’Assisi – li porta per mano nel cammino della vita.
In questo cammino scoprono il fascino di Francesco e Chiara, riconoscono di appartenere alla famiglia di Dio, si sentono invitati a rispondere alla loro personale chiamata, e inviati a portare la loro gioia ovunque.
Questa grande famiglia fatta di adulti, piccoli, anziani e giovani ha una radice comune di nascita spirituale. Tutti sono chiamati ad appartenervi e a renderla migliore
perché hanno il dovere e la gioia di rispondere con prontezza alla vocazione ricevuta
accogliendo il dono del Signore di avere una famiglia spirituale.
IDENTITÀ
L’Araldino, sull’esempio di Francesco d’Assisi, è “l’araldo del Gran Re”, colui che annunciando il lieto messaggio di Dio si impegna a servire Cristo portando pace e gioia
ovunque: in famiglia, a scuola, in fraternità, in parrocchia, per le strade e contribuisce alla costruzione di un mondo più giusto e più bello.
La fraternità degli Araldini è costituita da bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 ed
i 13 anni.
Gli Araldini sono costituiti in fraternità di diverso livello: locale, regionale e nazionale,
così come per l’Ofs e la Gifra.
Gli Araldini non sono un gruppo, non sono un’associazione ma una fraternità, cioè un
insieme di fratelli-amici.
Ciò che li identifica e caratterizza è l’essere inseriti nella Chiesa per testimoniare il
messaggio evangelico secondo lo stile del Poverello di Assisi. Vivendo in fraternità
l’Araldino sperimenta un nuovo rapporto con i fratelli.
E’ il concetto di fraternità che esprime in maniera più esatta l’essenza del loro stare
insieme: non luogo di semplice aggregazione ma ambiente privilegiato dove scoprire
che ogni compagno-amico è un dono che Dio gli fa perché non sia solo. L’Araldino va
aiutato a scoprire la bellezza della vita, a comprendere perché comportarsi in un modo piuttosto che in un altro e a comprendere che il dono ricevuto di avere dei fratelli
va ricambiato col dono di sé agli altri.
FORMAZIONE
Curare la formazione umana, cristiana e francescana del bambino-ragazzo è
l’obiettivo principale di una fraternità Araldini affinché maturi la consapevolezza di essere una presenza attiva nella Chiesa.
L’Araldinato aiuta i bambini e i ragazzi a scoprire la personale vocazione cristiana e
consente loro di crescere umanamente e spiritualmente alla sequela di Gesù, sviluppa la conoscenza del progetto di Dio su ognuno di loro per realizzarlo con generosità.
L’Araldino, formato alla scuola della parola di Dio, impara a conoscere Francesco e
Chiara come modelli da seguire per incontrare Gesù e accoglie il messaggio francescano come gioiosa attualizzazione del messaggio evangelico attraverso l’approccio
diretto con le Fonti francescane e nei luoghi che li hanno visti protagonisti del loro
tempo.
La formazione porta a una migliore conoscenza di sé, a considerare importanti valori
quali il rispetto e l’amore per l’uomo ed il creato, l’amicizia e il perdono … a riscoprire
l’amore per la vita come dono di Dio.
Attraverso la formazione e il rapporto con gli altri impara a maturare uno stile fraterno, ricco di speranza, accoglienza, fiducia, letizia, pace, semplicità, povertà, generosità, servizio.
L’Araldino realizza il progetto di Dio su di sé mediante il personale impegno a conoscerlo e a metterlo in pratica ogni giorno. Per far ciò è importante curare la sua formazione di individuo, la scoperta continua della sua figliolanza con Dio, la sua amicizia con Francesco e Chiara, presenze concrete nella loro vita che vanno conosciute
più a fondo. Il cammino formativo deve mettere al centro il bambino e il ragazzo con
tutto il suo essere. Per vivere con efficacia la propria fede, la formazione non può
prescindere dalla conoscenza di Gesù, dal rapporto con Lui e dal considerarlo un amico reale.
PREGHIERA
La preghiera deve assumere una valenza primaria per l'Araldino e la fraternità tutta:
in essa va riconosciuta l’azione dello Spirito Santo. E’ necessario trasmettere i valori
della spiritualità, sia cristiana che francescana, mediante momenti di preghiera, individuale e comunitaria, e la partecipazione attiva alla vita sacramentale. La preghiera
è il motore che spinge e fa proseguire nel cammino intrapreso; essa è dialogo privilegiato con il Padre e con Gesù, dei quali ci si riconosce figli e fratelli. La preghiera va
riscoperta anche in senso orizzontale: non si prega da soli o per se stessi ma insieme
ai fratelli e per i fratelli.
Gli Araldini, fratelli-amici hanno Gesù come centro e Francesco e Chiara come guida
e sostegno. Ecco che l’azione formativa della preghiera deve insistere anche e soprattutto – nei giusti tempi e modi – nel trasmettere qualitativamente una spiritualità
più incisiva, mai gravosa ma che sia bene accolta e partecipata.
Ai ragazzi va proposto e trasmesso un atteggiamento nuovo nei confronti della preghiera: va scoperta la bellezza del pregare insieme perché questo fa sentire più uniti.
I ragazzi vanno aiutati a scoprire che la partecipazione alla messa domenicale è un
momento importante del loro stare insieme nel quale è la fraternità tutta che incontra il Signore. Andare a messa insieme è bello.
I ragazzi vanno aiutati a vivere con gioia il sacramento della riconciliazione nel quale
riallacciano l’amicizia con Gesù. E’ l’atteggiamento della festa del Perdono che deve
caratterizzare questo momento.
L’Eucaristia va riscoperta non come atto dovuto e formale all’interno della messa ma
come centro del proprio cammino interiore: Gesù è lì che si offre e ci aspetta.
La preghiera all’inizio e al termine di qualsiasi momento di incontro o esperienza comune scandisce i ritmi della vita fraterna, richiama il senso del dialogo continuo con il
Signore che è Dio e Padre .
SERVIZIO
L’incontro con Gesù, uno spirito di preghiera e l’esempio di Francesco e Chiara devono portare l’Araldino a maturare forme di servizio e di testimonianza adatte alla sua
età: è fondamentale educare i ragazzi a saper donare e donarsi; far comprendere
che come il Signore chiama Francesco e lo invita a ‘riparare la Sua casa’, così
l’Araldino deve avvertire la sua personale chiamata e realizzarla mediante un impegno continuo e una risposta generosa.
Il servizio è innanzitutto una esperienza di dono. L’Araldino in forza del Vangelo impara ad andare incontro a quanti il Signore gli pone accanto nella vita. Con l’aiuto
degli adulti (animatori, assistente, genitori …) l’Araldino scopre che è bello fare qualcosa per gli altri, rendersi disponibili, essere utili in qualche maniera.
La sua risposta generosa alla chiamata di Dio nell’esperienza francescana deve tradursi in gesti concreti già nell’ambito familiare per poi continuare in fraternità, a
scuola, nel quartiere, nel rapporto con il creato.
L’Araldino, piccolo Francesco, seguace di Gesù matura atteggiamenti di attenzione
verso i propri coetanei quanto verso le persone adulte o anziane; matura una maggiore coscienza nella tutela e nella salvaguardia dell’ambiente e del mondo circostante, espressioni del dono gratuito di Dio; si rende sensibile ai bisogni di chi è solo o
che vive situazioni di difficoltà.
Il senso del servizio, per la sua giovane età deve essere sempre caratterizzato dal
sorriso, dalla gioia e dalla freschezza dei suoi anni.
ANIMATORE
L’animatore è colui che accompagna i ragazzi nel loro cammino di crescita umana,
cristiana e francescana: svolge il proprio servizio con la testimonianza e l’esempio
della propria vita e, divenendo modello di riferimento, privilegia il dialogo, offre la
propria disponibilità e, prima di animare gli altri, si impegna ad animare se stesso.
Egli vive, condivide e trasmette, responsabilmente e con impegno, la fraternità universale, la spiritualità, la minorità: in un’unica parola il Vangelo.
L’animatore di una fraternità Araldini può essere un promesso Gifra o un professo
Ofs, affiancati all’occorrenza da non promessi o non professi, che abbiano però già
avviato un cammino di formazione in fraternità. Essi partecipano a tutte le iniziative
formative promosse a livello locale, regionale e nazionale.
E’ necessario che tra animatori ed Araldini ci sia una sostanziale differenza d’età.
I responsabili, ai diversi livelli, vengono nominati dai consigli Gifra e Ofs, preferibilmente appartenenti ai consigli stessi, e il loro mandato è della stessa durata del consiglio che li ha nominati.
È opportuna la creazione di una equipe di animazione e formazione per l’Araldinato a
tutti i livelli composta sia da membri della Gifra che dell’Ofs e dall’assistente spirituale.
All’interno degli animatori, va individuata la figura del/i ‘formatore/i’. Non sempre i
due ruoli possono coincidere. Il formatore ha il compito specifico di trasmettere i
contenuti della fede cristiana e della spiritualità francescana mediante uno specifico
programma formativo. E’ opportuno che francescani secolari e gifrini impegnati
nell’animazione degli Araldini vivano questa ‘vocazione’ secondo le proprie caratteristiche, da formatori o animatori. Un formatore è necessario che sia professo Ofs o
promesso Gifra.
Nel loro cammino di crescita i ragazzi sono affiancati da molte persone. Una di queste ricopre un ruolo estremamente importante: l’animatore.
Chi fa animazione nell’Araldinato svolge essenzialmente un servizio ai piccoli: servizio
qualificato, non estemporaneo né superficiale; chi fa animazione è testimone di ciò
che annuncia con la sua vita e il suo esempio.
Egli non ha ricette pronte, non sventaglia iniziative a raffica, non impone schemi e
non impartisce lezioni, è uno che vive ‘insieme’ e trasmette agli altri – in uno scambio
reciproco – il meglio di sé; l’animatore è chiamato ad essere innanzitutto coerente
con quello che dice, vive e propone. La prima parola chiave per un animatore è ‘servizio’. Il suo è un servizio disinteressato, pervaso da un amore e una passione per i
piccoli: non si può essere animatori solo perché qualcuno ci ha preso a caso e ci ha
buttati nella mischia. Altra parola chiave riferita all’animatore è ‘chiamata’. Animatore
vuol dire rispondere con gioia e convinzione ad un invito: svolgere un servizio ai piccoli, accompagnandoli nel loro cammino di crescita umana, cristiana e francescana
attraverso l’esempio di una vita coerente con gli insegnamenti evangelici. Sono lì le
radici ed è lì il messaggio da vivere, con-dividere, e trasmettere ai piccoli.
Attraverso la propria testimonianza, il dialogo aperto e sereno, la disponibilità a mettersi in gioco e qualche volta a mettersi in discussione, l’animatore deve poter offrire
una presenza attiva e qualificata. Per questo, si impegna a cambiare i propri atteggiamenti, a modificare il proprio stile di vita perché possa diventare testimone, esempio, modello di riferimento per i ragazzi: una persona su cui contare. Il suo non è
un atteggiamento di chi si pone al di sopra delle parti ma di chi si pone a fianco del
ragazzo per aiutarlo, incoraggiarlo e fargli scoprire pian piano il proprio posto nella
fraternità e nella Chiesa.
Per trasmettere lo stile di Francesco e Chiara, l’animatore Araldini deve ‘respirare’ essenzialmente l’aria fraterna.
Terza parola chiave: ‘formazione’. Non vi è servizio che non richieda impegno personale, acquisire nuove conoscenze, saperne di più … L’animatore Araldini si impegna,
quindi, in prima persona a partecipare ad esperienze formative locali, regionali e nazionali che gli vengono offerte per meglio rispondere alle esigenze specifiche del suo
servizio e poter offrire così una presenza qualificata e mai superficiale o generica.
Inoltre, nella risposta personale ad una chiamata egli non deve considerarsi unico ed
insostituibile; (viene nominato dal proprio consiglio di appartenenza fino a che dura il
mandato dello stesso. Puntualizzazione. Ciò non vuol dire che egli non possa continuare a svolgere anche in futuro il suo servizio ai piccoli) non si può essere animatori
Araldini a vita come – d’altro canto – non si pone fine ad una esperienza bella e positiva solo perché scade un consiglio.
ASSISTENTE
La fraternità degli Araldini è animata anche da un Assistente; egli, presenza viva e
reale in fraternità, cura l’aspetto spirituale ed è testimone del carisma francescano,
collabora attivamente con gli animatori alla formazione dei ragazzi: è uomo che prega e invita alla preghiera.
La presenza qualificata dell’Assistente non è sporadica o limitata ma deve risultare
presenza sensibile, concreta, continua perché sia efficace e perché agisca con forza
nella vita dei ragazzi.
L’Assistente è il ‘garante’ della spiritualità francescana ed è presenza attiva nella vita
dei ragazzi e nella fraternità.
Il compito principale dell’Assistente è quello di testimoniare con gioia la sua vocazione, donarla ai fratelli e far sì che questi si innamorino della propria.
L’Assistente non è una figura di secondo piano all’interno della fraternità né il “factotum”, ma è guida e maestro nella sua azione di servizio; conosce ogni singolo bambino-ragazzo in tutta la sua completezza e cerca di far emergere le potenzialità e le
capacità di ciascuno.
Il servizio dell’Assistente si svolge nel rapporto stretto con gli animatori con i quali si
integra e instaura piena collaborazione, aiutandoli a tirare fuori il meglio di sé per poter dare di più ai ragazzi ad essi affidati.
La sua presenza è importante ed essenziale anche nella fase di indirizzo e programmazione della vita della fraternità. E’ auspicabile che ogni commissione per
l’Araldinato a qualsiasi livello possa poter contare sulla presenza di un Assistente idoneo e preparato.
FAMIGLIA
L’Araldinato non è da considerarsi un’esperienza staccata dal contesto familiare dei
bambini-ragazzi. La famiglia dell’Araldino deve essere coinvolta nell’esperienza vissuta dai propri figli; è fondamentale, infatti, stabilire una relazione forte tra l’animatore,
l’assistente e i genitori dei bambini-ragazzi, in modo che interagendo contribuiscano
tutti insieme alla crescita della personalità e a una vita ricca dal punto di vista umano
e spirituale.
Il ruolo dei genitori è fondamentale nel cammino e nelle scelte dei propri figli. Insieme si partecipa al progetto di Dio per completarlo secondo le specifiche, attitudini ed
età.
Gli Araldini nella loro esperienza all’interno della Famiglia Francescana hanno bisogno
di diverse figure che li affianchino in modo che li accompagnino nel loro cammino di
crescita. Animatori, assistenti, gifrini, francescani secolari sono presenze importanti
ma non sono e non devono rimanere le uniche. Anche il ruolo dei genitori è fondamentale in questo cammino.
La vita in fraternità, le iniziative, i percorsi formativi, le esperienze comuni e individuali devono trovare considerazione e interesse da parte dei genitori così come la piscina, il calcetto, la danza o la musica o quant’altro sono considerate esperienze utili i
propri figli.
I genitori degli Araldini vanno coinvolti sin da subito, ad essi va chiesta piena collaborazione, vanno stabilite relazioni forti e continue perché il lavoro-servizio di animatori
e assistenti possa portare i frutti sperati. Incontrare la famiglia di frequente, organizzare con i genitori e per i genitori momenti di conoscenza e di preghiera, sono importanti anche per l’annuncio francescano.
METODOLOGIA E STRUMENTI EDUCATIVI
Il percorso formativo dell’Araldinato deve essere strutturato a seconda delle esigenze della fraternità locale, delle diverse fasce di età, e trasmesso mediante specifici
sussidi formativi, momenti di animazione, dinamiche appropriate, gioco, musica.
E’ necessario offrire una formazione specifica per araldini di scuola elementare e araldini di scuola media. All’interno di questi due gruppi, considerando la propria realtà
locale, individuare le seguenti fasce di età:

6 – 8 anni
(1ª e 3ª elementare)

9 – 10 anni
(4ª e 5ª elementare)
 11 – 12 anni
(1ª e 2ª media)
 13 anni
(3ª media con cui intraprendere un percorso di avvicinamento alla Gioventù Francescana).
Il cammino nell’Araldinato non può prescindere da una programmazione iniziale, attraverso cui fissare gli obiettivi, i contenuti, la vita fraterna, gli appuntamenti e le esperienze da vivere. In questa fase è necessario considerare le eventuali linee guida
e proposte offerte dal centro nazionale e regionale così da poter vivere il percorso
formativo in comunione con la grande realtà di cui facciamo parte e rafforzare il senso di appartenenza che deve caratterizzare l’araldino. Tutto ciò va integrato armonizzato con le esigenze formative della realtà locale di appartenenza.
Gli Araldini non sono una realtà astratta bensì una realtà concreta fatta di soggetti
reali (bambini/ragazzi) che hanno bisogno di un’animazione mirata, efficace che tiene
conto delle esigenze e attitudini di ciascuno, del loro mondo interiore, della loro storia familiare, della loro crescita … Ecco perché solo partendo da una iniziale e fondamentale conoscenza dei ragazzi si può progettare un cammino insieme, si possono
attuare tecniche e dinamiche appropriate per il loro sviluppo individuale e di gruppo,
si può parlare di una formazione efficace.
I contenuti non sono mai distanti dalla realtà dei ragazzi e le tematiche rispecchiano
le tappe di un cammino improntato ai valori dell’amicizia, dello stare insieme, della
famiglia, della fraternità francescana e universale, del rispetto del creato; il servizio e
l’acquisizione di uno spirito missionario e di condivisione, una conoscenza più ampia
del Vangelo e di Francesco e Chiara devono trovare la giusta collocazione all’interno
della struttura di un sussidio a loro diretto.
PROMESSA
Dopo un periodo di formazione iniziale e, in seguito con scadenza annuale, la fraternità celebra la festa della Promessa. Essa è il momento centrale del cammino
dell’Araldino, che si impegna a vivere con entusiasmo la fraternità e ad essere un
seme di speranza nel mondo.
La Promessa viene celebrata all’inizio dell’anno fraterno, nella domenica di “Cristo Re
dell’universo”, a significare l'inizio di un nuovo cammino attraverso il quale il bambino-ragazzo scopre i compagni di viaggio e scopre l’Amico più importante: Gesù.
La Promessa costituisce per ogni Araldino il primo passo importante nell’esperienza
della fraternità per vivere il proprio tempo insieme ad altri ragazzi-fratelli con impegno, entusiasmo e gioia.
L’impegno a camminare sulle vie del Vangelo con Francesco e Chiara è un impegno
personale e di fraternità.
La celebrazione della Promessa non è mai un fatto privato, ma riguarda tutta la famiglia francescana. L’Araldinato è innestato nella famiglia francescana, è parte integrante ed essa ne garantisce il cammino, ne segue il percorso formativo e si pone
accanto ad ogni ragazzo per sostenerlo e farlo crescere nella fede.
La Promessa, viene celebrata nella festività liturgica di Cristo Re dell’universo perché,
come la Chiesa - in questa solennità - avvia un nuovo anno liturgico e lo colloca quale punto di partenza di un cammino cristiano, così la Promessa Araldini acquista valore e significato quale inizio di un impegno francescano“.
La festa della Promessa si può celebrare sia a livello di fraternità locale che regionale.
FESTA DELL’ECCOMI
La Festa dell’Eccomi è la festa della famiglia: si celebra annualmente, il 2 febbraio,
giorno della “Presentazione di Gesù al tempio”. Celebrare l'Eccomi vuol dire consapevolezza e pieno coinvolgimento dei genitori nella vita dei propri figli: essi li presentano 'ufficialmente' alla fraternità francescana e, soprattutto, alla comunità ecclesiale
che li accolgono e si impegnano a seguirli nel loro cammino intrapreso con la Promessa. L'Eccomi, infatti, conferma la Promessa e stimola i ragazzi a verificare e mantenere gli impegni assunti.
La festa dell’Eccomi è la festa di tutta la famiglia, quella naturale e quella spirituale.
“Eccomi” è sinonimo di presenza e vuole ribadire il concetto che l’Araldinato è una risorsa per la comunità ecclesiale tutta.
L’Eccomi si colloca come tappa intermedia nell’anno fraterno perché oltre alla verifica
dell’impegno preso con la Promessa i bambini-ragazzi continuano questo percorso
con una certezza: essi non saranno mai soli.
Significativo è celebrare la Festa dell’Eccomi nella ricorrenza liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio poiché, come Giuseppe e Maria, genitori di Gesù adempirono
le prescrizioni della Legge riscattando il figlio e consacrandolo al Signore Dio, così i
genitori degli Araldini ‘offrono’ i loro figli al Signore presentandoli all’intera comunità
ecclesiale.
Qualora non si potesse celebrare l’Eccomi nella ricorrenza del 2 febbraio, la data può
slittare alla domenica precedente o a quella successiva.
Per molto tempo la Festa dell’Eccomi è stata identificata con la Festa della Promessa.
Tuttavia esse sono due appuntamenti distinti e separati ciascuna con motivazioni e
significato diversi.
CELEBRAZIONE DELLA PROMESSA
Il rito della promessa (o ammissione) si svolge nel corso della celebrazione della Parola di Dio. Si inizia con un canto, terminato il quale il sacerdote saluta i presenti e
rivolge loro brevi parole di circostanza.
Prima lettura
Anno A
Anno B
Anno C
Ez 34, 11-12. 15-17
Dn 7, 13-14
2Sam 5, 1-3
Salmo Responsoriale
Anno A
Anno B
Anno C
22
92
121
Seconda lettura
Anno A
Anno B
Anno C
11Cor 15,20-26. 28
Ap 1, 5-8
Col 1, 12-20
Vangelo
Anno A
Anno B
Anno C
Mt 25, 31-46
Gv 18, 33b-37
Lc 23, 35-43
Lettura Francescana
Il fanciullo fraticino
FF 1847
Dialogo per l’ammissione
Proclamato il Vangelo, il celebrante siede. Il ministro o un giovane assistente chiama
i bambini/ragazzi.
Ministro (o Assistente)
Pres.
Si alzino i bambini/ragazzi che desiderano fare la “PROMESSA” degli Araldini.
Sac.
Cari ragazzi, lo Spirito Santo vi ha portati davanti a questa comunità
dopo aver suscitato in voi il desiderio di seguire Cristo alla maniera di
Francesco d’Assisi.
Che cosa volete dire a questa Comunità qui riunita per celebrare il Giorno del Signore?
Ragazzi
Padre, vogliamo dire il nostro SÌ a Francesco e Chiara. Vogliamo essere
piccoli messaggeri di Gesù nel mondo, per questo chiediamo di appartenere alla Famiglia Francescana.
Sac.
Sapete che questo vi impegna sempre più a conoscere Cristo e i suoi
insegnamenti, a guardare con amore all’esempio di Francesco e Chiara,
a fare di voi delle persone generose, disponibili, liete, leali, semplici,
umili e obbedienti
Ragazzi
Sì, lo sappiamo!
Sac.
Vi impegnate a partecipare ai vostri incontri di formazione cristiana e
francescana per conoscere e vivere insieme l’ideale di vita evangelica,
così come è stato vissuto da Francesco e Chiara?
Ragazzi
Sì, ci impegniamo!
Sac.
Poiché siete così disponibili, io, in nome della Fraternità regionale/locale
di ………… vi presento al Signore, vi invito a servire con gioia e con amore Gesù e i fratelli nella fraternità Araldini e a rinnovare ciò che il
giorno del Battesimo i genitori, i padrini e le madrine hanno fatto in
nome vostro. Ora, memori di quelle promesse, fate la vostra professione di fede in Cristo Gesù.
Professione di Fede
Sac.
Cari ragazzi, la nostra comunità francescana vi saluta con gioia.
Il nostro battesimo richiede impegno costante ogni giorno. Seguire Gesù è rinunciare a tutto ciò che non è amore. Per questo oggi rinnoviamo
la nostra promessa, diciamo no a tutto ciò che è male, facciamo bella e
gioiosa la nostra vita.
Sac.
Rinunciate al peccato per vivere nella libertà dei figli di Dio e alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?
Ragazzi
Rinunciamo a dire bugie, ad imbrogliare, a mancare di rispetto, rinunciamo all’egoismo, alla prepotenza, alle vendette, ai rancori, allo spreco
del denaro; rinunciamo ad usare intelligenza, volontà, bravura, per umiliare gli altri.
Sac.
Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?
Ragazzi
Rinunciamo, ad essere superficiali, a parlar male degli altri, a lamentarci
sempre, ad essere felici da soli.
Sac.
Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Ragazzi
Crediamo in Te, Dio nostro Padre che hai creato tutto il mondo con amore e lo hai donato a noi chiamandoci ad essere tuoi collaboratori;
crediamo in Te, Dio che ci stai vicino con il tuo amore e ci aiuti a fare il
bene; che prendi a cuore la nostra vita e non l’abbandonerai nelle tenebre del male e della morte.
Sac.
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da
Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Ragazzi
Gesù, noi crediamo in Te,
sei il Figlio di Dio fatto uomo;
sei il segno più grande
del suo amore per tutti noi;
hai condiviso con noi amore,
fatica e gioia,
sofferenza e speranza,
pianto e riso,
preoccupazioni e sogni.
Sac.
Credete nello Spirito Santo, la Santa Chiesa cattolica, la comunione dei
santi, la remissione dei peccati?
Ragazzi
Crediamo in Te, Spirito Santo,
sei dono di Gesù risorto:
Tu sei comunione tra noi.
Tu raduni nella Chiesa,
no figli di Dio
e ci conduci a credere, a sperare, ad amare.
Per Te crediamo in Dio
che perdona i nostri peccati
e ci rende capaci di lavorare per il suo Regno.
Sac.
Credete nella risurrezione della carne e nella vita eterna?
Ragazzi
Crediamo, Signore,
che alla fine della notte c’è l’aurora;
che alla fine dell’inverno, c’è la primavera;
che al termine dell’attesa, c’è l’incontro con Te;
che dopo la morte, c’è la vita che non tramonta mai.
Sac.
Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo
di professarla in Cristo Gesù nostro Signore. Amen.
CELEBRAZIONE DELL’ECCOMI
canto
Sac.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti
Amen.
Sac.
La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del
Signore nostro Gesù Cristo, sia con tutti voi.
Tutti
E con il tuo spirito.
benedizione delle candele e processione (se è possibile)
Sac.
O Dio fonte e principio di luce, che oggi hai rivelato al santo vecchio
Simeone il Cristo vera luce di tutte le genti, benedici questi ceri + e ascolta le preghiere del tuo popolo, che viene incontro a Te con questi
segni luminosi e con inni di lode; guidalo sulla via del bene, perché
giunga alla luce che non ha fine. Per Cristo nostro Signore.
Tutti
Amen.
Liturgia della Parola
Prima lettura
Ml 3, 1-4
Salmo responsoriale
Sal 121
Seconda lettura
Eb 2,14-18
Vangelo
Lc 2, 22-40
(la liturgia con le due letture si utilizza quando il 2 febbraio cade di domenica; nei
giorni feriali si può utilizzare o la prima o la seconda mentre il Vangelo è sempre lo
stesso.)
Rito “dell’Eccomi”
Sac.
Si alzino i genitori che, come Giuseppe e Maria, intendono offrire i loro
figli a Dio. (i genitori si alzano in piedi).
Cari genitori, cosa chiedete?
Genitori
Caro Padre, con riconoscenza ringraziamo Dio nostro Padre per il dono
della maternità e della paternità e, sull’esempio di Maria e Giuseppe, offriamo e consacriamo a Lui i nostri figli, perché, plasmati e fortificati
dall’esempio di Gesù, aiutati con il dono dello Spirito Santo essi possano
essere nel mondo segni di speranza, di amore, di gioia, di pace, di letizia e testimoni sulla via indicataci da Francesco e Chiara d’Assisi.
Sac.
Sapete che questo vi impegna in modo particolare a far conoscere il
messaggio di Gesù Cristo, dando loro per primi un esempio e una testimonianza di vita cristiana vissuta?
Genitori
Sì, lo sappiamo!
Sac.
Volete aiutare i vostri figli perché come Gesù Cristo, possano crescere
"in sapienza, età e grazia, davanti a Dio e agli uomini" e disponibili nel
servire Dio presente in tutti gli uomini?
Genitori
Sì, lo vogliamo!
Sac.
Giacché siete così ben disposti e così saldi nel vostro proposito così preghiamo:
Genitori
O Maria e Giuseppe, mettiamo nelle vostre mani di mamma e papà i tesori più cari e più preziosi della vita: i nostri figli. Voi con grande amore
avete custodito Gesù, l’avete amato e avete sofferto per Lui. Noi vogliamo amare i nostri figli di un amore puro e vero come quello di Dio
per essere veramente papà e mamma, degni di questo nome non solo
cooperando alla Sua creazione ma testimoniando il Suo amore grande e
misericordioso per tutti noi, sue creature. Amen.
(al termine il celebrante benedice i "Tau" che verranno consegnati a ciascun ragazzo)
Sac.
Benedici, Signore, questi "Tau". Benedici coloro che li porteranno come
segno speciale di consacrazione e di offerta, di salvezza e di libertà interiore, invocando il tuo santo nome e l’'intercessione del tuo servo Francesco. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Tutti
Amen!
Il Sacerdote consegna i "Tau" chiamando i ragazzi per nome
NN
Ragazzo/a
Sac.
Eccomi!
Ricevete il "Tau" segno di salvezza, simbolo caro a Francesco che richiama la croce di Gesù Cristo, con la quale foste segnati il giorno del
vostro Battessimo, divenendo figli di Dio e fratelli di Gesù Cristo.
(al termine della consegna del "Tau", tutti gli Araldini recitano insieme con
l’Assistente)
Tutti
Gesù, noi ci impegniamo a portare intorno a noi la pace e la gioia. Ci
impegniamo ad aiutare i più grandi a scoprire le cose belle che possiamo fare insieme per far diventare i nostri quartieri più belli, più allegri,
più sereni. Ci impegniamo in famiglia ad aiutare i genitori e a vivere
come piace a Te, a scuola far diventare la classe un luogo dove tutti si
vogliono bene; in parrocchia ad aiutare la comunità ad accogliere tutti
come fratelli. Per le strade, ad aiutare la gente a sorridere. Gesù, tu hai
bisogno anche di noi per rendere il mondo più bello e far nascere la
comunità dei tuoi amici. Ti doniamo le nostre mani, il nostro cuore, la
nostra intelligenza, tutto ciò che abbiamo per aiutarti ad incontrare i
nostri fratelli. Amen!
Sac.
Prendo atto del vostro impegno, che porterete avanti ogni giorno con
l'aiuto di Gesù Cristo nostro fratello e nostro amico, di San Giuseppe e
della Vergine Maria, come genitori attenti ed esemplari, e con
l’intercessione di San Francesco e Santa Chiara, di Santa Elisabetta e
San Ludovico, - oggi - confermate la vostra appartenenza alla famiglia
francescana nella Fraternità degli Araldini.
Tutti
Amen.
Preghiera dei fedeli
Sac.
Vedendo in Gesù “la luce che illumina le genti”, domandiamo ora al Padre che doni all’umanità distratta, la verità che viene dal Vangelo.
Lett.
Preghiamo insieme e diciamo:
Illumina la nostra vita, Signore.
- Per la Santa Chiesa, perché esprima al suo interno e nei rapporti con il mondo lo
stile di una comunità che sa amare, perdonare, e donare. Preghiamo.
- Per noi Araldini, speranza della famiglia francescana, perché illuminati e guidati dallo Spirito Santo, riusciamo a mantenere gli impegni che abbiamo preso in questo
giorno e come Francesco e Chiara riusciamo ad essere messaggeri di pace e amore.
Preghiamo.
- Per i nostri genitori che, come Maria e Giuseppe, offrono noi figli a Dio Padre affinché con il loro esempio, la loro guida possiamo crescere in “sapienza, età e grazia
davanti a Dio e agli uomini”. Preghiamo.
- Per i nostri animatori perché siano per noi modelli di vita e ci insegnino ad essere
gioia per le nostre famiglie e per la famiglia francescana. Preghiamo.
- Per i fratelli del Primo Ordine e le sorelle Clarisse, affinché ci sostengano sempre
durante il nostro cammino con l’esempio e la loro preghiera. Preghiamo.
- intercessioni varie
Sac.
O Dio nostro Padre, il tuo Figlio Gesù è anche oggi segno di contraddizione. Aiutaci, col dono della tua grazia, a rendergli piena testimonianza
nella fede e nella coerenza dell’azione. Per Cristo nostro Signore.
Tutti
Amen.
Santi Patroni
Preghiera semplice o altra di S. Francesco
Tu, animatore …
... Va’ incontro ad ogni ragazzo
che arriva e spalancagli un sorriso grande
così per dirgli: “Sei il benvenuto”.
... Non perdere di vista nessun ragazzo
Non assumere l’aria del carabiniere ma
quella dell’amico che si interessa a lui.
... Non fare troppe prediche
Non esiste un pulpito. Scegli, piuttosto,
una parola giusta al tempo giusto.
Con costanza.
... Non aver paura di perdere la dignità
a correre, a ridere, a saltare insieme ai
ragazzi. Se non ce la fai, c’è sempre l’alternativa
di fare l’arbitro…sorridente.
... Ascolta più che parlare
Lascia che i ragazzi dicano tutto quello
che salta loro in testa: capiscono che tu sei
lì per loro prima di tutto.
... Non regalare sorrisi
in tutte le situazioni. I ragazzi capiscono
a volo se c’è aria di temporale o se la luna
è storta.
... Fatti trovare
Perché se qualcuno ha bisogno di te non
debba cercarti.
... Resta in mezzo ai ragazzi più che puoi
Ti insegneranno parecchie cose.
Anche come restare con il cuore più giovane.
... Raccogliti in preghiera
prima di andare tra i tuoi ragazzi per continuare
là, nell’incontro spontaneo, la tua
ricerca di Dio.
... Fa’ in modo che ogni incontro possa
essere ricordato
Tra i ricordi più cari, custoditi gelosamente.
Forse anche i ragazzi che non hanno
mai sentito parlare sul serio di Dio avranno
il dubbio che il suo amore si sia fatto
presente nella loro vita.
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