OPERAZIONI DI POLIZIA FOGGIA ARRESTI PER RAPINA, DROGA
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OPERAZIONI DI POLIZIA FOGGIA ARRESTI PER RAPINA, DROGA
OPERAZIONI DI POLIZIA FOGGIA 1 giugno . ARRESTI PER RAPINA, DROGA E RICETTAZIONE Quattro arresti dei carabinieri a Foggia per reati che vanno dalla rapina impropria allo spaccio alla ricettazione. Due sono stati arrestati per rapina impropria nel centro commerciale «Mongolfiera»: «scoperti mentre asportavano prodotti vari e controllati dalle guardie giurate, le hanno spintonate per scappare ma sono stati bloccati da una pattuglia dei carabinieri. E’ stato invece trasferito al carcere minorile Fornelli di Bari un sedicenne foggiano accusato di detenzione ai fini di spaccio di 60 dosi di hashish: Il quarto arrestato, un cittadino del Gambia, di 28 anni, accusato di ricettazione: «nel corso di un controllo di una pattuglia del nucleo operativo e radiomobile è stato trovato alla guida di uno scooter senza targa, risultato rubato ad aprile a Andria». 1 giugno USURA- ARRESTATO «RECCHIE LONGHE» Non è stata la vittima sotto «strozzo» a farsi avanti, perché a chiedere aiuto ai finanzieri è stato un conoscente preoccupato per la situazione dell’amico in difficoltà e impossibilitato a far fronte ai tassi mensili del 20 per cento pretesi a fronte di un prestito di 6mila euro. E’ tornato in carcere Michele Carella, 71enne foggiano soprannominato «Recchie longhe», «già coinvolto in reati di usura» si legge nella nota diffusa dal comando provinciale della Guardia di Finanza con riferimento al suo precedente arresto nel blitz «Baccus» dell’11 giugno di un anno fa, vicenda per la quale era detenuto ai domiciliari. I finanzieri della tenenza di Lucera che hanno condotto le indagini, hanno portato all’identificazione di Carella: nel 2012 avrebbe prestato 6mila euro alla vittima, con tassi d’interesse del 20 per cento mensile e 240% annuale che il debitore non sarebbe stato in grado di onorare. 4 giugno SEQUESTRO DI DUE TONNELLATE DI RAME RUBATO Ancora un maxi-sequestro di rame di provenienza dubbia a Foggia da parte della Questura: l’ultima operazione l’hanno condotta gli agenti della «volante», denunciando a piede libero per ricettazione un meccanico ed un imprenditore agricolo di Campobasso e sequestrando un camion e quasi due tonnellate di rame, in parte ripulito e in parte ancora nelle guaine, di dubbia provenienza. Il valore del rame è stato stimato dagli investigatori nell’ordine di 40mila euro. 5 giugno . CHIESTE 5 CONDANNE. LA MAFIA DIETRO I PRESTITI AD USURA Ma nessuna vittima si è costituita parte civile nel processo abbreviato Il pm della Dda ha chiesto 5 condanne per complessivi 23 anni e 6 mesi, con pene oscillati da 3 anni e 8 mesi sino a 6 anni e 10 Blog: osserbari.wordpress.com e-mail: [email protected] Cell. : 3392922301 - 3476839372 mesi, nel processo abbreviato «Caronte» nei confronti di altrettanti foggiani e sanseveresi arrestati da squadra mobile, agenti del commissariato sanseverese e finanzieri nel blitz antiusura del 6 novembre 2012. Sullo sfondo c’è la «Società» ossia la mafia foggiana – dicono investigatori e pm quale finanziatrice di alcuni prestiti a strozzo che oscillavano da mille euro sino a 65mila con tassi d’interesse che potevano arrivare al 360% su base annua; le vittime sono imprenditori, baristi, finanche una coppia che aveva bisogno di soldi per cure mediche. I 5 imputati in attesa di giudizio sono accusati a vario titolo di 10 episodi di usura ai danni di 6 persone e 3 tentativi di estorsione ai danni di un paio di debitori, ed in un episodio viene contestata l’aggravante della mafiosità: i fatti, dal 2007 e il 2011. 5 giugno LA “SOCIETA’ “ DIETRO I PRESTITI AD USURA Un imprenditore foggiano, dal 2005 al 2011 sarebbe finito - in tre momenti diversi - nelle mani di usurai, impegnandosi a pagare interessi che su base annuale oscillavano dal 240 al 597%, a fronte di prestiti da 20mila sino a 120mila euro. E se non pagava, il che succedeva spesso, ecco le minacce verbali («ti ammazzo», «ti sfracagno») e fisiche con pistolettate davanti ai piedi: era in tale stato di paura da tentare il suicidio una volta ingerendo barbiturici e fuggire dalla città in un’altra circostanza. Quattro foggiani sono stati arrestati per usura, estorsione ed armi. Disposto dal gip anche il sequestro preventivo, sul presupposto dell’esistenza di proventi dall’attività illecita di strozzini: un appartamento, un box, un laboratorio adibito ad abitazione e un’auto per un valore stimato dagli investigatori in 700mila euro. «Questa indagine» ha scritto il gip nelle 124 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare «ha ad oggetto una concatenazione di episodi di usura e estorsione ai danni di piccoli imprenditori foggiani, che hanno visto il sistematico coinvolgimento di soggetti storicamente legati, nella prospettazione accusatoria, alla “Società” che tra i suoi settori di interesse criminale ha sempre annoverato la gestione dell’attività usuraia». L’inchiesta si è basata sulle dichiarazioni della presunta vittima e del socio d’affari, su intercettazioni, documenti bancari e su una consulenza tecnica disposta dai pm per la determinazione dei tassi relativi ai prestiti a strozzo. 7 giugno PODERE, BASE OPERATIVA PER ASSALTI A TIR E BRLINDATI Il susseguirsi di assalti a furgoni blindati e di rapine ad autotrasportatori nel territorio di Cerignola edintorni (divenuti ormai una costante) , sia sulle autostrade che sulla viabilità ordinaria, ha dato luogo ad una sorta di task force locale dello Sco, il Servizio Centrale Operativo della polizia che opera stabilmente in stretto contatto con il Commissariato di polizia e con la Squadra mobile di Foggia per cercare di fare luce su un fenomeno che sta assumendo sempre più proporzioni e connotati davvero preoccupanti. Un’attività investigativa che mira non solo a scoprire gli autori materiali degli assalti a portavalori e tir, ma anche ad individuare tutta una serie di fiancheggiatori che sono a vario titolo funzionali alla commissione di quelle azioni criminali. E proprio nell’ambito di rapporti e collegamenti emersi dalle indagini, lunedì scorso, gli uomini della Squadra Mobile di Foggia e del Commissariato di Cerignola, sotto l’egida investigativa dello Sco, hanno fatto irruzione in una masseria in cui vive un cittadino polacco per effettuare una perquisizione che ha fornito conferme ai sospetti degli investigatori. L’uomo è stato sottoposto a fermo. All’interno di un armadio, in camera da letto, i poliziotti hanno rinvenuto un fucile da caccia calibro 20, con relative cartucce, un lampeggiante di colore blu ed una paletta, simili a quelli solitamente utilizzati dalle forze dell’ordine. Un armamentario che verosimilmente potrebbe esser stato utilizzato in occasione di qualche azione criminale. Di certo c’è che gli inquirenti non sono arrivati per caso in quella masseria e che verosimilmente sono in grado di mettere a fuoco il ruolo del polacco e giungere ai suoi contatti. Insomma il sospetto che quella masseria sia la base operativa delle tante bande che scorazzano nel territorio. 9 giugno PROCESSO “BACCUS”- ESTORSIONE, USURA E FRODE. 13 CONDANNE Inflitte 13 condanne - con pene oscillanti da 2 a quasi 6 anni – per complessivi 43 anni e 6 mesi di reclusione nel processo abbreviato a 13 imputati del blitz «Baccus» accusati a vario titolo di usura, estorsione ed associazione per delinquere finalizzata ad una maxi-frode ai danni di Erario e Unione Europea nel settore vitivinicolo, attraverso un giro di false fatturazioni per simulare la vendita di mosto da aziende foggiane ad una ditta della zona di Ravenna. A due imputati la Dda contesta l’aggravante della mafiosità, per i metodi usati e/o per aver agevolato clan della «Società», ossia la mafia foggiana, aggravante che però non ha retto al vaglio del gup del Tribunale di Bari che l’ha esclusa. Nel condannare i 13 imputati il giudice ha anche disposto la confisca dei beni di alcuni imputati, che furono già sequestrati in occasione del blitz di squadra mobile e Guardia di finanza dell’11 giugno 2012, contrassegnato dall’arresto di 24 persone. Sono 28 le persone, quasi tutte foggiane, dell’inchiesta «Baccus» per le quali fu chiesto il rinvio a giudizio, al termine delle indagini partite dalla denuncia di una presunta vittima di usurai e allargatasi al filone della maxifrode. Il processo si sdoppiò lo scorso autunno al termine dell’udienza preliminare: 13 imputati sono stati giudicati dallo stesso gup. 14 giugno LA PIAZZA IN MANO AI PUSHER I carabinieri filmano lo smercio di hashish e marijuana: sette gli arresti a Cagnano Varano. Si è trattato del blitz antidroga denominato «piazza D’Apolito» con l’arresto di 7 garganici (5 in carcere e 2 ai domiciliari) accusati a vario titolo di una cinquantina di episodi di cessioni di hashish e marijuana con lo smercio dello stupefacente che sarebbe avvenuto vicino due scuole e con «clienti» anche minorenni. 15 giugno SPACCIO DROGA IN MANETTE Un cerignolano di 40 anni, è stato arrestato dai carabinieri per detenzione ai fini di spaccio di droga. L’uomo è stato notato nei pressi della sua abitazione, mentre era in compagnia di altre persone, ma alla vista dei militari si è diretto, correndo, verso casa. Inseguito e bloccato è stato trovato in possesso di un plico contenente un panetto da 100 grammi di hashish e 50 grammi di cocaina. 21 giugno DAI GAVETTONI ALLE PISTOLETTATE. 4 ARRESTI Dall’acqua alle pistolettate, passando per il ketchup. Un gavettone di troppo a Pasquetta; il pestaggio dopo 24 ore; la decisione di vendicarsi sparando contro l’auto del picchiatore; quest’ultimo insieme a cugino ed amico si organizza per rispondere a tamburo battente e gambizzare il rivale, ma nel provare la pistola in campagna resta lui stesso ferito in maniera accidentale rischiando di morire. La raccontano così i carabinieri del reparto operativo di Foggia e la Procura l’indagine che ha fatto luce su quanto successo a cavallo tra la notte sul 30 aprile e il pomeriggio del primo maggio scorso in città. Quattro i foggiani arrestati su ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere, una ai domiciliari) accusati a vario titolo di detenzione e porto illegale di pistola e danneggiamento. 30 giugno SEI RAPINE IN DUE SETTIMANE. ARRESTATI 6 GIOVANISSIMI Avevano rapinato il negozio «sbagliato» perché gestito da parenti di un pregiudicato e per questo restituirono nel giro di pochi giorni gli 80 euro sottratti. Emerge anche questa «singolarità» nell’indagine degli agenti della sezione antirapina della squadra mobile che ha portato all’arresto di 6 persone (3 maggiorenni foggiani e 3 minori di 15, 16 e 17 anni tra cui un albanese e un romeno residenti in città) accusati a vario titolo di sei rapine e/o tentativi di rapine in market, tabaccherie e profumerie avvenute in città tra il 25 marzo e il 5 aprile scorsi. 4 luglio INCENDIATI ALTRI 6 BOX DEL MERCATO RIONALE La criminalità si accanisce sul mercato di viale Pinto a Foggia e in particolar modo sui box del mercato di «Campagna amica» della Coldiretti: dopo l’incendio nella notte del 25 giugno scorso in cui andarono distrutte sei postazioni di vendita, un altro incendio di natura dolosa ha mandato in fumo altri tre box di proprietà degli agricoltori che notoriamente vendono la propria merce a prezzi più concorrenziali rispetto alle bancarelle classiche. E questa è probabilmente, la ragione di tanto accanimento. 10 luglio ARRESTI DELLA POLIZIA PER FURTO E RICICLAGGIO Nove cerignolani sono stati arrestati, all’esito di due diverse inchieste coordinate dalla Sco, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ed effettuate dagli agenti del Commissariato di Cerignola e della Squadra Mobile di Foggia, coadiuvati dal Reparto Prevenzione Crimine Puglia. Sette di loro sono finiti in carcere nell’ambito dell’operazione denominata “Black dog”: si tratta di tre fratelli, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione ed al riciclaggio. L’attività conclusa con gli arresti, è stata il seguito dell’operazione “Heat ”, che il 27 giugno 2012 aveva portato in carcere 19 persone, per lo più cerignolane, ritenute componenti di un’associazione per delinquere finalizzata ai furti, alle rapine, alla ricettazione, alla detenzione e porto abusivo di armi clandestine da guerra e munizioni, nonché al sequestro di persona a scopo di rapina. L’inchiesta ebbe inizio a dicembre del 2011. Tra i nove arrestati due accusati anche di assalto a portavalori Il colpo nel 2008 non riuscì, uno dei fermati era in possesso di un arsenale. 11 luglio «TOMB RAIDERS». RETATA DI TOMBAROLI E RICETTATORI. E’ qui la patria dei «tombaroli» che hanno soltanto l’imbarazzo della scelta tra le zone dove scavare per riportare alla luce reperti archeologici che raccontano la civiltà dauna del IV secolo avanti Cristo, e che poi magari vengono esposti in musei stranieri e/o finiscono per abbellire (chiaramente i pezzi più belli e pregiati, come quelli in pasta di vetro) le case di privati, pronti a sborsare migliaia di euro di cui soltanto le briciole arrivano all’ultima ruota del carro, ossia chi scava e ruba. L’indagine denominata «tomb raiders », condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura, ha individuato due livelli della rete di smercio dei reperti: ladri e ricettatori. Sono stati infatti 21 i decreti di perquisizione firmati dalla Procura dauna nei confronti di 17 presunti tombaroli foggiani e ortesi per lo più, e di 4 ricettatori campani; i 21 indagati a piede libero, accusati a vario titolo di ricettazione, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e di ricerche archeologiche non autorizzate. 17 luglio LA SOCIETA’ TRA AFFARI E SANGUE – VENTITRE’ ARRESTI Un controllo del territorio di tipo militare associato a una mentalità imprenditoriale: è la ricetta della scalata nel panorama criminale nazionale, messa in atto dalla “Società”, la nota mafia foggiana, che ieri però ha visto decimate le sue “batterie”, con una vasta operazione dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Foggia. Sono 23 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Bari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia: 17 sono finiti in carcere, altri sei ai domiciliari, mentre per un’altra persona è stato disposto l’obbligo di dimora. Un’indagine durata anni e arrivata alla conclusione di un percorso investigativo articolato, che ha riguardato tutte le attività dell’importante gruppo criminale. Numerosi i reati contestati ai 24: si va dall’associazione mafiosa, alla detenzione e spaccio di droga, sequestro di persona a scopo estorsivo, estorsione, violenza, riciclaggio, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi. Ma gli indagati sono in tutto 78, quattro dei quali sono nel frattempo deceduti: tra questi anche il boss Giosué Rizzi e il capoclan Michele Mansueto, entrambi uccisi in agguati. La Procura antimafia di Bari ritiene di aver ricostruito l’organigramma della “Società foggiana”, la sua evoluzione e, soprattutto, la sua capacità di assoggettamento esterno particolarmente efficace e penetrante. Ne sono una prova i fatti di sangue degli ultimi anni nel foggiano, gli stretti rapporti di affari con il clan camorristico dei Casalesi (con il boss Raffaele Tolonese), l’estensione del controllo sulle attività commerciali e quelle imprenditoriali con l’imposizione del “pizzo” (14 i capi di imputazione nell’ordinanza relativi a episodi estorsivi) e la conseguente infiltrazione nel tessuto socio economico. E poi i rapporti di affari con il narcotrafficante siciliano Paolo Lumia. Si evince dunque da questi elementi la forte vocazione imprenditoriale della nuova Società foggiana, che divisa in “batterie” (i gruppi operativi) aveva anche i mezzi per garantire la latitanza dei boss del Gargano, come nel caso di Francesco Libergolis, poi arrestato a Monte Sant’Angelo nel settembre 2010. L’episodio del sequestro di persona contestato a tre persone, che avevano deciso di ottenere abusivamente un alloggio di edilizia popolare. E l’operazione, per il procuratore di Bari, «costituisce l’approdo più importante di quel percorso investigativo che ha caratterizzato il contrasto giudiziario alla mafia foggiana e – ha detto - consente di ricostruire storicamente quelli che sono i passaggi della mafia a Foggia e il riconoscimento contestuale della mafiosità dei fenomeni. Credo che questo sia un primo passo importante per la conquista della legalità sul territorio perché il segnale positivo viene soprattutto dalla costruzione di un’antimafia sociale, antiracket, imprenditori che collaborano, la marcia della legalità». Per il comandante del Ros «la Società foggiana ha dimostrato negli ultimi anni di aver assunto un ruolo importante anche sul panorama criminale nazionale, che per altro testimonia i rapporti consolidati con altre organizzazioni delinquenziali come la camorra napoletana. Ma anche la stessa mafia garganica ha contatti con qualificate componenti del narcotraffico internazionale ». 19 luglio VOLEVANO UCCIDERE IL RIVALE IN AMOR La ex di uno del clan frequentava un uomo della cosca nemica Non voleva che la sua ex compagna frequentasse un rivale del clan avverso e, per questo, aveva progettato di uccidere l'uomo. Cinque le persone arrestate dagli agenti della squadra mobile di Foggia nel blitz "Amore Criminale" accusati, a vario titolo, di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi e ricettazione. Una indagine che ha permesso di evitare un omicidio, che vedeva come protagonisti rivali in amore ma, anche perché appartenenti a due clan opposti della "Società", la mafia di Foggia. 2 agosto OPERAZIONE SPAM Nuovo capitolo dell’operazione Spam, a sua volta diretta emanazione degli ormai famosi blitz Atlantic city e Reset, avvenuta il 6 ottobre 2012 con l’arresto di sei persone, di cui cinque già detenute. Ancora una volta gli uomini del commissariato di polizia di Lucera hanno posto ai domiciliari un 23enne incensurato al quale sono stati contestati gli stessi reati di violenza e minaccia aggravata e continuata, in concorso con una 34enne lucerina alla quale è stato imposto solo il divieto di avvicinarsi ad uno dei testimoni chiave del maxi processo che è ancora in corso davanti alla Corte di Assise di Foggia. 20 settembre PRIME CONDANNE PER BONNIE E CLYDE Dieci mesi di reclusione per Fabio Vittorio Valente foggiano di 36 anni che resta agli arresti domiciliari; 3 mesi e 10 giorni di reclusione per Ilaria Cappucci di 21 anni, che era già libera e si è vista revocare anche l’obbligo di firma in Questura. E’ l’esito del processo ai presunti «Bonnie e Clyde del taccheggio» - così li ha definiti quattro giorni fa la squadra mobile in conferenza stampa arrestati in flagranza il 4 settembre per due furti in un supermercato di via Martiri di via Fani e in un negozio di articoli per la casa di via Menichella, e lunedì scorso denunciati a piede libero per altri 4 colpi analoghi messi a segno in agosto in un supermercato di via Marinaccio preso di mira 2 volte in 48 ore; un negozio di elettrodomestici in viale degli Aviatori e una profumeria di via Fania. Valente e Cappucci sono stati ora condannati per il doppio furto del 4 settembre, quando furono arrestati in flagranza dagli agenti della sezione antirapina della squadra mobile: poche ore dopo, i due imputati comparvero davanti al giudice monocratico che mandò ai domiciliari l’uomo e rimise in libertà la donna, rinviando il processo per direttissima ora celebrato con rito abbreviato e conclusosi con due condanne, scontate perchè in occasione dell’arresto i due imputati ammisero. Il pm chiedeva il minimo della pena, come i difensori. Come accennato, i guai giudiziari per i due foggiani non sono finiti perchè al vaglio della Procura c’è il rapporto della Polizia secondo il quale Valente e la Cappucci, prima di essere arrestati, si sarebbero resi responsabili di altri 4 furti analoghi in agosto: l’accusa poggia sui filmati dei furti registrati dai sistemi di videosorveglianza dei negozi razziati, dove si vedono i ladri all’opera. In uno di questi colpi - quello alla profumeria di via Fania compiuto l’8 agosto scorso - sarebbe coinvolta anche Raffaella Pompa, foggiana di 24 anni già nota alle forze dell’ordine per storie analoghe, denunciata a piede libero e ora riarrestata con altri due foggiani su ordinanza del gip di Pesaro per un furto avvenuto nel centro marchigiano. 20 settembre UNA BANDA DI FOGGIANI E IN TRASFERTA AL CENTRO ITALIA Una banda di 10 persone – composta prevalentemente da foggiani, ortesi e cerignolani - sarebbe responsabile di una serie di furti avvenuti negli ultimi due mesi in depositi del Centro e del Sud Italia: è quanto sostengono i carabinieri di Rieti che al termine dell’operazione denominata «pit bull» e scattata dopo un doppio colpo a Perugia, hanno arrestato in flagranza i dieci indagati. Gli arrestati sono G.L. e S.I. di 47 e 39 anni di Foggia; R.D.P. 38 anni di Seregno (Milano); R.C. di 53 anni; F.G. di 46, G.P. di 50 anni; S.L. coetaneo; M.G. di 47 anni di Orta Nova; A.S. di 57 anni cerignolano e G.C. di Cervia. Da oltre un mese i carabinieri di Rieti indagavano sulla banda ritenuta responsabile del furto di un ingente quantitativo di salumi, per un valore di 150mila euro, avvenuto in agosto in una ditta di Accumoli, in Umbria. Indagini andate avanti anche con intercettazioni fin quando l’altra notte è scattata l’operazione dell’Arma, partita da Perugia per diramarsi sino a Pescara, Grottaminarda e Foggia. Stando alla ricostruzione dell’accusa i dieci indagati, a bordo di tre auto di grossa cilindrata e due autocarri, hanno raggiunto la zona industriale di Perugia per svaligiare due ditte (una lavora prodotti dolciari, l’altra produce detersivi) rubando merce per 200mila euro. Terminato il doppio colpo, i ladri - dicono i carabinieri - si sono dispersi a raggiera lungo le principali arterie stradali che collegano il capoluogo perugino alla Puglia, sia sul versante adriatico, su quello tirrenico, e lungo la dorsale appenninica. Ad attenderli e a monitorarne le mosse c’erano i carabinieri che dopo lunghi inseguimenti hanno arrestato i dieci indagati, anche con la collaborazione della Polstrada: alcuni a Porto San Giorgio sull’autostrada A14, altri prima di arrivare a Pescara sempre in autostrada, altri ancora vicino Grottaminarda, gli ultimi a Foggia: recuperata l’intera refurtiva trasportata con due autoarticolati, restituita ai proprietari. Gli arrestati sono altresì ritenuti responsabili di due furti avvenuti tra Isernia e Campobasso tra la fine di agosto ed i primi di settembre ai danni di un deposito di elettrodomestici, da dove è stata asportata merce per 100mila euro, e di un deposito alimentare da dove sono stati asportati alimenti per 200mila euro. Sequestrati al momento dell’arresto ricetrasmittenti, attrezzi da scasso, passamontagna e tute nere. Dalle intercettazioni telefoniche emerge che i componenti della banda si autodefinivano «i pit-bull»: da qui il nome dell’operazione. 10 ottobre OPERAZIONE “ETA’ MODERNA” Mettevano a segno estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori del Gargano e progettavano anche di eliminare i componenti delle famiglie rivali. Ventisei le persone arrestate, nell'operazione messa a segno dagli agenti della squadra mobile di Foggia e Bari, dal commissariato di Manfredonia, e dal Servizio Centrale Operativo che hanno sgominato esponenti di spicco della criminalità garganica operante nei territori di Manfredonia, Mattinata e Vieste. Le accuse a vario titolo: estorsioni, detenzione e porto illegale di armi, e spaccio di sostanze stupefacenti. Undici le persone che sono andate in carcere, sei hanno ottenuto gli arresti domiciliari e nove quelle che sono state sottoposte all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini dell'inchiesta, denominata «Età moderna», sono iniziate all'indomani dell'arresto di Giuseppe Pacilli, inserito nell'elenco dei 30 più pericolosi ricercati in Italia e coinvolto nella faida tra le famiglie Romito di Manfredonia e Li Bergolis di Monte Sant'Angelo. Tra gli arrestati di ieri anche Mario Luciano Romito, ritenuto a capo dell'omonima famiglia e, nel corso degli anni, scampato a due agguati mafiosi. Alcuni degli arrestati inviavano a commercianti e imprenditori lettere minatorie contenenti anche cartucce di pistole e fucili per costringerli a versare somme di denaro che potevano arrivare fino a seimila euro. In altri casi le vittime subivano il danneggiamento delle loro attività commerciali. Le vittime preferite erano gli imprenditori di Mattinata che operavano nel settore della ristorazione e dell'edilizia: alcuni di questi hanno collaborato con le forze dell'ordine raccontando il loro stato di soggezione e di paura. A Vieste, invece, gli affari della droga erano gestite da persone, alcune delle quali, ritenute molto vicine a Angelo Notarangelo, per gli inquirenti capo indiscusso della criminalità viestana. Nel corso delle indagini, grazie anche alle intercettazioni, è emerso che era ancora in atto la faida tra le famiglie Romito e Li Bergolis. Secondo quanto sostenuto dalla polizia «l'attività investigativa ha consentito di stabilire l'esistenza di piani per alcuni omicidi, orditi ai danni di alcuni componenti dei Romito e la conseguente pianificazione, da parte di questi ultimi, di azioni ritorsive dello stesso tenore, che sarebbero state attuate con armi dal notevole potenziale offensivo». 13 ottobre BILANCIO DELLE OPERAZIONI DI POLIZIA L’ultimo blitz, «Età moderna», firmato dalla squadra mobile è di martedì scorso con l’arresto di 21 garganici accusati di estorsioni, spaccio di droga e detenzione illegale di armi. Negli ultimi due anni e 10 mesi la squadra mobile ha eseguito quasi 800 arresti in città e provincia, arrestando quasi tutti i presunti responsabili degli omicidi in città e in provincia su cui ha indagato, e firmando oltre 30 blitz contro la criminalità organizzata foggiana (da «Piazza pulita» a «Baccus», da «Caronte» a «Malavita» con una cinquantina di arresti); quella garganica (come il blitz «Rinascimento » e «Età Moderna» con 40 arresti); contro i «professionisti» degli assalti ai blindati («Heat» e «Black dog» con una trentina di arresti); nel settore dello spaccio di droga («Andromeda 2 e 3», «Piazza Italia», «Container» «Lui e lei» con 40 arresti); le estorsioni e gli attentati («Family» e «Hurt locker»). In questo elenco riassuntivo vanno ricordate le indagini contro i «predoni del rame» - «Cuprum» prima e «Syriana» dopo - con l’arresto di 36 italiani e stranieri per ricostruire la filiera dei furti, da chi tranciava i cavi Enel e Telecom, sino ai ricettatori e riciclatori finali; e va ricordata anche l’inchiesta «Romanzo criminale» con l’arresto di 8 giovanissimi manfredoniani e la soluzione di 4 omicidi efferati. 8 novembre DROGA E RICETTAZIONE. OPERAZIONE DEI CARABINIERI Arrestato dai carabinieri della compagnia di Cerignola un 25enne del posto,per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo averlo sottoposto a servizi di osservazione e pedinamenti, i militari hanno eseguito una perquisizione presso un garage in uso al Manduano, dove sono stati trovati 3 panetti di hashish e 30 dosi della stessa sostanza, per complessivi 350 grammi oltre a 105 euro. Il giovane è stato associato alla casa circondariale di Foggia. Altre tre persone, sono state sottoposte a fermo essendo indiziate del reato di concorso in ricettazione e condotte al carcere di Foggia a disposizione dell’autorità giudiziaria. I tre sono stati controllati a bordo di un furgone all’interno del quale vi erano varie parti di una Bmw rubata il 19 giugno scorso a Pescara. In esecuzione di un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari, a seguito di varie violazioni, è stato invece arrestato Un 46enne, che era agli arresti in casa per un provvedimento legato allo spaccio di sostanze stupefacenti. Infine i carabinieri della stazione di Ascoli Satriano, hanno arrestato un 42enne, in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dall’Ufficio Gip del Tribunale di Foggia. L’uomo era agli arresti domiciliari per atti persecutori, originati da futili motivi e vecchi rancori, nei confronti di due coniugi ascolani. Avendo riscontrato violazioni delle prescrizioni legate alla detenzione domiciliare, i carabinieri avevano informato l’autorità giudiziaria, che ha dunque disposto il nuovo arresto. 9 novembre AFFARI DI CLAN 12 IN MANETTE Dodici persone sono finite in carcere e due ai domiciliari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, una rapina aggravata, una estorsione aggravata, detenzione e porto illegale di armi, con l'aggravante del metodo mafioso. L'operazione delle forze dell’ordine di Foggia, ha avuto origine nel 2011, quando la guerra tra i clan Moretti/ Pellegrino e Sinesi/ Francavilla culminò negli omicidi di Giuseppe Genzani e Claudio Soccio. Nell'aprile 2011 ci furono cinque omicidi nel giro di 48 ore e tra questi quello di Soccio. A questi episodi seguì l'inchiesta e l'operazione Malavita che è proseguita fino agli ultimi arresti. 9 novembre FERMI PER RACKET E DROGA Un noto insospettabile «della società civile foggiana» si è preoccupato di contattare un pregiudicato dalla lunga fedina penale, Salvatore Antonio, per aiutare un amico a recuperare l'auto rubata. È uno spaccato inquietante quello svelato all'alba di ieri con l'operazione «Malavita 2» che ha portato all'arresto di 14 persone (13 in carcere e uno ai domiciliari), tutte appartenenti o affiliate al clan Francavilla-Sinesi. La Dda di Bari e la procura di Foggia, grazie al lavoro investigativo della squadra mobile e dei carabinieri del reparto operativo, hanno collegato fra loro diversi episodi criminali, a partire dai due efferati omicidi quelli di Giuseppe Genzani e Claudio Soccio, tesi al predominio e al controllo del territorio con il metodo mafioso: l'intimidazione, l'omertà, la ferocia delle azioni criminali. Episodi che confermano, secondo gli inquirenti, che la linea tra legalità e illegalità a Foggia è sempre più sottile: «Una sfera grigia di amicizie e connivenze - ha evidenziato il procuratore aggiunto della Dda, Pasquale Drago - che non sono complicità penalmente rilevanti, ma rappresentative di una mentalità che tollera i comportamenti illeciti». «Un approccio culturale - ha aggiunto il capo della Mobile, Alfredo Fabbrocini - di molti foggiani per i quali il prezzo della dignità è di 2000 euro, quello pagato per riavere l'auto». L'insospettabile non è indagato, ma su questo episodio i riflettori sono ancora accesi. Estorsioni, rapine, traffico di stupefacenti con l'aggravante della mafiosità i reati contestati a Salvatore Antonio «dall'abulimia criminale e da una spregiudicatezza rara»; Guido Siani, Francesco Pesante, Alessandro Aprile, Francesco Lo Spoto, i fratelli Alessandro e Pio Danilo Amorico, Valentino Placentino, Ferrazzano Massimiliano, Pasquale D'Angelo e l'intera famiglia Perdonò: il padre Giovanni, i figli Giuseppe e Raffaele e la madre Maria Pollidoro. La loro casa nel quartiere Candelaro era una centrale dello spaccio. La madre, una donna di 47 anni, li redarguiva quando i proventi dello spaccio erano esigui. Giovani tra i 20 e i 30 anni con lo sguardo sfrontato nelle foto scattate all'alba dopo gli arresti, capaci di inseguirsi, sparando all'impazzata nelle strade cittadine, per regolare una lite in discoteca. Giovani come Raffaele Perdonò, Lele per gli amici, che sul suo profilo Fb scriveva: «Agli infami il peggior male». 14 novembre ARRESTI PER RICETTAZIONE ED ESTORSIONE Ha subito una estorsione e, invece, di denunciare ha chiesto aiuto ad altri pregiudicati. E quando è stato interrogato dalla polizia non ha risposto. Quattro le persone arrestate dagli agenti della squadra mobile di Foggia con l'accusa, a vario titolo, di ricettazione ed estorsione.Nell’operazione “Affari di famiglia”. In manette sono finiti Dopo aver subito il furto di un escavatore, la vittima ha ritrovato il mezzo. Attraverso le intercettazioni la polizia, che stava indagando su un tentato omicidio, ha scoperto che uno degli arrestati avrebbe chiesto cinquemila euro per la restituzione del veicolo industriale: poi scesi a 1500 euro. Dicono gli inquirenti, che si sarebbero adoperati per la restituzione del mezzo rubato. La vittima non solo non ha denunciato il furto e la estorsione ma alle domande dei poliziotti si è rifiutato di rispondere. 19 novembre DUE ARRESTI DOPO ASSALTO A BLINDATO Appartenevano a una banda specializzata negli assalti a furgoni portavalori sulla statale 16 tra la Capitanata e la Bat. È quanto ipotizzano gli agenti della Squadra mobile di Foggia e del commissariato di Cerignola che ieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone accusate di rapina aggravata in concorso, detenzione di armi, ricettazione e furto. Si tratta di due cerignolani che avrebbero fatto parte della banda che nel novembre del 2012 mise a segno, alla periferia di Cerignola, la rapina al furgone portavalori che trasportava sigarette per oltre 300mila euro, scortato da un mezzo dell'istituto di vigilanza «Metronotte» di Bisceglie. Le indagini hanno preso il via nel corso di un'altra inchiesta, denominata «Border Less», e conclusasi il 21 settembre del 2012 con l'arresto di 164 persone. Un anno fa la banda, composta da circa sei sette persone a bordo di due automobili, speronò il mezzo di scorta e il blindato arrestandone la corsa. Sotto la minaccia di fucili a canne mozze i banditi costrinsero i vigilantes a scendere dai veicoli e dopo aver rubato i giubbotti antiproiettili e le armi fuggirono con gli stessi mezzi nelle campagne circostanti. Qui dopo aver trasferito il carico del blindato - sigarette per circa 300mila euro - su un altro mezzo si diedero alla fuga dopo aver bloccato diverse strade statali e provinciali con mezzi posti di traverso. Le guardie giurate furono abbandonate nelle campagne cerignolane, dopo essere state legate, incappucciate e chiuse nel cofano di un'automobile. L'input alle indagini della Squadra mobile e del commissariato di Cerignola è giunto grazie alle immagini del servizio di videosorveglianza che hanno ripreso i due mentre rubavano la Renault Modus da un parcheggio del centro ofantino. Gli arresti di ieri rientrano in una maxi indagine della polizia contro la criminalità cerignolana e andriese dedita a rapine a furgoni portavalori e ad autotrasportatori, che in un anno ha portato all'arresto di 164 persone e alla denuncia in stato di libertà di altre 177. Secondo gli inquirenti i gruppi criminali erano originari dei comuni compresi tra le province di Foggia e Bari, e colpivano in diverse regioni. L'operazione «Border Less», avviata nel settembre 2011 dal Servizio Centrale Operativo, dal Servizio Polizia Stradale, dalle Squadre mobili di Foggia e Bari, e dai commissariati di Cerignola e Andria, ha consentito anche di sequestrare 12 pistole, 2 fucili, un fucile mitragliatore kalashnikov, 750 kg. di polvere pirica, 800 munizioni di vario calibro e 261 auto di provenienza illecita. 23 novembre Blitz “GOTHA” questa l’operazione dei Carabinieri di Foggia per contrastare i grandi traffici di droga. Colpiti gli affari tra il clan Sinesi e i trafficanti marocchini. Importati 300 chili di hashish per un giro d’affari stimato in circa 400mila euro. E’ questo il caposaldo dell’inchiesta denominata “gotha” (visto il coinvolgimento di due persone ritenute ai vertici del clan SinesiFrancavilla) condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, dalla Procura di Foggia e dai carabinieri del reparto operativo sfociata nel blitz di ieri con l’emissione di 6 ordinanze di custodia cautelare da parte del gip di Bari. 28 novembre I CARABINIERI CATTURANO NOTO PREGIUDICATO E’ finita all’alba nella sua villa di via Castelluccio dei Sauri la latitanza di Antonello Francavilla, 36 anni, foggiano, ritenuto elemento di spicco del clan Sinesi-Francavilla, ricercato da una settimana per essere sfuggito alla cattura lo scorso 20 novembre nel blitz antidroga «Gotha » della Direzione distrettuale antimafia, della Procura e dei carabinieri del reparto operativo, contrassegnato dall’emissione di 6 ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere, 2 ai domiciliari) da parte del gip di Bari. Sono stati proprio i carabinieri del reparto operativo a fare irruzione all’alba nell’appartamento ed arrestare il presunto trafficante di hashish, il principale indagato dell’indagine denominata «Gotha» sul presunto acquisto di 300 chili di hashish da Marocco, dietro pagamento di oltre 310mila euro: Francavilla (genero del boss Roberto Sinesi per aver sposato la figlia) è ritenuto insieme al cognato Francesco Sinesi (pure arrestato nel blitz) uno dei finanziatori dell’operazione, con la trattativa sviluppatasi sull’asse Foggia- Marocco tra il marzo e il settembre scorsi. 3 dicembre BABY CORRIERI A DIECI ANNI Baby-corrieri della droga costretti dai genitori a consegnare alcune partite di stupefacente ai pusher che l’avrebbero poi spacciata al dettaglio nelle piazze di Cerignola e Margherita i Savoia. Sono i figli bambini di 10, 12 anni al massimo - di alcuni soggetti arrestati nell’ambito dell’operazione “White Beach” che, all’alba di ieri, ha sgominato una rete puntiforme di piccole realtà, tutte vicine ma indipendenti, attive nel basso Tavoliere. E’ questo l’aspetto più inquietante del blitz ‘multiplo’ dei carabinieri, epilogo di indagini – da marzo a ottobre del 2011 coordinate dalla procura di Foggia: intercettazioni, pedinamenti e appostamenti hanno permesso di accertare oltre 1300 occasioni di spaccio, per un giro di affari di 150mila euro. Le indagini hanno portato alla luce tre gruppi distinti ma disposti a collaborare in una sorta di ‘mutuo soccorso’: cocaina, hashish e marijuana lo stupefacente trattato, con una netta distinzione di ‘piazze’ e ‘fette’ di mercato. Un’indagine “a grappolo”, nella quale le risultanze per ciascun indagato chiamavano in causa altri soggetti. 6 dicembre SEQUESTRATI 62 KG DI DROGA Ufficialmente si è trattato di un controllo di routine nei box di in uno dei tantissimi autoparchi attivi appena fuori la cinta urbana di Cerignola. Ma è difficile pensare solo ad un colpo di fortuna all’origine del controllo effettuato nel pomeriggio dell’altro ieri presso un autoparco. di via E’ arrestato per droga un 47enne, incensurato. 8 dicembre ESTORSIONE, SPACCIO ED ARMI. 8 ARRESTI Droga, armi, maltrattamenti, estorsione, violenza privata: di tutto un po’ tra i reati che hanno portato all’arresto negli ultimi giorni di 8 persone da parte dei carabinieri tra Vico del Gargano, Peschici, Rodi e Vieste di cui hadato notizia ieri mattina il comando provinciale dell’Arma in una conferenza stampa a Foggia. 13 dicembre FURTI IN APPARTAMENTI. INFORMATORI: IDRAULICI E BADANTI Una banda di giovanissimi, tutti foggiani, impegnati a tempo pieno nel pianificare e mettere a segno furti in appartamento. Tutti colpi studiati e preparati nei minimi dettagli: dalla scelta di appartamenti privi del sistema di videosorveglianza alle eventuali vie d’accesso e di fuga. Gli appartamenti visitati, appartenevano a professionisti foggiani, o comunque ad esponenti del ceto medio-alto. E’ quanto scoperto dagli agenti della squadra mobile di Foggia che, all’alba di ieri, hanno siglato la parte finale dell’operazione “Final Cut”, sgominando una banda di otto persone tra i 19 e i 25 anni specializzata in furti in abitazione e spaccio di stupefacenti. Sì, perché il gruppo, ormai ben rodato ed in ascesa, era pronto – come sostenuto dagli inquirenti a compiere un salto di qualità criminale, reinvestendo i proventi dei furti in sostanza stupefacente, soprattutto marijuana, da spacciare in città. Tutto questo per un volume d’affari considerevole, considerando che in un mese di indagine sono stati accertati almeno 20 furti in appartamento. Solo raid a colpo sicuro: il gruppo, infatti, poteva contare su una fitta rete di informatori – la cui posizione è ancora da vagliare – in grado di fornire dettagli e notizie fondamentali per la buona riuscita del colpo. Si tratta di badanti, donne di servizio. Tecnici del gas o manutentori dei climatizzatori: tutte persone che per motivi professionali, entravano nelle case altrui saggiando l’eventuale bottino. 13 dicembre NEL DEPOSITO DELLA DROGA 3 KG DI HASHISH Maxi-sequestro di droga, oltre ad una pistola e relative munizioni, eseguito dagli agenti della «volante» di Foggia che in alcuni locali hanno rinvenuto 3 chili e 130 grammi di hashish e una pistola calibro 6.35 con i numeri di matricola limati e completa di caricatore: le indagini sono ora finalizzate a individuare il «proprietario» di quella considerevole quantità di sostanza stupefacente e dell’arma. Il valore della droga sequestrata sul mercato al dettaglio è stato di circa 13mila euro. 13 dicembre FURTI IN ABITAZIONI ARRESTATE 8 PERSONE Sono stati scovati attraverso intercettazioni dagli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Foggia i ladri d’appartamento che si vantavano, in un loro gergo, di avere svaligiato case e di avere realizzato bottini, oggetti d’oro pesati e piazzati a commercianti e gioiellieri. La prima indagine a lungo termine condotta da Procura e squadra mobile sul fenomeno dei furti in abitazione è sfociata nel blitz denominato «Final cut» (taglio finale, in inglese) con l’arresto di 8 giovani foggiani: 7 sono finiti in carcere, uno ai domiciliari, mentre un nono indiziato non è stato stato ancora rintracciato. I 9 indagati sono accusati a vario titolo di 17 furti (15 in case, uno in studio legale, uno di moto) e 10 episodi di spaccio di marijuana e cocaina, per fatti che vanno dal gennaio 2012 al gennaio scorso. Pur se non sia stato contestato il reato di associazione per delinquere, è la prima volta a Foggia che il fenomeno dei furti in casa diventa oggetto di un’indagine approfondita di Procura e investigatori, andando oltre i singoli arresti in flagranza dei «topini» d’appartamento conseguenza di segnalazioni tempestive alle forze dell’ordine : nel 2012 in città furono 780 le case svaligiate, anno record in negativo: nel 2013 l’ultimo dato disponibile è quello di metà settembre con 450 furti in abitazione, con bottini spesso ingenti come dimostrano i 100mila euro tra soldi, gioielli e buoni trafugati nell’abitazione di un’anziana. 14 dicembre ARRESTATA GANG DEGLI SMARTPHON Si sgretola la banda che rapina telefoni cellulari di ultima generazione ai ragazzini nei pressi della stazione di Bari. Gli agenti della polizia ferroviaria hanno arrestato i primi due componenti della gang, due giovani del quartiere San Paolo, entrambi con numerosi precedenti. penali specifici, sono stati fermati mentre salivano su un autobus, dopo aver sottratto un telefonino da 700 euro a un ragazzo. Il metodo utilizzato per la rapina è sempre lo stesso, da alcune settimane a questa parte: uno dei rapinatori avvicina la vittima, chiede di fare una telefonata urgente e poi se ne impossessa. Anche ieri le cose sono andate così, e alla timida reazione del ragazzo è seguita una vera e propria intimidazione. Poi si sono allontanati, ma sono stati rintracciati poco dopo dalla Polfer che aveva ricevuto segnalazione e descrizione. Bloccati sull’autobus, sono stati portati poi negli uffici del comando e perquisiti: il cellulare è stato ritrovato nella biancheria di Ottomano, che non ha potuto negare. All’invito alla collaborazione e a rivelare i loro complici, i ragazzi hanno risposto con una totale omertà, dichiarando di preferire la galera 14 dicembre DROGA - PRESO IL FIGLIO DEL BOSS I carabinieri del Ros di Bari e del comando provinciale di Foggia hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere per Leonardo Tolonese, 26 anni, figlio dell'esponente di spicco della criminalità organizzata foggiana, Raffaele. L'arresto del giovane Tolonese rientra nell'operazione messa a segno nel luglio scorso, denominata Corona, che vedeva indagato lo stesso ventiseienne per violazione della legge sulle armi, aggravata dall'agevolazione dell'associazione mafiosa. Nel corso della perquisizione effettuata dai militari nella sua camera da letto, era stata trovata una busta al cui interno erano contenuti 40 panetti di hashish per un peso complessivo di circa 4 chili e la somma contante di 1.475 euro. Il quantitativo, le modalità di detenzione della sostanza stupefacente, nonché la disponibilità di una cospicua somma di denaro, evidentemente provento di precedenti cessioni, hanno fatto emettere dal tribunale di Foggia questo ulteriore provvedimento restrittivo, eseguito ieri dai carabinieri. 16 dicembre BANDA DI LADRI PRONTA AD ACQUISTARE LA DROGA Guadagnavano con i furti in appartamento ed erano in contatto con un cerignolano per l’acquisto di 5/6 chili di droga, ma in quel momento non avevano i soldi sufficienti. Emerge anche questo retroscena dall’inchiesta di Procura e squadra mobile denominata «Final cut» che giovedì scorso ha portato all’arresto di 9 giovani foggiani (8 in carcere, uno ai domiciliari) accusati a vario titolo di aver svaligiato 15 appartamenti nell’arco di un anno e di essere coinvolti in 10 episodi di spaccio di marijuana essenzialmente, ma anche di cocaina in una circostanza. «Il provento dei furti veniva reinvestito nella droga: alcuni indagati non sperperavano tutto quanto accumulato, perché una parte gli serviva per salire di livello, cominciare a lavorare con la droga che per certi versi è più da... signori». 21 dicembre OFFICINA DEPOSITO DI ARMI E DROGA Nell’ambito di appositi servizi finalizzati al contrasto dei reati in materia di stupefacenti, i Carabinieri hanno tratto in arresto a Casalvecchio di Puglia un 47enne, per i reati di detenzione illecita di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di munizioni.