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Operazione Brillantina: l`avvocato arrestato per usura è

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Operazione Brillantina: l`avvocato arrestato per usura è
Martedì 18 Gennaio 2011
Operazione Brillantina: l'avvocato arrestato per usura è
accusato anche di avere ridotto in miseria un docente
universitario colpito da ictus
Una retata nella notte, prima tappa lo studio di un sedicente avvocato, Nunzio Venuti, 41 anni,
(nella foto in basso a sinistra) perito assicurativo (di falsi incidenti, sostengono gli investigatori), è
scattata con l'operazione Brillantina (soprannome di Venuti). Otto arresti della Squadra Mobile,
diretta da Giuseppe Anzalone, che ha smantellato un'organizzazione dedita, a vario titolo,
all'usura, l'estorsione, il riciclaggio, la circonvenzione di incapace, il falso in documento pubblico.
Sette ordinanze di custodia cautelare in carcere, una agli arresti domiciliari, siglate dal Gip
Daria Orlando,richieste dai sostituti procuratori Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco.
Tra i destinatari, in carcere anche un insospettabile, l'avvocato Tommaso D'Arrigo, 40 anni, (nella
prima foto in alto a sinistra) uno che da vittima sarebbe divenuto complice. Un complice senza
scrupoli, visto che, tra i capi di imputazione che pendono sul suo capo c'è, oltre all'usura, anche la
circonvenzione di incapace. Secondo l'accusa, infatti, D'Arrigo, in qualità di legale di un docente
universitario in pensione, il professore Placido Migliardo, l'avrebbe costretto a cedergli ogni suo
avere, riducendolo in miseria.
Le indagini avrebbero stabilito che il docente, colpito da ictus, si sarebbe affidato alla tutela legale
dell'avvocato D'Arrigo. Un tutore che, provvisto del bancomat del suo assistito, prelevava anche
1000 euro al giorno ed avrebbe incassato per intero la pensione di indennità destinata a Migliardo:
121mila euro. Al vecchio docente avrebbe invece destinato 20 euro a settimana. L'anziano è
morto tra gli stenti lo scorso anno. Complice con D'Arrigo nella spietata manovra di circonvenzione
sarebbe stato Lorenzo Bilardo, barcellonese, 50 anni (nella foto a destra) . Parte di quei soldi, a
detta degli investigatori, finiva nelle casse dell'usuraio Nunzio Venuti.
Uno che, avendo agganciato con un prestito con tassi di interesse da incubo (si parla del 360%
annuo) il legale, lo costringeva a supportarlo nell'attività di usura. Di più, ne usurpava anche titolo
e nome. Tesserino di appartenenza all'0rdine degli avvocati in mano e pergamena di laurea affissa
al muro, entrambi di D'Arrigo, Venuti si spacciava per "l'avvocato Venuti", ne aveva anche la carta
di identità, con foto propria, falsificata da un altro degli arrestati, quello finito ai domiciliari,
Francesco Lopez.
Era Venuti, per gli investigatori, la mente del giro di usura. Commercianti, imprenditori,
commercialisti, di Messina e provincia ( le indagini hanno contato 12 vittime) pagavano cifre
enormi di interessi su prestiti di base limitati. Un esempio: un tale che ebbe 8mila euro in prestito,
nell'arco di otto mesi dovette restituirne 31mila. A procacciare le vittime ci pensava Mario Ungaro,
vetraio messinese (nella foto in basso a destra). Uno che, in cambio, oltre a denaro, a volte,
otteneva anche dvd hard. E chi erano i protagonisti dei video? Lo stesso Nunzio Venuti che,
appartandosi nel proprio studio con amanti occasionali, filmava, a loro insaputa, gli amplessi e li
distribuiva agli amici. Nel suo studio la squadra mobile ha sequestrato parecchi documenti. Molti
utili a stabilire, nel giro di usura, il coinvolgimento di altre persone.
Personaggi noti del crimine cittadino, come Benedetto Aspri, affiliato al clan mangialupi, oppure
gli incensurati, Felicia De Salvo, 43 anni, (nella foto in alto a sinistra) e Gaetano Vento, (nella foto
in basso a sinistra) cognato di Venuti.
Aspri aveva il ruolo di intimidire, con minacce e botte, le vittime che tardavano nei pagamenti. Alla
De Salvo e a Vento, invece, poichè privi di pendenze penali, il falso avvocato intestava i propri
beni e gli assegni delle vittime. Per i due, l'accusa, è di riciclaggio. Nella operazione Brillantina
sono indagate 20 persone. Le indagini, scattate nell'agosto 2008, frutto di intercettazioni
ambientali, furono avviate dagli investigatori del Commissariato sud.
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