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Un chilo di cocaina in auto Blitz della Mobile, 4 arresti

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Un chilo di cocaina in auto Blitz della Mobile, 4 arresti
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VENERDÌ 12 MARZO 2010
L’ECO DI BERGAMO
PROVINCIA
Un chilo di cocaina in auto
Blitz della Mobile, 4 arresti
IIE ALMENNO S. B.M
COCAINA IN CASA
DUE EXTRACOMUNITARI
FINISCONO IN MANETTE
Albano: in cella tre albanesi e un napoletano che abita a Seriate
Da 40 a 60 mila euro il valore della droga. Sequestrati 9 cellulari
ALBANO Prima si erano incontrati per met- per analoghi reati, I. D., di 23 anni, in attersi d’accordo, poi si sono separati e, do- tesa di regolarizzazione fino al momento
po alcune ore, si sono di nuovo rivisti, sta- dell’arresto e già indagato, in passato, per
volta per la consegna. Ma a quel punto è detenzione di droga a Terni, e R. S., 30 anintervenuta la Squadra mobile della que- ni, nato in Albania ma cittadino canadestura, che ha arrestato un italiano e tre al- se, residente a Milano e con qualche picbanesi, sorpresi a scambiarsi un chilo e colo precedente di polizia sempre per
spaccio. I quattro sono accusati di detencento grammi di cocaina purissima.
zione di droga finalizzata alIl blitz della sezione «Antilo spaccio in concorso tra lodroga e contrasto al crimine
ro.
diffuso» della Mobile di BerLa polizia li ha
La qualità della droga, a detgamo è scattato nel pomerigpedinati per
ta degli investigatori, sarebbe
gio di mercoledì in un pardiverse ore. Non ottima: il valore sul mercato
cheggio della periferia di Aldel chilo e cento grammi può
bano. Ma già dalla mattina gli
è stato trovato
variare tra i 40 e i 60 mila euinvestigatori stavano tenendo
denaro:
forse
lo
ro. «Di certo i quattro arrestad’occhio gli spostamenti del
gruppetto formato da quattro
stupefacente era ti – ha spiegato Gianpaolo Bonafini, capo della Squadra mopersone: la polizia li stava pegià stato pagato
bile della questura – non si ocdinando dopo aver ricevuto da
cupavano dello spaccio al detun informatore una segnalazione di una possibile vendita di un ingen- taglio su strada, visto l’ingente quantitativo di droga che abbiamo trovato. Il napote quantitativo di cocaina.
Gli arrestati sono un napoletano di 67 letano è comunque una nostra vecchia coanni, C. P., residente a Seriate, nullafacen- noscenza». Nella mattinata di mercoledì
te e già noto alle forze dell’ordine per rea- il napoletano e i tre albanesi si sono inconti legati al traffico di droga, e i tre alba- trati in un centro commerciale di Seriate:
nesi: H. H., di 31 anni, clandestino e sen- qui, mentre l’italiano e uno dei tre parlaza fissa dimora, anche lui già conosciuto vano, gli altri due stavano ai lati, come per
controllare quello che accadeva intorno.
Non si sono però accorti che, da lontano,
gli investigatori li stavano già tenendo
d’occhio. Dopo essersi probabilmente accordati sul quantitativo di droga, il gruppetto si è separato.
La Mobile ha seguito l’auto dell’italiano, che ha prima raggiunto Scanzorosciate e un’altra zona di Seriate e poi si è fermata nel parcheggio di Albano. Poco dopo sono arrivati anche i tre albanesi, su
due diverse auto: al momento dello scambio delle vetture (la droga era su una Fiat
Punto, che è stata sequestrata, ma c’erano
anche una Toyota Yaris e una Opel Corsa),
la polizia è intervenuta e ha arrestato i
quattro. I tre albanesi dovevano consegnare la droga all’italiano, ma non è stato trovato denaro contante: probabilmente la
cocaina era stata già pagata.
Sequestrati anche nove telefoni cellulari, che i quattro usavano probabilmente
per concordare lo spaccio. I tre albanesi e
il napoletano sono stati accompagnati in
carcere in via Gleno, dove nelle prossime
ore saranno ascoltati dal giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio di
convalida.
La droga sequestrata ad Albano (foto Bedolis)
IIE CONTROLLO DEI CAR ABINIERIM
NEL BAULE 38 CHILI DI HASHISH
BERGAMASCO PRESO A MILANO
Un cinquantaseienne nativo della Bergamasca, ma da
tempo residente a Milano, S. B., e un quarantacinquenne milanese, S. B., sono stati arrestati dai carabinieri,
mercoledì pomeriggio, in via Rubattino a Milano. Sulla
loro Peugeot 206, fermata per un normale controllo, c’erano ben 38 chili di hashish, nascosti in un trolley chiuso nel baule. Vista l’agitazione dei due, i carabinieri hanno deciso di aprire il baule, scoprendo la droga. Entrambi già noti alle forze dell’ordine, sono ora a San Vittore.
A metterli nei guai sono state alcune segnalazioni di attività di spaccio arrivate ai carabinieri di Almenno San Salvatore: in manette per detenzione di droga sono finiti A.
M., 32enne di Gaza, e R. A.,
marocchino di 23 anni. Una
prima indagine è bastata ai
militari per individuare l’abitazione di Almenno San Bartolomeo dove, secondo le indiscrezioni, avveniva lo spaccio di sostanze stupefacenti,
quindi mercoledì è scattato il
blitz. I militari sono entrati
nell’appartamento incriminato e hanno trovato i due extracomunitari, clandestini e disoccupati, ma incensurati. All’interno i carabinieri hanno
scoperto 4 dosi di cocaina sopra il frigor, per un peso lordo di circa 2,5 grammi. A quel
punto sono scattate le manette. Ieri mattina in direttissima,
davanti al giudice Stefano
Storto i due si sono avvalsi
della facoltà di non rispondere: gli arresti sono stati convalidati senza applicazione di
misure cautelari ma con nulla osta all’espulsione. I due,
quindi, hanno scelto di patteggiare dieci mesi di reclusione
e 3.000 euro di multa, con il
beneficio della sospensione
condizionale della pena.
Fabio Conti
In palio nelle gare promosse dai cacciatori a Schilpario, Gandino, Oltre il Colle e Onore
IIIII CASNIGO
Tiro con la carabina, trofeo della Provincia
Al piano superiore l’antincendio guasto
Emerge qualche particolare in più
sulla perdita d’acqua che, nella notte tra martedì e mercoledì, ha provocato dei danni all’interno della ditta «Dobenca» e del vicino supermercato «Dipiù», in via Lungo Romna a
Casnigo. Il guasto dell’impianto di antincendio si è verificato in una ditta
che ha sede nello stesso edificio, ma
al piano superiore rispetto alla Dobenca e al Dipiù. «Probabilmente in
questa ditta che è in allestimento –
spiega Benito Capponi, titolare della
Dobenca – non è stato montato correttamente l’impianto antincendio e un
tubo ha provocato la perdita. Per tutta la notte l’acqua è scesa nella nostra
sede e nel vicino supermercato, allagando entrambi. L’idrante automatico non si è quindi guastato nella nostra ditta, ma in quella che si trova al
piano superiore». I danni sono ancora in corso di quantificazione. All’interno del punto vendita l’acqua aveva provocato anche un black-out elettrico, con relativo spegnimento dei
frigoriferi del reparto di generi alimentari. Alla Dobenca, invece, si sono allagati materassi e biancheria per
la casa.
■ «Un’iniziativa che nasce dalla voglia
di divertirsi e valorizzare uno sport di
grande abilità. Lo scopo è quello di consentire a tutti di cimentarsi in una prova che richiede sia l’intuito e l’esperienza del cacciatore che la preparazione
squisitamente tecnica del tiratore». Con
queste parole Alessandro Cottini, assessore provinciale a Caccia, pesca e sport
ha presentato ieri mattina in via Tasso la
prima edizione del «Trofeo Provincia di
Bergamo» di tiro con la carabina, messo
in palio nell’ambito delle cinque manifestazioni di settore organizzate dalle sezioni di cacciatori a Schilpario (20
e 21 marzo; 3 e 4 luglio), Gandino (8 e
9 maggio), Oltre il Colle (29 e 30 maggio)
e Onore (12 e 13 giugno).
Attualmente la Bergamasca conta circa 14.000 cacciatori, di cui 600-700 di
questi utilizzano la carabina. Il regolamento del Trofeo prevede l’utilizzo di
tutte le armi consentite per l’esercizio
venatorio con vivo di volata non superiore ai 17 millimetri e con ottica non
superiore ai 12 ingrandimenti. «La gara – spiega Alberto Testa, funzionario
provinciale del settore Caccia - consiste in cinque tiri con carabina su sagoma di capriolo poste a 200 metri, ricreando la situazione ideale del tiro da
caccia». Nella manifestazione conclusiva del 3 e 4 luglio a Malga Epolo in
Valle di Scalve verranno assegnati il
«Trofeo Provincia di Bergamo» e il primo premio al cacciatore/tiratore che
avrà ottenuto il miglior punteggio sommando i migliori punteggi ottenuti nella cinque prove. Non mancheranno le
coppe anche per il secondo e terzo classificato. «Questo – rimarca Cottini – sarà
un trofeo itinerante che ogni anno verrà
rimesso in palio e assegnato al miglior
cacciatore/tiratore. L’idea che vogliamo
IIIII IN BREVE
Tenta furto a Grone
Quattro mesi di carcere
Ieri mattina la presentazione del «Trofeo della Provincia»
promuovere è quella del passaggio generazionale per coinvolgere anche i giovani a tramandare le nostre tradizioni».
I primi cinque classificati concorreranno inoltre all’aggiudicazione dello
scheiben, appositamente realizzato per
la Provincia di Bergamo da Nives Romelli, un’artista orobica specializzata
nella lavorazione del legno. «Questa
manifestazione – commenta il presidente di Federcaccia provinciale Lorenzo
Bertacchi – è il risultato di un ottimo lavoro di rete. Noi faremo da centro di organizzazione logistica». Come rimarcato anche dal dirigente del settore Caccia della Provincia, Gian Carlo Bosio,
«nella Bergamasca attualmente mancano strutture di tiro con la carabina a lunga distanza come invece ce ne sono nel
Bresciano». Quello che quindi dovrebbe nascere a Cologno al Serio, per volontà del campione mondiale di tiro a
volo dinamico Renato Lamera, potrebbe essere il primo in assoluto. «Realizzato il centro di tiro a volo, già aperto al
pubblico, ora ci stiamo concentrando
su un nuovo capitolo: il tiro a segno che
contiamo di finire entro l’anno. Partiremo con il tiro con carabina ad aria compressa», conferma Lamera. Le iscrizioni al Trofeo saranno raccolte al momento ma, considerata la media di partecipazione negli anni precedenti ad ogni
singola iniziativa, si attendono circa 150
persone a manifestazione. E tra loro, secondo quanto annunciato ieri, ci sarà
anche l’assessore Cottini.
Vanessa Bonacina
Osio Sopra Don Resmini e il sostituto procuratore Pugliese: figli iperprotetti, anche uno scappellotto ogni tanto aiuta
«Sempre più minori compiono reati, c’è un vuoto educativo»
OSIO SOPRA Gli intoccabili una
volta si vedevano al cinema con
le facce intransigenti di Sean Connery e Kevin Costner impegnati
contro la malavita di Chicago. Ora
l’appellativo di «untouchables»
è stampato addosso ai nostri figli
iperprotetti da qualsiasi accusa
venga lanciata contro di loro.
Genitori pronti a digrignare i
denti se un’istituzione esterna al
focolare domestico mette in discussione i comportamenti della
progenie. Capita così che un conducente di pullman si pigli una
querela solo perché, stanco di
sentire le provocazione di un
gruppo di ragazzine nei confronti di un coetaneo straniero, le abbia apostrofate come «oche». Oppure che una sola famiglia risponda alle richieste di colloquio privato dei Servizi sociali del Comune di Osio Sopra per sei ragazzi,
diciamo, «intemperanti». O di assistere nel cinema Trieste di Zogno alla proiezione de «I cento
passi» di Marco Tullio Giorda-
na con i ragazzini delle medie che
prendono la platea per una sala
giochi e dietro i genitori zitti come se nulla stesse accadendo.
Don Fausto Resmini, ieri all’auditorium San Zeno di Osio Sopra
con il sostituto procuratore Carmen Pugliese, la chiama «la logica del "mè scet"», assai radicata
in Bergamasca. Un atteggiamento che certo non aiuta a ridurre la
fredda statistica che riguarda il
consumo di sostanze stupefacenti e microcriminalità in provincia nell’ambito degli Under 18.
Resmini, specialista della prevenzione, e Pugliese, specialista
della repressione, affrontano la
questione educativa dei minori
partendo da dati consolidati. «In
dieci anni – precisa don Resmini
– si constata un aumento numerico dei minori che compiono reati. Inoltre Bergamo, tra tutte le
città del distretto di corte d’appello minorile che comprende anche Brescia, Cremona, Mantova
e Crema, ha il primato nei reati di
Carmen Pugliese e don Fausto Resmini
violenza». I numeri del 2009 parlano chiaro: 617 minori denunciati in Bergamasca; 220 sono
stranieri, 70 nomadi e 327 italiani. Cifre che devono «spronare a
ritrovare una tensione educativa
rivolta ai nostri ragazzi» e che
smontano il luogo comune che
siano solo gli immigrati a cadere nella criminalità. Al primo posto ci sono i reati contro il patri-
monio: scippi, furti e rapine. «C’è
una disaffezione dei ragazzi alla
legalità per mancanza di formazione e per l’impunità che s’allarga», continua don Resmini. I minori non percepiscono il «rubare poco». Diventa «normale» non
pagare il biglietto del pullman per
dirottare i soldi verso la colazione al bar. «Il concetto di legalità
si basa sul giudizio individuale
di quanto si ruba e non sull’oggettività di una regola da rispettare. Se un bambino porta a casa dall’asilo una penna non sua e
il genitore non fa domande a riguardo e non impone la restituzione da grande il figlio si sentirà
giustificato a impossessarsi di un
I-pod non suo».
Don Resmini denuncia una cultura dell’abbondanza: «I ragazzi
oggi hanno bisogno di essere educati all’essenzialità». Il sostituto
procuratore Pugliese concorda
con don Resmini nel ritenere che
i giovani hanno una scarsa considerazione delle norme che regolano la civile convivenza. E aggiunge: «Ho l’impressione che in
famiglia manchi un’autorità genitoriale che delega ad altri l’educazione dei figli salvo poi difenderli quando sono responsabili di
reati e d’altro canto chiedere severità estrema quando gli stessi figli sono vittime di comportamenti illegali». Don Resmini lo chiama «vuoto educativo»: «Se i ge-
nitori si sottraggono dalla loro responsabilità formativa anche nel
campo delicato dell’affettività e
della sessualità, lasciano porte
aperte agli input di una società
fortemente erotizzata». Da questo
silenzio fioriscono poi le violenze (in aumento quelle sessuali),
aumenta la condivisione tra amici di immagini e clip che contengono situazioni di intimità. La serata ha affrontato anche il problema del consumo di droga (alcol
compreso). «Si abbassa l’età –
conclude don Resmini – di chi fuma la prima canna e si alza la superficialità di valutazione degli
effetti delle sostanze stupefacenti». Le contromisure? «Nessuna
nuova strategia – precisa Pugliese – bensì la consapevolezza che
ognuno deve fare con coraggio la
sua parte nei confronti delle nuove generazioni. Anche uno scappellotto ogni tanto aiuta. Nessun
padre è finito davanti al magistrato per questo».
Bruno Silini
➔ È stato condannato con rito abbreviato ieri mattina a quattro mesi di
reclusione M. P., 22 anni di Vigano
San Martino, finito in manette martedì mattina a Grone per tentato furto, e difeso dall’avvocato Michele Cesari. Il giovane, secondo la contestazione, aveva raggiunto un cantiere a
Grone e, dopo aver staccato i cavi dal
quadro elettrico, aveva cercato di rubare i fili di rame. La mancanza di
corrente aveva però attirato l’attenzione degli operai, che lo avevano
bloccato e fatto arrestare. In direttissima mercoledì l’arresto era stato
convalidato con custodia in carcere e il processo aggiornato a ieri mattina.
Dibattito a Romano
sulla crisi economica
➔ «La crisi nel nostro territorio, quali
prospettive» è il tema dell’incontro
pubblico promossa per questa sera,
alle 20.30, nel salone del palazzo dei
Muratori a Romano dal locale circolo del Pd. Sono previsti gli interventi dei candidati al consiglio regionale Maurizio Martina e Mirosa Servidati. Ci saranno anche Luigi Bresciani, segretario provinciale della Cgil
e Salvatore Catalano responsabile
della Cisl della Bassa Bergamasca.
Interverranno i rappresentanti dei
lavoratori della Donora, della Fema
e della «Rubini sinterizzati». La serata sarà introdotta da Alberto Beretta coordinatore del circolo Pd di
Romano e coordinata da Renato Armandi della direzione provinciale
del Pd.
Vigili del fuoco a Cisano
per l’incendio di un tetto
➔ Intervento dei vigili del fuoco, ieri
pomeriggio, verso le 16,40, in via
Quarenghi a Cisano. Il rogo ha interessato parte del tetto di una costruzione bifamiliare a due piani di proprietà nella vicinanze della rotatoria
di via Mazzini, sull’ex statale Briantea. Le fiamme, fortunatamente, hanno danneggiato solo una parte del tetto, compreso l’isolamento in sughero, per pochi metri quadrati. Sul posto sono intervenute due squadre dei
vigili del fuoco di Bergamo e una pattuglia dei carabinieri della locale stazione. A dare l’allarme una persona
che abita nella casa di fronte che ha
visto il fumo e le fiamme. Sembra che
l’incendio si sia sviluppato per un
corto circuito del filo del motorino
che fa funzionare il lucernario, anche se non è da escludere l’ipotesi legata alla presenza di una grossa stufa a legna in pietra ollare.
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