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sapone, naturalmente - Corpo Forestale dello Stato
SALUTE / Detergente naturale o industriale? SAPONE, NATURALMENTE Non solo schiuma e bollicine. La scelta del detergente giusto può contribuire al benessere personale e alla difesa dell’ambiente di Annalisa Maiorano preparazione. Nell’antica Roma non si ha nessuna traccia dell’uso di sapone per l’igiene personale. Si usava la pietra pomice, la creta o la soda caustica. I primi ad arricchire la preparazione del sapone con la soda caustica mescolata a grassi vegetali quali olio d’oliva e olio di alloro furono gli Arabi. Il sapone di Aleppo ad esempio prodotto nell’omonima città nel nord della Siria racchiude in © Ufficio Stampa CFS / Settore Audiovisivi Q uattrocentocinquanta milioni di euro. Tanto hanno speso gli italiani nel 2007 in prodotti per l’igiene del corpo secondo i dati forniti dall’Unipro, Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche. A base di zolfo, all’olio di oliva o all’olio di alloro; solido, liquido o in schiuma. La scelta per il consumatore è ampia. Per l’uomo moderno il sapone è uno strumento irrinunciabile da utilizzare ad inizio e a fine giornata per sentirsi bene con il proprio corpo, mentre nel 1600 l’idea di lavarsi con acqua e sapone almeno una volta al giorno avrebbe spaventato chiunque. In passato infatti il problema dell’igiene personale non era considerato prioritario e le prime tecniche di pulizia furono sviluppate per pulire tessuti ed indumenti, generalmente con l’utilizzo di argille e cenere. La prima testimonianza dell’esistenza del sapone risale al 2800 a.C. e proviene da scavi dell’antica Babilonia. Il sapone era un composto di acqua, olio di cassia e sostanze alcaline conservato in cilindri di argilla, sui quali venivano incise le ricette per aiutarne la Il Forestale n. 47 - 33 Foreste in fumo per il sapone ta, viene arricchita con olio di bacche di alloro. A determinarne il pregio è la quantità dell’olio di alloro usato e il periodo di stagionatura. La tecnica di fabbricazione del Sapone di Aleppo si diffuse presto grazie alle crociate attraverso il bacino del Mediterraneo, passando per l’Italia e la Spagna fino a raggiungere Marsiglia, dove fu perfezionato il metodo del sapone a base di olio d’oliva, famoso in tutto il mondo. no degli ingredienti dei saponi industriali è l’olio di palma, che è solido a temperatura ambiente e viene usato anche nell’industria alimentare. La deforestazione delle foreste dell’Indonesia è, secondo gli ambientalisti, la conseguenza immediata dell’espansione della monocoltura della palma da olio. Greenpeace ha denunciato questo fenomeno in numerosi rapporti, mettendo in luce come anche l’interesse per la produzione di biodiesel stia causando un aumento della richiesta dell’olio di palma. L’abbattimento e gli incendi nelle foreste e torbiere indonesiane hanno già determinato l’accelerazione dei cambiamenti climatici. L’Indonesia è diventato così il terzo più grande emettitore di gas serra nel mondo. E le foreste del Borneo e di Sumatra continuano a scomparire per lasciare il posto a piantagioni per la produzione di olio di palma. U Lavarsi troppo fa male © Ufficio Stampa CFS / Settore Audiovisivi sé 2000 anni di storia. La lavorazione del prodotto inizia a novembre, dopo la raccolta delle olive. In questo periodo nei caravanserragli di Aleppo da secoli si compie lo stesso antico rituale della produzione di sapone: l’olio di oliva viene dapprima cotto molto lentamente per più giorni in un paiolo, aggiungendo soda estratta dal sale marino e a fine cottura, quando la pasta è pron- 34 - Il Forestale n. 47 Secondo uno studio dei ricercatori della Tuft University di Boston “lavarsi troppo fa male. Esagerare con detergenti per l’igiene personale abbassa le difese immunitarie della pelle.” Questo è il risultato di un attento studio sull’effetto che i saponi hanno sul “film idrolipidico”, ovvero il sistema di protezione naturale che difende la nostra pelle dagli agenti esterni. Per evitare problemi cutanei quindi basta prendere alcune precauzioni valide soprattutto per le persone con la pelle più delicata e quindi a rischio come bambini ed anziani. Bisognerebbe ad esempio evitare detergenti aggressivi e bagnoschiuma troppo profumati tanto di moda. Importante nella scelta del sapone è leggere attentamente le indicazioni riportate sul retro della confezione soprattutto quando scegliamo di comprare un sapone “naturale”. Controllare sempre la data di scadenza, la composizione, i principi attivi e non solo. Per un occhio di riguardo all’ambiente si consiglia di scegliere prodotti biodegradabili. Il sapone e i detersivi domestici sono alcune delle cause dell’inquinamento idrico provocato dall’uomo. Per questo molti saponifici moderni hanno affiancato al loro metodo di lavorazione artigianale del sapone una filosofia ecologica. I prodotti di questi saponifici sono privi di tensioattivi petrolchimici, responsabili delle principali allergie della pelle e tutta la loro produzione è rigorosamente realizzata nel pieno rispetto dell’ambiente. Sono prodotti non testati sugli animali, vegetali e biodegradabili al cento per cento. Erboristerie, negozi di prodotti biologici presentano un vasto assortimento di questi prodotti, la loro scelta aiuta anche i piccoli produttori a stare sul mercato. Il mestiere del saponaro Naturale o industriale? n antico mestiere presente a Napoli fino alla prima metà del XX secolo è quello del saponaro. Passava di casa in casa raccogliendo oggetti vecchi di cui la gente voleva disfarsi o vecchia mobilia, anche se in cattive condizioni. In cambio il saponaro non rendeva denaro, ma pezzi di sapone, da cui deriva il nome. In napoletano, una persona sciatta, disordinata, poco attenta e che fa qualcosa controvoglia viene detta, in maniera dispregiativa, saponaro. U © Ufficio Stampa CFS / Settore Audiovisivi Scettico sul sapone naturale è Leonardo Celleno, dermatologo e direttore del Centro ricerche cosmetologiche dell’Università Cattolica di Roma. “Sarebbe meglio acquistare saponi liquidi, in particolare detergenti delicati a basso contenuto di tensioattivi o paste di sapone senza alcali (sapone non sapone) perché anche se composti interamente da ingredienti ricavati da un processo sintetico e con sostanze chimiche, sono adatti a tutti i tipi di pelle, anche quelle molto sensibili. Il concetto di sapone naturale al 100 per cento non esiste in quanto il sapone non è altro che il risultato di una reazione chimica tra la soda caustica e uno o più acidi. Gli acidi grassi utilizzati per la produzione possono essere naturali”. Di diverso parere è Riccardo Anouchinsky, responsabile Icea (Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale) per l’Armonizzazione dei disciplinari cosmetici. “L’unico procedimento utilizzato per produrre la saponetta naturale è la saponificazione, procedimento vecchio centinaia di anni e quindi “storicamente tollerato”: da una fonte di grasso, come l’olio di mandorla o di oliva, tramite la saponificazione si arriva ad un sapone naturale che la nostra pelle tollera perfettamente. Non è un caso che, di fronte a problemi cutanei, il primo consiglio che dà il dermatologo è quello di ricorrere ai saponi naturali e di evitare qualsiasi detergente di tipo industriale”. Anouchinsky non se la sente di criminalizzare l’industria se alla base usa prodotti “buoni”. Nei detergenti, al sapone naturale viene sostituito un tensioattivo, prodotto di sintesi chimica. Ora, la grande industria ne usa di vario genere, più o meno costosi, più o meno tollerati. È chiaro che migliore è la composizione, migliore è il prodotto. Ci sono poi rari casi in cui i formulatori riescono a mantenere la fonte naturale (oliva o mandorla, per esempio) ma sono ancora casi rarissimi. La domanda, infine è: quale è la migliore garanzia che può avere il consumatore? “Usare prodotti certificati naturali o biologici perché in questo caso il tensioattivo deve avere la parte principale naturale, ovvero la fonte naturale deve costituire la maggior componente della base di partenza. Stiamo cercando di rendere obbligatorio questo procedimento anche nel settore industriale” conclude Anouchinsky. Facciamo in casa il sapone er contribuire alla salvaguardia dell’ambiente è anche possibile produrre in casa tavolette di sapone attraverso due metodi, quello a caldo e quello a freddo. Per chi ha voglia di divertirsi o semplicemente di imparare una delle arti più antiche della nostra tradizione può consultare il sito internet www.ilmiosapone.it. Qui troverà a disposizione tutte le informazioni necessarie per personalizzare il proprio sapone con forme, colori o profumi inusuali. E chi volesse invece imparare a fare il sapone può farlo seguendo dei corsi nelle erboristerie o in agriturismo: un buon indirizzo in Umbria è Villa della Cupa (www.villadellacupa.com), un’azienda agrituristica vicino Nocera Umbra. P Il Forestale n. 47 - 35