Linee guida per la gestione di pazienti con sospetto di infezione
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Linee guida per la gestione di pazienti con sospetto di infezione
SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST NELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Introduzione L’abuso sessuale è un fenomeno diffuso in ogni società e colpisce uomini, donne e bambini di tutte le età. Negli ultimi anni, alcuni dati europei mostrano il fenomeno come in crescente aumento. Le infezioni sessualmente trasmesse (IST) insieme ai traumi fisici e psichici e alle gravidanze indesiderate rappresentano alcune delle conseguenze sulla salute del singolo associate all’abuso sessuale. Teoricamente tutte le IST possono essere trasmesse durante un abuso sessuale contro l’adulto o il bambino, e spesso l’isolamento di un patogeno sessualmente trasmissibile può rappresentare un indicatore biologico probante d’abuso in entrambi (Tab.1). L’approccio sanitario alla persona abusata è basato soprattutto su alcuni interventi propri della medicina d’urgenza e comprende, oltre al controllo e alla riduzione dei traumi fisici e di quelli psichici, il controllo e la profilassi di eventuali infezioni trasmesse dall’abusante. In Italia, le procedure d’intervento alla persona abusata non sempre beneficiano di protocolli standardizzati rivolti agli specialisti, lasciando questo tipo di intervento regolato più da indicazioni di carattere legislativo che da criteri condivisi di buona pratica clinica. Questo suggerisce la necessità di disporre di strumenti di aggiornamento e di indirizzo procedurale, da rivolgere agli operatori sanitari allo scopo di acquisire condotte di gestione del fenomeno sempre più complete e standardizzate. Scopo di questa sezione delle LL.GG. è quindi quello di fornire un insieme di raccomandazioni pratiche per il controllo del rischio di IST nella vittima d’abuso ed è rivolta a coloro che operano negli ambiti specialistici a maggior probabilità di contatto con vittime d’abuso; come i servizi di medicina d’urgenza, quelli di ginecologia e ostetricia, i centri IST, nonché quelli di infettivologia e pediatria. La sezione trascura volutamente tutta la più generale problematica circa la gestione, l’approfondimento e l’indagine medico-legale legata all’accertamento dell’abuso nel bambino e nell’adulto, soffermandosi volutamente sulla sola definizione degli atti inerenti l’accertamento del rischio e le procedure di profilassi delle IST. Definizione di caso Con il termine abuso sessuale è definibile l’imposizione di qualsiasi forma di attività sessuale ad un adulto non consenziente. Diversamente, è definibile abuso sessuale infantile l’insieme delle circostanze durante le quali un bambino viene esposto ad esperienze sessuali inappropriate al suo sviluppo fisico ed emozionale e per le quali non può dare il proprio consenso (American Academy of Pediatrics, 2003). Nel caso dell’abuso infantile, per esperienze sessuali si intendono, oltre ai contatti oro-genitali e genitogenitali tra un bambino e un adulto, anche le carezze e i toccamenti diretti di varie parti del corpo del bambino o mediante oggetti o corpi estranei. Anche le attività di esibizionismo, voyeurismo e pornografia condotte con bambini, nonché l’induzione di questi alla prostituzione rientrano tra i comportamenti d’abuso. Sinonimi di abuso sessuale sono “violenza sessuale” e “stupro”, termini questi tuttavia più utilizzati nel lessico giuridico che regola i reati a sfondo sessuale contro la persona. In queste sezione delle LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.1 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili LL.GG. ci si riferirà al fenomeno utilizzando i termini di “abuso sessuale”, di “abusato” e di “abusante” in relazione, rispettivamente, all’insieme dei comportamenti contro l’adulto o il bambino, alla vittima dell’abuso e all’aggressore. Tabella 1. Riscontro di infezioni sessualmente trasmesse e probabilità di abuso sessuale. TIPO DI IST LIVELLO DI PROBABILITA’ (*) Infezione da N. gonorrhoeae Probante (se età > 2 anni) Sifilide Probante (esclusa trasmissione verticale) Infezione da HIV Herpes genitalis Infezione da C. trachomatis Infezione da T. vaginalis Probante (esclusa trasmissione verticale) Altamente sospetto se da HSV2 e assenza di altre localizzazioni Altamente sospetto (se età >3 anni) Altamente sospetto (se età >1 anno) Infezione da HPV Sospetto (se età > 2 anni e in assenza di verruche) Infezione da Micoplasmi Non specifico Presenza di G. vaginalis Non specifico Infezione da HBV Non specifico Infezione da HCV Non specifico Infezione da Candida albicans Non specifico (*) Probante; Altamente sospetto; Sospetto; Assente; Non specifico. La valutazione del rischio IST nell’abusato Va precisato che il rischio di acquisizione di una IST durante un rapporto abusante varia in funzione sia della diffusione delle diverse infezioni nel contesto sociale in cui avviene l’abuso sia in funzione del comportamento dell’abusante. In particolare il rischio di IST nell’abusato dipende strettamente: - dalla prevalenza delle IST nella popolazione a cui appartiene l’abusante; - dall’uso o meno di un preservativo durante il rapporto abusante; - dal numero dei rapporti sessuali che hanno caratterizzato l’abuso; - dal numero degli abusanti; - dal tipo di pratica/che sessuale/i che ha subìto l’abusato. Le probabilità di acquisizione di una IST sono maggiori se l’abuso ha previsto una penetrazione genitale od orale con eiaculazione. I traumi dei tessuti genitali o extra genitali possono elevare il rischio di acquisizione di agenti infettivi anche mediante la via parenterale. La valutazione del rischio di acquisizione di IST di un abusato deve tuttavia essere condotta considerando che: LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.2 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili - lo screening soprattutto batteriologico al quale viene sottoposto l’abusato potrebbe non distinguere tra infezioni pre-esistenti e infezioni trasmesse durante il rapporto abusante, se non nel caso questo venga condotto su un bambino o su una donna vergine; - l’efficacia dello screening per IST dopo abuso sessuale è dipendente dall’aderenza dell’abusato ai controlli di follow-up; - lo screening per la valutazione del rischio di infezioni a media e lunga incubazione deve essere esteso ad un ultimo controllo di follow-up calcolato per l’infezione a più lunga incubazione (es. l’infezione da HPV); - la profilassi antibiotica, quando somministrata, può impedire lo sviluppo o modificare la storia naturale di infezioni batteriche altrimenti diagnosticabili; - alcune infezioni virali potrebbero essere state acquisite in seguito all’abuso ma non mostrare sintomi e non essere diagnosticabili negli individui asintomatici. Nella valutazione del rischio di IST è necessario considerare che le infezioni più documentate tra le vittime di abuso sono anche quelle più comunemente diffuse nella popolazione generale; come l’infezione da N. gonorrhoeae, l’infezione da C. trachomatis e quella da T. vaginalis (Tabelle 2 e 3). Tuttavia oggi, la riemergenza della sifilide deve far considerare anche quest’infezione tra quelle a maggior rischio di trasmissione post-abuso. È necessario ricordare che la valutazione del rischio IST deve essere inserita in una più globale gestione della persona abusata di qualsiasi età, mediante un approccio multidisciplinare mirato soprattutto a ridurre la sua condizione di acuzie e all’interno di spazi fisici che ne garantiscano confidenzialità e tutela della privacy, oltre che il comfort e la protezione fisica e psicologica. Tabella 2. Proporzione di diagnosi di IST in bambini abusati Autore Sesso n.casi Sifilide HPV Herpes Walker FE, 1988 F 680 0% 2.4% Ingram DL, 1992 MF 1538 0.1% 1.8% 1.3% Gardner JJ, 1992 MF 209 0.5% Lande MB, 1992 MF 97 1% De Villiers FP, 1992 MF 219 1.8% 0 Siegel RM, 1995 MF 423 0% Embree JE, 1996 MF 138 Legenda: CT= C.trachomatis; NGI = Infezioni non gonococciche. Tabella 3. Proporzione di diagnosi di IST in adulti abusati Authors Sesso n. casi Sifilide HPV Herpes Jenny C, 1990 F 109 0 Estreich S, 1990 F 124 9% 2% Lacey HB, 1990 F 90 2% Sturm JT, 1990 M 232 Ross JDC, 1991 F 43 2% 2% Glaser JB, 1991 F 76 0% 0% Davies AJ, 1992 F 110 0% 2% 3% Legenda: CT= C.trachomatis; NGI = Infezioni non gonococciche. LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) CT+NGI 6.0% 3.0% 7.0% 11% 6.0% 3 1.5% Gonorrea 1.1% 2.8% 1.0% 4.6% 1.3% 3% 1.5% CT+NGI 19% Gonorrea 4% 13% 2% 4% 2% 3% 2% 4% 38% 12% Pag.3 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.4 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili Requisiti operativi minimi per l’accoglienza di vittime di abuso L’adulto Un adulto vittima d’abuso deve essere visitato in un ambiente silenzioso, ben illuminato e in presenza di un numero minimo di operatori, solitamente un medico e un infermiere. In casi specifici potrebbe inoltre essere richiesta anche la presenza di un altro specialista (per es. psichiatra, psicologo ecc.). La visita deve avvenire senza tempi di attesa o almeno consentendo all’abusato di attendere in una sala separata da quella dei pazienti ordinari. Quando in sede di visita, l’abusato richieda la contemporanea presenza di un familiare, del partner o di altra persona, la richiesta dovrebbe essere soddisfatta, fatte salve le altre condizioni ottimali di conduzione della visita. Alla vittima d’abuso dovranno essere offerte spiegazioni sullo svolgimento della visita e sulle procedure che verranno di volta in volta previste. La visita deve inizialmente essere mirata alla valutazione delle condizioni generali, alla compilazione di una scheda anamnestica (vedere il paragrafo “Anamnesi in caso di abuso”, Capitolo X pag.yy), alla riduzione di eventuali traumi e al contenimento dell’eventuale stato di shock. Dopo la visita generale deve essere avviata l’ispezione clinica con esame obiettivo e la procedura di prelievo del materiale biologico finalizzata all’effettuazione degli esami tossicologici e dello screening delle IST. L’esame obiettivo dell’adulto L’esame obiettivo dell’adulto vittima di abuso deve essere condotto accuratamente mediante ispezione dell’apparato genitale e delle mucose dell’area genito-anale e orale, anche mediante strumenti di ingrandimento ottico (per es. lampada scialitica con lente 10-20X e lampada anulare o colposcopio). L’eventuale documentazione fotografica sarà raccolta sempre solo dietro consenso informato dell’abusato. L’ispezione accurata dei genitali sarà mirata alla evidenziazione de: - il tempo intercorso tra la violenza e la visita e segnalando eventuali altre visite; - il livello di igiene delle zone lesionate o penetrate, degli indumenti intimi; - eventuale minzione, defecazione, vomito; - assunzione di farmaci; - tipologia dei rapporti sessuali avvenuti prima o dopo l'aggressione; - sintomatologia genitale e addomico-pelvica; - lesioni traumatico-contusive recenti a carico dei genitali (arrossamenti, escoriazioni, soluzioni di continuo superficiali o profonde, aree ecchimotiche, sanguinamento o altro); - (nella donna) data ultima mestruazione ed eventuale contraccezione utilizzata Lo screening IST Nell’individuo adulto vittima di abuso, lo screening per IST va obbligatoriamente attivato fin dalla prima visita e in sede dello stesso esame obiettivo sarà utile prevedere la contemporanea raccolta di materiale biologico per l’effettuazione dei seguenti esami microbiologici: Esame colturale per N. gonorrhoeae su essudato faringeo, anale, cervico-vaginale nel maschio e nella femmina. Il prelievo uretrale nel maschio va eseguito solo in presenza di secrezione obiettivabile. Diversamente va effettuato un prelievo di urina per la ricerca di N. gonorrhoeae tramite PCR. LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.5 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili Ricerca di C. trachomatis per EIA o ELISA su essudato da prelievo faringeo, anale ed endocervicale nella femmina, ed endouretrale, faringeo ed anale nel maschio. La C. trachomatis potrà essere ricercata tramite PCR, in presenza di un prelievo di urine effettuato per la ricerca della N. gonorrhoeae. Vetrino a fresco del secreto cervico-vaginale da tampone per la ricerca di T. vaginalis, G. vaginalis, spermatozoi, batteri e miceti. La ricerca degli spermatozoi va eseguita entro sette giorni dall’episodio di abuso e in diverse sedi mediante tamponi sterili, da strisciare e fissare su vetrino per l'esame citologico immediato e da conservare in modo appropriato per una eventuale tipizzazione genica. In alcuni casi potrà essere necessario raccogliere del materiale biologico appartenente all'aggressore, direttamente dalla cute della vittima o sotto le sue unghie mediante un tampone sterile (asciutto o bagnato). Parallelamente alla esecuzione dei prelievi microbiologici, saranno inoltre effettuati in prima visita prelievi venosi per esami sierologici (identificabili come “a tempo zero”) mirati alla determinazione di anticorpi anti-HIV-1, anti-HBV, e anti-HCV. Sullo stesso prelievo va sempre previsto lo screening per la sifilide, mediante l’utilizzazione di test quali RPR (o VDRL), TPHA con valutazione delle sottoclassi di anticorpi anti-T.pallidum di tipo IgG e IgM. Nel soggetto che ha subito un abuso di lunga durata o precedente di almeno due settimane la prima visita, i risultati dei prelievi microbiologici e sierologici potranno risultare associabili all’abuso stesso. Nell’individuo con episodio molto recente o acuto di abuso e in ragione dei periodi di incubazione delle diverse IST (tab.4), i risultati dell’esame obiettivo e dei prelievi microbiologici e sierologici effettuati in prima visita, non consentiranno di accertare o escludere l’istaurarsi di una infezione, ma rivestiranno un valore di definizione delle condizioni dell’individuo prima dell’episodio d’abuso. Per tale ragione il follow-up, soprattutto sierologico dell’abusato è fondamentale nel definire correttamente il rischio IST. Ai fini di un corretto screening post-abuso andranno quindi previste visite di follow-up ove ripetere i prelievi almeno a due, sei, dodici e ventiquattro settimane dalla prima visita. Tabella 4. Periodi di incubazione delle più diffuse IST Tipo di infezione Tempo di incubazione Infezione da N. gonorrhoeae 12 ore-3 giorni Infezione da C. trachomatis 7-14 giorni Herpes genitalis 2-14 giorni Infezione da T. vaginalis 7-28 giorni Sifilide 21-90 giorni Infezione da HIV-1 60-90 giorni Infezione da HBV 40-90 giorni Condilomatosi genitale 30-120 giorni o più Dopo la visita generale e i prelievi per la valutazione del rischio infettivo potrà essere di volta in volta valutata la necessita di avviare, per l’abusato, le procedure di profilassi per l’infezione da HBV e da HIV-1. Prima dell’avvio delle procedure di registrazione dell’episodio di abuso anche per i fini medico-legali andrà pianificato un calendario dei controlli di follow-up che verrà consegnato in forma scritta alla persona abusata prima che questa lasci la struttura clinica. LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.6 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.7 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili Il bambino Quando è sospettato un abuso in un bambino prepubere o peripubere, il centro clinico deve essere in grado di attuare le procedure di gestione dell’evento anche con la collaborazione attiva delle autorità medico-legali preposte alla documentazione dell’evento stesso. Il bambino afferenti ad un centro clinico per essere valutato per un rischio IST post-abuso dovrebbe: - beneficiare di un luogo di attesa separato da quello degli adulti; - essere visitato in un ambiente appropriato in termini di spazi, arredi e microclima; - essere visitato da personale formato sulle problematiche cliniche associate all’abuso sessuale infantile; - beneficiare di una collaborazione interdisciplinare tra diversi clinici; - il suo accesso dovrà essere documentato mediante supporti dati che consentano la raccolta almeno delle informazioni descritte nell’allegato 1; - essere valutato per eventuali disturbi mentali, uso di alcol o altre sostante psicoattive; - ricevere una visita di follow-up dagli stessi clinici che lo hanno visitato la prima volta; - accedere allo screening HIV dopo adeguata informazione e counseling. - beneficiare di un visita che preveda: 1. un esame obiettivo generale; 2. un esame obiettivo dei genitali; 3. uno screening per eventuali IST e la pianificazione di controlli di follow-up. Genitori, parenti o tutori devono essere sempre coinvolti nelle attività di accoglienza, di informazione e di counseling quando il bambino è minore di 14 anni o quando sia ritenuto non in grado di ritenere autonomamente informazioni o indicazioni di comportamento utili alla sua condizione. L’esame obiettivo generale nel bambino L’esame obiettivo generale sarà mirato ad evidenziare eventuali lesioni extragenitali, quali ecchimosi, segni di afferramento, graffi o altri segni di maltrattamento (i.e. escoriazioni, bruciature) o contenzione (segni da legature o compressione). Diversamente che negli adulti, nei bambini le lesioni extragenitali sono piuttosto rare, perché più facilmente sottoposti a sottomissione psicologica più che fisica. Alcuni autori indicano nella bambina la necessità di valutare lo stadio di maturazione puberale secondo Tanner, in quanto il livello di estrogenizzazione della mucosa vaginale potrebbe “nascondere” eventuali segni di abuso. L’esame obiettivo dei genitali nel bambino L’esame obiettivo dei genitali della vittima d’abuso infantile dovrà sistematicamente valutare la regione vulvare, il meato uretrale, l’imene, la forchetta, il pene, lo scroto, il perineo e la regione anale, fornendo una descrizione dettagliata di ogni segno riscontrato e dell’eventuale sua localizzazione. Sono sempre da ricercare sia nella femmina che nel maschio sanguinamento, arrossamento, ipervascolarizzazione, escoriazioni, ecchimosi, soluzioni di continuo, perdite di sostanza, eventuali secrezioni di tipo flogistico, oltre che sinechie e cicatrici. Nelle bambine l’esame dei genitali andrebbe eseguito con le gambe piegate a rana, e talvolta, anche in posizione genu-pettorale prona, per valutare meglio il margine imenale posteriore. L’esame obiettivo della regione anale deve consentire il rilievo e la quantificazione di eventuali sanguinamenti interni o esterni, di edema del perineo, di congestione venosa, ragadi, pliche LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.8 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili cutanee appiattite, di segni di eversione. L’esame deve inoltre consentire la valutazione del tono dello sfintere per trazione e l’eventuale presenza del riflesso di dilazione ritardata post-dilatazione. Il ricorso ad esami strumentali è indicato solo in casi particolari. Andrà eseguita una vaginoscopia solo in presenza di gravi lesioni dei genitali, di emorragie o di sospetto corpo estraneo. La rettoscopia va eseguita solo in presenza di emorragie anali. La documentazione fotografica dei reperti rilevati è sempre raccomandata, così come la adozione di strumenti di ingrandimento (i.e. lampada scialitica anulare con lente a 10-30X, colposcopio) per l’esplorazione delle superfici cutaneo-mucose. Lo screening IST nel bambino abusato Quando un bambino di età inferiore ai 3 anni risulta positivo allo screening per l’isolamento di uno specifico agente IST è sempre necessario valutarne la possibile trasmissione verticale. Per esempio l’infezione ano-genitale da C. trachomatis può avvenire in epoca perinatale e persistere per oltre 3 anni. Nei bambini superiori ai 3 anni tale modalità andrà sempre esclusa mediante investigazione dei genitori. In età infantile la vaginosi batterica, la condilomatosi genitale e l’infezione da Micoplasmi possono essere presenti anche in bambini non abusati. La stessa infezione da HBV può essere trasmessa, nel bambino non vaccinato, da un familiare anche per vie diverse da quella sessuale (trasmissione inapparente). L’abuso sessuale dietro riscontro di una IST in un bambino, va considerato quindi solo dopo aver escluso tutte le altre cause. Lo screening IST nel bambino va eseguito nel caso in cui vengano evidenziati all’esame obiettivo: 1. segni di penetrazione genitale o orale 2. segni di eiaculazione da parte dell’abusante; 3. segni o sintomi di IST. Inoltre lo screening va sempre effettuato quando venga accertata una IST nell’abusante, questo sia identificato come un soggetto a rischio, o i parenti più stretti risultino affetti da una o più IST. E’ importante ricordare che la possibilità di un abuso sessuale in età infantile deve essere presa in considerazione anche quando si esamina una bambina che presenta disturbi genitali aspecifici. La profilassi antibiotica post-abuso delle IST La profilassi antibiotica per le più comuni IST batteriche e protozoarie è indicata solo quando sia stato valutato un rischio elevato di contagio da abusante accertato come portatore di una o più patologie specifiche oppure quando non sia praticabile una valutazione del rischio IST mediante le indagini diagnostiche di screening già descritte. In questi casi, la copertura antibiotica dovrebbe consentire il trattamento epidemiologico di un’eventuale infezione da N. gonorrhoeae e da C. trachomatis unitamente alla terapia di altre infezioni batteriche aspecifiche (Infezioni da Streptococco di gruppo A e B). La profilassi antibiotica andrà eseguita utilizzando: Ceftriaxone 125 mg i.m. in singola dose + Metronidazolo 2 gr. per o.s. in singola dose + Doxyciclina 100 mg per o.s. 2 volte al dì per 7 giorni. In caso di gravidanza: Ceftriaxone 125 mg i.m. in singola dose o Eritromicina 500 mg due volte al dì per 14 giorni. LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.9 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili La somministrazione dei farmaci potrà avvenire già dal giorno della prima visita e ove sia successivamente possibile, potrà essere utile fissare un controllo microbiologico post-terapia delle infezioni. La profilassi post-esposizione in seguito ad abuso sessuale Infezione da HBV Alle vittime di abuso va assicurata sempre la profilassi delle infezioni virali secondo i protocolli di immunizzazione o di chemioprofilassi post-esposizione (PPE e PPES) disponibili; quello per l’infezione da HBV e quello per l’infezione da HIV-1. Il rischio di sieroconversione da HBV in seguito a violenza sessuale è ben documentato come peraltro l’efficacia della profilassi. La vaccinazione contro HBV è somministrabile fino a tre settimane dopo l’evento. Nell’adulto e nell’adolescente (età ≥16 anni), l’immunizzazione va eseguita utilizzando il seguente protocollo rapido: una dose da 20mcg di Engerix B Adulti® mediante iniezione intramuscolare al tempo zero, a sette giorni e a 21 giorni. Poi un richiamo a 12 mesi dal tempo zero. (verificare diversamente la schedule “a tempo zero, a un mese e a sei mesi”). + iniezione di Immunoglobuline antiepatite B (HBIg) al tempo zero in sede diversa da quella utilizzata per la dose del vaccino Nell’adulto e nell’adolescente non sono necessari richiami (solo se diverso da protocollo rapido). Nei bambini al di sotto dei 16 anni di età, l’immunizzazione deve essere eseguita utilizzando il seguente schema di immunizzazione rapida: una dose da 10mcg di Engerix Bambini® mediante iniezione intramuscolare al tempo zero, a 30 giorni e a 60 giorni. Poi un richiamo a 12 mesi dal tempo zero. (verificare diversamente la schedule “a tempo zero, a un mese e a sei mesi”). + iniezione di Immunoglobuline antiepatite B (HBIg) al tempo zero in sede diversa da quella utilizzata per la dose del vaccino. Va precisato che la legge n° 165/91 ha sancito l’obbligatorietà della vaccinazione contro il virus HBV per tutti i nuovi nati nel primo anno di vita e, per i 12 anni successivi all’entrata in vigore della legge stessa, per tutti i bambini al compimento del 12° anno di età. Con la fine del 2003, quindi, si è conclusa la vaccinazione degli adolescenti fino ai 24 anni di età. Per tutte le vittime di abuso nate quindi prima del 1991 e per tutti gli individui non italiani il rischio di infezione da HBV deve essere sempre contrastato mediante l’attivazione del protocollo di somministrazione della vaccinazione post-abuso con la somministrazione contemporanea di immunoglobuline. Infezione da HIV-1 Il rischio di trasmissione dell’infezione da HIV-1 malgrado sia generalmente basso nel rapporto consenziente non protetto anale (0,1-3%) o vaginale (0,1-0,2%), conduce sempre nell’abusato alla applicazione del Protocollo per la chemioprofilassi con antiretrovirali post-esposizione sessuale ad HIV (PPES), derivante dalle Linee Guida per la profilassi post esposizione (PPE) professionale, emanate nel 1997 dal Ministero della Sanità. LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.10 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili La profilassi post-esposizione (PEP) ha in questi casi una efficacia simile alla PEP occupazionale e diminuisce molto l’ansia della vittima; va eseguita con farmaci antiretrovirali e va somministrata entro 72 ore dall’evento. LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.11 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili Infezione da HCV Per l’HCV la trasmissione è possibile, sebbene a frequenza molto bassa, non esistono strumenti preventivi, follow up protratto per almeno 6 mesi. Tetano In caso di abuso soprattutto quando sono presenti escoriazioni e l’abuso ha determinato contatto anche con ambienti, dìstrumenti o oggetti a rischio di tetano è utile procedere alla somministrazione di una dose di richiamo antitetanico. Profilassi del concepimento Per le donne adulte in età fertile che non assumano un contraccettivo ormonale orale e che riferiscano una penetrazione vaginale durante l’abuso, dovrà essere disponibile l’attivazione di un protocollo di intercezione post-coitale con l’offerta di una delle combinazioni disponibili con: LEVONELLE ® o NORLEVO ®, 1c + 1c dopo 12 ore Oppure EVANOR D ® o NOVOGYN 21 ®, 2c + 2c dopo 12 ore LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.12 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili Rapporti tra Autorità Giudiziaria e struttura clinica per motivi di abuso sessuale. Qualsiasi soggetto adulto violentato può presentare querela all’autorità giudiziaria entro sei mesi dall’evento. In tal caso alla struttura clinica che per prima ha visitato l’individuo, può essere richiesta la compilazione di un certificato, copia di una cartella clinica o d’altro. In tal caso la struttura dovrà essere in grado di fornire nella documentazione anche gli elementi (vedere il paragrafo “Anamnesi in caso di abuso”, Capitolo X pag.yy) che potranno essere utilizzati nell’approfondimento medico-legale e giudiziario dell’evento. In questi casi la documentazione richiesta dovrà essere consegnata direttamente alla persona interessata, derogando sulla possibilità di farlo a terzi anche se autorizzati. In base alla legge n. 66, del 15/2/96, il rapporto all’autorità giudiziaria dell’abuso sessuale da parte della struttura clinica è obbligatorio quando: il soggetto abusato presenta lesioni per le quali è prevista la procedibilità d'ufficio: i) lesione personale lieve (prognosi oltre 20 giorni), lesione personale grave (prognosi oltre 40 giorni), lesione personale gravissima (se produce la perdita di senso, o l'uso di un organo, ecc.); l’abuso è commesso insieme ad un altro delitto, per il quale si deve procedere d'ufficio; l’abuso è commesso da un genitore, anche adottivo o dal suo convivente; l’abuso è commesso dal tutore o da altra persona al quale il minore è affidato per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia; l’abuso è commesso da pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio nell'esercizio delle proprie funzioni LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.13 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili GLOSSARIO Arrossamento: iperemia locale superficiale più o meno associata ad edema Ipervascolarizzazione: chiara evidenza della trama vascolare per aumento del numero dei vasi e/o della loro dilatazione anceh per cause traumatiche. Escoriazione: perdita di sostanza superficiale dell'epitelio in un'area più o meno estesa (es. lesione superficiale da graffio) Perdita di sostanza: perdita di sostanza diversa dall’escoriazione e che si approfondisce fino allo stroma (guarigione che avviene per seconda intenzione con possibile tessuto di granulazione ed esiti cicatriziali) Soluzioni di continuo: lesione discontinuativa (in genere lineare) con margini accostabili che non comporta perdita di tessuto (es. taglio lineare) Ecchimosi: Soffusione emorragica sottepiteliale di cui è tassativo descrivere forma, dimensione e colore Discromia: variazione circoscritta di pigmentazione Sinechie: adesione non fisiologica tra superfici mucose ed epiteliali non separabili senza determinare esiti cruenti come dolore e sanguinamento. Cicatrici: esiti di lesioni di varia natura e di cui è tassativo descrivere sempre dimensioni, caratteristiche e colore. Attenuazione dell'imene: riduzione significativa dell'altezza imenale misurata in condizioni di gravità (posizione genupettorale) Friabilità forchetta: particolare sottigliezza della cute che determina una estrema facilità alla lacerazione nelle comuni manovre di trazione. Ragade: ulcera dermo-epidermica localizzata al fondo di una plica radiata, caratterizzata da scollamento dei bordi, talora con formazione di tasche ai due estremi e/o ai due poli, a forma di losanga o di racchetta. Il fondo può essere rossastro e sanguinante, se recente, di aspetto torpido se cronica. Per altre lesioni tegumentarie che non presentino questi caratteri, si segnaleranno soluzioni di continuo oppure perdite di sostanza, a seconda delle circostanze. LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.14 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili Allegato 2 LINEE PER IL CONTROLLO E LA PROFILASSI IST ELL’ABUSO SESSUALE DELL’ADULTO E DEL MINORE (M.Giuliani) Pag.15 SIMaST Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili Bibliografia 1. Keane FEA, Young SM, Boyle HM, The prevalence of previous sexual assault among routine female attenders at a department of genitourinary medicine. Int J STD AIDS 1996; 7: 480484. 2. Gruppo Nazionale PES 2000. Prevalenza, caratteristiche e fattori di rischio nel maltrattamento infantile: una overview dei risultati di uno studio nazionale in 19 servizi di pronto soccorso pediatrico. In: Morosini P, de Girolamo G, Picardi A, Di Fabio F (a cura di): Progetto Nazionale Salute Mentale: Rapporto conclusivo. Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2001. 3. Beebe DK. 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