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Il maestro ripetitore: un collaboratore ieri

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Il maestro ripetitore: un collaboratore ieri
professioni
Professioni
Di Francesco
francesco A.
a. Saponaro
saponaro
Repetita
iuvant
S
ino a qualche anno fa, in Conservatorio l’accompagnatore al pianoforte nelle classi di canto - una
delle possibili funzioni professionali di un maestro collaboratore - per contratto era retribuito
notevolmente meno, rispetto agli altri insegnanti. E non
aveva neanche lo status di docente, lavorando in totale
subordine al titolare di canto. Una figura subalterna e,
diciamo la verità, un po’ “sfigata”. Sul piano retributivo, oggi le cose sono migliorate. E, nei Conservatori, si
vanno diffondendo corsi di laurea ad hoc. Ma, in generale, la figura del maestro collaboratore rimane sempre
nell’ombra, e un po’ misconosciuta, anche se svolge un
ruolo importantissimo, per esempio nei teatri lirici. Varie mansioni fanno capo a questo personaggio. Preparatore dei cantanti come ripassatore di spartiti, che deve
conoscere i gelosi labirinti delle tradizioni esecutive,
delle cadenze e via di seguito. Maestro collaboratore di
sala, che accompagna i cantanti quando provano con
direttore d’orchestra e regista. Maestro collaboratore di
palcoscenico, che dalle quinte trasmette i comandi ai vari
soggetti, tecnici e artistici, singoli e collettivi, di una rappresentazione, compresi sipari e interventi musicali fuo-
Il maestro ripetitore: un collaboratore
ieri generico, oggi specializzato e
meglio retribuito. Con sbocchi nuovi
grazie a lauree ad hoc a partire dalle
Solti Peretti Répétiteurs Masterclasses
ri scena. Maestro collaboratore alle
luci, che deve curarsi di redigere un
suo spartito di regia e luci. Maestro
suggeritore, funzione oggi desueta
grazie alla maggiore preparazione
dei cantanti. Maestro collaboratore
ai sopratitoli, per fortuna sempre più
usati. E, all’occorrenza, un professionista dev’essere pronto a sostituire il
direttore d’orchestra. Figura di cruciale importanza, come si vede.
“La mia generazione ha imparato
sul campo”, sottolinea Alberto Galletti, esperto maestro collaboratore
e docente in Conservatorio, “perché
i maestri collaboratori del passato, nella maggior parte dei casi, non
formavano allievi. E invece in teatro bisogna andarci ben preparati,
non si può sbagliare”. Intanto vari
Conservatori hanno istituito trienni
e bienni per maestro collaboratore:
tra gli altri Milano, Roma, Trieste, Frosinone,
Monopoli, Bolzano, Brescia. E gli studenti imparano ad accompagnare sia lo strumento, facendo
musica da camera, sia il canto da camera o lirico,
dimensione questa che è lontana dallo studente di
pianoforte. Imparano come si lavora a ricreare i
colori orchestrali, come si eseguono i recitativi, il
basso continuo, un po’ di direzione d’orchestra, e
altre discipline particolari. “Senza sottovalutare
la necessità insostituibile della gavetta”, continua
Galletti, “oggi questi corsi segnano un salto di
qualità, con piani di studio razionali e strutturati.
In media, i giovani pianisti arrivano tecnicamente
più preparati dell’antico ripassatore, quindi facilitati da una parte, ma dall’altra sono
molto più sollecitati ad arricchire la loro
preparazione con cognizioni professionali
nuove. E a me nel biennio è capitata una
pianista coreana venuta, con borsa di studio da Seul, proprio a conseguire la laurea
di maestro collaboratore. Adesso lavora in
teatro nel suo paese”.
Che per i giovani pianisti, magari dotati della specifica laurea di Conservatorio, si tratti
di un interessante indirizzo professionale lo
conferma una recente iniziativa in questo
campo, le Solti Peretti Répétiteurs Masterclasses promosse dall’incontro fra la Georg
Solti Accademia e la Fondazione Nando Peretti. Quest’ultima offre borse di studio ai
giovani partecipanti, che così ricevono lezioni da famosi musicisti, un book fotografico per potersi promuovere, la produzione
di un dvd: supporti importanti, difficilmente accessibili per dei giovani. La terza edizione di
queste masterclass si è svolta a Ladispoli, presso
Roma. E i ragazzi partecipanti, che ne dicono? Irene Alfageme (27 anni, Spagna): “Di solito, come
accompagnatore, si salta direttamente in produzione; e bisogna imparare il mestiere da soli. Invece questo corso mi ha enormemente arricchito! Inoltre, mi ha permesso anche di dirigere per
la prima volta, sia pure due pianoforti a quattro
mani”. Jean-Yves Cornet (36 anni, Belgio): “Ho
iniziato a fare l’accompagnatore perché me l’hanno chiesto degli studenti di canto; poi ho scoperto il repertorio, e mi è piaciuto. Qui ho appreso
al meglio come indirizzare, guidare, istruire i cantanti; e comunicare meglio le mie idee musicali”.
Dalla Gran Bretagna viene Christopher Hopkins,
25 anni: “Qui non si tratta di insegnare ai cantanti
come cantare bensì di lavorare insieme; e di migliorare le loro performance con idee, sia musicali
sia drammatiche. In sostanza, ci hanno aiutato ad
aiutarli”. Ha 28 anni l’italiano Matteo Pirola, che
ha acquisito in ambiente britannico molta esperienza da accompagnatore: “Ciò che so fare - e ciò
che capisco adesso - non è affatto ciò che sapevo
fare prima della masterclass. E non cambierei nulla nella struttura dei corsi perché si sono toccati
tutti gli aspetti del mestiere”. Anch’egli dal Regno
Unito, 26 anni, Paul Wingfield osserva: “Raramente gli accompagnatori hanno la possibilità di
essere osservati; quindi è stato molto positivo poter ricevere commenti, osservazioni, critiche, consigli. Posso dire di aver imparato nuovi approcci
nell’interazione con i cantanti”.
A Ladispoli, una dimora storica - La Posta Vecchia
- tra gli alberghi più preziosi dell’Associazione Relais & Châteaux - è stata
generosamente messa a disposizione
delle Solti Peretti Répétiteurs Masterclasses dall’attuale proprietario.
Fabbricata nel Seicento, accanto al
Castello Odescalchi di Ladispoli, per
ospitare la servitù e il seguito degli
ospiti, La Posta Vecchia fu acquistata nel 1960 dal magnate statunitense
Paul Getty, che la ristrutturò arredandola con mobili, arazzi, e dipinti
del secolo XVII. Durante il restauro,
répétiteurs
E CANTANTI
Ogni anno
sono sei gli
aspiranti maestri
collaboratori,
i répétiteurs,
ammessi alle
masterclass,
tra centinaia di
candidati che
inviano il loro
materiale da
tutto il mondo
a Londra, sede
della Georg Solti
Accademia (www.
soltitekanawaaccademia.
org). Altri 12
giovani cantanti
sono ammessi
alle masterclass
della Solti
Te Kanawa
Accademia di
Bel Canto, che
si tengono a
Castiglione
della Pescaia
(quest’anno dal
26 giugno al 17
luglio).
vennero alla luce i resti di un’antica
villa romana, i cui reperti oggi fanno parte del museo archeologico sito
all’interno dell’albergo. Nel 1992 Roberto Scio rilevò la villa direttamente da Getty, e la adibì nuovamente a
luogo di altissima ospitalità.
“Georg Solti ha sempre riservato attenzione ai giovani musicisti”, ricorda a Ladispoli lady Valery, la vedova
del direttore d’orchestra ungherese.
“E, anche per formare i giovani maestri collaboratori, i répétiteurs, aveva delineato uno specifico progetto
nella Chicago Symphony, che adesso
il maestro Muti ha ripreso. E si ricordava benissimo di come gli fosse
stata preziosa, per la carriera successiva, la gavetta praticata da giovane
all’Opera di Budapest”.
Chi è interessato, oltre ai siti dei Conservatori, visiti quelli delle fondazioni liriche, e poi www.musicalchairs.
info, www.accademialascala.it, www.
tls-belli.it, www.stka.org o www.soltitekanawaaccademia.org. E altri anp
cora ne troverà.
Nella foto grande e sopra,
rispettivamente la stanza e l’esterno
dell’albergo La Posta Vecchia di
Ladispoli dove si sono svolte le Solti
Peretti Répétiteurs Masterclasses
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