Composti della pula di riso nella terapia delle dislipidemie e nella
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Composti della pula di riso nella terapia delle dislipidemie e nella
310 Editoriale Recenti Prog Med 2011; 102: 310-313 Composti della pula di riso nella terapia delle dislipidemie e nella prevenzione oncologica. Un aggiornamento Mariangela Rondanelli, Simone Perna, Francesca Monteferrario, Annalisa Opizzi Riassunto. La crusca rappresenta il 10% del totale del peso del grano di riso e oggi viene prevalentemente impiegata nell’industria di alimenti per animali. Nella crusca di riso sono contenuti molti composti bioattivi con effetti benefici sulla salute umana, composti presenti anche nel riso integrale. Infatti la crusca ed il riso integrale sono fonti eccellenti di antiossidanti, di vitamine, di acidi grassi, di proteine, di carboidrati e di altri micronutrienti. Nella letteratura sono molti gli studi che dimostrano le proprietà di questi composti, in particolare l’azione ipocolesterolemizzante e di chemioprevenzione. Questo editoriale presenta un aggiornamento in merito. Summary. Update on the therapeutic qualities of the rice bran in the treatment of dyslipidemia and chemo-prevention. Parole chiave. Crusca di riso, dislipidemia, prevenzione oncologica, riso. Key words. Chemo-prevention, dyslipidemia, rice, rice bran. La composizione della fibra di riso: principî bioattivi presenti sulla inibizione dell’HMG-CoA reduttasi, enzima implicato nella sintesi del colesterolo. L’olio di palma e l’olio di crusca di riso rappresentano due delle principali fonti alimentari di tocotrienoli naturali6. Oltre ai 4 tocotrienoli ed ai 4 tocoferoli normalmente presenti in natura, sono stati isolati dalla crusca di riso altri due tocotrienoli: il desmetil tocotrienolo ed il didesmetil tocotrienolo, che presentano in vitro una maggiore attività antiossidante ed inibente l’HMG-CoA reduttasi rispetto ai tocotreinoli e tocoferoli già conosciuti7. Per altro, nella recente letteratura si trovano evidenze che sembrano deporre positivamente in merito alla maggiore efficacia dei tocotrienoli rispetto all’alfa-tocoferolo, nella protezione dei recettori per la serotonina HT4 e delle cellule neuronali primarie contro la tossicità indotta dai glutammati e da altre tossine6. Inoltre, nella crusca di riso sono stati individuati numerosi composti fenolici ad attività antiossidante quali la tricina, l’acido ferulico, l’acido caffeico, l’acido protocatecuico e l’acido metossicinnamico, composti che presentano una spiccata attività preventiva sulla carcinogenesi, come hanno dimostrato numerosi studi in vitro e nel modello animale8. La crusca (o pula) rappresenta il 10% del totale del peso del grano di riso1 e ad oggi viene utilizzata prevalentemente come sottoprodotto nell’industria degli alimenti per animali2. Nella crusca di riso sono però contenuti molti composti bioattivi che presentano effetti positivi sulla salute umana3. In particolare sono presenti l’inositolo ed i suoi derivati (inositolo-6-fosfato o fitato) 3 ed antiossidanti liposolubili che includono i fitosteroli (come il gamma-orizanolo), l’acido ferulico, i tocoferoli ed i tocotrienoli, gli steroli ed i carotenoidi2,4. Tali composti bioattivi sono ovviamente presenti anche nel riso integrale, in quanto il grano di riso subisce solo la sbramatura, che consiste nell’eliminazione della lolla, lasciando inalterato il pericarpo e la gemma. Tali principî bioattivi sono invece persi nel riso brillato, in quanto viene eliminata la pula durante i processi di brillatura. Per quanto riguarda il contenuto di vitamine, quelle maggiormente rappresentate nella pula di riso e quindi presenti nel riso integrale sono la tiamina (0,59 mg/100 g), la riboflavina (0,07 mg/100 g), la niacina (5,3 mg/100 g) e la vitamina E (0,8 mg/100 g)5. Quando in letteratura si definisce la vitamina E, si fa generalmente riferimento all’α-tocoferolo; tuttavia in natura sono riconosciute 8 sostanze con attività biologica, riferibili alla vitamina E: 4 tocoferoli e 4 tocotrienoli (alfa, beta, gamma, delta). Ricerche recenti sembrano riconoscere ai tocotrienoli una maggiore efficacia antiossidante attraverso un complesso meccanismo incentrato Rice (Oryza Sativa) bran, comprising 10% of the total rice grain, is a by-product of the rice milling industry with world production of about 50-60 million metric tons per year. Rice bran is an excellent source of antioxidants, vitamins, fatty acids, protein, carbohydrates and other critical minerals and nutrients. In addition to being an excellent source of nutrients, rice bran is reported to be rich in phytonutrients that provide health benefits associated with blood sugar control, cholesterol metabolism, prostate health and chemoprevention. This paper focus on these phytonutrients and their effect on health. Dislipidemie e fibra di riso Dalla gemma e dalla pula del grano di riso si può estrarre l’olio di riso, un olio alimentare vegetale che contiene acido linoleico, acido oleico ed acido alfalinolenico come acidi grassi insaturi, ed acido palmitico ed acido stearico come acidi grassi saturi. Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali, Sezione di Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, Azienda di Servizi alla Persona di Pavia, Università di Pavia. Pervenuto l’11 febbraio 2011. M. Rondanelli et al.: Composti della pula di riso nella terapia delle dislipidemie e nella prevenzione oncologica. Un aggiornamento La caratteristica che distingue principalmente la composizione dell’olio di riso rispetto a quella degli altri oli vegetali è il contenuto molto elevato in sostanze non saponificabili. Queste sono rappresentate prevalentemente da steroli vegetali e da un componente del tutto specifico di questo alimento, il gamma-orizanolo, costituito da una miscela di esteri di steroli vegetali con l’acido ferulico9. Il contenuto in steroli vegetali dell’olio di riso è, ad esempio, circa due volte superiore a quello dell’olio di mais e dieci volte superiore a quello dell’olio d’oliva10. Nella letteratura sono riportati studi in cui viene dimostrato come l’assunzione per via orale dell’olio di riso o del gamma-orizanolo risulti efficace nel determinare variazioni dell’assetto dei lipidi plasmatici11. Le prime osservazioni sulle proprietà dell’olio di riso e dei suoi componenti sono state ottenute dallo studio di modelli animali; dai primi anni ’70 sino ad oggi sono stati condotti studi sull’uomo, in particolare su soggetti con dislipidemia di grado moderato9. La somministrazione dell’olio di riso (come riportato in alcuni studi) o del solo gamma-orizanolo (in altri), ha dimostrato una buona attività nel ridurre significativamente nell’uomo la concentrazione plasmatica del colesterolo totale e delle lipoproteine a bassa densità, ovvero la frazione di colesterolo più strettamente e direttamente correlata al rischio aterogeno12. Negli stessi studi è stata inoltre osservata un’attività di tali sostanze anche nella riduzione del livello plasmatico di trigliceridi, anch’esso importante fattore di rischio nella genesi della malattia aterosclerotica. Oltre a quella dedicata all’azione ipocolesterolemizzante del gamma-orizanolo, vi è numerosa documentazione sugli effetti dei tocotrienoli sui livelli plasmatici di colesterolo6. In un trial clinico, Qureshi e collaboratori hanno valutato nell’uomo l’azione ipocolesterolemizzante dei tocotrienoli ricavati dalla crusca di riso, da soli o in associazione con la lovastatina. I risultati, pubblicati su Journal of Nutritional Biochemistry, hanno evidenziato non solo l’effetto dei tocotrienoli, quali prodotti naturali, sulla riduzione della colesterolemia, ma anche l’azione sinergica di questi con sostanze farmacologiche come le statine. Inoltre, un altro aspetto importante emerso dallo studio è che l’associazione di tocotrienoli con la statina riduce gli effetti collaterali legati al farmaco stesso13. Trial condotti in soggetti moderatamente ipercolesterolemici che hanno assunto la pula di riso hanno ulteriormente confermato questi dati: la diminuzione del colesterolo LDL è mediamente del 13% rispetto al placebo in tutte le ricerche14,15. Prevenzione oncologica e fibra di riso Notevoli sforzi si concentrano attualmente sull’identificare e sul chiarire il meccanismo d’azione di composti provenienti da fonti alimentari che possono prevenire o ritardare l’insorgenza di cancro. Il riso possiede particolare importanza nell’alimentazione in Asia, dove l’incidenza di cancro al seno ed al colon è notevolmente inferiore a quella nel mondo occidentale, anche se l’incidenza del cancro al colon è aumentata negli ultimi anni in alcune zone industrializzate del Giappone, dove la dieta sta sempre più occidentalizzandosi. Il riso è per lo più consumato nella forma raffinata, anche se alcune delle prove relative alle sue proprietà antitumorali e chemiopreventive suggeriscono che è prevalentemente la crusca a contenere sostanze biologicamente attive. In un una ricerca effettuata presso l’Università di Leicester8, gli autori hanno voluto dimostrare l’ipotesi secondo cui, da una parte, il riso contiene sostanze che interferiscono con la proliferazione delle cellule tumorali della mammella o del colon, e dall’altra vi è una differenza tra il riso brillato e quello integrale in termini di proprietà antiproliferativa. Sono stati individuati e caratterizzati i componenti fenolici, presenti soprattutto nella crusca di riso, quali potenziali principî attivi. Questi composti fenolici sono la tricina, l’acido ferulico, l’acido caffeico, l’acido protocatecuico e l’acido metossicinnamico. Di questi componenti, la tricina è la principale responsabile della riduzione del numero di cellule tumorali sia nella mammella che nel colon. Sulla specificità tessutale, tutti i fenoli studiati hanno esercitato la loro attività contro le cellule del colon, mentre solo tre – l’acido caffeico, l’acido ferulico e la tricina – hanno colpito le cellule della mammella. Le cellule del tumore del colon sono otto volte più sensibili all’acido protocatecuico rispetto alle cellule tumorali della mammella, mentre le cellule di cancro al seno sono state 25 volte più sensibili verso la tricina rispetto alle cellule cancerose del colon. L’acido ferulico e l’acido metossicinnamico hanno ridotto il numero di cellule vitali del cancro al colon, ma non le cellule del cancro al seno. In realtà, anche se la tricina sembra avere un ruolo predominante rispetto agli altri fenoli, diversi studi hanno messo in luce le proprietà dell’acido ferulico. Esso deriva dal metabolismo della fenilalanina e della tirosina e presenta, a causa della sua forte attività antiossidante, una gamma di effetti terapeutici contro alcune neoplasie, cardiovasculopatie, diabete e malattie neurodegenerative8,16. Oltre che l’incidenza del tumore della mammella e del colon, è stata studiata l’incidenza del cancro prostatico: la letteratura ha evidenziato come la minore incidenza di carcinoma prostatico nelle popolazioni orientali, ad esempio, sia in gran parte secondaria ad una alimentazione abitualmente ricca in prodotti come soia, riso integrale e derivati, che hanno un elevato contenuto di sostanze isoflavonoidi, le quali sono in grado di agire sui tessuti prostatici proteggendoli da possibili processi legati alla carcinogenesi. Queste evidenze sono sicuramente un primo passo, come riscontrato dai positivi risultati ottenuti nello studio condotto in vitro da Hong MY dell’Università della California. 311 312 Recenti Progressi in Medicina, 102 (7-8), luglio-agosto 2011 Un primo passo che incoraggia la necessità di ulteriori studi (in vivo) per confermare gli effetti inibitori del riso rosso fermentato e della sua principale molecola attiva (la monacolina K) sulla crescita del cancro della prostata17. Da una ricerca giapponese, effettuata su modelli animali e pubblicata nel novembre 2009, è emerso che la somministrazione dietetica del flavone 4',5,7-triidrossi3', 5'-dimethoxyflavone (tricina) presente nella parte integrale di riso, avena, orzo e frumento, riduce significativamente lo sviluppo di adenocarcinoma del colon nel topo, con soppressione dell’espressione di TNF-alfa. Tale risultato suggerisce un uso potenziale di tricina per prove cliniche di chemioprevenzione del cancro del colon-retto18. In un altro studio sono stati dimostrati nel topo gli effetti inibitori del riso integrale fermentato e della crusca di riso sulla cancerogenesi polmonare indotta dal principale oncogeno presente nel tabacco [il 4-(methylnitrosamino)-1-(3-pyridyl)-1butanone] dopo che gli studi precedenti dello stesso gruppo avevano comprovato la capacità chemiopreventiva del riso integrale fermentato e della crusca di riso sui tumori del colon, del fegato, dello stomaco, dell’esofago e della vescica19. Sul British Journal of Cancer (2007) sono stati riportati gli effetti di una dieta ricca di crusca di riso (30%) su alcuni modelli di topi. Il consumo di crusca di riso ha ridotto i casi di adenoma intestinale del 51% rispetto a quelli nei topi che seguivano una dieta standard di controllo. Inoltre la crusca di riso ha diminuito, in questi topi, il rischio di emorragia intestinale, determinando, per riflesso, un aumento dell’ematocrito. Al contrario, una dieta con un basso contenuto di crusca di riso (10%) non ha determinato un ritardo significativo nello sviluppo di adenomi. Questi risultati suggeriscono che la crusca di riso potrebbe essere studiata come chemiopreventivo sugli uomini con polipi intestinali20. Il riso rosso fermentato con Aspergillus oryzae (FBRA) è un alimento oggi molto studiato in campo di chemioprevenzione, in quanto è stato dimostrato quale potente anticancerogeno. I ricercatori del Dipartimento di Patologia tumorale dell’Università di Gifu (Giappone) hanno osservato gli effetti della modificazione indotta da una dieta con un antiossidante naturale presente nel riso rosso fermentato con FBRA versus gli effetti di una dieta ricca di N-butil-N-(4-idrossidobutil)-nitrosammina (OH-BBN) che induce il tumore della vescica nei maschi dei topi ICR. I topi maschi ICR di 5 settimane sono stati divisi in 7 gruppi. Ai gruppi 1-5 è stato somministrato l’OH-BBN (500 ppm) con l’acqua potabile per 6 settimane. I gruppi 2 e 3 sono stati alimentati con una dieta contenente rispettivamente il 5% ed il 10% di FBRA fin dalla fase iniziale, mentre ai gruppi 4 e 5 è stata somministrata la stessa dieta, ma dopo una fase iniziale. Il gruppo 6 ha seguito una dieta contenente il 10% di FBRA fin dall’inizio e per tutta la durata dello studio, mentre il gruppo 7 ha seguito una dieta di base senza nessun trattamento come gruppo di controllo. Alla fine dello studio (dopo 32 settimane), l’incidenza dell’iperplasia semplice, della displasia e del carcinoma della vescica era nel gruppo 1 rispettivamente del 92%, 49% e 38%. Le incidenze del gruppo 4 (64%, 23% e 10% rispettivamente) e l’incidenza del carcinoma del gruppo 4 (17%) erano significativamente più basse rispetto al gruppo 1. Per di più, la molteplicità di iperplasia e di carcinoma semplice del gruppo 5 era significativamente minore rispetto al gruppo 1. Un’integrazione della dieta con il 10% di FBRA fin dalla fase iniziale ha determinato una diminuzione significativa del numero di proteine nucleolari nell’epitelio di transizione, analizzate tramite colorazione della Regione Organizzatrice del Nucleolo (AgNOR), che è un indice di proliferazione delle cellule. I risultati di questo studio indicano che il riso rosso fermentato con Aspergillus oryzae (FBRA) ha effetti chemiopreventivi contro la carcinogenesi chimicamente indotta nella vescica e potrebbe essere anche un agente chemiopreventivo contro il tumore umano della vescica21. La crusca di riso contiene vari composti polifenolici con attività antiossidante, da tempo noti per inibire la melanogenesi, il cui meccanismo di inibizione non è stato però ancora completamente chiarito. Dai risultati ottenuti nello studio di Chung emerge come gli estratti della crusca di riso fermentato avrebbero un effetto inibitorio sulla melanogenesi attraverso la riduzione dell’espressione del fattore di trascrizione associato alla microftalmia (MITF), oltre che attraverso una riduzione della citotossicità. La fermentazione della crusca di riso con Lactobacillus rhamnosus e Saccharomyces cerevisiae ha ridotto significativamente la citotossicità delle cellule di melanoma B16F1. La marcata riduzione dell’ormone stimolante i melanociti (MSH) è stata osservata dopo trattamento con estratto di crusca di riso fermentato, ma non ha avuto alcun effetto inibitorio diretto sull’attività della tirosinasi, mentre l’attività intracellulare della tirosinasi è stata ridotta dall’estratto. Questo risultato è stato ulteriormente confermato da un saggio immunoenzimatico in cui si è misurata la concentrazione delle tirosinasi. Inoltre, l’espressione del MITF, un regolatore chiave della melanogenesi, era significativamente diminuito dall’estratto22. Dopo diversi studi in vitro e in vivo sugli animali, recentemente sono stati condotti anche indagini epidemiologiche sull’uomo per verificare le proprietà chemiopreventive del riso. In uno studio caso-controllo sono stati esaminati, tra il 1995 e il 1999, uomini e donne con adenocarcinoma del pancreas esocrino in sei contee di San Francisco. Un questionario è stato somministrato a 532 casi ed a 1701 controlli, i quali dovevano dichiarare la loro frequenza di consumo di prodotti alimentari 1 anno prima della diagnosi di cancro (per i casi) o 1 anno prima dell’intervista (per i controlli). M. Rondanelli et al.: Composti della pula di riso nella terapia delle dislipidemie e nella prevenzione oncologica. Un aggiornamento In particolare, è stato determinato il consumo di cereali integrali, cereali raffinati e cereali misti, ed i nutrienti che sono stati valutati in questo studio sono stati il totale di carboidrati, di fibra alimentare e di fibra grezza. I risultati hanno suggerito che il consumo di prodotti integrali può fornire una protezione contro il cancro del pancreas, in quanto i soggetti che hanno consumato 2 o più porzioni al giorno di cereali integrali, fra cui prevalentemente riso integrale, hanno un minor rischio rispetto a quelli che ne hanno consumato meno di una porzione al giorno [odds ratio (OR) = 0,60, 95% confidence interval (CI): 0,31, 1,2; trendp=0,04]. Risultati simili sono stati osservati anche per il riso integrale (OR = 0,72, 95% CI: 0,44, 1,2; trend-p=0,01). Al contrario, la sola assunzione di cereali raffinati non sembra associata con rischio di cancro al pancreas23. Bibliografia 1. Jang S, Xu Z. 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