La narrazione transmediale ci permette di usare un nuovo
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La narrazione transmediale ci permette di usare un nuovo
Protagonisti Nuove sinfonie narrative transmediali Andrea Mothier intervista JEFF GOMEZ Jeff Gomez è uno dei più importanti produttori mondiali nel campo dell’intrattenimento transmediale. È un esperto dello sviluppo strategico di contenuti di nuove narrazioni su più piattaforme: personaggi e mondi finzionali. Come presidente e amministratore delegato della Starlight Runner Entertainment, un’agenzia di produzione che ha la sua base a New York, aiuta clienti e partner a massimizzare il valore della proprietà intellettuale sui prodotti di nicchia come giocattoli, gadgets, titoli di video games veicolandoli su piattaforme multiple. Gomez ha lavorato su universi narrativi di successo mondiale come I pirati dei caraibi e Tron legacy della Disney, Avatar di Cameron, Man in black 3 della Sony, Halo della Microsoft, Transformers della Hasbro, Hot Wheels dalla Mattel, e la Happinees Factory dalla Coca Cola. Jeff è membro della commissione dell’Associazione americana dei produttori, ed è consulente del PGA New Media Council e nel 2011 è stato citato da Digital Media Insider come uno dei “25 Digital Entertainment Executives to Watch”. Lo abbiamo incontrato in occasione di “Meet the Media Guru”, programma di dibattiti con protagonisti internazionali della cultura digitale e dell’innovazione per capire come cambia la creazione dei contenuti nell’epoca del digital media e come dialogano i media tradizionali e nuovi media per potenziare il valore di una storia. Il termine è in circolo da un po’ di tempo, ma ci può spiegare chiaramente il significato di narrazione transmediale? Oggigiorno, in un mondo interconnesso come è diventato il nostro, l’attenzione fluttua dal monitor del pc, al cellulare, alla tv senza che ci pensiamo su due volte. Il problema è che le storie che amiamo non lo fanno. Non si com- portano nel modo in cui avremmo bisogno. La narrazione transmediale, invece, permette lo sviluppo di un mondo narrativo consistente che si estende su piattaforme multimediali multiple; è l’avanguardia di un processo di trasmissione di un messaggio, un tema o di una trama a un pubblico di massa attraverso l’abile e ben studiato uso delle piattaforme trarsi nel mondo della storia, esplorando i diversi aspetti del personaggio e degli avvenimenti, viaggiando verso “orizzonti lontani” che sono elementi dell’universo narrativo che non sono manifesti, ma che vale la pena scoprire. L’esperienza narrativa transmediale in qualche modo invita il pubblico a contribuire nel trovare il dialogo migliore che la La narrazione transmediale ci permette di usare un nuovo linguaggio e raggiungere un pubblico sempre più vasto multimediali. Si tratta di una filosofia di comunicazione e di estensione della marca che ne allunga il ciclo vitale e ne arricchisce il contenuto creativo. Lei ha lavorato su universi multimediali che hanno riscosso un successo internazionale. Quando pensa a un progetto di narrativa transmediale cosa si aspetta dal pubblico? La migliore esperienza narrativa transmediale invita le persone del pubblico ad adden6 - MARZO/APRILE 2012 comunicazione narrativa può ottenere. Un’esperienza transmediale realmente interattiva è espressa dall’abilità dei partecipanti, non solo di scegliere tra due linee narrative, ma di condizionarne la storia. La sua personale idea di narrativa transmediale cosa spinge l’autore a fare? La migliore esperienza narrativa transmediale spinge l’autore a prendere in considerazione la partecipazione del pubblico all’interno della storia, soprattutto perché mediata da diBOOKSHOP verse tecnologie. Quali sono le differenze nel raccontare una storia se vive su una piattaforma mobile (come il cellulare o l’iPad) invece che essere un romanzo a fumetti? Come si rafforza una storia attraverso la piattaforma di un videogioco? Poichè viviamo in un’epoca dove lo stesso media che ci racconta la storia può essere usato dai partecipanti per invitare più gente a unirsi al gioco (o dirgli di starsene lontano), gli autori devono fare uno sforzo in più per arricchire e perfezionare la storia stessa. Nell’era digitale la qualità è vincente. Qual è la prima cosa a cui pensa quando cerca l’idea migliore per un progetto transmediale? Universi narrativi che siano ricchi e ben realizzati sono le fondamenta per un progetto transmediale. I creativi devono cominciare da una storia di qualità, supportata da personaggi avvincenti e ben identificabili. Si deve poi lavorare molto sullo sviluppo dettagliato di un mondo che sia sostenibile, un mondo che “meriti devozione”. Cos’è e quanto importante può essere il ruolo della letteratura, della fiction e dei libri rispetto al franchising transmediale? È vitale per il bene del futuro dell’industria editoriale mondiale considerare la letteratura come piattaforma di lancio per gli universi narrativi transmediali, grandi o piccoli che siano. Una generazione di piccoli lettori sta diventando grande imparando a leggere utilizzando computer, tablets e schermi di cellulari. Quando J.K. Rowling distribuirà i romanzi di Harry Potter in forma digitale, milioni di bambini nel mondo si avvicineranno alla lettura “senza carta”. I libri comunicano la storia nella forma più pura, e gli editori presto capiranno che il valore è nelle parole stesse e non nelle pagine dove sono scritte. Ci sarà bisogno di nuovi modelli per avere società ed editori più forti, in modo che le case editrici possano creare iniziative transmediali rafforzando le loro proprietà e investendo meglio nel loro futuro. Si troverà un nuovo modo di interagire con la letteratura, nativo dei dispositivi che useremo. Allo stesso tempo apprezzeremo ancora la parola scritta attraverso il lavoro di ottimi scrittori. Come cambia il ruolo dell’autore con l’uso della narrazione transmediale: da semplice scrittore ad architetto di storie? La cosa più affascinante della tecnica transmediale è che offre allo scrittore parecchie alternative, nuove e intriganti. L’autore può scegliere di esplorare il design di un universo formale oppure la scrittura interattiva. Molti sono quelli che desiderano indagare le sovrastrutture transmediali, progettate separatamente, ma sempre in relazione alla storia, in modo che possano operare congiuntamente su piattaforme multiple. Il mio caro amico Max Giovagnoli sta prendendo proprio questa strada con il suo progetto Il messaggio segreto delle stelle cadenti. Max è un romanziere con una forte sensibilità transmediale. Lui ha ideato la serie editoriale in modo che fosse piacevole presa da sola, se il progetto poi si sposa con i giornali a fumetti, le applicazioni dell’iPad o le campagne dei social media, diventa un invito a esplorare il mondo della storia più in profondità, regalando nuove e sorprendenti prospettive sui personaggi coinvolgendo addirittura il lettore in prima persona. Particolarmente apprezzabile come un progetto di narrativa transmediale così avanzato sia nato qui, nella bella Italia. Comunque questo modello di narrativa sta sbocciando un po’ in tutto il mondo. Cosa ci può dire in merito al ruolo della narrazione transmediale nelle scuole e dell’ “istruzione inversa” che esiste tra i ragazzi e la generazione adulta? Uno dei punti principali che ho trattato quest’anno a Milano durante l’evento “Meet the Media Guru” è stato come la tecnica transmediale sia in grado di permettere alle persone di raccontare le proprie storie con potenza ed emozione. La cosa più appassionante nelle tecnologie digitali è che, se progettate bene, rendono la nostra comunicazione più semplice, chiara e intensa. Ci stiamo avvicinando al momento in cui qualsiasi persona che abbia l’accesso a internet può produrre contenuti convincenti e sinceri. Stiamo velocemente lasciando alle spalle la fase “posto le foto delle mie vacanze” sul social network. Le nuove tecnologie e interfacce ci permetteranno finalmente di cantare agli altri una canzone così come la sentiamo nella nostra testa. La narrazione transmediale ci permette di usare un nuovo linguaggio e raggiungere un pubblico sempre più vasto. Il lavoro creativo che ho apprezzato di più nel 2011 è stato quello di molti non professionisti. Ad esempio la risposta acuta, spiritosa e appassionatamente creativa all’incidente dello spruzzo al peperoncino. Oppure la replica contro le dispotiche leggi sulla pirateria digitale, auto prodotto su piattaforme multiple. Sono lavori illuminati nonostante siano prese in giro, esprimono sdegno senza trasmettere odio. Sono strutturalmente lavori transmediali e sono riusciti bene. Meravigliosi! Quando l’applicazione di queste tecniche sarà insegnata a gente di tutto il mondo immaginate cosa potrà succedere! In cosa consiste il potere transmediale di raccontare “storie interiori” attraverso diversi media? Per “storie interiori” s’intende il potere d’intimità che alcuni mezzi oggi sono capaci di creare. Le piattaforme mobili e il web, che sono altamente individualizzate e intime, sono particolarmente indicate a esprimere la psicologia e le emozioni di una storia che altrimenti risulterebbe epica come film o videogame. Certamente senza dimenticarci che il romanzo è il mezzo studiato appositamente per comunicare l’intimità dei personaggi che andremo ad amare. BOOKSHOP MARZO/APRILE 2012 -7