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Fisiopatologia molecolare del metabolismo del ferro
PROSPETTIVE IN PEDIATRIA 2004; 34: 103-113 Ematologia a cura di R. Galanello 103 Fisiopatologia molecolare del metabolismo del ferro A. ROETTO, C. CAMASCHELLA Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Università di Torino, Azienda Ospedaliera “San Luigi”, Torino Riassunto Il ferro è un elemento essenziale per l’organismo e la sua disponibilità strettamente controllata attraverso la regolazione dell’assorbimento intestinale e del rilascio dai macrofagi splenici del ferro recuperato dal catabolismo dell’emoglobina. Numerose proteine legano il ferro per evitarne la potenziale tossicità. Lo studio di modelli animali e di patologie genetiche del metabolismo del ferro ha contribuito alla comprensione dei meccanismi molecolari relativi al trasporto, assorbimento e regolazione del ferro. L’identificazione di Epcidina, una proteina con la struttura di un peptide antimicrobico, prodotto dal fegato come principale regolatore del ferro sta cambiando radicalmente la nostra interpretazione del metabolismo del metallo. La produzione di Epcidina è attivata a seguito di stimoli infiammatori-infettivi o di eccesso di ferro e soppressa in condizioni di ipossia, anemia e carenza di ferro. Epcidina regola sia l’assorbimento intestinale sia il rilascio dal macrofago. L’inattivazione genetica di Epcidina dà luogo ad emocromatosi grave definita giovanile. Anche nella forma classica di emocromatosi dipendente da mutazioni di HFE la produzione di Epcidina è sregolata e la quantità prodotta è inappropriata al sovraccarico di ferro. È probabile che Epcidina sia coinvolta anche nelle anemie dei disordini cronici, dove il ferro viene sequestrato nel reticoloendotelio. La possibilità di dosare Epcidina renderà più facile l’interpretazione dei disordini dell’omeostasi del ferro. Summary Iron is an essential component for human life and its availability is tightly regulated through duodenal absorption and macrophage release of iron obtained from hemoglobin catabolism. Several proteins bind iron to avoid its potential toxicity. The study of animal models and of human genetic disorders have greatly contributed to our understanding of iron absorption, transport and regulation. The recent discovery of the antimicrobial peptide Hepcidin, that regulates iron absorption and release, has changed our interpretation of regulation of iron homeostasis. Hepcidin is produced by the liver following inflammation/infection or iron excess and is switched off in conditions of hypoxya, iron deficiency or anemia. Genetic inactivation of Hepcidin causes severe juvenile hemochromatosis. Classic type HH due to mutations of HFE gene is also characterized by an inappropriately low Hepcidin secretion. It is likely that also anemia of chronic disorders is due to elevated hepcidin production, in order to limit iron availability as a defense mechanism against infectious organisms. The possibility of dosing Hepcidin in the future will facilitate the understanding of the pathophysiology of iron homeostasis disorders. Il ferro è un elemento essenziale per l’organismo per lo scambio di ossigeno, la fosforilazione ossidativa e l’attività di numerosi enzimi, ma la quantità di ferro presente deve restare entro limiti definiti. La carenza di ferro causa anemia, il suo eccesso può causare tossicità cellulare e danni d’organo. Il metabolismo del ferro è strettamente conservativo: il ferro recuperato dalla distruzione delle emazie viene riutilizzato; non esiste un sistema di eliminazione e le perdite di ferro, in assenza di emorragie, sono legate alla sola desquamazione cellulare. Per tali ragioni esiste una stretta regolazione dell’assorbimento intestinale e del rilascio del ferro dai macrofagi al compartimento circolante. Negli ultimi anni le conoscenze di fisiopatologia del metabolismo del ferro sono notevolmente progredite, grazie a studi di genetica e biologia molecolare, che hanno permesso di clonare geni che codificano per proteine con un ruolo chiave nel metabolismo del ferro e hanno chiarito le basi molecolari di disordini ereditari del ferro. Un grande sviluppo è anche derivato dallo studio di modelli animali di patologie umane spontanei e/o creati in laboratorio. In questa review verrà delineato lo stato dell’arte sui disordini del metabolismo del ferro alla luce delle più recenti acquisizioni. Le proteine tradizionali del ferro Le principali proteine del ferro come la transferrina (Tf), proteina di trasporto, la ferritina (Ft), proteina di deposito ed il recettore della transferrina (Tfr), deputato al recupero del ferro dalla circolazione sono note da molti anni. Uno schema della loro collocazione nel ricambio del ferro è illustrato in Figura 1. Per la trattazione sistematica della loro struttura e funzione si rinvia ai testi di ematologia. In questa review verranno però discussi i modelli animali in cui i geni che codificano per queste proteine sono stati inattivati, perché il loro fenotipo comporta una reinterpretazione della loro funzione. L’inattivazione di Tfr nel topo è incompatibile con la vita: topi Tfr -/(o knock out) muoiono per grave anemia e alterazioni neurologiche al dodicesimo giorno di vita embrionaria (E12.5) (Levy et al., 1999). In accordo con la funzione indispensabile di Tfr nell’uomo non sono note patologie da deficit di Tfr. Topi eterozigoti per l’inattivazione di Tfr (Tfr -/+) hanno un quadro di lieve ipocromia ma depositi di ferro aumentati nei macrofagi midollari e 104 A. ROETTO, C. CAMASCHELLA Fig. 1. Rappresentazione schematica del ciclo del ferro. Le frecce indicano la direzione degli spostamenti. I principali organi e tessuti sono riquadrati. A destra è indicato il ciclo eritropoietico, a sinistra l’attività inibitoria di Epcidina, peptide di derivazione epatica. La transferrina al centro funge da principale trasportatore nella circolazione. Sono inoltre indicati: Tfr = recettore della transferrina attraverso cui tutte le cellule assumono ferro; Ft = ferritina, molecola di deposito a livello cellulare 1 splenici. Da queste osservazioni si deduce che Tfr è indispensabile per l’eritropoiesi, oltre che per lo sviluppo del SNC, ma sembra dispensabile per l’uptake del ferro di altre cellule dell’organismo Un ceppo spontaneo di topo (hpx) è caratterizzato da un’estrema riduzione ma non dalla totale soppressione di sintesi di Tf e presenta una grave anemia sideropenica ed un importante sovraccarico marziale (Trenor et al., 2000) (Tab. I). Questa condizione è simile alla ipotransferrinemia congenita, raro disordine genetico recessivo. Il fenotipo di anemia e sovraccarico di ferro in assenza di Tf ha due implicazioni importanti. La prima è che Tf è indispensabile per la funzione del midollo eritroide, ma che il trasporto di ferro ai tessuti extraeritroidi utilizza meccanismi alternativi. La seconda è che Tf può partecipare alla segnalazione dello stato del ferro. Infatti, in sua assenza l’assorbimento aumenta determinando un sovraccarico importante. Il topo in cui è stato inattivato il gene della ferritina H, responsabile della attività ferrossidasica, muore tra il 3,5 e il 9,5 giorno di vita embrionaria, indicando come tale proteina sia indispensabile per la difesa dalla tossicità del ferro durante lo sviluppo. L’eterozigote è vitale e apparentemente normale (Ferreira et al., 2001). Presenta tuttavia una concentrazione maggiore di ferritina sierica pur in assenza di sovraccarico tissutale di ferro. La ferritina L rappresenta la subunità strutturale del polimero della ferritina con possibile funzione regolatoria. Non è disponibile il knock out di tale proteina. Le isoferritine sono molteplici, almeno considerando i database del genoma, recentemente è stata caratterizzata una forma di ferritina H, codificata da un gene nucleare e veicolata nel mitocondrio. La sua espressione risulta evidente nelle forme di sovraccarico mitocondriale di ferro quali l’anemia sideroblastica (Drysdale et al., 2002). Regolazione dell’omeostasi del ferro Regolazione del ferro a livello cellulare Il sistema IRE-IRP è responsabile della regolazione post-trascrizionale di geni implicati nel metabolismo del ferro. La regolazione è esercitata da specifici sensori del ferro, proteine citoplasmatiche denominate Iron Regulatory Protein (o IRPs), che possono interagire con sequenze nucleotidiche definite IRE (Iron Responsive Element) presenti nella sequenza 5’ o 3’ non tradotte (5’ o 3’ UTR) degli mRNA di alcuni geni regolati dal ferro (Rouault, 2002). Gli elementi IRE sono formati da circa 30 nucleotidi, con una caratteristica conformazione “a stelo”. Nell’mRNA della ferritina L o H, l’IRE è localizzato nella regione 5’UTR. Nell’mRNA del TFR esistono 5 elementi IRE, nella regione 3’UTR. Quando il ferro è carente nelle cellule il legame IRP-IRE blocca la traduzione di ferritina e facilita quella di TFR, stabilizzando il corrispondente mRNA. L’inverso succede quando il ferro è in eccesso. Le proteine sensori del ferro sono due: IRP1, che esplica attività aconitasica nel ciclo di Krebs e IRP2. Entrambe sono in grado di legare gli stessi IRE, ma non sono equivalenti. La carenza di ferro induce la mancata formazione del cluster Fe-zolfo e fa perdere la funzione aconitasica ad IRP1 che acquisisce la funzione IRP. La proteina IRP2 non ha funzione aconitasica, ed è regolata attraverso la degradazione proteosomica, che è innescata dal legame di IRP2 con il ferro. Il sistema IRE-IRP permette una regolazione post-trascrizionale rapida e FISIOPATOLOGIA MOLECOLARE DEL METABOLISMO DEL FERRO Fig. 2. A) Rappresentazione schematica della regolazione post-trascrizionale mediata dal sistema IRE-IRP applicata, a titolo esemplificativo, alla ferritina L. Il legame delle proteine IRP1/2 (in giallo) all’elemento IRE avviene solo in condizioni di carenza di ferro e blocca la produzione della proteina. B) In caso di mutazioni nell’elemento IRE che ne alterino la conformazione spaziale (come nel caso della sindrome iperferritinemia-cataratta, HHCS) il legame con IRP non avviene e, in questo caso, si verifica la sintesi costitutiva e sregolata di ferritina, che provoca la patologia. 2 3 coordinata (Fig. 2A). Infatti uno stesso stimolo (carenza di ferro, ipossia ecc. può regolare simultaneamente numerosi mRNA che possiedono elementi IRE, tra cui i trasportatori intestinali (DMT1, ferroportina 1), Tf e l’enzima ALA sintetasi coinvolto nella primo step della sintesi dell’eme. L’inattivazione di IRP1 nel modello murino non comporta un fenotipo particolare, mentre l’inattivazione di IRP2 comporta il riscontro di livelli elevati di ferritina nel cervello e sintomi neurodegenerativi in età adulta, provocati dalla disfunzione di alcuni gruppi di neuroni (Grabill et al., 2003). 105 Fig. 3. Proteine coinvolte nell’assorbimento del ferro a livello della cellula della mucosa duodenale sul versante luminale e basolaterale. Il probabile effetto di Epcidina sulla ferroportina è evidenziato con un punto interrogativo. Meccanismi di assorbimento intestinale Lo studio di modelli animali mutanti spontanei o artificiali, creati in laboratorio, ha determinato un importante avanzamento delle nostre conoscenze sui meccanismi di assorbimento del ferro (Andrews, 2002). Il ferro ferrico a livello del lume viene ridotto a ferro ferroso per l’azione di una reduttasi dell’orletto a spazzola, denominata citocromo b duodenale (Dcytb). Il trasporto del ferro avviene quindi per opera di un trasportatore di membrana Divalent Metal Transporter 1 (DMT1 o Nramp2). Il ferro legato all’eme, molto più biodisponibile dei sali ferrosi supererebbe in modo passivo la mucosa duodenale. Nell’enterocita, il ferro può essere utilizzato per le esigenze della cellula, o, se non necessario, stivato nella Ft. In questi casi sarà eliminato assieme all’enterocita per desquamazione nel lume. Alternativamente, se necessario all’organismo, il ferro passerà attraverso la membrana basolaterale alla Tf: il passaggio dipenderebbe dall’esportatore del ferro IREG, o ferroportina 1 (FPN1) con la cooperazione di una ossidasi, analoga alla ceruloplasmina (Cp), denominata efestina che converte il ferro ferroso a ferrico, indispensabile per il legame alla Tf. In accordo con la loro funzione tutte queste proteine sono molto espresse negli enterociti (Fig. 3). L’assorbimento del ferro comporta il passaggio attraverso almeno due membrane plasmatiche, luminale e basolaterale, l’importanza maggiore essendo rivestita dal secondo, che è il vero meccanismo di assorbimento. La regolazione del ferro avverrebbe quindi prevalentemente su questo versante. Infatti solo 1-2 mg passano a 106 A. ROETTO, C. CAMASCHELLA questo livello a fronte di una quantità molto maggiore di ferro assorbita dal versante luminale. In accordo con questa interpretazione l’espressione di Dcytb e DMT1 sull’orletto a spazzola è influenzata dalla quantità di ferro presente nel lume, mentre l’espressione delle proteine basolaterali (ferroportina e efestina) è influenzata da stimoli sistemici. La desquamazione della mucosa intestinale con il suo contenuto di ferro non assorbito contribuisce al meccanismo di controllo tramite l’eliminazione. L’eme supera la mucosa duodenale, probabilmente in modo passivo: a livello dell’enterocita è metabolizzato dall’eme-ossigenasi, enzima preposto a bloccare la tossicità dell’eme stesso. Se e come l’eme possa essere esportato dall’enterocita è oggetto di discussione. La quantità di ferro assorbita a livello intestinale è variabile in modo finalistico. La quota assorbita è proporzionale alle esigenze dell’eritropoiesi e inversamente proporzionale alla quantità dei depositi. Si ipotizzano segnali solubili che comunicano tra midollo (cosiddetto “regolatore eritroide”) o depositi di ferro (“regolatore dei depositi”) e mucosa duodenale. La natura biochimica dei segnali coinvolti e i possibili sensori del ferro a livello intestinale sono ignoti. È ritenuto un ottimo candidato al ruolo di segnale la Tf circolante o meglio il suo livello di saturazione, che riflette criticamente gli stati di deficit o sovraccarico (Frazer e Anderson, 2003). A lungo è stato accettato che i sensori del ferro fossero le cellule delle cripte intestinali ed un ruolo è stato assegnato ad HFE, che interagendo con TFR potrebbe rappresentare il sensore dell’organismo. Più recentemente questa teoria, mai docu- mentata sperimentalmente in modo inequivocabile, sembra sconfessata dalla scoperta dell’Epcidina, regolatore principale del ferro a livello epatico (Frazer e Anderson, 2003). Meccanismi di rilascio dal macrofago La maggior parte del ferro viene riutilizzata grazie al recupero del ferro derivante dal catabolismo dell’emoglobina: a fronte di 1-2 mg di ferro ricambiati giornalmente, circa 20-30 mg rilasciati dal macrofago vengono riutilizzati. Bisogna quindi ipotizzare che segnali analoghi a quelli destinati all’intestino devono pervenire al macrofago per regolarne il rilascio di ferro in base alle richieste dell’eritropoiesi. L’importanza del rilascio si evidenzia in situazioni in cui per difetti genetici di proteine dell’esporto o per azione di citochine infiammatorie il rilascio di ferro al macrofago è bloccato (vedi oltre). Tuttavia i meccanismi di rilascio sono ancora poco noti. Un ruolo chiave è certamente svolto da ceruloplasmina e da ferroportina, come derivato da studi sulle rispettive patologie (vedi oltre). Regolazione sistemica del ferro Il ferro è regolato secondo le necessità dell’organismo ma il regolatore principale è rimasto ignoto sino a pochi anni fa. Nel 2001 è stata identificata una proteina, denominata Epcidina o LEAP1 (Liver-expressed-antimicrobial peptide), prodotta dal fegato in condizioni di sovraccarico di ferro ed in grado di bloccare l’assorbimento di ferro e il rilascio dal macrofago (Ganz, 2003). Si tratta di un peptide ad attività antimicrobica, codificato da una coppia di geni nel topo e da un gene in copia singola (HAMP), localizzato sul cromosoma 19q, nell’uomo. Epcidina è prodotta come propeptide e attivata per clivaggio proteolitico. Si comporta come un ormone in grado di agire a distanza in modo rapido e specifico. Peptidi di 20-25 aminoacidi sono stati purificati dalle urine di soggetti normali. Nel modello animale regola sia l’assorbimento intestinale che il recycling. Si ipotizza che Epcidina regoli principalmente l’esportatore del ferro FPN1 (Fig. 3). La sua iperespressione nel topo transgenico determina grave carenza di ferro per blocco dell’assorbimento, mentre la sua assenza nel topo knock out causa sovraccarico di ferro simile all’emocromatosi (Ganz, 2003). Questi effetti opposti sono in accordo con un ruolo centrale di regolatore del ferro. L’epcidina è soppressa dalla ipossia, anemia e stimolata dalla flogosi. L’importante espressione di Epcidina nella flogosi e la risposta ad LPS nell’animale riflettono la natura di peptide antimicrobico. Tuttavia in vivo l’azione antimicrobica non è rilevante, mentre si può ipotizzare che il blocco del ferro – un ottimo fattore di crescita per i microorganismi – sia divenuta la principale nel corso della evoluzione. Per le sue caratteristiche è prevedibile che in futuro l’epcidina o molecole analoghe possano trovare impiego in terapia negli stati di eccessivo assorbimento di ferro. Disordini del metabolismo del ferro Anemie sideropeniche Tradizionalmente si tratta di una delle patologie più diffuse al mondo. Le cause della sideropenia sono in genere acquisite correlate a scarsa introdu- zione di ferro biodisponibile nei paesi poveri e a perdite di sangue o ridotto assorbimento per patologie intestinali nei paesi progrediti. Rarissime sono le forme ereditarie. Invece nel modello animale proprio le forme ereditarie hanno chiarito alcuni aspetti dell’assorbimento prima illustrati. Il ceppo di topi mk, caratterizzato dalla presenza di una anemia sideropenica severa da difettoso assorbimento, ha permesso la caratterizzazione di DMT1, il trasportatore del ferro luminale (Fleming et al., 1997). Tali topi sono portatori di una mutazione missenso R185G in DMT1. Lo studio del topo sla, affetto da una grave anemia sideropenica con accumulo di ferro a livello intestinale, ha portato alla caratterizzazione di efestina, una ossidasi di membrana espressa sul versante basolaterale. L’uptake luminale di ferro è normale nel topo sla, mentre è ridotto il passaggio di ferro dalla cellula intestinale alla Tf e l’enterocita risulta sovraccarico di ferro (Vulpe et al., 1999). Efestina è in effetti espressa a livello intestinale dove si ipotizza partecipi al rilascio del ferro, ruolo che Cp svolge nelle cellule del reticoloendotelio e dell’epatocita. Tutte queste forme sono sideropeniche da alterato passaggio di ferro dall’intestino nella circolazione. Il modello weissherbst di zebrafish ha portato al clonaggio di IREG o SCL40A1 o ferroportina 1 (Donovan et al., 2000). In patologia umana esistono rare famiglie con difetti ereditari di assorbimento del ferro, al momento non identificati: è possibile che abbiano mutazioni di questi geni, anche se non si può escludere una alterazione del segnale eritropoietico. In Tabella FISIOPATOLOGIA MOLECOLARE DEL METABOLISMO DEL FERRO 107 I sono indicati i modelli murini in cui sono state identificate mutazioni in geni del metabolismo del ferro responsabili di un fenotipo anemico. forma giovanile (Roetto et al., 2003). La Tabella II riassume i geni noti e la loro localizzazione cromosomica. L’HH Hfe-correlata è una malattia ad insorgenza adulta, a penetranza incompleta, che colpisce prevalentemente i maschi verso i 40-50 anni. Può causare cirrosi epatica, cardiomiopatie, diabete, ipogonadismo ed altre endocrinopatie, artropatie e pigmentazione cutanea (Powell et al., 1994). La malattia è dovuta a mutazioni di Hfe, un gene atipico di istocompatibilità, localizzato sul cromosoma 6. Due genotipi sono prevalenti tra i pazienti: C282Y in omozigosi o in eterozigosi composta con H63D. Altre mutazioni del gene sono rare (Tab. III). HH si caratterizza per incremento della saturazione della transferrina e della ferritina sierica, che aumenta in parallelo al deposito di ferro. Il ferro si deposita negli epatociti con un caratteristico gradiente dalla zona periportale a quel- Emocromatosi ereditaria L’emocromatosi ereditaria (HH) è il modello classico per lo studio della sregolazione dell’omeostasi del ferro. In questa malattia una eccessiva quantità di ferro viene assorbita a livello duodenale ed il macrofago rilascia rapidamente il ferro recuperato analogamente a quanto succede nell’anemia sideropenica, pur in presenza di eccesso di ferro. L’HH è geneticamente eterogenea: gli studi di genetica molecolare hanno fornito informazioni su nuove proteine implicate nella regolazione del ferro. I geni noti al momento sono: HFE, responsabile della forma classica o di tipo 1 (Feder et al., 1996), Tfr2, mutato nella forma di tipo 3 (Camaschella et al., 2000) e Epcidina, mutata in una Tab. I. Modelli animali di sideropenia. Modello animale Gene Difetto molecolare Fenotipo sla efestina del 1582 pb anemia sideropenica mk dmt1 G185R anemia sideropenica belgrade (ratto) dmt1 G185R anemia sideropenica Tfr recettore per difetto di splicing la transferrina Fth ferritina H inattivazione genica letale Hpx transferrina del 27 pb esone 16 anemia + sovraccarico di Fe Weissherbst (zebrafish) SCL40A1 C361ter;L167F anemia ipocromica letale in omozigosi carenza di ferro in eterozigosi A. ROETTO, C. CAMASCHELLA 108 Tab. II. Classificazione dei disordini ereditari con sovraccarico primario di ferro. Malattia Acronimo Gene Cromosoma Ereditarietà OMIM Emocromatosi tipo 1 Emocromatosi tipo 2a Emocromatosi tipo 2b Emocromatosi tipo 3 Emocromatosi tipo 4 Emocromatosi neonatale Emocromatosi africana Aceruloplasminemia Atransferrinemia Iperferritinemia/ Cataratta* HFE1 HFE2a/JH HFE2b HFE3 HFE4 ? ? ACP HFE HJV HEPC TfR2 FPN1 ? ? Cp Tf FtL 6p 1q21 19q13 7q 2q ? ? 3q23 3q 19q13.3 AR AR AR AR AD 235200 602390 602390 604250 606069 251100 601195 117700 209300 600886 HHCS AR AR AD AR = autosomica recessiva; AD = autosomica dominante; * condizione caratterizzata da iperferritinemia, ma non associata a sovraccarico di ferro. la centrolobulare. Negli stadi iniziali della malattia il ferro risparmia le cellule di Kuppfer e solo tardivamente si evidenzia in tutto il lobulo. Nonostante sia stato clonato nel 1996 il ruolo di Hfe non è ben definito. HFE interagisce con TfR e partecipa al ciclo endosomico del ferro, ma il ti- po cellulare in cui questa interazione è rilevante in termini fisiopatologici non è chiaro. Dopo l’identificazione della epcidina il ruolo di sensore del- Tab. III. Mutazioni dei geni responsabili di emocromatosi. Geni e Mutazioni HFE TFR2 C282Y H63D S65C V68DT G93R I105T Q127H P160DC E168X W169X V272L Q283P IVS3 1G-T E60X M172K Y250X Q690P Tipo di mutazione Posizione genica Missenso Missenso Missenso Frame shift Missenso Missenso Missenso Frame shift Nonsenso Nonsenso Missenso Missenso Splice site Frameshift Missenso Stop Missenso Esone Esone Esone Esone Esone Esone Esone Esone Esone Esone Esone Esone – Esone Esone Esone Esone 4 2 2 2 2 2 3 3 3 3 4 4 Geni e Mutazioni SLC40A1 HEPC HJV 2 4 6 17 AVAQ594-597del A77D N144H N144T Y64N D157G V162del Q182H G323V R56X 93delG G99V G320V I281T I222N R326X Tipo di mutazione Posizione genica Delezione Missenso Missenso Missenso Missenso Missenso Delezione Missenso Missenso Stop Delezione Missenso Missenso Missenso Missenso Nonsenso Esone 16 Esone 3 Esone 5 Esone 5 Esone 3 Esone 5 Esone 5 Esone 6 Esone 7 Esone 3 Esone 2 Esone3 Esone 4 Esone 4 Esone 4 Esone 4 la cripta non è più accettato. Recenti sviluppi hanno dimostrato che la patologia è caratterizzata da una riduzione della espressione di RNA epatico per epcidina sia nel topo (Muckentaler, 2003; Nicolas et al., 2003) che nell’uomo (Bridle et al., 2003). L’ipotesi attualmente più accreditata è che Hfe sia un regolatore di Epcidina e che l’emocromatosi in generale sia una malattia da inappropriata produzione di Epcidina. L’HH di tipo 2 è definita anche “giovanile” perché i sintomi compaiono più precocemente, il grado di sovraccarico è maggiore e colpisce entrambi i sessi. La maggior parte dei pazienti ha mutazioni in un gene, mappato sul braccio lungo del cromosoma 1 (1q) (Roetto et al., 1999), recentemente identificato (Papanikolaou et al., 2003). Questo gene codifica per una proteina, denominata emojuvelina, espressa prevalentemente a livello epatico e cardiaco, il cui ruolo funzionale rimane tuttavia oscuro. Le mutazioni descritte sono in genere private; una mutazione ricorrente è G320V. Un sottogruppo ha mutazioni in Epcidina (Roetto et al., 2003). Questa osservazione dimostra il ruolo chiave di questa proteina nell’uomo, in analogia a quanto osservato nel modello animale. L’HH di tipo 3 è dovuta a mutazioni di Tfr2 (Camaschella et al., 2000), un recettore della Tf poco noto, espresso a livello epatico, con possibile funzione regolatoria. La malattia presenta aspetti intermedi tra tipo 1 e 2: il quadro clinico è meno grave rispetto al tipo 2, ma il sovraccarico è già presente nei primi anni di vita. L’HH di tipo 4 è una forma dominante di sovraccarico genetico di ferro. La ferritina sierica è elevata e la saturazione della transferrina FISIOPATOLOGIA MOLECOLARE DEL METABOLISMO DEL FERRO 109 spesso normale. Il deposito di ferro è localizzato nel reticoloendotelio o è di tipo misto. Sono state descritte diverse mutazioni in eterozigosi nel gene SLC40A1, che codifica per ferroportina 1 (FPN1) (Njajou et al., 2001; Montosi, 2001). Alcuni pazienti presentano una lieve anemia; altri sviluppano anemia dopo alcuni salassi. FPN1 è un trasportatore di membrana espresso sulla superficie basolaterale degli enterociti e dei macrofagi. Le modalità con cui le mutazioni causano il fenotipo non sono del tutto chiarite: l’ipotesi prevalente è quella della perdita di funzione e quindi del ridotto rilascio di ferro dai macrofagi. Le mutazioni responsabili di emocromatosi sono riassunte nella Tabella III. Sono disponibili modelli animali dell’emocromatosi classica e di tipo 3, oltre a Usf2 -/- che presenta l’inattivazione di Epcidina (Tab. IV). Animali in cui il gene Hfe è stato costituzionalmente inattivato presentano un fenotipo sovrapponibile alle caratteristiche cliniche della malattia, così come i topi in cui è stata inseri- ta la mutazione principale di HFE (C282Y), anche se in questi ultimi la gravità del fenotipo è minore del knock out germinale (Zhou et al., 1998; Levy et al., 1999). Il modello animale di HFE tipo 3 è stato ottenuto inserendo la mutazione inattivante ortologa a Y250X (Fleming et al., 2002) e dimostra lo stesso sovraccarico marziale dei pazienti. Si può ipotizzare l’esistenza di altri tipi di emocromatosi dovuti a mutazioni nel pathway di Epcidina o delle sua attivazione (Tab. V). Il sovraccarico di ferro presente tra i Bantù sembra essere correlato sia a fattori ambientali che a geni diversi da quelli noti sinora. Esiste una forma rara di emocromatosi neonatale le cui basi genetiche non sono chiarite. Le patologie del recycling Aceruloplasminemia La aceruloplasminemia è una malattia recessiva rara, descritta inizialmente in Giappone, con accumulo di ferro nei nuclei della base, fegato e pancreas, manifestazioni neurolo- Tab. IV. Modelli animali di sovraccarico di ferro. Modello animale Gene Difetto molecolare Fenotipo β 2-m β 2-microglobulina inattivazione genica Sovraccarico di Fe hfe hfe inattivazione genica Sovraccarico di Fe hfe C282Y hfe C282Y Sovraccarico di Fe Usf2 epcidina inattivazione genica Sovraccarico di Fe Cp ceruloplasmina inattivazione genica Sovraccarico di Fe, atassia Tfr2 recettore per la transferrina 2 Y245X Sovraccarico di Fe A. ROETTO, C. CAMASCHELLA 110 Tab. V. Possibile alterazione della regolazione epcidina–dipendente nelle principali patologie del metabolismo del ferro. Patologia Produzione Epcidina Assorbimento Accumulo di Fe* Intestinale di Fe* Macrofagico Emocromatosi genetica Ridotta/Assente Aumentato Ridotto Sovraccarico Aumentata di Fe secondario Ridotto Aumentato Sovraccarico secondario + anemia Ridotta ? Aumentato Aumentato Anemia sideropenica Ridotta Aumentato Ridotto ** ACD Aumentata Ridotto Aumentato * Fe = ferro; ** ACD = anemia dei disordini cronici. giche di tipo atassico, diabete, degenerazione retinica. La ceruloplasmina (Cp) è una ferrossidasi che lega il rame, coinvolta nella cessione di ferro dalle cellule alla Tf. Il sovraccarico epatocitario è massivo, ma non si sviluppa fibrosi e la funzionalità epatica è conservata. La Cp è indosabile nel siero, la ferritina è elevata mentre la sideremia e la saturazione della Tf sono ridotte. Nel modello animale (topo Cp-/-) il ferro si accumula nelle cellule reticoloendoteliali e negli epatociti per alterazione del rilascio (Harris, 1999): infatti la Cp, per l’azione ferrossidasica, favorisce la creazione di un gradiente e facilita il flusso di ferro verso l’ambiente extracellulare. In accordo con questa osservazione la salassoterapia non è efficace. Anemia nei disordini cronici L’anemia dei disordini cronici infiammatori e neoplastici è molto co- mune nella pratica clinica ed è chiaramente multifattoriale. Contribuiscono all’anemia l’eccessiva produzione di citochine (IL-1, TNF, TGF, IL6), che riducono la risposta eritropoietinica, inibiscono la proliferazione eritroide e riducono la disponibilità del ferro per l’eritropoiesi, causando un deficit funzionale di ferro. L’anemia dei disordini cronici (ACD) è un modello di patologia in cui la disponibilità di ferro per l’eritropoiesi è ridotta in presenza di sovraccarico reticoloendoteliale: in accordo la saturazione della transferrina normale/ridotta e la ferritina elevata. Recentemente l’identificazione di epcidina, peptide antimicrobico prodotto per stimolo infettivo-infiammatorio, permette una reinterpretazione della patologia (Weinstein et al., 2002). L’Epcidina, proteina di fase acuta, è stimolata da IL-6, rivelando la sua origine di componente della immunità naturale. Tuttavia nonostante la sua struttura sia simile a quella dei peptidi antimicrobici, nell’evoluzione avrebbe perso il ruolo antinfettivo (che mantiene parzialmente in vitro) ed acquisito la funzione di inibitore del ferro. Quest’ultimo, come noto, è un fattore di crescita per i microrganismi per cui la sua indisponibilità è protettiva nei confronti della infezione. L’Epcidina rappresenta quindi uno dei numerosi link tra ferro e immunità, forse uno dei più antichi data la sua conservazione tra le specie. Altri disordini del metabolismo del ferro Atransferrinemia congenita L’atransferrinemia o ipotransferrinemia è una malattia recessiva rara, in cui la Tf è indosabile nel siero. Dipende da mutazioni nel gene della Tf sul cromosoma 3q21. È presente grave anemia sideropenica e sovraccarico di ferro epatico, dimostrando che il ferro viene veicolato al fegato e agli altri organi con sistemi di trasporto alternativi (NonTransferrin-Bound-Iron o NTBI) analogamente a quanto descritto nel topo hpx/hpx. La malattia risponde al trattamento con plasma. Questa patologia è al confine tra sideropenia e sovraccarico, identificando il duplice ruolo di Tf come veicolo di ferro al midollo e verosimile segnale del midollo stesso. Sindrome iperferritinemia-cataratta La sindrome iperferritinemia-cataratta (HHCS) è un disordine dominante causato da mutazioni nell’elemento IRE della ferritina L. Rappresenta una patologia del sistema IRE-IRPs e uno dei rari esempi di patologia traduzionale. Le mutazioni in eterozigosi impediscono la corretta interazione di IRE-IRP, inducendo una sintesi costitutiva di Lferritina (Fig. 2B). La patologia è caratterizzata da iperferritinemia e cataratta bilaterale. La sideremia e la saturazione della transferrina sono normali e non esiste sovraccarico di ferro. Le mutazioni riscontrate interessano frequentemente il motivo nucleotidico CAGUG dell’ansa terminale, coinvolto nel legame con IRPs. Alcune sono private di singole famiglie, altre ricorrenti in pazienti non correlati. La mancata interazione con le proteine IRPs è stata dimostrata in vitro in diversi casi. L’effetto clinico è direttamente dipendente dall’effetto termodinamico che le mutazioni causano sulla FISIOPATOLOGIA MOLECOLARE DEL METABOLISMO DEL FERRO 111 struttura dell’IRE. I meccanismi di formazione della cataratta sono ancora poco chiari. In alcuni casi la cataratta è congenita, in altri casi insorge successivamente. accumula nella sostanza nigra e nel globo pallido causando progressiva demenza e rigidità muscolare. La malattia è dovuta a mutazioni di una pantotenato-chinasi (Zhou et al., 2001). Un altro disordine dominante che si associa ad accumulo di ferro è la neuroferritinopatia descritta in una famiglia inglese con manifestazioni neurologiche di tipo extrapiramidale. Una mutazione della ferritina L comporta la formazione di aggregati di ferritina nel cervello dei pazienti, in particolare nei nuclei della base (Curtis et al., 2001). La comprensione del metabolismo del ferro nel sistema nervoso centrale è rilevante anche ai fini dell’osservazione di depositi aumentati in patologie neurodegenerative acquisite frequenti quali il morbo di Parkinson o la malattia di Alzheimer. Ferro e patologie degenerative Deposito di ferro si osserva nell’atassia di Friedreich, disordine recessivo dovuto a mutazioni del trasportatore mitocondriale fratassina, che causa atassia e cardiomiopatia. Sembra che l’alterazione comporti una riduzione di produzione di tutti i complessi ferro-zolfo assemblati nel mitocondrio. Neurodegenerazione con accumulo di ferro nel cervello si osserva nella malattia genetica di Hallervorden Spatz in cui il ferro si Box riassuntivo Cosa si sapeva – L’assorbimento intestinale di ferro è limitato a 1-2 mg/die. È direttamente proporzionale alle necessità dell’eritropoiesi (“regolatore eritroide”) e inversamente proporzionale all’entità dei depositi (“regolatore dei depositi”). – Non esiste un sistema di eliminazione a parte la desquamazione cellulare. – L’emocromatosi ereditaria, malattia monogenica in cui la regolazione dell’assorbimento del ferro è alterata, è causata da mutazioni del gene HFE. Cosa sappiamo oggi – Sono stati identificati altri 4 geni responsabili di emocromatosi: recettore 2 della transferrina, epcidina, emogiuvelina e ferroportina 1, dimostrando che la regolazione del metabolismo del ferro è un fenomeno complesso. – L’identificazione di epcidina, peptide antimicrobico di origine epatica, ha fornito il regolatore chiave dell’assorbimento. Epcidina funge da regolatore dei depositi e quando viene “spenta” permette l’assorbimento massimale di ferro contribuendo al regolatore eritroide. – Lo studio di modelli animali ha permesso di identificare i trasportatori cellulari del ferro, quali DMT1 coinvolto nell’uptake dal lume intestinale in collaborazione con Dcyt1 e ferroportina 1 che coopera con efestina per esportare ferro nella circolazione. 112 A. ROETTO, C. CAMASCHELLA Ricadute per la pratica clinica – La diagnosi di emocromatosi può essere effettuata con test genetico, tenendo presente l’eterogeneità genetica della malattia. L’approccio molecolare ha soppiantato la necessità della biopsia epatica nella quasi totalità dei casi. – La comprensione dei meccanismi di regolazione permetterà di chiarire non solo il sovraccarico, ma anche altri disturbi del metabolismo del ferro. Lo sviluppo di un test per il dosaggio di epcidina nel siero potrà essere utile all’inquadramento clinico del sovraccarico primario e secondario, ma anche delle anemie da disordine cronico. Metodologia La review si basa su articoli originali e su rassegne recenti pubblicate in riviste censite da Science Citation Index e Medline. Gli autori hanno lavorato nel settore da molti anni producendo contributi originali. Bibliografia Andrews NC. A genetic view of iron homeostasis. Semin Hematol 2002;39:227-34. ** Una review completa dal punto di vista genetico sulla regolazione del ferro. Blood Cells Mol Dis 2002;29:309-14. Bridle KR, Frazer DM, Wilkins SJ, et al. Disrupted hepcidin regulation in HFE-associated haemochromatosis and the liver as a regulator of body iron homoeostasis. Lancet. 2003; 361:669-73. Ferreira C, Santambrogio P, Martin ME, et al. H ferritin knockout mice: a model of hyperferritinemia in the absence of iron overload. Blood 2001;98:525-32. Montosi G, Donovan A, Totaro A, et al. Autosomal-dominant hemochromatosis is associated with a mutation in the ferroportin (SLC11A3) gene. J Clin Invest 2001;108:619-23. Fleming MD, Trenor CC, Su MA, et al. Microcytic anaemia mice have a mutation in Nramp2, a candidate iron transporter gene. Nat Genet 1997;16:383-6. Muckenthaler M, Roy CN, Custodio AO, et al. Regulatory defects in liver and intestine implicate abnormal hepcidin and Cybrd1 expression in mouse hemochromatosis. Nat Genet 2003; 34:102-7. Fleming RE, Ahmann JR, Migas MC, et al. Targeted mutagenesis of the murine transferrin receptor-2 gene produces hemochromatosis. Proc Natl Acad Sci USA 2002;99:10653-8. Dimostra che l’epcidina è espressa in modo inappropriato nell’emocromatosi HFE correlata nei pazienti. Frazer DM, Anderson GJ. The orchestration of body iron intake: how and where do enterocytes receive their cues? Blood Cells Mol Dis 2003; 30:288-97. Camaschella C, Roetto A, Calì A, et al. The gene encoding transferrin receptor 2 is mutated in a new type of hemochromatosis mapping to 7q22. Nat Genet 2000;25:14-5. Ganz T. Hepcidin, a key regulator of iron metabolism and mediator of anemia of inflammation. Blood 2003;102:783-8. * Curtis AR, Fey C, Morris CM, et al. Mutation in the gene encoding ferritin light polipeptide causes dominant adult-onset basal ganglia disease. Nat Genet 2001;28:350-4. Donovan A, Brownlie A, Zhou Y, et al. Positional cloning of zebrafish ferroportin1 identifies a conserved vertebrate iron exporter. Nature 2000;403:776-81. Drysdale J, Arosio P, Invernizzi R, et al. Mitochondrial ferritin: a new player in iron metabolism. Blood Cells Mol Dis 2002;29:376-83. Feder JN, Gnirke A, Thomas W, et al. A novel MHC class I-like gene is mutated in patients with hereditary haemochromatosis. Nat Genet 1996;13:399-408. ** Un lavoro classico di clonaggio posizionale, il primo nella storia dell’emocromatosi: ormai un lavoro storico. ** Una visione globale sulla funzione fisiologica di Epcidina vista da un esperto di immunità innata. Grabill C, Silva AC, Smith SS, et al. MRI detection of ferritin iron overload and associated neuronal pathology in iron regulatory protein-2 knockout mice. Brain Res 2003;971:95-106. Harris ZL, Durley AP, Man TK, et al. Targeted disruption reveals an essential role for ceruloplasmin in cellular iron efflux. Proc Natl Acad Sci USA 1999;96:10812-7. Levy JE, Jin O, Fujiwara Y, et al. Transferrin receptor is necessary for development of erythrocytes and the nervous system. Nat Genet 1999;21:396-9. Levy JE, Montross LK, Cohen DE, et al. The C282Y mutation causing hereditary hemochromatosis does not produce a null allele. Blood 1999;94:9-11. Nicolas G, Viatte L, Lou DQ, et al. Constitutive hepcidin expression prevents iron overload in a mouse model of hemochromatosis. Nat Genet 2003;34:97-101. * Dimostra che l’espressione di epcidina corregge l’emocromatosi HFE- correlata nel modello animale. Njajou OT, Vaessen N, Joosse M, et al. A mutation in SLC11A3 is associated with autosomal dominant hemochromatosis. Nat Genet 2001; 28:213-4. Papanikolaou G, Samuels ME, Ludwig EH, et al. Mutations in HFE2 cause iron overload in chromosome 1q-linked juvenile hemochromatosis. Nat Genet 2003 Nov 30, DOI 10.1038/ng1274. Powell LW, Jazwinska E, Halliday JW. Primary iron overload. In: Brock H, Halliday JW, Pippard MJ, Powell LP, eds. Iron Metabolism in health and disease. London: Saunders 1994, pp. 227-270. Roetto A, Papanikolaou G, Politou M, et al. Mutant antimicrobial peptide hepcidin is associated with severe juvenile hemochromatosis. Nat Genet 2003;33:21-2. * La prima dimostrazione del ruolo di epcidina in patologia umana. Roetto A, Totaro A, Cazzola M, et al. 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HFE gene knockout produces mousemodel of hereditary hemochromatosis. Proc Natl Acad Sci USA 1998;95:2492. Ringraziamenti I dati originali descritti in questa review sono stati ottenuti grazie al supporto di Telethon Progetto GP0255/01, MIUR e FIRB, Roma. Corrispondenza dott.ssa Clara Camaschella Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Università di Torino, Azienda Ospedaliera “San Luigi”, 10043 Orbassano, Torino Per comunicare con l’autore, commentare e/o fare domande sull’articolo, visita la web di Prospettive in pediatria (http://www.prospettiveinpediatria.it)