Al fonte, al prato Al fonte, al prato, Al bosco, à l`ombra
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Al fonte, al prato Al fonte, al prato, Al bosco, à l`ombra
Al fonte, al prato Al fonte, al prato, Al bosco, à l’ombra, Al fresco fiato Ch’il caldo sgombra, Pastor correte Ciascun ch’a sete Ciascun ch’è stanco Ripos’il fianco. Fugga la noia Fuga il dolore Sol riso, e gioia Sol caro amore Nosco soggiorni Ne lieti giorni Ne s’odan mai Querele o lai. Ma dolce canto Di vaghi uccelli Pe’l verde manto De gli arbuscelli Risuoni sempre Con nuovi tempre Mentre ch’à l’onde Ecco risponde. E mentre alletta Quanto più puote La giovinetta Con rozze note Il sonno dolce, Ch’il caldo molce E noi pian piano Con lei cantiano. Amor ch’attendi? Amor ch’attendi, Amor che fai, Su, che non prendi Gli strali omai Amor vendetta Amor saetta Quel cor ch’altero Sdegna’l tuo impero O pompa, o gloria O spoglie altere Nobil vittoria S’amor la fere; Amor ardisci, Amor ferisci Amor et odi Qual haurai lodi. Amor possente Amor cortese Dirà la gente Pur arse, e prese Quella crudele, Che di querele Vaga, e di pianti Schernia gli amanti. Quel cor superbo Langue, e sospira Quel viso acerbo Pietate spira Fatti duoi fiumi Quei crudi lumi Pur versan fore Pianto d’amore Dall’alto Cielo Fulmina Giove L’arcier di Delo Saette piove Ma lo stral d’oro S’orni d’Alloro Che di possanza Ogni altro avanza. Amor io parto Amor io parto e sento nel partire Al penar, al morire Ch’io parto da colei ch’è la mia vita Se ben ella gioisce Quando il mio cor languisce O durezza incredibil’e infinita D’anima che’l suo core Puo restar morto, e non sentir dolore. Ben mi trafigge amore L’aspra mia pen’il mio dolor pungente Ma piu mi duol il duol ch’ella non sente. Torna, deh, torna Torna, deh, torna pargoletto mio Torna che senza te son senza core Dove t’ascondi ohime, che t’ho fatt’io Ch’io non ti veggio e non ti sent Amore? Corrim ‘in braccio omai spargi d’obblio Questo che’l cor mi strugg’aspro dolore. Senti della mia voce il flebil suono, Tra pianti e tra sospir chieder perdono Odi Euterpe Odi Euterpe il dolce canto Ch’a lo stil Amor m’impetra, Et accorda al dolce canto L’aureo suon della mia cetra, Ch’a dir quel ch’ei mi ragiona Troppo dolce amor mi sprona Di notturno e casto velo La mia Lidia il sen copria. Ma la luna in mezzo il cielo Dolcemente il sen m’apria, Ch’a mirar si bel tesoro Lampeggio di fiamme d’oro E vedea soave e pura La sua neve il petto aprire, E sentia di dolce cura Nel mio petto il cor languire, E salir veloce, e leve Il mio cor tra neve e neve. Io mirava e tu ferivi Lidia mia, soavemente. Io spronava e tu rapivi Nel tuo sen la vista ardente. Io movea poche faville Tu le fiamme à mille à mille. Ma si dolce ardeva il core Ch’ogni fiamma ed ogni dardo In quel caro sen d’amore Rinfrescava ogni ora un guardo, E gia m’era il cor ferito A le piaghe un dolce invito. Amarilli mia bella Amarilli mia bella Non credi, o del mio cor dolce desio D’esser tu l’amor mio. Credilo pur, e se timor t’assale Prendi questo mio strale Aprim’il petto, e vedrai scritto il core Amarilli è’l mio amore. Amarill'io mi parto Amarill'io mi parto E questi miei lamenti Ch'io sparg’anz’il morir cigno languente Son d'ultimi congedi estremi accenti. Deh, se l'empia beltate Ch'amor solo per me, lasso, non sente Può intenerir pietate Risvegliati, ben mio, A quest'ultim'addio. Addio, riman felice Che poi ch'a me non lice Vincer mia dura, sorte Da te mi parto, o dipartenza, o morte. O che felice giorno O che felice giorno, O che lieto ritorno, Ravviva il cor già spento. Quanta dolcezza sento O mia luce, o mia vita, O mia gioia infinita. Ecco’l mio ben ritorna E queste rive adorna Eccone lieto il giro Del bel guardo ch’io miro Occhi belli, occhi cari, Occhi del sol più chiari. Hor ben prov’ io nel petto Non dolor’ ma diletto Torna la chiara, e bella Mia rilucente stella Torna il Sol, torna l’aura Torna chi mi restaura. Dolce hor’ mia vita rende Quel Dio ch’i cori accende Amor’ che l’havea tolto Hor mi rende il bel volto Il mio cor, il mio bene, Il mio conforto, e speme. Tutto il di piango Tutto il di piango; e poi la notte, quando Prendon riposo i miseri mortali, Trovomi in pianto, e raddopiarsi i mali; Cosi spendo’l mio tempo lagrimando. In tristo umor vo gli occhi consumando E’l cor in doglia; e son fra gli animali L’ultimo, si che gli amorosi strali Mi tengon ad ogni or di pace in bando. Lasso che pur da l’un a l’altro sole E da l’una ombra a l’altra ho gia’l piu corso Di questa morte che si chiama vita; Piu l’altrui fallo che’l mio mal mi duole; Che pieta viva, e’l mio fido soccorso, Vedemi arder nel foco, e non m’aita. Non ha’l Ciel cotanti lumi Non ha’l Ciel cotanti lumi Tante still’e mari, e fiumi, Non l’April cigli, e viole Tanti raggi non hà il sole Quant’ha doglie e pen’ ogni ora Cor gentil che s’innamora. Penar lungo, e gioir corto Morir’ vivo, e viver’ morto Spem’ incerta, e van desire Merce poca à gran languire Falsi risi e veri pianti E la vita degli amanti. Neve al sol, e nebbia al vento E d’Amor’ gioia, e contento Degli affanni, e delle pene Ahi che’l fin già mai non viene Giel di morte estingue ardore Ch’in un alma accende Amore. Ben soll’io che’l morir’solo Puo dar fine al mio gran duolo Ne di voi già mi dogl’io Del mio stato acerbo, e rio Solo Amor tiranno accuso Occhi belli, e voi ne scuso. A quei sospir’ardenti A quei sospir’ ardenti Che fingesti esalar per troppo ardore A quei dolci lamenti Misti d’amare lagrime d’amore Credulo amant’a pers’il seno e il core Ne d’amoroso strale Schivai colpo mortale Al fin arso’e ferito E deluso e schernito E veggio’e sento Ch’i pianti’ei sospir miei, son acqua’e vento. Ard’il mio petto misero Ard’il mio petto misero, Alta fiamma lucente, Si come dure stelle altrui per misero E benche lasso il cor ne peni ardente Non se ne pente. Dic’ei quantunque affliggami Asprezz’empia, infinita E dur’arco di sdegn’ogn’or trafiggami Dolce sarà, s’impetr’un sguard’in vita Ogni ferita. Cosi folle consolasi Ma per l’eterno corso Intanto batte nostr’etat’e volasi O cor di donna, per altrui soccorso E tigr’e d’orso. Io parto, amati lumi Io parto, amati lumi, Rimirat’il dolor della partita In questa fronte pallid’e smarrita. Io parto, occhi sereni, Fra cotanto martir non mi negate Un guardo non d’amor ma di pietate. Io part’, o stelle, o soli, Occhi numi del cor ch’ in terr’ adoro Io parto, io parto, ahi non più part’ io moro. Sospir, tormenti e doglie, Fidi compagni miei, querele e pianti, Venit’ io parto, addio diletti e canti. Addio risi, addio gioie, Addio candidi giorni e felici ore, Restate seco in compagnia d’Amore. Vedrò’l mio sol Vedrò’l mio sol, vedrò prima ch’io muoia Quel sospirato giorno Che faccia’l vostro raggio à me ritorno. O mia luce, o mia gioia, Ben più m’è dolc’ il tormentar per vui Che’l gioir per altrui. Ma senza morte io non potro soffrire Un si lungo martire. E s’io morrò, morrà mia speme ancora Di veder mai d’un si bel di l’aurora. Tu ch’hai le penne, Amore Tu ch’hai le penne, Amore, E sai spiegarle a’ volo Deh muovi ratto un volo Fin la dov’è’l mio core E se non sai la via Co’miei sospir t’invia. Va pur ch’il troverai Tra’l velo e’l bianco seno O tra’l dolce sereno De luminosi rai O tra bei nodi d’oro Del mio dolce tesoro. Vanne lusinga, et prega Per che dal bel soggiorno Faccia il mio cor ritorno, E s’ei venir pur niega Rivolto al nostro sole Digli cotai parole. Quel tuo fedele amante Tra lieta amica gente Vive mesto e dolente, E col tristo sembiante D’ogni allegrezza spento Turba l’altrui contento. Di che frà’l canto, e’l riso Spargo sospir di foco, Che fra’l diletto e’l gioco Non mai sereno il viso, Che d’alma, e di cor privo Stommi fra morto, e vivo. Amor cortese impetra Ch’à me torni il cor mio O’ch’ella i mandi ond’io Più non sembri huom di pietra Ne più con tristo aspetto Turbi l’altrui diletto. Ma se per mia ventura Del suo tornar dubbiosa Mandarlo à me non osa Amor prometti e giura, Che suo fu sempre, e sia Il core e l’alma mia.