Comments
Description
Transcript
Uccide il figlio e si toglie la vita
LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 • EURO 1,30 ANNO 125 . NUMERO 147 • www.laprovinciadisondrio.it A CHIURO Precipita nel dirupo e muore Un incidente come ce ne sono tanti, molti di più di quanto si pensi, è costato la vita a un uomo di Castionetto di Chiuro: Valter Della Ferrera. Aveva sessant’anni. A tradirlo una banalissima scivolata mentre stava facendo alcuni lavori nella propria vigna, vicino alla provinciale 21 CARUGO A PAGINA 15 L’ORRORE E LA TRAGEDIA NEL LUOGO DELL’AMORE di CLAUDIO MARCASSOLI* pisodi di questo genere, una tragedia in un’istituzione come la famiglia nata e nota per rappresentare un luogo d’amore e di sicurezza, non possono non lasciare sgomento anche in chi se ne occupa per professione. Torna alla mente l’altro caso di cui mi sono occupato, l’infanticidio di Valfurva parecchi anni fa, anche se qui tutto sembra differente. In mancanza di notizie precise sulla complessa dinamica di questo figlicidio - suicidio e nel rispetto dovuto a questa famiglia non possiamo che richiamare gli elementi che la letteratura criminologica ci offre. Il “figlicidio paterno” viene considerato meno E Uccide il figlio e si toglie la vita Il piccolo Pietro, di Grosio, aveva solamente 6 anni: il papà Protasio Sala lo ha soffocato La tragedia in una villetta della famiglia a Tovo - «Dramma inaspettato, insieme erano felici» I testimoni: «Strano vederli qui» È stato un vicino di casa l’ultimo a vedere in vita Protasio Sala e il suo piccolo Pietro ieri. «Sarà stato un quarto all’una quando la Mercedes di Protasio ha imboccato il vialetto che porta a queste villette - ricorda l’uomo -. Per un attimo ho atteso che lui scendesse dall’auto per fare le solite due parole, ma avevo fretta e quando ho visto che tardava a scendere dalla macchina sono salito in casa». Era raro che Protasio da Grosio si recasse nella casa di Tovo. CONTINUA A PAGINA 11 SERVIZIO A PAGINA 3 NON SEMPRE L’AMERICA È UN ESEMPIO POSITIVO di ANTONIO DOSTUNI A scuola oggi sarà il giorno più difficile apita spesso di sentir parlare degli Stati Uniti come un mirabile esempio di democrazia a cui, secondo una visione di chiara matrice liberista, l’Europa farebbe bene a ispirarsi. In realtà, un po’ per dabbenaggine e un po’ per ipocrisia, si tende a sottacere la verità di un paese di cui troppo facilmente si tende a dimenticare le profonde disuguaglianze sociali che ne fanno un grande paese liberale ma non, certamente, un modello di democrazia. spiegare il proprio gesto. Quando sul posto è giunta l’auto medica, ormai per i due non c’era più nulla da fare. Sono sconvolte le maestre del piccolo Pietro: lo avevano lasciato sabato, sorridente, dopo la mostra di fine anno degli elaborati e oggi sarà il giorno più difficile perché in classe dovranno spiegare ai compagni che cosa sia accaduto al loro amichetto. «Una notizia terribile - afferma conlavocerottadallacommozione una delle maestre -. Avevamo fatto un bel lavoro con Pietro ed eravamo veramente contenti di come fosse andato l’anno. Anche con la famiglia avevamo instaurato un particolare feeling». SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3 E 5 SERVIZI A PAGINA 5 C Tragedia familiare nel primo pomeriggio di ieri a Tovo dove un papà ha ucciso il proprio figlioletto di 6 anni prima di togliersi la vita. Protasio Sala, 43 anni, grosino, manutentore della casa di riposo Visconti Venosta di Grosio, ha ucciso il figlio Pietro, che frequentava la prima elementare. L’uomo ha soffocato il piccolo, che è stato trovato senza vita su una sedia. Subito dopo si è tolto a sua volta la vita impiccandosi. In un biglietto, poche righe per Grosotto «Mirco un esempio per tanti giovani Veglia su noi» Montagna Arrampicata Largo ai giovani e allo sport Grande cordoglio per Mirco Robustelli Della Cuna morto nel tragico incidente di sabato pomeriggio a Bianzone. «Vigila da lassù su di noi». A PAGINA 8 Nei suoi valori più autentici lo sport«promuoveimpegno,fatica e costanza». Così è stata inaugurata a Montagna la palestra di arrampicata.LUCCHINIAPAGINA13 9 771590 588032 60530 CONTINUA A PAGINA 11 Gli inquirenti davanti alla villetta di Tovo Sant’Agata, teatro ieri della tragedia FOTO GIANATTI Filo di Seta Mirco Robustelli Della Cuna Spavento per Renzi a Venezia. Poi gli han spiegato la differenza tra canali e argini sprofondati. 2 LA PROVINCIA LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 Primo Piano La tragedia di Tovo «Un fulmine a ciel sereno Tutti vicini alla moglie» È un collega di Protasio alla casa di riposo di Grosio, l’assessore ai servizi sociali di Grosio, Pietro Cimetti: « Una persona sempre disponibile che si faceva in quattro se poteva aiutare gli altri- ricorda -. Protasio non stava chiuso nella sua officina, ma partecipava alla vita della casa di riposo. Quando facevano le gite con gli ospiti ad esempio guidava il pullmino. Non era uno fiscale al suo ruolo, ma aiutava in caso di bisogno». Oltre allo stesso datore di lavoro Cimetti e Sala condividono la passione per il gioco delle carte : «Giovedì sera abbiamo giocato in coppia a scopa d’assi. Venerdì sera abbiamo chiacchierato in piazza. Era uno che si interessava alla vita sociale e amministrativa del paese ed abbiamo parlato degli imminenti lavori per la sistemazione della via Roma». Nel proprio ruolo di asses- sore Cimetti guarda alla tragedia: «Il classico fulmine a ciel sereno che lascia inebetiti. La nostra vicinanza in questo momento va in maniera particolare alla moglie Piera. Il Comune le sarà vicino e non è solamente un modo di dire». P.GHI. Orrore e mistero Uccide il figlio e si toglie la vita La tragedia. Inspiegabile gesto del papà, 43 anni Il bimbo ne aveva sei. L’uomo ha lasciato un biglietto TOVO SANT’AGATA RICCARDO CARUGO PAOLO GHILOTTI Tragedia familiare nel primo pomeriggio di ieri a Tovo dove un papà ha ucciso il proprio figlioletto di 6 anni prima di togliersi la vita. Protasio Sala, 43 anni, grosino, manutentore della casa di riposo Visconti Venosta di Grosio, ha ucciso il figlio Pietro che frequentava la prima elementare. Prima ricostruzione Alcuni dettagli sono ancora da accertare, ma è già possibile effettuare una prima parziale ricostruzione di quello che è successo in quella casa di Tovo mettendo quantomeno alcuni punti fermi. Il primo è che l’uomo ha soffocato il piccolo, che è stato trovato senza vita su una sedia. Subito dopo si è tolto a sua volta la vita impiccandosi. In un biglietto, poche righe per spiegare il proprio gesto. Quando sul posto è giunta l’auto medica, ormai per i due non c’era più nulla da fare. Tutto è successo poco dopo le 13. La terribile scoperta è stata fatta dai parenti, preoccupati dal fatto che Protasio, che era atteso a pranzo dalla moglie, non avesse ancora raggiunto la donna e che non rispondesse al cellulare. Pie- ra Pini, infermiera all’ospedale Morelli di Sondalo, ha atteso per un po’ di minuti, ma quando il ritardo si è fatto pesante senza che il marito desse alcun segnale, ha iniziato a preoccuparsi è ha lanciato l’allarme ai parenti. La domenica mattina era piuttosto frequente vedere Protasio Sala andare a messa nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe con Pietro e poi fare una capatina al bar per far bere un succo di frutta al bambino. Nessuna risposta Ieri mattina invece aveva lasciato la casa avvisando che si sarebbe recato a Sondalo col bimbo per vedere la fiera del Corpus Domini e poi si sarebbe fermato a fare la spesa nel supermercato sondalino. Nulla di strano, visto che la domenica mattina era lui a occuparsi del figlio mentre la donna lavorava. Ieri però qualcosa non quadrava e si è fatto largo il sospetto che fosse successo qualcosa. I familiari hanno prima cercato papà e figlio a Sondalo,temendo che potesse essere successo loro qualcosa durante il viaggio in auto e poi sono andati a Tovo, dove la famiglia Sala possiede una villetta non ancora abitata, visto che risiede ancora a Grosio. Quando hanno visto la Mercedes di Sala parcheggiata nel garage, i parenti hanno capito che Protasio doveva essere in casa. Inutile però suonare o chiamare: la porta era chiusa e nessuno rispondeva. A quel punto hanno rotto un vetro al piano terra e sfondato la porta per entrare nell’abitazione. La scena che si sono trovati davanti è di quelle che vanno al di là dell’immaginabile. Per il papà e il piccolo non c’era niente da fare. Sul posto sono stati immediatamente chiamati i Carabinieri di Tirano che hanno provveduto a delimitare l’area e iniziare le indagini e gli accertamenti necessari per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, anche in presenza di un quadro che non lasciava adito a moltissimi dubbi. Gli inquirenti nella villetta di Tovo Sant’Agata in cui si è consumata la tragedia familiare FOTO GIANATTI Gesto inspiegabile Nel pomeriggio nella villetta è giunto anche il magistrato di turno. Sui cadaveri sarà effettuata probabilmente l’autopsia. Protasio Sala da alcuni anni lavorava alla casa di riposo di Grosio come manutentore. Prima aveva gestito il bar di famiglia, il Bar Gallo in via Roma. Persona solare, tranquilla. Anche per questo nessuno si spiega il suo gesto. Per entrare nell’abitazione è stato necessario rompere un vetro di una finestra FOTO GIANATTI I delitti in provincia: quasi sempre in ambito familiare Il caso più simile risale all’agosto del 2007 ed è successo a Valdidentro. Una manna di 23 anni, Deborah Cossi, aveva preso in braccio il proprio figlio Daniel di 7 mesi e si era buttata in un burrone. Lei morta sul colpo, mentre il corpo del piccolo non è mai stato ritrovato. I atti di sangue, benché rari, si susseguono a cadenza regolare, almeno negli ultimi anni. E quasi sempre in ambito familiare o, quantomeno, di relazioni di amicizia molto strette. Basti pensare al caso di Sonia Di Gregorio, uccisa il 20 gennaio del 2000 a soli 20 anni dal marito. Era successo a Cino. Lei n ne voleva sapere di stare con il marito Francesco Gussoni (allora 28 anni), violento e possessivo. Voleva la separazione. Lui l’ha attesa a casa e l’ha sgozzata con un coltello da sub. Ritenuto totalmente infermo di mente nel primo processo, fu poi condannato in Appello a Milano a 11 anni di reclusione. Poco dopo, il 6 giugno 2000, un altro omicidio. Un caso a parte però. È quello di suor Maria Laura Mainetti (all’anagrafe Teresina Elsa Mainetti, nata a Colico il 20 agosto 1939) assassinata da tre ragazzine di 16 e 17 anni a Chiavenna. Due di loro furono condannate ad otto anni e mezzo, la terza a 12 anni e 4 mesi di reclusione. Oggi sono libere e conducono una vita normale. Altro delitto al di fuori dall’ambito famigliare quello del 20 settembre 2001. Una ragazza di Verceia, Loretta Ceni, 26 anni, fu massacrata a bastonate e schiacciata con le ruote della sua auto da Juan Carlos Reyes Tineo (all’epoca 23 anni) dominicato in crisi di astinenza. Fu condannato all’ergastolo, unico dei pochi casi. L’8 gennaio 2008, a Castello Dell’Acqua, Pierina Consonni, 50 anni, è stata picchiata a morte dal convivente Luciano Bian- cotti. L’uomo è poi stato condannato a 14 anni. Alcuni anni fa si è ucciso in carcere. Il 16 maggio 2009, ad Ardenno. Donald Sacchetto era scomparso la sera del suo compleanno. Compiva 36 anni. Pochi giorni dopo era stato trovato a brandelli nella cava-deposito della famiglia di Simone Rossi (28 anni all’epoca), condannato, anche in appello, a 30 anni Il 21 novembre 2010 la scena del crimine si è spostata a una manciata di chilometri oltre confine: a Zalende, frazione di Brusio. I coniugi Gianpiero Ferrari e Gabriella Plozza (57 e 58 anni) sono stati assassinati in modo brutale. Per quell’omicidio sono stati condannati Ruslan Cojocaru e Ezio Gatti di Castione: ergastolo al primo e 21 anni di carcere al secondo. Ancora un omicidio il 9 maggio 2012 Jatinder Singh, cavatore indiano di 30 anni che viveva a Chiesa in Valmalenco è stato massacrato di botte da due connazionali. Ambik Singh condannato in abbreviato a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione, Nehil Gudervinder Singh a 6 anni e 8 mesi di reclusione Poco dopo, il 24 agosto 2012, a essere uccisa è stata la maestra sondriese Loredana Vanoi, massacrata dal convivente Giu- seppe Merlini, 65 anni all’epoca, con il quale voleva troncare la relazione. Condannato in primo grado a 30 anni di reclusione, in appello condanna a 15 anni e 8 mesi. Due anni dopo, il 24 agosto 2014 , Veronica Balsamo, 23 anni, è stata uccisa a Grosotto da Emanuele Casula (18 anni all’epoca) che poi ha cercato ha cercato di uccidere anche Gianmario Lucchini,34 anni, da allora in coma vigile. Per quell’omicidio e tentato omicidio Casula è stato condannato in primo grado a 20 anni di reclusione. Il 9 aprile di quest’anno, a Villa di Tirano, un uomo di 70 anni,Enrico Ferrari, ha ucciso a coltellate, Moira Giacomelli, che di anni ne aveva 43. L’uomo è in carcere in attesa di giudizio. 3 LA PROVINCIA LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 Il biglietto Nella casa i Carabinieri hanno trovato un biglietto con poche righe nelle quali l’uomo ha spiegato ai familiari le ragioni dell’incredibile gesto costato la vita a lui e al proprio figlio di appena sei anni Le indagini Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che hanno effettuato una serie di rilievi. Anche il magistrato di turno ha voluto effettuare un sopralluogo per rendersi conto di persona dell’accaduto «Strano vederlo qui Ci veniva raramente» Le testimonianze. Un vicino di casa ha visto arrivare Protasio e Pietro intorno all’una alla casa di Tovo GROSIO È stato un vicino di casa l’ultimo a vedere in vita Protasio Sala e il suo piccolo Pietro ieri. «Sarà stato un quarto all’una quando la Mercedes di Protasio ha imboccato il vialetto che porta a queste villette - ricorda l’uomo -. Per un attimo ho atteso che lui scendesse dall’auto per fare le solite due parole, ma avevo fretta e quando ho visto che tardava a scendere dalla macchina sono salito in casa senza più aspettarlo». La casa per Pietro Un’immagine di Pietro quando era piccolo Il piccolo Pietro in una foto che lo ritrae felice Protasio Sala Era raro che Protasio da Grosio si recasse nella casa di Tovo Sant’Agata. «Era più frequente vedere la moglie in compagnia della mamma e del suo bambino racconta un altro vicino di casa -. Visto che loro abitavano a Grosio e non avevano intenzione di traslocare qui, Piera mi aveva detto che questa sarebbe stata la casa del suo Pietro». Dalla centrale via Stelvio, quella che attraversa il piccolo centro abitato, una stradina sale verso la montagna per raggiungere queste belle villette. «Sarà una decina di anni che sono state realizzare - afferma un altro signore che abita poco più lontano -. Non riesco veramente a capire cosa possa essere successo. Solamente pochi giorni fa avevo visto il bambino correre felice nel giardino e anche Protasio era sicuramente una persona gioviale che scambiava sempre volentieri due parole con L’ultimo a vedere il papà con il bambino un vicino di casa FOTO GIANATTI tutti». Una volta avvisati della tragedia anche gli amici più cari di Protasio, quei coscritti del 1973 con i quali aveva diviso la scuola e le varie tappe della crescita, hanno raggiunto la casa di Tovo. Coscritti attoniti «L’avevamo visto di recente raccontano -. Sempre sorridente non aveva espresso particolari preoccupazioni e nemmeno si era lamentato di qualcosa in particolare. Quello che è successo è un dramma inaspettato, una tragedia. Vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alla famiglia ed in particolare alla moglie Piera. Per lei è l’ennesimo dram- Il caso di Edlira che a Lecco uccise le tre bambine Era la notte tra l’8 e il 9 marzo del 2014 quando nella palazzina di Chiuso, alla periferia di Lecco, si era scatenatala furia omicida di una mamma di origine albanese che a coltellate non aveva lasciato scampo alle sue tre figlie, Simona (13 anni), Keisi (10 anni) e la piccola Sidny (3 anni). La madre, Edlira Copa (all’epoca dei fatti aveva 37 anni), dopo aver vegliato per ore i corpi delle figlie, aveva tentato il suicidio ma non c’era riuscita e aveva ammesso praticamente subito le sue responsabilità di fronte agli inquirenti, i carabinieri della compagnia di Lecco coordinati dalla pm Silvia Zannini. Un evento sconvolgente per la città, ma la comunità di Lecco si era stretta intorno soprattutto al dolore del padre, Baskim Dobrushi, che nelle ore del triplice omicidio si trovava in Albania per andare a trovare la madre. I funerali delle piccole e tutta la vicenda erano stati vissuti dai protagonisti con grande compostezza, in un uno spirito autentico di lutto cittadino al punto che il papà Baskim, a pochi giorni dai funerali, aveva voluto rilasciare un’intervista dicendo: «Non sono stato lasciato solo da Lecco: non so come ringraziare i cittadini, il sindaco e le comunità religiose per quello che hanno fat- to per me e la mia famiglia». Baskim Dobrushi, di professione operaio a Olginate, e la moglie si stavano separando, il padre si era trasferito dal fratello che abitava in corso Bergamo, a un centinaio di metri dalla palazzina dove abitavano la moglie con le tre figlie, una famiglia integrata nella comunità lecchese. Il padre non si è mai dato una spiegazione di quanto accaduto, anche quando la moglie era poi stata riconosciuta completamente incapace di intendere e di volere: «Non avevo mai avuto la sensazione che mia moglie avesse problemi mentali e soprattutto che potesse fare del male alle Tre le bimbe uccise a Lecco nostre figlie - aveva dichiarato Baskim -. Se avessi avuto questo timore, non le avrei mai lasciate sole con lei». Edlira Copa, a distanza di poco più di un anno dal delitto, era stata assolta per vizio totale di mente. Non era stata considerata punibile dal collegio di esperti che l’aveva dichiarata totalmente incapace di intendere e di volere. Non era stata rimessa in libertà: il gup le aveva applicato la misura di sicurezza di dieci anni di permanenza in una “rems”, la definizione attuale degli ospedali psichiatrici. Attualmente Edlira Copa si trova nella struttura di Castiglione delle Stivie- ma: già aveva perso il papà prima di venire al mondo ed ora si trova senza il suo bambino e senza suo marito». Le parole lasciano poi spazio alla commozione. Troppo grande il dolore per l’amico andato via in una maniera tanto tragica con il suo bimbo. P. Ghi. 12 1 Sempre sorridente non aveva espresso particolari preoccupazioni re, dove ha anche tentato una seconda volta di togliersi la vita, senza comunque riuscirci. In questi anni sono andate a trovarla alcuni parenti, soprattutto le sorelle ma il marito no, non se l’è mai sentita, non ce l’ha fatta a trovare la forza di perdonarla: «Se i medici hanno verificato che Edlira non era in grado di ragionare quella notte, non posso che accettarlo e rispettarlo. A lei penseranno i medici dell’ospedale psichiatrico. Non sono andato a trovarla e non andrò perché con il cuore e con la testa non ho voluto più pensare a lei dopo quello che aveva fatto alle nostre figlie. Ogni giorno che passa il dolore per me aumenta e non diminuisce, me lo dovrò portare dentro per tutta la vita». Guglielmo De Vita LA PROVINCIA 5 LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 Primo Piano La tragedia di Tovo Poche ore prima la festa in famiglia La vigilia. Nulla lasciava presagire il dramma che si è consumato a Tovo: sabato Protasio aveva compiuto 43 anni Accanto a lui avevano voluto esserci tutti i suoi cari ed era stata una giornata di allegria e spensieratezza GROSIO PAOLO GHILOTTI Non c’era nulla, ma veramente nulla che potesse far presagire un gesto simile da parte di Protasio Sala. La vigilia di questa domenica infatti era stata di tutt’altro genere, con una giornata di grande allegria e serenità che lascia ancora più esterrefatti. Sul suo volto, nei suoi comportamenti non c’era la minima avvisaglia che potesse a breve succedere qualcosa di tanto tragico. Evidentemente quel dramma che aveva dentro di sé e l’ha portato ad una scelta tanto drammatica è riuscito a celarlo fino all’ultimo. Sabato era stata infatti una giornata di festa per la famiglia Sala. I festeggiamenti Protasio, penultimo di una famiglia di sette fratelli, aveva spento le 43 candeline ed aveva festeggiato il compleanno in serenità non solo con moglie e figlioletto, ma anche col resto della sua numerosa famiglia e con gli anziani genitori. Una serata allegra, spensierata come si usa in questi casi. Ed anche per il piccolo Pietro, stesso nome del nonno materno, scomparso ancora prima che nascesse, nel 1970 la mamma del piccolo,Piera, il sabato era stato da incorniciare. Come tutti gli altri bambini di prima elementare infatti aveva partecipato alla mostra degli elaborati realizzati durante l’anno scolastico. Anche lui sorridente, orgoglioso li aveva mostrati alla nonna Paola e alla mamma Piera che come tanti altri genitori e nonni avevano reso onore al lavoro svolto dai piccoli artisti. E al termine della visita alla mostra c’era stata la festa con le torte che le mamme avevano preparato per i bambini. In serata poi Pietro aveva festeggiato ilsuo papà. Quel papà che era molto legato al mondo contadino e dell’allevamento e che infatti amava portare Piero alla mostra zootecnica del paese a vedere le mucche, oppure nei prati mentre tagliava il fieno. Nel tempo libero a disposizione Protasio amava aiutare i genitori dapprima in stalla ed ora nella cura dei prati seguendo l’esempio di papà Agostino e mamma Caterina. Gli amici sgomenti Suo padre Agostino classe ’35, detto “Il Biondo” è un personaggio molto conosciuto in Alta valle perché è stato presidente della cooperativa carni e mercante di bestiame. Protasio gli era molto legato. In serata gli piaceva fare la partitella a carte con gli amici del bar, ora anche loro sbigottiti di fronte a quello che è accaduto ieri nella casa di Tovo. Aveva fatto varie esperienze professionali Protasio dopo aver frequentato l’istituto Fossati a Sondrio. Era idraulico, ma aveva lavorato anche nell’edilizia in paese e poi in Svizzera. L’idraulico l’aveva fatto a Livigno prima di intraprendere l’attività al bar, lasciata per il posto al pensionato. Era anche un bravo ballerino, abilità che l’aveva spinto ad entrare per anni a fare parte del gruppo folk di Grosio. Quella aria sorridente, quella camminata compassata davano l’impressione di un’estrema serenità interiore. Ma qualcosa in Protasio si deve essere improvvisamente incrinato ed ora quel bambino e quel papà che la domenica andavano messa insieme sono vittima e protagonista di una assurda tragedia. Da lontano ieri i vicini hanno assistito al viavai degli inquirenti sul luogo della tragedia, tutti attoniti e increduli alla notizia FOTO GIANATTI La maestre in lacrime: «Non può essere» Non riescono a trattenere le lacrime le maestre di Pietro Sala. Sandra Trinca Colonel ed Ezia Robustelli non possono credere ad una tragedia familiare simile. Alle elementari le maestre diventano un po’ mamme e gli alunni diventano un po’ i loro figli. Il loro Pietro l’avevano lasciato sabato sorridente dopo la festa in cui erano stati presentati gli elaborati dei bambini. «Una notizia terribile, tremenda - afferma con la voce rotta dalla commozione la ma- estra Ezia -. Avevamo fatto un bel lavoro con Pietro ed eravamo veramente contenti di come fosse andato l’anno. Anche con la famiglia avevamo instaurato un particolare feeling. Eravamo tutte felici sabato perché un altro anno scolastico ormai si conclude ed eravamo soddisfatte per quanto realizzato con i bambini». Anche la maestra Sandra è in lacrime: «Non può essere, vero il mio Pietro. Proprio una delle scorse sere l’avevo visto in compagnia del papà, erano Il piccolo Pietro entrambi sereni, felici. Non ci sarebbe potuto aspettare nulla di simile». Ed oggi per le due maestre sarà il giorno più difficile perché in classe dovranno spiegare ai compagni di scuola di Pietro cosa è accaduto al loro amichetto. La notizia della tragedia si è propagata a macchia d’olio e lo sconcerto e il dolore sono stati condivisi dalle altre docenti della primaria dell’istituto comprensivo di Grosio e dai genitori dei bambini che hanno cercato di spiegare ai piccoli quello che in questo momento è difficile da capire anche per i grandi. P.Ghi. Enti Pubblici e Amministratori è il quotidiano per il dialogo fra Enti Pubblici e Cittadini Per ulteriori chiarimenti e informazioni LA LEGGE AFFERMA CHE DOVETE COMUNICARE ATTRAVERSO I QUOTIDIANI Legge 25 febbraio 1987 - n. 67 Art. 5 “Le Amministrazioni Statali e gli Enti Pubblici non territoriali, con esclusione degli enti pubblici economici, sono tenuti a destinare alla pubblicità su quotidiani e periodici una quota non inferiore al cinquanta per cento delle spese per la pubblicità, iscritte nell’apposito capitolo di bilancio”. Art. 6 “Le Regioni, le Provincie, i Comuni con più di 20.000 abitanti, i loro consorzi e le aziende municipalizzate… (omissis), nonché le Unità sanitarie locali che gestiscono servizi per più di 40.000 abitanti, devono pubblicare in estratto, su almeno due giornali quotidiani aventi particolare diffusione nel territorio di competenza, nonchè su almeno un quotidiano a diffusione nazionale e su un periodico, i rispettivi bilanci”. Con D.P.R. del 15/2/1989 n. 90 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14/3/1989 sono stati regolamentati i modelli da usare per la pubblicazione degli estratti di bilancio • AGENZIA DI COMO • Via G. de Simoni, 6 tel. 031 582211 • fax 031 526450 e-mail: [email protected] • AGENZIA DI SONDRIO • Via N. Sauro, 13 angolo via Battisti tel. 0342 200380 • AGENZIA DI LECCO • Via Raffaello, 21 tel. 0341 357400 • AGENZIA DI CANTU’ • Via Ettore Brambilla, 14 tel. 031 704180 18 LA PROVINCIA LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 Tirano e Alta Valle Il dolore per Mirco «I tuoi sogni spezzati da un istante fatale» Grosotto. Grande cordoglio per la morte del ragazzo nel tragico incidente di sabato pomeriggio a Bianzone Il cordoglio su Facebook: «Vigila da lassù su di noi» GROSOTTO PAOLO GHILOTTI Diventare vigile del fuoco volontario era un sogno per Mirco Robustelli Della Cuna, il ragazzo di 19 anni di Grosotto che ha perso la vita sabato pomeriggio in un incidente stradale a Bianzone. La gioia per il traguardo raggiunto, purtroppo, è durata solo poche ore. Sabato mattina c’era stata la cerimonia ufficiale nella caserma dei vigili del fuoco di Sondrio. Al fianco di Mirco i colleghi che come lui avevano frequentato il corso di 120 ore e che, dopo aver superato l’esame, erano ufficialmente dei vigili del fuoco volontari. Una cerimonia presieduta dal comandante provinciale dei vigili del fuoco Giuseppe Biffarella, giunto poi a Bianzone sul luogo dell’incidente. E che sabato pomeriggio ha rivolto un messaggio di cordoglio alla famiglia. Nella cerimonia di fine corso al fianco di Mirco c’era anche Marco Celestini, anche lui diventato vigile del fuoco volontario, che lo ricorda con queste parole: « Ciao Mirco, eri un bravo ragazzo, umile con sani principi. Non ti dimenticherò. Pregherò per te». Era presente anche papà Amanzio, capo distaccamento dei vigili del fuoco di Grosotto, nel quale milita anche il fratello di Mirco, Alex. E proprio il papà è stato uno dei primi soccorritori del figlio nel vano tentativo di strapparlo alla morte. Quell’immagine di un padre chinato sul figlio ormai esanime rappresenta lo strazio della tragedia. «Quella strada maledetta» I vigili del fuoco volontari di Grosotto hanno ricordato Mirco sulla loro pagina facebook: «Un soffio lento e silenzioso ha portato via uno di noi. Corriamo sempre sulla strada quando c’è da aiutare qualcuno, ma ieri c’eravamo tutti su quel tratto di Statale quando abbiamo sentito che era uno dei nostri. Quella maledetta strada che ti portava a casa, felice di essere appena diventato un vigile del fuoco, ti è stata fatale. A tutti noi rimarrà il tuo ricordo e la tua divisa nuova in quella vettura. Sei diventato vigile del fuoco da poco, ma lo sarai per sempre nei nostri cuori. Ciao Mirco, riposa in pace». Sul sito si leggono anche le condoglianze del distaccamento di Livigno «È difficile trovare le parole quando succedono queste disgrazie impreviste. Una caloroso abbraccio e le più sentite condoglianze alla famiglia» e quelle del gruppo di Edo- lo che ha dedicato a Mirco la preghiera della protettrice Santa Barbara. La foto per la cerimonia di fine corso dei vigili del fuoco volontari, Mirco è il primo a sinistra in prima fila Il ricordo del sindaco Anche il sindaco di Lovero Anna Saligari ha ricordato Mirco, postando una foto che lo ritrae accanto al comandante provinciale Biffarella. «Ero intervenuta come presidente della Comunità Montana di Tirano all’inaugurazione del mezzo dei vigili del fuoco di Grosotto nel dicembre 2014; con il comandante Biffarella avevamo apprezzato l’entusiasmo di Mirco che voleva diventare vigile del fuoco» ricorda la Saligari, che ha scritto queste parole « Eccoti li, caro Mirco, seduto accanto al comandante a cui avevi appena confidato il tuo sogno di diventare un vigile del fuoco. Tuo padre e tuo fratello sono state per te un grande esempio e un modello da seguire. Dopo tanto impegno e tanto studio quel sogno è diventato realtà. Sono certa che i tuoi genitori siano stati fieri di te. Poi un istante fatale ha spezzato i tuoi sogni e la tua giovane vita e alla gioia è seguita una disperazione profonda. Tu che eri esempio per tanti giovani, tu che avevi deciso di mettere la tua vita a disposizione degli altri, aiutaci ancora. Vigila su tutti noi da lassù». I primi interventi di soccorso dopo l’incidente di sabato pomeriggio Mirco con don Romano e gli amici dell’oratorio Mirco Robustelli Della Cuna Coi i voucher solidali anche i migranti potranno lavorare dove un volontario è presente nella giornata di mercoledì dalle 17 alle 18.30 per fornire le adeguate spiegazioni, oppure contattare il 339.7952324 oppure il 347.1108283. «È un’occasione per riconoscere a queste persone richiedenti asilo – si legge nel volantino che pubblicizza l’iniziativa –, autonomia e dignità oltre che utile alla creazione di reti sociali e la base per raggiungere un reddito autonomo». Un’iniziativa in linea di massima accolta favorevolmente dalla popolazione che i questi mesi ha accettato la convivenza con i migranti. Molte infatti le persone che, a vario titolo, si sono prestate gratuitamente per insegnare l’italiano, realizzare dei laboratori per i migranti, accompagnarli nello svolgimento di piccole attività come la sorveglianza dei bambini sui pulmini di scuola. Inevitabile anche qualche malumore: tra chi sottolinea che anche i residenti disoccupati sarebbero disponibili ad effettuare i medesimi lavori, a chi plaude all’iniziativa di Aprica ed auspica che anche Bormio si attivi per una raccolta firme. Bormio Tra le possibili mansioni il taglio della legna l’aiuto nei campi e la pulizia delle auto I ragazzi migranti ospitati a Bormio all’albergo “Stella” sono disponibili a svolgere piccoli lavoretti sul territorio. Mentre il comune di Aprica ha detto stop a nuovi arrivi e, grazie alla raccolta firme che ha raggiunto quota 807 non solo ha bloccato l’avvento futuro di migranti ma ha ottenuto anche lo spostamento di cinque persone, a Bormio è stata studiata una formula di accoglienza per favorire l’integrazione con la popolazione. Si tratta del voucher solidale promosso dalla biblioteca civica nell’ambito del progetto “Io … volontario per la cultura”. Tra le mansioni per le quali gli immigrati si sono resi disponibili rientrano l’aiuto nella predisposizione del terreno, la sarchiatura dell’orto e fienagione, il riordino ed il taglio della legna nonché di magazzini e solai, l’aiuto per traslochi, la pulizia di giardini, locali o autovetture unitamente ad interventi di manovalanza generica. In base alla richiesta saranno i volontari, che da quasi un anno seguono gli immigrati, a scegliere la persona più idonea per tale tipologia di lavoro. La modalità di lavoro tramite voucher è già stata sperimentata proficuamente da alcuni cittadini dell’Alta Valle. Gli interessati potranno rivolgersi alla biblioteca, D.Gur. Spettacoli 25 LA PROVINCIA LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 Evviva Morborock Sempre più grande E contagiosissimo Quintessence e Scenari d’arte “al caffè” Incontro al bar Il festival. Numeri record alla Colonia di Morbegno Qualità delle band ed eventi collaterali ricetta vincente E sempre più spettatori si offrono come volontari In anteprima al B.EST Rock Festival, l’associazione culturale B.Love presenta un appuntamento con AMA Loves Jazz all’insegna di musica e arte, sabato 4 giugno alla terrazza del Bar Cafè Traversi di Berbenno, luogo storico per gli appassionati di questo genere musicale. Ci sarà un aperitivo a buffet con l’esposizione artistica di G. dalle 20 e, a seguire, un concerto di The Quintessence, giovanissimo quintetto col jazz ispirato alla musica di Lennie Tristano e formato da Andrea Jimmy Catagnoli (sax alto), Arturo Garra (clarinetto e clarinetto basso), Yuri Bascaro (chitarra), Vito Zeno (contrabbasso) e Toni Boselli (batteria). E’ stato proprio Boselli a volere questo progetto, come omaggio alla figura e alla musica di Tristano e di tutti i musicisti che hanno contribuito a fondare la sua scuola. G, giovane artista di Berbenno, espone i suoi Scenari Inconsci (al caffè) realizzati appunto con tracce di bevanda sparse su tela a comporre visioni personali, facendo scontrare luoghi reali con luoghi della mente. Il B.EST (Berbenno Estate) e l’associazione B.LOVE che lo organizza, non esisterebbero se prima non ci fosse stato AMA, la rassegna che per anni ha portato a Berbenno il più grande jazz italiano ed internazionale, promossa dall’associazione Mongiardino (nata nel 1995 a Berbenno) fino al 2008. I giovani della B.Love intendono così omaggiare e riconoscere l’operato di chi, prima di loro, ha aperto Berbenno alle porte dell’arte e della musica, tracciando una strada importante che loro intendono seguire. MORBEGNO STEFANO BARBUSCA Il “Morbo” s’è diffuso e quest’anno ne ha contagiati più di tremila. Dopo il miglior venerdì di sempre, sabato il Morborock ha fatto il bis di musica e presenze sabato sera. Più “Morbo” per tutti Mentre sul palco si sono fatti Motta sul palco: un trionfo 1 Serate super venerdì e sabato: in tutto sono stati più di tremila i presenti 1 Molto apprezzati i brani di Motta, uno dei musicisti emergenti del rock italiano valere Motta (i suoi pezzi sono stati per molti la sorpresa più bella delle due serate), The smudjas, Edless e Phill Reynolds sul palco, nel resto della Colonia fluviale il bello del “Morbo” s’è declinato in tanti altri modi. Stand con prodotti dell’artigianato creativo - soprattutto locale -, pensieri messi su libri e segnalibri, esperienze associative e voglia di costruire relazioni e distribuire emozioni a un pubblico di tutte le età. Il festival firmato Lokazione Aps in collaborazione con Arci Demos e patrocinato da Comune di Morbegno, negli anni è cresciuto esponenzialmente, guadagnandosi di diritto un posto fisso fra gli appuntamenti più apprezzati e seguiti della scena locale, come dimostrano le oltre 2000 partecipazioni dell’edizione 2015. Quest’anno c’è stata una notevole crescita. Più generazioni «Stiamo diventando grandi e puntando verso un’esperienza che coinvolga più generazioni - ha sottolineato Domenico Buzzetti, vicepresidente di Lokazione -. Nel pomeriggio i più entusiasti sono stati i bambini che hanno partecipato ai laboratori artistici, dipingendo case di cartone con i propri pensieri. Non c’erano indicazioni, ma alcuni hanno disegnato il Morborock. Buon segno, eh. Poi è toccato alle fami- glie che hanno cenato col sottofondo musicale e naturalmente è arrivata l’ora del rock». La pioggia ha solo sfiorato la festa e non ha spaventato nessuno, la vicinanza di un’altra manifestazione musicale praticamente non s’è sentita. «Si cresce di anno in anno, sia a livello di qualità delle band, che è l’ingrediente principale di un festival rock, sia come apprezzamento del pubblico – aggiunge il presidente di Lokazione Marco Passerini -. È uscito il grandissimo affetto che il popolo del “Morbo” nutre per quest’iniziativa. Ogni anno ci sono spettatori che ci chiedono d’entrare a far parte del gruppo di volontari». L’idea degli organizzatori – impegnati da novembre a maggio - è quella di dedicare delle maggiori risorse alle band. «Finora sarebbe stato troppo rischioso puntare su artisti di rilievo nazionale, anche se abbiamo coinvolto musicisti bergamaschi, genovesi, trevigiani, milanesi e fiorentini. Quest’ultimo caso è quello di Francesco Motta, che negli ultimi mesi dopo la pubblicazione del primo disco da solista è diventato uno dei volti emergenti del rock italiano, tanto che è finito anche nelle recensioni di riviste e siti specializzati. Venerdì era al MIAMI, la sera dopo al “Morbo”». Il palco Gli appuntamenti si snodano nei luoghi attraversati dall’Adda: parchi, ville e l’Ecomuseo Leonardesco Uno degli spettacoli in programma, “Teatro senza filtro” Acel Service Giovanni Priore, sponsor della manifestazione, il Presidente della Provincia di Lecco Flavio Polano e i vari rappresentanti dei Gruppi Teatrali e delle Amministrazioni comunali coinvolti. Il connubio arte e territorio funziona, e di posti belli da valorizzare, ce ne sono moltissimi. Carichi si storia. Già dallo scorso anno è aperto agli spettacoli teatrali lo scenario Appuntamento sabato al Traversi con un’anteprima delle proposte di B.Love per il B.EST Rock Festival Due giornate di grande musica alla Colonia fluviale di Morbegno Il “Morbo” del futuro Il palcoscenico è privilegiato Sul fiume amato dal Manzoni La rassegna “I luoghi dell’Adda” si svolge dalla sua prima edizione nei luoghi attraversati dal fiume celebrato dal Manzoni nel suo addio ai monti. Sono il palcoscenico naturale ideale per ogni storia, quinte da favola: parchi, ville, i lungo fiume, gli spazi aperti offerti dai diversi Comuni che aderiscono all’iniziativa. Ai Comuni si aggiungono il Parco Adda Nord e l’Ecomuseo Leonardesco. Se ne ricavano vantaggi dal punto di vista turistico ambientale, in termini di promozione del territorio in generale, come hanno sottolineato in sede di presentazione il Presidente di Berbenno esclusivo del Convento di Santa Maria La Vite a Olginate, monumento storico riconosciuto dal Ministero dei beni culturali, le cui origini rimandano al XIII secolo. Zona fortificata, poi convento, centro rurale, filatoio, lazzaretto, poi nuovamente convento e, infine dal 1800, abitazione privata, il Convento di Olginate è stato restaurato dalla famiglia Podestà, attuale pro- Grande soddisfazione per gli infaticabili organizzatori SANDONINI Più di tremila le persone che hanno partecipato al festival prietaria del Convento, tra gli anni Settanta e Ottanta. La corte, spazio rurale della comunità, dove si incrociavano bambini e animali, dove si raccontavano le storie, non poteva mancare come palcoscenico naturale. I “Luoghi” andranno nella rustica e panoramica Corte di Giorgio ad Aizurro (frazione di Airuno). Così come porteranno gli spettacoli nel recentemente restaurato Monastero di San Calocero a Civate, che dalle sue origini, insieme alla basilica di S. Pietro al Monte, costituiva un unico complesso monastico benedettino, che risale al IX secolo. E ancora il complesso del Lavello a Coloziocorte. Da diverse edizioni della rassegna l’attracco dell’Addarella, imbarcazione che solca il fiume, è diventato un luogo imprescindibile, insieme agli ormai classici scenari del parco di Villa della Concordia a Robbiate e la campagnola Cascina Maria di Paderno d’Adda. E ancora la Chiesa romanica di Arlate, Villa Sandroni, Villa Comi e Casa Corazza. Unica incognita la pioggia. Nel caso di maltempo è già pronta l’opzione B. C. Sca. Paolo Redaelli Un cartellone ricco dedicato anche ai bimbi Divertimento Sabato prossimo a Monte Marenzo dalle 17.30 i “Racconti a briglia sciolta” di Ortoteatro Veniamo al cartellone per i più piccoli. Spettacoli collocati in giorni strategici, sabato e domenica, a scuole chiuse e famiglie libere di seguire gli spettacoli. Il primo di questi appuntamenti con “I luoghi dell’Adda” è sabato 4 giugno alle 17,30 con “Racconti a briglia sciolta” di Ortoteatro, con Fabio Scaramucci voce recitante e Fabio Mazza musica dal vivo. Lo spettacolo, in programma a Casa Corazza a Monte Marenzo (Sala civica in caso di pioggia), racconta il mondo fiabesco della tradizione popolare: animali che parlano, eroi dalle più diverse sembianze. Storie adatte a tutte le età. Al termine dello spettacolo sarà offerta una merenda a cura dell’Associazione Auser. Alla Chiesa romanica di Arlate, Calco (al Teatro San Vigilio in caso di pioggia), sabato 18 giugno alle 21,15 andrà in scena “Pollicino e l’orco”, la straordinaria storia di due nemici per la pelle, produzione Residenza IDra/Associazione Rebelot. Lo spettacolo, vincitore del Premio Festival Sant’Elpidio 2015, di e con Roberto Capaldo e Walter Maconi, tele dipinte di Biro, consulenza coreografica Enrica Fazi, è un sequel della celebre fiaba, una commedia brillante e poetica in cui i due personaggi si rincontrano constatando di essere entrambi diventati più “uomini”, di essere cresciuti. Al Parco Villa della concordia a Robbiate, venerdì 24 giugno alle 21,15 c’è una surreale bambina, la Fanciulla, che conduce gli spettatori in un suo personale viaggio all’inferno. C. Sca. Lunedì 30 maggio 2016 Redazione: corso Buenos Aires 54, Milano - Tel. 02 27799111 - Fax 02 27799537 · Pubblicità: SpeeD - Milano - Tel. 02 57577605 - Fax 02 57577630 COMO, SOTTO LA LENTE DEI MAGISTRATI LA RISCOSSIONE DI TRIBUTI È L’ORA DI CHIARIRE Mirco il ragazzo morto in un incidente Grosotto I pompieri in lacrime per Mirco BERGAMINI · All’interno OGGI STEFANO BRUNI COMPARE DAVANTI AL GIP PIOPPI · All’interno Mandello, scontro sul progetto dello svincolo della Super36 a Maggiana CASSINELLI · All’interno Busto Operazione sicurezza: vigilantes nei parchi FORMENTI · All’interno CRONACHE LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 SONDRIO E PROVINCIA ANCHE IL COMANDANTE PROVINCIALE DEL CORPO, GIUSEPPE BIFFARELLA HA ESPRESSO IL SUO CORDOGLIO Schianto fatale, il comandante «Ora sei vicino a Santa Barbara» LA TRAGEDIA Fatalità Il giovane si è schiantato contro un auto-articolato lungo la statale 38 dello Stelvio, nel territorio comunale di Bianzone Il sogno Sabato per Mirko e la sua famiglia avrebbe dovuto essere un giorno speciale Anche il papà Amanzio e il fratello Alex sono vigili del fuoco – GROSOTTO – «UN SOFFIO lieve e silenzioso ha portato via uno di noi. Corriamo sempre sulla strada quando c’è da aiutare qualcuno, ma oggi (sabato scorso, ndr) c’eravamo tutti su quel tratto di statale quando abbiamo sentito che era uno dei nostri». Il giorno dopo l’incidente in cui è rimasto ucciso Mirco Robustelli Della Cuna, il 19enne di Grosotto che aveva appena prestato giuramento nei Vigili del fuoco, il dolore è palpabile nella parole dei volontari del distaccamento del paese in cui il giovane viveva. Quello stesso distaccamento comandato da suo padre Amanzio, di cui è volontario il fratello Alex e in cui anche Mirco avrebbe prestato servizio. I ricordi sono carichi di amarezza, per una vita spezzata nel momento in cui aveva raggiunto un obiettivo inseguito con passione e determinazione: «Quella maledetta strada, che ti portava a casa felice di essere appena diventato un vigile del fuoco, ti è stata fatale – aggiungono i volontari –. A tutti noi rimarrà il ricordo di e la tua divisa nuova lì in quella vettura. Sei diventato vigile del fuoco da poco, ma lo sarai per sempre nei nostri cuori». Grande dolo- •• IL MESSAGGIO «Mirco rimarrai nei nostri cuori»: l’addio dei pompieri al giovane morto di ALESSIA BERGAMINI V re e vicinanza alla famiglia Robustelli Della Cuna è stata espressa, sin dai primi istanti, anche dal comandante provinciale del Corpo, ingegner Giuseppe Biffarella. «CIAO Mirco, ti avevo lasciato stamattina stringendoti la mano perché da oggi eri anche tu un pompiere volontario del distaccamento di Grosotto, come tuo padre e tuo fratello, e facevi parte della grade famiglia dei Corpo nazionale dei Vigili del fuoco – ha scritto in un messaggio –. Un sogno a lungo accarezzato... Ma sei stato con noi solo per un giorno, poi il destino ha spezzato in un at- timo i tuoi sogni e la tua giovane vita, gettando tutti noi in un profondo sconforto. Vogliamo ricordarti come nelle foto che abbiamo fatto insieme al gruppo dei tuoi colleghi e non nelle immagini strazianti dell’incidente. Sono convinto che da quel momento sei vicino a Santa Barbara, la nostra protettrice, e fai il pompiere guardandoci da lassù». Il ragazzo era anche molto amato nel suo paese, dove frequentava l’oratorio ed era un punto di riferimento per i più giovani. Grandissimo il dolore dei coscritti del 1996 e dei tanti amici. La data dei funerali sarà fissata nei prossimi giorni. CASTIONETTO DI CHIURO Precipitato nel dirupo: è un 60enne – CASTIONETTO DI CHIURO – È STATO recuperato nella tarda serata di sabato il corpo senza vita di Walter Della Ferrera (nella foto), 60 anni. L’uomo è stato individuato in una scarpata, poco distante dalla sua vigna, a Castionetto di Chiuro, nella quale è caduto per una ventina di metri, probabilmente dopo aver accusato un malore. L’allarme per il mancato rientro a casa del valtellinese, originario di Chiuro ma residente a Ponte Valtellina, era scattato attorno alle 21.30. L’auto dell’uomo era ancora nei pressi del vigneto e quindi le ricerce si sono concentrate nella zona. Sul posto sono stati inviati i Vigili del fuoco e gli uomini del Soccoso alpino, insieme al personale del 118. Nonostante l’impegno dei soccorritori la vicenda si è conclusa nel peggiore dei modi, con il ritrovamento dell’uomo, ormai privo di vita, in una zona impervia. Una volta ottenuto il nulla osta, sono iniziate le operazioni di recupero della salma, che si sono protratte fino a notte. Dell’accaduto sono stati informati i carabinieri di Sondrio che hanno effettuato gli accertamenti del caso. A.B. in breve ‘Camminata accessibile’ con tre associazioni Vettura si ribalta sulla Statale 38 Ferita una 73enne Sondrio Piantedo ·LE ASSOCIAZIONI I Dolcissimi (associazione sportiva dilettantistica), Valtellinaccessibile (progetto dell’associazione tecnici senza barriere onlus che da tempo si occupa di abbattimento barriere architettoniche) e AltRaValtellina (aps per la promozione del turismo responsabile) propongono la camminata accessibile a tutti che si effettuerà a Sondrio il 2 giugno. ·SOCCORRITORI al lavoro, attorno alle 12.45 di ieri, lungo la carreggiata nord della statale 38, al confine fra Piantedo e Colico, in seguito al ribaltamento di una vettura. Per prestare assistenza alla donna di 73 anni coinvolta nel sinistro sono intervenuti i Vigili del fuoco di Bellano. Sul posto anche Polstrada e 118. Le condizioni della donna sono fortunatamente apparse meno gravi di quanto temuto inizialmente. Successo per il Festival dedicato alla bresaola Sondrio ·TANTI visitatori sabato, ma anche ieri nonostante la pioggia al «Sondrio Bresaola Festival 2016». Organizzato dal Comune di Sondrio, in collaborazione con il Consorzio Bresaola di Valtellina, il Distretto Agroalimentare della Valtellina e l’Unione Commercio. Apprezzati stand gastronomici e le tante attività collaterali. In tanti al concerto benefico di Van De Sfroos Colorina ·LA PIOGGIA non ha sconfitto la solidarietà. Molti i fan che ieri pomeriggio, ai laghetti Coccinella di Colorina, sono accorsi al concerto del cantautore laghée Davide Van De Sfroos in ricordo del piccolo Matteo Aili, scomparso a soli 12 anni, nel 2011, per una grave malattia. Parte del ricavato verrà destinato alla costruzione di Casa Matteo, per piccoli degenti.