Comments
Transcript
Manduria: quelle Lacrime che ungono il cuore!
Luglio/Agosto 2015 - Anno VI° FOLLOW US ON FACEBOOK! “Piccoli figli della Vergine dell’Eucaristia” Copia Gratuita Manduria: quelle Lacrime che ungono il cuore! “Bisogna lavorare molto per salvare lo spirito dei Miei figli” (30 aprile-1 maggio 1995) Tanto è stato fatto ma poco è stato recepito o non si è voluto capire … Lacrimazione Maggio 2015 Spesso è impossibile far “tacere la voce del cuore”. Una voce che risuona e che, quasi senza accorgersene, esce dalle labbra come un alito di vento porta una brezza leggera. Tacere ciò che è a tutti destinato, rende responsabili dell’agire di Dio in mezzo agli uomini. Chi ha “visto e udito” non può esimersi dal dare testimonianza dei fatti accaduti. Dal 17 al 24 Maggio 2015 lacrime di olio hanno bagnato e rigato il volto della Vergine Santissima. Chi ha assistito a questo fenomeno non ha potuto che constatare la dolcezza del Suo volto. I Suoi occhi lucidi e luminosi hanno colpito nel profondo il cuore di ognuno. Nel silenzio del pianto i cuori ne hanno tratto coraggio ed abbandono nel proseguire la missione a cui sono stati chiamati perché tutto si compia secondo i piani Divini. Un forte abbraccio materno sembrava circondare il cuore donando pace e consolazione per le tante prove che attraversano il Messaggio. Come sappiamo Debora è in obbedienza al Vescovo di Oria e non può più parlare a causa del divieto ma ha solo detto che la lacrimazione di olio è un avvertimento e che bisogna intensificare la preghiera per i mesi che verranno specie quando da Ottobre si correrà il pericolo più grande. Sappiamo dalle ultime notizie come la società e l'umanità intera sia minacciata da ideologie contrarie alla morale (teologia del gender, utero in affitto, matrimoni omosessuali, ecc) ma anche da "invasioni straniere" che sono alle nostre porte e che, approfittando del clima di torpore in cui versano i cuori che sembrano ormai abbandonati ad ogni sorta di "evoluzione della società", si insinueranno nelle nostre città condizionando le nostre vite soprattutto quelle "spirituali". Fiumi di parole la Vergine dell'Eucaristia ha (Continua a pagina 2) “The Marians Magazine” è disponibile on-line su www.giovanipromanduria.org e su www.manduriapparitions.blogspot.com renti popoli (ricordiamo la conversione di alcuni musulmani nei primi anni di queste apparizioni) ed ora … ... Lo riceveranno per lenire ferite profonde e lancinanti! Si operi a questo fine: che la Sorgente di Olio Santo giunga con la Sua Immagine con il testamento della grande Unità tra i cristiani ed uomini. Viene l’ora della più aperta testimonianza al Mio Nome. Sono davanti a voi per ricevere il vostro atto di fiducia! Nuove tormente si abbatteranno sulla Chiesa, ma a colui che è dato di tenere fisso il timone della nave IO SONO dico: resta dritto sui sentieri indicati dal Martire di sangue e di neve (Giovanni Paolo II ). Si solleverà il fetore dei falsi pretesti religiosi perché i “figli del detto profeta” (Maometto) stanchi dell’oppressione di sé stessi sfogheranno con ira i loro mali verso ogni popolo d’occidente". (Gesù a Debora, 6.01.2006) (Continua da pagina 1) speso in questi lunghi anni per la conversione dei cuori e specie negli ultimi messaggi troviamo acutizzarsi ancora di più il Suo profondo dolore per l'umanità sorda e cieca. Meditiamo dunque silenziosamente nel nostro cuore questo pianto lasciandoci ungere dalle Sue Lacrime oleose come segno di perfetta consacrazione a Lei, come balsamo per le ferite del nostro cuore, come fonte di forza e coraggio per le prove che verranno e sostegno per la testimonianza di quel Messaggio di Riparazione che "non è ancora terminato"... "... Oggi desidero che mi ascoltiate seriamente perché menzogna e uccisione non vi siano tiranne per oltre un devastante decennio. Il Signore non vi ha abbandonato e per questo cari figli rispondete con bontà e fiducia perché Lui può evitarvi un terribile castigo che si prepara a sopraggiungere nel prossimi mesi. Se solo si fosse dato ascolto all’implorazione delle Mie lacrime! Non rifiutate il Mio aiuto e pregate, riparate, offrite molto per coloro che diffondono il male con la tentazione del giudizio. Vengo cari figli per chiamare a salvezza il numero più alto di anime e temo per quelle che, coprendo di derisione le Mie parole, non vogliono cambiare vita..." (12.10.2010) Il Mediterraneo “infuocato” "... Immensa è la Mia tristezza perché l’uomo non ha voluto accettare l’invio della Santissima nel Cuore del Mediterraneo. I fuochi stanno per accendersi e i grandi conflitti annunciati con i sigillati messaggi stanno per avere luogo. Grida al mondo il pericolo di due grandi calamità che il Padre permetterà nei vostri giorni. La prima: quella naturale ed improvvisa come segno che lo spostamento dell’asse della terra determinerà ogni realtà; la seconda: la permissione divina davanti all’insorgere di nuove fiamme disastrose coincidenti con l’esasperato progetto dell’antico Serpente di invadere e conquistare. L’odio sarà fomentato da pretesti religiosi e come un tempo i cristiani testimonieranno di esserMi fedeli davanti al teatro di morte: decine di sacerdoti glorificheranno la Chiesa offrendo sé stessi per il dialogo, per l’unità, ma viene l’ora in cui la luce della Mia Croce sarà offuscata e diverrà la fiaccola della loro aggressione. Così annuncia che un grande silenzio viene su tutta l’umanità e a molti sembrerà che Dio non veda e non ascolti più! Mai come in questa “Notte” il Tre volte Santo vi sosterrà con la Sua mano perché siate forti nella purificazione e fedeli nella tribolazione... ...Verrà l’ora di un nuovo martirio in cui sarà trafitto il Cuore di Lei (della Madonna) barbaramente. Io L’ho mandata per essere Sentinella ed Arco di Pace tra i popoli del Mediterraneo. Il Suo Cuore ha donato l’Olio perché in esso si riconoscessero diffe- "... Cari figli, vengo perché si compia in questo lembo di terra il progetto di Dio L'ora e tarda figli Miei e vengo con la supplica di una Madre: riparate perché un doloroso evento si affaccia sulla vostra nazione. Prego per voi e intercedo per voi: benedico nel nome di Mio Figlio Gesù questa Diocesi e da qui la Mia Chiesa, il Mio Papa. Restate davanti a Gesù Eucaristia e stringetevi al Suo Amore Misericordioso perché Lui può perdonare i peccati ed attenuare le sofferenze che vi attendono. Sono in ansia per voi figli amati che avete lasciato cadere invano le Mie lacrime. Accoglietele adesso perché esse sono di olio consolatore e raddolciscono le amarezze che vorrebbero separarvi da Dio. Pregate e non dite il male perché Io sarò con voi per testimoniarvi la Mia Presenza in Manduria..." (25.03.2011) Tratto da www.giovanipromanduria.org 2 Risurrezione e non medita il Redentore morente nelle tenebre del Venerdì Santo. Non avrei avuto Risurrezione se non avessi patito la morte, e non avrei compiuto la Redenzione se non avessi avuto il martirio. Stolto colui che pensa la gloria di Maria e non medita a come Ella giunse alla gloria. Il frutto del Suo seno, Io, il Cristo Verbo di Dio, ha straziato il Suo seno. E non capite malamente le Mie parole! Non l’ho straziato umanamente. Ella era superiore alle miserie umane, su Lei non era la condanna di Eva, ma non era superiore al Dolore. E il Dolore grande, maiuscolo, sovrano, assoluto, è penetrato in Lei con la violenza di una meteora che precipita dal Cielo nel momento stesso in cui Ella conobbe l’estasi dell’abbraccio con lo Spirito creatore. Beatitudine e dolore hanno stretto in un unico laccio il cuore di Maria nell’attimo del Suo altissimo “fiat” e del Suo castissimo sposalizio. [485] Beatitudine e dolore si fusero in una cosa sola come Ella era divenuta una cosa sola con Dio. Chiamata ad una missione di Redentrice, il dolore superò sin dal primo momento la beatitudine. Questa venne alla Sua Assunzione. Congiunta allo Spirito di Sapienza, Ella ebbe rivelato dallo Spirito quale futuro era riserbato alla Sua creatura, e non vi fu più gioia, nel senso abituale della parola, per Maria. Ad ogni ora che passava, mentre Mi formavo attingendo vita al Suo sangue di madre-vergine, e nascosto nel profondo avevo inenarrabili scambi di amore con la Madre Mia, un amore e un dolore senza paragone si alzavano come onde di un mare in tempesta nel cuore di Maria e la flagellavano con la loro potenza. Il cuore di Mia Madre conobbe il morso delle spade del dolore dal momento in cui la Luce, lasciando il centro del Fuoco Uno e Trino, penetrò in Lei iniziando l’Incarnazione di Dio e la Redenzione dell’uomo; e quel morso crebbe, ora per ora, durante la santa gestazione: Sangue divino che si formava con una sorgente di sangue umano, Cuore del Figlio che pulsava al ritmo del cuore della Mamma, Carne eterna che si formava con la carne immacolata della Vergine. [486] Più grande il dolore nel momento in cui nacqui per essere Luce ad un mondo in tenebre. La beatitudine della madre che bacia la sua creatura si cambiò in Maria, nella certezza della Martire che sa più prossimo il martirio. Benedetto il frutto del tuo seno. Sì. Ma Io, a quel seno che meritava tutta la gioia destinata a un Adamo senza colpa, ho dovuto dare Il Sangue del Redentore e le Lacrime della Corredentrice Dice Gesù: «“Benedetto il frutto del tuo seno”. La maternità divina e verginale rende Maria seconda soltanto a Dio. Ma non soffermatevi a guardare unicamente la gloria di Maria. Pensate cosa le costò conseguire quella gloria. Stolto colui che guarda il Cristo nella luce della (Continua a pagina 4) 3 figli di Dio. E se si può dare una norma, sappiate che Io, Dio, non reputo sminuire Me stesso nell’amare con infinito e venerante [489] amore la Madre mia, della quale vedo la natura Immacolata, opera del Padre, ma anche ricordo la vita martirizzata di Corredentrice, senza la quale Io non sarei stato Uomo tra gli uomini e vostro Redentore eterno.» (Continua da pagina 3) tutto il dolore. E per voi. Per voi la pena di addolorare Giuseppe. Per voi il puerperio fra tanto squallore. Per voi la profezia di Simeone che Le rigirò la lama nella ferita, ribadendo e acutizzando il morso della spada. Per voi la fuga in terra straniera, per voi le ansie di tutta una vita, per voi gli affanni di sapermi evangelizzante e perseguitato dalle caste nemiche, per voi lo spavento della cattura, il tormento della molteplice tortura, l’agonia della Mia agonia, la morte della Mia morte. Sono stato raccolto sul seno che m’aveva portato con una pietà quale più non poteva essere; ma, in verità, vi dico che tra il Mio cuore fermo al moto vitale e squarciato dalla lanciata, e quello della Afflittissima che mi teneva in grembo, non vi era differenza di vita e di morte. Il cuore di Maria ed il Suo seno erano uccisi [487] come ero ucciso Io, l’Innocente. Ai miracoli connessi alla Redenzione, noti ed ignoti, palesi a tutti o rivelati ai privilegiati, aggiungete anche questo: del continuare della vita in Maria per opera dell’Eterno dopo che il Suo cuore fu spezzato dal e per il genere umano come quello del Figlio Suo Gesù. Voi, che non sapete e non volete sopportare il dolore, lo pensate che dolore sarà stato quello della Benedetta, dell’Immacolata, della Santa, portare in sé un cuore lacerato, morto, abbandonato, e vedere sul Suo seno raccolto un corpo senza vita, straziato, sanguinoso, livido, che è stato il corpo del Figlio, la Carne della Sua carne, il Sangue del Suo sangue, la Vita della Sua vita, l’amore del Suo spirito? Voi mi avete avuto perché Maria ha accettato, trentatré anni prima di Me, di bere il calice dell’amarezza. Sull’orlo della coppa che ho bevuto fra sudori di sangue, ho trovato il sapore delle labbra di Mia Madre, e l’amaro [488] del Suo pianto era fuso col fiele del Mio sacrificio. E, credetelo, di farla soffrire, Lei che non meritava il dolore, è stata per Me la cosa più costosa. L’abbandono del Padre, il dolore di Mia Madre, il tradimento dell’amico in cui erano tutti i tradimenti dei futuri, ecco le cose atrocissime del Mio atroce strazio di Redentore. La lanciata di Longino in un organo ormai insensibile al dolore è un nulla al paragone. Io vorrei che per il dolore che ha straziato Mia Madre per voi, voi le deste amore. Amore grande, tenerissimo, di figli verso la più perfetta di tutte le madri, la Madre che non ha ancora cessato di soffrire piangendo lacrime celesti sui figli del Suo amore che ripudiano la casa paterna e si fanno guardiani di bestie immonde: i vizi, anziché restare figli di re, (tratto dal quaderno n. 4 del 1949 di Maria Valtorta - Ed. CEV) “… Chi soffre, ama. Questa è la frase Mia! Per ogni sofferenza di un’anima, ve n’è un’altra che si salva. Ecco perché è stato necessario che Io Mi immolassi e versassi fino all’ultima goccia del Mio Divino Sangue! È stato per ognuna delle vostre anime. Dall’Albero, dal palo, dalla Croce: Io ho vinto e tutti attraggo. Pure voi siete destinati a vincere soffrendo. Satana non può nulla, quando accettate il dolore come offerta a Me. I suoi giochi di scoraggiamento falliscono e nello stesso tempo ecco tagliato il traguardo della gioia. Non state tanto a pensare: tutti quelli che amano, devono soffrire per essere uguali a Me e questo amore che è nel cuore, immediatamente si gonfierà della potenza del Mio Spirito che, su chiunque alitato, mostrerà il prodigio. Non siete felici che vi ho scelto a partecipare come intermediari di questo piano salvifico? Io vi dico: gli Angeli ne sono sorpresi. Allora coraggio: la Vergine Madre Mia e vostra vi insegnerà come vivere il dolore nella gioia dello Spirito. Chiedete a Lei. Nessuno come Lei è stata degna di chiamarsi “Corredentrice”: Colei che attua con Me la Redenzione! Riflettete pure su quanto ora vi ho detto…” (Gesù a Debora 29 Novembre 1995) 4 La Vergine dell’Eucaristia e… … il senso spirituale di Manduria Suoi piedi, ha smesso di essere un campo come tutti gli altri e da quel momento è diventata un lembo di cielo, un Paradiso in mezzo a noi, sicché da tutto il mondo vengono a chiedere le Grazie e le ottengono, perché il Signore non è sordo e ama distribuire i Suoi doni, la Sua Misericordia come vuole. Grande Tesoriera di tutta questa ricchezza da distribuire è Lei, nostra Madre. E in questi nostri giorni la vuole distribuire maggiormente perché come la Grazia è tanto presente, così sovrabbonda anche il peccato e l’azione nefasta del demonio. (…) Quindi come abbiamo detto prima: entrando in Celeste Verdura, noi abbiamo la sensazione di un rapimento, cioè i problemi ci sono sempre davanti, ma sentiamo uno stato di leggerezza spirituale. È come se un bel momento questi problemi non fossero più nostri, ci venissero incontro ma non ci pesassero più come quando siamo entrati. Ed è questo l’ “accompagnare” della Madonna. È come se la Mamma ci dicesse: “Vedi, entrando in questo luogo Io ti faccio sentire quello che ti ho detto 100 volte nei messaggi”. Se tu vuoi realizzare il Suo Messaggio, trasporta la realtà di Celeste Verdura dove vivi e dove sei. In effetti la Madonna, in tutti questi anni, ha voluto che ci muovessimo per estendere questo richiamo perché molti luoghi del mondo diventassero irradiazione del Suo Messaggio, perché questo Messaggio fa bene, questo Messaggio è importante, questo Messaggio serve alla Chiesa. Vedete, dove arriva la parola di Maria SS., viene accolta con spirito di umiltà da laici, da sacerdoti, da persone qualsiasi, semplici. La Madonna crea un “giardino” e lì dà anche abbondanza di doni, abbondanza di sacerdoti, abbondanza di vocazioni. Tutto è abbondante dove c’è la Madonna, perché Lei è la Sposa della Provvidenza. Ecco perché per noi è veramente importante capire che il Messaggio di Manduria non è un Messaggio che resta soltanto attaccato ad altri come fosse una collana entro cui sono infilate tante perline. È un astro! Questo Messaggio riluce nel Progetto di Dio, perché vuole arrivare al “centro” della Chiesa… oggi malata! La più grande patologia nostra, dei cristiani ormai ridotti a un numero così esiguo, che se ci saltano addosso non sappia- Il giardino della Celeste Verdura C ercando di penetrare il Messaggio di Manduria - che giunge alla fine di questo ultimo secolo, e le Apparizioni sono ancora in corso nonostante che il 23 ottobre 2005 si sia conclusa l’ultima Apparizione pubblica - la Madonna sta chiedendo in questi ultimi mesi di aumentare riparazioni, sacrifici e penitenze, e vuole estendere questa richiesta a bambini e famiglie, perché il grande Progetto della Madonna si deve realizzare. Questo è il momento in cui la Signora ha messo la “quarta”. È il momento in cui c’è l’accelerazione dello Spirito Santo, ed è per questo che coinciderà con l’accelerazione del demonio. (…) (…) Manduria è parte di questo Programma che Gesù e Maria, insieme allo Spirito Santo hanno scritto, perché questo nostro mondo emerga dalla melma in cui, dopo tanti secoli di storia, inevitabilmente si è ritrovato. (…) Non dobbiamo pensare a Gesù come ad un personaggio “storico”, ma dobbiamo camminare con Lui, altrimenti questa nostra vita va impoverendosi sempre di più, perché di Lui ne abbiamo solo un pallido riflesso e quindi di conseguenza non diamo la possibilità al Signore con il nostro atto di fede di cambiare e quindi di accompagnarci in questo “passaggio” importante della storia. In diverse altre occasioni ho voluto ribadire quanto la Madonna ha riferito: chi ha fatto l’esperienza della Celeste Verdura ed è venuto a sporcarsi i piedi, ne è uscito purificato e ha fatto l’esperienza della “cappa di cristallo” (noi la chiamiamo così), cioè l’esperienza di entrare in una dimensione che non appartiene a questo mondo. Infatti Celeste Verdura, da quando la Signora ha poggiato i (Continua a pagina 6) 5 (Continua da pagina 5) mo nemmeno proteggerci per quanto siamo diventati pochi. (…) (…)Da dove la chiesa può essere salvata? Innanzitutto se è vero che la Chiesa è una, santa, cattolica, apostolica, innanzitutto la deve salvare dalla divisione. E noi all’interno siamo divisi con le Chiese sorelle, siamo divisi in tante fazioni, siamo divisi all’interno della gerarchia. Siamo ancora ad un livello talmente preistorico che c’è ancora la diatriba teologica se accettare o rifiutare la Madonna come Corredentrice. Ma se lo sanno anche i bambini! È un problema teologico per chi si fa tanti problemi, per chi è lontano dalla semplice e umile Maria di Nazaret! E tutto è un problema, tutto è una tragedia! La nostra cara e tenera Vergine che non si fa tanti problemi nell’atto di mettere al mondo questo Bambino, non si chiede… non mette davanti a questo Disegno di Dio tutte le problematiche umane e, come oggi accade che appare anche S. Giuseppe insieme alla Madonna, ci occorre capire l’esperienza di Giuseppe che è un modello per noi importante da riscoprire. (…) Noi siamo cristiani, figli di Gesù ma anche sposi di Gesù, perché la Madonna è figlia del Suo Figlio. Se noi entriamo in questo linguaggio, in questa dimensione meravigliosa di Dio che non si attiene solo al linguaggio del sangue e della carne, ma va oltre, allora capiamo il senso spirituale dell’Apparizione di Manduria, altrimenti resta un fatto superficiale, resta una storia come tante. Così non deve essere, perché in questa storia ci sono altre storie che si intrecciano: bambini che hanno preso sul serio il richiamo della Madonna di offrire sé stessi come sacrificio, donne, uomini che pur essendo stati chiamati alla sofferenza hanno detto: “Gesù, io ci sto. Vengo a partecipare alle La Vergine dell’Eucaristia come appare a Debora Tue sofferenze per amore della Madonna e dei miei fratelli”. Questa comunione che ci fa essere “cattolici”. La Madonna a Manduria è venuta a richiamare i cristiani a questo senso “cattolico”, come diceva don Stefano, dilatato dall’amore universale. Solo così in questa dimensione circocentrica noi capiamo perché la Madonna si è dichiarata: “Io sono la Vergine dell’Eucaristia”. Noi siamo in questa dimensione circolare, entro cui tutto cammina: le nostre storie, le nostre tragedie, i fatti politici, tutto quanto fa parte della nostra esperienza di vita. (…) Da che cosa la Chiesa può essere salvata? Deve essere salvata da questo senso di insoddisfazione: la Chiesa è insoddisfatta! Quando diciamo Chiesa, non diciamo loro (N.d.R.: indica don Stefano) anche di loro…loro con noi . Questa Chiesa che non sa più dove collocare la propria esperienza e dove mettere la Vita, la presenza di Gesù. E a Manduria la Madonna dice: “Ma, cari figli, se voi continuate a tenerMi fuori dalla vostra esperienza, voi vivrete una vita inutile. Voi correte, venite, andate, costruite, ma piangete su voi stessi perché tutto quello che fate, lo fate senza 6 la benedizione di Dio”. Ed Ella come Vergine dell’Eucaristia intende dire a tutti quanti: “Cari figli, ricominciate a chiedere a Dio che vi benedica su ogni cosa che portate nel cuore”. Quando noi facciamo le cose a modo nostro e partiamo senza lo stadio della Grazia di Dio (lo dico a mie spese perché c o me vo i, a v e nd o fa t t o l’esperienza della Madonna, anch’io ho avuto i miei momenti di ribellione) sbagliamo e siamo infelici. A un certo punto della nostra vita siamo costretti a tornare indietro e ci rendiamo conto di aver perso tanto tempo. Così quando uno inizia un rapporto affettivo con qualcuno e parte col piede sbagliato solo chi ama Gesù, Lo fa trionfare; gli altri non servono a niente: fanno solo “riempimento” nella Chiesa. E la Madonna è triste per questo, perché ciascuno di noi rappresenta una chiamata: lo sviluppo di un Progetto di Dio. (…) Il “centro” dell’Apparizione a Manduria è questo atto di Riparazione che la Madonna vuole regalare al Padre, perché questi saranno i tempi del riconoscimento da parte dell’umanità della Signoria di Dio. La Madonna ha detto: “Gesù ha un grande Progetto: di ristabilire con l’uomo una tale e grande amicizia che durerà per molto tempo e ci saranno dei lunghi momenti di pace”. Il problema che la Madonna si pone è quello della famiglia, che, essendo portatrice di una grande forza trainante, è in una tremenda crisi. La Madonna è preoccupata per le nostre famiglie che versano in una situazione apocalittica! Quale apocalisse più drammatica di genitori che non si parlano più tra loro e di figli che preferiscono andare a morire un sabato sera o un venerdì sera lontani da casa, lontani dal focolare domestico? Il demonio esaspera le nostre fami(Continua a pagina 7) (Continua da pagina 6) glie, e vedete come in questi giorni noi “cadiamo” se non siamo attaccati alla Madonna. Non abbiamo la forza per resistere, perché le tentazioni, le guerre che sono mosse costantemente nei nostri confronti, sono di enorme portata rispetto alla nostra forza e alle nostre facoltà mentali. Se non ci armiamo fino ai denti della benedizione di Dio, noi non possiamo nemmeno uscire da casa nostra perché siamo fatti fuori subito. Allora come fanno i nostri figli ad andare verso questa società così violenta ed aggressiva, se non hanno dentro un fondo di sicurezza che parte dal cuore della famiglia? (…) La Vergine dell’Eucaristia a Manduria ci ha fatto capire che più ti avvicini a Gesù, più Gesù ti dona la croce. Fa parte dell’amore, della persona che ama: ti dà quello che ha. Gesù ti dà la Croce, ma la Croce di Gesù non è la croce nostra. La Croce del Signore è la libertà interiore, quella che ti fa morire anche dentro un lager senza sentirti in galera. E questa libertà, che P. Pio e tanti altri sentivano quando erano costretti in questa assoluta chiusura, è quella forza che ti fa dire: “Io vado nel mondo. Non pretendo di cambiarlo, ma il mondo non mi cambierà. Io ho le mie idee. Gesù mi ha detto… la Madonna mi ha insegnato…”. Ecco, cari amici, se voi incontrate la Madonna nei messaggi, voi siete persone diverse, non siete più costrette ad abbellirvi fisicamente per apparire diverse, perché in quel momento da voi nascerà una bellezza diversa, quella che va oltre l’ombretto, il mascara, quello che “maschera”, con cui vogliamo apparire un po’ meglio di quello che siamo. Ma guardate che se siamo brutti, pure col rossetto si vede, anzi certe volte è peggio. Quindi questi tratti della bellezza di Dio sono così profondi che una persona che resta “sopra”, superficiale, non conclude mai niente nella sua vita. (…) Prima abbiamo pregato le lacrime di sangue e di olio: non c’è niente di più profondo del sangue e dell’olio che penetra. E la Madonna ha usato questi due elementi per farci capire che il mondo può veramente avere grandi vantaggi se: a) fonda tutto sul Sangue di Cristo; b) si lascia condurre dall’azione dello Spirito Santo. Ma lo Spirito Santo non resta dove ci sono persone orgogliose, lo Spirito Santo non prega dove ci sono persone che seminano la zizzania, non resta là dove la comunità rinnega lo Spirito interiore e resta alla superficialità del Vangelo. Ecco perché le Apparizioni fanno male alla gente superficiale che dice: “Che necessità c’è di fare tanta penitenza, e magari di vegliare la notte?”. Non ci basta tutto quello che il demonio ci ha dimostrato! Lui, sì, che veglia e fa vegliare, avendo innalzato i “templi” della sua gloria. Lui sì invece è padrone della notte che ogni giorno porta al suo culto, mentre invece noi pensiamo stupidamente che Dio non abbia bisogno delle nostre penitenze. La Madonna nelle Apparizioni, e specialmente a Manduria, dice l’esatto contrario: penitenza, riparazione, sacrificio, sacrificio, sacrificio… “Il sacrificio di accettare tutto quello che abbiamo dentro casa nostra oggi - dice la Vergine dell’Eucaristia - è la più grande consolazione per Gesù”. Noi abbiamo un grande compito che Dio ci ha affidato, che è quello di prenderci cura delle persone che ci sono state affidate. Vedete, cari amici, come la nostra Italia e tante famiglie oggi vivono dentro la divisione più totale. Questa divisione è l’effetto della mancanza di fede. Dove ci sono famiglie che pregano e si sposano nel Nome di Gesù, anche se hanno momenti di caduta, si rialzano. Se in quella famiglia 7 c’è stata preghiera, la preghiera continuerà con i suoi effetti di benedizione. E anche se nella famiglia qualcheduno ha tradito l’altro, passerà un tempo, due tempi, tre tempi, alla fine Dio trionfa in quella famiglia. (…) La Madonna è venuta per dare una grande forza spirituale e quando ha detto: “Vengo nel cuore del Mediterraneo”, siamo certi che è venuta a piazzare un bastone di “fuoco” in un bacino che potrebbe diventare un bacino infuocato, un bacino dove un confronto con culture e anche religioni potrebbe diventare non un fatto positivo. Allora, amici miei, che ne sarebbe dell’Italia? Quello che noi non possiamo immaginare… Ma la Madonna già lo sa! Allora lasciamoci guidare. Quando vi domanderanno: “Avete conosciuto Manduria? Che cos’è Manduria?”, voi rispondete: “Manduria è il segno dell’Unzione della Madre. Io sono chiamato, dovunque mi trovi, a dire ai miei fratelli che la Madonna ha deciso che i cristiani si salveranno”. Mi dispiace per il demonio, ma accadrà come alla battaglia di Lepanto né più né meno, perché è Lei la Signora delle vittorie. Stralcio sulla meditazione di Debora a Nembro (Bg) 31.01.2009 (Testo integrale su www.verginedelleucaristia.net) Aspettando il Giubileo della Misericordia A Rom a c’è un uomo chiamato Fr ancesco. Con la sua disarmante e sapiente semplicità ha fatto tornare a vivere la Chiesa che non predilige un cristianesimo astratto, metafisico, dogmatico, ma incarnato nella realtà. Francesco è a Roma per riportarci sulle tracce di Cristo. Francesco, con i suoi segni così poveri e così ricchi e così arcani e così creaturali. Francesco cammina con la gente. È a Roma, per chi crede e per chi non crede. E a due anni dal Conclave dalla sua elezione, ora con il Giubileo della Misericordia, offre al mondo la possibilità di una completa revisione di vita. Francesco st a att uando la “Rivoluzione dello Spirito”. Dovevamo intuirlo dal primo giorno. Da quella scelta di chiamarsi così, nome simbolo di una chiesa dolente e missionaria. Il Signore disse a Francesco d’Assisi: “Va e ripara la mia casa che come vedi è tutta in rovina”. È quello che sta facendo Papa Bergoglio. Con il cuore sempre rivolto ai lontani, ai bisognosi, ai poveri. «Ho pensato a Francesco d’Assisi come uomo della pace e della povertà che ama e custodisce il creato – dirà dopo l’elezione – in questo momento noi abbiamo una relazione con il creato non tanto buona, dobbiamo migliorare. E poi vorrei una Chiesa povera per i poveri». Ora con una possente Enciclica, aspettando il Giubileo, papa Francesco, ci fa nuovamente intuire che, dentro quel nome, c’è la chiave per capire forse tutto un Pontificato. Siamo di fronte ad una figura di rottura che si propone di rilanciare una comunità in affanno, ma dalle radici possenti. Ci riuscirà? Ne siamo certi. Ad Assisi, l’altro Francesco, non si stancò mai di farlo. E non è che la sua opera, nonostante facesse miracoli, fosse meno impegnativa di quella in cui si trova ora a cimentarsi il nuovo Pontefice. Ma ci riuscì. Francesco d’Assisi oggi è uno dei santi più venerati nel mondo. Ora, a Roma, dunque, c’è Francesco che scalda i cuori e apre autostrade d’impegno, dentro e fuori la Chiesa. Corre sulle strade delle periferie geografi che ed esistenziali. Riempie le piazze, ma anche le chiese. Parole antiche come misericordia, verità, bellezza, bontà, riacquistano con lui un significato originario privo di sovrastrutture, ambiguità, strumentalità. «Cristo è il cuore della Chiesa », disse ai seimila cronisti che seguirono la sua elezione. E ora si appresta a vivere, e a farci vivere, il Giubileo della Misericordia. «Misericordia che è l’architrave – ha detto – che sorregge la vita della Chiesa». Aggiungendo: «È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati dalla misericordia divina». Per i giornalisti, un monito e una responsabilità 8 in più. Ne saremo capaci? «Voi avete la capacità di raccogliere ed esprimere le attese e le esigenze del nostro tempo ricordando però che gli eventi della Chiesa – disse papa Francesco nella prima udienza ai giornalisti – rispondono ad una logica che non è solo e nemmeno principalmente quella delle categorie politiche. La Chiesa è verità, bontà, bellezza». Il Giubileo per l’informazione è così un primo grande banco di prova. Ricordando che, come ammonì papa Francesco, «nuove culture continuano a generarsi in queste enormi geografi e umane dove il cristiano non suole più essere promotore o generatore di senso ma che riceve da esse altri linguaggi, simboli, messaggi e paradigmi che offrono nuovi orientamenti di vita spesso in contrasto con il Vangelo di Cristo». (Massimo Milone direttore Rai Vaticano) Tratto da www.sanfrancescopatronoditalia.it “… Dissi e dico: beati coloro che saranno misericordiosi con il loro prossimo, pronti a dare ciò di cui tutti hanno bisogno, ma tre volte beati saranno coloro che con Misericordia si volgeranno ai duri di cuore, ai lontani da Dio, agli inariditi come piante del deserto a causa d’Amore mancato più che un’oasi che si fa miraggio. Beati, sì beati, poiché della stessa Misericordia saranno ricoperti, come balsamo su un corpo d’un morto…” (Gesù a Debora, 8 marzo 1996) Oscar Arnulfo Romero La beatificazione di Mons. Oscar Arnulfo Romero è un’utile occasione per guardare alla sua diaconia e al suo martirio ricercando nella sua esperienMons. Oscar Arnulfo Romero za biografica il passaggio di Dio, la lenta e graduale opera della grazia divina e la risposta dell’uomo. Vita e tempi di un discepolo di Cristo che si presenta come paradigma profetico di una Chiesa sempre chiamata ad essere esperta in umanità. Cercando di scrutare il cammino della grazia divina nell’esistenza del sacerdote e vescovo salvadoregno, osserviamo che essa procede gradualmente, possiamo dire di luce in luce, avvalendosi anche dei rallentamenti, delle brusche frenate, dei cambiamenti di rotta rispetto a un’idea o una volontà di partenza che poi invece diviene altro. Quando accade tutto ciò è sempre buon segno, perché significa che si sta facendo la volontà di Dio e non la propria. E anche quando gli ostacoli provengono dal male, sono come riconvertiti in bene, nel senso che alla fine concorrono all’opera della grazia, operando purificazioni in chi ne è destinatario. Se ne incontrano diverse di queste situazioni nella biografia di Mons. Romero. In primis il suo amore per lo studio ma già a dodici anni l’interruzione a causa di una grave malattia; poi la percezione della chiamata al sacerdozio, ingresso al seminario minore ma anche qui si registrano rallentamenti e diverse interruzioni degli studi, per andare a lavorare e aiutare la numerosa famiglia (otto fratelli) che ha problemi economici. Una maggiore continuità si registra dopo i vent’anni: seminario maggiore a San Miguel e poi Pontificia Università Gregoriana a Roma. Cinque anni (1937-1942) nei quali è anche ordinato sacerdote (4 aprile 1942) ma poi una nuova interruzione. La guerra impone il ritorno in patria e non può completare gli studi dottorali. Un primo bilancio ci dice che se è evidente che la presenza di un dono divino sia sempre attaccato, è altresì vero che la grazia divina per opera dello Spirito, anche attraverso queste situazioni lo guida al dono di sé, a saper rinunciare ai suoi progetti e alle sue idee per accogliere quelli di Dio. Si apre quindi un nuovo tempo di vent’anni, dal 1942 al 1962 nel quale padre Oscar Romero sarà parroco prima ad Anamores e poi a San Miguel. Saranno anni di un servizio pastorale silenzioso e inevidente. Romero appare come un uomo mite, un uomo di preghiera. Si dedica alla sua gente, senza mostrare alcun impegno sociale, nessun attivismo, preferisce non sbilanciarsi e non imitare l’interventismo di altri suo confratelli nel sacerdozio, sebbene il suo paese fosse in preda ad una dittatura oligarchica che si professava cattolica ma calpestava i diritti dei poveri e degli ultimi. In questo ventennio il Vangelo e l’Eucarestia risultano essere i punti fermi della sua vita spirituale e poi risulteranno decisivi anche per orientare il suo servizio. La storia di Mons. Romero, come anche tante altre, ci mostra che tra Parola, Eucarestia e servizio c’è una circolarità costante e anche una sorta di “alleanza”, nella quale ogni elemento presente illumina l’altro e aiuta a ricomprenderlo in modo sempre più profondo, innescando processi di continua conversione. Se è vero che si parte sempre dalla Parola per poi giungere all’Eucarestia e poi al servizio, è vero anche che, con queste basi, la prossimità con i poveri consenta di tornare di nuovo alla Parola e poi all’Eucaristia con rinnovata consapevolezza, cioè con una più approfondita esperienza di Dio. E ancora il suo vivere e celebrare l’Eucarestia fra i poveri, come sorgente di consolazione, speranza e riscatto dalla loro oppressione sarà altresì motivo per un’ulteriore conversione. La mitezza di padre Romero e il suo tenersi fuori dai dibattiti sono attitudini ben viste da chi detiene il potere e considera il sacerdote come un tipo non pericoloso. Un profilo che evidentemente non dispiace anche alla chiesa salvadoregna che lo nomina nel 1966 come segretario della Conferenza episcopale del Salvador suscitando dissensi e proteste di una parte del clero che avrebbe voluto una persona diversa. Mons. Romero è considerato un conservatore ed esprime quel tipo di presenza ecclesiale, anche nel dibattito pubblico, che potremmo definire politically correct. Questo nuovo incarico tuttavia aumenta la sua esposizione pubblica, sempre molto discreta e limitata. La grazia agisce, ma rispetta i tempi dell’uomo, gli spazi della libertà personale di ognuno. Quattro anni dopo, nel 1970 viene nominato vescovo ausiliare e poi nel 1974 vescovo di Santiago de Maria. Da qui in avanti c’è un nuovo impulso, il contatto con i poveri, con gli ultimi, con gli oppressi, la conoscenza della realtà dei campesinos, contadini vessati e perseguitati dal governo, che tentavano di organizzarsi per reclamare condizioni di vita più umane e dignitose, getta nuova luce sulla Parola e sull’Eucaristia. Ma la persecuzione si fa più drammatica e nel giugno del 1975 a Tres Calles cinque di questi contadini vengono assassinati dalla guardia nazionale. Mons. Romero va subito ad incontrare la sua gente, entra nei poveri villaggi dei contadini, portan(Continua a pagina 10) 9 (Continua da pagina 9) do la consolazione della Parola e celebrando insieme a loro l’Eucarestia. Parola ed Eucaristia insieme ai poveri e agli oppressi mentre sul piano pubblico, scriverà una dura lettera al Presidente Molina. Trova diverse ferite da sanare e anche una collera da orientare e contenere. Ascolta la sua gente, apprende fatti drammatici. Molti di questi campesinos le notti dormono nei boschi, per timore di cadere nelle retate della guardia nazionale. Da dove iniziare se non dalla centralità della Parola di Dio? Una Parola per molti versi ancora inaccessibile alla gente, la Messa era in latino e la gente non capiva. Romero non offre un Vangelo contemplativo e la gente inizia a comprendere che il Regno di Dio inizia qui su questa terra, che si può fare esperienza di Cristo a partire dalla Sua Parola. Non però un Vangelo inteso come strumento per far politica, non sulla scia di una certa teologia della liberazione, ma più semplicemente come luogo e sorgente di consolazione, speranza e futuro. Nascono dei gruppi biblici o comunità di base. Oltre alla lettura della Bibbia, che è Parola di Dio, un cristiano fedele a questa parola deve leggere anche i segni dei tempi, gli avvenimenti, per illuminarli con questa Parola. (30.10.1977) Nel 1977 è nominato arcivescovo di San Salvador. Ma accade un fatto che determinerà un’inversione di rotta: il 12 marzo del 1977 viene ucciso in un agguato padre Rutilio Grande, amico sincero di Romero. Sacerdote gesuita impegnato nel promuovere gruppi di auto aiuto per i contadini vessati e oppressi, uno che condivideva la vita dei poveri incarnando il Vangelo. Un profilo che suscitava fascino anche per Romero che però fino a quel momento era apparso un po’ “frenato”. Dopo la morte dell’amico sacerdote, Mons. Romero avrebbe dichiarato: “Se non cambiamo ora non cambieremo mai”. Sta di fatto che il comportamento di Mons. Romero da adesso in poi cambia. Egli diviene voce di chi non ha voce, e inizia a denunciare in modo più visibile e socialmente più incisivo gli abusi dei potenti. Il funerale di padre Rutilio Grande è celebrato con una “misa unica” (Messa unica) alla quale partecipano tutti i sacerdoti della diocesi. Altri sacerdoti moriranno nel giro di pochi mesi. Romero incarica un pool di avvocati di fare delle ricerche per indagare su diversi contadini scomparsi: “Donde estan?” (Dove sono?) non ha timore di gridare ai capi militari. Si può parlare di un ulteriore passaggio della sua conversione. Chi conosce Romero lo descrive come una persona timida e mite, ma adesso le sue omelie sono dirette, sono fuoco, espressione di una “giusta collera”, quella verso le perpetrate ingiustizie. I suoi interventi sono inoltre trasmessi ogni domenica dalla radio panamericana e divengono un punto di riferimento per la gente che le attende con ansia. Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ha giustamente ricordato che l’omelia dev’essere la continuazione della Parola di Dio appena proclamata. Qualcosa del genere accade in quelle di Mons. Romero. Egli comprende che il cambiamento nasce dal primato della Parola, accolta nel cuore essa genera conversione e cambia i comportamenti dell’uomo anche a livello sociale. La custodia della Parola e un’ermeneutica sempre più realistica gli fanno concludere che «la persecuzione è qualcosa di necessario nella Chiesa … perché la verità è sempre perseguitata» e poi aggiunge «come disse Gesù Cristo: “Se perseguitarono me, perseguiteranno anche voi”. La Chiesa che compie il suo dovere non può vivere senza essere perseguitata». (Omelia 29.5.77) Questa consapevolezza dona consolazione e secondo Romero aiuta a delineare la vera identità della Chiesa, che egli vorrebbe “sempre più slegata dalle cose terrene, umane, per poterle giudicare con maggior libertà dalla sua prospettiva che è quella del Vangelo, dalla sua povertà”. (Omelia 28.8.77) La Parola aiuta a dare un senso a quanto sta avvenendo al popolo. Alla scuola della Parola la Chiesa stessa potrà vivere il Vangelo non come “strumento di potere”, poiché, ricorda Mons. Romero, «lamentiamo che in qualche periodo anche la nostra Chiesa sia caduta in questo peccato», ma, aggiunge «vogliamo essere la chiesa che porta il Vangelo autentico, coraggioso, di nostro Signore Gesù Cristo, anche quando fosse necessario morire come Lui sulla croce» (Omelia 27.11.77). Parole che lasciano intravedere come la grazia divina lo stia preparando al dono di sé. Un’esperienza che nasce quando ci si lascia inquietare e scandalizzare dal Vangelo. Romero ne parla con parole che richiamano non poco quanto dirà qualche anno dopo un altro martire, padre Pino Puglisi. «Una chiesa che non provoca crisi, un Vangelo che non inquieta, una parola di Dio che non solleva malumori – come diciamo volgarmente -; una parola di Dio che non tocca il peccato concreto della società in cui si sta annunciando, che Vangelo è? Considerazioni pietose, così buone che non infastidiscono nessuno… così molti vorrebbero che fosse la predicazione. E quei predicatori che per non molestare, per non avere conflitti e difficoltà evitano ogni cosa spinosa, non illuminano la realtà in cui si vive … il Vangelo che vale è la buona notizia che venne a togliere i peccati del mondo. » (Omelia 16.4.78) Nei suoi interventi insiste sempre più sulla “Chiesa dei poveri” che non cerca il compromesso o il soccorso dei potenti. Agli inizi del 1979 riceve le prime minacce, tant’è che il Presidente in persona gli offre una scorta, ma Romero così risponde in più occasioni: «Prima della mia sicurezza personale, vorrei sicurezza e tranquillità per le 108 famiglie degli scomparsi, per tutti quelli che soffrono» (14.1.79) e poi «il pastore non vuole sicurezza, finché non darete sicurezza al suo gregge» (22.7.79). Un altro significativo passaggio: «A cosa servono belle strade e aeroporti, belli edifici di tanti piani, se vengono 10 (Continua a pagina 11) (Continua da pagina 10) costruiti con il sangue dei poveri, che non ne beneficeranno?» (29.7.79). Un clima che si fa ancor più minaccioso nei primi mesi del 1980. Romero viene a conoscenza di essere in pericolo di morte, di essere fra coloro che potranno essere uccisi, ma sente altresì una forza ancor maggiore per la quale, proprio la vigilia del suo martirio, il 23 marzo del 1980, potrà affermare: «quello che faccio è uno sforzo perché tutto ciò che hanno voluto proporci il Concilio Vaticano II e le riunioni di Medellín e di Puebla, non resti sulle pagine e non ci limitiamo a studiarlo teoricamente, ma piuttosto lo viviamo e lo traduciamo in questa realtà conflittuale, predicando come si deve il Vangelo». Predicare il Vangelo “come si deve” significa allora credere che è possibile il cambiamento, che la Parola accolta nelle coscienze possa generare una vita nuova. Mons. Romero continua a far sentire la sua parola a partire dalla Parola di Dio e sempre in stretta connessione con l’Eucarestia, predicando all’interno della Messa. Queste parole accelereranno la sua dipartita perché saranno interpretate come un tentativo di destabilizzazione. Parole che ricordano l’omelia in cui padre Puglisi si rivolge a quanti erano stati autori delle intimidazioni, chiedendo di poterli incontrare e di poter parlare con loro, sperando sempre nella possibile conversione. «Vorrei rivolgere un appello speciale, agli uomini dell'esercito e in particolare alle basi della Guardia Nazionale, della Polizia, delle Caserme. Fratelli, appartenete al nostro stesso popolo; uccidete i vostri fratelli contadini. E di fronte ad un ordine di uccidere, che dà un uomo, deve prevalere la legge di Dio che dice: NON UCCIDERE!... Nessun soldato è obbligato ad obbedire ad un ordine contro la legge di Dio… Nessuno è obbligato ad adempiere una legge immorale… Ormai è tempo che recuperiate la vostra coscienza e che obbediate alla vostra coscienza piuttosto che all'ordine del peccato. La Chiesa, difensora dei diritti di Dio, della legge di Dio della dignità umana, della persona, non può restare in silenzio di fronte a tanta abominazione. Vogliamo che il governo consideri seriamente che a niente servono le riforme se vengono ottenute con tanto sangue. In nome di Dio, quindi, e in nome di questo popolo sofferente, i cui lamenti salgono fino al cielo, ogni giorno più tumultuosi, vi supplico, vi prego, vi ordino in nome di Dio: cessi la repressione!». Dopo di ciò, l’indomani, il 24 marzo 1980, all’interno della celebrazione eucaristica, svolta, come sempre nella cappella dell’Ospedale della “Divina Provvidenza” di El Salvador, dove Romero viveva, rinunciando alla canonica della Cattedrale, per stare con i poveri, con gli ammalati terminali di cancro, dopo l’omelia, lo sparo di un cecchino mette fine alla sua vita terrena, fa della sua diaconia un martirio. Nelle parole della sua omelia, c’è la mistagogia del suo imminente martirio che non ha bisogno di alcun commento: «Abbiamo appena ascoltato nel Vangelo di Cristo che è necessario amare non tanto sé stessi, che uno non deve preoccuparsi di non correre i pericoli della vita che la storia esige da noi e che colui che vuole allontanare da sé il pericolo, perderà la sua vita. Al contrario, colui che si offre per amore di Cristo al servizio dei poveri costui vivrà come il grano di frumento che muore, ma muore solo apparentemente. Se non morisse resterebbe solo. Se c’è raccolto, perché muore, perché si lascia immolare in questa terra, decomponendosi e solo decomponendosi, produce il raccolto. […] Questa santa Messa quindi, questa Eucarestia, è precisamente un atto di fede. Con fede cristiana sappiamo che in questo momento l’ostia di frumento si trasforma nel Corpo del Signore che si offrì per la salvezza del mondo e che in questo calice il vino si trasforma nel Sangue che fu il prezzo della salvezza. Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini alimentino anche noi per dare il nostro corpo e in nostro sangue alla sofferenza e al dolore, come Cristo, non per sé, ma per offrire concetti di giustizia e di pace al nostro popolo». Finite queste parole si udì lo sparo. Parola, Eucaristia e poveri: diaconia e martirio di un uomo e una Chiesa esperti in umanità. www.zenit.org Il 3 febbraio 2015 Papa Francesco ha riconosciuto il martirio del vescovo Romero e il 23 maggio 2015 è stato proclamato beato. La sua festa ricorrerà il 24 Marzo, giorno della sua nascita al Cielo. 11 “… Viviamo molto al di fuori di noi stessi. Sono pochi gli uomini che veramente entrano in sé stessi e per questo ci sono tanti problemi. Nel cuore di ciascun essere umano c’è come una piccola cella, intima, dove Dio scende a parlare da solo con l’uomo. Ed è lì dove la persona decide il proprio destino, il proprio ruolo nel mondo. Se ciascun uomo o donna, di quelli che hanno tanti problemi, i n questo momento entrasse in questa piccola cella e da lì ascoltassero la voce del Signore che ci parla nella nostra coscienza, quanto potrebbe fare ciascuno di noi per migliorare l’ambiente, la società, la famiglia in cui viviamo. (10.7.77) La scuola è finita e le sospirate vacanza sono arrivate! Vi auguriamo di trascorrere una piacevole estate. Questo è il tempo per coltivare meglio le amicizie e tutti i rapporti con le persone che ci stanno accanto per approfondire con loro amore, affetto, gratitudine... Ricordate: GESU’ NON VA IN VACANZA! La Sua Casa è sempre aperta ... Anche d’estate! www.religiocando.it «Questo prodotto non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001» 12 Luglio/Agosto 2015 - Anno VI° Copia Gratuita Cari figli, sono qui per dirvi che in questi giorni dovete essere forti, ancorati alla preghiera e pronti al sacrificio. Anche il digiuno vi aiuterà nel tenere lontano lo sconforto. Gesù è addolorato per il rifiuto dell’uomo alla Sua Misericordiosa Presenza Eucaristica; gioite di restare accanto al Suo dolore e offrite quello che potete. Figli Miei, Dio si rivolge a voi perché la vostra conversione, il vostro stato di grazia e di abbandono al Suo Amore può attenuare e trasformare le terribili situazioni che sopraggiungono. Il Mio Cuore sanguina perché non si dà ascolto al Papa, in particolare i sacerdoti devono ubbidirgli nella Verità! Perdonate quelli che rifiutano il Mio Messaggio: Manduria è un dono che si può comprendere soltanto con l’apertura del cuore alla tenerezza Divina. Vi prego, cari figli, di mantenere una fede viva ed operosa affinché il giudizio ingannevole degli uomini non vi cambi. Tutto passerà, figlioli, ma non il volere del Signore che Mi ha inviata. Restate di più davanti a Gesù Eucaristia e capirete le Mie parole avendo certezza della vita eterna. Lasciate che vi benedica con la Mia benedizione di Madre. Arrivederci. (Messaggio del 16 Luglio 2008) S.O.S. ADORAZIONE Moltiplichiamo gli inviti tra i sacerdoti che conosciamo a voler moltiplicare le veglie di adorazione per un’armata di Riparazione sempre più nutrita e che ci aiuti ad avviarci nel terzo millennio del trionfo. “...Parlate ai Miei Sacerdoti di come la Madre brama ardentemente che ovunque si accendano Focolari di Riparazione Eucaristica…” “The Marians Magazine — IL MESSAGGIO” è parte integrante del relativo Magazine. Tuttavia d’ora in poi si è scelto di separarlo dallo stesso affinché possa essere strumento di apostolato per far conoscere la dolce voce della SS. Vergine dell’Eucaristia. 13 E’ disponibile on-line su www.giovanipromanduria.org e su www.manduriapparitions.blogspot.com