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un connubio che può funzionare
FORMAZIONE Studenti di infermieristica e maxiemergenze: un connubio che può funzionare FLAVIO GHERI* GABRIELE BALLERINI** *Infermiere, componente comitato Garanzia CIVES nucleo Firenze [email protected] **Infermiere, UTIC sub-intensiva Cardiologia Invasiva 1 A.O.U.C., tesoriere CIVES nucleo Firenze [email protected] 22 Anche se gli infermieri possono concordare o meno sulla necessità di competenze di base nella gestione delle catastrofi e delle maxiemergenze, oltre alle competenze cliniche, tale formazione non è parte “integrante” della programmazione universitaria. Infatti da alcune indagini conoscitive, in particolare, scorrendo i curriculum dei Corsi di Laurea in Infermieristica dei principali Atenei Italiani è emerso che gli infermieri, seppur formati nell’ambito A dell’emergenza, non hanno ricevuto durante il loro percorso di studi, nessuna formazione in ambito di medicina delle catastrofi. Nella maggior parte dei casi, infatti, la programmazione delle ore di lezioni è distribuita prevalentemente all’area che fa riferimento alla terapia intensiva, al pronto soccorso e\o a un breve accenno al territorio ed al 118. Tutto questo ci fa capire che ciò che fa parte delle maxiemergenze e della medicina delle catastrofi non viene affrontato, un po’ per mancanza di ore a disposizione dal piano formativo, un po’ perché questo viene considerato in molti casi una area di competenza troppo specifica o non richiesta dalla formazione di primo livello. Si evidenzia così un bisogno formativo in materia: di funzionamento della protezione civile, valutazione e organizzazione delle risorse, autoprotezione e sicurezza. E’ quindi assolutamente necessario individuare ciò che ogni infermiere neolaureato ha bisogno di sapere per potersi integrare in modo efficace in un contesto di maxiemergenza che potrebbe coinvolgerlo a diversi livelli come professionista sanitario. Come osserva Landesman, “Non ci sono due situazioni di emergenza o disastri uguali”. Ma, in ogni si- N&A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 2014 tuazione, indipendentemente dalla causa, le competenze che gli infermieri devono possedere al fine di rispondere in modo efficace sono essenzialmente le stesse. L’associazione CIVES del nucleo provinciale di Firenze ha avuto l’occasione di effettuare un seminario all’interno di due delle sedi dell’ateneo Fiorentino, in modo così da fornire ai discenti che rappresentavano il terzo anno di studi, sia delle basi sull’organizzazione della Protezione Civile Italiana sia degli accenni sull’approccio che un professionista sanitario deve avere in caso di maxiemergenza e\o di eventi di grande portata. Per questo motivo, dopo un’attenta revisione della letteratura, è stato elaborato un progetto formativo che presenti tra le sue caratteristiche delle competenze di base omogenee, le quali consentiranno ai futuri colleghi di muoversi con efficacia e sicurezza in scenari di protezione civile e maxiemergenze, integrando il proprio bagaglio culturale e professionale. • Storia ed epidemiologia delle catastrofi. • Medicina delle catastrofi: aspetti generali e normativi. • L’organizzazione della protezione civile in Italia: strutture, livelli organizzativi e catena di comando. • Principi di auto protezione e sicurezza. • Il Triage nelle maxiemergenze. • Il Posto Medico Avanzato (PMA): struttura, dotazione e scopi. • L’intervento infermieristico nel PMA: priorità, interventi e manovre, gestione delle risorse, identificazione e evacuazione delle vittime. Tematiche affrontate La durata del corso è stata di 8 ore distribuite nell’arco di una intera giornata. Il corso è stato organizzato con lezioni frontali, attraverso le quali sono state illustrate le conoscenze teoriche fondamentali, una piccola esercitazione in aula di gestione teorica e logistica di una maxiemergenza simulata nella quale gli studenti si sono “calati” nelle diverse parti coinvolte in tale situazione ed infine una prova pratica di tecniche di immobilizzazione. Per poter sviluppare il seminario la nostra associazione ha pensato di creare un breve questionario conoscitivo in modo da poter valutare quelle che erano le conoscenze di partenza degli studenti. Su un totale di circa cento studenti, hanno preso parte all’Attività Didattica Elettiva (ADE) Cives settanta discenti. Materiali e metodi Come possiamo notare dal grafico seguente (1.1) l’83% non effettua nessuna tipologia di attività di volontariato presso una associazione di soccorso sanitario, fatto che ovviamente avrebbe sicuramente aiutato a comprendere meglio il sistema dell’emergenza territoriale e delle maxiemergenze. Effettui volontariato in una associazione? Per tale motivo è stato necessario creare una tipologia di lezione che coinvolgesse l’intero gruppo di studenti, in modo tale da non rendere la plenaria troppo ridondante per chi già conosceva il mondo del volontariato, ne troppo complessa per chi di loro si affacciava per la prima volta a questa realtà. È stata quindi creata una lezione che fornisse loro una lettura piuttosto chiara di come viene vissuta la Protezione Civile e sulla tematica della medicina delle catastrofi. È stato anche curioso però, conoscere meglio quel 17% che nel proprio tempo libero sceglie di rendersi utile alla cittadinanza. Come mostra il grafico seguente (1.2) possiamo notare che l’83% di loro, possiede una formazione di livello avanzato (Legge Regionale Toscana 22 Maggio 2001 n° 25), nella quale, come sappiamo, si richiede al volontario una preparazione che fa riferimento all’approccio alla persona traumatizzata mentre solo il 17%, ovvero 2 futuri professionisti su 12, possiedono la certificazione come esecutore di Bls-D. Livello di formazione dei volontari Risultati N&A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 2014 23 FORMAZIONE Non è stato quindi facile poter creare un seminario che vedeva inizialmente un gruppo di soggetti così disomogeneo, in quanto il rischio di imbattersi nella banalità o in argomenti già affrontati più volte era piuttosto elevato. La nostra indagine conoscitiva ha cercato quindi di capire cosa poteva essere utile affrontare nella parte pratica del seminario, in quanto come vediamo chiaramente dal grafico (1.3) il 91% degli studenti non aveva mai preso parte ad una esercitazione che facesse riferimento ad un evento considerato come una maxiemergenza. Hai mai preso parte ad una esercitazione di maxiemergenza? Infine, considerando il fatto che nella maggior parte dei casi, quando affrontiamo il vasto argomento degli interventi che vengono effettuati in un evento di massa o in una calamità naturale o in un NBCR facciamo riferimento al paziente traumatizzato, abbiamo deciso di fare una piccola indagine su quanti di loro fossero in grado di utilizzare correttamente i presidi di immobilizzazione, necessari, dunque quando dobbiamo approcciarci ad una situazione simile. Come possiamo vedere dal grafico (1.4) ci siamo trovati in una situazione dove solo il 14% degli studenti aveva già avuto modo di utilizzare dei presidi come il collare cervicale, la tavola spinale ed il ragno, al contrario del 36% che non ha mai avuto modo non solo di utilizzarli, ma allo stesso tempo, di capire come e quando questi devono essere utilizzati. È stato così utile affrontare questo argomento, toccando anche con mano quelli che sono i presidi. Alcuni piccoli gruppi di studenti, infatti, hanno avuto la possibilità di effettuare una piccola prova pratica (direttamente sulla loro pelle). È stato così possibile affrontare, anche se per breve tempo, un argomento che non sta a cuore solo ai sanitari che quotidianamente sono Non avendo avuto modo di programmare una vera e propria esercitazione, è stata creata una simulazione in aula, dove gli studenti, suddivisi in gruppi hanno avuto la possibilità di capire quali sono le risorse da utilizzare in una situazione del genere e come queste devono a loro volta essere gestite, in modo da non creare spreco di risorse umane, ma soprattutto ritardi e confusione nei soccorsi. Lo scenario di simulazione, molto semplice, prevedeva una maxiemergenza nella zona centrale di Firenze, in pieno giorno ed i gruppi degli studenti dovevano, con l’aiuto dell’operatore Master che aveva ideato lo scenario, gestire al meglio la situazione in tutte le sue fasi. Hai mai utilizzato dei presidi da immobilizzazione come il collare cervicale, la tavola spinale ed il ragno? 24 N&A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 2014 FORMAZIONE formati per agire in situazioni critiche, ma allo stesso tempo è stato utile anche per fornire delle piccole nozioni di base agli studenti ed allo stesso tempo un po’ di curiosità per questo mondo vasto e ancora quasi del tutto inesplorato della medicina delle catastrofi. Dall’analisi di questi pochi e sintetici dati possiamo dedurre che gli studenti del corso di laurea in infermieristica hanno una estrema necessità di formazione nel campo della medicina delle catastrofi e nella gestione della persona traumatizzata. L’associazione CIVES del nucleo provinciale di Firenze ringrazia dunque l’ateneo Fiorentino e le due sedi del corso di laurea in infermieristica che hanno reso possibile lo sviluppo e la realizzazione di tale progetto, attraverso il quale non solo è stato possibile avvicinare dei futuri Colleghi al mondo della Protezione Civile, ma anche ampliare il loro bagaglio culturale, aspetto che non deve essere (assolutamente) trascurato in un sistema che richiede sempre più maggiori competenze ai professionisti sanitari. !..) $) %30%2) %.:! Conclusioni 3 ) 2) / 3 4 3 ) 2) / 0, 53 s 1. Guha-Sapir D. Overview of types of hazards and disasters, and their consequences. In: Landesman LY, editor. Disaster preparedness in schools of public health: a curriculum for the new century. Washington (DC): Association of Schools of Public Health; 2000. Sect. 1.0, 1.1. 2. O’Brien K. The role of nurses in disaster planning and management [report]. School of Nursing, La Trobe University, Bendig, Australia. 1997 Mar. http://redgum.bendigo.latrobe. edu.au/~obrien/nursdisast.pdf. 3. Alexander, M., & Runciman, P. (2003). ICN Framework of Competencies for the Generalist Nurse. Geneva: International Council of Nursing. 4. Gebbie, K., & Qureshi, K. (2002). Emergency and disaster preparedness: core competencies for nurses. American Journal of Nursing, 102(1), 46–51. 5. ICN creates disaster network. (2007). International Nursing Review, 54(3), 213– 215 6. E. Lumini, Ruolo dell’infermiere in medicina delle catastrofi, relazione congresso Montichiari 2012 Note N&A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 2014 & !, # / E V O & !, # / ÜÜÜ° Ã >À i° Ì 25