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Bugie in mediazione? No grazie! - Mediazione tra pari

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Bugie in mediazione? No grazie! - Mediazione tra pari
MEDIAZIONE TRA PARI
Vi presenta
Bugie in mediazione? No grazie!
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INDICE
1. Introduzione
2. Che cos’è la bugia?
La bugia, la menzogna, l’inganno. I diversi tipi di bugie. Il
bugiardo.
3. I canali della comunicazione delle emozioni
I segnali fisiologici. La postura. La voce. Il linguaggio. Le
espressioni facciali.
Le emozioni: paura, disgusto, rabbia, felicità, tristezza.
4. Come scovare le bugie nel linguaggio del corpo
I gesti che rivelano menzogna.
I piedi e le gambe. Il tronco. Mani e braccia. Le espressioni
facciali.
5. Come scovare le bugie nel linguaggio parlato
Le variazioni del tono della voce. Le frasi dirette, impersonali,
ripetute.
6. Come far confessare il bugiardo
Le domande di verifica.
7. Conclusione
Buona lettura!
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INTRODUZIONE
Quante volte avete avuto il sospetto che qualcuno vi mentisse?
Quante volte vi è venuto il dubbio che qualcuno vi dicesse una bugia?
Oramai sia in ambito privato che in quello professionale le mezze verità, le
truffe, le apparenze ingannevoli, sono diventate un atteggiamento comune.
Sapere se il vostro interlocutore è sincero può essere importante in molte
situazioni, soprattutto come mediatore è necessario imparare a “leggere” i
comportamenti delle persone che vi troverete di fronte.
Con questo breve manuale potrete apprendere specifiche tecniche di
analisi dell’atteggiamento e del linguaggio del corpo che vi consentano
di individuare le bugie e valutare se smascherarle in sede di sessioni
riservate.
Attenzione: mai sbugiardare una parte di fronte all’altra!!!
Queste tecniche sono il risultato di numerosi studi nel campo che sono stati
compiuti nel corso degli anni. Non è mio intento illustrare questi studi e
spiegarne le teorie e la psicologia sottostante. Mi sono divertita a leggere i
libri specifici e se lo vorrete, fatelo anche voi.
L’obiettivo è quello, invece, di dare dei suggerimenti pratici da mettere in
atto subito e da sé per interpretare i gesti, gli atteggiamenti e le
espressioni che svelano le emozioni.
Ricordate sempre che il nostro corpo parla inviando di continuo
messaggi attraverso la mimica, i gesti, la postura, i movimenti, le
espressioni facciali.
Spesso siamo talmente concentrati sulle parole che dimentichiamo che anche
il corpo trasmette dei messaggi, tanto più in modo inconsapevole, quanto
rivelatore.
Possiamo pronunciare una parola dolce ma con un tono di voce duro e un
atteggiamento corporeo chiuso…
E dunque dove sta la verità? Nel corpo o nelle parole?
Una cosa è certa: il corpo non mente.
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Il corpo manda quasi sempre dei segnali, dei messaggi che noi non siamo in
grado di capire in quanto non conosciamo bene il suo linguaggio.
Questo corso vi aiuterà a comprendere meglio il linguaggio del corpo e a
interpretarne i segnali confrontandoli con il linguaggio verbale.
Inizieremo prima di tutto a capire che cos’è una bugia, quali tipi di bugie
esistono e i loro effetti.
Vedremo poi i canali della comunicazione delle emozioni ed in particolare
come vengono trasmesse dal corpo le c.d. emozioni di base, ovvero, paura,
sorpresa, disgusto, rabbia, felicità e tristezza.
Entreremo poi nel dettaglio di come le varie parti del corpo inviano
messaggi talvolta contraddittori, ed in particolare analizzeremo le
espressioni facciali.
Le bugie possono essere scovate anche attraverso un ascolto attento delle
parole utilizzate e del tono di voce del nostro interlocutore e vedremo quindi
a quali parole o variazioni del tono di voce porre attenzione.
Infine, vi illustrerò alcune tecniche per smascherare, se lo vorrete e se sarà
opportuno, il bugiardo.
Il risultato finale lo potrete ottenere soltanto allenandovi a osservare chi
vi sta intorno in continuazione per riscoprire quello che vi verrà illustrato in
questo corso.
Solo un attento osservatore potrà cogliere i messaggi del corpo e, in
particolare del viso.
Imparare ad essere buoni osservatori è indispensabile per l’applicazione
delle tecniche apprenderete.
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PARTE 1
CHE COS’E’ UNA BUGIA
Nella nostra vita sono molte le occasioni in cui vorremmo nascondere i
nostri veri sentimenti, ma in qualche modo, con il linguaggio del nostro
corpo, ci tradiamo.
Questo perché è difficile avere il controllo di tutto il nostro corpo per
nascondere un’emozione…ci sono parti che controlliamo più facilmente, ad
esempio il viso facendo un sorriso falso mentre dentro di noi siamo tristi e
non vogliamo farlo sapere.
Facciamo un esempio, alla domanda: “come stai?” si può rispondere: “sto
bene”.
Ma dalle semplici parole, non è possibile stabilire se è la verità o meno.
Spesso viene detto solo ciò che gli altri vogliono che diciamo.
Se si sta davvero bene, anche il corpo lo mostra: l’espressione del viso sarà
vivace, gli occhi luminosi, la voce vibrante, i movimenti animati.
Se non vediamo questi segni dobbiamo certamente dubitare di quanto detto.
Ma soltanto guardando una persona non possiamo diventare indovini: non
possiamo sapere perché è stata detta una cosa non vera, perché non sta bene,
cosa c’è che non va.
Possiamo individuare una contraddizione tra il linguaggio parlato e quello
non verbale, ma questa contraddizione non sempre nasconde una bugia, si
può trattare infatti di un semplice disagio interiore dettato dalla particolare
situazione in cui una persona si trova in quel momento.
Ecco perché è importante partire definendo quella che è una bugia e
distinguere varie tipologie di bugia.
La bugia è una cosa non vera, detta in modo istintivo per sfuggire ad
una punizione.
Si distingue dalla menzogna che è più grave della bugia perché presuppone
sempre la deliberata volontà di mentire per danneggiare.
E si differenzia anche dall’inganno che implica un’interazione cosciente:
vuole ingannare e sa di ingannare con uno scopo inconscio.
Ci sono due modi per ingannare:
1) Far credere il falso
2) Non far sapere il vero
In ogni caso è presente la caratteristica della volontarietà che nella bugia,
invece, manca.
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Il presupposto indispensabile è l’affidabilità della fonte.
Chi mente deve essere un soggetto credibile. Se non ha credibilità, tutto
quello che dice verrà messo in discussione a monte.
Inoltre, il mentitore deve avere anche una buona memoria per evitare di
contraddirsi ed essere smascherato.
Tornando alle bugie, vediamo ora i diversi tipi di bugie.
• La bugia bianca: è quella bugia utilizzata per non ferire la sensibilità
altrui, per educazione ( non ti trovo invecchiata per niente..)
• La bugia pedagogica: è quella che si dice ai bambini ( mangia tutta la
pappa altrimenti arriva il lupo)
• La bugia utilitaristica: è quella usata per evitare un incarico noioso
sul posto di lavoro ( lo farei volentieri ma ho già questa relazione da
finire)
• La bugia di autopresentazione: è quella usata per rendersi più
interessanti ( ad esempio durante un colloquio di lavoro)
• La bugia protettiva: è la classica bugia “di coppia” alla quale si
ricorre per non far scoprire il tradimento
Dunque si deve aver bene presente che un linguaggio del corpo che
contraddice le parole può nascondere diverse situazioni psicologiche che
vanno dalla bugia a fin di bene all’inganno. E non in tutti i casi è utile o
conveniente smascherare il bugiardo.
La bugia non è mai fine a se stessa ma è un comportamento strategico.
Il nodo cruciale alla fine non sta tanto nel dire la verità o mentire, ma
nello scegliere chi ingannare e con chi essere sincero.
Riepilogando in 5 punti chiave di questa parte
1. IN MOLTE SITUAZIONI QUOTIDIANE LE PERSONE CELANO CIO’ CHE
VERAMENTE PENSANO E PROVANO
2. LE EMOZIONI CHE SI CERCA DI NASCONDERE VENGONO COMUNQUE
ESPRESSE DAL CORPO
3. IL CORPO NON MENTE E SVELA I VERI SENTIMENTI E INTENZIONI
4. IMPARARE IL LINGUAGGIO DEL CORPO CI CONSENTE DI SCOPRIRE
QUANDO UNA PERSONA MENTE
5. LA BUGIA SI DIFFERENZIA DALLA MENZOGNA E DALL’INGANNO
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PARTE 2
I CANALI DELLA COMUNICAZIONE DELLE EMOZIONI
La comunicazione delle emozione si svolge su più livelli:
• Verbale: le parole che diciamo
• Paraverbale: come pronunciamo le parole (volume, altezza, tono,
velocità, timbro, intensità)
• Non verbale: postura, respirazione, movimenti, gesti, espressioni
facciali
Nella comunicazione incidono maggiormente il linguaggio paraverbale e
quello non verbale perché operano senza che noi ne siamo consapevoli.
Imparare a riconoscere questi segnali ci aiuta a comprendere cosa succede
davvero mentre comunichiamo qualcosa verbalmente.
E’ importante nel decodificare il linguaggio non verbale, evitare di
commettere errori di valutazione.
Per questo bisogna:
• Inserire i segnali che si individuano nel contesto
• Metterli in relazione con le parole che l’interlocutore esprime
• Valutare più segnali possibili.
Per scoprire se il vostro interlocutore mente, bisogna valutare i segnali non
verbali con quanto detto per verificare se vi sia congruenza o meno.
C’è congruenza quando ciò che si esprime coincide nei vari livelli di
comunicazione.
C’è incongruenza quando i segnali emessi nei vari livelli di comunicazione
sono contraddittori.
Quando si rivela incongruenza, facendo attenzione a non incorrere negli
errori sopra indicati, significa che ciò che si sta dicendo non corrisponde
completamente a ciò che viene pensando.
Poi bisognerà individuare cosa rivela l’incongruenza: bugia o conflitto
interiore?
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Prima di analizzare le emozioni che si possono celare dietro messaggi
discordanti a livello della comunicazione, va evidenziato come possano
verificarsi casi in cui l’incongruenza non sia solo tra quanto detto e i segnali
del corpo, ma l’incongruenza può essere determinata anche tra diversi e
contrastanti segnali che il corpo trasmette.
Ad esempio vediamo un sorriso e il corpo è rigido. A chi credere?
Per rispondere a questa domanda si deve ricordare quanto detto in
precedenza: un’azione effettuata inconsciamente sfugge alla finzione e rivela
il vero stato d’animo. Dunque dobbiamo dare retta alla parte del corpo che
più sfugge al nostro controllo.
Sulla base di questo, Desmond Morris ha stabilito una scaletta molto
semplice che ci indica, in caso di segnali contraddittori da diverse parti del
corpo, a cosa credere.
1) Segnali automatici (impallidire, arrossire, sudare)
2) Segnali delle gambe e dei piedi (incrociare le gambe, dondolio dei
piedi piedi, posture forzate delle gambe)
3) Segnali del tronco (postura abbandonata in caso di noia, postura di
vigilanza)
4) Gesti delle mani non identificati (movimenti seminconsapevoli,
vaghi e indefiniti)
5) Gesti delle mani identificate (mano tesa, anello pollice-indice,
pugno, dita che convergono verso il pollice, indice puntato, mano ad
artiglio, mani a forbici)
6) Espressioni facciali (microespressioni)
Ecco che, tornando all’esempio fatto, di fronte a un sorriso (espressione
facciale) e una postura rigida (segnali del tronco), dovremmo credere al
segnale del tronco, rivelando una tensione emotiva.
Ma quali sono le emozioni che chi mente cerca di celare?
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Sono 6 le principali emozioni che il corpo, ed in particolare, il viso possono
celare sono: felicità, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e disgusto.
Molto probabilmente ci sono anche altre emozioni, ma gli studi compiuti da
Paul Ekman hanno accertato in modo preciso quelle citate e le miscele tra le
stesse emozioni.
La sorpresa
• è l’emozione più breve;
• scatta all’improvviso;
• qualunque cosa può suscitare sorpresa se capita all’improvviso e
quando ci si aspetta qualcosa; si tratta di un’emozione neutra in
quanto è poi l’emozione successiva a dare un tono positivo o negativo
all’esperienza a seconda dell’evento;
• varia d’intensità da lieve ad estrema
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La paura:
• si verifica nel caso in cui le persone temono di subire un danno;
• il danno può essere sia fisico sia psicologico;
• è un esperienza terribile;
• può durare a lungo;
• l’intensità varia dalla lieve apprensione al terrore.
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Il disgusto:
• è un sentimento di repulsione;
• possono provocare disgusto i sapori, gli odori, le sensazioni tattili, le
persone e le loro azioni, le idee
• varia d’intensità
• si avvicina al disprezzo
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La rabbia:
• è l’emozione più pericolosa;
• può essere suscitata in molti modi diversi: una frustrazione, un’azione
o una frase che ci ferisce psicologicamente;vedere offesi dei principi
morali
• implica delle tipiche reazioni fisiche
• varia d’intensità
• varia nella durata
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La felicità:
• è l’emozione più desiderata;
• la felicità da piacere; la felicità da eccitazione; la felicità da sollievo;
la felicità che migliora l’immagine di noi stessi;
• varia qualitativamente e quantitativamente
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La tristezza:
• è un sentimento passivo
• varia d’intensità
• la tristezza da perdita
Riepilogando i 5 punti chiave di questa parte:
1. LA COMUNICAZIONE AVVIENE ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO
VERBALE, PARAVERBALE E NON VERBALE
2. QUANDO SI RILEVANO INCONGRUENZE TRA I DIVERSI CANALI DELLA
COMUNICAZIONE SIGNIFICA CHE CIO’ CHE SI DICE NON CORRISPONDE
A CIO’ CHE SI PENSA O SI PROVA
3. QUANDO L’INCONGRUENZA E’ DEL LINGUAGGIO NON VERBALE,
BISOGNA CREDERE AI SEGNALI DEL CORPO SECONDO LA SCALA:
SEGNALI AUTOMATICI, SEGNALI DI GAMBE E PIEDI, SEGNALI DEL
TRONCO, GESTI DELLE MANI NON IDENTIFICATI, GESTI DELLE MANI
IDENTIFICATI; ESPRESSIONI FACCIALI
4. LE EMOZIONI CHE SI CELANO DIETRO L’INCONGRUENZA POSSONO
ESSERE CLASSIFICATE NELLE 6 PRINCIPALI: PAURA, RABBIA,
DISGUSTO, FELICITA’, SORPRESA, TRISTEZZA.
5. OGNI EMOZIONE HA DELLE CARATTERISTICHE PECULIARI CHE SI
RIFLETTONO SUL CORPO ED IN PARTICOLARE SUL VISO
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PARTE 3
SCOVARE LE BUGIE NEL LINGUAGGIO DEL CORPO
Quali sono i gesti che rilevano menzogna?
Abbiamo parlato delle emozioni nella parte 2.
Gli stati emozionali frequentemente presenti in chi sta mentendo sono:
• Chiusura
• Tensione
• Rifiuto
Segnali di chiusura espressi con il corpo sono:
• Braccia: conserte
• Caviglie: incrociate
• Gambe: accavallate
• Mani: incrociate o una nell’altra, sotto le gambe, in tasca
• Azioni: frapporre oggetti fra sé e l’altro ( ad esempio un bicchiere,
una cartellina, il giornale)
Segnali di tensione emotiva sono:
• Grattarsi il collo, il braccio o la spalla, il dorso della mano o la zona
scapolare;
• Grattarsi sopracciglia o palpebre, la mandibola, la zona lacrimale
• Grattarsi il naso o la zona limitrofa
• Esercitare pressione in prossimità delle narici
• Sfregarsi il naso con il dito o dorso delle mani
• Deglutire e raschiarsi la gola
Segnali di rifiuto sono:
• Ritirarsi ( corpo spostato all’indietro=prendo le distanze)
• Riassettarsi, pulirsi, spolverare( = ti butto via)
• Puntare il piede verso l’uscita (= vorrei fuggire)
• Sguardo sfuggente, distolto e riportato sull’interlocutore più volte in
tempi brevi)
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• Sguardo tremolante (lievi movimenti delle palpebre, sù e giù come se
si facesse uno sforzo)
• Stringere gli occhi ( espressione di ostilità)
• Sfregare con le dita la punta del naso (tensione emotiva molto forte).
Prima di passare ad analizzare singolarmente le parti del corpo, è bene
evidenziare anche l’importanza della posizione del corpo e dei suoi
movimenti nello spazio.
L’uomo utilizza lo spazio intorno a sé collocandosi in quattro diverse zone:
1. Zona intima: va dal punto in cui ci troviamo fino al punto raggiunto
dal nostro braccio allungato, tenendo il gomito a contatto con il corpo
2. Zona personale: va dal punto in cui ci troviamo fino al punto
raggiunto dal nostro braccio teso
3. Zona sociale: quando le zone personali di due individui si
congiungono
4. Zona pubblica:è quella al di là della zona sociale
Mediante la scelta della zona, della distanza, si comunica qualcosa: più un
individuo si allontana verso la zona pubblica e più prende le distanze; più si
avvicina al proprio interlocutore più aggiunge una componente affettiva al
proprio messaggio.
Quali spostamenti, anche minimi compie il nostro interlocutore?
Se tende a occupare lo spazio compiendo dei movimenti sciolti, allarga le
braccia, tiene le dita allargate, pone la mano aperta sul petto, si avvicina a te
molto probabilmente è sincero.
Se sembra quasi che voglia ritrarsi, gli arti sono quasi fissi vicino al corpo, i
movimenti sono legnosi o addirittura immobili, le mani in tasca, gambe o
braccia incrociate, è probabile che menta.
Osservate ora la postura del vostro interlocutore.
Se l’interlocutore si trova in posizione eretta, potrà assumere quattro tipi di
posture a cui corrispondono determinate emozioni. La posizione assunta va
ricollegata a quello che sta avvenendo nella comunicazione: quando viene
assunta quella posizione? Quando viene abbandonata?
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1. Posizione asimmetrica (le varie parti del corpo paiono sconnesse
l’una dall’altra, una spalla può essere più in alto dell’altra, il busto
tende a piegarsi, gambe rigide, piedi scomposti) = manifesta la
difficoltà della persona a unire il corpo alla mente, i pensieri alle
emozioni
2. Posizione bisognosa ( il corpo si curva verso il basso e la testa in
avanti, petto incavato, ginocchia vicine)= la testa in avanti significa il
protendersi per cercare nutrimento; le spalle abbassate rivelano
mancanza di aggressività, il petto incavato tristezza, il corpo è privo di
forza ed energia
3. Posizione oppressa (il corpo si curva in avanti schiacciato verso il
basso, come se stesse trasportando un carico pesante)= riflette paura
di rischiare, le spalle trattengono rabbia, c’è un senso di sconfitta nel
curvarsi in avanti
4. Posizione dominante (il corpo allargato sopra la vita, petto in fuori)=
appare gonfiato di orgoglio e di rabbia, ci può essere un forte
desiderio di potere sugli altri.
Anche quando il corpo è seduto, a seconda delle posizioni che assume può
comunicare qualcosa.
Ecco le situazioni più frequenti:
• Posizione seduta di disagio : seduta all’estremità anteriore della
poltrona con il peso del corpo in avanti
• Posizione seduta di attenzione e di attesa: peso del busto sopra il
bacino, le spalle ricadono in posizione normale
• Posizione seduta, apparentemente di comodità che può indicare
presunzione: appoggiata allo schienale, il peso del corpo è spostato
all’indietro
• Posizione seduta di chi non ha nulla da ostentare: appoggio ben
centrato, con i piedi appoggiati a terra
• Posizione seduta di persona che vorrebbe apparire brillante, ma si
sente insicura : seduta in modo instabile su un bracciolo della
poltrona
I messaggi che il corpo manda vengono dunque dalla sua posizione
complessiva e da come si colloca nello spazio e dai gesti assunti da piedi,
gambe, tronco, mani.
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A questo punto spostiamo la nostra attenzione al viso e alle sue espressioni.
Vediamo, in particolare, quali espressioni facciali corrispondono alle
emozioni che abbiamo analizzato nella parte precedente.
SORPRESA
• Sopracciglia sollevate e incurvate
• Rughe orizzontali attraversano la fronte
• Le palpebre sono aperte
• La mascella si abbassa
PAURA
• Sopracciglia sollevate e ravvicinate;
• Rughe della fronte al centro
• Palpebra superore sollevata; quella inferiore contratta
• La bocca è aperta e le labbra tese o stirate all’indietro
DISGUSTO
• Sopracciglia abbassate;
• Naso arricciato
• Guance sollevate
• Labbra sollevate
RABBIA
• Sopracciglia abbassate e ravvicinate
• Tra le sopracciglia compaiono rughe verticali
• Palpebre tese
• Sguardo fisso e occhi sporgenti
• Le narici possono essere dilatate
• Le labbra possono assumere due posizioni base: serrate fortemente,
aperte e tese
FELICITA’
• Negli angoli esterni degli occhi compaiono zampe di gallina
• Guance sollevate
• Una ruga scende dal naso fino oltre gli angoli della bocca
• La bocca può essere o chiusa o aperta
• Gli angoli della bocca sono stirati indietro e sollevati
TRISTEZZA
• Gli angoli interni delle sopracciglia sono sollevati
• la pelle scoperta sotto il sopracciglio forma un triangolo con l’angolo
interno in su
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• l’angolo interno delle palpebre superiori è sollevato
• gli angoli della bocca sono piegati in giù o le labbra tremano
Riepilogando i punti chiave di questa parte
1. I GESTI DEL CORPO CHE IN GENERALE RIVELANO BUGIE SONO
ESPRESSIONE DI CHIUSURA, TENSIONE E RIFIUTO
2. IL CORPO UTILIZZA LO SPAZIO INTORNO A SE’ COLLOCANDOSI IN
QUATTRO DIVERSE ZONE: LA ZONA INTIMA, QUELLA PERSONALE,
QUELLA SOCIALE E QUELLA PUBBLICA.
3. IL CORPO SVELA LE EMOZIONI ANCHE DALLE DIVERSE POSIZIONE CHE
ASSUME, SIA ERETTO SIA SEDUTO
4. I GESTI CHE SVELANO BUGIE VENGONO DA PIEDI, GAMBE, TRONCO E
MANI, MA SOPRATTUTTO DALLE ESPRESSIONI FACCIALI
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PARTE 4
COME SCOVARE LE BUGIE NEL LINGUAGGIO PARLATO
Abbiamo visto come il linguaggio verbale occupi una minima parte nella
comunicazione tra gli individui.
Eppure, per scoprire se una persona mente, è bene fare attenzione anche a
quello che dice perché, oltre ad essere comparato con il linguaggio del corpo
per individuare se vi sia incongruenza, può di per sé svelare una bugia.
Ponete la vostra attenzione su queste situazioni:
• Utilizzare o ripetere le stesse parole nelle risposte alle domande
ricevute
• Utilizzare non-risposte o risposte equivoche che essenzialmente
sono veritiere ma non rispondono alle domande.
• Evitare dichiarazioni o risposte dirette
• Parlare eccessivamente con lo scopo di convincere
• Parlare sempre con lo stesso tono di voce
• Esprimersi con frasi confuse
• Utilizzare battute e sarcasmo per evitare l’oggetto del discorso
E ancora dovete stare attenti ai tempi delle risposte che vi vengono fornite.
Una persona sincera risponde rapidamente attingendo direttamente le
risposte dalla memoria.
Chi, invece, mente, ha bisogno di una rapida revisione di cosa hanno detto
gli altri per evitare inconsistenza e creare, se gli servono, nuovi dettagli.
Dunque, chi mente ritarderà leggermente nel rispondere. Anche se può
succedere che il mentitore abbia già la risposta pronta, per cui potrà
rispondere più rapidamente di chi dice la verità. Tenete comunque presente
che il mentitore deve avere buona memoria per evitare di contraddirsi e di
essere smascherato, per cui potete fare delle domande-tranello per verificare
quanto risposto in precedenza.
Anche stare dei momenti in silenzio e osservare se creano imbarazzo o
disagio può essere un buon espediente per capire il vero stato d’animo del
vostro interlocutore.
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La voce rappresenta un altro indizio. Parlare improvvisamente in modo più
veloce o più lento del normale o alzare il tono di voce mostrano situazioni di
disagio.
Quanto all’oggetto della conversazione, una persona che non ha nulla da
nascondere tenderà a ritornare all’oggetto iniziale, non invece chi deve
nascondere qualcosa, tenderà infatti a cambiare velocemente il soggetto
della conversazione.
Riepilogando i 5 punti chiave di questa parte:
1. ANCHE DAL LINGUAGGIO PARLATO CHE UNA PERSONA SI PUO’
STABILIRE SE MENTE
2. FARE ATTENZIONE ALL’USO DELLE PAROLE: RIPETIZIONI, NON
RISPOSTE, FRASI CONFUSE, BATTUTE E SARCASMO, TROPPE PAROLE
3. FARE ATTENZIONE AI TEMPI DELLE RISPOSTE
4. FARE ATTENZIONE SE VIENE CAMBIATO IL SOGGETTO DELLA
CONVERSAZIONE
5. FARE ATTENZIONE ALLA VOCE E AI SILENZI
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PARTE 5
COME FAR CONFESSARE IL BUGIARDO
Ricordate sempre che la bugia nasconde un disagio.
Il miglior modo per non subire le bugie è prevenirle cercando di comunicare
in modo efficace mettendo a proprio agio il nostro interlocutore.
Se non è possibile prevenire il fatto che qualcuno vi menta il vostro intento
deve comunque essere quello di costruire delle relazioni migliori
improntate sulla sincerità.
L’intento, di fronte a una persona che mente, dovrebbe essere quello di
aiutarla a dire la verità.
La prima regola è quella di lasciare sempre una via d’uscita. Il bugiardo ha
paura e teme l’umiliazione, per cui non dovete smettere di parlare con lui,
non dovete cercare di metterlo con le spalle al muro ottenendo solo come
unico risultato che negherà l’evidenza.
Se sospettate che vi abbiano mentito utilizzate la c.d. tecnica dello squalo,
che si avvicina in modo graduale al proprio obiettivo. Sarebbe sbagliato
infatti un approccio aggressivo.
Il vostro interlocutore vi avrà dato diversi indizi di mentire..non dite che
avete utilizzato delle tecniche di decodificazione del linguaggio del corpo
perché anche in questo caso non otterrete nulla… usate invece gli indizi per
fare domande di approfondimento.
Non fate un’inquisizione…cercate se possibile di mettere a suo agio il
bugiardo, fate intendere di aver saputo sempre la verità e di non aver
approfondito prima la tua indagine per non creare una rottura.
Fate capire di aver inteso le vere ragioni per cui vi ha mentito; aiutatelo ad
alleggerirsi mostrandovi sempre tranquilli.
Potete pilotare una conversazione portando il bugiardo a
confessare…aiutandolo a tirare fuori le parole che non vi ha detto facendo
una pressione psicologica nei suoi confronti.
E’ fondamentale guardare negli occhi il vostro interlocutore, sia mentre
parlate voi sia mentre parla lui.
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Un consiglio: quando decidete di far confessare il bugiardo, prima che si
insospettisca chiedetegli se ha del tempo da dedicarvi…questo per evitare
che a un certo punto dica di avere un impegno per liberarsi di voi!
La regola del lasciare una via di fuga si riferisce al fatto di non inchiodarlo al
muro per ottenere una confessione ma di far capire che comprendete la
situazione e di portarlo lentamente a confessare o ad assumere
atteggiamenti inequivocabili o una mezza confessione.
In alcuni casi, può essere utile anche usare la tecnica del bluff mettendo il
bugiardo davanti a un’ipotetica prova incontrovertibile della sua colpa e
vedere la sua reazione.
Un’altra tecnica efficace è quella di parlare per esempi paralleli…dicendo
che i fatti riguardano terzi e vedere come reagisce.
Se invece preferisci utilizzare la tecnica del silenzio, dovrai fare attenzione
ai movimenti oculari e quando cessano significa che il soggetto sta
inventando…si sta cioè incartando nelle proprie bugie!
Puoi fare anche delle domande aperte: Ma davvero? Da non crederci! Più
lo lascerai parlare e più cadrà in contraddizione!
Sarà poi possibile utilizzare un’altra tecnica, quella di lasciar intendere che
si sanno le cose che vorrebbero stare nascoste o ancora, si può decidere di
usare la strategia di incolpare il bugiardo di cose più grandi di quelle che
ha compiuto.
A seconda del rapporto personale che si ha con un bugiardo si può decidere
che tipo di strategia mettere in atto. Può essere utile concedere qualcosa al
bugiardo in modo tale che si senta in dovere di concedere a sua volta
qualcosa, facendo molto leva sulla coerenza spingendolo a dire la verità.
Se la relazione che avete con il soggetto è duratura, avrete il tempo di
“lavorare” utilizzando la tecnica con cui valorizzerete ogni qual volta sapete
vi dice la verità con lo scopo che si costruisca di sé un’immagine di persona
più onesta e sincera e con il tempo continuerà a comportarsi come tale.
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Ecco i 5 punti chiave:
1. L’OBIETTIVO FINALE DEVE ESSERE QUELLO DI MIGLIORARE LE
RELAZIONI CON GLI ALTRI IMPRONTANDOLE SULLA SINCERITA’
2. CI SONO VARIE STRATEGIE DA PORRE IN ESSERE PER AIUTARE IL
BUGIARDO A CONFESSARE
3. LASCIATE SEMPRE UNA VIA DI FUGA
4. EVITARE LE MINACCE E DI METTERE AL MURO IL BUGIARDO
5. CERCATE SEMPRE LA VERITA’ NEI FATTI E NON NELLE PAROLE
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CONCLUSIONI
Giunti alla fine di questa lettura, che spero sia stata per voi piacevole, avete
imparato alcuni trucchi su come interpretare correttamente il linguaggio del
corpo.
Il nostro corpo parla molto più di quel che crediamo: qualunque sguardo,
movimento, postura ci può raccontare storie e segreti che la bocca non dice.
Chi sa leggere queste cose può intuire molto di più del proprio partner,
amico o collega di lavoro, parti in mediazione!
Alcuni consigli conclusivi:
• Non esagerate nel voler determinare se gli altri mentono: rischiate che
tendano ad evitarvi
• Se qualcuno mostra alcuni dei segni, atteggiamenti, espressioni
indicate in questo manuale non significa necessariamente che stia
mentendo. I comportamenti descritti dovrebbero essere comparati
all’atteggiamento della stessa persona in situazioni normali se
possibile
• Alcuni dei comportamenti indicati coincidono a volte con quelli di
persone particolarmente timide e che non stanno mentendo
• Più si conosce una persona, meglio si potrà capire se dice la verità. Se
un soggetto rompe i suoi schemi mentali abituali, può essere che stia
mentendo: testate con alcune domande
• Alcuni dei comportamenti indicati possono essere assunti anche da
persone particolarmente stressate
• Ricordate che il contatto visivo in alcune culture può essere
considerato aggressivo. Questo potrebbe spiegare perché alcune
persone sfuggono al vostro sguardo
• Forzare un sorriso è spesso un semplice tentativo di sembrare educati.
In alcune circostante qualcuno potrà sorridervi per cercare di darvi
una buona impressione o mostrarvi rispetto e considerazione.
Per applicare le tecniche che avete imparato vi occorrerà molta pratica.
Iniziate da ora..guardatevi intorno, osservate le persone che vi circondano e
provate a rintracciare i modelli che sono stati illustrati
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Affinate le vostre tecniche di osservazione e comprensione del linguaggio
del corpo e fatelo divertendovi!
Buon lavoro a tutti!
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