Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dirà
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Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dirà
Il Bambù Cristo Vera Speranza Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dirà, fatela” 42 Centro Volontari della Sofferenza Bari-Bitonto – Anno XI, marzo 2016 C'era un giardino molto bello. Il suo Signore ne era orgoglioso. Il più bello degli alberi, e anche il più caro al Signore, era un prezioso bambù. E lo stesso sapeva di essere l'albero prediletto del Signore. Il Signore un giorno con faccia seria si avvicinò al bambù e disse: “Caro bambù, io ho bisogno di te”. Per il bambù sembrava venuto il giorno più bello della sua vita e con gioia rispose: “Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi!”. “Caro bambù – il Signore rispose – ti devo tagliare,” “Tagliare? No! Signore. Vedi che sono il più bello dei tuoi alberi – e tu mi vuoi tagliare?”. “Caro bambù, se non ti posso tagliare non ho bisogno di te”. Dopo un lungo silenzio l'albero disse: “Se non ti posso servire senza essere tagliato, allora, tagliami”. Ma il Signore gli rispose con la stessa faccia seria: “Devo tagliare anche i tuoi rami e le tue foglie”. “No, Signore! Sai bene che la mia unica bellezza sono i rami e le foglie. Tagliami, ma non togliermi i rami e le foglie”. “Caro bambù, se non ti posso tagliare i rami e le foglie, non ho bisogno di te”. “Signore, – disse il bambù a bassa voce – prendi i miei rami e le mie foglie”. “Caro bambù io ti devo ancora dividere in due parti e devo strappare il tuo cuore!". Dopo un lungo silenzio il bambù si inclinò davanti al Signore e disse: “Tagliami e dividimi”. Così il Signore del giardino tagliò il bambù, tirò via i rami, strappò le sue foglie, lo divise in due parti e gli strappò il cuore. Poi lo prese e lo portò dove acqua fresca da una sorgente sgorgava verso campi aridi. Là il Signore posò il suo bambù e collegò un capo del tronco tagliato con la sorgente e incanalò l'altro capo verso il campo. La sorgente cantò un benvenuto e le chiare scintillanti acque si riversarono attraverso il corpo straziato del bambù verso il canale che correva sui campi inariditi che ne avevano tanto bisogno. Così quello che era un magnifico bambù diventò una grande benedizione in tutta la sua fragilità e umiltà. Quando era ancora grande e bello egli cresceva solo per se stesso e gioiva per la propria bellezza, invece per mezzo della sua distruzione diventò un canale che il Signore poteva usare per rendere il suo regno più fruttuoso. (Da un racconto popolare cinese) 2 Il Bambù - Marzo 2016 Una guida che continua Riportiamo qui alcuni pensieri che Emmanuele Fiore ha scritto nel corso degli anni su “Cristo Vera Speranza”, la prima storica testata del nostro giornalino. Emmanuele con la sua 'arma' preferita di apostolato Luglio 1989, anno VII, n. 4 Sono stato anche quest’anno pellegrino a Lourdes dal 13 al 19 aprile. Alla partenza alla stazione venne a salutarci Mons. Cacucci: “Quante volte siete stati a Lourdes in pellegrinaggio?”. “Molte, ma sempre poche.” Dicevo la verità. Sono d’accordo con Santa Bernadette: la Grotta, il mio Paradiso! Cosa volete? Per me, stare davanti alla Grotta di MassaBielle è come stare davanti al luogo sacro in una chiesa. Lì è comparsa la Madonna e ha detto a Bernadet- te: “Prega per i peccatori.” Quasi una implorazione. Il tempo non sempre è stato clemente: abbiamo avuto caldo, freddo, pioggia, vento, tutto. Sono potuto rimanere un po’ più a lungo davanti alla grotta solo una volta. Il giorno della partenza siamo passati in corteo davanti alla Madonna, un continuo gridare aiuto a lei. E la Madonna fa grazie. Le fa. […] Chissà se il prossimo anno ci andrò di nuovo. Vorrei già starci. E noi, condividiamo l’amore che Emmanuele ha sempre avuto per la Madonna e il desiderio di andare a Lourdes? Anche quest’anno, dal 22 al 28 luglio, si svolgerà il pellegrinaggio del CVS con la Lega Sacerdotale Mariana. Nelle ultime edizioni la partecipazione è stata purtroppo scarsa: perché quest’anno non ci pensiamo seriamente? Per informazioni, rivolgersi all’assistente don Vittorio Borracci o al responsabile Floriano Scioscia. Il Bambù - Marzo 2016 3 CVS-TG ● ● ● ● 4 20 gennaio Dopo una dolorosa malattia, si è spenta ad Andria Rosa Pasqua Moschetta (GdA Preziosissimo Sangue). A lei vanno il nostro affettuoso pensiero e la preghiera, nella fede in Cristo Risorto. A pagina 31 un ricordo della capogruppo Giuseppina Attolico, sua amica di una vita. 21 febbraio Abbiamo svolto presso l’Istituto Margherita il Ritiro di Quaresima per adulti e giovani. Una giornata di intensa spiritualità, alla riscoperta della Misericordia di Dio. Ci ha guidato splendidamente don Silvio Bruno: il legame creato nel suo tirocinio pastorale quando era seminarista è tuttora assai profondo. Nella S. Messa conclusiva abbiamo celebrato il trigesimo di Rosa Pasqua Moschetta, insieme ai suoi parenti giunti da Andria. 6 marzo Al Seminario Teologico Regionale di Molfetta sono stati conferiti i ministeri ai seminaristi. In particolare, il “nostro” Antonio Cristella ha ricevuto il ministero del Lettorato. Lo accompagniamo con la preghiera e l’offerta delle nostre giornate, affinché sia sempre più innamorato della Parola di Dio per poterla porgere agli altri con sapienza e dolcezza. 13 maggio: si svolgerà presso il Santuario di Santa Fara il Giubileo diocesano dei Malati. Verrà data a tutti la possibilità di accostarsi al sacramento della Confessione e poi si celebrerà la S. Messa con il nostro Arcivescovo Mons. Cacucci. Come civuessini siamo tutti chiamati a non perdere questa opportunità che il Signore ci offre. La redazione Il Bambù - Marzo 2016 Per portare più frutto Il logo del Giubileo della Misericordia Il logo e il motto offrono insieme una sintesi felice dell'Anno giubilare. Nel motto Misericordiosi come il Padre (tratto dal Vangelo di Luca, 6,36) si propone di vivere la misericordia sull'esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura (cfr. Lc 6,37-38). Il logo – opera del gesuita Padre Marko I. Rupnik – si presenta come una piccola summa teologica del tema della misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica sulle spalle l'uomo smarrito, recuperando un'immagine molto cara alla Chiesa antica, perché indica l'amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell'uomo, e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire: il Buon PaIl Bambù - Marzo 2016 store con estrema misericordia carica su di sé l'umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell'uomo. Cristo vede con l'occhio di Adamo e questi con l'occhio d Cristo. Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo Adamo, la propria umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo 5 sguardo l'amore del Padre. La scena si colloca all'interno della mandorla, anch'essa figura cara all'iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l'esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l'uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D'altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l'imperscrutabilità dell'amore del Padre che tutto perdona. Misericordia, una parola composta dal latino misereor – ho pietà – e cor, cordis – cuore – indica un sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge a soccorrere chi soffre e a perdonare chi sbaglia. Quindi non è soltanto provare sentimenti di tenerezza o emozioni che colpiscono il cuore, ma un qualcosa che mette in movimento mani (aiutare nel cammino verso Gesù Cristo) e piedi (andare incontro a chi soffre). Nella Bibbia, collegato al termine misericordia vengono aggiunti i termini rahamim e hesed. Il primo, “viscere”, indica un termine materno, un legame particolare di appartenenza: è assaporare insieme gioie e do- lori. Il secondo termine è strettamente legato alla convivenza nel sostenersi gli uni gli altri. La misericordia in definitiva non è altro che un sentimento che coinvolge tutto il corpo ad operare verso gli altri, verso i bisognosi. In particolar modo l’icona che più rappresenta la misericordia è la parabola del buon samaritano: a Gerico un uomo fu assalito e lasciato per terra, solo un samaritano lo raccolse e lo curò, mentre persino un levita lo evitò. 6 Si ringrazia Teresa Carmosino (Capogruppo GdA S. Maria M. Carmelo/3) Michele Scardicchio (Capogruppo GdA Trasfigurazione, Bitritto, e Referente Fratelli/Sorelle) Il Bambù - Marzo 2016 Fare Natale nel CVS Natale associativo, 27 dicembre 2015 Il 27 dicembre c'è stato, dalle suore di Via Lopez, l'incontro di Natale organizzato dal CVS. Dopo tanto tempo che mancavo dal CVS sono andata a questo incontro che si fa tutti gli anni. L'incontro è iniziato con l'accoglienza delle suore e poi abbiamo iniziato a preparare la celebrazione che don Vittorio e don Mimmo hanno presieduto. Dopo la Messa i ragazzi del Gruppo Attivo hanno fatto una bella scenetta di Natale. E’ stato molto bello e divertente, io mi sono divertita a fare le fotografie che poi ho fatto vedere a Laura e agli altri, e abbiamo pensato di mandarle al Bambù per metterle sul giornalino. Infine abbiamo festeggiato tutti insieme in bella compagnia. Luciana De Giosa (GdA S. Maria del Monte Carmelo) La scenetta natalizia Il Bambù - Marzo 2016 7 Vivere l’Anno Santo della Misericordia Incontro regionale Capigruppo e Fratelli/Sorelle, 10/01/2016 Come ormai consuetudine, i CVS della Puglia si radunano nel mese di gennaio per un incontro di formazione che si tiene in una delle parrocchie della diocesi di Bari-Bitonto. È questo un momento atteso da Capigruppo e Fratelli e Sorelle perché, oltre a costituire una buona occasione per ricaricarsi e approfondire il carisma del Beato Luigi Novarese, permette di ritrovarsi, di conoscere nuovi amici del CVS, di scambiarsi esperienze e fare il punto sul cammino fatto e da fare insieme a chi, come noi, condivide la spiritualità della nostra Associazione. Questi raduni prevedono un momento di accoglienza, la presentazione dei relatori, la relazione, una pausa pranzo, il lavoro in gruppi e la santa Messa. Ogni anno questi incontri sono guidati da un Volontario e da un Fratello/Sorella proprio per far sì che ciò che viene esposto sia frutto di 8 esperienze concrete di sofferenza vissuta sulla propria pelle e/o condivisa come compagno di viaggio di chi soffre. Quest’anno ci siamo riuniti domenica 10 gennaio, presso la Parrocchia del Salvatore in Loseto (un quartiere della periferia di Bari). A guidare l’incontro sul tema “Vivere l’Anno Santo della Misericordia” sono state due Terese: Teresa Carmosino, una docente di Bari in pensione, non vedente, e Teresa Guagnano, mamma, moglie e lavoratrice, di Mottola, diocesi di Castellaneta. Moderatore il nostro caro assistente regionale don Vittorio Borracci. Teresa Carmosino, neo Capogruppo, ha basato la sua relazione su due pilastri: l’icona dell’Anno Santo della Misericordia (vedi illustrazione a pag. 5) e il libro “La formazione dei Capigruppo” (una raccolta delle principali circolari del nostro Fondatore, assemblate da sorella Elvira Myriam, ed. CVS 1989). Con Il Bambù - Marzo 2016 delle argomentazioni precise e chiare, la Carmosino ci ha fatto capire come i Volontari, ma soprattutto i Capigruppo, devono guardare con gli occhi stessi di Gesù che è Misericordia. Solo uniti a LUI, crocifisso, possono raggiungere i cuori di tutti i fratelli, ammalati e non, del proprio gruppo e delle parrocchie in cui operano. L’immagine che più è rimasta impressa nell’assemblea è quella del Capogruppo come capocordata che oltre a portare i fratelli – che siano sani o sofferenti – alla vetta nonostante pericoli e percorsi accidentati, deve camminare in cordata con essi. Teresa ci ha fatto notare come questa espressione (e per la verità anche altre) del Beato Novarese possa essere messa in parallelo con quella di Papa Francesco che nell’aprile del 2013 ha parlato di Gesù come Capocordata e della necessità per noi di agganciarci a LUI. Un’immagine bellissima e molto eloquente che abbiamo poi scoperto essere stata in qualche maniera ripresa dall’indimenticabile don Pino Osella (vedasi calendario 2016 allegato a “L’Ancora”). Il Bambù - Marzo 2016 Entusiasmante e coinvolgente è stata la relazione di Teresa Guagnano. L’esperienza che Teresa ci ha raccontato ha toccato nel profondo noi Fratelli e Sorelle proprio perché, come lei, anche molti di noi si sono avvicinati al CVS dopo l’incontro con la sofferenza di un amico, un genitore, un fratello. Teresa ha conosciuto gli amici del CVS in un momento triste della sua vita, quando mille sono le domande che attanagliano la nostra esistenza. Sono questi momenti di dolore che, grazie all’aiuto dei fratelli, ci aiutano a trovare un senso alla sofferenza. Ecco che il Fratello/Sorella, da buon Cireneo che aiuta a portare la Croce, diviene lui stesso bisognoso di aiuto e questo aiuto lo riceve dal Volontario, cioè dalla persona la cui sofferenza è visibile. Chi di noi infatti non è sofferente? È Cristo capocordata 9 proprio questo il paradosso del carisma del nostro Fondatore: non è il sano ad aiutare l’ammalato ma quest’ultimo ad alleviare le sofferenze del fratello “sano”. Nel CVS non si dà soltanto, si riceve, si cammina accanto al Volontario, condividendone la stessa spiritualità che arricchisce chi la vive. È questo il motivo per cui, nonostante il lavoro, la famiglia, gli impegni quotidiani, Teresa continua ancora ad essere una Sorella degli Ammalati. Come Teresa anche noi, come è emerso dai lavori di gruppo, nonostante impegni, problemi, cadute, continuiamo, con l’aiuto del Signore e del Beato Novarese, a camminare insieme, in cordata, dietro a Gesù, certi che Lui ci porterà alla Vetta più alta. Ringraziamo le due Terese che si sono rivelate eccellenti strumenti nelle mani del Signore ed hanno fatto vibrare le corde del nostro cuore. Come ogni anno hanno avuto luogo l’incontro per Fratelli e Sorelle e quello per Capigruppo del CVS di Puglia, questa volta ospitati nella parrocchia del Salvatore a Loseto. Un importante incontro di formazione, confronto e crescita che ha permesso di allargare lo sguardo, meditare sui punti cardine del nostro apostolato ed arricchirci delle reciproche testimonianze. Le relazioni iniziali, sul tema della giornata “Vivere l’Anno Santo della Misericordia”, sono state virtuosamente condotte da Teresa Carmosino (capogruppo del GdA di S. Maria del Monte Carmelo/3, Bari) e da Teresa Guagnano (del CVS di Castellaneta). Esse, partendo dal carisma che ci identifica, si sono innestate nell’invito di papa Francesco a vivere la Misericordia in questo straordinario anno giubilare e nel tema civuessino di quest’anno associativo. La nostra Teresa ha saputo richiamare le esortazioni ed indicazioni del Beato Novarese riguardo ai Gruppi di Avanguardia ed ai Capigruppo, che devono porsi come specchio della dolcezza e Misericordia del Padre, migliorandosi ed evangelizzandosi per migliorare ed evangelizzare, per essere canali che uni- 10 Una Sorella degli Ammalati del CVS di Bari-Bitonto Il Bambù - Marzo 2016 scono la misericordia finita dell’uomo con la Misericordia infinita di Dio. Anche la testimonianza di Teresa Guagnano ha saputo riportarci all’essenza del nostro apostolato di feriti/consolatori, trasformati, trasfigurati solo dopo aver fatto esperienza della Misericordia del Padre, per essere volto tra gli uomini della Misericordia divina, per accompagnare, partecipando, il cammino dei fratelli ammalati. Significativa anche l’immagine del “capocordata” che ci ha regalato questa giornata. Un’immagine che ci riporta, prima di tutto, a Gesù, capocordata per eccellenza, che sceglie di trainare l’umanità verso la Vetta, che è il Padre, assumendo il peso, la responsabilità, l’onere, la stanchezza, l’impegno, il rischio della scalata e che non si arrende Il Bambù - Marzo 2016 nemmeno davanti alla tempesta dell’Amore non corrisposto, puntando gli occhi solo sulla Meta finale. Accanto a questa, la giornata ha incastonato nel cuore l’immagine di un Dio che, per Amore, per il troppo Amore, confonde il Suo sguardo nel nostro, rendendoci compartecipi del Suo essere Misericordioso, facendo dipendere tutto dal nostro “Sì”, dal nostro volerci specchiare nel Suo Volto per riflettere al mondo una Misericordia che parla di tenerezza e di “follia”… la “follia” di un Dio che scommette tutto su una creatura e si rimette al suo “Sì”! Quanta grazia accolta, ricevuta in questa giornata, che è penetrata nel cuore, intessendo ricami che mostrano un Disegno che parla di Lui e che pian piano continua, attraverso i nostri “Sì”, la sua storia!□ 11 Misericordiosi come il Padre Spunti della relazione incontro regionale Capigruppo Gesù ha dischiuso dinanzi a ciascuno di noi la nuova vita, che ci invita a vivere incorporandoci con il Battesimo a Lui, fino a formare di ciascuno di noi, in Lui e con Lui, una creatura nuova, che Egli ha ricostruito attraverso la Sua Passione, Morte e Risurrezione. Questa affermazione trova riscontro nel pensiero espresso dal Beato Luigi Novarese, che definisce la guida del Gruppo di Avanguardia "il capocordata" dei membri a lui affidati: "Il capogruppo deve comprendere lo scopo dell'Incarnazione del Figlio di Dio, lo scopo della Sua Passione e Risurrezione. Allora egli comprenderà che la passione di Gesù Cristo, quantunque in sé completa, è stata da Lui lasciata aperta alla possibilità di completamento durante tutti i tempi e in tutti i luoghi. E questa è una VERA e GRANDE DIVINA 12 MISERICORDIA nei nostri riguardi; Gesù Cristo lascia al nostro amore la comprensione e la volontà di partecipare al disegno di Misericordia per riparare e intercedere di fronte alla moltitudine dei peccati" (Circolare agosto – settembre 1976). Unità in Cristo come il tralcio che, unito alla vite, vive e prospera in virtù della linfa che la vite gli trasmette. "Gesù ci ha aperto il passaggio a Dio; è come un Capocordata quando si scala una montagna, che è giunto alla cima e ci attira a sé conducendoci a Dio. Se affidiamo a Lui la nostra vita, se ci lasciamo guidare da Lui siamo certi di essere in mani sicure" (parole di Papa Francesco nell'udienza generale del 17 aprile 2013). Teresa Carmosino (Capogruppo GdA S. Maria Monte Carmelo/3) Il Bambù - Marzo 2016 Grazie all’A.M.A.S.I. Con piacere il 5 febbraio abbiamo accolto l’ invito fattoci dall’associazione A.M.A.S.I. ad un evento che si è svolto presso la parrocchia S. Giovanni Bosco al quartiere S. Paolo. La presenza civuessina era abbastanza rappresentata, con i componenti del GdA di Modugno, dei carmelitani, di S. Marco, Trasfigurazione di Bitritto e Annalisa Caputo. All’interno della serata era prevista una testimonianza della Sig.ra Claudia Koll sulla sua conversione avvenuta durante il Giubileo nel 2000. Attraversando la Porta Santa in S. Pietro, ha avvertito in sé un cambiamento che cammin facendo ha cambiato radicalmente il suo modo di fare e di vivere, tanto da occuparsi totalmente di quelli che il nostro Papa Francesco chiama “gli ultimi delle periferie” anche fuori dall’Italia, sostenendo una missione in Africa. A mio modesto avviso il carro trainante della serata è stato il musical sulla vita di Madre Teresa di Calcutta, fatIl Bambù - Marzo 2016 to di momenti belli ed emozionanti per l’interpretazione dei vari personaggi sul palco: pur non essendo attori professionisti, sono stati eccezionali, mettendoci tutto il possibile per la riuscita della serata, meritando applausi e complimenti a scena aperta da tutti i presenti convenuti. Per questo approfitto di queste poche righe per ringraziare a nome del C.V.S. la Sig.ra Rosaria Accardi e con lei la figlia Augusta dell’impegno profuso per la buona riuscita della serata. Michele Scardicchio (Capogruppo GdA Trasfigurazione, Bitritto, e Referente Fratelli/Sorelle) 13 14 Il Bambù - Marzo 2016 Giornata Mondiale del Malato 2016 Affidarsi a Gesù come Maria: “Fate quello che egli vi dirà” Relazione di Suor Riccarda Lazzari, docente del “Camillianum” di Roma in occasione dell'incontro diocesano dei Ministri Straordinari della Comunione in preparazione alla celebrazione della XXIV Giornata mondiale del malato. Sabato 30 gennaio, Aula Magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari. Il tema ha un obiettivo: Affidarsi a Gesù sull’esempio di Maria che a Cana ha pronunciato le famose parole: fate quello che Egli vi dirà. Le parole chiavi del nostro tema sono appunto queste che la madre del Signore ha rivolto ai servi. Sono le ultime parole della Vergine: il suo testamento spirituale, il programma di vita che ci ha lasciato! Per comprendere appieno queste parole è necessario conoscere anzitutto il contesto in cui Maria le ha pronunciate. Pertanto presento brevemente la scena evangelica delle nozze di Cana, i persoIl Bambù - Marzo 2016 naggi, i significati. 1. Le Nozze di Cana L’evento delle nozze di Cana lo scrive soltanto l’evangelista Giovanni. Egli scrive il suo Vangelo intorno al 90-100 dopo Cristo, ed è l’autore più tardivo del Nuovo Testamento, perciò trasmette alla chiesa una delle riflessioni più mature sulla persona di Gesù e della Madre di Lui. Nel vangelo di Giovanni non compare mai il nome “Maria” riferito alla Vergine, mentre in quello di Luca compare 12 volte; l’evangelista del quarto vangelo usa invece i termini: “Madre di Gesù”, e 15 “Donna”. 1.1 Il contesto e la prospettiva L’episodio è situato a Cana in un villaggio della Galilea nominato tre volte nel Vangelo di Giovanni (2,1; 4,46; 21,2). Cana è localizzata a 8 Km da Nazareth, sulla via che porta a Tiberiade. Un giorno, in quel paesino, si festeggiava uno sposalizio (Gv2,1) e a quella festa fu invitata Maria la Madre di Gesù (v.1b); l’invito fu poi rivolto anche a Gesù e ai suoi discepoli. Secondo l’esposizione letterale del testo, è Maria l’invitata, e probabilmente a causa di lei, sono stati invitati anche Gesù e i suoi discepoli. “S. Tommaso pensa, persino che fu chiesto a Maria se bisognava invitare Gesù”. A un certo punto del pranzo viene a mancare il vino e di fronte a questo disagio, la Vergine, attenta e premurosa, si rivolge direttamente a Gesù dicendo “non hanno più vino”. La risposta del Figlio alla Madre è alquanto enigmatica, Egli sembra rifiutare la proposta sottesa alla dichiarazione di Maria, adducendo, però, un motivo: “non è ancora giunta la mia ora” (v. 4); “ma la Madre, come se Gesù avesse 16 acconsentito”, dice ai servi: “fate quello che Egli vi dirà”. E Gesù, dietro l’istanza della Madre, anticipa “la sua ora” e dà inizio ai “segni” della Salvezza. 1.2 La sollecitudine compassionevole Alle di Nozze di Cana, Maria non appare soltanto come invitata, ma emerge come figura che ha delle responsabilità. Vari studiosi concordano nell’attribuire a Maria un ruolo qualificato nel servizio della tavola. Infatti quando Lei si rivolge ai servi: usa un verbo imperativo “fate quello che egli vi dirà”; questa direttiva manifesta che la Madre del Signore possedeva, in quel contesto, una certa autorevolezza. Mentre i convitati pranzano tranquillamente, Maria, attenta e premurosa, si accorge che viene a mancare il vino. Il disagio è grande per quel momento conviviale. Ma ciò che preoccupa Maria, non è il fatto che la festa venga rovinata, ma che gli sposi vedano guastato quello che dovrebbe essere il più bel giorno della loro vita. Infatti, quando Ella fa presente a Gesù il problema, non dice: “non c’è più vino”, ma “non Il Bambù - Marzo 2016 hanno più vino”. La sollecitudine di Maria, la sua preoccupazione e compassione materna sono rivolte ai due giovani sposi; ella si adopera per risolvere tale difficoltà e non c’è altro mezzo che quello di intercedere presso il Figlio, il quale può intervenire oltre le umane possibilità. In questa ottica, Maria chiede a Gesù di intervenire per una realtà in se umilissima, che riguarda un aspetto non essenziale delle vicende umane della vita, tuttavia lei è preoccupata e si fa mediatrice presso il Figlio. “Nel vangelo più sublime, quello di Giovanni, Maria chiede un miracolo umile, e che si poteva anche evitare”. Ma il significato immediato della richiesta di Maria non è l’unico, ve ne sono altri che superano la sfera materiale e si collocano nel mistero della salvezza. Il vino che manca non è soltanto un elemento della buona tavola, ma riveste anche altri significati. 1.2.1 “Non hanno più vino” Queste parole rivolte a Gesù da Maria, non esprimono soltanto la compassione umana rivolta a risolvere un problema immediato dei due sposi, ma comunicano anche Il Bambù - Marzo 2016 un altro bisogno, o meglio, un’altra speranza che il vino stesso rappresenta: la speranza messianica. Maria chiede al Figlio un segno del suo essere Messia, un segno che mentre risolve un problema umano, anticipa l’ora della Rivelazione del Figlio, e svela che è giunta l’ora della Salvezza. “Nel suo atto di fede e nella sua preghiera, Maria appare come rappresentante l’umanità in difficoltà, ed il giudaismo nella sua speranza messianica: essa è figura dell’umanità e di Israele che attendono una liberazione”. Alla richiesta della Madre, Gesù risponde con parole enigmatiche che sembrano esprimere un disaccordo: “che vi è tra me e te, o donna?”(v.4), il disaccordo è spiegato da Gesù con le parole: “la mia ora non è ancora venuta”(v.4). L’ora di Gesù è quella della sua Passione-Morte e Resurrezione, è l’ora della piena Rivelazione, l’ora in cui la Salvezza sarà pienamente attuata. “Maria avrà compreso le parole enigmatiche del figlio? - si domanda un noto mariologo - Probabilmente no. Ma una cosa conta sommamente. Pur non avendo com17 preso quali siano esattamente le intenzioni del Figlio, Maria si affida totalmente alla volontà di Lui e trasmette ai servi questa sua fede aperta sull’incognito, prima che intervenga l’evidenza del segno: ’fate quello che egli vi dirà’ ”. 1.3 Fate quello che egli vi dirà: è affidarsi totalmente al Signore Con le parole «Fate quello che egli vi dirà...», Maria si affida totalmente a Gesù! Sono parole che contengono un programma di vita. Quel programma che Ella realizzò come prima discepola del Signore, e che oggi consegna a tutti noi. «Fate quello che egli vi dirà...», significa: ascoltate Gesù mio Figlio, seguite la sua parola e abbiate fiducia in lui. Imparate a dire «sì» al Signore in ogni circostanza della vostra vita. E' un messaggio molto confortante, di cui tutti sentiamo il bisogno. «Fate quello che egli vi dirà...». E’ la frase che racchiude tutta la vita di Maria. La sua vita è stata, infatti, un grande «sì» al Signore. Un «sì» pieno di gioia e di fiducia. Un «sì», che lei ha vissuto tutta la 18 vita in totale fiducia a Dio, in perfetta comunione col Figlio, anche nei momenti più difficili, fino al Calvario, ai piedi della croce. Lei non ritira mai il suo «sì», perché ha posto tutta la vita nelle mani di Dio: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). Nell'enciclica Redemptoris Mater è scritto, a questo proposito: «Nell'annunciazione, Maria si è abbandonata a Dio completamente, manifestando "l'obbedienza della fede" a Colui che le parlava mediante il suo messaggero, e prestando "il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà". Maria ha dunque risposto con tutta se stessa, e in tale risposta di fede, erano contenute: una piena cooperazione "alla grazia di Dio che previene e soccorre" ed una perfetta disponibilità. «Fate quello che egli vi dirà...», è, dunque, un progetto di vita basato sul solido e sicuro fondamento che è Cristo Gesù. 1.3.1. Fate quello che egli vi dirà: è rimettersi alla volontà di Dio Pregare non significa dare Il Bambù - Marzo 2016 a Dio l’indicazione di cosa deve fare, ma affidargli un problema perché lo risolva secondo la sua volontà. Ce lo insegna Maria, sempre nell’episodio delle nozze di Cana. Quando la Vergine si rivolge a Gesù dicendogli: "Non hanno più vino" (Gv 2,3), non dice al Figlio che cosa deve fare, e neppure gli chiede di compiere un miracolo mediante il quale produrre del vino; Lei, semplicemente, affida la cosa a Gesù e a Lui lascia la decisione: fate quello che egli vi dirà. Vediamo così nelle parole della Madre di Gesù due realtà: da una parte, la sua sollecitudine affettuosa per gli uomini, l'attenzione materna con cui avverte l'altrui bisogno, la sua bontà e la sua disponibilità ad aiutare; dall’altra, Maria si rimette totalmente al giudizio e alla volontà del Signore. A Nazareth Maria ha consegnato a Dio la sua volontà: ‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto’ (Lc 1, 38). Questo è il suo permanente atteggiamento di fondo: affidarsi al Figlio e lasciare a Lui ogni decisione. Il Bambù - Marzo 2016 1.3.2 Perché Gesù chiama sua madre: “Donna” Alle parole di Maria “Non hanno più vino” Gesù risponde: «Che ho da fare con te, donna? Non è ancora giunta la mia ora» Benedetto XVI ci ha offerto una chiara riflessione su questa difficile risposta di Gesù a sua madre e in particolare sul termine “donna” con il quale Egli la chiama. «Noi non comprendiamo bene e non ci piace molto questo titolo ‘donna’ usato da Gesù nel chiamare sua madre. In realtà quel titolo esprime la posizione di Maria nella storia della salvezza. Quel titolo, donna, rimanda al futuro, all'ora della crocifissione, in cui Gesù le dirà: "Donna, ecco il tuo figlio – figlio, ecco la tua madre!" (cfr Gv 19, 26.27). Quel titolo indica quindi in anticipo l'ora in cui Gesù renderà la Donna, sua madre, madre di tutti i suoi discepoli. D’altra parte, il titolo evoca il racconto della creazione di Eva, e Maria rappresenta la nuova e definitiva donna, la compagna del Redentore, la Madre nostra. L'appellativo, apparente19 mente poco affettuoso, esprime invece la grandezza della missione di Maria. Ma ancora meno – ha proseguito Benedetto XVI – ci piace tutto il resto della risposta che Gesù a Cana dà a Maria: ‘Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora’ (Gv 2, 4). Noi vorremmo obiettare: ‘Molto hai da fare con lei! È stata lei a darti carne e sangue, il tuo corpo. E non soltanto il tuo corpo: con il “sì” proveniente dal profondo del suo cuore ti ha portato in grembo, e con amore materno ti ha introdotto nella vita e ambientato nella comunità del popolo d’Israele’. Se così parliamo con Gesù, siamo già sulla buona strada per comprendere la sua risposta. Nella Sacra Scrittura, infatti esiste un “parallelismo” tra il “sì” di Maria all’Arcangelo Gabriele e il “sì” del Figlio alla volontà del Padre. “In questo duplice ‘sì’ – prosegue Benedetto XVI - l’obbedienza del Figlio si fa corpo, Maria gli dona il corpo. ‘Che ho da fare con te, o donna?’ Quello che nel più profondo hanno da fare l’uno con l’altra, è questo duplice ‘sì’, nella cui coincidenza è 20 avvenuta l’Incarnazione. È a questo punto della loro profondissima unità che il Signore mira con la sua parola. Lì, in questo comune ‘sì’ alla volontà del Padre, si trova la soluzione. […] ». 1.4 I frutti di Cana: il “segno” e la “nascita della comunità messianica” Gesù non dimentica le ultime parole di sua Madre, le quali, mentre dispongono l’animo dei servi ad accogliere il volere del Figlio, inducono Lui stesso ad anticipare la sua ora, e “diede inizio ai suoi segni”. Il segno, di cui parla l’evangelista, è l’inizio della rivelazione progressiva che è iniziata a Cana e si prolungherà nel corso di tutto il Vangelo. Il primo segno del Signore rivelò la gloria del Verbo che ha posto la sua tenda fra noi (Gv1,14), e quel segno ha suscitato la fede nei discepoli “e i suoi discepoli credettero in Lui”(v.11). Ora i discepoli si presentano uniti tra loro e con la Madre di Gesù. Nel concludere l’evento di Cana, Giovanni scrive: “discese a Cafarnao, Lui, sua Madre, i suoi fratelli Il Bambù - Marzo 2016 e i suoi discepoli”(v.12). “L’inizio del racconto presentava la Vergine da una parte, Gesù e i suoi discepoli dall’altra, come due gruppi, che sembravano sopraggiungere alla festa per vie diverse. Al termine dell’episodio, la Vergine, i fratelli e i discepoli di Gesù appaiono invece come un solo gruppo, stretto attorno a lui”. E’ la fede in Gesù che unisce quella comunità: la fede di Maria che ha interceduto per il segno, la fede dei discepoli che è scaturita dal segno stesso. “A Cana, grazie all’intercessione di Maria e all’ubbidienza dei servitori, Gesù dà inizio alla ‘sua ora’. Ora la Madre di Gesù e i discepoli formano la comunità messianica unita nella fede al Figlio di Dio che ha manifestato la sua gloria. 1.5 Alcuni stimoli ed applicazioni a. I termini: Donna e Madre “Madre”: indica la relazione con il figlio, al quale dà la vita; "donna” (=sposa) indica la relazione con lo sposo dal cui amore corrisposto viene la vita del figlio. Maria, perché madre, rappresenta il popolo Il Bambù - Marzo 2016 di Dio, dalla cui carne viene il Messia, perché, sposa, è la figlia di Sion che ama e attende lo sposo, il Signore . Edith Stein ha scritto: La maternità è la forma femminile della fede. b. Cosa significa la mancanza di vino nell’esperienza di famiglia-di chiesa e di società? La gioia della festa nuziale di Cana, come del resto ogni altra gioia umana, è fragile, instabile e continuamente esposta al rischio di spegnersi. Il vino “che dà gioia al cuore dell'uomo” (sal 104,15), può venire a mancare da un momento all'altro. Quale garanzia può dare un progetto di felicità basato esclusivamente sulle scorte umane? Quante sono le "feste” umane, anche nuziali, che in breve tempo finiscono male! Il salmo 4, al versetto 8, afferma: “Mi hai dato più gioia di quando abbondano vino e frumento”. Nella vita, da soli, possiamo procurarci tante cose, tranne la gioia e l’amore: non possiamo, infatti, far sorgere il sole, ma essere svegli quando sorge!. Bisogna essere attenti ai tanti doni di natura e di grazia che ci vengono offerti ogni giorno. 21 E’ la mancanza della gioia del Vangelo che rende tristi gli sposi, le famiglie, la vita della chiesa e della società. Il vino che manca indica la mancanza di amore tra lo sposo e la sposa, quell’amore che si spegne se non è alimentato: dalla tenerezza, dal rispetto reciproco, dalla capacità di accogliersi reciprocamente, dalla disponibilità a sacrificarsi l’uno per l’altra, dall’amore di Dio fonte e sorgente di ogni autentico amore . c. La mancanza di vino è anche l’indebolimento della fede cristiana Un buon esercizio spirituale per conoscere il livello della propria fede è il seguente: percorrere mentalmente, davanti al Signore e in atteggiamento di profonda riconoscenza, la storia della propria fede: 1. Dove è nata la tua fede? Come si nutre? Come si esprime? 2. Ami la Chiesa tua madre? Vivi l’appartenenza alla comunità ecclesiale con entusiasmo, con fedeltà? 3. Sei “Testimone” di Cristo nella tua comunità? 4. Quando e in quali circostanze hai incontrato la manifestazione della gloria di Gesù? Quale ripercussione di gioia ha suscitato in te? 5. Che posto ha, nella storia della tua fede, la figura e l'azione della Vergine Maria? d. Le dimensioni dell'amore Qualsiasi amore degno di questo nome ha le seguenti qualità: 1. La sovrabbondanza: non si fanno calcoli. 2. L’umiltà: si ha fiducia incondizionata nell'amato, 3. La fantasia e la creatività: qualità che arricchiscono l’amore e lo sostengono nella prova. 4. Caratteristiche dell’amore autentico: è gratuito, non è egoista, è fedele, si dona sempre: nel tempo della gioia e in quello della prova. 5. La punta di diamante dell’amore autentico: è il perdono. Suor Riccarda Lazzari 22 Il Bambù - Marzo 2016 Tanti auguri dal tuo Amore… Gesù! Primo incontro regionale Giovanissimi, Giovani e Gruppo Attivo – Carosino, 14 febbraio 2016 Quest’anno il giorno di San Valentino, dedicato dai più a “festeggiare” l’amore, ci ha regalato una tra le più belle “dichiarazioni d’Amore” che possano esserci… quella di un Dio fatto uomo salito su una Croce per Amore, per ri-dare Vita ai suoi amati! Tutti i presenti all’Incontro Regionale Giovanissimi Giovani e Gruppo Attivo, che si è tenuto a Carosino in questo giorno, sono stati al contempo “destinatari” e “mittenti” di questo “Messaggio d’Amore” che rimbalzava di cuore in cuore! Il cuore “toccato” dall’Amore del Padre si faceva “scintilla” che ne infiammava altri… Misericordiosi davvero come il Padre, Misericordia che sgorga spontanea dai cuori puliti e trasparenti che profumano di Dio! La giornata è stata vissuta intensamente in tutti i suoi momenti, la fraterna e festosa accoglienza, la coinvolgente Il Bambù - Marzo 2016 catechesi di don Lucangelo, la Celebrazione Eucaristica condivisa con tutta la comunità e lo “scatenante” momento di festa! Ciascun momento ha “parlato” ad ogni cuore, ha lasciato quell’impronta indelebile che segna il “solco” in cui gettare il “seme” per poi ripartire rifioriti ancor più! Così, di ritorno da questa straordinaria giornata, tutti ci sentiamo un po’ “postini”, per portare e condividere quel “Tesoro” trovato che parla d’Amore… un Amore che guarisce, che plasma il cuore nel profondo, lo trasforma per avvicinarlo al Suo. Come sintesi di questa giornata consegno a tutti una “busta” fatta del Suo Cuore, piena di tutti i piccoli grandi gesti di Misericordia data e ricevuta, un “busta” indirizzata 23 a tutti che porta un solo biglietto, con poche semplici grandi parole e che dice ad ogni cuore… “Tanti auguri dal tuo Amore… Gesù!”. Domenica 14 febbraio alle 7.45 ci siamo diretti a Carosino per un Meeting regionale. La giornata è andata bene iniziando con la catechesi di don Lucangelo, trattando l’argomento “Misericordia io voglio”. Dopo la catechesi, alle 11.30 c’è stata la celebrazione eucaristica, ha partecipato tutta la regione Puglia! In quest’incontro, la cosa principale che mi ha colpito è quando abbiamo fatto le catechesi con don Lucangelo, divertendoci anche! Nessuno supera don! Don Lucangelo, nella seconda parte della giornata, ha fatto una catechesi particolare con noi, parlando ovviamente dell’argomento che stiamo trattando quest’anno “Misericordia io voglio!” La cosa principale della giornata è stato il divertimento, perché poi con tutti gli altri amici di Taranto, Lecce, Foggia abbiamo fatto nuove amicizie! Gli amici ci hanno accolto di primo mattino con la colazione, mangiando dolci e con un goccio di caffè! Oltre alle catechesi fatte, la celebrazione eucaristica ecc., prima di iniziare la catechesi pomeridiana abbiamo ballato e ci siamo divertiti molto, con balli di gruppo! 24 Antonella Tamborrino (Capogruppo GdA Sannicandro di Bari) Il Bambù - Marzo 2016 Precisiamo che il CVS è la nostra seconda famiglia, e Carosino è la nostra terza famiglia! Grazie per l’esperienza vissuta, vorrei riviverla, perché esperienze come queste ce La mia giornata trascorsa domenica a Carosino, per la seconda volta, è stata una bella esperienza. A me è piaciuto come posto la chiesa. Mi ha colpito molto nel mio cuore il cartellone grande molto bello con le parole scritte: “Tanti auguri dal tuo amore Gesù!” Sono rimasto molto contento di quelle parole. Prima di iniziare la Messa il sacerdote don Lucangelo ha fatto ascoltare il canto a tutti noi del gruppo del CVS presenti e noi abbiamo cantato insieme. È stata molto bella la È stata una bella esperienza con don Lucangelo a Carosino. Mi sono divertito quando abbiamo fatto i balletti con tutti gli amici del CVS. Una cosa devo dire, che ho capito Il Bambù - Marzo 2016 ne sono davvero poche! Grazie a chi l’ha organizzata, grazie a chi ci ha portati! Rocco Signorile (Gruppo Attivo) Messa che ha celebrato in chiesa. E’ stato molto bravo il sacerdote don Lucangelo. Mi ha colpito molto nel mio cuore e ci ha dato molta gioia, sorriso e affetto a tutti noi gruppi del CVS e tutta la comunità presente. Giovanni Castoro (Gruppo Attivo) che nel CVS si fanno tante cose belle e che anche se c’è la sofferenza si va avanti lo stesso con la gioia e l’amore. Michele Carulli (Gruppo Attivo) 25 “Periferie in cattedra” Il nuovo umanesimo raccontato da giovani diversamente abili Presso la parrocchia di S. Sabino, in un pomeriggio di febbraio, alla presenza del nostro Vescovo, si è tenuta la presentazione del secondo libro del Gruppo Attivo amorevolmente guidato da Annalisa Caputo. Con grande piacere ed emozione ho seguito tutto quello che i giovani diversamente abili ci hanno trasmesso. Penso d’interpretare l’entusiasmo di tutto il pubblico, visto i calorosi applausi finali e il breve, incisivo discorso di Mons. Cacucci, che ha lodato l’intenso lavoro di Annalisa e il suo Gruppo: Sua Eccellenza ha sottolineato la semplicità e 26 gratuità con la quale sono stati espressi concetti filosofici e teologici complessi. Tutti avevamo in mano il libro intitolato “Periferie in cattedra”. Questo titolo è estremamente significativo, Il Bambù - Marzo 2016 mi ha fatto molto riflettere. La parola “cattedra” è associabile alla scuola (luogo dove apprendere) e la parola “periferie” a qualcosa di secondario, spesso trascurato da noi uomini ma non dai progetti di Dio prediletto Gesù Cristo, che soffrendo e morendo sulla Croce ha riscattato l’uomo dal peccato. Così tutti gli uomini, specialmente noi sofferenti, quando lo riconosciamo come Padre Misericordioso, possiamo salire in “cattedra” cioè aspirare alla conoscenza e testimonianza di Gesù fattosi uomo per amore dell’uomo. Numerose sono state le domande di Annalisa ai ragazzi su cosa sia il Nuovo Umanesimo partendo dal concetto dell’uomo fragile e ferito. Il Bambù - Marzo 2016 I giovani diversamente abili hanno risposto con disegni, con semplici osservazioni, musiche e danze: tutte espressioni di serenità, di gioia e letizia cristiana. Infine c’è stata la foto con il Vescovo e alcuni bambini, che hanno condiviso con questi giovani una bellissima esperienza, sono saliti sul palco. Ci sarebbero tante altre cose da raccontare e personalmente mi propongo di leggere il libro, curiosando un po’ tra filosofia e disegni. Così potrò rivivere le forti emozioni e la gioia provata durante questo pomeriggio particolare trascorso con la grande famiglia del CVS. Rosanna Clericò (GdA Preziosissimo Sangue) 27 Misericordia è speranza Flash dal weekend di spiritualità per Giovanissimi e Giovani – Valleluogo, 26-28/2/2016 Giovanna Bettiol e Annalisa Caputo SOdC, organizzatrici del weekend, con il seminarista Alessandro "La più difficile da compiere... è quella di cui abbiamo + bisogno" I partecipanti con il predicatore del weekend don Roberto Tarantino (a destra) e don Cristian Catacchio (in alto al centro) 28 Il Bambù - Marzo 2016 La mia esperienza nel CVS Da quando ho conosciuto il Centro Volontari della Sofferenza sei anni fa, la prima cosa che mi colpì era conoscere l’associazione e fare amicizia con gli altri. La conobbi tramite un amico che ora non c’è più! La cosa che mi colpisce sono gli esercizi spirituali, le gite, le uscite organizzate con l’associazione, i meeting e tante altre cose! Però le tre cose principali del CVS che mi colpiscono sono i meeting, le uscite e le gite! Far parte di quest’associazione in questi sei anni mi ha fatto capire molto, perché prima di far parte di quest’associazione ero sempre solo, desolato in un angolo e non riuscivo a trovare amici per aggregarmi ed uscire, poi grazie a questo amico che mi ha fatto conoscere il CVS mi troIl Bambù - Marzo 2016 vo bene! Perché a differenza di stare solo, a stare in compagnia c’è molta differenza! Quest’anno, per mia fortuna, hanno organizzato una GMG in Polonia! Il CVS per me è molto importante, è la mia seconda famiglia! Oltre alle mie impressioni, vorrei che anche chi non conosce l’associazione condividesse le nostre impressioni di noi volontari a far parte! Noi al CVS ci troviamo bene, fortunatamente, perché ci sono gli amici per scherzare, ridere, a volte anche litigare, e tante altre cose! Come ogni persona, ognuno è libero di entrare o no, senza comandare a nessu29 no, perché ognuno è libero di scegliere! Il mio impegno nel CVS è aiutare gli altri, chi non si può muovere, specialmente chi è in carrozzella, perché in ogni parte del mondo c’è una parte del popolo con disabilità anche gravi, non possiamo mai sapere i problemi degli altri, ma dobbiamo fare quello che ci sentiamo in profondità del cuore, perché nel nostro cuore c’è Gesù che ci parla! Facciamo preghiere per ogni intenzione, anche quelli fuori dell’associazione per esempio, perché noi volontari abbiamo il compito di aiutare il prossimo e amarlo, come dice il secondo comandamento! Vorrei innanzitutto che si approfondisse il significato del CVS (Centro Volontari della Sofferenza)! Il Centro Volontari della Sofferenza, fondato dal beato Luigi Novarese nel 1947, sta in ogni parte del mondo! Luigi, all’età di 9 anni, ebbe una malattia, la co30 xite, e si ammalò e stette molto in ospedale. Nel frattempo che lui era in ospedale, per non far annoiare gli altri cercò di creare un’orchestrina per farli divertire! Poi da quando morì la madre fece una scelta definitiva: diventare sacerdote! Perché lui voleva diventare medico per guarire gli ammalati, poi – come meglio pensò – studiò per diventare sacerdote, per guarire nell’anima e nel cuore tutti quelli che soffrivano! Un invito particolare lo voglio fare a chi non fa parte dell’associazione a vivere l’esperienza del CVS! Rocco Signorile (Gruppo Attivo) Il Bambù - Marzo 2016 La mia amicizia con Rosa Conobbi molti anni fa Rosa in parrocchia, quella di Santa Cecilia, che ho frequentato. Alla Santa Messa, ma anche alla catechesi chiamata dei giovani di Santa Cecilia con don Rodolfo, eravamo in tanti e dichiaravamo le nostre esperienze di fede. D'estate facevamo dei ritiri diocesani fuori della parrocchia, andando lontano da Bari. Fra i tanti, quello avvenuto in Alto Adige, precisamente a Pera di Fassa, dove mi ricordo che un Padre Discepolo spiegava ogni cosa, e per il resto vacanza. In quell'anno feci amicizia subito con Rosa. Era una ragazza molto semplice, genuina, si poteva parlare con lei tutte le volte che volevo. Frequentavamo la stessa comitiva di persone. Poi Rosa trovò un compagno e mi allontanai un po', ma sempre pensando a lei, chissà se era felice. Poi seppi che si sposava e andai al matrimonio: Eugenio e Rosa erano finalmente felici. All'improvviso verso l'anno 2008 seppi della morte del marito. Volli starle ancora più Il Bambù - Marzo 2016 28/8/1989: Pina e Rosa abbracciate vicino, era rimasta sola, senza nessuno e con il padre ammalato. Furono anni difficili per Rosa, sola ad affrontare tante avversità; io la sostenevo in ogni senso, con l'amore e il bene che le volevo. Lei per colmare la solitudine frequentava e si adoperava in tanti contesti. Le dissi di frequentare il CVS, per trovare degli amici. Abbiamo condiviso i compleanni e le esperienze delle sue altre amiche. Oggi sono addolorata per la perdita di Rosa, è stata veramente un'amica sincera, che ricorderò per sempre. Grazie, 31 Signore, d'avermela fatta conoscere. Poiché scrivo poesie e racconti e dipingo, dedico alla mia amica Rosa Pasqua questa poesia. Il calor del sole E' del sol il calore che brilla e nuovi al mondo appaiono i monti a sviluppar dall'oscuro i prati nella voluttà della campagna agreste. Nell'adombrato bosco dalle toccate foglie dell'autunno che brina. A giunger il gelo a rivestir i gelsomini e rose nel chiaror poi del giorno. E' del sol il calor, che brilla e nuovi al mondo appaiono i monti da percorrere nei passi incuneati dai sentieri ripidi, nell'accidentato borgo. Case, case a gran rilievo a rispecchiar le nuvole a poco a poco. E' del sol il calor che brilla e nuovi al mondo appaiono i monti. Nella turbolente acqua, alla violenza di una pietra viscida smossa ricade fra l'erba e del tramonto che infine al calar del sole scompare, al buio di notte l'infinite stelle. Giuseppina Attolico (Capogruppo GdA Preziosissimo Sangue in San Rocco) 32 Il Bambù - Marzo 2016 La posta del Bambù Ci è arrivato questo testo da una nostra associata e lettrice. L’attribuzione storica dell’aneddoto è certamente falsa, ma può comunque fornire interessanti spunti di riflessione, per cui lo pubblichiamo volentieri. ESISTE IL MALE? Un giorno un professore ateo sfidò i suoi alunni e chiese: "Dio ha fatto tutto ciò che esiste?" Uno studente rispose coraggiosamente: "Sì, l'ha fatto". "Proprio tutto?" chiese il professore. "Sì, proprio tutto" rispose lo studente. "Allora, Dio ha fatto anche il male, giusto?" rispose il professore "Perché il male esiste..." Lo studente non seppe rispondere, e rimase in silenzio. Il professore era visibilmente soddisfatto di aver provato ancora una volta che la fede era solo un mito. All'improvviso un altro studente alzò la mano e chiese: "Posso farle una domanda, professore?" "Certamente" gli rispose il professore. "Il freddo esiste?". "E' chiaro che esiste — rispose il professore — Non hai mai sentito freddo?" "In realtà, professore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della Fisica, ciò che noi consideriamo freddo, nella realtà è assenza di calore. Un oggetto può essere studiato solo quando ha e trasmette energia; ed è il calore che fa in modo che tale corpo abbia e trasmetta energia. Lo zero assoluto è l'assenza totale e assoluta del calore, tutti i corpi rimangono inerti, incapaci di reagire. Ma il freddo non esiste. Noi abbiamo creato questo termine per descrivere come ci sentiamo. E l'oscurità?" continuò lo studente. "Esiste", rispose il professore. Il Bambù - Marzo 2016 33 "Di nuovo, professore, s'inganna. L'oscurità è l'assenza totale di luce. Possiamo studiare la luce, ma non l'oscurità. Il prisma di Newton scompone la luce bianca nei suoi vari colori, secondo la lunghezza d'onda. L'oscurità è il termine che noi abbiamo creato per descrivere la totale assenza di luce". E infine lo studente chiese: "E il male, professore, esiste il male? Dio non creò il male. Il male è l'assenza di Dio nel cuore delle persone. L'assenza dell'amore, dell'umanità e della fede. L'amore e la fede sono come il calore e la luce. Esistono. La loro assenza produce il male". Questa volta era il professore a rimanere in silenzio. Il nome dello studente? Albert Einstein. Caro Bambù, ti invio questa poesia che ho scritto alcuni anni fa. Perché soffrire Solo nella tua tristezza con occhi vaghi e stanchi vai, come una meteora che fermarsi non sa. Penetrare vorresti nel buio lasciando quell'ala di luce, Infrangerli vorrei ma nel silenzio e come pula disperderli nel vento. immagini impalpabili sfiorano la tua mente La natura canta con voce sommessa e vi rimangono come il mormorare di un ruscello come gocce di cristalli. che ti invita a perderti nell'immensità di verdi foglie e con il suo alito rinnova ogni cosa. Come la notte che passerà e attende l'albeggiare del sole che domani sorgerà per te. Rosa Casalino (Capogruppo GdA SS. Sacramento) 34 Il Bambù - Marzo 2016 Sommario Una guida che continua...........................................................3 CVS-TG....................................................................................4 Il logo del Giubileo della Misericordia....................................5 Fare Natale nel CVS................................................................7 Vivere l’Anno Santo della Misericordia..................................8 Misericordiosi come il Padre.................................................12 Grazie all’A.M.A.S.I...............................................................13 Affidarsi a Gesù come Maria: “Fate quello che egli vi dirà” 15 Tanti auguri dal tuo Amore… Gesù!.....................................23 “Periferie in cattedra”............................................................26 Misericordia è speranza.........................................................28 La mia esperienza nel CVS...................................................29 La mia amicizia con Rosa......................................................31 La posta del Bambù...............................................................33 “Il Bambù” è la continuazione di “Cristo Vera Speranza”, il glorioso giornalino che ha raccontato il cammino del CVS di Bari-Bitonto per molti anni. La nuova testata si rifà ad una antichissima parabola cinese che esprime (inconsapevolmente) in termini poetici il carisma della nostra associazione: così infatti il bambù esclama con termini molto... cristiani: «Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi» (cfr. Lc 1,38 e Mc 14,36). Hanno collaborato a questo numero: Giuseppina Attolico, Teresa Carmosino, Michele Carulli, Giovanni Castoro, Rosanna Clericò, Laura Cozzi, Luciana De Giosa, Michele Lorusso, Michele Scardicchio, Rocco Signorile. Redazione: Don Vittorio Borracci, Angela e Damiana Moschetta (Andria), Floriano Scioscia, Antonella Tamborrino, Maria Ida Todisco (Bisceglie) Indirizzo postale: “Il Bambù”, c/o Scioscia, Via Maranelli 2, 70125 Bari Indirizzo e-mail: [email protected] Sito Web della Confederazione CVS: www.luiginovarese.org Sito Web del CVS diocesano: cvsbari.altervista.org Il Bambù - Marzo 2016 35 DONA IL TUO 5 PER MILLE AL CVS C'è un modo di contribuire alle attività della nostra associazione che non ti costa nulla: devolvere il 5 per mille della tua dichiarazione dei redditi. Il codice fiscale del CVS di Bari-Bitonto è 93071810720 Come fare? Se presenti il Modello 730 o Unico: ● compila la scheda sul modello 730 o Unico; ● firma nel riquadro indicato come "Sostegno del volontariato..."; ● indica nel riquadro il codice fiscale 93071810720 Anche se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi puoi devolvere al CVS il tuo 5 per mille: 1. Compila la scheda fornita insieme al CUD dal tuo datore di lavoro o dall'ente erogatore della pensione, firmando nel riquadro indicato come "Sostegno del volontariato..." e indicando il codice fiscale 93071810720 2. inserisci la scheda in una busta chiusa; 3. scrivi sulla busta "DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE IRPEF" e indica il tuo cognome, nome e codice fiscale; 4. consegnala a un ufficio postale, a uno sportello bancario - che le ricevono gratuitamente - o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti...). 36 Il Bambù - Marzo 2016