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Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dirà

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Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dirà
Il Bambù
Cristo Vera Speranza
Affidarsi a Gesù misericordioso
come Maria: “Qualsiasi cosa
vi dirà, fatela”
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Centro Volontari della Sofferenza Bari-Bitonto – Anno XI, marzo 2016
C'era un giardino molto
bello. Il suo Signore ne era
orgoglioso. Il più bello degli
alberi, e anche il più caro al Signore, era un prezioso bambù. E lo stesso
sapeva di essere l'albero prediletto del Signore. Il Signore un giorno con faccia seria si avvicinò al bambù e disse: “Caro bambù, io ho bisogno di te”.
Per il bambù sembrava venuto il giorno più bello della sua vita e con
gioia rispose: “Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi!”.
“Caro bambù – il Signore rispose – ti devo tagliare,”
“Tagliare? No! Signore. Vedi che sono il più bello dei tuoi alberi – e tu mi
vuoi tagliare?”.
“Caro bambù, se non ti posso tagliare non ho bisogno di te”.
Dopo un lungo silenzio l'albero disse: “Se non ti posso servire senza essere
tagliato, allora, tagliami”.
Ma il Signore gli rispose con la stessa faccia seria: “Devo tagliare anche i tuoi
rami e le tue foglie”.
“No, Signore! Sai bene che la mia unica bellezza sono i rami e le foglie.
Tagliami, ma non togliermi i rami e le foglie”.
“Caro bambù, se non ti posso tagliare i rami e le foglie, non ho bisogno di te”.
“Signore, – disse il bambù a bassa voce – prendi i miei rami e le mie foglie”.
“Caro bambù io ti devo ancora dividere in due parti e devo strappare il tuo cuore!".
Dopo un lungo silenzio il bambù si inclinò davanti al Signore e disse: “Tagliami e
dividimi”.
Così il Signore del giardino tagliò il bambù, tirò via i rami, strappò le sue foglie,
lo divise in due parti e gli strappò il cuore.
Poi lo prese e lo portò dove acqua fresca da una sorgente sgorgava verso
campi aridi. Là il Signore posò il suo bambù e collegò un capo del tronco
tagliato con la sorgente e incanalò l'altro capo verso il campo.
La sorgente cantò un benvenuto e le chiare scintillanti acque si
riversarono attraverso il corpo straziato del bambù verso il canale che
correva sui campi inariditi che ne avevano tanto bisogno.
Così quello che era un magnifico bambù diventò una grande
benedizione in tutta la sua fragilità e umiltà.
Quando era ancora grande e bello egli cresceva solo per se stesso e
gioiva per la propria bellezza, invece per mezzo della sua
distruzione diventò un canale che il Signore poteva
usare per rendere il suo
regno più fruttuoso.
(Da un racconto
popolare cinese)
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Il Bambù - Marzo 2016
Una guida che
continua
Riportiamo qui alcuni pensieri che Emmanuele Fiore
ha scritto nel corso degli
anni su “Cristo Vera Speranza”, la prima storica testata
del nostro giornalino.
Emmanuele con la sua 'arma'
preferita di apostolato
Luglio 1989, anno VII, n. 4
Sono stato anche quest’anno
pellegrino a Lourdes dal 13 al
19 aprile. Alla partenza alla
stazione venne a salutarci
Mons. Cacucci: “Quante volte
siete stati a Lourdes in pellegrinaggio?”. “Molte, ma sempre poche.” Dicevo la verità.
Sono d’accordo con Santa Bernadette: la Grotta, il mio Paradiso! Cosa volete? Per me,
stare davanti alla Grotta di
MassaBielle è come stare davanti al luogo sacro in una
chiesa. Lì è comparsa la Madonna e ha detto a Bernadet-
te: “Prega per i peccatori.”
Quasi una implorazione. Il
tempo non sempre è stato clemente: abbiamo avuto caldo,
freddo, pioggia, vento, tutto.
Sono potuto rimanere un po’
più a lungo davanti alla grotta solo una volta. Il giorno
della partenza siamo passati
in corteo davanti alla Madonna, un continuo gridare aiuto
a lei. E la Madonna fa grazie.
Le fa. […] Chissà se il prossimo anno ci andrò di nuovo.
Vorrei già starci.
E noi, condividiamo l’amore che Emmanuele ha sempre avuto
per la Madonna e il desiderio di andare a Lourdes? Anche
quest’anno, dal 22 al 28 luglio, si svolgerà il pellegrinaggio del
CVS con la Lega Sacerdotale Mariana. Nelle ultime edizioni la
partecipazione è stata purtroppo scarsa: perché quest’anno non
ci pensiamo seriamente? Per informazioni, rivolgersi all’assistente don Vittorio Borracci o al responsabile Floriano Scioscia.
Il Bambù - Marzo 2016
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CVS-TG
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20 gennaio Dopo una dolorosa malattia,
si è spenta ad Andria Rosa Pasqua
Moschetta (GdA Preziosissimo Sangue). A lei vanno il nostro affettuoso
pensiero e la preghiera, nella fede in
Cristo Risorto. A pagina 31 un ricordo
della capogruppo Giuseppina Attolico,
sua amica di una vita.
21 febbraio Abbiamo svolto presso l’Istituto Margherita il
Ritiro di Quaresima per adulti e giovani. Una giornata
di intensa spiritualità, alla riscoperta della Misericordia di
Dio. Ci ha guidato splendidamente don Silvio Bruno: il legame creato nel suo tirocinio pastorale quando era seminarista è tuttora assai profondo. Nella S. Messa conclusiva
abbiamo celebrato il trigesimo di Rosa Pasqua Moschetta,
insieme ai suoi parenti giunti da Andria.
6 marzo Al Seminario Teologico Regionale di Molfetta sono stati conferiti i ministeri ai seminaristi. In particolare, il
“nostro” Antonio Cristella ha ricevuto
il ministero del Lettorato. Lo accompagniamo con la preghiera e l’offerta delle
nostre giornate, affinché sia sempre più
innamorato della Parola di Dio per poterla porgere agli altri con sapienza e dolcezza.
13 maggio: si svolgerà presso il Santuario di Santa Fara il
Giubileo diocesano dei Malati. Verrà data a tutti la
possibilità di accostarsi al sacramento della Confessione e
poi si celebrerà la S. Messa con il nostro Arcivescovo Mons.
Cacucci. Come civuessini siamo tutti chiamati a non perdere questa opportunità che il Signore ci offre.
La redazione
Il Bambù - Marzo 2016
Per portare più frutto
Il logo del Giubileo della
Misericordia
Il logo e il motto offrono insieme una sintesi felice
dell'Anno giubilare. Nel motto
Misericordiosi come il Padre
(tratto dal Vangelo di Luca,
6,36) si propone di vivere la
misericordia sull'esempio del
Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma
di perdonare e di donare amore e perdono senza misura
(cfr. Lc 6,37-38).
Il logo – opera del gesuita
Padre Marko I. Rupnik – si
presenta come una piccola
summa teologica del tema
della misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica
sulle spalle l'uomo smarrito,
recuperando
un'immagine
molto cara alla Chiesa antica,
perché indica l'amore di Cristo che porta a compimento il
mistero della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale
da far emergere che il Buon
Pastore tocca in profondità la
carne dell'uomo, e lo fa con
amore tale da cambiargli la
vita. Un particolare, inoltre,
non può sfuggire: il Buon PaIl Bambù - Marzo 2016
store con estrema misericordia carica su di sé l'umanità,
ma i suoi occhi si confondono
con quelli dell'uomo. Cristo
vede con l'occhio di Adamo e
questi con l'occhio d Cristo.
Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo Adamo, la propria
umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo
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sguardo l'amore del Padre.
La scena si colloca all'interno della mandorla, anch'essa
figura cara all'iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due
nature, divina e umana, in
Cristo. I tre ovali concentrici,
di colore progressivamente
più chiaro verso l'esterno,
suggeriscono il movimento di
Cristo che porta l'uomo fuori
dalla notte del peccato e della
morte. D'altra parte, la profondità del colore più scuro
suggerisce anche l'imperscrutabilità dell'amore del Padre
che tutto perdona.
Misericordia, una parola composta dal latino misereor – ho
pietà – e cor, cordis – cuore –
indica un sentimento di compassione per l’infelicità altrui,
che spinge a soccorrere chi
soffre e a perdonare chi sbaglia. Quindi non è soltanto
provare sentimenti di tenerezza o emozioni che colpiscono il
cuore, ma un qualcosa che
mette in movimento mani
(aiutare nel cammino verso
Gesù Cristo) e piedi (andare
incontro a chi soffre). Nella
Bibbia, collegato al termine
misericordia vengono aggiunti
i termini rahamim e hesed. Il
primo, “viscere”, indica un
termine materno, un legame
particolare di appartenenza: è
assaporare insieme gioie e do-
lori. Il secondo termine è
strettamente legato alla convivenza nel sostenersi gli uni
gli altri.
La misericordia in definitiva
non è altro che un sentimento
che coinvolge tutto il corpo ad
operare verso gli altri, verso i
bisognosi. In particolar modo
l’icona che più rappresenta la
misericordia è la parabola del
buon samaritano: a Gerico un
uomo fu assalito e lasciato per
terra, solo un samaritano lo
raccolse e lo curò, mentre persino un levita lo evitò.
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Si ringrazia Teresa
Carmosino (Capogruppo GdA
S. Maria M. Carmelo/3)
Michele Scardicchio
(Capogruppo GdA
Trasfigurazione, Bitritto, e
Referente Fratelli/Sorelle)
Il Bambù - Marzo 2016
Fare Natale nel CVS
Natale associativo, 27 dicembre 2015
Il 27 dicembre c'è stato,
dalle suore di Via Lopez,
l'incontro di Natale organizzato dal CVS. Dopo tanto tempo
che mancavo dal CVS sono
andata a questo incontro che
si fa tutti gli anni.
L'incontro è iniziato con
l'accoglienza delle suore e poi
abbiamo iniziato a preparare
la celebrazione che don Vittorio e don Mimmo hanno presieduto.
Dopo la Messa i ragazzi del
Gruppo Attivo hanno fatto
una bella scenetta di Natale.
E’ stato molto bello e divertente, io mi sono divertita a
fare le fotografie che poi ho
fatto vedere a Laura e agli altri, e abbiamo pensato di
mandarle al Bambù per metterle sul giornalino.
Infine abbiamo festeggiato
tutti insieme in bella compagnia.
Luciana De Giosa
(GdA S. Maria
del Monte Carmelo)
La scenetta natalizia
Il Bambù - Marzo 2016
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Vivere l’Anno Santo
della Misericordia
Incontro regionale Capigruppo
e Fratelli/Sorelle, 10/01/2016
Come ormai consuetudine,
i CVS della Puglia si radunano nel mese di gennaio per un
incontro di formazione che si
tiene in una delle parrocchie
della diocesi di Bari-Bitonto.
È questo un momento atteso da Capigruppo e Fratelli e
Sorelle perché, oltre a costituire una buona occasione per
ricaricarsi e approfondire il
carisma del Beato Luigi Novarese, permette di ritrovarsi, di
conoscere nuovi amici del
CVS, di scambiarsi esperienze
e fare il punto sul cammino
fatto e da fare insieme a chi,
come noi, condivide la spiritualità della nostra Associazione.
Questi raduni prevedono
un momento di accoglienza, la
presentazione dei relatori, la
relazione, una pausa pranzo,
il lavoro in gruppi e la santa
Messa.
Ogni anno questi incontri
sono guidati da un Volontario
e da un Fratello/Sorella proprio per far sì che ciò che viene esposto sia frutto di
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esperienze concrete di sofferenza vissuta sulla propria
pelle e/o condivisa come compagno di viaggio di chi soffre.
Quest’anno ci siamo riuniti
domenica 10 gennaio, presso
la Parrocchia del Salvatore in
Loseto (un quartiere della periferia di Bari). A guidare
l’incontro sul tema “Vivere
l’Anno Santo della Misericordia” sono state due Terese:
Teresa Carmosino, una docente di Bari in pensione, non vedente, e Teresa Guagnano,
mamma, moglie e lavoratrice,
di Mottola, diocesi di Castellaneta. Moderatore il nostro
caro assistente regionale don
Vittorio Borracci.
Teresa Carmosino, neo Capogruppo, ha basato la sua relazione su due pilastri: l’icona
dell’Anno Santo della Misericordia (vedi illustrazione a
pag. 5) e il libro “La formazione dei Capigruppo” (una raccolta delle principali circolari
del nostro Fondatore, assemblate da sorella Elvira Myriam, ed. CVS 1989). Con
Il Bambù - Marzo 2016
delle argomentazioni precise e
chiare, la Carmosino ci ha fatto capire come i Volontari, ma
soprattutto i Capigruppo, devono guardare con gli occhi
stessi di Gesù che è Misericordia. Solo uniti a LUI, crocifisso, possono raggiungere i
cuori di tutti i fratelli, ammalati e non, del proprio gruppo
e delle parrocchie in cui operano. L’immagine che più è rimasta impressa nell’assemblea è quella del Capogruppo
come capocordata che oltre
a portare i fratelli – che siano
sani o sofferenti – alla vetta
nonostante pericoli e percorsi
accidentati, deve camminare
in cordata con essi. Teresa ci
ha fatto notare come questa
espressione (e per la verità
anche altre) del Beato Novarese possa essere messa in parallelo con quella di Papa
Francesco che nell’aprile del
2013 ha parlato di Gesù come
Capocordata e della
necessità per noi di
agganciarci a LUI.
Un’immagine bellissima e molto eloquente che abbiamo
poi scoperto essere
stata in qualche maniera ripresa dall’indimenticabile don Pino
Osella (vedasi calendario 2016 allegato a
“L’Ancora”).
Il Bambù - Marzo 2016
Entusiasmante e coinvolgente è stata la relazione di
Teresa Guagnano. L’esperienza che Teresa ci ha raccontato
ha toccato nel profondo noi
Fratelli e Sorelle proprio perché, come lei, anche molti di
noi si sono avvicinati al CVS
dopo l’incontro con la sofferenza di un amico, un genitore,
un fratello. Teresa ha conosciuto gli amici del CVS in un
momento triste della sua vita,
quando mille sono le domande
che attanagliano la nostra esistenza. Sono questi momenti
di dolore che, grazie all’aiuto
dei fratelli, ci aiutano a trovare un senso alla sofferenza.
Ecco che il Fratello/Sorella, da
buon Cireneo che aiuta a portare la Croce, diviene lui stesso bisognoso di aiuto e questo
aiuto lo riceve dal Volontario,
cioè dalla persona la cui sofferenza è visibile. Chi di noi infatti non è sofferente? È
Cristo capocordata
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proprio questo il paradosso
del carisma del nostro Fondatore: non è il sano ad aiutare
l’ammalato ma quest’ultimo
ad alleviare le sofferenze del
fratello “sano”. Nel CVS non
si dà soltanto, si riceve, si
cammina accanto al Volontario, condividendone la stessa
spiritualità che arricchisce chi
la vive.
È questo il motivo per cui,
nonostante il lavoro, la famiglia, gli impegni quotidiani,
Teresa continua ancora ad essere una Sorella degli Ammalati. Come Teresa anche noi,
come è emerso dai lavori di
gruppo, nonostante impegni,
problemi, cadute, continuiamo, con l’aiuto del Signore e
del Beato Novarese, a camminare insieme, in cordata,
dietro a Gesù, certi che Lui
ci porterà alla Vetta più alta.
Ringraziamo le due Terese
che si sono rivelate eccellenti
strumenti nelle mani del Signore ed hanno fatto vibrare
le corde del nostro cuore.
Come ogni anno hanno
avuto luogo l’incontro per Fratelli e Sorelle e quello per Capigruppo del CVS di Puglia,
questa volta ospitati nella
parrocchia del Salvatore a Loseto. Un importante incontro
di formazione, confronto e crescita che ha permesso di allargare lo sguardo, meditare sui
punti cardine del nostro apostolato ed arricchirci delle reciproche testimonianze.
Le relazioni iniziali, sul
tema della giornata “Vivere
l’Anno Santo della Misericordia”, sono state virtuosamente
condotte da Teresa Carmosino
(capogruppo del GdA di S.
Maria del Monte Carmelo/3,
Bari) e da Teresa Guagnano
(del CVS di Castellaneta).
Esse, partendo dal carisma
che ci identifica, si sono innestate nell’invito di papa Francesco a vivere la Misericordia
in questo straordinario anno
giubilare e nel tema civuessino di quest’anno associativo.
La nostra Teresa ha saputo
richiamare le esortazioni ed
indicazioni del Beato Novarese riguardo ai Gruppi di
Avanguardia ed ai Capigruppo, che devono porsi come
specchio della dolcezza e Misericordia del Padre, migliorandosi ed evangelizzandosi
per migliorare ed evangelizzare, per essere canali che uni-
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Una Sorella degli Ammalati
del CVS di Bari-Bitonto
Il Bambù - Marzo 2016
scono la misericordia finita
dell’uomo con la Misericordia
infinita di Dio.
Anche la testimonianza di
Teresa Guagnano ha saputo
riportarci all’essenza del nostro apostolato di feriti/consolatori, trasformati, trasfigurati solo dopo aver fatto esperienza della Misericordia del
Padre, per essere volto tra gli
uomini della Misericordia divina, per accompagnare, partecipando, il cammino dei
fratelli ammalati.
Significativa anche l’immagine del “capocordata” che ci
ha regalato questa giornata.
Un’immagine che ci riporta,
prima di tutto, a Gesù, capocordata per eccellenza, che
sceglie di trainare l’umanità
verso la Vetta, che è il Padre,
assumendo il peso, la responsabilità, l’onere, la stanchezza, l’impegno, il rischio della
scalata e che non si arrende
Il Bambù - Marzo 2016
nemmeno davanti alla tempesta dell’Amore non corrisposto, puntando gli occhi solo
sulla Meta finale.
Accanto a questa, la giornata ha incastonato nel cuore
l’immagine di un Dio che, per
Amore, per il troppo Amore,
confonde il Suo sguardo nel
nostro, rendendoci compartecipi del Suo essere Misericordioso, facendo dipendere tutto
dal nostro “Sì”, dal nostro volerci specchiare nel Suo Volto
per riflettere al mondo una
Misericordia che parla di tenerezza e di “follia”… la “follia” di un Dio che scommette
tutto su una creatura e si rimette al suo “Sì”!
Quanta grazia accolta, ricevuta in questa giornata, che è
penetrata nel cuore, intessendo ricami che mostrano un Disegno che parla di Lui e che
pian piano continua, attraverso i nostri “Sì”, la sua storia!□
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Misericordiosi come il Padre
Spunti della relazione incontro regionale
Capigruppo
Gesù ha dischiuso dinanzi
a ciascuno di noi la nuova
vita, che ci invita a vivere incorporandoci con il Battesimo
a Lui, fino a formare di ciascuno di noi, in Lui e con Lui,
una creatura nuova, che
Egli ha ricostruito attraverso la Sua Passione, Morte e
Risurrezione.
Questa affermazione trova
riscontro nel pensiero espresso dal Beato Luigi Novarese,
che definisce la guida del
Gruppo di Avanguardia "il capocordata" dei membri a lui
affidati: "Il capogruppo deve
comprendere
lo
scopo
dell'Incarnazione del Figlio di
Dio, lo scopo della Sua Passione e Risurrezione. Allora
egli comprenderà che la passione di Gesù Cristo, quantunque in sé completa, è stata
da Lui lasciata aperta alla
possibilità di completamento
durante tutti i tempi e in tutti
i luoghi. E questa è una
VERA e GRANDE DIVINA
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MISERICORDIA nei nostri
riguardi; Gesù Cristo lascia
al nostro amore la comprensione e la volontà di partecipare
al
disegno
di
Misericordia per riparare e
intercedere di fronte alla moltitudine dei peccati" (Circolare
agosto – settembre 1976).
Unità in Cristo come il
tralcio che, unito alla vite,
vive e prospera in virtù della
linfa che la vite gli trasmette.
"Gesù ci ha aperto il passaggio a Dio; è come un Capocordata quando si scala una
montagna, che è giunto alla
cima e ci attira a sé conducendoci a Dio. Se affidiamo a Lui
la nostra vita, se ci lasciamo
guidare da Lui siamo certi di
essere in mani sicure" (parole
di Papa Francesco nell'udienza generale del 17 aprile
2013).
Teresa Carmosino
(Capogruppo GdA S. Maria
Monte Carmelo/3)
Il Bambù - Marzo 2016
Grazie
all’A.M.A.S.I.
Con piacere il 5 febbraio
abbiamo accolto l’ invito fattoci dall’associazione A.M.A.S.I.
ad un evento che si è svolto
presso la parrocchia S. Giovanni Bosco al quartiere S.
Paolo. La presenza civuessina
era abbastanza rappresentata, con i componenti del GdA
di Modugno, dei carmelitani,
di S. Marco, Trasfigurazione
di Bitritto e Annalisa Caputo.
All’interno della serata era
prevista una testimonianza
della Sig.ra Claudia Koll sulla
sua conversione avvenuta durante il Giubileo nel 2000. Attraversando la Porta Santa in
S. Pietro, ha avvertito in sé
un cambiamento che cammin
facendo ha cambiato radicalmente il suo modo di fare e di
vivere, tanto da occuparsi totalmente di quelli che il nostro Papa Francesco chiama
“gli ultimi delle periferie” anche fuori dall’Italia, sostenendo una missione in Africa.
A mio modesto avviso il
carro trainante della serata è
stato il musical sulla vita di
Madre Teresa di Calcutta, fatIl Bambù - Marzo 2016
to di momenti belli ed emozionanti per l’interpretazione dei
vari personaggi sul palco: pur
non essendo attori professionisti, sono stati eccezionali,
mettendoci tutto il possibile
per la riuscita della serata,
meritando applausi e complimenti a scena aperta da tutti
i presenti convenuti.
Per questo approfitto di
queste poche righe per ringraziare a nome del C.V.S. la
Sig.ra Rosaria Accardi e con
lei la figlia Augusta dell’impegno profuso per la buona riuscita della serata.
Michele Scardicchio
(Capogruppo GdA
Trasfigurazione, Bitritto, e
Referente Fratelli/Sorelle)
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Il Bambù - Marzo 2016
Giornata Mondiale del
Malato 2016
Affidarsi a Gesù
come Maria:
“Fate quello che
egli vi dirà”
Relazione di Suor Riccarda Lazzari, docente del “Camillianum” di
Roma in occasione dell'incontro
diocesano dei Ministri Straordinari della Comunione in preparazione alla celebrazione della XXIV
Giornata mondiale del malato. Sabato 30 gennaio, Aula Magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari.
Il tema ha un obiettivo: Affidarsi a Gesù sull’esempio di
Maria che a Cana ha pronunciato le famose parole: fate
quello che Egli vi dirà. Le parole chiavi del nostro tema
sono appunto queste che la
madre del Signore ha rivolto
ai servi. Sono le ultime parole
della Vergine: il suo testamento spirituale, il programma di vita che ci ha lasciato!
Per comprendere appieno
queste parole è necessario conoscere anzitutto il contesto
in cui Maria le ha pronunciate. Pertanto presento brevemente la scena evangelica
delle nozze di Cana, i persoIl Bambù - Marzo 2016
naggi, i significati.
1. Le Nozze di Cana
L’evento delle nozze di
Cana lo scrive soltanto l’evangelista Giovanni. Egli scrive il
suo Vangelo intorno al 90-100
dopo Cristo, ed è l’autore più
tardivo del Nuovo Testamento, perciò trasmette alla chiesa una delle riflessioni più
mature sulla persona di Gesù
e della Madre di Lui.
Nel vangelo di Giovanni
non compare mai il nome
“Maria” riferito alla Vergine,
mentre in quello di Luca compare 12 volte; l’evangelista del
quarto vangelo usa invece i
termini: “Madre di Gesù”, e
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“Donna”.
1.1 Il contesto e la prospettiva
L’episodio è situato a
Cana in un villaggio della
Galilea nominato tre volte nel
Vangelo di Giovanni (2,1;
4,46; 21,2). Cana è localizzata
a 8 Km da Nazareth, sulla via
che porta a Tiberiade. Un
giorno, in quel paesino, si festeggiava
uno
sposalizio
(Gv2,1) e a quella festa fu invitata Maria la Madre di
Gesù (v.1b); l’invito fu poi rivolto anche a Gesù e ai suoi
discepoli. Secondo l’esposizione letterale del testo, è Maria
l’invitata, e probabilmente a
causa di lei, sono stati invitati
anche Gesù e i suoi discepoli.
“S. Tommaso pensa, persino
che fu chiesto a Maria se bisognava invitare Gesù”.
A un certo punto del pranzo viene a mancare il vino e di
fronte a questo disagio, la
Vergine, attenta e premurosa,
si rivolge direttamente a Gesù
dicendo “non hanno più vino”.
La risposta del Figlio alla Madre è alquanto enigmatica,
Egli sembra rifiutare la proposta sottesa alla dichiarazione di Maria, adducendo, però,
un motivo: “non è ancora
giunta la mia ora” (v. 4); “ma
la Madre, come se Gesù avesse
16
acconsentito”, dice ai servi: “fate quello che Egli vi
dirà”. E Gesù, dietro
l’istanza della Madre, anticipa “la sua ora” e dà inizio ai “segni” della Salvezza.
1.2 La sollecitudine compassionevole
Alle di Nozze di Cana, Maria non appare soltanto come
invitata, ma emerge come figura che ha delle responsabilità. Vari studiosi concordano
nell’attribuire a Maria un
ruolo qualificato nel servizio
della tavola. Infatti quando
Lei si rivolge ai servi: usa un
verbo imperativo “fate quello
che egli vi dirà”; questa direttiva manifesta che la Madre
del Signore possedeva, in quel
contesto, una certa autorevolezza.
Mentre i convitati pranzano tranquillamente, Maria,
attenta e premurosa, si accorge che viene a mancare il
vino. Il disagio è grande per
quel momento conviviale. Ma
ciò che preoccupa Maria, non
è il fatto che la festa venga rovinata, ma che gli sposi vedano
guastato
quello
che
dovrebbe essere il più bel giorno della loro vita. Infatti,
quando Ella fa presente a
Gesù il problema, non dice:
“non c’è più vino”, ma “non
Il Bambù - Marzo 2016
hanno più vino”.
La sollecitudine di Maria, la sua preoccupazione
e compassione materna
sono rivolte ai due giovani
sposi; ella si adopera per risolvere tale difficoltà e non c’è
altro mezzo che quello di intercedere presso il Figlio, il
quale può intervenire oltre le
umane possibilità. In questa
ottica, Maria chiede a Gesù di
intervenire per una realtà in
se umilissima, che riguarda
un aspetto non essenziale delle vicende umane della vita,
tuttavia lei è preoccupata e si
fa mediatrice presso il Figlio.
“Nel vangelo più sublime,
quello di Giovanni, Maria
chiede un miracolo umile, e
che si poteva anche evitare”.
Ma il significato immediato
della richiesta di Maria non è
l’unico, ve ne sono altri che
superano la sfera materiale e
si collocano nel mistero della
salvezza. Il vino che manca
non è soltanto un elemento
della buona tavola, ma riveste
anche altri significati.
1.2.1 “Non hanno più vino”
Queste parole rivolte a
Gesù da Maria, non esprimono soltanto la compassione
umana rivolta a risolvere un
problema immediato dei due
sposi, ma comunicano anche
Il Bambù - Marzo 2016
un altro bisogno, o meglio,
un’altra speranza che il
vino stesso rappresenta:
la speranza messianica.
Maria chiede al Figlio un
segno del suo essere Messia,
un segno che mentre risolve
un problema umano, anticipa
l’ora della Rivelazione del Figlio, e svela che è giunta l’ora
della Salvezza.
“Nel suo atto di fede e nella
sua preghiera, Maria appare
come rappresentante l’umanità in difficoltà, ed il giudaismo nella sua speranza
messianica: essa è figura
dell’umanità e di Israele che
attendono una liberazione”.
Alla richiesta della Madre,
Gesù risponde con parole
enigmatiche che sembrano
esprimere un disaccordo: “che
vi è tra me e te, o donna?”(v.4),
il disaccordo è spiegato da
Gesù con le parole: “la mia
ora non è ancora venuta”(v.4).
L’ora di Gesù è quella della
sua Passione-Morte e Resurrezione, è l’ora della piena Rivelazione, l’ora in cui la
Salvezza sarà pienamente attuata. “Maria avrà compreso
le parole enigmatiche del figlio? - si domanda un noto
mariologo - Probabilmente no.
Ma una cosa conta sommamente. Pur non avendo com17
preso quali siano esattamente le intenzioni del Figlio, Maria si affida
totalmente alla volontà di
Lui e trasmette ai servi
questa sua fede aperta
sull’incognito, prima che intervenga l’evidenza del segno:
’fate quello che egli vi dirà’ ”.
1.3 Fate quello che egli vi
dirà: è affidarsi totalmente
al Signore
Con le parole «Fate quello
che egli vi dirà...», Maria si affida totalmente a Gesù! Sono
parole che contengono un programma di vita. Quel programma che Ella realizzò
come prima discepola del Signore, e che oggi consegna a
tutti noi.
«Fate quello che egli vi
dirà...», significa: ascoltate
Gesù mio Figlio, seguite la
sua parola e abbiate fiducia in
lui. Imparate a dire «sì» al Signore in ogni circostanza della vostra vita. E' un messaggio molto confortante, di cui
tutti sentiamo il bisogno.
«Fate quello che egli vi
dirà...». E’ la frase che racchiude tutta la vita di Maria.
La sua vita è stata, infatti, un
grande «sì» al Signore. Un «sì»
pieno di gioia e di fiducia. Un
«sì», che lei ha vissuto tutta la
18
vita in totale fiducia a
Dio, in perfetta comunione
col Figlio, anche nei momenti più difficili, fino al
Calvario, ai piedi della
croce. Lei non ritira mai il suo
«sì», perché ha posto tutta la
vita nelle mani di Dio: «Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai
detto» (Lc 1,38).
Nell'enciclica Redemptoris
Mater è scritto, a questo proposito: «Nell'annunciazione,
Maria si è abbandonata a Dio
completamente, manifestando
"l'obbedienza della fede" a Colui che le parlava mediante il
suo messaggero, e prestando
"il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà". Maria ha
dunque risposto con tutta se
stessa, e in tale risposta di
fede, erano contenute: una
piena cooperazione "alla grazia di Dio che previene e soccorre"
ed
una
perfetta
disponibilità.
«Fate quello che egli vi
dirà...», è, dunque, un progetto di vita basato sul solido e sicuro fondamento che è
Cristo Gesù.
1.3.1. Fate quello che egli
vi dirà: è rimettersi alla
volontà di Dio
Pregare non significa dare
Il Bambù - Marzo 2016
a Dio l’indicazione di cosa
deve fare, ma affidargli un
problema perché lo risolva
secondo la sua volontà. Ce
lo insegna Maria, sempre
nell’episodio delle nozze di
Cana.
Quando la Vergine si rivolge a Gesù dicendogli: "Non
hanno più vino" (Gv 2,3), non
dice al Figlio che cosa deve
fare, e neppure gli chiede di
compiere un miracolo mediante il quale produrre del vino;
Lei, semplicemente, affida la
cosa a Gesù e a Lui lascia la
decisione: fate quello che egli
vi dirà.
Vediamo così nelle parole
della Madre di Gesù due realtà: da una parte, la sua sollecitudine affettuosa per gli
uomini, l'attenzione materna
con cui avverte l'altrui bisogno, la sua bontà e la sua disponibilità
ad
aiutare;
dall’altra, Maria si rimette totalmente al giudizio e alla volontà del Signore.
A Nazareth Maria ha consegnato a Dio la sua volontà:
‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello
che hai detto’ (Lc 1, 38). Questo è il suo permanente atteggiamento di fondo: affidarsi al
Figlio e lasciare a Lui ogni decisione.
Il Bambù - Marzo 2016
1.3.2 Perché Gesù chiama sua madre: “Donna”
Alle parole di Maria
“Non hanno più vino”
Gesù risponde: «Che ho
da fare con te, donna? Non
è ancora giunta la mia
ora»
Benedetto XVI ci ha offerto
una chiara riflessione su questa difficile risposta di Gesù a
sua madre e in particolare sul
termine “donna” con il quale
Egli la chiama.
«Noi non comprendiamo
bene e non ci piace molto questo titolo ‘donna’ usato da
Gesù nel chiamare sua madre. In realtà quel titolo esprime la posizione di Maria nella
storia della salvezza. Quel titolo, donna, rimanda al futuro, all'ora della crocifissione,
in cui Gesù le dirà: "Donna,
ecco il tuo figlio – figlio, ecco
la tua madre!" (cfr Gv 19,
26.27). Quel titolo indica
quindi in anticipo l'ora in cui
Gesù renderà la Donna, sua
madre, madre di tutti i suoi
discepoli. D’altra parte, il titolo evoca il racconto della creazione di Eva, e Maria
rappresenta la nuova e definitiva donna, la compagna del
Redentore, la Madre nostra.
L'appellativo,
apparente19
mente poco affettuoso,
esprime invece la grandezza della missione di
Maria. Ma ancora meno –
ha proseguito Benedetto
XVI – ci piace tutto il resto
della risposta che Gesù a
Cana dà a Maria: ‘Che ho da
fare con te, o donna? Non è
ancora giunta la mia ora’ (Gv
2, 4). Noi vorremmo obiettare:
‘Molto hai da fare con lei! È
stata lei a darti carne e sangue, il tuo corpo. E non soltanto il tuo corpo: con il “sì”
proveniente dal profondo del
suo cuore ti ha portato in
grembo, e con amore materno
ti ha introdotto nella vita e
ambientato nella comunità
del popolo d’Israele’. Se così
parliamo con Gesù, siamo già
sulla buona strada per comprendere la sua risposta.
Nella Sacra Scrittura, infatti esiste un “parallelismo”
tra il “sì” di Maria all’Arcangelo Gabriele e il “sì” del Figlio alla volontà del Padre.
“In questo duplice ‘sì’ – prosegue Benedetto XVI - l’obbedienza del Figlio si fa corpo,
Maria gli dona il corpo. ‘Che
ho da fare con te, o donna?’
Quello che nel più profondo hanno da fare l’uno con
l’altra, è questo duplice
‘sì’, nella cui coincidenza è
20
avvenuta l’Incarnazione. È a questo punto della
loro profondissima unità
che il Signore mira con la
sua parola. Lì, in questo
comune ‘sì’ alla volontà del
Padre, si trova la soluzione.
[…] ».
1.4 I frutti di Cana: il “segno” e la “nascita della comunità messianica”
Gesù non dimentica le ultime parole di sua Madre, le
quali, mentre dispongono
l’animo dei servi ad accogliere
il volere del Figlio, inducono
Lui stesso ad anticipare la
sua ora, e “diede inizio ai suoi
segni”.
Il segno, di cui parla l’evangelista, è l’inizio della rivelazione progressiva che è
iniziata a Cana e si prolungherà nel corso di tutto il
Vangelo. Il primo segno del
Signore rivelò la gloria del
Verbo che ha posto la sua tenda fra noi (Gv1,14), e quel segno ha suscitato la fede nei
discepoli “e i suoi discepoli
credettero in Lui”(v.11).
Ora i discepoli si presentano uniti tra loro e con la Madre di Gesù. Nel concludere
l’evento di Cana, Giovanni
scrive: “discese a Cafarnao,
Lui, sua Madre, i suoi fratelli
Il Bambù - Marzo 2016
e i suoi discepoli”(v.12).
“L’inizio del racconto presentava la Vergine da una
parte, Gesù e i suoi discepoli dall’altra, come due
gruppi, che sembravano sopraggiungere alla festa per vie
diverse. Al termine dell’episodio, la Vergine, i fratelli e i discepoli di Gesù appaiono
invece come un solo gruppo,
stretto attorno a lui”.
E’ la fede in Gesù che unisce quella comunità: la fede di
Maria che ha interceduto per
il segno, la fede dei discepoli
che è scaturita dal segno stesso. “A Cana, grazie all’intercessione
di
Maria
e
all’ubbidienza dei servitori,
Gesù dà inizio alla ‘sua ora’.
Ora la Madre di Gesù e i
discepoli formano la comunità
messianica unita nella fede al
Figlio di Dio che ha manifestato la sua gloria.
1.5 Alcuni stimoli ed applicazioni
a. I termini: Donna e Madre
“Madre”: indica la relazione
con il figlio, al quale dà la
vita; "donna” (=sposa) indica
la relazione con lo sposo dal
cui amore corrisposto viene la
vita del figlio. Maria, perché
madre, rappresenta il popolo
Il Bambù - Marzo 2016
di Dio, dalla cui carne viene il Messia, perché, sposa, è la figlia di Sion che
ama e attende lo sposo, il
Signore . Edith Stein ha
scritto: La maternità è la forma femminile della fede.
b. Cosa significa la mancanza di vino nell’esperienza
di
famiglia-di
chiesa e di società?
La gioia della festa nuziale
di Cana, come del resto ogni
altra gioia umana, è fragile,
instabile e continuamente
esposta al rischio di spegnersi. Il vino “che dà gioia al cuore dell'uomo” (sal 104,15), può
venire a mancare da un momento all'altro. Quale garanzia può dare un progetto di
felicità basato esclusivamente
sulle scorte umane? Quante
sono le "feste” umane, anche
nuziali, che in breve tempo finiscono male!
Il salmo 4, al versetto 8, afferma: “Mi hai dato più gioia
di quando abbondano vino e
frumento”. Nella vita, da soli,
possiamo procurarci tante
cose, tranne la gioia e l’amore:
non possiamo, infatti, far sorgere il sole, ma essere svegli
quando sorge!. Bisogna essere
attenti ai tanti doni di natura
e di grazia che ci vengono offerti ogni giorno.
21
E’ la mancanza della
gioia del Vangelo che
rende tristi gli sposi, le famiglie, la vita della chiesa
e della società. Il vino che
manca indica la mancanza di
amore tra lo sposo e la sposa,
quell’amore che si spegne se
non è alimentato: dalla tenerezza, dal rispetto reciproco,
dalla capacità di accogliersi
reciprocamente, dalla disponibilità a sacrificarsi l’uno per
l’altra, dall’amore di Dio fonte
e sorgente di ogni autentico
amore .
c. La mancanza di vino è
anche l’indebolimento della fede cristiana
Un buon esercizio spirituale per conoscere il livello della
propria fede è il seguente:
percorrere mentalmente, davanti al Signore e in atteggiamento
di
profonda
riconoscenza, la storia della
propria fede:
1. Dove è nata la tua fede?
Come si nutre? Come si
esprime?
2. Ami la Chiesa tua madre?
Vivi l’appartenenza alla comunità ecclesiale con entusiasmo, con fedeltà?
3. Sei “Testimone” di Cristo
nella tua comunità?
4. Quando e in quali circostanze hai incontrato la
manifestazione
della
gloria di Gesù? Quale
ripercussione di gioia ha
suscitato in te?
5. Che posto ha, nella storia
della tua fede, la figura e
l'azione della Vergine Maria?
d. Le dimensioni dell'amore
Qualsiasi amore degno di
questo nome ha le seguenti
qualità:
1. La sovrabbondanza: non
si fanno calcoli.
2. L’umiltà: si ha fiducia incondizionata nell'amato,
3. La fantasia e la creatività: qualità che arricchiscono l’amore e lo sostengono
nella prova.
4. Caratteristiche
dell’amore autentico: è
gratuito, non è egoista, è
fedele, si dona sempre: nel
tempo della gioia e in quello della prova.
5. La punta di diamante
dell’amore autentico: è il
perdono.
Suor Riccarda Lazzari
22
Il Bambù - Marzo 2016
Tanti auguri dal tuo
Amore… Gesù!
Primo incontro regionale
Giovanissimi, Giovani e Gruppo
Attivo – Carosino, 14 febbraio 2016
Quest’anno il giorno di San
Valentino, dedicato dai più a
“festeggiare” l’amore, ci ha regalato una tra le più belle “dichiarazioni
d’Amore”
che
possano esserci… quella di un
Dio fatto uomo salito su una
Croce per Amore, per ri-dare
Vita ai suoi amati!
Tutti i presenti all’Incontro
Regionale Giovanissimi Giovani e Gruppo Attivo, che si è
tenuto a Carosino in questo
giorno, sono stati al contempo
“destinatari” e “mittenti” di
questo “Messaggio d’Amore”
che rimbalzava di cuore in
cuore! Il cuore “toccato”
dall’Amore del Padre si faceva
“scintilla” che ne infiammava
altri… Misericordiosi davvero
come il Padre, Misericordia
che sgorga spontanea dai cuori puliti e trasparenti che profumano di Dio!
La giornata è stata vissuta
intensamente in tutti i suoi
momenti, la fraterna e festosa
accoglienza, la coinvolgente
Il Bambù - Marzo 2016
catechesi di
don Lucangelo, la Celebrazione Eucaristica condivisa con tutta la comunità e lo
“scatenante” momento di festa!
Ciascun momento ha “parlato” ad ogni cuore, ha lasciato quell’impronta indelebile
che segna il “solco” in cui gettare il “seme” per poi ripartire
rifioriti ancor più!
Così, di ritorno da questa
straordinaria giornata, tutti ci
sentiamo un po’ “postini”, per
portare e condividere quel
“Tesoro” trovato che parla
d’Amore… un Amore che guarisce, che plasma il cuore nel
profondo, lo trasforma per avvicinarlo al Suo.
Come sintesi di questa
giornata consegno a tutti una
“busta” fatta del Suo Cuore,
piena di tutti i piccoli grandi
gesti di Misericordia data e ricevuta, un “busta” indirizzata
23
a tutti che porta un solo biglietto, con poche semplici
grandi parole e che dice ad
ogni cuore… “Tanti auguri dal
tuo Amore… Gesù!”.
Domenica 14 febbraio alle
7.45 ci siamo diretti a Carosino per un Meeting regionale.
La giornata è andata bene
iniziando con la catechesi di
don Lucangelo, trattando
l’argomento “Misericordia io
voglio”. Dopo la catechesi, alle
11.30 c’è stata la celebrazione
eucaristica, ha partecipato
tutta la regione Puglia! In
quest’incontro, la cosa principale che mi ha colpito è quando abbiamo fatto le catechesi
con don Lucangelo, divertendoci anche! Nessuno supera
don! Don Lucangelo, nella seconda parte della giornata, ha
fatto una catechesi particolare
con noi, parlando ovviamente
dell’argomento che stiamo
trattando quest’anno “Misericordia io voglio!”
La cosa principale della
giornata è stato il divertimento, perché poi con tutti gli altri amici di Taranto, Lecce,
Foggia abbiamo fatto nuove
amicizie! Gli amici ci hanno
accolto di primo mattino con
la colazione, mangiando dolci
e con un goccio di caffè!
Oltre alle catechesi fatte, la
celebrazione eucaristica ecc.,
prima di iniziare la catechesi
pomeridiana abbiamo ballato
e ci siamo divertiti molto, con
balli di gruppo!
24
Antonella Tamborrino
(Capogruppo GdA
Sannicandro di Bari)
Il Bambù - Marzo 2016
Precisiamo che il CVS è la
nostra seconda famiglia, e Carosino è la nostra terza famiglia! Grazie per l’esperienza
vissuta, vorrei riviverla, perché esperienze come queste ce
La mia giornata trascorsa
domenica a Carosino, per la
seconda volta, è stata una bella esperienza.
A me è piaciuto come posto
la chiesa. Mi ha colpito molto
nel mio cuore il cartellone
grande molto bello con le parole scritte: “Tanti auguri dal
tuo amore Gesù!” Sono rimasto molto contento di quelle
parole.
Prima di iniziare la Messa
il sacerdote don Lucangelo ha
fatto ascoltare il canto a tutti
noi del gruppo del CVS presenti e noi abbiamo cantato
insieme. È stata molto bella la
È stata una bella esperienza con don Lucangelo a Carosino. Mi sono divertito quando
abbiamo fatto i balletti con
tutti gli amici del CVS. Una
cosa devo dire, che ho capito
Il Bambù - Marzo 2016
ne sono davvero poche! Grazie
a chi l’ha organizzata, grazie
a chi ci ha portati!
Rocco Signorile
(Gruppo Attivo)
Messa che ha celebrato in
chiesa. E’ stato molto bravo il
sacerdote don Lucangelo. Mi
ha colpito molto nel mio cuore
e ci ha dato molta gioia, sorriso e affetto a tutti noi gruppi
del CVS e tutta la comunità
presente.
Giovanni Castoro
(Gruppo Attivo)
che nel CVS si fanno tante
cose belle e che anche se c’è la
sofferenza si va avanti lo stesso con la gioia e l’amore.
Michele Carulli
(Gruppo Attivo)
25
“Periferie in
cattedra”
Il nuovo umanesimo
raccontato da giovani
diversamente abili
Presso la parrocchia di S.
Sabino, in un pomeriggio di
febbraio, alla presenza del nostro Vescovo, si è tenuta la
presentazione del secondo libro del Gruppo Attivo amorevolmente guidato da Annalisa
Caputo.
Con grande piacere ed emozione ho seguito tutto quello
che i giovani diversamente
abili ci hanno trasmesso. Penso d’interpretare l’entusiasmo
di tutto il pubblico, visto i calorosi applausi finali e il breve, incisivo discorso di Mons.
Cacucci, che ha lodato l’intenso lavoro di Annalisa e il suo
Gruppo: Sua Eccellenza ha
sottolineato la semplicità e
26
gratuità con la quale sono stati espressi concetti filosofici e
teologici complessi.
Tutti avevamo in mano il
libro intitolato “Periferie in
cattedra”. Questo titolo è
estremamente
significativo,
Il Bambù - Marzo 2016
mi ha fatto molto riflettere.
La parola “cattedra” è associabile alla scuola (luogo dove
apprendere) e la parola “periferie” a qualcosa di secondario, spesso trascurato da noi
uomini ma non dai progetti di
Dio prediletto Gesù Cristo,
che soffrendo e morendo sulla
Croce ha riscattato l’uomo dal
peccato.
Così tutti gli uomini, specialmente
noi
sofferenti,
quando lo riconosciamo come
Padre Misericordioso, possiamo salire in “cattedra” cioè
aspirare alla conoscenza e testimonianza di Gesù fattosi
uomo per amore dell’uomo.
Numerose sono state le domande di Annalisa ai ragazzi
su cosa sia il Nuovo Umanesimo partendo dal concetto
dell’uomo fragile e ferito.
Il Bambù - Marzo 2016
I giovani diversamente abili hanno risposto con disegni,
con semplici osservazioni, musiche e danze: tutte espressioni di serenità, di gioia e letizia
cristiana.
Infine c’è stata la foto con il
Vescovo e alcuni bambini, che
hanno condiviso con questi
giovani una bellissima esperienza, sono saliti sul palco.
Ci sarebbero tante altre
cose da raccontare e personalmente mi propongo di leggere
il libro, curiosando un po’ tra
filosofia e disegni. Così potrò
rivivere le forti emozioni e la
gioia provata durante questo
pomeriggio particolare trascorso con la grande famiglia
del CVS.
Rosanna Clericò
(GdA Preziosissimo Sangue)
27
Misericordia è speranza
Flash dal weekend di spiritualità per Giovanissimi
e Giovani – Valleluogo, 26-28/2/2016
Giovanna Bettiol e Annalisa
Caputo SOdC, organizzatrici
del weekend, con il
seminarista Alessandro
"La più difficile da compiere... è
quella di cui abbiamo + bisogno"
I partecipanti con il predicatore del weekend don Roberto
Tarantino (a destra) e don Cristian Catacchio (in alto al centro)
28
Il Bambù - Marzo 2016
La mia
esperienza nel
CVS
Da quando ho conosciuto il
Centro Volontari della Sofferenza sei anni fa, la prima
cosa che mi colpì era conoscere l’associazione e fare amicizia con gli altri. La conobbi
tramite un amico che ora non
c’è più!
La cosa che mi colpisce
sono gli esercizi spirituali, le
gite, le uscite organizzate con
l’associazione, i meeting e
tante altre cose! Però le tre
cose principali del CVS che mi
colpiscono sono i meeting, le
uscite e le gite!
Far parte di quest’associazione in questi sei anni mi ha
fatto capire molto, perché prima di far parte di quest’associazione ero sempre solo,
desolato in un angolo e non
riuscivo a trovare amici per
aggregarmi ed uscire, poi grazie a questo amico che mi ha
fatto conoscere il CVS mi troIl Bambù - Marzo 2016
vo bene! Perché a differenza
di stare solo, a stare in compagnia c’è molta differenza!
Quest’anno, per mia fortuna, hanno organizzato una
GMG in Polonia! Il CVS per
me è molto importante, è la
mia seconda famiglia!
Oltre alle mie impressioni,
vorrei che anche chi non conosce l’associazione condividesse
le nostre impressioni di noi
volontari a far parte! Noi al
CVS ci troviamo bene, fortunatamente, perché ci sono gli
amici per scherzare, ridere, a
volte anche litigare, e tante
altre cose! Come ogni persona,
ognuno è libero di entrare o
no, senza comandare a nessu29
no, perché ognuno è
libero di scegliere!
Il mio impegno nel
CVS è aiutare gli altri, chi non si può
muovere,
specialmente chi è in carrozzella, perché in
ogni parte del mondo
c’è una parte del popolo con disabilità
anche gravi, non possiamo mai sapere i
problemi degli altri,
ma dobbiamo fare quello che
ci sentiamo in profondità del
cuore, perché nel nostro cuore
c’è Gesù che ci parla!
Facciamo preghiere per
ogni intenzione, anche quelli
fuori dell’associazione per
esempio, perché noi volontari
abbiamo il compito di aiutare
il prossimo e amarlo, come
dice il secondo comandamento!
Vorrei innanzitutto che si
approfondisse il significato del
CVS (Centro Volontari della
Sofferenza)! Il Centro Volontari della Sofferenza, fondato
dal beato Luigi Novarese nel
1947, sta in ogni parte del
mondo! Luigi, all’età di 9
anni, ebbe una malattia, la co30
xite, e si ammalò e stette molto in ospedale. Nel frattempo
che lui era in ospedale, per
non far annoiare gli altri cercò
di creare un’orchestrina per
farli divertire! Poi da quando
morì la madre fece una scelta
definitiva: diventare sacerdote! Perché lui voleva diventare medico per guarire gli
ammalati, poi – come meglio
pensò – studiò per diventare
sacerdote,
per
guarire
nell’anima e nel cuore tutti
quelli che soffrivano! Un invito particolare lo voglio fare a
chi non fa parte dell’associazione a vivere l’esperienza del
CVS!
Rocco Signorile
(Gruppo Attivo)
Il Bambù - Marzo 2016
La mia amicizia
con Rosa
Conobbi molti anni fa Rosa
in parrocchia, quella di Santa
Cecilia, che ho frequentato.
Alla Santa Messa, ma anche
alla catechesi chiamata dei
giovani di Santa Cecilia con
don Rodolfo, eravamo in tanti
e dichiaravamo le nostre esperienze di fede. D'estate facevamo dei ritiri diocesani fuori
della parrocchia, andando lontano da Bari. Fra i tanti, quello avvenuto in Alto Adige,
precisamente a Pera di Fassa,
dove mi ricordo che un Padre
Discepolo spiegava ogni cosa,
e per il resto vacanza. In
quell'anno feci amicizia subito
con Rosa. Era una ragazza
molto semplice, genuina, si
poteva parlare con lei tutte le
volte che volevo. Frequentavamo la stessa comitiva di
persone. Poi Rosa trovò un
compagno e mi allontanai un
po', ma sempre pensando a
lei, chissà se era felice. Poi
seppi che si sposava e andai
al matrimonio: Eugenio e
Rosa erano finalmente felici.
All'improvviso verso l'anno
2008 seppi della morte del
marito. Volli starle ancora più
Il Bambù - Marzo 2016
28/8/1989: Pina e Rosa
abbracciate
vicino, era rimasta sola, senza
nessuno e con il padre ammalato. Furono anni difficili per
Rosa, sola ad affrontare tante
avversità; io la sostenevo in
ogni senso, con l'amore e il
bene che le volevo. Lei per colmare la solitudine frequentava e si adoperava in tanti
contesti. Le dissi di frequentare il CVS, per trovare degli
amici. Abbiamo condiviso i
compleanni e le esperienze
delle sue altre amiche.
Oggi sono addolorata per la
perdita di Rosa, è stata veramente un'amica sincera, che
ricorderò per sempre. Grazie,
31
Signore, d'avermela fatta conoscere. Poiché scrivo poesie e
racconti e dipingo, dedico alla
mia amica Rosa Pasqua questa poesia.
Il calor del sole
E' del sol il calore che brilla
e nuovi al mondo appaiono i monti
a sviluppar dall'oscuro
i prati nella voluttà
della campagna agreste.
Nell'adombrato bosco
dalle toccate foglie
dell'autunno che brina.
A giunger il gelo
a rivestir i gelsomini
e rose nel chiaror poi
del giorno.
E' del sol il calor, che brilla
e nuovi al mondo appaiono i monti
da percorrere nei passi incuneati
dai sentieri ripidi, nell'accidentato borgo.
Case, case a gran rilievo
a rispecchiar le nuvole
a poco a poco.
E' del sol il calor che brilla
e nuovi al mondo appaiono i monti.
Nella turbolente acqua, alla violenza
di una pietra viscida smossa
ricade fra l'erba e del tramonto
che infine al calar del sole
scompare, al buio di notte
l'infinite stelle.
Giuseppina Attolico
(Capogruppo GdA Preziosissimo Sangue in San Rocco)
32
Il Bambù - Marzo 2016
La posta del Bambù
Ci è arrivato questo testo da una nostra associata e lettrice.
L’attribuzione storica dell’aneddoto è certamente falsa, ma
può comunque fornire interessanti spunti di riflessione, per
cui lo pubblichiamo volentieri.
ESISTE IL MALE?
Un giorno un professore ateo sfidò i suoi alunni e chiese:
"Dio ha fatto tutto ciò che esiste?"
Uno studente rispose coraggiosamente: "Sì, l'ha fatto".
"Proprio tutto?" chiese il professore.
"Sì, proprio tutto" rispose lo studente.
"Allora, Dio ha fatto anche il male, giusto?" rispose il professore
"Perché il male esiste..."
Lo studente non seppe rispondere, e rimase in silenzio.
Il professore era visibilmente soddisfatto di aver provato ancora
una volta che la fede era solo un mito.
All'improvviso un altro studente alzò la mano e chiese:
"Posso farle una domanda, professore?"
"Certamente" gli rispose il professore.
"Il freddo esiste?".
"E' chiaro che esiste — rispose il professore — Non hai mai sentito
freddo?"
"In realtà, professore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della
Fisica, ciò che noi consideriamo freddo, nella realtà è assenza di
calore. Un oggetto può essere studiato solo quando ha e trasmette
energia; ed è il calore che fa in modo che tale corpo abbia e trasmetta energia. Lo zero assoluto è l'assenza totale e assoluta del
calore, tutti i corpi rimangono inerti, incapaci di reagire. Ma il
freddo non esiste. Noi abbiamo creato questo termine per descrivere come ci sentiamo.
E l'oscurità?" continuò lo studente.
"Esiste", rispose il professore.
Il Bambù - Marzo 2016
33
"Di nuovo, professore, s'inganna. L'oscurità è l'assenza totale di
luce. Possiamo studiare la luce, ma non l'oscurità. Il prisma di
Newton scompone la luce bianca nei suoi vari colori, secondo la
lunghezza d'onda. L'oscurità è il termine che noi abbiamo creato
per descrivere la totale assenza di luce".
E infine lo studente chiese: "E il male, professore, esiste il male?
Dio non creò il male. Il male è l'assenza di Dio nel cuore delle persone. L'assenza dell'amore, dell'umanità e della fede. L'amore e
la fede sono come il calore e la luce. Esistono. La loro assenza produce il male". Questa volta era il professore a rimanere in silenzio.
Il nome dello studente? Albert Einstein.
Caro Bambù, ti invio questa poesia che ho scritto alcuni anni fa.
Perché soffrire
Solo nella tua tristezza
con occhi vaghi e stanchi
vai, come una meteora
che fermarsi non sa.
Penetrare vorresti nel buio
lasciando quell'ala di luce,
Infrangerli vorrei
ma nel silenzio
e come pula disperderli nel vento.
immagini impalpabili
sfiorano la tua mente
La natura canta con voce sommessa
e vi rimangono
come il mormorare di un ruscello
come gocce di cristalli.
che ti invita a perderti
nell'immensità di verdi foglie
e con il suo alito rinnova ogni cosa.
Come la notte che passerà
e attende l'albeggiare del sole
che domani sorgerà per te.
Rosa Casalino
(Capogruppo GdA SS. Sacramento)
34
Il Bambù - Marzo 2016
Sommario
Una guida che continua...........................................................3
CVS-TG....................................................................................4
Il logo del Giubileo della Misericordia....................................5
Fare Natale nel CVS................................................................7
Vivere l’Anno Santo della Misericordia..................................8
Misericordiosi come il Padre.................................................12
Grazie all’A.M.A.S.I...............................................................13
Affidarsi a Gesù come Maria: “Fate quello che egli vi dirà” 15
Tanti auguri dal tuo Amore… Gesù!.....................................23
“Periferie in cattedra”............................................................26
Misericordia è speranza.........................................................28
La mia esperienza nel CVS...................................................29
La mia amicizia con Rosa......................................................31
La posta del Bambù...............................................................33
“Il Bambù” è la continuazione di “Cristo Vera Speranza”, il glorioso giornalino che ha raccontato il cammino del CVS di Bari-Bitonto per molti
anni. La nuova testata si rifà ad una antichissima parabola cinese che
esprime (inconsapevolmente) in termini poetici il carisma della nostra
associazione: così infatti il bambù esclama con termini molto... cristiani:
«Eccomi, Signore! Prendimi e fa' di me quello che vuoi» (cfr. Lc 1,38 e Mc
14,36).
Hanno collaborato a questo numero:
Giuseppina Attolico, Teresa Carmosino, Michele Carulli, Giovanni
Castoro, Rosanna Clericò, Laura Cozzi, Luciana De Giosa,
Michele Lorusso, Michele Scardicchio, Rocco Signorile.
Redazione:
Don Vittorio Borracci, Angela e Damiana Moschetta (Andria),
Floriano Scioscia, Antonella Tamborrino, Maria Ida Todisco
(Bisceglie)
Indirizzo postale: “Il Bambù”, c/o Scioscia, Via Maranelli 2,
70125 Bari
Indirizzo e-mail: [email protected]
Sito Web della Confederazione CVS: www.luiginovarese.org
Sito Web del CVS diocesano: cvsbari.altervista.org
Il Bambù - Marzo 2016
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DONA IL TUO 5 PER MILLE AL CVS
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alle attività della nostra
associazione che non ti
costa nulla: devolvere il 5
per mille della tua
dichiarazione dei redditi.
Il codice fiscale del CVS di
Bari-Bitonto è
93071810720
Come fare?
Se presenti il Modello 730 o Unico:
● compila la scheda sul modello 730 o Unico;
● firma nel riquadro indicato come "Sostegno del
volontariato...";
● indica nel riquadro il codice fiscale 93071810720
Anche se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi
puoi devolvere al CVS il tuo 5 per mille:
1. Compila la scheda fornita insieme al CUD dal tuo datore di
lavoro o dall'ente erogatore della pensione, firmando nel
riquadro indicato come "Sostegno del volontariato..." e
indicando il codice fiscale 93071810720
2. inserisci la scheda in una busta chiusa;
3. scrivi sulla busta "DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE
IRPEF" e indica il tuo cognome, nome e codice fiscale;
4. consegnala a un ufficio postale, a uno sportello bancario - che
le ricevono gratuitamente - o a un intermediario abilitato alla
trasmissione telematica (CAF, commercialisti...).
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Il Bambù - Marzo 2016
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