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Dicembre 2005 - L`Eco di Aversa
il nuovo NUMERO 20 - DICEMBRE 2005 Il logo riprende un dipinto di Gennaro Conti del 1886 raffigurante Gaetano Parente nell’atto di indicare a Vittorio Emanuele la via Roma. Il “gesto” astratto dal suo contesto interpreta per noi l’atteggiamento di “orgoglio e devozione” alla città. Sommario L’editoriale In primo piano Attualità Scuole Cultura e Storia Muse Palazzo Parente Associazioni Vicende ecclesiastiche Economia, diritto 1 1 (2; 3; 7) 234 45 56 6 7 7 8 8 F O G L I O C I T TA D I N O D I AT T U A L I TA ’ E C U LT U R A Il nuovo “L’eco di Aversa” è una riedizione del giornale fondato da Gaetano Parente nel 1861. Viene distribuito gratuitamente presso edicole, chioschi, pubblici esercizi. Su richiesta e a spese dell’interessato può essere recapitato per posta. L’editoriale Auguri! I condirettori editoriali Un anno sta finendo, un altro è in arrivo. Se fossimo pragmatici e concreti dovremmo dire: “Un altro anno uguale agli altri”. E dirvi “Auguri” senza nemmeno il punto esclamativo. Ed invece no. Noi siamo, ce ne dispiace, ancora sognatori, idealisti, puri. Gli eventi della vita non ci hanno indurito il cuore, spento la passione; ancora un bel film o una bella poesia ci emozionano, ci fanno piangere. Ed, allora, a voi che ci seguite, a chi non ci ama, agli aversani tutti, tanto di destra quanto di sinistra, tanto credenti quanto non credenti, sentiamo, con il cuore in mano, di dire: “L’anno che viene facciamo che sia diverso. Lavoriamo uniti per questa città. Facciamo che diventi bella dentro e fuori. Che la gente venga da lontano e, dopo avere girato per le nostre strade, dica: ‘Che bella città! Che bel centro storico! E che mozzarella buona!’. Che le note di Cimarosa e degli altri musicisti risuonino per il mondo, negli Auditorium più importanti. Che tanti direttori d’orchestra famosi come Baremboin dirigano Cimarosa. Che per i vicoli del centro storico, tutto rinnovato La redazione de “L’eco di Aversa” conserva, in archivio, la raccolta completa dei numeri dell’antico giornale al fine di conservarne la memoria e ricordare un tratto di storia cittadina. Chiunque fosse interessato può richiederne copia scrivendo a [email protected] e pieno di negozi, si sentano parlare lingue diverse, tutte, però, che decantano Aversa. Che i quotidiani del mondo non si debbano più occupare di Aversa solo per informare circa la mondezza o i morti per tumore o le discariche di rifiuti tossici, ma, piuttosto, del ‘Festival Cimarosa”, pari, almeno, a quello, dedicato a Rossini, di Pesaro; di apprezzati centri studio sui Normanni e sui musicisti aversani; del Palio e così via.Che per il Parco Pozzi, ristrutturato con pochi soldi e con un minimo di buon gusto (messi da parte gli inutili progetti di esperti a concorso), si possa correre o camminare o passeggiare serenamente. L’anno che viene prendiamo consapevolezza del fatto che i nostri ‘interessi’ ce li facciamo assai di più con una città bella, ordinata, pulita perché la Cultura ed il Turismo portano occupazione e soldi. E, subito dopo, rimbocchiamoci le maniche, mettiamoci al lavoro. Lavori in corso, dunque… Ed allora, forza, che l’anno in arrivo ci dia (oltre a serenità e salute anche) il coraggio di ritrovarci e di costruire una città nuova. Mettendo da parte le tessere di qualunque partito, le ideologie, i protagonismi, le invidiuzze, gli ‘orti’ e gli ‘orticelli’”. E’ questo l’augurio che facciamo. Ci auguriamo che si possa, finalmente, cominciare a costruire un’Aversa diversa. Un’Aversa normale. Un’Aversa che sfoggi, dinanzi al mondo intero, i beni appartenenti al proprio patrimonio storico, artistico, architettonico, musicale. Auguri, auguri, auguri! In primo piano L’Approfondimento / Un progetto Partita di ritorno Ciaramella-Fiordiliso per Aversa. 1° Cultura; 2° Turismo. Cimarosa apre il Natale 2005 di Montalto di Castro e di Aversa La parola a Fiordiliso di Antonio Santi di Stefania Natali* continua a pag. 2 >> ��������� ������ ��������� ������������������ �� � � � ��� �������������������� ������������������������������������������� ������������������ ��������������������������� Intervista a Emilia Narciso presidente Unicef provincia Caserta di Maria Luisa Coppola e Antonio Santi Emilia Narciso è aversana. Prima aversana presidente Unicef provincia di Caserta. Prima intervista che rilascia ad un periodico. L’abbiamo incontrata. Ascoltiamo il suo interessante messaggio. L’ i n v i t o p e r i l c o n c e r t o d i M o n t a l t o c u r a t o d a l l ’ a s s o c i a z i o n e P a r e n t e e d a L’ E c o Un regalo diverso? CD - Canzoni di Natale e popolari spagnole contatta: www.matritumcantat.org 0034.696342873 0034.676778167 Ho conosciuto Antonio Santi durante l’estate 2005. Con lui e con altri si è parlato spesso di Cultura e Turismo. Della necessità che il turismo trovi supporto nella Cultura. Perché la Cultura non sono migliora la vita cittadina, ma apre anche le porte della città ai non cittadini. Eppure, quante difficoltà, quante lotte per far capire questo elementare concetto persino alla categoria dei commercianti di cui faccio parte e che, da anni, cerco di promuovere! Ma tutto il mondo è paese se, come mi raccontava Antonio con passione, l’associazione Parente ed il periodico L’Eco hanno trovato le nostre stesse difficoltà. Un giorno d’agosto ebbi modo di conoscere anche Yago Mahugo Carles che era ospite, di passaggio, di Antonio dopo aver dato un Concerto in Siena. Parlammo di musica classica, dell’Accademia Chigiana, del cd con le “Sonate per pianoforte” di Cimarosa, dell’assurdo per cui tale cd è finito nelle case di tutti i più grandi esecutori della musica del 700 (Leonard, Carmen Prieto, Rousset, Achucarro ecc. ecc.) ma non è stato degnato di attenzione dall’amministrazione comunale di Aversa. Nemo profeta in patria sua! Dopo tanti discorsi Antonio e Yago mi hanno messo a disposizione, a titolo gratuito, la loro passione, il loro lavoro. Alla prima occasione ho “approfittato” della disponibilità offertami. E così il “tempio” della centrale Enel Alessandro Volta – la più grande d’Italia, punto di svolgimento di attività culturali di altissimo livello (vi si è tenuto, per esempio, un concerto di Bacalov) – ha ospitato alcune Sonate per pianoforte di Domenico Cimarosa eseguite dal giovanissimo professore, presso il Conservatorio di Madrid, Yago Mahugo Carles. continua a pag. 3 >> continua a pag. 7 >> Natale 2005, foto ricordo di Anna Della Volpe continua a pag. 2 >> Partita di ritorno Ciaramella-Fiordiliso La parola a Fiordiliso Ho appreso del confronto tra il sindaco Ciaramella e Gino Fiordaliso dai quotidiani. I resoconti della stampa non mi hanno illuminato molto, pertanto ho creduto opportuno approfondire l’occasione di confronto. Gino Fiordaliso appartiene all’area Ulivo, Ciaramella al polo delle Libertà. Un confronto tra questi personaggi potrebbe farci capire qualcosa sulle future posizioni di tali schieramenti. E’ mia intenzione rispettare il principio del contraddittorio, garanzia di imparzialità e democrazia. Ho, così, enucleato una serie di domande che saranno sottoposte ad entrambi gli esponenti citati. Oggi la parola tocca a Gino Fiordaliso. La prossima volta la parola toccherà al sindaco Domenico Ciaramella. A voi lettori toccherà, invece, valutare le dichiarazioni dell’uno e dell’altro esponente. Incontro Gino Fiordaliso a palazzo Parente. Ci conosciamo da anni, quindi mi permetto di dargli del tu. Che tipo di formazione scolastica, universitaria e professionale caratterizza Gino Fiordiliso? Ho fatto il liceo classico, poi mi sono laureato in giurisprudenza. Ho lavorato nel mondo bancario, ma, dopo 10 anni, ho preferito svolgere attività libera nel campo economico-finanziario. Hai ricoperto incarichi nel governo cittadino? Sono stato assessore al Bilancio, Acquedotto e servizio legale con il Sindaco Golia. Che impressione hai della macchina comunale? La mia impressione è stata sempre estremamente positiva perché la macchina comunale ha sempre potuto contare su dipendenti e dirigenti validi e su un Segretario generale di qualità. Appartieni alla Margherita. Perché questa scelta? Sono un uomo di centro che al tempo stesso è fortemente critico con la politica berlusconiana. Di conseguenza credo che nella “Margherita” risiede la mia collocazione naturale. Pensi che la Margherita possa andare d’accordo con Rifondazione? Credo proprio di si, perché gli amici di Rifondazione interpretano, ormai, un comunismo moderno ed adeguato alle evoluzioni storiche degli ultimi decenni. Non possiamo certo pensare come Berlusconi il quale, di recente, ha sostenuto che “la sinistra agita il vessillo della tirannia”. Se teniamo conto che la Russia e la Cina oggi sono diventate paesi simbolo del “libero mercato”, risulta veramente difficile per qualsiasi persone di buon senso sostenere o comprendere una simile esternazione. Sarai candidato a Sindaco? Per una tale candidatura come pure per candidarsi c’è ancora molto tempo. La cosa veramente importante sarà che il centrosinistra riconquisti il governo della città. Non conta troppo, cioè, la circostanza di chi sarà scelto come candidato per la carica di Primo Cittadino. Qual’è il tuo programma, quali sono, cioè, le ragioni per cui votarti? Per il programma vorrei precisare un concetto base. Il centro-destra ed il centro-sinistra hanno due diverse idee di città. Queste sono date dalla individuazione dei servizi primari da offrire ai cittadini che ogni colazione fa. Ora, se la coalizione che ci amministra sceglie, come priorità assoluta, la strada di un notevole indebitamento per realizzare opere pubbliche trascurando tutto ciò che è qualità della vita in città, vuol dire che ha individuato servizi primari che una amministrazione di centrosinistra non potrebbe mai condividere. Ma se avessi pieni poteri quale idea di città attueresti e quali sarebbero i servizi primari a cui daresti priorità? Sono assolutamente convinto che Aversa, sotto il profilo della vivibilità, abbia moltissimo da migliorare per cui i servizi da offrire ai cittadini con priorità assoluta sarebbero, tanto per esemplificare, i seguenti: primo, una maggiore attenzione ai servizi sociali in favore delle categorie più deboli alle quali sono oggi destinate pochissime risorse finanziarie; secondo, la costruzione di almeno un grande parcheggio che decongestioni il traffico consentendo sia di allargare ulteriormente le isole pedonali sia di evitare che ci siano auto parcheggiate ai lati delle strade; terzo, la risoluzione in maniera definitiva dell’emergenza rifiuti attraverso un sistema che elimini il ricorso alle discariche e sia in grado anche di produrre energia elettrica e termica a vantaggio di Aversa e di più paesi dell’agro; quarto, una più efficace pubblica illuminazione soprattutto nel centro storico e nelle periferie; quinto, uno spazio maggiore da destinare alla cultura ed alla musica con appuntamenti teatrali e concerti che vadano al di là della semplice festa di piazza; quinto, più attenzione al problema della sicurezza (è di questi giorni la notizia che molti nostri concittadini sono costretti a ricorrere a vigilantes privati) potenziando l’illuminazione pubblica e facendo in modo che polizia, carabinieri e vigili urbani pattuglino anche periferie e centro storico. Certo, mi rendo perfettamente conto che queste, come tante altre finalizzate ad una migliore vivibilità, sono iniziative che prevedono processi politici lunghi ed articolati, ma, comunque, bisogna pur cominciarne almeno a parlare con coraggio. La nostra città ha bisogno di respirare, e solo così la si fa respirare. Quali sono gli errori dell’attuale amministrazione presieduta da Ciaramella? Il non aver dato il giusto peso agli interventi da me citati privilegiando, invece, la cosa più facile e più banale che c’era e, cioè, l’indebitamento fino al collo mediante la contrazione di mutui solo per realizzare qualche opera pubblica. Visto che hai parlato più volte di mutui, a quanto ammonta l’indebitamento del Comune? La giunta Ciaramella ha ereditato mutui già in essere per 18 milioni di Euro a fine 2002. A fine 2005 i mutui sono diventati 50 milioni di Euro ed a fine 2006 saranno oltre 55 milioni di Euro. Nel solo anno 2005 sono state pagate rate di mutui per un importo superiore a 3 milioni e mezzo di Euro e, molto probabilmente, l’ultima tranche sarà pagata oltre il 31 Dicembre 2005 per non sforare i parametri del patto di stabilità. Questi sono i dati dei bilanci ufficiali del Comune di Aversa, sia consuntivi che di previsione, sui quali sarei ben lieto di essere smentito, ma sempre e solo con altri dati ufficiali di bilancio. La mia paura è che questo tipo di politica legherà necessariamente le mani alle future amministrazioni che avranno pochi margini discrezionali di spesa e poche risorse da dedicare al miglioramento della qualità della vita in città che, invece, meriterebbe ben altra attenzione. In merito al centro storico, allo stato completamente abbandonato, cosa proponi? Innanzitutto vorrei precisare che mi risulta che a tutt’oggi il piano di recupero non ha completato il suo iter di approvazione. E poi, se veramente si vuole salvaguardare il centro storico, perché non si è ancora provveduto con una delibera di giunta a modificare la norma che prevede, attraverso una semplice denuncia di inizio attività, la ristrutturazione edilizia anche con abbattimento e ricostruzione? E’ dei nostri giorni la denuncia dell’abbattimento di un vecchio edificio a S. Audeno che va ad aggiungersi ad altri precedenti scempi in pieno centro storico. Il sistema per evitare speculazioni sul centro storico, tra l’altro tra i più belli d’Italia, c’è; bisogna verificare, però, se c’è anche una seria volontà politica in tal senso, e qui ho qualche dubbio. Cambiamo argomenti. Sei a favore della scuola pubblica o privata? Della scuola pubblica. Sei a favore della sanità pubblica o privata? Della sanità pubblica. Un libro che ti accompagna nella vita? Non ne ho uno in particolare, ma, avendoli riletti da adulto, mi affascinano i grandi classici della letteratura italiana. Un film che ti accompagna nella vita? La vita è bella di Benigni. Quali sono le tue figure di riferimento in campo umano, politico, sociale, economico? I miei genitori scomparsi entrambi molto prematuramente. Poi tutte le grandi figure del passato come Ghandi e Giovanni Paolo II e, tra i politici, alcuni protagonisti della storia recente del nostro paese. Tra le grandi personalità viventi, poi, sicuramente il Presidente Ciampi nella doppia veste di politico ed economista. ���������������� ��������� >> continua da pag. 1 di Franco Candia Da sopra a sotto, nell’ordine: via Roma; albero davanti al cine Metropolitan; ancora davanti al Metropolitan (sinistra), via Diaz (destra);via Diaz angolo Variante; in particolare l’albero posto in piazza M u n i c i p i o ���������� �������������������������� ������������ ��������������� ������������������� �������������� �������� �������� ����������� ������������������������ ������ Non ce l’hai? 3356220573 ���� ������ ������ ����� ������� ���������� L’Ascom e il cartellone di Natale Natale 2005 tra poco sarà anche in internet! ������ ��������������� - DICEMBRE 2005 ������������������������������������������������ �������������������������������������������� �������������������������������������������� ���� Attualità >> continua da pag. 1 NUMERO 20 il nuovo �� �������������������� 2 ������������ ��������������� Ho letto le affermazioni rilasciate da Confesercenti a L’Eco di Aversa. Tali affermazioni necessitano di una risposta. Secondo la logica di un sereno ma onesto contraddittorio. Che L’Eco di Aversa, dandomi la parola, dimostra di voler rispettare in pieno. Anzittutto vorrei dire che, ogni anno, il comune chiama a raccolta tutte le associazioni cittadine più rappresentative per organizzare il programma delle manifestazioni del Natale. Senonché, da anni, accade che, in considerazione della gravosità dell’impegno da portare avanti (organizzazione, contatti, coordinamento, contrattazioni), alla fin fine l’Ascom si ritrova, suo malgrado, a gestire l’appuntamento del Natale. In questo non c’è, però, nessun protagonismo né monopolizzazione. Evidentemente si tratta solo del fatto che l’Ascom riesce a portare avanti bene la gestione del complesso impegno. Certo, può accadere pure che si commetta qualche involontario errore, ma ciò rientra nella norma e, del resto, è all’insieme del risultato finale che bisogna guardare, non al particolare. Quanto agli oneri economici delle manifestazioni, voglio precisare che si autorizzano solo spese ragionevoli, indispensabili e regolarmente munite di ricevuta o fattura. Le manifestazioni del Natale devono vedersi non come occasione di protagonismo, ma come un momento di festa per la città e, quindi, per tutti. Quest’anno non volevamo, e lo dico sinceramente, assumere, per un’altra volta ancora, la gestione del cartellone natalizio, ma alla fine, come sempre, ci siamo ritrovati a doverlo fare. Abbiamo accettato per passione, per amore di Aversa . Perché riteniamo indispensabile animare la città nel periodo più bello dell’anno e far ritrovare la gente che ha voglia di uscire, di vedersi, di trascorrere momenti di serenità. Anche quest’anno l’impegno sarà gravosissimo e ci assorbirà completamente per un lungo periodo di tempo. Però ne vale la pena. NUMERO 20 il nuovo - DICEMBRE 2005 3 da Attualità Un altro pezzo di storia se ne va... di Giuseppe Capone Polemiche intorno al centro storico. E’ di questi giorni, infatti, la notizia di una nuova bagarre tra le forze politiche aversane. Oggetto del contendere l’abbattimento di un vecchio edificio a via Sant’Audeno. La sinistra grida allo scandalo. Gli esponenti di Rifondazione Comunista hanno asserito che ciò che è stato fatto in via Sant’ Audeno offende la città di Aversa e tutti i cittadini che hanno visto, in pochi attimi, andare in frantumi un altro pezzo di storia cittadina. I nostri amministratori – hanno tuonato i comunisti aversani – sono pochi attenti alle tradizioni storiche aversane. In questo modo l’Amministrazione Ciaramella, ancora una volta, ha dimostrato chiaramente di non voler preservare quanto di bello e di antico ha il centro storico. Combatteremo in tutti i modi possibili – hanno sentenziato i Comunisti aversani. Il nostro obiettivo primario è capire, innanzitutto, se i lavori in questione sono stati autorizzati e da chi. Qualora scoprissimo che tali lavori siano stati autorizzati, verificheremo se le norme urbanistiche sono state rispettate. La città – rincarano la dose i comunisti aversani - in quest’ultimo periodo è stata privata di un altro pezzo di storia: il cinema della Valle. Nessun è stato interpellato. I cittadini hanno dovuto solo ed esclusivamente subire. Gli aversani non possiamo e non devono restare a guardare inermi questo scempio. In occasione dell’abbattimento del Della Valle, il Sindaco Ciaramella e l’ex assessore all’urbanistica Salvatore Pezone si impegnarono a verificare la laicità delle opere sul centro Storico. A questo punto una domanda viene spontaneo porsi. Che fine hanno fatto le promesse di due dei più importanti uomini politici aversani? E’ facile dare una risposta. Come sempre l’impegno “profuso” è rimasto lettera morta. Una cosa ormai a cui dovremmo essere abituati!!! Dopo il solito slancio propagandistico, le promesse “da marini” lasciano il tempo che trovano. Intanto, però, i cittadini aversani si sono visti defraudati della propria storia, dei propri ricordi, in nome di non si sa quali interessi, in nome di non sa quali manovre politiche. E’ giunto il momento che i politici si impegnino e fare l’interesse dei cittadini, a tutelare la storia, le tradizioni di chi, come loro, in posti come il Della Valle hanno lsciato un frammento della loro vita. Quello stesso frammento che in pochi minuti non hanno pensato due volte a polverizzare. Non bisogna attender le elezioni per dimostrare interesse per gli elettori. Non si può dire, come ha fatto qualche esponente politico della maggioranza, verificheremo, lavoreremo, abbiamo ereditato una situazione difficile. E’ bello “lavarsi le mani” come fece il ben già noto Ponzio Pilato. E’ giunto il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare nell’interesse della città e dei cittadini. La storia di Aversa è patrimonio di tutti e tutti devono impegnarsi per difenderla. Non è giusto che “i pochi” decidano per tutti. 2. Passo L’approfondimento / Un progetto per Aversa. 1° Cultura; 2° Turismo Cimarosa dopo passo Un lungimirante progetto Club Unesco Castel Volturno apre il Le Natale 2005 alberature delle nostre di Montalto strade e di Aversa di Giuseppe Alessandro Ciambrone di Carlo Liguori Avete mai guardato le “alberature” che ornano le nostre strade pubbliche? Si tratta di alberelli più o meno alti, che limitano le strade della nostra città, soprattutto quelle appena rifatte. Guardateli bene, potrete vedere così una intera collezione di fondi di magazzino, piante invecchiate in vaso, asimmetriche, riciclate e spacciate per alberi da ornamento. In pratica ci stanno adornando la città con dei fondi di magazzino. Ma non è finita qui: se continuate ad osservare troverete che questi alberelli sono sostenuti da pali di castagno ancora più malandati e storti della pianta che dovrebbero tenere dritta, tra l’altro piantati nel mezzo della radice di queste ultime e non capisco quindi se la stiano trafiggendo o sostenendo. Questi pali poi per norma e regola d’arte, dovrebbero essere privi di corteccia (scorzati si dice in gergo) ma la corteccia la hanno ancora tutta intera: un palo di castagno dritto e scorzato costa molto di più di uno storto e ancora con la corteccia. Volete sapere perché dovrebbero essere scorzati? Per evitare che marciscano troppo in fretta e per evitare che diventino riparo per insetti dannosi. In ogni caso spero che tutti questi servizi che non ci vengono offerti quanto meno non ce li facciano pagare. Ma questa è una magra consolazione perché esiste solo un disciplinare di procedura corretta e non anche uno di procedura scoretta: immaginate che facendola pagare di meno venisse realizzata una illuminazione che non funzioni o una strada piena di fossi, sembrerebbe una cosa da terzo mondo, non vi pare? Il verde è importante per una città e deve essere gestito con competenza e senza superficialità inoltre è anche una importante voce di spesa del bilancio di ogni comune. Come sempre non cerco colpevoli o responsabili ma voglio solo informare e magari chiedere la partecipazione dei cittadini. Con piacere pubblichiamo l’articolo dell’architetto Ciambrone anche se non riguarda Aversa. Riteniamo, difatti, che il tema trattato rappresenta un innovativo, lungimirante, intelligente modo di ragionare n ambito turistico. Il modus operandi di cui all’articolo va preso ad esempio per chiunque voglia pensare ad un’Aversa diversa, basata su una moderna economia che non potrebbe non avere effetti anche sociali. “Il Club UNESCO Castel Volturno ... al fine di diffondere nel territorio di Castel Volturno i valori della Cultura, dell’Educazione, della Scienza, della Pace e della Tolleranza, PROPONE di recuperare il Borgo medioevale di San Castrese, nel centro storico della città (…), che attualmente verte in un grave stato di abbandono, e di ripristinarne, ..., anche le destinazioni d’uso delle originarie botteghe artigiane al piano terra e residenze al primo piano (…). Il progetto prevede, inoltre, di destinare le botteghe a “Laboratori delle Tradizioni Artigianali Campane”. Ad esempio, laboratori per: 1) la produzione dei liquori della penisola sorrentina-amalfitana...; 2) la produzione dei vini tipici...; 3) la conservazione dei prodotti tipici e dell’arte culinaria...; 4) l’arte dolciaria...; 5) la lavorazione artigianale della mozzarella di bufala (che il Club UNESCO di Castel Volturno propone alla Federazione Mondiale di includere nella lista dei processi di lavorazione antichi da preservare come “Patrimonio Immateriale dell’Umanità”); 6) la lavorazione artistica del presepe (...); 7) la lavorazione serica di San Leucio… ed altri ancora. Il progetto di tramandare le tradizioni e le antiche lavorazioni artigianali rientra negli ideali dell’UNESCO. In particolare questa proposta si integra nei programmi per la valorizzazione dell’artigianato intrapresi dai Club UNESCO di tutt’Italia per desiderio del prof. Tullio Tentori durante i lavori dell’Assemblea dei Club UNESCO tenutasi nel 2000 ad Alberobello. L’UNESCO attribuisce grande importanza al lavoro artigianale. Accanto al patrimonio artistico e naturale, l’artigianato rientra nel patrimonio immateriale. I mestieri artigianali costituiscono un vero patrimonio vivente. L’obiettivo finale che si intende perseguire con il recupero del Borgo San Castrese, è quello di conservare e rinnovare attività tradizionali, inserendole in nuovi circuiti, anche al fine di interessare i giovani, creando nuovi spazi occupazionali e percorsi paralleli per una ricaduta turistica di qualità, in modo da valorizzare lo sviluppo di alcune aree parallele che altrimenti rimarrebbero tagliate fuori dallo sviluppo economico. Da un punto di vista tecnico, architettonico e distributivo, i vani al primo piano del complesso urbano possono diventare gli alloggi degli artigiani e dei loro apprendisti. Si propone, infatti, di bandire delle “borse di studio” che potrebbero essere finanziate da enti pubblici nazionali, regionali, provinciali, locali o da privati in partnership con enti stranieri, destinate a giovani di tutto il mondo intenzionati ad assimilare le tradizioni artigianali campane. Gli apprendisti, terminati gli stages presso i laboratori, porterebbero nel proprio Paese un “bagaglio” di conoscenze e tecniche da mettere a disposizione del proprio popolo e per se stessi anche a fini imprenditoriali (apertura di una bottega artigiana, insegnamento presso un istituto di formazione specializzato…). Ne scaturirebbe un’inevitabile diffusione e pubblicizzazione delle Nostre Tradizioni, dei Nostri Valori, che fanno dell’Italia, agli occhi del mondo intero, un riferimento unico ed inimitabile. I laboratori diventano anche un elemento ed un polo di riferimento turistico importante. I visitatori infatti possono visionare le tecniche di lavorazione avendo libero accesso alle botteghe artigianali nelle quali sono anche previste delle aree per la vendita al dettaglio. I laboratori per la pizza, per la conserva del “pomodoro San Marzano”, per i dolci, per i liquori e per la mozzarella, diventano caffetterie, ristoranti ed enoteche con spazi interni ed esterni come la corte centrale del borgo, fulcro dell’intero complesso urbanistico. Questo progetto pone un’attenzione prioritaria verso l’idea di valorizzare i prodotti tipici (agroalimentari e dell’artigianato) anche attraverso il turismo, con un’attenzione particolare alle norme internazionali che si occupano della materia per la e protezione e diffusione delle diversità, della “traditional knowledge”, del folklore, della policromia e del paesaggio antropologico. Gli investimenti economici per il recupero del borgo possono essere attinti attraverso il processo del project financing. Si pensa ad un bando pubblico attraverso il quale si invitano gli imprenditori privati a finanziare il progetto. In cambio, gli stessi possono gestire, per un periodo di tempo stabilito, le attività commerciali, i laboratori e le residenze. Terminato tale periodo, gli immobili rientrano nuovamente nel patrimonio e nella gestione del Comune, della Provincia, della Regione e dello Stato. L’Associazione Albergatori e Ristoratori del Litorale Domitio, di cui sono Presidente dal Maggio 2000, è disposta ad investire 500.000 euro per le opere necessarie al parziale recupero del Borgo in cambio della gestione delle botteghe e dell’occupazione delle residenze recuperate per la durata di 20 anni. Il dr. prof. Leonard Mitchell, direttore del Centro di Sviluppo Sostenibile della California, direttore e clinic professor del Centro di Sviluppo Economico del Sud California, University of Southern California, dove ho elaborato una ricerca sullo sviluppo economico delle aree meno industrializzate del Mezzogiorno in qualità di unico vincitore in Italia della borsa di studio Fulbright Thomas Foglietta 2003-04, finanziata dai Governi degli Stati Uniti d’America e d’Italia (L. 12/06/80), è particolarmente interessato ad una partecipazione economica al progetto. Lo scorso luglio, con 14 ricercatori per un periodo di 2 settimane, è stato ospite a Castel Volturno nel mio albergo al fine di effettuare sopralluoghi dell’area, elaborare, con il sottoscritto, una “analisi economica di massima” e comprendere le potenzialità del progetto per istituire una eventuale sede del Suo Dipartimento nel Borgo. Il risultato dello studio in mio possesso ha evidenziato che l’investimento iniziale degli imprenditori, fra opere di recupero architettonico ed avvio attività commerciale, può essere recuperato in 5 anni dall’avvio dell’esercizio dei laboratori delle tradizioni artigianali campane e dall’occupazione degli annessi alloggi. Si può quindi contare su introiti economici in attivo rispetto all’investimento iniziale nei successivi anni di gestione delle botteghe ed occupazione degli alloggi. Nel mese di novembre ho incontrato la dr.ssa Rosemarie Lambert, consulente della Business Education UK, una prestigiosa fondazione culturale britannica connessa con numerose università inglesi disposte ad investire in Italia, fra cui la Thames Valley University di Londra. La dr.ssa Lambert effettuerà a breve un sopralluogo al Borgo e valuterà la suddetta “analisi economica di massima” al fine di considerare una eventuale partecipazione economica all’intervento di recupero urbano da parte di enti, università e fondazioni culturali del Regno Unito. La Iashimoto Europe s.r.l. che ho conosciuto tramite il prof. arch. Francesco Scardaccione della Facoltà di Architettura della “Federico II” di Napoli e che , al momento, ha realizzato opere di architettura per 500 milioni di euro in Italia, è interessata ad effettuare un sopralluogo al più presto (dicembre 2005 – gennaio 2006). Il Sindaco, la Giunta ed i Consiglieri comunali di Castel Volturno sono stati informati e, favorevoli al progetto, si sono riproposti di discuterne in Consiglio al fine di approvare un eventuale accordo di programma con gli imprenditori privati, non appena gli stessi formuleranno una proposta concreta e sorretta da adeguate garanzie bancarie, ed assicurare inoltre una quota partecipativa dell’Ente. Tutto ciò premesso SI INVITANO gli spettabili Enti a cui la proposta è inviata, se interessaTi, a contattarmi al 338 8412787 o al 334 9850812 per suggerimenti, integrazioni, partecipazioni, studi inerenti la fattibilità del progetto, per visionare “l’analisi economica di massima” relativa all’investimento e per effettuare sopralluoghi al Borgo San Castrese ed alle innumerevoli attrattive storiche, artistiche, architettoniche, naturalistiche e ludiche, di cui il litorale Domitio Flegreo e la Provincia di Caserta sono dotati. >> continua da pag. 1 Il grande Luis Bacalov L’evento ha aperto il Natale 2005, organizzato dalla mia associazione, di Montalto. E, allo stesso tempo, il Natale 2005 di Aversa. Il concerto si è svolto, tra un folto pubblico. Abbiamo ammirato, nell’occasione, la perfetta squadra di hostess dell’istituto Mattei di Aversa, capitanata della professoressa Maria Di Grazia. Abbiamo degustato una mozzarella di bufala che ci ha lasciato senza parole ed un gradevole vino asprinio. Abbiamo conosciuto il presidente dell’Ascom di Aversa, Franco Candia, con il quale, insieme agli assessori al Turismo e Commercio Gabrile Rossi, del comune di Montalto, e Nicola De Chiara, del comune di Aversa, si è parlato a lungo di strategie e sinergie culturali e commerciali. Devo dire che il taglio pragmatico e propulsivo di Franco Candia mi trova perfettamente d’accordo e mi convince che l’incontro del 4 dicembre non si è concluso dopo il concerto. E, del resto, questi sono gli accordi con i quali ci siamo salutati. Difatti, Montalto ha ospitato Aversa, poi Aversa ospiterà Montalto. La disponibilità dell’Enel, infine, va sottolineata e ringraziata; in particolare ringraziamo il direttore ingegnere Teloni nonchè l’ingegnere Maiuli, incaricato delle relazioni esterne. Ad Antonio Santi - e concludo il merito di questo interscambio altrmenti impensabile. Dove ogni oggetto è... unico. Irripetibile! VIA MAGENTA, 88 81031 AVERSA (CE) 4 NUMERO 20 il nuovo - DICEMBRE 2005 da Attualità L’approfondimento / Un progetto per Aversa. 1° Cultura; 2° Turismo ASCOM in prima linea a Montalto di Antonio Santi Foto sopra: Montalto di Castro, le mura. Sotto: centrale Enel Alessandro Vo l t a Il Concerto di Montalto, protagonisti Cimarosa (la Cultura) e la mozzarella di bufala (il Turismo), ha trovato l’entusastico appoggio dell’Ascom e di Franco Candia. Da queste pagine de L’Eco vorrei esprimere un sincero ringraziamento, anche per conto de L’Eco e dell’associazione Parente quali promotori dell’evento, al presidente dell’Ascom. Credo che l’appoggio all’iniziativa in discorso nasce da un solo fatto: la convinzione che il progetto “1° Cultura; 2° Turismo” non è peregrino. Personalmente non smetterò di sostenere che se non si lotta per fare una Cultura seria, di qualità, qualificante non si va da nessuna parte. Fare Cultura seria, di qualità, qualificante è l’unica strada per cambiare Aversa. Per arrivare ad un’altra Aversa, ad un’Aversa diversa, ad un’Aversa normale: Aversa (non capitale dell’illegalità, della “mondezza”, delle strade sgangherate, del caos ambientale, delle morti per tumore, del centro storico in stato di abbandono, ma) città turistica. Come Montalto, Vulci, Orbetello, Tuscania e via discorrendo. Aversa città turistica. La realizzazione di questo sogno dipende solo da noi. Basta metterci passione, basta uscire dall’apatia, dalla convinzione-prigione secondo cui “Tanto non cambia niente”. E mettere da parte faziosità, invidiuzze, particolarismi, protagonismi che, stupidamente, intralciano le sinergie. E mettere da parte pure i partiti di ogni colore che, ab immemore, promettono, promettono, promettono, promettono… e, poi, non fanno niente. Intervista a Visco di Giancarlo Fornari Si apre, da questo numero de L’Eco, una finestra del periodico “Contrappunti”. rivista telematica di informazione e controinformazione. L’operazione è stata resa possibile dal fatto che Antonio Santi, condirettore editoriale de L’Eco, fa parte del comitato di redazione di “Contrappunti”. La sinergia continuerà nel tempo con utilità, speriamo, per i nostri lettori. Giancarlo Fornari, autore delòl’articolo che abbiamo scelto di pubblicare in questo numero, è un caro amico attualmente professore di Comunicazione Pubblica presso l’Università della Tuscia e di Camerino. E’ stato direttore delle relazioni esterne dell’Agenzia delle Entrate. Come diceva della nouvelle cuisine, “tutto nel conto e niente nel piatto”. Così si potrebbe sintetizzare il Visco-pensiero sulla Finanziaria 2006 versione Tremonti, peggiorata anche rispetto alle bozze di Siniscalco. Nulla per il risanamento, nulla per il rilancio dell’economia. E pagheremo a lungo gli effetti della politica dei condoni, che ha reso impossibile la lotta alle evasioni. In questa intervista a Contrappunti.info l’ex ministro dell’Economia valuta la situazione attuale e le prospettive future. Quanto a Fazio, il protagonista del tormentone di questa estate, avrebbe dovuto fare un passo indietro all’indomani della pubblicazione delle intercettazioni. Ma ha potuto contare sull’incapacità del governo di esprimere una posizione netta, al di là delle sceneggiate del Ministro dell’economia. D. Questa finanziaria potrebbe contribuire – come sostengono gli attuali responsabili dell’economia – a portare il paese fuori dalla stagnazione? R. Dovremmo prima di tutto capire come siamo arrivati a questa situazione. Senza risalire troppo indietro possiamo individuare tre fasi, grosso modo coincidenti la prima con gli anni Settanta, la seconda con gli anni Ottanta fino ai primi Novanta, la terza con gli anni del centrosinistra, dal ‘94 fino al 2000. La prima fase è quella terribile degli anni di piombo in cui tutto è a rischio, dalla democrazia alla lira. Se ne esce con un grande sforzo di solidarietà nazionale ma l’economia è alle strette e il sistema industriale continua a perdere pezzi. Il periodo successivo è quello delle occasioni perdute. Non si fa nulla per recuperare competitività, si lascia esplodere il deficit: tra il 1980 e il 1992 il debito pubblico sale dal 57 al 124 per cento. Infine il centrosinistra: che mette ordine nei conti, porta il paese nell’Europa dell’euro, Scuole razionalizza il sistema fiscale, cerca di riorganizzare il sistema industriale, avvia privatizzazioni e liberalizzazioni. Non dimentichiamo che ancora agli inizi degli anni Novanta eravamo in una situazione di socialismo reale – la maggior parte delle banche e metà delle industrie erano in mano pubblica. D. E poi? R. Poi arriva la destra, e invece di continuare sulla linea del risanamento inverte di nuovo il ciclo. Una seria politica di bilancio avrebbe permesso di realizzare quei cambiamenti strutturali del sistema economico e del welfare che altri paesi – penso soprattutto a quelli socialdemocratici del nord Europa – hanno saputo fare. Questi invece hanno riesumato tutte le pratiche di governo e sottogoverno della prima Repubblica: i funzionari pubblici nominati per lealtà politica, l’assistenzialismo. Con in più la convinzione che per creare un sistema di mercato bisognasse dare botte ai sindacati e ridurre le imposte. Meno sindacato e meno tasse era la loro ricetta per risollevare l’economia, totalmente fallita. Nel tempo che Bondi ha impiegato per riportare la Parmalat in borsa questa destra non è riuscita neppure ad approvare quella legge per la difesa del risparmio che in America hanno realizzato in pochi mesi. In definitiva abbiamo perso cinque anni, cinque anni di malgoverno e nongoverno, e se ne vedono i risultati. E’ proprio di questi giorni il rapporto di Business International che evidenzia la tragica perdita di attrattività del nostro paese per gli investitori esteri: nell’ultimo anno abbiamo perso ben otto posizioni precipitando dal ventitreesimo al trentunesimo posto fra i 60 Paesi considerati. Tra i settori più penalizzanti, fisco e mercato del lavoro. Proprio quelli che nei progetti del governo avrebbero dovuto rappresentare i fattori propulsivi della nostra economia. D. E siamo adesso di fronte alla scadenza della legge Finanziaria. Come può essere considerato il disegno di legge Tremonti? R. Un’altra occasione mancata. Le misure per sostenere la ricerca sono inadeguate, come lo sono quelle per aiutare le imprese a internazionalizzarsi. Le piccole e medie imprese che sono l’ossatura del nostro apparato produttivo non trovano incentivi a fare sistema. Ma non solo non c’è nulla per uscire dalla stagnazione, dal lato degli stanziamenti. Non c’è nulla neanche per il risanamento, dal lato delle entrate. D. Cosa pensa delle grandi entrate che dovrebbero arrivare dalla lotta alle evasioni? R. Le previsioni di recupero di evasione della Finanziaria, anche se ridimensionate - grazie agli interventi della ragioneria – a trecento milioni per il 2006, sono solo fumo negli occhi. La lotta alle evasioni non è possibile in un sistema fiscale inquinato dai condoni. La politica dei condoni segna il fallimento non solo morale ma anche economico della gestione Tremonti. In questi anni il gettito ordinario delle imposte, al netto dei condoni, ha subito un crollo di circa un punto e mezzo. Nonostante gli aumenti delle aliquote di partecipazione stabiliti dagli enti locali. L’unico prelievo che è aumentato in questi anni è stato quello delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente. Dal ‘98 al 2001, durante il governo del centrosinistra, riuscimmo a ridurre le tasse di quattro punti e mezzo almeno, mantenendo costante, grazie al recupero di evasione, la pressione fiscale . Avevamo cercato di costruire un sistema fiscale orientato a sostenere la crescita. Avevamo fatto partire il fisco telematico, la dichiarazione col modello Unico, le Agenzie fiscali indipendenti e con una organizzazione basata sul rapporto costi-ricavi. Era solo l’inizio di un’operazione che avrebbe dovuto essere proseguita e che invece non lo è stata, anzi. L’unica preoccupazione dei nuovi governanti è stata smantellare tutto ciò che era stato fatto, realizzare i condoni e consentire ai loro amici che avevano mandato i capitali all’estero di riportarli in Italia a basso costo. E’ ridicolo parlare di lotta alle evasioni da parte di chi in tutti questi anni non ha potuto, o meglio non ha voluto, rendere operativa quell’anagrafe unica dei conti bancari che noi avevamo messo in cantiere e che avrebbe molto snellito tutti i controlli. D. Per l’anagrafe bancaria sembra ci sia un progetto, si prevede che dovrebbe finalmente partire dall’anno prossimo. R. Non è più così. Il progetto era nei lavori preparatori di Siniscalco. Ma nella manovra versione Tremonti, l’anagrafe unica dei conti bancari è sparita completamente. In queste condizioni è problematico sia accertare che riscuotere. D. Adesso però è in programma la riforma della riscossione, che dovrebbe dare dei risultati positivi. Lei come la valuta? R. Non vedo punti positivi in quel progetto. Il problema della riscossione in sé è stato molto sdrammatizzato, come è noto, con l’adesione all’accertamento e con le altre misure che abbiamo preso negli anni Novanta. Rimaneva da risistemare il versante della riscossione coattiva, per il quale le banche non avevano ancora la cultura giusta. Ma escludo che nazionalizzare questo servizio – per di più, prendendosi in collo 10.000 dipendenti – possa di per sé risolvere quel problema. D. Tutto sommato Lei crede che siamo davanti a una Finanziaria elettoralistica? R. Lo vedremo meglio quando governo e maggioranza scopriranno tutte le loro carte. Intanto si può dire che siamo davanti a una Finanziaria fatta di fumo, basta guardare il risibile progetto, chiamiamolo così, della cosiddetta Banca per il Sud. Una Finanziaria in cui l’unica cosa concreta sono i tagli agli enti locali. D. Dopo il grande clamore sulle operazioni “mordi e fuggi” dei raiders sui capitali delle imprese ci sono state molte richieste, anche da sinistra, di incidere sui guadagni di capitale e sulle rendite finanziarie. Ma sono molti quelli che considerano misure di questo tipo in contrasto con il regime della Pex, l’esenzione delle partecipazioni, applicato ormai in Italia come nella maggioranza degli altri Paesi europei. R. Dobbiamo distinguere tra le due questioni. Una cosa è l’esenzione che riguarda i dividendi, che è la contropartita dell’abolizione del credito di imposta. Un’altra cosa è la tassazione dei guadagni di capitale, specie quelli realizzati con pratiche speculative e non con il normale trasferimento di partecipazioni azionarie. Su questi guadagni è corretto e opportuno incidere. Non ritengo però che le misure previste dalla Finanziaria siano in grado di dare una soluzione adeguata a questo problema. D. E a proposito di operazioni bancarie, non possiamo non parlare della questione Banca d’Italia. Lei è stato tra quelli che ritenevano che il Governatore avrebbe dovuto lasciare, non è così? R. Certamente ero di questa opinione, ma non per motivi di carattere legale. Il Governatore ha posto la questione di sue eventuali dimissioni sul piano legale, e il governo – nella riunione di agosto del Comitato del credito – ha commesso l’errore di seguirlo su questa strada. Ma il problema non è di sostanza, è di forma. In una istituzione basata sulla persuasione morale, la forma dei comportamenti diventa sostanza. Fazio avrebbe dovuto andarsene – e il governo avrebbe dovuto invitarlo con la dovuta energia a farsi da parte – il giorno dopo la pubblicazione delle intercettazioni delle sue conversazioni con un banchiere da lui vigilato. La “moral suasion” del governatore è fondata sulla sua autorevolezza, che ora è irrimediabilmente perduta. Su questa strada avrebbero dovuto insistere i responsabili del Tesoro, anziché mimare sceneggiate davanti ai giornalisti. D. Un’ultima domanda sulle prospettive. In vista di un cambiamento di governo dopo le elezioni, in materia di politica fiscale ci sono molte aspettative ma anche qualche preoccupazione. Sembra di cogliere il timore che con un nuovo governo ci si debba attendere un capovolgimento completo del sistema fiscale, una specie di ribaltone che porterebbe tutto com’era prima dell’arrivo di Tremonti. Una ipotesi che aumenterebbe i costi amministrativi e stravolgerebbe le strategie fiscali delle imprese. R. Credo si possa senz’altro mettere da parte queste preoccupazioni. La nostra cultura non è quella del ribaltone. Siamo convinti che un sistema fiscale non si possa capovolgere come un guanto ogni cinque anni. Ci limiteremo a mettere ordine cambiando solo le cose che sono veramente inconciliabili con un sistema fiscale moderno. Proseguendo nella strada che avevamo iniziato, che era quella della semplificazione, non della complicazione. Non per niente siamo quelli che hanno consentito, per la prima volta nella storia del fisco occidentale, la compensazione totale di debiti e crediti fiscali e contributivi. Non mi sembra che le imprese abbiano da temere dalla nostra politica. Le complicazioni e le confusioni sono venute dopo. Basta vedere quello che è stato fatto in tema di incentivi agli investimenti e di detassazioni Irap: una continua altalena di disposizioni contraddittorie, con i decreti legge che stabilivano benefici e la finanziaria successiva che li annullava addirittura con effetto retroattivo e poi con altri decreti che cambiavano nuovamente le carte in tavola. Il tutto mettendo in grave crisi gli imprenditori che nel frattempo avevano applicato correttamente le norme precedenti. Per carità, non credo proprio che gli imprenditori dovranno provare nostalgia per quel modo di governare Pe r meno la Cultura fondi! , le informazioni che nessuno ti dà Aperta una biblioteca all’Innico Caracciolo di Giovanni Sparaco Mesi fa, durante un collegio dei docenti, il prof. Lello Pagetta lanciò il progetto di creare una biblioteca scolastica, ma poi ha cambiato istituto ed io ho raccolto immediatamente l’idea; all’inizio di quest’anno scolastico sono iniziati i lavori che sono stati completati in meno di due mesi. In tanti anni di insegnamento in questo istituto ed in altri istituti di Aversa ho avuto modo di stare a contatto con tanti ragazzi e mi sono reso conto che dedicano poco o niente del loro tempo alla lettura. Le conseguenze di ciò sono: povertà di linguaggio, difficoltà nell’esprimersi in italiano, difficoltà nell’affrontare lo studio eventuale di una lingua classica o straniera. Il progresso galoppante fatto di e-mail, sms e parole abbreviate per esigenze di spazio, ha portato ad allontanare i giovani anche dalla scrittura, creando deficienze nel contenuto e nell’estetica (calligrafia). La sala allestita per la biblioteca è diventata subito un luogo accogliente, dove trascorrere utili momenti culturali mediante la lettura di un buon testo, la consultazione di giornali e riviste e la visione di cd-rom e dvd sui temi più vari. Lo stesso ambiente sarà anche sede della redazione de “Il Caracciolo”, giornale dell’Istituto. Gli alunni, alcuni in particolare, si sono entusiasmati tanto da collaborare in maniera eccellente al progetto, dedicandosi a tempo pieno a tutte le mie indicazioni ed ai miei consigli. Li ringrazio con tutto il cuore per questa fattiva collaborazione e spero che questa nuova iniziativa possa essere un piccolo seme per frutti sempre più numerosi e di qualità sempre migliore. NUMERO 20 il nuovo da Scuole di Mario Pedata di Rossella Iovinella La lettera inviata da L’Eco Foto sopra: la Cattedrale di Aversa. Foto sotto: Moschea Blu di Istanbul Chi di noi nella sua carriera scolastica non ha avuto un “prof.” di religione? Quell’ora settimanale per molti è stato un appuntamento che rimane ancora caro nella memoria. L’ora in cui si poteva allontanare anche dai programmi, far venire a galla se stessi e le problematiche più condivise. Non messe da parte le annose polemiche sul valore culturale di un insegnamento confessionale in una scuola laica, riconosciuto comunque che “i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano” (L. 121/85), oggi l’insegnamento della religione ha un nuovo statuto che lo solleva dalla precarietà ed equipara questa categoria di docenti ai rispettivi colleghi di ruolo. Alcuni ricorderanno che il “prof.” di religione era quello più soggetto a continui cambiamenti, la sua nomina procedeva dall’Ordinario Diocesano che gli attribuiva la sede di servizio e l’orario unitamente ad una attestazione di idoneità all’insegnamento specifico. La legge 186 del 18 luglio 2003, fermo restando l’attestazione di idoneità da parte dell’Ordinario, ha istituito il ruolo per i docenti di religione attraverso un concorso per titoli ed esami. Che, poi, si è tenuto su scala nazionale. Non sono mancate polemiche circa il nuovo stato giuridico degli insegnanti di religione ritenuti da alcuni docenti di serie B, catechisti più che professori. Lo stato italiano riconosce la facoltatività di scelta di avvalersi o meno di tale insegnamento religioso nella scuola da parte delle famiglie e degli studenti. Questi, volendo, qualora non si avvalgono di tale insegnamento, possono frequentare un’altra disciplina (quasi mai attivata, vista anche l’esiguità dei non avvalentesi), praticare studio personale o assistito e, in ultimo, lasciare la scuola durante l’ora di religione. Il voto attribuito dal docente di religione non fa media con le altre materie. Un “Grazie!” al Mattei ed alla professoressa Di Grazia 5 Cultura e Storia Il docente Circa la La ristampa - AVERSA DI STORIA E DI VITA di religione lettera de ASPETTI L’Eco alle di Enzo Di Grazia scuole alle scuole aversane dice che queste “realizzano molteplici attività culturali degne di nota e interesse”. Vero, verissimo. Leggendo tali parole mi è venuto subito alla mente il convegno “Spazio e tempo dall’antichità ad Einstein” – organizzato presso il liceo classico Cirillo con la collaborazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, relatori lo storico della filosofia Aniello Montano e l’astrofisico Giuseppe Longo – con cui si è chiuso in bellezza, tra scrosci di applausi e congratulazioni, lo scorso anno scolastico, molto intenso. Nell’occasione si registrò, infatti, da parte degli alunni - novità assoluta - una partecipazione artistica notevole Difatti: avvio, segnato dall’esecuzione al piano dalle note di Chopin (valzer opera 64, num. 1 e 2) da parte dell’alunna Alessandra Donasi; conclusione suggellata da una sonata di Beethoven (terzo tempo,opera 27 num. 2), ad opera dell’alunna Caterina Rainone. E, quali piacevoli intermezzi, la recitazione di una splendida poesia di Pedro Salinas, nonché l’interpretazione di un testo di Elisa:”performances” accompagnate da chitarra e che hanno visto protagonisti quattro diversi studenti. Un evento importante o, meglio, degno di nota e interesse che vide coinvolto il liceo classico Cirillo “in toto” ma di cui, credo, nessun periodico di Aversa ha mai parlato. La proposta de L’Eco, di offrire uno spazio alle scuole ed alle loro attività, mi sembra, quindi, inedita, interessante, utile. Una vera opportunità. - DICEMBRE 2005 2 puntata - Continua nei prossimi numeri “PARTE I – ORIGINE E VICENDE STORICHE DELLA CITTA’ – AVERSA NEL MEDIO EVO: GLI SVEVI E GLI ANGIONI Dopo la conquista da parte del re di Sicilia, Aversa perse la sua importanza e da quel momento diventò una delle tante città del Regno, senza una storia sua, ma che dipendeva dalle vicende che interessavano tutta l’Italia; solo di tanto in tanto avveniva qualche episodio particolarmente importante che la riguardava da vicino, e che assumeva particolare importanza. Nel 1197, alla morte dell’imperatore Enrico IV, divenne suo erede Federico II, ma un principe tedesco, Ottone IV di Brunswick, tentò di impadronirsi del trono, e scese in Italia a conquistarlo. Nel 1210 giunse a Capua e, nella marcia verso Napoli, arrivò ad Aversa, ma la nostra Città, fedele all’imperatore Svevo Federico II, gli oppose resistenza, e gli impedì di continuare nella marcia. Quando poi Federico II sconfisse il suo avversario e divenne imperatore, per premiare Aversa della sua fedeltà, le concesse molti benefici, come l’esenzione da alcune tasse, ecc. La città rimase sempre fedele agli imperatori della casa Sveva; e quando, alla morte di Federico II, il nipote Corradino fu privato del trono da Manfredi, Aversa si schierò al fianco del giovane principe; e continuò a difenderlo, anche quando Carlo d’Angiò fu chiamato ad impadronirsi del Regno di Sicilia. Nel 1268 il giovane Corradino tentò di riprendere da Carlo d?Angiò il suo impero; la città di Aversa si schierò con lui, e quando avvenne l’ultima battaglia di Corradino a Tagliacozzo, nell’esercito svevo c’erano anche molti aversani, comandati dal nobile Riccardo Rebursa. Dopo la sconfitta, Corradino dovette fuggire insieme ad alcuni compagni, tra i quali c’era l’aversano Riccardo. Vagarono a lungo per i campi, finchè giunsero al castello di Astura, di cui erano signori due fratelli, Giovanni e Pietro Frangipane, che catturarono il principe ed il suo seguito. Attirati dall’oro che Carlo d’Angiò aveva promesso, li consegnarono al re, che li fece condannare a morte. All’alba del 29 ottobre del 1268, sulla piazza del Mercato di Napoli, Corradino lasciava la vita; e con lui morirono i suoi compagni, tra i quali Riccardo Rebursa. Per vendicarsi dell’aiuto, che la città aveva dato a Corradino, Carlo d’Angiò fece assalire Aversa dai suoi soldati, e la città fu messa a ferro e a fuoco. I beni di Riccardo Rebursa furono donati ai soldati di Carlo d’Angiò. La madre e la vedova del nobile aversano si ritirarono nel convento di S. Francesco, che esse avevano fondato. Con Carlo I si iniziò a Napoli la dinastia angioina; e i re di questa casa ebbero cara la città di Aversa, dove fecero ostruire un castello, che fu teatro di una importante vicenda. Giovanna I, regina di Napoli, aveva sposato Andrea d’Angiò, fratello del re Luigi d’Ungheria; il 17 settembre del 1345, la regina e suo marito, di passaggio per Aversa, si fermarono nel loro castello, che si trovava dov’è ora la chiesa di Casaluce. Nella notte, Andrea fu impiccato ad uno dei balconi del castello. Alla notizia della morte del fratello, il re d’Ungheria, che riteneva la regina responsabile del delitto, scese in Italia per vendicarsi; vi giunse il 15 gennaio del 1348. Giovanna fuggì ad Avignone, per domandare la protezione del papa; il re, giunto ad Aversa, uccise i responsabili del delitto, e si impadronì del Regno. Ma, a causa di una pestilenza, fu costretto ad andare via, e lasciò a Napoli un esercito ungherese sotto il comando di Corrado Lupo (Konrad Wolf). Il 31 agosto del 1348 Giovanna tornò a Napoli, e sposò Luigi di Taranto. In quell’anno scoppiò ad Aversa un grave terremoto, che molti danni recò alla Città. Col ritorno della regina, gli Ungheresi di Corrado Lupo avevano cominciato a girare la campagna, organizzati in ‘compagnia di ventura’; anzi, spesso assalivano le città per depredarle. Nel 1352 assalirono Aversa; la città si difese a lungo e valorosamente, guidata dall’incitamento di un cittadino, Giovanni Pignatiello; ma dovette poi cedere per fame, e pagare un riscatto di 37.000 ducati. Il re Luigi di Taranto curò che fossero riparati i danni portati ad Aversa dal terremoto, e dall’assalto degli Ungheresi. Nel 1361 un’altra compagnia di ventura, con a capo Giovanni Montreal d’Albarno (detto fra’ Moriale), assalì la Città per conquistarla; intervenne in aiuto un’altra compagnia di ventura, guidata da Malatesta da Rimini e dall’aversano Giannotto Stendardo; e la Città fu liberata. (PARTE I – ORIGINE E VICENDE STORICHE DELLA CITTA’) ANGIOINI, DURAZZESCHI E ARAGONESI Non avendo figli la regina Giovanna I, molti aspiravano al trono: Carlo III di Durazzo portò la guerra contro Giovanna, e i nobili della regione si divisero in due partiti, angioini (a favore della regina e del suo protetto Luigi d’Angiò), e durazzeschi (a favore di Carlo III di Durazzo). Anche ad Aversa vi erano due gruppi; nel 1372, gli angioini, con al capo Giacomo del Balzo, occuparono la Città e, dopo una violenta lotta, la devastarono. Nel 1382, Carlo III sconfisse ed uccise la regina, si impossessò del Regno e, per premiare gli Aversani che lo avevano aiutato, fece riparare la città danneggiata. Alla sua morte, nel 1386, vi furono altre lotte tra i due gruppi (angioini e durazzeschi), che interessarono tutte le città; finchè, nel 1400, divenne re Ladislao di Durazzo, che regnò fino al 1414, quando morì, secondo alcuni storici, ad Aversa. La sua morte riaprì le lotte tra durazzeschi (difensori di sua figlia Giovanna II), angioini (seguaci di Luigi II d’Angiò) e aragonesi (seguaci di Alfonso re di Sicilia); nelle varie città vi furono varie lotte e scontri: Aversa fu occupata una prima volta da Alfonso di Aragona; ma il tradimento di Giovanotto Pertusa la consegnò in mano al capitano di ventura Attendolo Sforza, al soldo degli angioini. Alla fine, Alfonso d’Aragona riuscì a conquistare il trono; con lui inizò, a Napoli, la dinastia Aragonese; anche i regnanti di questa casa amarono Aversa; e qui fecero costruire un castello, sulle rovine di quello di Rainulfo Drengot, che ancora oggi esiste nei pressi della chiesa di S. Maria a Piazza. Nel 1501, il Regno di Napoli fu ceduto ai Francesi; ma alcune città non gradirono il nuovo dominio, e dovettero essere sottomesse: tra queste, vi fu anche Aversa. Fu attaccata, una prima volta, nel 1502, dalle truppe del generale Obignì; una seconda volta, nel 1503, dai soldati del generale Armagnac; tutte e due le volte subì gravi danni. Intanto, per il possesso dell’Italia lottavano Francesi e Spagnoli, mentre gli Italiani assistevano impotenti alle lotte; l’unico episodio del valore italiano fu la disfida di Barletta, combattuta tra tredici cavalieri italiani e tredici francesi, il 13 febbraio 1503: del gruppo degli italiani, accanto ad Ettore Fieramosca e Fanfulla da Lodi, faceva parte il cavaliere aversano Ludovico Abenavolo. Nel 1503, si istituì a Napoli il vicereame spagnolo; ma il re di Francia tentò, più volte, di conquistare l’Italia Meridionale. Nel 1528, un esercito francese, sotto il comando del generale Lautrec, pose l’assedio a Napoli; il viceré spagnolo, Filiberto d’Oranges, rotto l’assedio, sconfisse l’esercito francese, che si ritirò e si rifugiò, il 28 agosto 1528, ad Aversa; assaliti dagli Spagnoli, i Francesi resistettero a lungo; ma il 6 settembre 1528 furono costretti a capitolare. In quell’occasione la Città ricevette gravissimi danni per l’uso delle armi da fuoco: i colpi di cannone distrussero le mura, quasi completamente.”. 2. La città di Ruggero II (1135-1156) di Maria Chiara Naselli Stevens Nel 1135 prese il potere L’Eco di Aversa e l’associazione Gaetano Parente, tra gli organizzatori del concerto di Montalto, ringraziano il Mattei e la professoressa Maria Di Grazia per la disponibilità e la professionalità dimostrate. La professionalità dell’intera squadra ha colpito un po’ tutti i partecipanti all’evento i quali hanno voluto saperne di più. Aversa, quindi, ha fatto proprio una bella figura! Grazie! Ruggero II avendo vinto,con le sue truppe, un duro assedio della città di Aversa. La città di Ruggero II d’Altavilla si ampliò secondo l’originario sistema radiocentrico inglobando all’interno di un nuovo tracciato murario le parrocchie normanne di S.Maria a Piazza, S.Nicola, S.Giovanni Evangelista e S.Andrea che avevano favorito la nascita di nuovi quartieri. Le quattro chiese costruite al di fuori della città rainulfiana erano caratterizzate da una pianta a tre navate dal contenuto sviluppo longitudinale: la navata centrale era più ampia delle due laterali ed aveva un notevole slancio verticale; gli slarghi irregolari antistanti le parrocchie svolgevano un’importante funzione di aggregazione della collettività testimoniata dalla presenza, attorno ad essi, di antiche fabbriche civili come, per esempio, palazzo Merenda (poi Gaudioso) e palazzo Fedele nella piazza S.Nicola. Lo studio delle trasformazioni urbane della città di Aversa è stato caratterizzato dalla scarsità di fonti iconografiche. Aversa, infatti, fu per lungo tempo trascurata dai cartografi; per questo motivo ha assunto un’importanza fondamentale la tavola di Angiolillo Arcuccio, il Martirio di S.Sebastiano, del 1468, custodita nel deambulatorio della cattedrale: nel fondale della tavola, alle spalle della figura del santo, si sviluppa l’esemplare veduta di un’Aversa turrita e compatta ma, soprattutto, è ben leggibile nella sua originaria articolazione con le sue quattro torri il castello di Ruggero II. Il castello fu costruito fuori porta S.Andrea, nel borgo di Mercato vecchio, in posizione strategica per il controllo della via Atellana. Continua nei prossimi numeri Legenda. Verde = la città di Rainulfo. Rossiccio = la città di Ruggero 6 di Sergio D’Ottone Mi si consenta una doverosa premessa: non so se il prossimo numero de L’Eco di Aversa, in cui verrà pubblicato questo mio contributo, vedrà la luce prima o dopo del 19 dicembre, giorno in cui avrà luogo a Palazzo Parente, in Aversa, AUGURI,CULTURA!, un incontro natalizio tra le realtà culturali della città, organizzato dal Touring Club Italiano e dall’Associazione Pro Loco, nell’ambito delle manifestazioni per il Natale 2005, promosse dall’Amministrazione Comunale. Si tratta La stella di Natale di Carlo Liguori* L’Euphorbia pulcherrima, è conosciuta da tutti come stella di Natale ed è la pianta da fiore cui tutti pensano quando si avvicinano le feste natalizie. Produce delle bellissime “foglie” (in verità questi tipi di foglie si chiamano brattee) lunghe ed ovate, che una volta si trovavano in commercio solo rosse; queste la fanno apparire attraente e spingono tutti all’acquisto. Il fiore vero invece si trova al centro di queste bratee ed è piccolo, verde-giallo ed insignificante. La sua durata dipende dalla ubicazione della pianta e dalla temperatura del locale in cui si trova. Se la pianta è sana e robusta e viene tenuta nelle giuste condizioni può durare anche 3 o 4 mesi dall’ acquisto. I più fortunati sostengono di averle fatte rifiorire anche per più anni; questo è possibile ma la “fioritura” non sarà mai bella ed appariscente come quella del primo anno. In ogni caso, quali sono le giuste condizioni per conservarci questa pianta il più a lungo possibile? La stella di Natale vuole luce intensa, non ama stare in sostanzialmente di un brindisi beneaugurante con tutti coloro che personalmente o quali rappresentanti ed aderenti di istituzioni ed associazioni sono già impegnati da tempo e vogliono continuare ad impegnarsi per la crescita culturale della città. Le testimonianze culturali, presenti ad Aversa – frutto di un volontariato, convinto, denso di sacrificio, spesso in silenzio e senza enfasi – offrono un contributo significativo per mettere in risalto le numerose energie positive e nel contempo per combattere il degrado costante e strisciante, che purtroppo è ancora tanto diffuso nel nostro territorio. L’incontro natalizio intende sottolineare la volontà di conoscersi e sincronizzarsi sempre di più, pur nel rispetto delle individualità e delle singole peculiarità associative ed istituzionali, per camminare dalla stessa parte, affinché Aversa abbia il ruolo di attrazione culturale e turistica che merita. La Cultura ad Aversa ha bisogno di auguri, ha bisogno di considerazione, non può continuare ad essere la cenerentola, da rispolverare quando torna utile o quando serve a camuffare iniziative, che non hanno niente di culturale. Ecco dunque AUGURI,CULTURA!, che non è solo un evento natalizio e datato, ma qualcosa di più, un progetto per il futuro, fatto di tanti momenti, di tanti confronti per crescere insieme. stanze buie o in corridoi poco illuminati: in caso contrario farà bella mostra di sé solo per poco tempo. Per la temperatura invece le case calde favoriscono la vegetazione, il suo minimo termico si attesta sui 13°C (ricordiamo che questa pianta è originaria del Messico). L’irrigazione deve essere moderata, ma il terriccio deve essere sempre umido, per cui vale la regola del poco ma spesso. Concimazione: Per il periodo natalizio, evitate ogni nutrizione della pianta. Per gli appassionati invece che non vogliono rinunciare a nulla iniziate, ogni due settimane, dalla fine della primavera fino all’autunno, a somministrare un normale fertilizzante liquido. Altre notizie: Per chi vuole conservare la sua stella proceda in questo modo: dopo la “fioritura” si poti la pianta a 15-20 cm dalla base. Si proceda ad un rinvaso, in vaso leggermente più grande, usando una miscela di 2/3 di terriccio (quello acquistato in busta) ed 1/3 di terra di giardino o di campo (solo terriccio è sempre sbagliato!). Poi sospendere le irrigazioni fino alla primavera (marzo – aprile). La pianta riprenderà a vegetare normalmente ma se si vuole stimolarla ad una nuova “fioritura” si deve mantenere per 8 settimane consecutive, per non più di 10 ore alla luce e chiaramente per non più di 14 ore al buio ininterrotto. Così facendo la stella si colorerà di nuovo... in bocca al lupo. * Agronomo - DICEMBRE 2005 Muse da Cultura e Storia Auguri Cultura! NUMERO 20 il nuovo Menu Concerto di Natale CineCité La del della Cappella Pranzo Musicale Lauretana seconda notte di di nozze Natale di Raffaele Oliva di Gaetano Bencivenga di Anna Della Volpe Ad Aversa, il Natale è caratterizzato da pranzi natalizi che non sono il sinonimo di una vera e propria tradizione. Le famiglie possono preparare anche pranzi molto differenti tra loro. Di solito, però, ci sono una serie di pietanze che non possono mancare sulle nostre tavole. Piatti senza i quali non sarebbe Natale. Primi piatti: Minestra in brodo Insalata di rinforzo Minestra maritata Cappone ripieno Maccheroni al ragù Parmigiana di melanzane Pizza alla scarola Secondi piatti e contorni Capretto a forno con patate e piselli Capitone/Anguilla (avanzata dal giorno precedente cosparsa con un po’ di aceto o messa addirittura nell’insalata di rinforzo, così da perdere un po’ del suo grasso) Broccoli neri , friarielli , melanzane, peperoncini verdi Carne al ragù Il pesce: polipo affogato, spigola all’acqua pazza; gamberoni e vongole Le zuppe: zuppa di lenticchie e scarole Dolci e frutta Struffoli Mostaccioli Roccocò Raffaiuoli a cassata e raffaiuoli semplici Babà Casatiello dolce (panettone) Pastiera Ciociole (Frutta secca, noci, nocciole, datteri, prugne, fichi. Castagne del prete ) Bevande Acqua, vino, spumante e limoncello. Domenica 18 dicembre alle ore 18.30, presso la Chiesa Cattedrale in Aversa si è tenuto l’atteso “Concerto di Natale 2005”. Anche quest’anno la “Cappella Musicale Lauretana” del Duomo di Aversa ha espresso alla propria città gli auguri natalizi con un programma musicale ricco e nutritissimo. I brani scelti, significativi, espressione di una preghiera di “Pace” nel mondo, di Bach, Gounod, Vivaldi, S. Alfonso, Gruber, Berlin, Pierpoint, “Jesus Christ you are my life” di M. Frisina, che è stato l’inno per le “Giornate Mondiali della Gioventù”, concludendo poi, con “Jesus Christ Superstar” di Webber tratto dal Musical del 1969. La Corale polifonica presieduta dal prof. Raffaele Oliva conta un organico di circa 50 elementi che, nel corso di un lungo (18 anni) tirocinio formativo si sono impegnati a far rivivere lo splendore, la bellezza e l’armonia della musica sacra curando, con impegno settimanale, le forme di espressione come il canto e quella esteriore di una Liturgia vissuta, atte ad esaltare la bellezza della fede. In questo cammino di crescita, il merito più fecondo va riconosciuto al Direttore artistico della “Cappella Musicale Lauretana”, il Maestro Mons. Don Franco Grammatico, la cui competenza ed eccezionale sensibilità artistica non sfuggì a Sua Santità Josef Ratzinger che, in occasione del Convegno Pastorale della nostra Diocesi nel 2001, si complimentò con il nostro Arcivescovo Mario Milano e apprezzò l’impegno dei coristi. Hanno accompagnato i canti i Maestri Proff.. Luigi Orabona e Luigi Del Prete. Il Presidente della Corale, Raffaele Oliva, e il Direttivo ringraziano il Sindaco della Città di Aversa, Dott. Domenico Ciaramella, e l’assessorato alla cultura nella persona del Dott. Nicola De Chiara per aver offerto il patrocinio. Parete Art Music di Tina Falco E’ nata, a Parete, una nuova associazione culturale denominata “Parete Art Music”. L’entità ha preso vita dall’iniziativa di un gruppo di giovani interessati a tutto quello che fa cultura dalle nostre parti. E si propone di richiamare l’attenzione di tutti verso le svariate forme di spettacolo e comunicazione, nonché di dar intessere varie attività collaborative con altre associazioni ampliando sempre più i propri orizzonti. Nel mese di ottobre si è tenuta, a Parete, in Piazza Berlinguer, la prima manifestazione dell’ente. La serata è stata patrocinata dal Comune di Parete e presentata da Roberto Iriti, membro dell’associazione nonché esperto di rilievo del settore musicale. Si è riscontrata una cospicua affluenza di persone da ogni parte del circondario, segno evidente dell’interesse della gente verso le nuove iniziative soprattutto se scaturite dalla fantasia e dalla tenacia di giovani leve. Alla kermesse hanno preso parte numerosi talenti artistici provenienti da varie zone della regione. Con la loro esibizione hanno dato vita alla prima delle innumerevoli manifestazioni previste dall’associazione. Un modo di presentarsi al pubblico di notevole impatto che sarà di sicuro sprono per le iniziative che verranno. Un augurio di cuore ai giovani componenti della Parete Art Music per un futuro ricco di belle e importanti iniziative! Poesie indifferenza nelle ossa. Muto stridolio. Mi appoggio alla colonna fredda, di marmo. In equilibrio sulle magri asse delle mie gambe tremo. Incerte le mie mani si immergono nel calore delle tasche. E intanto continua l’occhio imperscrutabile del silenzio. Immagine di Maria Ranalli Convulsioni. Sospiri di un vento gelido che spazza via tutto incurante, penetrando con Fra le macerie e gli stenti di una Bologna prostrata dalla seconda guerra mondiale, si barcamenano la cinquantenne Liliana (Katia Ricciarelli, una rivelazione!) e il figlio Nino (ottimo Neri Marcoré). Ridotti alla fame, i due cercano di arrangiarsi alla meglio: la donna diventa l’amante di un grasso protettore, mentre il giovane sopravvive grazie a piccoli furti. Il destino muta improvvisamente il proprio corso quando giunge la lettera di Giordano (Antonio Albanese, davvero intenso), fratello del padre di Nino e proprietario di una masseria a Fasano, in Puglia. Il poveretto, reso quasi imbecille da un trattamento di elettroshock e da sempre innamorato della cognata, venuto a conoscenza dell’attuale stato di indigenza dei consanguinei, li convoca a casa propria. Dopo un avventuroso viaggio in una macchina malconcia (e rubata!), madre e figlio arrivano a destinazione, ma immediatamente incontrano l’ostilità delle vecchie zie Eugenia e Suntina (rispettivamente Marisa Merlini e Angela Luce, entrambe in stato di grazia), timorose di un nuovo sconvolgimento nella loro esistenza e, soprattutto, in quella del fragile nipote. Giordano si mostra, però, piu’ determinato della sua (presunta) malattia mentale e della resistenza delle anziane donne, e riesce infine a sposare l’indifferente Liliana, illudendosi di poter, un giorno, consumare il tanto agognato matrimonio. Diretto e sceneggiato da Pupi Avati, il film sembra concludere una trilogia sulla disillusione amorosa, cominciata con Il cuore altrove (2003) e continuata con Ma quando arrivano le ragazze? (2004), rappresentando rispetto ai precedenti un episodio dai toni maggiormente crepuscolari. Un clima di perenne attesa regna sovrano nell’intera pellicola che, addirittura, sembra non concludersi, aprendo invece la strada a una speranza di redenzione, seppur amara. Altri temi avatiani quali la simpatia per i perdenti e la purezza dei sentimenti pur sono presenti e risultano incastonati nella cornice di una Bologna (ma anche di una Puglia) sempre piu’ in simbiosi con lo spirito malinconico dell’autore. Che non si perde, però, in manierismi e smancerie, regalando al suo pubblico un’opera matura, asciutta ed essenziale. Da consigliare a tutti coloro che prediligono umane fiabe intrise di dura realtà. NUMERO 20 il nuovo - DICEMBRE 2005 7 Palazzo Parente Associazioni Wojtyla, il profilo Intervista a Emilia Narciso dei viaggi presidente Unicef provincia Caserta di Alberto Alfano di Maria Luisa Coppola e Antonio Santi >> continua da pag. 6 Nell’atmosfera calda di Palazzo Parente, oramai divenuto un cenacolo culturale ricco d’iniziative, una dolce signora dai modi affabili e gentili e un distinto e cordiale signore hanno tenuto avvinto un nutrito uditorio. Il tema: “Wojtyla, il profilo dei viaggi” naturalmente accattivante, e i due personaggi di particolare attrattiva per il ruolo avuto accanto ad una figura fondamentale. Si tratta di Paloma Gomez Borrero, giornalista e scrittrice (ad esempio, Elogio dell’Allegria, Mondatori), corrispondente per la Spagna di Radio Vaticana, vaticanista RAI e TV-E, che ha seguito Papa Giovanni Paolo II in 104 viaggi nel mondo e di Maurizio Milic, Comandante Alitalia, che ha condotto l’aereo del Papa in numerosi di questi viaggi. Serata voluta e organizzata da L’Eco di Aversa, dall’Associazione Gaetano Parente e dal Serra Club Aversa, oramai da un po’ in stretto sodalizio, moderata da Maria Luisa Coppola, presidente del Club serrano. Un racconto quello della giornalista - in un eccellente italiano (è peraltro sposata con un generale dell’Aeronautica Militare Italiana poi divenuto comandante Alitalia) con simpatica inflessione spagnola - a partire dalla sera della elezione a Pontefice di Carol Wojtyla. Necessariamente una sintesi per la vastità dei ricordi, incentrata su eventi di particolare significato, preziose icone di una figura che amiamo tutti, a cui le parole della Borrero hanno dato un colore particolare, più intimo, più intenso, più esclusivo; notazioni tratte dai discorsi del Papa fatti nei posti più lontani, in tutti i continenti, ma anche frasi ascoltate più da vicino ricche di umanità, di tenerezza, di autorevolezza morale e spirituale. Nella sala una crescente emozione, i volti rapiti dei presenti tradivano la commozione, specialmente quando i ricordi hanno toccato l’incontro del Papa con le popolazioni più povere e diseredate del mondo, con i giovani ed i piccoli di tutte le razze, ma anche con i governanti, alcuni di altra confessione religiosa, altri spesso di dichiarata “fede” ateistica, come il Presidente del Messico che lo ha chiamato “Signor Papa”, un “Messico conquistato dal Papa e questi dal Messico”, che ha affidato all’abbraccio ravvicinato di qualche suo figlio il grido di aiuto: “Tu sei la nostra voce, parla per noi!” per ridare dignità e rispetto alle popolazioni, specialmente di confine, martoriate dai trafficanti di droga; e il feeling con l’ateo Gorbaciov; e l’incontro con l’Imperatore del Giappone da questi voluto fermamente, nonostante i cattolici siano lì una esigua minoranza (ma dove c’è l’Università dei Gesuiti considerata la migliore); e la visita a Cuba con Fidel Castro, la cui <<rivoluzione è di lotta mentre quella di Cristo è di amore>>, che ha subìto il fascino evangelico del grande Karol da seguirlo in tutta la sua permanenza alla stregua, mi è sembrato, di… un innamorato che segue l’oggetto del proprio amore, da far esclamare al poeta Gabriel Garcia Marquez, amico della Borrero, che “Fidel seguiva il Papa e sentiva messe!”. Il Presidente del Benin che gli dichiarò: ”sono comunista, marxista, leninista ma ho come protettore San Matteo!”. E, ancora, Serajevo <<città di odio che deve diventare città della pace! Aprite le porte alla pace!>>, con la S. Messa celebrata dinanzi al cimitero detto di “Giulietta e Romeo” in memoria dell’antica convivenza pacifica di cristiani e musulmani. E la Borrero racconta di un bambino il cui nome nella lingua locale vuol dire “secchio d’acqua” perché scampato all’aborto in quanto il prezzo da pagare all’ospedale per effettuarlo era appunto un secchio d’acqua che la mamma non aveva. Toccante in Terra Santa l’incontro del Papa con Edith, anziana signora ebrea unica della famiglia scampata allo sterminio nazista e rimasta sola e salvata dall’allora “don” Karol da un disperato suicidio. La tristezza dei giovani e il diffuso alcoolismo in Canada, dove alta è la percentuale dei suicidi, con l’incontro affettuoso con Celyn Dion, allora nota solo in quella nazione, che ha cantato per lui. La commozione ha avuto poi il suo punto più alto nel racconto dell’incontro con Madre Teresa di Calcutta, pennellate d’amore e di carità di due figure che hanno fatto la storia morale e spirituale del nostro tempo, voce dei poveri, degli oppressi, due grandi doni – per chi crede! – del Signore, poderose “sberle” all’indifferenza, all’avidità e all’egoismo dilaganti. Il racconto della Borrero è stato inframmezzato armonicamente dai ricordi del Comandante Milic, dalla vastissima esperienza di volo e conoscenza del mondo e di molte lingue, che ha illustrato i percorsi dei viaggi più impegnativi e importanti e gli aspetti tecnici della navigazione, con “noterelle” sui velivoli impiegati, ma nelle cui parole c’era ancora tutta l’emozione e commozione provate negli incontri a bordo, sia pure fugaci e fuori protocollo e infrante “bilateralmente”, piccole, gustose tessere di umanità, di tenerezza e di gesti gentili, che hanno contribuito non poco a scaldare il cuore dei presenti. Da quanto tempo opera per l’UNICEF? Sono in Unicef da più di 15 anni. Che cosa l’ha fatta avvicinare all’UNICEF e poi proseguire nell’impegno preso? Forse Le dirò cose che a prima vista Le apparranno eccessive ma sulle quali vorrei invitare tutti a una riflessione più profonda. Sono fermamente convinta che per costruire e mantenere una vera democrazia bisogna partire dall’infanzia. Di fronte alla minaccia del terrorismo, alla povertà estrema in ogni parte del mondo, ad una diffusa sensazione di diritti negati, i leaders mondiali hanno riconosciuto la necessità di “intensificare la democrazia”, ovvero di promuovere una democrazia più comprensiva e capace di rispondere meglio alle richieste della società civile. Ebbene, la promozione di uno spirito civico e democratico è un processo che comincia nella prima infanzia e consiste nell’investire in settori come la lotta alle povertà e l’istruzione, che mettono le persone in grado di sostenere ruoli più efficaci nella politica e di promuovere il formarsi di associazioni e altre istituzioni nella società civile che siano sganciate dall’ufficialità. Dunque, per costruire la democrazia si deve partire dall’infanzia. La speranza, per conseguire una democrazia matura, è riposta in quei bambini che sono stati preparati fin dall’inizio a impegnarsi nella scuola ed i cui giudizi e punti di vista sono apprezzati in famiglia, a scuola, nella comunità e nella società; che hanno potuto sperimentare la diversità dell’esperienza umana ed il valore della discussione e che hanno trovato l’opportunità di acquisire ed affinare le loro competenze. Se i bambini trovano nell’infanzia le opportunità necessarie a sviluppare competenze di tipo partecipativo, acquisteranno anche le qualità necessarie per diventare validi membri di una società democratica. Oggi, invece, come bene emerge dal Rapporto sull’infanzia 2005, che sarà presentato all’Assemblea delle Nazioni Unite a New York il 14.12.2005, sono ancora milioni i bambini che trascorrono tutta la loro vita in povertà, abbandonati, senza istruzione, malnutriti e vulnerabili. Se pensassimo che, in un’epoca di globalizzazione, fosse possibile dividire le attività di intervento a favore dell’infanzia in compartimenti, seguendo criteri localistici o nazionali, verremmo meno al nostro dovere di adulti appartenenti alle società cosiddette sviluppate. Ovviamente, lo stesso errore lo commetteremmo se ci dimenticassimo delle situazioni di forte disagio e di non meno importante povertà che vive parte dell’infanzia a noi vicina. Queste convinzioni, il necessario “strabismo umanitario” di chi deve guardare fuori e dentro casa propria contemporaneamente, mi motivano all’azione con Unicef Italia. Dell’attività prestata per l’UNICEF quali momenti ricorda di più e perché I momenti che ricordo con un carico emotivo maggiore sono quelli che mi hanno visto a diretto contatto con l’infanzia disabile e le sue lotte quotidiane per ottenere non l’impossibile ma quanto deriva dai più elementari diritti. E’ stata insediata come presidente provinciale dell’UNICEF da poco ed è giovane: ha paura dell’impegno assunto? Sono il più giovane presidente Italiano ed ho molta paura dell’impegno e della responsabilità di rappresentare l’UNICEF in una delle province più grandi per numero di comuni. Ho però l’entusiasmo per portare avanti il mio compito. Qual è il Suo progetto a medio e lungo termine per UNICEF provincia di Caserta? Sebbene da tanto in UNICEF, sono da poco nella provincia di Caserta. Ritengo pertanto necessario partire da una verifica sullo stato di applicazione nell’intero territorio casertano della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia del 1989, del Piano Nazionale Infanzia e della normativa italiana vigente in materia di diritti dei minori, alla luce della modifica del Titolo V della Costituzione italiana e del relativo passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni in materia di politiche sociali e per l’infanzia. Successivamente cercheremo di dare il nostro contribuito per la costruzione di città che possano qualificarsi “amiche dei bambini e delle bambine”. Che atteggiamento avrà con i politici in generale? Li contatteremo tutti, invitandoli, laddove sarà necessario, ad aiutarci per far rispettare la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, recepita con legge dello Stato e la cui attuazione è dunque un preciso dovere giuridico oltre che morale. Rispetto all’UNICEF ha notato differenze di atteggiamento da parte della destra o della sinistra? Assolutamente no. C’è un programma dell’UNICEF istituito nel 1991 denominato “Sindaci difensori dei bambini” che ci porta a lavorare al fianco dei Sindaci per garantire i diritti dei bambini e degli adolescenti nei territori da essi amministrati. Tale programma mi ha già consentito di lavorare con alcuni amministratori che hanno dimostrato un forte impegno ed una spiccata sensibilità per le problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza. Chi ritiene essere vicino ai principi ed all’azione dell’UNICEF in provincia di Caserta? In primo luogo le numerosissime scuole del territorio con i loro dirigenti ed i loro instancabili insegnanti, le pazienti mamme degli alunni impegnati in attività che ci aiutano a raccogliere fondi. Ed ancora i Vigili del fuoco ed in particolare il loro Comandante, dott. Sabatino, il Questore di Caserta, la Brigata Garibaldi, l’Aeronautica di Caserta, il Presidente della Provincia, i quattro Sindaci che attualmente hanno la nomina di “difensori ideali”, le tante aziende che soprattutto a Natale scelgono di fare gli auguri con i nostri biglietti e le nostre agende, le tante associazioni che promuovono iniziative con noi, numerosi giornali, l’Eco di Aversa che dal primo incontro con l’Unicef di Caserta nell’aprile di questo anno, non ha mai fatto mancare il suo sostegno e la sua attenzione e la nostra voce. Cosa direbbe a chi volesse avvicinarsi all’UNICEF? FATELO! I bambini di ogni parte del mondo hanno bisogno di ognuno di noi. Chi è interessato può contattarci alla e-mail comitato.caserta@unicef. it oppure alla sede del Comitato Provinciale in Via Roma, 8 a Caserta, tel. 0823.320055. Foto dell’evento “Nato e Unicef per la pace a Palazzo Parente”. Da sinistra a destra: E m i l i a N a r c i s o d u r a n t e l ’ i n t e r v e n t o ; b a m b i n i U n i c e f ; r a g a z z i U n i c e f, E m i l i a N a r c i s o L.ar.te.s. e il teatro invisibile di Grazia Lecce L.AR.TE.S (Piccolo Teatro Caligola), in collaborazione con i Teatri d’Arte Mediterranei (T.A.M.), sotto il patrocinio del Comune di Aversa e della Regione Campania, ha inaugurato sabato 5 e domenica 6 novembre 2005 una rassegna di teatro contemporaneo, ben diciannove rappresentazioni, dal titolo “Verso Sud” che si articolerà in diversi appuntamenti fino al mese di marzo 2006. L’Associazione L.AR.TE.S. nasce nel Novembre del 1985 dal lavoro di Rocco di Santi; dedica i primi cinque anni della sua attività in laboratorio dell’approfondimento di tutte le discipline del movimento. Il primo vero tentativo di definizione di un’idea teatrale nasce nel 1990, partendo da un testo della tradizione napoletana di Salvatore di Giacomo: “quand l’amour meurt”. Sulla scia sperimentale del primo lavoro si esplorano altre dimensioni sceniche come il teatro dell’assurdo di Karl Valentie, il mimo espressivo, il teatro di strada, ect. Settantatre le produzioni teatrali ed oltre 1000 repliche in tutta Italia, 18 rassegne di teatro, 11 lavori teatrali inediti ed originali. Da Novembre 2005 a Marzo 2006, dunque, si terrà la rassegna di teatro contemporaneo. Compagnie provenienti da tutta Italia si esibiranno in spettacoli e rappresentazioni ogni fine settimana. L.AR.TE.S stesso con i suoi ragazzi porterà in scena due suoi grandi successi: “Goree” e “Avarietè”, rispettivamente il 27 e 20 gennaio 2006, il nati dal genio di Rocco di Santi. Nei suoi vent’anni di storia L.AR.TE.S ha apportato delle modifiche alla sua strutturazione interna. Nel 2005 R. di Santi in collaborazione con Carmen Pommella (allieva ed attrice al Teatro Bellini di Napoli) ha dato il via alla formazione di una “compagnia stabile giovani”, istituendo corsi di perfezionamento per giovani attori che hanno deciso di intraprendere l’affascinante esperienza del teatro. Nasce così, dopo anni di lavoro, uno stile teatrale nuovo fatto di movimento, di nuove gestualità, che ha come obbiettivo non più quello di ricostruire un testo ma di ricrearlo, proponendo una dimensione priva di confini e la costruzione di un’opera aperta. 8 Vicende ecclesiastiche Anno nuovo per le Cristine di Teresa Calabresi Santuario N.S. dell’Acquasanta dove sposò Maria C. di Savoia L’Arcivescovo di Aversa, Mario Milano, ha presieduto, come di consueto la cerimonia dell’inaugurazione dell’anno sociale 2005/2006 della Sezione Aversana dei “Convegni di cultura Maria Cristina di Savoia”. L’evento si è realizzato nella Cappella del Seminario diocesano alla presenza e con la viva partecipazione di tutte le socie. In apertura la Presidente Patrizia Salemme Menditto ha rivolto un indirizzo di saluto ed un ringraziamento al Vescovo per l’assidua ed affettuosa cura mostrata nei confronti NUMERO 20 il nuovo dell’associazione. E non è un caso che egli sia personalmente intervenuto con la sua presenza e con il suo contributo. A sua volta, il Vescovo ha rivolto parole di compiacimento per il lavoro intenso e proficuo svolto dall’Associazione in stretta aderenza con gli scopi perseguiti, in particolare contribuendo “a dare una formazione religiosa, morale, culturale” diretta verso “un’autentica testimonianza cristiana ed una presenza attiva nella vita sociale”. È seguita l’Eucaristia alla quale ha preso parte anche l’assistente ecclesiale dell’Associazione Monsignor Fernando Angelino, ed il Rettore del Seminario Don Stefano Rega. Quindi, nella magnifica cornice della Pinacoteca, la Presidente ha illustrato il programma di attività previste per l’anno sociale 2005/2006, incentrato sulla lettera Enciclica “Senza la domenica non possiamo vivere”, cui ha fatto da prolusione un ampio panorama dell’opera svolta dall’Associazione nel decorso anno sociale con appuntamenti svolti intorno a temi di studio diretti ad offrire momenti di meditazione e “nuovi orizzonti e prospettive moderne assolutamente cristiane”. Ha ricordato, in particolare, le relazioni svolte dallo stesso Assistente ecclesiale nonché da Monsignor Tino Mariano, dal Reverendo Vincenzo Romano. Ha, in particolare annunciato che il programma di attività del nuovo anno sociale è incentrato sulla lettera Enciclica “Senza la domenica non possiamo …”, e da Monsignor Pietro Sudar vescovo ausiliare di Sarajevo; e, infine, gli incontri mensili in cattedrale e le lezioni specificamente intese ad esaltare le “Radici Cristiane dell’Europa” (concluse con il convegno del M.E.L.C.). Tornando al “leit motiv” del nuovo anno ha chiarito trattarsi di un cammino proposto dagli orientamenti pastorali della C.E.I. per il primo decennio del 2000 incentrato su “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” laddove “La comunità cristiana potrà essere considerata una comunità di servizio del Signore se custodirà la centralità della domenica” di modo che la celebrazione eucaristica domenicale costituisca “il luogo … dell’educazione missionaria della comunità cristiana” riappropriandosi della sua sacralità anche a costo di perdere la sua aria “festaiola” e “pantofolaia”. Sottolinea a questo punto la Presidente il ruolo che dovrà svolgere la donna specificamente chiamata in causa dalla “lettera alle donne” di S.S. Giovanni Paolo II. Ha quindi svolto una dotta relazione sul tema “Il Pellegrinaggio”, quale introduzione allo svolgimento della parte del tema “Radici Cristiane” del nuovo anno sociale. Ha concluso gli interventi di Monsignor Angelino che ha assicurato l’impegno proprio e delle associate nello svolgimento del tema. I lavori sono stati conclusi dal consueto momento conviviale. - DICEMBRE 2005 Economia, diritto Giovani in La Governance del Seminario coraggio che vorremmo di Giovanni Caianiello rifl ettono di Mario Pedata Circa 300 giovani vogliono lasciarsi coinvolgere dall’esperienza di P. Massimo Nevola, Gesuita di origini napoletane, fondatore della Lega Missionaria Studenti. Domenica 13 novembre, ore 9.30 circa, il cortile interno del seminario si anima, poi celebrazione eucaristica officiata dal Vescovo Mario Milano. L’iniziativa prende il via dal Centro Diocesano per le Vocazioni, diretto da Don Stefano Rega, rettore del Seminario, in collaborazione con il Serra Club di Aversa. Durante il rito Padre Nevola ha mostrato quali e quante sfide offre lo scenario di povertà internazionale proponendo di aderire al Progetto Speranza 2006. Praticamente si tratta di partecipare a turni di volontariato in paesi come Romania, Albania, Bosnia, Sri Lanka per fare un’esperienza forte. Immagini inquietanti accompagnano i racconti di Padre Nevola. Prossimi incontri: 19 febbraio 2006, 6 maggio 2006. Per informazioni: Don Stefano Rega, 0818901991; [email protected] Aversa Palazzo Parente (via G. Parente, 2) 19 dicembre 2005 ore 17.30 Anche quest’anno si è tenuto il Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Nello splendido paesaggio di Capri si è parlato di sviluppo imprenditoriale, discusso sulle problematiche del territorio e sugli impegni che vanno presi congiuntamente con la classe dirigente politica affinché si possa riattivare quel dinamismo industriale che da sempre ha caratterizzato l’Italia e la Campania. Montezemolo, in particolare, ha esortato a fare ‘Sistema’ di obiettivi, di strategie, di conoscenza e competenza di tutti gli attori dello sviluppo sociale ed economico del paese. Tutti riconoscono che è giunto il momento di reagire, di puntare al rilancio delle potenzialità imprenditoriali italiane ed in particolare del mezzogiorno, di trasformare le imprese da semplici pedine di provincia a veri player sulla scacchiera economica mondiale, di coltivare la capacità di visione globale nelle strategie produttive. Il deficit di investimenti deve essere colmato da una ripresa della fiducia nelle potenzialità intrinseche della classe dirigente, in termini di idee innovative e di crescita competitiva, di riscoperta delle doti creative e di lungimiranza nelle scelte strategiche nei diversi settori industriali. L’ingegno, la creatività, la tradizione, la qualità, la emozione e la passione di fare impresa e del ‘made in italy’ possono essere i nostri punti di forza per competere a livello della concorrenza mondiale ed in particolare contro quella travolgente dell’estremo est cinese. Non a caso, l’ideogramma cinese indicante l’Italia significa ‘il paese delle idee’: è da questa semplice affermazione che bisogna ripartire. Nella consapevolezza che l’impresa è il motore primo dello sviluppo economico e dinamismo sociale, i Giovani Imprenditori si impegnano a riattivare la macchina della crescita sulla base del buon esempio, dell’etica della trasparenza, del riconoscimento che non è più sostenibile scaricare sulle generazioni future la responsabilità delle scelte di oggi. Gli interventi straordinari devono essere sostituiti con quotidiano impegno efficace, con una governance del coraggio per una Italia che vorremmo. PERIODICO MENSILE direttore responsabile: Antonio Scaglione ([email protected]) segreteria di redazione: via Gaetano Parente, 2 81031 - Aversa (Ce) tel. e fax: 06.855.84.78 [email protected] Periodico registrato presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con provvedimento n.602 del 19 settembre 2003 coordinamento editoriale: Antonio Santi e Maria Luisa Coppola [email protected]; [email protected] garante per il lettore: Ippica Giulia Parente coordinamento redazionale: Auguri Cultura! Hanno promosso e organizzato: ASSOCIAZIONE PRO LOCO AVERSA Giuseppe Capone; Anna Cavaliere; Maria Luisa Coppola; Antonio Santi; Giovanni Sparaco [email protected] comitato di redazione: Michele Costanzo; Enzo D’Agostino; Salvatore De Filippo; Giancarlo Di Grazia; Mario Pedata; Vito Russo; LilianaVerde; IPSSART di Aversa (oltre ai componenti del coordinamento redazionale) hanno collaborato: 1. Alberto ALFANO 2. Gaetano BENCIVENGA 3. Giovanni CAIANIELLO 4. Teresa CALABRESI 5. Franco CANDIA 6. Giuseppe A. CIAMBRONE 7. Anna DELLA VOLPE 8. Enzo DI GRAZIA 9. Sergio D’OTTONE 10. Tina FALCO 11. Giamcarlo FORNARI 12. Rossella IOVINELLA 13. Grazia LECCIA 14. Carlo LIGUORI 15. Maria Chiara NASELLI STEVENS 16. Stefania NATALI 17. Raffaele OLIVA 18. Maria RANALLI progetto grafico: Angela De Marco impaginazione: Antonio Santi Stampa: Multimedia soc. coop. a r.l. Via E. De Filippo, 6 - Aversa (Ce) 81031 per la pubblicità: 335.622.05.73