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Assieme è meglio
(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Azienda Sanitaria Locale di Ferrara Azienda Usl Ferrara (NZ01954 – albo regionale – classe seconda) – Via Cassoli n. 30 – Ferrara – Tel. 0532/235111 – www.ausl.fe.it L’Azienda Usl di Ferrara ha personalità giuridica pubblica, autonomia economica, finanziaria, gestionale, patrimoniale e organizzativa. E’ indirizzata alla erogazione di servizi sanitari e socio-assistenziali ad elevata integrazione sanitaria in conformità ai livelli essenziali e uniformi di assistenza previsti dal Piano Sanitario Nazionale e dalle leggi regionali locali. L’Azienda concorre alla formazione dei Piani per la salute e provvede alla realizzazione degli obiettivi indicati. Può assumere la gestione di attività o servizi socioassistenziali su delega dei singoli Enti Locali e secondo le modalità stabilite dalla vigente normativa e mediante accordi programmatici stipulati con gli stessi come si verifica con i Piani di Zona. Ha come territorio di competenza la Provincia di Ferrara il cui territorio è suddiviso in 26 Comuni organizzati in 3 Distretti: Ovest, Centro Nord e Sud Est. Il progetto di servizio civile volontario di seguito rappresentato fa riferimento al territorio del Distretto Centro Nord e al Distretto Ovest. 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: Nz01954 Regionale, Emilia Romagna 2a CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: ASSIEME E’ MEGLIO Il sostegno al paziente psichiatrico, dall'esordio della malattia al reinserimento sociale 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza Area: Disabili Codice: A06 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: 1 DIPARTIMENTO ASSISTENZIALE INTEGRATO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE a cura di:Adello Vanni, Luigi Grassi, Luisa Garofani, Stefano Palazzi, Gino Targa, Manuela Colombari, Fabio Ferraresi, Cristina Sorio Il Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale e Dipendenze Patologiche (DAI SM DP) è la struttura operativa dell’Azienda USL di Ferrara che si configura come l’organizzazione di base per il governo delle Unità Operative Complesse: Psichiatria Adulti (CSM), Neuropsichiatria Infanzia-Adolescenza (UONPIA); SerT - Dipendenze Patologiche; Psichiatria Ospedaliera a direzione Universitaria. Il Dipartimento gestisce e organizza le attività per la produzione dei prodotti finalizzati alla: · prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del disagio psichico, del disturbo mentale e delle disabilità psicofisiche delle persone, sia minori che adulti; · garanzia di interventi in regime d’urgenza e programmati; · prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi da uso, abuso, dipendenza da sostanze psicoattive e del gioco d’azzardo patologico. Nel 2013 è stata approvata la riorganizzazione del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale e Dipendenze Patologiche che prevede la complessiva revisione organizzativa della macrostruttura onde garantire l'organicità degli interventi nell'assetto strutturale, nonché l'adeguamento al nuovo impianto legislativo e alla complessiva rete di funzioni e competenze istituzionali. La proposta riorganizzativa è in linea con la legislazione vigente, il Piano triennale Salute Mentale 20092011 e le attuali linee di contenimento delle spese nazionali, regionali ed aziendali e ha realizzato le seguenti azioni di cambiamento: sviluppo della semplificazione e razionalizzazione dei percorsi di accesso e di presa in carico dei pazienti, garantendo livelli di appropriatezza e qualità assistenziale e del rispetto della sicurezza anche degli operatori; unificazione dell’assistenza psichiatrica nell’area ospedaliera attraverso la costituzione di una Unità Operativa a direzione universitaria; unicità e continuità dei percorsi terapeutici riabilitativi nel territorio provinciale attraverso la costituzione di una estesa U.O. complessa che governa unitariamente nel territorio la salute mentale, superando la logica particolaristica dei distretti Centro/Nord e Sud/Est; integrazione intra - dipartimentale e interdipartimentale (Dipartimento Sanità Pubblica, Dipartimento Cure Primarie) e con l’Azienda Ospedaliera Universitaria; superamento della logica della frammentazione distrettuale delle risorse umane amministrative riorganizzando l'U.O. Servizi Amministrativi del DAI SM DP. La Rete Il Dipartimento di Ferrara è da anni attivo nella costruzione della RETE per la promozione della Salute Mentale. Già sono attivate collaborazioni con il Comune di Ferrara e il Comune di Cento,il Centro Servizi Volontariato, le Associazioni ricreativo - culturali, i Centri Sociali degli anziani esistenti nel territorio. Il DAI SM-DP ha in atto percorsi d’integrazione con altri professionisti e parti dell’Ente oltre che con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria, le amministrazioni locali e gli organismi del terzo settore. Tali integrazioni sono state tutte formalizzate attraverso protocolli e procedure condivise: ∙ Con i Medici di Medicina Generale, attraverso una collaborazione sui singoli casi (Progetto Liggieri) ∙ Con l’Arcispedale tramite il Servizio di Consulenza svolta sia dalla Clinica Psichiatrica convenzionata che dal Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura e inoltre attraverso un protocollo di collaborazione con il Centro per i Disturbi Alimentari ∙ Con il Dipartimento di Sanità Pubblica tramite la partecipazione di Dirigenti Medici di Psichiatria alle Commissione di Valutazione per l’Invalidità Civile, per l’idoneità al lavoro, per il porto d’armi e il permesso di guida. ∙ Con il Volontariato e il Comune capoluogo di Provincia con i quali è in atto un’esperienza avanzata a livello provinciale, focalizzata sui progetti di reinserimento lavorativo. ∙ Con le Associazioni di familiari di sofferenti psichici si è ulteriormente consolidato e strutturato la relazione d’integrazione, tramite l'attuazione di un protocollo condiviso e la partecipazione ad attività riabilitative e risocializzanti. 2 Comitato Utenti Famiglie Operatori (CUFO) Il Comitato Utenti Famiglie e Operatori è un importante organismo di integrazione tra i diversi attori istituzionali e sociali, che hanno come mission lo sviluppo della salute mentale. Il CUFO nel corso degli ultimi 4 anni si è regolarmente incontrato (ogni anno in media 5 incontri plenari, 6 incontri dei vari sottogruppi di lavoro) per affrontare i problemi che i percorsi curativi e riabilitativi possono incontrare: qualità dei prodotti erogati, percorsi organizzativi, soddisfazione di famigliari-utenti e operatori. CENTRO SALUTE MENTALE ADULTI Attività Ambulatoriale Centro nord Ovest Sud est Non Resid . 2013 2012 ∆% Numero Utenti Trattati 3421 851 1975 407 6.654 6.888 -3,4% Nuovi ingressi: 1662 427 836 343 3.268 3.454 -5,4% Ingressi Ambulatoriali 1035 353 587 118 2.093 2.224 -5,9% 564 50 207 184 1.005 1.088 -7,6% 63 24 42 41 488 105 284 47 Pazienti già in carico 2.002 476 1314 Pazienti in carico TOTALI 2.490 581 1598 Consulenze Ospedaliere Ingressi Reparto Pazienti presi in carico 170 142 +19,7% 1.051 -12,1% 103 3.895 3.825 +1,8% 150 4.819 4.876 -1,2% 924 Nei Centri di Salute Mentale (CSM) si trovano le strutture e le equipe che garantiscono i diversi tipi di cure psichiatriche territoriali; le cure possono essere erogate in ambulatorio, a domicilio, in semiresidenza (Centro Diurno), nei Gruppi appartamento e nelle Unità Abitative, nelle Residenze psichiatriche a Trattamento Intensivo e a Trattamento Protratto. Queste ultime residenze psichiatriche rispondono alle necessità di ricovero riabilitativo per tutto il DAI SM DP. Nei CSM vengono sviluppate le linee di indirizzo previste nel programma regionale “G. Leggieri” che ha la finalità di favorire l’integrazione clinica tra il Dipartimento Salute Mentale e il Dipartimento delle Cure Primarie a favore dei cittadini che presentano disturbi psichiatrici. Spetta ai Centri di Salute Mentale rispondere alle richieste di Prima Visita psichiatrica ed Accoglienza, di Visita in urgenza, di Trattamenti Sanitari Obbligatori, di Trattamenti psichiatrici semplici e di Trattamenti riabilitativi integrati. Questi ultimi, assieme agli inserimenti lavorativi, sono il centro delle cure per sviluppare le competenze psicosociali nei pazienti che hanno presentato una diminuzione delle abilità. Indispensabile è l’integrazione con le famiglie dei pazienti e con le agenzie socio-sanitarie degli Enti Locali( ASP, Associazioni dei Servizi Sociali). Nel 2013 i pazienti che si sono rivolti ai servizi territoriali della Psichiatri Adulti sono stati 6.654 (58,7 maschi; 41,3% femmine), distribuiti per il 51,4% nel distretto Centro Nord, per il 29,7% nel distretto Sud Est e per il 12,8% nel distretto Ovest. La quota degli utenti non residenti raggiunge il 6,1% del totale. 3 ATTIVITA' AMBULATORIALE PSICHIATRIA ADULTI Anno 2012 Anno 2013 NUMERO UTENTI TRATTATI 6.888 6.654 NUOVI INGRESSI 3.454 3.261 Ambulatoriali Consulenze ospedaliere Ingressi reparto 2.224 2.086 1.088 1.004 142 171 NUOVI PAZIENTI PRESI IN CARICO 1.051 921 PAZIENTI GIA' IN CARICO 3.825 3.896 TOTALE PAZIENTI IN CARICO 4.876 4.817 I nuovi ingressi rappresentano il 49% dell’utenza complessiva: si tratta in prevalenza di attività sanitarie ambulatoriali (64%), anche se le consulenza ospedaliere rappresentano il 31%. Gli ingressi in reparto hanno riguardato 170 pazienti, il 5,2% dei nuovi ingressi. I pazienti in carico totali sono risultati 4.819, il 72,4% degli utenti trattati, di questi 924 (19,2%) sono risultati nuovi utenti e 3.825 (80,8%) già in carico da anni precedenti. I casi prevalenti sulla popolazione residente di età >= 18 anni sono risultati di 210,8 ogni 10.000 abitanti (la media regionale nel 2012 era di 208/10.000 abitanti). Questi dati rivelano che i trattamenti diagnostici terapeutici del CSM sono rivolti in particolare verso i disturbi psichiatrici maggiori (psicotici (19,6%), gravi disturbi affettivi (15,8%), gravi disturbi di personalità ( 7,7%) e disturbi psichiatrici associati ad abuso di sostanze); contemporaneamente il CSM cura anche i disturbi meno gravi presenti nella popolazione, quali i disturbi nevrotici (18,9%) e i disturbi reattivi. Questi dati indicano che la popolazione trattata nei CSM è principalmente caratterizzata da un’alta percentuale di persone con età avanzata (42,3% dai 45-64; 27% over 65), come riflesso della tendenza alla cronicizzazione di molti disturbi psichiatrici. DIAGNOSI < 18 anni 18 - 24 anni 25 - 44 anni 45 - 64 anni PSICOSI DISTURBI PERSONALITA' DISTURBI INDOTTI SOSTANZE 355 653 268 1303 8 157 522 365 1052 1 45 373 497 342 1258 1 22 205 237 44 510 7 49 74 17 147 32 315 417 262 1026 18 84 88 33 224 1 12 212 225 30 61 100 192 DI DA DISTURBI REATTIVI RITARDI MENTALI 1 DEMENZE DISTURBI ORGANICI TOTALE 2013 27 DISTURBI AFFETTIVI DISTURBI NEVROTICI >65 anni 1 4 ALTRE DIAGNOSI 10 25 57 57 47 196 IN OSSERVAZIONE 4 25 179 171 84 463 2 8 23 25 58 212 1.813 2.812 1.799 6.654 IN ATTESA DI VALUTAZIONE TOTALE 17 Trattamenti Residenziali Il Dipartimento gestisce due Residenze Psichiatriche a Trattamento Intensivo e una Residenza a Trattamento Protratto, per un totale di 92 posti letto a gestione diretta. La strutture residenziali sono in rete tra loro; una “cabina di regia dipartimentale” analizza costantemente i volumi dei ricoveri annuali, studia i percorsi dei ricoveri, la loro appropriatezza ed aggiorna protocolli, procedure ed istruzioni operative. Le Residenze Psichiatriche a Trattamento Intensivo (RTI) sono la “Luna” (a Ferrara) e la “Franco Basaglia”(a Portomaggiore); dispongono di 16 posti letto ciascuna e sono integrate sia con le due strutture ospedaliere (dalle quali possono ricevere pazienti), sia con le strutture territoriali, per i ricoveri programmati. Le residenze rispondono alla necessità di stabilizzare il quadro clinico acuto psicopatologico e di iniziare percorsi riabilitativi con approccio bio psico sociale. Il ricovero medio presso queste residenze ha la durata di rispettivamente di 56,2 e 45,7 giorni. 2013 2012 RICOVERI GG. degenza PAZIEN TI ricoverati RICOVERI GG. degenza PAZIENTI ricoverati Il Convento - S. Bartolo (adulti) 74 11.346 47 73 11.444 40 La Luna (adulti) 97 5.450 73 92 5.654 73 Basaglia (adulti) 122 5.540 83 117 5.711 67 119 42.475 119 130 45.869 130 98 30.102 98 109 31.549 109 217 72.577 217 239 77.418 239 64 1.546 52 79 2.714 68 Ricoveri Residenziali a gestione diretta Ricoveri Residenziali in Retta Altre Residenze non definite (adulti - ex op) Altre Residenze non definite (adulti - no op) TOTALE Ricoveri Residenziali in Retta in altre Province a residenti Case di cura accreditate Entro RER Trattamenti Semiresidenziali (Centri Diurni) Il Centro Diurno “Il Convento” è una struttura semiresidenziale a 55 posti, aperto 365 giorni all’anno, fornisce una risposta riabilitativa psichiatrica ed occupazionale per i cittadini residenti nella provincia di Ferrara. Compito del Centro è garantire un Trattamento psichiatrico integrato ai cittadini affetti da disturbi psichiatrici in fase sub acuta e/o cronica. Lo staff considera il percorso riabilitativo in Centro Diurno come un momento del trattamento più vasto del paziente, in stretta collaborazione con i colleghi invianti e la famiglia; pertanto è importante realizzare la continuità terapeutica con l’equipe inviante e l'informazione/partecipazione delle famiglie al trattamento. L'integrazione si realizza attraverso un approccio bio psico sociale, che sostiene la relazione tra "stress ambientale - vulnerabilità individuale - disturbi psichiatrici". 5 PL Gruppi Appartamento e Unità Gruppi Appartamento Abitativa (semestrale) Unità Abitative 30 20 Anno 2012 Pazienti 31 21 Anno 2012 n. Accessi Accessi nei CD (semestrale) Il Convento (S. Bartolo) Maccacaro (Ferrara) Pazienti 14909 5077 60 94 Gruppi Appartamento e Unità Abitative supportate Il CSM utilizza numerosi gruppi appartamento e unità abitative per curare numerosi pazienti nel contesto normale della società secondo l’orientamento tipico della psichiatria di comunità che privilegia l’ottica della riabilitazione bio psico sociale territoriale. Questo tipo di trattamento riabilitativo è concordato con il paziente, la famiglia, l’amministratore di sostegno e le cooperative sociali con le quali il Dipartimento è in convenzione. Pazienti in trattamento presso il Centro Salute Mentale in Gruppi Appartamento e Unità Abitative 2011 2012 2013 Posti letto 30 30 28 Pazienti 35 31 29 Posti letto 20 20 28 Pazienti 20 21 31 Gruppi Appartamento Unità Abitative PSICHIATRIA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA Anno 2012 GGDege N. Pazienti n. ricoveri nza Ricoverati Ricoveri SPOD Ospedalieri SPDC SPOI della RER ed EXTRA RER ricoveri TSO (solo SPDC) n. ricoveri Anno 2013 GGDege N. Pazienti nza Ricoverati 433 423 5468 5182 305 312 466 489 5481 5712 334 362 24 392 21 23 308 19 106 807 95 114 683 107 6 Nel DAI SMDP esistono due servizi di psichiatria ospedaliera: il Servizio Psichiatrico Diagnosi Cura (15 posti letto c/o Azienda Ospedaliero-Universitaria - Arcispedale S. Anna) il Servizio Psichiatrico Ospedaliero Intensivo (15 posti letto c/o Ospedale del Delta) che sono stati riorganizzati nell’Unità Operativa di Psichiatria Ospedaliera a Direzione Universitaria. Queste due strutture rispondono alle necessità cliniche sia dell’urgenza psichiatrica e dipendenze patologiche sia dei ricoveri ospedalieri programmati di cittadini con disturbi in fase acuta. SER.T – PROGRAMMA DIPENDENZE PATOLOGICHE Anno 2012 NUMERO UTENTI TRATTATI NUOVI PAZIENTI PRESI IN CARICO ATTIVITA' AMBULATORIALE PAZIENTI GIA' IN CARICO SERT TOTALE PAZIENTI IN CARICO Anno 2013 2.205 2.225 336 288 Ambulatoriali 286 247 In carcere 50 41 1.136 1.218 Ambulatoriali 1.038 1.119 In carcere 98 99 1.472 1.506 Si occupa della prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi legati al consumo problematico e alla dipendenza patologica da eroina, cocaina, alcol, poliabuso di sostanze chimiche, cannabinoidi e tabacco. Garantisce la continuità del trattamento per i detenuti tossicodipendenti in carcere attraverso l’équipe carcere del Dipartimento e la prevenzione della mortalità e morbilità con interventi di riduzione del danno. Il servizio affronta l’insieme dei problemi presentati dall’utente con un approccio biopsicosociale. La persona è al centro dell’intervento dell’équipe multidisciplinare che affronta i problemi della salute, delle conseguenze psicologiche, familiari, legali e sociali causate dalla tossicodipendenza. Il SerT lavora in rete con i servizi inter e intra dipartimentali per i casi in doppia diagnosi, i servizi sociali (ASP) e il sistema del privato sociale accreditato (Comunità Terapeutiche) attraverso il Programma Dipendenze Patologiche. Negli ultimi anni l’attenzione è rivolta anche alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico (GAP). Sono in aumento, infatti, tipi di dipendenza sine substantia, che presentano tratti caratteristici in comune con la tradizionale dipendenza da sostanze stupefacenti. Programmi di prevenzione mirata e interventi precoci, in collaborazione con Spazio Giovani, Promeco, Operatori di Strada, per interventi sul territorio non medicalizzati e per la presa in carico e cura per la fascia d’età 14-24 anni, nella consapevolezza che prima si interviene e più risulta favorevole l’evoluzione clinica. Il Servizio Tossicodipendenze (SerT) Il SerT svolge attività di prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi da uso/abuso, dipendenza da sostanze psicoattive, legali e illegali (droghe, alcol, tabacco). Su tutto il territorio provinciale è attivo un Centro per la prevenzione e cura del giocatore d’azzardo patologico che si occupa delle problematiche che investono il giocatore, la sua famiglia e il contesto sociale. All’interno del SerT opera un’équipe multidisciplinare, composta da professionisti di differenti competenze (medici, psicologi, assistenti sociali, educatori professionali, infermieri professionali, assistenti sanitari), per garantire una presa in carico globale ed unitaria che valorizza la centralità della persona, occupandosi dei suoi problemi con un approccio biopsicosociale. Particolare attenzione è rivolta alla prevenzione delle malattie infettive, alle patologie croniche correlate all’abuso di sostanze, alla qualità della vita e all’integrazione sociale della persona. 7 SALUTE MENTALE E RIABILITAZIONE INFANZIA E ADOLESCENZA UONPIA Anno 2012 Anno 2013 NUMERO UTENTI TRATTATI 3.772 3.782 NUOVI PAZIENTI 1.352 1.209 530 614 2.140 2.316 TOTALE PAZIENTI IN CARICO 2.670 2.930 TOTALE CARTELLE APERTE 5.077 5.313 NUOVI PAZIENTI PRESI IN ATTIVITA' AMBULATORIALE CARICO MINORI PAZIENTI GIA' IN CARICO Nella provincia di Ferrara l’attività di neuropsichiatria e psicologia clinica dell’infanzia-adolescenza è erogata dall’Ausl tramite una Struttura Complessa del DAISMDP. L’ambito di attività si svolge all’interno dei requisiti specifici stabiliti dal DRG 911/2007. Gli obiettivi di lungo periodo si riferiscono alla programmazione regionale, mentre quelli di breve periodo riflettono anche le esigenze di budget aziendale. La riorganizzazione dipartimentale 2013 valorizza i percorsi di accoglienza, valutazione e trattamento per l’infanzia-adolescenza consolidati negli anni precedenti. L’obiettivo è prevenire le eventuali conseguenze nell’età adulta del disagio e della disabilità riscontrate nell’età dello sviluppo. Alle famiglie che chiedono consulenza e trattamenti specifici si offre un colloquio informativo di accesso da parte di un dirigente medico o psicologo liberamente prenotabile presso tutte le sedi CUP di Ferrara e provincia, o telefonicamente allo 0532 975 123. L’eventuale urgenza va semplicemente attestata con l’apposita richiesta del medico di medicina generale, pediatra o altro specialista. I tempi d’attesa si mantengono da anni tra i più bassi della Regione Emilia-Romagna e hanno un andamento stagionale legato all’anno scolastico. La comunicazione interna si realizza in incontri di équipe in ciascun Polo di erogazione territoriale: Ferrara - Messidoro, Copparo /Casa della salute, Codigoro - Comacchio, Portomaggiore/Casa della Salute e Cento - Bondeno. Periodicamente vi sono incontri di coordinamento UONPIA e tra i vari gruppi professionali di questo servizio multidisciplinare. La comunicazione con le famiglie e gli operatori del sistema educativo sociosanitario integrato che caratterizza la realtà locale s’impernia sulla stesura di documenti sanitari elaborati dai dirigenti psicologi e medici dell’UO in collaborazione con il comparto educativo -riabilitativo (educatori professionali, fisioterapisti, logopedisti). Criticità su cui intervenire con il progetto e la sua utilità La necessità dell’aumento e della diversificazione delle richieste\bisogni dei pazienti, richiedono un crescente impegno professionale, tecnico e relazionale in un contesto sociale impoverito e in una rete sociale debole che deve essere potenziata attraverso lo sviluppo di percorsi d’inclusione sociale, che contemporaneamente favoriscono il superamento dei pregiudizi verso la malattia mentale . In quest’ottica quindi si ritiene fondamentale la presenza dei volontari .per garantire la necessaria continuità nella mediazione a sostegno delle attività in cui sono inseriti i pazienti psichiatrici. Il Progetto ha come obiettivo il POTENZIAMENTO DELLA RETE DI INCLUSIONE SOCIALE per pazienti giovani adulti con disturbo psichico in cura presso il DAI SM- DP ed in particolare per i pazienti in carico al Centro Diurno "il Convento", Residenza Psichiatrica “La luna” e al Servizio Psichiatrico Territoriale di Portomaggiore. La collaborazione con il Terzo settore nelle fasi di gestione integrata dei casi complessi rappresenta l’area di “qualità” che il volontario di servizio civile offre alla rete sociale. In un’ottica di prevenzione dell’emarginazione, dell’esclusione sociale e di riduzione dello stigma della malattia mentale gli interventi previsti permetteranno la promozione di percorsi di integrazione sociale e di reinserimento lavorativo. Attraverso il recupero delle competenze relazionali, cognitive e lavorative, i pazienti potranno migliorare la propria qualità di vita, riducendo gli episodi di riacutizzazione della sintomatologia psichiatrica. 8 Risultati raggiunti con i precedenti progetti di servizio civile Fondamentale è stato in questi anni il contributo dei volontari in servizio civile volontario che, per la giovane età, l’entusiasmo e la capacità di coinvolgimento hanno favorito l’integrazione dei pazienti nei percorsi di vita quotidiani, la costruzione di esperienze di superamento delle divisioni tra sano e malato, tra curante e curato, nell’ottica della costruzione di una società maggiormente tollerante e capace di creare spazi, dilatare tempi per far spazio a tutte le sue componenti. I Volontari in s.c.v., inseriti nei servizi psichiatrici dal 2006/07 hanno contribuito alla creazione di una rete d’inclusione sociale, hanno favorito il superamento del pregiudizio nei confronti della disabilità psichica, hanno migliorato l’immagine che i cittadini hanno dei servizi psichiatrici, hanno gestito attività interne alle unità operative e nei luoghi d’aggregazione sociale. Il servizio civile costituisce un supporto forte e significativo per il dipartimento, favorendo la capacità di trasmissione delle informazioni e della mission del servizio a persone che, per definizione, ne hanno solo una superficiale conoscenza, hanno contribuito alla crescita d’alcuni interventi che, con le risorse umane esistenti, non sarebbero stati attivati. Infine ragazzi si sono distinti per la creazione di un ottimo rapporto con i familiari tanto da diventare un punto di riferimento importante. Destinatari delle attività previste dal progetto : I pazienti psichiatrici in carico ai Servizi Psichiatrici Territoriali Beneficiari delle attività previste dal progetto: le famiglie dei pazienti e più in generale il contesto di vita in cui vivono La ricaduta del progetto inciderà positivamente nella comunità locale attraverso azioni finalizzate alla promozione di: • potenziamento dell’ integrazione tra i pazienti e la comunità • favorire la socializzazione delle esperienze fra il Centro e il territorio • sostenere la costruzione di una rete che avvicini la comunità alla vita del DAI SM DP Dotazioni organiche coinvolte nel progetto Dipartimento : Direttore di Dipartimento dott. Adello Vanni Responsabile Assistenziale di Dipartimento dott. Fabio Ferraresi SPT Portomaggiore: Direttore di Unità Operativa dott. Gino Targa Responsabile di Modulo dott. ssa Vilma Conti Dirigenti Medici dott.ssa Silvia Lanza dott. ssa Mascia Agostini Dirigente Psicologo dott. G.Pietro Mantovani Coordinatore CPSE Garbini Riccarda Infermieri Bruni Alessandra DalPozzo Tiziana Folegatti Annalisa Marzocchi Franca Mazzanti Franca Menghini Rita Morelli Leda Raisi Iliano Serravalli Gloria Giacomoni Luisa Assistente Sociale Marmugi Giovanna Centro Diurno ”il Convento ” : Direttore di Unità Operativa Dott. Gino Targa Responsabile di Modulo Dott.ssa Raffaella Bivi Coordinatore CPSE Lambertini Sergio (OLP) Infermieri Celati Eva Tomasin Maria Catia Schiesaro Sabrina Guzzinati Rosetta Trasforini Simona Educatori Bottoni Barbara Ziotti Mauro Batista Diana Zappaterra Marina OSS Banzi Luciana Dallagà Paola gianati Ombretta Grandi Lorena Sitta Cristiana Ferrioli Licia Assistenti Sociali Stanzani Enrico Defilippis Carmela Autisti Pezzini Paolo Menegatti Paolo Zerbini Michele Carletti Roberto Residenza Psichiatrica a Trattamento Intensivo (RTI) La Luna : Direttore di Unità Operativa Dott. Gino Targa Responsabile di Modulo Dott.ssa Luciana Marmai Dirigente Medico Psichiatra Dott Bruno Biancosino Coordinatore CPSE Bertasi Raffaella Infermieri Artioli Manuela Barboni Laura Beccati Arianna Bertelli Luca Bolognesi Cinzia Di Pietrantonio Rosita Manoli Anna Negrini Daniela Pastorello Milena Saccenti Andrea Bueno de Andreade Rosangela Trevisani Fulvia Educatori Peroli Lucia Marzola Sonia Bianconi Giovanna (OLP) 9 7) Obiettivi del progetto: Obiettivo generale: Reinserimento sociale dei pazienti in carico alle Unità Operative del DAI SM-DP , con partecipazione alle attività occupazionali – lavorative, ludiche e ricreative offerte dalla città. Si precisa che tutte le attività previste dal progetto saranno condotte nel rispetto della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al Decreto legislativo 9 Aprile 2008 , n 81, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 3 Agosto 2009 , n 106 e di quella relativa al settore cui si riferiscono Le priorità di questo progetto sono direttamente collegati al Piano di Zona ed ai relativi piani attuativi. Riportiamo di seguito una parte del Capitolo 2 del Piano di Zona attualmente in essere, in cui si ricostruiscono i bisogni emergenti e s’individuano gli obiettivi strategici del triennio confermati anche nel piano attuativo. Da questo stralcio si evince come, sulla base dei bisogni emergenti, anche i progetti di Servizio Civile siano orientati a sviluppare una precisa area d’intervento, quella della domiciliarità ( intesa come superamento del ricovero istituzionale e reinserimento in situazioni abitative “ normali “ inserite nel tessuto sociale), dei trasporti e della fruizione del territorio. << Molte sono le problematiche ed i fattori che s’intrecciano nell’area in questione: le caratteristiche geografiche del territorio, l’invecchiamento della popolazione…Alcuni di questi fattori sono trasversali rispetto a più le aree d’intervento, alcuni, ancora, possono definirsi strutturali, in quanto strettamente dipendenti dalle caratteristiche proprie del territorio. Elementi distintivi del territorio sono: - Il problema delle strutture residenziali: del loro potenziamento e ridefinizione in base ai bisogni del territorio e dell’eventuale accesso unico ad esse; - Le carenze della rete territoriale dei trasporti…; Gli obiettivi prioritari del triennio sono dunque, oltre al consolidamento dei servizi esistenti: - Potenziamento dei trasporti; - Sviluppare attività ed iniziative per il tempo libero... Progettare azioni di rafforzamento delle reti sociali e di buon vicinato per il sostegno delle situazioni di fragilità ed isolamento.>> << Anche nell’ambito della disabilità,…ricorrono alcuni elementi che possono considerarsi trasversali rispetto ad altre aree o strutturali (ad esempio il problema dei trasporti). I principali bisogni emergenti nel territorio sono dunque: - Scarsa integrazione dei soggetti disabili e difficoltà a coinvolgere le loro famiglie; - Carenze nell’offerta d’iniziative per il tempo libero e di socializzazione; necessità d’interventi di sostegno alle famiglie; - Carenze nella rete territoriale dei trasporti; - Necessità di sperimentare forme innovative di residenzialità; Pertanto si sono individuati i seguenti obiettivi prioritari per il triennio, oltre al mantenimento dei servizi esistenti: - Potenziamento dei trasporti; - Potenziamento d’interventi di sostegno alle famiglie; - Miglioramento della fruibilità degli spazi; - Promozione di un coordinamento a favore dell’integrazione lavorativa di persone in situazione di handicap e svantaggio sociale;>> Il progetto di s.c.v. favorisce, quindi il recupero delle competenze relazionali e cognitive dei pazienti, permettendo loro di migliorare la qualità della vita attraverso la partecipazione ad attività occupazionali e ricreative, di ridurre il carico familiare, migliorando il clima di convivenza, di ridurre gli episodi di riacutizzazione della sintomatologia psichiatrica. Il progetto di s.c.v. è presentato oltre che nelle unità operative coinvolte al Comitato ristretto di Dipartimento che né dà l’avvallo tecnico e l’autorizzazione; sarà presentato ai tavoli locali del Piano di zona. 10 Obiettivi specifici per gli utenti, i care giver e la comunità locale Bisogni \criticità che possono essere superati con il progetto. Isolamento sociale dei pazienti con possibile aumento delle richieste di ricovero in struttura Presenza di conflitti familiari e sociali Obiettivi specifici recupero delle competenze di vita sociale, (utilizzo corretto dei luoghi e dei mezzi pubblici: es. bar, tram, alberghi, spiaggia, cinema, gruppi di volontariato, ecc.) partecipazione alle attività riabilitativo - occupazionali, ludiche e ricreative Riduzione dell’autonomia economica dei implementazione dell’autonomia economica attraverso il pazienti graduale reinserimento nel mondo del lavoro Scarsa autostima dei pazienti, con aumento recupero e potenziamento delle competenze cognitive e delle richieste di visite specialistiche e di culturali, ad es. attraverso l’approfondimento di semplici trattamenti psicofarmacologici letture (lettura del giornale, visione di film, ecc.) Isolamento sociale del paziente e/o della famiglia Isolamento sociale del paziente e/o della famiglia potenziare l’integrazione dei pazienti \ comunità attraverso la partecipazione ai momenti comuni (gite, sagre, feste, ecc.)(club auto/mutuo aiuto) orientare alla rete dei servizi con azioni informative all’utente ed alla famiglia Obiettivi specifici per i giovani Per i volontari del servizio civile sarà un’occasione di crescita personale, umana e professionale, con un ruolo attivo nella vita sociale del territorio sviluppando le loro conoscenze e competenze, partecipando a tutte le attività previste dal progetto, vivranno concretamente un’ esperienza di formazione civica e di solidarietà sociale, di promozione della cooperazione con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona come previsto dall’art. 1 della legge 6 marzo 2001 n 64. Obiettivi specifici Risultati attesi Formazione civica e sociale dei Volontari in Servizio Civile Sensibilizzare i Volontari in Servizio Maggiore conoscenza e consapevolezza del tessuto sociale e Civile riguardo alle problematiche sociali delle sue criticità, relative al progetto scelto, ed ad altre aree del territorio. di intervento del volontariato territoriale . Favorire tra i Volontari in Servizio Civile una concreta assunzione di responsabilità, contribuendo a sviluppare tra i coetanei una consapevolezza nuova dell’essere cittadino e membro attivo della comunità. Partecipazione ad iniziative di promozione e divulgazione del Servizio Civile sul territorio (Scuole, Informagiovani, Biblioteche, Ballons Festival, Buskers Festival, Vulandra, ecc.) su invito del Co.Pr.E.S.C. provinciale. Contestuale testimonianza del gradimento dell’esperienza e della significatività nel percorso individuale. Formazione culturale e professionale dei volontari in Servizio Civile Fornire ai Volontari in Servizio Civile Sviluppo del senso di autoefficacia e dell’autostima rilevato opportunità di valorizzare le proprie anche attraverso la compilazione di questionari. attitudini e capacità. Efficace integrazione nell’equipe di lavoro attraverso il confronto e la messa in gioco dei diversi punti di vista. Identificare le conoscenze e le esperienze Acquisizione di competenze e professionalità, spendibili ai fini occupazionali, certificate alla conclusione del servizio, necessarie allo specifico professionale dall’attestazione delle competenze acquisite rilasciata dall’Ente, ad arricchimento del curriculum personale. 11 Saper riconoscere i ruoli e le competenze Almeno il 20% delle ore di formazione specifica per la professionali nella rete dei servizi sanitari discussione con le varie professionalità strutturate (psicologi, medici psichiatri, educatori) e l’operatore locale di progetto (OLP). Facilitazione dei Volontari in Servizio Analisi delle opportunità occupazionali grazie anche alla Civile nelle loro scelte e nei progetti di formazione e all’esperienza di S.C.V. vita, favorendone la consapevolezza e l’adeguatezza alle reali possibilità lavorative. Crescita personale dei Volontari in Servizio Civile riconoscere le dinamiche interpersonali, Instaurarsi di relazioni significative con gli operatori e con comprendere come devono essere gestite gli altri volontari, in servizio civile e non, presenti all’interno della struttura. Instaurarsi di relazioni positive con i pazienti e loro famiglie. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: Nella Tabella seguente sono indicate le seguenti voci: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi , con indicazione delle diverse fasi temporalmente collocate rispetto allo sviluppo complessivo del progetto 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività ( vedi Dotazione organica indicata al punto 1) 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto Fase zero Costituzione di un gruppo di lavoro per programmazione attività, obiettivi del progetto, modalità di gestione , di realizzazione e di promozione dello stesso Preliminarmente all’elaborazione del progetto di Servizio Civile, un gruppo di lavoro composto dal Responsabile Assistenziale di Dipartimento, dai coordinatori del Centro Diurno “Il Convento ", Coordinatore Residenza “La Luna” e SPT Portomaggiore e dai Referenti aziendali si è riunito per valutare necessità e finalità progettuali Progettazione individuare i bisogni a cui è possibile rispondere con Partendo dall’analisi dei attività integrate con figure non professionali e in bisogni del territorio particolari con i giovani del Servizio Civile Stendere il progetto in collaborazione con tutti i protagonisti – responsabili, operatori, pazienti, volontari in servizio, terzo settore – e con i referenti aziendali Raccogliere la documentazione necessaria Adesione alla Prioritaria alle attività è considerata la sottoscrizione da pianificazione e parte dell’ente del Piano Provinciale del Servizio in ambito COPRESC e programmazione previste Civile definito strumenti e dal Piano Provinciale del condividendone obiettivi , valori , Servizio Civile metodologie , conseguentemente aderirà alle Risorse umane presenti nelle fasi Referente tecnico aziendale, coordinatore del Centro Diurno “ Il Convento” Coordinatore Residenza “La Luna” coordinatore SPT Portomaggiore Il Responsabile Assistenziale di Dipartimento Il Responsabile Assistenziale di Dipartimento Il coordinatore Gli operatori referenti dell’unità operativa 12 condiviso COPRESC in ambito molteplici azioni programmate e previste dal Piano stesso; L’ente contribuirà con proposte che confluiranno nel piano provinciale alla programmazione organizzazione annuale e condivisa di iniziative di promozione e sensibilizzazione coordinata e congiunta. L’ente parteciperà inoltre ad iniziative di orientamento dei giovani nella scelta del progetto attraverso iniziative rivolte al territorio, agli Enti alle comunità locali, ai giovani, alle loro famiglie , da realizzarsi nelle scuole, nelle università nei centri di formazione professionale negli ambienti di lavoro, nei luoghi di aggregazione e nelle altre occasioni di incontro – concerti, avvenimenti sportivi, sagre ecc Pianificazione operativa Identificare gli operatori coinvolti nel progetto specifica Fornire le informazioni necessarie per lo sviluppo del progetto Rapportarsi con le Coop Sociali partner nel progetto per valutare la collaborazione Organizzare le attività Predisporre il percorso formativo specifico per i contenuti, i tempi e le modalità Predisporre lo sviluppo organizzativo, la turnistica, l’orario di servizio , il servizio mensa Pubblicizzazione del Garantire la pubblicità del progetto progetto Programmazione e realizzazione delle iniziative pubbliche per la promozione all’apertura del bando del progetto Il Responsabile Assistenziale di Dipartimento Il coordinatore Gli operatori referenti dell’unità operativa referenti aziendali Responsabile Assistenziale Dipartimento tecnici di Valutazione ex ante Pubblicazione del progetto, azioni orientative coordinate con il Copresc diffusione, selezione e valutazione delle domande Pianificazione del progetto Il Responsabile Definizione del sistema di monitoraggio Assistenziale di Individuazione dei tempi e degli strumenti di Dipartimento valutazione del progetto La Commissione Aziendale dei scv tecnici 1. pubblicazione dell’avviso pubblico diffuso attraverso referenti il sito internet istituzionale dell’Ente ed i siti internet aziendali degli enti che aderiscono al progetto, del Copresc e Responsabile Assistenziale di delle associazioni interessate; 2. incontro pubblico in collaborazione con il Copresc Dipartimento Provinciale garantendo che la proposta rivolta ai giovani sia chiaramente definita e comunicata in modo Operatori Copresc e degli Enti associati trasparente, 3. partecipazione ad azioni di orientamento dei giovani nella scelta del progetto attraverso iniziative rivolte al territorio, agli Enti ed alle comunità locali, ai giovani, alle loro famiglie , nelle scuole, nelle università nei centri di formazione professionale negli ambienti di lavoro, nei luoghi di aggregazione e nelle altre occasioni di incontro – concerti, avvenimenti sportivi, sagre ecc. 4. definizione delle procedure per la selezione dei volontari 5. definizione del piano attuativo del sistema di selezione predisposto e utilizzo dei relativi strumenti 13 6. selezione dei volontari 7. realizzazione di una giornata comune di selezione con la partecipazione di tutti i candidati. 8. predisposizione dei colloqui d’orientamento in cui i volontari prenderanno visione del progetto e del contesto in cui verrà realizzato 8. rilevazione dei prerequisiti di motivazione, formazione, conoscenze e competenze nei ragazzi che stanno intraprendendo il percorso di scv 9. incontro con i ragazzi scelti per fornire i principali contenuti del progetto 10. predisposizione del primo incontro con i volontari, il Responsabile Assistenziale del Dipartimento, i Coordinatori, i Responsabili medici, gli OLP, a cui in precedenza è stato inviato il progetto 11. organizzazione della prima settimana di presenza con predisposizione di un orario di servizio 12. predisposizione della fase d’affiancamento agli operatori individuati per competenza tecnica e relazionale 13. definizione di un calendario d’incontri con i ragazzi per il progressivo monitoraggio del servizio 14. calendarizzazione della formazione specifica Fase 1 Accoglienza, inserimento dei volontari Accoglienza, inserimento Accoglienza dei ragazzi nel giorno previsto dal dei volontari , analisi calendario aziendale delle loro competenze, presentazione della sede, dei luoghi e delle funzioni delle loro aspirazioni presentazione dello staff raccolta delle informazioni personali circa le motivazioni, le competenze, i desiderata definizione delle regole comportamentali Fase 2 Affiancamento agli operatori Informare gli operatori dell’ unità operativa del progetto e delle funzioni che i ragazzi possono svolgere Predisporre la turnistica affinché gli operatori referenti siano presenti nella prima fase d’accoglienza Predisporre i momenti periodici di verifica periodica Conoscenza del contesto, Presentazione ai volontari e conoscenza : delle risorse, dei pz - > del contesto organizzativo, delle relative regole, delle Tempi > un mese professionalità, dell’integrazione con il privato sociale, dei pazienti coinvolti nel progetto e loro problematiche, attraverso la lettura dei documenti interni (cartelle individuali, procedure ed istruzioni operative) delle risorse disponibili all’interno del U.O. e del DAI SM DP attraverso la raccolta d’informazioni con il Dirigente Medico e il coordinatore delle risorse territoriali attraverso la documentazione raccolta nel progetto di servizio civile dell’anno precedente (raccolta d’informazioni presso i diversi servizi informativi del teatro, sportivi, ecc.) Integrazione nel gruppo 2.1 integrazione nel gruppo poliprofessionale attraverso poliprofessionale – la partecipazione al briefing quotidiano Tempi > tre mesi 2.2 partecipazione attiva all’incontro settimanale di staff Il Responsabile Assistenziale di Dipartimento Il coordinatore Gli OLP operatori referenti U.O. Il Responsabile Assistenziale di Dipartimento Il coordinatore operatori referenti U.O L’equipe multi professionale descritta nel punto 6 composta di : Il Dirigente Medico Il Coordinatore Gli organismi del III settore presenti sul territorio. Il Coordinatore educatori, infermieri, 14 Fase 3: affiancamento agli utenti – agli operatori partecipazione e collaborazione allo svolgimento delle attività collaborazione nelle occupazionali previste nei laboratori organizzazione degli spazi e dei materiali, attività occupazionali/riabilitative verifica e valutazione delle attività occupazionali Tempi > un mese nell’incontro semestrale del sottogruppo referente dell’attività collaborazione nelle uscite supportate dalla residenza Fase 4 gestione diretta di un’attività interna/esterna al centro Tempi - > tre mesi 4.1 gestione di un laboratorio interno, ad es: attività di decoupage – stencil – cartonaggio attività di pet therapy partecipazione e 4.2 partecipazione alle uscite esterne al centro/residenza collaborazione nelle in piccoli gruppi attività esterne – 4.3 partecipazione alle uscite in grande gruppo tempi> due mesi 4.4 verifica e valutazione delle attività ludico-ricreative nell’incontro annuale del sottogruppo referente dell’attività 4.5 collaborazione alle attività programmate presso gli spazi territoriali del Terzo Settore gestione diretta di 4.6organizzazione di momenti ludici esterni al centro, un’attività all’esterno del utilizzando l’istruzione operativa e producendo la centro -> tre mesi documentazione necessaria; preparazione della documentazione espositiva necessaria 4.7 partecipazione alle attività di verifica e valutazione delle attività ludico-ricreative nell’incontro settimanale Valutazione intermedia -> sei mesi Incontro con i ragazzi per il monitoraggio e la valutazione dello sviluppo del progetto con indicazioni de: il grado d’integrazione all’interno del servizio le relazioni instaurate tra i volontari e gli operatori l’adeguatezza della struttura la formazione svolta il ruolo ricoperto dai volontari Preparazione di una scheda sintetica di presentazione delle attività svolte, di punti di forza e delle criticità, con indicazione de: la soddisfazione dei bisogni della comunità i cambiamenti riscontrati rispetto al contesto e ai destinatari Partecipazione al momento aziendale di valutazione con indicazione: del grado di raggiungimento degli obiettivi delle attività e la loro realizzazione secondo i piani previsti dell’ efficacia degli strumenti e dei metodi utilizzati gli effetti delle attività dei punti di forza e di debolezza degli ostacoli che si sono presentati Fase 5 - Valutazione finale \ di risultato che terrà conto del valore Preparazione con i ragazzi di un semplice elaborato da aggiunto che il progetto presentare al momento aziendale di valutazione riporterà, nei confronti: Presentazione dell’elaborato nell’incontro settimanale educatori, infermieri, cittadini che entrano in rapporto con i punti d’erogazione delle attività educatori, infermieri Assistente Sociale educatori, infermieri Assistente Sociale, educatori, infermieri, Il Responsabile Assistenziale del Progetto L’OLP Il coordinatore responsabile medico responsabile assistenziale di 15 A. degli utenti B. dei ragazzi volontari civili C. dei soggetti pubblici e privati coinvolti Fase 6 Valutazione ex post Stima dell’impatto e del valore aggiunto del progetto Individuazione d’eventuali interventi correttivi per la programmazione e la pianificazione di nuovi interventi progettuali Fidelizzazione dei volontari e valorizzazione sociale della loro esperienza Fasi d’equipe Compilazione della scheda di valutazione individuale e della competenze acquisite Presentazione nell’assemblea di comunità , operatori e pazienti, del completamento del progetto dipartimento coordinatore assistente sociale educatori, infermieri oss, mastri d’opera, operatori cooperative Valutazione della ricaduta del progetto all’interno dell’incontro d’equipe Presentazione delle valutazioni al Comitato di Dipartimento Presentazione delle valutazioni nell’incontro generale a livello aziendale valorizzazione sociale della esperienza dei volontari : loro coinvolgimento nelle attività di promozione del servizio civile e d’animazione del territorio promossa dal CoPrESC o dall’Ente successivamente alla conclusione del progetto. Analisi dei punti di forza e di debolezza del progetto. Predisposizione di un report conclusivo sul quale riarticolare la progettazione successiva e da utilizzare nella presentazione pubblica delle attività di servizio nell’ottica della trasparenza, dell’informazione al cittadino/utente, alle associazioni di volontariato e dei familiari , e di condivisione del servizio civile come bene pubblico. Tale documento permette una rivisitazione del progetto enucleando le criticità, i punti di forza e di evidenziare i percorsi di miglioramento sia in itinere che nella progettazione successiva. Il Responsabile Assistenziale di Dipartimento Il Direttore del Dipartimento I responsabili Medici di Struttura Complessa Azioni/Attività Prima Durante il progetto Dopo Assieme è meglio 1 Fase 0 Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6 Programmazione Valutazione ex ante Accoglienza, dei giovani in servizio civile affiancamento agli operatori (conoscenza del contesto e integrazione nel gruppo di lavoro) Affiancamento a utenti e operatori (partecipazione ad attività occupazionali /riabilitative) Valutazione intermedia Gestione diretta di attività interne e esterne al centro Valutazione finale/ di risultato Valutazione ex post 2 3 X X 4 5 X X 6 7 8 9 10 11 12 X X X X X X X X 1 2 3 X X X X X X X X X X 16 4 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 6 10) Numero posti con vitto e alloggio: 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 0 12) Numero posti con solo vitto: Numero posti con solo vitto: 6 Per consentire una maggiore continuità delle attività previste dal progetto nelle ore centrali della giornata è prevista da parte del volontario la fruizione del servizio di vitto. Il pasto è a carico dell'AUSL di Ferrara e sarà fornito dalla mensa aziendale 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo5, massimo 6) : 30 ore settimanali 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Se in possesso di patente di guida categoria B, è richiesta la disponibilità a guidare i mezzi di proprietà dell’Azienda. Disponibilità a partecipare a momento formativi fuori sede sia in ambito aziendale che extra aziendale 17 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato: N. 1 2 3 Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Dipartimento Salute mentale – Servizio Portomag Via Guinea 1 Psichiatrico giore sede di Portomaggiore Centro Socio Riabilitativo Ferrara Via San Bartolo 119 “San Bartolo” Dipartimento Salute Mentale Ferrara Via Quartieri 2 Residenza La Luna Cod. ident. sede N. vol. per sede 20432 2 269 77884 Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome Data di e nome nascita Storari Cristina 17/02/ 60 C.F. Cognome Data di e nome nascita C.F. Forlani Massimo 29/09/ FRLMSM55P29D54 1955 8X 2 Lambertin 11/08/ LMBSRG57M Forlani i Sergio 57 11D548W Massimo 29/09/ FRLMSM55P29D54 1955 8X 2 Bianconi Giovanna 29/09/ FRLMSM55P29D54 1955 8X 09/11/ 1957 STRCST60B5 7D548S Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato BNCGNN57S 49D548X Forlani Massimo 4 5 6 7 8 9 10 11 14 15 18 18 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: ATTIVITÀ DI PROMOZIONE, SENSIBILIZZAZIONE ED INFORMAZIONE COORDINATA E CONGIUNTA A LIVELLO PROVINCIALE DEL SERVIZIO CIVILE L’Ente crede fermamente nel ruolo della comunicazione e della sensibilizzazione rispetto ai temi del Servizio Civile, nei confronti della cittadinanza ed in particolare al target principale dei giovani, come forma di promozione dei valori della pace e della non violenza, della difesa non armata della Patria e della cittadinanza attiva. Per questo l’Ente partecipa attivamente a tutte le iniziative e agli eventi organizzati in ambito provinciale da parte del CO.PR.E.S.C. della Provincia di Ferrara, con il quale ha sottoscritto un Protocollo d’intesa e una scheda di adesione annuale, attraverso la quale si è impegnato a svolgere almeno 21 ore in iniziative congiunte di sensibilizzazione dei valori del servizio civile, delle opportunità presenti sul territorio e delle modalità di accesso con incontri strutturati presso varie realtà, luoghi e momenti dell’anno (percorsi formativi, seminari, iniziative pubbliche scuole, università, eventi pubblici cittadini e provinciali, ecc), ed attraverso la presentazione coordinata e congiunta dei bandi per i giovani con incontri informativi a tema per i volontari e/o i referenti degli Enti. Nello specifico, tale attività è declinata nella seguente modalità e nei vari livelli di seguito esposti: SENSIBILIZZAZIONE: • Sensibilizzazione presso gli istituti secondari superiori e presso le università, attraverso percorsi formativi e informativi con i gruppi classe, all'interno di assemblee e con la presenza di alcuni volontari in qualità di testimoni; • Sensibilizzazione presso eventi locali diversi, quali festival, forum, fiere, sagre, mostre, ecc, attraverso la presenze di referenti e volontari agli stands informativi; • Sensibilizzazione attraverso la comunicazione via web, con il costante aggiornamento del sito Copresc e degli enti soci, invio newsletter periodiche e tematiche, presenza e cura del Copresc nei principali social network (es. Facebook); PROMOZIONE: Promozione del Servizio Civile in occasione dell’uscita dei bandi per i giovani, attraverso un piano di attività congiunte con gli enti soci del Copresc che sappia promuovere progetti e posti inseriti nei bandi, ma sappia, al contempo, garantire pari informazione a tutti i giovani del territorio ferrarese, al di là delle sedi di attuazione dei progetti finanziati. • ORIENTAMENTO : Orientamento dei giovani interessati a svolgere il Servizio Civile nei mesi di apertura dei bandi. E’ necessario che il Copresc e tutti gli enti con progetti finanziati, entrino in sinergia e collaborazione in questa delicata fase di orientamento, al fine di garantire pari e completa informazione a livello provinciale relativamente ai progetti inseriti nei bandi, e attuino un efficace orientamento ai giovani, tenendo conto delle loro propensioni e attitudini a svolgere il Servizio Civile nei diversi settori di impiego, nonché della loro personale volontà. Si chiede, cioè agli Enti, di fare un passo in avanti e di orientare i giovani rispetto a tutti i progetti finanziati e non solo rispetto ai propri progetti. Inoltre l’Ente si impegna ad organizzare iniziative programmate in proprio, ma allo 19 stesso tempo condivise nella cornice provinciale del Coordinamento, in modo tale da riuscire a razionalizzare e condividere le risorse a disposizione. In particolare i volontari, saranno impiegati in attività di promozione e sensibilizzazione durante le manifestazioni e le iniziative del territorio, tra cui per esempio : -Ballons Festival, Buskers Festival nel mese di agosto, Vulandra nel mese di aprile nel territorio del comune di Ferrara -Settembre Centese che si svolge nella città di Cento nel mese di settembre, la Festa del Volontariato che si svolge a Cento nel mese di maggio. L’ente s impegna inoltre ad effettuare interventi di promozione e sensibilizzazione al servizio civile volontario presso gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado presenti sul territorio da effettuarsi entro l’anno scolastico 2014/2015 e durante i periodi di apertura dei bandi di partecipazione al scn. MONTE ORE PREVISTO: Almeno 21 ore complessive annue per Ente, tra attività proposte dal Copresc e attività programmate in proprio dall'ente ma condivise in ambito Copresc. RISORSE: Per la attività di promozione e sensibilizzazione è previsto il coinvolgimento di: • Operatore Copresc; • Referente Copresc delle attività legate alla Sensibilizzazione e Promozione del SC; • Referente dell’Ente per il Servizio civile; • OLP e volontari dell’Ente. STRUMENTI: • Materiale cartaceo di informazione ordinaria delle attività, dei principi del servizio civile e/o di eventuali iniziative locali promosse dal Copresc; • Materiale cartaceo e/o video di informazione dei progetti a bando; • Giornali locali per la diffusione di comunicati stampa su eventi mirati; • Su supporto informatico: aggiornamento siti internet, profilo facebook, invio di newsletter con cadenza mensile; • Implementazione di finestre dedicate al servizio civile con relativi collegamenti al sito Copresc sul sito internet dell’Ente e divulgazione attraverso canali istituzionali afferenti all’Ente (ove possibile); • Utilizzo di canali radiofonici per la comunicazione di eventi 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Si intende adottare il sistema di selezione proposto dall’Ufficio Nazionale Servizio Civile utilizzando i criteri indicati nel decreto n 173 11\06\ 09 Alla scadenza dei termini per la presentazione delle domande verrà organizzata una giornata di selezione ufficiale a cui saranno rimandati tutti i candidati che hanno presentato domanda. La selezione avverrà attraverso il seguente percorso: - convocazione dei volontari presso la sede dell’Ente e colloquio con una Commissione composta dal selettore accreditato dell’Ente, segretario verbalizzante ed esperto in materia per condurre i colloqui di selezione individuali dedicati all'approfondimento del progetto e delle attitudini e delle motivazioni del volontario; - calcolo punteggio e stesura graduatorie;- contatto con i giovani risultati idonei ma non selezionati per mancanza di posti per richiedere una disponibilità al passaggio su un'altra sede del medesimo progetto con posti vuoti o presso sedi di altri progetti dell'Ente con posti rimasti vuoti; - pubblicazione presso la sede dell’Ente e sul sito dell’Ente delle graduatorie definitive. 20 Nell’eventualità che il bando del servizio civile nazionale preveda la possibilità di partecipazione di cittadini stranieri comunitari e non in possesso dei requisiti richiesti, è assicurato il coinvolgimento di un esperto di immigrazione a fianco del selettore. 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): no nessuno 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Il Sistema di monitoraggio è stato condiviso in ambito COPRESC sia con specifici “tavoli di lavoro” dedicati che con momenti di incontro finalizzati alla redazione e produzione di adeguata reportistica. L’Ente condivide il sistema e aderisce al percorso attuativo coordinato e congiunto per la condivisione degli standard minimi di qualità del monitoraggio interno Copresc rispettandone le relative modalità di realizzazione al fine di offrire uno strumento ai Volontari in scv ed agli operatori dell’Ente per comuni scambi di opinione, di incontro condiviso e di reciproca conoscenza. Per quanto riguarda le attività, i contenuti e le modalità del sistema di monitoraggio coordinato e condiviso a livello provinciale e il programma attuativo Copresc di accompagnamento si richiamano pertanto gli allegati alla scheda di adesione, debitamente sottoscritta e parte integrante del progetto. TEMPISTICA : L’Ente intende monitorare l’andamento del progetto durante l’intero periodo di svolgimento dello stesso prevedendo specifici momenti di rilevazione da attuarsi: ex ante, in itinere, alla fine ed ex post. Il Monitoraggio riguarderà il Progetto in argomento e più in generale l’esperienza dei scv nell’Ente. MODALITA’ = Relativamente all’attività di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento e dei risultati del progetto verranno effettuati incontri periodici fra i Giovani Volontari/e, i Responsabili di Progetto, il Responsabile del Servizio Civile Nazionale, e le altre figure dell’Ente impegnate nel servizio civile a cadenza semestrale (entro i primi sei mesi e alla fine del periodo di scv). OGGETTO DEL MONITORAGGIO = oggetto del monitoraggio interno, in particolare saranno le competenze di base, trasversali e professionali e l’impatto del servizio svolto dai giovani sull’ente e sul territorio. Particolare attenzione sarà posta alla rilevazione di dati per monitorare l’esperienza formativa sia generale che specifica rivolta agli stessi volontari tramite la somministrazione di questionari specifici. Il monitoraggio interno dell’Ente sarà svolto nelle seguenti fasi: MONITORAGGIO EX ANTE La definizione del sistema di monitoraggio inizia con incontri finalizzati a rilevare le aspettative dei volontari e quelle dei responsabili di progetto. Un incontro collettivo organizzato prima dell’arrivo dei volontari, servirà a definire le aspettative dei responsabili di progetto delle diverse sedi per condividere obiettivi generali e specifici e modalità di coinvolgimento dei volontari. Un incontro successivo tra responsabili di progetto e volontari avrà l’obiettivo di facilitare la conoscenza reciproca, di presentare ai volontari il servizio in cui sono inseriti, raccogliere le loro aspettative rispetto all’esperienza che andranno ad affrontare. In questa fase ai volontari sarà somministrato un questionario di inizio servizio, il primo giorno di accoglienza; 21 MONITORAGGIO IN ITINERE Si pone l’obiettivo di individuare eventuali aree di miglioramento del progetto in essere nell’Ente: - rispetto all’esperienza del volontario verificando l ’attinenza del percorso realizzato da questi in relazione a quello proposto nel progetto, la regolarità della gestione dell’orario, l’adeguatezza della struttura organizzativa intorno ad esso . - rispetto all’impatto sull’Ente. Sono quindi previste azioni sia presso ciascuna sede di progetto che trasversali. finalizzate alla rielaborazione dell’esperienza . Strumenti = si utilizzeranno diversi strumenti di rilevazione sia qualitativi: 1.colloquio individuale - tra volontario e Olp per analizzare l’andamento del progetto in relazione all’attività, alle relazioni, alle competenze ed alle conoscenze acquisite dal volontario; 2.la relazione semestrale che dovrà far emergere criticità e punti di forza del progetto; 3.strumenti più strutturati tre i quali: questionario di monitoraggio sulla formazione generale, questionario di monitoraggio sulla formazione specifica, questionario di valutazione di metà percorso Per favorire un confronto trasversale sull’esperienza di scv nell’ente sono previsti due Incontri di gruppo - a cadenza semestrale - con i Volontari alla presenza dell’esperto del monitoraggio presenti gli OLP. Tempi: al sesto ed al dodicesimo mese. Il MONITORAGGIO FINALE Il monitoraggio finale terrà conto del valore aggiunto che complessivamente il progetto riporterà, nei confronti del servizio, e dei volontari in scv. Strumenti: Ai Volontari saranno somministrati: Questionario finale Nota denominata “quello che avrei voluto dirti e non ti ho detto…” (il Volontario potrà esplicitare un suo pensiero all’Olp o al Responsabile del progetto) Scheda di valutazione rivolta al OLP/tutor referenti dell’ente. Tempi: entro il dodicesimo mese IL MONITORAGGIO EX POST L’obiettivo della valutazione ex post è quello di rilevare il grado di realizzazione degli obiettivi del progetto e di individuare azioni di miglioramento per “ritarare” quelli futuri e di stimare l’impatto, il valore aggiunto, portato dall’esperienza di SCV presso l'ente e sul territorio. L’analisi dei dati raccolti nel corso delle fasi precedenti e sull’ulteriore raccolta di informazioni quantitative e qualitative sarà oggetto di un incontro – da tenere alla conclusione del periodo - con i referenti dei servizi coinvolti nei progetti . Tempi: entro tre mesi dalla conclusione dell’esperienza di Servizio Civile. Il monitoraggio EX POST si basa: Analisi di indicatori quantitativi, quali: % Numero di domande / Numero di volontari richiesti % Numero di volontari selezionati / Numero di volontari richiesti % Numero volontari entrati in servizio / Numero volontari selezionati % Numero di abbandoni / Numero volontari entrati in servizio Motivi e tempi dell’abbandono % Numero di volontari che portano a termine il servizio / Numero di volontari inseriti. Analisi di indicatori qualitativi, quali: Questionari per volontari raccolti Questionari per OLP raccolti Resoconti degli incontri con volontari Resoconti degli incontri con referenti di progetto Indagine di gradimento dell’utente/cliente interno ed esterno 22 PARTECIPAZIONE AL PERCORSO COORDINATO E CONGIUNTO A LIVELLO PROVINCIALE PER LA CONDIVISIONE DEL MONITORAGGIO INTERNO DEI PROGETTI L’ente sostiene l’importanza di condurre un’azione di monitoraggio coordinata e condivisa con gli enti di servizio civile del territorio. In linea a quanto previsto nel Piano Provinciale del Copresc di Ferrara, l’ente aderisce al “Percorso coordinato e congiunto per la condivisione degli standard minimi di qualità del monitoraggio interno dei progetti” rispettandone le relative modalità di realizzazione al fine di offrire uno strumento ai giovani in SC ed agli operatori dell’Ente per comuni scambi di opinione, di incontro condiviso e di reciproca conoscenza. La condivisione dei dati che si intende rilevare avviene attraverso l’elaborazione, da parte dell’ente di un proprio sistema di monitoraggio interno che tenga conto di: o Strumenti comuni per la rilevazione (questionari e colloqui) o Messa a disposizione: del materiale rilevato, dell’esperienza maturata, delle professionalità specifiche presenti all’interno dell’ente, di strumenti e metodologie e di risorse umane. o Partecipazione agli incontri di valutazione in ambito Copresc. I risultati delle diverse fasi di monitoraggio che l’ente attiverà durante l’intero periodo di svolgimento del SC (ex ante – in itinere ed ex post), saranno, dunque, oggetto di riflessione sia all’interno dell’ente, sia negli incontri condivisi a livello provinciale ed organizzati in ambito Copresc ed andranno a confluire nell’analisi della situazione globale del servizio civile del territorio provinciale ferrarese (Piano Provinciale). Attraverso queste rilevazioni si arriverà, infatti, alla MAPPA DEL VALORE DEL SC a livello territoriale e, da qui, alla nuova riprogettazione e alla nuova pianificazione provinciale. Le fasi di Monitoraggio divise per step: • STEP PRELIMINARE: INCONTRO DI PROGRAMMAZIONE DEL MONITORAGGIO In questa fase i progetti meritano sicuramente un’attenzione particolare, in quanto da essi dipende in larga misura la qualità dei risultati. La finalità di questa fase propedeutica è, dunque, la definizione dei criteri di attuazione del monitoraggio e della coerenza interna dei progetti a partire dalla chiarezza degli assunti di base. Verranno coinvolte le seguenti figure: 1) i REFERENTI che parteciperanno all’INCONTRO DI PROGRAMMAZIONE per la condivisione delle varie fasi del monitoraggio e degli strumenti da utilizzare nei vari step. • STEP I: VALUTAZIONE EX ANTE In questa fase iniziale del percorso si andranno a rilevare le aspettative e le motivazioni del volontario, la capacità e le conoscenze che vorrebbe acquisire, la capacità e le conoscenze che vorrebbe mettere in campo ed, infine, le aspettative sull’efficacia complessiva del progetto. Verranno coinvolte le seguenti figure: 1) i VOLONTARI che compileranno il QUESTIONARIO DI INIZIO SERVIZIO; 2) i REFERENTI che parteciperanno al 1° TAVOLO DI MONITORAGGIO. • STEP II: VALUTAZIONE DI PROCESSO In questa fase intermedia (entro 6 mesi dall’entrata in servizio) si andrà a valutare l’eventuale scollamento tra quanto dichiarato nel progetto e quanto ottenuto fino a quel momento, l’andamento e lo stato di avanzamento dei progetti. Verranno coinvolte le seguenti figure: 1) i VOLONTARI che compileranno il QUESTIONARIO DI METÀ SERVIZIO; 23 2) Gli OLP che parteciperanno al TAVOLO DI VALUTAZIONE: uno scambio di riflessioni riguardante l’andamento dei progetti nelle diverse sedi di servizio; 3) i REFERENTI che parteciperanno al 2° TAVOLO DI MONITORAGGIO. • STEP III: VALUTAZIONE DI RISULTATO e VALUTAZIONE DI IMPATTO In questa fase finale si valuterà l'efficacia e l'efficienza dei progetti e, nello specifico, il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Dalle considerazioni emerse si arriverà, successivamente, alla formulazione di un REPORT FINALE finalizzato alla riprogettazione ma anche alla valutazione provinciale delle ricadute sociali del servizio civile nel territorio; in ultimo si coinvolgerà la comunità, diretta fruitrice dei servizi. Verranno coinvolte le seguenti figure: 1) i VOLONTARI che compileranno il QUESTIONARIO DI FINE SERVIZIO; 2) la COMUNITA’ a cui verrà chiesto di compilare il QUESTIONARIO DI IMPATTO; 3) i REFERENTI che parteciperanno al 3° TAVOLO DI MONITORAGGIO. RISORSE COINVOLTE 1) L’OPERATORE COPRESC 2) il REFERENTE DEL MONITORAGGIO PER IL COPRESC 3) l’ ESPERTO DEL MONITORAGGIO dell’Ente 4) gli Olp e i VOLONTARI; 5) la COMUNITÀ. STRUMENTI UTILIZZATI Si prevede la somministrazione di strumenti che fanno parte del Piano di Monitoraggio condiviso in ambito Copresc: • Questionari cartacei • Colloqui 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): no nessuno 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Nessuno: al fine di favorire la partecipazione dei giovani al servizio civile non sono necessari specifici requisiti per l’accesso, in quanto le attività previste non comportano il possesso di particolari abilità e conoscenze. A tal fine l’Ente intende riservare una quota del 25% (arrotondata per eccesso all’unita superiore) dei posti richiesti nell’ambito del progetto, a favore dei giovani con bassa scolarizzazione. 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: E’ previsto un fondo complessivo “spese diverse” che potrà essere utilizzato i volontari in servizio civile presso l’ente per rimborso spese di trasferta, biglietti e/o abbonamenti dell’autobus, partecipazione a corsi, seminari, convegni, ecc.: € 1.500,00 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): 24 1) Co.Pr.E.S.C. – Coordinamento Provinciale degli Enti di Servizio Civile di Ferrara, c.f. 93064150381, associazione senza fini di lucro di promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale costituitasi ai sensi dell’art. 16 della L.R. 20/10/2003 n. 20 e nel contesto della L. 64/2001 e del D.Lgs. 77/2002, non iscritto autonomamente ad alcun Albo degli enti di Servizio Civile, né sede d’attuazione di progetto di alcun ente accreditato, e rappresentato dalla vice presidente Nicoletta Vallesi. L’associazione Co.Pr.E.S.C. di Ferrara collaborerà con l’ente titolare del progetto Comune di Ferrara allo svolgimento delle attività previste dal protocollo allegato nei limiti indicati nella scheda di adesione. 2) Università degli Studi di Ferrara, c.f 80007370382 E’ attivo un protocollo di intesa siglato il 30/06/2014 per la promozione del Servizio Civile Nazionale tra l’Università degli Studi di Ferrara e il Coordinamento provinciale degli enti di servizio civile di Ferrara – COPRESC per il riconoscimento delle attività svolte dai volontari nei progetti di servizio civile nazionale promossi dagli Enti soci del Copresc di Ferrara in termini di crediti formativi universitari per il tirocinio e la promozione delle opportunità del servizio civile per i giovani in contesti universitari 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Tutte le risorse umane, tecniche e strumentali necessarie alla realizzazione del progetto saranno messe a disposizione dall’Ente. Il DAI SM-DP e le Associazioni coinvolte dispongono già di risorse necessarie alla programmazione delle attività alle quali collaboreranno i volontari del Servizio Civile. Tali risorse non comportano spese aggiuntive. ATTIVITA’ PREVISTA COME DA DESCRIZIONE PROGETTO Valutazione degli interventi Laboratorio informatico Attività sportive Attività artigianali e di cucina Accompagnamenti RISORSE TECNICHE E STRUMENTALI -documenti già predisposti secondo metodologie specifiche - metodo Spivak e psico-educativo , schede VADO - schede progetto - griglie d’osservazione -griglie di valutazione -materiale video -testi d’approfondimento strumenti informatici attrezzature sportive di vario tipo palestre pubbliche/private piscina attrezzature per le attività artigianali e per l’attività di ristorazione mezzi di trasporto pubblici e aziendali Attività grafico-pittoriche materiale di cancelleria, tele, colori di vario tipo, pennelli, ecc. Attività di cura del verde in serra e/o nel Serra, piante, concimi, attrezzi diversi giardino 25 Attività di lavanderia - stiratura Lavatrice, ferro da stiro Attività di socializzazione esterne Cinema, bar, teatri, ecc. Attività di ristorazione Bar con relativa attrezzatura, cucina, ecc. Attività di “biciclette” Laboratorio d’aggiustaggio con relativa attrezzatura Locali per le prove, costumi, scenografie, teatri pubblici e/o privati Attività teatrali CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: È stato siglato, in data 30/06/2014, un Protocollo d’Intesa tra il Copresc di Ferrara e l’Università degli Studi di Ferrara, per la promozione del servizio civile e per il riconoscimento di crediti per le attività svolte dai volontari nei progetti di servizio civile promossi dagli enti soci del Copresc. 27) Eventuali tirocini riconosciuti : Il presente progetto, visto il Protocollo d'Intesa tra Università degli Studi di Ferrara e Copresc firmato in data 30/06/2014, può vedere riconosciuti crediti di tipo F per il tirocinio. Tale riconoscimento può avvenire qualora il volontario/studente presenti al termine dell'anno di servizio istanza alla Segreteria della Facoltà a cui è iscritto e sarà subordinato alla verifica della conguità del progetto con il percorso curriculare e formativo previsto dai regolamenti didattici dei corsi di studio di riferimento e sottoposto alla Commissione crediti che delibererà in merito al numero di crediti riconoscibili. 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: L’ente si è dotato di un documento denominato “Il sistema di rilevazione e valutazione delle competenze nel SCV” contenente una dettagliata elencazione delle diverse competenze acquisibili. Il progetto in argomento consente l’acquisizione delle seguenti competenze e abilità utili alla crescita professionale dei Volontari in servizio civile: COMPETENZE DI BASE - Consapevolezza del significato del Servizio Civile Nazionale; - Disponibilità a sperimentare situazioni nuove e complesse - Capacità di ricercare le informazioni utili al proprio compito - Disponibilità ad una partecipazione attiva nella formazione generale e specifica; COMPETENZE TECNICHE PROFESSIONALI: Assistere alla persona Disabile, in condizione di medio o grave insufficienza mentale e/o alterazioni psichiche. Aiutare nell’assunzione dei pasti, nella deambulazione e nell’uso corretto degli ausili. Applicare le principali norme igieniche, di sicurezza e di primo soccorso. Collaborare con il disabile nelle attività di vita quotidiana. Calibrare la propria relazione d’aiuto in ragione dei bisogni del disabile. Distinguere le figure professionali operanti nel settore cura/recupero delle persone disabili, riconoscendone ruoli e competenze specifiche. 26 Individuare le principali caratteristiche di un servizio semiresidenziale. COMPETENZE TRASVERSALI: Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia. Collaborare con il personale dell’Ente, con i colleghi e con i professionisti coinvolti nel progetto, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere. Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non. Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari. Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. Lavorare in team per produrre risultati collettivi. Trasferire/mediare agli operatori professionali le specifiche richieste degli utenti. Al termine del progetto al Volontario in SC sarà rilasciata, da parte dell’Ente, una dichiarazione di competenza con dettagliata descrizione di: - ambiti di formazione sostenuti - numero di ore complessive di servizio - tipologia delle competenze maturate. Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: Le sedi verranno individuate, presa visione dei progetti approvati e finanziati, tra quelle messe a disposizione dagli enti – sotto riportate – che risultino più idonee in base alla distribuzione territoriale delle sedi di servizio e al numero di volontari in esse presenti ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ sala Polivalente presso Presidio Sanitario Eppi – Via De Amicis 22 – Portomaggiore (FE); ∙ sala riunioni presso Area di San Bartolo, ex ospedale psichiatrico, via S.Bartolo 119 – Ferrara; ∙ sala presso la l'ASP del Delta Ferarese – via Cavallotti, 98 – Codigoro (FE); ∙ sala Comunale presso Municipio di Codigoro – p.zza Matteotti, 60 – Codigoro (FE); ∙ sala Consigliare presso il Comune di Formignana – via Vittoria, 29 – Formignana (FE); sala Consigliare presso Comune di Fiscaglia(località Migliaro) – p.zza XXV Aprile, 8 – Migliaro (FE); sala Torre presso il Comune di Copparo – via Roma, 20b – Copparo (FE); sala in Palazzo Bellini – Via Agatopisto, 5 – Comacchio (FE); Biblioteca "M. Soldati" - via Marcavallo 35 - Ostellato (FE); Biblioteca Comunale - P.zza Umberto I - Mesola (FE); sala riunioni presso “Consorzio sì” – Via G. Fabbri, 414 – Ferrara; sala presso la Biblioteca Bassani – Via G. Grosoli, 42 – Ferrara; sala riunioni presso Centro di aggregazione giovanile “Area giovani” del Comune di Ferrara – Via A. Labriola, 11 – Ferrara; Parrocchia della Beata Vergine Addolorata - via della Fortezza, angolo C.so Piave 25 – Ferrara; Centro Idea - via XX Settembre 152 – Ferrara; sala ricreativa presso Anffas di Ferrara – Via Canapa 10/12 – Ferrara; Ass. NOI PER LORO via Adelardi 9 -FE ; Fienile di Baura - via Raffanello 77 - Baura (FE) 27 ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ ∙ Cedis - via Ripagrande 1 – Ferrara; Caritas Diocesana di Ferrara-Comacchio - via Brasavola 19 - Ferrara Fondazione Zanotti – via Borsari 4/c – Ferrara; Work & Services S.Giuseppe di Comacchio - via del Pozzo 15 – Comacchio; Parrocchia S.Spirito - via Resistenza 1 - Ferrara; Centro adolescenti “Circauncentro” - Via dei Mercanti 1 – Comacchio; Teatro De Micheli - p.zza del Popolo 11 – Copparo; Sala Polivalente "Grattacielo" (c/o Centro di Mediazione) - viale Cavour 177/179 – Ferrara; Aula Magna dello IAL - via Montebello 46 – Ferrara; sala ricreativa presso CSR 'La coccinella gialla' – Via Dei Tigli 2/b – Cento. Sala “ Il Chiostro”, presso l’ospedale SS.Annunziata di Cento, Via Vicini 2 – 44042 Cento (Ferrara) Potranno essere individuate nuove sedi di realizzazione della formazione che verranno di volta in volta comunicate. 30) Modalità di attuazione: Referente Co.Pr.E. S. C. per la formazione: Individuato tra i formatori accreditati in carico agli Enti soci, ne coordina il lavoro. Partecipa agli incontri di coordinamento e verifica organizzati dalla Regione Emilia Romagna. Formatori accreditati in carico agli Enti di servizio civile associati al Co. Pr.E.S.C.: Predispongono il piano complessivo della formazione generale. Affiancano i referenti degli Enti nella programmazione dei contributi formativi ad essi richiesti. Conducono gli incontri di formazione incentrati sul gruppo. Accompagnano i volontari negli incontri di formazione gestiti dagli Enti. Su convocazione del Co.Pr.E.S.C partecipano agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale. Referenti degli Enti per la formazione generale: Partecipano agli incontri di programmazione della formazione generale. Sovrintendono alla programmazione e alla realizzazione delle giornate formative curate dagli enti. Su convocazione del Co.Pr.E.S.C partecipano agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale. Tutor: Tiene i registri delle presenze. Verifica la logistica per il corretto svolgimento degli incontri di formazione. Partecipa agli incontri di formazione nel ruolo di osservatore e riferisce ai formatori o ai referenti degli enti eventuali elementi di criticità. Su convocazione del Co.Pr.E.S.C partecipa agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale. Esperti e testimoni: Individuati tra gli operatori locali di progetto degli Enti soci e tra gli esperti e testimoni di tutti gli Enti soci del Co.Pr.E.S.C della Provincia di Ferrara, intervengono nella formazione generale per approfondire tematiche specifiche o illustrare realtà territoriali di particolare interesse, apportando il proprio contributo con la capacità di trovare fili conduttori tra l'argomento presentato e l'esperienza di Servizio Civile Volontario. 28 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: no nessuno 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Lezione frontale: attività in cui è prevalente l’esposizione di contenuti teorici da parte di un esperto con l’eventuale ausilio di cartelloni o slide; prevede comunque momenti interlocutori tra il relatore e il gruppo, e momenti di discussione guidata e dibattito tra i partecipanti. Metodologie incentrate sul gruppo (dinamiche non formali). Focus group: gruppo di discussione a tema cui li formatore partecipa nel ruolo di facilitatore/ moderatore; Esercitazione: attività individuale o di gruppo che si svolge mediante l’utilizzo di schede di lavoro: istruzioni di gioco, tabelle o schemi che i volontari devono compilare o redigere; Laboratorio: attività individuale o di gruppo che prevede la realizzazione di manufatti (disegni, composizioni di oggetti ecc); Giochi-esercizio: attività dinamica che prevede l’uso del corpo, il movimento nello spazio, e l’interazione fisica con gli altri partecipanti; Uscite sul territorio per visitare i luoghi di maggior rilievo sociale culturale o ambientale. 33) Contenuti della formazione: FIGURE COINVOLTE: Referente Copresc per la formazione – coordinatore della formazione generale. Individuato tra i formatori accreditati in carico agli Enti soci, coordina il lavoro di programmazione svolgimento e monitoraggio della formazione generale assieme agli altri formatori e ai referenti per la formazione degli enti. Partecipa agli incontri di coordinamento e verifica organizzati dalla regione Emilia Romagna. Formatori accreditati in carico agli Enti di servizio civile associati al Copresc. Predispongono il piano complessivo della formazione generale assieme ai referenti degli enti. Affiancano i referenti degli enti nella programmazione dei contributi formativi ad essi richiesti. Conducono gli incontri d’aula per complessive 20 ore. Accompagnano i volontari negli incontri di formazione a cura dagli enti. Partecipano agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale. Referenti degli Enti per la formazione generale. Partecipano agli incontri di programmazione della formazione generale. Sovrintendono alla programmazione e alla realizzazione delle proposte formative a cura dagli enti, assieme al tutor. Partecipano agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale. 29 Tutor Affianca i referenti degli enti nella definizione dei contenuti e delle modalità di attuazione delle proposte formative. Predispone il prospetto complessivo delle proposte e raccoglie le adesioni dei volontari. Verifica le assenze, le presenze e il numero di ore di formazione per ciascun volontario. Partecipa agli incontri di formazione nel ruolo di osservatore e riferisce ai formatori o ai referenti degli enti eventuali elementi di criticità. Partecipa agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale. Esperti e testimoni Individuati primariamente tra gli operatori locai di progetto degli enti soci, intervengono nella formazione generale per approfondire tematiche specifiche o illustrare realtà territoriali di particolare interesse. FINALITÀ DELLE FORMAZIONE GENERALE: Nella convinzione che il valore formativo del servizio civile si fondi primariamente sull’esperienza di servizio proposta ai giovani, la principale finalità della formazione generale è quella di attivare nei volontari alcune attenzioni che possano aiutarli a cogliere e sviluppare il valore formativo dell’esperienza non solo alla luce dei valori di riferimento ad essa attribuiti dal legislatore e dalla storia dell’obiezione di coscienza (difesa della Patria, nonviolenza, solidarietà costituzionale, cittadinanza attiva…), ma anche in ragione dei limiti e delle criticità con cui esso deve confrontarsi sul campo (interessi personali, organizzazione dei contesti di lavoro, complessità dei bisogni sociali, tempi ed energie disponibili…). Per rafforzare il collegamento tra il contesto della formazione generale e il contesto di servizio in cui gli Enti e i volontari sono impegnati si è ritenuto opportuno: - il coinvolgimento diretto degli Enti nella programmazione e nella realizzazione degli incontri formativi; - la predisposizione, durante il percorso formativo, di momenti esplicitamente riservati alla condivisione e rielaborazione delle esperienze dei volontari. In questo modo si cercherà di acquisire dall’esperienza di servizio spunti e contributi utili per conferire concretezza alla formazione generale, e, ad un tempo, si cercherà di fornire attraverso la formazione generale nuovi stimoli e strumenti di lettura dell’esperienza, non solo ai giovani volontari, ma anche agli adulti che nei diversi enti sono responsabili del loro percorso di servizio. IMPIANTO DELLA PROPOSTA FORMATIVA: La proposta formativa è articolata in 3 aree tematiche per complessive 45 ore. 1. Patria e Difesa: il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di servizio: analisi dei modelli legislativi, culturali e valoriali ai quali si ispira il servizio civile, e loro evoluzione storica. (15 ore a cura del Copresc) 2. Difesa e cittadinanza: attori e dinamiche sociali: forme attuali (e locali) di realizzazione della difesa civile, sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. (25 ore a cura degli Enti) 3. Cittadinanza attiva e servizio civile: verifica progettuale delle esperienze di servizio. (5 ore a cura del Copresc) Le ore di formazione a cura del Copresc sono suddivise in 4 incontri di 5 ore ciascuno, condotti direttamente dai formatori accreditati, per gruppi classe da 20 giovani. La partecipazione agli incontri a cura del Copresc è obbligatoria per tutti i volontari. Gli incontri sono centrati sul gruppo in formazione, per favorire una lettura critica dell’esperienza in corso attraverso il confronto diretto tra i volontari. Le ore di formazione a cura degli Enti sono centrate sulle realtà sociali e territoriali in cui 30 essi operano. La programmazione e la realizzazione di questi incontri sarà affidata ai referenti degli enti affiancati da un tutor. Per la realizzazione degli incontri gli enti potranno avvalersi di esperti e testimoni. Ogni ente si impegna a definire una o più proposte formative specificando per ciascuna di esse il numero massimo di partecipanti, la durata, la sede, gli obiettivi (in linea con le finalità generali del piano formativo), gli ambiti tematici, le attività proposte, la qualifica e il ruolo di eventuali esperti e testimoni. L’obiettivo è di comporre un pacchetto di proposte all’interno del quale i volontari, in accordo con i propri olp, possano scegliere, per complessive altre 25 ore di formazione, quelle che ritengono più utili e affini ai propri interessi e ai percorsi di servizio intrapresi. I CONTENUTI E IL PIANO DEGLI INCONTRI: A) PATRIA E DIFESA: IL CONTESTO CHE LEGITTIMA LO STATO A SVILUPPARE L’ESPERIENZA DI SERVIZIO (15 ORE) 1. IL VALORE FORMATIVO DEL SERVIZIO CIVILE Durata: 5 ore Corrispondente ai seguenti moduli previsti dalle Linee guida del Dipartimento della gioventù e del servizio civile: → L’identità del gruppo in formazione → La normativa vigente e la carta di impegno etico → L’organizzazione del servizio civile e le sue figure → Disciplina dei rapporti tra enti e volontari Obiettivi. Creare il gruppo e definire le modalità di lavoro che il gruppo seguirà lungo tutto il corso di formazione. Far esplicitare le motivazioni e le aspettative dei volontari rispetto al SCN e alla formazione generale. Presentare l'organizzazione istituzionale e la disciplina del SC. Formulare il patto formativo. Contenuti. Presentazione e conoscenza reciproca dei partecipanti. Motivazioni e aspettative dei partecipanti rispetto al SC e alla formazione generale. Finalità istituzionali, assetto istituzionale e disciplina del SC. Obiettivi, contenuti, regole di convivenza e modalità di svolgimento della formazione generale. Incontro preliminare all’avvio della formazione generale, che, collocandosi all’inizio dell’esperienza di servizio, assume anche rispetto a quest’ultima una funzione introduttiva, non solo per fornire ai volontari le informazioni utili ad orientarsi nel sistema, ma anche per aiutarli a cogliere la dimensione comunitaria del Servizio Civile, e stimolarli a percepirsi come membri di un corpo civile di difesa della Patria. Si valuterà quindi la possibilità di svolgere l’incontro in forma assembleare, con la partecipazione congiunta di tutti i gruppi classe, dei loro formatori e tutor di riferimento, e dei referenti degli enti. 2. L’ETICA DEL SERVIZIO CIVILE Durata: 10 ore. Obiettivo. 31 Conoscere i valori che la storia e il legislatore attribuiscono al servizio civile e sviluppare una riflessione condivisa sulla loro necessità e attuabilità attraverso il servizio civile. La seconda tappa del percorso formativo è dedicata all’approfondimento dei valori espressi dalla legge 64 del 2001 (art. 1 – principi e finalità) e dalla Carta di impegno etico del servizio civile, considerati non solo nella loro qualità assoluta (quella che li rende una fondamentale ‘premessa’ al servizio civile), ma anche, e soprattutto, nel loro grado di attuazione e praticabilità attraverso la concreta esperienza di servizio. Contenuti (e corrispondenza alle Linee guida dell’Dipartimento della gioventù e del servizio civile → Il dovere di difesa della Patria La Costituzione Italiana (principi fondamentali e valori costituzionali di solidarietà sociale). Il termine Patria come viene definito dalla Carta Costituzionale e successivamente ampliato dalle sentenze della Corte Costituzionale nn.164/85, 228/04, 229/04 e 431/05, in cui si dà contenuto al concetto di difesa civile o difesa non armata. → La formazione civica Dichiarazione universale dei diritti umani, ruolo degli organi costituzionali, organizzazione delle Camere, iter formativo delle leggi. → Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà. Storia dell’obiezione di coscienza in Italia: percorso di idee esperienze e fatti ai quali si deve la maturazione in Italia della consapevolezza che la difesa della Patria non è compito delegato e assolto dalle sole Forze armate, ma che esistono e sono vitali per il Paese e per la sua stessa difesa anche “attività e mezzi non militari”. La nonviolenza: i valori e le teorie di riferimento (i maestri della nonviolenza), gli esempi storici (le lotte nonviolente in Italia e all’estero), le strategie (la pratica della nonviolenza nella gestione dei conflitti). La Difesa popolare nonviolenta (modelli, sviluppi giuridici e istituzionali, legami col servizio civile). B) DIFESA E CITTADINANZA: ATTORI E DINAMICHE SOCIALI (25 ORE) Corrispondente ai seguenti moduli previsti dalle Linee guida del Dipartimento della gioventù e del servizio civile → La protezione civile → Le forme di cittadinanza → Presentazione dell’Ente Obiettivo Esplorare il concetto di cittadinanza come modo di strutturare, codificando diritti e doveri, l’appartenenza ad una collettività che abita e interagisce su un dato territorio. La terza tappa del percorso formativo è dedicata all’approfondimento della dimensione territoriale all’interno della quale il servizio civile si colloca e agisce, non da solo, ma a integrazione e supporto di un’organizzazione istituzionale e sociale esistente di per sé e strutturalmente predisposta alla promozione e alla tutela del benessere, della vivibilità, dell’ordine, della sicurezza. L’obiettivo è quello di accrescere nei volontari la conoscenza del territorio in cui vivono e la consapevolezza dei bisogni e degli interessi in gioco nella tutela del patrimonio comune che esso rappresenta, come premesse essenziali alla maturazione di un senso civico fondato sulla responsabilità e sulla partecipazione. 32 La terza tappa del percorso formativo è affidata agli Enti di servizio civile a ciascuno dei quali si richiedere di progettare e gestire, nell’ambito della formazione generale, un incontro di 5 ore. Gli incontri organizzati dagli enti con la supervisione dei formatori accreditati verranno inseriti nel calendario della formazione generale in modo che ciascun gruppo classe partecipi a 5 incontri organizzati da altrettanti enti del territorio. Il programma degli incontri verrà sviluppato secondo una traccia di lavoro predisposta dai formatori accreditati. La traccia di lavoro non vincola il contenuto della proposta formativa ad un singolo modulo tra quelli previsti nelle linee guida dell’DIPARTIMENTO DELLA GIOVENTÙ E DEL SERVIZIO CIVILE ma li attraversa tutti trasversalmente. Punto di partenza è la Carta Etica sottoscritta da tutti gli Enti accreditati: “Gli enti che partecipano ai progetti di Servizio Civile Nazionale sono consapevoli di partecipare all'attuazione di una legge che ha come finalità il coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con mezzi non armati e non violenti, mediante servizi di utilità sociale. Servizi tesi a costituire e rafforzare i legami che sostanziano e mantengono coesa la società civile, rendono vitali le relazioni all'interno delle comunità, allargano alle categorie più deboli e svantaggiate la partecipazione alla vita sociale, attraverso azioni di solidarietà, di inclusione, di coinvolgimento e partecipazione, che promuovono a vantaggio di tutti il patrimonio culturale e ambientale delle comunità, e realizzano reti di cittadinanza mediante la partecipazione attiva delle persone alla vita della collettività e delle istituzioni a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale”. Ma la funzione degli Enti ai fini della Difesa della Patria non è determinata dallo loro adesione al sistema del Servizio Civile. È piuttosto un prerequisito che gli Enti devono possedere per accreditarsi, e poggia sulla loro natura e sulla loro ‘ordinaria’’ attività sociale. Si chiede dunque agli enti di presentare ai volontari esempi concreti e significativi di ‘difesa civile’ della Patria secondo la loro natura e le loro modalità di intervento sul territorio. Gli esempi possono far riferimento all’Ente in sé per sé (es. la funzione del Comune e le sue relazioni con i cittadini) o a specifiche iniziative promosse nei differenti settori di intervento (assistenza, educazione, ambiente, patrimonio artistico…). I contenuti specifici e le modalità di svolgimento degli incontri saranno definiti dai referenti degli enti in accordo con il tutor e condivisi nel tavolo provinciale per la programmazione delle formazione generale. Nella programmazione degli incontri si chiede di tenere in considerazione alcune attenzioni formative: - a partire dagli esempi proposti fornire elementi utili alla comprensione dei contesti sociali ad essi sottesi (attualità, politica, evoluzione storica delle situazioni di bisogno, criticità…); stimolare i volontari ad un’analisi critica dei temi trattati, offrendo spazio alle loro opinioni e alle loro esperienze. Per orientare il lavoro di programmazione si consegnano agli enti le 5 domande che saranno proposte ai volontari come chiave di lettura degli incontri formativi cui parteciperanno. 1 CHI DIFENDE LA PATRIA? (come si colloca l’Ente nel contesto istituzionale) 2 DIFENDERE CHI (o CHE COSA)? 3 PERCHE’ DIFENDERE? (valori e principi di riferimento dell’azione sociale) 4 DIFENDERE DA CHE COSA (o DA CHI)? (questioni di rilevanza sociale: attualità – territorio) 5 DIFENDERE COME? (risorse strumenti e metodologia dell’azione sociale) C) CITTADINANZA ATTIVA E SERVIZIO CIVILE (5 ORE) Corrispondente ai seguenti moduli previsti dalle Linee guida del Dipartimento della 33 gioventù e del servizio civile → Il lavoro per progetti → Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti → Rappresentanza dei volontari in servizio civile Obiettivo Conoscere la struttura di un progetto e comprenderne la logica; Verificare la corrispondenza tra l’esperienza che i volontari stanno svolgendo, le finalità generali del servizio civile e i suoi obiettivi specifici; Verificare il gradimento della formazione generale e le sue ricadute sull’esperienza di servizio e sulla crescita personale dei volontari; Nell’ultima tappa del percorso formativo si utilizzerà la scheda progetto come strumento per la comprensione della logica di intervento sociale adottata dal servizio civile, Si solleciteranno i volontari a definire se i in che modo il servizio civile rappresenta un modello positivo e attuabile di cittadinanza solidale sia rispetto ai bisogni della comunità sui quali i progetti intendono intervenire sia rispetto alla qualità delle relazioni che i volontari sperimento nelle sedi di servizio. Su queste basi si raccoglieranno possibili proposte migliorative da affidare ai rappresentanti regionali o nazionali di cui si presenterà il ruolo e la modalità di elezione. 34) Durata: Durata: 45 ore suddivise in: • 20 ore d’aula (a cura del Copresc) • 25 ore di conoscenza dei servizi sociali del territorio (a cura degli Enti) Tempi di attivazione: a distanza di un mese dall’avvio dei progetti. Tempi di conclusione: entro il 180° giorno dall’avvio dei progetti. Gli enti si impegnano a concordare con il Copresc la data di avvio in servizio dei volontari. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: Sala riunioni presso San Bartolo , via San Bartolo 119 –Ferrara o presso altre sedi individuate per la partecipazione ad eventi formativi aziendali 36) Modalità di attuazione: La formazione è gestita i n proprio presso l’Ente, con formatori dell’Ente e prevede: Momenti strutturati di lezione frontale Gruppi di discussione a tema a cui il formatore partecipa nel ruolo di facilitatore/moderatore Attività individuale o di gruppo di interesse specifico pertinente il servizio e che apporti un valore aggiunto al lavoro Partecipazione a seminari d’aggiornamento per il personale dell’ U. O. come da Piano Formativo Aziendale l modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di SC ( 4 ore) sarà realizzato con la metodologia a distanza, utilizzando l’ambiente on line del sistema SELF della Regione Emilia Romagna. 34 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Ferraresi Fabio nato a Ferrara il 17/10/1955 Nico Landi nato a Ferrara il 25/06/1970 Ferron Sara nata a Bondeno il 13/03/1980 38) Competenze specifiche del/i formatore/i: I docenti esperti della formazione specifica sono professionisti dell’Ente con competenze attinenti alle attività previste dal progetto; inoltre, alcuni sono autori di pubblicazioni scientifiche inerenti come riportato nei curricula allegati al progetto. Dott Fabio Ferraresi: Laurea specialistica delle professioni sanitarie presso l’Università di Ferrara, Educatore Professionale, Responsabile Assistenziale del Dipartimento di Salute Mentale, già coordinatore del Centro Diurno “Il Convento”, docente al corso di Laurea in Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, esperienza pluriennale nelle attività specifiche del progetto, come da curriculum allegato. Dr Nico Landi: Diploma di Infermiere, Laurea in Filosofia ad indirizzo etico politico conseguita presso Unversità di Ferrara, ha frequentato corsi specifici per formazione formatori, ha tenuto vari corsi sulle tematiche della comunicazione e del counseling filosofico D.ssa Sara Ferron: Laurea in tecnica della riabilitazione psichiatrica; Laurea specialistica in scienze delle professioni sanitarie riabilitative, dipendente a tempo indeterminato dell’Azienda Usl di Ferrara in servizio presso il Dipartimento Assistenziale Integrato DSMDP . 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Momenti strutturati di lezione frontale Gruppi di discussione a tema a cui il formatore partecipa nel ruolo di facilitatore/moderatore Attività individuale o di gruppo di interesse specifico pertinente il servizio e che apporti un valore aggiunto al lavoro Partecipazione a seminari d’aggiornamento per il personale dell’ U. O. come da Piano Formativo Aziendale l modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di SC (4 ore) sarà realizzato con la metodologia a distanza, utilizzando l’ambiente on line del sistema SELF della Regione Emilia Romagna 40) Contenuti della formazione: La mission del DAI SM-DP (DOCENTE: Fabio Ferraresi - 8 ore) L’organizzazione del DAI SM-DP (DOCENTE: Fabio Ferraresi - 8 ore) Aspetti clinici delle Malattie Mentali (DOCENTE: Sara Ferron – 7 ore) Aspetti Sociali delle Malattie Mentali (DOCENTE: Sara Ferron – 7 ore) 35 Aspetti relativi alla comunicazione ( DOCENTE: Nico Landi – 8 ore) Tecniche di Riabilitazione Psichiatrica (DOCENTE: Sara Ferron – 8 ore) La relazione terapeutica: concetti e metodi ( DOCENTE: Nico Landi – 7 ore) La promozione della Salute Mentale ( DOCENTE: Nico Landi – 7 ore) L’equipe curante: competenze e responsabilità (DOCENTE: Fabio Ferraresi - 8 ore) Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari ( 4 ore) Il modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di SC sarà realizzato in maniera coordinata e congiunta nell’ambito del Copresc, mediante 4 ore di approfondimento dei concetti generali in tema di prevenzione e sicurezza nei luoghi di servizio. 41) Durata: La durata della formazione specifica è pari a 72 ore, Le ore di formazione specifica saranno espletate nella seguente modalità: - 70% delle ore previste entro il 90gg dall’avvio del progetto e il restante 30% entro e non oltre il 270 giorno dall’avvio del progetto. Il modulo relativo alla formazione e informazione sui rischi connessi all’impegno dei volontari in progetti di servizio civile sarà erogato entro il 90 giorni di avvio del progetto. Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Per la valutazione della formazione specifica, il personale coinvolto all’addestramento dei volontari di SC provvederà a monitorare periodicamente le competenze acquisite e la qualità delle attività svolte attraverso incontri di gruppo per scambi e riflessioni sulle esperienze vissute, con un approfondimento sulle conoscenze e competenze necessarie per svolgere le attività previste dal progetto. Le attività di monitoraggio saranno realizzate con le seguenti modalità: - Discussione, individuale e/o in gruppi, sulle conoscenze teoriche acquisite - Riflessioni di gruppo sulle competenze che il Volontario ha acquisito nel corso dell'anno di Servizio - Affiancamento - Tutoraggio Il monitoraggio della formazione specifica sarà coordinato all’interno dei vari moduli formativi. Nello specifico sono previsti tre momenti strutturati di rilevazione. Primo – iniziale Durante il primo incontro di formazione i volontari verranno coinvolti in un'attività dinamica per rilevare: - le aspettative del giovane rispetto alla formazione specifica; - la percezione del volontario delle possibili ricadute della formazione sulla proposta di servizio. Elemento fondamentale per avvicinare la formazione generale alle realtà di servizio, nei diversi settori. Metodologia: attività dinamica, discussione con il gruppo classe e commento del formatore. Secondo – in itinere 36 A metà del percorso formativo verrà attivato un momento di condivisione con i volontari sull'andamento della formazione, per indagare: 1. il grado di apprendimento dei contenuti da parte dei volontari; 2. l'effettiva efficacia dei formatori; 3. l'attinenza alla traccia di lavoro; 4. eventuali criticità. Metodologia: discussione del gruppo classe; commento del formatore. Terzo – finale Al termine del percorso formativo, durante l’ultimo incontro, verrà somministrato un questionario di verifica della formazione specifica, con verifica e commento delle risposte attraverso attività dinamiche, per rilevare: 5. l'andamento della formazione (contenuti, dinamiche, metodologie, organizzazione); 6. la reale ricaduta della formazione sulla proposta di servizio che il volontario sta vivendo, per indagare le connessioni tra formazione, attività, progetto. Metodologia D. somministrazione del questionario a risposta chiusa e aperta: compilazione individuale; E. attività dinamiche; F. verifica in plenaria, coordinata dal formatore, con dialogo con i volontari. I dati raccolti e rielaborati dalle rilevazione saranno analizzati anche in ambito Co.Pr.E.S.C, ed in parte utilizzati per la riprogettazione del percorso formativo con gli Enti partecipanti. MONITORAGGIO DELLA FORMAZIONE GENERALE condiviso in ambito Copresc Il monitoraggio della formazione generale congiunta sarà coordinato, all'interno del percorso formativo dei volontari, attraverso due momenti di rilevazione. Primo – iniziale Durante il primo incontro di formazione i volontari verranno coinvolti in un'attività dinamica per rilevare: le aspettative del giovane rispetto alla formazione generale; la percezione del volontario delle possibili ricadute della formazione generale sulla proposta di servizio. (Elemento fondamentale per avvicinare la formazione generale alle realtà di servizio nei diversi settori). Metodologia • Attività dinamica; • Esercitazione individuale; • Condivisione in plenaria e commento del formatore. Secondo – finale Al termine del percorso formativo, durante l’ultimo incontro, verrà somministrato un questionario di verifica della formazione generale con successiva discussione e rielaborazione orale delle risposte attraverso attività dinamiche. Questo per rilevare: l'andamento della formazione generale (contenuti, dinamiche, metodologie ed organizzazione); la reale ricaduta della formazione sulla proposta di servizio che il volontario sta vivendo. (Elemento fondamentale per indagare le connessioni tra formazione, attività e progetto). Metodologia 37 • • • Somministrazione del questionario a risposta chiusa e aperta: compilazione individuale; Attività dinamiche (giochi di posizione e di schieramento); Verifica in plenaria, coordinata dal formatore, con dialogo con i volontari. I dati raccolti e rielaborati dalle rilevazione saranno analizzati anche in ambito Copresc e in seguito presentati in una riunione di verifica e di riprogettazione del percorso formativo con i referenti per la formazione generale degli enti partecipanti. 31/07/2014 Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente 38 39 40