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Assieme è meglio

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Assieme è meglio
(Allegato 1)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
Azienda Sanitaria Locale di Ferrara
Azienda Usl Ferrara (NZ01954 – albo regionale – classe seconda) – Via Cassoli n. 30 –
Ferrara – Tel. 0532/235111 – www.ausl.fe.it
L’Azienda Usl di Ferrara ha personalità giuridica pubblica, autonomia economica,
finanziaria, gestionale, patrimoniale e organizzativa. E’ indirizzata alla erogazione di servizi
sanitari e socio-assistenziali ad elevata integrazione sanitaria in conformità ai livelli
essenziali e uniformi di assistenza previsti dal Piano Sanitario Nazionale e dalle leggi
regionali locali. L’Azienda concorre alla formazione dei Piani per la salute e provvede alla
realizzazione degli obiettivi indicati. Può assumere la gestione di attività o servizi socioassistenziali su delega dei singoli Enti Locali e secondo le modalità stabilite dalla vigente
normativa e mediante accordi programmatici stipulati con gli stessi come si verifica con i
Piani di Zona.
Ha come territorio di competenza la Provincia di Ferrara il cui territorio è suddiviso in 26 Comuni
organizzati in 3 Distretti: Ovest, Centro Nord e Sud Est.
Il progetto di servizio civile volontario di seguito rappresentato fa riferimento al territorio
del Distretto Centro Nord e al Distretto Ovest.
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
Nz01954
Regionale, Emilia Romagna
2a
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
ASSIEME E’ MEGLIO Il sostegno al paziente psichiatrico, dall'esordio della malattia al
reinserimento sociale
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Settore: Assistenza
Area: Disabili
Codice: A06
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con
riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei
destinatari e dei beneficiari del progetto:
1
DIPARTIMENTO ASSISTENZIALE INTEGRATO
SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE
a cura di:Adello Vanni, Luigi Grassi, Luisa Garofani, Stefano Palazzi, Gino Targa, Manuela Colombari,
Fabio Ferraresi, Cristina Sorio
Il Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale e Dipendenze Patologiche (DAI SM DP) è la struttura
operativa dell’Azienda USL di Ferrara che si configura come l’organizzazione di base per il governo delle
Unità Operative Complesse: Psichiatria Adulti (CSM), Neuropsichiatria Infanzia-Adolescenza (UONPIA);
SerT - Dipendenze Patologiche; Psichiatria Ospedaliera a direzione Universitaria.
Il Dipartimento gestisce e organizza le attività per la produzione dei prodotti finalizzati alla:
· prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del disagio psichico, del disturbo mentale e delle disabilità
psicofisiche delle persone, sia minori che adulti;
· garanzia di interventi in regime d’urgenza e programmati;
· prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi da uso, abuso, dipendenza da sostanze psicoattive e del
gioco d’azzardo patologico.
Nel 2013 è stata approvata la riorganizzazione del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale e
Dipendenze Patologiche che prevede la complessiva revisione organizzativa della macrostruttura onde
garantire l'organicità degli interventi nell'assetto strutturale, nonché l'adeguamento al nuovo impianto
legislativo e alla complessiva rete di funzioni e competenze istituzionali.
La proposta riorganizzativa è in linea con la legislazione vigente, il Piano triennale Salute Mentale 20092011 e le attuali linee di contenimento delle spese nazionali, regionali ed aziendali e ha realizzato le seguenti
azioni di cambiamento: sviluppo della semplificazione e razionalizzazione dei percorsi di accesso e di presa
in carico dei pazienti, garantendo livelli di appropriatezza e qualità assistenziale e del rispetto della sicurezza
anche degli operatori; unificazione dell’assistenza psichiatrica nell’area ospedaliera attraverso la costituzione
di una Unità Operativa a direzione universitaria; unicità e continuità dei percorsi terapeutici riabilitativi nel
territorio provinciale attraverso la costituzione di una estesa U.O. complessa che governa unitariamente nel
territorio la salute mentale, superando la logica particolaristica dei distretti Centro/Nord e Sud/Est;
integrazione intra - dipartimentale e interdipartimentale (Dipartimento Sanità Pubblica, Dipartimento Cure
Primarie) e con l’Azienda Ospedaliera Universitaria; superamento della logica della frammentazione
distrettuale delle risorse umane amministrative riorganizzando l'U.O. Servizi Amministrativi del DAI SM
DP.
La Rete
Il Dipartimento di Ferrara è da anni attivo nella costruzione della RETE per la promozione della Salute
Mentale. Già sono attivate collaborazioni con il Comune di Ferrara e il Comune di Cento,il Centro Servizi
Volontariato, le Associazioni ricreativo - culturali, i Centri Sociali degli anziani esistenti nel territorio.
Il DAI SM-DP ha in atto percorsi d’integrazione con altri professionisti e parti dell’Ente oltre che con
l’Azienda Ospedaliero-Universitaria, le amministrazioni locali e gli organismi del terzo settore. Tali
integrazioni sono state tutte formalizzate attraverso protocolli e procedure condivise:
∙ Con i Medici di Medicina Generale, attraverso una collaborazione sui singoli casi (Progetto Liggieri)
∙ Con l’Arcispedale tramite il Servizio di Consulenza svolta sia dalla Clinica Psichiatrica
convenzionata che dal Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura e inoltre attraverso un protocollo di
collaborazione con il Centro per i Disturbi Alimentari
∙ Con il Dipartimento di Sanità Pubblica tramite la partecipazione di Dirigenti Medici di Psichiatria alle
Commissione di Valutazione per l’Invalidità Civile, per l’idoneità al lavoro, per il porto d’armi e il
permesso di guida.
∙ Con il Volontariato e il Comune capoluogo di Provincia con i quali è in atto un’esperienza avanzata a
livello provinciale, focalizzata sui progetti di reinserimento lavorativo.
∙ Con le Associazioni di familiari di sofferenti psichici si è ulteriormente consolidato e strutturato la
relazione d’integrazione, tramite l'attuazione di un protocollo condiviso e la partecipazione ad attività
riabilitative e risocializzanti.
2
Comitato Utenti Famiglie Operatori (CUFO)
Il Comitato Utenti Famiglie e Operatori è un importante organismo di integrazione tra i diversi attori
istituzionali e sociali, che hanno come mission lo sviluppo della salute mentale.
Il CUFO nel corso degli ultimi 4 anni si è regolarmente incontrato (ogni anno in media 5 incontri plenari, 6
incontri dei vari sottogruppi di lavoro) per affrontare i problemi che i percorsi curativi e riabilitativi possono
incontrare: qualità dei prodotti erogati, percorsi organizzativi, soddisfazione di famigliari-utenti e operatori.
CENTRO SALUTE MENTALE ADULTI
Attività Ambulatoriale
Centro
nord Ovest
Sud
est
Non
Resid
.
2013
2012
∆%
Numero Utenti Trattati
3421
851
1975
407
6.654
6.888
-3,4%
Nuovi ingressi:
1662
427
836
343
3.268
3.454
-5,4%
Ingressi Ambulatoriali
1035
353
587
118
2.093 2.224
-5,9%
564
50
207
184
1.005 1.088
-7,6%
63
24
42
41
488
105
284
47
Pazienti già in carico
2.002
476
1314
Pazienti in carico TOTALI
2.490
581
1598
Consulenze Ospedaliere
Ingressi Reparto
Pazienti presi in carico
170
142
+19,7%
1.051
-12,1%
103
3.895 3.825
+1,8%
150
4.819 4.876
-1,2%
924
Nei Centri di Salute Mentale (CSM) si trovano le strutture e le equipe che garantiscono i diversi tipi di cure
psichiatriche territoriali; le cure possono essere erogate in ambulatorio, a domicilio, in semiresidenza (Centro
Diurno), nei Gruppi appartamento e nelle Unità Abitative, nelle Residenze psichiatriche a Trattamento
Intensivo e a Trattamento Protratto. Queste ultime residenze psichiatriche rispondono alle necessità di
ricovero riabilitativo per tutto il DAI SM DP. Nei CSM vengono sviluppate le linee di indirizzo previste nel
programma regionale “G. Leggieri” che ha la finalità di favorire l’integrazione clinica tra il Dipartimento
Salute Mentale e il Dipartimento delle Cure Primarie a favore dei cittadini che presentano disturbi
psichiatrici.
Spetta ai Centri di Salute Mentale rispondere alle richieste di Prima Visita psichiatrica ed Accoglienza, di
Visita in urgenza, di Trattamenti Sanitari Obbligatori, di Trattamenti psichiatrici semplici e di Trattamenti
riabilitativi integrati. Questi ultimi, assieme agli inserimenti lavorativi, sono il centro delle cure per
sviluppare le competenze psicosociali nei pazienti che hanno presentato una diminuzione delle abilità.
Indispensabile è l’integrazione con le famiglie dei pazienti e con le agenzie socio-sanitarie degli Enti Locali(
ASP, Associazioni dei Servizi Sociali).
Nel 2013 i pazienti che si sono rivolti ai servizi territoriali della Psichiatri Adulti sono stati 6.654 (58,7
maschi; 41,3% femmine), distribuiti per il 51,4% nel distretto Centro Nord, per il 29,7% nel distretto Sud Est
e per il 12,8% nel distretto Ovest. La quota degli utenti non residenti raggiunge il 6,1% del totale.
3
ATTIVITA'
AMBULATORIALE
PSICHIATRIA
ADULTI
Anno 2012
Anno 2013
NUMERO UTENTI TRATTATI
6.888
6.654
NUOVI INGRESSI
3.454
3.261
Ambulatoriali
Consulenze
ospedaliere
Ingressi reparto
2.224
2.086
1.088
1.004
142
171
NUOVI PAZIENTI PRESI IN
CARICO
1.051
921
PAZIENTI GIA' IN CARICO
3.825
3.896
TOTALE PAZIENTI IN CARICO
4.876
4.817
I nuovi ingressi rappresentano il 49% dell’utenza complessiva: si tratta in prevalenza di attività sanitarie
ambulatoriali (64%), anche se le consulenza ospedaliere rappresentano il 31%. Gli ingressi in reparto hanno
riguardato 170 pazienti, il 5,2% dei nuovi ingressi. I pazienti in carico totali sono risultati 4.819, il 72,4%
degli utenti trattati, di questi 924 (19,2%) sono risultati nuovi utenti e 3.825 (80,8%) già in carico da anni
precedenti.
I casi prevalenti sulla popolazione residente di età >= 18 anni sono risultati di 210,8 ogni 10.000 abitanti (la
media regionale nel 2012 era di 208/10.000 abitanti).
Questi dati rivelano che i trattamenti diagnostici terapeutici del CSM sono rivolti in particolare verso i
disturbi psichiatrici maggiori (psicotici (19,6%), gravi disturbi affettivi (15,8%), gravi disturbi di personalità
( 7,7%) e disturbi psichiatrici associati ad abuso di sostanze); contemporaneamente il CSM cura anche i
disturbi meno gravi presenti nella popolazione, quali i disturbi nevrotici (18,9%) e i disturbi reattivi.
Questi dati indicano che la popolazione trattata nei CSM è principalmente caratterizzata da un’alta
percentuale di persone con età avanzata (42,3% dai 45-64; 27% over 65), come riflesso della tendenza alla
cronicizzazione di molti disturbi psichiatrici.
DIAGNOSI
< 18 anni
18 - 24 anni 25 - 44 anni 45 - 64 anni
PSICOSI
DISTURBI
PERSONALITA'
DISTURBI INDOTTI
SOSTANZE
355
653
268
1303
8
157
522
365
1052
1
45
373
497
342
1258
1
22
205
237
44
510
7
49
74
17
147
32
315
417
262
1026
18
84
88
33
224
1
12
212
225
30
61
100
192
DI
DA
DISTURBI REATTIVI
RITARDI MENTALI
1
DEMENZE
DISTURBI ORGANICI
TOTALE
2013
27
DISTURBI AFFETTIVI
DISTURBI NEVROTICI
>65 anni
1
4
ALTRE DIAGNOSI
10
25
57
57
47
196
IN OSSERVAZIONE
4
25
179
171
84
463
2
8
23
25
58
212
1.813
2.812
1.799
6.654
IN ATTESA DI
VALUTAZIONE
TOTALE
17
Trattamenti Residenziali
Il Dipartimento gestisce due Residenze Psichiatriche a Trattamento Intensivo e una Residenza a Trattamento
Protratto, per un totale di 92 posti letto a gestione diretta.
La strutture residenziali sono in rete tra loro; una “cabina di regia dipartimentale” analizza costantemente i
volumi dei ricoveri annuali, studia i percorsi dei ricoveri, la loro appropriatezza ed aggiorna protocolli,
procedure ed istruzioni operative.
Le Residenze Psichiatriche a Trattamento Intensivo (RTI) sono la “Luna” (a Ferrara) e la “Franco
Basaglia”(a Portomaggiore); dispongono di 16 posti letto ciascuna e sono integrate sia con le due strutture
ospedaliere (dalle quali possono ricevere pazienti), sia con le strutture territoriali, per i ricoveri programmati.
Le residenze rispondono alla necessità di stabilizzare il quadro clinico acuto psicopatologico e di iniziare
percorsi riabilitativi con approccio bio psico sociale. Il ricovero medio presso queste residenze ha la durata di
rispettivamente di 56,2 e 45,7 giorni.
2013
2012
RICOVERI
GG.
degenza
PAZIEN
TI
ricoverati
RICOVERI
GG.
degenza
PAZIENTI
ricoverati
Il Convento - S. Bartolo (adulti)
74
11.346
47
73
11.444
40
La Luna (adulti)
97
5.450
73
92
5.654
73
Basaglia (adulti)
122
5.540
83
117
5.711
67
119
42.475
119
130
45.869
130
98
30.102
98
109
31.549
109
217
72.577
217
239
77.418
239
64
1.546
52
79
2.714
68
Ricoveri Residenziali a gestione
diretta
Ricoveri Residenziali in Retta
Altre Residenze non definite
(adulti - ex op)
Altre Residenze non definite
(adulti - no op)
TOTALE
Ricoveri Residenziali in Retta in
altre Province a residenti
Case di cura accreditate Entro
RER
Trattamenti Semiresidenziali (Centri Diurni)
Il Centro Diurno “Il Convento” è una struttura semiresidenziale a 55 posti, aperto 365 giorni all’anno,
fornisce una risposta riabilitativa psichiatrica ed occupazionale per i cittadini residenti nella provincia di
Ferrara. Compito del Centro è garantire un Trattamento psichiatrico integrato ai cittadini affetti da disturbi
psichiatrici in fase sub acuta e/o cronica.
Lo staff considera il percorso riabilitativo in Centro Diurno come un momento del trattamento più vasto del
paziente, in stretta collaborazione con i colleghi invianti e la famiglia; pertanto è importante realizzare la
continuità terapeutica con l’equipe inviante e l'informazione/partecipazione delle famiglie al trattamento.
L'integrazione si realizza attraverso un approccio bio psico sociale, che sostiene la relazione tra "stress
ambientale - vulnerabilità individuale - disturbi psichiatrici".
5
PL
Gruppi Appartamento e Unità Gruppi Appartamento
Abitativa (semestrale)
Unità Abitative
30
20
Anno 2012
Pazienti
31
21
Anno 2012
n.
Accessi
Accessi nei CD (semestrale)
Il Convento (S. Bartolo)
Maccacaro (Ferrara)
Pazienti
14909
5077
60
94
Gruppi Appartamento e Unità Abitative supportate
Il CSM utilizza numerosi gruppi appartamento e unità abitative per curare numerosi pazienti nel contesto
normale della società secondo l’orientamento tipico della psichiatria di comunità che privilegia l’ottica della
riabilitazione bio psico sociale territoriale. Questo tipo di trattamento riabilitativo è concordato con il
paziente, la famiglia, l’amministratore di sostegno e le cooperative sociali con le quali il Dipartimento è in
convenzione.
Pazienti in trattamento presso il Centro Salute Mentale in Gruppi Appartamento e Unità Abitative
2011
2012
2013
Posti letto
30
30
28
Pazienti
35
31
29
Posti letto
20
20
28
Pazienti
20
21
31
Gruppi Appartamento
Unità Abitative
PSICHIATRIA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA
Anno 2012
GGDege
N. Pazienti
n. ricoveri
nza
Ricoverati
Ricoveri
SPOD
Ospedalieri
SPDC
SPOI della
RER ed
EXTRA RER
ricoveri TSO
(solo SPDC)
n.
ricoveri
Anno 2013
GGDege N. Pazienti
nza
Ricoverati
433
423
5468
5182
305
312
466
489
5481
5712
334
362
24
392
21
23
308
19
106
807
95
114
683
107
6
Nel DAI SMDP esistono due servizi di psichiatria ospedaliera:
il Servizio Psichiatrico Diagnosi Cura (15 posti letto c/o Azienda Ospedaliero-Universitaria - Arcispedale S.
Anna)
il Servizio Psichiatrico Ospedaliero Intensivo (15 posti letto c/o Ospedale del Delta) che sono stati
riorganizzati nell’Unità Operativa di Psichiatria Ospedaliera a Direzione Universitaria.
Queste due strutture rispondono alle necessità cliniche sia dell’urgenza psichiatrica e dipendenze patologiche
sia dei ricoveri ospedalieri programmati di cittadini con disturbi in fase acuta.
SER.T – PROGRAMMA DIPENDENZE PATOLOGICHE
Anno 2012
NUMERO UTENTI TRATTATI
NUOVI PAZIENTI PRESI IN
CARICO
ATTIVITA'
AMBULATORIALE
PAZIENTI GIA' IN CARICO
SERT
TOTALE PAZIENTI IN
CARICO
Anno 2013
2.205
2.225
336
288
Ambulatoriali
286
247
In carcere
50
41
1.136
1.218
Ambulatoriali
1.038
1.119
In carcere
98
99
1.472
1.506
Si occupa della prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi legati al consumo problematico e alla
dipendenza patologica da eroina, cocaina, alcol, poliabuso di sostanze chimiche, cannabinoidi e tabacco.
Garantisce la continuità del trattamento per i detenuti tossicodipendenti in carcere attraverso l’équipe carcere
del Dipartimento e la prevenzione della mortalità e morbilità con interventi di riduzione del danno.
Il servizio affronta l’insieme dei problemi presentati dall’utente con un approccio biopsicosociale. La
persona è al centro dell’intervento dell’équipe multidisciplinare che affronta i problemi della salute, delle
conseguenze psicologiche, familiari, legali e sociali causate dalla tossicodipendenza. Il SerT lavora in rete
con i servizi inter e intra dipartimentali per i casi in doppia diagnosi, i servizi sociali (ASP) e il sistema del
privato sociale accreditato (Comunità Terapeutiche) attraverso il Programma Dipendenze Patologiche. Negli
ultimi anni l’attenzione è rivolta anche alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico (GAP). Sono in
aumento, infatti, tipi di dipendenza sine substantia, che presentano tratti caratteristici in comune con la
tradizionale dipendenza da sostanze stupefacenti.
Programmi di prevenzione mirata e interventi precoci, in collaborazione con Spazio Giovani, Promeco,
Operatori di Strada, per interventi sul territorio non medicalizzati e per la presa in carico e cura per la fascia
d’età 14-24 anni, nella consapevolezza che prima si interviene e più risulta favorevole l’evoluzione clinica.
Il Servizio Tossicodipendenze (SerT)
Il SerT svolge attività di prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi da uso/abuso, dipendenza da sostanze
psicoattive, legali e illegali (droghe, alcol, tabacco). Su tutto il territorio provinciale è attivo un Centro per la
prevenzione e cura del giocatore d’azzardo patologico che si occupa delle problematiche che
investono il giocatore, la sua famiglia e il contesto sociale. All’interno del SerT opera un’équipe
multidisciplinare, composta da professionisti di differenti competenze (medici, psicologi, assistenti sociali,
educatori professionali, infermieri professionali, assistenti sanitari), per garantire una presa in carico globale
ed unitaria che valorizza la centralità della persona, occupandosi dei suoi problemi con un approccio
biopsicosociale. Particolare attenzione è rivolta alla prevenzione delle malattie infettive, alle patologie
croniche correlate all’abuso di sostanze, alla qualità della vita e all’integrazione sociale della persona.
7
SALUTE MENTALE E RIABILITAZIONE INFANZIA E ADOLESCENZA UONPIA
Anno 2012
Anno 2013
NUMERO UTENTI TRATTATI
3.772
3.782
NUOVI PAZIENTI
1.352
1.209
530
614
2.140
2.316
TOTALE PAZIENTI IN CARICO
2.670
2.930
TOTALE CARTELLE APERTE
5.077
5.313
NUOVI PAZIENTI PRESI IN
ATTIVITA'
AMBULATORIALE CARICO
MINORI
PAZIENTI GIA' IN CARICO
Nella provincia di Ferrara l’attività di neuropsichiatria e psicologia clinica dell’infanzia-adolescenza è
erogata dall’Ausl tramite una Struttura Complessa del DAISMDP. L’ambito di attività si svolge all’interno
dei requisiti specifici stabiliti dal DRG 911/2007. Gli obiettivi di lungo periodo si riferiscono alla
programmazione regionale, mentre quelli di breve periodo riflettono anche le esigenze di budget aziendale.
La riorganizzazione dipartimentale 2013 valorizza i percorsi di accoglienza, valutazione e trattamento per
l’infanzia-adolescenza consolidati negli anni precedenti. L’obiettivo è prevenire le eventuali conseguenze
nell’età adulta del disagio e della disabilità riscontrate nell’età dello sviluppo. Alle famiglie che chiedono
consulenza e trattamenti specifici si offre un colloquio informativo di accesso da parte di un dirigente medico
o psicologo liberamente prenotabile presso tutte le sedi CUP di Ferrara e provincia, o telefonicamente allo
0532 975 123. L’eventuale urgenza va semplicemente attestata con l’apposita richiesta del medico di
medicina generale, pediatra o altro specialista. I tempi d’attesa si mantengono da anni tra i più bassi della
Regione Emilia-Romagna e hanno un andamento stagionale legato all’anno scolastico. La comunicazione
interna si realizza in incontri di équipe in ciascun Polo di erogazione territoriale: Ferrara - Messidoro,
Copparo /Casa della salute, Codigoro - Comacchio, Portomaggiore/Casa della Salute e Cento - Bondeno.
Periodicamente vi sono incontri di coordinamento UONPIA e tra i vari gruppi professionali di questo
servizio multidisciplinare. La comunicazione con le famiglie e gli operatori del sistema educativo sociosanitario integrato che caratterizza la realtà locale s’impernia sulla stesura di documenti sanitari elaborati dai
dirigenti psicologi e medici dell’UO in collaborazione con il comparto educativo -riabilitativo (educatori
professionali, fisioterapisti, logopedisti).
Criticità su cui intervenire con il progetto e la sua utilità
La necessità dell’aumento e della diversificazione delle richieste\bisogni dei pazienti, richiedono un
crescente impegno professionale, tecnico e relazionale in un contesto sociale impoverito e in una rete
sociale debole che deve essere potenziata attraverso lo sviluppo di percorsi d’inclusione sociale, che
contemporaneamente favoriscono il superamento dei pregiudizi verso la malattia mentale .
In quest’ottica quindi si ritiene fondamentale la presenza dei volontari .per garantire la necessaria
continuità nella mediazione a sostegno delle attività in cui sono inseriti i pazienti psichiatrici.
Il Progetto ha come obiettivo il POTENZIAMENTO DELLA RETE DI INCLUSIONE SOCIALE per
pazienti giovani adulti con disturbo psichico in cura presso il DAI SM- DP ed in particolare per i pazienti
in carico al Centro Diurno "il Convento", Residenza Psichiatrica “La luna” e al Servizio Psichiatrico
Territoriale di Portomaggiore.
La collaborazione con il Terzo settore nelle fasi di gestione integrata dei casi complessi rappresenta l’area
di “qualità” che il volontario di servizio civile offre alla rete sociale.
In un’ottica di prevenzione dell’emarginazione, dell’esclusione sociale e di riduzione dello stigma della
malattia mentale gli interventi previsti permetteranno la promozione di percorsi di integrazione sociale e di
reinserimento lavorativo. Attraverso il recupero delle competenze relazionali, cognitive e lavorative, i
pazienti potranno migliorare la propria qualità di vita, riducendo gli episodi di riacutizzazione della
sintomatologia psichiatrica.
8
Risultati raggiunti con i precedenti progetti di servizio civile
Fondamentale è stato in questi anni il contributo dei volontari in servizio civile volontario che, per la
giovane età, l’entusiasmo e la capacità di coinvolgimento hanno favorito l’integrazione dei pazienti nei
percorsi di vita quotidiani, la costruzione di esperienze di superamento delle divisioni tra sano e malato, tra
curante e curato, nell’ottica della costruzione di una società maggiormente tollerante e capace di creare
spazi, dilatare tempi per far spazio a tutte le sue componenti.
I Volontari in s.c.v., inseriti nei servizi psichiatrici dal 2006/07 hanno contribuito alla creazione di una rete
d’inclusione sociale, hanno favorito il superamento del pregiudizio nei confronti della disabilità psichica,
hanno migliorato l’immagine che i cittadini hanno dei servizi psichiatrici, hanno gestito attività interne alle
unità operative e nei luoghi d’aggregazione sociale.
Il servizio civile costituisce un supporto forte e significativo per il dipartimento, favorendo la capacità di
trasmissione delle informazioni e della mission del servizio a persone che, per definizione, ne hanno solo
una superficiale conoscenza, hanno contribuito alla crescita d’alcuni interventi che, con le risorse umane
esistenti, non sarebbero stati attivati. Infine ragazzi si sono distinti per la creazione di un ottimo rapporto
con i familiari tanto da diventare un punto di riferimento importante.
Destinatari delle attività previste dal progetto :
I pazienti psichiatrici in carico ai Servizi Psichiatrici Territoriali
Beneficiari delle attività previste dal progetto:
le famiglie dei pazienti e più in generale il contesto di vita in cui vivono
La ricaduta del progetto inciderà positivamente nella comunità locale attraverso azioni finalizzate alla
promozione di:
• potenziamento dell’ integrazione tra i pazienti e la comunità
• favorire la socializzazione delle esperienze fra il Centro e il territorio
• sostenere la costruzione di una rete che avvicini la comunità alla vita del DAI SM DP
Dotazioni organiche coinvolte nel progetto
Dipartimento : Direttore di Dipartimento dott. Adello Vanni
Responsabile Assistenziale di Dipartimento dott. Fabio Ferraresi
SPT Portomaggiore:
Direttore di Unità Operativa dott. Gino Targa
Responsabile di Modulo dott. ssa Vilma Conti
Dirigenti Medici dott.ssa Silvia Lanza dott. ssa Mascia Agostini
Dirigente Psicologo dott. G.Pietro Mantovani
Coordinatore CPSE Garbini Riccarda
Infermieri Bruni Alessandra DalPozzo Tiziana Folegatti Annalisa Marzocchi Franca Mazzanti Franca
Menghini Rita Morelli Leda Raisi Iliano Serravalli Gloria Giacomoni Luisa
Assistente Sociale Marmugi Giovanna
Centro Diurno ”il Convento ” :
Direttore di Unità Operativa Dott. Gino Targa
Responsabile di Modulo Dott.ssa Raffaella Bivi
Coordinatore CPSE Lambertini Sergio (OLP)
Infermieri Celati Eva Tomasin Maria Catia Schiesaro Sabrina Guzzinati Rosetta Trasforini Simona
Educatori Bottoni Barbara Ziotti Mauro Batista Diana Zappaterra Marina
OSS Banzi Luciana Dallagà Paola gianati Ombretta Grandi Lorena Sitta Cristiana Ferrioli Licia
Assistenti Sociali Stanzani Enrico Defilippis Carmela
Autisti Pezzini Paolo Menegatti Paolo Zerbini Michele Carletti Roberto
Residenza Psichiatrica a Trattamento Intensivo (RTI) La Luna :
Direttore di Unità Operativa Dott. Gino Targa
Responsabile di Modulo Dott.ssa Luciana Marmai
Dirigente Medico Psichiatra Dott Bruno Biancosino
Coordinatore CPSE Bertasi Raffaella
Infermieri Artioli Manuela Barboni Laura Beccati Arianna Bertelli Luca Bolognesi Cinzia Di Pietrantonio
Rosita Manoli Anna Negrini Daniela Pastorello Milena Saccenti Andrea Bueno de Andreade Rosangela
Trevisani Fulvia
Educatori Peroli Lucia Marzola Sonia Bianconi Giovanna (OLP)
9
7) Obiettivi del progetto:
Obiettivo generale:
Reinserimento sociale dei pazienti in carico alle Unità Operative del DAI SM-DP , con
partecipazione alle attività occupazionali – lavorative, ludiche e ricreative offerte dalla città.
Si precisa che tutte le attività previste dal progetto saranno condotte nel rispetto della normativa in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al Decreto legislativo 9
Aprile 2008 , n 81, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 3 Agosto 2009 , n 106 e di
quella relativa al settore cui si riferiscono
Le priorità di questo progetto sono direttamente collegati al Piano di Zona ed ai relativi piani
attuativi.
Riportiamo di seguito una parte del Capitolo 2 del Piano di Zona attualmente in essere, in cui si
ricostruiscono i bisogni emergenti e s’individuano gli obiettivi strategici del triennio confermati
anche nel piano attuativo.
Da questo stralcio si evince come, sulla base dei bisogni emergenti, anche i progetti di Servizio
Civile siano orientati a sviluppare una precisa area d’intervento, quella della domiciliarità ( intesa
come superamento del ricovero istituzionale e reinserimento in situazioni abitative “ normali “
inserite nel tessuto sociale), dei trasporti e della fruizione del territorio. << Molte sono le
problematiche ed i fattori che s’intrecciano nell’area in questione: le caratteristiche geografiche del
territorio, l’invecchiamento della popolazione…Alcuni di questi fattori sono trasversali rispetto a più
le aree d’intervento, alcuni, ancora, possono definirsi strutturali, in quanto strettamente dipendenti
dalle caratteristiche proprie del territorio. Elementi distintivi del territorio sono:
- Il problema delle strutture residenziali: del loro potenziamento e ridefinizione in base ai bisogni del
territorio e dell’eventuale accesso unico ad esse;
- Le carenze della rete territoriale dei trasporti…;
Gli obiettivi prioritari del triennio sono dunque, oltre al consolidamento dei servizi esistenti:
- Potenziamento dei trasporti;
- Sviluppare attività ed iniziative per il tempo libero...
Progettare azioni di rafforzamento delle reti sociali e di buon vicinato per il sostegno delle situazioni
di fragilità ed isolamento.>>
<< Anche nell’ambito della disabilità,…ricorrono alcuni elementi che possono considerarsi
trasversali rispetto ad altre aree o strutturali (ad esempio il problema dei trasporti). I principali
bisogni emergenti nel territorio sono dunque:
- Scarsa integrazione dei soggetti disabili e difficoltà a coinvolgere le loro famiglie;
- Carenze nell’offerta d’iniziative per il tempo libero e di socializzazione; necessità d’interventi di
sostegno alle famiglie;
- Carenze nella rete territoriale dei trasporti;
- Necessità di sperimentare forme innovative di residenzialità;
Pertanto si sono individuati i seguenti obiettivi prioritari per il triennio, oltre al mantenimento dei
servizi esistenti:
- Potenziamento dei trasporti;
- Potenziamento d’interventi di sostegno alle famiglie;
- Miglioramento della fruibilità degli spazi;
- Promozione di un coordinamento a favore dell’integrazione lavorativa di persone in situazione di
handicap e svantaggio sociale;>>
Il progetto di s.c.v. favorisce, quindi il recupero delle competenze relazionali e cognitive dei
pazienti, permettendo loro di migliorare la qualità della vita attraverso la partecipazione ad attività
occupazionali e ricreative, di ridurre il carico familiare, migliorando il clima di convivenza, di
ridurre gli episodi di riacutizzazione della sintomatologia psichiatrica. Il progetto di s.c.v. è
presentato oltre che nelle unità operative coinvolte al Comitato ristretto di Dipartimento che né dà
l’avvallo tecnico e l’autorizzazione; sarà presentato ai tavoli locali del Piano di zona.
10
Obiettivi specifici per gli utenti, i care giver e la comunità locale
Bisogni \criticità
che possono essere superati con il
progetto.
Isolamento sociale dei pazienti con
possibile aumento delle richieste di
ricovero in struttura
Presenza di conflitti familiari e sociali
Obiettivi specifici
recupero delle competenze di vita sociale, (utilizzo corretto dei
luoghi e dei mezzi pubblici: es. bar, tram, alberghi, spiaggia,
cinema, gruppi di volontariato, ecc.)
partecipazione alle attività riabilitativo - occupazionali, ludiche
e ricreative
Riduzione dell’autonomia economica dei implementazione dell’autonomia economica attraverso il
pazienti
graduale reinserimento nel mondo del lavoro
Scarsa autostima dei pazienti, con aumento recupero e potenziamento delle competenze cognitive e
delle richieste di visite specialistiche e di culturali, ad es. attraverso l’approfondimento di semplici
trattamenti psicofarmacologici
letture (lettura del giornale, visione di film, ecc.)
Isolamento sociale del paziente e/o della
famiglia
Isolamento sociale del paziente e/o della
famiglia
potenziare l’integrazione dei pazienti \ comunità attraverso la
partecipazione ai momenti comuni (gite, sagre, feste,
ecc.)(club auto/mutuo aiuto)
orientare alla rete dei servizi con azioni informative all’utente
ed alla famiglia
Obiettivi specifici per i giovani
Per i volontari del servizio civile sarà un’occasione di crescita personale, umana e professionale, con un
ruolo attivo nella vita sociale del territorio sviluppando le loro conoscenze e competenze, partecipando a tutte
le attività previste dal progetto, vivranno concretamente un’ esperienza di formazione civica e di solidarietà
sociale, di promozione della cooperazione con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi
alla persona come previsto dall’art. 1 della legge 6 marzo 2001 n 64.
Obiettivi specifici
Risultati attesi
Formazione civica e sociale dei Volontari in Servizio Civile
Sensibilizzare i Volontari in Servizio Maggiore conoscenza e consapevolezza del tessuto sociale e
Civile riguardo alle problematiche sociali delle sue criticità, relative al progetto scelto, ed ad altre aree
del territorio.
di intervento del volontariato territoriale .
Favorire tra i Volontari in Servizio Civile
una concreta assunzione di responsabilità,
contribuendo a sviluppare tra i coetanei
una consapevolezza nuova dell’essere
cittadino e membro attivo della comunità.
Partecipazione ad iniziative di promozione e divulgazione del
Servizio Civile sul territorio (Scuole, Informagiovani,
Biblioteche, Ballons Festival, Buskers Festival, Vulandra,
ecc.) su invito del Co.Pr.E.S.C. provinciale.
Contestuale testimonianza del gradimento dell’esperienza e
della significatività nel percorso individuale.
Formazione culturale e professionale dei volontari in Servizio Civile
Fornire ai Volontari in Servizio Civile Sviluppo del senso di autoefficacia e dell’autostima rilevato
opportunità di valorizzare le proprie anche attraverso la compilazione di questionari.
attitudini e capacità.
Efficace integrazione nell’equipe di lavoro attraverso il
confronto e la messa in gioco dei diversi punti di vista.
Identificare le conoscenze e le esperienze Acquisizione di competenze e professionalità, spendibili ai
fini occupazionali, certificate alla conclusione del servizio,
necessarie allo specifico professionale
dall’attestazione delle competenze acquisite rilasciata
dall’Ente, ad arricchimento del curriculum personale.
11
Saper riconoscere i ruoli e le competenze Almeno il 20% delle ore di formazione specifica per la
professionali nella rete dei servizi sanitari discussione con le varie professionalità strutturate (psicologi,
medici psichiatri, educatori) e l’operatore locale di progetto
(OLP).
Facilitazione dei Volontari in Servizio Analisi delle opportunità occupazionali grazie anche alla
Civile nelle loro scelte e nei progetti di formazione e all’esperienza di S.C.V.
vita, favorendone la consapevolezza e
l’adeguatezza alle reali possibilità
lavorative.
Crescita personale dei Volontari in Servizio Civile
riconoscere le dinamiche interpersonali, Instaurarsi di relazioni significative con gli operatori e con
comprendere come devono essere gestite gli altri volontari, in servizio civile e non, presenti all’interno
della struttura.
Instaurarsi di relazioni positive con i pazienti e loro famiglie.
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal
progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse
umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:
Nella Tabella seguente sono indicate le seguenti voci:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi , con indicazione delle diverse fasi
temporalmente collocate rispetto allo sviluppo complessivo del progetto
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle
professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività ( vedi Dotazione organica indicata al
punto 1)
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
Fase zero
Costituzione di un gruppo
di
lavoro
per
programmazione attività,
obiettivi del progetto,
modalità di gestione , di
realizzazione
e
di
promozione dello stesso
Preliminarmente all’elaborazione del progetto di
Servizio Civile, un gruppo di lavoro composto dal
Responsabile Assistenziale di Dipartimento, dai
coordinatori
del Centro Diurno “Il Convento ",
Coordinatore Residenza “La Luna”
e SPT Portomaggiore e dai Referenti aziendali si è
riunito per valutare necessità e finalità progettuali
Progettazione
individuare i bisogni a cui è possibile rispondere con
Partendo dall’analisi dei attività integrate con figure non professionali e in
bisogni del territorio
particolari con i giovani del Servizio Civile
Stendere il progetto in collaborazione con tutti i
protagonisti – responsabili, operatori, pazienti, volontari
in servizio, terzo settore – e con i referenti aziendali
Raccogliere la documentazione necessaria
Adesione
alla Prioritaria alle attività è considerata la sottoscrizione da
pianificazione
e parte dell’ente del Piano Provinciale del Servizio
in ambito
COPRESC
e
programmazione previste Civile definito
strumenti e
dal Piano Provinciale del condividendone obiettivi , valori ,
Servizio
Civile metodologie , conseguentemente aderirà
alle
Risorse umane
presenti nelle fasi
Referente tecnico
aziendale,
coordinatore del
Centro Diurno “ Il
Convento”
Coordinatore
Residenza “La Luna”
coordinatore SPT
Portomaggiore
Il Responsabile
Assistenziale di
Dipartimento
Il
Responsabile
Assistenziale
di
Dipartimento
Il coordinatore
Gli operatori referenti
dell’unità operativa
12
condiviso
COPRESC
in
ambito molteplici azioni programmate e previste dal Piano
stesso;
L’ente contribuirà con proposte che confluiranno nel
piano
provinciale
alla
programmazione
organizzazione annuale e condivisa di iniziative di
promozione e sensibilizzazione coordinata e congiunta.
L’ente parteciperà
inoltre ad
iniziative di
orientamento dei giovani nella scelta del progetto
attraverso iniziative rivolte al territorio, agli Enti alle
comunità locali, ai giovani, alle loro famiglie , da
realizzarsi nelle scuole, nelle università nei centri di
formazione professionale negli ambienti di lavoro, nei
luoghi di aggregazione e nelle altre occasioni di
incontro – concerti, avvenimenti sportivi, sagre ecc
Pianificazione operativa Identificare gli operatori coinvolti nel progetto
specifica
Fornire le informazioni necessarie per lo sviluppo del
progetto
Rapportarsi con le Coop Sociali partner nel progetto per
valutare la collaborazione
Organizzare le attività
Predisporre il percorso formativo specifico per i
contenuti, i tempi e le modalità
Predisporre lo sviluppo organizzativo, la turnistica,
l’orario di servizio , il servizio mensa
Pubblicizzazione
del Garantire la pubblicità del progetto
progetto
Programmazione e realizzazione delle iniziative
pubbliche per la promozione all’apertura del bando del
progetto
Il
Responsabile
Assistenziale
di
Dipartimento
Il coordinatore
Gli operatori referenti
dell’unità operativa
referenti
aziendali
Responsabile
Assistenziale
Dipartimento
tecnici
di
Valutazione ex ante
Pubblicazione
del
progetto,
azioni
orientative coordinate con
il Copresc
diffusione,
selezione e valutazione
delle domande
Pianificazione del progetto
Il Responsabile
Definizione del sistema di monitoraggio
Assistenziale di
Individuazione dei tempi e degli strumenti di Dipartimento
valutazione del progetto
La
Commissione
Aziendale dei scv
tecnici
1. pubblicazione dell’avviso pubblico diffuso attraverso referenti
il sito internet istituzionale dell’Ente ed i siti internet aziendali
degli enti che aderiscono al progetto, del Copresc e Responsabile
Assistenziale di
delle associazioni interessate;
2. incontro pubblico in collaborazione con il Copresc Dipartimento
Provinciale garantendo che la proposta rivolta ai
giovani sia chiaramente definita e comunicata in modo Operatori Copresc e
degli Enti associati
trasparente,
3. partecipazione ad
azioni di orientamento dei
giovani nella scelta del progetto attraverso iniziative
rivolte al territorio, agli Enti ed alle comunità locali, ai
giovani, alle loro famiglie , nelle scuole, nelle università
nei centri di formazione professionale negli ambienti di
lavoro, nei luoghi di aggregazione e nelle altre
occasioni di incontro – concerti, avvenimenti sportivi,
sagre ecc.
4. definizione delle procedure per la selezione dei
volontari
5. definizione del piano attuativo del sistema di
selezione predisposto e utilizzo dei relativi strumenti
13
6. selezione dei volontari
7. realizzazione di una giornata comune di selezione
con la partecipazione di tutti i candidati.
8. predisposizione dei colloqui d’orientamento in cui i
volontari prenderanno visione del progetto e del
contesto in cui verrà realizzato
8. rilevazione dei prerequisiti di motivazione,
formazione, conoscenze e competenze nei ragazzi che
stanno intraprendendo il percorso di scv
9. incontro con i ragazzi scelti per fornire i principali
contenuti del progetto
10. predisposizione del primo incontro con i volontari,
il Responsabile Assistenziale del Dipartimento, i
Coordinatori, i Responsabili medici, gli OLP, a cui in
precedenza è stato inviato il progetto
11. organizzazione della prima settimana di presenza
con predisposizione di un orario di servizio
12. predisposizione della fase d’affiancamento agli
operatori individuati per competenza tecnica e
relazionale
13. definizione di un calendario d’incontri con i ragazzi
per il progressivo monitoraggio del servizio
14. calendarizzazione della formazione specifica
Fase 1 Accoglienza, inserimento dei volontari
Accoglienza, inserimento Accoglienza dei ragazzi nel giorno previsto dal
dei volontari , analisi calendario aziendale
delle loro competenze, presentazione della sede, dei luoghi e delle funzioni
delle loro aspirazioni
presentazione dello staff
raccolta delle informazioni personali circa le
motivazioni, le competenze, i desiderata
definizione delle regole comportamentali
Fase 2 Affiancamento agli operatori
Informare gli operatori dell’ unità operativa del progetto
e delle funzioni che i ragazzi possono svolgere
Predisporre la turnistica affinché gli operatori referenti
siano presenti nella prima fase d’accoglienza
Predisporre i momenti periodici di verifica periodica
Conoscenza del contesto, Presentazione ai volontari e conoscenza :
delle risorse, dei pz - >
del contesto organizzativo, delle relative regole, delle
Tempi > un mese
professionalità, dell’integrazione con il privato sociale,
dei pazienti coinvolti nel progetto e loro problematiche,
attraverso la lettura dei documenti interni (cartelle
individuali, procedure ed istruzioni operative)
delle risorse disponibili all’interno del U.O. e del DAI
SM DP attraverso la raccolta d’informazioni con il
Dirigente Medico e il coordinatore
delle risorse territoriali attraverso la documentazione
raccolta nel progetto di servizio civile dell’anno
precedente (raccolta d’informazioni presso i diversi
servizi informativi del teatro, sportivi, ecc.)
Integrazione nel gruppo 2.1 integrazione nel gruppo poliprofessionale attraverso
poliprofessionale –
la partecipazione al briefing quotidiano
Tempi > tre mesi
2.2 partecipazione attiva all’incontro settimanale di
staff
Il
Responsabile
Assistenziale
di
Dipartimento
Il coordinatore
Gli OLP
operatori referenti U.O.
Il
Responsabile
Assistenziale
di
Dipartimento
Il coordinatore
operatori referenti U.O
L’equipe
multi
professionale descritta
nel punto 6 composta
di :
Il Dirigente Medico
Il Coordinatore
Gli organismi del III
settore presenti sul
territorio.
Il Coordinatore
educatori,
infermieri,
14
Fase 3: affiancamento agli utenti – agli operatori
partecipazione
e collaborazione allo svolgimento delle attività
collaborazione
nelle occupazionali previste nei laboratori
organizzazione degli spazi e dei materiali,
attività
occupazionali/riabilitative verifica e valutazione delle attività occupazionali
Tempi > un mese
nell’incontro semestrale del sottogruppo referente
dell’attività
collaborazione nelle uscite supportate dalla residenza
Fase 4 gestione diretta di un’attività interna/esterna al centro
Tempi - > tre mesi
4.1 gestione di un laboratorio interno, ad es:
attività di decoupage – stencil – cartonaggio
attività di pet therapy
partecipazione e
4.2 partecipazione alle uscite esterne al centro/residenza
collaborazione nelle
in piccoli gruppi
attività esterne –
4.3 partecipazione alle uscite in grande gruppo
tempi> due mesi
4.4 verifica e valutazione delle attività ludico-ricreative
nell’incontro annuale del sottogruppo referente
dell’attività
4.5 collaborazione alle attività programmate presso gli
spazi territoriali del Terzo Settore
gestione
diretta
di 4.6organizzazione di momenti ludici esterni al centro,
un’attività all’esterno del utilizzando l’istruzione operativa e producendo la
centro -> tre mesi
documentazione necessaria; preparazione della
documentazione espositiva necessaria
4.7 partecipazione alle attività di verifica e valutazione
delle attività ludico-ricreative nell’incontro settimanale
Valutazione intermedia -> sei mesi
Incontro con i ragazzi per il monitoraggio e la
valutazione dello sviluppo del progetto con indicazioni
de:
il grado d’integrazione all’interno del servizio
le relazioni instaurate tra i volontari e gli operatori
l’adeguatezza della struttura
la formazione svolta
il ruolo ricoperto dai volontari
Preparazione di una scheda sintetica di presentazione
delle attività svolte, di punti di forza e delle criticità,
con indicazione de:
la soddisfazione dei bisogni della comunità
i cambiamenti riscontrati rispetto al contesto e ai
destinatari
Partecipazione al momento aziendale di valutazione con
indicazione:
del grado di raggiungimento degli obiettivi
delle attività e la loro realizzazione secondo i piani
previsti
dell’ efficacia degli strumenti e dei metodi utilizzati
gli effetti delle attività
dei punti di forza e di debolezza
degli ostacoli che si sono presentati
Fase 5 - Valutazione finale \ di risultato
che terrà conto del valore Preparazione con i ragazzi di un semplice elaborato da
aggiunto che il progetto presentare al momento aziendale di valutazione
riporterà, nei confronti:
Presentazione dell’elaborato nell’incontro settimanale
educatori,
infermieri,
cittadini che entrano in
rapporto con i punti
d’erogazione
delle
attività
educatori,
infermieri
Assistente Sociale
educatori,
infermieri
Assistente Sociale,
educatori,
infermieri,
Il
Responsabile
Assistenziale
del
Progetto
L’OLP
Il coordinatore
responsabile medico
responsabile
assistenziale
di
15
A. degli utenti
B. dei ragazzi volontari
civili
C. dei soggetti pubblici e
privati coinvolti
Fase 6 Valutazione ex post
Stima dell’impatto e del
valore
aggiunto
del
progetto
Individuazione d’eventuali
interventi correttivi per la
programmazione
e
la
pianificazione di nuovi
interventi progettuali
Fidelizzazione
dei
volontari e valorizzazione
sociale
della
loro
esperienza
Fasi
d’equipe
Compilazione della scheda di valutazione individuale
e della competenze acquisite
Presentazione nell’assemblea di comunità , operatori e
pazienti, del completamento del progetto
dipartimento
coordinatore
assistente sociale
educatori, infermieri
oss, mastri d’opera,
operatori cooperative
Valutazione della ricaduta del progetto all’interno
dell’incontro d’equipe
Presentazione delle valutazioni al Comitato di
Dipartimento
Presentazione delle valutazioni nell’incontro generale
a livello aziendale
valorizzazione sociale della esperienza dei volontari :
loro coinvolgimento nelle attività di promozione del
servizio civile e d’animazione del territorio promossa
dal CoPrESC o dall’Ente successivamente alla
conclusione del progetto.
Analisi dei punti di forza e di debolezza del progetto.
Predisposizione di un report conclusivo sul quale
riarticolare la progettazione successiva e da utilizzare
nella presentazione pubblica delle attività di servizio
nell’ottica della trasparenza, dell’informazione al
cittadino/utente, alle associazioni di volontariato e dei
familiari , e di condivisione del servizio civile come
bene pubblico.
Tale documento permette una rivisitazione del
progetto enucleando le criticità, i punti di forza e di
evidenziare i percorsi di miglioramento sia in itinere
che nella progettazione successiva.
Il
Responsabile
Assistenziale
di
Dipartimento
Il
Direttore
del
Dipartimento
I responsabili Medici di
Struttura Complessa
Azioni/Attività
Prima
Durante il progetto
Dopo
Assieme è meglio
1
Fase 0
Fase 1
Fase 2
Fase 3
Fase 4
Fase 5
Fase 6
Programmazione
Valutazione ex ante
Accoglienza, dei
giovani in servizio
civile
affiancamento agli
operatori
(conoscenza del
contesto e integrazione
nel gruppo di lavoro)
Affiancamento a utenti
e operatori
(partecipazione ad
attività occupazionali
/riabilitative)
Valutazione intermedia
Gestione diretta di
attività interne e
esterne al centro
Valutazione finale/ di
risultato
Valutazione ex post
2
3
X
X
4
5
X
X
6
7
8
9
10
11
12
X
X
X
X
X
X
X
X
1
2
3
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
16
4
9)
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
6
10) Numero posti con vitto e alloggio:
0
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
0
12) Numero posti con solo vitto: Numero posti con solo vitto:
6
Per consentire una maggiore continuità delle attività previste dal progetto nelle ore centrali della
giornata è prevista da parte del volontario la fruizione del servizio di vitto.
Il pasto è a carico dell'AUSL di Ferrara e sarà fornito dalla mensa aziendale
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo5, massimo 6) :
30 ore settimanali
5
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
Se in possesso di patente di guida categoria B, è richiesta la disponibilità a guidare i mezzi
di proprietà dell’Azienda.
Disponibilità a partecipare a momento formativi fuori sede sia in ambito aziendale che
extra aziendale
17
16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:
N.
1
2
3
Sede di
attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
Dipartimento
Salute mentale
– Servizio
Portomag
Via Guinea 1
Psichiatrico giore
sede di
Portomaggiore
Centro Socio
Riabilitativo
Ferrara Via San Bartolo 119
“San Bartolo”
Dipartimento
Salute Mentale
Ferrara
Via Quartieri 2
Residenza La
Luna
Cod.
ident.
sede
N. vol.
per sede
20432
2
269
77884
Nominativi degli Operatori Locali di
Progetto
Cognome Data di
e nome nascita
Storari
Cristina
17/02/
60
C.F.
Cognome Data di
e nome nascita
C.F.
Forlani
Massimo
29/09/ FRLMSM55P29D54
1955
8X
2
Lambertin 11/08/ LMBSRG57M Forlani
i Sergio
57
11D548W
Massimo
29/09/ FRLMSM55P29D54
1955
8X
2
Bianconi
Giovanna
29/09/ FRLMSM55P29D54
1955
8X
09/11/
1957
STRCST60B5
7D548S
Nominativi dei Responsabili Locali di
Ente Accreditato
BNCGNN57S
49D548X
Forlani
Massimo
4
5
6
7
8
9
10
11
14
15
18
18
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE, SENSIBILIZZAZIONE ED INFORMAZIONE
COORDINATA E CONGIUNTA A LIVELLO PROVINCIALE DEL SERVIZIO
CIVILE
L’Ente crede fermamente nel ruolo della comunicazione e della sensibilizzazione
rispetto ai temi del Servizio Civile, nei confronti della cittadinanza ed in particolare al
target principale dei giovani, come forma di promozione dei valori della pace e della
non violenza, della difesa non armata della Patria e della cittadinanza attiva.
Per questo l’Ente partecipa attivamente a tutte le iniziative e agli eventi organizzati in
ambito provinciale da parte del CO.PR.E.S.C. della Provincia di Ferrara, con il quale
ha sottoscritto un Protocollo d’intesa e una scheda di adesione annuale, attraverso la
quale si è impegnato a svolgere almeno 21 ore in iniziative congiunte di
sensibilizzazione dei valori del servizio civile, delle opportunità presenti sul territorio
e delle modalità di accesso con incontri strutturati presso varie realtà, luoghi e
momenti dell’anno (percorsi formativi, seminari, iniziative pubbliche scuole,
università, eventi pubblici cittadini e provinciali, ecc), ed attraverso la presentazione
coordinata e congiunta dei bandi per i giovani con incontri informativi a tema per i
volontari e/o i referenti degli Enti.
Nello specifico, tale attività è declinata nella seguente modalità e nei vari livelli di
seguito esposti:
SENSIBILIZZAZIONE:
•
Sensibilizzazione presso gli istituti secondari superiori e presso le università,
attraverso percorsi formativi e informativi con i gruppi classe, all'interno di assemblee
e con la presenza di alcuni volontari in qualità di testimoni;
•
Sensibilizzazione presso eventi locali diversi, quali festival, forum, fiere, sagre,
mostre, ecc, attraverso la presenze di referenti e volontari agli stands informativi;
•
Sensibilizzazione attraverso la comunicazione via web, con il costante
aggiornamento del sito Copresc e degli enti soci, invio newsletter periodiche e
tematiche, presenza e cura del Copresc nei principali social network (es. Facebook);
PROMOZIONE:
Promozione del Servizio Civile in occasione dell’uscita dei bandi per i giovani,
attraverso un piano di attività congiunte con gli enti soci del Copresc che sappia
promuovere progetti e posti inseriti nei bandi, ma sappia, al contempo, garantire pari
informazione a tutti i giovani del territorio ferrarese, al di là delle sedi di attuazione
dei progetti finanziati.
•
ORIENTAMENTO :
Orientamento dei giovani interessati a svolgere il Servizio Civile nei mesi di apertura
dei bandi. E’ necessario che il Copresc e tutti gli enti con progetti finanziati, entrino
in sinergia e collaborazione in questa delicata fase di orientamento, al fine di
garantire pari e completa informazione a livello provinciale relativamente ai progetti
inseriti nei bandi, e attuino un efficace orientamento ai giovani, tenendo conto delle
loro propensioni e attitudini a svolgere il Servizio Civile nei diversi settori di
impiego, nonché della loro personale volontà. Si chiede, cioè agli Enti, di fare un
passo in avanti e di orientare i giovani rispetto a tutti i progetti finanziati e non solo
rispetto ai propri progetti.
Inoltre l’Ente si impegna ad organizzare iniziative programmate in proprio, ma allo
19
stesso tempo condivise nella cornice provinciale del Coordinamento, in modo tale da
riuscire a razionalizzare e condividere le risorse a disposizione. In particolare i
volontari, saranno impiegati in attività di promozione e sensibilizzazione durante le
manifestazioni e le iniziative del territorio, tra cui per esempio :
-Ballons Festival, Buskers Festival nel mese di agosto, Vulandra nel mese di aprile nel
territorio del comune di Ferrara
-Settembre Centese che si svolge nella città di Cento nel mese di settembre, la Festa del
Volontariato che si svolge a Cento nel mese di maggio. L’ente s impegna inoltre ad
effettuare interventi di promozione e sensibilizzazione al servizio civile volontario
presso gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado presenti sul territorio da
effettuarsi entro l’anno scolastico 2014/2015 e durante i periodi di apertura dei bandi di
partecipazione al scn.
MONTE ORE PREVISTO:
Almeno 21 ore complessive annue per Ente, tra attività proposte dal Copresc e attività
programmate in proprio dall'ente ma condivise in ambito Copresc.
RISORSE:
Per la attività di promozione e sensibilizzazione è previsto il coinvolgimento di:
• Operatore Copresc;
• Referente Copresc delle attività legate alla Sensibilizzazione e Promozione del SC;
• Referente dell’Ente per il Servizio civile;
• OLP e volontari dell’Ente.
STRUMENTI:
• Materiale cartaceo di informazione ordinaria delle attività, dei principi del servizio
civile e/o di eventuali iniziative locali promosse dal Copresc;
• Materiale cartaceo e/o video di informazione dei progetti a bando;
• Giornali locali per la diffusione di comunicati stampa su eventi mirati;
• Su supporto informatico: aggiornamento siti internet, profilo facebook, invio di
newsletter con cadenza mensile;
• Implementazione di finestre dedicate al servizio civile con relativi collegamenti al
sito Copresc sul sito internet dell’Ente e divulgazione attraverso canali istituzionali
afferenti all’Ente (ove possibile);
• Utilizzo di canali radiofonici per la comunicazione di eventi
18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Si intende adottare il sistema di selezione proposto dall’Ufficio Nazionale Servizio Civile
utilizzando i criteri indicati nel decreto n 173 11\06\ 09
Alla scadenza dei termini per la presentazione delle domande verrà organizzata una giornata
di selezione ufficiale a cui saranno rimandati tutti i candidati che hanno presentato
domanda.
La selezione avverrà attraverso il seguente percorso:
- convocazione dei volontari presso la sede dell’Ente e colloquio con una Commissione
composta dal selettore accreditato dell’Ente, segretario verbalizzante ed esperto in materia
per condurre i colloqui di selezione individuali dedicati all'approfondimento del progetto e
delle attitudini e delle motivazioni del volontario;
- calcolo punteggio e stesura graduatorie;- contatto con i giovani risultati idonei ma non
selezionati per mancanza di posti per richiedere una disponibilità al passaggio su un'altra
sede del medesimo progetto con posti vuoti o presso sedi di altri progetti dell'Ente con posti
rimasti vuoti;
- pubblicazione presso la sede dell’Ente e sul sito dell’Ente delle graduatorie definitive.
20
Nell’eventualità che il bando del servizio civile nazionale preveda la possibilità di
partecipazione di cittadini stranieri comunitari e non in possesso dei requisiti richiesti, è
assicurato il coinvolgimento di un esperto di immigrazione a fianco del selettore.
19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
no
nessuno
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:
Il Sistema di monitoraggio è stato condiviso in ambito COPRESC sia con specifici “tavoli
di lavoro” dedicati che con momenti di incontro finalizzati alla redazione e produzione di
adeguata reportistica.
L’Ente condivide il sistema e aderisce al percorso attuativo coordinato e congiunto per la
condivisione degli standard minimi di qualità del monitoraggio interno Copresc
rispettandone le relative modalità di realizzazione al fine di offrire uno strumento ai
Volontari in scv ed agli operatori dell’Ente per comuni scambi di opinione, di incontro
condiviso e di reciproca conoscenza.
Per quanto riguarda le attività, i contenuti e le modalità del sistema di monitoraggio
coordinato e condiviso a livello provinciale e il programma attuativo Copresc di
accompagnamento si richiamano pertanto gli allegati alla scheda di adesione, debitamente
sottoscritta e parte integrante del progetto.
TEMPISTICA : L’Ente intende monitorare l’andamento del progetto durante l’intero
periodo di svolgimento dello stesso prevedendo specifici momenti di rilevazione da attuarsi:
ex ante, in itinere, alla fine ed ex post.
Il Monitoraggio riguarderà il Progetto in argomento e più in generale l’esperienza dei scv
nell’Ente.
MODALITA’ = Relativamente all’attività di monitoraggio interno per la valutazione
dell’andamento e dei risultati del progetto verranno effettuati incontri periodici fra i Giovani
Volontari/e, i Responsabili di Progetto, il Responsabile del Servizio Civile Nazionale, e le
altre figure dell’Ente impegnate nel servizio civile a cadenza semestrale (entro i primi sei
mesi e alla fine del periodo di scv).
OGGETTO DEL MONITORAGGIO = oggetto del monitoraggio interno, in particolare
saranno le competenze di base, trasversali e professionali e l’impatto del servizio svolto dai
giovani sull’ente e sul territorio.
Particolare attenzione sarà posta alla rilevazione di dati per monitorare l’esperienza
formativa sia generale che specifica rivolta agli stessi volontari tramite la somministrazione
di questionari specifici.
Il monitoraggio interno dell’Ente sarà svolto nelle seguenti fasi:
MONITORAGGIO EX ANTE
La definizione del sistema di monitoraggio inizia con incontri finalizzati a rilevare le
aspettative dei volontari e quelle dei responsabili di progetto.
Un incontro collettivo organizzato prima dell’arrivo dei volontari, servirà a definire le
aspettative dei responsabili di progetto delle diverse sedi per condividere obiettivi generali e
specifici e modalità di coinvolgimento dei volontari.
Un incontro successivo tra responsabili di progetto e volontari avrà l’obiettivo di facilitare
la conoscenza reciproca, di presentare ai volontari il servizio in cui sono inseriti,
raccogliere le loro aspettative rispetto all’esperienza che andranno ad affrontare. In questa
fase ai volontari sarà somministrato un questionario di inizio servizio, il primo giorno di
accoglienza;
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MONITORAGGIO IN ITINERE
Si pone l’obiettivo di individuare eventuali aree di miglioramento del progetto in essere
nell’Ente: - rispetto all’esperienza del volontario verificando l ’attinenza del percorso
realizzato da questi in relazione a quello proposto nel progetto, la regolarità della gestione
dell’orario, l’adeguatezza della struttura organizzativa intorno ad esso .
- rispetto all’impatto sull’Ente.
Sono quindi previste azioni sia presso ciascuna sede di progetto che trasversali.
finalizzate alla rielaborazione dell’esperienza .
Strumenti = si utilizzeranno diversi strumenti di rilevazione sia qualitativi:
1.colloquio individuale - tra volontario e Olp per analizzare l’andamento del progetto in
relazione all’attività, alle relazioni, alle competenze ed alle conoscenze acquisite dal
volontario;
2.la relazione semestrale che dovrà far emergere criticità e punti di forza del progetto;
3.strumenti più strutturati tre i quali: questionario di monitoraggio sulla formazione
generale, questionario di monitoraggio sulla formazione specifica, questionario di
valutazione di metà percorso
Per favorire un confronto trasversale sull’esperienza di scv nell’ente sono previsti due
Incontri di gruppo - a cadenza semestrale - con i Volontari alla presenza dell’esperto del
monitoraggio presenti gli OLP.
Tempi: al sesto ed al dodicesimo mese.
Il MONITORAGGIO FINALE
Il monitoraggio finale terrà conto del valore aggiunto che complessivamente il progetto
riporterà, nei confronti del servizio, e dei volontari in scv.
Strumenti:
Ai Volontari saranno somministrati:
Questionario finale
Nota denominata “quello che avrei voluto dirti e non ti ho detto…” (il Volontario potrà
esplicitare un suo pensiero all’Olp o al Responsabile del progetto)
Scheda di valutazione rivolta al OLP/tutor referenti dell’ente.
Tempi: entro il dodicesimo mese
IL MONITORAGGIO EX POST
L’obiettivo della valutazione ex post è quello di rilevare il grado di realizzazione degli
obiettivi del progetto e di individuare azioni di miglioramento per “ritarare” quelli futuri
e di stimare l’impatto, il valore aggiunto, portato dall’esperienza di SCV presso l'ente e sul
territorio.
L’analisi dei dati raccolti nel corso delle fasi precedenti e sull’ulteriore raccolta di
informazioni quantitative e qualitative sarà oggetto di un incontro – da tenere alla
conclusione del periodo - con i referenti dei servizi coinvolti nei progetti .
Tempi: entro tre mesi dalla conclusione dell’esperienza di Servizio Civile.
Il monitoraggio EX POST si basa:
Analisi di indicatori quantitativi, quali:
% Numero di domande / Numero di volontari richiesti
% Numero di volontari selezionati / Numero di volontari richiesti
% Numero volontari entrati in servizio / Numero volontari selezionati
% Numero di abbandoni / Numero volontari entrati in servizio
Motivi e tempi dell’abbandono
% Numero di volontari che portano a termine il servizio / Numero di volontari inseriti.
Analisi di indicatori qualitativi, quali:
Questionari per volontari raccolti
Questionari per OLP raccolti
Resoconti degli incontri con volontari
Resoconti degli incontri con referenti di progetto
Indagine di gradimento dell’utente/cliente interno ed esterno
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PARTECIPAZIONE AL PERCORSO COORDINATO E CONGIUNTO A LIVELLO
PROVINCIALE PER LA CONDIVISIONE DEL MONITORAGGIO INTERNO DEI
PROGETTI
L’ente sostiene l’importanza di condurre un’azione di monitoraggio coordinata e condivisa
con gli enti di servizio civile del territorio. In linea a quanto previsto nel Piano Provinciale
del Copresc di Ferrara, l’ente aderisce al “Percorso coordinato e congiunto per la
condivisione degli standard minimi di qualità del monitoraggio interno dei progetti”
rispettandone le relative modalità di realizzazione al fine di offrire uno strumento ai giovani
in SC ed agli operatori dell’Ente per comuni scambi di opinione, di incontro condiviso e di
reciproca conoscenza.
La condivisione dei dati che si intende rilevare avviene attraverso l’elaborazione, da parte
dell’ente di un proprio sistema di monitoraggio interno che tenga conto di:
o Strumenti comuni per la rilevazione (questionari e colloqui)
o Messa a disposizione: del materiale rilevato, dell’esperienza maturata, delle
professionalità specifiche presenti all’interno dell’ente, di strumenti e metodologie e di
risorse umane.
o Partecipazione agli incontri di valutazione in ambito Copresc.
I risultati delle diverse fasi di monitoraggio che l’ente attiverà durante l’intero periodo di
svolgimento del SC (ex ante – in itinere ed ex post), saranno, dunque, oggetto di riflessione
sia all’interno dell’ente, sia negli incontri condivisi a livello provinciale ed organizzati in
ambito Copresc ed andranno a confluire nell’analisi della situazione globale del servizio
civile del territorio provinciale ferrarese (Piano Provinciale). Attraverso queste rilevazioni si
arriverà, infatti, alla MAPPA DEL VALORE DEL SC a livello territoriale e, da qui, alla
nuova riprogettazione e alla nuova pianificazione provinciale.
Le fasi di Monitoraggio divise per step:
•
STEP PRELIMINARE: INCONTRO DI PROGRAMMAZIONE DEL
MONITORAGGIO
In questa fase i progetti meritano sicuramente un’attenzione particolare, in quanto da essi
dipende in larga misura la qualità dei risultati. La finalità di questa fase propedeutica è,
dunque, la definizione dei criteri di attuazione del monitoraggio e della coerenza interna dei
progetti a partire dalla chiarezza degli assunti di base.
Verranno coinvolte le seguenti figure:
1) i REFERENTI che parteciperanno all’INCONTRO DI PROGRAMMAZIONE per la
condivisione delle varie fasi del monitoraggio e degli strumenti da utilizzare nei vari step.
• STEP I: VALUTAZIONE EX ANTE
In questa fase iniziale del percorso si andranno a rilevare le aspettative e le motivazioni del
volontario, la capacità e le conoscenze che vorrebbe acquisire, la capacità e le conoscenze
che vorrebbe mettere in campo ed, infine, le aspettative sull’efficacia complessiva del
progetto.
Verranno coinvolte le seguenti figure:
1) i VOLONTARI che compileranno il QUESTIONARIO DI INIZIO SERVIZIO;
2) i REFERENTI che parteciperanno al 1° TAVOLO DI MONITORAGGIO.
• STEP II: VALUTAZIONE DI PROCESSO
In questa fase intermedia (entro 6 mesi dall’entrata in servizio) si andrà a valutare
l’eventuale scollamento tra quanto dichiarato nel progetto e quanto ottenuto fino a quel
momento, l’andamento e lo stato di avanzamento dei progetti.
Verranno coinvolte le seguenti figure:
1) i VOLONTARI che compileranno il QUESTIONARIO DI METÀ SERVIZIO;
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2) Gli OLP che parteciperanno al TAVOLO DI VALUTAZIONE: uno scambio di
riflessioni riguardante l’andamento dei progetti nelle diverse sedi di servizio;
3) i REFERENTI che parteciperanno al 2° TAVOLO DI MONITORAGGIO.
• STEP III: VALUTAZIONE DI RISULTATO e VALUTAZIONE DI IMPATTO
In questa fase finale si valuterà l'efficacia e l'efficienza dei progetti e, nello specifico, il
raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Dalle considerazioni emerse si arriverà,
successivamente, alla formulazione di un REPORT FINALE finalizzato alla riprogettazione
ma anche alla valutazione provinciale delle ricadute sociali del servizio civile nel territorio;
in ultimo si coinvolgerà la comunità, diretta fruitrice dei servizi.
Verranno coinvolte le seguenti figure:
1) i VOLONTARI che compileranno il QUESTIONARIO DI FINE SERVIZIO;
2) la COMUNITA’ a cui verrà chiesto di compilare il QUESTIONARIO DI IMPATTO;
3) i REFERENTI che parteciperanno al 3° TAVOLO DI MONITORAGGIO.
RISORSE COINVOLTE
1) L’OPERATORE COPRESC
2) il REFERENTE DEL MONITORAGGIO PER IL COPRESC
3) l’ ESPERTO DEL MONITORAGGIO dell’Ente
4) gli Olp e i VOLONTARI;
5) la COMUNITÀ.
STRUMENTI UTILIZZATI
Si prevede la somministrazione di strumenti che fanno parte del Piano di Monitoraggio
condiviso in ambito Copresc:
• Questionari cartacei
• Colloqui
21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
no
nessuno
22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti
dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
Nessuno: al fine di favorire la partecipazione dei giovani al servizio civile non sono
necessari specifici requisiti per l’accesso, in quanto le attività previste non comportano il
possesso di particolari abilità e conoscenze.
A tal fine l’Ente intende riservare una quota del 25% (arrotondata per eccesso all’unita
superiore) dei posti richiesti nell’ambito del progetto, a favore dei giovani con bassa
scolarizzazione.
23)
Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del
progetto:
E’ previsto un fondo complessivo “spese diverse” che potrà essere utilizzato i volontari in
servizio civile presso l’ente per rimborso spese di trasferta, biglietti e/o abbonamenti
dell’autobus, partecipazione a corsi, seminari, convegni, ecc.: € 1.500,00
24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
24
1) Co.Pr.E.S.C. – Coordinamento Provinciale degli Enti di Servizio Civile di Ferrara, c.f.
93064150381, associazione senza fini di lucro di promozione e sensibilizzazione del
Servizio Civile Nazionale costituitasi ai sensi dell’art. 16 della L.R. 20/10/2003 n. 20 e nel
contesto della L. 64/2001 e del D.Lgs. 77/2002, non iscritto autonomamente ad alcun Albo
degli enti di Servizio Civile, né sede d’attuazione di progetto di alcun ente accreditato, e
rappresentato dalla vice presidente Nicoletta Vallesi.
L’associazione Co.Pr.E.S.C. di Ferrara collaborerà con l’ente titolare del progetto Comune
di Ferrara allo svolgimento delle attività previste dal protocollo allegato nei limiti indicati
nella scheda di adesione.
2) Università degli Studi di Ferrara, c.f 80007370382
E’ attivo un protocollo di intesa siglato il 30/06/2014 per la promozione del Servizio Civile
Nazionale tra l’Università degli Studi di Ferrara e il Coordinamento provinciale degli enti di
servizio civile di Ferrara – COPRESC per il riconoscimento delle attività svolte dai
volontari nei progetti di servizio civile nazionale promossi dagli Enti soci del Copresc di
Ferrara in termini di crediti formativi universitari per il tirocinio e la promozione delle
opportunità del servizio civile per i giovani in contesti universitari
25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Tutte le risorse umane, tecniche e strumentali necessarie alla realizzazione del progetto
saranno messe a disposizione dall’Ente. Il DAI SM-DP e le Associazioni coinvolte
dispongono già di risorse necessarie alla programmazione delle attività alle quali
collaboreranno i volontari del Servizio Civile. Tali risorse non comportano spese
aggiuntive.
ATTIVITA’ PREVISTA
COME DA
DESCRIZIONE PROGETTO
Valutazione degli interventi
Laboratorio informatico
Attività sportive
Attività artigianali e di cucina
Accompagnamenti
RISORSE TECNICHE
E
STRUMENTALI
-documenti già predisposti secondo
metodologie specifiche - metodo Spivak e
psico-educativo , schede VADO
- schede progetto
- griglie d’osservazione
-griglie di valutazione
-materiale video
-testi d’approfondimento
strumenti informatici
attrezzature sportive di vario tipo
palestre pubbliche/private
piscina
attrezzature per le attività artigianali e per
l’attività di ristorazione
mezzi di trasporto pubblici e aziendali
Attività grafico-pittoriche
materiale di cancelleria, tele, colori di vario
tipo, pennelli, ecc.
Attività di cura del verde in serra e/o nel Serra, piante, concimi, attrezzi diversi
giardino
25
Attività di lavanderia - stiratura
Lavatrice, ferro da stiro
Attività di socializzazione esterne
Cinema, bar, teatri, ecc.
Attività di ristorazione
Bar con relativa attrezzatura, cucina, ecc.
Attività di “biciclette”
Laboratorio d’aggiustaggio con relativa
attrezzatura
Locali per le prove, costumi, scenografie,
teatri pubblici e/o privati
Attività teatrali
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
È stato siglato, in data 30/06/2014, un Protocollo d’Intesa tra il Copresc di Ferrara e
l’Università degli Studi di Ferrara, per la promozione del servizio civile e per il
riconoscimento di crediti per le attività svolte dai volontari nei progetti di servizio civile
promossi dagli enti soci del Copresc.
27) Eventuali tirocini riconosciuti :
Il presente progetto, visto il Protocollo d'Intesa tra Università degli Studi di Ferrara e
Copresc firmato in data 30/06/2014, può vedere riconosciuti crediti di tipo F per il tirocinio.
Tale riconoscimento può avvenire qualora il volontario/studente presenti al termine
dell'anno di servizio istanza alla Segreteria della Facoltà a cui è iscritto e sarà subordinato
alla verifica della conguità del progetto con il percorso curriculare e formativo previsto dai
regolamenti didattici dei corsi di studio di riferimento e sottoposto alla Commissione crediti
che delibererà in merito al numero di crediti riconoscibili.
28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio,
certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
L’ente si è dotato di un documento denominato “Il sistema di rilevazione e valutazione delle
competenze nel SCV” contenente una dettagliata elencazione delle diverse competenze
acquisibili.
Il progetto in argomento consente l’acquisizione delle seguenti competenze e abilità utili
alla crescita professionale dei Volontari in servizio civile:
COMPETENZE DI BASE
- Consapevolezza del significato del Servizio Civile Nazionale;
- Disponibilità a sperimentare situazioni nuove e complesse
- Capacità di ricercare le informazioni utili al proprio compito
- Disponibilità ad una partecipazione attiva nella formazione generale e specifica;
COMPETENZE TECNICHE PROFESSIONALI:
Assistere alla persona Disabile, in condizione di medio o grave insufficienza mentale e/o
alterazioni psichiche.
Aiutare nell’assunzione dei pasti, nella deambulazione e nell’uso corretto degli ausili.
Applicare le principali norme igieniche, di sicurezza e di primo soccorso.
Collaborare con il disabile nelle attività di vita quotidiana.
Calibrare la propria relazione d’aiuto in ragione dei bisogni del disabile.
Distinguere le figure professionali operanti nel settore cura/recupero delle persone disabili,
riconoscendone ruoli e competenze specifiche.
26
Individuare le principali caratteristiche di un servizio semiresidenziale.
COMPETENZE TRASVERSALI:
Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia.
Collaborare con il personale dell’Ente, con i colleghi e con i professionisti coinvolti nel
progetto, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere.
Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non.
Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari.
Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità.
Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza.
Lavorare in team per produrre risultati collettivi.
Trasferire/mediare agli operatori professionali le specifiche richieste degli utenti.
Al termine del progetto al Volontario in SC sarà rilasciata, da parte dell’Ente, una
dichiarazione di competenza con dettagliata descrizione di:
- ambiti di formazione sostenuti
- numero di ore complessive di servizio
- tipologia delle competenze maturate.
Formazione generale dei volontari
29) Sede di realizzazione:
Le sedi verranno individuate, presa visione dei progetti approvati e finanziati, tra quelle
messe a disposizione dagli enti – sotto riportate – che risultino più idonee in base alla
distribuzione territoriale delle sedi di servizio e al numero di volontari in esse presenti
∙
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∙
∙
∙
∙
∙
∙
∙
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∙
∙
∙ sala Polivalente presso Presidio Sanitario Eppi – Via De Amicis 22 – Portomaggiore
(FE);
∙ sala riunioni presso Area di San Bartolo, ex ospedale psichiatrico, via S.Bartolo 119 –
Ferrara;
∙ sala presso la l'ASP del Delta Ferarese – via Cavallotti, 98 – Codigoro (FE);
∙ sala Comunale presso Municipio di Codigoro – p.zza Matteotti, 60 – Codigoro (FE);
∙ sala Consigliare presso il Comune di Formignana – via Vittoria, 29 – Formignana (FE);
sala Consigliare presso Comune di Fiscaglia(località Migliaro) – p.zza XXV Aprile, 8 –
Migliaro (FE);
sala Torre presso il Comune di Copparo – via Roma, 20b – Copparo (FE);
sala in Palazzo Bellini – Via Agatopisto, 5 – Comacchio (FE);
Biblioteca "M. Soldati" - via Marcavallo 35 - Ostellato (FE);
Biblioteca Comunale - P.zza Umberto I - Mesola (FE);
sala riunioni presso “Consorzio sì” – Via G. Fabbri, 414 – Ferrara;
sala presso la Biblioteca Bassani – Via G. Grosoli, 42 – Ferrara;
sala riunioni presso Centro di aggregazione giovanile “Area giovani” del Comune di
Ferrara – Via A. Labriola, 11 – Ferrara;
Parrocchia della Beata Vergine Addolorata - via della Fortezza, angolo C.so Piave 25 –
Ferrara;
Centro Idea - via XX Settembre 152 – Ferrara;
sala ricreativa presso Anffas di Ferrara – Via Canapa 10/12 – Ferrara;
Ass. NOI PER LORO via Adelardi 9 -FE ;
Fienile di Baura - via Raffanello 77 - Baura (FE)
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∙
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∙
∙
Cedis - via Ripagrande 1 – Ferrara;
Caritas Diocesana di Ferrara-Comacchio - via Brasavola 19 - Ferrara
Fondazione Zanotti – via Borsari 4/c – Ferrara;
Work & Services S.Giuseppe di Comacchio - via del Pozzo 15 – Comacchio;
Parrocchia S.Spirito - via Resistenza 1 - Ferrara;
Centro adolescenti “Circauncentro” - Via dei Mercanti 1 – Comacchio;
Teatro De Micheli - p.zza del Popolo 11 – Copparo;
Sala Polivalente "Grattacielo" (c/o Centro di Mediazione) - viale Cavour 177/179 –
Ferrara;
Aula Magna dello IAL - via Montebello 46 – Ferrara;
sala ricreativa presso CSR 'La coccinella gialla' – Via Dei Tigli 2/b – Cento.
Sala “ Il Chiostro”, presso l’ospedale SS.Annunziata di Cento, Via Vicini 2 – 44042
Cento (Ferrara)
Potranno essere individuate nuove sedi di realizzazione della formazione che verranno di
volta in volta comunicate.
30) Modalità di attuazione:
Referente Co.Pr.E. S. C. per la formazione:
Individuato tra i formatori accreditati in carico agli Enti soci, ne coordina il lavoro.
Partecipa agli incontri di coordinamento e verifica organizzati dalla Regione Emilia
Romagna.
Formatori accreditati in carico agli Enti di servizio civile associati al Co. Pr.E.S.C.:
Predispongono il piano complessivo della formazione generale.
Affiancano i referenti degli Enti nella programmazione dei contributi formativi ad essi
richiesti.
Conducono gli incontri di formazione incentrati sul gruppo.
Accompagnano i volontari negli incontri di formazione gestiti dagli Enti.
Su convocazione del Co.Pr.E.S.C partecipano agli incontri di monitoraggio e verifica della
formazione generale.
Referenti degli Enti per la formazione generale:
Partecipano agli incontri di programmazione della formazione generale.
Sovrintendono alla programmazione e alla realizzazione delle giornate formative curate
dagli enti.
Su convocazione del Co.Pr.E.S.C partecipano agli incontri di monitoraggio e verifica della
formazione generale.
Tutor:
Tiene i registri delle presenze.
Verifica la logistica per il corretto svolgimento degli incontri di formazione.
Partecipa agli incontri di formazione nel ruolo di osservatore e riferisce ai formatori o ai
referenti degli enti eventuali elementi di criticità.
Su convocazione del Co.Pr.E.S.C partecipa agli incontri di monitoraggio e verifica della
formazione generale.
Esperti e testimoni:
Individuati tra gli operatori locali di progetto degli Enti soci e tra gli esperti e testimoni di
tutti gli Enti soci del Co.Pr.E.S.C della Provincia di Ferrara, intervengono nella formazione
generale per approfondire tematiche specifiche o illustrare realtà territoriali di particolare
interesse, apportando il proprio contributo con la capacità di trovare fili conduttori tra
l'argomento presentato e l'esperienza di Servizio Civile Volontario.
28
31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
no
nessuno
32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Lezione frontale: attività in cui è prevalente l’esposizione di contenuti teorici da parte di un
esperto con l’eventuale ausilio di cartelloni o slide; prevede comunque momenti
interlocutori tra il relatore e il gruppo, e momenti di discussione guidata e dibattito tra i
partecipanti.
Metodologie incentrate sul gruppo (dinamiche non formali).
Focus group: gruppo di discussione a tema cui li formatore partecipa nel ruolo di
facilitatore/ moderatore;
Esercitazione: attività individuale o di gruppo che si svolge mediante l’utilizzo di schede di
lavoro: istruzioni di gioco, tabelle o schemi che i volontari devono compilare o redigere;
Laboratorio: attività individuale o di gruppo che prevede la realizzazione di manufatti
(disegni, composizioni di oggetti ecc);
Giochi-esercizio: attività dinamica che prevede l’uso del corpo, il movimento nello spazio, e
l’interazione fisica con gli altri partecipanti;
Uscite sul territorio per visitare i luoghi di maggior rilievo sociale culturale o ambientale.
33) Contenuti della formazione:
FIGURE COINVOLTE:
Referente Copresc per la formazione – coordinatore della formazione generale.
Individuato tra i formatori accreditati in carico agli Enti soci, coordina il lavoro di
programmazione svolgimento e monitoraggio della formazione generale assieme agli altri
formatori e ai referenti per la formazione degli enti.
Partecipa agli incontri di coordinamento e verifica organizzati dalla regione Emilia
Romagna.
Formatori accreditati in carico agli Enti di servizio civile associati al Copresc.
Predispongono il piano complessivo della formazione generale assieme ai referenti degli
enti.
Affiancano i referenti degli enti nella programmazione dei contributi formativi ad essi
richiesti.
Conducono gli incontri d’aula per complessive 20 ore.
Accompagnano i volontari negli incontri di formazione a cura dagli enti.
Partecipano agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale.
Referenti degli Enti per la formazione generale.
Partecipano agli incontri di programmazione della formazione generale.
Sovrintendono alla programmazione e alla realizzazione delle proposte formative a cura
dagli enti, assieme al tutor.
Partecipano agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale.
29
Tutor
Affianca i referenti degli enti nella definizione dei contenuti e delle modalità di attuazione
delle proposte formative.
Predispone il prospetto complessivo delle proposte e raccoglie le adesioni dei volontari.
Verifica le assenze, le presenze e il numero di ore di formazione per ciascun volontario.
Partecipa agli incontri di formazione nel ruolo di osservatore e riferisce ai formatori o ai
referenti degli enti eventuali elementi di criticità.
Partecipa agli incontri di monitoraggio e verifica della formazione generale.
Esperti e testimoni
Individuati primariamente tra gli operatori locai di progetto degli enti soci, intervengono
nella formazione generale per approfondire tematiche specifiche o illustrare realtà
territoriali di particolare interesse.
FINALITÀ DELLE FORMAZIONE GENERALE:
Nella convinzione che il valore formativo del servizio civile si fondi primariamente
sull’esperienza di servizio proposta ai giovani, la principale finalità della formazione
generale è quella di attivare nei volontari alcune attenzioni che possano aiutarli a cogliere e
sviluppare il valore formativo dell’esperienza non solo alla luce dei valori di riferimento ad
essa attribuiti dal legislatore e dalla storia dell’obiezione di coscienza (difesa della Patria,
nonviolenza, solidarietà costituzionale, cittadinanza attiva…), ma anche in ragione dei limiti
e delle criticità con cui esso deve confrontarsi sul campo (interessi personali, organizzazione
dei contesti di lavoro, complessità dei bisogni sociali, tempi ed energie disponibili…).
Per rafforzare il collegamento tra il contesto della formazione generale e il contesto di
servizio in cui gli Enti e i volontari sono impegnati si è ritenuto opportuno:
- il coinvolgimento diretto degli Enti nella programmazione e nella realizzazione
degli incontri formativi;
- la predisposizione, durante il percorso formativo, di momenti esplicitamente
riservati alla condivisione e rielaborazione delle esperienze dei volontari.
In questo modo si cercherà di acquisire dall’esperienza di servizio spunti e contributi utili
per conferire concretezza alla formazione generale, e, ad un tempo, si cercherà di fornire
attraverso la formazione generale nuovi stimoli e strumenti di lettura dell’esperienza, non
solo ai giovani volontari, ma anche agli adulti che nei diversi enti sono responsabili del loro
percorso di servizio.
IMPIANTO DELLA PROPOSTA FORMATIVA:
La proposta formativa è articolata in 3 aree tematiche per complessive 45 ore.
1. Patria e Difesa: il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di servizio:
analisi dei modelli legislativi, culturali e valoriali ai quali si ispira il servizio civile, e
loro evoluzione storica.
(15 ore a cura del Copresc)
2. Difesa e cittadinanza: attori e dinamiche sociali: forme attuali (e locali) di realizzazione
della difesa civile, sul piano istituzionale, di movimento e della società civile.
(25 ore a cura degli Enti)
3. Cittadinanza attiva e servizio civile: verifica progettuale delle esperienze di servizio.
(5 ore a cura del Copresc)
Le ore di formazione a cura del Copresc sono suddivise in 4 incontri di 5 ore ciascuno,
condotti direttamente dai formatori accreditati, per gruppi classe da 20 giovani. La
partecipazione agli incontri a cura del Copresc è obbligatoria per tutti i volontari. Gli
incontri sono centrati sul gruppo in formazione, per favorire una lettura critica
dell’esperienza in corso attraverso il confronto diretto tra i volontari.
Le ore di formazione a cura degli Enti sono centrate sulle realtà sociali e territoriali in cui
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essi operano. La programmazione e la realizzazione di questi incontri sarà affidata ai
referenti degli enti affiancati da un tutor. Per la realizzazione degli incontri gli enti potranno
avvalersi di esperti e testimoni. Ogni ente si impegna a definire una o più proposte
formative specificando per ciascuna di esse il numero massimo di partecipanti, la durata, la
sede, gli obiettivi (in linea con le finalità generali del piano formativo), gli ambiti tematici,
le attività proposte, la qualifica e il ruolo di eventuali esperti e testimoni.
L’obiettivo è di comporre un pacchetto di proposte all’interno del quale i volontari, in
accordo con i propri olp, possano scegliere, per complessive altre 25 ore di formazione,
quelle che ritengono più utili e affini ai propri interessi e ai percorsi di servizio intrapresi.
I CONTENUTI E IL PIANO DEGLI INCONTRI:
A) PATRIA E DIFESA: IL CONTESTO CHE LEGITTIMA LO STATO A SVILUPPARE
L’ESPERIENZA DI SERVIZIO (15 ORE)
1. IL VALORE FORMATIVO DEL SERVIZIO CIVILE
Durata: 5 ore
Corrispondente ai seguenti moduli previsti dalle Linee guida del Dipartimento della
gioventù e del servizio civile:
→ L’identità del gruppo in formazione
→ La normativa vigente e la carta di impegno etico
→ L’organizzazione del servizio civile e le sue figure
→ Disciplina dei rapporti tra enti e volontari
Obiettivi.
Creare il gruppo e definire le modalità di lavoro che il gruppo seguirà lungo tutto il corso di
formazione.
Far esplicitare le motivazioni e le aspettative dei volontari rispetto al SCN e alla formazione
generale.
Presentare l'organizzazione istituzionale e la disciplina del SC.
Formulare il patto formativo.
Contenuti.
Presentazione e conoscenza reciproca dei partecipanti.
Motivazioni e aspettative dei partecipanti rispetto al SC e alla formazione generale.
Finalità istituzionali, assetto istituzionale e disciplina del SC.
Obiettivi, contenuti, regole di convivenza e modalità di svolgimento della formazione
generale.
Incontro preliminare all’avvio della formazione generale, che, collocandosi all’inizio
dell’esperienza di servizio, assume anche rispetto a quest’ultima una funzione introduttiva,
non solo per fornire ai volontari le informazioni utili ad orientarsi nel sistema, ma anche per
aiutarli a cogliere la dimensione comunitaria del Servizio Civile, e stimolarli a percepirsi
come membri di un corpo civile di difesa della Patria.
Si valuterà quindi la possibilità di svolgere l’incontro in forma assembleare, con la
partecipazione congiunta di tutti i gruppi classe, dei loro formatori e tutor di riferimento, e
dei referenti degli enti.
2. L’ETICA DEL SERVIZIO CIVILE
Durata: 10 ore.
Obiettivo.
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Conoscere i valori che la storia e il legislatore attribuiscono al servizio civile e sviluppare
una riflessione condivisa sulla loro necessità e attuabilità attraverso il servizio civile.
La seconda tappa del percorso formativo è dedicata all’approfondimento dei valori espressi
dalla legge 64 del 2001 (art. 1 – principi e finalità) e dalla Carta di impegno etico del
servizio civile, considerati non solo nella loro qualità assoluta (quella che li rende una
fondamentale ‘premessa’ al servizio civile), ma anche, e soprattutto, nel loro grado di
attuazione e praticabilità attraverso la concreta esperienza di servizio.
Contenuti (e corrispondenza alle Linee guida dell’Dipartimento della gioventù e del servizio
civile
→ Il dovere di difesa della Patria
La Costituzione Italiana (principi fondamentali e valori costituzionali di solidarietà sociale).
Il termine Patria come viene definito dalla Carta Costituzionale e successivamente ampliato
dalle sentenze della Corte Costituzionale nn.164/85, 228/04, 229/04 e 431/05, in cui si dà
contenuto al concetto di difesa civile o difesa non armata.
→ La formazione civica
Dichiarazione universale dei diritti umani, ruolo degli organi costituzionali, organizzazione
delle Camere, iter formativo delle leggi.
→ Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e
differenze tra le due realtà.
Storia dell’obiezione di coscienza in Italia: percorso di idee esperienze e fatti ai quali si
deve la maturazione in Italia della consapevolezza che la difesa della Patria non è compito
delegato e assolto dalle sole Forze armate, ma che esistono e sono vitali per il Paese e per la
sua stessa difesa anche “attività e mezzi non militari”.
La nonviolenza: i valori e le teorie di riferimento (i maestri della nonviolenza), gli esempi
storici (le lotte nonviolente in Italia e all’estero), le strategie (la pratica della nonviolenza
nella gestione dei conflitti).
La Difesa popolare nonviolenta (modelli, sviluppi giuridici e istituzionali, legami col
servizio civile).
B) DIFESA E CITTADINANZA: ATTORI E DINAMICHE SOCIALI (25 ORE)
Corrispondente ai seguenti moduli previsti dalle Linee guida del Dipartimento della
gioventù e del servizio civile
→ La protezione civile
→ Le forme di cittadinanza
→ Presentazione dell’Ente
Obiettivo
Esplorare il concetto di cittadinanza come modo di strutturare, codificando diritti e doveri,
l’appartenenza ad una collettività che abita e interagisce su un dato territorio.
La terza tappa del percorso formativo è dedicata all’approfondimento della dimensione
territoriale all’interno della quale il servizio civile si colloca e agisce, non da solo, ma a
integrazione e supporto di un’organizzazione istituzionale e sociale esistente di per sé e
strutturalmente predisposta alla promozione e alla tutela del benessere, della vivibilità,
dell’ordine, della sicurezza.
L’obiettivo è quello di accrescere nei volontari la conoscenza del territorio in cui vivono e la
consapevolezza dei bisogni e degli interessi in gioco nella tutela del patrimonio comune che
esso rappresenta, come premesse essenziali alla maturazione di un senso civico fondato
sulla responsabilità e sulla partecipazione.
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La terza tappa del percorso formativo è affidata agli Enti di servizio civile a ciascuno dei
quali si richiedere di progettare e gestire, nell’ambito della formazione generale, un incontro
di 5 ore.
Gli incontri organizzati dagli enti con la supervisione dei formatori accreditati verranno
inseriti nel calendario della formazione generale in modo che ciascun gruppo classe
partecipi a 5 incontri organizzati da altrettanti enti del territorio.
Il programma degli incontri verrà sviluppato secondo una traccia di lavoro predisposta dai
formatori accreditati.
La traccia di lavoro non vincola il contenuto della proposta formativa ad un singolo modulo
tra quelli previsti nelle linee guida dell’DIPARTIMENTO DELLA GIOVENTÙ E DEL
SERVIZIO CIVILE ma li attraversa tutti trasversalmente. Punto di partenza è la Carta Etica
sottoscritta da tutti gli Enti accreditati: “Gli enti che partecipano ai progetti di Servizio
Civile Nazionale sono consapevoli di partecipare all'attuazione di una legge che ha come
finalità il coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con mezzi non
armati e non violenti, mediante servizi di utilità sociale. Servizi tesi a costituire e rafforzare
i legami che sostanziano e mantengono coesa la società civile, rendono vitali le relazioni
all'interno delle comunità, allargano alle categorie più deboli e svantaggiate la
partecipazione alla vita sociale, attraverso azioni di solidarietà, di inclusione, di
coinvolgimento e partecipazione, che promuovono a vantaggio di tutti il patrimonio
culturale e ambientale delle comunità, e realizzano reti di cittadinanza mediante la
partecipazione attiva delle persone alla vita della collettività e delle istituzioni a livello
locale, nazionale, europeo ed internazionale”.
Ma la funzione degli Enti ai fini della Difesa della Patria non è determinata dallo loro
adesione al sistema del Servizio Civile. È piuttosto un prerequisito che gli Enti devono
possedere per accreditarsi, e poggia sulla loro natura e sulla loro ‘ordinaria’’ attività sociale.
Si chiede dunque agli enti di presentare ai volontari esempi concreti e significativi di ‘difesa
civile’ della Patria secondo la loro natura e le loro modalità di intervento sul territorio.
Gli esempi possono far riferimento all’Ente in sé per sé (es. la funzione del Comune e le sue
relazioni con i cittadini) o a specifiche iniziative promosse nei differenti settori di intervento
(assistenza, educazione, ambiente, patrimonio artistico…).
I contenuti specifici e le modalità di svolgimento degli incontri saranno definiti dai referenti
degli enti in accordo con il tutor e condivisi nel tavolo provinciale per la programmazione
delle formazione generale.
Nella programmazione degli incontri si chiede di tenere in considerazione alcune attenzioni
formative:
- a partire dagli esempi proposti fornire elementi utili alla comprensione dei contesti
sociali ad essi sottesi (attualità, politica, evoluzione storica delle situazioni di bisogno,
criticità…);
stimolare i volontari ad un’analisi critica dei temi trattati, offrendo spazio alle loro
opinioni e alle loro esperienze.
Per orientare il lavoro di programmazione si consegnano agli enti le 5 domande che saranno
proposte ai volontari come chiave di lettura degli incontri formativi cui parteciperanno.
1 CHI DIFENDE LA PATRIA? (come si colloca l’Ente nel contesto istituzionale)
2 DIFENDERE CHI (o CHE COSA)?
3 PERCHE’ DIFENDERE? (valori e principi di riferimento dell’azione sociale)
4 DIFENDERE DA CHE COSA (o DA CHI)? (questioni di rilevanza sociale: attualità –
territorio)
5 DIFENDERE COME? (risorse strumenti e metodologia dell’azione sociale)
C) CITTADINANZA ATTIVA E SERVIZIO CIVILE (5 ORE)
Corrispondente ai seguenti moduli previsti dalle Linee guida del Dipartimento della
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gioventù e del servizio civile
→ Il lavoro per progetti
→ Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
→ Rappresentanza dei volontari in servizio civile
Obiettivo
Conoscere la struttura di un progetto e comprenderne la logica;
Verificare la corrispondenza tra l’esperienza che i volontari stanno svolgendo, le finalità
generali del servizio civile e i suoi obiettivi specifici;
Verificare il gradimento della formazione generale e le sue ricadute sull’esperienza di
servizio e sulla crescita personale dei volontari;
Nell’ultima tappa del percorso formativo si utilizzerà la scheda progetto come strumento per
la comprensione della logica di intervento sociale adottata dal servizio civile,
Si solleciteranno i volontari a definire se i in che modo il servizio civile rappresenta un
modello positivo e attuabile di cittadinanza solidale sia rispetto ai bisogni della comunità sui
quali i progetti intendono intervenire sia rispetto alla qualità delle relazioni che i volontari
sperimento nelle sedi di servizio.
Su queste basi si raccoglieranno possibili proposte migliorative da affidare ai rappresentanti
regionali o nazionali di cui si presenterà il ruolo e la modalità di elezione.
34) Durata:
Durata: 45 ore suddivise in:
• 20 ore d’aula (a cura del Copresc)
• 25 ore di conoscenza dei servizi sociali del territorio (a cura degli Enti)
Tempi di attivazione: a distanza di un mese dall’avvio dei progetti.
Tempi di conclusione: entro il 180° giorno dall’avvio dei progetti.
Gli enti si impegnano a concordare con il Copresc la data di avvio in servizio dei volontari.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35) Sede di realizzazione:
Sala riunioni presso San Bartolo , via San Bartolo 119 –Ferrara o presso altre sedi
individuate per la partecipazione ad eventi formativi aziendali
36) Modalità di attuazione:
La formazione è gestita i n proprio presso l’Ente, con formatori dell’Ente e prevede:
Momenti strutturati di lezione frontale
Gruppi di discussione a tema a cui il formatore partecipa nel ruolo di facilitatore/moderatore
Attività individuale o di gruppo di interesse specifico pertinente il servizio e che apporti un
valore aggiunto al lavoro
Partecipazione a seminari d’aggiornamento per il personale dell’ U. O. come da Piano
Formativo Aziendale
l modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei
progetti di SC ( 4 ore) sarà realizzato con la metodologia a distanza, utilizzando l’ambiente
on line del sistema SELF della Regione Emilia Romagna.
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37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Ferraresi Fabio nato a Ferrara il 17/10/1955
Nico Landi nato a Ferrara il 25/06/1970
Ferron Sara nata a Bondeno il 13/03/1980
38) Competenze specifiche del/i formatore/i:
I docenti esperti della formazione specifica sono professionisti dell’Ente con competenze
attinenti alle attività previste dal progetto; inoltre, alcuni sono autori di pubblicazioni
scientifiche inerenti come riportato nei curricula allegati al progetto.
Dott Fabio Ferraresi: Laurea specialistica delle professioni sanitarie presso l’Università di
Ferrara, Educatore Professionale, Responsabile Assistenziale del Dipartimento di Salute
Mentale, già coordinatore del Centro Diurno “Il Convento”, docente al corso di Laurea in
Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, esperienza pluriennale nelle attività specifiche del
progetto, come da curriculum allegato.
Dr Nico Landi: Diploma di Infermiere, Laurea in Filosofia ad indirizzo etico politico
conseguita presso Unversità di Ferrara, ha frequentato corsi specifici per formazione
formatori, ha tenuto vari corsi sulle tematiche della comunicazione e del counseling
filosofico
D.ssa Sara Ferron: Laurea in tecnica della riabilitazione psichiatrica; Laurea specialistica in
scienze delle professioni sanitarie riabilitative, dipendente a tempo indeterminato
dell’Azienda Usl di Ferrara in servizio presso il Dipartimento Assistenziale Integrato DSMDP .
39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Momenti strutturati di lezione frontale
Gruppi di discussione a tema a cui il formatore partecipa nel ruolo di facilitatore/moderatore
Attività individuale o di gruppo di interesse specifico pertinente il servizio e che apporti un
valore aggiunto al lavoro
Partecipazione a seminari d’aggiornamento per il personale dell’ U. O. come da Piano
Formativo Aziendale
l modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei
progetti di SC (4 ore) sarà realizzato con la metodologia a distanza, utilizzando l’ambiente
on line del sistema SELF della Regione Emilia Romagna
40) Contenuti della formazione:
La mission del DAI SM-DP (DOCENTE: Fabio Ferraresi - 8 ore)
L’organizzazione del DAI SM-DP (DOCENTE: Fabio Ferraresi - 8 ore)
Aspetti clinici delle Malattie Mentali (DOCENTE: Sara Ferron – 7 ore)
Aspetti Sociali delle Malattie Mentali (DOCENTE: Sara Ferron – 7 ore)
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Aspetti relativi alla comunicazione ( DOCENTE: Nico Landi – 8 ore)
Tecniche di Riabilitazione Psichiatrica (DOCENTE: Sara Ferron – 8 ore)
La relazione terapeutica: concetti e metodi ( DOCENTE: Nico Landi – 7 ore)
La promozione della Salute Mentale ( DOCENTE: Nico Landi – 7 ore)
L’equipe curante: competenze e responsabilità (DOCENTE: Fabio Ferraresi - 8 ore)
Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari ( 4 ore)
Il modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari
nei progetti di SC sarà realizzato in maniera coordinata e congiunta nell’ambito del
Copresc, mediante 4 ore di approfondimento dei concetti generali in tema di prevenzione e
sicurezza nei luoghi di servizio.
41) Durata:
La durata della formazione specifica è pari a 72 ore,
Le ore di formazione specifica saranno espletate nella seguente modalità:
- 70% delle ore previste entro il 90gg dall’avvio del progetto e il restante 30% entro e non
oltre il 270 giorno dall’avvio del progetto.
Il modulo relativo alla formazione e informazione sui rischi connessi all’impegno dei
volontari in progetti di servizio civile sarà erogato entro il 90 giorni di avvio del progetto.
Altri elementi della formazione
42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Per la valutazione della formazione specifica, il personale coinvolto all’addestramento dei
volontari di SC provvederà a monitorare periodicamente le competenze acquisite e la qualità
delle attività svolte attraverso incontri di gruppo per scambi e riflessioni sulle esperienze
vissute, con un approfondimento sulle conoscenze e competenze necessarie per svolgere le
attività previste dal progetto.
Le attività di monitoraggio saranno realizzate con le seguenti modalità:
- Discussione, individuale e/o in gruppi, sulle conoscenze teoriche acquisite
- Riflessioni di gruppo sulle competenze che il Volontario ha acquisito nel corso dell'anno
di Servizio
- Affiancamento
- Tutoraggio
Il monitoraggio della formazione specifica sarà coordinato all’interno dei vari moduli
formativi. Nello specifico sono previsti tre momenti strutturati di rilevazione.
Primo – iniziale
Durante il primo incontro di formazione i volontari verranno coinvolti in un'attività
dinamica per rilevare:
- le aspettative del giovane rispetto alla formazione specifica;
- la percezione del volontario delle possibili ricadute della formazione sulla proposta di
servizio. Elemento fondamentale per avvicinare la formazione generale alle realtà di
servizio, nei diversi settori.
Metodologia: attività dinamica, discussione con il gruppo classe e commento del formatore.
Secondo – in itinere
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A metà del percorso formativo verrà attivato un momento di condivisione con i volontari
sull'andamento della formazione, per indagare:
1. il grado di apprendimento dei contenuti da parte dei volontari;
2. l'effettiva efficacia dei formatori;
3. l'attinenza alla traccia di lavoro;
4. eventuali criticità.
Metodologia: discussione del gruppo classe; commento del formatore.
Terzo – finale
Al termine del percorso formativo, durante l’ultimo incontro, verrà somministrato un
questionario di verifica della formazione specifica, con verifica e commento delle risposte
attraverso attività dinamiche, per rilevare:
5. l'andamento della formazione (contenuti, dinamiche, metodologie, organizzazione);
6. la reale ricaduta della formazione sulla proposta di servizio che il volontario sta
vivendo, per indagare le connessioni tra formazione, attività, progetto.
Metodologia
D. somministrazione del questionario a risposta chiusa e aperta: compilazione
individuale;
E. attività dinamiche;
F. verifica in plenaria, coordinata dal formatore, con dialogo con i volontari.
I dati raccolti e rielaborati dalle rilevazione saranno analizzati anche in ambito Co.Pr.E.S.C,
ed in parte utilizzati per la riprogettazione del percorso formativo con gli Enti partecipanti.
MONITORAGGIO DELLA FORMAZIONE GENERALE condiviso in ambito
Copresc
Il monitoraggio della formazione generale congiunta sarà coordinato, all'interno del
percorso formativo dei volontari, attraverso due momenti di rilevazione.
Primo – iniziale
Durante il primo incontro di formazione i volontari verranno coinvolti in un'attività
dinamica per rilevare:
le aspettative del giovane rispetto alla formazione generale;
la percezione del volontario delle possibili ricadute della formazione generale sulla
proposta di servizio. (Elemento fondamentale per avvicinare la formazione generale
alle realtà di servizio nei diversi settori).
Metodologia
• Attività dinamica;
• Esercitazione individuale;
• Condivisione in plenaria e commento del formatore.
Secondo – finale
Al termine del percorso formativo, durante l’ultimo incontro, verrà somministrato un
questionario di verifica della formazione generale con successiva discussione e
rielaborazione orale delle risposte attraverso attività dinamiche. Questo per rilevare:
l'andamento della formazione generale (contenuti, dinamiche, metodologie ed
organizzazione);
la reale ricaduta della formazione sulla proposta di servizio che il volontario sta
vivendo. (Elemento fondamentale per indagare le connessioni tra formazione,
attività e progetto).
Metodologia
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•
•
•
Somministrazione del questionario a risposta chiusa e aperta: compilazione
individuale;
Attività dinamiche (giochi di posizione e di schieramento);
Verifica in plenaria, coordinata dal formatore, con dialogo con i volontari.
I dati raccolti e rielaborati dalle rilevazione saranno analizzati anche in ambito Copresc e in
seguito presentati in una riunione di verifica e di riprogettazione del percorso formativo con
i referenti per la formazione generale degli enti partecipanti.
31/07/2014
Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente
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