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Esame radiografico . della "Tempesta" di

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Esame radiografico . della "Tempesta" di
Esame radiografico .
della "Tempesta" di Giorgione
Studiando all'Accademia di Venezia la
Tempesta di Giorgione, avevo osservato
che il capo e il giubbino del giovane sono
dipinti al di sopra del cespuglio, in uno
strato successivo, quando cioè il colore
del fogliame era già asciutto: a luce radente si scorge infatti con chiarezza il
grasso impasto delle fronde, su cui furono
poi stese le tinte leggere del volto giovanile e del farsetto. Tale constatazione può
essere fatta anche in base alla fotografia
tratta dalla negativa del Giacomelli, che
qui si riproduce (fig. l) come movente alla
scoperta radioscopica.
La constatazione di cui sopra permetteva d'affermare che, evidentemente, la
figura del giovane era stata eseguita in un
secondo tempo, forse a pochi giorni di
distanza dal prosciugamento del colore
del sottostante fogliame, forse a distanza
di mesi o di pochi anni: ma comunque,
per ragioni stilistiche e storiche, ancora
da Giorgione stesso: sia perchè la figura
del «soldato» possiede i suoi correlativi
stilistici nel S. Liberale della pala di Castelfranco o nei pastori del Ritrovamento
di Paris, opere indubbie di Giorgione; sia
perchè come di mano di lui il dipinto è
descritto, appunto con il «soldato », da
Marcantonio Michiel nel 1530. Ma che
cosa si nascondeva. sotto la parte inferiore del «soldato»? Vi continuava il
cespuglio e vi si trovavano altre figurazioni? Nè l'occhio umano nè l'obbiettivo
fotografico erano in grado di rivelarle.
Fu perciò che, ottenuto il consenso
della direzione delle RR. Gallerie di Venezia nelle persone del Soprintendente
Prof. Gino Fogolari e del Direttore Prof.
Vittorio Moschini, chiesi al restauratore
Comm. Mauro Pellicioli, già esperto in
siffatta materia, di eseguire le radiografie del dipinto; incarico che egli ha brillantemente assolto nello scorso mese di
giugno, con apparecchio Philips Metalix
tipo 11001, a quattro secondi di esposizione.
Il risultato ottenuto è superiore ad
ogni aspettativa; e tale da annullare i
concetti in merito ad alcune interpretazioni del «soggetto» del dipinto, nonchè
tale da offrire un elemento in più per lo
studio della genesi del quadro, e con ciò ·
per la ricostruzione parziale del1a figura
pittorica del Maestro di Castelfranco.
... ... ...
Come risulta dalla riproduzione della
positiva radiografica .(fig. 4), sotto la posizione del « soldato» è comparsa una
figura di donna ignuda. Essa è di proporzioni leggermente maggiori della « cingana », poichè si trova al primo piano del
quadro. E seduta in margine al terrapieno, rivolta verso il ruscello, in cui affonda le gambe sin sotto le ginocchia. Il
suo capo è un po' inclinato, di tre quarti,
simile nell'attitudine a quello della sua
compagna, a cui fa da contrapposto. Il
braccio destro ha sollevato ad ansa, e la
mano ( di cui non si distingue bene la
forma, poichè sembra esser stata cancellata o non finita dall'artista stesso) pare
ricada inerte. Disteso verso il basso è il
braccio sinistro, e la mano poggia poco
sopra il ginocchio. Si tratta evidentemente di una bagnante, dalle forme piuttosto
piene, come lo sono, del resto, quelle della
« cingana ». Dei lineamenti del suo volto
poco di preciso si può distinguere: n'è
chiaro l'ovale allungato, tipico di Gior-
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gione; gli occhi che sembrano aperti e
l'attitudine pensosa la fanno stranamente
assomigliare alla sua compagna.
Alcuni altri elementi nuovi sono stati
messi in luce dall'esame radiografico. Le
fronde del cespuglio, che si intravvedevano sotto la testa del «soldato» sono
apparse nettamente distinte (fig. 2); e la
compattezza della loro tinta è tale, in
rapporto alla magrezza del colore della
testa del «soldato », che i raggi X sono
passati oltre a questa senza lasciare alcuna traccia sulla pellicola, mentre hanno
incontrato resistenza nell'alta densità del
peso atomico del color del fogliame. Chiaramente si vede, inoltre, il fogliame del
cespuglio medesimo sotto la giubba del
« soldato », immediatamente sopra il capo della «bagnante»; e cosÌ si rileva,
appunto, com'è ovvio, che tutta la figura
virile fu dipinta in un secondo tempo.
Si può, quindi, osservare a sinistra dei
due rocchi di colonna poggiati sal muricciolo, una terza colonna, poi coperta dalle
fronde. E così, lì presso, il tronco d'un albero che fu ugualmente cancellato. Le varianti del paesaggio della prima stesura,
nei confronti di quello finito, sono del
resto assai numerose, come si può notare
nella riproduzione radiografica.
In quanto alla figura della « cingana »,
si può affermare che la radiografia riveli
alla perfezione la sua struttura pittorica
immacolata, nata di getto (fig. 7). Vi è soltanto una differenza nel drappo, il quale,
in un primo tempo, ricopriva soltanto la
spalla sinistra della donna; e poi fu allungato sino al gomito e allargato sopra
la metà del seno.
* * *
TI ritrovamento della figura muliebre,
di cui nessuno sospettava l'esistenza, porta a concludere che Giorgione aveva eseguito in un primo tempo una raffigurazione diversa dall'attuale. Quale fosse
questa '3cena, si può agevolmente rilevare
dagli elementi riportati in luce dalle radiografie. Sulla scorta dcgli stessi, il Prof. Al.
do Raimondi, accogliendo gentilmente il
mio invito, si è accinto a ricostruire la
prima versione del quadro (fig. 5), che qui
presento soltanto come saggio d'una ricostruzione più precisa, che mi riservo di
produrre in seguito, ma che pertanto mi
esonera da descrizioni diffuse.
La prima idea del pittore era dunque
sostanzialmente diversa dalla versione definitiva. TI giovane, pastore o «soldato»
che sia, non esisteva. Al suo posto, ma
in attitudine differente e in proporzioni
maggiori, era invece dipinta la figura di
una bagnante ignuda. Si può subito precisare che questa si trova sullo stesso
strato cromatico della «cingana» e che
pertanto le due figure, in un primo tempo, coesistevano alla superficie del dipinto: ciò è chiaro ' per la sostanza del colore,
come appare dalla radiografia: uniforme
e senza soluzioni di continuità. La prima
stesura del quadro era stata fatta di getto, con quell'impeto nervoso che vien rivelato dalla radiografia in tutte le opere
di Giorgione, ed è elemento caratteristico
per il riconoscimento della sua mano.
Trovandosi la figura ora scoperta, in
una posizione così marginale ed angolare,
vien fatto di domandarsi se la tela non
sia stata recisa in basso ed a sinistra, e
vi fosse intorno alla «hagnante» stessa
maggiore respiro: ma l'esame dei bordi
della tela provano, a quanto mi comunica la Direzione delle Gallerie dell'Accademia, che la pittura terminava originariamente anche nella parete inferiore come
ora si .vede.
Quale era il « soggetto» di questa prima versione? A tale quesito non è facile
rispondere, se si pensa che intorno all'interpretazione della Tempesta (che lo stesso
Marcantonio Michiel, a distanza di poco
più d'un ventennio, non seppe definire
meglio che con le parole di «el paesetto
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Fig. l. GIORGIO!'lE: La « Tempesta ». - Venezia, Galleria dell'Acca demia.
(Folo Naya, Vene;in).
Fig. 5. Ricostruzione approssimativa della « Tempesta» nella -prima versione.
(Disegno Pro! Raimondi Milano).
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Fig . 2.
CLXXVI.
GJORGIONE: P a rti colare del « soldato», a luce un poco
rad ente, in cui si di stingu e il so ttostante fogliam e.
(Folo GiacomeIli, Vellezia).
Fig. 3.
TE NU: RS:
« L'aggressione », copia d a un dipinto perduto di Giorgione.
(Firenze, Coli. Grona .. ).
TAV.
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- - - LE ARTI - - - -- - - - - - -- -- - -- -- - - 569 - --
in tela · cun la tempesta, cun la cingana
et soldato») si sono affaticate intere generazioni di storici dell'arte e di filologi:
s'è pensato ad un allusione alla «famiglia'
di Giorgione »; ad un'allegoria delle forze
della natura; ad una simbolica figurazione
di un sodalizio segreto; chi ha creduto
che la scena si riferisse al passo di Stazio,
in cui Adrasto ritrova Issipile allattante il piccolo Ofelte; chi ha pensato a
Mercurio ed Iside; chi alla leggènda di
Genoveffa. Ma in questi ultimi tempi l'interpretazione maggiormente accreditata è
quella che vede nella Tempesta un episodio del mito di Paride, e precisamente
Paride allattato dalla moglie del pastore,
dopo il suo ritrovamento. TI fulmine dietro il «paesetto» alluderebbe alla minaccia su Troia, secondo Ovidio. Ora si
può pensare che, mancando il pastore,
anche tale interpretazione venga a cadere. Certo essa perde di probabilità: ma
non si annulla del tutto. Si può infatti
sostenere, che essendo il gruppo della nutrice e di Paride centro del quadro, il
pastore non rappresenti che un elemento
secondario, cosÌ come lo era, nella prima
idea dell'artista, la «bagnante»: semplici
figure accessorie d'una scena già definita
nel suo significato mitologico. In tal caso
Ia «bagnante» era una semplice compagna ella« cingana », in una libera figurazione del mito.
Ora si pone anche il quesito, forse
un po' capzioso, circa le ragioni che determinarono l'artista a cancellare la variante della prima versione ed a sostituirvi il «soldato» della versione definitiva. Anche a questo è difficile, se non
impossibile, rispondere con precisione. O
vi furono ragioni di aderenza al tema
voluto dal committente; o, con maggior
probabilità, ragioni artistiche: in quanto non v'è dubbio che nella sua versione definitiva il quadro di Giorgione abbia un maggior profumo poetico, e nel
ritmo compositivo meglio si contrapponga
5
il giovane pastore al gruppo della nutrice
col bimbo di quanto non riesca li fare la
figura un po' invadente della ignuda che
si bagna.
CosÌ si giunge al limite di quella che
appare l'ipotesi più attraente, derivata
dalla nostra scoperta radiografica: che
Giorgione abbia inteso a rappresentare
nuII'altro, nella Tempesta, se non un
paesaggio con figure, all' infuori di ogni
temli obbligato. Siffatta supposizione, per
quanto allettante, specie, suppongo, alla
critica estetica contemporanea, è però
poco conforme allo spirito figurativo del
Rinascimento, pur sempre legato, nella
rappresentazione pittorica, a fatti precisi, religiosi storici mitologici od altri.
Ma penso che nel clima lirico di Giorgione i legami con i temi obbligati si allentino sino al punto di frangersi. La
frattura materiale, se ben vedo, si compie solo a pochi anni di distanza, con il
Concerto campestre, opera non più di Giorgione, ma di Tiziano giovane.
In quanto alla nostra figura della «bagnante », s' ha da dire che ess.a non è
isolata nell'iconografia giorgionesca, ma
- a parte la sua somiglianza con la «cingana» - essa ha un precedente nella
donna seminuda di quel dipinto che raffigurava« Un'aggressione », che ci è noto attraverso la stampa del Teniers nel
Theatrum Pictorium, e che dallo stesso
Teniers fu copiato dall'originale (ch'era
nella collezione dell'Arciduca Leopoldo
Guglielmo a Bruxelles) in tm quadretto
che ora si trova nella collezione Gronau
di Firenze (fig. 3).
Non posso chiudere queste brevi note
preliminari senza rilevare come, dalle
radiografie della Tempesta, si apprenda,
con maggior evidenza di quanto non appaia dalle radiografie di altri quadri di
Giorgione, il modo irruento della di lui
fattura pittorica, a pennellate nervose
che preparano un letto di colore tutto a
macchie, senza disegno; d'una vitalità
---570 - - - ; - - - - - - - - - - - -- - . - - - - - LE AR TI - - _
sorprendente, e d'una modernità che anticipa alcuni dei più bei. brani di Manet.
La qual cosa si vede, poi, anche nelle
radiografie della Vecchia «col tempo »,
ascritta al Torbido, e nella Sacra Conversazione n.O 70 assegnata alla scuola del
Giambellino, ambedue all'Accademia Veneziana' ma opere indubbie, a mio parere, di Giorgione: i cui reperti radiografici
mi riservo di illustrare su queste stesse
pagine, al prossimo numero.
NOTA. - Questa mia schematica relazione
era già stampata, quando è comparsa nel Corriere della Sera del 17 agosto u. s., una « Domanda II di Ugo Ojetti, relativa appunto all'interpretazione della « Temp.esta ll. L'illustre critico · suggerisce, richiamandosi con belle parole
al Petrarca, un'interpretazione libera, in cui
« ciascuno deve ritrovarsi, secondo l'ora e il sentimento suo, un'allegoria diversa ll. Ipotesi dunque, libera da qualsiasi tema fisso, che io stesso,
dubitativamente, ho formulato qui sopra: ma
che non convince del tutto, pur essendo la più
allettante e quella che più risponde al nostro
sentimento d'oggi. Temo che si trasponga nel
Rinascimento il concetto moderno dell' « arte
per l'arte».
. In questi stessi giorni mi è giunta una lettera del Prof. Fritz Saxl, Direttore dell' Istituto
Warburg di Londra, con cui già avevo avuto a
voee uno scambio d'idee al riguardo della «Tempesta l). Mi propone egli ora due soluzioni: la
prima (e siamo sempre nel campo dell' interpretazione libera, sostenuta dall'Ojetti) d'intendere
il quadro come una pittura « di genere», nel
senso ottocentesco, cosÌ che la figura muliebre
potè senz'altro essere sostituita da quella virile;
la seconda - ed egli preferisce questa teoria ...:.
che il soggetto illustri una storia in cui la nutrice col bimbo erano soli (la bagnante rappresenterebbe forse una ninfa) ed in cui più tardi
apparve l'uomo. Giorgione avrebbe in sostanza
nella prima versione illustrato l'Atto I, nella
successiva l'Atto II, perche più significativo.
« Ma questa bellissima teoria )l, aggiunge ironicamente il Saxl stesso, «( potrebbe essere provata
soltanto quando si conosca tale istoria )l.
Chè se poi non si trovasse, aggiungeremo
noi a nostra volta, la «( Tempesta), rimarrà pur
sempre quel miracolo divinatorio che è; ne ciò
c'impedirà di goderlo. Prima l'arte, che ci dà
la bellezza; poi la scienza, che ci aiuta a comprenderla.
ANTONIO MORASSI.
TAV.
CLXXIX.
Fig. 7. Radiografia della « cingana» nella « Tempesta» di Giurgione.
(Radiografia Pellicioli, Mila 110).
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