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PROFUMO DI STAMPA
i s n e s e u cinq olfatto 71 cinquesensi di L orenzo C apitani profumo di stampa Ogni bibliofil o lo conosce e ama far sen e ine br iar e : è il pr ofu mo de i lib ri an tic hi , ca ric hi di po lve re e fas cin o . M a no n so lo le pr ezi os ità an tiq ua rie so lle tic an o il no str o na so : og ni tip o di sta mp ato – libri , riv ist e , vo lan tin i , qu oti dia ni – ha un pr op rio ric on os cib ilis sim o od or e , ben imp re ss o ne lla me mo ria olf att iva di cia sc un o di no i . O gg i per ò si pu ò os ar e di più : un a co nfe zio ne di ca ffè ch e dif fon de l ’ ar om a di un bu on esp re ss o o un lib ro fan tas y per ba mb ini ch e “ pu zza di dr ag o” so no all ’ or din e de l gio rn o, o qu as i . V i sem br a fan tas cie nz a ? P rint Buyer vi spiega che invece è re alt à : la re alt à de lle tec nic he di no bil ita zio ne de gli sta mp ati og gi lar ga me nte dis po nib ili . A differenza di altri mammiferi (basta pensare ai segugi!), nell’uomo l’olfatto è forse il meno sviluppato dei sensi. Eppure, proprio per questa sua vaghezza e questo legame con la parte più istintuale, “animale”, può risultare di grande impatto. Tutti noi siamo stati “cuccioli d’uomo”, legati alla mamma dal suo inconfondibile profumo. E nel profondo del nostro cervello profumi e odori sgradevoli hanno sempre il potere di evocare sensazioni potenti. In realtà l’olfatto è un senso che lavora “sullo sfondo”: respiriamo circa 23.000 volte al giorno e a ogni singolo respiro innumerevoli molecole odorose entrano nel naso, raggiungendo direttamente il centro emotivo del cervello, che è in grado di distinguere e classificare più o meno 10.000 odori diversi, anche se solo quelli particolarmente forti, particolarmente gradevoli o particolarmente sgradevoli vengono notati dalla parte conscia. Nel giro di una frazione di secondo il cervello trasforma la sensazione odorosa in un’emozione: gioia, malinconia, paura, disgusto, desiderio… Non tutti provano le stesse emozioni di fronte ai medesimi aromi, per motivi personali e culturali, ma c’è un odore che è universalmente recepito come positivo da ogni civiltà del mondo: il profumo dei fiori. Curiosità a parte, la scienza ha ormai ampiamente dimostrato come i profumi giochino un ruolo di primissimo piano nella scelta, ad esempio, del partner sessuale, e siano in generale importanti nell’indirizzare qualsiasi nostra decisione, soprattutto quelle di acquisto. Cosa implica questo per il mondo della stampa? La quinta puntata del nostro dossier sulle tecniche di nobilitazione degli stampati vi porta a scoprirlo. PB23 72 cinquesensi profumo di carta... e non solo Le strategie di marketing più innovative, lo abbiamo detto più volte, puntano al coinvolgimento simultaneo di tutti e cinque i sensi, olfatto compreso. Di qui i grandi investimenti dell’industria cosmetica nella costruzione di fragranze sempre più accattivanti non solo per gli ovvi eau de parfum, ma anche per creme antirughe, bagnoschiuma, make-up. Anche i produttori di detergenti o alimenti stanno bene attenti agli odori dei loro prodotti, si tratti di un ammorbidente “che sa di pulito” o di un biscotto “che sa di buono”. Ma si è già andati oltre. È noto ormai lo sforzo di grandi catene commerciali, soprattutto nel settore della moda e dell’elettronica, che hanno sviluppato dei personali “brand scent” diffusi nei loro store in tutto il mondo. E nel mondo della stampa? Si può usare questo forte potere evocativo di profumi & Co. per conferire quel tocco in più agli stampati? La risposta è, ovviamente, sì. Innanzitutto ad avere un particolare aroma può essere il supporto, ovvero, quasi sempre, la carta. stampati sempre più gradevoli Inviti e brochure che profumano di rose appena colte o di lavanda... irresistibili! PB23 Ma la carta non deve necessariamente avere l’odore… della carta! Un esempio è dato da alcune carte ecologiche ricavate dagli scarti di lavorazione della frutta. Create per aiutare l’ambiente, hanno dimostrato di avere piacevolissimi “effetti collaterali”: sono infatti colorate e profumate in modo assolutamente naturale. Difficile resistere alla tentazione di dare un morso a inviti o brochure che profumano come un cesto di frutti di bosco appena colti! L’industria chimica offre poi molteplici possibilità per profumare direttamente in cartiera carte e cartoncini, con una gamma di aromi davvero vastissima. Un tempo si usavano profumi allo stato puro mescolati direttamente all’impasto della carta, che avevano l’inconveniente di evaporare svanendo in breve tempo e per di più potevano a volte riservare sgradevoli sorprese a contatto con le altre sostanze coinvolte nella stampa. Oggi, grazie alla tecnologia della microincapsulazione (vedi box), è possibile utilizzare una minor quantità di fragranza, che si mantiene molto più a lungo. Tra gli usi più frequenti, oltre a quelli per la confezione di quaderni o agende profumati, ricordiamo la produzione di carte igieniche o fazzoletti di carta con oli balsamici microincapsulati. Cioccolato, caffè, Chanel n. 5: è ormai Di estrema versatilità, la tecnologia delle microcapsule olfattive trova impiego ottimale anche e soprattutto nella nobilitazione post-stampa. I lettori più attenti di Print Buyer non avranno dimenticato la golosissima copertina del n. 18, con quel piatto di dolcetti dall’invitante profumo di cioccolato: un ottimo esempio di stampa nobilitata con inchiostri contenenti microcapsule profumate. Queste, infatti, possono essere applicate in sovrastampa tramite inchiostri o vernici d’ogni tipo (a base acqua, solvente, acriliche, viniliche e UV) e su diversi supporti, dai consueti carta e cartone alla plastica, dal metallo al tessuto. La tecnica usata? Qualunque sia quella scelta per stampare: offset, rotativa, rotocalcografica, flessografica, serigrafica, verniciatura… Abbiamo parlato di questi argomenti con Duccio Ruggero Ruggeri, amministratore unico della Druckfarben, azienda bergamasca leader assoluta in Italia per la produzione di microcapsule. cinquesensi inchiostri e vernici 73 molto ampia la gamma di fragranze da “intrappolare” negli stampati. «Un tempo le vernici con microcapsule erano applicabili solo con macchine per la flessografia o la serigrafia. Oggi si sta sviluppando soprattutto il mercato dell’offset, tradizionale o UV. In pratica anche un piccolo stampatore con una macchina a quattro colori può offrire al suo cliente un prodotto profumato: basta aggiungere all’inchiostro le microcapsule con l’aroma prescelto (dal nostro catalogo o fornito espressamente per quel cliente). Meglio però se si usa una vernice in sovrastampa: le vernici infatti sono trasparenti e non incidono sull’effetto delle precedenti o successive lavorazioni e se ne può quindi stendere uno strato più spesso, contenente più microcapsule; basta tenere il calamaio allargato al massimo. È una lavorazione che si fa in linea, senza allungare i tempi o far incrementare i costi se non per quanto riguarda la vernice che, in effetti, costa dalle cinque alle dieci volte più di una vernice “normale”, ma sul costo finale incide in minima parte». Le difficoltà tecniche sono ridotte al minimo, continua Ruggeri: «Noi suggeriamo ai nostri clienti di utilizzare vernici a base acqua, che hanno un odore praticamente impercettibile, in modo da evitare interazioni con la profumazione scelta, ma oggigiorno esistono anche vernici UV, nate per l’industria alimentare, dall’odore davvero minimo. Un’altra accortezza è quella di usare preferibilmente carte patinate che assorbono meno PB23 cinquesensi 74 le capsule». I campi di applicazione sono i più vasti, dai libri ai cartoncini apposti sui deodoranti ambientali per poterne sentire la fragranza, dal packaging alimentare agli inserti pubblicitari dei profumi. Uno degli esempi più creativi è la fortunata serie dei Viaggi nel Regno della Fantasia di Geronimo Stilton, pubblicata da Piemme: libri con alcune pagine che, se sfregate, emanano profumi o puzze facendo impazzire i bambini. «Un mercato nuovo e ricco di possibilità» ci racconta ancora Ruggeri «è poi quello degli shopper di carta che una catena di negozi può personalizzare in modo che, ogni volta che vengono usati, diffondano una fragranza, magari proprio quella del marchio che li ha scelti. Il sacchetto o il cartoncino profumato per gli armadi vengono usati più volte, imprimendo bene nella memoria del consumatore un certo brand». tutto sulla microincapsulazione Nata circa trent’anni fa, la tecnica della microincapsulazione consiste nell’inserire una sostanza all’interno di microcapsule che, in origine, erano fatte di gelatina animale; questa tipologia si usa ancora per aggiungere aromi agli alimenti e in alcuni settori dell’industria farmaceutica, ma ciò che ha permesso di fare il salto di qualità è stata l’introduzione di capsule in resina sintetica, di dimensioni molto piccole (da 1 a 10 micron contro i 200 delle capsule in gelatina), resistenti fino a 300 gradi e alle sollecitazioni meccaniche. Le microcapsule si rompono progressivamente ogni volta che vengono sfregate e, se applicate in misura sufficiente, consentono di rilasciare anche per anni il loro principio attivo. Nel caso delle microcapsule olfattive usate nella stampa, la sostanza profumata viene introdotta in queste piccolissime “bollicine” di resina che possono essere amalgamate direttamente all’impasto della carta oppure veicolate tramite vernici o inchiostri; la capsula, come un guscio protettivo, impedisce al profumo di evaporare durante le diverse fasi di lavorazione, stoccaggio e trasporto e lo rende più resistente ai fattori ambientali quali temperatura, acidità, pressione ecc. PB23