Ruolo e funzioni del comune e del sindaco in protezione civile
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Ruolo e funzioni del comune e del sindaco in protezione civile
Ruolo e funzioni del comune e del sindaco in protezione civile Perché un progetto sui sindaci? La protezione civile in Italia 43 /01 Legge 225/92 80 /98 L. 3 112 /98 D. L. 1 R DP D. /70 96 e9 gg Le 66 /81 • Dal punto di vista normativo e amministrativo la protezione civile è una D.L materia relativamente giovane. gs Il cammino della protezione civile italiana Sappiamo che fin dall’inizio della sua storia lo Stato italiano ha concepito la protezione civile esclusivamente come attività di “soccorso pubblico post disastro” invece che come una risposta organica da parte del sistema paese alle condizioni di rischio diffuso e costante del paese. Per più di un secolo, dal 1870 fino al 1990, ci si è sempre limitati a organizzare gli interventi “dopo” l’evento, mentre espressioni come previsione e prevenzione sembravano non far parte del vocabolario normativo e istituzionale. LO SVILUPPO ISTITUZIONALE ITALIANO DELL’ULTIMO SECOLO 130 anni di storia italiana Stato liberale 1870-1920 Lasciava fare Stato sociale 1920-1990 Stato sussidiario 1990-2000 Faceva tutto Aiuta a fare Il Principio di Sussidiarietà Negli anni 90, anche grazie all’integrazione europea, si riafferma Questo principio, desunto dalla Dottrina Sociale della Chiesa, nasce nel 1931 con Papa Pio XI, il quale nell’Enciclica “Quadragesimo Anno” scrive: “Come è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che nelle minori e inferiori comunità si può fare”. COSA CHIEDONO I CITTADINI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DOPOGUERRA Anni 60/70 Benessere economico Anni 80/90 Ambiente e qualità di vita Terzo millennio Sicurezza civile L’EVOLUZIONE DEGLI ORGANI DI P.C. Legge 996/1970 D.P.R. 66/81 Legge 142/90 La P.C. è affidata in teoria al Sindaco e al Commissario di Governo Prefetto e Sindaco sono “Organi” di P.C. in qualità di U.d.G. I comuni acquistano maggiore autonomia dallo Stato Legge 225/92 Il Sindaco diviene Autorità Comunale di P.C. Legge 81/93 Il Sindaco viene eletto direttamente dai cittadini D.Lgs 112/98 Il Comune acquista la totalità delle competenze di P.C. SECONDO IL CONCETTO MODERNO, OGNI CITTADINO E’ OPERATORE DI PROTEZIONE CIVILE DOPO L’IRPINIA SI AFFIDA LA COMPETENZA AI PREFETTI Dopo l’Irpinia ci si interroga sulle differenze registrate rispetto al Friuli. Il legislatore corre ai ripari con il DPR 66/81. Si teorizzano il COM e il CCS. Si individua nel Prefetto il ruolo e il soggetto ideali. L’Italia viene divisa in cento caselle uguali (le Prefetture) per garantire la stessa qualità di intervento in ogni regione. Le Prefetture costituiranno per venti anni il presidio locale di riferimento per la protezione civile Le cifre del soccorso urgente in Europa ORGANICO DEI POMPIERI POPOLAZIONE N. COMUNI SUPERFICIE (Kmq) TOTALE SERVITI IN TEMPI UTILI NON SERVITI IN TEMPI UTILI 57.268.578 8.104 301.000 46.087.754 4.342 149.667 11.210.701 3.762 151.332 primo presid di Protezio riale ccorre di coinv Prote eve essere e vavalorizza individu te all’even nel ontariato comune or ZAMBERLETTI fonda la protezione civile Il disegno di legge della 225/92, presentato nel 1982 e approvato dopo 10 anni di dibattito, contiene tre intuizioni di importanza storica, che rivoluzionano l’impianto filosofico della protezione civile italiana. Nel 1982 nasce anche il Dipartimento della Protezione Civile. Gli effetti si vedono subito. MA COSA E’ LA NUOVA PROTEZIONE CIVILE? Per la prima volta la legge n. 225/1992 definisce un concetto di protezione civile che non si limita a fronteggiare le conseguenze di situazioni di emergenza, ma comprende attività di previsione e prevenzione. Scopo della Protezione Civile diviene quello di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni derivanti dalle calamità naturali o da quelle causate dall’uomo. Sue specifiche attività sono la previsione la prevenzione il soccorso il superamento dell’emergenza La carenza di qualcuna di questa componenti può risultare determinante per il successo o l’insuccesso Il RUOLO DEL COMUNE ACQUISTA IMPORTANZA Dopo l’autonomia statutaria conquistata nel 1990, è con quella impositiva del 1992 (D.lgs. 30.12.1992 n. 504) che la protezione civile diviene un servizio locale indispensabile, da assicurare nell’ambito delle attività ordinarie, e non da delegare ad altri soggetti in occasione delle emergenze. Un Decreto Ministeriale di attuazione (28 maggio 1993) inserisce la Protezione Civile fra i servizi comunali indispensabili. Un’accelerazione definitiva al cambiamento arriva con la legge delega Bassanini 15.3.1997 n. 59 e il D.lgs 31.3.1998 n.112, sistema definitivamente le competenze di province e comuni sulla scorta del nuovo sistema istituzionale decentrato. La modifica apportata alla Costituzione (Legge Costituzionale 18.10.2001 n. 3) mette il timbro finale sulla svolta. E LA PROTEZIONE CIVILE ENTRA NEGLI ENTI LOCALI La protezione civile entra in comune 1990 Con la legge 142 (oggi confluita nel nuovo Testo Unico degli EE.LL.) si sancisce l’autonomia dei Comuni e delle Province dai tradizionali vincoli e controlli dello Stato. Spetta ai comuni occuparsi dei cittadini, ma non per conto dello Stato. La protezione civile entra in comune 1992, Febbraio Con la legge 225 nasce il Servizio nazionale di protezione civile, che indica nei comuni e nei Sindaci alcuni protagonisti delle attività, e individua in attività da svolgersi localmente (previsione e prevenzione) e in alcune realtà diffuse (il volontariato) degli elementi di forte innovazione. La protezione civile entra in comune 1992, dicembre Con il D. lgs 504 si sancisce addirittura l’autonomia “impositiva” dei Comuni. Il Sindaco muove direttamente la leva fiscale, e ha l’obbligo di restituire il gettito in termini di servizi, soprattutto quelli definiti dalla legge come “indispensabili”. La protezione civile entra in comune 1993, maggio Tra i servizi indispensabili il legislatore inserisce pochi mesi dopo (DM 28.5.93) anche la protezione civile, che diviene così un dovere per il comune e non più per lo Stato. Si tratta di una rivoluzione copernicana, anche perché il servizio indispensabile non riguarda più solo il momento del cosiddetto “soccorso”, ma allarga il tiro alle attività di prevenzione. La protezione civile entra in comune 1993 Grazie alla legge 81, il legame tra il nuovo comune e la popolazione si rinsalda ulteriormente con l’avvento dell’elezione diretta del sindaco. Egli diviene ormai un punto di riferimento popolare molto diverso rispetto al passato. La protezione civile entra in comune 1998 Dopo i primi anni anni di controversa applicazione della 225 e del suo sistema di ripartizione di competenze, la riforma di decentramento e semplificazione detta “Bassanini” realizza una più puntuale fotografia delle responsabilità politiche da assegnare alle istituzioni. Inoltre, a seguito di alcuni disastri, il “Decreto Sarno” comincia ad elencare alcuni obblighi reali per gli EE.LL. in materia di prevenzione e pianificazione dell’emergenza La protezione civile entra in comune 1999 Con la legge 265, anche il dovere di informare e avvertire la popolazione, in precedenza compito importantissimo del Prefetto, passa totalmente sulle spalle dei sindaci. La protezione civile entra in comune 2001 Con la Legge Costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3, si mette il timbro finale sul processo di rivoluzione copernicana dei rapporti interistituzionali. Ciò che fino ad ora era affidato agli enti locali per concessione, da ora in poi “spetta”. La piramide è rovesciata. NASCONO LE AUTONOMIE LOCALI E IL FEDERALISMO Conseguenze dirette della rivoluzione normativa degli anni novanta sono: - il riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni - un rapporto più diretto con il sindaco eletto - l’uso della leva fiscale per i servizi - lo snellimento della burocrazia della P.A. - l’aggiornamento della Costituzione - l’ingresso di nuovi bisogni sociali La gestione d’emergenza fino al 2000 Sistema nazionale di P.C. CCS Ricognizione preventiva e burocratica del bisogno e concentramento di richieste COM RICHIESTE DEI COMUNI L’unico centro decisionale e di controllo viene congestionato dalle richieste dei gradi inferiori di coordinamento. E’ il periodo dell’accentramento amministrativo e operativo, tipico di ogni statalismo. Si distribuiscono disponibilità Dall’emergenza Molise 2002 in poi si valorizza il ruolo del comune anche in emergenza. DPC CCS COM INTERVENTI DEI COMUNI Il sistema sussidiario favorisce il decentramento del processo decisionale. Ma perché questa fiducia negli EE.LL.? Ma perché proprio il comune? Il comune è da sempre la cellula ideale di organizzazione della comunità, in grado di assicurare ai suoi membri i tre maggiori valori attesi: • Il benessere • La qualità della vita • La sicurezza Le principali fonti normative si trovano nel D. lgs. 18.8.2000 n. 267 “Testo Unico delle leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali”: Art. 3 Autonomia dei comuni e delle province 1. Le comunità locali, ordinate in comuni e province, sono autonome. 2. Il comune e' l'ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. 3. La provincia, ente locale intermedio tra comune e regione, rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi, ne promuove e ne coordina lo sviluppo. 4. I comuni e le province hanno autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa, nonché autonomia impositiva e finanziaria nell'ambito dei propri statuti e regolamenti e delle leggi di coordinamento della finanza pubblica. 5. I comuni e le province sono titolari di funzioni proprie e di quelle conferite loro con legge dello Stato e della regione, secondo il principio di sussidiarietà. I comuni e le province svolgono le loro funzioni anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dalla autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro formazioni sociali. Art. 13 Funzioni 1. Spettano al comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, dell'assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. 2. Il comune, per l'esercizio delle funzioni in ambiti territoriali adeguati, attua forme sia di decentramento sia di cooperazione con altri comuni e con la provincia. Quali sono gli strumenti tipici? Negli Enti Locali, il Programma di mandato, il Bilancio di Previsione e il Piano Esecutivo di Gestione (PEG) sono gli strumenti tipici della programmazione idonei a scandire in modo pratico e ordinato le attività di protezione civile nel tempo ordinario. IL RUOLO DEL SINDACO In una realtà amministrativa fortemente decentrata e fondata sull’autogoverno, la figura del sindaco del comune può risultare particolarmente decisiva per l’organizzazione di un sistema efficace di risposta. La conoscenza del territorio (previsione), le attività quotidiane a favore del territorio e della popolazione (prevenzione), la vicinanza ai luoghi colpiti in caso di necessità (soccorso) che lo caratterizzano, fanno del Sindaco la figura principale della protezione civile futura, soprattutto se nell’interno di un compiuto sistema di autonomie locali. I diversi ruoli del sindaco Capo della Amministrazione Ufficiale di Governo Autorità Comunale Assicura i servizi comunali indispensabili come la protezione civile. Assicura l’erogazione dei servizi indispensabili di competenza statale. Effettua i primi interventi urgenti e di soccorso. Svolge le funzioni di cui all’art. 108 del d.lgs. 112/98 e all’art. 6 della L. 225/92. Emana provvedimenti contingibili ed urgenti. Emana atti di rilevanza locale. Informa il Prefetto. SINDACO Emana atti e ordinanze di protezione civile. Informa la popolazione. t pi om c I ls e id co a d in Aspetti penali rilevanti per il sindaco in P.C. Art. 328 C.P Rifiuto o omissione di atti d’ufficio. Rifiutare indebitamente un atto del proprio ufficio che deve essere compiuto senza ritardo. Art. 449 c.p. Disastro colposo Chiunque, a causa della sua azione, causa per colpa un incendio, una frana, un crollo, un’inondazione, ecc. SINDACO Art. 40 c. 2 C.P. Reati Omissivi Non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo. om Ic de ti i p o ac d in ls I compiti del sindaco Per proteggere i suoi cittadini, al sindaco non è richiesto di fare miracoli prima, durante o dopo l’emergenza, né di improvvisarsi manager professionista dei disastri. Tuttavia…. Ic om pi ti de l s in da co ILSINDACO HA IL DOVERE PRIMARIO DI CONOSCERE E RICONOSCERE, MEGLIO DI OGNI ALTRO, I RISCHI PRESENTI NEL SUO TERRITORIO om c I t pi ls e id co a d in Il Sindaco ha il potere e soprattutto il dovere supremo di salvaguardare la vita dei suoi cittadini. Il comune deve essere il primo ente a scattare in soccorso in occasione di una emergenza Ic om sin pit da i d co el MA QUANTI E QUALI SONO I COMPITI DEL SINDACO? Realizzare le attività di previsione Realizzare gli interventi di prevenzione Realizzare una struttura comunale Preparare le attività di emergenza Predisporre i piani comunali Effettuare i primi interventi urgenti Attivare i primi soccorsi alla popolazione Vigilare sull'attuazione dei servizi urgenti Utilizzare il volontariato comunale Informare la popolazione sui rischi Erogare un servizio ordinario di P.C. In pochi anni si sono decuplicati ........ I diversi poteri del sindaco in P.C. Evento di tipo A Eventi di tipo B Evento di tipo C Gestione ordinaria dell’evento (DPR 554/99 e 384/01) Gestione ordinaria dell’evento (DPR 554/99 e 384/01) Gestione ordinaria dell’evento (DPR 554/99 e 384/01) Straordinaria ma senza poteri derogatori (art. 15 + art. 108) Straordinaria ma senza poteri derogatori (art. 15 + art. 108) Ordinanze C & U. derogatorie, ma solo a protezione dell’incolumità Ordinanze C & U. derogatorie, ma solo a protezione dell’incolumità Straordinaria “senza” e anche “con” poteri derogatori derivati da O.P.C.M. (art. 5 L. 225) SINDACO Ordinanze C & U. derogatorie, ma solo a protezione dell’incolumità om Ic de ti i p o ac d in ls pi om c I ti si l de co a d nI POTERI ECCEZIONALI DEL SINDACO art. 32 della legge 23.12.1978 n. 833 (di riforma del servizio sanitario nazionale) art. 7 all. E della legge 20.3.1865 n. 2248 (requisizione d’urgenza della proprietà privata per grave necessità pubblica) art. 835 del Codice Civile (requisizione d’urgenza); art. 49 del D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327 (occupazione d’urgenza di beni immobili di privati per esigenze di grave necessità pubblica) art. 4 del D.L. 18 giugno 1986 n. 282 (adozione di provvedimenti cautelari per la tutela della salute pubblica, con la sospensione della produzione e della vendita di alimenti o bevande che risultino pericolosi per la salute). artt. 3 e 12 del D.P.R. 24 maggio 1988 n. 236 (divieto di potabilità delle acque destinate al consumo umano in caso di episodi di inquinamento); art. 13 del D.L.vo 5.2.1997 n. 22 - “Decreto Ronchi” (ricorso a forme speciali di smaltimento di rifiuti in caso di comprovata necessità artt. 6 e 7 del D.Lgs 30.4.1992 n. 285 “Nuovo Codice della Strada” (Regolazione della circolazione per motivi di sicurezza pubblica) Le risorse gestionali del sindaco in P.C. Evento di tipo A (Ordinario) Gestione in economia Volontariato Strutture e risorse locali Eventi di tipo B (Ordinario) Gestione in economia Volontariato Strutture e risorse locali Intervento sussidiario di altri enti ed organi SINDACO Evento di tipo C (Emergenza) Gestione in economia Volontariato Mezzi, risorse e strutture di carattere straordinario sia locali che di provenienza esterna sussidiaria om Ic de ti i p o ac d in ls Le risorse gestionali del sindaco in emergenza Risorse locali Risorse esterne Strumenti ordinari Evento di tipo C Finanza locale Deroghe Contributi statali Le risorse a disposizione del sindaco Deroghe Deroghe normative normative Collaborazioni Collaborazioni Risorsedella dellapianificazione pianificazione Risorse SINDACO Strutture Strutture operativelocali locali operative Volontariato Volontariato Personale Personale comunale comunale Provvidenze Provvidenze esterne esterne Risorsedidibilancio bilancio Risorse Conoscenza Conoscenza degliaspetti aspetti degli giuridici giuridici Dimestichezzacoi coi Dimestichezza linguaggi linguaggi dellealtre altrestrutture strutture delle operative operative Attitudinealal Attitudine lavoroesterno esterno lavoro disagiato eedisagiato Familiaritàcon conl’uso l’uso Familiarità strumentitecnici tecnici didistrumenti Abitudinealla alla Abitudine coperturadidi copertura turni turni Conoscenzadei dei Conoscenza problemidel del problemi trafficoeedella della traffico mobilità mobilità Attitudineaasopportare sopportare Attitudine condizionipsicofisiche psicofisiche condizioni particolari particolari Conoscenzadelle delle Conoscenza tecnichedidi tecniche comunicazioneee comunicazione ascolto didiascolto Polizia Municipale e protezione civile • Insomma, si può ben affermare che la protezione civile da alcuni anni è entrata prepotentemente a far parte del patrimonio amministrativo delle regioni e degli enti locali. • Tuttavia esistono ancora diverse criticità nell’attuazione delle leggi e nella compiuta organizzazione del sistema, che sono legate a diversi fattori. CRITICITA’ EVIDENZIATE • • • • • • • • Limiti della normativa nazionale Legificazione regionale variegata Difficoltà dei piccoli comuni italiani Carenza di programmazione locale Tradizionalismo e resistenza all’innovazione Propensione al localismo Insofferenza verso forme di coordinamento Carenze formative di tecnici e amministratori - Pianta organica completa - Presenza di polizia municipale - Gettito fiscale in abbondanza - Intensa attività edilizia - Ottime comunicazioni - Attività economiche - Presenza di associazioni - Servizi pubblici efficienti - Forza politica - Anonimato fra i cittadini Comuni sopra i 20.000 abitanti Comuni fra i 5.000 e i 20.000 abitanti Pianta organica sufficiente Presenza di attività economiche Polizia Municipale e UTC proporzionati Presenza di associazionismo locale Presenza di gettito fiscale Servizi pubblici efficienti Presenza di moderata attività edilizia Conoscenza fra i cittadini Comunicazioni e mobilità sufficienti Presenza di professionalità nell’ente Comuni sotto i 5.000 abitanti Pianta organica insignificante Scavalco figure più importanti Assenza di polizia municipale Gettito fiscale trascurabile Attività edilizia assente Comunicazioni scarse Assenza attività economiche Assenza associazionismo Servizi pubblici carenti Conoscenza fra i cittadini Sindaco part time ! E’ TEMPO DI SVILUPPARE E POTENZIARE LA CAPACITA’ DI RISPOSTA DEI PICCOLI COMUNI PROPOSTE 1) Una maggiore autonomia dei comuni nella fissazione dei limiti alle indennità di carica dei sindaci, in modo da consentire agli eletti di sospendere la loro attività professionale per dedicarsi a tempo pieno al mandato amministrativo. 2) Una maggiore spinta sulla formazione degli amministratori, del personale e degli operatori in generale. Mentre sul piano della dotazione di attrezzature e di tecnologia abbiamo raggiunto livelli difficilmente superabili, sul piano della qualificazione professionale e della capacità di collaborare fra operatori possiamo fare ancora tantissimo. 3) Una maggiore valorizzazione della risorsa del volontariato locale, nelle forme che la normativa nazionale e regionale consente, con una particolare attenzione per le zone non servite da un sufficiente servizio di soccorso tecnico urgente. 4) Un potenziamento dell’esperienza della gestione associata delle funzioni non limitata ai piccoli comuni. IN QUESTO MODO SI PUO’ RENDERE UN GRANDE SERVIZIO AL PAESE Progetto Sindaci QUALE RISPOSTA? • Luogo di incontro delle professionalità comunali per la protezione civile • Centro propulsore di attività formative • Punto di raccordo delle informazioni sul settore per la Pubblica Amministrazione • Strumento operativo e di supporto a disposizione degli amministratori e degli operatori degli Enti Locali COME SI PUO’ GESTIRE IN UN COMUNE UNA EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE Il principale obiettivo del sindaco in emergenza è garantire sempre e comunque nelle prime 72 ore, anche in assenza di aiuti sovraordinati, i più importanti ed urgenti interventi di 1) Rimozione dei pericoli principali o residui. 2) Prima assistenza alla popolazione colpita. COME SI PUO’ GESTIRE IN UN COMUNE UNA EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE I principali nemici del sindaco in emergenza possono essere: - L’inevitabile sensazione di inadeguatezza personale rispetto ai compiti richiesti, - L’atavico timore di essere abbandonati dagli enti sovraordinati; - L’eventuale scarsa propensione comunicare - La preparazione tecnica approssimativa PRINCIPALI ELEMENTI DELLA GESTIONE • • • • • 1) Manovre di bilancio ove possibile 2) Gestione interventi in economia 3) Attività di raccordo e coordinamento 4) Censimento danni e piano di intervento 4) Superamento e riorganizzazione CHI PAGA GLI INTERVENTI DELLE PRIME ORE? METODO DI GESTIONE INTRA O EXTRA BILANCIO? Le prassi più utilizzate 1) Ci sono i soldi e si fa la variazione al Bilancio 2) Non ci sono i soldi e si fa la variazione senza attestazione del ragioniere. 3) Non ci sono soldi, non si fanno variazioni e si attua una gestione fuori bilancio (artt. 191, 194 e 202 T.U. D.lgs 267/00) Qual è l’utilità della VARIAZIONE al BILANCIO e al PEG? Essa serve a far rientrare nelle attività di “gestione” tipica gli interventi d’emergenza (verbali di somma urgenza, interventi delle ditte, ecc) IL VERBALE DI SOMMA URGENZA E I LIMITI DI SPESA NELLE PRIME ORE GLI INTERVENTI NON COMPORTANO DI NORMA UNA SPESA ENORME. NON SI TRATTA ANCORA DI PROVVEDERE ALLA RISCOSTRUZIONE. DUNQUE, NELL’ATTESA DELLE PROVVIDENZE DELLO STATO O DELLA REGIONE, I PRIMI PROVVEDIMENTI URGENTI SI POTRANNO ATTUARE MEDIANTE IL SEMPLICE RICORSO AI REGOLAMENTI 554/99 E 384/01, SENZA UTILIZZARE STRUMENTI ECCEZIONALI COME L’ORDINANZA. SOLO IN CASO ECCEZIONALE, OVE CIO’ NON BASTI, IL SINDACO POTRA’ DEROGARE CON PROPRIA ORDINANZA AI LIMITI DI SPESA PER GLI AFFIDAMENTI DIRETTI (Aut. Vig. LL.PP.). L’ORDINANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI L’Ordinanza del P.C.M. è uno strumento eccezionale che serve ad accelerare il superamento dell’emergenza. Può essere emanata solo per esigenze di protezione civile, e in generale contiene: 1) Finanziamenti e risorse per la gestione economica dell’emergenza. 2) Agevolazioni e ristori per i privati danneggiati. 3) Risorse per la ricostruzione pubblica. 4) Deroghe a svariate normative per facilitare e accelerare le procedure gestionali. L’Ordinanza del P.C.M. non va attesa messianicamente. Va, anzi, governata da Regione ed Enti locali nella sua fase di formazione, curando ove possibile che vengano inserite in fase di predisposizione le norme necessarie alla migliore gestione dell’emergenza da parte dei poteri locali. IL COORDINAMENTO E IL RACCORDO POLITICO IL SINDACO DI UN COMUNE IMPEGNATO IN PROTEZIONE CIVILE NON DEVE MAI DIMENTICARE ALCUNI OBIETTIVI IRRINUNCIABILI DELLA GESTIONE EMERGENZIALE: 1) Far girare e far convivere le risorse professionali e umane coinvolte nel sistema dei soccorsi. 2) Incitare la popolazione a tenere alto il morale. 3) Guidare efficacemente il comune verso il ritorno alla normalità nei servizi cittadini. 4) Impegnarsi in una intensa attività di management e di comunicazione istituzionale e pubblica. Come si richiede lo stato di emergenza COMUNE di ___________ Provincia di _________ Oggetto: Richiesta dichiarazione stato di emergenza. - Alla Regione ___________ - Al Dipartimento della Protezione Civile - Al Prefetto di ________ Attesa gravissima situazione determinatasi, causa evento_------------- del ------------------- , che ha interessato il territorio comunale, e riscontrata l’impossibilità di fronteggiare l’evento con mezzi e poteri ordinari, si rappresenta l’urgente necessità di richiedere al competente organo la “dichiarazione di stato emergenza”, ai sensi dell’articolo 5, comma 1, della legge 24.2.1992 n. 225, nonché l’attivazione urgente degli interventi di cui all’articolo 3 della legge 28.12.2002 n. 286. L’area interessata comprende le frazioni/località di _______________________________. E’ in corso l’accertamento e la valutazione dei danni, stimati provvisoriamente nel modo seguente: _______________________ _______________________ In attesa di ulteriori e opportune determinazioni si richiede, ai sensi dell’art. 15 comma 4 della suddetta legge 225/92, l’impiego di forze e risorse aggiuntive per l’affrontamento dell’emergenza. Si comunica altresì di aver provveduto, ai sensi dell’art. 15 comma 3 medesima Legge 225/92, a garantire i primi interventi di soccorso e di assistenza a favore delle popolazioni colpite. li______________________ IL SINDACO NORMATIVA NORMATIVA EE SISTEMA SISTEMA AMMINISTRATIVO AMMINISTRATIVO DI DI RIFERIMENTO RIFERIMENTO INFORMAZIONE INFORMAZIONE PUBBLICA PUBBLICA INDIVIDUAZIONE INDIVIDUAZIONE DI DI OBIETTIVI OBIETTIVI EE RISORSE RISORSE l de i t pi c o om da I c sin COSA SERVE PER REALIZZARE UN SISTEMA COMUNALE MODERNO DI PROTEZIONE CIVILE? MONITORAGGIO MONITORAGGIO DEI DEI RISCHI RISCHI PROGRAMMI PROGRAMMI PREVISIONE PREVISIONE EE PREVENZIONE PREVENZIONE PIANIFICAZIONE PIANIFICAZIONE DI DI EMERGENZA EMERGENZA FORMAZIONE FORMAZIONE DEGLI DEGLI OPERATORI OPERATORI CENTRO CENTRO OPERATIVO OPERATIVO Le fasi di sviluppo della programmazione comunale STEP 8 ESERCITAZIONI STEP 7 INFORMAZIONE PUBBLICA STEP 6 PREPARAZIONE PROCEDURE STEP 5 FORMAZIONE DEGLI OPERATORI FINALITA’ GENERALE: Individuare obiettivi, risorse e processi per sostenere le attività di prevenzione e risposta in emergenza. STEP 4 PREDISPOSIZIONE RISORSE STEP 3 INDIVIDUAZIONE OBIETTIVI Ricapitolando ….. STEP 2 RACCOLTA INFORMAZIONI STEP 1 INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI RISCHIO IDROGEOLOGICO e DIGHE INDIVIDUAZIONE DELLE AREE A RISCHIO (PREVENZIONE) Prevenzione DURATA DEL PROGETTO E DELLE ATTIVITA’ activitès/ attività n. 2004 1 2 3 4 5 6 7 8 2005 9 # # # 1 2 3 4 5 6 7 8 2006 9 # # # 1 2 3 4 5 6 7 8 9 # 1a 1b 2 3 4 Occorre dare una scansione temporale alle iniziative di prevenzione territoriale e in generale alle attività di protezione civile, distribuendole all’interno del periodo del mandato amministrativo del sindaco del comune # # LA PREVENZIONE DIRETTA LA PREVENZIONE INDIRETTA AREE INONDABILI I piani di emergenza I lavori pubblici La pianificazione urbanistica L’istruzione scolastica 1 2 3 La formazione degli operatori La politica ambientale LA PREVENZIONE DIRETTA Le opere pubbliche Funzioni di supporto F.1 Tecnica e di pianificazione F.8 Servizi Essenziali F.2 Sanità F.9 Censimento danni a persone e cose F.3 Mass-media e informazione F.10 Strutture Operative F.4 Volontariato F.5 materiali e mezzi F.6 Trasporti e Circolazione, viabilità F.7 Telecomunicazioni F.11 Enti Locali F.12 Materiali pericolosi F.13 Assistenza alla popolazione F.14 Coordinamento Centri Operativi GESTIONE DI EVENTI ESTREMI Quando è che un piano risulta efficace? L'efficacia e la funzionalità dei Piani di Protezione Civile sono fortemente correlate ad alcune attività il cui sviluppo risulta strategico per ottenere una effettiva mitigazione dei danni: 1.una adeguata formazione ed informazione alla popolazione nella fase di previsione; 2.la pianificazione delle attività nella fase di prevenzione. 3.La preparazione dell'organizzazione per le operazioni procedurali per la fase operativa e gestionale. INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE Cittadini ! In tempo di pace •sul Piano di Emergenza e i comportamenti corretti da tenere •Preventivamente sulle aree di accoglienza individuate Durante l’emergenza sull’evoluzione della situazione, sull’organizzazione dei soccorsi, sugli interventi di assistenza alla popolazione, sulle disposizioni per la risistemazione nei centri di accoglienza e tendopoli, sulle segnalazioni di pericolo, sulle operazioni di sopralluogo agli edifici danneggiati ...... I DOVERI DI INFORMAZIONE DEL SINDACO Ic om sin pit da i d co el • DPR 17.5.1988 n. 175 recante “Attuazione della direttiva CEE n. 82/501 (modificata con la Direttiva 88/610), relativa ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali, ai sensi della legge 16 aprile 1987, n. 183” • Legge 19 maggio 1997, n. 137 recante "Sanatoria dei decreti-legge recanti modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1988, n. 175, relativo ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali". Art. 1….. 11. I sindaci dei comuni ove sono localizzate le attività industriali disciplinate dalla presente legge rendono immediatamente note alla popolazione le misure di sicurezza e le norme di comportamento da seguire in caso di incidente rilevante, tramite la distribuzione di copia delle sezioni 1, 3, 4, 5, 6 e 7 della scheda di informazione di cui al comma 9, nella forma integrale inviata dal fabbricante, completandola della sezione 2 e successivamente sulla base delle conclusioni dell'istruttoria. • Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n. 334 recante "Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose" Art. 22 (Informazioni sulle misure di sicurezza) 4. Il comune, ove e' localizzato lo stabilimento soggetto a notifica porta tempestivamente a conoscenza della popolazione le informazioni fornite dal gestore ai sensi dell'articolo 6, comma 5, eventualmente rese maggiormente comprensibili, fermo restando che tali informazioni dovranno includere almeno i contenuti minimi riportati nelle sezioni 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7 della scheda informativa di cui all'allegato V. • D.P.R. 6 febbraio 1981 n. 66 recante “Regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n. 996, recante norme sul soccorso e l'assistenza alle popolazioni colpite da calamità. Protezione civile”. Articolo 32 Segnalazioni da parte di enti pubblici e di privati. I sindaci, gli organi dello Stato e degli altri enti pubblici sono tenuti a segnalare immediatamente al prefetto l'insorgere di situazioni di pericolo o il verificarsi di eventi calamitosi che abbiano comportato o possano comportare grave danno all'incolumità delle persone o ai beni, precisandone il luogo, la natura e l'entità. Articolo 36 Avvertimenti alla popolazione. Allorché occorra informare le popolazioni di situazioni di pericolo o comunque connesse con esigenze di protezione civile, vi provvede il prefetto, che si avvale dei mezzi tecnici da individuarsi nei piani provinciali di protezione civile, e, in caso di urgenza, il sindaco. • Legge 3 agosto 1999 n. 265 Articolo 12 1. Sono trasferite al sindaco le competenze del prefetto in materia di informazione della popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali di cui all'articolo 36 del regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970 n 996 approvato con decreto del L’informazione alla popolazione e la formazione degli operatori possono essere garantite y Insegnando comportamenti di autoprotezione; y elaborando opuscoli informativi; y effettuando incontri con la popolazione e le scuole; y predisponendo nelle zone a rischio una segnaletica informativa; y predisponendo una segnaletica interattiva di supporto alla gestione dell'emergenza. y effettuando esercitazioni per circoscrizioni o agglomerati significativi La comunicazione di crisi Per essere uno strumento efficace di gestione della crisi, la comunicazione prodotta dal sindaco e dal comune deve, in modo ancora più rigoroso rispetto a quanto non accada in un contesto di gestione ordinaria, soddisfare una serie di requisiti. Infatti, la comunicazione in stato di crisi deve essere: - tempestiva e il più possibile esaustiva; - continuamente aggiornata; - centralizzata per essere coerente; - trasparente e riferita a valori etici dichiarati; - rivolta sia all'interno sia all'esterno dell’organizzazione; - aperta all'ascolto. FONTI DI FINANZIAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE • Mezzi Ordinari Bilancio dell’Ente di parte corrente Bilancio dell’Ente di parte investimenti • Mezzi Straordinari - Trasferimenti da Enti - Leggi speciali di spesa nazionali e regionali - Sponsorizzazioni e finanziamenti privati - Ordinanze di protezione civile - Mutui Mezzi finanziari ordinari Risorse proprie dell’Ente • Centri di imputazione del PEG • Spese vincolate alla sicurezza pubblica • Spese vincolate di settore (antincendio, agricoltura, caccia e pesca, formazione, assetto del territorio, ecc.) Mezzi finanziari ordinari Risorse trasferite e finanziamenti • Trasferimenti alle regioni del D.lgs 112/98 • Fondo regionale di P.C. art. 138 c.16 Legge 388/00 (legge finanziaria 2001) • Finanziamenti regionali per la gestione associata di funzioni comunali • Contributi regionali su presentazione di progetti • FSE su iniziative di formazione Mezzi finanziari straordinari Risorse per l’emergenza • Ordinanze P.C.M. ex art. 5 L. 225/92 • Fondi rotativi e trasferimenti per emergenze dalle regioni • Ricorso al credito a seguito di interventi urgenti ex artt. 191 e 194 del T.U. D.lgs. 267/00 • Utilizzo dell’avanzo di amministrazione • Utilizzo del Fondo di Riserva alla fine dell’anno • Progetti su Call Proposal della U.E. LE ORDINANZE DEL SINDACO IN MATERIA DI PROTEZIONE CIVILE Può accadere che per il raggiungimento di alcuni scopi legati alla tutela dei cittadini, gli atti amministrativi ordinari non siano sufficienti, e si debba ricorrere allo strumento più forte a disposizione del sindaco: l’ordinanza necessitata, che può essere utilizzata per singoli casi di tutela dell’incolumità come pure per esigenze di protezione civile. L’Ordinanza di protezione civile del Sindaco deve raggiungere due obiettivi principali: 1) riuscire ad esplicare immediatamente i suoi effetti 2) evitare eventuali impugnazioni (e le relative responsabilità collegate) REQUISITI DI UN’ORDINANZA - Adeguata motivazione - Adeguata istruttoria tecnico-amministrativa - Efficace pubblicazione - Indicazione degli articoli di legge da derogare - La presenza di un’urgenza reale e indifferibile - La contingibilità (evento straordinario) - La temporaneità LIMITI DI UN’ORDINANZA - l’impossibilità di andare in contrasto con i principi costituzionali che concorrono a determinare i principi generali dell’ordinamento o con le materie oggetto di riserva assoluta di legge; - la necessità di trovare fondamento in una norma di legge. - la limitazione "ragionevole" degli interessi giuridicamente protetti e/o costituzionalmente garantiti; - il nesso di strumentalità tra l’esigenza di intervento tempestivo e l’atto straordinario; - la ragionevolezza dell’intervento e la proporzionalità tra il provvedimento e la realtà circostante - la temporaneità degli effetti; ELEMENTI DI UN’ORDINANZA L’ordine e la chiarezza nell’esposizione sono elementi determinanti ai fini dell’efficacia dell’atto. Appare conveniente suddividere l’atto in quattro parti. • • • • 1) Intestazione dell’ordinanza 2) Parte narrativa 3) Parte dispositiva 4) Parte finale 1) INTESTAZIONE DELL’ORDINANZA Vanno indicati: - il comune di appartenenza; - l’organo che emana l’atto (il Sindaco); - la data dell’atto; - il numero progressivo assegnato all’atto nell’apposito registro delle ordinanze (condizione importante per la regolarità dell’atto). - l’eventuale numero di protocollo. 2) PARTE NARRATIVA a) PREMESSA Si espone il fatto, nei tempi e nei modi, che rende necessario l’atto b) MOTIVAZIONE Si espongono le motivazioni generali e particolari dell’ordinanza, sottolineando gli effetti particolari che rendono l’atto contingibile ed urgente le cause o i rischi che con l’ordinanza si intendono o si ritiene di poter rimuovere i particolari rischi derivanti da un’eventuale inerzia di carattere tecnico-amministrativo c) FONTI NORMATIVE DI RIFERIMENTO Si richiamano, le norme –o i singoli articoli di leggi e regolamenti che obbligano vincolano giustificano rafforzano l’atto di imperio del sindaco. Ricordarsi di eventuali O.P.C.M. ex. art.5 L.225/92. 3) PARTE DISPOSITIVA a) ORDINE Si dettaglia l’ordine del Sindaco specificando • i destinatari dell’atto (parte molto delicata per gli aspetti legati alla notifica) • il dettaglio delle azioni da compiere obbligatoriamente • i tempi di decorrenza e/o scadenza da porre a carico degli obbligati b) MODALITA’ DI ESECUZIONE E DI NOTIFICA Si elencano • i destinatari cui notificare l’ordinanza • gli eventuali destinatari per conoscenza • gli incaricati dell’esecuzione • gli incaricati della notifica • le modalità particolari di notifica • le eventuali sanzioni a carico degli obbligati o dei mancati esecutori • le modalità e la tempistica di una eventuale affissione / pubblicizzazione 4) PARTE FINALE a) INDIVIDUAZIONE E NOMINA del Responsabile del procedimento b) CLAUSOLE DI TRASPARENZA Si elencano preventivamente le possibilità e i tempi di ricorso contro l’atto c) LOCALITA’, DATA E FIRMA