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Inidoneo alla guida, autista licenziato

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Inidoneo alla guida, autista licenziato
Trento
l'Adige
IL CASO
LAVORO A RISCHIO
La Rsu: stato
di agitazione
Avviate
le procedure
per il ricorso
in Tribunale
Ha creato un polverone l’intervento dei carabinieri nella sede
della Union dei ladini di Cortina
d’Ampezzo, dove è stata sequestrata la corrispondenza con la
Provincia di Bolzano che aveva
portato all’invio a 220 famiglie dei
comuni ladini veneti di pubblicazioni altoatesine tra cui il testo dello Statuto speciale di autonomia.
Contro l’invio del materiale,
considerato un’indebita ingerenza in vista del referendum del
prossimo 28 ottobre (con cui comuni ladini veneti decideranno
se passare alla Provincia di Bolzano), aveva protestato il presidente della Provincia di Belluno,
Sergio Reolon. Dal canto suo la
Provincia di Bolzano aveva spie-
mercoledì
8 agosto 2007
Cortina d’Ampezzo, l’accusa: indebita ingerenza nel referendum
Carabinieri all’Union dei ladini
Sequestrate le «carte» di Bolano
Giancarlo Galan
gato che il materiale inviato era
stato richiesto da cittadini che volevano essere informati.
Adesso intervengono il senatore trentino della Lega Nord Sergio Divina e il governatore del Veneto Giancarlo Galan. «È anacronistico che ai giorni d’oggi esista
ancora una popolazione, quella
ladina divisa su due regioni e in
tre province diverse - sostiene Divina -. E non v’è dubbio che i ladini dell’ Alto Adige, riconosciu-
ti come minoranza etnico-linguistico e pertanto tutelata e garantita, siano l’aspirazione di tutta la
comunità ladina. Chi vuole impedirglielo oltre che egoista, è anche uno che va contro la storia».
Galan si dice sorpreso per l’intervento dei carabinieri «perché
la follia rappresentata dal fenomeno del secessionismo portato
avanti in alcuni Comuni del Veneto, non mi sembra rientri in un
qualche specifico reato». «Il pro-
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blema per noi - prosegue il governatore del Veneto - è quello di batterci politicamente contro chi agisce e parla contro il vincolo solidaristico, cercando di annettersi
parti del nostro territorio con l’offrire vantaggi e privilegi che rappresentano un’ingiustizia su cui
ci confronteremo in ogni sede, sia
nazionale che internazionale».
«Siamo stufi - conclude Galan di subire la strafottenza di chi non
rispetta il principio di uguaglianza fra i cittadini della stessa nazione; noi non accettiamo l’ingiusto
principio secondo il quale chi ha
di meno, cioè il Veneto, deve dare di più, che nel caso in questione significa dare di più alla Provincia di Bolzano».
Inidoneo alla guida, autista licenziato
Trentino Trasporti lo esonera
perché aveva l’ernia al disco
di SERGIO DAMIANI
Trentino Trasporti ha licenziato un autista perché inabile al lavoro: operato di ernia
tre anni fa, il lavoratore quarantenne non sarebbe più idoneo a guidare i mezzi del trasporto pubblico e dunque dal
primo di agosto è stato spedito a casa non in ferie ma in
disoccupazione. Secondo i
sindacati non era mai accaduto in passato, neppure ai vecchi tempi dell’Atesina.
Che il colosso Trentino Trasporti abbia iniziato la cura
dimagrante partendo da un
autista con il mal di schiena?
Lo scopriremo nei prossimi
mesi, intanto c’è da registrare la durissima risposta del
segretario della Filt Cgil Antonio Beccati che attraverso
l’avvocato Stefano Giampietro ha già impugnato il licenziamento. Ma contro il licenziamento di Giorgio Di Fusco,
ormai ex autista in servizio a
Tione, si è schierata compatta tutta la Rsu con un documento che esprime solidarietà al lavoratore, critica l’atteggiamento dell’azienda e dichiara lo stato di agitazione.
Il caso è complesse ed ora,
qualora le parti non trovino
un accordo in commissione
di conciliazione, sarà il giudice a stabilire chi abbia ragione. Per capire cosa è accaduto occorre fare un lungo passo indietro e tornare al 2004
quando Di Fusco venne sottoposto ad un intervento chirurgico a causa di un’ernia al
disco. Si tratta di una patologia che, insieme ai problemi
cervicali e più in generale al
mal di schiena, colpisce particolarmente chi guida mezzi
pesanti. Di Fusco si rivolse ad
un centro specializzato in
queste patologie: l’ospedale
di Malcesine. L’operazione
ebe un esito positivo. Dopo la
riabilitazione, al momento di
ritornare al lavoro il dipendente chiese all’azienda di
non tornare subito sui mezzi
pesanti e di essere assegnato
per un periodo ad altre mansioni.
Per valutare lo stato di salute del lavoratore, Trentino
Trasporti inviò il lavoratore
presso il distretto sanitario di
Verona dove tutti gli autisti
devono sottoporsi a regolari
visite di idoneità. Di Fusco
venne ritenuto inidoneo in via
temporanea alla guida dei
mezzi pubblici per un periodo di sei mesi. L’azienda dunque spostò il dipendente dal
gruppo di Tione alla biglietteria di Madonna di Campiglio.
Seguirono ulteriori visite a
Tione con ripetute dichiarazioni di inidoneità temporanea per sei mesi o anche meno. Questo benché il lavoratore si sentisse bene e chiedesse di tornare al suo posto
di autista.
Dopo la sesta visita con il
medesimo risultato intervenne la Cgil chiedendo che il lavoratore fosse sottoposto ad
una accertamento presso il
distretto di Roma, gerarchicamente superiore a quello di
Verona. Dopo una lunga attesa e un nuovo sollecito, Di Fusco venne convocato a Roma:
pensò che fosse andata bene,
ma si sbagliava. La risposta
fu: non idoneo. E ad una successiva sollecitazione della
Cgil, da Roma precisarono che
Di Fusco era «non idoneo in
via definitiva alla mansione di
operatore di esercizio», mentre veniva dato parere favorevole ad un suo utilizzo come
«verificatore di titoli di viaggio a terra». Trascorsero da
quella data poche settimane
e Trentino Trasporti inviò a
Di Fusco una lettera di licenziamento per inidoneità al lavoro a partire dal primo agosto.
La reazione della Cgil non
si è fatta attendere. «Quello
che è accaduto è un fatto
estremamente grave - dice
Beccati - non era mai accaduto che un dipendente venisse
LICENZIATO. Primo caso
di autista esonerato
perché inabile
per malattia professionale
BECCATI (CGIL): L’ORDINE VIENE DALLA PROVINCIA
«Provvedimento inaccettabile»
Sul «caso Di Fusco» il segretario della Filt Cgil
Antonio Beccati si prepara a dare battaglia. «Dobbiamo rispondere in modo fermo e deciso a questo licenziamento, non solo perché sono stati violati i diritti del lavoratore
ma perché se passa la logica che chi subisce una malattia professionale viene
esonerato, e purtroppo quella degli autisti è una categoria particolarmente
esposta, in futuro altri dipendenti potranno essere licenziati per il solo fatto di essersi ammalati. Se questa è la
nuova linea di Trentino Trasporti e della Provincia dovremo pensare ad opportune tutele per i lavoratori».
Il segretario della Filt Cgil ha spiegato in un volantino destinato ai 1.200 dipendenti di Trentino Trasporti il caso, giudicato un pericoloso precedente visto che «per la prima volta in
assoluto è stato licenziato un autista di soli 40 an-
ni in quanto ritenuto non idoneo in via definitiva
alle mansioni di operatore di esercizio». La Cgil teme che il licenziamento di Di Fusco sia l’inizio della cura dimagrante annunciata dalla Provincia. Beccati sottolinea come l’azienda abbia giustificato il provvedimento
«sostenendo fra l’altro che l’ordine di
licenziare gli autisti in queste condizioni è partito direttamente dalla Provincia».
Provincia che si preparerebbe ad un
riassetto di Trentino Trasporti: nel volantino Beccati spiega anche quanto anticipato dal presidente della Provincia
Dellai in un recente incontro con i sindacati: «Il mese prossimo saremo convocati in Provincia dallo stesso Dellai in quanto ci
verrà ufficializzato il piano per separare la Trentino Trasporti in due spa», una dovrebbe gestire
le infrastrutture e l’altra i servizi.
licenziato perché dopo anni
di servizio ha avuto un’ernia.
In passato se dichiarato inidoneo veniva ricollocato in
un altro incarico. Forse questo cambio di rotta fa parte
degli imput venuti dalla Provincia che aveva annunciato
l’arrivo di una cura dimagrante. Certo noi non possiamo accettare che chi viene colpito
da una malattia professionale perda il posto. Bisognerà
pensare a una maggiore tutela dei lavoratori».
La risposta sindacale non si
è fatta attendere. La Rsu
aziendale ha infatti votato un
documento in cui si esprime
solidarietà al lavoratore e si
dichiara lo stato di agitazione. A questo punto Trentino
Trasporti ha ingranato una
parziale retromarcia: ha sospeso il licenziamento offrendo al dipendente di lavorare
«in via provvisoria e temporanea» alla distribuzione delle smart card presso gli uffici
di Trento e Rovereto. Ma Di
Fusco ha rifiutato ritenendo
che il suo licenziamento fosse stato solo rinviato di poco.
Ora la battaglia si sposta sul
piano giudiziario. Il legale della Filt Cgil, avvocato Giampietro, ha già impugnato il licenziamento chiedendo l’intervento della commissione di
conciliazione, una sorta di anticamera prima del giudizio in
Tribunale. Il lavoratore, che
ha anche un figlio a carico, rischia grosso anche perché un
regio decreto del 1931 consente l’esonero di un dipendente
non più idoneo. Ma Di Fusco
ha dalla sua parte una carta
importante: un certificato del
chirurgo che l’ha operato di
ernia attesta come Di Fusco
«allo stato attuale non vi sono limitazioni all’attività lavorativa e, nello specifico, è idoneo alla guida di automezzi».
La partita dunque è complessa e delicata anche perché al
caso Di Fusco potrebbero seguirne altri tra gli 850 autisti
di Trentino Trasporti.
Soccorso ieri mattina al magazzino della Cofav di Caldonazzo
Un operaio dipendente della Società Cofav, il Consorzio
ortofrutticolo Alta Valsugana
di Caldonazzo, lo stabilimento che lavora la frutta conferita da gran parte degli agricoltori della zona, è stato soccorso ieri mattina dall’elicottero dopo una caduta dal muletto.
L’uomo, Luciano Bortolini,
46enne di Brenta di Caldonazzo, era stato trovato da alcuni colleghi verso le 11 a terra, a fianco del muletto sul
quale saliva tutti i giorni per
piccoli trasferimenti di attrezzatura varia e di frutta all’interno del magazzino. Dai primi accertamenti sanitari non
I soccorsi all’operaio caduto in magazzino (foto Mario Pacher)
si esclude che l’operaio sia
stato colto da malore: sbilanciandosi è caduto, battendo
il capo sul pavimento. In breve sul posto è giunta l’ambulanza e anche l’elicottero, atterrato grazie al supporto dei
vigili del fuoco volontari di
Caldonazzo: Bortolini è stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara.
Si trova ricoverato nel reparto di neurologia con una
prognosi di guarigione di una
ventina di giorni. Da verificare la dinamica dell’infortunio,
ma pare quasi certo che a
causare la caduta sia stato un
malore.
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Operaio scivola dal muletto e batte la testa
L7080104
Ricoverato in neurologia: la caduta sarebbe stata causata da un improvviso malore
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