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L¶impatto ambientale dei campi da Golf

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L¶impatto ambientale dei campi da Golf
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Da anni i campi da golf si trovano al centro di un’accesa polemica per il notevole impatto
ambientale e paesaggistico che essi hanno sul territorio. Si tratta di strutture riservate ad una élite di
fruitori ma, curiosamente, il loro numero si sta moltiplicando a vista d’occhio in tutta Italia. In
Sicilia sono stati previsti addirittura 48 campi da Golf, uno dei quali perfino ad Alcari Li Fusi nel
cuore del parco dei Nebrodi, un altro sulla spiaggia di Sciacca, alla foce del Verdura, che è stato
oggetto di un recente servizio di Report su Rai 3.
Questa corsa ai campi da golf non dipende dal fatto che i siciliani siano appassionati di questa
pratica né da una effettiva domanda, bensì dal fatto che nella Regione Sicilia la costruzione di
questi impianti gode di particolari facilitazioni finanziarie. Difatti, nella tabella speciale del bando
2003 della l. 488/92 della Regione Sicilia per il settore turistico, pubblicato con D. M. 22 set. 2004
(questa legge è finanziata dallo Stato, ma le tabelle che fissano alcuni parametri delle graduatorie
sono predisposte dalle singole regioni) ai campi da golf, o meglio agli “alberghi a 4 e 5 stelle con
annesso campo da golf e/o centri di benessere”, è stato riservato, assieme ai porti turistici, il
punteggio più elevato, ed anche nella tabella ordinaria i campi da golf hanno un trattamento di
favore.
Un altro dei parametri di cui si tiene conto nell’assegnazione dei contributi è quello dell’estensione
complessiva del progetto, ed è chiaro che i progetti forniti di campi da golf, già premiati con il
punteggio speciale, risultano avvantaggiati anche sotto questo profilo.
È per questa ragione che, chiusosi il primo bando, di campi da golf in Sicilia si sente parlare un po’
dappertutto. A volte essi godono addirittura di finanziamenti speciali a fondo perduto, predisposti
per l’occasione attraverso “Sviluppo Italia” e la stessa Regione.
I percorsi golfistici non arrivano mai da soli, ma nascondono molto spesso operazioni immobiliari
(spesso speculative), dato sono collegate alla realizzazione di strutture ricettive annesse, quasi
sempre in zone agricole che si fanno diventare edificabili con varianti urbanistiche ad hoc.
Bisogna poi aggiungere che i Campo necessitano di strutture di servizio. Infatti secondo il
regolamento della )HGHUD]LRQH ,WDOLDQD *ROI per mantenere determinati requisiti di qualità, gli
impianti dovranno essere completidi: spazi per attività golfistiche (campi pratica, percorsi di golf,
aree di putting greens, aree di pitching greens); VHUYL]LGLVXSSRUWR (spogliatoi ed annessi, depositi
macchinari ed attrezzi, uffici amministrativi, parcheggi e relativi percorsi); LPSLDQWL WHFQLFL
(idrosanitario, riscaldamento, refrigerazione, ventilazione, illuminazione, emergenza, segnalazione,
irrigazione, depurazione, ecc.).
In altre parole i campi da Golf, dietro l’immagine dei grandi prati verdi ed il miraggio di una natura
florida, di un ambiente rispettato e valorizzato, di uno sport a contatto con la natura, in realtà
nascondono una strategia della cementificazione, del consumo e del saccheggio del territorio alla
quale le Amministrazioni comunali si prestano modificando i loro piani urbanistici e consentendo
così volumi che ai normali cittadini ed alle imprese locali non sono consentiti.
Gli impatti generali connessi alla realizzazione e al mantenimento dei campi da golf sono: grandi
movimenti terra, sottrazione di terreno agricolo e forestale, distruzione del paesaggio naturale,
bonifica di aree umide per creare campi da gioco, laghi artificiali ,ecc.: interruzioni nelle vie
idrologiche esistenti con la conseguenza che si possono verificare erosione e inondazioni. Nei climi
umidi, l’uso di pesticidi per la manutenzione del green può comportare il rischio di inquinamento
idrico.
Sempre secondo il regolamento della Federazione Italiana Golf per ottenere una omologazione
standard bisogna garantire un numero di almeno 9 buche , con lunghezza complessiva (calcolata su
18 buche) non inferiore a 2.750 metri, la presenza di LPSLDQWR GL LUULJD]LRQH per una adeguata
copertura irrigua dei fairways, dei tees , dei greens e del battitore del campo pratica, e buone
condizioni generali di inerbimento e di manutenzione.
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Le strutture golfistiche hanno un’ importante impatto legato proprio all’ eccessiva irrigazione che
necessitano i prati erbosi. Ogni campo da golf, tipo medio, a 18 buche, secondo stime
dell’ Associazione Europea del Golf, consuma in media PHWULFXEL di acqua al giorno. Vale a
dire che ogni 24 ore un percorso si “ beve” la stessa quantità d’ acqua consumata da un paese da
8.000-9.000 persone. La stima è sostanzialmente confermata anche da uno studio della Regione
Puglia, secondo il quale ³(¶LQWHUHVVDQWHULOHYDUHFKHODTXDQWLWjG¶DFTXDFKHPHGLDPHQWHVHUYH
SHULUULJDUHXQFDPSRGDJROILQXQDJLRUQDWDHVWLYDUDSSUHVHQWDO¶HTXLYDOHQWHGHOIDEELVRJQRGLXQ
SDHVHGLDELWDQWLQRQFKpO¶HTXLYDOHQWHSHUODSURGX]LRQHGLGXHWRQQHOODWHGLJUDQR´.
Una vergognosa beffa se si pensa che ovunque si discute di crisi idrica, sul diritto all’ acqua e
soprattutto se si ricorda che siamo in una regione come la Sicilia a rischio siccità, in cui gran parte
delle provincie soffrono la crisi idrica, con rubinetti a secco e acqua frazionata.
Persino un’ agenzia specializzata delle Nazioni Unite che persegue la promozione della giustizia
sociale e il riconoscimento dei diritti umani nel lavoro, l’ OIL (l’ Organizzazione Mondiale del
Lavoro), si esprime in maniera molto critica: “ La realizzazione di percorsi golfistici e’ stata un
disastro in molti paesi (Filippine, Indonesia, etc) accentuando la penuria d’ acqua, attraverso
l’ espropriazione di terre e la deforestazione , al punto di suscitare la nascita di un movimento
internazionale di resistenza, il Global Antigolf Network” (n.39 giugno 2001, magazine OIL,
dedicato al turismo socialmente responsabile).
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I campi da Golf sono caratterizzati dalla vasta estensione superficiale. Ciò che stupisce è come
possa il prato di un campo da Golf essere così ben tenuto, pulito e verde, privo di piante selvatiche.
La risposta è semplice: usando grandi dosi di pesticidi.
Alcune zone del campo, come per esempio i green (le zone con l'
erba molto bassa che circondano la
buca), è spruzzata una quantità di pesticidi, erbicidi e fungicidi molto più elevata di quella usata su
un campo coltivato e il più delle volte non vengono osservate le dosi consigliate e si abusa nelle
quantità.
La quantità di antiparassitari impiegati sui campi da golf in genere è maggiore di quello impiegato
in agricoltura e negli ultimi anni la discussione sui rischi per i giocatori (che spesso giocano subito
dopo l’ applicazione degli antiparassitari) e i problemi per l’ ambiente sono divenuti sempre più
frequenti.
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Da considerare inoltre i danni su un possibile sviluppo dell’ agricoltura locale di qualità, come la
produzione in biologico che necessità di una certificazione di qualità sul terreno e sul prodotto a
garanzia dell’ assenza di contaminanti chimici. La presenza di campi da golf e quindi di un pesante
utilizzo di pesticidi e fertilizzanti può compromettere i suoli (le sostanze chimiche per lisciviazione
di spostano allargando il loro raggio di azione) e la qualità delle produzioni agricole come ad
esempio l’ olio di oliva (Ficarra ad esempio è denominata Città dell’ olio e ha intrapreso un percorso
per la valorizzazione di tale prodotto). Altro esempio: molti pesticidi sono altamente nocivi per
insetti come le api e nelle aree in cui si pratica la produzione del miele la presenza di un campo da
golf può comprometterne la produzione.
Negli anni novanta, il gruppo di studio sull'
uso dei pesticidi del Central science laboratory
britannico ha scoperto che sui campi da golf vengono sparsi in media 0,5 chili di princìpi attivi
all'
anno su ogni ettaro per eliminare vari problemi: piccoli cumuli di terra espulsi dai lombrichi,
tane di talpe, erbacce e patologie fungine. La dose applicata ai green è di circa 15 chili per ettaro, a
fronte degli 11,7 chili sparsi sui campi di patate.
A questi vanno aggiunti le massicce dosi di fertilizzanti per mantenere verde e vigorosa l’ erba del
campo. Un mix tossico di sostanze chimiche caratterizzati da elevata persistenza nell’ ambiente e
che percolano nel suolo fino a raggiungere le acque di falda contaminandole. Quelle stesse acque di
falda per uso idropotabile che l’ Amministrazione di Ficarra avrebbe intenzione di andare a cercare
con un’ indagine geologica proprio nell’ area in cui intende creare il campo da Golf.
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La realizzazione di una struttura golfistica incide anche dal punto di vista paesaggistico
modificando il profilo collinare ed eliminando la vegetazione spontanea , il sottobosco e gli alberi
che sono d’ intralcio al percorso della pallina da golf per giungere in buca. A ciò ne consegue
l’ incremento del rischio idrogeologico del suolo che privato della vegetazione (sostituita da erba)
viene esposto agli effetti erosivi.
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