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NIGERIA: UNA TERRA CHE PERDE, UNA TERRA CHE BRUCIA
NIGERIA: UNA TERRA CHE PERDE, UNA TERRA CHE BRUCIA Il Delta del Niger ha importanti depositi di petrolio che generano un fatturato di miliardi e miliardi di dollari. Malgrado ciò, la maggior parte dei 30 milioni di abitanti della zona vive in estrema povertà. Il contrasto tra l’impoverimento del Delta e la ricchezza che il suo petrolio genera è uno dei più forti e inquietanti esempi della “maledizione delle risorse”. Decenni di inquinamento e di danni ambientali derivanti dall’industria petrolifera hanno avuto un impatto durissimo sulla terra, sull’acqua e sull’aria, contribuendo a violare il diritto a un adeguato standard di vita (che comprende il diritto al cibo e all’acqua pulita), il diritto a un ambiente salutare e il diritto a guadagnarsi da vivere attraverso il lavoro. L’inquinamento da petrolio, inoltre, pregiudica fortemente il diritto umano di ottenere il più elevato standard raggiungibile di salute. Queste fotografie, che mostrano l’impatto dell’inquinamento provocato dal petrolio sui diritti umani e sull’ambiente del Delta del Niger, sono state commissionate nel 2008 da Amnesty International e da Milieudefensie, nell’ambito del lavoro delle due organizzazioni in difesa dei diritti umani e dell’ambiente nel Delta del Niger. Le fotografie sono state scattate dal fotografo pluripremiato Kadir van Lohuizen, nel febbraio del 2008. PETROLIO SUL DELTA DEL NIGER L’industria del petrolio non passa affatto inosservata nel Delta del Niger. L’area è attraversata da centinaia di chilometri di oleodotti, interrotti da pozzi e stazioni di pompaggio a terra. Di notte, spesso, l’unica luce visibile per chilometri è quella delle torce che bruciano gas in eccesso. I protagonisti del settore petrolifero nel Delta del Niger sono il governo della Nigeria, imprese sussidiarie e affiliate delle multinazionali (compresa l’italiana Agip) e aziende locali. DANNI AI MEZZI DI SUSSISTENZA Secondo le Nazioni Unite, più del 60 per cento della popolazione del Delta del Niger dipende dall’ambiente naturale per la propria sussistenza. L’inquinamento da petrolio (comprendente le fuoriuscite di greggio, lo scarico delle acque reflue e il rilascio di sostanze tossiche) ha causato gravi danni ambientali e compromesso le risorse naturali. Pesca Decine di migliaia di famiglie del Delta del Niger che dipendono dalla pesca hanno visto pregiudicati i loro mezzi di sussistenza e le fonti di cibo. L’inquinamento da petrolio uccide i pesci e ne compromette la riproduzione, causando danni immediati e a lungo termine alle riserve. Gli equipaggiamenti, tra cui le reti per la pesca, distrutti dalle fuoriuscite di petrolio, spesso non possono essere sostituiti a causa del loro costo o della mancanza di disponibilità. I crostacei e i molluschi, che molte persone raccolgono per mangiarli e venderli, sono a loro volta decimati dall’inquinamento da petrolio. Agricoltura L’agricoltura è una delle principali fonti di sostentamento del Delta del Niger. Le fuoriuscite di petrolio non solo hanno distrutto i raccolti, ma hanno anche avuto un impatto a lungo termine sulla fertilità del terreno e la produttività agricola. In alcuni casi, i terreni possono impiegare decenni a recuperare fertilità. SALUTE IN PERICOLO Vivere in un ambiente inquinato può aumentare il rischio di andare incontro a una serie di problemi di salute e di contrarre malattie. L’inquinamento da petrolio e il danno ambientale da esso provocato hanno peggiorato gravemente la qualità della vita di molte comunità del Delta del Niger. DIRITTI UMANI=MENO POVERTÀ TORCE DI GAS Per molti anni, i residenti del Delta del Niger si sono lamentati del fatto che il gas in eccesso che brucia danneggia seriamente la loro qualità di vita e compromette la loro salute. Nel novembre del 2005 l’Alta corte federale della Nigeria ha stabilito che le torce di gas che bruciano nel territorio di Iwerekhan rappresentavano una grave violazione del diritto, garantito dalla Costituzione, alla vita e alla dignità, che include il diritto a “un ambiente salutare, pulito, libero da veleni e da inquinamento”. I FALLIMENTI DEL GOVERNO In base al diritto internazionale, il governo nigeriano ha l’obbligo di proteggere i diritti umani. Questo obbligo include la diligenza dovuta nel fare in modo che altri attori, come le aziende petrolifere, non indeboliscano o violino i diritti umani. Anche se la Nigeria ha adottato alcune buone leggi nazionali, basate su standard internazionali, il governo non garantisce il loro rispetto effettivo. DOPPI STANDARD PER LE AZIENDE Il fallimento del governo nigeriano nel disciplinare le attività dell’industria petrolifera costituisce una chiara violazione dei suoi obblighi internazionali in materia di diritti umani. Amnesty International ritiene che anche le aziende abbiano la loro responsabilità. Molte delle attività delle compagnie petrolifere presenti nel Delta del Niger sono caratterizzate da cattiva condotta e dalla mancata adozione di adeguate misure di prevenzione e rimedio. Ad esempio, si sono verificate centinaia di fuoriuscite di greggio, molte delle quali dovute alla cattiva manutenzione da parte delle aziende. SABOTAGGIO E INQUINAMENTO Le fuoriuscite di petrolio nel Delta del Niger si verificano a causa di errori umani, poca manutenzione e processo di corrosione. In questi ultimi “Stabilire regolamenti che vietino determinati comportamenti delle aziende risulterà una mossa inefficace se non sarà accompagnata dall’adozione di meccanismi che indaghino, puniscano e garantiscano riparazione per gli abusi”. (John Ruggie, Relatore speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per i diritti umani e le imprese) anni, anche il sabotaggio e il furto sono diventati un problema serio. Le condutture vengono danneggiate per cercare di estorcere denaro alle aziende (sebbene la legge nigeriana vieti a queste ultime di versare denaro per cercare di impedire sabotaggi) o per rubare piccole quantità di petrolio da rivendere o per uso privato. Il sabotaggio e il furto sono problemi di cui tener conto, ma le aziende petrolifere non possono usarli come alibi per evitare di assumersi la responsabilità di decenni di danni ambientali o per sviare l’attenzione dalle fuoriuscite di greggio e da altre forme di inquinamento che continuano a essere causate dalle loro attività. AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE CHE: · il governo della Nigeria stabilisca per legge e finanzi in modo adeguato un organismo indipendente di controllo e regolamentazione delle attività legate al petrolio nel Delta del Niger, comprendente l’impatto sui diritti umani, e assicuri che siano intraprese azioni adeguate per porre rimedio ai danni già arrecati dall’industria petrolifera; · le aziende e il governo nigeriano rendano pubblici i dati sull’ambiente così come altri studi che descrivano nel dettaglio l’impatto o il potenziale impatto delle attività petrolifere sulle comunità del Delta del Niger. Amnesty International Sezione Italiana via G. B. De Rossi 10 00161 Roma tel: 06 44901 fax: 06 4490222 www.amnesty.it [email protected] C.F. 03031110582