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Opel Adam 1.4 GPL Tech

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Opel Adam 1.4 GPL Tech
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Numero 25
24 Settembre 2013
133 Pagine
Salone di
Francoforte 2013:
Le Supercar, le Concept, i mega
stand e le nuove tendenze del
mondo dell’auto
Periodico elettronico di informazione motociclistica
Mini Cooper S Cabrio
Sportività
en plein air
La Mini Cooper S Cabrio va forte,
è ben fatta e si fa notare ma costa
cara: 29.950 euro
Kia Carens 1.7
CRDi 115 CV
Salto generazionale
Una monovolume a sette posti.
Grande abitabilità e sistemi di
bordo da prima classe
| PROVA SU STRADA |
Opel Adam 1.4
GPL Tech
da Pag. 2 a Pag. 17
All’Interno
NEWS: Six Wheels auto e moto la sfida si gioca in pista I Alfa Romeo 4C I STORIA: Citroen DS dove rinasce il mito
A scuola di Mountain Bike con Fontana | F1: Le pagelle del GP Singapore | Raikkonen in Ferrari dal 2014
PROVA SU STRADA
Opel Adam 1.4 GPL Tech
GPL? Come
non averlo
Ha la stessa garanzia, gli stessi intervalli di
manutenzione e non vanta differenze prestazionali
rispetto alle versioni standard. Costa 14.870 euro
di Emiliano Perucca Orfei
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Periodico elettronico di informazione motociclistica
nelle versioni a GPL è prevista negli stessi intervalli e praticamente con gli stessi costi delle
versioni tradizionali. L’unica differenza, assicurano in Opel, è il costo del filtro GPL che si aggira
nell’ordine di poche decine di euro a tagliando.
Media
1.4 da 87 CV
Il motore scelto per l’adozione del sistema GPL
Tech è il 1.4 da 87 CV. Con 130 Nm di coppia
massima a 4.000 giri, il quattro cilindri tedesco
vanta le stesse prestazioni della versione tradizionale con l’utilizzo della benzina ed una perdita
di soli 5 Nm di coppia nell’utilizzo a GPL. Una perdita difficilmente percepibile da guidatori “normali” che al cronometro significa una differenza
sullo 0-100 km/h di appena 3 decimi di secondo.
I consumi a GPL sono di 6,9 l/100 km e le emissioni di CO2 pari a 112 g/km: questo significa
che, grazie ai 51 litri di capacità volumetrica del
C
on il debutto della nuova
Opel Adam a GPL (in listino
a 14.870 euro), i vertici della
Casa di Russelsheim vanno
ad arricchire la gamma della
loro city car compatta con
una alimentazione che, soprattutto nel nostro
Paese, dimostra di essere molto apprezzata anche laddove - i segmenti Premium - il “gas” non
veniva nemmeno presa in considerazione dalla
stragrande maggioranza dei clienti.
installato direttamente in linea di montaggio con
la consulenza della italiana Landi. Un’installazione estremamente raffinata che ha permesso
l’adozione di un serbatoio cilindrico in luogo del
“tradizionale” toroidale a tutto vantaggio della
capacità (+20%) senza rinunciare a nulla in termini di sicurezza: l’alloggiamento sotto al pianale
dietro l’asse delle ruote posteriori, che obbliga a
rinunciare eventualmente al portabici Flexfix integrato, è infatti un luogo estremamente sicuro
in caso di impatto.
City-car: è l’ora del GPL
Stessa garanzia, stessi tagliandi
Oggi, ed il 17% dei clienti che nel 2013 ha scelto
Fiat 500 con la doppia alimentazione lo dimostra,
la situazione è radicalmente cambiata ed Opel ha
scelto di non rimanere alla finestra scegliendo,
come da tradizione, di dotare Adam di un sofisticato impianto GPL prodotto, progettato ed
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serbatoio (35 i litri utili) Adam può assicurare un
range di 1.200 km unendo l’autonomia a benzina
con quella a gas.
Gli allestimenti
Le versioni disponibili con l’alimentazione a GPL
sono Jam, Slam e Glam, ovvero la intermedia e
le due top di gamma. In Italia - come confermatoci dall’AD Matteucci nel corso della nostra intervista - la preferita è l’intermedia Jam che Opel
propone nella versione GPL Tech ad un prezzo
di 14.870 euro, ovvero 900 euro in meno delle
top di gamma. Di serie su tutte le versioni il climatizzatore, la radio con CD, USB e vivavoce
bluetooth, il cruise control i cerchi in lega ed il volante in pelle Come “da progetto” non c’è limite
alla personalizzazione: spiccano le combinazioni cromatiche per interni ed esterni o il cielo di
stelle (led) in opzione solo su alcune Rolls Royce,
Il montaggio “nativo” porta con sé anche altri
vantaggi. Il primo è indubbiamente che le garanzie sulle componenti meccaniche sono esattamente le stesse delle normali Adam a benzina
mentre il secondo riguarda l’aspetto manutenzione, che a differenza di quanto spesso accade
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così come spicca l’Intellink - di serie su Glam e
Slam, 300 euro su Jam - che sfrutta la potenza
di calcolo e le funzioni degli smartphone di ultima generazione per assicurare un’esperienza
multimediale estremamente avanzata: con l’ultimo aggiornamento, disponibile anche per chi
ha già una Adam con Intellilink, è stata integrata
anche la funzionalità Siri Eyes Free che permette
agli utenti Apple di attivare numerosi comandi
(tra cui telefonare, consultare l’agenda, scrivere
SMS, scegliere un MP3, attivare la navigazione)
con il solo uso della voce.
Dal vivo: com’è fuori
Distinguere la versione GPL Tech da quelle a sola
benzina è sostanzialmente impossibile a meno
che non si riesca ad intravedere il piccolo logo
applicato sul portellone posteriore. L’integrazione del sistema, dunque, è massima e come su
Corsa non vi sono bocchette posticce a segnalare la presenza del serbatoio del gas: per fare
rifornimento si apre semplicemente il portellino
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della benzina e si avvita l’adattatore nell’apposito alloggiamento.
Dal vivo: com’é dentro
Anche dentro le differenze tra le versioni standard e quella alimentata a gas sono minime. Solo
i più attenti, una volta a bordo, noteranno che il
pulsante destro a fianco del sistema multimediale riporta la sigla LPG con un led che è spento nel
caso di marcia a benzina, lampeggiante nel passaggio dalla verde al gas e sempre acceso quando si procede a GPL. Non vi sono indicatori del
livello del gas improvvisati: come su altre Opel
l’indicatore del livello della benzina si converte
anch’esso a gas quando questo viene attivato,
così come la stima dei consumi del computer
di bordo. Non è possibile, purtroppo, conoscere il livello del serbatoio non utilizzato: l’unico
modo è quello di convertire momentaneamente
l’alimentazione. Per il resto Adam conferma la
bontà dei materiali e l’estrema possibilità di personalizzazione che già si conosceva, così come
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Le garanzie sulle
componenti meccaniche
sono esattamente
le stesse delle normali
Adam a benzina
rimane tutto al proprio posto in termini di spazio disponibile a bordo: davanti si sta comodi,
dietro decisamente meno. Per due anche il vano
bagagli, che rimane con una capacità di 170 litri,
fortunatamente non intaccato dalla presenza
della bombola del gas, ma del resto da una city
car così compatta compatta è difficile pretendere di più. La lunghezza della vettura infatti si
ferma a 370, cm, la larghezza invece misura 172
e l’altezza 148, con un passo di 231 cm, misure
molto compatte, che rendono Adam idelae per
gli spostamenti in città.
Su strada: il GPL non si sente
L’obiettivo dei tecnici Opel era quello di rendere
assolutamente impercettibile l’integrazione del
sistema GPL non solo in termini di “presenza”, di
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garanzie o di manutenzione ma anche in termini
di guida.
Sin dai primi metri si ha la percezione che questo obiettivo e stato raggiunto ed anche dopo
numerose prove, in città così come a velocità
più sostenute fuori porta, non siamo riusciti a cogliere alcuna differenza prestazionale. Il quattro
cilindri si conferma dunque quel motore brillante
ai medi regimi ed un po’ sornione tra i 1.500 ed i
2.500 giri che avevamo conosciuto al momento
del primo contatto.
In linea con quanto dichiarato i consumi: la media
a GPL dichiarata dal nostro computer di bordo al
termine della prova nei dintorni di Roma è stata
di 7,6 l/100 km. Considerando che il carburante
costa meno della metà della normale benzina è
indubbiamente un bel viaggiare.
Tecnologia onboard
Concludiamo segnalando che l’Intellilink nella
sua ultima versione dimostra di essere estremamente maturo e sempre più completo di funzionalità interessanti.
L’integrazione con il Siri è davvero perfetta e si
può utilizzare decine di comandi tenendo sempre le mani sul volante e lo sguardo sulla strada.
Niente male considerato il costo di soli 300 euro
per le versioni Jam.
Un unico appunto riguarda la scelta del device:
in Opel dichiarano di non aver alcun accordo
con Apple e la cosa è certamente credibile ma
il sistema appare decisamente più performante
e ricco di funzioni se utilizzato con sistemi iOS
piuttosto che Android.
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Il vano bagagli, che rimane
con una capacità di 170
litri, fortunatamente non
è stato intaccato dalla
presenza della bombola
del gas
In conclusione
Il GPL è stato ormai sdoganato e non viene più
percepito come una scelta cheap da numerosissimi clienti. Certo, in alcuni segmenti Premium,
soprattutto dove è disponibile almeno una motorizzazione a gasolio, la doppia alimentazione
non viene presa nemmeno in considerazione ma
per quanto riguarda le city car il caso del 17% del
mix fatto registrare da Fiat 500 sta dimostrando
che il pensiero di spendere poco a fronte di un
pieno di carburante interessa anche a chi vanta
una maggior disponibilità economica e sceglie
city car sfiziose in luogo di normali utilitarie. Un
discorso che vale ancor di più se si pensa che
non vi sono tagliandi raddoppiati o costi nascosti
e che l’ammortizzazione del delta prezzo tra la
versione 1.4 standard e quella GPL Tech (+1.020
euro) avviene, secondo Opel, dopo appena
21.000 km.
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PROVA SU STRADA
Mini Cooper S Cabrio
Sportività
en plein air
Concepita per far incontrare
mondanità e sportività sotto l’ala
del piacere di guida, la Mini Cooper S
Cabrio va forte, è ben fatta e
si fa notare. Costa cara
- 29.950 euro - e la pur
affascinante capote ne limita
la fruibilità quotidiana
di Alessandro Colombo
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sapore retrò e che si “stacca” nettamente dal
resto del corpo vettura grazie a delle differenti
tonalità adottate nei confronti dello stesso.
Media
Com’è dentro
Aperta la portiera si viene accolti da un ambiente
in cui a farla da padrona è quel mix di sportività
ed eleganza che regna in tutto l’abitacolo: profili
in carbon look, superfici metalliche e pellami dotati di impunture a vista connotano infatti l’abitacolo della cabrio sportiva anglo-tedesca, mentre
strumentazioni analogiche integrate da visualizzatori digitali e pulsantiere di stampo aeronautico completano l’arredamento interno della Mini
Cooper S Cabrio. Dotata di porta USB, ingresso
AUX e presa accendisigari a cui collegare tutti i
dispositivi mobili – che richiedono peraltro sempre più energia con cui essere alimentati per arrivare a fine giornata – la Mini Cooper S Cabrio
permette di interfacciarsi ad essi attraverso un
display digitale (proposto in via opzionale ad
un prezzo di 605 euro), che integra il sistema
di navigazione satellitare e tutte le informazioni
P
ensata per sorridere ad una
clientela prettamente sportiva
che non si vuole però negare né il fascino della guida en
plein air né quello di una vettura modaiola, la Mini Cooper
S Cabrio si propone come antagonista di Abarth
595 Cabrio e Citroen DS3 Sport Chic Cabrio pur
vantando un prezzo d’attacco superiore a quello
delle competitor, fissato a 29.950 euro.
Com’è fuori
Come tutte le vetture realizzate da Mini, anche la
più compatta delle Cooper S attinge a piene mani
dal fortunato linguaggio stilistico che tanto riscontro ha trovato nel pubblico di tutto il mondo:
grandi proiettori circolari incastonati dinnanzi a
due bombature poste ai lati del cofano tra loro
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relative all’infotainment.
E’ lunga tre metri e settanta
Lunga 3.720 mm, larga 1.680, alta 1.410 e dotata
di un passo di 2.460 mm, la Mini Cooper S Cabrio dichiara una massa in ordine di marcia pari
a 1.230 kg e sfrutta uno schema di trasmissione
manuale a sei rapporti che trasferisce al suolo
i valori di coppia e potenza attraverso le ruote
anteriori. Dotata di serie di cerchi in lega da 16
pollici di diametro Rib Spoke gommati 195/55,
la Mini Cooper S Cabrio è dotata di serie di DSC
(Dynamic Stability Control), ASC+T (Automatic
Stability Control + Traction), ABS, EBD e CBC
(Cornering Brake Control).
184 CV e 260 Nm di coppia...
Sotto al cofano della Mini Cooper S Cabrio pulsa una sola unità quadricilindrica alimentata a
benzina, ovvero quella da 1.598 cc in grado di
erogare fino a 184 CV di potenza ad un regime
di 5.500 giri/min ed un valore di 260 Nm di coppia massima; numeri questi che permettono alla
separati da una calandra minimalistica dotata di
profilo cromato ne caratterizzano infatti la sezione frontale. Rispetto alla variante da cui deriva,
anche la variante cabrio della Cooper S si contraddistingue per una serie di particolari che la
rendono più “muscolosa” e sportiva, come l’ampia feritoia di aerazione posta sulla sommità del
cofano, la mascherina inferiore dotata di dettagli
dedicati, i passaruota maggiorati ed un paraurti posteriore dalla marcata indole corsaiola che
integra all’interno di una griglia d’estrazione sia
fendinebbia e luce di retromarcia che il doppio
scarico sportivo cromato. Abarth 595 Cabrio e
della Citroen DS3 Sport Chic Cabrio. Vero tratto
distintivo della variante Cabrio della Mini Cooper
S è però il tetto, che non presenta più la struttura
rigida della versione da cui deriva, ma che sostituisce ad essa una capotte in tela dal piacevole
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La Mini Cooper S Cabrio
attira su di sé lo
sguardo soprattutto per
una serie di particolari,
come la generosa presa
d’aria posta al centro del
cofano
sportiva cabriolet del Gruppo BMW di scattare
verso i 100 km/h con partenza da fermo in 7.3
secondi di tempo, oltre che di raggiungere una
velocità massima di 225 km/h. In grado di ottemperare la normativa Euro 5, la Mini Cooper S
Cabrio promette consumi pari a 7.5 l/100 km nel
ciclo urbano, 5.1 l/100 km in quello extraurbano
e di 6.0 l/100 km in quello misto, mentre le emissioni inquinanti vengono mantenute entro una
soglia di 139 g/km.
Dal vivo: com’è
Esteriormente connotata da linee morbide ed
al contempo sportive, la Mini Cooper S Cabrio
attira su di sé lo sguardo per una serie di particolari collocati tra la sezione anteriore e quella
posteriore, come la generosa presa d’aria posta
al centro del cofano, oppure il paraurti posteriore
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che ingloba in una griglia nera il doppio terminale
di scarico centrale. A questi si aggiungono, nella
vista laterale, i passaruota inscritti nella cornice
nera che contorna la porzione bassa dell’intero
profilo della vettura, oltre naturalmente alla capotte in tela di generose dimensioni a sua volta
inscritta, come anche il parabrezza anteriore,
all’interno di un profilo cromato collocato nella
parte alta dell’auto. Aperta la portiera l’attenzione viene prima di tutto catturata dalle forme
circolari che dominano l’abitacolo impiegate per
strumentazione, bocchette d’aerazione, vani
portaoggetti e selettori, per poi ricadere sulle
pulsantiere aeronautiche e sui vari elementi a
contrasto, come gli inserti in carbonio che fanno il
paio con quelli metallici e che vanno volutamente
a contrastare con gli eleganti rivestimenti in pelle
marrone. Degno di nota, dal punto di vista visivo,
il display digitale collocato all’interno del tachimetro analogico posto al centro della plancia e
a fondo bianco che nella versione in prova integra anche il navigatore (quest’ultimo in verità un
pochettino migliorabile in termini di precisione e
intuitività) e che ben si interfaccia tramite porte
dedicate ai vari sistemi multimediali, mentre i
passeggeri posteriori, che possono essere solo
due, sono a loro volta circondati da pellami con
cuciture a vista e da particolari cromati.
Bagagliaio e visibilità
Se quattro persone stanno sedute comodamente (più quelle davanti di quelle dietro) all’interno
della Mini Cooper S Cabrio, altrettanto non si può
dire per i loro bagagli. Il vano di carico presenta
delle dimensioni abbastanza rastremate - ci si
può caricare la borsa per andare in palestra e un
paio di borse della spesa, ma non molto altro –
ed il pavimento posizionato più in basso rispetto
alla soglia non aiuta la praticità d’accesso. Come
normale su una cabrio, non va meglio a capotte
alzata il discorso visibilità: ¾ laterale e visibilità
posteriore non sono il forte di questa vettura. Per
effettuare le manovre in retromarcia è quindi di
fondamentale importanza affidarsi a sensori e
telecamere proposti in via opzionale. Ciò che si
perde in termini di bagagliaio e visibilità, la Mini
Cooper S Cabrio lo guadagna in posizione di
guida e sportività. La triangolazione offerta dal
sedile risulta sia comoda che ben impostata e le
molteplici regolazioni offerte da sedile e volante
permettono a piloti di tutte le stature di adattarsi
al meglio con quanto posto intorno a loro.I comandi, complice un volante dotato di pulsantiera
integrata, mettono tutto a portata di mano. Solo
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lo sterzo sulle prime risulta un pochettino poco
agevole a causa del ridotto diametro sportivo,
ma è solo questione di prenderci un attimino l’abitudine per iniziare poi davvero ad apprezzarlo.
Come si guida
Preso posto all’interno dell’abitacolo inseriamo
la chiave circolare nella fessura atta a contenerla e premiamo il pulsante per l’avviamento del
motore. La sonorità di questo inizia a pervadere l’abitacolo, ma senza scadere nell’invadente.
E’ diventata più educata sotto questo punto di
vista la Cooper S, rimanendo sempre capace di
coinvolgere ma con un filo di malizia in meno. Inserita la prima delle sei marce disponibili è possibile, fin dalla prima apertura di gas, percepire
la sostanza promessa dai 184 CV di potenza ma
soprattutto dai 260 Nm di coppia, anche se il
vero divertimento in questa Mini arriva quando
la lancetta giunge nella zona alta del contagiri: a
partire dai 3.500 giri la Cooper S Cabrio esprime
il meglio di sé, allungando con veemenza verso il
limitatore ma facendolo con molta naturalezza.
E’ rimasto un leggero (ma piacevole) effetto onoff sul pedale dell’acceleratore, che risulta però
meno marcato che in precedenza. Maggiore
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l’elasticità rispetto a prima, e buona la capacità
di ripresa, mentre le prestazioni del propulsore
vengono ben assecondate da un telaio rigido
che fa il paio con delle sospensioni sportive e un
baricentro decisamente basso. Buona anche la
frenata, che dimostra tanto potenza quanto modulabilità ogni qualvolta necessario. Preciso e diretto lo sterzo, che si interfaccia con il pilota tramite un volante sportivo di diametro contenuto.
Conclusioni
La Mini Cooper S Cabrio è un vettura pensata per
rivolgersi principalmente ai giovani dal carattere
sportivo. Ai giovani, non ai neofiti, perché la vettura è performante, ed è capace di raggiungere
velocità ragguardevoli senza far sì che il pilota se
ne accorga. Ottima quindi per quella clientela sì
di età non elevata, ma in grado di amministrare
le prestazioni di una vettura capace tanto di divertire quanto di attrarre le attenzioni grazie a
dei tratti stilistici divenuti oramai degli stilemi in
termini di design e mondanità.
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PROVA su strada
Kia Carens 1.7 CRDi 115 CV
Salto generazionale
La nuova Kia Carens è una monovolume a sette
posti oggi perfettamente allineata alla migliore
concorrenza europea in termini di qualità, stile e
prestazioni. Grande abitabilità e sistemi di bordo
da prima classe, peccato solo per lo sterzo
di Matteo Valenti
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Media
F
ermarsi a guardare la nuova Kia
Carens, anche solo per pochi
istanti, permette di comprendere fino in fondo l’incredibile salto
generazionale fatto dalla Casa
coreana, che oggi appartiene per
un terzo a Hyundai, nell’arco di pochissimo tempo. Sulla scia del grandissimo successo riscosso dall’ultima generazione di Sportage infatti, il
marchio Kia è riuscito a cambiare radicalmente
il proprio volto, rivoluzionando praticamente l’intera gamma nel giro di 3-4 anni e portando sul
mercato modelli che per design, qualità e prestazioni hanno tagliato di netto i ponti con il passato
e che oggi sono a pari livello con la miglior concorrenza tedesca o francese. Se pensate quindi che la nuova Carens sia ancora la tipica auto
coreana di qualche tempo fa, molto economica
ma anche anonima e non di grandissima qualità vi sbagliate di grosso. La monovolume targata Kia oggi è un’auto pienamente matura, che
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garantisce standard qualitativi di prim’ordine e
che entra a testa alta sul mercato, pronta a sfidare vetture come Fiat 500L Living, Ford C-Max
7, Citroen C4 Picasso, Chevrolet Orlando, Dacia
Lodgy, Peugeot 5008, Toyota Verso e Volkswagen Touaran.
Focus sulla 1.7 turbo diesel CRDi
da 115 CV in allestimento Class
Dopo il primo contatto avvenuto in occasione
della presentazione stampa, dove avevamo guidato la più potente versione a gasolio 1.7 CRDi
da 136 CV, oggi ci concentriamo su quella che
probabilmente sarà la versione più gettonata sul
mercato italiano, equipaggiata sempre con il 1.7
CRDi, ma in versione da 115 CV e in allestimento
top di gamma Class, che in Italia viene offerta a
partire da 23.500 euro (la versione di ingresso
Cool, sempre con motorizzazione CRDi da 115
CV costa invece 21.500 euro). Per quanto riguarda il prezzo non bisgona dimenticare che Kia in
Italia è l’unica ad offrire su tutte le versioni 7 anni
di garanzia.
Dal vivo: com’è fuori
La Carens di quarta generazione (la versione
precedente risale al 2006) è una vettura completamente riprogettata da Kia, che punta molto
sullo stile, ereditando il nuovo design della Casa
concepito principalmente da Peter Schreyer,
Responsabile del Design e oggi divenuto anche
primo Presidente di Kia non coreano. La monovolume di oggi quindi si inserisce perfettamente
all’interno del nuovo family feeling adottato da
tutti i nuovi modelli della Casa, con l’obiettivo di
risultare, a fronte di dimensioni non esattamente
contenute, un’auto comunque dinamica, filante
e capace di attirare lo sguardo. Se guardiamo
il frontale possiamo dire che l’obiettivo è stato
pienamente raggiunto. La tipica calandra a “a
naso di tigre” domina l’anteriore, affiancata da
elaborati gruppi ottici di grandi dimensioni, che
integrano le ormai immancabili luci diurne a LED
e che, grazie ad una particolare conformazione
piuttosto allungata in profondità aiutano a slanciare notevolmente l’immagine della vettura.
Convince anche la zona inferiore del paraurti,
movimentata da un presa d’aria dalla forma sinuosa, che si congiunge con i grandi fendinebbia
sviluppati in verticali, che in questo caso aiutano
a slanciare la vettura verso l’alto. Ben riuscita
anche la fiancata, che rimane filante e dinamica,
grazie al particolare taglio dei finestrini che va
a stringersi leggermente nella zona posteriore,
ma anche elegante per merito dell’apprezzabile cromatura che circonda in parte le superfici
vetrate. Completano il quadro i grandi cerchi
in lega da 17 pollici a cinque razze sdoppiate,
mentre la sezione di coda è quella che emerge
di meno per originalità, con i grandi gruppi ottici
a sviluppo orizzontale, disponibili anche con luci
a led, e con il lunotto sovrastato da un piccolo
spoiler che contribuisce a rendere meno pesante
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Saliti a bordo della
nuova Carens appare
ancora più evidente
lo sforzo intrapreso da
Kia per egualiare la
migliore
concorrenza
europea. Materiali ed
assemblaggi sono di
grande qualità, mentre
il design si dimostra
moderno ma allo
stesso tempo razionale,
le proporzioni complessive. Osservare gli accoppiamenti di carrozzeria è un altro di quegli elementi che ci fanno capire i passi da gigante fatti
da Kia nel campo della qualità, dal momento che
sono davvero precisi. Solo qualche componente della carrozzeria, come la cornice superiore
degli sportelli anteriori, è realizzato con troppa
superficialità, ma in generale la Carens rivela un
rigorosità costruttiva solo impensabile rispetto a
poco tempo fa.
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Dal vivo: com’è dentro
Saliti a bordo della nuova Carens appare ancora
più evidente lo sforzo intrapreso da Kia per egualiare la migliore concorrenza europea. Materiali
ed assemblaggi sono di grande qualità, mentre
il design si dimostra moderno ma allo stesso
tempo razionale. Ogni comando si trova proprio dove ci si aspetta, mentre il grande display
touchscreen da 7 pollici (opzionale) domina
dall’alto la scena. Il Total Connectivity System,
di serie su tutte le versioni, rende disponibili
collegamenti Bluetooth, Aux-In, iPod e USB che
permettono di integrare in maniera immediata
e completa il proprio smartphone con il sistema
di infotainment, davvero ben fatto e molto semplice da utilizzare. Di serie vengono anche offerti
il volante in pelle con comandi al volante (forse
un po’ troppi, rischiano di distrarre), ma anche il
cruise control. Per rendere più ricca la dotazione di serie per ognuno dei due allestimenti Cool
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e Class si possono scegliere dei pacchetti, che
permettono di aggiungere per esempio tutta la
serie di optional visibili sull’esemplare in prova
come i sedili in pelle, la telecamera posteriore
(consigliatissima), i sedili e il volante riscaldati,
oltre al tetto panorama in vetro ad azionamento
elettrico.
E’ più compatta ma anche
più spaziosa
Con una lunghezza pari a 452 cm, la nuova Carens risulta 2 cm più corta, 1,5 cm più stretta
(la larghezza ora è di 181 cm) e 4 cm più bassa
(l’altezza ) rispetto al modello di precedente
generazione, ma il passo è aumentato di 5 cm,
tutto vantaggio dell’abitabilità interna e della
possibilità di realizzare un posto guida avanzato.
In questo modo il montante A risulta in perfetta
corrispondenza con il centro della ruota anteriore e la fiancata risulta molto più slanciata. Il peso
invece, si attesta a 1.458 kg, un risultato assolutamente nella norma per questa tipologia di auto
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e per queste dimensioni. L’avantreno può contare su uno schema MacPherson con glie elementi
mobili collegati ad un telaietto supplementare
sospeso elasticamente sulla scocca per aumentare il confort, mentre al retrotreno troviamo
bracci longitudinali interconnessi. L’impianto
frenante si affida a quattro dischi (autoventilanti all’anteriore da 330 mm e posteriori da 284
mm). Uno nota va riservata al servosterzo MDPS
ad assistenza elettrica dotato di serie del sistema FlexSteer che offre tre possibilità di regolazione (Normal, Sport e Comfort), che adeguano
la risposta e la resistenza dello sterzo a seconda
dei gusti e delle esigenze del guidatore.
Sicurezza: non manca nulla
Su Carens Kia tiene a sottolineare il balzo in
avanti rispetto ai modelli di precedente generazione puntando molto anche sulla dotazione
di sicurezza, come confermano le 5 stelle conquistate nei test Euro NCAP, che recentemente
hanno adottato criteri di valutazione ancora più
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si dimostrano comunque adatti per viaggi mediamente lunghi. I due sedili aggiuntivi collocati
nel vano bagagli, che possono essere aperti con
un semplice gesto, offrono invece la possibilità di
ospitare altri due passeggeri in caso di emergenza o due bambini. Lo spazio per le gambe è certamente limitato, ma anche persone di alta statura
possono trovare posto per un breve tragitto.
Bagagliaio sconfinato
La nuova Carens è un’auto perfetta per le famiglie numerose che necessitano di grande versatilità, assicurata dal sistema KiaFlex che permette
di abbatterei sedili singolarmente, ma anche di
grande capacità di carico. Il bagagliaio offre 536
litri di capacità, ma abbattendo tutti i sedili della
fila posteriore è possibile disporre di 1.649 litri.
La visibilità della Carens è ottima all’anteriore,
complici la posizione di guida rialzata ma anche
il montante A posizionato ad arte all’altezza del
centro delle ruote anteriori, mentre in retromarcia bisogna fare i conti con dimensioni non esattamente compatte. Niente paura se la vettura,
come quella della nostra prova, è dotata di sensori parcheggio e di retrocamera, davvero utile
e capace di rendere le manovre di parcheggio
davvero semplici.
Un benzina e due diesel
severi. Oltre ai classici ABS e ESP, la monovolume coreana può contare sul controllo della
marcia in corsia LDWS (Lane Departure Warning
System), che si serve di una telecamera montata
all’anteriore e di un avviso sonoro per comunicare al conducente che ha abbandonato la corretta
traiettoria, ma anche sull’assistenza alle manovre in parcheggio SPAS (Smar Parking Assist
System), che provvede a muovere autonomamente il volante, lasciando al guidatore solo il
compito di azionare acceleratore e frizione.
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Davanti si domina la strada, dietro
largo alla modularità
La Carens è un’auto che punta a conquistare
clienti facendo leva sulla grande disponibilità di
spazio a bordo. L’abitabilità, che diventa quindi
un criterio di valutazione fondamentale per questo modello, si dimostra ottima per i passeggeri
anteriori, che hanno a disposizione sedili ampi
e confortevoli, che offrono una seduta alta e
davvero piacevole per stare in viaggio, che trasmette una sensazione di dominio della strada.
Al posteriore i passeggeri dispongono di tre sedili
distinti (più stretto quello centrale, più ampi i due
laterali) ed hanno a disposizione davvero molto
spazio per le gambe, oltre ad una bocchetta di
ventilazione che su un’auto così spaziosa è davvero apprezzabile nella zona posteriore. Aver separato i tre sedili l’uno dall’altro, in modo tale che
siano abbattibili anche singolarmente per ovvie
esigenze di modularità, ha però reso ciascuna
delle sedute non poi così ampia come ci aspetterebbe da una vettura di queste dimensioni, ma
La gamma motorizzazioni per l’Italia prevede
un quattro cilindri a benzina ad inizezione diretta GDI da 135 CV e il più gettonato turbo diesel
1.7 CRDi disponibile nella versione da 115 CV e
in quella più prestazionale da 136 CV. La motorizzazione protagonista della nostra prova, la
1.7 CRDi da 115 CV a 4.000 giri/min è un quattro cilindri della famiglia U2 già adottato da altri
modelli Kia, in gradi di erogare 260 Nm di coppia
massima a 1.250 giri/min. Questa unità garantisce uno scatto da 0 a 100 km/h in 10, 4 secondi
ed un velocità massima pari a 181 km/h, a fronte
di un consumo medio dichiarato che può variare
da 4,9 a 5,2 l/100 km a seconda delle versioni,
con le emissioni pari a 129 o 137 g/km. Il sistema
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di trasmissione si affida ad un classico cambio
manuale a sei marce, con i primi due rapporti
corti e una sesta piuttosto lunga al fine di ottimizzare i consumi, senza penalizzare troppo lo
spunto in partenza da fermo. L’automatico a sei
marce è disponibile solo in abbinamento al diesel
CRDi da 136 CV.
Al volante: le nostre impressioni di
guida
Premiamo il tasto Start, di serie sull’allestimento
più ricco Class, e diamo vita al quattro cilindri a
gasolio coreano, che si dimostra davvero silenzioso al minimo, e praticamente privo di qualsiasi tipo di vibrazione, un risultato già di per sé
sorprendente, soprattutto rispetto ai propulsori
a gasolio di generazione precedente del Gruppo Hyundai-Kia. Muoversi per la città al volante
della nuova Carens è molto piacevole, si viaggia
avvolti da una buona silenziosità di marcia, anche perché le sospensioni sono morbide, tarate per favorire al massimo il confort e capaci di
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Prove
Periodico elettronico di informazione motociclistica
assorbire con facilità tutte le sconnessioni tipiche delle nostre città. Anche salendo di giri il 1.7
CRDi da 115 CV rimane tutto sommato silenzioso
e non si rende mai invasivo all’interno dell’abitacolo. Certo, non è senza dubbio un motore che
nasce per fare lo scatto da 0 a 100. In accelerazione i quasi 1.500 kg della Carens si fanno
sentire e bisogna lavorare a fondo con la leva del
cambio se si vuole avere un po’ di brio nella partenza al semaforo. In ogni caso questo motore si
dimostra sufficientemente ricco di coppia ai bassi regimi (260 Nm a 1.250 giri/min) per muovere
con una certa disinvoltura la Carens nel traffico
cittadino e in definitiva si rivela adatto a chi è
disposto a rinunciare a un po’ di prestazioni in
favore di consumi tutto sommato contenuti per
un’auto di questo peso e dimensioni.
Consuma il giusto
Nel corso della nostra prova abbiamo portato
la Carens su diversi tipi di percorso, dalla strada a scorrimento veloce fino alle vie del centro
cittadino bloccate dal traffico e in autostrada. I
consumi di carburante, senza mai esagerare con
il pedale del gas, si sono attestati mediamente
intorno ad un valore di 6,9 l/100 km, un valore
di certo superiore a quello dichiarato (4,9-5,2
l/100 km), ma comunque più che accettabile per
un’auto a sette posti di 4 metri e mezzo.
Se si viaggia a pieno carico, meglio
il CRDi da 136 CV
Il CRDi da 115 CV ha un’erogazione corposa intorno ai 2.000-2.500 giri/min ed è proprio intorno a questo regime che esprime il meglio di sé e
che permette una guida più vivace. Per favorire
al massimo il contenimento dei consumi invece
è meglio non superare mai i 2.000 giri/min, seguendo i suggerimenti dell’indicatore di cambiata ottimale. In questo modo la Carens si dimostra un’auto perfetta per viaggiare quando non si
ha fretta, in tutta tranquillità e godendosi il tragitto. Chi cerca un più più di brio in ogni situazione,
ma soprattutto chi ha intenzione di utilizzare la
Carens in condizioni di carico non indifferenti
(per esempio con quattro o cinque passeggeri
e il vano di carico pieno di bagagli) è meglio che
scelga il CRDi da 136 CV, ma naturalmente bisogna mettere in conto consumi sensibilmente più
elevati. L’impianto frenante ci ha convinto positivamente. I quattro freni a disco hanno mordente
a volontà ed anche in caso di frenate di emergenza non mettono mai in difficoltà chi si trova
dietro al volante. Il cambio a sei marce manuale
presenta innesti precisi, l’escursione della leva è
piuttosto lunga, ma comunque adatta a questa
tipologia di auto. Ottima la posizione della leva
del cambio, che è sempre a portata di mano e
non affatica anche dopo diverse ore di guida.
Sterzo: perfetto in città, troppo
morbido in autostrada
Una nota infine va riservata allo sterzo, che si è
rivelato fin troppo morbido. In città è perfetto,
specialmente per effettuare le manovre di parcheggio perché lo si muove davvero con un dito.
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Prove
Periodico elettronico di informazione motociclistica
Il problema è che anche in autostrada rimane
così estremamente leggero, non trasmettendo
sempre una sensazione di grande sicurezza alle
velocità di codice, intorno ai 130 km/h. Tramite
un apposito comando al volante è possibile variare la taratura del servosterzo (Normal, Sport
e Comfort), ma in nessuna di queste modalità,
nemmeno in Sport, abbiamo trovato la giusta
risposta dello sterzo per le andature più elevate.
Conclusioni
La nuova Kia Carens è un’auto che fa toccare
con mano, sia all’interno che all’esterno ma anche sotto al cofano, il grande salto generazionale
compiuto dalla Casa coreana nel giro di pochissimi anni. Oggi la Carens è una monovolume a sette posti perfettamente paragonabile alla migliore
concorrenza europea in termini di qualità e prestazioni. I suoi punti di forza sono senza dubbio
la grande abitabilità e la dotazione di bordo davvero completa, ma soprattutto anche i 7 anni di
garanzia dal momento dell’acquisto, vera esclusiva della gamma Kia. La versione da prendere a
nostro avviso è quella in allestimento base Cool,
che comunque offre un equipaggiamento completo di tutto ciò che serve, abbinata però al motore CRDi da 136 CV, che si dimostra più adatto e
più scattante a muovere un’auto da quasi 1.500
kg, che presumibilmente verrà guidata spesso in
condizioni di carico non indifferenti.
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Kia Carens 1.7 CRDi 115 CV
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Il duello
Periodico elettronico di informazione motociclistica
Media
Six Wheels
Auto e moto la sfida si gioca in pista
Due squadre, un’auto e una moto animano un video in cui l’unica cosa
che conta è battere a qualsiasi costo Gillo, il tester più insopportabile
d’Italia!
S
gommate e risate, è questa la ricetta del nostro nuovo format, che nasce dalla volontà di umiliare il nostro
tester storico. E’ dal 1997, anno di
nascita di Moto.it, che costui fa lo sbruffone in
redazione, trovando ulteriori nuovi argomenti a
fine 2011, quando si è anche inserito prepotentemente nella squadra di Automoto.it. E’ definito in
ogni modo: the bastard, il ganassa, il gradasso,
lo sbruffone; per tutti sinteticamente Gillo. Sfiniti dalla sua supponenza abbiamo progettato
un modo per ridimensionarlo pubblicamente:
coinvolgerlo in una sfida incrociata alla guida
di un’auto e di una moto, opponendolo di volta
in volta a squadre diverse e sempre agguerrite.
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Gli ingredienti questa volta sono: la Peugeot RCZ
e la Honda CBR 600 RR. A tentare di ridimensionare l’ego di Gillo ci provano due bei pilotini:
Eugenio Franzetti, direttore relazioni esterne e
motorsport Peugeot Italia e Emiliano Perucca
Orfei, tester di Automoto.it. Ogni squadra si alterna alla guida dell’auto e della moto e il cronometro decreta chi, sommando tutti i tempi, realizza il crono complessivo più basso. A questa
sfida ne seguiranno altre, sempre con l’obiettivo
finale di battere l’insopportabile Gillo. Seguite e
votate la vostra squadra preferita, cercando di
immaginare se Gillo riuscirà a preservare la sua
pessima fama, aumentando così il nostro disagio
quotidiano.
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IAA 2013
Periodico elettronico di informazione motociclistica
Media
Italia. Erede della tanto apprezzata 430 Scuderia, con i suoi interni così spartani (le saldature
del telaio erano in bella vista) e le sue prestazioni da pura auto da corsa, la 458 Speciale evolve
ulteriormente il concetto di supercar alleggerita
con motore potenziato, regalando prestazioni da
capogiro e un tempo impensabili su una vettura con queste caratteristiche meccaniche. Il V8
aspirato di Maranello sulla Speciale è stato portato ad erogare ben 605 CV a 9.000 giri (la 458
Italia ne può vantare “solo” 570), divenendo così
l’otto cilindri più potente mai realizzato dal Cavallino su un’auto di serie. Il peso invece è stato
ridotto di 90 kg, fermando l’ago della bilancia a
1.290 kg, con un rapporto peso/potenza pari a
2,13 kg/CV. Il risultato è una vettura capace di
scattare da 0 a 100 km/h in 3,0 secondi netti.
Lamborghini Gallardo
LP 570-3 Squadra Corse
La Casa del Toro come al solito non si fa cogliere
impreparata. All’IAA infatti svela la Lamborghini
Gallardo LP 570-3 Squadra Corse, che rappresenta la versione più estrema mai realizzata della V10 di Sant’Agata e con ogni probabilità anche
l’ultima, dal momento che si attende l’imminente arrivo della sua erede. Allo stesso modo della
Super Trofeo, anche la Gallardo Squadra Corse è
spinta dal noto V10 aspirato nella versione in grado di produrre 570 CV, abbinato ad un sistema di
trasmissione a sei marce. Grazie ad una serie di
accorgimenti tecnici, volti a contenere il più possibile il peso in ordine di marcia questa versione
ferma l’ago della bilancia a 1.340 kg, un risultato
inferiore di 70 kg rispetto ad una normale Gallardo, ottenendo così un valore di potenza specifica
Lamborghini Gallardo P 570-3 Squadra Corse
Ferrari 458 Special
Salone di Francoforte 2013
Tutte le novità dal mondo delle supercar
di Matteo Valenti | 6.259 CV. E’ questa la potenza che sono capaci di
erogare le più belle supercar del Salone di Francoforte di quest’anno,
dalla Ferrari alla Lamborghini fino alla Porsche ed alla Bugatti.
I
l Salone Internazionale dell’Auto di Francoforte, meglio conosciuto come IAA
(acronimo per Internationale Automobil-Ausstellung), è un appuntamento
biennale di fondamentale importanza
all’interno del mondo dell’automobile.
Per capire il prestigio che questa esposizione ha
raggiunto oggi è sufficiente ammirare il gran numero di costruttori di lusso che qui espongono le
loro ultime creazioni del campo delle supercar,
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automobili che racchiudono la più alta tecnologia nel campo motoristico che da sempre fanno
segnare generazioni di appassionati.
Ferrari 458 Speciale
Anche quest’anno naturalmente, il Salone di
Francoforte non ha deluso le aspettative. Il pubblico ha potuto ammirare, fra le altre la nuovissima e tanto attesa Ferrari 458 Speciale, versione ancora più prestazionale della ben nota 458
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IAA 2013
Periodico elettronico di informazione motociclistica
Porsche 918 Spyder
molto elevato, pari a 2,35 kg/CV . Le prestazioni
in questo caso parlano di uno scatto da 0 a 100
km/h in 3,4 secondi e di una velocità massima di
320 km/h.
Porsche 918 Spyder
La Casa di Zuffenhausen ha scelto il salone di
casa per presentare finalmente, dopo numerose
apparizioni in versione prototipale, la versione
definitiva e destinata alla produzione della Porsche 918 Spyder, sofisticatissima supercar plugin ibrida che verrà realizzata in soli 918 esemplari
e che idealmente vuole raccogliere l’eredità di
una vettura rimasta nel cuore di molti come la
mitica Carrera GT. Il cuore pulsante della 918 è
un V8 da 4.6 litri che però viene abbinato a due
motori elettrici, uno collocato all’altezza dell’asse anteriore, l’altro al posteriore. L’otto cilindri
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Aston Martin Vanquish Volante
sviluppa una potenza di 608 CV a 8,700 giri/min,
mentre i motori elettrici forniscono ulteriori 286
CV a 6.500 giri/min, per una potenza complessiva pari a 887 CV e una coppia massima che può
variare da 917 a 1.280 Nm. Quello che stupisce
della 918 sono però le prestazioni. Il powertrain
ibrido sfruttato alla massima potenza infatti permette uno scatto da 0 a 100 km/ in 2,8 secondi,
mentre lo 0 a 200 km/h viene coperto in 7,7 secondi e lo 0 a 300 km/h in 22 secondi, con una
velocità massima che può inchiodare il tachimetro a 354 km/h.
con un’automobile davvero affascinante, non
solo dal punto di vista tecnologico ma anche per
quanto riguarda lo stile e il design. Il suo nome è
BMW i8, un’auto che ha ancora molto in comune con il prototipo a cui si è ispirata e che viene
spinta da un powertrain capace di sprigionare
362 CV di potenza massima complessiva, grazie
ad un nuovo e interessantissimo motore termico
a tre cilindri TwinPower Turbo da 1.5 litri in grado
di erogare 231 CV affiancato da un motore elettrico da 131 CV.
BMW i8
La Casa di Gaydon attira il pubblico all’interno
del suo stand con la nuovissima Aston Martin
Vanquish Volante, versione en plein air della dodici cilindri britannica spinta da un V12 da 6.0 litri
in grado di erogare 573 CV e 620 Nm di coppia
Sulla scia del momento, che vuole i principali costruttori di supercar impegnati a proporre
nuovi modelli ibridi ad altissime prestazioni, anche la Casa di Monaco vuole stupire il mondo
Aston Martin Vanquish Volante
che regalano uno scatto da 0 a 100 km/h in 3,4
secondi, grazie anche ad un peso che non supera i 1.844 kg, un risultato superiore di soli 9 kg
rispetto alla Vanquish Coupé.
Bentley Continental GT V8 S
Direttamente da Crewe arriva a Francoforte l’ultima novità in casa Bentley. Si tratta della GT
Continental nell’inedita versione V8 S, equipaggiata con una versione potenziata dall’otto cilindri biturbo da 4.0 litri, in grado di sprigionare 528
CV e 680 Nm di coppia massima.
Tali prestazioni, che rendono questa motorizzazione praticamente paragonabile al più tradizionale V12 aspirato che equipaggia la gamma GT
Continental, permettono uno scatto da 0 a 100
km/h in 4,3 secondi ed una velocità massima di
309 km/h.
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IAA 2013
Periodico elettronico di informazione motociclistica
Bugatti Veyron Grand Sport
Bugatti Veyron Grand Sport
Vitesse Jean Bugatti
La Maison alsaziana, di proprietà del Gruppo VW,
si presenta a Francoforte con un’altra edizione
speciale realizzata in tiratura limitatissima dal
prezzo stratosferico (per questa novità si parla
di 2,28 milioni di euro, tasse escluse ).
È la Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse Jean
Bugatti, particolarissima versione realizzata in
omaggio al figlio del fondatore del marchio ed
ispirata alla iconica 57SC Atlantic, che verrà
prodotta in soli tre esemplari. Sotto al raffinata
carrozzeria color nero corvino con dettagli in
platino e diamante, pulsa il ben noto W16 da 8.0
litri quadri-turbo, qui in grado di sviluppare fino
a 1.200 CV di potenza e 1.500 Nm di coppia, che
permettono un’accelerazione da o a 100 km/h in
soli 2,6 secondi di tempo.
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Audi S8 restyling
Maserati Quattroporte
Ermenegildo Zegna
Limited Edition
Torniamo in territorio italiano, più precisamente
a Modena, con la Casa del Tridente, che a Francoforte ha svelato l’affascinante Maserati Quattroporte Ermenegildo Zegna Limited Edition, edizione speciale caratterizzata da un allestimento
unico rispetto all’attuale gamma dell’ammiraglia
italiana per colori, materiali e finiture, concepita
per dare vita a una futura versione in serie limitata che uscirà nel 2014 e che ne manterrà personalità e qualità in termini di finiture e lavorazioni.
Audi S8 restyling
Anche la Casa dei Quattro Anelli, al di là dei concept ad alte prestazioni, mostra nel suo stand
una novità nel campo delle supercar di serie.
Si tratta dell’Audi S8 restyling, che si concede un
lieve facelift di metà carriera introducendo nuovi
dettagli estetici e nuove tecnologie, a partire dai
sofisticatissima fari matrix-led. Sotto al cofano
continua a pulsare il collaudato V8 da 4.0 litri
TFSI da 520 CV, capace di regalare uno scatto
da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi.
Mercedes-Benz S 63 AMG
La Stella a tre punte rende felici gli amanti delle
vetture sportive con la nuova Mercedes-Benz S
63 AMG, che abbandona il precedente 6.2 aspirato per andare ad ospitare sotto al cofano il
più moderno V8 biturbo da 585 e 900 Nm. Affiancato al 7 marce automatico AMG Speedshift
MCT ed abbinabile anche alla versione a trazione integrale 4Matic, la nuoa S63 AMG è in grado
di scattare da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi e di
raggiungere una velocità massima autolimitata a
250 Km/h.
Volkswagen Golf R
Il costruttore di Wolfsburg si è presentato
quest’anno all’IAA mettendo in mostra la generazione di un grande classico, molto atteso dagli
appassionati. Si tratta della nuova generazione
della Volkswagen Golf R, che rappresenta la più
estrema Golf mai realizzata dalla nascita del modello, avvenuta nel lontano 1974. Sotto al vestito
decisamente aggressivo (al posteriore spiccano
quattro terminali di scarico, che hanno preso il
posto dei classici due terminali centrali che caratterizzavano le versioni precedenti), pulsa un
quattro cilindri 2.o litri turbo benzina in grado di
erogare 300 CV e 380 Nm. Sempre equipaggiata con la trazione integrale, la nuova Golf R nella
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Periodico elettronico di informazione motociclistica
IAA 2013
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Chevrolet Camaro restyling
versione con cambio automatico a doppia frizione DSG a sei marce scatta da 0 a 100 km/h in
4,9 secondi e raggiunge una velocità massima
autolimitata di 250 km/h.
Nm a 4.600 giri. La coupé con cambio manuale
accelera da 0 a 100 km/h in 5,2 secondi, mentre
la cabrio con cambio manuale copre la medesima distanza in 5,4 secondi.
Chevrolet Camaro restyling
Peugeot RCZ R
Chevrolet mette in mostra al centro del suo
stand la Camaro restyling, un grande classico
per quanto riguarda le muscle car americane che
si rinnova a livello estetico ma anche in termini
di equipaggiamenti di bordo. La Camaro facelift
sia in versione coupé che cabrio rimane equipaggiata con il motore V8 da 6.2 litri, abbinato
al cambio manuale o automatico a 6 rapporti.
La versione con cambio manuale eroga 432 CV
a 5.900 giri con una coppia massima pari a 569
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Rimaniamo nel campo delle vetture ad altissime prestazioni con prezzi però decisamente più
abbordabili con al Peugeot RCZ R, equipaggiata
con la più potente versione mai realizzata del
1.6 turbo benzina THP. Questo quattro cilindri
in linea sovralimentato è in grado di sprigionare
270 CV e 330 Nm, caratteristiche che permettono alla RCZ R di scattare da 0 a 100 km/h in 6
secondi e di raggiungere i 249 km/h di velocità
massima (autolimitata).
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IAA 2013
Periodico elettronico di informazione motociclistica
Media
Salone di Francoforte 2013
Le concept che anticipano
l’auto del futuro
Il Salone di Francoforte non è solo il tempio delle supercar, ma anche il
luogo dove numerosissime concept car anticipano il futuro del mondo
dell’auto in termini di tecnologia e design
I
l Salone di Francoforte non è solo il tempio delle supercar, ma anche il luogo
dove numerosissime concept car anticipano il futuro del mondo dell’auto in
termini di tecnologia e design.
Audi Sport quattro e nanuk
Cominciamo da Audi, che ha svelato non uno ma
ben due prototipi completamente nuovi, capaci
di rapire lo sguardo di una miriade di visitatori
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ed appassionati, grazie ad un design che fa della
sportività la sua vera essenza.
Stiamo parlando dell’Audi Sport quattro, coupé
ibrida plug-in spinta da un V8 da 4.0 litri abbinato
ad un’unità elettrica per una potenza complessiva di 700 CV, e dell’Audi nanuk, prototipo ispirato dalla Giugiaro Parcour (Italdesign Giugiaro è di
proprietà di Audi) equipaggiato con un esubrante e nuovissimo V10 biturbo TDI da 544 CV.
Mercedes-Benz Classe S Coupé
La Casa della Stella mette in mostra invece l’affascinante Mercedes-Benz Classe S Coupé, un
esercizio stilistico che anticipa le sembianze della futura Classe S Coupé, che andrà a sostituire
l’attuale CL e che sarà presentata al prossimo
Salone di Detroit in gennaio.
smart forjoy
Rimaniamo in casa Daimler con smart che a
Francoforte mette in mostra la forjoy, un concept che anticipa la futura vettura a quattro posti
che il costruttore del Gruppo Daimler è intenzionato a realizzare sfruttando le sinergie rese disponibili dalla partnership con il Gruppo RenaultNissan. La prossima smart a due posti infatti
nascerà sullo stesso pianale della futura Renault
Twingo e questa opportunità permetterà anche
al marchio cittadino di Mercedes di dare vita ad
una nuova vettura a quattro porte.
Jaguar C-X17
La Casa del Giaguaro stupisce il pubblico con la
Jaguar C-X17, un esercizio stilistico che oltre ad
annunciare l’imminente ingresso del costruttore
britannico nel vivace segmento dei SUV porta al
debutto la nuova e sofisticatissima piattaforma
modulare in alluminio iQ[Al] che verrà utilizzata
anche per dare vita, oltre allo sport utility, anche
alla futura e tanto attesa berlina premium di segmento D, che si collocherà in gamma al di sotto
della XF.
Volvo Concept Coupé
La Casa di Goteborg invece annuncia l’inizio
di una nuova era, dicendo addio per sempre a
pianali e tecnologie della galassia Ford, presentando l’inedita Volvo Concept Coupé, un affascinante prototipo che viene spinta da un raffinato
powertrain ibrido plug-in costituito da un’unità
termica di nuova generazione da 2.0 litri DriveE a benzina e da un propulsore elettrico che
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un design sofisticato e tecnologico, ma soprattutto aggressivo. Il cuore pulsante della Opel
Monza, che riprende il nome appartenuto ad una
prestaionale vettura degli anni ‘70 e ‘80, è un
powertrain piuttosto originale, che rappresenta
un’evoluzione dell’attuale sistema elettrico ad
autonomia estesa dell’attuale Ampera. Il prototipo infatti è spinto da un’unità elettrica abbinata
al nuovo motore termico turbo a tre cilindri SIDI
da 1.0 litro – altra grande anteprima della Casa
tedesca al Salone di Francoforte - che in questo
caso, invece che essere alimentato a benzina, si
serve di gas metano per il suo funzionamento.
Ford S-Max e Mondeo Vignale
Le due grandi novità della Casa dell’Ovale
Blu portate a Francoforte sono proprio due
provvede a muovere le ruote posteriori, garantendo così una potenza complessiva di circa 400
CV.
Lexus LF-NX
Il brand di lusso di casa Toyota presenta invece
l’eccentrico Lexus LF-NX, futuristico concept
dal design a dir poco “tagliente”, che anticipa la
prossima generazione del SUV RX 450h.
Infiniti Q30
Il marchio premium di Nissan invece risponde
con l’Infiniti Q30, interessante prototipo un po’
coupé, un po’ crossover e un po’ hatchback, che
anticipa una futura vettura compatta di segmento C che verrà realizzata nello stabilimento britannico di Sunderland sfruttando il pianale MFA
di Mercedes grazie alla partnershisp stretta tra
Daimler e Renault-Nissan.
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prototipi. Il primo è l’S-Max concept che anticipa
la monovolume full-size di prossima generazione, che nel prossimo futuro andrà a sostituire
l’attuale S-Max in produzione dal 2006, mentre
il secondo è la Mondeo Vignale, esercizio stilistico realizzato per prefigurare gli allestimenti top
di gamma delle vetture del brand americano che
verranno nel prossimo futuro.
Renault Paris
Il costruttore della Losanga ha scelto la cornice
del Salone di Francoforte per svelare al mondo
in anteprima la Renault Paris, vistoso prototipo
che anticipa le soluzioni stilistiche e tecnologiche
della futura Espace, ovvero della monovolume a
sette posti di grandi dimensioni attesa per i prossimi anni.
Cadillac Elmiraj
Il marchio di lusso Cadillac mostra al pubblico
europeo, dopo averla svelata in anteprima al
Concorso d’Eleganza di Pebble Beach il concept
Elmiraj, rivisitazione in chiave moderna di una
grande coupé a due porte, ispirata all’indimenticata Eldorado del 1967.
Volkswagen CrossVan
La Casa di Wolfsburg mette in mostra nel suo
stand la Volkswagen SportVan, un prototipo che
per la verità mette in mostra le forme quasi definitive della futura Golf Plus, monovolume a cinque posti attesa per il prossimo anno.
Opel Monza
Il costruttore di Rüsselsheim presenta la Opel
Monza, concept che riporta al centro dell’attenzione della Casa tedesca la sportività, grazie ad
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Suzuki iV
Il costruttore di Hamamatsu a Francoforte scopre le carte dichiarando con la Suzuki iV la volontà di proporre nel prossimo futuro un crossover
di segmento B, dando così ascolto alle tendenze
sempre più dominanti del mercato, che chiede
vetture alte da terra, ispirate al mondo offroad e
a trazione anteriore.
Kia Niro
Anche i coreani vogliono stupire con un prototipo. Lo fa Kia togliendo il velo al Niro, un eccentrico prototipo che mette in mostra spavalde portiere ad apertura verticale e che anche in questo
caso vuole ispirare un futuro crossover compatto di segmento B.
Salone di Francoforte 2013: tutte le novità
Citroen Cactus e DS3 Cabrio
Racing
Anche il Double Chevron ha deciso di attirare
pubblico all’interno del suo stand con due concept. Si tratta della Citroen Cactus, un prototipo molto importante per il costruttore francese
dal momento che anticipa le soluzioni stilistiche
di tutti i futuri modelli della linea C, e della DS3
Cabrio Racing concept, prototipo che svela l’intenzione di portare la motorizzazione 1.6 THP
da oltre 200 CV sotto al cofano della variante en
plein air.
Peugeot 308 R e 208 Hybrid FE
La Casa del Leone porta a Francoforte numerosissime novità tra cui spiccano anche due prototipi. Il primo, quello che renderà sicuramente
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felici gli appassionati di auto sportive, è la Peugeot 308 R che anticpa una futura, e a questo punto sempre più probabile, versione sportiva equipaggiata con lìincredibile 1.6 turbo benzina THP
nella versione da 270 CV, mentre la seconda è la
208 Hybrid FE, un concentrato di tecnologia che
riesce a percorrere 100 km con 2,1 litri di verde,
con prestazioni quasi da vettura sportiva.
Toyota Yaris Hybrid-R
La Casa di Nagoya presenta all’IAA la soprendente Toyota Yaris Hybrid-R, un prototipo che
nasconde un sofisticatissimo powertrain ibrido
ad alte prestazioni (420 CV) derivato dal mondo
delle competizioni endurance, destinato molto
probabilmente ad anticipare la tecnologia propulsiva della futura supercar costruita in collaborazione con BMW.
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Media
basta il dato relativo all’intera superficie espositiva a spaventare: parliamo infatti di 130.000
metri quadri complessivi tra area esterna ed
intera, mentre l’intera superficie coperta dalla
Fiera di Francoforte è pari a 230.000 metri quadri, ovvero quasi il doppio! E se non basta questo
dato ad impressionare, allora sarà quello relativo ai singoli stand a scioccare: quello di Honda,
da sempre uno degli spazi espositivi più corposi presenti al Salone milanese, ad EICMA 2012
raggiungeva 1.500 metri quadrati di superficie
espositiva, mentre il Gruppo della Casa dell’Elica
Biancoblu a Francoforte dispone di ben 23.000
metri quadri, di cui 9.000 riservati al solo marchio BMW. Ancora non siete convinti? Allora vi
proponiamo qualche altro dato: i marchi presenti
ad EICMA 2012 sono stati 1.046 in rappresentanza di 35 Paesi produttori, mentre quelli presenti al Salone di Francoforte 2013 sono 1.098 per
altrettanti Paesi, mentre i visitatori complessivi
dell’edizione 2012 della kermesse motoristica
milanese sono stati complessivamente 510.560
al termine della manifestazione, mentre il salone di Francoforte ha già attirato a sé, dopo pochi
giorni, ben 300.000 persone, ed ancora non si è
concluso. Ma se davvero si vuole fare un grande
parallelo con quanto accade in casa nostra si devono prendere in analisi i numeri degli stand dei
costruttori tedeschi presenti a Francoforte e che
riportiamo in seguito, tenendo ben presente la
superficie ricoperta da Honda - ovvero uno degli
stand da sempre più grandi a Milano - ad EICMA
con i suoi 1.500 metri quadri...
I numeri delle Case
tedesche a Francoforte
Il solo stand Volkswagen mette in mostra fino a
53 veicoli su un totale di 8.893 metri quadri, in
uno spazio espositivo il cui fulcro architettonico è costituito da una parte di 61 metri quadrati
ricoperta dai LED. Per realizzare questo stand,
per il cui assemblaggio sono stati necessari oltre
24 giorni e 11 mesi di pianificazione, sono state
utilizzate fino a 150 tonnellate d’acciaio, 2.330
I super-stand
Del Salone di Francoforte 2013
L’edizione 2013 del Salone di Francoforte non è stata solo l’occasione
per svelare molte novità mondiali, ma anche per manifestare la forza
dei costruttori tedeschi, che è ben sintetizzata dalla maestosità dei
loro stand
L’
edizione 2013 del Salone
dell’Automobile di Francoforte
non è stata solo l’occasione per
svelare molte interessanti novità
mondiali, ma anche per manifestare la forza dei costruttori tedeschi, che è ben sintetizzata dalla maestosità
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dei loro stand presenti sul luogo. Per dare un’idea delle dimensioni di questa rassegna e delle
forze messe in campo basta semplicemente
fare un paragone con casa nostra. Se pensiamo
infatti all’EICMA, la più importante kermesse
motoristica nostrana e la più importante a livello
internazionale per quanto concerne le due ruote,
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lampade (che necessitano di 1,7 megawatt di
energia) e 90 km di cavi, per coprire così una superficie che misura 114,50 metri di lunghezza e
78 metri di larghezza su uno spazio chiuso totale di 15.500 m3 che si estendono su due piani e
che inglobano fino a 2.900 m2 di tessuti e circa
6.000 m2 di vetro, oltre a 2.125 m2 di moquette. A quanto elencato bisogna aggiungere altri
140 m2 di superfici LED, per un progetto che ha
visto coinvolti fino a 18 persone tra designer ed
architetti e che dispiega sulla propria superficie
fino a 140 hostess. Audi punta invece su una
struttura esterna dalla conformazione cubica al
cui interno si erge uno specchio di 2.300 metri
quadrati posizionato a quattro metri di altezza,
mentre 11,2 milioni di pixel vanno a comporre le
proiezioni a LED che arricchiscono la scenografia dello stand. La costruzione di tale padiglione
ha preso il via a partire dalla metà di luglio e ha
72
richiesto fino a 150 km di cavi, per ospitare su
una superficie di 3.400 metri quadrati fino a
28 automobili ed una motocicletta. Porsche ha
invece dispiegato sul suo stand fino a 350 LED,
contro i 280 impiegati per l’edizione 2011, ed ha
scelto di rivolgersi a Neumann & Müller come
partner tecnici per la realizzazione di questo progetto che vede al centro dello sforzo architettonico un gioco di luci dalla complessa realizzazione grafica. Lo stand BMW, il cui inizio dei lavori di
costruzione è iniziato nel mese di luglio, si erge
invece su una superficie di 11.000 m2 ed impiega
fino a 12.000 metri quadri di LED al suo interno.
Per la realizzazione di questa area espositiva è
stato richiesto il lavoro di 350 persone che hanno provveduto a realizzare un’area espositiva di
ben 23.000 metri quadrati complessivi tra tutti
i marchi del Gruppo, di cui 9.000 occupati dal
solo brand BMW, per circa 2.000 tonnellate di
materiale impiegate sul luogo e quattro settimane di lavoro per il montaggio. Per l’imponente
stand di Mercedes-Benz è invece stata richiesta
per il periodo di un anno l’attenzione di ben 1.500
persone, che hanno portato alla realizzazione di
un’area espositiva di oltre 8.000 metri quadri
pervasi di maxischermi, simulatori e cinque anteprime mondiali. La realizzazione di questo padiglione ha inoltre richiesto 830 tonnellate d’acciaio e 100 km di cavi, senza contare altri 5.500
metri quadrati di area esterna sempre schierati
dal brand della Stella.
Soluzioni architettoniche ardite
Aree espositive vastissime che hanno accolto
al loro interno delle soluzioni espositive ardite. Dalla “strada” sopraelevata posta all’interno dello stand BMW, alla mega-struttura
volta a contenere il solo marchio Audi posta al
centro del polo fieristico tedesco, passando
per le strutture modaiole di BMW e gli spazi imponenti di Mercedes-Benz, fino ad arrivare al
grande “padiglione raccoglitore” dei marchi del
Gruppo Volkswagen. Tanto lo sfarzo e lo spazio
riservati quindi alle première internazionali, dalla
Porsche 918 Spyder, supercar ibrida che abbina
ad un V8 aspirato alimentato a benzina da 4.6 litri due motori elettrici per una potenza complessiva di 887 CV, sino alla BMW i8, plug-in ibrida
sportiva della Casa dell’Elica Biancoblu che può
contare sia su un motore a tre cilindri da 1.5 litri a
benzina che su una unità elettrica alimentata da
una batteria agli ioni di litio per un totale di 362
CV di potenza e 570 Nm di coppia. A queste si
aggiungono la Mercedes-Benz GLA, il nuovo SUV
compatto della Stella che arriverà nelle concessionarie a partire dal 2014 completando l’offerta
di nuove vetture costruite sulla piattaforma MFA,
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che ha dato origine a Classe A, Classe B e CLA,
oppure le concept di Audi, ovvero la Nanuk quattro concept e l’Audi Sport quattro concept. Ma
gli stand dei costruttori tedeschi non mettono in
mostra solo le auto. Presso le aree espositive dei
marchi Audi e BMW sono infatti osservabili anche alcune grandi protagoniste del mondo delle
due ruote, tra cui le Ducati 1199 R ed 899 e la
versione più performante della S1000RR, ovvero l’HP4, quest’ultima affiancata sullo stand dal
BMW C evolution, maxiscooter elettrico da 120
km/h di velocità massima e capace di scattare
verso i 100 km/h con partenza da fermo in 6,2
secondi di tempo. La macchina organizzativa
mobilitata per Francoforte dai costruttori tedeschi, fa quindi immediatamente capire, anche
solo tramite i propri stand, oltre che con le novità di prodotto, quanto le Case automobilistiche
investano sulle rassegne internazionali per dare
visibilità alle loro novità, in particolar modo se si
tratta dei costruttori che “giocano in casa” e che
vogliono figurare dinnanzi al loro pubblico.
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La Regina del Salone di Francoforte 2013
Ecco le auto più votate
Il Salone di Francoforte ha messo in mostra numerosissime novità,
alcune di grande fascino e prestigio. Qui trovate la top ten dei modelli
più votati dai nostri lettori
E
rano stati in molti a scommettere sul suo successo e infatti, alla
fine, è stata proprio lei, la Ferrari 458 Speciale, a trionfare nel
nostro concorso dedicato alla
Regina del Salone di Francoforte
2013, dove i lettori avevano la possibilità di votare la più affascinante novità messa in mostra
quest’anno all’IAA.
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La top ten
La 458 Speciale (sopra), con il suo V8 aspirato da
605 CV, ha conquistato quindi il più alto numero
di voti, seguita però in maniera molto ravvicinata
dalla nuova Volkswagen Golf R (in alto a destra)
che grazie ad un 2.0 turbo da 300 CV è diventata la Golf di serie più potente mai realizzata.
La medaglia di bronzo i nostri lettori l’anno data
invece alla Mercedes-Benz GLA, altra grande
novità presentata a Francoforte, che sembra
avere tutte le carte in regola per sfondare nel
sempre più affollato segmento dei SUV compatti. Giù dal gradino del podio, ma per una manciata di voti, l’affascinante BMW i8, supercar ibrida
plug-in che si piazza al quarto posto davanti
all’aggressiva BMW Serie 4 Coupé M Performance. A sorpresa si classifica solamente al sesto
posto la Porsche 918 Spyder, una delle supercar più attese di questo salone, seguita dall’Audi
Sport quattro concept, settima, e dalla Bugatti
Veyron Grand Sport Vitesse Jean Bugatti, ottava. Chiudono la top ten la Maserati Quattroporte Ermenegildo Zegna concept che agguanta la
nona piazza e la Peugeot 308 R concept, che
anticipa una futura, e a questo punto sempre più
probabile, versione ad alte prestazioni equipaggiata con il nuovo 1.6 turbo benzina THP da 270
CV.
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molto fluido grazie a dei dettagli ispirati all’aeronautica all’esterno. Dei cerchi da 22”, dei dettagli come il tetto dove si vede in trasparenza la
mappa di Parigi. All’interno ci sono dei sedili che
ricordano i sedili di prima classe che si trovano in
aereo e tanti dettagli ergonomici che la rendono
estremamente spaziosa.»
Questo concept rimmarrà tale o pensi che sia
molto vicino alla realtà?
«I concept sono sempre uno studio stilistico che
viene mostrato ai Saloni per avere un po’ il parere del pubblico. DeZir è piaciuto molto. Siamo
arrivati con la Clio, che sta dando ottimi risultati in Italia, e Captur la stessa cosa. Dunque noi
prevediamo che tutti gli altri concept porteranno
lo stesso tipo di soddisfazione visto che c’è un
linguaggio comune voluto dallo stesso designer,
che è Laurens van den Acker.»
Abbiamo visto novità di un certo livello, ma
Renault pensa sempre all’ECO e all’elettrico, a
che punto siamo qui a Francoforte?
«Renault pensa molto all’elettrico e all’ambiente
in generale. Pensa all’ambiente grazie alla gamma 100% elettrica di quattro prodotti e pensa
all’ambiente anche con i motori Energy che arrivano dalla F1, quindi motori estremamente performanti con ottimi risultati in termini di emissioni di CO2 e di consumi.
Noi sull’elettrico andiamo pure oltre, perché presentiamo il motore F1 Energy, il motore per la Formula 1 del 2014, che si chiama così perché vuole
mostrare questo legame tra i propulsori da F1 e
quelli di serie. Infine presentiamo una monoposto molto speciale, 100% elettrica, che parteciperà al Campionato Formula E, che passerà anche per Roma.»
Il video delle novità Renault
al Salone di Francoforte 2013
di Emiliano Perucca Orfei | Il video di tutte le novità presentate da Renault al Salone di Francoforte, ce ne parla Francesco Fontana Giusti,
Direttore Comunicazione Renault Italia
I
n occasione del Salone di Francoforte 2013
abbiamo parlato con Francesco Fontana
Giusti, Direttore Comunicazione Renault
Italia, delle novità e delle concept car presentate dal marchio francese, con un occhio di
riguardo per il prossimo futuro.
La Casa francese ha appena presentato 5 novità al Salone...
«Oggi a Francoforte sboccia la margherita voluta da Laurens van den Acker una margherita
con sei petali, sei concept car, ognuna volta a
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rappresentare una fase della vita: dall’innamoramento fino alla saggezza. Dopo DeZir e Captur
che si sono concretizzate in prodotti di serie.
Abbiamo Espace, abbiamo Frendzy, abbiamo
Twin’Run e Twin’Z, la versione più sportiva e la
versione più “design” e finiamo con Initiale Paris,
il sesto petalo che rappresenta la saggezza e che
prefigura la nuova Espace.»
I concept sono sempre uno studio stilistico
che viene mostrato ai Saloni per avere un po’
il parere del pubblico
Vogliamo parlare di questo secondo petalo?
«E’ un petalo basato sulla saggezza, sul benessere. Basta vedere il suo design potente ma anche
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Il video delle novità Kia
al Salone di Francoforte 2013
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di Emiliano Perucca Orfei | Il video di tutte le novità presentate da Kia al
Salone di Francoforte, ce ne parla Giuseppe Bitti, A.D. di Kia Italia
I
n occasione del Salone di Francoforte 2013
abbiamo parlato con Giuseppe Bitti, Amministratore Delegato di Kia Italia, delle novità
presentate dal marchio coreano e di quelle
previste per il prossimo futuro.
Il 2013 di KIA si chiude in un modo eccezionale
con l’uscita della nuova Soul.
«Qui al Salone di Francoforte viene presentata la
seconda generazione della Soul, che è stata una
crossover di grande successo in tutti i mercati del
Mondo e che fu presentata nel 2009. Qui è possibile osservare la seconda generazione, un’auto
che è praticamente tutta nuova. Si parte da un
pianale di segmento C mentre la precedente
versione era un segmento B. Quindi una vettura
leggermente più grande anche se mantiene delle
dimensioni compatte, più abitabile e soprattutto
con delle caratteristiche dinamiche di guida molto più moderne. E’ un lancio molto importante
per noi e conclude il ciclo di rinnovamento della
gamma Kia che è iniziato con la Picanto a metà
del 2011 e che si conclude oggi. Quindi un prodotto molto importante che è disponibile con
due motorizzazioni al momento: un 1.6 benzina
e un 1.6 turbodiesel, ed è anche prevista una configurazione più vicina a un SUV piuttosto che a
un crossover che rende ancora più interessante
questo prodotto rivolto al consumatore europeo
che ha sempre più attenzione a questa categoria
di vetture.»
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Oltre alla Soul c’è anche una concept car che
prefigura quello che sarà il futuro di Kia.
«Sì, è una concept car molto intrigante. Si chiama Niro ed è sostanzialmente un SUV compatto
di segmento B caratterizzato da linee molto moderne e molto aggressive; addirittura ha le due
portiere ad apertura ad ala di gabbiano, quindi
qualcosa di estremamente interessante, e anche
il design degli interni è forse tra i più moderni che
abbiamo visto sin’ora, ma quello che è interessante è il contenuto tecnologico. Infatti questa
è prevista con una motorizzazione ibrida, quindi
con un motore a benzina turbo 1.6 da 160 CV più
due motori sull’assale posteriore che sostanzialmente permettono sia di recuperare l’energia
che viene dissipata in frenata, ma anche di dare
potenza aggiuntiva, infatti possono contribuire
con altri 45 CV e far diventare questo modello a
trazione integrale».
A proposito di ibride e di elettriche, ci sono
delle novità in arrivo.
«Per la Soul avremo, direi in luglio, l’arrivo della
versione completamente elettrica – quindi la prima vettura totalmente elettrica di Kia – è un prodotto importante, non tanto da un punto di vista
di volumi per il mercato italiano, perché è ancora
un mercato molto piccolo, ma sicuramente per
quella che è la percezione che il mondo avrà del
marchio Kia; quindi un marchio che continua ad
investire e che cresce in tecnologia.»
Si chiama Niro ed è sostanzialmente un SUV
compatto di segmento B caratterizzato da linee
molto moderne e molto aggressive; addirittura ha
le due portiere ad apertura ad ala di gabbiano
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iLike@Salone di Francoforte 2013
Ecco le ragazze che hanno vinto
Pioggia di voti per le ragazze di iLike@Salone di Francoforte 2013,
format di Automoto.it per votare la più bella della kermesse tedesca.
Ecco le ragazze più votate dai nostri lettori
A
ncora una volta si riconferma
il grande successo di iLike@
Salone di Francoforte, format
di Automoto.it che permette di votare online le ragazze
più belle presenti negli stand
dell’IAA, uno dei più importanti Saloni dedicati
al mondo dell’auto del panorama internazionale. Decine di migliaia di lettori hanno sfogliato la
gallery fotografica interamente dedicata alle bellezze che sfilavano a fianco delle auto in mostra
a Francoforte. I voti raccolti hanno consegnato
la corona virtuale all’elegante ragazza mora con
occhi azzuri e abito nero che vedete nella foto di
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apertura, mentre il secondo posto l’ha conquistato la bionda che fa l’occhiolino. In questo caso
quindi i lettori sembrano aver premiato la simpatia, mentre il terzo gradino del podio è stato occupato dalla classica bellezza bionda e occhi azzurri, con un foulard grigio al collo, che ha posato
per noi di fianco ad un mazzo di fiori bianchi. Giù
dal podio, ma per pochissimi voti che la classificano quarta, la ragazza pensierosa con la coda,
mentre al quinto posto troviamo la ragazza che
ci ha regalato il sorriso più bello. Nel frattempo
potete continuare a votare anche la Regina del
Salone di Francoforte, ovvero l’automobile a vostro parere più mozzafiato dell’IAA 2013.
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Intervista
Periodico elettronico di informazione motociclistica
«La 595 è la vettura che abbiamo creato per festeggiare i 50
anni di quel mitico modello e
ci sembrava un’idea fantastica
quella di andare a riproporre
quel mito riproponendola nella
veste che meglio le si addice,
ovvero con il meglio di quello
che Abarth può oggi offrire per
500.»
Quali sono le peculiarità della
595?
«La 595 è eccellenza della performance e quindi abbiamo
scelto per lei il 1.4 T-Jet nella
versione da 180 CV. Si tratta
di un motore in grado di farla
accelerare da 0 a 100 km/h in
6,9 secondi ed è per questo che
abbiamo scelto di adottare specifici cerchi da 17”, un impianto
frenante a doppio pistoncino
Brembo ed un assetto in grado
di supportarne al meglio le prestazioni.»
Anche gli interni sono estremamente personalizzati
«Certamente. Gli interni sono
stati rivisti ed adattati a questo modello direttamente nelle
Officine Abarth di Torino dove
sviluppiamo tutte le personalizzazioni delle nostre auto.»
La personalizzazione è un
must per il brand Abarth
personalizzati nelle officine
abarth che è l’officina in cui
sviluppiamo tutte le personalzizzazioni.
«Continuiamo ad essere un
punto di riferimento per il mondo elaborativo sotto questo
punto di vista. Il cliente non
solo ordina la vettura personalizzata al momento dell’acquisto ma la può tranquillamente
aggiornare nel corso degli anni.
Questo è un tema molto importante per noi, su cui stiamo sviluppando molte nuove idee.»
Come vanno le vendite di
Abarth?
«Vanno davvero a gonfie vele.
Il nostro trend fa segnare un
+10% rispetto all’anno precedente. Le motorizzazioni
Marco Magnanini
«Celebriamo 50 anni di 595 con una
Abarth eccezionale»
di Emiliano Perucca Orfei | Abbiamo incontrato il massimo dirigente
del brand dello Scorpione sullo stand del Salone di Francoforte.
Con lui abbiamo parlato della nuova 595 ma anche dei concetti
che stanno alla base del brand inventato da Karl Abarth
I
l Salone di Francoforte 2013, per il brand
Abarth, è stato l’occasione per rispolverare
un mito nato nel lontano 1963 riproponendolo, però, in chiave moderna.
Parliamo della Abarth 595 che
84
nella rassegna tedesca si è mostrata nella più raffinata veste
dei cinquini dello Scorpione
di ultima generazione, ovvero quella con il motore T-Jet
da 180 CV. Di lei e del brand
Abarth ne abbiamo parlato con
Marco Magnanini, massimo
dirigente del brand Abarth nei
mercati EMEA.
Sono passati ben 50 anni da
quando Abarth ha presentato
la prima 595. Oggi rinasce in
una veste estremamente raffinata
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preferite sono quelle d’accesso
ma riscuotiamo grande successo sia con le serie numerate,
come la 695 Maserati che proponiamo in 49 esemplari qui a
Francoforte che con le versioni
intermedie da 160 CV.»
Abarth da sempre dimostra
di essere un brand vicino al
pubblico e molto trasversale
in termini di età
«Abarth è un brand che piace
a tutti. Noi ci rivolgiamo principalmente agli under 25 che vogliono vivere la storia che Karl
Abarth ha creato. Ma ad essere vicini ai concetti di heritage,
italian design, upgrading dell’Abarth di oggi ci sono anche
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Intervista
moltissimi over 50, che magari acquistano le nostre serie
speciali, a tutta dimostrazione
di come l’amore verso questo
brand non abbia età.»
Le attività sportive proseguono anche il prossimo anno?
«Sì i Trofei vanno a gonfie vele
in tutta Europa. Ne abbiamo
sette con una media che va
dalle venti alle trenta vetture.
Il piano Racing 2014 è in via
di definizione ma quel che è
certo è che al suo interno si
svilupperà anche quest’anno il
talent show racing, il primo nel
proprio genere, che quest’anno
ha ottenuto più di 50.000 candidature.»
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Matteucci
«Opel Adam è l’emblema della city car.
Oggi ancor di più con il GPL»
di Emiliano Perucca Orfei | Roberto Matteucci, Amministratore Delegato
di Opel Italia, ci ha parlato della nuova Adam GPL Tech che grazie alla
doppia alimentazione benzina+GPL promette minori costi di esercizio,
ma anche della nuova tecnologia Siri Eyes Free
F
orte di oltre
50.000
unità
commercializzate in Europa,
Opel arricchisce
la gamma Adam
a pochi mesi dal lancio con l’arrivo della versione GPL Tech,
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Intervista
Periodico elettronico di informazione motociclistica
disponibile in abbinamento al
motore 1.4 da 87 CV, che grazie alla doppia alimentazione
benzina+GPL promette costi
di rifornimento molto più contenuti. La possibilità di personalizzazione della citycar premium di Rüsselsheim si amplia
inoltre con l’arrivo della tecnologia Siri Eyes Free, che permette di interfacciarsi con il sistema multimediale IntelliLink
e il proprio iPhone attraverso
una serie di pratici comandi
vocali. In questo modo è possibile fare telefonate, comporre
e leggere sms con iMessage,
ma anche ascoltare un brano
su iTunes senza mai staccare
le mani dal volante. Delle nuova
Adam GPL Tech e delle novità
che debuttano sulla citycar tedesca ne abbiamo parlato con
Roberto Matteucci, Amministratore Delegato di Opel Italia.
Come procedono le vendite di
Opel Adam in Europa?
«Dall’inizio del 2013 ad agosto
sono state vendute in Europa
più di 50.000 Opel Adam. Un
risultato ancora più importante se si considera che in alcuni
mercati, come l’Italia, il lancio
della vettura è iniziato solo alcuni mesi dopo l’inizio dell’anno, a febbraio-marzo. Siamo
quindi molto soddisfatti delle
performance commerciali di
Adam. È un peccato però, perché se il mercato italiano non
fosse così depresso, avremmo
potuto ottenere risultati ancora
migliori con il suo contributo.
La nostra soddisfazione nei
confronti di Adam si traduce
nella volontà di continuare a
sfornare novità su questa vettura, a partire dalla possibilità
di disporre della doppia alimentazione benzina-GPL».
Adam è un modello in costante aggiornamento. Ora
per esempio arriva anche Siri
Eyes Free
«Adam è stata lanciata solamente lo scorso marzo, ma
stiamo già incominciando a introdurre novità con l’obiettivo
di rendere questa vettura sempre più personalizzabile. Oggi
introduciamo in Italia, oltre alla
già citata versione a GPL da 87
CV, il sistema Siri Eyes Free
per la massima connettività dei
passeggeri».
Con il GPL Adam è ancora più
city car
«Adam è l’emblema della
citycar. Sappiamo che nel traffico cittadino si ottengono le
peggiori perfomance in termini
di consumi, quindi l’introduzione del GPL su un’auto come
questa, ideale per muoversi
in città, la rende assolutamente perfetta. Si tratta di un
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Intervista
Chi sceglie Adam vuole personalizzare la propria
auto, o meglio, vuole che la propria auto rifletta il
proprio gusto e la propria personalità
impianto di nuova concezione, con tecnologia GPL Tech,
progettato insieme all’auto. Le
diverse componenti dell’impianto sono perfettamente integrate, per cui all’esterno non
si vede nulla, ma soprattutto gli
intervalli di manutenzione sono
gli stessi di un più tradizionale
modello a benzina.
Adam GPL Tech in sostanza
non ha bisogno di nessuna manutenzione aggiuntiva, non ci
sono i cosidetti “costi nascosti”».
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Che cosa vuole un cliente che
sceglie Adam?
«Chi sceglie Adam vuole personalizzare la propria auto, vuole
che la propria auto rifletta il
proprio gusto e la propria personalità sia all’esterno con le
innumerevoli combinazioni di
colore, ma soprattutto all’interno. Con l’arrivo della versione
GPL Tech, oltre al gusto i clienti
possono prestare più attenzione anche all’aspetto pratico,
grazie ad un’auto capace di abbattere i costi di rifornimento».
Quali sono le versioni preferite dai clienti italiani?
«Le Adam vendute in Italia sono
tutte equipaggiate in maniera
molto completa, differiscono
l’una dall’altra per il carattere
che il cliente ha scelto di conferire alla propria vettura. Alcune sono più sportive, altre più
eleganti. Come ci aspettavamo
il 50% delle vendite è rappresentato dall’allestimento Jam,
che garantisce già un’auto
equipaggiata con tutto il necessario».
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Andrea Placani
«La nuova sede di Milano inaugura una
nuova era per Subaru Italia»
di Matteo Valenti | Andrea Placani, Responsabile della Comunicazione di
Subaru Italia, ci ha parlato della storia della divisione italiana della Casa
delle Pleiadi, spiegandoci perché oggi è stato così importante trasferire
la sede operativa da Ala di Trento a Milano
L’
inaugurazione della nuova
sede di Subaru Italia, che
ha lasciato il
suo quartier
92
generale storico di Ala di Trento
per spostarsi a Milano, non rappresenta soltanto un importante passo verso una maggiore
centralizzazione della divisione
italiana delle Pleiadi, che va ora
a collocarsi in una metropoli
di importanza strategica per il
Sud Europa. Il trasloco nel capoluogo lombardo infatti segna
l’inizio di una vera e propria era
per Subaru Italia, che ha grandi
ambizioni di crescita anche nel
nostro Paese per il prossimo
futuro. Della storia della divisione italiana del costruttore giapponese e dell’importanza della
nuova sede lombarda ne abbiamo parlato con Andrea Placani,
Responsabile della Comunicazione di Subaru Italia.
Perché la storia di Subaru Italia comincia, a metà degli anni
‘80, proprio ad Ala di Trento
e perché oggi la sua storia riparte da Milano?
«Il nostro headquarter è nato
ad Ala di Trento per motivi prima di tutto logistici. L’importatore italiano infatti, che portava
i modelli Subaru in Italia prima
che nascesse la nostra filiale
diretta, era originario di Bolzano e per lui risultava ideale collocare la sede italiana vicino a
Trento, anche perché all’epoca
erano previsti incentivi erogati
dalla regione per agevolare le
aziende. Inoltre ad Ala di Trento
si era trovato un edificio ideale,
con un grandissimo piazzale
esterno, dove poter fare anche
magazzino, dal momento che
all’epoca le vetture importate
venivano portate direttamente
all’interno della sede. Inoltre
l’edificio di Ala aveva il vantaggio di essere grandemente
visibile, perché era collocata a
fianco dell’autostrada del Brennero. Col tempo ovviamente le
esigenze sono completamente
cambiate, prima di tutto perché è nata Subaru Italia come
filiale diretta della casa madre,
ma anche perché oggi, rispetto
ad allora, è cambiato il mercato
ed è cambiato il mondo intero.
L’aspetto principale che non
rendeva più attuale la sede di
Ala era rappresentato dal fatto
che non avevamo più la necessità di ospitare le macchine in
sede, perché oggi le vetture arrivano al porto di Livorno e lì poi
vengono sdoganate e portate
direttamente nelle concessionarie. Questi sono i motivi per
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cui Subaru ha deciso di cambiare location».
che nascono tendenze che poi
influenzano il mercato».
Milano è probabilmente la città più vivace dal punto di vista
economico dell’Italia e forse
anche del Sud Europa. Quanto ha contato questo aspetto
nella scelta di spostare nel capoluogo lombardo la sede di
Subaru Italia?
«L’importanza strategica ed
economica di Milano è stata
la molla che ci ha fatto capire
l’importanza di fare un passo
così importante come traslocare in questa metropoli la nostra sede operativa. È risaputo
infatti che Milano rappresenti
il polo commerciale d’Italia e
inoltre è proprio in questa città
Come si è risolta la questione con alcuni dei dipendenti,
supportati anche dai sindacati, che chiedevano a Subaru Italia di non lasciare Ala di
Trento?
«Purtroppo 29 persone hanno
lasciato l’Azienda, perché non
se la sono sentita di venire a
Milano, oppure perché non potevano proprio trasferirsi. Con
loro si è trovato un accordo dal
punto di vista economico, ma a
noi di Subaru Italia è dispiaciuto moltissimo arrivare a questa decisione perché abbiamo
perso delle risorse validissime
ad ogni livello, che erano poi
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la mente storica della nostra
realtà aziendale. La perdita di
queste 29 persone ha reso necessario una ristrutturazione
dell’organigramma aziendale,
in modo da poter affrontare al
meglio le nuove sfide del futuro. Col tempo quindi vogliamo
rifondare l’azienda, assumendo nuove figure professionali,
magari senza tornare ad avere il numero di dipendenti che
avevamo ad Ala, ma comunque
tornando a disporre quelle figure chiave per la crescita della
nostra realtà».
Siete un’azienda italiana che
assume. Quali figure professionali state cercando?
«Tutti i dipartimenti sono
stati coinvolti dalla dipartita
dei nostri ex-colleghi, per cui
assumiamo in tutti i settori, dal
marketing all’amministrazione,
alle pubbliche relazioni fino alle
vendite.
L’azienda ha bisogno quindi di
nuova linfa e di personale altamente motivato, e in quest’ottica credo che Milano offra ottime risorse».
Quali sono oggi le sfide di Subaru Italia?
«Nel medio termine il nostro
obiettivo è di raggiungere una
quota di 10.000 vetture all’anno nell’area di competenza di
Subaru Italia, che comprende oltre alla nostro Penisola,
anche Austria, Slovacchia,
Slovenia, Croazia e Grecia.
Per quanto riguarda il mercato
esclusivamente italiano invece
puntiamo a raggiungere una
1uota di 7.000 unità vendute in
un anno».
Com’è suddiviso il mercato
italiano per Subaru Italia?
«Il cuore delle vendite di Subaru Italia è rappresentato da
tutto il nord Italia, fino a metà
della regione Toscana. In questa zona del Paese realizziamo
circa il 60%, con punte del 70%
in alcuni periodi dell’anno, delle
nostre vendite complessive in
Italia».
Subaru Italia riparte da Milano lanciando fin da subito una
nuova operazione commerciale che rivoluziona in parte
il modo di fare marketing del
vostro marchio. Stiamo parlando di Subaru Sei Stelle, di
cosa si tratta?
«Subaru Sei Stelle è un’operazione commerciale che partirà
dal mese di ottobre, coinvolgendo in una serie di test drive
tutti i nostri clienti, che alla fine
avranno la possibilità di vincere
una Subaru XV. È un’operazione commerciale molto importante per noi perché crea un
punto di contatto molto forte
con i nostri clienti e che segna
l’inizio dell’operatività della
nuova sede di Milano, oltre che
di un nuovo modo di fare marketing».
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4C
Alfa Romeo
La Casa del Biscione ha svelato nuove immagini
ufficiali della nuova Alfa Romeo 4C, oltre ad un video
dove Giancarlo Fisichella porta al limite la
sportiva italia sul circuito di Balocco
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News
Periodico elettronico di informazione motociclistica
In concessionaria da ottobre
L’Alfa Romeo 4C raggiungerà tutti i principali
mercati mondiali con una disponibilità annuale
limitata a soli 3.500 esemplari, di cui 1.000 destinati all’Europa. A partire da ottobre sarà possibile ordinarla in tutte le concessionarie Alfa Romeo
presenti in Europa.
Media
L
a Casa del Biscione ha svelato nuove
immagini ufficiali della nuova Alfa Romeo 4C, ma soprattutto ha comunicato che la sportiva a motore centrale e
trazione posteriore prodotta negli stabilimenti
Maserati di Modena verrà offerta in Italia ad un
prezzo di listino che parte da 53.000 euro.
Just Drive: il video con Fisichella
Il costruttore italiano inoltre ha rilasciato un video ad alto tasso di adrenalina intitolato “Just
Drive” dove la 4C viene messa a dura prova sul
circuito di Balocco da un pilota del calibro di
Giancarlo Fisichella, ex pilota di F1 attualmente
impegnato nel mondiale endurance con la Ferrari 458 Italia del team AF Corse. Fisichella, il secondo pilota a sedersi al volante della 4C dopo
l’esperienza di Marc Gené, dichiara nel corso della video-prova in pista di essere rimasto positivamente colpito dalle doti di handling della vettura,
ma anche dalla sua accelerazione e laterale oltre
che dal sound rauco del 4 cilindri turbo benzina
che pulsa alle sue spalle.
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240 CV, 895 kg
L’Alfa Romeo 4C è una coupé a 2 posti secchi
dalle dimensioni compatte che viene equipaggiata con una versione profondamente modificata
del quattro cilindri turbo benzina 1.750, un’unità che ricorre in larga parte all’alluminio e che è
capace di erogare 240 CV e 350 Nm, valori che
vengono scaricati esclusivamente sulle ruote posteriori attraverso il cambio automatico a doppia
frizione TCT.
L’adozione di una monoscocca in fibra di carbonio, oltre all’utilizzo di una serie di materiali ultraleggeri, a partire dall’alluminio, hanno consentito
di contenere il peso entro la soglia degli 895 kg
di peso.
Questo si traduce in un rapporto peso potenza inferiore a 4 kg/CV, ma anche in uno scatto
da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e in un velocità
massima di 258 km/h, con punte di decelerazioni nell’ordine di 1,2 g e punte di accelerazione
laterale superiori a 1,1 g. Merito anche di una distribuzione dei pesi che vede il 40% delle masse
all’anteriore e il 60% al posteriore.
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News
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Media
Mercedes GLA Edition 1
La Casa della Stella ha svelato le prime immagini e le prime
informazioni ufficiali della Mercedes GLA Edition 1, edizione limitata
della crossover di Stoccarda che sarà disponibile per un anno
D
opo essere stata tra le protagoniste
dello stand della Casa della Stella al
Salone di Francoforte, il SUV compatto di Stoccarda torna alla ribalta
delle sene con la Mercedes GLA Edition 1, edizione limitata del crossover tedesco che sarà
disponibile per un anno di cui il cotruttore teutonico ha rilasciato le prime immagini e le prime
informazioni ufficiali. La Mercedes GLA Edition 1
sarà ordinabile a partire dal mese di novembre,
mentre le prime consegne dovrebbero avvenire
a partire dal mese di marzo. Caratterizzata da un
pacchetto estetico dedicato la Edition 1 presenta
prese d’aria maggiorate e quattro inedite tinte di
carrozzeria, ovvero il Cirrus White, il Mountain
Grey Metallic, l’Orient Brown Metallic e il Designo
100
Magno Mountingrau. La Mercedes GLA Edition 1
è inoltre caratterizzata da dei cerchi in lega leggera a cinque razze sdoppiate neri da 19 pollici
AMG con bordino esterno argentato che permettono di intravedere al loro interno pinze e dischi
dell’impianto frenante, mentre i gruppi ottici
propongono i proiettori bi-xeno. Il tetto mette in
evidenza le barre in alluminio, mentre la sezione
di coda permette di osservare i due terminali di
scarico cromati posti ai lati del paraurti.
Aperta la portiera è possibile osservare un ambiente interno connotato dai numerosi rivestimenti in pelle presenti, dal volante a tre razze a
fondo piatto e da numerosi inserti in alluminio,
oltre ai sedili comfort e alla pedaliera sportiva in
acciaio inox.
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Attualità
Periodico elettronico di informazione motociclistica
Via libera alle telecamere che
“spiano” l’assicurazione
Dal prossimo 1 gennaio 2014 infatti le apparecchiature che rilevano la velocità di auto, moto
e veicoli commerciali - Tutor, autovelox e telecamere che controllano gli accessi nelle zone
a traffico limitato – e che sono dotate delle più
recenti tecnologie capaci di rilevare anche una
serie di ulteriori informazioni sui veicoli in transito, avranno la facoltà di comunicare alle Forze
dell’Ordine eventuali irregolarità sulla copertura
assicurativa obbligatoria (Rc Auto). A partire dal
prossimo anno quindi gli occhi delle più moderne
telecamere saranno in grado di incrociare i numeri di targa con i dati contenuti nelle banche
dati delle compagnie di assicurazione autorizzate ad operare in Italia e di comunicare eventuali
irregolarità direttamente alla Polizia, che a questo punto può avere la facoltà di richiedere all’intestatario della polizza di presentarsi per esibire
il contratto di assicurazione.
Cosa dice il CdS
Il semaforo verde legislativo all’utilizzo di questa
tecnologia è arrivato grazie alla modifica dell’articolo 193 del Codice della Strada introdotta dalla
Legge di Stabilità. Il legislatore è intervenuto sostanzialmente aggiungendo tre commi. Il primo
ammette che il controllo dei contratti di assicurazione obbligatori dei veicoli “può essere effettuato anche mediante il raffronto dei dati relativi
alle polizze emesse dalle imprese assicuratrici
con quelli provenienti dai dispositivi o dalle apparecchiature presenti sulle strade, omologati e
Autovelox
Dal 2014 controlleranno
anche l’assicurazione dei veicoli
di Matteo Valenti | Arginare il fenomeno dei veicoli circolanti privi di
regolare copertura assicurativa. È questo l’obiettivo di una nuova
norma del CdS che consentirà ai più moderni autovelox di comunicare
alla Polizia eventuali irregolarità sulle polizze dei mezzi in transito
I
m oderni sistemi di rilevazione della velocità dei veicoli, a partire dagli autovelox di
ultima generazione e soprattutto dal sofisticato Tutor, offrono diverse potenzialità
che fino ad ora non sono ancora state sfruttate
fino in fondo.
Le potenzialità del Tutor
Queste apparecchiature infatti possono essere
utilizzate anche per controllare a distanza eventuali irregolarità sulle assicurazioni dei veicoli,
102
accedendo alle banche dati delle compagnie assicurative dopo aver rilevato il numero di targa.
In futuro inoltre il sistema Tutor potrà essere utilizzato anche per riscuotere i pedaggi a distanza
sulla rete autostradale, andando gradualmente a
sostituire le odierne barriere e i caselli. Se per
quest’ultima innovazione però bisognerà ancora aspettare diversi anni, per quanto riguarda il
controllo a distanza delle assicurazioni il Governo ha già dato il via libera legislativo.
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gestiti dalle Forze dell’Ordine”. Il comma 4-quater enuncia invece che “qualora, in base alle risultanze del raffronto dei dati risulti che al momento del rilevamento un veicolo munito di targa
di immatricolazione fosse sprovvisto della copertura assicurativa obbligatoria, l’organo di polizia procedente invita il proprietario o altro soggetto obbligato in solido a produrre il certificato
di assicurazione obbligatoria, ai sensi e per gli
effetti dell’articolo 180, comma 8”. Il 4-quinquies
infine afferma che “la documentazione fotografica prodotta dai dispositivi o apparecchiature
elettroniche, costituisce atto di accertamento, ai
sensi e per gli effetti dell’articolo 13 della legge
24 novembre 1981, numero 689, in ordine alla
circostanza che al momento del rilevamento un
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Periodico elettronico di informazione motociclistica
Attualità
determinato veicolo, munito di targa di immatricolazione, stava circolando sulla strada”.
Obiettivo: stop ai veicoli senza
assicurazione
I nuovi orizzonti raggiunti dalle tecnologie di rilevazione della velocità dovrebbero quindi consentire di arginare il fenomeno dei veicoli circolanti privi di regolare copertura assicurativa, che
purtroppo in Italia ha ormai proporzioni davvero
preoccupanti. I recenti studi statistici hanno rilevato che sul territorio italiano il 6-7% dei veicoli
circolano senza assicurazione, una percentuale
che corrisponde a più di 3,5 milioni di mezzi, a
cui si deve attribuire parte della responsabilità
dei costi folli delle polizze nel nostro Paese.
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Garage
Media
Citroen DS
Nell’officina dove rinasce il mito francese
di Matteo Valenti | Un viaggio ad Amsterdam ci ha portato alla
scoperta di un garage da sogno dove David Kostelijk, un meccanico
con una storia incredibile alle spalle, ripara esclusivamente Citroen DS,
restaurando esemplari di rara bellezza e di grandissimo valore
N
ata nel 1955, dalla geniale matita del
designer Flaminio Bertoni, la Citroen DS è un’automobile che ancora
oggi chiunque sarebbe in grado di
riconoscere ad un primo sguardo grazie al suo
design semplicemente inconfondibile. Il suo stile è stato talmente rivoluzionario da aver reso
questo modello, considerato il capolavoro del
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Double Chevron, sempre sofisticato ed elegante,
anche nel 2013, dopo quasi 60 anni di storia alle
spalle, con un fascino che non esitiamo a definire
senza tempo. La Citroen DS, acronimo di Désirée
Spéciale (desiderio speciale) scelto dal costruttore anche perché pronunciato in francese suonava come “déesse” che significa dea, è un’auto il cui fascino ha rapito una folta schiera di
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Garage
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appassionati e collezionisti in tutto il mondo, che
hanno restaurato e mantengono in vita, perfettamente funzionanti, esemplari di rara bellezza
e in certi casi di grandissimo pregio e valore. Ne
abbiamo avuto una prova tangibile in occasione
di un viaggio ad Amsterdam, in Olanda, quando
abbiamo incontrato David Kostelijk, un meccanico che ha dedicato la sua intera vita all’ammiraglia francese e che oggi gestisce un garage da
sogno dove restaura e mantiene in vita esclusivamente DS d’epoca, lavorando tutti i giorni a
pieno ritmo. David ci ha raccontato durante una
lunga intervista la sua incredibile storia, nata
dall’amore per quest’auto, che peraltro ha imparato a riparare da autodidatta acquistando un
manuale cartaceo, e che l’ha portato a trasformare la sua passione in un lavoro vero e proprio.
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Perché oggi David Kostelijk è diventato “De DS
Keyzer” (“Il Cesare delle DS”). Questo è l’appelattivo che campeggia con grande orgoglio
sull’insegna del suo garage.
Quando la tua vita inizia ad intrecciarsi con
quella della Citroen DS?
«Ho iniziato questa avventura con la DS nel 1982
qui ad Amsterdam, in Olanda».
Perché hai deciso di concentrarti solo sulla
DS?
«Ho deciso di aprire un garage esclusivamente
dedicato alla Citroen DS, perché sono sempre
stato innamorato di quest’automobile, della sua
linea e della sua tecnologia. Amo quest’auto almeno dagli anni ‘70 quando ne acquistai una ed
iniziai a guidarla. All’epoca però ero giovane e
non avevo abbastanza denaro per far riparare la
mia DS in un’officina Citroen specializzata. Così
acquistai un libro che spiegava per filo e per segno come riparare una DS. Passo dopo passo
imparai a mettere mano a questa particolare
auto, anche perché alcuni miei amici ne possedevano una quindi potevo usare i loro esemplari
per fare pratica. I miei amici mi chiedevano se
potevo riparare la loro DS come favore personale. Non guadagnavo nulla ma non mi importava
perché io intanto imparavo ad aggiustarla e a conoscerla sempre di più».
Ci racconti la storia di questa officina?
«Entrai per la prima volta in questa officina, dove
oggi lavoro tutti i giorni, negli anni ‘80. All’epoca questo capannone fu occupato dai ragazzi
dello squatter team di Amsterdam e all’interno
vi lavoravano e vivevano giovani scrittori, pittori,
editori ed artisti di vario genere. Tra questi c’ero anch’io che in un angolo riparavo automobili.
Dopo alcuni anni il proprietario ha rivoluto indietro il suo capannone, i ragazzi sono stati mandati via e io ho continuato la mia attività altrove.
Intorno al 2000 però - è incredibile quando ci
ripenso - il destino ha voluto che il proprietario
mettesse in vendita lo stesso capannone dove
avevo iniziato e che avevamo occupato. Io sono
riuscito a comprarlo ed è stato un po’ come tornare a casa. Oggi lavoro tutti i giorni nel posto
in cui vivevo da giovane. All’inizio la mia attività
non fruttava poi molto perché negli anni ‘80 la
Citroen DS era un’auto utilizzata principalmente
da studenti, proverbialmente squattrinati, che la
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Garage
Periodico elettronico di informazione motociclistica
acquistavano solo perché la si poteva portare a
casa per pochi soldi (circa 2.000 euro attuali).
Naturalmente questi studenti non avevo denaro
per fare riparazioni sulle loro DS, che venivano
considerate solo come un mero mezzo di trasporto e non per il loro valore intrinseco. All’inizio quindi iniziai per forza di cose a riparare tutti i
tipo di auto, poi col tempo mi concentrai solo sui
modelli prodotti dai costruttori francesi fino ad
arrivare a mettere mano solo a vetture firmate
Citroen. Solo alla fine, ed esattamente da cinque
anni a questa parte, sono riuscito a concentrare
tutto il mio lavoro sulla Citroen DS».
Quali interventi di restauro riesci a fare in questo garage?
«In questa officina riesco a fare qualsiasi tipo di
lavoro su una DS. Qui possiamo ricostruirla dalla
ruote al tetto, in ogni sua minima componente».
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Le DS rimaste in vita oggi sono equipaggiate
con impianti a GPL non è vero?
«Nove DS su dieci di quelle che passano qui dentro montano impianti a GPL, perché in Olanda le
auto d’epoca alimentate a gas non pagano alcun
tipo di tassa e poi perché la DS è conosciuta
come un’auto tutt’altro che parca nei consumi di
carburante».
Dove recuperi i pezzi di ricambio per queste
auto?
«Negli anni ‘80 e ‘90 andavo molto spesso in
Francia perché trovavo moltissimi pezzi di ricambio. In questo modo ero in grado di vendere i
pezzi di ricambio in prima persona. Ora però è diventato molto difficile trovare ricambi in questo
modo, ma per fortuna ci sono aziende specializzate che realizzano nuovi pezzi appositamente
per riparare le DS. Non sono perfette come quelli
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Garage
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prodotti in origine direttamente da Citroen ma
permettono comunque di mantenere in vita queste splendide auto».
Si trovano ancora pezzi di ricambio originali?
«Oggi trovo ancora qualche componente di seconda mano presso qualche officina Citroen o in
occasione delle mostre-scambio ma è raro».
Da dove vengono i tuoi clienti e chi sono?
«I miei clienti sono praticamente tutti olandesi.
Negli anni ho avuto alcuni clienti francesi o addirittura provenienti dall’Africa, ma il 95% sono
olandesi. Oggi e tutto cambiato rispetto agli anni
‘80. Oggi tutti coloro che sono in possesso di una
Citroen DS sono grandi appassionati».
Oggi in Olanda avete un club che raduna gli appassionati della DS?
«Sì, nei Paesi Bassi abbiamo un grandissimo
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club di fan della DS, il più grande mai nato nel nostro Paese. Anch’io naturalmente ne faccio parte e oggi siamo più di 3.000 membri. Il DS Club
Holland ha anche grandi risorse economiche
perché ogni membro deve versare una quota di
partecipazione annuale piuttosto alta, pari circa
a 70 euro. Se moltiplicate questa cifra per 3.000
capite perché parlo di un club molto ricco».
Quante DS riesce a restaurare da cima a fondo
in un anno?
«Non lo so di preciso, credo di restaurarne circa
5 all’anno. Il grosso del mio lavoro infatti è rappresentato dalla manutenzione di queste favolose auto».
Quanto può arrivare a costare un lavoro completo di restauro?
«E’ difficile rispondere a questa domanda perché
dipende dalle condizioni di partenza dell’auto.
Per esempio il magnifico e rarissimo esemplare cabriolet che vedete qui in officina oggi, così
perfettamente restaurato, costa più di 100.000
euro. Altre auto, ricostruite non a questo livello
maniacale, possono costare qualcosa meno, circa 80.000 euro. Naturalmente nel caso di una
cabriolet, i clienti sono solitamente disposti a
spendere qualsiasi cifra per il suo restauro, anche nel caso in cui l’esemplare di partenza sia
praticamente un rottame, dal momento che Citroen ha prodotto solamente 1.300 esemplari
della variante en plein air, che oggi ha quindi un
inestimabile valore».
Qual è la tua preferita? La berlina, la cabriolet
o la Break?
«Penso che la più bella in assoluta rimanga sempre la normale berlina. Adoro anche la Break,
così come amo la Cabriolet, ma solo quando
mantiene la capote abbassata. Quando ha il soft
top chiuso invece la trovo un po’ goffa e poco attraente, come una donna affascinante che porta
un terribile cappello».
Trovo che garage come il suo, così frequenti
in Olanda ma davvero rari in Italia, testimonino
una passione tutta particolare degli Olandesi
per le automobili e più in generale per i motori.
È davvero così?
«Credo che nei Paesi Bassi ci siano molte persone che durante la settimana utilizzano l’auto per
lavoro, per esempio per raggiungere il proprio
ufficio o per andare a conferenze ed appuntamenti. In questo caso utilizzano i modelli attuali,
quelli più moderni e sofisticati. Credo però che
molte di queste stesse persone adorino salire e
guidare un’auto come la DS perché vogliono, almeno ogni tanto, sentirsi qualcosa di diverso da
tutti gli altri, comunicando qualcosa di loro stessi
e della loro personalità».
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Due ruote
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Bike Marco Aurelio Fontana. Milanese di nascita
e piacentino d’adozione, Marco Aurelio non solo
è medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra del
2012 ma anche oro ai recentissimi mondiali a
staffetta corsi in Sud Africa a settembre e pluricampione italiano della specialità Cross Country.
Ma non basta, Fontana è un grandissimo appassionato di motori, sia auto che moto e guida
veramente bene in pista le auto sportive e sulle
mulattiere e i campi da cross le moto da fuoristrada. Con noi ha già realizzato un emozionante
video in cui sfida il campione di Enduro Antoine
Meo. Viaggia a bordo di un fuoristrada e non disdegna mai un bel giro in moto; nel suo garage,
fin da bambino le auto e le moto non sono mai
mancate, e hanno sempre accompagnato la sua
passione per le bici che ha portato lui e i colori
italiani ai livelli più alti della disciplina in tutto il
mondo.
Tre puntate: le salite, le curve,
le discese
A scuola di Mountain Bike
Con il Campione Olimpico
Marco Aurelio Fontana: la curva
di Ippolito Fassati | Marco Aurelio Fontana, bronzo olimpico di Mountain
Bike, grande appassionato di auto e moto, nella seconda
puntata spiega in esclusiva ai lettori di Automoto.it i trucchi per
affrontare le curve in mountain bike
114
A
bbiamo voluto prepararvi al rientro
dalle vacanze una bella sorpresa.
Per rimettervi in forma e prepararvi al meglio alla stagione invernale,
cosa è meglio di qualche uscita in bicicletta, meglio se mountain bike, a contatto con la natura.
Questa volta però, non essendoci il motore a
spingere, l’unico strumento che ci può aiutare
a fare meno fatica, oltre a una buona bici, è il
miglioramento della tecnica. Trovare chi potesse aiutarci ad ottenere i migliori risultati è stato
facile perché ci siamo rivolti all’atleta più forte
che abbiamo in Italia: il fenomeno della Mountain
Marco Aurelio Fontana in esclusiva per Automoto.it e Moto.it ci ha spiegato in queste prime tre
puntate, per la prima volta e in esclusiva, i migliori suggerimenti e accorgimenti per poter affrontare diverse situazioni che si possono tipicamente incontrare durante le uscite in Mountain Bike.
Parleremo di salite, di curve e di discese. Nella
prima puntata Marco Aurelio Fontana ci spiega
come si affrontano le salite, in particolare quelle
sdrucciolevoli e quelle sassose. Seguitela e tenetevi in forma con i consigli del campione Olimpico
italiano! Le prossime puntate, le curve e le discese, verranno pubblicate ogni 10 giorni sempre su
Automoto.it e Moto.it. Il video è stato realizzato
in collaborazione con: Volkswagen Amarok. Un
ringraziamento ad Athena per la fornitura delle
telecamere GoPro.
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Formula 1
Periodico elettronico di informazione motociclistica
iridato consecutivo che di fatto il tedesco ha già
in tasca. Imprendibile.
Voto 9 ad Alonso, che in qualifica parte dietro a
Massa, confermando ancora una volta quel che
già si era capito, ovvero che in qualifica il cavaliere rosso non è esattamente infallibile. Per fortuna
lo spagnolo si conferma, questa volta in senso
positivo, anche e soprattutto in gara: la partenza
è un capolavoro, ma anche il resto della gara non
è da meno perché riesce a girare con costanza
sugli stessi tempi di vetture che in qualifica gli
erano state tutte davanti, gestendo magnificamente le gomme nel finale. Per lui quindi voto
9, da dividere con la squadra perché il merito va
anche alla scelta di anticipare la seconda sosta ai
box durante la safety car. Mastino.
Raikkonen: altro che
mal di schiena!
Voto 9 anche a Raikkonen, penalizzato in qualifica da un problema alla schiena, in gara stringe
i denti, anticipa la prima sosta per girare con pista libera e si conferma un autentico “martello”,
risalendo posizioni su posizioni. Una menzione
speciale per il sorpasso all’esterno su Button
(cose comunque da fare con l’inglese, non con
un Maldonado...) e per la risposta di sabato a
Stella Bruno («Domani la gara sarà lunga (alludendo ai dolori alla schiena», ndr) - «Beh sono
300 km come sempre», e poi silenzio). Poche
parole, ma gran piede. Qualcuno ha fatto notare
che sul podio di ieri c’era la futura coppia di ferraristi: vero, ma noi preferiamo far notare come
la gara di ieri sia stata l’ennesima dimostrazione
F1 GP Singapore 2013
Le pagelle di Marina Bay
di Giovanni Bregant | Il GP di Singapore ha fatto emergere la superiorità
inattaccabile di Vettel, ma anche la grinta feroce di Alonso e una FIA che
sembra voler fare di tutto per allontanare i tifosi dalla F1...
S
ulla pista che regala le immagini più
belle nelle inquadrature aeree, dove
le auto sono semplicemente impossibili da vedere (al che la domanda
sorge spontanea: perché non farci correre qualcos’altro, per esempio dei carri trainati da asini, e
riportare la F1 su un autodromo un po’ più serio?)
Vettel demolisce gli avversari dando una prova di
forza a tratti perfino esagerata.
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Vettel imprendibile,
Alonso mastino
La sua Red Bull sarà anche perfetta, ma solo lui
riesce a portarla a certi limiti. Il suo è un dominio
totale, fatto di tecnica ma anche di “manico” e
di quella determinazione assoluta, perfino feroce, che contraddistingue solo i grandissimi. Per
lui voto 10, con la noia per tutti noi di aspettare
che arrivi anche matematicamente quel 4° titolo
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E voto 7,5 a Button che ad un certo punto spera
nel podio, ma negli ultimi giri le gomme lo abbandonano. All’inglese rimane comunque la soddisfazione di rimanere in prova e in gara sempre
davanti all’ex prodigio Perez (voto 6,5: fa il compitino ma le premesse di inizio stagione erano
altre per lui).
Voto 7 a Hulkenberg, che stavolta in qualifica viene battuto da Gutierrez ma in gara fa emergere
la sua esperienza e grinta, arrivando in qualche
modo in zona punti. In Lotus dovrebbero puntare
su di lui. Un punticino va anche a Sutil (voto 7,5),
veloce e concreto, e sempre davanti a Di Resta
(voto 5).
della bontà della scelta di mercato della Ferrari
(giunta comunque con almeno due anni di ritardo...). Raikkonen resta fuori dalla top ten e con
la schiena malandata risale fino al podio, Massa
parte 6° e arriva 6°. Certo, la colpa è anche del
team perché montargli le supersoft dopo la seconda sosta, costringendo il brasiliano quindi a
un’ulteriore fermata, è stata una decisone assurda (a cui non era obbligando, essendo già partito
con le super soft): avessero impiegato anche per
lui la stessa strategia di Alonso sarebbe potuto finire 4°. Non è che Massa ci abbia messo molto del
suo però. Per lui quindi voto 6,5, e la sensazione
che abbia perso una bella occasione.
Grosjean, Webber, Rosberg: 7,5
Voto 7,5 a Grosjean, splendido in qualifica e constante in gara finché un problema tecnico non
lo ha bloccato: veloce e consistente come non
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FIA: voto 0
Voto 0 infine alla FIA, che richiama Webber e
Alonso per il “passaggio” dato dallo spagnolo a
fine gara all’australiano rimasto fermo lungo la
pista: il ferrarista se la cava con un’ammonizione,
mentre l’australiano sarà addirittura arretrato di
10 posizioni nella prossima gara per somma di
ammonizioni. Una situazione di pericolo, ha dichiarato la FIA. Premesso che dubitiamo che ad
Alonso possa “scappare l’acceleratore”, la risposta più bella l’ha data Horner, ricordando come
il “passaggio” dato da Senna a Mansell sia una
delle immagini più famose degli anni novanta.
Evidentemente qualcuno vuole togliere alla F1
anche quel minimo di umanità e spontaneità che
ancora le è rimasta.
sempre riesce ad essere. Stesso voto a Webber,
che avrebbe potuto raggiungere il podio senza
l’inconveniente meccanico. Vettel, comunque, rimane di un’altra categoria.
Voto 7,5 a Rosberg, che per poco manca la pole
position e in gara resta a lungo secondo: perde il
podio più che ragioni di strategia che per demeriti propri ma rimane comunque per tutto il week
end davanti ad Hamilton (voto 7), anche se i due
alfieri della Mercedes viaggiano a lungo molto vicini.
Voto 7 anche a Gutierrez, che in qualifica ha il primo guizzo del campionato, entrando addirittura
nella top ten: poi in gara lentamente retrocede,
complici i limiti di una Sauber lontanissima dalla
competitività dello scorso anno che richiede più
esperienza per cavarci qualcosa di buono.
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con tanto di incarico prestigioso. E’ un tira e molla che fa capire come a Maranello manchi forse
una linea di continuità, alla ricerca spasmodica
della vittoria, si battono tutte le strade salvo poi
tornare al punto di partenza e chiedersi se non
si sia buttato via del tempo. Massa non era idoneo per la Ferrari? Vero, ma lo era dal 2010, ma
per altre tre stagioni lo hanno tenuto lì, in questo
periodo non c’erano altri piloti validi per sostituirlo che riprendersi un ex campione del mondo,
invecchiato e che fra due anni non sarà più fresco
come lo era nel 2007 quando vinse il titolo? Un
altro aspetto importante sull’arrivo di Raikkonen
riguarda i rapporti con Alonso.
Come andrà con Alonso?
La Ferrari ha sempre detto che viene prima la
squadra e secondo questa filosofia ha agito di
conseguenza. Prendere Raikkonen vuol dire
sminuire Alonso, metterlo nella situazione di
non avere più il potere che ha adesso, in fondo i
risultati li ha fatti solo lo spagnolo. Vi immaginate
dopo quattro anni di lotte e mondiali persi se salta fuori Raikkonen vincente e la Ferrari dovesse,
giustamente, appoggiarlo? Unica consolazione
di tutta questa situazione, che pare più una mina
vagante pronta ad esplodere, è che si tratta di
due professionisti, di una squadra che può dare
ad entrambi i piloti il giusto supporto tecnico e
materiale, ma che questo possa eliminare i problemi, anche caratteriali dei due soggetti in questione, è da escludere a priori. Con due piloti di
questo genere ne salteranno fuori delle belle, con
una squadra spaccata in fazioni, rivalità accese e
quanto altro ancora accadrà in futuro. E ciò vale
anche a livello tecnico, non pensiate che l’arrivo
di Allison abbia calmato gli animi in squadra: “Lo
mandarono via dicendo che era un mezzo deficiente e ora ce lo troviamo a capo della direzione tecnica, o si son sbagliati prima o sbagliano
adesso” è stato il commento di personaggi di lungo corso maranellese. A questo punto che dire di
più? Tanti auguri presidente Montezemolo, speriamo che la sua sia stata la scelta giusta!
Raikkonen in Ferrari dal 2014
di Paolo Ciccarone | Kimi Raikkonen torna alla Ferrari. E’ ufficiale e
finalmente il tormentone estivo è concluso. Ma come saranno rapporti
con Alonso e come cambieranno i rapporti all’interno del team?
K
imi Raikkonen torna alla Ferrari. E’
ufficiale e finalmente il tormentone
estivo è concluso. A volte ritornano era il titolo di un vecchio film e a
quanto pare a Maranello sono rimasti ingabbiati
in questa sorta di ritorno al futuro, sia dal punto
di vista piloti che tecnico, come dimostra l’ingaggio di James Allison a direttore tecnico.
Un po’ di storia
Kimi Raikkonen non è il primo pilota che torna a
correre per la Ferrari dopo averla lasciata. Solo
per limitarci agli ultimi 40 anni ci sono gli esempi
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di Mario Andretti (ufficiale negli anni 70-71 e poi
ancora in pista nel 1982), quello di Regazzoni
(dal 70 al 72 e poi ancora dal 74 al 76) e quello
di Berger, che dopo l’esperienza del 1989-90 tornò a Maranello nel 1993 fino al 1995. Insomma,
non è una novità, ma i casi sono molto diversi.
Raikkonen fu allontanato dal presidente Montezemolo nel 2009 “Avevamo in squadra il fratello
di Raikkonen” disse, e lo ripetè a piè sospinto. Ora
ha deciso di riprendersi Kimi e famiglia al completo. I motivi per cui fu allontanato non sono affatto
scomparsi ora, così come non sono cambiati i
motivi per cui Allison fu licenziato e ora riassunto
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ma la base logistica c’è già. Infatti Chris Horner,
team manager della Red Bull, col padre Gary è
proprietario della Arden Grand Prix, scuderia di
GP2! Insomma, la Red Bull è pronta a spaccarsi
perché il suo team manager e il progettista stanno programmando una via autonoma e indipendente dai capitali di Mr Mathesicz. In Red Bull c’è
anche il malcontento di alcuni grossi sponsor,
come il costruttore Infiniti, marchio di lusso di
Nissan, o di altri come Geox, che nonostante gli
investimenti fatti sulla squadra, vengono trattati
da comprimari alla Red Bull e non possono fare
o sfruttare la comunicazione delle vittorie in F.1.
Cambiamenti in vista
Newey e Horner cercano sponsor
Per un nuovo Team F1
Da qui, da questi malcontenti e dalla voglia di
nuove sfide, ecco il progetto che potrebbe già
partire dal 2015: «Ho vinto titoli con Williams,
McLaren e Red Bull, è sempre bello trovare nuove sfide – ha detto Newey – mi trovo bene in
Italia, vengo a farci le vacanze e quando posso a
correrci con le GT (è pilota di Lamborghini, Maserati e Ferrari, ndr) ma ci vuole una nuova sfida
per dare una scossa. Vediamo cosa succederà,
per ora sto bene alla Red Bull». Il geniale progettista, infatti, è uno che quando può prova le sue
macchine. Lo faceva negli anni 90 con la Leyton
House di Ivan Capelli, durante le sessioni di test
privati e lo ha fatto di recente a Silverstone provando la Red Bull campione del mondo del 2012.
E’ uno che sa cosa serve a un pilota e ama questo lavoro mettendoci passione e fantasia. Chris
Horner, invece, dopo aver calcato le piste come
pilota di F3000 è diventato un abile e bravo manager e deve ancora compiere 40 anni. Col padre ha costruito il team Arden GP2, di cui è socio
Mark Webber, e vorrebbe proseguire in proprio
invece che stare alle dipendenze altrui. Per ora si
parla di un supporto tecnico da Renault, interessata a una partecipazione diretta nella nuova formazione. Insomma, c’è da aspettare un po’, ma
è chiaro che la Red Bull non è quel team affiatato
e unito che tutti pensano, visti i propositi di fuga
del braccio e della mente operativa di questa
scuderia. E se a fornire i motori alla futura Newey
F.1 fosse la Ferrari?
di Paolo Ciccarone | Il Team Red Bull Racing sembrerebbe essere
meno affiatato di quello che si può pensare. Horner e Newey
sarebbero infatti sul punto di rottura con Helmut Marko
A
drian Newey ha un sogno nel cassetto ma non si chiama Ferrari. Chris
Horner ha un sogno nel cassetto
ma non si chiama Red Bull. Tutti e
due hanno in comune una cosa: ne hanno piene
le scatole della gestione di Helmut Marko e del
modo di condurre la squadra in nome e per conto
di Mathesicz gran capo della Red Bull. L’ultima
goccia che ha fatto traboccare il vaso la vicenda
Ricciardo. Horner voleva Raikkonen, ma Marko,
che ha investito la sua immagine sul giovane
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australiano, si è imposto e ha impedito la nascita del dream team che invece ha fatto la Ferrari.
Da qui l’idea: fare un nuovo team con Horner ai
comandi e Newey responsabile tecnico. Sarebbe
stato il team Newey F.1 a fare la differenza e non
i capricci di Helmut Marko.
Servono 80 milioni di euro
La cosa al momento si è arenata perché non
sono stati trovati i soldi necessari, ci vogliono circa 80 milioni di euro, motore escluso, per partire,
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d’amore e di trasgressioni, lotta per il titolo mondiale. Due i personaggi al centro della vicenda, la
voce narrante del rigoroso Lauda contrapposta
al talentuoso playboy inglese James Hunt. Piloti
che rispettano gli archetipi della più classica delle sfide: diversissimi tra loro, espressione ciascuno di una diversa visione della vita, si scoprono
vincolati da una stima reciproca nata dal rispetto
per il coraggio mostrato in pista. Intorno, tante
figure di contorno, che è sbagliato definire comprimari, perché quando si scende in gara si è tutti
protagonisti: dal baffuto Clay Regazzoni all’impareggiabile Lord Alexander, terzo Barone Hesketh,
che fondò un team di Formula 1 rimasto nella storia per gli eccessi (Rolls Royce, aerei ed elicotteri
privati, feste con modelle seminude tra gli ospiti,
un mare di ostriche e champagne ai box) ma anche per la capacità di stupire.
Recensione
Rush: il film su Hunt e Lauda
di Alfonso Rago | Arriva sul grande schermo uno dei film più attesi
dell’anno: “Rush” racconta la stagione 1976 del Mondiale di Formula 1,
una delle più belle, intense, drammatiche ed emozionanti mai vissute a
bordo pista
L
a Formula 1, e più in generale il mondo delle competizioni, esercitano un
fascino magnetico su Hollywood: nella galleria dei capolavori dedicati alle
gare, “Rush” merita di occupare il gradino più
alto. Andatelo a vedere, se vi piacciono le storie
forti; ed anche se, com’è certo possibile, sapete
già com’è andata a finire ancor prima che le luci
si spengano in sala, vi assicuriamo che ad un certo momento dimenticherete tutto, e vi troverete
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a sperare che l’epilogo sia diverso. E’ la magia del
cinema, che anche quando racconta una storia
vera è capace di ribaltarne, almeno in parte, gli
equilibri. A comandare le operazioni, un maestro: Ron Howard (che da giovane apprezzammo attore come Richie Cunningham in “Happy
Days”), già autore di “Apollo 13” ed “Il Codice da
Vinci” racconta una storia con tutti gli ingredienti
per un blockbuster di successo, rivalità sportiva,
pathos, paura della morte, voglia di vita, storie
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Le foto più belle
del Gran Premio
di Marina Bay
Il GP di Singapore quest’anno ha visto trionfare
la superiorità di Sebastian Vettel al volante di una
imprendibile Red Bull, ma ha messo in luce ancora
una volta il talento indiscutibile di Alonso e la
grinta di Raikkonen. Riviviamo la gara con le più
emozionanti immagini di Flavio Mazzi
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Redazione
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Emiliano Perucca Orfei
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Aimone Dal Pozzo
Francesco Paolillo
Andrea Perfetti
Matteo Valenti
Grafica
Thomas Bressani
Collaboratori
Massimo Clarke (Tecnica)
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Claudio Pavanello (Epoca)
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Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003
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