La melicoltura ed il miglioramento genetico in Giappone
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La melicoltura ed il miglioramento genetico in Giappone
5/2007 La melicoltura ed il miglioramento genetico in Giappone Walter GUERRA, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg, Kurt WERTH, SK Südtirol La frutticoltura giapponese è caratterizzata da un elevato impiego di manodopera, da elevatissime esigenze di qualità della frutta da parte del consumatore e da aziende agricole a conduzione familiare di piccola struttura. Nel presente intervento sono riassunte le impressioni e le acquisizioni raccolte nel corso di un viaggio di studio in Estremo Oriente, il cui obiettivo principale era rappresentato da un’analisi della situazione del miglioramento genetico che si attua in Giappone. Già in passato, infatti, da esso sono originate varietà introdotte poi a livello mondiale, come Fuji. ZONE FRUTTICOLE, CLIMA ED ASSORTIMENTO VARIETALE Prefettura altre Totale Superficie (ha) Produzione (t) 159 L Le prime piante che producevano mele destinate al consumo fresco (varietà Ralls Janet, Astrachan Rot, Worcester Pearmain e Starking) hanno raggiunto il Giappone, circa 130 anni fa, provenienti dagli Stati Uniti ed in parte dall’Europa: non esistono quindi vere e proprie varietà autoctone giapponesi. I pionieri della frutticoltura nella prefettura Aomori sono stati John ING, un insegnante americano, Tateei KIKUCHI, nonno di colui che ha ispirato la denominazione del clone Fuji Grafico: zone frutticole in Giappone. Kiku® e Kashichi TONOSAKI, conosciuto come il “dio delle mele”. Il Giappone è suddiviso in 47 prefetture. Nel 2005 in una dozzina di esse su circa 40.800 ha sono state prodotte 818.900 t di mele, il che corrisponde ad una produzione media di 20 t/ha. Le più importanti prefetture produttrici di mele (quasi il 70% della produzione complessiva) sono Aomori e Nagano (grafico). La superficie del Giappone è pari a quella della Germania e grazie alla forma allungata delle tre isole maggiori lo spettro climatico spazia dalle condizioni subartiche a nord fino a quelle subtropicali a sud. Nella prefettura di Nagano la fioritura del melo si presenta verso l’inizio di maggio. In molte zone le gelate tardive rappresentano un serio problema e a Nagano numerosi sono i ventilatori sistemati ad una distanza di 15 m l’uno dall’altro. Per contrastare il gelo tardivo ad Akita vengono utilizzati metodi rudimentali, quali la combustione del legno nei frutteti. In generale si può dire che la maturazione delle mele avviene tra i 15 ed i 25 giorni in ritardo rispetto alle nostre zone alpine. Un problema particolarmente grave è rappresentato dai tifoni, venti molto intensi che vengono originati nell’atmo- 50 anni L sfera oceanica e possono avere effetti devastanti non solo nel settore frutticolo. La maggior parte dei terreni ha origine vulcanica e di conseguenza sono leggermente acidi. La concimazione azotata è poco praticata, per evitare la comparsa di butteratura amara sui terreni leggermente acidi. In Giappone un problema molto diffuso è la stanchezza del terreno. Se l’impianto frutticolo segue la coltivazione del riso sussistono inoltre gravi difficoltà di drenaggio del terreno. Le tre varietà Fuji, Tsugaru e Jonagold costituiscono nel complesso il 75% della produzione totale (tabella). Il consumatore giapponese preferisce tuttora le varietà rosse e dolci, sul mercato si trova solo il 15% di mele gialle e nessuna Granny Smith, il cui gusto risulta eccessivamente acidulo. La coltivazione tradizionale, estensiva, viene praticata su portinnesti molto vigorosi. Molti frutteti vengono allevati su Malus prunifolia con M9 come innesto intermedio. Tra i portinnesti più deboli, per i nuovi impianti vengono utilizzati soprattutto M26, seguito da M9 e JM7. L’intensificazione della frutticoltura procede a rilento in Giappone, l’impegno di manodopera nelle piccole aziende (circa 1 ha) è molto elevato e si aggira sulle 2.500 h/ha (600 h/ha in Alto Adige). PECULIARITÀ DELLA COLTIVAZIONE L’elevato impegno di manodopera trova la sua spiegazione nella peculiarità delle operazioni colturali che Akibae. 160 si praticano. Mentre l’impollinazione manuale, una volta ampiamente diffusa, è stata sostituita dall’impiego di api selvatiche, il “bagging” dei frutti, che si attua nella zona di Aomori (sul 50% delle Fuji) e di Nagano (30% delle mele), mantiene ancora il suo significato. Tra i 50 ed i 60 giorni dopo la piena fioritura i frutticini vengono chiusi in sacchettini a due strati, che vengono allontanati un mese (il più esterno) ed una settimana prima della raccolta (il più interno). Un operaio generico addetto a questa operazione riesce a confezionare 100 mele/ora, uno specialista fino a 700. Nelle zone settentrionali di Aomori si cerca in tal modo di prolungare la conservabilità delle mele, riducendo le lenticelle e quindi la traspirazione dei frutti. Per contro, nella parte meridionale di Nagano questa pratica viene attuata per migliorare la colorazione delle mele. Nel caso in cui vengano confezionate mele della varietà gialla Mutsu, queste acquistano una attraente colorazione rosa, che giustifica prezzi elevatissimi. Il contenuto in zuccheri delle mele confezionate è comunque inferiore. Per ottenere una migliore colorazione delle mele, inoltre, alcune settimane prima della raccolta sulle varietà rosse si procede ad una sfogliatura: il 10% delle foglie che si trovano nelle vicinanze dei frutti viene eliminato e la parte in ombra del frutto viene girata verso il sole. Solo il primo sole del mattino può creare dei problemi per le ustioni e dunque è possibile dare inizio a questa pratica agronomica solo a partire dalle ore 10.00. Il diradamento chimico si effettua semmai solo sulla cultivar Fuji. Per una migliore colorazione si utilizzano diffusamente anche la pacciamatura con teli riflettenti. La raccolta viene praticata nei frutteti estensivi con elevato impegno lavorativo senza l’impiego di ausili meccanici. La frutta come “merce di lusso”. IL CONSUMATORE GIAPPONESE Il costo della vita in Giappone è paragonabile a quello europeo, mentre in provincia esso risulta sensibilmente più contenuto addirittura a quello italiano. Negli ultimi anni il tasso di inflazione si è mantenuto Akibae, Shinano Gold e Shinano Sweet sotto l godono della maggiore preferenza per quanto r 5/2007 molto basso. Il consumo medio annuo di mele si aggira in Giappone sui 5 kg/persona (al confronto, in Italia il consumo pro capite ammonta a circa 19 kg), a causa dell’enorme concorrenza di numerose altre specie di frutta, il tentativo di incrementare questa fetta di mercato appare piuttosto difficoltoso. No- a denominazione unica di “Shinano Brothers”, riguarda i nuovi impianti. nostante ciò, un’azione mediatica condotta di recente, nel corso della quale è stato esaltato l’elevato valore salutistico della mela, ha confermato che in Giappone anche il consumo di questo frutto può essere incrementato attraverso un’informazione mirata. Fondamentalmente il consumatore giapponese è tradizionalista e preferisce gustare mele dolci e di grandi dimensioni. Infatti mele del peso di 300 - 500 g dominano ancora il mercato: una mela è sufficiente per un’intera famiglia. Sussistono i primi timidi tentativi di introdurre nel mercato mele di dimensioni più contenute e dal gusto leggermente acidulo. La tradizione secondo la quale a novembre/dicembre, in occasione della festa del ringraziamento per la raccolta o per il Capodanno, si regala frutta è tipicamente giapponese. Inoltre, nel corso di visite a degenti in case di cura o durante importanti incontri è usanza offrire frutta di elevato livello qualitativo e confezionata in modo particolare. Un’altra curiosità relativa al comportamento dei consumatori: questi ultimi preferiscono mele vitrescenti. L’ASPETTO COMMERCIALE IL MIGLIORAMENTO GENETICO DEL MELO Ciascuna prefettura sulla cui superficie vengono coltivati meli ha un suo progetto di miglioramento genetico, che finanzia in proprio. Le varietà sviluppate vengono gestite dalle prefetture che rilasciano licenze ai vivaisti operanti nella stessa prefettura. Nei vivai di altre prefetture per 3 anni non è ammessa la moltiplicazione del materiale di partenza, mentre il frutticoltore singolo può moltiplicare il materiale per uso proprio in tutto il Giappone. Un motivo in più perché, i vivaisti presentino sempre molte novità nei propri cataloghi. Per l’istituto nazionale di Morioka il miglioramento genetico è una tradizione. Nel 1939 è stata ottenuta Fuji, selezionata da qualche centinaio di semenzali dell’incrocio Rall’s Janet x Red Delicious, e lan- Shinano Sweet. 161 L Il 60% delle mele viene commercializzato attraverso la grande distribuzione, ma la tendenza è al ribasso a tutto vantaggio della crescente vendita diretta dal produttore. Gli standard qualitativi sono sempre elevatissimi a livello mondiale, la compattezza delle mele è sorprendentemente elevata, nonostante le grandi dimensioni dei frutti. L’analisi qualitativa non distruttiva non è ancora divenuta standard, nel Paese nel quale ha visto la luce questa tecnologia. Essa viene peraltro impiegata per selezionare e per garantire al consumatore l’acquisto di mele vitrescenti e non colpite da imbrunimento interno. Soprattutto da parte della Cina, della Corea, della Nuova Zelanda e degli Stati Uniti sussiste una sempre maggiore pressione per l’abbattimento delle attuali barriere commerciali all’importazione. Per poter rimanere a lungo concorrenziali, i frutticoltori giapponesi devono continuare a produrre merce di elevato valore qualitativo, appartenente a varietà accessibili in via esclusiva, ottenute dal lavoro di miglioramento genetico eseguito “in proprio”. Perciò tale settore è particolarmente attivo. Nel corso del viaggio di studio sono stati visitati i 5 più importanti istituti di ricerca di Akita, Aomori, Gunma, Morioka e Nagano. 50 anni L ciata nel 1962. In Giappone l’unico mutante di Fuji registrato è Beni Shogun, secondo un accordo tra gli operatori della frutticoltura nessun altro clone è stato o verrà registrato. Oltre 5 generazioni di genetisti hanno lavorato presso questo istituto, sviluppando varietà note, quali Akane (Jonathan x Worcester Pearmain) e Sansa (Gala x Akane). Gli attuali obiettivi del miglioramento sono rappresentati dalla resistenza alla ticchiolatura, dall’habitus colonnare, l’aspetto attraente, le caratteristiche gustative, la bassa suscettibilità alla cascola preraccolta e al marciume interno. Dal programma di miglioramento genetico dei portinnesti è derivata, da un incrocio Malus prunifolia x M9, la serie JM (Japan Morioka), resistente all’afide lanigero. L’obiettivo di tale incrocio consisteva nella combinazione tra la debole vigoria di M9 e la semplice moltiplicazione di Malus prunifolia attraverso talea autoradicante. Di un certo rilievo appaiono i portinnesti JM1 e JM7, caratterizzati da una vigoria intermedia tra M9 ed M26. Il programma di miglioramento genetico è partito, a Nagano, nel 1970 ed in oltre 30 anni sono state sviluppate ben 6 varietà: Takane (Redgold a libera impollinazione), Shinano Gold (Golden Delicious x Senshu), Shinano Sweet (Fuji x Tsugaru), Shinano Red, Shinano Piccolo (Golden Delicious x Akane) e Shinano Dolce (Golden Delicious x Senshu). Insieme con la varietà Akibae, a colorazione rossa e ottenuta da privati, Shinano Gold (mela gialla compatta) e Shinano Sweet (mela molto aromatica) - definiti “Shinano Brothers” - stanno conseguendo un grande successo per quanto riguarda i nuovi impianti. Anche Aomori ha una lunga tradizione, in fatto di miglioramento genetico: in questa prefettura, infatti, sono state ottenute Mutsu (Golden Delicious x Ingo) e Tsugaru (Golden Delicious x Jonathan). Gli attuali obiettivi sono rappresentati dall’autodiradamento (con Akane in qualità di varietà parentale), dalla resistenza all’Alternaria, alla ticchiola162 Tabella: spettro varietale in Giappone. Produzione 2005 Varietà t % Fuji 453.200 55 Tsugaru 100.900 12 Jonagold 73.500 9 Orin 73.400 9 Mutsu 15.700 2 Hokuto 18.900 2 Sensyu 15.300 2 Jonathan 10.600 1 9.070 1 48.330 6 Red Delicious Altre Totale 818.900 tura e al cancro da Valsa, oltre che dall’habitus colonnare con accrescimento in verticale ed elevata conservabilità. Nella prefettura di Akita è a dimora l’80% dei meleti di Fuji: qui lo scopo del miglioramento consiste nell’ottenimento di una varietà con maturazione anticipata rispetto alla varietà principale. La varietà che al momento offre i migliori risultati è Akita Beni Akari (dal giapponese: luce rossa), molto dolce e caratterizzata da una tipica rugginosità delle lenticelle. Nella prefettura Gunma molto marcata è la commercializzazione diretta – dal produttore al consumatore – e dunque si cerca di completare un assortimento con varietà a maturazione da molto precoce a tardiva. Un ulteriore importante obiettivo è rappresentato dall’aroma della mela. In Giappone, accanto ad altri istituti di ricerca meno importanti, anche alcuni privati sostengono il miglioramento genetico. Degne di essere ricordate sono le varietà Aikano Kaori, Ryoka, Orin, Toki, oltre alla succitata Akibae. Alla biologia molecolare viene riconosciuto, a Morioka, Nagano e Aomori, un elevato valore. I progetti di ricerca concernenti i marcatori mo- lecolari, ma anche il settore dell’ingegneria genetica, si occupano di trovare nuovi spunti nella metodologia del miglioramento genetico. A Tsukuba, la “città della scienza” fondata 20 anni fa (oltre 20.000 scienziati) è attualmente in corso un progetto globale per la costituzione di una collezione di germoplasma di tutti i fruttiferi. L’utilizzo commerciale delle nuove varietà giapponesi è, per diversi motivi, più realistico in Europa che negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda, in Australia, in Cina o in Corea. Si teme il pericolo di una moltiplicazione illegale in Cina ed in Corea e numerose sono le disposizioni protezionistiche (ciò significa che il Giappone ha deciso di produrre in proprio le proprie varietà e commercializzarle nel proprio Paese, senza rischiare che dall’estero vengano importate varietà giapponesi). L’Europa è molto lontana ed il rischio che esporti verso il Giappone è senz’altro più contenuto. RINGRAZIAMENTI Il nostro più sentito ringraziamento va a Hiroo KOIKE, ex direttore dell’Istituto Sperimentale di Nagano, che ha organizzato il viaggio e ci ha accompagnati durante le visite.