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Volontari con la valigia - Seven

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Volontari con la valigia - Seven
Davide di Pietro Erika Lombardi
Volontari con la valigia
Proposte di solidarietà internazionale per over 55
Lunaria
European Commission – Socrates programme - Grundtvig Action
Auser
Municipality of Rome
Legambiente
AVSO - Belgium
EURAG Austria
CEAS72 France
UNIV. Liverpool - UK
DEMA - Spain
YAP CFD - Gemany
Sommario
Volontariato internazionale e dintorni
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Volontari Senior
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IL PROGETTO “MOBILITY 55”
Partire
I PROGETTI E LE COMPETENZE RICHIESTE
PERIODI E LOCALITÀ
VITTO E ALLOGGIO
LA QUESTIONE DELLA LINGUA
IL VIAGGIO
L’ASSICURAZIONE
Accogliere
CHI PUÒ OSPITARE I VOLONTARI SENIOR E PERCHÉ
PREPARARE IL PROGETTO - SCHEDA DELLE INFORMAZIONI
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Alcuni progetti realizati nel 2002
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Materiali
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INDIRIZZI UTILI
GLOSSARIO
BIBLIOGRAFIA
LUNARIA
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Volontariato internazionale e dintorni
Sono più di tre milioni gli italiani che ogni anno dedicano una parte del proprio
tempo ad attività di solidarietà e volontariato.
E’ però vero che volontariato significa molte cose diverse. E’ definita volontaria
qualsiasi attività di solidarietà sociale svolta gratuitamente, e generalmente in forma
organizzata, a favore della collettività.
Questa guida si occupa di un genere particolare di volontariato, quello internazionale, che alla difesa e alla promozione dei diritti sociali, civili, politici di tutti affianca
il desiderio di conoscenza di un’altra cultura e mette dunque al centro la funzione conoscitiva e educativa svolta dall’incontro con l’altro.
Storicamente l’idea di unire il volontariato, inteso nel senso ampio di impegno civile a favore della collettività, e conoscenza di altre culture, nasce in Europa subito dopo la tragedia della prima guerra mondiale.
Questa prima esperienza vedeva la partecipazione di volontari di paesi che avevano combattuto su opposti fronti, per lavorare alla ricostruzione di alcune case distrutte dai bombardamenti. Da allora si sono sviluppate migliaia di
iniziative a carattere internazionale con il doppio scopo di portare aiuto e testimonianze di
solidarietà concreta in situazioni di difficoltà.
A questo proposito, esistono esperienze molto diverse. Per prima cosa quindi dobbiamo
comprendere le differenze tra diversi tipi di volontariato internazionale:
La cooperazione allo sviluppo è la forma più comunemente conosciuta. Organizzazioni non governative progettano e realizzano interventi di aiuto allo sviluppo, o di
soccorso in caso di emergenza, nei paesi del Sud del mondo (comunemente America
Latina, Africa e zone dell’Asia). Chi li gestisce sono i volontari internazionali, che di
solito non hanno specializzazioni particolari, e i cooperanti, cioè professionisti con
competenze specifiche.
I partner per lo sviluppo sono invece organizzazioni di professionisti che offrono
le proprie competenze per progetti di cooperazione. Si tratta quindi di interventi brevi
(non più di 3 mesi) in paesi del sud del mondo o in zone svantaggiate dell’Europa, e
ad alto contenuto professionale. Vengono solitamente coinvolte persone appena
uscite dal mercato del lavoro, anche qui con competenze molto specifiche.
I campi di lavoro volontario a breve termine (2/3 settimane) rispondono meglio
ad un’esigenza di prima formazione, di scambio culturale, di educazione alla solidarietà e coinvolgono soprattutto i più giovani. Sono esperienze brevi, di partecipazione
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ad un piccolo progetto studiato in collaborazione con comunità locali, associazioni,
gruppi di base, cooperative. Si tratta dunque di un’esperienza di vita comunitaria: per
tutta la durata del campo si dividono tutti gli aspetti della vita quotidiana in gruppi
formati da circa 10/15 volontari internazionali: spesso si è gli unici rappresentanti del
proprio paese. Per parteciparvi non vengono richieste competenze particolari.
Lo stesso tipo di esperienza, ma per periodi più lunghi, è offerta dal volontariato a
medio termine (MTV 1-6 mesi) e lungo termine (LTV 6 mesi - 1 anno). Questo permette di unire impegno civile e sociale all’esigenza di viaggiare entrando realmente in
contatto con le comunità locali e in una dimensione interculturale. In questo caso
non si tratta necessariamente di un’attività di gruppo: si parte singolarmente e si diventa parte integrante del progetto che ci ospita.
Proprio di queste due ultime forme di volontariato internazionale si occupa questa
guida con l’intenzione di favorirne la diffusione anche tra le persone che, pur non essendo più “giovani”, sono però interessate a mettersi in gioco e a fare esperienze che
conciliano la scoperta di nuove culture con la realizzazione di attività socialmente utili.
Siamo infatti convinti che tutti i valori che queste forme di volontariato internazionale veicolano - impegno civile, cittadinanza attiva, curiosità per altre culture, il viaggio come momento di conoscenza dell’altro e non come conferma di quello che già si
sa - siano attraenti ed efficaci per tutti, non solo per i giovani. Anzi riteniamo che lo
siano soprattutto per coloro che, avendo superato i 55 anni, da un lato costituiscono
una risorsa immensa di sapere e competenze, dall’altro si chiedono se davvero hanno
visto e fatto tutto, oppure se possono ancora imparare o conoscere ancora.
Le informazioni, i consigli, le testimonianze che trovate in queste pagine sono stati
raccolti nel corso del progetto “Mobility 55” che ha permesso a 30 persone over 55 di
partecipare a un’esperienza di volontariato all’estero nell’estate del 2002. Il successo
del progetto ci induce a pensare che il volontariato internazionale è un’esperienza valida per tutte e per tutti. Buona lettura!
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Volontari Senior
Il progetto “Mobility 55”
Mettersi in discussione non è facile per nessuno: non lo è per i giovani condizionati
sempre più da una cultura che non concede deroghe ai “fallimenti” e ancor meno per
chi, passati i 55 anni, “ormai” ritiene di avere pochi dubbi e molte certezze. Poiché alla
cosiddetta “formazione permanente” ci crediamo davvero, ci siamo chiesti se le opportunità di impegno civile e sociale e di conoscenza di nuove culture offerte dal volontariato internazionale, non possano costituire uno strumento efficace per promuovere e stimolare la “cittadinanza attiva” delle persone che hanno superato i 55
anni o che comunque sono fuori dal mercato del lavoro.
Da questo dubbio è nato il progetto transnazionale che abbiamo ideato e intitolato
“Mobility 55”, di cui questa guida è parte integrante, realizzato grazie al contributo
del programma Socrates della Commissione Europea e del Comune di Roma.
Cos’è
E’ un progetto che ha avuto come obiettivo quello di verificare la possibilità, per le
persone con più di 55 anni, di valorizzare le conoscenze e le competenze acquisite, di
essere cittadini attivi e di “rimettersi in gioco” attraverso attività di volontariato internazionale. Il progetto è stato selezionato e co-finanziato dalla Commissione Europea
nell’ambito del Programma Socrates, Azione Grundtvig, che favorisce i processi di apprendimento durante tutto l’arco della vita.
Obiettivi
Il progetto intendeva verificare il livello di propensione alla mobilità all’interno dell’Unione europea nei cittadini pensionati, o comunque con più di 55 anni. L’obiettivo
era quello di sviluppare le proposte formative volte a realizzare una diffusa cittadinanza attiva ed europea che valorizzasse gli uomini e le donne usciti dal mercato del
lavoro ma ancora in possesso di energie fisiche ed intellettuali da condividere e desiderosi di acquisire o rafforzare conoscenze personali e collettive.
Strategia
Nell’estate del 2002 un gruppo pilota di circa 30 persone over 55 di diversi paesi
europei ha avuto la possibilità di svolgere un’esperienza di volontariato all’estero di
uno/due mesi. Parallelamente è stata avviata una ricerca sulle opportunità per loro di
fare volontariato all’estero. Questa guida è uno dei prodotti di questo progetto. Ci teniamo a sottolineare che non avremmo potuto scrivere questa guida senza la preziosa collaborazione di tutti i volontari e le volontarie che hanno accettato di prendere
parte alla fase di test. A tutte e a tutti: Grazie!
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Partire
I progetti e le competenze richieste
“…Personalmente non sono in grado di valutare se, e quanto, questa mia esperienza
sia stata di una qualche utilità agli altri (nel merito possono esprimersi con maggiore
competenza i responsabili del progetto), ma per quello che riguarda la mia crescita
personale considero questa esperienza di vita decisamente positiva, sia sotto il profilo
della socializzazione, dell’apertura a nuovi contatti umani, che della motivazione a
nuovi apprendimenti…”
Giuliana, volontaria italiana in l’Austria.
“…Si desidera solo utilizzare l’esperienza di persone uscite dal mercato del
lavoro ma ancora in possesso di energie fisiche e intellettuali notevoli in
modo tale che non si sentano esclusi dalla società; o si desidera anche
favorire l’integrazione tra culture e generazioni diverse?…”
Filippo, volontario italiano in Germania
“…Nel mio bagaglio a mano avevo un po’ di tutto: macchinetta moka
bialetti, caffè, orzo, biologici, un panforte nonché un barattolo di carciofi
alla romana, un altro di zafferano e altre amenità necessarie a compensare
l’agghiacciante verità: NON CONOSCO IL FRANCESE, NON CONOSCO IL COMPUTER.
Cosa ne faranno di me? Cosa me ne farò di loro?…”
Valbruna, volontaria italiana in Francia
Per partecipare a queste iniziative di volontariato internazionale non sono richieste
competenze particolari, solo una buona motivazione, voglia di mettersi in gioco ed un
certo spirito di adattamento. Veniamo subito a uno dei cardini di questo programma.
L’idea è che chiunque può partecipare a qualunque progetto purché lo reputi interessante: in altre parole se avete passato l’esistenza dietro una scrivania ma non sapete tenere in mano un rastrello potreste comunque partecipare a un progetto di agricoltura biologica, a condizione che la cosa vi interessi.
Chi ha stirato camicie tutta la vita, potrebbe essere attratto dal lavoro di animazione con i bambini così come un ex-pugile potrebbe volersi cimentare nell’apertura di un nuovo sentiero in alta montagna.
Le domande più frequenti a questo punto sono due:
Ma che “aiuto” posso dare se sono il primo a dover imparare il lavoro da fare?
Assioma fondamentale del volontariato internazionale: i volontari non devono rubare
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lavoro salariato alla manodopera locale. Può sembrare una fesseria ma se foste un’operatrice che lavora con i bambini disabili, che cosa pensereste se la vostra cooperativa vi licenziasse per “arruolare” dei volontari che magari vengono dall’estero? Questa si chiama
concorrenza sleale (se non incitazione alla xenofobia) e a noi francamente non interessa.
Chiariamoci dunque sulla questione “aiuto”: se un’organizzazione deve riparare la
propria sede, chiamerà dei tecnici, li pagherà e avrà un lavoro eseguito a regola d’arte. Un volontario che viene da un altro paese rappresenta piuttosto una risorsa importante in termini di apprendimento interculturale per un progetto: il lavoro che
eseguirà, di supporto alle attività quotidiane, sarà sicuramente importante ma lo è
anche la sua presenza. La sua “diversità” rappresenta un valore in sé da non trascurare. Una persona che si è lasciata alle spalle i 55 anni rappresenta un patrimonio di
esperienze utili da trasmettere anche se non riguardano lo specifico compito da eseguire: questo è ancora più vero nel caso in cui nel progetto sono coinvolti dei giovani: lo scambio intergenerazionale è infatti uno degli obbiettivi del programma.
Le competenze che ricerchiamo non sono tanto legate alle capacità manuali quanto
a quelle umane: sapersi mettere in relazione con gli altri, capacità di ascolto, abilità
nella trasmissione di esperienze e tutte quelle capacità che solo l’esperienza ci insegna.
E infine non nascondiamoci dietro un dito: chi fa volontariato, lo fa anche per se
stesso: aiutare gli altri è sicuramente un bel modo di pensare a se stessi, ma è pur
sempre la soddisfazione di un nostro impulso. E forse è giusto che sia così.
Ma perché devo partire da, poniamo, Caltanissetta per andare in Germania ad occuparmi dei bambini? Non possono
badare ai bambini i volontari tedeschi?
A stretto rigore di logica questa domanda è più che legittima.
In Germania e in Francia ad esempio, il numero dei volontari attivi è superiore a quello che c’è da noi e dappertutto ci sono volontari disponibili a livello locale. Per tagliare una siepe, piantare un chiodo in un centro giovanile o raccontare una favola a un bambino disabile, nessuno sta aspettando
noi – e meno male. Dobbiamo dunque fare riferimento a quanto già detto sopra rispetto alla nostra “utilità”: addirittura la presenza dei volontari stranieri può, almeno all’inizio, rappresentare un peso per le strutture di accoglienza.
Se non credete che il confronto tra culture diverse, migliori sia voi che quelli con
cui entrate in contatto e se non credete che la costruzione di un mondo un po’ meno
incivile passi attraverso il confronto e la conoscenza dell’altro, forse tutto questo a
voi non interessa. Il che è del tutto legittimo.
Se invece siete almeno incuriositi da queste idee bizzarre, forse può valere la pena
continuare a capire come funziona questo programma.
I progetti in cui i volontari possono essere inseriti possono essere di diversi tipi:
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• sociali: assistere soggetti svantaggiati, inserirsi in attività di istituti per minori,
anziani, disabili, accompagnare persone in difficoltà, insegnare mestieri a ragazzi
a rischio, ecc.
• ambientali: monitorare aree verdi, ripulire spiagge o parchi, restaurare siti di
particolare interesse storico, accompagnare attività di educazione ambientale o
alle energie rinnovabili, ecc.
• culturali: aiutare ad organizzare festival o eventi, aiutare enti non profit nel
loro lavoro di ufficio e nell’organizzazione di campagne, ecc.
A titolo di esempio includiamo nella parte terza la descrizione di tre progetti (uno
per ogni area) proposti ai volontari nell’estate 2002.
Periodi e località
“Inizialmente abbiamo avuto modo di considerare una serie di progetti in vari paesi
d’Europa che prevedevano diverse tematiche di lavoro molto interessanti. Li abbiamo
analizzati tutti e alla fine il fattore della lingua ci ha spinto a decidere per Roma, oltre
alla simpatia per l’Italia dove il nostro lavoro poteva essere più proficuo.”
Maria e Amada, volontarie spagnole in Italia
“Da tempo desideravo fare una esperienza di volontariato residenziale, e quando ho
letto il programma di Schlowe mi è sembrata l’occasione giusta. Sia perché studio il
tedesco, sia perché amo la natura ed i bambini. Ed il lavoro non mi spaventa.
Con grossi sforzi di organizzazione familiare, sono quindi partita”
Gerarda, volontaria italiana in Germania
Il pregiudizio e la scelta della località
In teoria questo tipo di attività può essere organizzato ovunque.
Lo scambio dei volontari dell’estate 2002 ha visto coinvolti 5 paesi
dell’Unione Europea – Spagna, Francia, Austria, Germania e Italia. I
progetti erano localizzati sia in zone rurali che urbane. Il valore interculturale di cui già si è detto, non cambia se si va a Parigi, Roccella Jonica o nella foresta nera. Spesso però si hanno delle preferenze, un po’ perché
nel tale posto già ci si è stati e si vorrebbe ritornare, un po’ perché si dice che nel tale
paese le persone siano aperte e calorose, o magari riservate ma ospitali, e così via.
E’ giusto che sia così e vi consigliamo di assecondare i vostri desideri nella scelta di una
destinazione. Quando parliamo di esperienza interculturale ci riferiamo anche a una delle
caratteristiche più efficaci di questo programma: l’abbattimento dei propri pregiudizi.
I Tedeschi sono dei gran lavoratori, i Francesi amano la buona cucina, gli Spagnoli
farebbero sempre fiesta, gli Italiani non mangiano che spaghetti e adorano la mamma. Questi sono alcuni dei più comuni stereotipi: la tendenza a generalizzare e ad at9
tribuire determinate caratteristiche a gruppi di persone ritenuti omogenei è purtroppo molto diffusa e una “tentazione” a cui non sfugge nessuno di noi. Ma il contatto
con le persone in carne ed ossa rivela che tutti siamo diversi e che la categoria generalizzante di “italiani”, “francesi”, “migranti”, “omosessuali” ecc. non è sufficiente a
dare conto della molteplicità di idee, identità, esperienze, personalità, comportamenti
che caratterizzano inevitabilmente ciascun membro del gruppo. Parlare con un Italiano pensandolo come un potenziale mafioso che al massimo può cantare ‘o sole mio,
o dialogare con un Francese convinti che qualunque cosa dica e faccia è un nazionalista e come tale alla fine si comporterà, è un’evidente mancanza di rispetto verso
l’interlocutore, ma in fondo anche verso la nostra intelligenza che si mette a riposo
facendo lavorare solo il nostro stereotipo.
Ovunque andiate dunque tenete sempre sotto controllo i vostri stereotipi e aprite
bene occhi e orecchie: scommettiamo che rimarrete stupiti?
“Casa dolce casa”
Quando abbiamo ideato questo programma pensavamo di proporre ai volontari dei
periodi variabili dai 3 ai 6 mesi. Ci siamo subito scontrati con la realtà: la maggior
parte dei volontari hanno troppi impegni familiari e, in genere, non se la sentono di
assentarsi per periodi così lunghi. Il programma è stato dunque ricalibrato
su queste esigenze. E’ stato proposto un periodo variabile dai 20 ai 60
giorni. Per meno tempo probabilmente non ne varrebbe neanche la pena.
Prima di partire cercate di non lasciare troppa infelicità dietro di voi: garantite l’acqua alle piante, il cibo al gatto, rassicurate i vostri cari che non
siete impazziti all’improvviso, chiarite bene loro che cosa state per fare e
che telefonerete e scriverete spesso (poi per favore fatelo)…
Il volontariato internazionale e la legione straniera
Una cosa importante: non prendete questa esperienza con lo spirito di chi parte
per la legione straniera. Se vi è capitato qualcosa di grave di recente o se cercate di
scappare da qualche situazione difficile, evitate di partecipare a un progetto di volontariato all’estero. Se il problema è nella vostra testa ve lo porterete dietro ovunque
andate. Spesso i progetti di accoglienza hanno sufficienti difficoltà per conto loro.
Siate onesti e chiari con voi stessi: altrimenti avrete ottime possibilità di trovarvi male
e nella migliore delle ipotesi far perdere tempo a tutti quanti.
“…”: l’interruzione del progetto
Tutti sbagliamo. A tutti è capitato di fare una scelta errata e allo stesso tempo non
sempre quello che organizziamo ci riesce a puntino. A volte ci aspettiamo una cosa e
ne troviamo un’altra oppure ci si può accorgere che una cosa non ci interessa solo
quando la stiamo vivendo. Questa guida servirebbe ad evitare tutto questo, ma non è
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possibile prevedere tutte le situazioni – e in fondo è anche poco interessante. Fatta
salva la buona fede dell’organizzazione ospitante e del volontario ospitato, ci possono
essere mille ragioni per cui un volontario decida di interrompere il progetto: non sentitevi dei falliti e per quanto possibile non cercate di far sentire così qualcun altro. E’
importante che il volontario concordi con l’organizzazione di invio e di accoglienza
l’interruzione di un progetto. Cercate di analizzare e spiegare le motivazioni della
scelta sia per evitare fraintendimenti sgradevoli sia perché può risultare estremamente utile per tutti capire gli errori per non ripeterli in futuro.
Vitto e alloggio
“La socia del GEFAS che mi ospitava è stata come di più non poteva essere, gentile e
disponibile, premurosa, solare, mi sono sentita come a casa mia, anche se la distanza
della casa dal centro mi ha condizionato molto, perché non solo era in periferia, ma
anche abbastanza distante dalla fermata del tram.”
Maria, volontaria italiana in Austria
“Con tutti i prodotti del luogo, l’unico pasto possibile vi sembrano
legumi in scatolame o pomodori e quanto altro? Ma non voglio
dilungarmi perché ancora ho lo stomaco fuori posto”
Riccardo, volontario italiano in Italia
Da bambini ci spiegavano che fra mangiare una determinata minestra
e gettarsi da una più indeterminata finestra il passo era piuttosto breve.
Vorremmo essere un po’ meno estremi ma ribadire grosso modo lo stesso concetto:
in alcuni progetti si ha la possibilità di cucinare e lì forse è più semplice, perché potrete organizzare il menù a vostro piacimento, a parte il fatto che non tutto quello a
cui siamo normalmente abituati è disponibile. Spesso però – specialmente in situazioni di vita comunitaria – qualcun altro cucinerà per noi: non tutti siamo nati cuochi e
non sempre le persone giuste sono al posto giusto. Partire con la borsa piena di prelibatezze nostrane – alla Totò per intenderci – potrebbe essere un’idea, ma forse decidere di correre il rischio di un drastico cambiamento della propria dieta può comunque far parte dell’esperienza; e non è detto che debba andare per forza male. Nei casi
più drammatici potete sempre proporre la vostra cucina. Tanto ormai l’avrete capito
che lo spirito di adattamento è un requisito fondamentale.
Un alloggio dignitoso viene sempre garantito. Può capitare di dover dividere la
stanza con qualcun altro. A volte si è ospitati in famiglia, altre dalla comunità titolare
del progetto. Anche qui una certa dose d’adattamento è richiesta: se avete dei problemi specifici rispetto a questo è fondamentale che lo facciate sapere prima di partire, in modo che eventuali richieste possano essere accolte.
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La questione della lingua
“Il problema della lingua è stato superato senza particolari difficoltà. Nonostante le
mie carenze linguistiche (due parole d’inglese da parte mia e qualche parole d’italiano
da parte dei miei ospiti) i messaggi sono stati recepiti in modo sufficientemente chiaro
e soddisfacente. Il lavoro al quale sono stata adibita non richiedeva, peraltro,
particolari competenze linguistiche.
Ritengo, comunque, che altrettanto utile, se non determinante, oltre alla lingua, sia una
buona dose di autonomia personale e capacità di gestire se stessi in situazioni diverse”
Giuliana, volontaria italiana in Austria
“I volontari sono prevalentemente italiani e francesi. Si parla in italiano tra noi, viene
normale; in francese con i francesi, anche questo viene normale, e si parla inglese per
1 unico giapponese presente.
La lingua ufficiale, in un campo internazionale, è l’inglese. Lo sforzo per me è tale, che
non mi viene più normale andare a cercare interlocutori tedeschi. Ed il mio linguaggio
è vieppiu un amalgama di tutto, senza essere niente di preciso”
Gerarda, volontaria italiana in Germania
In Italia si parla l’Italiano, negli altri paesi Europei no.
Questa semplice considerazione è sufficiente a far autoescludere da questa esperienza molte persone. Comunicare
in una lingua diversa dalla nostra non è impresa da poco.
Se non lo abbiamo mai fatto può sembrare un’impresa ciclopica. Se avete una conoscenza anche scolastica della
lingua Inglese (o di un’altra lingua parlata nel paese di accoglienza) sicuramente partite avvantaggiati. La fase prepartenza potrebbe essere un buon momento per frequentare quel corso di lingua che avete sempre rimandato, oppure per risentire la simpatica
coppia di tedeschi o americani conosciuti in vacanza l’anno scorso. Va sottolineato che se
parlate cinque lingue ma non avete voglia di comunicare con nessuno le cose non vanno
molto meglio.
Come già detto l’idea del programma è quella di dare l’opportunità a tutti di poter
fare quest’esperienza: riteniamo tuttavia che non sia una buona idea avventurarsi
senza nessuna conoscenza della lingua del paese che vi ospita o almeno dell’Inglese,
che un po’ tutti masticano. Chi non parla nessuna lingua e non ha nessuna voglia – o
possibilità - di impararne una, potrebbe verificare la possibilità di un periodo di volontariato in Italia, tanto per cominciare, e poi se vi dovesse venire la voglia di avventurarvi oltre confine se ne potrebbe parlare l’anno successivo.
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Il viaggio
Il viaggio iniziato da Roma con Gerarda “altra senior” è stato piuttosto
laborioso: attesa a Bruxelles di circa due ore per l’aereo per Berlino,
soppressione, causa di un fulmine, del treno per Sternberg per circa 12
km, con arrivo a destinazione nella nottata.
Enrica, volontaria italiana in Germania
Il viaggio per arrivare a destinazione è stato molto faticoso, ho dovuto cambiare treno
molte volte e salire e scendere per le scale della stazione è molto pesante.
All’ultima stazione infine qualcuno ti aspetta, perché non c’è nessun mezzo che ti
collega a Schlowe.
Grazia, volontaria italiana in Germania
Una parte importante dell’esperienza è costituita dal viaggio per arrivare al luogo
di destinazione. Normalmente si viaggia da soli o al massimo in coppia: vi vengono
date le istruzioni precise su come arrivare al luogo del progetto, inclusi tutti i numeri
di telefono da contattare in caso di emergenza, poi sta a voi raggiungere la destinazione finale.
Il modo più sicuro per non avere problemi quando si viaggia è rimanersene a casa.
Niente e nessuno può garantirvi che spostandosi dal punto A al punto B non incorrerete in nessun imprevisto: per certi versi è anche il bello del viaggiare.
Però si possono dare alcuni suggerimenti per cercare di anticipare almeno gli imprevisti più comuni. Fra i tanti ne abbiamo selezionati due che ricorrono con una certa frequenza.
Perdere una coincidenza
Aereo, treno o autobus che sia, l’esperienza di perdere una coincidenza è stata provata da tutti nella vita. Portate con voi i numeri di telefono per poter avvertire i responsabili del progetto che ritarderete. Se qualcuno vi aspetta in aeroporto o alla
stazione ferroviaria di arrivo non si preoccuperà e non starà ad aspettare voi tutto il
giorno, con conseguente arrabbiatura: un ospite irritato non è esattamente il modo
migliore per cominciare.
Perdere il bagaglio
Se viaggiate in aereo, tenete presente che secondo le ultime
statistiche è intorno al 5 per cento il numero dei bagagli che
prende una destinazione diversa da quella del passeggero. Può
dunque succedere. Il consiglio può sembrare superfluo: portatevi
un cambio nel bagaglio a mano, le medicine importanti e tutto
quanto può servirvi per le prime 48 ore. Soprattutto non fatevi
prendere dal panico: non è la sfortuna che si accanisce contro di
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voi, ma un sistema complesso non sempre impeccabile: capita a tutti di sbagliare, sfido
chiunque a smistare migliaia di valigie al giorno…
Tutti gli aeroporti sono attrezzati con appositi uffici che sapranno dare l’assistenza
necessaria, e qualcuno che parla una lingua comprensibile lo troverete facilmente.
Siate collaborativi e il bagaglio vi dovrebbe essere restituito al massimo entro 48 ore.
Può darsi iche qualcuno venga a prendervi, ma può succedere che proprio quel giorno tutti abbiano da fare: non consideratela una scortesia e piuttosto datevi da fare per
capire il sistema locale di trasporti. Spesso sufficienti informazioni possono essere ottenute prima della partenza: internet da questo punto di vista può essere utile.
L’assicurazione
Apriamo questo paragrafo con la speranza e l’auspicio che non serva a nessuno.
Tutti i volontari sono assicurati per infortuni e responsabilità civile per incidenti che
possono accadere durante il servizio. Non per il viaggio e nemmeno per qualsiasi incidente capiti durante il tempo libero. Se vi date una martellata su un dito mentre costruite la staccionata di un sentiero di alta montagna, l’assicurazione vi copre, ma se
mentre siete in discoteca vi cade la palla di vetro sulla testa, ci saranno delle difficoltà a farvela rimborsare (la testa, non la palla di vetro), a meno che non si dimostri che
eravate in discoteca per servizio – accompagnavate un gruppo di ragazzi disabili ad
esempio. Chiaro? L’assicurazione funziona su rimborso, quindi prima anticipate tutte
le spese e al vostro ritorno, a fronte di tutte le pezze giustificative, verrete rimborsati.
Ricordate che in tutti i paesi dell’Unione Europea avete diritto alla stessa assistenza
sanitaria di cui godete nel vostro paese. E’ sufficiente produrre il modulo E111 presso
la A.S.L. più vicina. Se invece avete un assicurazione personale, allora in caso di incidente varrà la vostra, che comunque non è cumulabile con quella offerta dal programma. Vi ricordiamo ancora una volta che il programma non copre l’assicurazione
durante il viaggio, alla quale se vorrete dovrete provvedere da soli.
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Accogliere
Chi può ospitare i volontari senior e perché.
Se lavorate presso un’associazione culturale, di protezione dell’ambiente, in un’organizzazione di quartiere o in una casa di riposo; se siete operatori di un centro diurno che accoglie persone svantaggiate, o di un centro per lo sviluppo di energie alternative, potreste essere potenzialmente interessati ad accogliere volontari senior.
I volontari possono partecipare a progetti promossi da enti locali, centri sociali, enti
parco, a progetti intergenerazionali all’interno di strutture scolastiche, di manutenzione per la protezione di aree protette, o zone archeologiche.
Come avrete capito, sono molte le attività possibili nell’ambito del servizio di volontariato internazionale. La cosa più importante è l’apertura dell’organizzazione di
accoglienza allo scambio interculturale.
I volontari adulti possono rappresentare un’ottima risorsa per la vostra organizzazione: non solo perché danno una mano al lavoro quotidiano, ma anche perché sono
portatori di una ventata di novità per lo staff e i volontari locali: può essere interessante per i soci della vostra organizzazione condividere la quotidianità con i volontari
stranieri senior, programmando insieme le attività, confrontando le diverse esperienze
di vita, ma anche i diversi modi di cucinare, visitando le zone circostanti, il tutto comunicando in diverse lingue.
L’idea è che entrambi le parti (ospitati e ospiti) siano coinvolte in un processo di
educazione interculturale, inteso come potente strumento per capire
la complessità delle relazioni tra popoli e culture diverse, oggi indispensabili per la costruzione di una società fondata sui principi di pace, solidarietà e convivenza. In questo tipo di proposta, l’educazione
interculturale punta al riconoscimento della diversità anche a partire
da elementi quotidiani come il cibo, l’alloggio e il viaggio.
In un manuale di formazione del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea si legge che l’apprendimento interculturale “può essere una delle chiavi per aprire le porte di una nuova società. Possiamo intenderlo come un arricchimento: non solo come momento di crescita personale ma anche come
qualcosa che può avere un impatto positivo nella costruzione delle nostre società. (...)
Non lusso di pochi eletti che lavorano in un contesto internazionale, ma riflessione
importante sul come viviamo nelle nostre società”.
In genere i giovani sono i destinatari principali dell’educazione interculturale, ma
noi riteniamo che anche gli adulti debbano esserlo. Anzitutto perché questi, di fatto,
gestiscono la società, svolgono un ruolo centrale nei processi di cambiamento e sono
portatori di valori per le nuove generazioni; in secondo luogo perché l‘esperienza degli adulti costituisce (in positivo o in negativo) un punto di riferimento per i giovani e
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dunque condiziona la loro crescita culturale più di qualsiasi strumento didattico.
In questa prospettiva l’elemento intergenerazionale dello scambio assume un’importanza fondamentale. Quando volontari adulti e giovani lavorano fianco a fianco, si
moltiplicano le possibilità di crescita per entrambi. Gli adulti
trasmetteranno le loro competenze e le proprie esperienze,
sentendosi utili e motivati. I giovani avranno l’opportunità di
confrontarsi con persone mature nella quotidianità del lavoro
volontario. Ci sono infatti poche opportunità di relazione, non
gerarchica e strutturata, tra giovani e adulti nella nostra società, al di fuori dei contesti familiari.
E’ molto importante prevedere la figura di un tutor, preferibilmente un membro dell’organizzazione, che si prenderà cura
del nuovo volontario (o dei nuovi volontari). Fra i compiti del tutor: accogliere il volontario al suo arrivo, se possibile alla stazione, supervisionare il vitto e l’alloggio, illustrare le sue mansioni all’interno del progetto, aiutarlo a stabilire relazioni con le persone residenti e lo staff, trovare soluzioni opportune ad eventuali inconvenienti,
mantenere i contatti con l’organizzazione di invio per il monitoraggio e la valutazione
del progetto. In definitiva, è necessario che il volontario abbia un referente da contattare in caso di bisogno.
Se vi sta venendo in mente di ospitare un volontario senior, dovete tenere presente
che questo vi verrà inviato da quella che in gergo tecnico si chiama “Organizzazione
d’invio”, voi al contrario verrete indicati come “Organizzazione di accoglienza”.
L’organizzazione di invio sarà per voi una garanzia, perché:
• I potenziali volontari prima saranno selezionati e, successivamente, verranno
preparati e informati circa i loro compiti e doveri nell’ambito del progetto, garantendo così all’organizzazione d’accoglienza di non ricevere persone con scarsa motivazione o inadatte al progetto.
• L’organizzazione di invio potrà aiutarvi a definire le attività da proporre, garantirà l’idoneità del volontario, e allo stesso tempo si accerterà che il volontario possa
essere ospitato adeguatamente.
Questo rappresenta una sicurezza anche per il volontario, che troverà così un’organizzazione d’accoglienza seria, e sostegno nel caso si trovi in situazioni di difficoltà.
Trovate un elenco di organizzazioni d’invio nella sezione “materiali”.
Preparare il progetto - Scheda delle informazioni.
Per capire cosa serve per preparare un progetto, vi proponiamo un esercizio. Elenchiamo di seguito una serie di punti che sono necessari per dare le informazioni essenziali ai volontari.
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Quando sarete in grado di dare esaurienti informazioni su tutti i punti, sarete probabilmente anche pronti ad accoglierli adeguatamente.
Nome del progetto: è importante, perché i volontari si riferiranno al progetto col
suo nome. Fondamentale se si propone più di un progetto.
Durata del progetto, data di inizio e fine: espressa in numero di settimane o di
mesi. Indicate la data esatta di arrivo e di partenza del volontario, indicandone -se il
caso- la possibile flessibilità. Sebbene una certa flessibilità sulle date sia normalmente
apprezzata dai volontari, il consiglio è quello di indicare date fisse: facilita l’organizzazione del progetto. Specificate inoltre se ci sono più turni.
L’organizzazione: è utile fornire ai volontari, che probabilmente venendo da molto
lontano non vi conosceranno, una breve descrizione della vostra organizzazione:
quando è nata, le attività, i membri e tutte le notizie che possono sembrarvi importanti da comunicare ad una persona nuova.
Il luogo: si intende l’indirizzo completo del luogo in cui fisicamente si svolgerà il
progetto. Specificate se il progetto è condotto in un posto differente rispetto alla sede della vostra organizzazione.
Numero di posti: è l’indicazione del numero di volontari senior che prevedete di
ospitare per ciascun turno. Ospitare almeno due volontari insieme di solito permette
un migliore adattamento, ma naturalmente dovete valutare se questo è compatibile
con il tipo di progetto proposto e con la logistica.
Tutor: indicare il nome, un numero di telefono e l’e- mail del tutor.
Comunità: fornire una breve descrizione della comunità di accoglienza. Descrivete
la località e le città più vicine. Se possibile, aggiungete informazioni demografiche e
sociali; specificate anche quali sono le agevolazioni sanitarie disponibili (dottori e
ospedali), la disponibilità di negozi (empori, farmacie, librerie, ecc) e attività culturali.
Date anche informazioni sui trasporti locali (autobus, treni, metropolitana, taxi, ecc),
frequenza e costi.
Attività generali e compiti dei volontari: indicate le attività effettive all’interno
del progetto: perché è stato creato, gli obiettivi principali, il lavoro ordinario, il numero di persone già coinvolte nel progetto. Cercate di essere il più possibile accurati descrivendo quali sono i compiti che il volontario dovrebbe svolgere. Giustamente i volontari sono molto esigenti su questo, visto che la loro scelta si basa principalmente
17
sul tipo di attività proposta. Specificate quanto tempo si dovrà lavorare durante il
giorno, e quali sono i giorni di riposo. Prevedete una media di 5/6 ore giornaliere per
cinque giorni alla settimana, anche se potreste incontrare dei volontari che non hanno sempre l’occhio puntato all’orologio: questo accade specialmente se il lavoro è interessante e motivante. La cosa migliore è proporre al volontario una serie di possibili
mansioni diverse fra cui scegliere. Questa parte delle informazioni può nei fatti assumere la rilevanza di un “contratto” informale con il volontario: se nella realtà verranno proposte al volontario mansioni differenti da quelle descritte nel foglio delle informazioni, preoccupatevi di spiegare bene i motivi del cambiamento e assicuratevi
che il volontario li abbia compresi. Quando pensate ai compiti per i volontari tenete
sempre in mente che questi non possono sostituire lo staff retribuito. Il loro lavoro
dovrebbe essere soprattutto orientato allo sviluppo delle relazioni con gli altri: compiti duri, noiosi e monotoni dovrebbero essere ridotti al minimo.
Selezione: specificate in questa parte se per il progetto c’è bisogno di particolari
competenze linguistiche o professionali. Ricordate però che la possibilità di partecipare al servizio di volontariato andrebbe data a tutti, indipendentemente dalle competenze di partenza. Se le mansioni da svolgere richiedono un tipo di autorizzazione
particolare, richiesta dalla legislazione del vostro paese, (per esempio adempimenti
sanitari o permessi per lavorare con i minori) specificatelo in questa sezione.
Vitto e Alloggio: descrivete la sistemazione prevista per il volontario. Non ci sembra superfluo ricordare che l’alloggio dovrebbe essere caldo e accogliente, con tutti i
servizi necessari (cucina e bagno), facilmente raggiungibile dal posto di lavoro. E’
sconsigliabile una sistemazione in sacco a pelo o in tende.
Queste le più comuni modalità:
• In famiglia: uno dei membri dell’organizzazione d’accoglienza può offrire una
stanza all’interno di casa sua, possibilmente con uso bagno e cucina. E’ una buona
soluzione per il volontario che può facilmente adattarsi all’interno di un nuovo
contesto con l’aiuto della famiglia che lo ospita. Questi non rimarrebbe isolato durante il tempo libero e nei weekend, anche se avrà meno libertà e indipendenza.
• In una comunità: spesso le organizzazioni che ricevono volontari dall’estero
gestiscono strutture residenziali. Questo può risultare ideale per i rapporti tra i
volontari adulti e gli altri attivi all’interno del progetto, anche dal punto di vista
intergenerazionale. È importante che ci sia a disposizione una stanza singola o al
massimo da dividersi con un’altra persona. I volontari potrebbero mangiare insieme presso la mensa della struttura.
• In un appartamento affittato ad hoc: il volontario potrà essere indipendente, ma
il rischio è che si trovi un po’ isolato.
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Come si raggiunge il posto: è generalmente molto
apprezzata l’accoglienza in aeroporto o alla stazione ferroviaria: comunque, anche se è prevista questa soluzione, è
importante dare tutte le informazioni per raggiungere il
progetto da soli, inclusi gli orari dei trasporti locali.
Formazione di base: specificate se un qualche tipo di formazione linguistica, professionale o motivazionale sarà garantita per i volontari al loro arrivo. Verificate se all’interno dell’organizzazione c’è qualcuno disposto a impartire qualche lezione di lingua, o se ci sono corsi di lingua gratuiti da proporre ai volontari.
Assicurazione: di solito l’assicurazione contro infortuni e responsabilità civile è
contratta dall’organizzazione di invio, ma il volontario può procurarsi l’assicurazione
anche per conto proprio.
Se c’è bisogno di una assicurazione particolare per un determinato compito potete
suggerire una soluzione fattibile al volontario e alla sua organizzazione di invio. Ricordate che in tutti i cittadini dei paesi UE hanno diritto all’assistenza sanitaria gratuita anche all’estero, ammesso che abbiano con sé il modello E111, rilasciato dalle
strutture sanitarie di ciascun paese.
Altre informazioni: qui potete aggiungere qualsiasi cosa credete sia importante
per l’organizzazione di invio e per i volontari.
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Alcuni progetti realizzati nel 2002
Nome del progetto
Durata del progetto
L’organizzazione
Pace e Dintorni
2 mesi, dal 1 Luglio al 31 Agosto
la cooperativa Robert Owen è stata fondata alla fine degli anni ’70 al
fine di favorire l’inserimento dalle persone disabili, o con altri tipi di
svantaggio, nella vita lavorativa e sociale. La cooperativa ha sede in un
casale a circa 500 mt dal paese di San Giorgio Ionico. Hanno alcune
stanze, in cui vivono circa 5 o 6 persone (disabili e non), una piccola
falegnameria, un orto, un pollaio e un centro di documentazione. Durante il giorno altre persone raggiungono il casale. Si fa vita di comunità, alcuni lavorano all’interno del casale, altri hanno occupazioni fuori e tornano la sera. Spesso il comune di San Giorgio chiede loro di
ospitare persone in difficoltà, minori stranieri senza famiglia, persone
che hanno perso l’alloggio, ecc; a volte si fermano persone che vogliono semplicemente “staccare” dai problemi quotidiani. In Agosto si organizza il festival di tre giorni “Pace e Dintorni”, con concerti all’aperto
e puccia (tipico fagottino con ricotta e pomodoro o rucola).
Il luogo
il progetto si svolgerà presso il casale, sede della cooperativa Robert
Owen, in via …, San Giorgio Jonico, Taranto, Italia (tel. …).
Numero di posti
2
Tutor
Sig. Quaranta, Tel (…)
Comunità
Il casale è immerso nella campagna tarantina, ma il paese è a 500 mt
circa. San Giorgio Jonico ha 16.000 abitanti e dista 12 km dal mar ionio.
In paese si possono trovare negozi per tutte le esigenze e un pronto
soccorso. A circa 20 minuti di macchina si può raggiungere la città di
Taranto, città industriale e capoluogo di provincia. La cooperativa è
provvista di un pulmino con cui accompagnare gli ospiti per gite o esigenze diverse, previo accordo. La campagna è interamente coltivata a
viti ed ulivi. In estate il clima è molto caldo (anche 40-45 gradi).
Attività generali e
i volontari dovranno partecipare alle quotidiane attività della comunità:
compiti dei volontari - giardinaggio, irrigazione e cura del pollaio;
- organizzazione del festival nella prima settimana di Agosto:
aiutare nell’organizzazione e della preparazione delle puccie;
- manutenzione ordinaria: lavori di manutenzione della casa e di
ricostruzione dei muretti a secco;
- aiuto in cucina: preparare i pasti e pulire la cucina per tutti i
presenti, sempre insieme a qualcuno dei residenti.
Con ogni volontario si potrà concordare una tabella di lavoro ad hoc in
20
Selezione
Vitto e Alloggio
Come si raggiunge
il posto
Formazione di base
Assicurazione
Altre informazioni
base alle esigenze ed alle competenze. Generalmente sabato e domenica sono liberi. L’orario di lavoro sarà di circa 5/6 ore al giorno. Il volontario dovrà organizzarsi autonomamente nel tempo libero, tenendo in
considerazione che il posto risulta abbastanza isolato.
è preferibile che il volontario abbia a disposizione una certa manualità
e una conoscenza base della lingua italiana (i residenti della cooperativa parlano poco francese e pochissimo inglese). Inoltre sono richiesti
un certo spirito di adattamento e disponibilità a vivere in una dimensione comunitaria.
i volontari alloggeranno in una delle stanze all’interno del casale. La
camera sarà una, quindi verrà selezionata una coppia o due persone
(anche di paesi diversi) dello stesso sesso.
in aereo si può arrivare fino all’aeroporto di Taranto, da lì si raggiunge
la stazione ferroviaria di Taranto attraverso una navetta (…). Dalla stazione partono treni locali per San Giorgio Jonico. Arrivati a San Giorgio
chiamate allo (…), qualcuno verrà a prendervi!
non sono previste attività formative strutturate.
non sono necessarie forme assicurative particolari, è sufficiente quella
contro gli infortuni contratta dall’organizzazione di invio ed il modello
E111.
la vita nella cooperativa durante l’estate è scandita da tempi molto dilatati. Si lavora dalle 8.00 alle 12.00, poi si pranza e si riposa (fa troppo
caldo per lavorare) almeno fino alle 17.00. La cena in genere non viene
consumata prima delle 21.00. Si può anche andare al mare ma bisogna
organizzarsi con mezzi propri. Il paese non offre particolari svaghi o
iniziative culturali: anche in questo caso, per raggiungere concerti, mostre e altre attività, che pure in estate sono numerose sul territorio, bisogna avere mezzi propri.
21
NOME DEL PROGETTO: GRAZ CITTÀ DELLA CULTURA
Durata del progetto
L’organizzazione
2 mesi, dal 1 Agosto al 30 Settembre
il Cultural City Network (CCN) di Graz è un’organizzazione fondata nel
1989 con l’obbiettivo di promuovere ed intensificare le connessioni tra
le città europee, in particolare gli scambi bilaterali e multilaterali con il
sud est dell’Europa. Le attività del CCN includono:
- Organizzazione e realizzazione di progetti artistici internazionali come mostre, visite guidate e laboratori
- Organizzazioni di conferenze internazionali
- Incontri con studiosi e scrittori
- Coordinamento e supporto di vari eventi culturali internazionali
-Pubblicazione di cataloghi libri, ecc.
- L’associazione è gestita da uno staff di 5/6 persone (tutte abbastanza giovani) e si avvale di alcuni volontari locali. Ha una
sede di circa 100 mq assegnata dal comune di Graz in una
posizione abbastanza centrale
Il luogo
il progetto si svolgerà presso la sede del CCN, in via …, Graz, Austria (tel. …)
Numero di posti
1
Tutor
Sig. Albert, Tel (…)
Comunità
Graz è la capitale della provincia austriaca della Styria è la seconda città dell’Austria. Ha circa 250.000 abitanti. Graz sarà la città della cultura
europea nel 2003 ed è la prima “città europea dei diritti umani”. I principali trasporti pubblici sono autobus e tram. Molte attività sociali e
culturali sono disponibili in città.
Attività generali e
il volontario/a aiuterà a realizzare diversi progetti culturali:
compiti dei volontari - attività all’interno del “Kalachakra Festival in Graz”
e “Graz: City of Human Rights”
- accompagnare gli ospiti stranieri
- allestire mostre all’aperto
- tradurre documenti
- riordinare il centro di documentazione
Assistenza nella preparazione di varie esibizioni:
- realizzare cornici in legno per l’allestimento delle mostre
- preparare documenti di promozione
Il calendario delle attività verrà concordato in base alle preferenze ed
alle competenze del volontario. L’orario di lavoro sarà di circa 6 ore la
giorno. Il sabato e la domenica liberi.
Selezione
competenze richieste:
- manualità
- interesse nelle attività culturali
22
Vitto e Alloggio
Come si raggiunge
il posto
Formazione di base
Assicurazione
Altre informazioni
- capacità comunicativa
- conoscenza di base del tedesco o dell’inglese
il volontario/a verrà sistemato in uno degli appartamenti di CCN al centro Graz. Dovrà provvedere ai pasti autonomamente. L’appartamento
potrebbe essere sufficientemente ampio per una seconda persona che
lo/a accompagni, anche se la camera da letto disponibile sarà una sola.
in aereo fino a Vienna, dall’aeroporto si arriva alla stazione ferroviaria e
lì si prende un treno per Graz. Comunicate l’orario di arrivo e qualcuno
vi aspetterà alla stazione. In caso di necessità la sede di CCN è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.
non sono previste attività formative strutturate.
non sono necessarie forme assicurative particolari, è sufficiente quella
contro gli infortuni contratta dall’organizzazione di invio ed il modello
E111.
-
NOME DEL PROGETTO: “SCHLOWE, ISOLA DEL CORMORANO”
Durata del progetto
2 mesi
2 volontari dal 1 Giugno al 31 Luglio
2 volontari dal 1 Agosto al 30 Settembre
2 volontari dal 1 Ottobre al 30 Novembre
L’organizzazione
YAP-CDF (Youth Action for Peace). Lo YAP è un’organizzazione che promuove campi di lavoro volontario in
tutta la Germania. Fa parte di una rete internazionale.
Il luogo
Schlowe, Germania
Numero di posti
6
Tutor
Sig. Gerard, Tel (…)
Comunità
il centro vacanze dove si alloggerà è a circa 1km da Schlowe. E’ collocato vicino ad un’isola all’interno di un lago in una riserva naturale, in
un ambiente paesaggisticamente molto affascinante. Schlowe è un
paesino a circa 200 km a nord di Berlino, nella regione dell’ex-Repubblica Democratica Tedesca del Mecklembourg. La cittadina più vicina è
Parchim, raggiungibile in macchina.
Attività generali e
il progetto prevede in particolare il recupero di una serie di strutture
compiti dei volontari un tempo riservate all’accoglienza turistica vicino al villaggio di Schlowe e ora in stato di abbandono da diversi anni: 38 bungalow, una
struttura centrale per la ristorazione e i servizi, campi-gioco e campi
sportivi, spiaggia. Elettricità, riscaldamento, sanitari devono essere rin23
Selezione
Vitto e Alloggio
Come si raggiunge
il posto
Formazione di base
Assicurazione
Altre informazioni
24
novati. Il centro, una volta recuperato (su di un piano che copre 5 anni
di attività), funzionerà come centro permanente ambientalista per la
promozione delle energie alternative aperto tutto l’anno.
Le attività da svolgere per i volontari sono innumerevoli e alla portata
di tutti: sistemazione dei campi-gioco, giardinaggio, lavori alla spiaggia, pulizie e rimozione detriti e materiali da costruzione, segnaletica
naturalistica. Durante l’estate i volontari animeranno inoltre i campi di
volontariato per bambini e adolescenti.
parlare inglese, francese o tedesco è preferibile
Yap assicura l’alloggio nelle strutture già utilizzabili a Schlowe (bungalow per 4/5 persone con bagno e cucina in comune). Tutti i volontari
dovranno contribuire a cucinare i pasti.
in aereo fino a Berlino, dall’aeroporto si arriva alla stazione ferroviaria
(Berlin zoo) e lì si prende un treno per Ludwigslust, da qui si cambia
per Parchim (tabelle con le conicidenze verranno fornite prima della
partenza). Comunicate l’orario di arriva e qualcuno vi aspetterà alla
stazione.
non sono previste attività formative strutturate.
non sono necessarie forme assicurative particolari, è sufficiente quella
contro gli infortuni contratta dall’organizzazione di invio ed il modello
E111.
il posto è abbastanza isolato. Nessun problema se si è provvisti da auto
privata. Altrimenti bisogna concordare con i responsabili del campo
eventuali gite.
Materiali
Indirizzi utili
Se vi è venuta voglia di partire, oppure di ospitare dei volontari senior nella vostra organizzazione, trovate di seguito alcuni indirizzi
di organizzazioni di invio italiane alle quali rivolgervi.
Campi di lavoro e volontariato a
medio e lungo termine
Le organizzazioni in elenco offrono campi di
lavoro volontario nazionale ed internazionale
(2/3 settimane) e progetti a medio e lungo termine all’estero. I progetti sono aperti a chiunque e non richiedono requisiti particolari. Non
ci sono programmi specifici per volontari senior (tranne nel caso di Lunaria) ma i senior sono solitamente ben accetti in tutte le attività.
AFSAI
Indirizzo: V.le Colli Portuensi 345, 00151 Roma
Telefono: 06 5370332
Fax: 06 58201442
E-Mail: [email protected]
IBO (Associazione Italiana Soci Costruttori)
Indirizzo: V. Smeraldina 35,44044 Cassana (Fe)
Telefono: 0532 730079
Fax: 0532 730545
E-Mail: [email protected]
Sito Internet: www.nettuno.it/fiera/ibo
LEGAMBIENTE
Indirizzo: V. Salaria 403, 00199 Roma
Telefono: 06 86268324/5/6
E-mail: [email protected]
Sito Internet. www.legambiente.com
LUNARIA
Indirizzo: Via Salaria 89, 00198 Roma
Telefono: 06 8841880
Fax: 06 8841859
E- mail: [email protected]
Sito Internet: www.lunaria.org
SCI (Servizio Civile Internazionale)
Indirizzo: V. G. Cardano 135, 00146 Roma
Telefono: 06 5580661
Fax: 06 / 5585268
E-mail: : [email protected]
Sito Internet: www.sci-italia.it
YAP ( Youth Action for Peace)
Indirizzo: V. M. D. Rossi, 12/c 00171 Roma
Telefono: 06 7210120
Fax: 06 7220194
E-Mail: [email protected]
Sito Internet: www.yap.it
Organizzazioni Professionali
allo Sviluppo
Si tratta di associazioni di professionisti, solitamente in pensione, che organizzano interventi di formazione, consulenza e cooperazione in paesi in via di sviluppo o in aree
svantaggiate dell’Europa. Per accedere ai loro
progetti è solitamente necessario essere in
possesso di professionalità specifiche.
AISTP onlus
(Associazione Italiana per lo Sviluppo ed
il Trasferimento della Professionalità)
Indirizzo: Via Perotti 15, Ivrea (TO)
Telefono: 012 5612504
25
Fax: 012 5612504
E-Mail: [email protected]
I.S.E.S.
Indirizzo: C.so Novara, 99 - 10154 Torino
Telefono: 011 2475283 – 011 2450380
Fax: 011 284272
E-Mail: [email protected]
richieste di volontari per specifiche attività.
Aggiungiamo all’elenco anche l’Auser, ben
consapevoli che si tratta di un’associazione
che promuove il volontariato tra i senior in
Italia e non all’estero. Alcuni gruppi locali però hanno sviluppato progetti di cooperazione
con specifiche comunità estere.
SENIORES
Indirizzo: Via Nazionale 39, 00184 Roma
Telefono: 06 4819540
Fax: 06 4819559
E-Mail: [email protected]
Sito Internet: www.senioresitalia.it
AUSER (Associazione per l’autogestione
dei servizi e della solidarietà)
Indirizzo: Via Nizza 154, 00198 Roma
Telefono: 06 8440771
Fax: 06 84407777
E-Mail: [email protected]
Sito Internet: www.auser.it
SODALITAS (Associazione per lo sviluppo
dell’imprenditoria nel sociale)
Indirizzo: Via Pantano 2, 20122 Milano
Telefono: 02 86460842
E-mail: [email protected]
Sito Internet: www.sodalitas.it
VSP onlus (Volontari Senior Professionali)
Indirizzo: Via Po 40, 10125 Torino
Telefono: 011 8129223
Fax: 011 8140091
E-mail: [email protected]
Sito internet: www.ipset.unito.it/it/soci/vsp.htm
Cooperazione per lo sviluppo
Le organizzazioni non governative che promuovono progetti di cooperazione allo sviluppo sono molto numerose in Italia. Segnaliamo quindi
solo i riferimenti delle tre maggiori federazioni
che raccolgono diverse ONG a livello nazionale
(Cocis, Focsiv, Cipsi). Per avere informazioni sulle
singole organizzazioni ed i loro progetti potete
consultare i siti di riferimento delle federazioni,
questi solitamente contegno anche bollettini
periodici dove trovare iniziative di formazione e
26
CIPSI
(Coordinamento di Iniziative Popolari di
Solidarietà Internazionale)
Indirizzo: Via F. Baldelli 41, 00146 Roma
Telefono: 06 5414894
Fax: 06 59600533
E-Mail: [email protected]
Sito Internet: www.cipsi.it
COCIS (Coordinamento delle organizzazioni non governative per la cooperazione allo sviluppo)
Indirizzo: V. Principe Amedeo 130, 00185 Roma
Telefono: 06 491946
Fax: 06 44703354
E-Mail: [email protected]
Sito Internet: www.cocis.it
FOCSIV (Volontari nel Mondo)
Indirizzo: V. S. Francesco di Sales 18, 00165 Rm
Telefono: 06 6877867 – 06 6877796
Fax: 06 6872373
E-Mail: [email protected]
Sito Internet: www.focsiv.it
Glossario
Associazione - Si tratta di una tipologia giuridica di organizzazione di terzo settore, dove l’elemento personale è preponderante: un gruppo di persone decide autonomamente di “mettersi insieme” per raggiungere uno scopo comune senza fini di lucro. Può avere come beneficiari solo gli associati oppure la collettività nel suo insieme.
Campo di lavoro - Esperienza breve, da 2 a 4 settimane, di volontariato. Spesso è
internazionale, cioè caratterizzato dalla presenza di volontari di più paesi, che lavorano insieme per un obiettivo comune. Ha un forte impatto educativo e nella gran parte dei casi coinvolge giovani (tra i 18 ed i 30 anni), ma il numero dei volontari senior
è in aumento. Campi di lavoro vengono organizzati dalle associazioni ambientaliste e
da quelle che vogliono promuovere la mobilità giovanile. Ma sono molte le organizzazioni che ogni anno, soprattutto d’estate, promuovono iniziative di questo tipo, in
Italia ed all’estero.
Commercio equo e solidale - Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia sociale ed economica,
sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, attraverso il commercio,
l’educazione e l’azione politica. Il suo scopo è riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati, attraverso una più equa distribuzione dei guadagni.
Nato negli anni ’70, è in forte sviluppo in Italia e in tutta Europa.
Cooperante - Professionista che lavora in un progetto di cooperazione allo sviluppo, si distingue dal volontario per le competenze e l’esperienza maggiori e per le
maggiori retribuzioni. A volte vengono definiti “cooperanti” anche gli operatori che
lavorano nelle cooperative italiane. Le due cose completamente diverse tra loro.
Cooperazione sociale - Le cooperative sociali nascono in Italia agli inizi degli anni ’80, dal mondo della cooperazione tradizionale. Sono organizzazioni di terzo settore che coniugano l’attività imprenditoriale con il perseguimento di finalità sociali
quali, ad esempio, il reinserimento lavorativo di persone svantaggiate o la fornitura di
servizi socio-assistenziali. Da non confondere con la cooperazione internazionale.
Cooperazione internazionale (cooperazione allo sviluppo) - Il termine è
molto generico per indicare tutte le attività di mutuo aiuto fra stati. Più in particolare
si parla di cooperazione allo sviluppo quando le attività sono rivolte a paesi del Sud
del mondo. Quest’ultima è condotta principalmente dalle organizzazioni non governative (ONG), che possono svolgere attività di vario tipo: formazione, progetti infrastrutturali, microcredito, sostegno ad associazioni locali per i diritti umani, ecc.
Enti locali - Espressione usata per indicare gli enti pubblici locali, quali Regioni,
Province e Comuni. Sono gli attori della nuova fase di decentramento che sta coinvolgendo il nostro sistema pubblico. Gli enti locali sono i committenti più significativi
27
del terzo settore, a cui si rivolgono per l’erogazione diretta di servizi specifici alla collettività.
Fondazione - Si tratta di una istituzione prevista dal Codice Civile. L’elemento base della fondazione è il patrimonio devoluto al raggiungimento di uno scopo di pubblica utilità, attraverso un atto unilaterale come ad esempio il testamento. La fondazione può svolgere direttamente le attività volte a perseguire i fini statutari, oppure
può gestire il patrimonio finanziando soggetti che svolgono le attività ritenute necessarie al raggiungimento dello scopo previsto dallo statuto. Si parla in quest’ultimo
caso di grant-making foundations, figura tipica e fondamentale del settore nonprofit
anglosassone.
Globalizzazione - Insieme di processi che investono la sfera economica, politica e
culturale caratterizzati dall’aumento delle relazioni, degli scambi e dei rapporti di interdipendenza tra le diverse aree del mondo. La globalizzazione non è un fenomeno
recente, ma l’avanzamento tecnologico e l’informatizzazione crescente dei sistemi di
scambio hanno determinato una sua accelerazione.
Interculturale - Approccio che promuove il dialogo e la contaminazione tra culture diverse. L’educazione interculturale in particolare comprende tutte le modalità di
educazione formale e non, che stimolano il riconoscimento e la valorizzazione delle
diversità.
Intergenerazionale - Approccio che promuove il dialogo e la comunicazione tra
diverse generazioni.
Nonprofit - Contrazione dell’espressione inglese not for profit (senza scopo di lucro), utilizzata per identificare quelle organizzazioni che non possono distribuire profitti. Ciò non vieta che i profitti possano essere conseguiti, e dunque che l’organizzazione sia economicamente efficiente: il vincolo è, in questo caso, che gli utili siano
reinvestiti nelle attività istituzionali.
Da notare che spesso viene usata in modo non corretto l’espressione no profit, la
quale indica, invece, una incapacità di fare profitti (potrebbe essere tradotta con “non
profittevole, fallimentare”).
ONG – Organizzazione non governativa - Sono le istituzioni autorizzate a
svolgere attività di cooperazione allo sviluppo, ai sensi della legge 49/1987. Devono
essere iscritte in un apposito registro tenuto presso il Ministero degli Affari Esteri
(MAE). Nell’uso comune questo termine viene usato anche per definire in senso più
ampio tutte le organizzazioni che, pur non essendo registrate, promuovono interventi
di cooperazione e di solidarietà internazionale.
Onlus - È l’acronimo di Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale. Istituite per
decreto del Ministero delle Finanze nel 1997 (decreto 460), le ONLUS qualificano la
condizione fiscale di alcune tipologie organizzative di terzo settore: associazioni, cooperative, fondazioni, ecc.
Organizzazione di accoglienza - L’organizzazione presso la quale si viene ospi28
tati quando si prende parte ad un progetto di volontariato all’estero o in un’altra città. Si occupa di progettare le attività, reperire l’alloggio e le modalità per il vitto, trovare dei tutor che seguano il volontario durante il servizio.
Organizzazione di invio - L’organizzazione che si contatta prima di partire per
trovare un progetto adatto. Si occupa della formazione ed informazione dei volontari
prima della partenza e mantiene i contatti con loro durante il progetto.
Organizzazione di volontariato - Sono così definite quelle organizzazioni, liberamente costituite, che hanno lo scopo di svolgere attività per fini di solidarietà e
senza scopo di lucro. Le organizzazioni di volontariato si avvalgono in modo prevalente di lavoro prestato a titolo gratuito e in modo spontaneo. Sono disciplinate dalla
legge 266 del 1991.
Pregiudizio - Opinione preconcetta concepita non per conoscenza diretta di un
fatto, di una persona o di un gruppo sociale, quanto piuttosto in base alle opinioni
comuni o alle voci. Una opinione errata si trasforma in pregiudizio quanto rimane irreversibile anche di fronte a nuovi dati conoscitivi.
Sostenibilità - Con questo termine si può far riferimento alla sostenibilità ambientale oppure a quella economica: nel primo caso ci si riferisce all’impatto ambientale dei processi produttivi utilizzati dalle imprese, nel secondo caso alla gestione delle organizzazioni. Un processo produttivo e/o un sistema di consumo è sostenibile da
un punto di vista ambientale se riesce a riprodurre le risorse che consuma, e quindi
non va a ledere i diritti delle generazioni future e delle popolazioni del Sud del mondo. Un’organizzazione è sostenibile da un punto di vista economico se c’è equilibrio
tra le risorse che consuma e la ricchezza che produce.
Stereotipo - Processo di categorizzazione con il quale attribuiamo particolari qualita’ o difetti ai membri di un determinato gruppo senza verificarli con l’esperienza.
Terzo Settore - Molta parte della letteratura definisce così l’insieme delle organizzazioni private che, operando senza fini di lucro e con l’apporto significativo di volontari, offre servizi di utilità sociale. Si dice “terzo” rispetto ai due settori economici tradizionali, mercato e stato.
Volontariato - Si tratta di attività prestata, in modo spontaneo e a titolo gratuito,
per fini di solidarietà. La legge identifica alcune specifiche tipologie di organizzazioni
di volontariato, ma tutto il terzo settore è caratterizzato dalla presenza di volontari,
qualunque sia la tipologia giuridica.
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Bibliografia
Council of Europe, European Commission (General Directorate for Youth and Sport)
T-Kit Intercultural learning Council of Europe publishing 2000
Donati, Simoni Formarsi volontariamente Associazione per la pace – Innovanet 1998
ISTAT Primo censimento sul non profit in Italia, Istat 2002
ISTAT, Le organizzazioni di volontariato in Italia. Strutture, risorse ed attività, in “Argomenti”, n.15, 1999
Lunaria, L’ABC del terzo settore. Lavoro, progettazione, finanziamenti, leggi, comunicazione, Edizioni Lavoro 2001.
Manganozzi G. e M., Dizionario del volontariato, Fivol 1995.
Marcon G. Le ambiguità degli aiuti umanitari Feltrinelli 2002
Marcon G. Volontariato Italiano in Europa Lunaria, 1997
Naletto G. Volontari in Europa Lunaria, 2000
Perna T., Fair trade. La sfida etica al mercato globale, Bollati Boringhieri 1998.
Soci - Comune di Milano, ONG guida alla cooperazione e al volontariato internazionale, SOCI 2002.
Terre di Mezzo Vacanze contromano Editrice Berti, 2002
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Lunaria
Lunaria è un’associazione non profit che svolge dal 1992 attività di informazione,
formazione, ricerca e documentazione sui temi del volontariato, del terzo settore, dell’immigrazione e lotta al razzismo.
Dal 2000 coordina ogni anno la campagna “Sbilanciamoci”, sostenuta da numerose
associazioni nazionali, per riformare le politiche pubbliche ed i principi che guidano
l’uso della spesa dello Stato e degli Enti locali.
Tra il 1992 e il 2003 Lunaria ha inviato più di 3.000 giovani nei campi di volontariato internazionali all’estero e 2.000 giovani stranieri sono stati accolti in campi in Italia. Inoltre sono stati organizzati diversi scambi giovanili che hanno coinvolto ragazzi
e ragazze dalla Spagna, la Serbia, l’Albania, la Croazia e l’est europeo, sui temi dell’intercultura e la non discriminazione.
Dal 1996 al 2000 Lunaria è sta l’agenzia tecnica per l’Italia del Servizio Volontario Europeo. Oggi invia ed accoglie giovani di tutta Europa in progetti sociali, culturali e di
protezione dell’ambiente.
Infine sta sperimentando un progetto di volontariato all’estero a medio termine che
coinvolga persone anziane ed in pensione, nella convinzione che possa essere un’opportunità di formazione permanente e di valorizzazione delle esperienze acquisite
nell’arco della vita, in un’ottica intergenerazionale.
Lunaria svolge un’intensa attività di ricerca, documentazione e informazione sui temi
dell’economia sociale e del terzo settore con particolare attenzione alle potenzialità occupazionali e ai rapporti di lavoro che li caratterizzano. L’esperienza acquisita ha
permesso di sviluppare un servizio di consulenza per le organizzazioni non profit e
l’organizzazione di corsi di formazione di diverso livello.
Dal 1996 promuove attività di informazione, comunicazione, ricerca, educazione multiculturale e di pressione politica nei confronti delle istituzioni sul tema dell’immigrazione e della lotta al razzismo.
Lunaria promuove attivamente lo sviluppo dell’informazione e della comunicazione
sociale. Ha sostenuto la nascita di Onde lunghe, un periodico di eventi e movimenti
di pace, ambiente e solidarietà. Ha curato su Extra, settimanale de il manifesto, la rubrica Eppur si muove, dedicata all’attività dei movimenti in Italia e ha contribuito alla
nascita del settimanale Carta dei cantieri sociali.
Via Salaria 89, 00198 Roma
Tel.06.8841880 Fax: 06.8841859
e-mail: [email protected]
www.lunaria.org
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Sono sempre di più le persone che si avvicinano al volontariato internazionale: per portare solidarietà a comunità estere, per viaggiare nel rispetto dei paesi di accoglienza e condividere il lavoro quotidiano con gli ospiti,
per incontrare persone di nazionalità diverse e conoscere la loro cultura.
Negli ultimi anni si sono moltiplicate le proposte da parte delle organizzazioni non profit che di questo si occupano: si può partire per progetti di due settimane ma anche di sei mesi, in Europa e nel resto del
mondo; oppure si possono accogliere volontari stranieri in Italia.
Esiste un’ampia bibliografia per i giovani che vogliano avvicinarsi a
questa esperienza. Questa guida è invece rivolta ai volontari senior. Coloro che, essendo usciti dal mondo del lavoro o trovandosi ad avere meno
impegni familiari che in passato, abbiano ancora voglia di conoscere e di
mettersi alla prova partecipando ad attività di volontariato all’estero.
La guida è divisa in due sezioni principali: la prima mira a fornire informazioni utili ai potenziali volontari, la seconda si rivolge alle organizzazioni che volessero accoglierli. E’ inoltre fornita di un indirizzario,
un glossario e una breve bibliografia.
Tutto il materiale è frutto di un progetto sperimentale cofinanziato
dalla Commissione Europea e sostenuto da diverse associazioni ed enti
locali in Italia, Spagna, Francia, Austria, Germania e Regno Unito. Un
ringraziamento particolare va quindi ai responsabili delle organizzazioni
di invio e di accoglienza che hanno partecipato al progetto e soprattutto
ai volontari che vi hanno preso parte.
COMMISSIONE EUROPEA
PROGRAMMA SOCRATES
EURAG
COMUNE DI ROMA
CEAS72
Davide di Pietro Erika Lombardi
Volontari con la valigia
Proposte di solidarietà internazionale per over 55
Commissione Europea
Programma Socrates
Comune di Roma
Lunaria
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