es Cahiers Pink Lady - International Pink Lady Alliance
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les Cahiers Pink Lady ® Publiscope supplément au n°230 de végétable de janvier 2007 10Buonanni ! Compleanno ! LE GRANDI DATE DELLA PINK LADY® Nel 2007, Pink Lady® Europa festeggia i suoi primi 10 anni di attività ® La Pink Lady Europa cresce ed accoglie ora 15 operatori commerciali e 2800 produttori in Francia, Spagna e Italia 2006 2003 2000 GÉRANT ET DIRECTEUR DE LA PUBLICATION Jean-Luc Grégorini [email protected] produzione di 100.000 t in Europa concessi alla Star Fruits i diritti esclusivi per tutte le Cripps Pink prodotte in Europa 1997 I l fenomeno Pink Lady® è indubbiamente uno dei segnali più forti emerso nel mercato dell’ortofrutta nel corso dell’ultimo decennio. Per 1994 1993 RÉALISATION Graphistes : Éric Chavanne et Isabelle Zapico FABRICATION Imprimerie Fournié ZI Parc de Ribaute-Fonsegrives 31130 Toulouse-Balma ABONNEMENTS Sonia Amairia [email protected] 1992 Vente au numéro………7 € Abonnement UE 1 an (11 numéros)……….60 € 2 ans (22 numéros)………80 € la Star Fruits® ottiene i diritti per la varietà Cripps Pink e il marchio Pink Lady® per tutta l’Europa continentale, il Nord Africa ed il Medio Oriente positivi, e anche negativi, che interagiscono l’uno con l’altro, superando le difficoltà man mano che si presentano in modo tale da potenziarsi e da trasformarsi in fattori dinamici sempre più forti. Ovviamente alla base vi è una caratteristica genetica straordinaria, portatrice di un Jean Harzig aspetto originale, appetibile e ben identificabile, segno facilmente leggibile di un reale potenziale legato al miglioramento delle caratteristiche organolettiche. Ma ci sono anche molti esperti seri e coscienziosi che si occupano di sviluppare tali potenzialità senza sprecarle. Dopo aver sofferto per molto tempo a causa degli egoismi, i lanci mancati, i danni della banalizzazione, l’assenza di una gestione del mercato, hanno voluto adottare i mezzi necessari a realizzare un’azione durevole per contrastare tali errori, a rischio di passare per degli ingenui che sognano ancora di cambiare il mondo. Ma la loro esperienza e la loro determinazione, il senso del gruppo e delle priorità, la capacità nel fare concessioni, l’apertura mentale, sono stati così forti da superare tutti gli ostacoli, convincere gli scettici e far tacere chi si prendeva gioco di loro. Ora, se si può denigrare un’organizzazione e la filosofia che la anima, LES CAHIERS PINK LADY non si può non essere unanimi di fronte ad un successo supplément au n o 230 de janvier 2007 ne peut pas être vendu séparément economico incontestabile, ottenuto in una situazione di ® DIRECTEURS DU SUPPLÉMENT Didier Crabos & Jean-Michel Salon RÉDACTEUR EN CHEF Jean Harzig 1991 1988 analizzato. Non si tratta di destino, ma piuttosto di un insieme di fattori Journalistes : Sylvie Montahut [email protected] Rémi Mer [email protected] ADMINISTRATION : Annick Ernest [email protected] prime piantagioni quanto unico, un successo così inatteso deve essere osservato e Secrétaire de rédaction : Julie Martin [email protected] PUBLICITÉ Laurence Marmeys [email protected] Laurent Deschizeaux [email protected] prime cassette di Pink Lady® sperimentazione di questa varietà in Francia La ricetta del successo DIRECTEUR-ADJOINT Paul Moulas [email protected] Correctrice-rédactrice : Nicole Mison [email protected] 1995 Cardell, Fruivial e Gerfrui : 3 operatori del mercato autorizzati dalla Star Fruits® edito RÉDACTION Rédacteur en chef : Jean Harzig [email protected] ® creazione dell’Associazione Pink Lady® Europa e commercializzazione di 1500 t edito 1405, route de Noves – BP 12 84310 Morières-les-Avignon Tél. 04 90 33 56 56 – Fax 04 90 33 51 51 GRAPHISTE Éric Chavanne mercato in costante depressione. Col il rischio, per altro, di credere che questa organizzazione, o altre create sul suo modello, siano in grado di garantire un salvataggio collettivo. Sarebbe troppo semplice, perché le circostanze, in particolare umane, che finora hanno permesso questo successo, non sono riproducibili né all’infinito né in modo durevole. Questa bella storia ci insegna piuttosto l’importanza 1973 nascita della varietà Cripps Pink, ottenuta dall’incrocio effettuato da John Cripps fra la Golden Delicious e la Lady Williams pianta madre nel Centro di ricerca di Stoneville Australia Association Pink Lady® Europe Route d’Orange - 84860 Caderousse - France tél. +33 (0)4 90 11 91 80 - fax +33 (0)4 90 11 93 51 végétable®, une publication de l’Echo Édition Sarl de presse au capital de 100 000 euros RC Avignon 13 393 955 943 ape 221 e No commission paritaire : 0110T85873 No ISSN : 1779-4390 di una grande professionalità unita ad una buona dose di spirito di gruppo e di pragmatismo. In ogni singolo caso occorrerà trovare la giusta alchimia fra questi elementi. Se è vero per altri progetti, lo è anche per assicurare lunga vita al successo della Pink Lady®. L’Echo Édition adhère au syndicat de la "presse pro" membre de la FNPS L’intervista del mese Didier Crabos Presidente dell’APLE Un valore aggiunto derivato da valori condivisi Didier Crabos è il presidente dell’Associazione Pink Lady® Europa fin dalla sua creazione, 10 anni fa. Eccezionali qualità di pragmatismo economico unite alla capacità ed alla volontà costante di far progredire un’intera società. Nell’interesse generale. Come ha vissuto i suoi primi anni con la Pink Lady® ? D.C. : All’inizio del 1994, facevo parte del team direttivo della nuova unione FRUIVIAL creata da COFRUID’OC e COVIAL. Era giustamente in atto una grande riflessione strategica sui nostri futuri sviluppi nel settore mele, quando arrivò la conferma, da una rivista britannica specializzata, dell’esistenza di una nuova varietà australiana, molto ben valorizzata sul mercato britannico, nel quale eravamo molto attivi. Dopo aver verificato sul posto, in Australia, il potenziale e la possibilità di adattamento di questa varietà ai nostri terreni, abbiamo studiato le possibilità d’impiantarla con l’editore europeo Star Fruits®. Star Fruits® desiderava lanciare questa nuova varietà con un approccio molto innovativo, che andava oltre la coltivazione per occuparsi anche della distribuzione dei frutti in un quadro contrattuale e di esclusiva. Abbiamo subito iniziato le trattative che sono state lunghe e difficili : abbiamo negoziato i contratti linea per linea, a volte in modo vivace, ma con la volontà comune di farcela. Volevamo entrambi mobilitare tutti gli operatori sui risultati economici del prodotto. Auspicavamo anche che il sistema si autoregolasse in modo un po’ maltusiano per evitare un eccesso di sviluppo, sinonimo di banalizzazione e di perdita di valore. La Star Fruits® voleva che ci fossero fin dall’inizio tre operatori di mercato, una cooperativa, uno speditore indipendente e un mediatore, affinché tutti i vari produttori potessero collegarsi all’uno o all’altro. Queste sono state le imprese che hanno beneficiato dell’esclusiva dell’immissione sul mercato fino al 2000. Da parte nostra, il precedente di Granny Sud rappresentava un’es- 4 • cahiers Pink Lady® • supplément du no 230/janvier 2007 perienza preziosa relativa allo sviluppo di un marchio collettivo. Certo però, anche se all’inizio condividevamo tutti una stessa idea, nessuno pensava che il progetto sarebbe andato così lontano, così a lungo. Com’è nata l’APLE ? D.C. : Al di là dei contratti, che avevano posto gli elementi fondamentali del progetto, abbiamo sentito il bisogno di creare un luogo di incontro fra tutti gli operatori del progetto, da cui l’idea dell’Associazione Pink Lady® Europa. Abbiamo creato un’organizzazione in cui l’interesse generale doveva prevalere sull’interesse del singolo, pur restando in una logica sostanzialmente economica e imprenditoriale. Fin da subito abbiamo fondato l’associazione con il concorso dei tre collegi, vivaisti, produttori e operatori del mercato, con piena condivisione del potere decisionale. Abbiamo voluto la nostra indipendenza economica al di fuori di qualsiasi aiuto esterno per poterci concentrare sui valori della nostra operazione. Com’è avvenuto l’ampliamento dell’APLE ? D.C. : Quando sono comparsi nuovi aderenti, produttori e operatori del mercato di Francia, Spagna, Italia, le regole erano già state fissate e non erano modificabili. Alcuni si sono associati senza crederci veramente, semplicemente perché desideravano aderire alla Pink Lady® e quando hanno voluto rimettere in causa l’organizzazione esistente, abbiamo dovuto far loro capire che dovevano prendere o lasciare… La fase di ampliamento è stata quindi particolarmente delicata. Volevamo che questo momento di accoglienza di operatori, inizialmente in forte concorrenza tra di loro, non portasse ad una frattura, ma piuttosto ad un arricchimento della nostra potenza commerciale. E’ stato necessario che gli operatori commerciali accettassero di perdere una parte della propria autonomia, guidata unicamente dalla loro logica d’impresa, per inserirsi in un ruolo di forza di vendita al servizio di una collettività. Detto questo, il principale collante è stato ed è tuttora il successo : solo una cosa rende interessante un progetto collettivo : permettere alle imprese di arrivare insieme là dove non potrebbero andare da sole. Com’è nato il vostro discorso comunicativo, così diverso? D.C. : Avevamo un obiettivo : considerare la Pink Lady® non già come l’ennesima varietà, ma come un vero e proprio nuovo prodotto di alta gamma. Quindi dovevamo rompere gli schemi. Per iniziare, avevamo una mela eccellente con un nome origi- nale e un elemento identificatore forte, il cuore, che faceva parte dell’imballaggio concesso dal costitutore australiano. Non c’è stata analisi di mercato, ma piuttosto intuizione e grande libertà creativa. Tutto è nato all’interno, dalle idee dei nostri consociati. Abbiamo puntato sul rosa per l’identificazione del prodotto, sul quale abbiamo inserito il tema amoroso, mentre gli Americani e gli Inglesi puntavano sull’aspetto salutistico. Abbiamo realizzato una vera e propria azione di mar- delle industrie agro-alimentari. Controllando la filiera, avevamo la possibilità di realizzare una vera politica per ottenere un prodotto di alta qualità. E’ facile oggi valutare i risultati della penetrazione della Pink Lady® sui mercati europei e come abbia mantenuto il suo ottimo posizionamento nonostante la crescita esponenziale dei volumi negli ultimi 10 anni. Molti dei consumatori di Pink Lady® sono dei veri e propri « fan » ed è difficile non proporre il prodotto in un assor- in seno all’IPLA (International Pink Lady® Alliance) che è un luogo di incontro e di costruzione sulla base dei valori fondamentali del marchio. Uno spazio unico dove viviamo la realtà della globalizzazione. Come vive il progetto in qualità di Presidente dell’APLE? D.C. : Con un impegno totale. Pink Lady® è in continua evoluzione. È una responsabilità che impone di guardare lontano e di porre obiettivi ambiziosi, ma ri- “ Il progetto collettivo permette alle imprese di andare insieme là dove non potrebbero andare da sole. keting che ci differenziava, un modo coinvolgente di parlare del prodotto, che valorizza l’acquisto e giustifica un prezzo più elevato: « Pink Lady®, molto più di una mela ». Con la nostra originalità, abbiamo sviluppato una « cultura » Pink Lady® nella filiera. Tuttavia non abbiamo mai dimenticato il prodotto in quanto tale, la qualità della mela: è questo il primo aspetto, il resto è solo un corollario. Il successo presso il consumatore resta ancorato al valore intrinseco del frutto. La partecipazione di rappresentanti della distribuzione ad un gruppo di lavoro iniziale ha avuto un effetto determinante sul coinvolgimento delle catene di distribuzione e dei grossisti nel lancio del prodotto. La Pink Lady® era attesa da una parte del nostro sistema a valle. In pratica, qual è il risultato della vostra azione di marketing? D.C.: Oggi siamo ben lontani dal dilettantismo dei primi tempi, con un approccio di marketing molto strutturato su tutti i mercati, anche se il posizionamento è sostanzialmente ancora basato sugli elementi intuitivi iniziali. Scegliendo un responsabile marketing che non aveva alcun legame con il nostro settore, abbiamo affermato la nostra volontà di « rivoluzionare » l’approccio, per lavorare allo stesso modo timento di mele. Alla Mark & Spencer, la Pink Lady® rappresenta il 24 % delle vendite di mele : come fare a meno di un prodotto così dinamico? Se alcune insegne si interrogano sul sistema dei “ club varietali ”, i loro responsabili riconoscono unanimemente il maggior valore dato al reparto dalla Pink Lady®. Oggi lavoriamo con i servizi di marketing delle insegne europee ed è sempre divertente constatare che l’idea inizialmente stramba di associare una mela alla festa di S. Valentino riesce a dare un forte impulso alle vendite. Come vive la Pink Lady® nel mondo? D.C. : E’ in Europa che l’operazione Pink Lady® è più completa, con tutta la filiera legata fin dall’inizio da rapporti contrattuali e impegnata in un progetto di prodotto. Nei diversi paesi di produzione sono state create delle associazioni ad immagine e somiglianza dell’APLE, ma non hanno la stessa capacità d’azione o di impegno per quanto riguarda la struttura commerciale o la regolamentazione. Create dopo l’impianto dei frutteti, funzionano sulla base del volontariato con la possibilità per gli operatori locali di iscriversi ad un’operazione di marchio, o di restare in una logica varietale Cripps Pink. Ci ritroviamo tutti ” Didier Crabos 1961 : nasce nel Béarn 1983 : si laurea Ingegnere Agronomo all’Ensa di Montpellier 1985-1986 : analista finanziario al Crca 1986-1989 : responsabile prodotti al Ceafl Languedoc Roussillon (creazione del marchio collettivo Granny Sud) dal 1989 : direttore di Cofruidoc 1994 : partecipazione alla creazione del progetto Pink Lady® dal 1997 : presidente dell’Associazione Pink Lady® Europa chiede anche un certo pragmatismo nella pratica quotidiana. Credo sia una vera fortuna incontrare un progetto di questo tipo nella propria vita professionale, una pagina bianca sulla quale scrivere, senza modelli di riferimento. La dimensione collettiva europea del progetto è essenziale: ci dà la possibilità di esprimere, in termini economici forti, delle idee o un ideale allo scopo di concretizzare una parte delle attese di alcune migliaia di produttori o di un’intera filiera. L’APLE è uno spazio di apertura che supera il quadro delle concorrenze quotidiane. Il Consiglio di Amministrazione non è un luogo di potere, ma piuttosto di costruzione. Vi ho incontrato uomini di grande valore. A volte ci sono stati forti contrasti, ma il fine comune ci ha sempre uniti: da solo nessuno era in grado di andare fin dove ci ha portati Pink Lady® e dobbiamo rendere conto a tutti i membri dell’associazione, in particolare ai produttori, senza mai dimenticare i consumatori. Oggi, con un vero vissuto comune, è un gruppo maturo, con un’anima ben salda e un vero dialogo. Tuttavia non è un luogo facile da gestire. Bisogna saper superare i contenziosi, comprendere le esigenze dei diversi collegi, preservare l’equità, il rispetto delle regole…, arbitrare, sanzionare ed immaginare sempre delle soluzioni, dei modi per migliorare, per convincere in nome dei valori chiave del nostro sistema. Le Miss e il tema amoroso sono veramente solo la punta dell’iceberg. Questi dieci anni sono l’occasione per ripercorrere la nostra storia, ma noi parliamo ancora del « progetto » Pink Lady®. In effetti sono i prossimi anni, con le loro nuove sfide, sia sul piano interno che internazionale, che mobilitano i nostri sforzi. L’esigenza di una professionalità sempre maggiore mantiene intatta la nostra motivazione: Pink Lady® rappresenta così tanto per l’equilibrio finanziario e la fiducia dei produttori e sappiamo tutti che il successo è un equilibrio fragile. supplément du no 230/janvier 2007 • cahiers Pink Lady® • 5 Pink Lady®, la genesi Nascita di una superdotata In principio era il gruppo Star Fruits®, nato nel 1968 dall’unione di vivaisti del Sud Est della Francia. Già forte di una lunga storia, all’inizio degli anni 90 Star Fruits® era un vero gruppo che, fra le altre vocazioni, aveva quella di sondare nel mondo le novità varietali potenzialmente interessanti per il mercato francese ed europeo. N Albert Giammattei è uno dei pionieri dello sviluppo della Pink Lady® in Francia. Con l’aiuto del CEHM, ha contribuito attivamente alla messa a punto tecnica della coltura della Cripps Pink nel Sud della Francia. Il suo frutteto sarà un punto di riferimento per le centinaia di arboricoltori che lo visiteranno prima di lanciarsi nella piantagione. el 1988, Dominique Toulemonde, allora presidente di Star Fruits®, nota un articolo comparso su Hort Science che illustrava i risultati della selezione di varietà di mele effettuata da John Cripps presso la stazione di ricerca della Western Australia. « Volevamo sviluppare la nostra clientela in Marocco e cercavamo delle varietà a ciclo lungo con poche esigenze di freddo », precisa Dominique Toulemonde. Decide allora di recarsi sul posto, dove firma un accordo di sperimentazione per una nuova varietà che diventerà la Pink Lady®. Il materiale vegetale viene messo in prova nei frutteti della Star Fruits® nonché in quelli della rete di sperimentazione francese, l’INRA, il CTIFL poi le stazioni regionali, 5 siti in tutto. Al termine di 3 anni di coltura, gli osservatori del Sud Est furono unanimi nel riconoscere l’interesse suscitato dalla Cripps Pink. Nel 1992, le trattative con il Ministero dell’Agricoltura della Western Australia portano ad un accordo di licenza. Viene concessa al gruppo l’esclusiva della varietà Cripps Pink e del marchio Pink Lady® per tutta l’Europa 6 • cahiers Pink Lady® • supplément du no 230/janvier 2007 continentale, il Nord Africa ed il Medio Oriente. Una nuova modalità di sviluppo L’anno 1992 era stato particolarmente difficile per la filiera mele e alla Star Fruits® ci s’interrogava. Era il periodo dello sviluppo della Braeburn e della Fuji e si faticava a capire l’orientamento del mercato, mentre le piantagioni segnavano il passo: si poteva allora introdurre un altro prodotto e rischiare di aumentare la confusione? Ad ogni modo, il clima era poco favorevole ad uno sviluppo varietale classico: le nuove varietà non avevano portato un vero valore aggiunto ai produttori. Ed in questo contesto, sembrava difficile rispondere agli obiettivi posti dal costitutore della Pink Lady®. Bisognava quindi intraprendere un’altra strada e condividerne i rischi. Ora, alcuni produttori del Sud Est della Francia cercavano un prodotto originale per rilanciare la mela. D’altronde alcune operazioni di partnership recentemente abbozzate tra produttori e costitutori avevano avuto un effettivo successo, in particolare con la varietà RedWinter: era la dimostrazione che sviluppare un prodotto mediante un club era pertinente e lo valorizzava. La riflessione allora in corso alla Star Fruits®, ma anche presso uno dei partner dell’operazione RedWinter, desideroso di andare oltre, verteva dunque soprattutto sulla modalità di sviluppo di questa varietà. La FRUIVIAL, l’unione delle cooperative COVIAL e COFRUID’OC, cercava infatti di consolidare la sua strategia riguardante le mele. COVIAL aveva già lavorato con successo sulla RedWinter, faceva parte del gruppo Grannysud e di numerose azioni collettive realizzate nel quadro del comitato economico ortofrrutta Languedoc Roussillon. Era quindi pronta ad impegnarsi molto velocemente su un’innovazione sviluppata in un’operazione club, con un’equa condivisione del valore fra gli operatori a monte. Nel momento in cui la Star Fruits® presenta contemporaneamente un prodotto entusiasmante, un progetto di contrattualizzazione e di creazione di un’associazione, i dirigenti desiderano piantare il maggior numero di alberi nel più breve tempo possibile. Gli specialisti della mela in seno alla rete di sperimentazione francese cominciano a documentarsi sulla Pink Lady® all’inizio degli anni 90 ed il Centro Sperimentale Orticolo di Marsillargues (CEHM) iscrive questa varietà nel proprio programma nel 1992 per la parte di piantagione del 1994. A quel tempo si riteneva che la Pink Lady® fosse quasi esclusivamente adatta alle condizioni climatiche mediterranee. Le prime cassette di Pink Lady® circolano fra le mani degli esperti francesi nel 1993. Ma questi si convincono definitivamente in seguito al viaggio in Australia presso i costitutori della Pink Lady®, effettuato nell’aprile del 1994 da una missione composta da un produttore, un amministratore di Fruivial ed un esperto di mele del CEHM. Questo viaggio permette di verificare sul campo tutte le informazioni ricevute finora su tale varietà. Da allora non c’è più nessun dubbio e l’avventura della Pink Lady® prende il via nel Sud Est della Francia. Si prende tato il primo albero; essi riguardavano in particolare il diritto alla coltura e le condizioni d’accesso al marchio Pink Lady®. «Per costruire, bisogna prendersi il tempo di discutere fra partner in serenità, non sotto pressione», analizza Hubert Veauvy, vivaista ed ex-Presidente della Star Fruits®. «Nessuno ha particolari diritti, ciascuno ha il proprio posto, senza vantaggi particolari ». Questo schema è tuttora in vigore. Nella sua posizione d’arbitro, Star Fruits® è al centro del sistema contrattuale che la lega, a monte al costitutore australiano, a valle ad ogni arboricoltore, agli operatori del mercato, agli importatori e agli industriali della trasformazione. Anche se a volte le trattative sono Star Fruits® è al centro di un sistema contrattuale che la lega, con l’insieme della filiera, dal costitutore all’industriale. allora la decisione politica di procedere molto rapidamente con la Pink Lady®. Quanto al CEHM, esso riunisce tutti i tecnici e produttori pionieri per consolidare tutte le esperienze, il che gli permette di fare anche una lista degli errori da evitare. Concentrazione commerciale Nel corso del 1994, mentre i vivaisti membri della Star Fruits® cominciano a preparare materiale vegetale, si decide di limitare drasticamente il numero degli operatori commerciali. Cardell, Fruivial e Gerfrui saranno fino al 2000 i tre operatori esclusivi dell’immissione sul mercato della Pink Lady® in Europa. Questi sono stati scelti dalla Star Fruits® in ragione del loro profilo: Fruivial (che diventerà il gruppo Edenys) in quanto organizzazione cooperativa, Cardell in quanto operatore di mercato indipendente basato su un’organizzazione di produttori e Gerfrui in quanto mediatore indipendente con possibilità di attirare i produttori più isolati nel loro approccio alla commercializzazione. Qualsiasi produttore potrà piantare, ma a condizione di immettere sul mercato il proprio prodotto mediante uno dei tre eletti. Tutti i contratti dovevano essere pronti e firmati prima che fosse pian- al produttore, che lo abbandonava all’operatore di mercato, che l’abbandonava al distributore», riassume Hubert Veauvy. «Nessuna assistenza, nessun controllo, non esisteva l’idea della valorizzazione. Con la Pink Lady®, si apporta un nuovo prodotto e ci si pone come partners fino alla commercializzazione del prodotto franco partenza. Abbiamo i diritti sulla varietà ed esercitiamo il controllo con la fiducia del costitutore». Nel 1997 viene creata l’Associazione Pink Lady® Europa, con la missione di portare avanti questa politica i cui obiettivi principali sono realizzare un prodotto rispondente alle attese dei consumatori e dare agli attori della filiera i mezzi per produrre un frutto di qualità e vivere di tale prodotto per tutta la vita del frutteto. Riferimenti 1992 : acquisizione dei diritti sulla varietà da parte della Star Fruits® ed iscrizione nel programma del Cehm 1993 : prime cassette di Pink Lady® 1994 : Star Fruits® autorizza i primi 3 operatori commerciali 1995 : prime piantagioni state un po’ melodrammatiche, bisogna riconoscere che questi contratti sono stati pensati abbastanza bene, visto che finora non è stato necessario ritoccarli. Ma gli intermediari coinvolti avevano alle spalle l’esperienza delle organizzazioni dei gruppi Grannysud e Sud Nature, il che ha permesso di realizzare un buon mix fra obbligo di mezzi e obbligo di risultati. Alla base vi è il contratto del dicembre 1992, che lega la Star Fruits® al Dipartimento d’Agricoltura della Western Australia, ibridatore, proprietario della varietà Cripps Pink e del marchio Pink Lady®. È questo contratto che permette di tutelarsi contro le contraffazioni, le importazioni illegali o che permette anche di inserire nuovi cloni nel marchio Pink Lady®. Le prime Pink Lady® vendute in Europa sono state esportate dagli australiani in Gran Bretagna: questi avevano definito un disciplinare esigente dal punto di vista qualitativo, su cui la Star Fruits® ha deciso di fare affidamento. «Prima si abbandonava il prodotto supplément du no 230/janvier 2007 • cahiers Pink Lady® • 7 Pink Lady® si organizza Da un gruppo di amici ad un’ Riferimenti 1997 : creazione dell’APLE (Associazione Pink Lady® Europa); immissione sul mercato di 1.500 t 2000 : Esclusiva totale su tutte le Cripps Pink prodotte in Europa; produzione europea di 10.000 t organizzazione competitiva Costruire e strutturare, prima di sviluppare: è questo lo spirito che ha prevalso fin dalla nascita di Pink Lady® Europa, sempre ispirato dall’intento fondamentale di proporre un prodotto apprezzato dai consumatori. In pochi anni, un progetto simpatico, ma fuori dagli schemi, ha dimostrato di essere valido sia dal punto di vista umano che economico. ‘ L l’APLE è responsabile nei confronti della Star Fruits® ed indirettamente dell’APAL, della politica di conformità del prodotto Pink Lady® rispetto alle normative Associazione Pink Lady® Europa (APLE) nasce all’inizio del 1997. Costituirla era diventato un fatto ormai inevitabile dal momento che i frutti europei stavano per essere introdotti sul mercato. Il primo anno vede salire a 1500 tonnellate i volumi immessi sul mercato, non abbastanza da giustificare la costituzione di una struttura pesante e all’inizio l’APLE opera delegando le competenze. I fondamenti, la contrattualizzazione, il valore condiviso, erano presenti fin dal principio, seppure assolutamente nuovi nella filiera frutta, dove vigono piuttosto opportunismo e accaparramento del valore. Ed era proprio da un approccio corretto a questi elementi che dipendeva la durata del progetto. Alla base c’era una mela di qualità, un marchio esistente, collaudato, costruito dagli operatori australiani per un mercato molto esigente, il Regno Unito. Il valore era stato creato, bisognava difenderlo, ma anche condividerlo equamente e questa nozione di equità è anch’essa fondamentale nella strategia dell’APLE. Fondamenti solidi Nel corso del primo anno, l’APLE opera delegando le competenze: si 8 • cahiers Pink Lady® • supplément du no 230/janvier 2007 stabilisce una convenzione di gestione con il Comitato Economico Ortofrutta Languedoc-Roussillon, che si occupa in particolare dell’attività di marketing e dei controlli qualità. Ma nel 1998, tale Comitato economico scompare a seguito della riforma dell’Organizzazione economica frutta e verdura in Francia. Il suo posto viene quindi preso dalla Sica Transpom, che gestisce i marchi regionali Languedoc-Roussillon ortofrutta. Oltre alla gestione dell’APLE, Transpom si incarica anche di coordinare i 3 operatori del mercato. Si studiano adattamenti al disciplinare in modo da adeguarlo alle pratiche dei diversi mercati europei. Per il marketing, si sollecita anche il supporto della Sopexa. Questo periodo, che alcuni hanno modestamente definito del « fai-da-te », ha gettato comunque le basi del marketing, come lo slogan pubblicitario « Molto più di una mela », i POP a forma di cuore e quel mondo glamour che lo caratterizza, l’idea di un imballaggio particolare e l’impostazione della gamma. In seguito, la strategia di marketing è diventata più complessa, come vedremo più avanti. Sempre durante il periodo 19972000 vengono stabiliti altri elementi fondamentali, quali la strutturazione del budget dell’APLE, il sistema di garanzia della qualità del prodotto, molto vicino a quello di una certificazione di conformità. Ma la parte sommersa di questo iceberg è forse ancor più importante: si tratta della messa a punto di tutto il sistema contrattuale su cui poggiano diritti e doveri, nonché i legami fra tutti i membri ed operatori dell’APLE. In particolare, il contratto firmato nel 2000 fra la Star Fruits® e l’APAL (Associazione dei Produttori di Mele e Pere del Western Australia, alla quale il dipartimento di Agricoltura di questo Stato aveva ceduto tutti i diritti sulla Pink Lady® nel 1992) cede alla Star Fruits® l’esclusiva su tutte le Cripps Pink prodotte in Europa e sulle mele importate. Tale accordo è fondamentale, perché permette la gestione globale del mercato della Pink Lady®/Cripps Pink in Europa, ed in particolare consente di contrastare le importazioni illegali. Più tardi permetterà lo sviluppo e l’integrazione delle varietà derivate, quali la Rosy Glow, in piena coerenza con il sistema. Di fatto la complementarità che si crea tra i ruoli della Star Fruits® e dell’APLE risulta essere molto originale. La Star Fruits® effettua un lavoro discreto ed efficace, e gestisce gli eventuali contenziosi, mentre 2003 : 15 operatori commerciali per 2800 produttori. 2006 : l’APLE occupa la ribalta, in particolare grazie al settore marketing della sua attività. Il successo attraverso il gruppo Quando Jean-Michel Salon, personaggio di spicco del marketing di estrazione agroalimentare, nel settembre del 2000 assume la funzione di responsabile marketing presso l’APLE, trova una struttura quasi inconsistente, in fase di avviamento, che bisognava far crescere nel modo più armonico possibile… « Bisognava trasformare un gruppo di amici con idee valide ma poco strutturato in un reale strumento di sviluppo », questa la sua analisi. Di fatto, in 3 anni l’APLE è passata da 3 a 15 operatori, con culture ovviamente diverse. La struttura di vendita è stata notevolmente rafforzata, da qui la necessità di creare una vera organizzazione. Oltre ai 15 operatori di mercato, l’APLE annovera circa 2.800 produttori. E’ stato necessario modernizzare la metodologia di lavoro affinché questa macchina, ormai imponente, potesse funzionare con l’adesione di tutti. Ad esempio, il Consiglio d’Amministrazione si compone di 26 membri e funziona con l’ausilio di 4 interpreti, in modo che tutti i membri possano esprimersi nella propria lingua. Tuttavia l’APLE resta un’associazione senza scopo di lucro, finanziata da contributi sul prodotto e da prestazioni fatturate ai membri. In 10 anni non ha ricevuto nessuna sovvenzione dall’amministrazione pubblica, francese o comunitaria. Attualmente conta una decina di dipendenti. Ciononostante le sue respon- produzione di sabilità sono notevoli, nella misura azioni, nei volumi stoccati e venduti 100.000 t ripartite in cui le sue decisioni impegnano il e nello scambio di informazioni in fra Spagna, Francia futuro di un numero sempre cres- generale, indispensabili per una e Italia cente di operatori economici: il suc- buona gestione del mercato, in ® ne ha poche parole, la fiducia fra gli uocesso del prodotto Pink Lady fatto un elemento di fondamentale mini, che si è creata a poco a poco importanza per l’equilibrio econo- ma in modo solido. E la valorizzamico di un gran numero di imprese, zione, che negli anni è cresciuta in la cui adesione all’organizzazione ha modo entusiasmante, ha ben oliato assunto per loro un’importanza vi- tutti questi ingranaggi obiettivatale. L’APLE, che è anche garante mente complessi. della qualità del prodotto, quindi del La sfida non era di poco conto per rispetto delle regole, è sede di com- Jean-Michel Salon al momento del battuti dibattiti, a volte difficili e con suo arrivo: il valore del prodotto era poste importanti in gioco, anche se i confermato per un’offerta di 10.000 membri hanno imparato a conos- tonnellate sul mercato europeo. Bicersi e ad apprezzarsi. Infatti non bi- sognava semplicemente mantenere sogna dimenticare che l’APLE è res- questo posizionamento a 100.000 ponsabile, nei confronti della Star tonnellate per 5 anni! E tutto questo, Fruits® ed indirettamente dell’APAL, considerando gli effetti culturali della politica di conformità del pro- dell’ampliamento del perimetro dotto Pink Lady® rispetto alle nor- degli operatori, senza trascurare gli mative. Ogni membro dell’APLE è antagonismi a volte persistenti fra dunque responsabile nei confronti gli uni e gli altri. L’APLE e la sua filodi se stesso ma anche degli altri, a cui è di Fin dalla nascita della Pink Lady® Europa, fatto solidale. I livelli annui di crescita dei vol’intento fondamentale è stato quello di proporre lumi sono stati spesso vissuti come altrettante sfide all’inizio di ogni un prodotto apprezzato dai consumatori campagna, poiché spesso gli obiettivi sembravano insu- sofia fuori dagli schemi finiscono perabili! L’adesione degli operatori per essere prese seriamente anche italiani e spagnoli ad un sistema in- dai suoi detrattori: l’organizzazione e novatore ideato da Francesi in cir- il metodo di lavoro hanno dato costanze molto particolari non era buona prova di sé; la fase di ampliacosì scontata: ma al di là delle reti- mento ha permesso di consolidare la cenze nei confronti del sistema, la coerenza del sistema. Ma nulla è qualità di base dell’organizzazione e scontato e l’organizzazione dovrà sala sua efficienza hanno permesso persi evolvere ancora per affrontare un’adesione molto ampia. A ciò ha le sfide dei prossimi anni, quelle di contribuito ovviamente anche una un prodotto non più in fase di svigrande trasparenza nelle trans- luppo, ma ormai maturo. supplément du no 230/janvier 2007 • cahiers Pink Lady® • 9 Pink Lady®, una vera strategia la condivisione del valore stesso! Nonostante la sua natura associativa, l’APLE è un’impresa la cui originalità impone a ciascuno di rimettersi in discussione e di modificare le proprie abitudini. E per ammissione stessa di coloro che hanno aderito ad un sistema già ben protetto, il gruppo funziona, nonostante le diverse lingue e culture, le divergenze di interessi e più ancora gli inevitabili egoismi… Gestire lo sviluppo Difendere I il valore del prodotto In quanto progetto collettivo, l’unica ragione d’esistere dell’APLE sta nella sua volontà di gestire il mercato, difendere il valore del prodotto e condividerlo. 10 • cahiers Pink Lady® • supplément du no 230/janvier 2007 n virtù della sua storia, la strategia dell’APLE presenta un orientamento molto chiaro: sviluppare un prodotto di ottima qualità, con un’organizzazione specifica, originale e federativa, un approccio di marketing improntato al buon senso, che permetta di mantenere il valore il più a lungo possibile grazie anche ad un buon controllo della qualità e dell’immissione sul mercato. Detto questo, occorre metterlo in pratica. Nel corso dei suoi primi tre anni di vita, l’APLE è stata sviluppata dai padri storici della Pink Lady®, in particolare i tre operatori di mercato che l’hanno fondata. Le cose si sono nettamente complicate con l’allargamento ad altri operatori commerciali che non facevano parte di questa storia e per i quali l’adesione a questa mentalità non era scontata. Diciamolo pure, spesso c’era scetticismo nei confronti di un’organizzazione dalla struttura così originale e per i valori che intendeva veicolare, in particolare, proprio Sul piano tecnico, l’APLE coordina diverse esigenze e competenze e realizza i propri strumenti informativi, muovendosi, se necessario, anche al di fuori dei circuiti riconosciuti. Garantisce così in modo autonomo la diffusione delle sue raccomandazioni per sostenere i produttori ed i confezionatori nei loro sforzi tesi ad ottenere la maggiore quantità possibile di frutti conformi al disciplinare. Sul piano commerciale, prevale la stessa logica. E’ l’associazione che indica l’orientamento del posizionamento sul mercato. E nei confronti dei propri clienti, gli operatori commerciali possono far valere il posizionamento del prodotto nelle gamme qualitative più alte… E’ importante anche sottolineare che questo sistema si autoregola molto e che il singolo non può imporre il proprio modo di vedere al gruppo: vengono ascoltati e difesi gli interessi di tutti. A maggior ragione oggi, che l’APLE è diventata un importante punto d’appoggio per molte imprese: non è cosa da prendere alla leggera! Nella sua strategia di gestione del mercato, l’APLE deve continuamente trovare un compromesso tra lo sviluppo dei volumi proposti, lo sviluppo del frutteto a monte e la difesa del valore del prodotto: si tratta di un equilibrio difficile da mantenere, tenuto conto che le famiglie, in particolare a monte, esercitano una forte pressione per continuare lo sviluppo. Bisogna quindi nel contempo non venir meno alle ambizioni di sviluppo e non mettere in forse un valore essenziale. Per evitare l’accaparramento dell'ultima ora da parte degli opportunisti, agli attuali produttori di Pink Lady® viene riservato un accesso prioritario nell’attribuzione delle piantagioni, con la fissazione di un massimale e limiti alle zone già piantate. Tutta la sfida del marketing sta ovviamente nell’anticipare l’aumento della produzione e nel fare in modo che vi sia richiesta nel momento in cui il prodotto arriverà sul mercato. Infatti è difficile aumentare illimitatamente le vendite di un prodotto che viene regolarmente proposto al consumatore à 2,50 € al chilo. Un’altra missione essenziale e fondamentale dell’APLE è il rispetto del disciplinare: il successo della Pink Lady® è senz’altro dovuto alle sue qualità intrinseche, sostenute dai requisiti rigorosi del disciplinare stabiliti in origine dagli australiani. E’ in gioco la soddisfazione del consumatore e il mantenimento dell’intera catena del valore e dunque dell’organizzazione. Tale rigore non è sempre facile da accettare ma, evidentemente, è salutare. Queste considerazioni ci portano logicamente verso quella che sarà la prossima tappa della strategia di sviluppo, la segmentazione. Il nostro obiettivo, in questo caso, sarà quello di sviluppare una differenziazione dell’offerta con gamme di prodotti intermedi, prodotti dedicati a sbocchi specifici, come la di buona volontà, e tale dinamica è perdurata anche in periodi di crisi: «questa mela non merita un abbassamento del prezzo. Con la Pink Lady® possiamo realizzare puntualmente una promozione attraente ed intelligente, che accelera le vendite mediante azioni legate a feste e animazioni». Ma attenzione, buona volontà non significa essere contrari a risultati finanziari positivi. Detto ciò, è evidente che qualsiasi smobilitazione, qualsiasi azione non puntualmente seguita dall’insegna si trasforma in una perdita di terreno. Ma le attese, sia dei consumatori che dei negozi, sono per un’offerta costante 12 mesi su 12. Da cui l’importanza della campagna d’importazione, che comincia fin dal mese di maggio, capitalizzando l’immagine costruita durante tutta la campagna dell’emisfero nord. «Se la Pink Lady® sparisse dai nostri reparti, perderemmo una parte della nostra attività», insiste Bruno Delaye. Questa gestione globale del mercato, qualunque sia l’origine del pro- Europe nel 2005 Superfici piantate Francia : 1 389 ha Italia : 1 080 ha Spagna : 244 ha Principali mercati Germania : 19 996 t Francia : 15 776 t Gran Bretagna : 11616 t Italia : 5 058 t Belgio : 4 782 t Dati della campagna 05/06 – da novembre 2005 a maggio 2006 La strategia dell’APLE è di sviluppare un prodotto al vertice della qualità con un’organizzazione specifica e degli strumenti di marketing. ristorazione fuori casa, i cui circuiti non sono stati ancora adeguatamente sondati nel quadro delle strategie relative a frutta e verdura di prima qualità. Un rapporto diverso con il cliente «Con il marketing Pink Lady® abbiamo realizzato campagne innovative e operazioni di comunicazione adatte al consumatore, applicando modalità inedite nel settore ortofrutta», osserva Bruno Delaye, un passato di buyer di mele presso Auchan. «Abbiamo fatto molte prove con l’APLE, lavorando su diversi livelli, anche per quanto riguarda la politica prezzo/prodotto, i margini ed i prezzi di vendita: il valore del prodotto è stato scomposto lungo tutta la filiera, partendo dal prezzo di vendita al consumatore». Si trattava di analizzare il valore piuttosto che distruggerlo. In 10 anni il valore è stato scomposto in modo da poter raggiungere un rapporto qualità/prezzo tale da soddisfare il consumatore. Gli strumenti di comunicazione sono stati sviluppati applicando ai prodotti freschi i metodi del settore generi vari. Vi è stata una vera e propria partnership fra persone dotto, con un impegno molto forte dell’editore Star Fruits® è anch’essa uno dei tratti più originali della strategia messa a punto per la Pink Lady®: indubbiamente le frontiere fra le varie specializzazioni sono state profondamente sconvolte, non già per il gusto del potere, ma per pragmatismo, per rispondere alle esigenze fondamentali di gestione del mercato e di difesa del valore del prodotto. «Con la Pink Lady® abbiamo stabilito un nuovo equilibrio con i nostri fornitori, in particolare nella condivisione del valore e abbiamo superato la logica del rapporto di forza, cosa ben più interessante», riassume Bruno Delaye, che trae le conclusioni dell’esperienza Pink Lady® :«oggi sarebbe possibile reiterare questa operazione su nuove varietà, addirittura accaparrarsi una varietà in esclusiva a livello dell’insegna. Ma non bisogna confondere i ruoli: ciascuno deve mantenere le proprie prerogative e saper stare al proprio posto. Compito degli operatori commerciali e del gruppo è quello di costruire il valore, il distributore deve distribuirlo e soddisfare i consumatori». supplément du no 230/janvier 2007 • cahiers Pink Lady® • 11 Pink Lady®, commercio e marketing appetitosa La comunicazione e la promozione delle vendite sono due azioni di primaria importanza sulle quali la Pink Lady® si impegna fortemente. Sono quelle che fanno la differenza ed aiutano a sostenere e sviluppare la domanda mantenendola superiore all’offerta. L a strategia di marketing dell’APLE si basa su un preciso mix di marketing, con un prodotto unico ed un posizionament chiaro. Anche i circuiti di distribuzione vengono scelti ed identificati. Fin da subito i responsabili della Pink Lady® Europa hanno voluto mettere a punto un discorso diverso ed originale. Poiché il prodotto è caratterizzato da qualità solide e presenta un elevatissimo potenziale di soddisfazione del consumatore, era più facile dargli una connota- Francesi hanno focalizzato le operazioni promozionali sul tema dell’amore facendo leva su eventi come la festa di San Valentino. Giocando sul piacere, il sapore, la croccantezza, la Pink Lady® è diventata così la mela dell’incontro amoroso, della seduzione, dell’amore. Il che mobilita poi tutta una serie di azioni che rimanda ai valori del prodotto con la sfida: « Potrete resisterle? » o ancora con l’invito: « Assaporate la vita in due! ». In questo modo è stato costruito un ambito specifico per il marchio, senza mai allontanarsi dai va- Far conoscere un prodotto è facile, farlo diventare il preferito è più difficile! La Pink Lady® viene consumata perché, dopo averla conosciuta, la si preferisce. zione divertente. L’idea del tema amoroso è scaturita spontaneamente dai pionieri della Pink Lady® Europa, mentre il cuore era stato precedentemente adottato come logo dagli Australiani per mettere in luce il tema salutistico. È universalmente noto che tutte le mele fanno bene alla salute e la Pink Lady® non poteva differenziarsi sotto questo aspetto, allora i 12 • cahiers Pink Lady® • supplément du no 230/janvier 2007 lori intrinseci della mela. A completare il concetto di marketing ecco dunque lo sviluppo di un universo tutto in rosa, anche questa un’idea molto audace. Ma non bisognava dimenticare la mela, poiché il prodotto non poteva essere ridotto ad un semplice alibi per una politica di marketing. Il prodotto è l’elemento primo, il resto è solo un corollario, il successo durevole presso il consumatore resta ancorato ai valori della mela. Per quanto riguarda il target prescelto, non si trattava di rivolgersi ai consumatori tradizionali di mele, ma anche in questo caso ad un pubblico diverso, principalmente femminile, appartenente alle categorie socio-professionali agiate, di età compresa tra 25 e 45 anni. Stimolare la domanda Le varietà di mele non parlavano ai consumatori, il marketing fa parlare la Pink Lady® e stimola l’interesse del consumatore. Risultato: il consumatore vuole questo frutto, che si è creato un capitale d’immagine ed una fama inediti in questo settore: « conoscenza, preferenza, consumo, sono fortemente legati », precisa JeanMichel Salon, e bisogna giocare su questi parametri: « far conoscere un prodotto è facile, farlo diventare il preferito è più difficile! ». Il tema amoroso è articolato su tre tempi fondamentali, giocando sulla coincidenza fra momenti importanti della campagna annuale della Pink Lady® (novembre e l’arrivo del nuovo raccolto europeo, febbraio e la mezza stagione, giugno e l’arrivo dei frutti dell’emisfero sud) e gli episodi della Packaging e scaffale Il confezionamento è un elemento importante della politica di marketing e di fatto, la Pink Lady® propone una gamma molto ampia di imballaggi, che l’APLE si occupa continuamente di ampliare e dinamizzare: si tratta di realizzare delle gamme di packaging adeguate alle abitudini dei mercati e al target del prodotto. Bisogna indurre un’evoluzione nello scaffale attraverso le novità pur continuando ad offrire arti- coli continuativi. « Si elaborano e si lanciano nuovi imballaggi adatti a determinati target, circuiti, mercati », commenta Jean-Michel Salon, « e i servizi commerciali degli Operatori del Mercato si adoperano per rispondere al meglio alle esigenze dei loro clienti ». Presto convinte dell’importanza della Pink Lady® come elemento dinamizzante e valorizzante del reparto mele, le insegne hanno fatto pressione sull’APLE per farsi consegnare i frutti nelle proprie cassette e non in quelle pensate e volute dal marketing dell’associazione. Nonostante la dura battaglia, l’associazione non ha mai ceduto alle pressioni dei clienti che, da allora, hanno constatato che si stavano sbagliando. Quando le prime Pink Lady® furono proposte al mercato, l’innovazione non era particolarmente ben vista dal reparto mele: sono stati necessari talento e chiaroveggenza, sia da parte degli operatori del mercato che da parte di alcuni compratori per creare interesse nei confronti del prodotto. Tanto più che la filiera ortofrutta non ha mai investito in grandi studi di mercato prima di lanciare un nuovo prodotto! Ma l’aspetto esteriore allettante e il sapore molto equilibrato della Pink Lady® hanno sedotto, tutto sommato facilmente, i capi reparto ed i consumatori, quando il marketing del prodotto era ancora agli inizi. L’attrattiva di questa novità non è sfuggita a molti dei capi reparto, che ne hanno ben presto compreso l’importanza in un’ottica di differenziazione. Ed è così che la Pink Lady® ha aperto gli occhi ai produttori ed agli operatori sulla possibilità di focalizzare l’interesse di distributori e consumatori su qualcosa di più delle mere caratteristiche di base.« Promuovere una mela può far sorridere », dice Celia Turloni, da 4 anni promotrice delle vendite della Pink Lady®. « Il lavoro e le possibilità da sondare sono inimmaginabili! » La sua missione consiste nel far referenziare il prodotto se non lo è ancora, e fornire in seguito degli strumenti che permettano di venderlo meglio. Bisogna garantire l’insediamento del prodotto e lo sviluppo delle vendite con proposte di azioni in negozio sempre più efficaci e più adatte alle necessità dell’insegna. Si tratta quindi di un lavoro da fare sul campo, in contatto con i grossisti, gli importatori, i compratori lontani dalla sede dell’associazione. E poi c’è ovviamente il report settimanale presso i commerciali degli operatori del mercato autorizzati, con i quali, ovviamente, bisogna operare in stretta coordinazione. Sul campo l’adesione a questa operazione avviene abbastanza naturalmente: gli interlocutori comprendono il discorso di reciproco vantaggio e l’operazione ha fatto scuola. Oggi i clienti, i negozi, hanno completamente inserito queste azioni promozionali sul campo come parte integrante dell’offerta Pink Lady®. Questa operazione si traduce naturalmente in un rapporto più stretto con i clienti, in una riflessione di fondo sui loro problemi ma anche in una conoscenza molto più approfondita del mercato e della sua evoluzione. supplément du no 230/janvier 2007 • cahiers Pink Lady® • 13 s Pink (c.o.v.) Una mela così vita sentimentale (novembre e l’incontro amoroso, febbraio con San Valentino, festa degli innamorati, giugno e la seduzione estiva…). Per Bruno Delaye, un passato di capo fila del settore mele presso Auchan, il più bel successo della Pink Lady® è quello di aver fatto entrare Miss Francia nei negozi, vincendo una sfida interna sui volumi venduti! Il target di comunicazione della Pink Lady®, focalizzato fin dall’inizio sulle donne, tende ora ad allargarsi. Ovviamente anche i supporti di comunicazione si evolvono di conseguenza: per guadagnare forza, sia a livello di copertura del target che dell’impatto, i canali di comunicazione sono diversi. Dopo eventi originali pubblicizzati da alcune stazioni radio (serate in discoteca, partnership con reti di negozi di pane e fiori, ecc.), la Pink Lady® compare ormai nella Rete e si rivolge al cinema. Le azioni sui media tradizionali (televisione, stampa, cartelloni) inevitabili per accrescere la notorietà, si rafforzano di anno in anno grazie alla sponsorizzazione di trasmissioni quali « les z’amour » oppure « l’amour est dans le pré » in Francia, « Verliebt in Berlin » in Germania o ancora la serie «Desperate housewives », in Belgio. « Si sono creati rapporti di fiducia con i media con i quali lavoriamo in diretta », spiega Laetitia Vantusso, coordinatrice marketing presso l’APLE. « Bisogna saper scegliere il supporto giusto, il modo giusto di colpire il target prescelto, secondo le specificità di ogni paese. Ciò presuppone un’analisi approfondita per capire bene le abitudini dei consumatori e tenerne conto. Lo scambio d’idee è senza dubbio importante e le trasposizioni da un paese all’altro permettono spesso di fare proposte innovatrici ». Pink Lady® nel mondo L’Europa e gli altri… L’affermazione è un po’ brusca, e solo un po’ esagerata tanto forte è il contrasto tra la strategia di sviluppo in Europa, molto gestita, molto strutturata, e la mancanza di organizzazione che prevale essenzialmente nel resto del mondo. Facciamo il punto. I Nonostante la regolamentazione, è in Europa che le piantagioni di Cripps Pink sono state e restano le più dinamiche. n Europa, come abbiamo visto, lo sviluppo della Pink Lady® è solidamente strutturato attorno all’APLE, l’Associazione Pink Lady® Europa. In Europa, chiunque pianti un albero della varietà Cripps Pink è debitamente repertoriato e identificato, nel quadro di un catasto costantemente aggiornato dalla Star Fruits®. E per vendere con il marchio Pink Lady®, il produttore ha l’obbligo di effettuare la commercializzazione tramite uno dei 15 operatori di mercato autorizzati dall’APLE. In altre parti del mondo lo stato giuridico della varietà cambia ed assistiamo quindi alle situazioni più diverse: in Australia, mercato molto chiuso e molto strutturato, la Pink Lady® è libera ma ciononostante ben valorizzata. Negli Stati Uniti i frutteti di Cripps Pink si sono sviluppati a partire dal 1990 e l’uso del marchio viene concesso al momento della vendita delle piante di Cripps Pink, ne deriva quindi una certa confu- 14 • cahiers Pink Lady® • supplément du no 230/janvier 2007 sione fra il marchio e la varietà. Pink Lady® Sudafrica sta finalmente partendo alla conquista del mercato locale con metodi molto simili a quelli dell’APLE. In Cile la varietà non è stata protetta. In tutti questi paesi si sono create delle associazioni attorno alla Pink Lady®, i cui obiettivi sono spesso, ahimè, meno ambiziosi di quelli dell’APLE. In generale, al di fuori dell’Europa, i frutteti non sono sufficientemente gestiti: laddove la varietà è protetta c’è un minimo di seguito, ma senza regolamentazione. Il nuovo materiale vegetale cambierà le cose? namento dei supermercati con uno stesso prodotto rispondente ad un disciplinare unico ed identificato dallo stesso logo. L’incontro successivo, tenutosi a Londra nel 1999, si è svolto sotto forma di un comitato più ristretto e ha visto la nascita dell’IPLA (International Pink Lady® Alliance), che riunisce i paesi produttori e le zone di mercato. Aderiscono all’IPLA le associa- Organizzazione mondiale La prima riunione mondiale sulla Pink Lady® si è svolta a Fremantle nell’agosto 1996 su iniziativa dell’APAL, per creare un’organizzazione mondiale in grado di garantire per tutto l’anno l’approvvigio- zioni locali quali l’APLE, ed i proprietari o coloro che gestiscono i diritti sul marchio come la Star Fruits®. Questa ha un ruolo politico. L’IPLA lavora mediante teleconferenze mensili che danno luogo a scambi sulle azioni di co-branding, di comunicazione e promozione. Queste permettono agli operatori dell’emisfero sud di sapere quello che succede nell’emisfero nord (e viceversa), partecipando alle decisioni prese nelle aree di mercato che attualmente sono la Gran Bretagna, l’Europa e gli Stati Uniti. All’IPLA, i rappresentanti europei cesso e le insegne che hanno puntato sulla Cripps Pink ritornano spesso alla Pink Lady® per usufruire del valore del marchio e della sua dinamica promozionale. Non si può immaginare un mercato organizzato per 7 mesi l’anno e lasciato a se stesso per gli altri 5. Dovendo gestire le importazioni di Pink Lady® provenienti dall’emisfero sud, la Star Fruits® è dovuta ri- Pink Lady®, è anche un’organizzazione mondiale in cui l’APLE rappresenta la struttura più perfezionata vorrebbero promuovere la regolamentazione delle piantature, lo sviluppo dei mercati locali, in particolare nell’emisfero sud ed il coordinamento dello sviluppo dei mercati nell’Asia sud-orientale e in Medio Oriente. Sarebbe opportuno un investimento congiunto su questi nuovi mercati. La logica di gestione di mercato instaurata in Europa rimane un elemento originale e gli Europei sono gli unici che vengono all’IPLA per parlare di commercio. All’IPLA si parla di come seguire il marchio, della gestione delle aree dove il marchio non è seguito. Si parla di marketing, di mercato, ma mai di valore. Sul piano commerciale, in numerosi paesi europei, la Pink Lady® è diventata fondamentale per il reparto mele! Ovviamente si può fare a meno della Pink Lady®, ma è come minimo una lacuna, se non un vero e proprio errore! Contemporaneamente gli sforzi del marketing sono coronati da suc- salire a monte nei paesi produttori, Sudafrica, Sud America per introdurre il problema della produzione, della strutturazione del sistema a monte e convincere della fonda- tezza dell’operazione europea. Ma la logica della gestione del mercato è difficilmente accettabile dagli operatori di culture molto liberistiche. Attualmente circa 35 importatori introducono regolarmente la Pink Lady® in Europa. Così la mela d’importazione tende ad iscriversi nello schema del marketing europeo. Per la Star Fruits®, la Pink Lady® significa anche gestire da 200 a 250 contenziosi annui, da monte a valle della filiera, principalmente per contraffazione del materiale vegetale o del marchio nell’area geografica che le è stata concessa. « Ogni volta bisogna formulare una risposta specifica, bisogna innovare, ma la cosa non è mai scontata », commenta Renaud Pierson che ricopre questo difficile incarico presso la Star Fruits®. « Nulla è scontato per il domani, bisogna trovare delle risposte pragmatiche tutti i giorni per spegnere nuovi incendi ». Riferimenti 1996 : prima riunione mondiale della Pink Lady® 1999 : creazione dell’IPLA (International Pink Lady® Alliance) che riunisce i paesi produttori e le aree di mercato 2005 : 35 importatori lavorano in Europa sul marchio Pink Lady® A livello mondiale, le vendite di Pink Lady® rappresentano circa 300 000 t Sudafrica Opinione di Jim Button, amministratore dell’IPLA n Sudafrica la varietà Cripps Pink è stata rapidamente piantata nella maggior parte delle aree di produzione del paese negli anni 90. Ormai si è stabilizzata e rappresenta circa il 6% dei meleti. Questa varietà non è delle più facili per gli arboricoltori ed alcune piantagioni non sono riuscite a dare risultati economici soddisfacenti a causa di una colorazione insufficiente. La Pink Lady® è la prima varietà oggetto di un’attività di marketing prodotta in Sudafrica, ed in quanto tale, costituisce un prototipo che ha insegnato molto a questa professione. E’ il primo frutto che paga delle royalty, è stato anche il primo ad essere oggetto di programmi promozionali dedicati, sia sul mercato interno che per l’esportazione. Ci sono stati numerosi problemi nel corso dei 10 anni trascorsi, sia a livello agricolo che commerciale: non è mai facile ottenere una qualità di I alto livello uniforme con numerosi produttori e numerose stazioni di imballaggio. Inoltre le grandi società di esportazione, nonché le grandi insegne della distribuzione, non sono mai state contente di lasciare al marchio di un prodotto la possibilità di rivendicare una posizione paragonabile a quella dei propri marchi d’impresa. Il problema si è attenuato in seno alla filiera, ma resta complesso al momento delle trattative con alcuni dettaglianti. Una delle lezioni più edificanti che abbiamo imparato dall’uso del marchio Pink Lady® è la necessità dell’impegno di tutti i beneficiari, di una comunicazione potente e regolare, ma anche quella di lavorare per convincere ciascuno del vantaggio rappresentato dalla cooperazione e dalla condivisione. Da due anni la Pink Lady® è oggetto di una promozione attiva ed efficace in Sudafrica. I produttori ed i titolari della licenza apportano un contributo di primaria importanza sia sul piano economico che su quello del tempo dedicato e dello sforzo profuso per garantire il successo delle promozioni. La Pink Lady® è ormai un marchio premium riconosciuto in tutto il commercio al dettaglio sud-africano dei prodotti freschi. Per quanto riguarda l’APLE, essa fa da esempio in materia di sviluppo ben riuscito, sia della varietà Cripps Pink che del marchio Pink Lady®, grazie soprattutto a dirigenti particolarmente lungimiranti. L’APLE è un chiaro esempio di quel che si può realizzare mediante una pianificazione accurata e la determinazione nel realizzare tale politica. Per finire l’IPLA ha un ruolo cruciale in quanto luogo di scambio e di sviluppo di una politica globale uniformata. In alcuni casi l’IPLA ha dovuto mediare fra i suoi membri ed altre parti. Non ha un reale potere, ma contribuisce a promuovere l’unità e l’uniformità a livello mondiale. supplément du no 230/janvier 2007 • cahiers Pink Lady® • 15 Sono stati, ed alcuni lo sono ancora, degli attori molto impegnati e che hanno dato molto nella storia della Pink Lady® e dell’APLE. Ci confidano con passione e grande semplicità ciò che questa operazione ha significato per loro, nella vita professionale o nella vita tout court. Philippe Cailleau produttore Pink Lady® è un’avventura umana molto forte, con rapporti che hanno spesso superato lo stadio strettamente professionale per assumere una dimensione di vera amicizia. Non è qualcosa di neutro, poiché ha determinato una forma di solidarietà particolare che rende capaci di parlarsi con grande franchezza. E’ anche un’avventura dal punto di vista economico, perché questa varietà ci ha permesso di far uscire le nostre aziende da un periodo stagnante a livello fi- nanziario. Ma allo stesso tempo, per contro, la Pink Lady® mi ha fatto scoprire la debolezza della filiera mela, la sua eccessiva atomizzazione commerciale, e quindi tutte le difficoltà nel porre le condizioni per la sopravvivenza di questo settore. La Pink Lady® crea anche un rapporto nuovo e fecondo con l’emisfero sud. Nella vita quotidiana, la Pink Lady® rappresenta un investimento umano molto forte per il rispetto delle regole. Il rispetto del disciplinare è fondamentale, lo sforzo di marketing deve essere assolutamente perseguito. Philippe Toulemonde vivaista, presidente della Star Fruits® Pink Lady® è un gruppo di donne e uomini che si sono impegnati con intelligenza in un progetto collettivo attorno ad un ottimo prodotto, nel rispetto del ruolo di ciascuno e nel quadro della condivisione leale della valorizzazione ad ogni livello della filiera. La simpatia che prevale in seno al gruppo fa sì che sia un vero piacere ritrovarsi in teleconferenza, in consiglio d'amministrazione, nei seminari. Con mio fratello Dominique, abbiamo colto questa occasione che ci permette di completare la nostra attività di vivaisti con quella di editori, e di realizzare e condividere una strategia di prodotto completa con i nostri partner della filiera: ciò trasforma il nostro ruolo. Speriamo di avere ancora altri progetti altrettanto entusiasmanti da lanciare e condividere. Hubert Veauvy vivaista Se si considera che ci si può realizzare nella propria vita professionale, la Pink Lady® è una vera e propria fonte di arricchimento e realizzazione. Le idee sono state messe alla prova con l’azione, è stata stabilita una vera partnership che ha permesso di fare di questa mela un vero prodotto, con cui abbiamo imparato a restare solidali fino al consumatore. Le qualità degli altri, i loro punti di vista, le nostre differenze, sono stati tutti fattori di arricchimento collettivo. La Pink Lady® è un vero luogo di incontro per la filiera, Per fare di una varietà un prodotto, ci vuole un percorso di filiera con scambi interattivi e condivisioni: ciò accresce le nostre possibilità di successo, collettive ed individuali. E’ stato necessario trovare la forza di convinzione e di coesione. La Pink Lady® ha per me una grande risonanza e mi piacerebbe che ci fosse una ancor maggiore sicurezza del prodotto per il distributore ed il consumatore, poiché abbiamo questa fondamentale responsabilità di dare sempre maggiore soddisfazione. Gerhard Dichgans direttore di VOG VOG è stata una delle organizzazioni commerciali che si è unita al club strada facendo. La maggior parte delle piantagioni è stata realizzata in Alto Adige fra il 1999 e il 2001 e siamo ormai il più importante produttore e operatore del mercato della Pink Lady® in Europa. Con nostra grande sorpresa il club funziona, nonostante le diverse nazioni, le diverse lingue, gli interessi diversi e la forza degli egoismi. La minaccia per la Pink Lady® è rappresentata dai marchi privati delle insegne. La carta vincente: il marketing e la promozione delle vendite che aiutano a mantenere la domanda più vivace dell’offerta. La sfida: garantire e controllare una qualità uniforme dello standard venduto con il marchio. Solo un consumatore soddisfatto (e di conseguenza nostro cliente) accetterà di pagare il prezzo elevato della Pink Lady®. In conclusione la Pink Lady® è la prima esperienza di « club » varietale per l’Alto Adige. E finora questa esperienza è stata assolutamente positiva.